VarTalent - Non Solo Musica - N°03/2015 - Komminuet

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VARTALENT Komminuet

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“Pasta col Nulla”

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FABIO CINTI

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L’Esame

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I deliri del

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Giuga

24

In copertina: Komminuet Staff VarTalent - NSM: Marco Consoli Luiz Henrique Belmiro Autori del mese: Cristiana Pivari Luiz Henrique Belmiro Giuseppe Calì Heike Köhler 
 Questo magazine non rappresenta una testata in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001.

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Komminuet Francesca Monte & Pietro Iossa Hanno partecipato all’ultima edizione di X Factor Italia e si sono subito fatti notare. Un duo fresco, con un sapore internazionale (forse troppo per il pubblico di X Factor). Francesca e Pietro, due voci, due menti, due cuori, i Komminuet.

“…a testa avanti la mia musa è la musica è l'unica amica davanti a tutti quei rimpianti rimpiango il giorno in cui ti ho conosciuta da quel momento l'anima si è resa muta…” Domenica - Komminuet
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Francesca Monte (27; cantautrice con molta esperienza alle spalle) e Pietro Iossa (18; un giovane “one man band” talentuoso ed eclettico) sono i Komminuet. Rientrati tra i finalisti di X-Factor 2014 riscuotendo enorme successo, rappresentano, ora, il nuovo orizzonte del mondo musicale italiano ed internazionale. La loro particolarità sta nella capacità di “fondere” tra loro i più vari generi musicali, dando vita ad un sound originale ed innovativo. Infatti, dallo stesso nome del duo, “Komminuet”, che trae la sua origine dal verbo latino comminuo (frantumare, rompere), emerge la loro aspirazione a “rompere gli schemi” del mondo musicale tradizionale, trasmettendo messaggi positivi al pubblico. Scopriamo qualcosa di più su questo duo emergente con un’intervista esclusiva!

In una riga, chi sono i Komminuet? Siamo due cantautori, musicisti, amiamo la musica a 360°, ci piace sperimentare e andare controcorrente. Com’è cominciata la vostra collaborazione professionale?

Viaggiare ti arricchisce, ti fa scoprire nuove realtà, culture, influenze musicali. Siamo stati ad Oslo in Norvegia nel Maggio del 2014 per una data del nostro tour e abbiamo trovato una realtà davvero interessante. Restando nel tema “viaggi”: quali sono le principali differenze, che più vi hanno

Ci siamo conosciuti in una sera di Novembre del

colpito, tra la realtà musicale italiana e

2013 e sin da subito c’è stata affinità.

quella straniera?

So che a entrambi piace “girare il mondo”.

La differenza sostanziale è che all’estero sono più

Cosa significa per voi viaggiare? Per un

aperti alle sperimentazioni musicali.

artista quanto, secondo voi, è importante viaggiare? www.vartalent.it

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Basti pensare a quante cover band (anche di

Capsule Collection unica per Puma in esclusiva

ottimo livello) esistono in Italia, che propongono

per Aw Lab.

sempre la stessa musica. Bisogna dare spazio in Italia, partendo dai locali, club, a nuovi generi musicali in voga in Europa e in tutto il mondo.

Una domanda per Pietro: so che i tuoi primi passi verso il mondo della musica sono stati un po’ ostacolati dai tuoi genitori. Che

So c he e n t ra m b i s i e te c res c i u t i n e l l a

c o n s i g l i o d a re s t i a d a l t r i t a l e n t i

cosiddetta “Terra dei Fuochi”. È una realtà

g i o v a n i s s i m i c o m e t e c h e n o n ha n n o

artisticamente fertile oppure agli artisti

l’appoggio della propria famiglia?

r i s u l t a p i u t t o s t o d i f f i c i l e r i u s c i re a “sfondare”? Pensate che il Nord offra più o meno opportunità di raggiungere il successo? Il sud è una terra bellissima, con mille difficoltà, una terra che pullula di artisti e colori. E’ molto p i ù d i f f i c i l e e m e r g e r e q u i . Ma c o n l a determinazione e la voglia di far sacrifici puoi arrivare dove vuoi. Il nord offre indubbiamente più possibilità. Una domanda per Francesca: da alcune interviste è emerso che sei un’appassionata di vari social network. Per te è essenziale che un artista si confronti con i nuovi mezzi della tecnologia e stia al passo coi tempi oppure ci sono altre strade per riuscire a comunicare efficacemente col pubblico? Francesca: Sono una social addicted. Mi piace confrontarmi personalmente con i miei fan e renderli partecipi della mia vita quotidiana oltre che artistica e farmi conoscere davvero, senza i filtri della televisione. Mi piace trattare anche temi sociali come il bullismo, la violenza sulle donne e parlarne a cuore aperto con i miei fan. Sono anche un’amante della moda, mi piace dare consigli sullo stile e il glamour. Infatti a Dicembre sono diventata testimonial di una

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Pietro: Il consiglio che posso dare ai giovanissimi è di non arrendersi mai, nonostante le mille difficoltà che puoi incontrare intraprendendo questo percorso. Pietro, è vero che ti piacerebbe modernizzare la musica classica e il jazz rendendoli più “commerciali”? Qual è il significato che attribuite a questo termine e quanto, per voi, è

importante

che

la

musica

sia

“commerciale”? Francesca e Pietro : Essere artisti non è una gara a chi ha più fan. Essere artisti non significa essere più propensi al commercio. Essere artisti significa esprimersi nel modo più sincero possibile. Ci lasciamo ispirare da vari generi musicali, dall’hip hop fino ad arrivare all’elettronica, al soul, alla musica classica. Abbiamo iniziato il percorso live ad X Factor innestando inserti di beatbox, rap e passi cantati tratti dai Vangeli su una composizione di Johann Sebastian Bach (“Aria sulla quarta corda”). Abbiamo unito la throat voice, l’elettronica, il rap, la beatbox e il canto con Emerge. La nostra unicità sta nei nostri inediti e nella rilettura di capolavori, che abbiamo proposto nel programma.

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Quale canzone avreste voluto scrivere e

P : Studio recitazione da sempre e amo andare

comporre personalmente?

sullo skate.

Francesca: Sigur Ros - Varuo.

Se aveste a disposizione una macchina che vi

Pietro: Eminem – Mockingbird.

permette di viaggiare nel tempo, come la usereste?

Con chi vi piacerebbe lavorare in futuro? Francesca: Mi piacerebbe lavorare con Fedez o con Rocco Hunt, ma il mio mito resta Steve Wonder. In questo momento sto collaborando con un top dj italiano famoso in tutto il mondo. Pietro: Non ne ho idea, ci sono molti artisti con cui vorrei collaborare… Avete altre passioni oltre a quella per la musica? F : Adoro la moda, sono un’ottima cuoca.

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“Ci lasciamo ispirare da vari generi musicali , dall’hip hop fino ad arrivare all’elettronica.”
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Francesca: Ritornerei nel 2007, per vivere

Come è nato il vostro singolo “Domenica”?

pienamente un’età che non ritornerà mai più.

Qualche curiosità al riguardo che potete

Non rifarei degli errori, anche se quegli errori

svelarci?

hanno formato la ragazza forte che oggi sono.

“Domenica” nasce in una fredda sera domenicale

Pietro : Nel futuro, per vedere “come me la

di marzo. Parla di una storia nata o mai nata, vera

spasso” fra trent’anni.

o falsa. I nostri fan si rispecchiano nei nostri testi

Immaginate di trovarvi davanti al “genio della lampada” e di avere la possibilità di esprimere un solo desiderio per ciascuno. Quale sarebbe? F : Ne ho realizzati tanti di desideri nella mia vita. Vorrei farmi conoscere ed apprezzare da un pubblico sempre più vasto per portare la mia musica ovunque e partecipare a Sanremo. Poco ambiziosa, insomma. Ma dopo dieci anni di gavetta voglio iniziare ad intravedere i frutti della semina. P : Continuare a fare musica senza vincoli.

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e questa è la cosa più bella per un artista. La nostra missione è di cambiare la vita di quei ragazzi più deboli, vittime di bullismo e di abusi psicologici. Non ci arrenderemo, nonostante le mille difficoltà . Abbiamo bisogno di raccontare, di raccontarci. Avete raggiunto la notorietà soprattutto grazie ad X-Factor. Quale pensate sia il futuro dei talent come nuova frontiera del successo? I talent sono un trampolino di lancio molto valido per farti conoscere dal grande pubblico. Poi però bisogna volare con le proprie ali.

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Siamo saliti sul palco di X Factor con la

arrivare tra la cerchia dei finalisti. Volere è

consapevolezza che questa esperienza non te la

potere.

regala nessuno. “Genio e solitudine”: qual è il luogo che più alimenta la vostra vena artistica?

Credete nel destino? Se sì, cosa pensate o sperate abbia in serbo per voi? Siamo noi a costruirci il destino, certo ci vuole

A casa davanti ad un pianoforte o in un parco

sempre un po’ di fortuna. Stiamo lavorando sodo

solitario.

anche a progetti da solisti. Non ci fermiamo mai.

La vostra collaborazione è cominciata nel

Un difetto e un pregio l’uno dell’altro.

2013. Avreste mai immaginato di fare tanta strada in così poco tempo? All’inizio non pensavamo di guadagnare così

Francesca : Pietro è sensibile, ma presuntuoso. Pietro : Talentuosa, ma permalosa.

tanti consensi da un pubblico formato

Abitudini o gesti scaramantici prima di

soprattutto da giovanissimi. Il nostro giudice,

salire sul palco?

Morgan, ci ha fatto rischiare molto con le sue sperimentazioni. Però, forse, è stato proprio grazie a queste sperimentazioni che la gente ci ha

Il nostro gesto prima di salire sul palco di X Factor era il famoso gesto “pugno contro pugno”, radicato nella cultura hip-hop.

a p p r e z z a t i e d a m a t i . Ab b i a m o s ce l to d i partecipare al talent perché ci sentivamo forti

Heike Köhler

della nostra unione, con un progetto musicale da proporre. La fusione di mondi apparentemente diversi che si uniscono per creare qualcosa di diverso. Ma non avremmo mai pensato di

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Assicurare è il nostro talento. ITAS assicuratori dal 1821.

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LA RICETTA DELLA “Pasta col Nulla” Fino a qui tutto bene - l’ultima settimana insieme dei cinque amici universitari L'ultimo weekend di cinque ragazzi che hanno studiato e vissuto a Pisa, nella stessa casa che è stata per loro teatro di amori nati e finiti, festeggiamenti per i trenta e lode e nottate passate insonni su libri indecifrabili. Adesso quel tempo di vita così acerbo, divertente e protetto, sta per finire. Ognuno prenderà direzioni diverse, andando incontro alle scelte che determinano il corso di una vita. Chi rimanendo nella sua città, Pisa, chi partendo a lavorare all'estero. Una metafora di una generazione chiamata ad una sfida. Questa la trama di un film semplice ma non scontato. www.vartalent.it

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Un film che “ti fa venir voglia di andare all’università e magiare la <<pasta col nulla>>”. Loro sono Cioni, un tipo un po’ smarrito capace di fare sesso con un cocomero per pochi euro e destinato a rientrare a casa dai genitori; Ilaria, ragazza moderna dal futuro incerto rimasta incinta da un padre <<occasionale>>; Vincenzo, lo studente modello, laureato in vulcanologia che dopo essersi fatto “un culo così” riceve un’interessante proposta di lavoro in Islanda; Francesca, fidanzata di Vincenzo, non condivide la sua scelta ma continua a sperare in una carriera artistica come attrice, insieme ad Andrea, giovane decisamente disilluso dalla mancanza di “futuro” e dalla separazione da Marta, che invece “ce l’ha fatta”. Poi c’era Michele, loro amico ed ex coinquilino, che ora non c’è più. Il mantra di “Fino a qui tutto bene” è: «ma che facciamo, ci arrendiamo?». Un ritratto reale di quelle che sono le problematiche quotidiane dei giovani studenti universitari; le bollette (con)divise, l’alcool sottocosto, la muffa nel frigo, la pasta col nulla, i lavandini pieni di piatti da lavare, il futuro incerto, l’amicizia. “La naturalezza e l’empatia” sono le parole utilizzate da Roy Menarini per descrivere questa impresa cinematografica, capitanata da Roan Johnson, che vede un nuovo modo di fare cinema ovvero una formula produttiva dal basso, che ha permesso di costruire una sorta di cooperazione tra realizzatori e interpreti. Un tenero e divertente addio alla giovinezza, dove si riscopre che in fondo l'amicizia è più importante dell’amore. (l.h.b.)

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FABIO CINTI DA CONOSCERE Ho avuto il piacere di incontrarti, durante uno

Autore (televisivo, di testi e libri), musicista,

dei tuoi tanti concerti, e di fare due chiacchiere

compositore, cantautore. Si leggono tante cose

con te sul tuo lavoro, la tua musica, le tue

diverse su quello che sei e quello che fai. Vorrei

passioni. Purtroppo il tempo è tiranno ed è

sapere da te chi sei oggi e chi vorresti essere

passato in fretta ma le domande che avrei voluto

domani.

farti sono ancora tante, e da qui nasce l’idea dell’intervista.

In realtà nella mia vita quotidiana non ho mai fatto troppa distinzione tra le cose che faccio. È come se

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tutto confluisse in un unico contenitore. C’è un

c’è stato un vero e proprio bisogno, una spinta a

pensiero, alla base, in costante evoluzione - immagino

scriverlo. I social network sono diventati il calderone

che sia per tutti così - e in ogni tipo di lavoro, che sia

dentro cui - lo sappiamo ma ci lasciamo coinvolgere

scrivere una canzone o lavorare dietro le quinte di un

ugualmente - si vomitano critiche con le quali si

format tv, quel pensiero detta le linee guida. Non è un

vorrebbe cambiare il mondo. Assodato che non è così,

pensiero fisso, però, un dogma, ma è piuttosto

dopo un’ennesima dichiarazione infelice di Ratzinger

mute vole rispetto al le so vrapposizioni del le

(“le coppie omosessuali sono una minaccia per la

esperienze, dei successi e degli errori. Per questo

società”), invece di scrivere su Facebook che non solo

motivo ciò che sarò domani dipende esclusivamente

aveva torto ma che la minaccia erano proprio i

da come mi comporto oggi, da quello che sarò in

violenti che lui stava autorizzando a picchiare una

grado di far succedere.

minoranza, ho scritto questa canzone. Che parla, appunto, di protezione.

“Dicono che siamo contro natura / Eppure i tuoi occhi assomigliano tanto alle stelle”. Nel 2013,

Franco Battiato e Morgan. Nomi importanti con i

con “Dicono di noi”, sei stato nominato al premio

quali hai collaborato e collabori tuttora. Mi hai

“Amnesty International”. L’ho ascoltato più e più

sottolineato il fatto che Franco Battiato sia il tuo

volte e, senza ombra di dubbio, è uno dei brani più

mito, infatti lo ritroviamo spesso nella tua

dolci, viscerali e sinceri che abbia mai ascoltato.

musica. Com’è conoscere il proprio mito e poter

Quando e perché hai avuto il bisogno di scriverlo?

collaborare così da vicino? Battiato ha scritto un brano per te, che è inserito in uno dei tuoi ultimi

Intanto grazie. Nel caso specifico di questa canzone

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album, “Devo”.

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Sono due persone che, in modo molto diverso,

“Lo sai che ci vorrebbe un accumulatore per

spiccano nella loro personalità, come è evidente. Con

l’amore”. Questa frase “very hi-tech” mi ha molto

Battiato ho un rapporto più indiretto, fatto di scambi

colpito e divertito, così come il brano da cui è

di mail o di consigli telefonici. È sempre molto

tratta, “Amore elettrico”. Quanto del tuo lavoro è

preciso e premuroso nelle risposte, assolutamente

frutto d’ispirazione e quanto di ricerca?

sincero e spesso di una simpatia che non ti aspetti. È un uomo (saggio) di settant’anni, con un’esperienza

Nel mio caso l’ispirazione spesso viene dalla curiosità

professionale e di vita non solo rara ma anche

per la ricerca. Ho una fortissima attrazione per

difficilmente arrivarile per via della sua caparbietà

l’ignoto, per esempio. Mi conquista sapere che c’è

nello studio e nella dedizione in quello che fa. Credo

qualcosa che non conosco, mettere il piede nel buio e

che anche una conoscenza più approfondita non

nel vuoto con la speranza che accada qualcosa di

cambi la sensazione di grandezza che hai di lui quando

inaspettato. Quindi, la volontà di cercare genera

ci hai a che fare direttamente.

ispirazione. È per questo motivo che spesso le cose che scrivo hanno un aspetto cangiante, a volte gelido e

Con Morgan invece è nata un’amicizia e siete

distante, a volte molto emotivo. Fa parte del percorso.

diventati persino coinquilini per un periodo.

In ogni caso tifo di più per l’anima che per il cuore…

Dev’essere stata un’esperienza molto forte visto che hai voluto scrivere un libro, che si intitola

Cosa manca nel panorama musicale italiano e

“Un anno d’amor(gan)”. Come lo definiresti (il

cosa invece “abbonda”?

libro, “il” Morgan, il periodo)? Credo che non manchi niente e che ci sia Con Morgan c’è una differenza d’età molto minore e

un’abbondanza di tutto, cose orribili e cose

quindi anche un bagaglio culturale simile, gli interessi,

eccezionali. Piuttosto ribalterei la domanda: cosa

lo sguardo al futuro. Siamo stati come due fratelli.

manca nel pubblico italiano, e cosa abbonda?

Quando ricapita, di tanto in tanto, nonostante qualche naturale ostacolo nel cammino, rimane quella

Un libro che, secondo te, tutti dovrebbero leggere.

sensazione. Mi ha insegnato molto, spero di aver fatto anch’io la mia parte.

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Pensa, una volta feci io la stessa domanda a una mia

mutata. Esiste il rispetto cronologico tra la

professoressa del liceo, una di quelle che si stimano

scrittura e la pubblicazione dei tuoi brani o

tanto, che ci faceva sembrare l’Iliade un’avvincente

aspetti che maturino e escano nel tempo giusto?

serie tv... Mi rispose così: il vocabolario. Succedono entrambe le cose. A volte il filo di un In alcune tue interviste ti sento parlare di

discorso lasciato in sospeso tempo addietro ritorna in

“urgenze ed esigenze creative”. Quali sono in

una nuova canzone e così la cronologia della nuova si

questo momento le tue?

tira dietro la vecchia, che aspettava e che ora torna a essere nuova. Non è tanto un fatto di maturazione,

Hai presente quando ascolti una canzone per la prima

poi, quanto di coerenza all’interno di un lavoro più

volta e ti piace tantissimo? Ecco, quella sensazione ai

ampio, di un album appunto. In genere decido (in

successivi ascolti la proverai sempre meno, fino a non

modo naturale) qual è l’argomento che voglio

sentirla più! In questo momento vorrei essere

approfondire e di cui voglio parlare e così se c’è

dimenticato e ricominciare da capo.

qualcosa nel cassetto di pronto ecco che allora è il suo turno.

Da “L’esempio delle Mele” a “Tutto t’orna” sono passati pochi anni ma la tua capacità di

Quello che colpisce nei tuoi testi è che sembrano

raccontare il mondo (il tuo mondo e come

dipinti talmente ricchi, seppur semplici e puri,

percepisci quello degli altri) è sensibilmente

impossibili da visualizzare in un unico sguardo. Mi risulta complicato passare da un brano all’altro senza fermarmi un po’ e continuare a “guardarli ”, nel silenzio. Lo fai apposta <<sorrisi>>? La ricerca della semplice complessità, così la chiamerei, ancora pienamente in corso - e forse senza fine - porta a questo. Come mettere insieme i ricordi di un sogno frammentato che ti appare complesso, ma appena cogli il senso, se trovi la linearità, allora diventa tutto molto semplice, e il gioco è proprio questo. In fondo il cubo di Rubik ha solo delle semplici facce colorate! Un mio grosso limite è che non riesco a intendere nessuna forma d’arte come qualcosa che appartenga già al fruitore. Se ascolti una canzone e dopo dieci secondi la canti e sai dove va a parare vuol dire che era già in te e che chi l’ha scritta ha sfruttato questo meccanismo molto comune dell’immedesimazione. È un modo che non critico bisogna anche essere bravi a farlo - ma che non mi interessa affatto.

“FQ” è il tuo ultimo lavoro (lo potete trovare in free download qui). Lo hai definito durante la www.vartalent.it

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nostra chiacchierata un esperimento “assurdo più che altro”. Un cambio direzione o semplicemente un’esasperazione di quello che “frulla” nella tua mente? Quando ho ascoltato quei cinque brani di fila avevano una coerenza nella loro assurdità,

brani che

contengono parti messe assieme quasi forzatamente, come per esempio un improvviso canto regolare, da cantautore, all’interno di una struttura elettronica neanche tanto ben definita. Ci sono delle oasi in quei brani, delle isole di conforto. Il resto è molto duro. È una parte di me.

Sei felice? Sono sereno e fortunato: è abbastanza per essere felici?

Fatti una domanda e datti una risposta. Quella domanda che nessuno ti ha mai posto. La d o m a n d a a l l a q u a l e h a i s e m p re v o l u t o rispondere. Questa te l’ha suggerita Marzullo? <<rido>> Grazie per il tempo a noi dedicato e in bocca al lupo. Grazie a te! Evviva i lupi! Luiz Henrique Belmiro

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Il Giullare di Stampa

L’Esame Quella mattina Roberta sentiva fremiti lungo il corpo e un leggero dolore che le stringeva lo stomaco. Aspettava quell’esame da mesi, in facoltà dicevano che quel professore era tremendo, bocciava tutti, ma aveva un punto debole: era un maniaco!! La ragazza si alzò presto quella mattina, dopo una notte insonne e agitata, bevve un caffè ed entrò in bagno. Visto che era arrivato il primo, torrido, caldo della stagione e visto l’esame e il tipo di professore avrebbe potuto sfruttare le sue doti fisiche per fare colpo sul docente, frastornandolo a tal punto da fargli scrivere un bel trenta sul libretto universitario. Mentre lavava le sue paure sotto la doccia, guardò con attenzione il suo corpo. Osservò le sue gambe già abbronzate da pochi giorni di mare, le trovò eccitanti, messe in mostra l’avrebbero resa vincente. L’acqua carezzava la sua pelle provocandole leggeri brividi che si intensificavano quando la spugna premeva forte sui suoi punti più deboli. Ammirò il suo seno, sodo, eretto come una cima inesplorata, le sue aureole splendevano sotto il velo della schiuma. L’adrenalina pizzicava il suo piacere e un leggero compiacimento la portò ad emettere un forte sospiro di soddisfazione. Terminata la doccia, passò delicatamente sul corpo una crema idratante alla vaniglia, ed ogni gesto di quel rituale preparatorio le donava sicurezza, anche se la paura si insediava sempre più nel suo animo in tensione. Si vestì con cura scegliendo una maliziosa scollatura e uno spacco intrigante su una gonna che copriva ben poco. Voleva essere sexy come non mai! Passò ai trucchi, facendo scivolare generosa il rossetto sulle sue soffici labbra, sentiva il calore del suo respiro agitato sulle mani. Si incipriò quindi il naso, un leggero trucco sugli occhi ed era pronta. Cercò di mantenersi calma nel caos del traffico mattutino, ma non riusciva. Il dolore allo stomaco era tornato e non la mollava un attimo, anzi aumentava a dismisura ogni volta che inveiva contro gli altri automobilisti. L’attesa del suo turno fu però più dolce, lo sguardo di tutti gli uomini presenti in facoltà le confermavano che grazie al suo aspetto avrebbe affrontato l’esame con maggiore certezza, vincendo quell’immane sfida. Era quasi arrivato il momento, tra poco toccava a lei, forse era meglio sbottonare un po’ di più la camicetta. Mentre studiava come rendere più fatale il suo grazioso aspetto, fu distratta dal rumore di un pianto, vide infatti accanto a sé una ragazza che singhiozzava per il fallimento del suo terzo tentativo di superare quell’esame, cercò di non farsi intimorire, anche perché quella era una grassona e di certo il Professore non aveva apprezzato le sue grazie. www.vartalent.it

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Attorno alla ragazza disperata si formò un nugolo di studenti, come api attorno al miele, che commentava: “Ma che ci fa quella vipera dell’Assistente qui?” “E’ molto peggio di quel maniaco, questa non ha pietà!” “ Dicono che il professore ha avuto un incidente e oggi lo sostituisce questa stronza…!”. Giuseppe Calì

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i p s i r C

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I deliri del

Giuga

Il Giuga investigatore non si era mai visto, ma a volte bisogna fare di necessità mestiere, soprattutto per il bene della famiglia. Il vecchio padre non la racconta giusta, ma non ho nessuna intenzione di farlo notare alla Gilda. Ci rimarrebbe troppo male e poi è solo una mia sensazione. Stamattina a colazione me lo sono trovato in cucina mentre di solito, a quell'ora, era già in ditta da almeno tre ore. Puzzava di profumo come una bagasciona d'antan e aveva pure un paio di occhiali nuovi con la montatura sfumata sul viola e, cosa oltremodo sospetta, mi ha salutato calorosamente come se non fossi nemmeno suo figlio, battendomi pure la mano sulla spalla. «Come te la passi, figlio mio?», mi ha chiesto e io ho avuto l'impulso immediato di girarmi per vedere se c'era qualcun altro in cucina, magari un figlio illegittimo saltato fuori all'improvviso. C'ero solo io e dunque sono stato al gioco e gli ho risposto che me la passavo senza infamia ne' lode. Ha riso e poi, finendo di sorseggiare il caffè, ha preso la sua ventiquattro ore e si è avviato verso la porta non prima di avere urlato un ciao tesoro all'indirizzo di mia madre che stava avanzando lungo il corridoio. Ora i casi sono due:o un alieno si è impossessato del corpo di mio padre, o mio padre ha l'amante per davvero. Propendo per la seconda ipotesi e oggi, visto che non ho in ballo nulla di importante (quando mai ce l'hai, direte voi e io vi rispondo di farvi gli affaracci vostri), ho deciso che farò un salto in ditta così, se c'è qualcosa che non va lo constato di persona. Avete notato la ricercatezza dei verbi? Se non l'avete notato, ora lo farete, lo so. Finisco di consumare un'abbondante colazione, visto che la sera prima il paninozzo al prosciutto mi ha lasciato una voragine da colmare e, dopo un pacchetto di fette biscottate con burro e marmellata, uno yogurt al limone, due caffè e una spremuta di arancio, sono pronto ad affrontare la mia giornata da Tom Ponzi, e se non sapete chi è andate su Wikipedia. Mi sono vestito carino, e per carino intendo completo grigio con il pantalone stretto in fondo e camicia a righine e mia madre, quando mi ha visto scendere, mi ha chiesto se andavo a sposarmi a sua insaputa. Trasuda ironia la mia famiglia... Le ho detto che mi sarei sposato alle 11 solo in municipio e che www.vartalent.it

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poi un aperitivo al bar vicino avrebbe fatto le veci del rinfresco. C'è la crisi. La sposa? Una tipa che mi sposava per interesse, ma che io amavo alla follia. Siamo troppo simpatici in questa famiglia, talmente simpatici che ora il figliol prodigo finge un interessamento per quel che riguarda l'azienda di famiglia mentre, invece, va a ficcare il naso negli affaracci di suo padre. Le chiedo le chiavi della macchina, lei non fa una piega e, dopo qualche minuto, sono a bordo della Panda della Gilda che stona un po' con il mio abbigliamento azzimato ma non c'è di meglio nel parco macchine della famiglia Gagliardo. Arrivato davanti al mobilificio parcheggio la Panda in un posto un po' defilato, non voglio correre il rischio che il padre mi veda dalle finestre del suo ufficio, deve essere una sorpresa completa. Magari lo sorprendo con la segretaria sulle ginocchia. Mi prende il panico. E se accadesse davvero, cosa dovrei fare o dirgli? Oh mamma, speriamo di no. Entro indisturbato, la vigilanza deve essere andata a farsi un caffè lungo, e imbocco il corridoio che porta all'ufficio di mio padre e la vedo. Ammetto che ultimamente non frequento troppo il genere femminile, che il mio ideale di donna è fermo ad Angelina Jolie che sta invecchiando con la mia ammirazione addosso, ma quel che vedo è qualcosa di stupefacente, fantastico, sconvolgente. L'astinenza, penserete voi, porta a esagerare. Mettiamoci pure anche quella, ma vi assicuro che la ragazza merita una copertina. Avanza lungo il corridoio con una cartella in mano. Gambe lunghissime con polpaccio tornito e quasi parlante, gonna fasciante al ginocchio e camicetta accollatissima che si adagia birichina su una quinta misura. Capelli biondi raccolti in chignon e occhi di un azzurro celestiale… «La stavo aspettando», mi dice allargandosi in un sorriso che lascia intravedere dei denti bianchi che quasi mi abbagliano. Mi stava aspettando? Che storia è questa? Ma decido di stare al gioco così scoprirò quale identità ha deciso di appiopparmi. Le porgo la mano e sorrido pure io. «Il signor Gagliardo in questo momento è in falegnameria, c'è stato un piccolo problema, ma fra qualche minuto sarà qua. Se intanto vuole gradire un caffè glielo faccio portare». Sta facendo tutto lei, io non so nemmeno chi sono, vuoi che la bellezza quando è troppa mi destabilizza, vuoi che non ho ancora capito con chi mi ha scambiato. Accetto il caffè e lei mi fa accomodare nel divanetto che conosco fin troppo bene perché è lo stesso dove da bambino, quando mia madre teneva la contabilità della ditta, mi faceva fare il riposino e io mi svegliavo tutto sudato perché dormiteci voi su un divano di pelle... Torna con il caffè e me lo porge, poi si siede alla scrivania e muove con la mano laccata di rosso, non la mano le unghie ma sono confuso, il mouse e io vorrei essere lui in questo momento. Alza gli occhi per guardarmi e poi dice: «I preventivi che ci avete fatto sono molto convenienti, ma non ha portato con sé un campione della stoffa?», e guarda ai miei piedi dove non c'è nessuna valigetta che potrebbe contenere dei campioni. Dunque sono un rappresentante e sono pure innamorato cotto di questa che dovrebbe essere ucraina e parla l'italiano meglio di me. «Beh, no», rispondo io che ormai mi esprimo soltanto a monosillabi o con cenni del capo e a questo punto la bella russa deve pensare che io sia un po' scemo. E intanto passano i minuti, c'è il rischio che appaia il pater e io non sono arrivato a capo di nulla. www.vartalent.it

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«Che tipo è il capo?», butto lì per tirarmi avanti. «Una brava persona, gentile. Pensa che mi ha assunta sulla parola. Sono molto contenta di questo lavoro», risponde, passando al tu. Non mi dà per nulla l'idea dell'amante segreta e dunque potrebbe diventare la mia di amante. O no? Io l'amo e lei imparerà a farlo, col tempo. La tossetta stizzosa di mio padre annuncia il suo arrivo e allora mi alzo in piedi prontamente e se ci fosse una botola segreta mi ci infilerei. Che figura del cavolo, e siamo solo al primo appuntamento. «Che ci fai qui?», dice vedendomi, ma io non lo lascio finire lo trascino per un braccio, lo porto dentro il suo ufficio e chiudo la porta. «Ti sei impazzito per caso?», mi chiede scrollandosi dal braccio la mia mano. «Fammi spiegare…» «Non c'è nulla da spiegare, è talmente chiaro che volevi dare un'occhiata alla nuova segretaria. Sei il solito bamboccione», e ride. Rimango dubbioso, non ha avuto una reazione arrabbiata e ride pure e allora gioco a carte scoperte: «Non è la tua amante, vero papà?», e quando mi esce sono già pentito di quello che ho detto. Lui mi guarda e poi inizia a ridere come un pazzo e sembra non fermarsi più. Mi contagia e rido anch'io come un pazzo e non ricordo sia mai successa prima, una cosa così. «Magari», balbetta fra le lacrime. «Eri così allegro e profumato». «Allegro...profumato, ahahahahah». Oh miodio mi fa un infarto. Finalmente smette di ridere e poi dice: «Tu hai pensato che io e Ursula..» Odio i puntini di sospensione ma quando ci vogliono ci vogliono. «Ma va' scemo, un'altra come tua madre dove la trovo?». A questo punto me ne sto zitto che è meglio e penso alla maniera per farmi perdonare dalla mia futura fidanzata. Mi cade l'occhio sul calendario a muro e allora esco di corsa, mi paro davanti ala sua scrivania, le porgo la mano e dico: «Piacere, sono Giulio Gagliardo l'erede della dinastia e non te la prendere perché oggi è il primo d'aprile e il pesce ci voleva». Lei mi guarda e sembra non capire. Che in Ucraina non conoscano questa tradizione? Stay tuned che vi racconterò… Crispi

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