VEDERE Italia novembre/dicembre 2020

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Secondo Congresso Digitale SOI Focus su pandemia, sicurezza e riduzione delle prestazioni cliniche di Manlio Valli

Nell’ambito del 2° Congresso Digitale SOI, si è svolta il 25 novembre la conferenza stampa tenuta dal dr. Matteo Piovella, Presidente della Società Oftalmologica Italiana, durante la quale sono emerse alcune rilevanti evidenze legate al particolare momento determinato dalla pandemia e dalle nuove emergenze in tema di sicurezza. Crediamo che condividere questi contenuti possa essere un contributo reale per una miglior collaborazione tra le differenti professionalità attive nell’ambito della salute e del benessere oculare.

In questi mesi di pandemia da Covid-19 le visite oculistiche sono diminuite del 50% sia perché in questa seconda fase di difficoltà non tutti gli ospedali sono disponibili a erogare le prestazioni di tipo oculistico sia perché i pazienti stessi, per timore di contagiarsi, si rifiutano di farsi visitare. Per questo SOI, Società Oftalmologica Italiana, ritiene che i tamponi rapidi antigenici possano essere la soluzione migliore per garantire al massimo la sicurezza dei pazienti ed evitare che milioni di persone trascurino la salute dei propri occhi. «Solo facendo un tampone in tempo reale – spiega Piovella - possiamo stabilire che una persona non è potenzialmente contagiosa e metterla insieme a una persona ‘sana’ senza che nessuno dei due abbia timore di infettarsi. A torto l’assistenza oculistica è considerata elettiva e non urgente e oggi gli ospedali hanno chiuso

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gli ambulatori e i reparti di oculistica. Quando si riaprirà ci sarà una lentissima ripresa che farà funzionare il sistema al 30%. Sono molto preoccupato per la riduzione delle chirurgie per rimuovere la cataratta o le terapie intravitreali, tutti interventi ‘salvavista’, che non si riescono più a fare». «Il 90% degli interventi oculistici si esegue negli ospedali e questi sono ormai identificati come posti dove è più facile ammalarsi – continua Piovella -. In alcuni casi le liste d’attesa per una chirurgia della cataratta arrivano oltre i due anni e questo è un grande problema. Dobbiamo insieme rasserenare e sostenere le persone perché continuino a curarsi. La SOI per prima ha dato indicazioni su come assicurare ai pazienti l’accesso Covid free per non venire in contatto con persone positive o potenzialmente infette». La chiusura dei reparti oculistici sta mettendo a rischio


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