Corpus dei rivestimenti architettonici dell’architettura monumentale romana (XV-XX secc.). Studio e progetto di restauro
Villa Medici studio per un progetto di restauro
Laboratorio di Restauro dei Monumenti 3M, Prof.ssa Elisabetta Pallottino, Prof.ssa Francesca Romana Stabile, Prof.ssa Paola Brunori, Prof. Alfredo Passeri Studentesse: Serena Mastrobattista, Valentina Merino Vazquez
In copertina: a sinistra: Giuseppe Vasi, Villa e Casino Medici sul Pincio, 1761. Da: http://www.romeartlover.it/Vasi188.html a destra: Francesco Piranesi, Veduta della Villa Medici sul monte Pincio. Da: http://adore.ugent.be/
Indice
Prima fase istruttoria: studio delle fonti Scheda A: Descrizione dell’edificio
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Bibliografia
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Scheda B: fonti dirette
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Appendice: Rapport technique de restauration, façade sur jardin in Monumental, Revue Scientifique et Technique des Monuments Historiques, numero annuale,19, Editions du Patrimoine, 1997
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Scheda C: fonti indirette, materiale iconografico e fotografico
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Scheda D: fonti indirette, documenti di cantiere
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Seconda fase progettuale: individuazione del rivestimento proposto e sua realizzazione a campione Scheda E: Relazione storica con individuazione del rivestimento proposto
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Scheda F: Relazione tecnica dei materiali e rivestimenti utizzati
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Appendice alla scheda F: Il piano di manutenzione dell’opera e delle sue parti
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Appendice alla Scheda F: Relazione descrittiva inerente il workshop del14 e 15 Giugno 2012
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Scheda G: Misura e stima del rivestimento proposto
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Prima fase istruttoria:
Scheda A
Nel 1564 il Cardinale Giovanni Ricci da Montepulciano acquista un edificio noto come Casina Crescenzi dal nome del precedente proprietario e ne commissiona l’ampliamento agli architetti Nanni di Baccio Bigio e Annibale Lippi. L’edificio viene poi acquistato nel 1576 dal cardinale Ferdinando de’ Medici. Questi incarica l’architetto Bartolomeo Ammannati di trasformare la residenza in un bellissimo palazzo. Nel 1584 sulla facciata verso il giardino vengono collocati dei bassorilievi antichi, acquistati dalla famiglia della Valle, che vengono integrati e completati con cornici di stucco e altri pannelli di marmo dallo scultore e architetto Lorenzetto. Nel 1626, a causa dei dissesti del terreno di fondazione, la Villa viene dotata di un barbacane sulla facciata verso la città secondo il progetto degli architetti Bernardino Radi e Giulio Parigi. La Villa, divenuta dal 1804 sede dell’Accademia di Francia, subisce delle modifiche che riguardano sia l’impianto dell’edificio, sia il restauro delle facciate.
1564: Il Cardinale Giovanni Ricci da Montepulciano acquista il terreno su cui sorgeva un piccolo edificio noto come Casina Crescenzi, dal nome del precedente proprietario, e i resti di un tempio di epoca romana dedicato alla dea Fortuna al prezzo di 2000 scudi e con l’impegno di spenderne altrettanti nella riparazione e nell’ampliamento dell’edificio. Il Cardinale commissiona all’architetto fiorentino Nanni di Baccio Bigio la costruzione di un imponente palazzo residenziale che inglobi in parte le preesistenze. L’architetto utilizza un linguaggio architettonico fatto di pareti in muratura con angoli rinforzati, pesanti cornici, logge colonnate e ordini dorici e toscani. Sul lato verso la città si realizza una facciata austera, da palazzo fortificato, come le ville fiorentine della Petraia e di Castello, e viene abbassato il livello del suolo per creare una piazza che metta in comunicazione la Villa con Trinità dei Monti; al contrario, la facciata verso i giardini appare più aperta per la presenza di una loggia cui si accede per mezzo di due scalinate e di una rampa. Nel suo intervento, Nanni di Baccio Bigio è aiutato dal figlio Annibale Lippi, anch’egli architetto.
Retta XY: antica quota del suolo; Piano ZN: confine meridionale della proprietà; Z: andamento del terreno; In tratteggio: la cisterna romana.
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Fig. 1 Il Casino Crescenzi prima del 1564. Restituzione assonometrica da Villa Médicis vol.2 - Études, 1991, p. 201
Prima fase istruttoria
Scheda A
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Retta XY: antica quota del suolo; Z’: nuovo andamento del terreno; T: quota della futura loggia sul giardino; D: ingresso carrabile; C: nuovo ingresso ad quota più bassa, in corrispondenza del piano seminterrato dell’antico Casino.
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Fig. 2 La villa Ricci fra il 1564 e il 1566. Restituzione assonometrica, Ivi, p. 202. A: ingresso alla scalinata esterna realizzata per collegare fronte e retro dell’edificio; B: campata centrale della facciata; progetto per un portale realizzato solo tra il 1580 e il 1584; C: ingresso laterale; D: ingresso carrabile; E: il tetto viene costruito in più fasi: prima quello delle ali N e S e poi quello della parte centrale; F: scala a chiocciola simmetrica a quella dell’ala N; G: piano di copertura della cisterna romana.
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Fig. 3 La villa Ricci tra il 1567 e il 1572. Restituzione assonometrica, Ivi, p.204.
Prima fase istruttoria
Scheda A
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1568: Alla morte di Nanni di Baccio Bigio, sembra sia stato l’architetto Giacomo della Porta a proseguire i lavori e a realizzare la loggia, fatto che spiegherebbe l’uso di un ordine ionico reinterpretato con un piccolo mascherone, fortemente ispirato a quelli di Michelangelo, di cui Nanni si dice fosse rivale. 1574: Il Cardinale Ricci muore e i lavori alla Villa non vengono portati a termine. A: ingresso alla scalinata esterna; B: campata centrale della facciata; C: ingresso laterale; D: ingresso carrabile.
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Fig. 4 La villa Ricci nel 1576. Restituzione assonometrica, Ivi, p.206.
1576: Il Cardinale Ferdinando dè Medici acquista il terreno ed affida all’architetto fiorentino Bartolomeo Ammannati un ambizioso progetto per trasformare la residenza in un magnifico palazzo. L’intervento dell’architetto consiste, inizialmente, nella realizzazione, al piano terra, di un ingresso principale che colleghi la Villa con la città, radicandola nel paesaggio urbano; a questo scopo viene aperto un monumentale portone centrale di ordine dorico nel cui asse colloca, al livello del salone, al primo piano, un’ampia apertura con fontana. Successivamente, sempre al piano terra, Ammannati realizza il vestibolo e lo scalone a T, prolunga la scala a chiocciola di Nanni di Baccio Bigio dell’ala nord e ne colloca una simmetrica sul lato sud. Il progetto finale, mai realizzato e forse ispirato alla sistemazione di Villa d’Este a Tivoli, prevedeva anche la creazione, davanti alla Villa, di una serie di terrazzamenti che conducevano ad una piazza con fontana monumentale. Sul lato verso il giardino, l’architetto ridisegna completamente il corpo centrale dell’edificio: rialza la loggia e trasforma la trabeazione lineare con un arco a tutto sesto a formare una serliana, completata da due ali laterali; sopra la loggia costruisce un nuovo piano composto di tre grandi stanze destinate ad ospitare gli appartamenti del cardinale (la Stanza degli Elementi, quella degli Amori e quella delle Muse); all’ultimo piano realizza una serie di stanze, che si affacciano sulla città attraverso finestre rettangolari, e aggiunge le due torri collegate da un cammino di ronda collocato sui tetti per consentire la circolazione fra le due ali della Villa ed avere un panorama completo su Roma. Infine, sulla facciata verso i giardini, progetta gli spazi per alcuni bassorilievi antichi e forse la galleria ad angolo retto che ospitava la collezione di antichità del cardinale. In questi anni è probabile che il Cardinale e l’architetto decidano di accordare il colore dell’intonaco a quello dei bassorilievi esposti e, a tal fine, usino uno stucco a base di calce e polvere di marmo per le parti fondali, che ben si accorda con il marmo delle lastre.
Prima fase istruttoria
Scheda A
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1576-1577: Il pittore Jacopo Zucchi, allievo del Vasari, si dedica alla decorazione delle pareti dello Studiolo, padiglione che si trova all’interno dei giardini della Villa e che fu commissionato dallo stesso Cardinale dè Medici; il vestibolo presenta delle rappresentazioni della Villa proprio in quegli anni, forse prima che si decidesse di collocare i bassorilievi sulla facciata verso il giardino. 1568: I bassorilievi, la maggior parte dei quali proviene dalla collezione Della Valle acquistata dal Cardinale dè Medici dopo lunghe trattative, vengono posizionati sulla facciata verso il giardino riprendendo l’ordine concepito dallo scultore e architetto Lorenzetto, che li integra con cornici di stucco e li completa con motivi dello stesso materiale per dare la sensazione di grandi pannelli di marmo. Essi sono disposti in maniera perfettamente simmetrica: in basso si trovano le grandi lastre di marmo decorate da ghirlande attorno a un bucranio proveniente dall’Ara Pacis, al di sopra delle quali corre un fregio formato da sarcofagi antichi che, allineati come un corteo unico, perdono la loro connotazione funebre; nell’ala sinistra il pannello sopra il fregio rappresenta il combattimento delle Amazzoni e quello immediatamente superiore un corteo di donne, mentre sulla destra si trova il Giudizio di Paride (III secolo d.C.) ed Ippolito che si congeda da Fedra (II secolo d.C.); sul corpo centrale della facciata sono presenti, da sinistra a destra, un soldato dacio a cavallo mentre cerca di attraversare il Danubio (evocazione delle campagne di Traiano), due lastre rappresentanti un toro portato al sacrificio, Ercole che lotta contro il leone di Nemea e, sul registro superiore, allegorie femminili delle province in ginocchio che si arrendono all’imperatore e che si alternano a coppie, processioni, templi e una rappresentazione di Apollo e Diana che fa eco al gruppo di Niobidi ubicato nel giardino. Sulla facciata si viene così a creare un particolare gioco di colori dovuto al contrasto fra il marmo proconnesio (di colore grigio-azzurro) dei sarcofagi antichi, il bianco marmo di Luni dei bassorilievi e il marmo cipollino (di colore verde pallido) e il granito di Siena (di colore rosa) delle colonne. S: nuova rampa costruita in sostituzione di quella precedente dopo la realizzazione della galleria
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Fig. 5 La villa Medici tra il 1580 e il 1584. Restituzione assonometrica, Ivi, p.210.
Prima fase istruttoria
Scheda A
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Fig. 6 Pierre-Adrien Pâris, Piante del piano terra e del piano nobile, 1809 ca., Penna inchiostro e matita. Da: Villa Mèdicis, vol. 1, Documentation et description, pag 175.
Fig. 7 Girolamo Franzini, Prospetto verso la città, 1596, Incisione su legno. . Da: Villa Mèdicis, vol. 1, Documentation et description, pag 103.
Fig. 8 M. Th. Vido, Prospetto verso il giardino. .
1626: La Villa viene dotata di un barbacane dalla parte verso la città secondo il progetto degli architetti Bernardino Radi e Giulio Parigi; l’intervento, reso necessario dai dissesti del terreno di fondazione, comporta la rimozione ed il rimontaggio delle finestre secondo l’inclinazione dello sperone e l’inserimento di catene d’angolo. Successivamente la facciata viene intonacata ed imbiancata e il cornicione stuccato.
Fig. 9 M. Th. Vido, Prospetto verso la città dopo la costruzione del barbacane.
Prima fase istruttoria
Scheda A
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1644: Durante un temporale, un fulmine caduto sulla Villa causa ingenti danni alle torrette, ai tetti, ai cornicioni e ai bassorilievi della facciata verso il giardino. 1648: Si intraprende una vasta campagna di restauro strutturale e dei rivestimenti dell’edificio. 1698: Il 21 Giugno un incendio distrugge parte dell’ala sud della Villa e parte della galleria verso il giardino. 1802: I Lorena, eredi del Granducato di Toscana, mettono in vendita la Villa che viene acquistata dal Governo francese al prezzo di 3962 scudi e 98 baiocchi. 1804: La Villa diviene sede dell’Accademia di Francia ed i primi direttori Suvée e più tardi Ingres apportano delle modifiche all’impianto dell’edificio che riguardano la creazione della biblioteca, di ambienti comuni, di una sala per le esposizioni, delle stanze dei pensionnaires e di un ballatoio (progettato dall’architetto Ottaviani) che le metta in comunicazione fra loro e la ritinteggiatura delle facciate; in questo periodo le torrette vengono dipinte color mattone. Il preventivo è di 5199 scudi e 15 baiocchi. 1840: Viene messo a punto un sistema di manutenzione totale della Villa e delle sue dépandances.
1878: Le facciate della Villa vengono intonacate ricorrendo a due strati di mezzatinta.
1903: Sotto la direzione dell’allora direttore dell’Accademia Guillaume, si decide di dipingere le torrette di giallo chiaro. 1934: In occasione dei lavori di pulitura delle facciate della Villa, Paul Landowski, direttore dell’Accademia, chiede che si riprendessero i “colori preesistenti” (ovvero l’ocra tendente all’arancione che si era imposto a partire dagli Anni Settanta del XIX secolo) in accordo con quanto stabilito dal Piano regolatore secondo cui le imprese di costruzione, in caso di edifici antichi, dovevano “riprendere i colori che avevano trovato”. 1940: Quando l’Italia dichiara guerra alla Francia, la Villa viene requisita e “riconsegnata” alla città. Di fatto essa diventa quartier generale dell’esercito italiano e subisce degli adattamenti da parte del personale permanente ed ausiliario. 1944: Nel mese di Dicembre la Villa viene riconsegnata alla Francia che vi installa le forze del generale Le Coutelaux de Caumont, capo della missione militare francese in Italia. 1946: La Villa torna ad essere sede dell’Accademia di Francia; il 19 Gennaio Ibert scrive al Ministro di aver trovato l’edificio nel più perfetto stato 1966: La Villa è oggetto di interventi di restauro per volere dell’allora direttore dell’Accademia, il pittore Balthus. Tali interventi, relativamente limitati, lasciano intatte le torrette e riguardano soprattutto le facciate, trattate con una tecnica inventata dallo stesso Balthus e consistente in una sottile velatura e poi in tocchi sovrapposti di tinta, e i problemi strutturali studiati dall’architetto Guillame Gillet e dall’ingegner Antonio Antonelli. I lavori vengono eseguiti dall’impresa romana Francesconi. 1967 - La muratura sull’avancorpo destro, in corrispondenza dei Bassorilievi dell’Ara Pacis, mostra 1968: segni di cedimento; per il suo consolidamento, vengono smontati i fregi rappresentanti il corteo funebre che vengono successivamente rimontati al contrario. 1984 - Durante la campagna di restauro avvenuta sotto la direzione dell’achitetto M. Marot ad opera della 1987: Società Italiana Vetrocemento Armato viene rinforzata la struttura della scalinata attraverso l’inserimento di barre metalliche e l’iniezione di malte cementizie nella muratura.
Prima fase istruttoria
Scheda A
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1991: Iniziano i lavori di restauro di Villa Medici durati più di dieci anni. L’intervento è affidato ad una commissione italo-francese di cui fanno parte tra gli altri Paolo e Laura Mora e Kristina Hermann Fiore. La direzione dei lavori è affidata a Didier Repellin, architetto responsabile dei monumenti storici e all’architetto Jean-Loup Roubert; si inizia il restauro dalle pareti della galleria del bosco. 1993: Iniziano le analisi per il restauro della facciata sul giardino sotto la direzione dell’architetto JeanLoup Roubert, dell’Ispettore Generale dei Monumenti Antichi Colette Di Matteo, e del restauratore Carlo Giantomassi ; i lavori durano circa un anno e mezzo; prima dell’intervento, l’ultimo strato dell’intonaco è di un colore grigiastro a causa dell’azione dell’inquinamento sul giallo “senape” usato da Balthus per accordare le lacune più evidenti al rivestimento preesistente. Durante i sondaggi effettuati sotto il cornicione del tetto, vengono ritrovati frammenti del rivestimento in stucco di polvere di marmo. 1994: Didier Repellin, in accordo con le decisioni di un comitato scientifico riunitosi per l’occasione, inizia i lavori di restauro della facciata. Due sono le imprese coinvolte nelle operazioni: la SEI per il corpo principale della facciata e per le due ali laterali, e la LITHOS per i coronamenti delle torrette. 1997: Terminano i restauri della facciata verso il giardino. 2000: Restauro della facciate nord ed ovest.
Prima fase istruttoria
Scheda A
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Bibliografia Bernard Toulier, The Villa Médicis, in Monuments Historiques. Caisse Nationale des Monuments Historiques et des Sites, 23, 1982; Jean Délivré, La collection des plâtres de la Villa Médicis, in Science et Technologie de la Conservation et de la Restauration des Oeuvres d’art et du Patrimoine , 2, 1991, pp.103-111;
Pier Nicola Pagliara, Matériaux, structures et techniques mis en oeuvre dans la construction de la Villa Médicis in Villa Médicis vol.2 – Études, École Française de Rome, Roma, 1991, pp. 216-226; Bernard Toulier, Les étapes de construction du bâtiment principal. Essai de restitution, Cit, pp. 201215; Monumental, Revue Scientifique et Technique des Monuments Historiques, numero annuale,19, Editions du Patrimoine, 1997. In particolare sono stati consultati i seguenti articoli: -
Di Matteo, Restauration de la Villa Médicis: les doctrines françaises et italiennes, , pp.8-19;
Kristina Hermann Fiore, La couleur marmoréenne dans l’architecture. Le mythe de la Rome augustéenne, pp.87-91; -
Michel Hochmann, Histoire de la façade de la Villa Médicis, pp.26-35;
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Mario Lolli-Ghetti, La restaurations de la Villa Médicis, un choix difficile, pp.52-53;
Laura Mora – Paolo Mora, Les matériaux constitutifs des surfaces extérieures de la Villa Médicis. Approche des problèmes de conservations, pp.47-51; -
Didier Repellin, Le chantier de restauration de la Villa, pp.54-61;
Bernard Toulier, Désordres et consolidations: Histoire des restaurations de la Villa Médicis, pp.20-25; Giovanni Brino – Dominique Bousquet, I lavori di manutenzione ordinaria e starordinaria eseguiti in Villa Medici a Roma dal 1802 al 1968, estratto da Ripensare alla Manutenzione – Ricerche, progettazione, materiali, tecniche per la cura del costruito, Atti del Convegno di studi di Bressanone 29 Giugno – 2 Luglio 1999, ed. Arcadia Ricerche, Venezia, 1999; Didier Repellin, Achevement de la restauration de la Villa Médicis, in Monumental, Revue Scientifique et Technique des Monuments Historiques numero annuale, Editions du Patrimoine, 2000, pp.206-207; Henri Broise – Vincent Jolivet, Pincio I: la Villa Médicis et le Couvent de la Trinitè-des-Monts à Rome. Réinvestir un site antique, Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, Roma, 2009; Neville Rowley (a cura di), Villa Medici – Guida, Ed. Electa, Milano, 2009; Suzanne B. Butters – Elena Fumagalli – Sylvie Deswarte-Rosa – Anne-Lise Desmas (a cura di), Villa Médicis vol.5 – Fonti Documentarie, École Française de Rome, Roma, 2010;
Prima fase istruttoria
Scheda A
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Prima fase istruttoria: Fonti dirette Scheda B
I due fronti principali dell’edificio, uno rivolto verso la città e uno verso il giardino hanno due caratterizzazioni profondamente diverse. Si riporta di seguito la descrizione dello stato di fatto delle due facciate. Facciata verso il giardino La facciata rivolta verso il giardino, opera di Bartolomeo Ammannati, è divisa in tre parti, due ali (nord e sud) e un corpo centrale nel quale la parte inferiore è occupata da una grande loggia. Essa si caratterizza per la presenza di bassorilievi antichi. Questi sono disposti in modo perfettamente simmetrico sui due corpi laterali: in basso si trovano le grandi lastre di marmo decorate da ghirlande attorno a un bucranio provenienti dall’Ara Pacis e acquistate dal Cardinale Ricci. Al di sopra di queste è stato disposto un fregio formato da sarcofagi antichi, di diversa provenienza, allineati come una fascia unica e nei quali si riconoscono scene mitologiche e di caccia. Nell’ala sinistra il pannello al di sopra del fregio rappresenta il Combattimento delle Amazzoni e quello immediatamente superiore un Corteo di Donne. Sulla destra si trova il Giudizio di Paride (III sec. d.C.) mentre sul fregio orizzontale superiore Ippolito si congeda da Fedra (II sec. d.C.). La maggior parte dei bassorilievi del corpo centrale della facciata proviene dalla collezione Della Valle, acquistata da Ferdinando nel 1584. Questi, ampiamente reintegrati in stucco di calce e polvere di marmo da Lorenzetto, rappresentano per lo più scene di processioni e sacrifici. Nell’ordine centrale da sinistra a destra è possibile vedere: un Soldato dacio a cavallo mentre cerca di attraversare il Danubio, evocazione delle campagne di Traiano, due lastre rappresentanti Un toro portato al sacrificio, e, infine, Ercole che lotta contro il leone di Nemea. Sul registro superiore Allegorie femminili delle province in ginocchio che si arrendono all’imperatore si alternano a coppie, processioni, templi e una rappresentazione di Apollo e Diana che fa eco al gruppo di Niobidi ubicato nel giardino. Sui due avancorpi laterali e sulle torrette si aprono inoltre delle nicchie in origine destinate ad ospitare la collezione scultorea del Cardinale Ferdinando. Delle statue ornavano anche la balaustrata che unisce le due torrette. Fra il 1780 e il 1788 tutti gli elementi scultorei sono stati rimossi e portati a Firenze, mentre i bassorilievi, dei quali la rimozione, troppo complessa, avrebbe compromesso la vendita della villa, sono stati lasciati in sito. La loggia centrale a serliana presenta nella parte centrale colonne binate in cipollino, mentre le due colonne laterali sono in granito rosa. Tutti gli elementi ordinali e le cornici delle finestre sono in travertino. Attualmente si evidenziano segni dovuti all’umidità di risalita e lacune dell’intonaco in alcuni punti della parte basamentale. L’intonaco inoltre appare fessurato in più punti e alcuni bassorilievi della collezione Della Valle presentano delle evidenti macchie dovute ad interventi di pulitura nel corso di restauri precedenti. Fig. 1 Prospetto verso il giardino con indicazione della posizione dei bassorilievi
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1. Ghirlande con bucranio 2. Fregio con sarcofagi antichi 3. Combattimento delle Amazzoni 4. Corteo di donne 5. Giudizio di Paride 6. Ippolito si congeda da Fedra 7. Soldato dacio a cavallo 8. Toro portato al sacrificio 9. Ercole lotta contro il leone di Nemea
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Scheda B
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Prima fase istruttoria: fonti dirette
Scheda B
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Fig. 2 Facciata verso il giardino - Rilievo dei materiali costitutivi della facciata verso il giardino eseguito da AZIMUT s.a.s, Roma, 1996 da AFR
Fig. 3 Dettaglio della facciata verso il giardino: zona basamentale. Si osservi la differente cromia assunta dal rivestimento
Fig. 4 (in alto) Dettaglio della facciata verso il giardino: cantonale dell’avancorpo destro. Fig. 5 (a sinistra) Dettaglio della facciata verso il giardino: cantonale dell’avancorpo sinistro.
Prima fase istruttoria: fonti dirette
Scheda B
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Prima fase istruttoria: fonti dirette
Scheda B
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Facciata verso la città La facciata verso la strada è ordinata e composta da sette campate. Il portale centrale è inquadrato da due colonne tuscaniche. La parte basamentale è costituita da un muro di mattoni faccia a vista alto all’incirca 11 metri. La parte superiore è intonacata del color travertino,mentre le cornici delle finestre e del portale sono in travertino.Si evidenzia un fenomeno di dilavamento dell’intonaco sotto le finestre del mezzanino. Sono visibili inoltre delle strisce orizzontali di tonalità più scura che segnano le pontate con le quali si è steso l’intonaco.
Fig. 6 Prospetto verso la città
Prima fase istruttoria: fonti dirette
Scheda B
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Fig. 7 Dettaglio del basameto in cortina della facciata verso la città. Lunghezza dei mattoni: 25,5-26 cm Altezza dei mattoni: 3 cm Altezza dei giunti di malta: 1,5-2cm
Fig. 8 Dettaglio del basameto in cortina della facciata verso la città. Alcuni mattoni in prossimità del portale sono in realtà dipinti sull’intonaco.
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Scheda B
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Appendice - Rapport technique de restauration, façade sur jardin in Monumental, Revue Scientifique et Technique des Monuments Historiques, numero annuale,19, Editions du Patrimoine, 1997 La facciata rivolta verso il giardino è divisa in tre parti, due ali (nord e sud)e un corpo centrale nel quale la parte inferiore è occupata da una grande loggia. Nel 1994 è stata effettuata una prima pulitura del corpo centrale, che dopo la pulitura eseguita nel corso dei successivi restauri, appariva più chiaro rispetto agli avancorpi laterali. Le superfici di questi ultimi erano infatti rivestite con un intonaco ocra che in alcuni punti lasciava trasparire i rivestimenti precedenti. La pulitura del corpo centrale aveva infatti eliminato la maggior parte degli strati di tinteggiatura eseguiti sul marmorino, quasi tutte le croste nere presenti sulle parti marmoree protette dalla pioggia e i depositi carboniosi presenti sul travertino. Tuttavia le superfici presentavano ancora importanti tracce di tinteggiature presedenti. Si potevano inoltre osservare sui bassorilievi della collezione del cardinale Della Valle delle incrostazioni calcaree, dovute probabilmente al prolungato interramento, che alteravano l’aspetto delle superfici. In seguito a queste operazioni di pulitura, sono state messe in luce le numerose integrazioni e stuccature in cemento grigio effettuate precedentemente tanto sul rivestimento, quanto sui bassorilievi in marmo. Molte di queste reintegrazioni erano lacunose o presentavano fratture a causa dei componenti corrosivi delle armature di sostegno in ferro sulle quali si sono modellate le parti mancanti. Questo intervento ha inoltre messo in evidenza la distinzione fra i materiali originari e quelli aggiunti in seguito ai diversi restauri effettuati, che fino ad allora non erano percepiti a causa della apparente omogeneità cromatica data dei depositi di polvere e di particelle e dalla sovrapposizione delle varie tinteggiature. Prima dei restauri effettuati nel 1994 le superfici dei due corpi di fabbrica laterali erano caratterizzati da un colore ocra ripartito in modo non omogeneo. Infatti, essendo le parti in alto meno soggette al dilavamento, tutti bassorilievi e le parti in marmorino si erano conservate. Invece nelle parti basse gli strati di finitura erano praticamente assenti e lasciavano in vista la malta di pozzolana rimanente e la malta cementizia. Nelle parti riparate dalla pioggia si osservava invece un deposito di origine carboniosa che assumeva l’aspetto di una crosta nera abbastanza spessa. Le profondità delle nicchie delle estremità dei due livelli superiori variano in ragione di un riempimento realizzato probabilmente per consolidare la muratura. Invece le nicchie ai piani inferiori sono meno profonde in quanto dovevano fare da sfondo alle sculture dei Prigionieri che erano poste su piedistalli al di fuori della facciata. Intonaci La finitura originaria era in marmorino, un composto di calce e polvere di marmo di color avorio e con uno spessore medio di mezzo centimetro, steso dall’alto verso il basso procedendo per pontata e per giornate di esecuzione. Per svariate ragioni questa prima finitura è sparita per essere poco a poco sostituita da altri intonaci realizzati a partire da vari composti: di marmorino simile all’originario, diverse malte a base di pozzolana coperte con un sottile strato a calce, o ancora di malta cementizia tinteggiata in superficie. Le sovrapposizioni delle finiture sono evidenti nella parte alta, mentre nella parte inferiore non sono più identificabili a causa dei numerosi rimaneggiamenti eseguiti. I resti più importanti del rivestimento originario si conservano in genere in prossimità delle cornici alte e nei due metri al di sotto di esse. Nei punti in cui è stato possibile, il rilievo degli interventi e l’identificazione delle stratigrafie hanno permesso di differenziare gli strati più antichi da quelli più recenti. Lo stato di conservazione delle due ali laterali era identico, il marmorino è ben conservato in quanto, in relazione all’elevato numero di bassorilievi presenti, è stato sostituito meno di frequente. Sia nel corpo centrale che nelle ali si è rilevata in alcuni punti del marmorino la presenza di macchie circolari di colore scuro, segno della presenza in passato di colonie di licheni. Il rilievo degli strati di finitura ha poi rilevato che queste parti sono le più antiche, anche se non è possibile stabilire se si tratti dell’applicazione originaria. Nell’ala sud, il rilievo della sovrapposizione delle pontate e delle giornate di esecuzione, o, quando questo era impossibile, l’identificazione delle diverse malte hanno permesso di identificare almeno sei tipi di malta diversi: 1. Marmorino originario liscio situato nella parte alta della facciata in corrispondenza della cornice e al di sotto di essa. E’ possibile distinguere il passaggio fra le applicazioni in rapporto alla pontata; 2. Malta di pozzolana grigio chiaro localizzata all’ordine superiore, subito sotto la precedente, e sotto le nicchie del livello intermedio;
Prima fase istruttoria: fonti dirette
Scheda B
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3. Malta grigio scuro, sovrapposta alla precedente, e presente in modo più esteso lungo tutta la facciata; 4. Malta grigio chiaro limitata ad una piccola porzione che taglia orizzontalmente il livello intermedio lungo tutta la facciata e corrispondente a una condotta inserita nella muratura. Essa è inoltre presente nella nicchia esterna dell’ordine inferiore; 5. Finitura simile a stucco e regolare, localizzata principalmente lungo la parte destra dell’ala laterale; 6. Cemento, localizzato prevalentemente lungo la parte bassa dell’ordine inferiore e, in porzioni più limitate lungo tutta la superficie. La situazione che si presentava nell’ala nord era invece diversa; qui non è stato possibile riconoscere le pontate, tuttavia è stato possibile riconoscere una netta cesura nella finitura. Si sono rinvenute tracce del marmorino originario nella parte subito al di sotto del cornicione, tuttavia esso presentava più fenditure e il suo degrado superficiale era più accentuato. Le applicazioni successive sono diverse da quelle dell’ala sud: una presenta delle sottili crepe che suggeriscono che si tratti di un composto più antico, l’altra ha una composizione diversa rispetto alle prime due. Nella parte centrale degli ordini intermedio e inferiore si è infine rilevata si è rinvenuta una malta di pozzolana coperta con una mano sottile di marmorino imitato. Lo strato successivo è di malta di pozzolana grigia, senza finitura, che ricopre circa tutta l’ala nord. Infine l’intonaco più recente è di cemento che, come per l’ala sud, si trova prevalentemente nella parte più bassa dell’ordine inferiore e in modo diffuso lungo tutta la superficie con concentrazioni più o meno grandi. L’osservazione dei resti delle antiche tinteggiature di colori diversi, tutte tendenti al bruno, presenti sui due avancorpi, ha messo in evidenza la tecnica che è stata utilizzata per l’ultima mano, applicata quando Balthus dirigeva l’accademia e che allo stesso modo era stata impiegata per tinteggiare l’interno della villa. Sono state rilevate alcune tracce di colore bruno nelle parti più protette di alcuni bassorilievi in marmi, il che fa pensare che la tinteggiatura coprisse solo i fondi. Durante le operazioni di pulizia dell’ala nord, sulle mensole coperte di intonaco si è rilevato uno strato bruno di ossalato di calci simile a quello trovato su altri monumenti in pietra esposti all’aria aperta. Questo si è forse formato in maniera naturale sul marmorino. Può essere che questa alterazione cromatica
Fig. 9 Frammento di intonaco della facciata. Intonaco, pozzolana grigia, marmorino con segni di patina, primo intervento di tinteggiatura ocra chiaro, tinta intermedia, intervento degli anni Sessanta
della superficie abbia dettato, assieme alle usanze del tempo, la scelta del colore per le tinteggiature successive. E’ interessante notare come alcuni elementi decorativi realizzati in marmorino siano rimasti intatti, l’intervento sul marmorino si è infatti limitato ai soli fondi lisci. Questo è sempre stato utilizzato per risarcire le parti mancanti dei bassorilievi in marmo . Per i dettagli in rilievo (teste, braccia, bambe ecc.) il marmorino è stato fissato attraverso un’armatura di ferro fissata con stucco al marmo. Alcune rosette delle mensole degli avancorpi sono mancanti: la terza a partire dal lato sinistro dell’ala sud e la tredicesima e la ventiquattresima a partire da destra, manca inoltre la rosetta angolare dell’alal destra. Molte presentavano lacune o erano state sostituite con altre in stucco nel corso di restauri precedenti. Il degrado rilevato più frequentemente è il distacco fra l’intonaco e il muro. Negli avancorpi i distacchi riguardano tutta la superficie e comprendono la zona superiore, rimaneggiata, dei cornicioni in marmo, delle due ali, mentre si presentano in maniera meno diffusa nel corpo centrale. Tutto il basamento mostrava i segni evidenti di umidità di risalita per capillarità sulle murature coperte di intonaco, sulle parti in cemento e sui paramenti in travertino.
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Marmi I marmi dei due avancorpi erano coperti da depositi più o meno consistenti di particelle atmosferiche di origine carboniosa. Solo in alcuni punti vi erano delle croste nere. L’erosione superficiale della pietra ha provocato la perdita di diversi millimetri di materiale, e rende meno leggibili i dettagli di esecuzione e di modellazione, tuttavia i bassorilievi, sigillati con intonaco e spesso fissti con straffe in ferro sono ben conservati. Lungo i bordi delle cornici di distinguono spesso stuccature degradate e mal eseguite in occasione di un restauro che danneggiò gravemente il marmorino. Più recentemente sono state eseguite le stuccature in cemento grigio, spesso rinforzate da un’anima interna in ferro che si è corrosa provocando una amplificazione dei danni. I bassorilievi provenienti dalla collezione Della Valle presentavano delle macchie gialle, probabilmente resti di antiche puliture eseguite con prodotti aggressivi e che spesso sono penetrati in profondità nel materiale. I marmi meno protetti presentavano resti di una patina bruna costituita probabilmente da ossalato di calcio. Le due colonne della loggia poste alle estremità sono di granito rosso, mentre le altre quattro sono in cipollino. Mentre le colonne in granito erano ben conservate, le superfici delle colonne di cipollino erano leggermente erose e avevano perso l’effetto pulito originario che ne metteva in risalto le venature. Infatti le venature di materiale più tenero erano degradate ed esfoliate favorendo il distacco di frammenti di marmo. Alcune parti, alle estremità dei fusti delle colonne sono già state reintegrate in passato cpn marmo dello stesso tipo. Le basi e i capitelli sono scolpiti in marmo italiano a grana fine. Le loro superfici sono in buono stato, tuttavia sulle volute dei capitelli si rilevano numerosi rappezzi eseguiti in seguito a danneggiamenti. Travertino [...] Tutti gli elementi in travertino, ad eccezione di quelli del corpo centrale che erano già stati puliti nel 1994, erano coperti da particelle atmosferiche, di origine carboniosa, che avevano formato una patina, scura, più aderente negli elementi protetti dalla pioggia. Al di sotto di questo strato, si sono trovati i residui di un’altra patina di colore bruno, probabilmente formata da ossalato di calcio. Il degrado del materiale si limita al distacco di frammenti di materiale più o meno grandi, conseguenza di lesioni provocate da microrganismi, cicli di gelo e disgelo, urti accidentali o corrosione di elementi metallici. In alcuni casi, per regolarizzare la superficie, le lacune presenti nel materiale sono state colmate con malta di composizione variabile o di cemento. Queste stuccature spesso nascondono perni in ferro. Trompe l’oeil Negli avancorpi le false finestre sono disposte allo stesso modo. E’ stato possibile distinguere ampie zone rimaneggiate. Le superfici presentano distacchi rispetto al supporto murario, tuttavia i sollevamenti fra intonaco e pellicola pittorica sono limitati.
Il restauro Pulitura Intonaci Le mani di imbiancatura applicate nel corso dei restauri precedenti sono state rimosse in modo da lasciare a vista il marmorino originario ancora esistente. Questa operazione è stata eseguita nebulizzando acqua ed applicando impacchi di polpa di carta imbevuta in una soluzione di carbonato di ammonio (100 g/l) e lasciati in posa da due a sei ore; successivamente è stata eseguita una spazzolatura meccanica. Dove necessario si è intervenuti attraverso il bisturi o carta vetrata. Pur essendo stati puliti nel corso del restauro precedente, gli intonaci della parte centrale presentavano
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ancora residui di sporcizia e di imbiancature antiche che davano alle superfici un aspetto innaturale. Si è quindi eseguita una nuova pulitura attraverso l’applicazione di compresse di carbonato di ammonio seguita dove necessario da un delicato intervento meccanico. Marmi Per la pulitura dei marmi degli avancorpi si è seguito lo stesso metodo descritto per gli intonaci. Si è dunque iniziato nebulizzando le facciate per tempi leggermente più lunghi variabili fra quattro ed otto ore, a seconda dela tenacità dei depositi di particelle. Dove non è stato possibile eliminarle con l’acqua, si sono applicati impacchi di carbonato di ammonio ed EDTA dissodico (100 g/l a prodotto) con tempi di posa variabili fra due e quattro ore a seconda dei casi. Gli strati che in seguito a questa applicazione non si sono dissolti, sono stati rimossi attraverso la pulitura meccanica tramite bisturi e pennelli. Nei punti in cui la sporcizia è penetrata in profondità nelle fessure intercristalline è stato impossibile togliere i residui di sporcizia in quanto si rischiava di danneggiare il materiale, Le macchie gialle, provocati da residui di prodotti utilizzati nel corso di precedenti puliture, sono penetrati in profondità nel marmo. Dopo numerose prove si è verificato che solo l’utilizzo di più prodotti associati (acetone, diluente nitro, clorotene, ecc.) permetteva di ottenere uno schiarimento delle macchie. Le incrostazioni di origine calcarea, formatesi in seguito al lungo interramento di alcuni bassorilievi, prima che questi fossero applicati sulla facciata, sono state pulite utilizzando sia metodi meccanici che chimici: si sono applicati localmente impacchi di carbonato di ammonio ed EDTA dissodico (100 g/l a prodotto) lasciati agire per circa sei ore ripetendo l’operazione per due o tre volte; fra un impacco e l’altro si è eseguita la pulitura meccanica con bisturi ed un incisore elettrico a punta vibrante. Travertino Le parti in travertino sono state pulite attraverso la nebulizzazione di acqua seguita dall’applicazione di impacchi di polpa di carta imbevuta di carbonato di ammonio ed EDTA dissodico (100 g/l a prodotto). Una spazzolatura delle superfici, effettuata dopo la nebulizzazione, ha permesso di eliminare gli strati di sporcizia solubili. Pitture murali La pulitura è stata effettuata con una sola applicazione di impacchi con carbonato di ammonio in soluzione (100 g/l) ed utilizzando localmente bisturi e microscalpelli per eliminare resti di malta o stuccature. Questa operazione ha messo in evidenza il cattivo stato di conservazione del trompe-l’oeil, rilevando ampie zone rimaneggiate. Rimozione di stuccature realizzate nel corso di precedenti restauri L’estensione, la quantità e la qualità delle stuccature hanno imposto ai restauratori l’obbligo di domandarsi se fosse necessaria la loro asportazione. Dopo una attenta valutazione del loro stato di conservazione ed in seguito a considerazioni estetiche si è deciso di non rimuoverle, eccetto in quelle zone in cui le superfici originarie si erano conservate, ossia le cornici dei fregi e parti limitate alle incorniciature in marmo. Pulitura e trattamento degli elementi metallici (in ferro e bronzo) Le parti ossidate, in ferro e bronzo, sono state pulite a secco con pennelli metallici. Si sono così rimossi i prodotti di corrosione più aderenti sotto forma di polvere. Successivamente, sugli elementi in ferro sono state applicate due mani di vernice (Epofan ATG e Isfan RPU). Per evitare il danneggiamento dei marmi, la ruggine non è stata trattata con prodotti a base di tannino. Quindi questi elementi sono stati tinteggiati con colori a base di silicato di potassio (Sikkens) affinché la tinta ottenuta fosse uguale a quella delle superfici circostanti. I prodotti corrosivi presenti sugli elementi bronzei sono stati rimossi meccanicamente, dopodiché la loro superficie è stata coperta con una mano di resina in soluzione (Incralac JVIS)
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Consolidamento Intonaci Il restauro ha permesso di ristabilire la coesione fra i vari strati di intonaco. La presenza dei distacchi è stata rilevata attraverso un sondaggio sonoro, ossia battendo le dita sulla superficie per capire se l’intonaco aderiva. In caso di distacchi superficiali è stato sufficiente procedere mediante l’iniezione di una resina acrilica in soluzione (Primal AC 33), con una siringa infilata in un buco di circa tre millimetri di diametro, eseguito con un trapano manuale. Se invece il distacco era più profondo, è stato necessario iniettare negli spazi vuoti una malta idraulica premiscelata (PLM I - CTS). Le parti distaccate lungo le cornici sono state fissate mediante adesivi struturali (UHU Plus e Araldite BY 158) impiegati in modo diverso a seconda della dimensione del frammento da ricollocare.
Marmi Poichè la pioggia aveva già eliminato le parti marmoree non più aderenti è stato inutile procedere al consolidamento. Alcuni frammenti distaccati sono stati rimessi in opera fissandoli con adesivo epossidico (UHU) quando le superfici del frammento e del supporto corrispondevano, e con Araldite BY 158 (Ciba. Geigy) quando le superfici si presentavano troppo danneggiate. In alcune occasioni si è resa necessaria l’applicazione di grappe. Travertino Le operazioni di consolidamento del travertino si sono limitate al ricollocamento delle schegge e dei frammenti distaccati utilizzando due tipi di adesivo epossidico: UHU Plus, per frammenti di piccole dimensioni, e Araldite BY 158 (Ciba-Geigy) per i frammenti più grandi. Pitture murali, trompe-l’oeil delle finestre L’adesione fra il muro e l’intonaco è stata ottenuta iniettanto localmente della malta idraulica premiscelata (PLM I - CTS). I distachi fra intonaco e pellicola pittorica, limitati in numero e dimensioni, sono stati consolidati attraverso una emulsione di resina acrilica (Primal AC 33) Riassemblaggio dei frammenti distaccati Alcuni frammenti di marmo, travertino o intonaco, che si erano distaccati sono stati rimessi in opera e fissati con adesivi epossidici: UHU Plus per i frammenti le cui superfici di rottura corrispondevano, e Araldite BY 158 (Ciba-Geigy) nel caso in cui queste fossero danneggiate. Solo le rosette dei cornicioni sono state fissate con grappe. Microstuccature, stuccature, riscarcitura delle lacune e delle modanature Lo scopo di tali operazioni era prevenire l’infiltrazione di acqua all’interno del materiale restaurando le superfici danneggiare o lacunose e, al contempo, ristabilire l’omogeneità cromatica del fondo. Le micorstuccature sono state realizzate per fessure di piccole dimensioni, sulle parti erose e sui bordi di fratture non più larghe di un millimetro. Per altre fessure, si è esguita la stuccatura. I riempimenti hanno permesso di ricostruire le parti mancanti. Nelcaso in cui le due parti fossero troppo distanti fra loro è stato necessario ricostruire la parte mancante su una piccola armatura di acciaio inossidabile. Le stuccature sono state realizzare con una malta composta da un legante (PLM/S - CTS o calce idraulica Lafarge) e una carica inerte (polvere di marmo con pigmenti naturali) mischiati con rapporti definiti attraverso delle prove eseguite precedentemente. Per ogni materiale da trattare (marmo, travertino o intonaco) le malte sono state preparate secondo la percentuale di pigmento necessaria per riprodurre la tinta desiderata. La malta è stata applicata con una spatola tamponadone la superficie con una spugna al fine di regolarizzarla ed ottenere una aspetto simile alle superfici circostanti. le lacune puù consistenti sono state colmate con una malta idraulica, dello spessore massimo di un centimetro, costituita da polvere di marmo, clace e pozzolana su cui è stata poi applicata la mano definitiva.
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Dove le superfici marmoree si presentavano fortemente erose, si è realizzata la microstuccatura applicando, in modo omogeneo, una mano sottile di malta utilizzando una spugna. In questo modo si sono colmate le fessure intercristalline. Inoltre per migliorare l’aspetto degli elementi marmorei: le parti scurite, in modo irreversibile. a causa dei sali sono state nascoste dalle microstuccature; tre rosette mancanti lungo il cornicione (una nell’ala sud e due nell’ala nord) sono state risarcite con delle rosette in terracotta tinteggiate come il resto della facciata. Queste sono state fissate con delle grappe di acciaio inossidabile e un adesivo epossidico (Araldite BY 158, Ciba-Geigy). Due parti di intonaco cementizion (l’angolo inferiore destro dell’ala sud e l’angolo inferiore sinistro dell’ala sud) presentavano segni di umidità di risalita per capillarità che impediva l’adesione della tinteggiatura finale. Queste parti di muratura sono state demolite e ricostruite utilizzando un intonaco a base di malta idraulica (calce e pozzolana). Questo intervento resta comunque provvisorio. Per risolvere definitvamente il problema della capillarità, sarebbe necessario asciugare la muratura. Le stuccature, gli intonaci e le parti pittoriche realizzate in queste porzioni umide presenteranno un risultato cromatico diverso rispetto alle altre. [...] Trattamento delle superfici Le superfici del marmo e del marmorino sono divenute omogenee in seguito alla stesura di una mano di resina acrilica in soluzione al 3% con diluente nitro (paraloi B72) sulle stuccature e microstuccature. Dove il colore delle diverse applicazioni di marmorino e degli inserti in marmo non era sufficientemente omogeneo per permettere una lettura uniforme, si è equilibrato l’insieme attraverso l’acquerello. Sulle parti in cemento e quelle in malta di pozzolana, si sono utilizzato colori a base di silicato di potassio (Sikkens) mischiata ad acquerello (Windsor & Newton) o a terre naturali (Maimeri). Alla fine del restauro tutte le superfici (intonaci, marmo e travertino) sono state spruzzate con una soluzione protettica di Rhodorsil H224 - Rhone-Poulenc - al 10% diluita con essenza di trementina. Altri interventi I buchi corrispondeti agli occhie e alle bocche delle machere erano stati trasformati in nidi di uccelli. L’accesso alle cavità interne è stato dunque ostruito attraverso reti metalliche plastificare e fissate con una resina epossidica UHU Plus, in due componenti.
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Fig. 10 Facciata verso il giardino - Mappatura degli interventi, Roma, 1996 da AFR
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Fig. 1 Jacopo Zucchi, Casino Crescenzi, facciata occidentale del Pincio, Stanzino dell’Aurora, Villa Medici, Roma, 1576-77, affresco. Da: Monumental, Revue Scientifique et Technique de Monuments Historiques, n. 19, Editions du Patrimoine, 1997.
Fig. 2 Jacopo Zucchi, Villa Ricci, facciata occidentale del Pincio, Stanzino dell’Aurora, Villa Medici, Roma, 1576-77, affresco. Da: La Villa Médicis vol. 1
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Fig. 3 Jacopo Zucchi, Villa Medici, facciata occidentale del Pincio, Stanzino dell’Aurora, Villa Medici, Roma, 1576-77, affresco. Da: La Villa Médicis vol. 1 La vista rappresenta la facciata con le sue due torri. Il motivo a serliana con le colonne binate si accorda con la realizzazione effetiva. E’ possibile osservare un risalto laterale in corrispondenza della torretta sinistra.
Fig. 4 Jacques Stella, Santa Cecilia, Musée des Beaux Arts, Rennes, 1626, Olio su tela 66x54,5 cm. Da: Neville Rowley (a cura di), Villa Medici –Guida, Ed. Electa, Milano, 2009
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Scheda C
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Fig. 5 Claude Lorrain, Scena portuale con villa Medici, Galleria degli Uffizi, Firenze, 1637, Olio su tela 133x102cm. Da: http://en.wikipedia.org/wiki/File:Lorrain.seaport.jpg Sono riconoscibili i due belvedere, il corpo centrale e i suoi bassorilievi, la loggia e le sculture.
Fig. 6 Anonimo, Villa Medici, facciata verso Trinità dei Monti, collezione privata, metà XVII sec. Da: Monumental, Revue Scientifique et Technique de Monuments Historiques, n. 19, Editions du Patrimoine, 1997.
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Scheda C
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Fig. 7 Anonimo, Facciata sul giardino di villa Medici, Musée des Beaux Arts, Valence, metà XVII sec. Da: Villa Medici, il sogno di un cardinale: collezioni e artisti di Ferdinando De Medici.
Fig. 8 Anonimo, Dettaglio di una finestra, facciata sul giardino di villa Medici, Musée des Beaux Arts, Valence, metà XVII sec. Da: Monumental, Revue Scientifique et Technique de Monuments Historiques, n. 19, Editions du Patrimoine, 1997.
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Scheda C
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Fig. 9 Gaspar Van Wittel, Veduta di Roma e di villa Medici dal portale della chiesa della Trinità dei Monti, Roma, 1683, Gouache su carta, 44x23 cm. Da: http://www. laboratorioroma.it/ Roma%20Com’era/ Vanvitelli/vedute_19. htm
Fig. 10 Gaspar Van Wittel, Veduta di Roma e di villa Medici dal portale della chiesa della TrinitĂ dei Monti, Galleria Nazionale di arte antica, Palazzo Barberini, Roma, 1683, Gouache su carta, 44x23 cm. Da: Villa Medici, il sogno di un cardinale: collezioni e artisti di Ferdinando De Medici.
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Fig. 11 Gaspar Van Wittel, I giardini di villa Medici, Galleria Palatina, Firenze, 1685, Gouache su carta, 40,5x29,5 cm. Da: http://www.backtoclassics.com/images/pics/casparandriaansvanwittel/casparandriaansvanwittel_ thevillamediciandgardeninrome.jpg
Fig. 12 Louis de Caulery, Festa galante nei giardini di villa Medici, Collezione privata, XVII secolo, Olio su tela, 54,2x86,6 cm. Da: http://www.dejonckheere-gallery.com/it/tableaux-amands-5.html?m=1&id=9
Prima fase istruttoria: studio delle fonti
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Fig. 13 Gaspar Van Wittel, Palazzo di Villa Medici, 1757 ca. Da: http://www.ickr.com/photos/ dealvariis/3866816963/lightbox/
Fig. 14 John Warwick Smith, The Villa Medici, Yale Centre for British Art, Hartford (USA), 1784, Gouache su carta 34,6x51,4 cm. Da: http://www.1st-art-gallery.com/John-Warwick-Smith/The-Villa-Medici,Rome,-1784.html
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Fig. 15 Francois Marius Granet, Trinità dei Monti e Villa Medici a Roma, Musée du Louvre, Parigi, 1808, Olio su tela 48,5x61,5 cm. Da: http://fineartamerica.com/featured/trinita-dei-montiand-the-villa-medici-in-rome-francois-marius-granet.html
Fig. 16 Max Friedlaender, Scalinata di Trinità dei Monti e Villa Medici, Museo Reale di Belle Arti, Copenhagen, 1813. Da: http://www. laboratorioroma.it/ Roma%20Com’era/ pittori%20danesi/ vedute_09.htm
Prima fase istruttoria: studio delle fonti
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Fig. 17 Nicolas Antoine Taunay, Villa Medici, Musée des Beaux Arts, Angers, 1813, Olio su tela 124x99 cm. Da: http://fineartamerica.com/featured/view-of-the-villa-medici-in-rome-nicolas-antoine-taunay.html
Fig. 18 Achille Etna Michallon, Villa Medici vista attraverso un arco, Musée du Louvre, Parigi, 1818, Olio su carta. Da: http:// faculty.weber. edu/sjbetz/ teachingfolder/ painting/ webpagesfolder/ p2%20 pagesfolder/ paint2ass3ex. html
Prima fase istruttoria: studio delle fonti
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Fig. 19 Leon Vaudoyer, Facciata sul giardino di Villa Medici, collezione privata, 1818, Olio su tela. Da: Monumental, Revue Scientifique et Technique de Monuments Historiques, n. 19, Editions du Patrimoine, 1997.
Fig. 20 Louis Duprè, Sebastian Louis Norblin, Ricevimento dato dall’ambasciatore di Francia, il visconte di Chateaubriand, nei giardini di Villa Medici, Villa Medici, Roma, 1829, Olio su tela 73x97 cm. Da: Monumental, Revue Scientifique et Technique de Monuments Historiques, n. 19, Editions du Patrimoine, 1997.
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Fig. 21 Alphonse Henri Perrin, Vue des Jardin de la Villa Medicis a Rome, collezione privata, 1829, Olio su tela. Da: Monumental, Revue ScientiďŹ que et Technique de Monuments Historiques, n. 19, Editions du Patrimoine, 1997.
Fig. 22 Alexandre Francoise Girardin, Villa Medici, 1829-1834, Acquerello, 44x56 cm. Da: AFR
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Fig. 23 Charles Victor Famin (Borsista architetto dal 1836 al 1840), Villa Medici, 1837, Acquerello, 17x25 cm. Da: http://www.villamedici.it/it/library/9/bibliotheque/5/il-fondo
Fig. 24 Horace Vernet, Ritratto di Louise Vernet,figlia dell’artista, Musée du Louvre, Parigi, prima metà XIX sec., Olio su tela 74x100 cm. Da: http://www.fermaz.it/01_ romanticismo.htm
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Scheda C
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Fig. 25 Salomon Corrodi, Vista di Villa Medici e dei giardini, 1844. Da: http://faculty.weber.edu/sjbetz/ teachingfolder/painting/webpagesfolder/p2%20pagesfolder/paint2ass3ex.html
Fig. 26 Francois Chifart, Vista di Villa Medici, MusÊe des Beaux Arts, Valenciennes, 1852 - 1856, Olio su tela 35,1x26,7. Da: http://www.europeana.eu/portal/record/03903/5A706347051B369C82445860A319667C5 FEE1AC6.html
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Scheda C
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Fig. 27 Adolphe William Bouguereau, Teresa, Musée des Beaux Arts, Valenciennes, 1854 ca., Olio su tela 42x32,3 cm. Da: http://www.artcritical. com/blurbs/JGDahesh.htm. Sono visibili le due torrette della villa dietro la spalla sinistra di Teresa
Fig. 28 Franz Knebel, Villa Medici, 1858. Da: http://www.flickr.com/photos/ dealvariis/4208476603/ Sullo sfondo è visibile la facciata della villa che guarda verso il giardino.
Prima fase istruttoria: studio delle fonti
Scheda C
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Fig. 29 Maxfield Frederick Parrish, Villa Medici, National Museum of American Illustrations, Newport (USA), fine XIX-inizio XX sec., Litografia a colori 12,7x20,3 cm. Da: http://giam.typepad.com/100_years_of_ illustration/maxfield_parrish_18701966/
Fig. 30 Anonimo, Veduta del giardino di Villa Medici, XIX sec., olio su tela Da: AFR
Prima fase istruttoria: studio delle fonti
Scheda C
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Fig. 31 Odette Pauvert, Veduta del giardino di Villa Medici, Mobilier National, Parigi, 1925, Olio su tela 87x132 cm. Da: Neville Rowley (a cura di), Villa Medici – Guida, Ed. Electa, Milano, 2009;
Fig. 32 Renato Tomassi, Il pincio dal mio studio, 1929, Olio su tavola, Galleria di Arte Moderna, Roma.
Prima fase istruttoria: studio delle fonti
Scheda C
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Fig. 33 Giulio Turcato, Villa Medici dalla passeggiata di TrinitĂ dei Monti, 1946, Olio su tavola, 20x26 cm, Collezione della Banca Nazionale del Lavoro, Roma. Da: Valerio Rivosecchi, Antonello Trombadori, Roma appena ieri nei dipinti degli artisti italiani del Novecento, Newton Compton Editore, Roma, 1986.
Fig. 34 Renato Guttuso, Veduta di Villa Medici, 1946, Olio su tavola, 98x180 cm, Collezione privata. Da: Valerio Rivosecchi, Antonello Trombadori, Roma appena ieri nei dipinti degli artisti italiani del Novecento, Newton Compton Editore, Roma, 1986.
Prima fase istruttoria: studio delle fonti
Scheda C
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Fig. 35 Stato di fatto della facciata principale al 1991. Da: AFR
Fig. 36 Villa Médicis - façade coté jardin, 1992. Da: AFR 95.008
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Scheda C
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Prima fase istruttoria: studio delle fonti Scheda D
Indice dei documenti archivistici riportati
Roma, 14 aprile 1626, capitolato di lavori, A.S.F., Misc. Med. 416, ins.1, f.n.n. (55EF), 47 riguardante la costruzione del barbacane Firenze, 3 agosto 1626, estratto dalla copia di polizza scritta a proposito di restauri a 48 Villa Medici e a Palazzo Firenze Roma, 18 ottobre 1626, misura e stima dei lavori del muratore Giovanni Antonio Gaburri alla nuova facciata di villa Medici
48
Roma, marzo- 9 maggio, 1627 Copie di conti di lavori, A.S.F., Misc.Med. 416, ins. 1, ff. n. n.
50
Roma, 25 agosto-31 dicembre 1648, conto di lavori fatti a Villa Medici, A.S.F., Misc. Med 50 315, fascio I, ff. 392r-394v (76EF) 16 novembre 1648, Roma, Pagamento di lavori e ricevuta firmata da Giovanni Maria 51 Sorrisi e Domenico Carabelli, A.S.F., Misc. Med. 315, fascio I, f. 389r (80EF)
Roma, 1764, 25 febbraio, Estratto dalle tabelle di lavori realizzati a Villa Medici dal 1757, A.S.F., Segreteria di Finanze, affari prima del 1788, n.195, ins. “dal 1760 al 1764”, 52 ff.n. n. (165EF) Roma, 1841, Conto e misura dei lavori ad uso di pittore ed imbiancatore, AFR, Cartone 100 n. 9 f. 471-474 (1841)
53
Roma,1841, Conto e misura di lavori ad opera di Muratore e Stuccatore, AFR, Cartone 49 n.5 fogli 441-468 (1841)
55
Roma, 1841, Conto e misura di lavori ad uso di Scalpellino, AFR, Cartone 100 n.7 fogli 477-483 (1841)
66
Individuazione dei lavori eseguiti sul prospetto verso il giardino di Villa Medici, secondo quanto riportato nel AFR, Cartone 49 n.5 f. 441-468 (1841) e Cartone 100 n. 9 f. 471-474 70 (1841), conservati negli archivi dell’Académie de France à Rome 1878, Entretien annuel des Batiments Civils Cartone 100 f.319, AFR (1878)
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1963, Des travaus de diverse nature à executer en vue de transformations, reparations, consolidation de l’immeuble principal et des studios de la Villa Médicis, AFR, Cartone 416, II. Projects, plans, devis, comptes, paiements, honoraires, temoignages, photocopies 73 – document, 1963 Roma, 1966, Conto delle opere pittoriche eseguite nella Villa Medici, AFR, Cartone 416, II. Projects, plans, devis, comptes, paiements, honoraires, temoignages, photocopies – 74 document, 1966 Estratto dalla relazione tecnica di manutenzione della facciata sul piazzale, aprile-settembre 2009, Roma, AFR
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Analisi dello stato di degrado della facciata verso il giardino effettuata in occasione della manutenzione straordinaria avvenuta nel 2009, AFR
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Roma, 14 aprile 1626, capitolato di lavori sottoscritto da Giovanni Antonio Gaburri e dall’ambasciatore Francesco Niccolini. A.S.F., Misc. Med. 416, ins.1, f.n.n. (55EF), riguardante la costruzione del barbacane: Capitoli et patti da osservarsi da Giovanni Antonio Gaburri, capomaestro muratore, che doverà resarcire et fabricare a tutte sue spese il Palazzo alla Trinità de’ Monti nel Giardino dell’Illustrissimo signor cardinal de Medici in Roma. Prima che il detto capomaestro si obbligato a cavar li fondamenti per dover rifondare la facciata et cantonate al detto palazzo come sarà ordinato dal signor Bernardino Radi architetto, sì come anco di far tasti et pozzi per sicurezza che sotto non vi siano grotte, acciò la fabbrica non patisca. Che havendosi a puntellare la facciata, si puntelli con travi et arcarecci, et in terra si piantino nelle tavole per più fortezza del puntello, et che li detti arcarecci siano di lunghezza che arrivino al primo dado del pian nobile et parte alle volte de’ mezzanini da basso. Li muri che anderanno sotto per fondamento si faranno si pietra bona non altrimenti vetriola, la qual pietra sia spezzata et minuta alla grossezza di mezo palmo o tre quarti riquadrati, et che il soprastante che sarà sopra a essa fabbrica deputato da Sua Eccellenza non permetta che si muri pietra se non minuta come sopra. Sì come anco il muratore sia obbligato a bagnare le muraglie giornalmente, conforme sarà di bisogno per la fabbrica, et li sassi che anderanno murati siano bagnati, acciò piglino ben la calce. La calce che si farà per mettere in opera sia buona et grassa, con puzzolana rossa et non altrimenti di gretoni, et che il sasso stia bene in calce e bene impastato. Li muri che anderanno di tavolozza si faccino di tavolozza bonissima, netta di calce et da massicci et terra, né si lasci mettere in opera se non come sopra. Le cortine anderanno di mattoni cotti, et bene stagionati, arrotati, né si mettino in opera senza che siano ben bagnati et macerati dall’acqua, et li detti mattoni saranno messi in calce sottile et grassa per poter stuccare le mie loro commettiture. Che il detto muratore non ardisca a mutare, né far cosa alcuna nella detta fabbrica senza licenza dell’architetto. Il soprastante che sarà deputato per assistere alla detta opera non possa ordinare, ne meno fare, senza l’ordine che li sarà ordinato dall’architetto, il quale doverà seguire puntualmente et assistere giornalmente alla dett’opera, acciò sia fatta con quella fedeltà et realtà che conviene. Trovandosi mancamento o errore sì come nella muraglia come nelle materie che facesse il capo mastro che farà dett’opera per qualsivolglia sua cagione, si possa levargli l’opera et darla ad altri, ancorché fussero a maggior prezzi, et il tutto s’intenderà a’ suoi danni et spese et interessi, senza che lui possa pretender niente per le sue mercede et fatture. Che il denaro che si darà per la detta fabbrica si vada sumministrando di mano in mano secondo l’opera et il lavoro che farà il detto maestro. Che tanto delli fondamenti quanto del restante della muraglia sopra terra se li paghino scudi due baiocchi trenta per canna, misurando all’usanza di Roma et l’arrotatura de mattoni come la stuccatura; et altri lavori non nominati se li paghino a giudizio dell’architetto. In fede la presente sarà sottoscritta dalle parti obbligandosi l’una et l’altra informalmente. Questo dì 14 aprile 1626, in Roma. Io Francesco Niccolini come ambasciatore del Serenissimo Granduca di Toscana affermo quanto di sopra questo dì et anno suddetto in Roma Io Gianantonio Gaburo afermo quanto si sopra mano propria.
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Scheda D
48
Firenze, 3 agosto 1626, estratto dalla copia di polizza scritta dall’ambasciatore granducale Francesco Niccolini al segretario granducale Dimurgo Lambardi a proposito di restauri a Villa Medici e a Palazzo Firenze. Copia di polizza scritta dal signo Ambasciatore Niccolini al segretario Lambardi. In Firenze, 3 di agosto 1626. Gli acconcimi che avvisa il signor cavaliere Cioli doversi fare nelli due palazzi di loro Altezze in Roma,a me, che ne ho visti li bisogni, paiono tutti necessari. E’ ben vero che in proposito del barbacane o scarpa già fatta a quello del Giardino. La spesa delli scudi 667.96 riesce maggiore di quello che mi sarei presupposto, perché havrei creduto che il levare et mettere quelle cantonate - che è il maggiore negozio che vi sia - con 300 scudi si fusse tutto fatto, et che l’altra manifattura delle finestre et del zoccolo con cento scudi fusse pagata. Pure, perché il conto non di dà per saldato ma per scandaglio del muratore, consisterà nella prudenza del signor Cavaliere il farvi quella tara che a lui, che è sul luogo et che può da diversi periti pigliarne informazione, detterà il suo giudizio. L’opera di scarpello a me fu presupposto da principio che non passerebbe 350 o 400 scudi; ma perché nella nota mandata non si dice che quantità di travertini o di bugne si siano fatte di nuovo per le cantonate, non si puol far’altro che rimettersene al medesimo signor Cavaliere. In proposito dell’intonacare et imbiancare la facciata del medesimo palazzo della Trinità et di stuccare il cornicione, perché dopo la scarpa fatta non paia mezza nuova e mezza vecchia, io l’ho per necessaria, ma si può provedere chè il cornicione par manco spesa si faccia più semplice et con manco adornamento d’invenzioni d’imprese o d’armi che sia possibile, mentre si tratta d’un palazzo che è quasi come in campagna. [...]
Roma, 18 ottobre 1626, misura e stima dei lavori del muratore Giovanni Antonio Gaburri alla nuova facciata di villa Medici. A dì 18 d’ottobre 1626 Misura e stima de lavori di muro fatti di tutta sua robba da mastro Giovanni Antonio Gaburri capomaestro muratore al nuovo fortificamento fatto nella facciata del palazzo del Giardino dell’altezza Serenissima Granduca di Toscana posot alla Santissima Trinità de Monti, misurati e stimati da me sottoscritto per ambe le parti conforme alli patti convenuti tra di essi. E prima [...] Per la mettitura del zozzolo sopra detti fondamenti di travertino dalla risalta che fa la cantonata sino a tutta la risvolta verso la porta insieme palmi 182 alto palmi 2 1/2 Muro de sopradetti fondamenti longo palmi 180 sino alle cantonate alto di sopra il dado sino sopra la risega del fondamento Muro della cortina per di fuori lungo palmi 187 con la risvolta della porta alto da sotto al dado sino sopra al zoccolo palmi 47 1/2 [...] Per la stuccatura et arrotatura di detta cortina longa palmi 187 alto sino al zoccolo palmi 47 1/2 [...] Muro d’un straccio fatto sotto la crotina che ricresce sopra la porta delli doi fianchi longo insieme palmi 13 alto palmi 12 1/2 Muro della cortina sopra detti simili lungo insieme palmi 13 alto palmi 10 Per la mettitura di doi sedili tondi di travertino dalla parte della porta Per l’aggetto del dado stuccato con polvere di marmo longo palmi 195 alto palmi 2 1/4 di aggetto palmi 1/2 [...]
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Scheda D
49
Per la levatura et mettitura di doi piedestalletti con sue palle sopra il travertino alto in tutto palmi 1/2 largo nel maggiora palmi 2 Per l’aggetto abbozzatura e stuccatura di due mezzi modelletti fatti a canto al muro sotto al lastrone della ringhiera con suo ovolo e intonacatura longo l’uno palmi 3 alto palmi 2 1/2 Per l’abbozzatura e stuccatura del cartellone sotto al lastrone della detta ringhiera con due intonacature in cima con suo collarino sotto e numero sette campanelle alto palmi 4 longo palmi 3 Per l’abboccatura e studdatura da detti fonadamenti dalle bande di detto cartellone con suo piano orlo e intaccature lunghi palmi 4 alti palmi 4 Per haver incollatto e arricciato le fascie che fanno pilastri nella detta facciata della galleria alti insieme palmi 152, larghi palmi 1 1/3 Per haver incollato et arricciato li doi dadi uno al piano del mezzanino in detta facciata e l’altro più basso, lungo insieme palmi 40, defalcato la soglia del mezzanino. Per colla, ricciatura brodata alla genovese nella detta facciata della galleria lungo palmi 25, alto di sotto la cornice sino sopra all’ammattonato del lastrone della ringhiera defalcato li dadi palmi 56 Per la colla fatta nella facciata dinanzi del palazzo alla genovese lungo palmi 300 con le rivolte verso il Populo e la Trinità alta di sotto il cornicione sino al pian delle soglie delle finestre del piano nobile palmi 53 Per la mettitura di due colonne di breccia dinanzi al portone di detto palazzo muratole e fattovi il suo massiccio attorno, e una di dette piagliata nel giardino e fatta portare a basso dinanzi alla facciata di detto palazzo, et havere spiantato le due colonne che c’erano di porfido nel suddetto luogo, dove si sono messe le nove Per l’abbozzatura e stuccatura del cornicione nella detta facciata sotto la gronda del detto con suoi modelli e volute dalle bande, con tre foglie sotto intagliate e gigli e palle e rose tra il vano di un modello all’altro di rilievo con un guscio e gola roverscia sopre detti modelli, et occolo e bastoncino, gocciolatore, e gola roverscio longo palmi 317 con le risvolte alte palmi 5 di agetto palmi 5 e fattoci li ponti in aria per non guastare le stanze havendo havuto risguardo alli ponti medesimi Per l’abbozzatura et stuccatura e tagliatura del dado che ricorre al piano delle soglie delle finestre al pian nobile lungo palmi 200 con suo piano e bastoncino e intaccatura alto palmi 1 Per la mostra di numero 6 sfondati fatti sotto le soglie delle finestre del pian nobile fatti conpolvere di travertino longo stesi insieme palmi 120 incirca? palmi 1 1/2 Muro che ricresce sopra al dado sino sotto le soglie delle finestre del piano nobile longo palmi 205 alto palmi 2 1/2 Colla brodata alla genovese tra il dado grande e le soglie del pian nobile palmi 195 alto palmi 5 [...] Per haver fatto dietro gli stipiti di dette finestre [dei mezzanini] l’arco di mattoni in lunghezza di palmi 1 e le spallette reguagliate palmi 1/2 alto palmi 12 Per la colla di stucco fatta sopra le spallette e architrave e piano di dette finestre dietro alli stipiti di trevertino
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Scheda D
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Roma, marzo- 9 maggio, 1627 Copie di conti di lavori (A.S.F., Misc.Med. 416, ins. 1, ff. n. n.) Nota delli saldi fatti con il muratore et altri per conto della fabbrica et acconcimi fatti al palazzo del Giardino della Trinità de Monti et al palazzo di Campo Marzo, con un ristretto di tutta la spesa Muratore Mestro Giovanni Antonio Gaburri muratore deve havere scudi 2468 e baiocchi 5 moneta per il conto del lavoro fatto nel muro della scarpa fatta alla facciata del palazzo del Giardino alla Trinità de’ Monti, misurato e stimato dal signor Belardino Radi architetto
scudi 2468.5
[…] E più scudi 952 baiocchi 22 per il conto del lavoro fatto alla scarpa in su nella facciata et conricione di detto palazzo del Giardino alla Trinità de Monti, et nella chiavica fatta per portare l’acque delle pioggie che andavano dal detto palazzo e giardino nel condotto di Trieve, et altro come in detto conto misurato e stimato dal sopradetto Belardino Radi architetto.
scudi 952.22
[…] Scarpellino Maestro Simone Castelli scarpellino deve havere scudi 615 e baiocchi 94 per il conto delli lavori di pietra fatti da lui nella facciata e cantonate del Giardino alla Trinità Trinità de Monti, misurati et stimati dal signor Belardino Radi architetto
scudi 615.94
[…] Falegniame Maestro Vincenzo Bardini falegniame deve havere scudi 198 e baiocchi 3 per diversi lavori fatti per occasione della fabbrica fatta al palazzo del Giardino alla Trinità de Monti et al palazzo di Campo Marzio, misurati et stimati dal signor Belardino Radi architetto […]
scudi 198.3
Roma, 25 agosto-31 dicembre 1648, conto di lavori fatti a Villa Medici dal muratore Domenico Carabelli, A.S.F., Misc. Med 315, fascio I, ff. 392r-394v (76EF) Comincia a dì 25 agosto 1648, finito a dì 31 dicembre 1648 in Roma Conto di lavori fatti all Giardino dell’Altezza Serenissima et Reverendissima signor prencipe cardinal Carlo de Medici posto alla Ternità de Monti per ordine dell’Eccellentissimo signor ambasciatore di Toscana marchese Riccardi, con l’assistenza del signor Pietro Lagi, fatti da mastro Domenico Carabello capomastro muratore in Roma di tutta sua robba. […] E in più per resarcire li danni fatti dalla saetta nella torretta verso la Ternità sopra all’ tetto. Per aver rifatto parte dell’ detto tetto sopra alla torretta, rimpianellato di novo, agiustato le piane, con haver reguagliato in pezzo di muro: monta
scudi 1.20
Per haver fatto un pezzo di piedistallo sopra detto tetto, dove posa la banderola
scudi -.60
[…] Per un pilastro fatto a un finestrone di detta torretta che ruinò la saetta, longo palmi 3 ¾, alto palmi 16, grosso ¾, de mattoni, con haverlo stuccato et incollato di calce, et fatto la sua cimasa sopra
scudi 3.--
[…] Per spicconatura, ricciatura et colla di un altro pilastro verso il giardino, longo palmi 2 ⅔, alto palmi 15 et fatto un pezzo di arco scorniciato in faccia, con un pezzo di cimasa, monta assieme
scudi 1.50
Per un pezzo di stibito fatto nella facciata sotto detta torreta a una finestra, alto palmi 4, di faccia plami 1¼, di testa palmi 1, con un pezzo di muro accanto detto et un pezzo di ornamento di nichia, monta, con fattura de ponti per il detto servitio
scudi 1.20
Prima fase istruttoria: studio delle fonti
Scheda D
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Per diversi repezzi fatti per le stantie dove guastò la saetta
scudi -.70
[…] Per diversi rapezzi di spicconatura, ricciatura et colla fatti nelle torrette, et murato diversi busci, et fatto diversi spigoli, con haver messo doi mattoni tagliati in una stantia et fatto un piedestalletto sotto una statua sopra alla ringhiera della torretta scudi 1.60 verso il Popolo, fatto di calcie […] 16 novembre 1648, Roma, Pagamento di lavori e ricevuta firmata da Giovanni Maria Sorrisi e Domenico Carabelli, A.S.F., Misc. Med. 315, fascio I, f. 389r (80EF) Il Serenissimo et Reverendissimo signo principe cardinale Carlo de Medici deve dare alli maestri Giovanni Maria Sorrisi stuccatore et Domenico Carabelli capo muratore qui di Roma, per lavori fatti da essi unitamente al Giardino de’ Medici nel monte Pincio, come per patti convenuti tra di loro medesimi, a quali si riferiscono, scudi centosei di moneta di giuli dieci per scudo, così restati d’accordo con il signor Monanno Monanni, per la stuccatura, incollatura, e colore unito pendente al candido, con gesso e mistura, e alli conci più scuro, tutto servito nella facciata interiore del palazzo del suddetto Giardino, dove sono assai staute e bassi rilievi, col suo cornicione e altro. Il tutto revisto dov’era magagnato, e raccomodato in buona forma, et compresa la fattura de ponti per lavorare et ogn’altra spesa, essendosi restaurato anche il prospetto delle due torrette dalla parte, et in accompagnatura di detta facciata, et anco un poco de lor fianchi del tetto di mezzo. Dichiarando che tali lavori si cominciorno a dì 14 settembre passato e si sono finiti a tutto il presente giorno 16 novembre 1648 in Roma, montano, d’accordo come s’è detto di sopra scudi 106 E in più per beveraggio di cortesia da distribuirsi da noi tra li maestri e garzoni che hanno lavorato alla suddetta opera, come li ministri di Sua Altezza Reverendissima ne hanno data intentione scudi 2 Monta in tutto scudi centotto
scudi 108
Noi sopraddetti et infrascritti Giovanni Maria Sorriso stuccatore et Domenico Carabelli, capo muratore habbiamo ricevuto dal signor Pietro Lagi scudi centotto di moneta di giuli dieci per scudo, che li scudi centosei sono per l’ total pagamento del suddetto conto d’accordo, et li restanti scudi due per beveraggio d’amorevolezza da distribuirsi da noi tra li maestri e garzoni che d’ordine nostro hanno lavorato alla detta opera. Et confessiamo d’haver havuta tal somma dal suddetto signor Pietro in due suoi mandati sopra questi signori Ottaviano Acciaioli e Marco Martelli di banco, cioè uno di scudi cinquanta di moneta simile, datato sotto li 21 ottobre passato 1648, et l’altro di scudi cinquantotto di moneta simili per ogni resto e saldo, datato del corrente giorno, pagabile pure all’istesso Giovanni Maria Sorriso, sotto il quale egli vi ha da fare la solita prima quietanza, come face dell’altro antecedente nell’atto del riscoterlo. Et in fede la presente sarà sottoscritta di propria mano di ciascheduno di noi questo dì 16 novembre 1648 in Roma. Sono in tutto scudi 108
Io Giovanni Maria Sorriso stuchatore confeso et afermo quanto di sopra et sottoscrivo di mano propria. Io Domenico Carabelli capomastro muratore confesso et affermo quanto di sopra et sottoscrivo di mano propria.
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Scheda D
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Roma, 1764, 25 febbraio, Estratto dalle tabelle di lavori realizzati a Villa Medici dal 1757 allegate alla lettera del ministro granducale a Roma Mathieu-Dominique de Saint Odile allo Scrittoio delle Reali Fabbriche, A.S.F., Segreteria di Finanze, affari prima del 1788, n.195, ins. “dal 1760 al 1764”, ff.n. n. (165EF) […] Numero 1. Tabella generale di tutti i lavori fatti e da farsi ne’ palazzi, fabbriche e giardini appartenenti a Sua Maestà Imperiale in Roma. Lavori che c’erano da farsi nel 1756 secondo la descrizione fatta allora dall’architetto di Sua Maestà Imperiale. Prima Colonna […] Articolo 4. Oltre ai detti risarcimenti v’erano quelli da farsi agli ornati, bassirilievi e statue della facciata del palazzo e della facciata della gran loggia, alle statue del portico, della facciata della galleria, alle statue della Niobe ed altre spese per la villa, 72 termini di marmo sparsi per li giardini ad una somma cospicua, ma impossibile a determinarsi. […] Quarta colonna. […] Questi lavori da farsi in avvenire sono di due specie. La prima di necessità per rimettere in buon grado quel che, negletto da un gran pezzo, ha bisogno d’un indispensabile riattamento per prevenire ulteriori danni e maggiori spese. La seconda di convenienza e di decoro, per compimento di una delle più magnifiche ville di Roma, di cui è possessore un Principe che tiene il primo rango tra i sovrani d’Europa. La prima specie de’ lavori da farsi ancora di necessità sono i seguenti: […] 7. La magnifica facciata interiore del palazzo, ornata di bassi rilievi, di statue e di busti, con vasi altri ornati di stuchi, ha bisogno di diversi riattamenti di scultura, stuccatura ed arricciatura danneggiata dall’ingiurie de’ tempi: ed attesa la spesa considerevole de’ ponti, si crede che vi vorrà scudi 600.00 8. La facciata esteriore della galleria verso la chiesa della Trinità de’ Monti, con suo corniccione, non essendo mai stata terminata, è necessario di ristabilirla per sua sussistenza, come anche di farvi il canale di latta sotto le gronde de’ tetti per tre parti, attesa la sua grande estensione, compreso il costo de’ ferri per reggerlo, opere di muratori, ed altro: tutte queste spese ascenderanno assieme a circa scudi 370.— […] 14. Si dovrà fare la stabilitura dov’è mancante nella facciata del palazzo verso la città, di devono risarcirsi cinque delle teste di leone di travertino che sono in essa facciata per ornamento. E la spesa in tutto viene considerata ascendere a circa scudi 50.-[…]
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Scheda D
53
AFR, Cartone 100 n. 9 f. 471-474 (1841)
Conto e misura dei lavori Ad uso di Pittore ed Imbiancatore fatti con Ordine dell’Illmo. Sig. Cavaliere Victor Schnetz Direttore della Regia Accademia di Francia in Roma in sequela di autorizzazione avuta dal supremo Ministro di Stato pei Lavori Pubblici datata da Parigi li 16 Novembre 1841 ad oggetto di Restaurare il Prospetto Boreale del Real Palazzo annesso alla Villa Medici sul Pincio, e precisamente quello, che forma Vestibolo d’Ingresso al pari della Villa medesima decorato a più ordini di antichi frammenti di scultura in marmo accompagnando con mezzatinta abbassata li diversi rappezzi fattivi in istucco, e raschiando generalmente le macchie invecchiate, e muscose con ferri a mano acquaforte allungata ed altro; a forma in tutto e per tutto del preventivo scandaglio redatto dall’Architetto Sig. Giuseppe Marini, ed approvato come sopra, non che dell’analogo Contratto convenzionato ossia Cajer de Charge firmato il giorno 20 dicembre detto anno, quali lavori eseguiti sotto l’immediata sorveglianza, a direzione dell’Architetto medesimo, ed a tutta roba spesa a fattura di Angelo Luadrini Pittore ed Imbiancatore come appresso vengono dettagliatamente a descriversi. E prima Per aver raschiato al vivo sulla scala la facciata che guardano la Villa con fiancata de pilastri delli due torrini superiori quindi datogli una mano di bianco, e due mani di tinta di color travertino alti l’uno compreso l’aggetto del Cornicione pal. 30 larghi l’uno con il pilastro in rivolta di fianco pal. 16 due misure simili e sono canne 15 e pal. 60 a scudi 22 la canna quadrata Importano Scudi 3.50 Per aver raschiato simile il parapetto a balaustra della facciata intermedia alli detti due torrini datogli una mano di bianco e due mani di tinta di travertino lungo pal. 85 X 13 1/12 sieguono ….. di muro similmente con balaustra lateralmente alli detti torrini che piantano da sopra il tetto lung. Assieme pal. 87 alta ragualiata pal . 20 più due fiancate del balaustro lun. assieme pal. 10. X 6 ½ e sono canne 19 e pal ... a scudi 22 ½ canna Scudi 6.64 quadrata Dato una mano d’olio cotto e due mani di tinta di color travertino con biacca ad olio alli due tubi dei camini inferiori di latta alti l’uno pal. 15 larg. Girati pal. 3 ½ e sono due misure simili. Sieguono n. 4 Cannoni di latta dei tetti verniciati come sopra lunghi assieme pal. 62 Scudi 2.50 larg. Girati palmo Uno formano assieme quadrati palmi 167 ed importano Raschiato le due facciate delli due torrini inferiori al piano della balaustra fino al Cornicione con frontespizj a mostra della fenestra scorniciata nicchia a festoni di lauro con svolazzi di fittuccia quindi datogli una mano di bianco a due mani di tinta di travertino contornando esattamente gli ornati medesimi lunghe assieme pal. 32x45 Scudi 5.26 ½ e sono canne 23 e pal. 40 a Scudi 22 ½ la canna quadrata. Per aver dato tre mani di tinta di marmo alli due busti nella nicchia in tondo Scudi 0.40 contornata dai festoni di lauro, che per tempo ed opera si valutano Raschiato le due facciate laterali al portico con cornicione modiglionato alla sommità con rosoni intermedi e mostra di fenestra con frontespizj avendo il tutto raschiato diligentemente e dato a tutti li descritti aggetti la tinta con pennelli a mano contornando tutti l’intagli delle cornici a foglia della mensola cioè la prima mano di bianco e due mani di tinta di travertino abbassato, e simili mani date a tutto il restante delle dette due facciate fino in basso lunghe assieme comprese le due fiancate di rivolto raguagliate pal. 140 alta compreso il giro del cornicione rag. pal 85 e sono Scudi 29.75 canne 119 a Scudi 25 la canna Nelle descritte due facciate si sono raschiati con ferri piccoli a mano con la massima diligenza n. 4 riquadri con bassirilievi di figure, alberi, cavalli ed altro levandogli il vecchio tartaro muscoso internato nelli sfondi, e quindi lavati con
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Scheda D
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acqua e ‘rena stropicciandoli con scopettini e ripoliti con acquaforte allungata e poi sciacquati nuovamente con acqua semplice e simile fattura eseguita al fascione a tutta lunghezza delle descritte due facciate esistente sotto li detti bassirilievi da requadri tutto pieno come sopra di figure animali ed alli due quadri sotto con festoni di frutti, patere e svolazzi di fittuccia ed accompagnato con tinta tutti li restauri in stucco e rappezzi fatti di nuovo dallo stuccatore con il tempo impiegato di giornate n° 8 ½ di due uomini capaci ed un ammannitore e spesa di scudi 12.20 di acquaforte Scudi 13.25 ed altro occorso Raschiato come sopra la facciata di mezzo unitamente al cornicione con mensola a rosoni simili al descritto, e datogli a tutto una mano di bianco a due mani di tinta di travertino abbassato lunga palmi 94 alta compreso il cornicione sopra le colonne raguagliati pal 75 sieguono due pezzi di fiancata laterali alta l’una pal. 15 x 6 due misure Scudi 18.07 ½ simili e sono canne 72 e palmi 30 a Scudi 25 la canna Per aver raschiato con diligenza n. 8 quadri di bassirilievi con figure n° 4 di mascheroni, tre mostre di fenestre con sua cimasa e frontoni e fascia sotto a bassorilievo a tutta l’estenzione della facciata dell’altezza di palmi quattro, più n° 4 bassirilievi sotto la descritta fascia, due medaglioni con busti nelli angoli dell’arco e mascherone nel mezzo dell’archivolto con soffitto del medesimo cornicione fregio ed architrave di travertino e quindi lavato tutti i descritti bassirilievi con acqua arena ed acquaforte e risciacquati con acqua semplice e ritoccato con tinta li rappezzi e stuccature fatte dallo stuccatore con il tempo impiegato di n° 10 giornate di due Scudi 18.60 uomini ed un ammannitore con spesa di Scudi 3 di acqua forte ed altro Raschiato come sopra due parti laterali del portico di travertino con pilastri di ordine jonico con loro base e capiteli, cimase e mostra della fenestra scorniciata e datogli due mani di tinta di travertino simile al vecchio lunghe l’una pal 14 x 30 ½ due misure simili e sono canne 8 e palmi 54 a Scudi 24 la canna Scudi 2.14 Per aver dato due mani di tinta scura alla cappa del camino di cucina ed altro pezzo di muro sopra il tetto e dato due mani di tinta di travertino con biacca ad olio alli ferri del conrnicione Scudi .45 soprea alle colonne che per tempo e spese si valuta Scudi 100. 58 ½ Valutato il presente conto e tarato a suoi giusti, e doverosi prezzi secondo le rispettive qualità, dimensioni, e fatture di lavori in esso descritti, e da me localmente riscontrati ascende in tutto alla Somma di Scudi 100. 58 ½ Da cui dedotto il ribasso dell’8 per cento come sopra convenuto abbiamo
Scudi
8. 04 ½
Si residua il netto da pagarsi a Scudi Novantadue e baj 54 moneta, dico
Scudi
92. 54
Roma li 30 Novembre 1841 Giuseppe Marini Architetto Si è ricevuto il saldo del presente conto in Scudi Navantadue e Baj 54 questo dì 30 Decembre 1841. Per Angelo Luadrini Salvatore Morelli
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Scheda D
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AFR, Cartone 49 n.5 fogli 441-468 (1841) Conto, e Misura dei Lavori ad uso di Muratore, e Stuccatore fatti in ordine dell’Illmo Sign Cavaliere Victor Chintz Direttore della regia Accademia di Francia in Roma in sequela di autorizzazione avuto dal Primo Ministro di Stato nei lavori Pubblici datata da Parigi lì 26 Novembre 1841 ad oggetto di ristaurare il Prospetto Boreale del Real Palazzo annesso alla Villa Medici sul Pincio, e precisamente quello che forma Vestibulo d’Ingresso al pari della Villa medesima decorato a più ordini di antichi frammenti di Sculture in marmo suppliti in gran parte da stucchi riquadrati da cornici ed altro; a forma in tutto e per tutto del preventivo scandaglio redatto dall’Architetto Sig Giuseppe Marini ed approvato come sopra nell’analogo contratto convenzionato, ossia Cayes de Marye firmato il giorno 20 dicembre detto anno; quelli lavori eseguiti sotto l’immediata direzione e sorveglianza dell’architetto medesimo ed a tutta rolea, spese e fatture dei Capi Maestri Muratori Domenico Salenti e Vincenzo Angeletti come appresso vengono dettagliatamente descritti. = E Prima Incominciando il divisato restauro dal Torrino scoperto ossia Belvedere dal lato verso il Pincio si è formata la gran Bilancia con uno scalone tessuto di tavole, e su traverse raccordate con molte funi di corde e poche di metalllo a due falconi di arcarecci posti a contrasto nell’alto delle Balaustre lungo la medesima palmi 30 ed abbassata N. 4 volte per mezzo di Canopi fino all’altezza del cornicione […] in altezza di palmi 45, onde poter commodamente eseguire a quei descritti lavori, che in tutto si valuta
3.60
Per diversi rappezzi di spicconatura ricciatura e colla fatti nelli sfondi lisci di detto torrino fra le finestre e nicchie dove l’intonaco esce principalmente abbozzato […] ragguagliati ass.e in lung pal 40 con aumento di pal 58 di spigoli che in tutto si valuta attesa 1. 56 ½ l’incommoda posizione e il dettaglio della superficie […] Per aver spicconato in parte come sopra abbozzato e stabilito con colla di calce il gran fascione sotto la balaustra con listello ricavato dal ciglio del mattonato lungo in più rappezzi ass.e pal 18 alto pal 1 ½ con uno spigolo che si valuta come sopra 1. 35 Per aver spicconato simile abbozzato di nuovo con cretoncini stabilito ed incollato con stucco bianco in più rappezzi la mostrina scorniciata attorno le Quattro Nicchie parte dritta e parte centinata dove era mancante o distaccata […] lung ass.e pal 8 ½ larg 19/24 di aggetto 7/24 modinata con listello goletta rovescia e fascia con spigolo, che per le addotte considerazioni si valuta Per aver spicconato simile le diverse porzioni danneggiate del frontespizio […] nella10. 34 ½ finestra superiore abbozzato quindi di calce e stabilito con stucco bianco lung ass.e palmi 7 alt pal 1 1/3 di aggetto pal 2/3 modinate con gola diritta obliqua listello gocciolatoio e guscio con aumento di quattro ognature; seguono altri rappezzi simili; nella cimasa orizzontale meno la gola lung con rivolti pal 10 ½ e al di sopra della cimasa istessa ripresoli l’intonaco […] alt pal 2 ½ larg rag palmo uno di aggetto nel maggiore pal ½ con aumento di palmi 5 di spigoli 5.35 che in tutto si valuta come sopra Segue spicconato, abbozzato e stabilito simile con stucco bianco in più rappezzi la mostra raschiata della finestra istessa lung ass.e pal 18 modinata con listello mezz’ovolo tondino intacca e fascia con spigolo lung pal 1 ½ di aggetto 1/3 con aumento di N.4 raschiature che in tutto si valuta
2.90
Nell’altra finestra inferiore si sono spicconati ugualmente ripresi diversi rappezzi di mostra scorniciata simle lung ass.e pal 23 con aumento delle medesime quattro raschiature che in tutto si valuta
3.65
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Scheda D
56
Nella grande corona di alloro che circonda il nicchione ovale intermedio alle finestre descritte si sono spicconate abbozzate di nuovo in calce e stabilite e modellate in stucco N.23 foglie di lauro […] lung l’una pal ¾ larg nel maggiore 5/12 di aggetto 1/6 e fatto simile pal 15 di fettuccia in più rappezzi nei svolazzi larg rag pal ½ di aggetto pal ¼ che in tutto si considera
4.95
Segue per nuovo ordine impiegato il tempo di due giornate di Mastro Stuccatore e garzone destinate in prestar la necessaria assistenza […] per situare la nuova testa di Giove che mancava al busto colossale panneggiato che esisteva nel centro di tale nicchia collegata con porzione di muro che gli forma sostegno e quindi riprese alcune porzioni di intonaco centinato con fondo e suo spigolo, e le diverse maestranze ed assistenti […] una piccola Bilancia lung pal 12 raccomandata alla finestra superiore che per due partite in tutto simili impostano
4.16
Per aver pagato al Formatore Leopoldo Malpuieri per il conto delle due anzidette teste colossali […] una delle quali formata approfitamente alta ognuna pal 3 ½
11.=
[…] Nel fundo Torrino ossia Belvedere verso la Galleria si è costruita medesimamente la grande Bilancia simile a quella precedentemente descritta in lung pal 50 e montata N.4 volte per poter commodamente eseguire i restauri fino all’altezza del Cornicione del Palazzo, che in tutto si valuta Segue per aver spicconato interamente il primo fascione sottoposto alla Balaustra abbozzato di nuovo e stabilito ed incollato a sola calce lung pal 30 alto compreso il listello pal 1 ½ con aumento di uno spigolo che si valuta come sopra
3.60
2.25
Per diversi rappezzi […] fatti nelle principali mancanze ed abbottamenti di intonaco liscio nei fondi tra le finestre e nicchie da questo lato ragguagliati assieme in lung pal 205 ed altri quadrati pal 25 di nuova stabilitura con rincollatura in parte dell’interno centinato delle nicchie […] che per le addotte considerazioni si 3.22 ½ valutino Per aver spicconato simile abbozzato di nuovo in cretoncini, stabilito e incollato con stucco bianco in più rappezzi la piccola mostra incorniciata attorno le Quattro Nicchie dove si era distaccata in parte […] modinata simile a quella precedentemente descritta 11.25 dall’altro lato lung ass.e fra il dritto e il centinato pal 90 che al prezzo medesimo importano Per il simile lavoro fatto nella cornice del frontone interrotto nella finestra superiore lung in più rappezzi pal 7 con N.4 ognature di aumento di altri palmi 7 nella cimasa orizzontale modinata con listello gocciolatoio e guscio alto pal 1, di aggetto palmo mezzo; ed abbozzato ugualmente stabilito ed incollato con stucco bianco la mezza intermedia […] alto pal 2 ½ lung rag pal 1 di aggetto nel maggiore palmo ½ con aumento di pal 5 di spigoli che si 4.65 considera Per diverse porzioni di mostra scorniciata con listello mezz’ovolo tondino intacca e fascia con spigolo rinnovate attorno le due finestre intermedie tanto di abbozzature che d’intonaco in stucco bianco lung ass.e pal 55 lung pal 1 ½ di aggetto 1/3 con aumento di N.8 raschiature che in tutto si valuta come dal lato opposto 8.65 Nella corona d’alloro che contorna il nicchione ovale con Busto di Giove vi sono ripresi interamente due grandi rappezzi che erano del tutto mancanti con preventivo restio di cretoni ricavati ed intagliati con stucco bianco a più ordini di foglie con sue bacche ad imitazione dell’antico lung assieme pal 9 larg pal 2 di aggetto nel maggiore ¾ e rinnovato simile pal 10 di fettuccia crespata 10.15 nei svolazzi simile alla descritta con N.6 palline che si valuta in tutto
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Scheda D
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Cresce nelle due nicchie superiori due mensolette doppie fatte fra le nicchiature orizzontali lung 2.45 l’una pal 2 ½ alt 2/3 di aggetto ½ incollato attorno con pal 4 ½ di spigoli che importo Balaustrate superiori e piedistalli di muro annessi in tutto il giro Nella porzione corrispondente all’ultimo torrino descritto si sono fatti diversi rappezzi di semplice stabilitura in calce con spiumatura preventiva nelli N.6 piedistalli intermedi ai balaustri in travertino ragguagliati assieme in quadrati pal 30 con aumento di pal 20 di spigoli, segue il basamentino sottoposto fatto di nuovo con listello ed imoscapo lung pal 18 alto pal ½ con uno =.85 spigolo che si considera Segue nella fiancata interna ripresi diversi rappezzi di fascione semplice incollato in calce lung 1.10 ass.e pal 22 alt rag palmo 1 con uno spigolo al di sotto che imposto Segue nella Balaustra di fronte ripreso l’intonaco di calce negli otto pilastrini ove più abbisognava in quad pal 42 con aumento pal 43 di spigoli e nella fascia intermedia […] ai balaustri di travertino rinnovata per l’estensione di pal 50 alta palmo uno con uno spigolo che in tutto si 3.58 ½ considera come sopra Segue la spicconatura e colla simile rinnovata nel Dado, che aggetta dove sono le bocchette di scolo del mattonato lung pal 40 alt rag con risvolto pal 1 ½ e suo spigolo più corto e muratura di N.4 quadri rotuli e tagliati a misura per li balaustri e per la muratura altri N.9 quadri simili 3.42 della casa che assieme importano Nella rivolta del secondo Torrino verso la Galleria vi siano fatti diversi altri rappezzi di nuova stabilitura simile negli otto pilastrini compreso il rivolto intorno in quad pal 55 con aumento di pal 40 di spigoli e fatto pal 20 di di zoccoletto inferiore e suo listello sgusciato alto rag pal 2/3 1.75 che in tutto si valuta Sono si impegnate inoltre due giornate di due Mastri Stuccatori e garzone per riprendere tutte le altre minori mancanze di spigoli e omisioni nelle cimase di travertino e balaustri in tutto il giro su descritto rinzeppandoli sopra e sotto dove erano smossi con costo di quattro schifi di colla e stucco bianco che in tutto si valuta 4.90 Porzione di facciata inferiore sopra il Portico con Colonne Si è primariamente armato un intero Bilancione composto di scaloni assieme riuniti e tessuti di traverse di travicello collegate con corde e tavole da ponte, è fiancheggiato da parapetto in lunghezza di palmi 94 raccomandati per mezzo di panche di metallo […] con l’armato del tetto a prima sicurezza del Lavoro da descriversi; quale si è abbozzato N.6 volte fino all’altezza di pal 85 compresa la trabeazione inferiore in travertino che perciò si valuta per il tempo delle opere 15.04 noleggio e recupero dei legnami come degli attrezzi Per mezzo del Bilancione medesimo si è tracciata e rimurata una fenditura notabile che tagliava verticalmente il gran cornicione modiglionato nella sommità del prospetto anzidetto alt pal 5 lung rag pal 2 fondo testa una mattoni e quindi specialmente tutte le parti danneggiate, reintese componenti le diverse membrature del medesimo abbozzate di nuovo in calce, e quindi stabilite ed incollate con stucco bianco ricavandone preventivamente con esattezza li modini ad imitazione perfetta delle porzioni antiche superstiti, cioè il listello e contro listello superiore, guscione goletta rovescia e fascia del gocciolatoio con suo rivolto e spigolo lung ass.e ragguagliate pal 9 alt pal 2 ¼ di aggetto pal 1 1/6 che per le addotte 28.= considerazioni si valutano Segue nel soffitto del cornicione medesimo vi sono abbozzati, stabiliti ed incollati in stucco bianco e raccomandati con lunghi chiodi N.4 Rosoni intagliati di diversa forma a doppio ordine di foglie frapposte di diametro palmi uno di aggetto ¼ e N.8 …….. nel centro di altri Rosoni intermedi di diametro pal 7/12 di aggetto 1/6 e quindi attorno l’incassatura dei
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Rosoni medesimi ripreso pal uno di spigolo sgusciato lungo e fondo 1/6 che in tutto si valuta
6.30
Nelli modiglioni intermedi si sono spicconate come sopra le parti rintese, murate o distaccate e quindi abbozzate di nuovo e stabilite in stucco bianco come appresso; cioè N.19 rivolti borchiati con folto foglia lung pal 1 alto 2/3 di aggetto palmi mezzo; segue fatto simile N.24 fiancate delle volute rifattele di listello con funi […] lung l’uno pal 1 ½ alte nel maggiore pal ¾; segue al di sotto dei modiglioni medesimi rimurato N.3 intere foglie frapposte con sua certola nel mezzo lung pal 2 larg pal uno e riprese altre N.19 porzioni per di sotto lung l’una palmo uno larg rag palmo mezzo che attesta la maggiore difficoltà di dover accompagnare le antiche superstiti ricavarvi i modelli ed altre considerazioni come sopra si valutano in tutto 28.40 Segue alla sommità di dette Mensole si è ripreso in più pezzi della tavoletta pal 28 di cornice liscia modinata con listello e goletta alta pal 1/3 di aggetto 1/6 con N.14 ognature in tutto si 3.36 valutano Segue nel fascione intermedio alle mensole stesse porzione sottoposte al soffitto medesimo spicconato e ripreso con intonaco di calce e stucco bianco pal 22; di mezz’ovolo liscio alto e di aggetto 5/12 pal 18 di listello con spigolo alto 1/8 palmi 15 di goletta rovescia alta 7/24 e pal 15 di dentello liscio alto ¾ di aggetto 5/12 seguono altri pal 15 di listello e di intacca alti ass.e 9/24 e pal 10 di listello sgusciato […] alto ¼ di aggetto 1/6 quali ragguagliatamente si 7.67 ½ considerano per Sotto il cornicione descritto si sono riprese diverse porzioni di nuovo intonaco liscio nelli sfondi intermedj alle finestre e mascheroni e festoni di alloro in quadrate in pal 33; segue spicconamento di tutte le parti rintese o manchevoli delle Cornici che riquadrano i Bassorilievi e quindi abbozzate di nuovo in calce stabilite ed incollate con stucco bianco e prima nei due riquadri accanto i Turrini lung pal 16 larg pal 1 1/6 di aggetto palmo 1 modinati con listello, gola e guscio con diverse porzioni di fascie sottoposte in 5.38 quad. pal 21 con uno spigolo che assieme si valutano Segue nei due piccoli riquadri accanto si sono spicconati ugualmente e ripresi pal 8 di cornice modinata con guscio listello ovoletto ed intacca sgusciata lung pal 5/6 di aggetto palmo mezzo; seguono due Riquadri di mezzo ripreso simile pal 16 di cornice modinata con listello e gola con 5.20 spigolo sgusciato larg pal 11/12 larg 7/12 che in tutto si valutano Nelli Nastri laterali alli Mascheroni si sono rifatti di nuovo pal 16 con preventiva abbozzatura di calce lung rag 1/8 di aggetto 1/6 e nelli Quattro Festoni di alloro si sono ripresi N.36 foglie ad imitazione perfetta delle antiche in stucco bianco lungo l’una pal 2/3 rag larg 1/6 che in 6.10 tutto si valutano Segue il conto di N.4 giornate di due Mastri Muratori e garzone in risarcire le diverse altre mancanze tanto dei festoni medesimi quanto del cornicione frontone delle finestre e dei tempietti e di altri rappezzi nei Bassorilievi con spesa di calce e polvere di marmo 9.80 come sopra che si considera Dopo altro abbassamento dell Bilancie comprese nel numero precedentemente descritto si sono riprese in tutto come sopra alcune porzioni di guscio trasversale e listello al pari del Canale di Latta lung ass.e pal 12 alt pal 2/3 di aggetto palmo mezzo con aumento di due ognature che 1.58 impostano Seguono gli altri rappezzi di cornici attorno ai Riquadri suddetti e prima in quelli laterali alle due finestre modinate con listello sgusciato, mezz’ovolo ed intacca lung pal 11 larg 5/6 di aggetto pal 1/2 ; segue negli altri due Riquadri grandi sotto li Mascheroni modinati con listello risaltato, gola ed intacca con spigolo altri rappezzi lung ass.e pal 28 larg 11/12 di aggetto 7/12 9.36 con aumento di due ognature che ass.e si valutano Nelle tre Finestre con mostra di travertino si sono riproposti in gran parte i piccoli listelli verticali delle contro fascie lung ass.e pal 66 larg 1/8 fatti diversi rappezzi di
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specie con colla di calce nei fondi intermedi in quad pal 40 con aumento pal 18 di muro 2.37 di fodera sotto grosso una testa di mattoni che in tutto si valuta Nel fascione sottoposto al guscio trasversale […] nei due Bassorilievi con tempietti si sono riprese diverse porzioni del medesimo con preventiva abbozzatura di calce lung pal 9 alt pal 1 ½ di aggetto ¼; segue in uno di detti Bassorilievi accanto al cornicione laterale abbozzato e ripreso simile pal 13 di cornice modinata con listello e goletta rovescia larg 7/12 di aggetto 1/4 con due 2.07 ognature che in tutto si considera Seguono li due Fascioni paratetti delle finestre ripresi nella maggior parte con colla di calce lung ass.e pal 59 alt pal 1 1/3 e di aggetto 1/8 con due spigoli e tre ognature; seguono le altre fascie che riquadrano li tre parapetti delle finestre in aggetto lung ass.e pal 24 larg rag ¾ con due spigoli ed aumento di quad pal 48 d’intonaco liscio nelli sfondi che in tutto si 6.18 valuta Nelli pannini e festone si sono abbozzati e stabiliti con stucco bianco pal 16 in più rappezzi ad imitazione dell’antico larg nel maggiore pal ¾ di aggetto ¼ con più …… pendenti alt l’uno pal 2 larg pal ½ con quattro cerchi che li annoda e tre fiocchi considerato 5.10 tutto per Nel fregio trasversale di antica scultura in marmo si è abbozzata un’armatura di chiodi di gretoncini e calce e la cornice la cornice superiore rincollata con stucco bianco modinata con listello e gola in più rappezzi lung ass.e pal 34 alt pal ½ di aggetto ¼ con un ognatura nel risalto; segue nella cornice sottoposta in tutto simile ripresone pal 60 che 9.43 ½ assieme impostano Per aver abbozzato e stabilito con colla semplice di calce il Fascione sotto il descritto fregio lung pal 37 in più rappezzi alto palmi uno di aggetto 1/3 con spigolo, seguono li pilastri intermedi coi Bassorilievi grandi lung ass.e in più partite in tutta lunghezza pal 59 larg pal 2 1/3 di aggetto ¼ con due spigoli, ed altri rappezzi parziali lung pal 9 larg rag pal ¾ con uno 10.04 ½ spigolo che in tutto si valuta Per aver pressochè interamente abbozzato e stabilito simile con colla di calce il fascione inferiore interrotto dall’archivolto di travertino del portico lung steso rag pal 66 alto pal 2 ½ di aggetto 1/3 e suo spigolo; cresce la cornice che sfonda con guscio stabilito in stucco bianco lungo nella parte retta pal 29 larg pal 1/3 fondo 1/6 e nel centinato pal 37 larg pal 37 larg ¾ fondo 2/3 modinato simile, con considerazione di aver abbozzato i spigoli simili pal 16 di nastri che formano legature e svolazzi nei due modiglioni antichi […] lung rag 18.82 ½ 1/3 di aggetto 1/6 che imposto Segue il lavoro di N.5 giornate di due illustri Stuccatori e garzone impegnati nel riquadrare la più vistosa mancanza di ornati quadraturi (?) […] nei descritti Bassorilievi grandi e fregio basamentale ed altri con spesa di calce e polvere di marmo come sopra che in 10.= tutto si valuta […] Segue il tempo di due giornate di Mastro e garzone impiegate per stuccare le commessure corruzioni e tante, dei Travertini componenti la trabeazione sudescritta e le mostre e parapetti delle due finestre laterali corrispondenti al portico medesimo con spesa di 1.90 tre schifi di colla
Porzione di Facciata dell’avancorpo laterale del Portico medesimo a destra verso la Galleria Si è armato primariamente il gran Bilancione costruito simile al descritto e raccomandato a N.5 filoni di arcarecci collegati alle armature del tetto in lunghezza di palmi 18 quale si è abbassato N.6 volte per mezzo di Canapi e Polee di metallo per l’effettuazione dei restauri nell’altezza
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totale di palmi 69 e dopo servito disfatto il tutto con […] riposto dei legnami ed attrezzi che però 22.48 si valuta Si è spicconato quindi […] tutto l’intonaco abbottato e cadente nelle grandi modinature del cornicione modiglionato nella sommità di questa parte del prospetto, abbozzata quindi sicuramente in calce stabilite ed incollate con stucco bianco ad imitazione perfetta dell’antico; e prima il guscione con suo listello e contro listello lung in più rappezzi ass.e pal 54 alto 2 di aggetto 2/3 con auento di una ognatura; segue fatto simile pal 45 di gola rovescia sotto il medesimo alt 5/12 di aggetto 1/3 e pal 65 di gocciolatoio ed ognatura simile che 29.97 in tutto per le precedenti considerazioni si valuta Nelle parti inferiori al gocciolatoio medesimo si sono abbozzati stabiliti ed incollati simili ai precedenti in lung o dove più occorreva N.9 Rosoni interi un doppio giro di foglie frappate in diverse forme e di diametro ognuno un palmo di aggetto ¼ ed altri N.6 Rosoni, ripreso in più parte e presso che interamente rinnovati li …. Intermedj diametro 7/12 di aggetto 1/6 e quindi attorno li Riquadri che formano imassatura ai medesimi fatto in più porzioni pal 57 di sumiciatura modinata con listello e guscio a due intacche con lung pal ¼ fondo 7/24 con aumento di N.38 ognature che in tutto si valuta 10.84 Segue per aver abbozzato di nuovo stabilito ed intagliato con stucco bianco N.5 interi modiglioni composti della rispettiva tavoletta che gli gira per tre lati lung ass.e pal 25 alt pal 1/3 di aggetto 1/6 modinata con listello e goletta rovescia con aumento di N.10 ognature; segue la sottofoglia frappata con suo rivolto e volute cerchiate lung pal 2x1 e le due fiancate con listello risaltato lung l’una pal 1 ½ alto nel maggiore pal ¾ perfezionato il tutto conforme all’antico che perciò si valuta 10.= Di altri N.10 Modiglioni si sono fatti molti interessanti rappezzi oggi nel rivolto e instabilite le fiancate simili alle precedenti; segue il fascione intermedio alle mensole descritte fatte diverse porzioni di nuovo lung ass.e pal 19 alto 5/6 con suo spigolo che in tutto si considera 10.45 Nelle membrature sottoposte di esso cornicione egualmente danneggiato dalle acque pluviali e dal gelo si sono fatti i rappezzi medesimi ove più occorreva, ovvero nel mezz’ovolo liscio pal 17 alto e di aggetto 5/12 segue nel tondino e listello pal 17 alt ¼ di aggetto simile, più pal 21 di dentello liscio e suo soffitto alto 17/24 di aggetto 11/24 e palmi 21 di gola rovescia con due listelli sopra e sotto alto 2/3 di aggetto palmo mezzo, che in tutto si 10.42 ½ considera Per aver murato una parte delle due Nicchie agli angoli onde aver rinforzo al fabbricato in questa parte indebolita dai frequenti vani essendo muro di pietra tufo lung l’una pal 3 ½ alt pal 9 ¾ gros pal 1 mattoni e pezzi e fatto il simile alle altre due inferiori conservando una parte della centina ad imitazione di quella esistente lung pal 3 1/2 x 8 1/2 gros simile con sua stabilitura di calce e colla centinata lung girata pal 5x10 pal 5x9 che assieme impostano compresi gli spigoli 9.66 ½ Segue attorno le quattro Nicchie superiori spicconato abbozzato di nuovo in calce e stabilito con stucco bianco la mostrina centinata in parte e modinata con listello sfalsato goletta e fascia lung ass.e in più rappezzi pal 85 larg 17/24 di aggetto ¼ che si valuta 10.37 Nella cimasa sottoposta alle medesime si è cavato di nuovo l’aggetto di mattoni abbozzato di mattoncini e stabilito in cornice modinata di listello superiore ovoletto listello e fascia con guscio al di sotto lung ass.e pal 22 alt ¾ di aggetto 1/3 con N.8 ognature; segue in via di dette fattosi di muro li basamenti sotto con bugnee incassata di semplice intonaco di calce lung ass.e pal 15 alt pal 3 2/3 e nella questa Nicchia ripresene una metà in lunghezza di pal 2 ½ alto simile, cresce il piano di mattoni ont. fatto all’interno di essa lung ass.e pal 14 larg rag palmi 1 ½ che in tutto 8.01 si valuta Segue il fascione che collega inferiormente li descritti basamenti alle nicchie abbozzato egualmente e stabilito in stucco bianco ove trovasi più devastato lung in più rappezzi pal 18 alto 13/12 di aggetto 1/8 modinato con listello toretto dado e piccolo guscetto, che cresce in corrispondenza delle Nicchie in simile estensione, segue la spicconatura e colla centinata fatta in
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più rappezzi all’interno delle Nicchie medesime ragguagliati ass.e in quad. pal 52 ½ con pal 50 di spigoli e finalmente sfondi intermedi di detta porzione di prospetto ripreso quad canna 6.66 ½ 2 ½ di spicconatura e colla che in tutto si valuta Nel Bassorilievo intermedio alle medesime si è riformata porzione di cornice modinata con gola rovescia e listello lung pal 6 larg pal 7/12 con due ognature; segue nelle mostre delle finestre parte di muro e parte di travertino si sono riprese diverse porzioni di scorniciato con listello risaltato gola tondino ed intacca lung ass.e pal 9 larg ¾ di aggetto 1/3 con più la centro fascia lung pal mezzo e fatto lo scivolone di stabilitura e colla nella finestra della scala ove il parapetto di ferro lung pal 6 ½ larg ¾ con suo spigolo più pal 15 di pianaccio che in tutto si considera 4.39 Nelle Nicchie inferiori si è rinnovata interamente la mostrina attorno di stucco abbozzata ed armata con chiodi lung ognuna di giro pal 22 larg ¾ di aggetto ¼ modinata con listello sfalsato 11.= gola e fascia con spigolo che per N.4 simili si considera In tre di esse si è cavato di nuovo l’aggetto di mattoni e si è formata l’intera cimasa modinata con listello goletta fascia con spigolo ed ovoletto sotto con intacca lung l’una pal 16 con due ognature e rivolti alti pal 11/12 di aggetto 11/24 e più pal 3 di cimasa simile nella quarta e quad pal 10 4.18 ½ di spicconatura e colla nell’interno che in tutto si valuta Segue il nuovo basamento formatosi al di sotto con …… incassata che rispetta sul fondo della facciata lung l’uno pal 5x3 ½ con due spigoli cresce a piedi il listello toretto e plinto lung pal 5 1/3 alto pal 1 1/3 di aggetto ¼ con due ognature che per N.3 simili imposta 4.71 ½ Per aver spicconato e costruito di nuovo le mostrine orecchiate ai quattro angoli delle due piccole finestre del mezzanino che gira ognuna pal 22 incudinata con listello risaltato e sgusciato all’esterno ovoletto intacca e fascia con spigolo larg un palmo di aggetto 1/3; e sono due simili con N.8 orecchiature […] stabilite in grossezza lung girata ass.e pal 32 lung 5/6 con uno spigolo 7.58 ½ ed uno sfondo in quella murata lung in quadro pal 4 che in tutto si valuta Per diversi rappezzi di cornice spicconata abbozzata di gretoncini e calce e stabilita con stucco bianco in tutto simile alle precedenti fatte nel Bassorielvo di figure intermedio lung ass.e pal 21 larg pal ½ di aggetto 1/3 modinata con listello gola ed intacca con aumento di N.4 ognature e riprese due porzioni di cartelle sopra che si collegano ad una conchiglia lung ass.e pal 4 alt rag ¾ di aggetto 1/6 e più l’impegno di due giornate di Mastro Stuccatore per riprendere le due Mensole sottoposte con gocce e fogliami intermedi con spese di calce e stucco bianco che in 7.08 tutto si valuta per le ripetute considerazioni Nella Nicchia rotonda corrispondente sopra la finestra della Biblioteca si è ripresa nella medesima pasta la Corona di alloro attorno con abbozzatura di calce e cretoni armati con chiodi ripartita in quattro codini di foglie e sue bacche simili alle antiche lung per quanto è fatto di nuovo palmi 16 e prendo di diametro interno pal 6 larg 11/12 di aggetto 1/3 con aumento di due legature; segue la spicconatura e colla dell’interno lung rag in centina pal 1.8x8 con pal 1.19 di 9.26 spigoli centinati che in tutto si valuta Nell’altra Nicchia opposta presso il Partreo si è rinnovata interamente la corona medesima lung in giro pal 18 con aumento di N.3 legature e sua stabilitura centinata nell’interno che imposto 10.44 come sopra Nelli sfondi intermedj a dette Nicchie Finestre e Riquadri si è presso che interamente rinnovata la stabilitura con spicconatura rabboccatura in parte in lunghezza di palmi 63 alt pal 13 1/3 con ….. delle 4 Nicchie lung assieme pal 22x9 ½ più due finestre lung ass.e pal 12x6 ed un riquadro con Bassorilievo antico lung pal 11x9 e porzione della Nicchia in quadrati pal 20 […] quad canna 4.50 ½ con aumento di pal 13 di spigoli che si 4.57 valuta Nel sottoposto fregio antico di figure in marmo corrispondente alla direzione della Cimasa delle finestre del primo piano nobile si sono ricavati di nuovo con chiodi, e cretoncini gli aggetti delle
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due piccole cornici orizzontali, che lo racchiude sotto e sopra modinata con listello e goletta alt 5/12 di aggetto 5/24 lung ass.e compresi i rivolti pal 82 ed aumento di due ognature che in tutto 8.27 si valutano Segue nel grande Riquadro in basso con due antichi festoni a bucranio nel mezzo si sono spicconati diversi rappezzi di cornice all’intorno abbozzati di nuovo con cretoni stabiliti di calce ed incollati a stucco bianco modinata con gola rifatta la fascia ed intacca 7.53 ½ lung ass.e pal 29 ½ larg pal 1 ¼ di aggetto 5/12 con aumento di due ognature che importa Superiormente alla medesima si sono risarciti li cappi di fettuccia che sembrano tenerla appesa a due grandi modiglioni con abbozzatura di calce ultimati con stucco bianco e ben miscelati ed aggrespati simile all’antico lung da un lato pal 13 larg rag 1/3 di aggetto 1/6 e fatto simile un anello tondo con sua legatura e due spigoli lung rag pal 1 1/3x1 ½ segue nell’altro modiglione ripreso simile pal 5 di fettuccia di minor aggetto lung ¼ e nello sfondo spicconatura e fatto di nuovo un esteso rappezzo di colla liscia lung pal 25 di alt rag pal 3 che si considera 3.36 ½ Nelle ultime due Nicchie laterali in basso si sono risarcite le mostre in stucco bianco con preventiva abbozzatura di calce scorniciate con listello mezz’ovolo fascia e centro fascia con spigolo lung ass.e compresa la centina in parte pal 18 larg pal 1 ¼ di aggetto 5/24 e fatti lateralmente alle medesime palmi 50 di stabilitura liscia con colla che in tutto si valuta 4.10 Sopra gli aggetti delle cimase delle due finestre in basso una delle quali corrispondente alla biblioteca si è formato lo scivolone di cocciopesto ben incollato alto nel maggiore pal 1/3 che stendono ass.e quad pal 32 ed impiegano N.3 giornate di due Mastri Stuccatori e garzoni per riprendere tanto nelle mostre suddette in travertino quanto negli ornati sottoposti al Bassorilievo di festoni ed altre parti inerenti fino al selciato dello Stillicidio tutte le altre minori mancanze e stuccature non suscettibili di parziale dettaglio e misura con spesa di calce e stucco bianco che in tutto si considera 6.15 Altro avancorpo laterale al Portico che forma angolo verso la publica Passeggiata del Pincio Si è armato necessariamente anche da questa parte il gran Bilancione costruito simile nell’altro precedente e raccomandato a N.4 filoni di arcarecci calati dal tetto in lunghezza di palmi 75 compreso il rivolto interno; quale si è abbassato N.6 volte per mezzo di Canapi e Polee di metallo, onde poter ugualmente eseguire gli occorrenti restauri della sommità del cornicione fino allo Stillicidio alt pal 69 e dopo servito disfatto il tutto e riporto dei legnami ed attrezzi che perciò si 12.= valuta Si è quindi spicconato per mezzo del Bilancione suddetto tutto l’intonaco maggiormente corroso ed abboccato nelle membrature del gran cornicione abbozzate di nuovo in calce, stabilite ed incollate con stucco bianco cioè una porzione modinata con listello e controlistello, guscione e goletta rovescia e fascia del gocciolatoio con spigolo ed ognatura del rivolto in tutto e per tutto 13.73 ½ simile a quello del lato opposto pal 24 che per le precedenti considerazioni si valuta Segue altro tratto di cornice simile rinnovata e consistente nei soli listello guscione e gola rovescia 8.77 ½ alta ass.e pal 1 1/3 di aggetto palmo 1 lung rag pal 27 che si valuta Nella parte sottoposta alla Cornice medesima si sono spicconate con diligenza tutte le porzioni rintese o marcite delle antiche filtrazioni e quindi abbozzate di nuovo con gretoncini, calce e lunghi chiodi, stabilite ed incollate con stucco bianco ed intagliate secondo le ripsettive forme ad imitazione delle antiche cioè N.12 Rosoni con suoi ….. nel centro di diametro ognun un palmo di aggetto ¼ ed altri N.7 ripresi nelli soli ….. del mezzo di diametro 7/12 di aggetto 1/6 ed attorno li riquadri che fanno da infasciatura alli medesimi […] che in tutto si valutano 43.44 Segue per aver abbozzato di nuovo stabilito ed incollato ed intagliato con stucco bianco N.6 interi modiglioni composti della rispettiva tavoletta che gli gira per tre lati lung ass.e pal 25 alt pal 1/3 di aggetto 1/6 modinata con listello e goletta rovescia con aumento di N.10 ognature; segue
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la sottofoglia frappata con suo rivolto e volute borchiate. E le due fiancate con listello risaltato di fattura e dimensione simile a quelli dell’opposto lato descritto, i tre assieme si valutano 10.= Segue per il completo restauro di tutte le altre mensole antiche si sono riprese a nuovo N.5 Fiancate e N.10 Rivolti borchiati e sua foglia simile alle altre più nell’intervallo fra le mensole medesime ripreso simile in stucco bianco ed in più rappezzi pal 30 di fascia con spigolo alt pal 7.70 5/6 con spigolo che si considera Finalmente a completo restauro dell’accennato cornicione si sono riprese in più rappezzi tutte le altre membrature sottoposte alle mensole medesime, cioè mezz’ovolo liscio listello e tondino, dentello e suo soffitto, gola rovescia con due listelli il lunghezza unita di pal 33 alt assieme pal 2 di aggetto pal 7/12 che in tutto si valuta 17.32 ½ Segue la muratura fatta nelle ultime due Nicchie di angolo lasciandovi porzione di centina come alle altre sottoposte del piano terreno per conservare la tessitura della decorazione e duri nel tempo stesso un rinforzo a questa porzione di palazzo alquanto più offesa delle altre lung l’una con legature pal 3 ½ alt pal 9 ¾ gros pal 1 ½ mattoni e pezzi, e fatto il simile alle altre due inferiori lung simili alt pal 8 ½ gros pal 1 ½ con sua stabilitura di calce e colla centinata larg girata pal 5x10 pal 5x9 che assieme importano compresi gli 19.85 spigoli Attorno le quattro Nicchie superiori si sono abbozzate e riprese in più rappezzi di calce e stucco bianco la mostrina centinata in parte e modinata con listello risaltato di goletta e fascia lung ass.e pal 54 larg 17/24 di aggetto ¼ che si valuta come le altre 6.75 Segue nella Cimasa del basamento di dette nicchie si è cavato di nuovo l’aggetto di mattoni abbozzato di gretoncini e stabilito con stucco bianco modinato in tutto simile a quelle del lato opposto lung assieme meno una piccola porzione della Quarta Nicchia pal 17 ½ alt pal ¾ di aggetto 1/3 con N.7 ognature e rivolti; segue in tre delle dette fattoci di nuovo li basamenti sotto con legna incassata di semplice intonaco di calce lung ass.e pal 15 alt pal 3 2/3 più altra metà della quarta Nicchia lung pal 2 ½ alta simile; cresce il piano di mattoni ordinati 7.34½ fatto nell’interno di esse lung ass.e pal 14 larg rag pal 1 ½ che in tutto si valutano Segue il Fascione che collega le suddette nicchie nella parte inferiore a guisa di base abbozzato del tutto in calce e stabilito con stucco bianco nelle rispettive modinature di listello, toretto e dado lungo in più rappezzi pal 17 alto 13/12 di aggetto 1/8 con più un guscetto in corrispondenza delle Nicchie sotto il dado lung ass.e pal 126 con N.8 ognature alte pal ¼ che 2.84 ½ in tutto si valuta Per diversi rappezzi di nuova cornice con rispettiva abbozzatura di gretoncini ripresa nel grande Bassorilievo di figura intermedio a dette nicchie lung ass.e pal 24 larg pal 2/3 modinata con listello risaltato e gola segue con N.4 ognature nel cartellone superiore centinato con mascheroncino ripreso il listello risaltato in parte lung pal 12 larg 1/3 di aggetto 1/6 con più il tempo di giornate due di Mastro Stuccatore e garzone impegnati nel riprendere le altre spugnature e mancanze dell’ornato inferiore con volute e tavolette e qualche più vistosa correzione negli …….. 9.12 del Bassorilievo med. che in tutto importa In detta porzione di muro essendosi rinvenute delle corruzioni sostanziali, e lunghi di antiche armature murali a secco si sono chiusi con buona costruzione di mattoni e pezzi cioè N.4 buchi lung l’uno un quadro pal 1 1/2fondo pal 3 e due rappezzi di fodere lung ass.e pal 18 alt rag pal 7 gros pal 2 ½ qualità simile ricciate ed incollate […] che in tutto si valuta 16.86 Per altro tempo di una giornata di Mastro Stuccatore e garzone impegnati nel riprendere molte delle correzioni esistenti nelle mostre di travertino delle due finestre del secondo Piano del Palazzo con spesa di calce e polvere di marmo che importa 1.20 Segue nel Riquadro con bassorilievo dell’Ercole che lotta con il Leone e fà parte dell’estremità della facciata del portico che rientra si è spicconato abbozzato di nuovo e
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stabilito con stucco bianco una gran parte del cornicione che gli gira attorno lung pal 20 ½ larg 7/12 fondo 5/12 con due ognature di aumento e fatto simile il fascione verticale accanto alto pal 10 lung pal 1 ½ segueee l’altro orizzontale lungo simile alto pal 2 ½ con spigolo 5.57 ½ che in tutto si valuta Nel dado che prosegue nella direzione del basamento delle accennate quattro nicchie inferiori si sono ripresi diversi rappezzi del medesimo con preventiva abbozzatura di gretoni e due spigoli lung ass.e pal 8 alto pal 1 di aggetto ¼ che si valuta =.60 Per aver spicconato e ricostruito di nuovo le mostrine muschiate delle due piccole finestre del mezzanino che gira ognuno pal 22 modinata simile alle altre con listello risaltato, e sgusciato all’interno ovoletto intacca e fascia con spigolo largo un palmo di aggetto 1/3 e sono due simili con N.8 orecchiature; crescono le spallette stabilite in grossezza lung girate ass.e pal 32 larg 5/6 7.58 ½ con suo spigolo ed uno sfondo in quella murato larg in quadro pal 4 che in tutto si valuta Nelle quattro Nicchie inferiori si è rinnovata interamente la mostrina intorno di stucco abbozzata prima e armata con gretoncini e chiodi lung ognuna girata paò 22 larg ¾ di aggetto ¼ modinata 11.= con listello risaltato gola e fascia con spigolo che per N.4 simili si considera Cresce in due di dette fatta di nuovo una metà della spicconatura e colla centinata nell’interno lung girata pal 5 alt rag pal 10, segue a tutte le quattro Nicchie medesime si è cavato di nuovo l’aggetto di mattoni e formata la nuova cimasa simile a quella del lato opposto modinata con listello goletta fascia con spigolo ed ovoletto sotto con intacca lung l’uno pal 6 con due ognature e rivolti alt pal 11/12 di aggetto 11/24 e più lo zoccoletto che cresce nello sfondo lung ognuno pal 6.03 3 ½ alt 1/3 fond rag pal 1 ½ che in tutto si valuta Segue il nuovo basamento fattovi per di sotto con legna incassata che rifatta dal vivo della facciata lung l’uno pal 5 alt pal 3 1/12 con due spigoli laterali e in più in tre soltanto delle nicchie fattosi lo zoccolo mancante sotto preventivamente abbozzato di gretoncini e calce e stabilito ed incollati con stucco bianco lung pal 5 1/3 alt pal 1 1/3 di aggetto ¼ modinato con listello toretto e plinto con due ognature che in tutto si 5.32 ½ valuta Nel grande Riquadro con bassorilievo antico di figure in marmo intermedio alle suddette nicchie si è ripresa in gran parte la cornice attorno modinata con listello gola ed intacca lung ass.e pal 22 ½ larg pal ½ di aggetto 1/3 con aumento di due ognature ed impiegato il tempo di giornata una di Mastro Stuccatore e garzone per riprendere l’ornato superiore con voluta e le mensole sotto con goccie 5.67 ed altro che in tutto si valuta Sotto il Bassorilievo medesimo si è ripreso un pezzo di fodera per rinforzo del nuovo corroso e disciolto lung pal 4 alto pal 5 ½ grosso pal 2; segue nell’angolo verso il Portico altro rappezzo lung pal 3 ½ alto pal 12 gros pal 2 mattoni e pezzi con preventiva sfoderatura; segue finalmente l’intero intonaco di calce rinnovato nel fondo dei Nani(?) descritti ad imitare dal dado superiore fino alla cimasa delle finestre del primo piano con spicconatura rabboccatura e rincocciatura per metà della superficie lung pal 70 alt pal 19 ½ con …… di due finestre del Mezzanino lung l’una in quadro pal 5 1/2 x15 più dal grande Bassorilievo lung pal 11x8 ½ e di due nicchie circolari con festone di alloro attorno di diametro estrerno pal 7 ½ rag per cui si 13.82 residua l’intonaco netto a quad canna 7.91 ed importa Nella Corona di Alloro con rispettive bacche che contorna la nicchia circolare verso il Portico si è cavato l’aggetto con gretoni e chiodi abbozzato di calce e stabilito ed incollato in stucco bianco con rispettivo intaglio due porzioni mancanti nella medesima lung asse pal 10 larg 11/12 con aumento di una legatura e più ripreso nel retrostante di essa altre N.10 foglie lung l’una pal 2/3 larg pal 1/3; segue nell’altra Corona verso il Pincio fattone simile altro rappezzo lung pal 3 ½ larg 11/12 di aggetto 1/6 più N.6 foglie con sue ghirlandine ed una legatura e finalmente nella stabilitura e colla centinata nell’interno di essa Nicchia fattone diversi rappezzi nuovi in quadrati pal 10 con più pal 12 di listello centinato con spigolo che in 9.40 tutto si valuta
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Nel sottoposto fregio antico di figure in marmo alla direzione delle cimase delle finestre del primo Piano nobile sono ricavati gli aggetti delle due piccole cornici che vi formano ….. sotto e sopra con chiodi e gretoncini stabiliti ed incollati con stucco bianco in tutta l’estensione di palmi 94 compresi i rivolti alto alt pal 5/12 di aggetto 5/24 modinata con listello e goletta che compreso l’aumento di due ognature 9.47 importano Segue nel grande Bassorilievo dei due Festoni in marmo appesi ad un antico Bucranio si sono spicconati diversi lunghi rappezzi di cornice all’intorno abbozzati di nuovo con gretoni stabiliti ed incollati come tutto il restante in stucco bianco modinata con gola risaltata fascia ed intacca lung ass.e pal 27 larg pal 1 ¼ di aggetto 5/12 con aumento di tre ognature segue nei coppi di fettuccia che collegano il riquadro medesimo a due grossi anelli con borchie in stucco si sono ripresi pal 7 ½ della medesima come dal lato descrito verso la Galleria lung rag 1/3 di aggetto 1/6 ed altri palmi tre di minor aggetto larg ¼; e risarcito inoltre gli anelli sudetti nodi ed altre mancanze più vistose dell’ornato anche del Bassorilievo medesimo e dell’altro sovrapposto con tempo di N.3 giornate di due Mastri Stuccatori e garzone, che in tutto 13.87 ½ si valuta con la spesa di calce ed altro Sotto le cimase di travertino delle due finestre descritte si è formato lo scivolone di coccio pesto bene incollato alto pal 1/3 che stende in tutto quad pal 32 ed impiegato il tempo di N.2 giornate di Mastro Muratore e garzone per smurare elevare da opera le due mensole di travertino dissestate e cadenti in quella di angolo mandate al suo punto e fermate con due spranche di ferro avvallando la cimasa con due puntelli di carrarme alti l’uno pal 22 e in detto tempo ripreso ass.e con lo Stuccatore le principali mancanze alle mostre e soglie di travertino e tutte le commessure dei pezzi che si considera compreso il costo della calce e polvere di 4.36 marmo Per aver ripreso porzione di fodera dell’interno di una delle Nicchie in basso dove era il muro salnitrato e disciolto lung pal 3 alto pal 7 gros pal 1 ½ rag mattoni e pezzi e rinnovata l’intera stabilitura centinata come rincorniciatura in parte nel restante di essa e nell’altra nicchia opposta lung girata pal 4 alt pal 12; segue abbozzato attorno di calce stabilito ed incollato con stucco bianco la maggior parte della mostrina incorniciata attorno parte dritta e parte centinata lung ass.e pal 8 alt pal ¼ e pal 8 di fascia alt 2/3 di aggetto ¼ e finalmente nello sfondo liscio della facciata medesima sotto il Bassorilievo del finestrone fra le finestre e le nicchie sudescritte si sono ripresi diversi rappezzi di spicconatura, rabboccatura e colla di calce ragguagliati assieme in quad pal 260 con pal 29 di spigoli ripresi agli angoli che in 12.50 tutto si valuta Dopo cadute a basso tutte le Bilancie disarmati li tiri di corde e filoni a cui erano raccomandate per l’esecuzione dei lavori descritti si sono dovuti assestare e ripulire tutti quei Tetti della Villa per i quali erasi pratticato nei punti dove eransi collegati con i legnami sottoposti ragguagliati ass.e in 1.10 quad canna 2.20 che importo […] Per altro tempo in più volte di N.6 giornate simile impiegate ad assistere con scale e punti volanti li scalpellini ed imbiancatori e seguite le necessarie tassellature e data la tinta generale dando in più mani nell’intero prospetto medesimo dall’alto dei Torrini sudetti fino alla Scala della Villa 7.63 che in tutto si valuta per le considerazioni sudette […] Somma in tutto 820.00 Valutato il presente conto e tarato ai suoi giusti, e doverosi prezzi secondo le rispettive qualità dimensioni e fatture dei lavori in esso descritti e da me localmente riscontrati ascende in tutto alla somma di Scudi 820.00 Da cui dedotto il ribasso dell’8 per cento come sopra convenuto 65.60 Si residua il netto da pagarsi a Scudi Sette Cento Cinquanta Quattro, e baj 40 dico 754.40 Roma, lì 30 N.bre 1841 Giuseppe Marini Architetto
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AFR, Cartone 100 n.7 fogli 477-483 (1841) Conto e misura dei lavori Ad uso di scalpellino fatti con ordine dell’Illmo. Sig. Cavaliere Victor Schnetz direttore della Regia Accademia di Francia in Roma in sequela di autorizzazione avuta dal supremo Ministro di Stato per Lavori Pubblici datata da Parigi li 26 novembre 1841 ad oggetto di restaurare il Prospetto Boreale del Real Palazzo annesso alla Villa Medici sul Pincio, e precisamente quello che forma vestibulo d’ingresso al pari della Villa medesima, decorato a più ordini di antichi frammenti di scultura in marmo, suppliti in gran parte da stucchi riquadrati da cornici, ed altri accessori in travertino, a forma in tutto e per tutto del preventivo scandaglio redatto dall’architetto Sig. Giuseppe Marini, ed approvato come sopra, non che dell’analogo contratto convenzionale, ossia cajer de charge firmato il giorno 20 Decembre detto anno quali lavori eseguiti sotto l’immediata direzione, e sorveglianza dell’architetto medesimo, ed a tutta roba, spese, e fatture di Gio. Battista Ficardi Capo-Mro Scalpellino sono come appresso vengono dettagliatamente a descriversi E prima Per la fattura d’aver ricommesso due balaustri di pavonazzetto rotti in più pezzi, e sono detta balaustrata alla fontanella del portico commessi con gesso del Mro, e fattura del bugo del perno posto a ciascuno dei medesimi fondo da due parti pal. 2/3 diametro pal. 1/12 formato in gesso = segue la fattura dell’incamerazione per il passaggio dell’anima delli detti balaustri nel piano inferiore della cimasa di marmo lavorato in opera dal sotto in sù con scomodo, che per due simili 1.70 assieme importano scudi Per il rustico e fattura di uno delli num.° 15 tasselli di travertino fatti in opera per il restauro della cimasa della balaustrata ai torrini superiori del palazzo lun. l’uno ragguagliati pal 9/12 lar. ragguagliati pal. 5/12 grossi pal. 3/12 lavorati a coda di rondine, con pessa piana in tutti li lati, e quad.re che commettono, alcuni dei quali rondinati nel prospetto con listello, e gola rovescia = E più la fattura delle n.° 15 casse simili fatte in opera sulla cimasa di detta Balaustrata per collocarvi li detti tasselli dellle dette misure commessi con gesso del Mro, ed alcuni formati con perni fond. pal. 1/4 diametro 3/66 lavorati in opera, ch’essendo il lavoro 7.50 di molta fattura, ed eseguito sul posto assieme si valuta scudi Per tempo di giornate due d’un Mro. Scalpellino impiegato nel mettere in opera li descritti n.° 15 1.20 tasselli di travertino si valuta scudi Per rustico e fattura di altri n.° 25 tasselli di travertino fatti nelli stipiti, architravi, e cornici delle fenestre del lato destro della facciata lun. ciascuno ragguagliati pal 1 4/12 lar. pal 6/12 grosso pal. 3/12 lavoratu a coda di rondine, puliti in tutti li lati ed alcuni dei medesimi modanati con gola dritta e due listelli lun. la cornice dei medesimi stesa ass. pal. 7 3/4 larg. girata pal. 2/3, e fattura delle casse simili in opera lavorate sulla bilancia, o scala con molto scomodo, e commessi con gesso del Mro, che per n.° 25 tasselli, e casse simili assieme 17.50 si valutano scudi Per tempo di n.° 3 giornate di un Mro Scalpellino impiegato nel mettere in opera li detti tasselli 1.80 si valuta scudi Per la fattura di avere incassato ed impiombato in alcuni dei detti tasselli, ove lo esiggeva il bisogno n.° 10 spranche, ciascuna a due grappe lun. l’una ragguagliati palmi 10/12 fond. le grappe pal 1/8 fermate con piombo del Mro, ch’essendo il lavoro eseguito come sopra con molto 3.00 perdimento di tempo nel discendere ed ascendere la scala importano scudi Per la fattura d’avere incassato ed impiombato sulla cimasa di travertino di una fenestra del lato destro uno sprancone lun. pal 1 6/12 lar. pal. 1/6 fondi li bughi delle grappe pal 1/6 per sostegno dei pezzi scomposti formato in opera con piombo del Mro = E più la fattura di avere incassato ed impiombato un angolo della cimasa che si era levato dal posto con averlo prima rimesso al suo sesto fermato con n.° 2 spranche lung. l’una pal. 1 1/4 con grappe fond. pal.
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1/12 fermate con piombo del Mro. in opera = E più la fattura d’avere incassato ed impiombato nell’architrave di travertino di una fenestra nel lato sinistro n.° 2 spranche simili lun. l’una pal 1 1/4 con le grappe fond. pal. 1/12 ì, e quindi stuccate le commissure con gesso, ed essendo il 2.00 lavoro eseguito in opera con molto scomodo in tutto si considera scudi Per il rustico e fattura di n.° 15 tasselli di travertino posti in opera per il restauro del cornicione sopra il portico lavorati a coda di rondine ciascuno lungo ragguagliati pal. 5/12 gross. pal. 1/4 lavorati puliti da tutti li lati, ed alcuni scorniciati nel prospetto lun. ass. pal 8/6 lar. girata la parte scorcniciata pal. 7/12 = E più la fattura delle n.° 15 casse simili eseguite in opera con scomodo delle due suddette misure, e di più fermati li tasselli con gesso del Mro. in opera = E più la fattura di avere incassato ed impiombato nei detti tasselli n.° 4 spranche ciascuna lun. palmi 3/4 a due grappe fermato con piombo del Mro = Ed altra fattura d’avere incassato, ed impiobato in detto cornicione di travertino uno sprancone per il sostegno di un pezzo del medesimo lun. pal. 1 1/4 lar. pal. 1 1/6 fonde le grappe pal 1/4 con piombo del Mro. 12.30 ed in opera che si valuta scudi Per il tempo di giornate due di un mastro scalpellino impiegato nel mettere in opera li detti 1.20 tasselli con molto scomodo scudi Per il rustico e fattura di n.° 2 tasselli fatti nella voluta dei capitelli ionici di travertino dei pilastri con avere prima fatto il modello di creta sul posto per mezzo della scala, e quindi fatto il tassello simile di travertino lun. pal. 1 lar. pal 5/12 grosso pal 1/3 lavorato con listello e scozia nel prospetto, e sagomati nelle parti posteriori a seconda di come girava il pulvino, quindi fermati in opera ciascuno con n.° 2 perni da un lato impiombato, e fermati in gesso in opera, con casse di simili dimensioni, lavorato il tutto sulla scala a piroli, con molto scommodo, e perdimento di tempo, ch’essendo li suddetti num.° due tasselli simili di molta fattura, e piccola 5.= dimensione si valutano scudi Per il rustico e fattura di un tassello di travertino nell’abaco di uno di detti capitelli lun. pal. 5/12 lar. pal. 4/12 grosso pal 4/12 modinato con becco di civetta, listello, e scozia pulito negli altri lati, con cassa cimile in opera e fattura del bugo del perno per sostegno del medesimo fondo pal. 1/3 fermato con piombo del Mro. da un lato, e commesso in gesso in opera = E più la fattura di avere levato d’opera, e quindi spianato la superficie di un tassello di travertino staccato dagl’interpilastri sotto li detti capitelli alto pal 1 6/12 lar. pal. 1 gross. pal 3/4 = quindi rifatto li due piani dei due lati dette misure, e ricommesso in opera con gesso del Mro. che importa scudi 1.40 Per il tempo di una giornata di un Mro. scalpellino impiegato nel mettere in opera li due tasselli =.60 delle volute, ed il sopradesccritto assieme scudi Per il rustico e fattura di num.° due tasselli fatti nelle volute dei due capitelli di marmo ionici delle colonne del portico, con fattura prima del modello di creta fatto sul posto e quindi creato il tassello di marmo alto ciascuno pal. 1 1/6 lun. pal. 5/12 gross. pal 4/12 lavorato con listello, e scozia nel prospetto, e sagomati nella parte laterale con listello e pulvino, con fattura delle due casse in opera per commetterli fermato ciascuno con n.° 2 perni fond. l’uno da due parti pal. 5/12 lavorati sulla scala con molto tempo, e scomodo, ch’essendo n.° 2 tasselli simili, es essendo di molta fattura assieme si considerano scudi 8.= Per il tempo di una giornata d’un Mro. scalpellino impiegato nel mettere in opera li due detti =.60 tasselli si valuta scudi Per il rustico e fattura di un tassello di cipollino fatto nel collarino di una delle colonne del suddetto portico lun. pal. 1 4/12 lar. nel margine pal 6/12 grosso palmi 1/5 con ... prima ricavato il modello del pezzo con la creta per mezzo della scala a piroli, e quindi creato il tassello con listello e fatta la sua cassa in simile .... in opera, e fermato con due perni fondi ciascuno da due lati pal. 5/12 diametro pal. 1/6 lavorati in opera = Segue altro tassello nell’imoscapo di altra colonna di qualità simile con rispettiva cassa e perni lun. pal. 1/2 alt. pal. 1/3 grossi pal. 1/6, e quindi fermati con piombi da un lato, e nell’altro in gesso che si 5.00 valutano assieme scudi
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Per tempo di un quarto di giornata di un mastro scalpellino impiegato nel mettere in opera il =.15 detto tassello si valuta scudi Per la fattura di avere ripreso e formato in opera la mancanza del collarino di una delle colonne di granito rosso del portico suddetto lun. pal 2 lavorato sulla scala con =.60 scomodo, che si valuta scudi Per il rustico e fattura d’un tassello di marmo fatto nel plinto della base di una delle colonne di granito rosso lun. pal. 3 lar pal. 12/3 alto pal 3/12 lavorato per due lati con spigoli = E più la fattura delle casse simile fatte in opera, che essendo lavorate con scomodo in terra, e quindi formato il tassello con due perni in opera fondi ciascuno pal 1/4 = Segue altro tassello di marmo simile al zoccolo con rispettiva cassa in opera lun. pal. 1 1/6 alt pal. 5/12 3.70 grosso pal 1/8 attaccato in mistura che assieme si valuta scudi Per il rustico e fattura di un tassello di travertino posto sullo stipite della finestra corrispondente alla scala a chiocciola dell’appartamento del Sig. Direttore nel lato sinistro del palazzo alti pal. 5 lar. pal. 6/12 grosso pal 1/4 lavorato con pelle piana pulita da tutti li lati, e fattura delle casse simili, ferato con gesso del Mro. con un perno fondo pal. 1/3 impiombato da un lato, e una spranca incassata, ed impiombata lun. pal. 10/12 e grappe fonde 2.60 pal. 1/12 fermate com piombo del Mro. in opera, che assieme importa scudi Per il rustico e fattura di n.° 11 tasselli di travertino fatti nelli stipiti delle finestre nel lato sinistro di detto palazzo lun. ciascuno pal. 1.= lar. pal. 4/12 gross. pal. 1/4 lavorati a coda di rondine puliti da tutti li lati con casse di simili misure lavorate in opera con scomodo 5.50 commessi con gesso del mastro che assieme importano scudi Per tempo di una giornata di un mastro scalpellino impiegato nel mettere in opera il descritto =.60 lavoro si valuta scudi Per fattura di avere rimesso al suo posto le due mensole di travertino delle finestre della guardarotta, che erano fuori sesto fermate con due spranche impiombate, e quindi incassato ed impiombato simile detta finestra uno sprancone alla cimasa lun. pal 1 6/12 lar. pal. 1/6 fondo pal 2/60 fermate le grappe con piombo del Mro, con avere rimesso in opera un tassello vecchio 1.95 nel suo posto, e fermato con gesso, che assieme importa scudi Per il rustico e fattura d’un tassello di travertino posto al .... della parte esterna verso la Biblioteca lun. pal. 2 3/4 lar. pal. 1 1/4 grosso pal 7/12 lavorato con pelle piana sopra, giustamente sotto segato, modinato per due lati, con toretto, listello, e sottogrado con suo cartabuono nell’angolo lun. pal 4 alta girata la pelle verniciata pal 10/12 fermato in opera con n.° 2 spranche lun. l’una pal 1 1/2 e profonde pal 1/8, ed un perno parimenti incassato ed impiombato fondo il bugo pal. 2.50 4/12 fermato il tutto con piombo del Mro. in opera, che assieme importa scudi Per il rustico e fattura d’uno scalino di travertino posto in opera nel vano della fenestra interna sotto il portico del lato sinistro lun. pal. 7 3/4 lar. pal 1 6/12 grosso pal 8/12 lavorato con pelle piana sopra, posamento sotto segato, lati con quadrature tagliate a sguincio, e modinato con cordone intacca, e sottogrado lun. la cornice pal 7 3/4 alt. girata in pelle pal 1 = E più la fattura della cassa di simili misure fatta nello scalino di travertino vecchio già in operara levato 6.20 in scaglie con molto scomodo, che assieme importa scudi Per tanti pagati per il trasporto del suddetto scalino sulla faccia del luogo speso scudi
=.30
Per tempo di 1/4 di giornata d’un Mro. scalpellino impiegato nel metterlo in opera scudi
=.15
Per il rustico e fattura di n.° 25 tasselli di marmo e pavonazzetto di più forme e misure posti in opera per il restauto delle cimase della balaustrata, e balaustri delle scale, e suo basamento centinato sotto la fontanella del portico lavorati ciascuno, e sagomati a seconda delle rispettive modanature lun. l’uno ragguagliati un palmo, lar. ragguagliati pal. 6/12 grossi ragguagliati pal. 1/4 lavorati cò suoi piani, e lati puliti a coda di rondine con sue cornici, e casse simili in
Prima fase istruttoria: studio delle fonti
Scheda D
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opera in dette misure fermati con n.° 18 perni fondi l’uno li bughi pal 4/12, e n.° 2 spranche lun. l’una pal 10/12 fond. le grappe pal 1/12 il tutto commesso con gesso e mistura, e posti in opera, 23.30 che per n.° 25 simili assieme importano scudi Per la fattura di un bugo nel pieduccio di una palla di Porta Santa accanto la fontanella fond. pal 1/3 diametro pal. 1/12 fermato con gesso del Mro. che si valuta scudi =.45 Per la fattura d’avere stuccato tutte le commissure della scala a balaustrata della fontanella del Portico parte con gesso, e mistura, e parte con gesso e polvere di marmo, 4.50 che per tempo e spesa assimeme si considera scudi Per il rustico e fattura di n.° 5 tasselli di travertino eseguiti nelli scalini, che discendono dal portico alla villa lun. l’uno ragguagliati pal 1 1/12 lar. palmi 6/12 grossi ragguagliati pal 4/12 lavorati a coda di rondine con pelle piana sopra, posamento sotto segato, e lati puliti con spigoli, e fattura nei suddetti della cornice modinata con cordone, e sottogrado e sue casse simili in opera, ch’essendo n.° 5 simili in opera assieme importano compresa la mettitura in opera, ed 5.25 impiombatura di una spranca ad un orinatojo scudi Per rustico e fattura di diversi tasselli più necessari fatti nei diversi marmi mischi del pavimento semicircolare nel ripiano di detta scala, uno dei quali di verde antico lun. pal. 1 lar pal 1/2 gross. pal. 1/12 altro di bigio lun. pal. 2/3 x 5/12, altro simile di pal 1/12 x 1/12 attaccati con mistura, montati e pomiciati (?) con poco lustro, che si valutano assieme scudi 1.50 Per il tempo di n.° 5 giornate di un maestro scalpellino impiegati in startarire la patina muscosa ed invecchiata alle colonne di cipollino e di granito del portico del vestibolo suddetto del palazzo verso la villa con suoi capitelli ionici, e basi di marmo, facendo il simile con imperniciatura anche alla balaustrata e suo basamento di marmo, e pavonazzetto che fiancheggia la scalinata a due rampe, e scende al piazzale della villa con sua fontana intermedia, che compreso il costo dei mezzi necessarj, acqua forte, 8.= pennelli, e sponghe si considera scudi Somma in tutto scudi 136.05 Valutato il presente conto, e tarato a suoi giuste e doverosi prezzi secondo le respettive qualità, dimensioni e fatture dei lavori in esso descritti, e da me localmente riscontrati ascende in tutto 136.05 alla somma di scudi da cui dedotto il ribasso dell’8 per cento come sopra convenuto ossiano scudi
10.88
Si residua il netto da pagarsi a scudi centoventicinque e baj 17 moneta, dico scudi
125.17
Roma li 30 Novembre 1841 Giuseppe Marino Architetto Si è ricevuto il saldo del presente conto in scudi centoventicinque, baj 17 questo di 30 decembre 1841 Gio. Battista Ficardi
Prima fase istruttoria: studio delle fonti
Scheda D
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Individuazione dei lavori eseguiti sul prospetto verso il giardino di Villa Medici, secondo quanto riportato nel AFR, Cartone 49 n.5 f. 441-468 (1841) e Cartone 100 n. 9 f. 471-474 (1841), conservati negli archivi dell'Académie de France à Rome. Torrini 1. Raschiatura e stabilitura con una mano di bianco e due mani di tinta color travertino al parapetto a balaustra tra i due torrini; 2. Spicconatura, abbozzatura e stabilitura con colla a base di calce di parte del cornicione sotto la balaustra; 3. Spicconatura, abbozzatura e stabilitura con stucco bianco di diverse parti della cornice della finestra superiore; 4. Spicconatura, abbozzatura in calce, stabilitura e modellatura in stucco di ventitrè foglie di alloro nella grande corona che circonda la nicchia ovale tra le finestre; 5. Spicconatura, arricciatura e stesura di colla negli sfondi lisci del torrino; 6. Spicconatura, abbozzatura con gretoncini e stabilitura con stucco bianco della cornice delle nicchie, sia nella parte dritta che in quella centinata, dove fosse distaccata o mancante; 7. Spicconatura, abbozzatura e stabilitura con colla a base di calce dell'intero cornicione sotto la balaustra; 8. Raschiatura e stabilitura con una mano di bianco e due mani di tinta color travertino alle due facciate dei torrini al di sotto del piano della balaustra; 9. Ripresa con abbozzatura di gretoni e stabilitura con stucco bianco ad imitazione dell'antico di due grandi rappezzi della corona di alloro che circonda la nicchia ovale; 10. Abbozzatura in stucco bianco di diverse porzioni della cornice delle finestre. Porzione di facciata inferiore sopra la Loggia 1. Risarcitura di una consistente frattura che tagliava verticalmente il cornicione sommitale del prospetto, abbozzando e stabilendo con stucco bianco le varie modanature, ad imitazione perfetta delle porzioni antiche superstiti; 2. Ripresa di nuove porzioni di intonaco negli sfondi lisci tra le finestre, i mascheroni e i festoni di alloro; 3. Raschiatura, lavaggio con acqua e sabbia e stuccatura delle parti mancanti dei mascheroni e dei festoni; 4. Risarcitura con abbozzatura di calce e stabilitura in stucco bianco delle parti mancanti delle cornici delle finestre e di alcuni rappezzi nei bassorilievi; 5. Spicconatura, abbozzatura con calce e stabilitura con stucco bianco di tutte le parti mancanti delle cornici dei bassorilievi; 6. Raschiatura, lavaggio con acqua e sabbia e stuccatura delle parti mancanti del mascherone nel mezzo dell'archivolto e del fregio decorato; 7. Abbozzatura di calce e stabilitura con stucco bianco di gran parte del cornicione che gira attorno al bassorilievo raffigurante Ercole che lotta con il Leone; 8. Raschiatura, lavaggio con acqua e sabbia e stuccatura delle parti mancanti dei bassorilievi; 9. Raschiatura e stabilitura con una mano di bianco e due mani di tinta color travertino abbassato degli sfondi; 10. Abbozzatura e stabilitura con colla di calce dell'intero fascione inferiore interrotto dall'archivolto di travertino del portico; 11. Stuccatura di tutte le commessure del travertino che compone la trabeazione e le cornici e i parapetti delle due finestre laterali; 12. Stuccatura di tutte le commessure del travertino che compone le cornici e i parapetti delle due finestre laterali; 13. Raschiatura e stabilitura con una mano di bianco e due mani di tinta color travertino simile al vecchio dei pilastri di ordine ionico.
Prima fase istruttoria: studio delle fonti
Scheda D
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Ali laterali 1. Spicconatura delle parti di intonaco cadenti delle modanature del cornicione e rifacimento delle stesse tramite abbozzatura in calce e colla di stucco bianco, ad imitazione perfetta dell'antico; 2.Tamponatura e stabilitura in colla di calce di parte delle nicchie laterali per rinforzare la massa muraria dell'edificio; 3. Spicconatura, abbozzatura in calce e stabilitura in stucco bianco delle cornici delle quattro nicchie superiori; 4. Abbozzatura in calce e stabilitura in stucco bianco della cornice che collega i basamenti delle nicchie; 5. Spicconatura e ricostruzione delle cornici delle due finestre del mezzanino; 6. Spicconatura, abbozzatura con gretoncini e calce e stabilitura con stucco bianco di parte della cornice del bassorilievo intermedio; 7. Ricomposizione con chiodi e gretoncini degli aggetti delle due piccole cornici orizzontali che racchiudono il fregio antico; 8. Ricomposizione dell'aggetto con chiodi e gretoni, abbozzatura di calce e stabilitura in stucco bianco della corona d'alloro che circonda la nicchia verso il Portico; 9. Raschiatura manuale con piccoli ferri, lavaggio con acqua e sabbia per mezzo di spazzole, ripulitura con acquaforte allungata, risciacquo con acqua e stuccatura delle parti mancanti dei bassorilievi e del fregio decorato al di sotto di essi; 10. Spicconatura, abbozzatura in calce e stabilitura in stucco bianco di alcune parti della cornice del riquadro in basso che contiene gli antichi festoni a bucranio; 11. Risarcitura delle cornici delle nicchie laterali con stucco bianco, previa abbozzatura di calce; 12. Raschiatura e stabilitura con una mano di bianco e due mani di tinta color travertino abbassato ai fondi, avendo cura di rispettare tutti gli intagli di festoni e modanature.
Prospetto principale 1. 1626: costruzione del barbacane in cortina laterizia, in maniera che "li detti mattoni saranno messi in calce sottile et grassa per poter stuccare le loro commettiture"; 2. 1626: intonacatura e imbiancatura della facciata e stuccatura del cornicione; 3. 1626: realizzazione di una colla brodata alla genovese nella facciata verso la galleria per una lunghezza di 25 palmi (circa 5.50 m); 4. 1626: realizzazione di una colla brodata alla genovese sulla facciata, dalla soglia delle finestre del primo piano nobile fino al cornicione, per una lunghezza di 300 palmi (circa 66.00 m) e un'altezza di 53 palmi (circa 11.60 m); 5. 1626: rifacimento delle cornici sotto le soglie delle finestre del piano nobile, con uso di polvere di travertino; 6. 1757: realizzazione della stabilitura dove è mancante nella facciata verso la città.
Prima fase istruttoria: studio delle fonti
Scheda D
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Fig. 1 Facciata verso il giardino: individuazione dei lavori eseguiti sul prospetto verso il giardino di Villa Medici, secondo quanto riportato nel AFR, Cartone 49 n.5 f. 441-468 (1841) e Cartone 100 n. 9 f. 471-474 (1841)
Fig. 2 Facciata principale: individuazione dei lavori eseguiti sul prospetto verso il giardino di Villa Medici, secondo quanto riportato nel AFR, Cartone 49 n.5 f. 441-468 (1841) e Cartone 100 n. 9 f. 471-474 (1841)
Prima fase istruttoria: studio delle fonti
Scheda D
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Cartone 100 f.319, AFR (1878) Service des Batiments Civils Entretien annuel des Batiments Civils Travaux de Peintre et Vernisseur executes aux dependes de la Veuve Zecchini puor l’entretien annuel des Batiments de l’Académia Nationale de France a Rome dans le quatriene trimester de l’anneé 1878. […] On a ratissé, prepare et peint pour deux couches de demi-teinte aux surfaces sur la Villa du Palais de l’Academie et du Batiment de la Galerie del oeuvres en filatre; des measured developpes ensemble de metr: (10 x 6.30) 4 + (9 x 6.30 ) 2 + 70.00 x 11.00 + 107.00 x 19.00: sont ensemble metr carres 2970.00 : evaluant us travaus au prix de Fr: 0.28 puor chaque mètr carré, y compris les echelles et les echaffaudages […]
AFR, Cartone 416, II. Projects, plans, devis, comptes, paiements, honoraires, temoignages, photocopies – document, 1963 Direction des Services d’Architecture Batiments civils et palais nationaux Etablissement Academie de France (Villa Médicis) Rome DEVIS Des travaus de diverse nature à executer en vue de transformations, reparations, consolidation de l’immeuble principal et des studios de la Villa Médicis Description succinte des travaux figurant au present devis TRAVAUX DE MAÇONNERIE [...] 19°) Façade Villa Médicis 1) Echafaudages 2) Ravallement
1.500.000 Lire 500.000 Lire
[...] TRAVAUX DU PEINTRE [...] 6°) Ravallement extérieur 1) Raclage des anciennes peintures et preparation pour la nouvelle 2) Patine et vieillisement 3) Peinture des ouvertures
Prima fase istruttoria: studio delle fonti
8000 m2 200
1.600.000 Lire
8000 m2 100 8000 m2 500
800.000 Lire 400.000 Lire
Scheda D
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AFR, Cartone 416, II. Projects, plans, devis, comptes, paiements, honoraires, temoignages, photocopies – document, 1966 ARNOLFO CRUCIANELLI ROMA - VIA DELLE MURATTE 33
ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA IN ROMA ROMA - Villa Medici ALL’ILL.mo CAV. di GR. CR. ALESSANDRO VILLA Architetto del Governo Francese - ROMA
Conto delle opere pittoriche eseguite nella Villa Medici in Roma dal 18 ottobre 1965 al 30 luglio 1966 comprendenti in sintesi: L. 35.000
1° Ripresa pittorica nel vano dello scalone quando si è tolta la porta a vetri
2° Pulitura e ritocchi di porte dipinte a tempera e ad olio, patinate a cera al primo e L. 70.000 secondo piano. N. 14 x L. 5.000 = 3° Esecuzione pittorica di N. 12 grandi porte eseguite a tempera, cera e talchi colorati L. 240.000 N. 12 x L. 20.000 = 4° Esecuzione pittorica di n. 44 porte medie eseguite come sopra n.44 x L. 15.000 =
L. 660.000
5° Esecuzione di n. 3 porte piccole eseguite come sopra n. 3 x L. 8.000 =
L. 24.000
6° Patina pittorica a tempera di n. 13 mostre di travertino n. 13 x L. 5.000 =
L. 65.000
7° Patina pittoriva a tempera di n.4 mostre di finestra di travertino nella galleria n. 4 L. 12.000 x L. 3.000 = 8° Esecuzione a tempera delle patine pittoriche nelle pareti dello “Ingresso Sala-Bar” L. 113.376 mq. 51,77 x L. 2.190 = 9° Esecuzione a tempera delle patine pittoriche nelle pareti della “Sala-Bar” mq. 136,74 x L. 2.190 =
L. 299.460
10° Esecuzione a tempera delle patine pittoriche della “Facciata verso il L. 1.616.382 giardino” mq 898,00 x L. 1.800 = 11° Esecuzione a tempera delle patine pittoriche nel fabbricato a sinistra della facciata, nella zona bassa, e nella facciatina verso il bosco mq. 192.00 x L. 900 = L. 172.800 Totale L. 3.308.018 (diconsi lire tremilionitrecentoottomolazerodiciotto) Roma 15 ottobre 1966
[...] 10° Esecuzione a tempera delle patine pittoriche della facciata verso il giardino mediante: pulitura dei rilievi in marmo; scoprimento delle tinte sovrapposte, delle zone in stucco cinquecentesco nei completamenti dei rilievi marmorei ecc.; consolidamento, mediante iniezioni di caseato di clacio praticate con l’ausilio di pressatoi, delle zone in stucco nelle pari isolate dal fondo o cadenti; stuccatura della superficie generale con completamento delle parti mancanti negli stucchi eseguita a stucco romano; scoprimento delle tinteggiature sovrapposte delle finte finestre dipinte in affresco; tinte di preparazione chiara a corpo nelle zone alterate di tono; patina pittorica a più tinte a velature della superficie generale d’accordo con la Direzione dei
Prima fase istruttoria: studio delle fonti
Scheda D
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lavori e previa campionatura; ritocco pittorico delle finte finestre in affresco e delle zone di rilievi in stucco per renderli simili alle zone marmoree; fissaggio generale con silicato di soda. Misure in piano, vuoto per pieno, meno l’arcone centrale. facciatina di sinistra m. 15.50 x 15.00= “ di destra m. 15.50x 16.10= Zona sopra il tetto m. 20.60 x 1.70= Facciata centrale zona superiore m. 20.00x 14.10= “ “ “ bassa m. 6.20x 6.55= Fabbricato di sinistra, zona verticale m.15.00x 1.75= Nicchie e tondi in n.4 facciate delle torrette mq. 15.00x2=
mq. 232,50 mq. 249,55 mq. 37,08 mq. 282,00 mq. 40,61 mq. 26,25 mq. 30,00 Sommano mq. 897,99
Estratto dalla relazione tecnica di manutenzione della facciata sul piazzale, aprile-settembre 2009, Roma, AFR Nel corso della fase preliminare è stato verificato, attraverso l’osservazione ravvicinata delle superici, lo stato di conservazione delle stesse, effettuando un confronto con la mappatura eseguita nel corso del restauro della facciata (1996-1997) e della successiva osservazione effettuata nel 2004, in occasione di un pronto intervento sul cornicione. I depositi superficiali incoerenti erano localizzati nelle zone aggettanti. Poche e di scarsa entità le formazioni di croste nere. Più numerose ed estese le mancanze di adesione tra supporto murario e strati di preparazione e di finitura. La loro localizzazione, confrontata con la documentazione grafica del 2004, non ha evidenziato macroscopiche differenze. Nell’intervento attuale sono state dettagliate le informazioni, distinguendo tra il degrado che necessitava di un intervento immediato e quello che in un futura abbastanza prossimo (2 a 4 anni) potrebbe trasformarzi in una situazione di degrado più grave. Le stuccature e le microstuccature sono apparse in buono stato di conservazione. E’ stata rilevata l’alterazione cromatica di alcune zone, causata dal differente invecchiamento delle superfici, conseguenza del diverso assorbimento dei depositi incoerenti. Attraverso il semplice risciacquo delle superfici si è infatti ristabilita quasi totalmente l’unità cromatica e soltanto dove tale diversità creava un evidente disturbo visivo si è intervenuti con velature con colori ad acquarello. La tinteggiatura delle superfici è apparsa in uno stato di conservazione abbastanza buono, anche se in alcuno punti è stata rilevata la mancanza di efficacia del preotettivo superficiale. Differente è apparsa la situazione conservativa dei marmi: nel complesso apparivano più scuri rispetto alla superficio in marmorino, evidenziando ancora di più il differente invecchiamento dei materiali. Infatti, mentre per il marmorino è stato sufficiente spolverare e risciacquare le superfici, sui riquadri in marmo è stato necessario, dopo la rimozione dello sporco incoerente, effettuare la pulitura chimica, mediante applicazione, con carta giapponese, di soluzioni di sali inorganici. La manutenzione ha interessato anche le due torrette. Qui la situazione conservativa di è rivelata diversa, con forme di degrado più accentuate. L’intervento di manutenzione si è articolato in due momenti. Nel corso della prima fase sono state ispezionate le superfici ed è stata effettuata la documentazione fotografica ed il rilevamento grafico del degrado.
Prima fase istruttoria: studio delle fonti
Scheda D
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Nella seconda fase sono state effettuate le operazioni per eliminare le forme di degrado identificate nel corso della precedente verifica: a) spolveratura delle superfici; b) lavaggio delle superfici con acqua, spazzole morbide e tamponatura con spugne; c) rimozione dei depositi coerenti dalle zone interessate con mezzi chimici; d) ristabilimento dell’adesione tra supporto murario e strati preparatori; esecuzione di alcune stuccature in corrispondenza di fessurazioni; e) rifacimento delle parti mancanti del marmorino della zona inferiore (in basso a destra) della facciata laterale nord; f) reintegrazione della parti abrase della tinteggiatura, con particolare attenzione alle zone inferiori delle ali laterali della facciata; g)
applicazione di un protettivo superficiale.
Analisi dello stato di degrado della facciata verso il giardino effettuata in occasione della manutenzione straordinaria avvenuta nel 2009, AFR
Analisi dello stato di degrado, parte centrale della facciata
Prima fase istruttoria: studio delle fonti
Scheda D
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Analisi dello stato di degrado, ala sinistra
Analisi dello stato di degrado, ala destra
Prima fase istruttoria: studio delle fonti
Scheda D
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Seconda fase progettuale: Scheda E
Prospetto principale e prospetto nord di Villa Medici Sulla base dei conti del 18 Ottobre 1626 e del 27 Agosto 1627 (vedi: Scheda D - Misura e stima dei lavori del muratore Giovanni Antonio Gaburri alla nuova facciata di Villa Medici) risulta chiaro che: Le parti fondali dell’edificio erano realizzate in colla brodata alla genovese; Il cornicione, la cornice marcapiano che divide il piano terra dal piano nobile e tutte le altre modanature non in travertino erano stuccate; La balaustrata era tinteggiata del color del travertino. A ciò, si aggiungano le numerose viste risalenti al periodo compreso fra il XVII e il XIX secolo che hanno quasi sempre mostrato una facciata di Villa Medici chiara, del color del travertino. Tenendo conto, inoltre, degli ultimi restauri che sono stati fatti e che hanno riproposto un rivestimento del color del travertino, si giunge alla conclusione che: 1. Dalle parti fondali dell’edificio si rimuoverà il rivestimento attuale (un intonaco a calce del color del travertino) e si ripristinerà un rivestimento in colla brodata alla genovese (con gretoncini di travertino); 2. Il barbacane del prospetto principale rimarrà in cortina faccia vista, dal momento che, nonostante la fattura del paramento non sia eccellente, non ci sono basi per stabilire che in origine fosse intonacato; 3. Saranno stuccate tutte le mancanze di cornici e modanature; 4. Le parti in travertino saranno semplicemente pulite e trattate con un prodotto di protezione per rallentarne il degrado.
Legenda 1. Rimozione del rivestimento e successiva stesura di colla brodata alla genovese 2. Cortina faccia a vista 4. Stuccatura di cornici e modanature 5. Pulitura e protezione degli elementi in travertino Fig. 1 Facciata verso il giardino: individuazione degli interventi da eseguire
Seconda fase progettuale: individuazione e realizzazione del rivestimento
Scheda E
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Prospetto verso il giardino di Villa Medici Nei conti risalenti al 1841 (vedi: Scheda D - AFR, Cartone 49 n.5 f. 441-468 e Cartone 100 n. 9 f.471-474) è specificato che le parti modanate di cornicioni, fasce, cornici, festoni ed altro, sono da stabilire con stucco bianco, mentre le parti fondali sono da stabilire con una tinta color travertino abbassato mentre nel conto dei lavori del 16 Novembre 1648 (vedi: Scheda D - Pagamento dei lavori e ricevuta firmata da Giovanni Maria Sorrisi e Domenico Carabelli, A. S. F., Misc. Med. 3215, Fascio I; f. 389r) si afferma che alla facciata deve essere dato un colore tendente al candido, con gesso e mistura, e alli conci più scuro senza ulteriori specifiche. Ponendo attenzione ai vari dipinti rappresentanti questo prospetto, si nota come essi rilevino quasi sempre un rivestimento chiaro; spesso, inoltre, in cui si nota una certa differenza cromatica tra il color travertino delle cornici e della trabeazione della loggia e il resto del prospetto, sintomo che la facciata doveva essere accordata con i marmi dei bassorilievi antichi. In effetti, i recenti restauri guidati da Laura e Paolo Mora hanno proposto un rivestimento in stucco romano, che tuttavia presenta già i primi segni del degrado, probabilmente perché mal eseguito. Nell’intervento di restauro si intende: Conservare il rivestimento attuale in stucco con polvere di marmo; Rimuovere i rappezzi eseguiti recentemente che mal si accordano dal punto di vista cromatico e materico con il resto del prospetto; Pulire i marmi dei bassorilievi e delle colonne e i travertini delle modanature, avendo cura poi di proteggerli dal degrado con prodotti specifici.
Legenda Pulitura dei marmi e dei travertini Rimozione dei rappezzi Fig. 2 Facciata verso il giardino: interventi da eseguire sulla facciata
Seconda fase progettuale: individuazione e realizzazione del rivestimento
Scheda E
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Seconda fase progettuale: Scheda F
Prospetto principale e prospetto nord di Villa Medici Materiali: 1. 2. 3. 4. 5. 6.
Calce (grassello di calce, latte di calce); Colla brodata alla genovese (grassello di calce, sabbia bianca, gretoncini di travertino); Acqua; Spazzole, spruzzatori, pennelli, spugne, pennellesse, aspiratori; Fratazzo di spugna, spugne, americana; Prodotti protettivi (polisilossani, resine acriliche).
Interventi: Opere in pietra: 1. Rimozione dei depositi parzialmente aderenti (quali terriccio, guano, etc...) con acqua, spruzzatori, pennelli, spazzole di fibre naturali, spugne; 2. Protezione superficiale di elementi in pietra per rallentarne il degrado; da effettuare con resine acriliche in soluzione. Paramenti murari a faccia vista: 1. Rimozione di depositi superficiali incoerenti a secco con pennellesse, spazzole di fibre naturali e aspiratori, con relativa protezione delle superfici circostanti; 2. Stesura a spruzzo di acqua di calce. Intonaci: 1. Rimozione del solo strato di finitura (intonaco a calce tinteggiato color del travertino); 2. Realizzazione di un rivestimento superficiale in colla brodata alla genovese, ottenuta mediante miscela di grassello di calce e sabbia bianca, con aggiunta di gretoncini di travertino; da stendere con le scope, ovvero pennelloni molto duri di saggina; 3. Protezione superficiale mediante applicazione di prodotto protettivo ed eliminazione delle eccedenze di resina dalla superficie; da effettuare con polisilossano da applicare a pennello a due mani (con intervallo di almeno 8 ore), previa diluizione in peso con acqua pulita, su superfici asciutte e pulite da eventuali impurità. Stucchi: 1. Rimozione dei depositi superficiali incoerenti a secco con pennellesse, spazzole e aspiratori, con relativa protezione delle superfici circostanti; 2. Applicazione di protettivo superficiale e rimozione di eventuali eccessi del prodotto; da effettuare con resine acriliche in soluzione da stendere a pennello a due mani previa diluizione in acqua, su superfici asciutte e pulite da eventuali impurità.
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Prospetto verso il giardino di Villa Medici Materiali: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9.
Calce (grassello di calce, latte di calce); Malte a base di calce e pozzolana; Stucco a base di grassello di calce e polvere di marmo; Stucco a base di grassello di calce e polvere di travertino; Pigmenti naturali; Acqua; Spruzzatori, pennelli, spazzole, spugne, pennellesse, aspiratori; Fratazzo di spugna, spugne, americana, martellino pneumatico, bisturi; Prodotti protettivi (polisilossani, resine acriliche)
Interventi: Opere in pietra: 1. Rimozione dei depositi parzialmente aderenti (quali terriccio, guano, etc...) con acqua, spruzzatori, pennelli, spazzole di fibre naturali, spugne; 2. Applicazione di uno strato protettivo temporaneo con malta a base di calce idraulica e polvere di marmo, nei casi di disgregazione e/o polverizzazione degli antichi bassorilievi in marmo; a base di calce idraulica e polvere di travertino, nei casi di disgregazione e/o polverizzazione delle cornici delle finestre e dell’architrave che inquadra la loggia a piano terra; operazione atta a prevenire gli effetti dilavanti provocati da puliture; 3. Ristabilimento dell'adesione nei fenomeni di scagliatura ed esfoliazione dei bassorilievi in marmo, da eseguirsi mediante creazione di piccoli ponti in resina epossidica e successiva saturazione del distacco mediante infiltrazione di maltina idraulica a basso contenuto di sali; 4. Rimozione depositi superficiali coerenti con scarsa aderenza, concrezioni, incrostazioni e macchie solubili mediante irrorazione con impianto di nebulizzazione per sola acqua o acqua e aria; con protezione delle superfici circostanti mediante sistema di raccolta e deflusso delle acque di scarico e successiva rimozione meccanica dei depositi solubilizzati mediante pennellesse, bisturi, spazzole, specilli; 5. Microstuccatura in malta nei casi di esfoliazione, microfratturazione, microfessurazione, scagliatura, pitting per impedire o rallentare l'accesso dell'acqua piovana e/o dell'umidità atmosferica all'interno della pietra degradata; operazione eseguibile tenendo conto della composizione delle malte idonee per colorazione e granulometria, della lavorazione superficiale delle stesse e della pulitura di eventuali residui dalle superfici circostanti; 6. Revisione cromatica ad acquerello per l’ equilibratura delle stuccature, per eliminare gli squilibri eccessivi creatisi nel tono generale della pietra e/o tra la pietra e le stuccature; da eseguire con pennellessa, stendendo la velatura in passate regolari, avendo cura che il sottofondo sia adeguatamente asciutto; 7. Protezione superficiale di manufatti e monumenti in pietra per rallentarne il degrado; da effettuare con resine acriliche in soluzione. Dipinti murali: 1. Rimozione di depositi superficiali incoerenti (quali terriccio, polvere, etc.) a secco con pennellesse e piccoli aspiratori, con relativa protezione delle superfici circostanti; 2. Protezione superficiale mediante applicazione di resina acrilica in soluzione a bassa percentuale e successiva eliminazione delle eccedenze di resina dalla superficie; operazione da eseguire a pennello sull’intera superficie interessata a due mani, avendo cura che il sottofondo sia perfettamente pulito ed asciutto.
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Intonaci: 1. Rimozione di depositi superficiali incoerenti (quali terriccio, guano, polvere, etc...) a secco, con pennellesse e piccoli aspiratori, con relativa protezione delle superfici circostanti 2. Ristabilimento della coesione degli intonaci, in caso di disgregazione, mediante applicazione del prodotto consolidante fino a rifiuto, procedendo poi alla rimozione degli eccessi di prodotto applicato; da eseguire a due mani con resine acriliche in soluzione, avendo cura di attendere un’adeguata asciugatura del sottofondo; 3. Rimozione meccanica di stuccature eseguite durante precedenti interventi che per composizione o morfologia risultino inidonee alla superficie dell'intonaco (rappezzi in malta pozzolanica grigio chiaro e grigio scuro, rappezzi in malta cementizia); da effettuare con bisturi e martellino pneumatico, previo consolidamento e fissaggio dei bordi; 4. Rifacimento del sottofondo delle lacune tramite realizzazione: a. di un strato di rinzaffo: a base di calce e pozzolana; da stendere a mano su superfici inumidite in precedenza, per evitare un’essiccazione troppo rapida della malta; b. di uno strato di colla: costituito da 6 parti di calce e 3 parti di inerte (pozzolana) per una proporzione di 1:2, senza ulteriori aggiunte di acqua. Da stendere a due mani su superfici inumidite, per evitare che si formino delle crepe; successivo utilizzo del frattazzo di spugna o semplicemente di una spugna per rendere la superficie meno scabra e per avere uno spessore omogeneo dello strato, affinché il ritiro dell’impasto sia simile sull’intera area di intervento; uso dell’americana per “chiudere” l’intonaco; c. di uno strato di finitura: tinteggiatura a pennello in due mani con uso di latte di calce per rendere perfettamente liscio il sottofondo e successiva stesura di uno strato di finitura composto da grassello di calce e selezionate polveri di marmo, da miscelare con l’ausilio di un trapano mixer; la colla in stucco di marmo deve essere applicata con un frattazzo inox, stendendo uniformemente l’impasto per uno spessore di circa 2 mm, avendo cura di non creare sbavature, giunzioni, righe etc…; d. velatura superficiale: con effetto antichizzato raggiunto attraverso l’uso di pigmenti naturali, in modo da accordare cromaticamente i nuovi rappezzi e il rivestimento preesistente; da eseguire a due mani con pennellessa, stendendo lo strato in passate regolari, avendo cura che il sottofondo sia adeguatamente asciutto e pulito; 5. Protezione superficiale mediante applicazione di prodotto protettivo ed eliminazione delle eccedenze di resina dalla superficie; da effettuare con polisilossano da applicare a pennello a due mani (con intervallo di almeno 8 ore), previa diluizione in peso con acqua pulita, su superfici asciutte e pulite da eventuali impurità. Stucchi: 1. Rimozione dei depositi superficiali incoerenti a secco con pennellesse, spazzole e aspiratori, con relativa protezione delle superfici circostanti; 2. Ristabilimento dell'adesione tra supporto murario e intonaci mediante iniezione di malte idrauliche e successiva rimozione degli eccessi di prodotto consolidante; da iniettare con cannule, mediante pompe a bassa pressione (1.5 atm circa), avendo cura di diluire la malta con una quantità di acqua tale da conferire alla boiacca la fluidità desiderata (mediamente dai 5 ai 7 l di acqua ogni confezione da 15 Kg di malta); 3. Rimozione di stuccature in cemento tramite bisturi, previo fissaggio dei bordi; 4. Microstuccatura con malta nei casi di microfessurazione, microfratturazione e scagliatura, per impedire o contenere l'accesso di acqua piovana o di umidità atmosferica all'interno dei materiali costitutivi, tenendo conto della composizione di malte idonee per colorazione e granulometria, della lavorazione superficiale della malta e della pulitura di eventuali eccessi dalle superfici circostanti; 5. Revisione cromatica ad acquerello per l’ equilibratura delle stuccature, per eliminare gli squilibri eccessivi creatisi nel tono generale delle stuccature; da eseguire con pennellessa, stendendo la velatura in passate regolari, avendo cura che il sottofondo sia adeguatamente asciutto; 6. Applicazione di protettivo superficiale e rimozione di eventuali eccessi del prodotto; da effettuare con resine acriliche in soluzione da stendere a pennello a due mani previa diluizione in acqua, su superfici asciutte e pulite da eventuali impurità.
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Riferimenti Bibliografici
• • • • •
Schede tecniche G.Matt; Prezzario del Restauro dei Beni Artistici, 2010, ed. DEI; Prezzario del Recupero, della Ristrutturazione e della Manutenzione, II Semestre 2009, ed. DEI.
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Appendice - Il Piano di manutenzione dell’Opera e delle sue parti I lavori per il restauro del complesso di Villa Medici sono corredati, in fase di progetto esecutivo, da un documento complementare denominato Piano di Manutenzione dell’Opera e delle sue parti, redatto in conformità con l’art. 40 del D.P.R. n.554/99 e successive modifiche apportate dal D. Lgs 163/2006. Tale Piano ha il compito di pianificare e programmare l’attività di manutenzione dell’intervento, al fine di garantire nel tempo la funzionalità del bene, le sue caratteristiche di qualità, la sua l’efficienza ed il suo valore economico. Il Piano di manutenzione contiene i seguenti documenti operativi: - un manuale d’uso: riferito all’uso delle parti più importanti del bene ed in particolare agli impianti tecnologici; contiene l’insieme delle informazioni atte a permettere una corretta attività di conduzione e di vigilanza, al fine di riconoscere tempestivamente fenomeni di deterioramento anomalo e di sollecitare interventi specialistici; - un manuale di manutenzione: riferito alla manutenzione delle parti più importanti del bene ed in particolare agli impianti tecnologici; fornisce le indicazioni necessarie per la corretta manutenzione; - un programma di manutenzione: che prevede un sistema di controlli ed interventi da eseguire, a cadenze temporalmente o altrimenti prefissate, al fine di una correttta gestione del bene e delle sue parti nel corso degli anni. Il Piano di Manutenzione, redatto in fase di progetto, verrà poi sottoposto dal Direttore dei Lavori, al termine della realizzazione dell’intervento, al controllo e alla verifica di validità, con gli eventuali aggiornamenti resi necessari dai problemi emersi durante l’esecuzione dei lavori.
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Appendice: Relazione descrittiva inerente il workshop tenuto dai restauratori Antonio Forcellino e Alessandra Risolo il 14 e 15 Giugno 2012 presso la Facoltà di Architettura di Roma Tre, nella sede dell’ex-Mattatoio. L’elemento principale che caratterizza gli intonaci tradizionali è la calce, utilizzata nell’ambito della costruzione sin dall’antichità (III – II secolo a.C.) e che deriva dalla cottura ad elevate temperature della pietra, solitamente del calcare in Italia e in Grecia, e del gesso in Medio Oriente. Inoltre, esistono due tipi di calce: la calce aerea, che fa presa solo in presenza di aria, e la calce idraulica, forse più recente, capace di far presa sia nell’aria che nell’acqua. La cottura della pietra avviene in forni specifici, la cui prima descrizione risale al 160 a.C. ad opera dell’autore latino Marco Porcio Catone che, nel suo Liber de agri cultura, parlando de fornace calcaria (XXXVIII, I - IV), scrive: […] Costruite la fornace larga dieci piedi [~ 3 m] alta venti [~ 6 m]; alla sommità riducete la larghezza a soli tre piedi [~ 0.90 m]. Se cuocete con una sola bocca sarà necessario praticare all’interno una grande cavità, sufficiente a contenere la cenere, così che non debba mai essere estratta, e Costruite con molta cura il forno, facendo in modo che il basamento ne abbracci tutta l’area inferiore. Se invece cuocete in due bocche non ci sarà alcun bisogno della cavità; quando bisognerà estrarre la cenere la tirerete fuori da una delle due bocche mentre l’altra manterrà il fuoco. Badate bene di non far spegnere il fuoco neppure di notte. Caricate il forno con pietra calcarea di buona qualità, bianchissima e la meno porosa che sia possibile. Costruendo la fornace, date alla cappa una forte pendenza verso il basso; quando avrete scavato abbastanza, allora disponete il piano del focolare, in modo che sia più profondo possibile e non esposto al vento. Se non avete un posto per fare la fornace molto profonda, costruite la parte superiore di mattoni o in pietre con malta e rivestite all’esterno della sommità. Quando avrete acceso il fuoco, se la fiamma uscirà da qualche altro punto che non sia l’occhio superiore, bisognerà che li chiudiate con malta. Badate che non entri mai vento dalla bocca del forno, soprattutto se soffia da sud. Ecco quale sarà il segno che la calce è cotta: quando le pietre in alto saranno cotte, e quelle in basso anch’esse cotte, allora si sfalderanno e la fiamma uscirà meno fumosa. […]
Fig. 1 Ricostruzione della fornace da calce secondo Catone, De Agri cultura (XXXVIII, I - IV); da L’edilizia nell’antichità, C.F. Giuliani (2010)
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Durante il processo di cottura del calcare, si libera anidride carbonica e si assiste ad una contrazione del peso iniziale della pietra, da 1/10 a 1/5; si forma così la calce viva, ovvero ossido di calcio secondo la seguente formula: CaCO → CaO + CO2 – 42.6 Kcal Le temperature di cottura della calcinazione sono attorno agli 850 – 900° C, in quanto, se la temperatura è inferiore a tale intervallo, la cottura della pietra è meno uniforme, mentre se la temperatura è troppo alta, si ha la cottura di impurezze che rendono difficile l’idratazione. Successivamente, la calce viva viene trasferita in apposite vasche, dette di spegnimento, e immersa nell’acqua. In questa fase, si raggiungono temperature molto elevate (fino a 300°C) e, mentre parte dell’acqua evapora, un’altra parte viene assorbita dalla calce, con conseguente aumento di volume (circa del 10%). A ciclo concluso si ottiene la calce spenta, ovvero l’idrossido di calcio: CaO + H2O → Ca(OH)2 + 15.3 Kcal Dopo lo spegnimento, la calce viene lasciata a macerare in una fossa e poi irrorata, ottenendo così: il grassello (composta da 56 parti di calce e 36-54 parti di acqua), ovvero una pasta bianca, densa ed untuosa, che essicca all’aria; il latte di calce (con circa il 20-30% di acqua e il resto di calce), cioè una poltiglia meno consistente; l’acqua di calce, ovvero una soluzione limpida. Tuttavia, la calce spenta non deve essere bagnata tutta insieme con un solo getto di acqua, ma deve essere man mano annaffiata, affinché non si creino agglomerati che poi potrebbero generare alveoli negli intonaci.
Fig. 2 Grassello di calce, fotografia scattata presso G.MATT
La calce spenta viene poi unita agli inerti per la composizione degli intonaci; tali inerti possono essere di varia natura, ma generalmente vengono utilizzate: la pozzolana, usata soprattutto in ambito romano e laziale, e la sabbia di fiume, che si presta a possibilità minori. La pozzolana, infatti, ha la caratteristica di far presa anche in assenza di aria, ma comunque in presenza di acqua. In Italia, essa viene estratta soprattutto nella zona dei Campi Flegrei (pozzolana di colore grigio chiaro), nella campagna romana e in particolare a Tivoli (pozzolana di colore nero o grigio scuro) e nella zona del viterbese (pozzolana di colore rosso violaceo). Solitamente, nella preparazione degli intonaci di piccolo spessore (come colle e intonachini) la calce viene mescolata agli inerti in proporzione di 1:2. Fig. 3 I materiali utlizzati per la preparazione della Durante il workshop, si è proceduto alla preparazione colla: inerti e grassello di calce. L’acqua invece viene di un impasto per una colla da stendere sullo strato di utilizzare per bagnare il supporto murario. arriccio realizzato lo scorso anno, utilizzando: - 6 parti di inerte (sabbia sottile e pozzolana setacciata) - 3 parti di grassello di calce.
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L’impasto non prevede l’aggiunta di acqua. Prima di stendere la colla, è necessario bagnare la superficie, per evitare che si formino delle crepe. Lo spessore dello strato di intonaco deve essere il più omogeneo possibile, affinchè il ritiro dell’impasto sia simile sull’intera area di intervento; per questo scopo e per rendere la superficie meno scabra, si utilizza il fratazzo di spugna (anche se in questa maniera non si ottiene una finitura filologicamente corretta, dal momento che si tratta di una tecnica introdotta dalla Soprintendenza) o semplicemente una spugna. Nel caso in cui si debba intervenire sui rappezzi, all’ impasto di calce e pozzolana bisogna aggiungere dei pigmenti naturali, per riprodurre il colore del rivestimento preesistente; quindi si deve sovrapporre alla colla una velatura di patina a Fig. 4 L’impasto ottenuto una volta mischiati i diversi componenti. soluzione acquosa da stendere a pennello.
Fig. 5 Stesura dell’intonaco avvenuta utilizzando diversi strumenti: cazzuola, cazzuola americana, frattazzo e spugna.
Solitamente, dopo che il primo strato di colla si è asciugato, se ne stende un secondo, quindi l’intonaco viene “chiuso” con l’americana, in modo tale che la superficie, così trattata, sia pronta per essere tinteggiata; in seguito all’asciugatura, si procede alla stesura di due mani di calce molto liquida stesa a pennello per rendere perfettamente liscio il sottofondo, quindi si decide di lasciare la superficie in questo modo, oppure si stende una tinta ottenuta con calce molto diluita e pigmenti colorati miscelati in maniera diversa a seconda del colore che si vuole ottenere: - color travertino: terra di Siena naturale, terra d’ombra naturale e ombra bruciata naturale; - color celestino/dell’aria: nero di vite carbonizzato e calcinato; - color mattone: terra di Siena naturale, terra d’ombra e Fig. 5 Stesura dello strato di finitura a calce. terra di Siena bruciata.
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Inoltre, si deve tener conto che i colori a calce tendono a schiarire moltissimo, per cui appena stesi sembrano molto scuri. Oltre alla colla ordinaria, appena descritta e adoperata nelle fabbriche destinate alla tinteggiatura, esistono anche altri tipi di colla, come la colla di stucco di marmo (la più costosa e per questo utilizzata per le fabbriche monumemtali), la colla di stucco di travertino e la colla di stucco alla genovese. In particolare, la colla di stucco di marmo è realizzata miscelando una parte di grassello di calce e una di marmo di Carrara frantumato al mortaio; tale rivestimento, applicato per fingere una realizzazione in marmo di paramenti murari in muratura, ha uno spessore che va dai 2-3 mm fino a 1 cm, è di colore bianchissimo e per questo per le reintegrazioni è necessario mischiarla con pigmenti colorati o con altre polveri di marmo; inoltre, per ottenere una superficie perfettamente liscia e specchiata, all’impasto si può aggiungere del sapone di Marsiglia. La colla di stucco di travertino è realizzata impastando una parte di grassello di calce e una parte di polvere di travertino frantumato in mortaio, si stende con la cazzuola e ha uno spessore compreso tra i 3 mm e il cm; soprattutto nel Cinquecento e nel Seicento viene trattata superficialmente con la gradina, in modo che i segni lasciati dallo strumento simulino la lavorazione dei blocchi di travertino vero. La colla brodata alla genovese, invece, è realizzata utilizzando un impasto di grassello di calce e sabbia bianca cui vengono aggiunti gretoncini di marmo o di travertino e viene usata esclusivamente per gli esterni. Oltre alla composizione, le varie colle si distinguono anche per il prezzo: la colla di stucco di marmo era pagata circa 80-90 baiocchi, la colla di stucco di travertino era leggermente più economica, mentre la colla brodata alla genovese costava tra i 35 e i 45 baiocchi.
A
D
B
A
D
B E E
C
C
Fig. 6 (a sinistra) A: Tinta a base di calce color travertino stesa direttamente sulla muratura B: Latte di calce steso direttamente sulla muratura C: Tinta color dell’aria stesa su una base di latte di calce D: Tinta color travertino stesa su due mani di colla a base di calce e pozzolana. E: Tinta color dell’aria stesa su due mani di colla a base di calce e pozzolana.
Fig. 7 (a destra) A: Tinta a base di calce color travertino stesa direttamente sulla muratura B: Tinta color mattone stesa su una base di latte di calce C: Tinta color dell’aria stesa su una base di latte di calce D: Tinta color travertino stesa su due mani di colla a base di calce e pozzolana. E: Tinta color dell’aria stesa su due mani di colla a base di calce e pozzolana.
Fig. 8 Colla di stucco con polvere di marmo stesa su una colla a base di calce e pozzolana.
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Villa Medici - Misura e stima dell’intervento di restauro
Villa Medici è un complesso architettonico situato sulla collina del Pincio, a Roma, accanto a Trinità dei Monti. Attualmente, essa è sede dell’Accademia di Francia. Il suo nome si deve al Cardinale Ferdinando dè Medici che la acquistò dal Cardinale Giovanni Ricci da Montepulciano nel 1576; il Cardinal dè Medici diede avvio ad una serie di lavori di ristrutturazione, per i quali venne spesa una cifra pari al prezzo di acquisto della villa, ovvero 2000 scudi. Nel 1626, a causa di un dissesto di fondazione, l’edificio fu dotato di un barbacane nella facciata principale verso la città. Nel 1804 Villa Medici venne acquistata dal Governo francese e divenne sede dell’Académie de France à Rome.
Il progetto L’edificio è stato oggetto di restauro nella metà degli Anni Novanta del XX secolo; i responsabili dei lavori, l’architetto francese Didier Repellin e Laura Mora ritrovarono tracce di colla con polvere di marmo sulla facciata verso il giardino. Si decise, quindi, di riproporre quel tipo di rivestimento sul versante occidentale. Per quanto riguarda invece la facciata verso la città e il prospetto nord, nonostante si fossero ritrovate le tracce di un rivestimento in colla brodata alla genovese, si decise per un intonaco a base di calce color travertino. Il barbacane è rimasto in cortina a faccia vista. In accordo con quanto appena detto si decide di: 1. Attuare un piano di manutenzione (con cadenza di 3-5 anni) per quanto concerne la facciata verso il giardino, restaurata correttamente da un punto di vista prettamente filologico; 2. Riproporre un rivestimento in colla brodata alla genovese per la facciata nord e per il prospetto verso la città; 3. Pulire e trattare con un film protettivo trasparente la cortina laterizia del barbacane, in mancanza di documenti che attestino che fosse intonacato. Utenza e committenza Dal momento che Villa Medici è sede dell’Accademia di Francia, si ipotizza che un futuro restauro o comunque un piano di manutenzione per le sue superfici sia richiesto e sovvenzionato dal Governo francese. Materiali • Per l’arriccio: grassello di calce e pozzolana; • Per la colla brodata alla genovese: grassello di calce, gretoni di travertino; • Per lo stucco: grassello di calce e polvere di marmo • Pulitori e solventi.
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Maestranze • Manodopera specializzata (muratori, imbianchini, stuccatori, restauratori); è necessario che al cantiere lavorino quattro operai • Impresa esecutrice • Serie di professionisti che collaborano fra loro per le varie fasi realizzative del cantiere di restauro. Analisi del degrado Essendo stata restaurata in tempi relativamente recenti, non si riscontrano sulle superfici gravi danni dovuti al degrado, almeno per quanto riguarda la facciata principale. Quest’ultima, infatti, presenta solo delle strisce orizzontali che, parlando con la responsabile del restauro, Alessandra Risolo, sono i segni delle pontate, e quindi nulla hanno a che vedere con il degrado. Peggiore è la situazione della facciata sul giardino che presenta evidenti problemi dovuti: • all’umidità di risalita; • ai depositi superficiali; • all’alterazione cromatica del rivestimento (evidente soprattutto nei diversi rappezzi che sono stati già effettuati); • alla caduta dell’intonaco in alcuni punti, soprattutto in corrispondenza degli spigoli.
Caratteristiche del progetto 1. Operazioni di asportazione: eliminazione dell’intonaco incongruo; 2. Operazioni di pre-consolidamento: delle parti di intonaco decoese o distaccate; 3. Operazioni di pulitura: delle superfici lapidee (marmi, travertini) e delle superfici in genere per eliminare i depositi superficiali; 4. Operazioni di risarcitura: sulla facciata principale e sul prospetto nord riproposizione della colla brodata alla genovese (arriccio: grassello di calce e pozzolana; finitura superficiale: grassello di calce e gretoni di travertino); sulla facciata verso il giardino riproposizione di uno stucco di calce con polvere di marmo; 5. Operazioni di stuccatura, microstuccatura, integrazione: per cornici e modanature, qualora sia necessario; 6. Operazioni di consolidamento: applicazione di un film protettivo trasparente per la cortina del barbacane; 7. Opere di sicurezza: montaggio e smontaggio dei ponteggi.
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Prospetto principale verso la città di Villa Medici La facciata di Villa Medici, come già accennato, presenta un barbacane in cortina laterizia, aggiunto nel 1626; su di esso si addossano sei file di aperture a doppio ordine, disposte simmetricamente a tre su ogni lato, e un monumentale ingresso, posto sull'asse verticale, la cui presenza è sottolineata da due colonne oltre che da un incavo nella muratura. Al primo piano, la soluzione adottata è la medesima, solo che, in corrispondenza dell'ingresso, vi è qui un balcone, su cui è posizionata una vasca. Al prospetto principale si affianca, sul lato destro, un corpo leggermente arretrato, che nasconde l'antica scalinata che portava verso il giardino.
Fig. 1 Rilievo del prospetto principale
Calcolo delle superfici
Fig. 2 Vista del prospetto dal viale della Trinità dei Monti
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Prospetto Nord di Villa Medici Il prospetto settentrionale presenta una scanzione orizzontale e verticale determinata da un doppio ordine di aperture di cui quelle al piano terra corrispondono a quelle del primo piano nobile della facciata principale, mentre quelle al primo piano corrispondono a quelle del mezzanino, riconoscibili per la minore ampiezza e la cornice piĂš modesta.
Fig. 3 Rilievo del prospetto Nord
Calcolo delle superďŹ ci
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Prospetto verso il giardino di Villa Medici La facciata sul giardino, più aperta rispetto al prospetto principale, presenta una complessa articolazione degli spazi, dovuta soprattutto alla presenza di bassorilievi antichi della collezione Della valle e qui collocati nel 1578. Il prospetto è simmetrico in quanto consta di due avancorpi laterali su cui si attestano i torrini e di un corpo centrale, più ampio, in cui è stata ricavata al piano terra una loggia con serliana. Molti dei bassorilievi antichi sono stati reintegrati con stucco con polvere di marmo, causa il pessimo stato in cui riversavano prima dell'ultimo restauro.
Fig. 4 Rilievo del prospetto verso il giardino
Fig. 5 Il prospetto visto dal giardino
Calcolo delle superfici
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