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OFTALMOLOGIA

Secondo Congresso Digitale SOI

Focus su pandemia, sicurezza e riduzione delle prestazioni cliniche

di Manlio Valli

Nell’ambito del 2° Congresso Digitale SOI, si è svolta il 25 novembre la conferenza stampa tenuta dal dr. Matteo Piovella, Presidente della Società Oftalmologica Italiana, durante la quale sono emerse alcune rilevanti evidenze legate al particolare momento determinato dalla pandemia e dalle nuove emergenze in tema di sicurezza. Crediamo che condividere questi contenuti possa essere un contributo reale per una miglior collaborazione tra le differenti professionalità attive nell’ambito della salute e del benessere oculare.

Matteo Piovella

In questi mesi di pandemia da Covid-19 le visite oculistiche sono diminuite del 50% sia perché in questa seconda fase di difficoltà non tutti gli ospedali sono disponibili a erogare le prestazioni di tipo oculistico sia perché i pazienti stessi, per timore di contagiarsi, si rifiutano di farsi visitare. Per questo SOI, Società Oftalmologica Italiana, ritiene che i tamponi rapidi antigenici possano essere la soluzione migliore per garantire al massimo la sicurezza dei pazienti ed evitare che milioni di persone trascurino la salute dei propri occhi. «Solo facendo un tampone in tempo reale – spiega Piovella - possiamo stabilire che una persona non è potenzialmente contagiosa e metterla insieme a una persona ‘sana’ senza che nessuno dei due abbia timore di infettarsi. A torto l’assistenza oculistica è considerata elettiva e non urgente e oggi gli ospedali hanno chiuso gli ambulatori e i reparti di oculistica. Quando si riaprirà ci sarà una lentissima ripresa che farà funzionare il sistema al 30%. Sono molto preoccupato per la riduzione delle chirurgie per rimuovere la cataratta o le terapie intravitreali, tutti interventi ‘salvavista’, che non si riescono più a fare». «Il 90% degli interventi oculistici si esegue negli ospedali e questi sono ormai identificati come posti dove è più facile ammalarsi – continua Piovella -. In alcuni casi le liste d’attesa per una chirurgia della cataratta arrivano oltre i due anni e questo è un grande problema. Dobbiamo insieme rasserenare e sostenere le persone perché continuino a curarsi. La SOI per prima ha dato indicazioni su come assicurare ai pazienti l’accesso Covid free per non venire in contatto con persone positive o potenzialmente infette». La chiusura dei reparti oculistici sta mettendo a rischio anche le terapie ‘salvavista’ intravitreali e anche in questo campo i numeri sono allarmanti: «A proposito di queste terapie, una persona su tre sopra i 75 anni, se non curata adeguatamente, non riesce più a leggere un estratto conto. Già prima del Covid veniva erogato il 70% in meno di iniezioni rispetto a paesi come Germania, Inghilterra e Francia. Nel 2020 in Europa c’è stata una perdita del numero di iniezioni del 70%. Queste nazioni che ne facevano un milione all’anno ora ne fanno 300mila, noi che ne facevano 300mila ora ne facciamo 100mila. La situazione merita attenzione. Queste persone, se non adeguatamente trattate, perdono la vista. Per questo chiediamo che ogni singolo oculista venga autorizzato a fare iniezioni intravitreali e che questa fondamentale azione non sia più limitata a poche centinaia dei 7000 medici oculisti italiani». Durante il Congresso ci sarà anche la presentazione dell’aggiornamento delle linee guida sulla cataratta. La chirurgia della cataratta è oggi l’intervento con maggior tutela della sicurezza e con accessibilità molto favorevole. Prima ci si operava di cataratta quando non si vedeva nulla, oggi invece i pazienti vengono operati quando la loro vista è ancora attiva. Con i miglioramenti della tecnologia si sono potute ridurre le complicazioni: i cristallini artificiali sono affidabili e permettono di guidare, vedere la televisione, leggere un libro o il giornale senza utilizzare nessun occhiale da vista. Incredibilmente sono in grado di correggere i difetti da lontano e da vicino. L’obiettivo è che questi miglioramenti siano estesi a tutte le persone».

DAD e salute visiva dei bambini

Una parte del Congresso SOI sarà incentrata sull’oculistica pediatrica ed in particolare sull’impatto della didattica a distanza (Dad) sulla salute visiva dei bambini: «quando si guarda il computer lo sguardo è fisso, quindi l’ammiccamento, la chiusura delle palpebre, si riduce di tre volte. Stare tante ore davanti al computer non danneggia l’occhio ma crea difficoltà. L’impatto sui bambini è grande e l’utilizzo del computer può impattare sulla miopia. La nostra indicazione è che gli insegnanti ogni 20 minuti dovrebbero invitare ad interrompere la messa a fuoco da vicino e chiedere agli studenti di guardare in lontananza per un minuto prima di riprendere. Ricordo che la miopia si sviluppa dagli 8 ai 13 anni: nei paesi asiatici quasi il 97% dei ragazzi di questa età sviluppa la miopia, mentre in Europa è il 65%. È importante come seconda indicazione che i ragazzi passino dalle due alle tre ore al giorno all’aria aperta perché la luce del sole rispetto alla luce artificiale aiuta i nostri occhi. E per finire insegniamo ai bambini a non avvicinare troppo agli occhi la tecnologia digitale, così come le nostre mamme ci chiedevano di stare distanti dalla televisione»

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