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VARTALENT Kenny Ray’s
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Come affrontare un casting
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Tarli di Natale
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VarTalent ’14 – La Compilation
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VarTalent ’15 – Il Concorso
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I deliri del Giuga 4
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In copertina: Kenny Ray Staff VarTalent - NSM: Marco Consoli Luiz Henrique Belmiro Autori del mese: Cristiana Pivari Luiz Henrique Belmiro Paola Taufer Giuseppe Calì
Questo magazine non rappresenta una testata in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001.
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Kenny Ray’s New Life Lo abbiamo conosciuto nel 2011, quando ha vinto la seconda edizione del Talent Show VarTalent. Oggi è diventato una pop star emergente a livello internazionale e vanta collaborazione con artisti del calibro di Shaggy, Pitbull, Jason Derulo, HD, RJ Justice, Gabry Ponte, Spyne e Dino Brow.
Lui si chiama Kenny Ray e ora vive tra l’Inghilterra e l’Italia, continua ad affermarsi nel mondo della musica e con i suoi “soci di palco” può urlare sempre più forte: “We're like a rockstar”. Cantante, ballerini, coreografo, Kenny Ray cura ogni minimo particolare di ogni sua performance e dimostra ogni volta che sale sul palco che è una vera Pop Star!
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Nome: Kenny Ray Città natale: Salvador de Bahia - Brasile Cittadinanza: U.S.A./ITA Città di Residenza: Londra (ancora per poco) Canzone preferita: Ho una selezione di artisti a cui tengo particolarmente ma non ho brani preferiti. Prima volta sul palco: In prima elementare davanti a tutta la scuola. Ultima volta sul palco: Ministry of Sound a Londra a settembre 2014. E nel fra tempo: Italia Music Awards, Music Summer Festival Tezenis Live, Coca Cola Summer Festival e moltissimi club esclusivi ad Ibiza, Los Angeles e a Londra. Il prossimo passo: Una tournée estiva negli Stati Uniti.
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La differenza tra il mondo della musica in Inghilterra ed in Italia? Le differenze sono tantissime. Partiamo dal presupposto che in Italia non esiste la cultura della meritocrazia, lo vediamo in tutti gli ambiti del nostro paese. Ho frequentato e fatto musica in tutti i livelli della musica italiana e posso dire per esperienza personale che essere apprezzati per i propri meriti è rarissimo, cosa diametralmente opposta a Londra, dove chi si fa “il culo” per raggiungere un obiettivo viene notato per il proprio talento e la propria caparbietà. La cultura musicale è molto diversa. Essendo a s t r e t to co n t a t to co n l ’ A m e r i c a , i n Inghilterra il livello e l’evoluzione della musica sono molto più alti rispetto all’Italia. Ovviamente anche la concorrenza è molto più ferrea visto il livello media altissimo delle persone che fanno musica <<seriamente>> qui.
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rapportarmi in maniera diversa e più professionale con chiunque incontri, colleghi, produttori e con tutti coloro che ci circondano in questo che ora è il mio mondo. Ho imparato ad essere più uomo, più responsabile di me stesso e più sicuro delle mie decisioni. Cosa stai ascoltando ultimamente? Ultimamente, dico la verità, sto ascoltando pochissima musica perché sto scrivendo e suonando davvero tantissimo. Una decina di giorni fa ho riesumato il mio iPod dove sono sempre presenti Tinie Tempah, Ryan Leslie, Justin Timberlake e, il grande mito, Michael Jackson. Poi ovviamente ascolto la musica che faccio con i vari artisti con i quali sto collaborando a Londra, ma quella deve ancora uscire <<risate>>.
L’Italia purtroppo rimane aggrappata ad una cultura musicale mediocre e non ne vuole uscire. Ascoltiamo da decenni la stessa musica e vediamo da decenni gli stessi <<prodotti>> nelle classifiche musicale. Questo è sintomo di scarsa cultura musica e poca voglia di confronto con altri mondi musicali. Ta g l i a n d o c o r t o , l e d i f f e r e n z e s o n o molteplici: serietà, conoscenza musicale, qualità del suono e degli artisti, livello alto e meritocrazia. Poi un’altra cosa molto interessante è che, vivendo qui e facendo musica qui a Londra, posso garantire che non esiste è la <<sessocrazia>>. Se non sei bravo davvero, puoi andare a letto con chi vuoi, ma non farai mai niente. Cos’hai imparato da questo nuovo modo di vivere la musica? Sicuramente ho imparato a crescere sotto ogni aspetto della mia vita, sia artisticamente c h e p e r s o n a l m e n t e . Ho i m p a r a t o a www.vartalent.it
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Il ruolo di giudice a Vartalent Dance? Una figata. Mi sono divertito come un matto. E’ stato bellissimo rapportarmi con altri colleghi del mondo della danza come Manuela Zennaro e Sabrina Borzaga, poi Matteo Boato, artista pittorico e il Patron Marco Consoli. Essere dall’altra parte è una cosa nuova e bella. Ho potuto assaggiare il “e s s e r e d a l l ’ a l t r o l a t o ” , n o n p i ù d a concorrente ma da giudice. Anch’io sono passato dai talent come Amici ed X Factor e sono stato giudicato anch’io. Non è per niente semplice presentarsi davanti ad una commissione ed esibirsi, che sia nel canto o danza, pittura o qualsiasi tipo di arte, ed ho ho tenuto conto di questa cosa perché in primis l’ho vissuta.
Spesso questa cosa viene sottovalutata, non è semplice essere “sotto osservazione”. Poi c’è la parte fresca e azzurra, come diceva Mara Maionchi quand’ero a X Factor, quella del rapporto con i concorrenti dietro le quinte. Posso dire alla fine di questa esperienza che giudicare non è semplice. Infatti noi della giuria siamo andati nel panico più e più volte, anche se lo abbiamo nascosto molto bene <<risate>>. Nuovi progetti? In questo momento sto preparando un album e diversi singoli che usciranno a breve, oltre a preparare una tournée che inizia a giugno e tocca tutta la costa Est degli U.S.A. Moltissime le collaborazioni con altri artisti, infatti sto scrivendo tanto anche per altri e la mia prossima sfida è quella di produrre giovani talenti. Sono alla ricerca di persone www.vartalent.it
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talentasse da inserire nel mio organico e lanciare nel mondo della musica. Un consiglio per chi inizia adesso in questo mondo… Un consiglio utile è quello di <<imparare a fare la fame>>. Questo consiglio molte volte viene frainteso o, ancora peg gio, non ascoltato. Primi di arrivare a certi la gavetta è indispensabile, e fare la gavetta vuol dire fare la fame. La gavetta ti da quello che nessun talent show può darti, ovvero ti aiuta a creare un progetto. Un progetto che comprende marketing, immagine, canzoni inedite, che comprende un’identità artistica. La gavetta ti aiuta a definire la tua personalità musicale, oltre che il tuo genere. Non puoi decidere di fare pop, devi fare il tuo pop con la tua identità ben definita all’interno di tutto ciò che fai.
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strada. “Crea un progetto”, “crea il tuo pubblico”, “definisci la tua personalità”, ecco le cose che sentivo io ai miei inizi ed è esattamente quello che posso consigliare oggi. Oltre a questo, c’è da farsi il mazzo e sacrificare tante cose per poter entrare in questo mondo, altrimenti non riuscirai a farti sentire da nessuno. In sintesi, crea il tuo progetto e fallo vedere al mondo. Kenny Ray intervistato da Luiz Henrique Belmiro.
Il mio consiglio è un po’ lungo perché è esattamente quello che hanno detto a me quando ho iniziato a percorrere questa
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Come affrontare un casting a cura della dott.ssa Paola M. Taufer Un numero sempre maggiore di persone, presentandosi ai casting di numerosi talent, tenta la via del successo. Molte di queste però lo fanno in maniera avventata, credendo che per essere notati sia sufficiente la bravura. In realtà sono numerosi gli aspetti da tenere in considerazione se si vuole davvero “fare colpo” su chi esamina. Per questo ho pensato che potrebbe essere utile dare qualche suggerimento ai giovani talentuosi che aspirano a presentarsi al meglio, ma che magari potrebbero essere scartati nei provini, a causa di errori evitabili. Per prima cosa è importante avere un CV, un curriculum vitae in cui vi siano, oltre ai dati anagrafici , più di un numero di telefono dove essere reperiti (se vi cercano vi devono trovare al primo tentativo, altrimenti il rischio di essere sostituiti è altissimo). Servono inoltre studi frequentati, lingue conosciute, eventuali esperienze artistiche; inoltre fondamentali sono altezza e taglia (attenzione: vietato imbrogliare, le misure devono essere veritiere, perché vengono inserite in un database e – dopo eventuale chiamata - le sarte devono poter lavorare ai costumi ancora prima di vedervi, salvo per i dettagli). Il CV va sempre accompagnato da una lettera di presentazione, in cui descrivete i vostri punti di forza (cantare, ballare..) in maniera chiara, sintetica e soprattutto non sgrammaticata! La foto è un altro elemento importante: servono due scatti: uno in primo piano e una figura intera. Sono evitare pose esageratamente sexy o il nudo. Invece è fondamentale, per conquistare un direttore casting, sfoderare il vostro miglior sorriso, naturale e sincero (come è vero che siete felici di essere lì per tentare una grande avventura). L'abbigliamento: quanti errori in questo campo portano miseramente al fallimento! Ciò che voi indossate non è una scelta solo di gusto (del vostro personale gusto!). I vestiti fanno parte della comunicazione non verbale, un tipo di comunicazione che esprime in maniera immediata e spontanea ciò che noi siamo e ciò che noi proviamo. Essa passa attraverso il corpo e spesso sfugge alla consapevolezza di chi la sta usando. Questo significa che la scelta dell'abito per un casting racconta molto di noi, anche se pensiamo: “vado vestito come capita, tanto quello che conta è una bella voce”. Niente va lasciato al caso. Scegliete un abito che vi fa sentire a vostro agio e che vi dona. I direttori casting non amano gli abbigliamenti tutto-bianco o tutto-nero, ricordatelo. Qualcosa di carino, non eccessivamente elegante, ma nemmeno trasandato: andreste mai al primo appuntamento sentimentale offrendo la peggiore immagine di voi? Tenere a mente questa situazione e non sbaglierete nemmeno al provino. Trucco e parrucco! Non meno importante dell'abbigliamento, serve seguire alcune regole: i capelli devono essere in ordine, soprattutto per le ragazze, preferibile messa in www.vartalent.it
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piega e capelli sciolti. Attenzione: vietata la riga in mezzo! Per il trucco, meglio sobrio, leggero, ma è necessario. Soprattutto la pelle deve risultare omogenea, e non lucida (per questo, un'ultima passata di cipria prima del grande momento). Anche il modo di portare i capelli, il trucco, i piercing, etc. parlano di noi. Un trucco eccessivo è di solito utilizzato da persone insicure e questo non sfugge a chi vi deve valutare.
Comportamento. Qui gli errori non si contano. Gianna Tani, direttore ca sting di Media set suggerisce: “Il provino è la vostra grande occasione, andateci come andreste al primo appuntamento d’amore. Innanzitutto arrivate in anticipo, per non ritrovarvi trafelati, sudati e poco concentrati. Siate educati e gentili. Evitate di fare i gradassi. Non presentatevi con la gomma in bocca. Non rispondete con tono ironico alle domande che vi pongono. Siate composti. Siete lì per dimostrare che valete qualcosa, che avete talento. Il provino non va preso, come spesso succede, come un gioco, ma come una reale occasione professionale.”
Spesso invece arriviamo agitati e abbiamo la tendenza a rispondere in maniera prolissa, pedante, strafottente oppure con una battuta di spirito, o ancora elencando con saccenza tutti i nostri successi. Il suggerimento è di stare tranquilli e di parlare con naturalezza, con un tono di voce medio, un ritmo adeguato alle domande, guardando gli interlocutori negli occhi (per tempi brevissimi, altrimenti li stiamo sfidando) e intercalando con qualche bel sorriso. Prima di cominciare fate un bel respiro, rimanete concentrati e siate spontanei. Le tecniche di rilassamento sono le benvenute. Tempo! Vostro amico o nemico, dipende che uso ne farete. Solitamente nei provini vengono concessi 2 o 3 minuti per raccontare tutto di voi e fare una belle figura. Dovete essere pronti a dare il meglio di voi in quel brevissimo lasso di tempo. Sapete già le domande che vi aspetteranno: parlaci di te, cosa sai fare, perché vuoi partecipare a questo talent... E' chiaro che chi sa cantare andrà ad un provino per un talent canoro, mentre chi sa ballare in uno diverso e così via per ogni talent. Evitate di tentare tutti i provini, perché sapete fare di tutto un po'. Oggigiorno il livello di preparazione è altissimo e per competere serve essere davvero capaci in ciò che si desidera divenga poi un lavoro. “Io ci provo!” E fai bene, dico io. Bisogna sempre provarci, per non ritrovarsi in futuro carichi di rimpianti. Il rimpianto è un'emozione negativa, spesso collegata alla rabbia per non aver realizzato i propri obiettivi e legata alla sensazione di vuoto per il presente. Chi prova rimpianti non è felice. Consiglio sempre a tutti di rischiare: non sempre e non tutto andrà per il meglio, ma il non averci provato genera una profonda insoddisfazione verso se stessi che può sfociare in diversi disturbi psicologici o vere e proprie patologie. Per questo concludo dicendo: credi al tuo sogno e preparati al meglio per realizzarlo, ma ricorda: il tuo talento va coltivato giorno per giorno e quindi studia, studia, studia! Dott.ssa Paola M. Taufer
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Il Giullare di Stampa
Tarli di Natale Babbo Natale mancava in quella casa da parecchio tempo, ma questa volta Cristina voleva fare le cose in grande. Suo marito Aurelio rientrava per le ferie dopo un mese di assenza e finalmente avrebbero potuto passare il Natale insieme. Per l’occasione aveva pensato di invitare i suoceri, i suoi genitori e altri parenti, voleva una grande festa per il rientro del coniuge. Aurelio sarebbe rientrato il 23 di dicembre e i parenti sarebbero arrivati il 24, così aveva deciso di preparare una cenetta speciale per la sera del 23, allestendo la casa, la stanza da letto e se stessa nel modo più affascinante e sensuale che potesse. Un mese di astinenza era tanto per chi come lei era abituata a rapporti frequenti e molto soddisfacenti, così decise di uscire, recandosi in un negozio di biancheria intima. Il suo negozio di fiducia, era quello di una sua amica che aveva inaugurato un anno prima: “Allora Marina, cosa mi consigli, hai qualcosa di nuovo per fare impazzire un uomo?” “Guarda un po’ questi tanga rossi sono una favola” La donna fissò i tanga, ma il colore non la convinceva, fece tirare fuori quasi tutto il campionario al l’amica, decidendo infine su un intimo nero www.vartalent.it
velato e cosparso di paillettes dorate, Aurelio avrebbe perso i sensi. “Brava Cristina, hai fatto la scelta giusta, beh d’altronde tuo marito è un uomo così focoso!” “Hai ragione è proprio così, ti telefono per Natale, ciao” Entrò in macchina e durante il tragitto verso casa, un tarlo penetrò nella sua mente. “Come fa Marina a sapere che Aurelio è così focoso? non credo di averglielo mai detto” Il tarlo penetrava sempre più a fondo come un trapano. Ad ogni semaforo, la sua agitazione cresceva, montava, portando la donna ad inveire contro ogni automobilista che aveva la sola colpa di camminare piano, o di non scattare come un fulmine al verde del semaforo. Arrivata finalmente a casa, decise di telefonare a Marina, ma il numero era occupato, lasciò cadere la cornetta per terra, “Calma, calma, devo restare calma, quanto sono stupida, è una frase normale, che c’è di male, però come faceva lei a sapere?” Passeggiava velocemente per casa, si sedeva, si rialzava, saltò per aria allorché trillò il suo telefonino, mandò al diavolo la suocera che le raccomandava di non dimenticare nulla e che gli chiedeva insistentemente perché il telefono fosse fuori posto. Pochi minuti dopo trillò ancora il telefonino, stavolta era Aurelio: “Amore domani sarò tutto per te” 11 di 22
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“Perché non vieni subito? Dai vieni subito su” “Cristina, ti sento agitata che succede?” La donna chiuse il telefonino e lo spense, lasciando la cornetta del telefono fisso poggiata per terra. Decise di appostarsi vicino al negozio della sua amica, era furente, indossò il completo intimo nuovo, sotto i jeans ed un maglione uscendo da casa. Il tarlo si rigirava felice nei meandri del cervello della donna, portandola quasi alla pazzia. Si appostò parcheggiando la macchina non lontano dal negozio, osservando tutta la gente che usciva ed entrava. Sentì una fitta allo stomaco proprio nel momento in cui un uomo incappucciato in un impermeabile e col viso coperto da un cappello, entrava nel negozio dell’amica. Tentò di muoversi, ma non riusciva, quel cappello era inconfondibile, orrendo, lo aveva regalato sua suocera ad Aurelio, che gusti terribili aveva quella strega. Non c’erano dubbi, quell’uomo era suo marito e stava entrando proprio nel negozio di Marina. Restò immobile per un po’, era indecisa, avrebbe fatto una scenata spogliandosi dentro il negozio o lo avrebbe atteso a casa pronta a riempirlo di botte? Fu distratta da un vigile che la ammoniva di far presto a spostare l’auto, per evitare una multa, lo tranquillizzò dicendo che avrebbe spostato l’auto entro pochi minuti e sempre più furente si lasciò trasportare dagli avvenimenti, entrò nel negozio, spingendo Marina e facendola cadere per terra, si girò verso Aurelio, ma quell’uomo non era suo marito! Sentì il mondo crollargli addosso, nello stesso tempo con la coda dell’occhio vide i calzini di un uomo che dentro un camerino provava un pigiama, certo era sicuramente lui, sfilò rabbiosa la tenda dello
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stanzino, un uomo seminudo gettò un urlo, e spaventato si coprì subito richiudendo la tenda. Non si accorse che due carabinieri l’avevano afferrata per le braccia dopo essere stati chiamati da una cliente terrorizzata e la stavano conducendo in caserma. Uscì poche ore dopo grazie ad Aurelio, e alla sua amicizia con il Capitano dei carabinieri. Non lo guardò un attimo negli occhi seduta sul divano a capo chino, aspettava che lui la rimproverasse, sentiva le musichette di Natale che suonavano in armonia con le lucciole colorate dell’albero preparato con cura. Quel silenzio la snervava: “Com’è che non parli? Sì sono stata gelosa è assurdo lo so, ma ti ho aspettato tanto..” Non riuscì a finire, un pianto violento la colse interrompendo il suo discorso. Lui la tranquillizzò, “Stupida, sono tornato prima perché volevo farti una sorpresa, invece ti ho ritrovata dai Carabinieri…”. La donna gettò le braccia al collo del marito, riempiendolo di baci. “Aspetta Cristina, un attimo amore, ho un regalo per te” La donna prese la busta, la aprì con foga… “Cristina, amore, cosa c’è.. non ti piace? Perché fai quella faccia? Ho pensato ad una notte speciale, se non ti piace nero o non ti piacciono le paillettes dorate…” Giuseppe Calì
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VarTalent ’14 – La Compilation Interpreti di grande talento e, tra i compositori, un vincitore di Sanremo.
Produzioni - intitolata VarTalent ‘14, album formato da un CD contenente diciassette imperdibili tracce. Edizioni Musicali Valle Giovanni. Come i suoi predecessori, il disco cerca di racchiudere in sé l’anima del progetto VarTalent e dell’incredibile lavoro di squadra che vede coinvolti professionisti e talenti dal Trentino Alto Adige alla Sicilia. Per il progetto VarTalent hanno registrato negli anni scorsi: Nicoleta Nuca, Kenny Ray, Nick Casciaro, Francesco Camin, Federico Fattinger e molti altri TALENTI. L’opera include tutti brani INEDITI in lingua italiana a eccezione di “Vocē è unica” in lingua portoghese. La copertina frontale (in allegato) riporta i nomi degli interpreti delle 17 canzoni presenti in questa nuova uscita discografica. Gli interpreti, coordinati da Luiz Henrique Belmiro, sono i Concorrenti che abbiamo visto sul palco dell’Auditorium Santa Chiara di Trento nel corso di questa edizione del concorso VarTalent ‘14. Ecco i nomi dei 16 interpreti che hanno partecipato alla realizzazione di questo album: Amina de Giuli, Angelo Fabrizio, Aura Zanghellini, Chiara Veronese, Clara Rossi, Denis Convertino, Federica Monterosso, Fiammetta Nena, Filippo Camin, Giulia Ghezzi, Ilenia Pacitti, Luiz Henrique Belmiro, Nadia Tagliapietra, Roberta Campoli, Roberta Creazzo e Sara Prestia. La squadra di compositori/autori, coordinata da Pierluigi Colangelo, proviene quasi interamente dall’esperienza del CET di Mogol. www.vartalent.it
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Marco Consoli, sui social network, esprime tutta la sua gioia nell’accogliere la nuova creatura: “Ben arrivata a casa con le tue sorelle! E' nata la quarta "figlia di plastica". Tra le diciassette tracce presenti nel CD segnaliamo i due brani inediti interpretati dalla Vincitrice del concorso VarTalent ’14 Federica Mo n t e r o s s o c o m p o s t i d a L u c a S a l a compositore del brano “Non è l’inferno” vincitore del Festival di Sanremo 2012 (scritto da Francesco Silvestre e composto da Luca Sala e Enrico Palmosi). Un progetto UNICO, un grande gioco di SQUADRA. Il 3 dicembre 2014 è uscita la nuova compilation di VarTalent - The Project - Marco Consoli Staff VarTalent
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VARTALENT ’15 – IL CONCORSO Da gennaio iniziano le Preselezioni per il talent show che sta conquistando tutta l’Italia. Sostegno dei talenti e dell’arte, percorso formativo e valoriale, confronto, crescita! Questi sono i punti cardini del progetto VarTalent e sarà così anche per VarTalent ’15 che ha una grande sfida da affrontare, quella di confermare i grandi successi ottenuti durante le scorse edizioni. Ricordiamo, con molto orgoglio, i nomi che sono passati da VarTalent negli anni. Nicoleta Nuca, star e grande favorita alla vittoria di X Factor Romania, Nick Casciaro, arrivato al serale di Amici di Maria de Filippi, Kenny Ray, pop star e producer, Francesco Camin, vincitore del premio Lunezia 2013, Isabel Tamiazzo, Joey Bertolani, Simone Paonessa, Federico Fattinger, Luiz Henrique Belmiro e tanti altri. VarTalent ’15 – Il Concorso si divide in sei fasi: Casting (opzionale) / Preselezione / Provino in Studio Discografico / Provino Live / Semifinale / Finale. Il meccanismo della nuova edizione è il medesimo di VarTalent ’14 con l’aggiunta della Golden Share, un accesso diretto all’importante palco dove si terranno Le Finali il 24 luglio 2015, il palco dell’Auditorium Santa Chiara di Trento. Preselezioni in Trentino e non solo, anche quest’anno ci sarà la possibilità di presentarsi al concorso in altre regioni d’Italia.
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Marco Consoli: “Il confronto ad alti livelli non può che portare benefici a tutti. Il confronto è crescita. Il Progetto VarTalent si svolge durante tutto l’arco dell’anno, secondo un calendario già predeterminato e consolidato e mette a confronto i talenti presenti sul nostro territorio con quelli provenienti da altre regioni d’Italia che condividono la stessa passione per il canto.” Il regolamento e moduli di iscrizione sono già online sul sito ufficiale della kermesse www.vartalent.it ed è possibile “prenotare” il proprio posto per le prime audizioni che si terranno a Trento il 18 gennaio 2015. VarTalent ’15 – Il Concorso continua ad avere come obiettivo la ricerca dei cantanti solisti più meritevoli, ma è aperto a tutti coloro che intendano comprendere le proprie potenzialità, a tutti i livelli. Il Format del Concorso, organizzato “a livelli”, permette infatti di verificare la propria collocazione in un dato periodo e stimola alla crescita artistica. VarTalent ’15 – racconta Marco Consoli – “ha le medesime dinamiche di una gara sportiva e pertanto premia coloro che, nel corso dell’intera competizione, effettuano un percorso netto, senza errori. VarTalent premia il MERITO”. Staff VarTalent
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I deliri del Giuga 4 Un impiego davvero particolare quello dello nostro Giuga per il periodo natalizio.
Se mi promettete di non sbandierarlo ai quattro venti vi confido un segreto: ho trovato un ingaggio che non ho intenzione di rifiutare, visto che mi è caduto dal cielo e che ho bisogno di cash per fare qualche regalo di natale. Mi ha chiamato Ermanno, storico compare delle superiori, che non mi chiama mai se non per dirmi che qualche compagno di scuola ha avuto una disgrazia o che, peggio ancora, si è sposato. Stavolta, però, ha avuto il potere di stupirmi: «Senti ci sarebbe da fare questa comparsata. Dieci giorni per otto ore, cinquecento euro netti. Ci sono andato tutti gli anni ma questa volta non posso perché ho finalmente trovato un lavoro e allora ho pensato a te. Che ne dici?». Dopo averci pensato un nanosecondo ho detto sì e non so nemmeno perché l'ho fatto. Sarà l'atmosfera natalizia, sarà che mio padre mi ha decurtato il mensile di un bel po' (c'è la crisi anche per gli scioperati, parole sue), sarà che in questo periodo non ho trovato uno straccio di provino al quale presentarmi e le offerte di lavoro latitano o non sono appetitose, il fatto è che ho deciso di mettermi alla prova. Basta che non si sappia in giro. Inizio domani, ma oggi è giorno di perlustrazione e intanto devo trovarmi una scusa con la Gilda per i dieci giorni a venire. Quella è capace di preoccuparsi se resto fuori casa tutto quel tempo e di dirle la verità manco pensarci. Nel giro di qualche ora lo saprebbero pure i cugini americani e non mi sembra il caso. Poi, con questo lavoretto, non corro il rischio di trovarmi invischiato in un impiego che non mi piace perché il contrattino dice proprio dal 14 al 24 dicembre e non oltre. Ermanno mi ha fatto proprio un bel regalo di natale, suo malgrado. La Gilda è ancora tutta contenta per il fatto che le ho pulito casa la settimana scorsa e tutte le moine di questa mattina possono voler dire solo che le piacerebbe avere una replica ma non sa, la mater, che il suo figliolo si deve preparare spiritualmente e fisicamente al grande compito che l'aspetta e che quindi non può perdere tempo con aspirapolvere e straccetti vari. «Mangia ancora una fetta di ciambellone», mi sprona la mater. «Non mi voglio appesantire troppo, ma'», ribatto cortese, allontanando con la mano il piattino che mi porge con la fettona, che sarebbe la terza. «Ma devi stare in forze», mormora lamentosa. «Sono in forze, ma questa settimana non ti posso aiutare a fare le faccende domestiche». Tanto vale non cullarla in false illusioni, da subito. www.vartalent.it
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«Perché?», trova il fiato per chiedere e la delusione le si è appiccicata sul mento che sta ballando, come quando si sta per piangere. Non è che esagera, ora? «Non c'era una certa signora Gina che girava da questi parti, un tempo? Hai presente quella che preferisce la scopa all'aspirapolvere e che pulisce i mobili con lo straccio bagnato?», le rammento. Le scappa un sorriso appena accennato che è pur sempre meglio di niente. «Mi piaceva averti intorno...», confessa. Mammina... «Mi spiace, ma da domani sarò molto occupato e ci vedremo soltanto la sera la cena», annuncio solenne. Un guizzo di felicità negli occhi di mia madre. «Hai trovato un lavoro! Lo sapevo che eri normale...», e tenta di abbracciarmi. Normale? Qualcuno ha mai pensato che io non lo fossi? Mio padre, scommetto. Sorvolo. «Un lavoretto di dieci giorni, per ora», ridimensiono alzandomi e sgusciando via dalla sua mano sulla mia spalla. «Di che si tratta?» «Pubbliche relazioni per un grande magazzino», le rispondo pronto e non so neanche come mi vengano le risposte così istantanee. «Ah», trilla lei contenta tornando ai fornelli, «dieci giorni di prova e poi vedono se funzioni. Secondo me sei la persona giusta per quel posto». Rinuncio a ulteriori spiegazioni e la lascio, canticchiante, che sparecchia la tavola. Il bello delle madri è che le fai felici con un'intenzione. Finalmente il siparietto domestico si conclude ed eccomi sulla strada del grande magazzino che vedrà i miei esordi come l'uomo natalizio delle pubbliche relazioni. È un coso enorme con quattro piani di vetrate dalle quali si affacciano manichini di ogni sesso e foggia. Al suo interno un albero di Natale alto quattro metri comprende gli addobbi di almeno cento alberi di dimensioni normali. Il direttore del personale è un belloccio sui quarantatré che tenta, con scarso successo, di fare il simpatico. «Vedrai, ti troverai bene qua. Siamo una bella squadra, anche se non avremo molto tempo da perdere in chiacchiere. Ahahahahah. Benvenuto! Domani alle otto, puntuale mi raccomando!», e mi stritola la mano nella sua manona. Ammetto di essere un po' agitato e allora, per calmarmi, faccio un salto in Facoltà per vedere se trovo qualcuno a cui stressare l'anima. Per distrarmi, solo per distrarmi e allontanarmi da questa agitazione insensata. La biondina, che poi era rossa o castana e adesso è nera corvina, mi viene incontro con un sorriso a quattrocento denti. «Ciaoooooooooooo Guga!», e ha il tono della bambina che ha appena visto Babbo Natale. Ci sono già dentro fino al collo in questo natale, accidenti! Le sorrido, mi sembra immotivato tutto questo entusiasmo e, in men che non si dica, me la ritrovo fra le braccia che mi sbaciucchia le guance. Parte per l'Erasmus in Spagna, dopo le feste. È questo il motivo della sua felicità e infatti mi molla dopo qualche minuto per buttarsi fra altre braccia. Non è che mi ero illuso, eh. Non mi piace nemmeno. Gironzolo ancora un po' per i corridoi ma non incontro nessuno di notevole, tanto vale tornare a casa, mentre mi rendo conto di non avere amici e questo per il semplice fatto che non frequento abbastanza a lungo un posto: non ho un lavoro e in facoltà ci vengo poco. www.vartalent.it
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N°11 - 2014
Devo porci rimedio, magari mi iscrivo in palestra. A casa aiuto mia madre a fare l'albero, anche se non è proprio il modo migliore per distogliere il mio pensiero da quello che mi aspetta domani e, subito dopo cena, adducendo un mal di testa strategico, mi chiudo in stanza ad ascoltare musica e quando suona la sveglia, (sì avete letto bene, la sveglia) mi sembra di non essermi mai addormentato. Arrivo al grande magazzino che sono le otto meno un quarto. Entro dalla porticina sul retro, quella del personale e chiedo dove posso rimediare la mia divisa. Un ragazzo gentile mi porta in un camerino e dopo un po' posso uscire e inizio a svolgere il mio lavoro: un po' all'interno del magazzino e, nel pomeriggio, all'esterno. Le quattro ore all'interno non passano mai e allora mi do da fare per aiutare i commessi che sono alle prese con un'orda imbufalita di casalinghe destabilizzate, ma quando arriva il pomeriggio, e mi tocca andare all'esterno, è pure peggio. Non per il freddo, sono testato per un due sottozero, ma per bambine come questa che se non avessero un padre che è il doppio di me, avrei già schiaffeggiato a dovere. «È vera la tua barba?», e giù a tirare l'elastico e mollarlo di colpo. «Lui ha più caramelle», protesta un piccolo cinese, (ma non sei buddista?) «Magari sei un povero padre che deve sfamare delle bocche. Poverino». (vecchia signora si faccia gli affari suoi) «Perché a me non hai dato il palloncino?», bambino brutto (perché esistono, è inutile che stiamo lì a raccontarci storie) Varia umanità scorre sotto il mio naso e dopo qualche ora mi ci trovo quasi a mio agio in questi panni rossi bordati di finta pelliccia bianca. Posso osservare la gente e rappresentare per la gente un sogno, magari un po' consumistico, ma portatore anche di buoni propositi. Giuga sentimentale, la mia parte oscura, quello che nessuno deve neppure immaginare. Io sono il fancazzista, il parassita, il buontempone e il nullafacente e sto bene così. Se poi questo bambino biondo vuole che io mi abbassi per potermi dare un bacio e a me scappa da commuovermi sono solo affari miei e siete pregati di non dire in giro, per nessuna ragione al mondo, che il Giuga fa il Babbo Natale all'Oconi's store. Crispi
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