S T Y L I S T
Index
S T Y L I S T STELLA JEAN
Speaks of herself P. 12
Index
AURORA POTENTI
P. 33
POP’XOTIC FANTASY P. 20
DOE DEERE P.35
MERCATO MONTI P. 21
HAIRSTYLE
P. 37
MODA E SOCIALNETWORK P. 22
GIUSEPPE DE GENNARO
Speaks of himself P. 28
CLAUDIO DI MARI Speaks oh himself P. 40
OPHELIA P. 52
www.harim.it
S T E L L A
J E A N
STELLA JEAN PARLA DI SE’ By Valentina Sorrenti
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n “miscuglio etnico”, ovvero un melting pot, applicato alla moda è il risultato che vediamo nelle creazioni dell’emergente fashion designer Stella Jean. Nata da padre torinese e madre haitiana, traduce le sue origini multiculturali nella “Wax e Stripes Philosophy”. Il wax rappresenta le radici materne, Haiti, mentre le stripes della camiceria di foggia maschile, simboleggiano il lato paterno.
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- Quali ostacoli ha dovuto superare per riuscire ad emergere? Le mie resistenze interne. - Quando ha capito che la moda sarebbe stata il suo futuro e quando ha scoperto questa passione? La moda nasce per me da un desiderio di comunicazione, innato ed essenziale per ogni essere umano. - Quanto influiscono le sue emozioni e la sua quotidianità sulle sue creazioni? Le mie creazioni esprimono e traducono in pieno le mie emozioni. - Mi descrive il processo creativo nella realizzazione delle sue collezioni? Ricordo - metabolizzazione- proiezione di un desiderio di multiculturalità sulle stoffe - Cosa ha ispirato la sua nuova collezione donna SS 14? Contrasti decisi alleggeriti da linee sartoriali europee e ispirate alle immagini in bianco e nero delle vacanze aristocratiche degli anni ‘60 , che partivano dalla Cote d’Azur fino ad arrivare in Italia, dove ai tempi si era soliti percorrere la nostra affascinante costiera in sella ad una Lambretta. - Cosa vorrebbe che il pubblico percepisse di questa sua ultima collezione? È una collezione esigente , non viene richiesto solo di guardare un capo, ma di vedere attraverso il suo styling per scorgerne un senso più profondo: l’obiettivo è quello di evitare l’appiattimento di un patrimonio etnico. Le creazioni si ispirano all’etnia italiana per quanto riguarda l’artigianalità dei capi. Il tessuto wax invece rappresenta l’etnia Africana. L’artigianalità occidentale e la tradizione africana, apparentemente così lontane, sono accomunate dall’espressione di “slow fashion” in quanto entrambe sono lontane dalle frenetiche dinamiche dell’industria della moda, allo stesso tempo sono capaci di sposarsi con capi veloci. - Cos’è per lei l’eleganza? L’esatto equilibrio tra il serio e il faceto, ovvero tra la ricercatezza e la semplicità. - Le fashion blogger hanno assunto un ruolo determinante nel mondo della moda e di conseguenza hanno un certo peso sull’opinione del pubblico. Qual è il suo parere a riguardo? Sono diventate un importante barometro sociologico. - Quali sono i suoi progetti per il futuro? Emozionare ed incontrare il mondo. Voglio continuare ad esplorare le culture attraverso immagini, parole e ricerche. Favorire nuovi incontri culturali senza mai negoziare la propria appartenenza. Voglio rendere la moda un linguaggio unitario attraverso il quale ristabilire equilibri tra simboli, storie e mondi differenti.
FA N T A S
P O P ’ N ’ X O T I C
SOCIETÀ FUTURA CHE SI NUTRE DEL PASSATO. By Enza Volpe
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n periodo ardito, fantastico, di richiamo all’origine e allo stile inconsueto di sovrapposizioni, trasparenze, forti contrasti. Sembra torni di moda un particolare etnicismo per l’estate 2014. Come era stato per un certo espressionismo astratto americano, come era stato per l’otto novecento europeo, ritorna il sogno primitivista e si mischia con la geometria pop. Ricordiamo Pollock, con i suoi studi sui totem, Tobey con il suo stretto rapporto con l’oriente, fino ad arrivare a Picasso, Gauguin, Van Gogh, Modigliani e tanti altri che si sono interessati ad una ricerca esotica. Ora ci si domanda se è possibile che questa si possa trasfigurare nei toni lucidi, nei colori forti e nei richiami della fantasia delle serie commerciali dai contorni fumettistici. Mariuccia Casadio, una delle più grandi critiche d’arte e di stile in circolazione, per Missoni crea uno slogan: “POP’N’XOTIC FANTASY” e definisce così la collezione estate 2014:” il gusto pop per i colori decisi, le immagini, le dilatazioni di scala. I richiami al logo. Convivono negli itinerari di stile di una donna che ama viaggiare nella geografia o con la fantasia e concepisce il guardaroba come un’orchestrata mescolanza di referenti, suggestioni, esperienze. Nuovo e memoria della moda.” Alexander McQueen per la primavera/estate 2014 concepisce vestiti attuali e tribali, che sembrano provenire da caste sociali di “etnie contemporanee”. McQueen estrapola delle caratteristiche da diverse culture e le unisce creando un nuovo mondo. Nelle matematiche dei suoi studi, si può trovare quello che potremmo definire un “futuro tribale” che si avvicina in certe caratteristiche all’idea della pop art, ma mentre essa è lo specchio di una società moderna che si nutre di immagine, Alexander riesce nell’impresa di tradurre nei suoi abiti una società futura che si nutre del passato.
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M O N T I M E R C A T O
UN’OPPORTUNITA’ PER I TALENTI By Cristina Giannini
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iamo in un periodo in cui per avere successo bisogna essere originali, reinventarsi, pronti a mettesi in gioco e a mostrare di che pasta siamo fatti. Sono molti gli artisti, musicisti, stilisti che hanno intrapreso nuove vie, scegliendo metodi di lavorazione e stili diversi, basandosi sulla ricerca e pronti a distinguersi dalla massa. Spesso però è difficile dare spazio alle nostre idee e pubblicizzarle adeguatamente per potervi dare il giusto valore e renderle note ad altri; quindi si sceglie di appoggiarsi ad eventi che nascono appunto con lo scopo di dare visibilità a questi nuovi talenti. Una di queste è il MercatoMonti- Urban Market Since 2009, un mercato nato al centro di Roma, precisamente nell’atmosfera di Rione Monti, via Leonina 45. Questo mercato seleziona a rotazione giovani stilisti e produttori indipendenti, per offrire una vasta scelta tra abbigliamento di qualità, accessori vintage, modernariato, creazioni di artigianato ma anche oggetti da collezione, libri, illustrazioni e curiosità di ogni tipo. Una vera vetrina per molti giovani con tanta voglia di fare, che ormai fanno a gara per accaparrarsi la postazione settimanale dedicata ai servizi personalizzati e istantanei targati MM, un’iniziativa vincente. Ogni weekend propone nuovi eventi per permettere a tutti di prendervi parte e rendere anche divertente il tutto. Per il mese di febbraio il MercatoMonti ha scovato per ogni fine settimana quattro nuovi talenti, che spiccano per qualità e originalità. Vi aspettano dalle 10 alle 20 Sabato 01- Domenica 02 Sabato 08 - Domenica 09 Sabato 15 - Domenica 16 Sabato 22 – Domenica 23 Se anche voi volete far parte dei nuovi talenti mandate una mail a espositori@mercatomonti.com con il allegato alcune foto delle vostre creazioni. Per altre informazioni www.mercatomonti.com
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S O C I A L N E T W O R K
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UN’UNIONE IMPRESCINDIBILE By Rossella Scalzo
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alla nascita del web 2.0, sinonimo di web dinamico che permette un elevato livello di interazione, i canali di comunicazione sono nettamente cambiati e per qualsiasi azienda diviene sempre più importante una strategia di marketing che comprenda un piano di comunicazione online in particolar modo attraverso i social media. Proprio questi negli ultimi anni hanno avuto una evoluzione esponenziale tanto da aver conquistato ogni settore di mercato possibile tra cui anche la moda. L’epoca di un dialogo unidirezionale in cui i brand di moda mostravano poco e nulla della propria azienda e il cliente era abituato a non un avere dialogo con il brand accontentandosi di poche informazioni, ha ceduto il passo ad una nuova epoca in cui il cliente vuole sapere di più, vuole conoscere, interagire, essere coinvolto di qualsiasi cosa riguardi il prodotto prima di procedere con l’acquisto. Per tutto questo i social media accolgono e soddisfano non solo le nuove esigenze del cliente ma anche quelle di una azienda che vuole farsi conoscere ed apprezzare nel modo più rapido ed immediato possibile. Lo stesso discorso vale per tutti quegli stilisti emergenti che vogliono affermarsi nel campo della moda e portare a conoscenza i propri prodotti in un mercato sempre più competitivo, dove emergere e differenziarsi su più fronti diventa quasi fondamentale, allo stesso modo di farsi conoscere. Per questo è necessario che un giovane stilista emergente sviluppi una buona strategia di marketing online per mostrare la migliore immagine di sé e del proprio brand attraverso cui impressionare i clienti. E questo non può prescindere da una presenza attiva sui social network per la vasta portata di utenti che oggi li frequentano in maniera totalmente gratuita. Volendo brevemente analizzare dei motivi per cui è necessario per un brand, emergente o consolidato che sia, essere presente sui social network potremmo dire che per prima cosa permette una migliore interazione tra azienda e cliente, sia per la diffusione di immagini e messaggi, sia per la possibilità degli appassionati del settore di interagire tra loro. Inoltre, i canali di comunicazione online permettono la diffusione
immediata di nuove tendenze e allo stesso modo facilitano l’azienda nell’annunciare eventi, storie e momenti fondamentali di successo, come sfilate, shooting, lancio di nuove collezioni, permettendo al consumatore di essere informato in prima persona e partecipe nei vari passaggi. Diventa interessante individuare quali social network si prestano meglio ai vari tipi di comunicazione che lo stilista vuole dare, quali sono utili per l’interazione e quali sono fondamentali per la condivisione di immagini. Se interazione è la parola d’ordine di chi vuole avere una presenza attiva suoi social media, non si può prescindere dal dotare il proprio brand di una pagina Facebook, attraverso cui lo stilista può regalare in anteprima ai propri seguaci informazioni e contenuti esclusivi non solo multimediali e, cosa più importante, i clienti o semplici appassionati del settore possono confrontarsi sia tra loro che con l’azienda, contattandola in modo diretto. Allo stesso modo, Twitter permette l’interazione tra azienda e clienti, ma è anche un utile strumento di social selling, ovvero un canale di acquisizione informazioni sui clienti, che permette di monitorare competitor, contattare direttamente gli influencer del mercato di riferimento e soprattutto trovare e coinvolgere nuovi clienti. Attraverso i suoi 140 caratteri, Twitter permette un’ampia conversazione in tempo reale grazie anche agli hashtag che permettono agli utenti di trovare più facilmente un messaggio collegato ad un argomento e partecipare alla discussione. Infine Twitter è lo strumento ideale per captare in anticipo le tendenze perché spesso i fashion designer usano questo social network direttamente in prima persona per comunicare con amici e colleghi. Un modo per catturare l’attenzione del cliente, generare commenti e far conoscere il proprio prodotto è la condivisione di immagini. Per questo, un fashion designer, oltre a dotarsi di scatti professionali che al meglio rappresentano i prodotti e l’azienda, deve condividerli sui social network per così dire tematici.
Tra tutti, quello che sta crescendo in maniera esponenziale negli ultimi anni, anche se ancora è sottovalutato in Italia, è Pinterest, che permette di creare delle tavole tematiche dove inserire le proprie immagini organizzandole in raccolte in base a temi specifici. E’ possibile anche pinnare un’immagine dal web, ma anche categorizzarla sotto le proprie board di interesse direttamente da quelle degli altri utenti. Un altro social network basato sulla condivisione di immagini è Instagram, nato e sviluppato come applicazione, che permette di condividere foto e video in tempo reale e di migliorarli attraverso dei filtri, con la possibilità di postarli anche su altri canali. La caratteristica di Instagram è quella di essere una finestra su ciò che accade in tempo reale, che sia il backstage di uno shooting o un posto in prima fila ad una sfilata, un occhio su quello che vediamo che possiamo personalizzare attraverso dei filtri, mostrando anche la nostra vena creativa. Anche qui sono validi gli hashtag ed anche qui spesso stilisti e personaggi famosi utilizzano in prima persona i loro profili. Per concludere possiamo affermare che per un giovane stilista emergente è importante la presenza sui social network per crearsi quella cerchia di fedeli fan che sono lo specchio del successo del prodotto stesso. E’ importante non dimenticare che nella moda, come in molti altri settori, la user experience, in grado di riflettere lo stile del brand, è il primo aspetto che interessa e attira la clientela e questa è sicuramente alimentata dai social network. Quello che serve, in definitiva, è un insieme tra interazione tra il cliente e il marchio, contenuti creativi e rappresentazione di questi attraverso i canali più opportuni.
STUDIO STREET LIFE.COM designer fashion & house Fashion Collections Planning Man / Woman Shoes – Bags - Belts Samples manufacture Production Technical Assistance House Design Furnishing Complements Prototypes
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G E N N A R O
GIUSEPPE DE GENNARO PARLA DI SE’ By Jean-Claude Poderini
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iovane e determinato stilista italiano, Giuseppe De Gennaro si racconta ai giovani lettori di VAIN Stylist. La sua esperienza di lavoro e il suo pensiero sono di grande interesse per capire meglio quali sono le aspettative di chi intende lavorare nel magico mondo della moda. Ringraziamo Giuseppe per la preziosa collaborazione e iniziamo subito con le domande.
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Quando ha scoperto la vera passione per la moda e ha capito che sarebbe stato il suo futuro? Ho sempre avuto una passione per i vestiti e per le novità, quindi ho pensato che avrei potuto trasformare questa passione in un lavoro. Quali ostacoli ha dovuto superare per emergere nel magico mondo della moda? Quello di affermare il proprio punto di vista. Quale è per lei la vera capitale della moda nel mondo, la città dove la vera eleganza si trova a suo agio? Ogni capitale nel mondo tipo Parigi, Roma, Milano, Berlino, New York, Tokio hanno un loro fascino e una loro eleganza, colgo ogni aspetto a secondo di dove mi trovo. Quali sono gli interessi e i passatempi che possono aiutare uno stilista per stimolare la sua fantasia? Nel mio caso la musica è fondamentale è una grande fonte d’ispirazione! Concerti, Mostre e la gente per strada, gli amici tutto può diventare stimolante. Negli ultimi tempi, la moda italiana è stata avara di nuovi nomi. A cosa attribuisce questa carenza? Credo che fondamentalmente sia una questione culturale. L’Italia fa fatica a rigenerarsi, peccato! Credo che le donne e anche gli uomini abbiano raggiunto una certa consapevolezza del vestire. Quale è diventato il ruolo dello stilista oggi? Lo stilista propone un’idea, una combinazione di colori, un mood! Poi le persone, a loro volta, personalizzeranno quel messaggio. La moda nasce dalle passerelle o dalla strada? Secondo me nasce dalla strada che comunque è una passerella in alcuni casi, credo che sia un mix tra le due cose, io personalmente sono molto attratto dalle persone per strada. Quale è il limite dove allo stilista non è concesso intervenire? Non credo che uno stilista debba avere un limite, la creatività non ha limite e comunque un bravo stilista in teoria dovrebbe avere anche competenze tecniche, quindi non ha limiti. L’Italia è piena di scuole e accademie del costume e della moda, secondo lei la formazione è coerente con il mondo del lavoro? Dipende dalle scuole, e dai ragazzi che la frequentano. Ovviamente la scuola da delle basi di lavoro ma la vera scuola si fa in azienda o in sartoria.
Ogni anno escono dalle scuole tanti giovani stilisti, si potrebbe pensare che ci siano pochissimi talenti oppure che non gli venga consentito di esprimersi? Sicuramente escono tanti giovani stilisti, ovviamente non tutti hanno talento. Se fossimo circondati da talenti, pensi che noia! I nuovi mezzi di comunicazione aiutano lo stilista emergente nel farsi conoscere e darsi una visibilità interessante? I nuovi mezzi di comunicazione sono molto utili per farsi conoscere, in ogni caso il talento è il mezzo più potente. Dove nascono le idee nel lavoro dello stilista e come queste idee diventano moda? Possono nascere ovunque, al cinema, al bar con gli amici. Riuscire a percepire stimoli esterni è qualcosa di molto soggettivo e personale, dipende da quanto questi toccano la nostra sensibilità e stimolano la fantasia. Personalmente ho sempre le antenne sintonizzate ovunque, ma sono fatto cosi, alla continua ricerca di segnali extraterrestri da trasformare e rielaborare in un progetto. I blogger, negli ultimi tempi, stanno sempre più catturando il pubblico con le loro opinioni. Pensa che questa forte attenzione sia pericolosa per i veri esperti della moda? Non credo siano un pericolo, anzi. Dal mio punto di vista sono un ottimo mezzo per studiare i fenomeni di moda, danno la possibilità di vedere come rispondono le tendenze. Alcuni li trovo estremamente interessanti quindi, ben venga. Quali interessi consiglia di coltivare agli studenti stilisti per dare un colore nuovo alla moda? Consiglio sempre di coltivare i propri interessi, non solamente quelli legati alla moda; solo così si può trovare un personale colore. Possedere una propria personalità appaga sempre. Ritiene che il lavoro di creatore nasca da una grande passione? Lo dobbiamo considerare anche una missione? Sicuramente nasce da una grande passione ma a un certo punto diventa una missione. Come inizia Giuseppe De Gennaro a disegnare una nuova collezione, come avviene il processo creativo? Ci indica un suo punto di riferimento costante? Molta ricerca ovunque anche nei posti più impensabili. L’inizio di una nuova collezione non è solo una ricerca di stile ma nel mio caso è anche una ricerca personale, un ulteriore viaggio all’interno di me stesso. Un designer della moda oggi deve essere anche manager o può rimanere un puro creativo e vivere sempre di emozioni? Essere un puro creativo è bellissimo, ma può non bastare. Oggi la moda è anche business, essere un po’ manager di se stessi può essere utile.
Si possono instaurare delle amicizie nel mondo della moda? Oppure esiste solo rivalità? Beh, la rivalità esiste, è inutile negarlo; in ogni caso è bello avere degli amici nel luogo del lavoro, io li ho. Credo che l’amicizia sia un sentimento molto spontaneo e una questione di feeling che può scaturire a prescindere dalla componente lavoro. Quanta ironia esiste nel lavoro dello stilista? Nel mio caso tanta, l’ironia per me è fondamentale, ovviamente quando si tratta di ironia sana. Quanto amore e quanta sensibilità mette quotidianamente nel suo lavoro? Tanta, senza amore e sensibilità credo che non si vada da nessuna parte. Da cosa è più ispirato? Dalla musica, dai colori, dal cinema, da tutto ciò che la circonda o dalla sua esperienza? La mia vita è la mia ispirazione, poiché la mia vita è fatta di tanta musica, che è la mia seconda passione. Come vede il settore della moda in Italia? È sano o è carente in alcuni suoi aspetti, specialmente rispetto a ieri? Credo che il settore moda in Italia abbia delle enormi risorse, andrebbe potenziato maggiormente. Come le piacerebbe cambiare il sistema della moda italiana? Mi piacerebbe vedere una new wave. Pensa che i media italiani specializzati privilegino i soliti stilisti, oppure a volte appoggino anche le nuove leve? Secondo me i nuovi progettisti dovrebbero essere più supportati, indipendentemente dai soliti stilisti. Se non fosse diventato uno stilista di moda, cosa le sarebbe piaciuto fare? Mi sarebbe piaciuto fare il musicista o il surfista. Consiglierebbe ad un giovane stilista di provare a proporsi all’estero, oppure vi sono opportunità interessanti anche in Italia? Un’esperienza all’estero può essere molto formativa. Conoscere altre realtà dà la possibilità di acquisire per sperimentare. Lei è un giovane di talento che è riuscito ad emergere e a lavorare per una nota Maison francese. Cosa suggerisce ai lettori di ‘VAIN Stylist’ , prossimi emergenti stilisti? I nuovi designer mi sembrano molto determinati, l’unico consiglio che posso dargli è quello di continuare ad esserlo.
PH Erica Fava
PH Erica Fava
P O T E N T I
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A U R O R A
STILISTA CONTRO CORRENTE. By Gaia Bregalanti
urora Potenti nasce nel 1983 a Castiglioncello (Livorno), in Toscana. Sin da piccola mostra i tratti distintivi dell’artista e fa emergere liberamente la sua creatività. Questo grazie alla famiglia da cui proviene: alla mamma e alla nonna dedite al cucito e alla storia del costume e al padre e al nonno, disegnatori edili, pittori e appassionati d’arte. Aurora decide di studiare da autodidatta, senza l’aiuto di nessuna scuola di moda, vuole costruire da sola il proprio gusto e percorso. Si tratta di una vera e propria scommessa con se stessa. Inizia a partecipare a concorsi di moda nazionali ed internazionali per giovani stilisti. L’anno 1997, è per Aurora Potenti l’anno decisivo: a seguito della morte di Gianni Versace, (per il quale nutre una forte stima e del quale cita la frase “Un abito è come un diamante dalle mille sfaccettature”), decide di affrontare la moda come una scelta di vita. Nel 2000, a soli 17 anni, produce i suoi primi capi con l’aiuto e la supervisione di sarti ed artigiani e le idee che fino ad allora erano sempre rimaste su carta vengono riportate su stoffa. Nasce così la sua prima, piccola collezione. La lavorazione è del tutto artigianale, ogni pezzo è unico. Una cosa su cui la designer livornese insiste è l’uso di materiali naturali. Aurora predilige la qualità alla quantità, un numero limitato di capi di stoffe pregiate piuttosto che un maggior numero con tessuti scadenti. Grazie a questa forte determinazione e tanto lavoro, inizia ad essere conosciuta nel mondo della moda, tanto che le vengono dedicati articoli su giornali di fama mondiale come Elle. È raro che una giovane stilista come la Potenti riesca ad imporsi così velocemente in un mondo adulto. I suoi abiti vengono notati per le loro caratteristiche particolari, per essere frizzanti, fantasiosi, pieni di personalità, con qualche tratto vintage e insieme contemporaneo, e per saper esaltare a pieno la bellezza e la femminilità della donna. Le sue collezioni sono un’esplosività di colori, dove anche le tonalità moderne del fluo non mancano. La designer ama le linee nette, pulite e chiare, e adora mettere in evidenza dettagli come bottoni e tasche. Il suo studio è diretto alla ricerca di volumi nuovi, che danno origine a degli abiti non banali. Cerca sempre di dare un tocco di sportività alle sue creazioni. La donna che Aurora Potenti vuole rappresentare è una donna semplice, poco leziosa, che ama l’eleganza ma che non si rifiuta di indossare anche morbide tute di lana, che rimandano alla tradizione della campagna toscana. La designer ha anche creato un gruppo sul web, inizialmente su Yahoo e successivamente anche su Facebook, per “giovani stilisti italiani”. Qui ha messo a disposizione tutte le sue conoscenze ed esperienze come giovane creativa, per tutti quei ragazzi emergenti nel mondo della moda che come lei hanno faticato a farsi conoscere.
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DA ICONA DI STILE A DONNA DI SUCCESSO GRAZIE AI SOCIAL NETWORK By Serena Secco
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vete mai pensato che la “selfie” mattutina che postate su Instagram possa essere il vostro primo passo verso il successo? Chissà se questo pensiero ha attraversato la mente di Doe Deere prima di diventare famosa. Xenia Vorotova, a.k.a. Doe Deere, è una ragazza di circa 30 anni nata in Russia e cresciuta a New York, che ha saputo sfruttare il suo stile “non convenzionale” per farsi seguire da molti fan. Questa donna dai capelli color pastello, ben consapevole del fatto che il suo gusto in fatto di moda fosse “particolare”, ha deciso di sfidare la sorte e di esporsi al mondo creando un sito tutto suo. Così è nato “The Doe Deere Blogazine - Tales of The Unicorn Queen”, dove ha iniziato a postare i propri outfit eccentrici, le sue riflessioni sulla Moda e soprattutto i dettagli dei propri make-up stravaganti e abbinati agli abiti. In poco tempo è diventata una Fashion Icon: ciò che la distingueva da tutte le altre Fashion Bloggers che proponevano outfits scontati e dozzinali era di sicuro il suo atteggiamento di sfida nei confronti della moda. Per riuscire a raggiungere un pubblico ancora più vasto si è lanciata alla conquista dei Social Networks, e non ha impiegato molto a raggiungere una moltitudine di fan
su Facebook, Twitter e Instagram, dove ha saputo incantare tantissime persone grazie alla sua originalità. Ha saputo poi sfruttare questa notorietà per avere successo in un’altra impresa: si è accorta che nessun brand riusciva ad offrire rossetti, ombretti o smalti dai colori abbastanza “vivaci” per i suoi gusti; così nell’estate del 2008 è nata Limecrime, la sua linea di make-up! E così, in un periodo in cui tutte le marche di cosmesi puntavano su rivalorizzare i colori neutri, ecco apparire una collezione a dir poco stravagante, che stravolge tutti i canoni di bellezza tradizionali. Il suo slogan recita: “So Bright, It’s Illegal!” I prodotti più famosi di questa linea sono senza dubbio i rossetti, dai nomi bizzarri e dalle colorazioni improbabili come il No,She didn’t, un color azzurro pastello, il New York City, giallo pastello, il Chinchilla, a metà tra il lavanda ed il grigio, o lo Styletto, un nero intenso. Molto innovativI, invece, sono i Velvetines, dei rossetti effetto velluto che lasciano le labbra opache e piene di colore , le cui nuance tendenti ai colori rosso e fucsia son di certo più “portabili” rispetto a quelle elencate prima. Quasi tutti questi prodotti sono andati soldout nel giro delle prime ore in cui sono stati messi in vendita! “The Clueless Witch”, la sua nuova collezione, uscirà a Marzo 2014. Oggi Limecrime é diventata sinonimo di prodotti innovativi per tutte le ragazze appassionate di moda avant-garde nel mondo. Nel 2010 Miss Deere è stata nominata una delle “Top Inspiring Women Entrepreneurs” da SELF-MADE Magazine.
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STUDIO STREET LIFE.COM designer fashion & house Fashion Collections Planning Man / Woman Shoes – Bags - Belts Samples manufacture Production Technical Assistance House Design Furnishing Complements Prototypes
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ACCONCIATURE PRIMAVERA/ESTATE 2014 By Veronica Giomini
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ulle passerelle vediamo ogni stagione novità per quanto riguarda le tendenze per look all’ultima moda e capi da scoprire e riscoprire, ma non tutti conoscono la parte più importante: il duro lavoro che c’è dietro ogni sfilata. “Trucco e parrucco” sono fondamentali per il risultato, per valorizzare il look nel miglior modo possibile. Avendo avuto il piacere di guardare le ultime sfilate primavera/estate 2014, ho potuto notare i cambiamenti che gli stilisti hanno apportato alla nuova moda. Sicuramente, alcuni must rimangono anche tra le nuove acconciature, come la riga centrale o laterale. Quest’ultima sta avendo un grande successo: elegante e senza tempo, rende l’acconciatura più leggera e dona movimento, come si può vedere da Mulberry. Più seriose ed eleganti, dal gusto un po’ retrò, sono le capigliature di J. Mendel, Charlotte Licha e Tony Ward, con i capelli lisci effetto bagnato sulla parte alta della testa. La chioma effetto bagnato, mossa totalmente oppure solo sulle punte, è ottenuta con l’uso di particolari prodotti e un diversa tecnica di asciugatura. Troviamo anche l’effetto capelli bagnati dove viene nascosta la riga. Per quanto riguarda la riga centrale, è perfetta per rendere il viso più lungo e affusolato. Rimangono di moda le pieghe con radice liscia e lunghezze mosse a partire dagli zigomi. Una novità è soprattutto il “beach hair” ovvero i capelli da spiaggia, una chioma leggermente mossa dall’effetto spettinato. Un’altra novità è la capigliatura usata da Viktor & Rolf: capelli gonfi e spettinati effetto crespo che trovo valorizzino i loro capi semplici ed eleganti. Un’effetto più “bambolina” è quello voluto da Jenny Packham, con molti boccoli e mollette gioiello sulla frangia per impreziosire l’acconciatura voluminosa.
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CLAUDIO DI MARI PARLA DI SE’ By Rossella Scalzo
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laudio Di Mari è un giovane stilista emergente che, dopo aver preso la laurea in Fashion Design all’Istituto Marangoni di Milano, ha scelto di realizzare un brand di abiti da sposa haute couture. Nato nel 1987 a Catania, Claudio Di Mari è la chiara dimostrazione che il talento e la dedizione sono importanti per chi vuole affacciarsi in questo mondo. Il tratto distintivo delle sue collezioni, oltre ad un forte richiamo alla Sicilia, alla terra e al mare, sono l’incontro tra tradizione e modernità, la prima rappresentata dall’utilizzo di tessuti, lavorazioni e ricami antichi, la seconda chiaramente visibile nelle linee e nei tagli dei suoi capi. Nella sua biografia Claudio Di Mari si definisce come un giovane con tanti sogni nel cassetto.
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Come è nata la tua passione per la moda? La mia passione per la moda è nata da piccolo, nel negozio di abiti da sposa dei miei genitori. Ho avuto la fortuna di crescere in questo ambito, tra i clienti e le prove, e ho avuto la possibilità di scegliere se stare dalla parte commerciale, in quanto i miei sono imprenditori, o stare dalla parte della sartoria. Presto ho capito cosa volevo fare e alla fine ho scelto la creatività. All’età di 18 anni, dopo il diploma, sono andato a studiare presso l’ Istituto Marangoni di Milano e li ho capito cosa veramente volevo e cosa mi avrebbe dato la moda. Quanto sono stati importanti lo studio e la pratica presso l’Istituto Marangoni di Milano? E’stato importantissimo. L’Istituto Marangoni è l’istituto del settore più importante al mondo, in particolare nella sua sede di Milano dove ho scelto di andare. Ho ricevuto una formazione a 360 gradi nel modellismo, nel design e in tutte le materie teoriche, una formazione importante che mi ha aiutato moltissimo. Nonostante io sapessi già disegnare, anno dopo anno ho capito che questa scuola poteva darmi qualcosa di forte. È stata l’esperienza più bella della mia vita, anche perché ho conosciuto tanta gente di tutto il mondo. Cosa implica la realizzazione di un abito da sposa e da cosa ti lasci ispirare? E’ una cosa che sento dentro, penso tutti gli stilisti la sentano. Ogni anno faccio delle ricerche fotografiche per seguire i vari mood ispirativi da cui nascono tutte le lavorazioni e tutte le varianti di una collezione, pur seguendo sempre il filone caratteristico del brand Claudio Di Mari.
Quanto conta per te la tradizione nel mestiere di stilista? Molto, soprattutto per una persona nata in Sicilia e soprattutto per una persona che è nata nell’ambito sposa, un ambito poco conosciuto: per esempio ,tutti i ragazzi che conosco che si sono laureati con me hanno scelto altri settori come prêt-à-porter, haute couture, streetwear. E’ un po’ un settore di nicchia e la mia fortuna, o sfortuna, è stata che l’abito da sposa è considerato come un prodotto non moda, una cosa basic, semplice, ma in realtà non è così. Quello che sto cercando di trasmettere con i miei capi è proprio che si tratta sempre di moda, di arte. Nella tua ultima collezione “La Bianca Stromboli” hai scelto di combinare l’utilizzo di tessuti e ricami tradizionali con linee e tagli moderni. Perché questa scelta di stile? Quello che voglio è che il mio prodotto possa svilupparsi in qualità: ogni anno faccio ricerche sulle tendenze e mi piace sperimentare e usare materiali innovativi, ogni anno vado al Première Vision di Parigi per scegliere nuovi tessuti e cercare nuove idee da testare. La mia prima collezione era fatta di capi sposa interamente in pelle e con contrasti di pelle e chiffon. Ho voluto staccarmi dalla somiglianza che, soprattutto nel settore sposa, rende tutto piatto e gli stilisti si assomigliano un po’ tutti, nelle lavorazioni, per il colore. Io ho voluto distaccarmi, fare qualcosa di diverso, perché quello che mi contraddistingue sono le lavorazioni e il materiale di ricerca. Per che tipo di donna pensi si possano rivolgere i tuoi abiti da sposa? Non c’è una donna tipo, ma per le silhouette che hanno i capi posso dire che si rivolgono ad una donna sexy, innovativa, una donna giovane. Tuttavia ho avuto anche un paio di spose al loro secondo matrimonio con rito civile che hanno scelto dei capi abbastanza forti della collezione, in particolare un paio di anni fa una donna su i 50 anni si è spostata con un capo interamente in pelle bianca, per me è stata una grandissima soddisfazione. Le tue collezioni hanno un chiaro rimando Sicilia, alla natura e al mare. C’è qualche motivo particolare? In realtà quando mi sono trasferito per studiare a Milano mi mancava da morire la mia isola, la Sicilia. L’Istituto Marangoni sprona a pensare, a fare tanta ricerca sulla collezione, ed è normale che quando sei solo e lontano da casa la prima cosa a cui pensi è ciò che ti manca. Perciò ho pensato che sarebbe stato bello ispirare ogni collezione alla mia terra e persino quando ho registrato il mio logo ho scelto di inserire la scritta “made in sicily”. Nella collezione a cui sto lavorando in questo periodo vi sarà sempre un richiamo della terra e della Sicilia.
Quanto pensi sia importante oggi per un giovane stilista o brand emergente il mondo dei social network e dei nuovi media ai fini della comunicazione e della pubblicità? Circa il 70 per cento della mia visibilità oggi è data dai social network, da Instagram alla fanpage di Facebook. Non ho solo un riscontro dei miei amici che da Milano vedendo una foto mi fanno i complimenti per i miei capi, ma grazie ai social network ho preso contatti con aziende importanti. C’è qualche consiglio che vuoi dare ad uno stilista emergente che decide di intraprendere il tuo stesso percorso? Il consiglio che vorrei dare è quello di credere in quello che si fa. E’ normale che ci siano alti e bassi anche in questo mondo. Molte persone pensano che sia facile, invece è un mondo veramente difficile. Quindi crederci sempre e avere passione, ogni giorno focalizzarsi sul lavoro, da mattina a sera, momento in cui penso a cosa devo fare l’indomani. Su quali obiettivi pensi ci si debba maggiormente concentrare? Come dicevo, oltre che studiare, bisogna concentrarsi e fare tanta ricerca. Un tempo era necessario viaggiare, il che è importante per scoprire e capire determinate cose, ma oggi internet aiuta tantissimo. Ad ogni modo, potrei dare mille consigli, ma ciò che vale per una persona può non valere per qualcun’ altro: le soluzioni risiedono nel cuore di ciascuno. Qual’è la più grande difficoltà che hai dovuto affrontare fin’ora? La mia più grande difficoltà che ho dovuto superare, e che comunque c’è tutt’ora, è stata la scelta di voler partire da qui, da Catania. Dopo aver finito gli studi sono tornato con l’idea di cominciare da qui, e anche se avrei avuto la possibilità di lavorare per un azienda di prêt-à-porter ho scelto di intraprendere la strada, di far crescere il marchio Claudio Di Mari. I costi non sono gli stessi di avere l’ufficio stile a Milano, ma anche da qui è veramente difficile. Interagire col mondo della moda dalla Sicilia è complicato, ma sto lavorando per portare tutto a Milano, anche se la mia base resterà sempre Catania.
PH Edoardo Morina
STYLING Andrea Franco e Valentino fiammetta
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OPHELIA’S DREAM SHOOTING – IL RACCONTO DEGLI STYLIST
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By Harim Accademy
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vento Madeinmedi, giugno 2013; Valentino Fiammetta e Andrea Franco, stylist d’eccezione, furono invitati da HARIM Accademia Euromediterranea per commentare e pubblicare in tempo reale le uscite degli stilisti. In passerella la collezione della stilista Mara Sanzone li colpì più delle altre. Da qui in poi si posero un obiettivo: dare visibilità al talento della designer attraverso uno shooting. Partì così la ricerca di un bravo fotografo. La scelta ricadde su Edoardo Morina, specializzato in reportage che impressionano per gli scatti dall’atmosfera surreale e dal taglio atipico. Edoardo Morina trovò in Valentino e Andrea dei validi compagni per creare qualcosa di insolito. Nell’estate 2013 si iniziò a preparare il mood e a cercare la location, gli accessori e la modella. La scelta degli abiti della collezione fu difficile ma coerente: sì alle gonne, agli abiti fluttuanti, a corpetti e gorgiere in lana intrecciata, sui toni beige, bronzo e terracotta, no ai pizzi in oro e alle applicazioni rosse della stessa collezione che avrebbero dato dei cenni troppo vivaci. Due set vennero individuati: un palazzo con interni barocchi ed un giardino con delle fontane o stagni dove far annegare idealmente Ophelia, giardini e fontane in rovina per poter bene interpretare i sogni del celebre personaggio shakespeariano cui si ispira la collezione. Il Monastero dei Benedettini di Catania era il posto perfetto. Un gioiello del tardo barocco siciliano, complesso benedettino tra i più grandi d’Europa, riconosciuto patrimonio mondiale dell’Unesco. Il Monastero, che oggi è sede del DiSUM (dipartimento di Scienze Umanistiche) dell’Università degli Studi di Catania, custodisce al suo interno una domus romana, i chiostri e uno splendido giardino pensile. Il progetto dello shooting venne approvato per il taglio culturale del servizio e così il suo bellissimo chiostro di Levante diventò l’ambientazione dello shooting, insieme ai suoi archi, alle strutture arabe e barocche e al giardino dei novizi con la sua enorme fontana in marmo.
PH Edoardo Morina
Per quanto riguarda la scelta della modella, serviva qualcuno dal viso rinascimentale, dai lineamenti nobili che conferissero carattere al servizio. Debora dell’agenzia Castdiva era perfetta. Ultimi tasselli: trovare un team di hairstylist e make-up artist che si entusiasmasse al progetto e che si lasciasse ispirare per creare un trucco da creatura ultraterrena ed un’acconciatura da Medusa. Sin dal primo look - una lunga sottoveste in chiffon di seta beige che lasciava trasparire una lunga collana di perle usata come cintura- si è deciso di mostrare Ophelia come se fosse una dama sonnambula che da svestita attraversa il proprio sogno. Nel tempo limitato che poteva offrire la luce di dicembre, si sono creati altri look che interpretassero questo personaggio shakespeariano come un fantasma, il ricordo fluttuante di una donna che fugge dalla propria realtà spogliandosi degli eccessi, rimanendo con indosso solo crinoline, corpetti e leggere sottovesti cui restavano impigliati i gioielli. Da questo sogno non farà più ritorno.
STYLING Andrea Franco e Valentino fiammetta
PH Edoardo Morina
STYLING Andrea Franco e Valentino fiammetta
IN QUESTA GENERAZIONE GLI STILISTI LAVORANO CON MEZZI, METODI DI COMUNICAZIONE, STILI E RICERCA INNOVATIVI
“Internet è incredibile, è potente e delicato. Si promuove la società piuttosto che vendere prodotti, c’è il mondo intero che ti guarda ma tu non sai nulla di loro. E se [ il contenuto ] è troppo sofisticato la gente non lo apprezza, sembra siano le cose semplici ad essere apprezzate di più”. Miuccia Prada
Per un giovane stilista emergente entrare nel mondo della moda di certo non è cosa semplice. Gli ostacoli che i giovani devono affrontare sono tanti, la concorrenza è spietata, ed è un periodo in cui le difficoltà toccano anche le grandi firme. Molti tentano la strada del successo con nuove tecniche di stile anche per quel che riguarda il campo della realizzazione delle collezioni. Bisogna studiare nuovi piani di marketing e di comunicazione per adeguarsi alle tendenze del momento che vedono la moda protagonista non più soltanto nelle passerelle ma anche nei nuovi media.
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