MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DEL MONDO DEI MOTORI Autorama e il Mondo dei Trasporti presentano
YELLOW settimanale televisivo su Odeon TV Direttore responsabile: Paolo Altieri
Mazda/Prova su strada di Mazda5 Facelift
VEGA EDITRICE - ANNO 51 - N. 487 - MARZO 2008 - Euro 3,00
Mercedes-Benz/Il nuovo MB Center di Milano
Il versatile H3T
I plus del La casa multispazio della Stella A PAGINA 10
Hummer/Arriverà nel 2009
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䡵 FIAT AUTOMOBILES / Con la Bravo sulla strada del successo
Sotto il cofano un nuovo Multijet
䡵 NISSAN PATHFINDER PLATINUM
Divertimento integrale
POSTE ITALIANE SPA -SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART.1, COMMA 1, DCB MILANO
Dopo le versioni 1.9 e 1.4, il propulsore Multijet è ora disponibile anche nella nuova versione 1.6, declinato nelle potenze da 105 e 120 cavalli, che sulla berlina torinese dimostra tutta la sua brillantezza abbinata a consumi estremamente contenuti. TORINO - Alla ripresa di Fiat su tutti i mercati e soprattutto al risanamento dei conti del Gruppo torinese un piccolo mattone è stato portato anche dal modello Bravo, che ha chiuso il 2007 con 70mila consegne in Europa ma anche con oltre 120mila or dini rete, di cui ben il 60 per cento fuori dall’Italia. A sottolineare il successo di questo modello c’è anche il da to che in Italia, dallo scorso aprile, quando il ritmo di consegne è andato a regime, risulta la compatta “5 porte” più venduta sul territorio nazionale. Non solo, ma il mix di vendite in Europa è composto dagli allestimenti più ricchi, visto che il 35 per cento dei clienti sceglie le versioni top di gamma.
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䡵 HYUNDAI i10
L’erede della Atos Costruita in India, è una piccola monovolume dalle dimensioni contenute ma con una grande abitabilità
PAOLO ALTIERI A PAGINA 6
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䡵 KIA / Anche lo Sportage ora prodotto a Zilina
䡵 BMW SERIE 1 E AUDI A3
Il coreano con passaporto europeo
Cabrio tedesche a confronto A PAGINA 20
Importante evoluzione per il Suv crossover
La grinta di Subaru Tribeca L’elegante sport utility rilancia la sua sfida proponendosi sul mercato con nuovi interessanti contenuti. A PAGINA 14
Tecnologia e design all’avanguardia: arrivano sul mercato due moderne spider capaci di entusiasmare gli appassionati cultori delle armonie in movimento. A PAGINA 16
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Marzo 2008
䡵 MERCEDES-BENZ / Apre il nuovo avveniristico MB Center Milano
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Moderno e ampio, con spazi a più livelli ricchi di interessanti sorprese. Così si presenta al visitatore incuriosito il nuovo Mercedes Benz Center Milano, che offre la possibilità di accostarsi a tutto ciò che ruota a 360 gradi intorno alla Stella.
Centro di gravità permanente
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M ILANO - Giungendo dalla trafficata e lunga Via Gallarate, alle porte di Pero, appare sulla strada un edificio avveniristico e dall’immagine volutamente “spaziale”. Non siamo però di fronte a un qualche esperimento architettonico, quanto piuttosto a una realtà aziendale viva e operante. Una grande area occupata, edifici moderni dove abbondano le vetrature dall’alto valore espositivo, una torre che si staglia davanti agli occhi in tutta la sua imponenza. Svoltando a destra, si entra in Via Daimler. Lì c’è l’ingresso al Mercedes-Benz Center Milano, la nuova casa milanese del marchio con la Stella. La nuova struttura, il più grande centro di vendita e rappresentanza Mercedes del Sud Europa, avrà l’importante compito di sviluppare ulteriormente lo spe ciale rapporto che lega i
marchi del gruppo Mercedes-Benz al pubblico milanese.
Milano cuore economico Con quasi 7 milioni e mezzo di abitanti, l’area metropolitana di Milano è la più popolata d’Italia e la quarta in Europa, dopo quelle della Ruhr, di Parigi e Londra. Nella provincia operano 330mila imprese, cui si deve il 10,3 per cento del Pil nazionale. Il grado di internazionalizzazione delle aziende (oltre il 15 per cento del totale nazionale sono società high-tech) è testimoniato dal fatto che il 31,4 per cento del Pil viene esportato, ponendo la provincia di Milano al 13esimo posto in Europa. In un contesto economico evoluto, dove il Pil pro capite è superiore del 100 per cento alla media eu-
AUTORAMA Mensile di informazione e cultura del mondo dei motori fondato nel 1958 Direttore Responsabile: Paolo Altieri Comitato di Direzione: Paolo Altieri, Raffaello Barbaresi, Valerio Oliveto Art Director: Renato Montino Direzione e redazione: Via Ramazzotti, 20 - 20052 Monza Parco (MI) Tel. 039/49.31.01/49.31.02 - Fax 039/49.31.02 Presidente: Luisella Crobu Direttore Editoriale: Cristina Altieri Amministrazione: Vega Editrice srl, via Ramazzotti 20, 20052 Monza Parco - Italy, tel. 039-49.31.01/49.31.02, fax 039-49.31.02. PUBBLICITÀ: Co.Prom., via Ramazzotti, 20 - 20052 Monza tel. 039-493101/493103 - fax 039-493102 DIFFUSIONE ABBONAMENTI: MA.FA srl, Cologno Monzese (MI) COMPOSIZIONE E FOTOLITO: Varano Fotocomposizione snc, Busto Garolfo (Milano) STAMPA E LEGATORIA: Graphicscalve spa, Vilminore di Scalve (BG) Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Milano n. 133 del 3/4/1969. Una copia Euro 3,00; arretrati il doppio. ABBONAMENTO: annuo Euro 30,00, estero Euro 60,00. Versamento su c/c bancario n. 2126.76 - ABI 01030 - CAB 01605 intestato a Vega Editrice Srl (MI). Per eventuale cambiamento d’indirizzo degli abbonati, accludere 0,50 Euro in francobolli. Poste Italiane Spa Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) Art. 1, comma 1, DCB Milano Manoscritti e fotografie non richiesti non si restituiscono. Tutti i diritti riservati © by AUTORAMA.
ropea, il mercato automobilistico presenta uno spessore quanto mai significativo, che neppure i frequenti provvedimenti restrittivi della circolazione sono riusciti a intaccare. Con 205mila vetture immatricolate nel 2007, la sola provincia di Milano detiene una quota pari all’8,2 per cento del mercato nazionale.
I marchi Mercedes-Benz e smart sono ben posizionati: sempre su base provinciale, raccolgono rispettivamente il 3,64 e l’1,63 per cento del mercato, contro il 3,36 e l’1,23 per cento registrati su scala nazionale. “Questi risultati - spiega Stefan Randak, amministratore delegato di Mercedes-Benz Milano - sono stati realizzati anche
Stefan Randak, amministratore delegato di Mercedes-Benz Milano.
grazie allo sviluppo di Mercedes-Benz Milano: negli ultimi cinque anni le vendite totali sono passate dalle 6.900 unità del 2003 alle 11.500 del 2007 (+66,7 percento), con un fatturato lor do che ha raggiunto i 338,3 milioni di euro. Risultati cui hanno contribuito tanto le autovetture (9.300 unità nel 2007) quanto i veicoli com-
merciali (1.778), nonché un fatturato di assistenza ricambi aumentato del 27 per cento dai 32,7 milioni di euro del 2003 ai 41,5 dello scorso anno”. Mercedes-Benz Milano è dunque uno dei più grandi centri di vendita e assistenza del Sud Europa, che da lavoro a 402 dipendenti (erano 316 nel 2003). Un fattore
Bram Schot, presidente e Ad di Mercedes-Benz Italia.
IL FORTE LEGAME DI MERCEDES-BENZ CON MILANO
Si sta bene sotto la Madonnina MILANO - Il legame tra il marchio Mercedes-Benz e la città di Milano si è consolidato nel tempo. La Stella è presente a Milano da 35 anni nello storico palazzo di Piazzale Kennedy, da sempre sede principale della filiale milanese di Mercedes-Benz Italia, società del gruppo Daimler. Mercedes-Benz Milano Spa è nata il 3 gennaio 2000, a seguito della fusione tra la filiale già esistente e alcune realtà commerciali private. Nel 2001, è stata assorbita anche la filiale di San Giuliano Milanese, anch’essa precedentemente parte del gruppo Mercedes-Benz Italia e specializzata nella vendita di veicoli commerciali e industriali. Nel luglio 2005 è stata invece posta la prima pietra del MercedesBenz Center, che ha aperto i battenti il 25 gennaio 2008 in occasione del weekend di lancio della nuova Classe C station wagon. Il rapporto privilegiato che Mercedes-Benz ha con il capoluogo lombardo è dimostrato dalla sensibilità dell’azienda nel sostenere, partecipandovi in prima persona, i grandi appuntamenti della vita culturale e sociale milanese. Sono costanti gli interventi a favore dell’arte: per il Teatro alla Scala, ad esempio, Mercedes-Benz è stata sponsor e partner ufficiale degli Eventi Celebrativi 2004-2005 “La Scala torna alla Scala”, per la grande rinascita del più celebrato tempio della musica e della lirica nel mondo. Da diversi anni, Mercedes-Benz Milano supporta iniziative sociali, tra cui quelle a favore dell’ospedale dei Bambini Vittore Buzzi di Milano, al quale è stata anche donata una vettura Classe A, la cui vendita ha reso possibile la realizzazione di un importante progetto di ricerca medica. Mercedes-Benz è anche partner di aziende in occasione delle più
importanti manifestazioni per le quali Milano si distingue in Europa e nel mondo, come il Salone del Mobile e le sfilate. Un esempio dello stretto legame tra Mercedes-Benz e la moda è la Classe CLK Designo firmata Giorgio Armani. Mercedes ha all’attivo anche diverse attività di sponsorizzazione di eventi, tra cui quello tenutosi nel marzo 2007 presso la basilica Santa Maria delle Grazie in collaborazione con il Consolato Tedesco, in occasione dei 50 anni dalla firma dei Trattati di Roma e della Presidenza tedesca del Consiglio dell’Unione Europea. Mercedes-Benz Milano è inoltre attenta a sostenere iniziative che riguardano non solo la città di Milano, ma anche le aree dell’hinterland in cui sono presenti le sue sedi. Un esempio concreto è la sponsorizzazione del Comune di Arluno, in occasione del gemellaggio con il comune argentino di San Justo, nel settembre scorso.
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Marzo 2008 di successo è la capillare copertura del territorio della città di Milano e dell’hinterland. Mercedes-Benz è infatti presente con 9 sedi articolate in 5 saloni d’esposizione e 3 officine con magazzino ricambi per le vetture Mercedes-Benz, 2 centri usato e 2 punti vendita di vetture usate Mercedes e altri marchi, 3 saloni d’esposizione e 3 officine con magazzino ricambi smart, 1 salone d’esposizione e 3 officine con magazzino ricambi veicoli industriali e commerciali. Milano è un’area strategica che ben sintetizza la presenza nel nostro Paese di Mercedes-Benz: “L’Italia dice Bram Schot, presidente e amministratore delegato di Mercedes-Benz Italia - è il secondo mercato di esportazione al mondo per Mercedes-Benz Cars, il primo per smart. Il 2007 ha fatto registrare un nuovo record di vendite nel mondo (1.285.900 vetture Mercedes, AMG, smart e Maybach) e anche in Italia, con circa 116mila vetture. Il pubblico del Bel Paese ha ancora una volta premiato Mercedes-Benz quale marchio premium più venduto in Italia. I Mercedes-Benz Center giocano un ruolo essenziale nell’ambito della global brand communication strategy degli anni a venire. Sono spazi di comunicazione interattivi con il territorio e i clienti, unici nel panorama automobilistico e localizzati in alcune principali aree metropolitane nel mondo. Grazie alle
Gli edifici del primo brand store italiano Mercedes-Benz sono stati realizzati pensando all’ambiente: pannelli solari producono energia, frangisole regolano la temperatura interna, mentre sofisticati impianti riciclano fino al 90 per cento di acqua.
sedi di Parigi, Berlino, Monaco, Colonia, Stoccarda, Singapore, Londra, e da oggi Milano, i visitatori possono immergersi, vivere a 360 gradi, respirare la passione, la storia e i valori MercedesBenz”.
Architettura innovativa Il Mercedes-Benz Center Milano si estende su un’area di 66mila metri quadrati ed è caratterizzato da un’architettura a più piani fortemen-
te innovativa, con spazi moderni e funzionali dalla grande superficie espositiva, in cui intraprendere il viaggio nei valori della Stella quali tecnologia, sicurezza e innovazione. C’è ricchezza di materiali costruttivi tecnologicamente avanzati, di giochi d’acqua, di elementi identificativi come, ad esempio, la “Torre del Marchio”, che oltre a ospitare un’esposizione permanente di vetture Mercedes, offre ai visitatori anche mostre ed esposizioni a tema, co me
quella aperta fino al prossimo 18 giugno e intitolata il “Mito SL”: ovvero, uno dei capitoli più affascinanti della storia del design della Stella (la SL, è stata, tra l’altro, eletta nel 1999 “automobile sportiva del secolo” dalla rivista “Motor-Klassic”). Il progetto milanese, sviluppato dallo Studio Architetti di Daimler AG di Stoccarda, segue il Metropolitan Concept presente in altre grandi città europee. Non mancano le aree riservate a
esclusive vetture quali Mercedes-AMG, SLR e Maybach. Nel dettaglio, in Via Gallarate 450 angolo Via Daimler si accede a circa 70 spazi espositivi per vetture Mercedes, un centro usato per circa 150 vetture e un altro per circa 250 in costruzione, lo smart center, la hall per eventi e manifestazioni con capienza di circa 2.000 persone e sistemi multimediali all’avanguardia, la Torre del Marchio, l’auditorium, l’MB Spot (negozio di accessori e articoli da regalo) e il Mer-
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cedes Café, lo smart shop, l’officina Mercedes-Benz e smart tra le più grandi e moderne esistenti in Italia (circa 50 ponti complessivi per stimati 25mila passaggi d’officina all’anno), servizio assistenza Vip con sala d’attesa e consegna dedicata, magazzino ricambi di circa 3.000 metri quadrati, 500 posti auto per i clienti, area Mercedes-AMG, SLR e Maybach. Naturalmente, il nuovo Mercedes-Benz Center, così come le altre sedi di Mercedes-Benz Milano distribuite sul territorio milanese, offre tutti i servizi di finanziamento, leasing e noleggio della Mercedes-benz Financial Services. “Il Mercedes-Benz Center - aggiunge il dottor Randak rispetta pienamente i più severi requisiti di ecocompatibilità e valorizzazione ambientale della nostra azienda. Infatti, l’area su cui sorge è stata completamente bonificata dall’inquinamento preesistente, tutti gli a spetti della nuova struttura sono caratterizzati dal ridotto impatto ambientale e dall’ottimizzazione del risparmio energetico. È anche in fase di creazione un nuovo parco pubblico adiacente al Center”. Mercedes-Benz Milano sta inoltre lavorando allo sviluppo di un nuovo e moderno centro Veicoli Industriali a Lainate, a nord di Milano, la cui realizzazione è prevista per la primavera del 2009. Tutti questi progetti hanno richiesto un investimento di 103 milioni di euro. Fabio Basilico
䡵 MERCEDES-BENZ / Attesa la nuova generazione Classe SL Sarà in concessionaria subito dopo il debutto al Salone di Ginevra la nuova Mercedes-Benz SL, l’ultima generazione di un modello che da oltre 50 anni occupa un posto d’onore nell’Olimpo delle belle e difficilmente possibili. S TOCCARD a - Dopo SLK e CLC, in casa Mercedes-Benz anche la Classe SL viene investita in pieno dalla voglia di ristilizzare che pare abbia colpito di recente gli animi in quel di Stoccarda. A primavera arriva l’ultima erede di un sogno iniziato nel 1954 con la 300 SL ali di gabbiano, e anche questa volta si tratta di un modello capace di rilevare con il consueto charme quella sigla che tanto sta a cuore agli amanti delle spider coupé. 630.000 Classe SL dopo, la New generation celebra la sua première mondiale a Ginevra, per partire poi dal 5 aprile alla conquista dei (ricchi) cuori europei. Osservandola si comprende subito come l’obiettivo dei designer sia stato quello di esasperare la sportività del Roadster. Il motivo frontale dominante assume le sembianze di un’agile freccia. Di esso è permeata l’importante calandra, larga e dalla forte personalità, un elemento che strizza l’occhio alle vecchie SL, quelle più sportive. Anche le due marcate bombature sul cofano motore e le fessure di
ventilazione ad alette nei parafanghi anteriori richiamano i tratti inconfondibili della 300 SL. A ricollegare le sembianze della nuova SL al gusto moderno ci pensano i fari dal disegno ellittico e anche la vista posteriore, con i tratti inediti del nuovo paraurti, il diffusore integrato e i nuovi terminali di scarico trapezioidali. I contenuti sono all’avanguardia, soprattutto in termini di dinamica di marcia, sicurezza e comfort. Il nuovo sterzo diretto garantisce una regolazione della servoassistenza in funzione della velocità, traducendosi in una consistente riduzione dello sforzo al volante soprattutto ai bassi ritmi di marcia, durante le manovre e in fase di parcheggio. Il sistema di sospensioni attive Active Body Control svolge invece un ottimo lavoro nel compensare beccheggi e vibrazioni, adeguando automaticamente l’assetto alle condizioni di marcia. Quanto al tema della sicurezza è evidente come gli ingegneri Mercedes-Benz ritengano che una corretta il-
Davvero SuperLativa luminazione della strada sia alla base di una guida in tutta tranquillità. Nella dotazione di serie sono stati inseriti i bixeno, mentre è disponibile a richiesta l’Intelligent Light System: cinque modalità di illuminazione e i fari che seguono le curve. Internamente i sedili integrali, il volante in pelle a tre razze e la strumentazione con tachimetro e contagiri dal design a cronometro
tradiscono la vocazione da sportiva purosangue di Classe SL. Un optional del quale fin dalla sua prima apparizione su SLK ne è sempre stata riconosciuta la genialità è il riscaldamento per la zona della testa Airscarf: un flusso temperato esce dai poggiatesta per non rinunciare alla guida open air neanche quando le condizioni meteo lo sconsiglino. Quanto ai propulsori, SL
280 da 231 cv e SL 350 da 315 cv sono i nuovi V6, dalle prestazioni strabilianti e l’inconfondibile rombo, entrambi abbinati al cambio automatico a sette marce di serie. Gli esagerati V8 della SL 500 da 388 cv e V12 della SL 600 da 517 cv si confermano invece al vertice della gamma. Ripensato anche il sistema di infoteiment, con il sistema multimediale di bordo Comand APS con
6CD/DVD Changer di serie dotato di molteplici funzionalità aggiuntive, tra cui la connessione iPod. Argomento prezzi per ora non sollevato. Il listino della nuova Mercedes-Benz SL non dovrebbe comunque discostarsi di molto da quello attualmente in vigore: dagli 89.000 euro per la versione 350 ai 142.000 per la SL 600 biturbo. c.a.
Simply perfect: aerodinamica, muscolosa, tecnologica e performante. È la nuova generazione di Classe SL per l’anno 2008.
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Marzo 2008 UN LEGGERO RESTYLING PER IL FUORISTRADA PIÙ AMATO DAGLI ITALIANI
TORINO - Debutta questo mese la gamma 2008 di Fiat Sedici, il versatile modello che con 19.453 unità vendute è stato nel 2007 il fuoristrada di maggior successo nel nostro Paese. Per rimanere alla testa del proprio segmento, e perché no, fare ancora meglio, il quattroperquattro si regala un lieve ritocco, sia nei dettagli che nella sostanza. Quanto ai primi, gli allestimenti Emotion ed Experience mettono a listino per i sedili un nuovo tessuto Inox di colore sabbia. Sfoggiano un disegno diverso anche il vano portaoggetti sulla plancia, le maniglie delle porte e le cornici cromate delle bocchette dell’aria. Infine, su tutte le versioni, e quindi anche sull’entry level Dynamic, è stato aggiornato il logo Fiat. Se invariata rimane la proposta motori, un 1.6 16v da 107 cv e un 1.9 Multijet da 120 cv, Fiat Sedici conferma pure con l’edizione 2008 quel riusci-
Svolta Sedici to equilibrio tra versatilità ed estrema maneggevolezza che ne ha fatto la fortuna. Spaziosa e confortevole proprio come si conviene a un SUV, Fiat Sedici grazie alle sue dimensioni contenute (411 cm di lunghezza, 176 di larghezza, 162 di altezza e 250 di passo) rimane comunque un’auto da città. Che però dell’idea di rendere la trazione integrale un concetto alla portata di tutti ha voluto fare la sua bandiera. E proprio su questo argomento punta quindi la novità di maggior rilievo della nuova versione. La Sedici MY 2008 adotta un inedito sistema 4x4
di tipo “on-demand”, cioè disponibile solo quando serve, con differenziale centrale e 3 modi operativi. Il dispositivo sa sintetizzare i vantaggi di una trasmissione integrale con quelli di una anteriore e, quindi, è in grado di sfruttare al massimo i punti di forza di ciascuna di esse. In con dizioni normali la nuova Se dici si comporta come un’auto a due ruote motrici, con il vantaggio di minori consumi e bassi valori di emissioni; quando invece la strada perde aderenza, il sistema agisce come una trasmissione 4x4 regolando automaticamente la distribuzione della coppia tra l’asse anteriore e posteriore, e aumentando così la sicurezza del veicolo. I prezzi di listino partono da 19.750 euro per Fiat Sedici MY 08 con il 1.6 da 107 cavalli e 22.750 euro per la versione con il 1.9 Multijet da 120 cavalli, entrambe nell’allestimento Dynamic.
tare tutti. All’esterno la Panda Rossignol si contraddistingue per la specifica tonalità “Grigio Sfrenato” di carrozzeria, paraurti, scudo paracolpi e maniglie delle porte. I montanti sono nero lucido e mentre una tonalità opaca è stata scelta per le barre longitudinali sul tetto, le fasce paracolpi laterali e i codolini del parafango. Completano il look aggressivo della Panda Rossignol la mascherina anteriore con inserti cromati e bordi verniciati, l’originale logo rosso “Rossignol Pure Mountain Company” e cerchi in lega da 14” con pneumatici Winter 185/65.
Dotazione completa La stessa impressione di sportività si ritrova all’interno dell’abitacolo dove spicca il rivestimento tecnico di colore nero per i sedili
e i pannelli porte. La Panda Rossignol vizia guidatore e passeggeri con tecnologie che ne garantiscano il più elevato comfort di viaggio: sono di serie, per esempio, il climatizzatore manuale, l’autoradio con lettore CD e MP3, la guida elettrica Dualdrive, gli specchi elettrici, il telecomando, il volante e il cambio in pelle. E parlando di sicurezza sono offerti in dotazione ABS con EBD, airbag anteriori e fendinebbia. Quanto ai propulsori Panda Rossignol adotta il brillante ma parco 1.3 16v Multijet da 70 cavalli di potenza e 145 Nm di coppia, abbinato a un cambio meccanico a cinque marce. La Panda in livrea da discesa è anche la vettura ufficiale del “Rossignol Demo Tour”, un road show che fino a metà aprile toccherà con le sue iniziative le più belle località sciistiche italiane.
䡵 FIAT /Debutta Panda Rossignol in serie limitata a 200 esemplari
Per gli amanti della montagna TORINO - È una strategia di successo cui Fiat non si sottrae quella di sfornare edizioni limitate che soddisfino, oltre l’intreccio-accessori delle versioni base, la voglia di personalizzazione della clientela. E poche partnership avrebbero potuto essere più azzeccate di quella che ha portato all’ideazione di Panda Rossignol.
Un partner sportivo Dalla collaborazione con il brand francese di attrezzature e abbigliamento sportivo la nuova serie speciale della Panda 4x4, prodotta in edizione limitata a 200 esemplari, trae una giustificazione in più per le sue velleità di auto d’alta quota. Confermato quindi il siste-
ma di trazione integrale permanente, con giunto viscoso e due differenziali, che entra in funzione automaticamente quando occorre, l’inedito modello si contraddistingue per l’originale interpretazione estetica ma soprattutto per l’adozione di speciali contenuti destinati agli appassionati delle discipline sciistiche. Inclusi nel prezzo di 17.500 euro, la Panda Rossignol offre infatti un paio di sci Rossignol Bandit B78 con attacchi Axium 120 e un esclusivo portasci magnetico. Dotato di doppio cavo di sicurezza in conformità alla normativa europea, l’accessorio può trasportare, per una larghezza massima di 110 mm, fino a tre paia di sci, oppure due snowboard, oppure un paio di sci e uno snowboard. Insomma, ce n’è da acconten-
Sicura e versatile, la nuova limited edition della Panda 4x4 è incollata all’asfalto grazie ai pneumatici Winter e alla trazione integrale permanente con giunto viscoso e due differenziali. Già di suo Fiat Panda 4x4 colpisce per il suo aspetto off-road accentuato ora nell’interpretazione Rossignol.
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䡵 SEAT / Dopo la convincente esperienza della Ibiza ecologica
Anche Leon è “Ecomotive” VERONA - - Già con i 99 g/km di emissioni di anidride carbonica di Ibiza Ecomotive, Seat dimostrava la possibilità di conciliare l’indole sportiva dei propri modelli con le esigenze di salvaguardia dell’ambiente. Il marchio spagnolo tocca ora con il suo pollice verde anche la Leon, che in versione Ecomotive riesce a ridurre i valori di CO2 a 119 g/km, un salto considerevole dai 135 della versione tradizionale. Tutto ciò, oltre ad assicurare una coscienza ambientale più pulita ai suoi possessori, comporta pure altri vantaggi, a incominciare da quelli fiscali. Numerosi sono ormai i Paesi sensibili a incentivare l’acquisto di auto ecologiche: in Spagna, ad esempio, chi acquista Leon in versione Ecomotive non paga la tassa d’immatricolazione. Ma il risparmio per il portafoglio è evidente anche da altri punti di vista: la nuova Leon Ecomotive registra un notevole miglioramento in fatto di consumi rispetto alla versione base: i valori dichiarati dalla Casa sono di 5,7 litri ogni 100 chilometri (contro 6,7) per il ciclo urbano, 3,9 (contro 4,5) per l’extraurbano e 4,5 (invece di 5,3) per il combinato. Il che si traduce in una percorrenza di ben 1.500 km senza necessità di effettuare rifornimento di carburante.
Meticolosi interventi Nessuna modifica in fatto di design esterno: la Leon ecologica si distingue unicamente per la scritta “Ecomotive” sul portellone posteriore. Le differenze sono tutte invisibili: minore livello inquinante, consumi ridotti e vantaggi fiscali. Per tagliare le emissioni di CO2 della Leon, gli ingegneri del Centro Tecnico di Martorell hanno lavorato su quattro elementi fondamentali: il motore, il cambio, il peso e i pneumatici. La centralina elettronica del 1.9 TDI da 105 cavalli di potenza e 250 Nm di coppia è stata sottoposta a un minuzioso intervento. I rapporti del cambio sono stati allungati di circa l’8,2 per cento: la prima e la seconda marcia sono rimaste invariate, mentre sono state modificate
quelle più alte. Perché l’anidride carbonica non si senta l’unico bersaglio di questa accanita guerra nel nome dell’ambiente, la Leon Ecomotive monta di serie anche il filtro antiparticolato che intrappola le particelle di fuliggine prodotte dal motore Diesel. La centralina del motore verifica costantemente lo stato del filtro, attivandone la rigenerazione per bruciare le particelle accumulatesi. Grazie a questo sistema l’antiparticolato non richiede alcun tipo di manutenzione per tutta la vita dell’auto. Un altro punto a favore del risparmio. Tutte le modifiche apportate non penalizzano il rendimento del motore 1.9 TDI, già di suo caratterizzato da un’ottima capacità di recupero. Anzi, le prestazioni migliorano rispetto alla versione standard. La velocità massima passa a 186 km/h, +1 km/h rispetto al modello di partenza. L’auto scatta da 0 a 100 in 10,9 secondi, con un miglioramento di 0,4 secondi, mentre percorre 1.000 metri in 32,6 secondi (-0,6 secondi). In un veicolo sicuro e confortevole come la Leon è stato difficile ridurre il peso della vettura, ma eliminando una serie di elementi non
indispensabili, tra i quali per esempio i cerchi in lega da 17”, sostituiti con quelli da 16”, si è ottenuta una massa in ordine di marcia di 1.325 kg, ovvero 40 kg in meno della versione di partenza. Leon Ecomotive adotta poi pneumatici 205/55 a minore resistenza al rotolamento.
Anche in versione Sport Due le versioni disponibili per la Leon Ecomotive. La Reference è dotata di ABS e TCS, doppio airbag anteriore, airbag laterali anteriori e a tendina, cerchi in lega da 16”, pneumatici 205/55, ancoraggi Isofix, alzacristalli elettrici anteriori con funzione “one touch” e sistema antischiacciamento, retrovisori esterni elettrici, riscaldabili e in tinta con la carrozzeria, climatizzatore semiautomatico, radio CD con MP3, ingresso Aux-in e sei altoparlanti. La Reference prevede inoltre, in via opzionale, la possibilità di personalizzare ulteriormente la propria Leon Ecomotive grazie al pacchetto Sport: cerchi in lega 6 1/2J x 16” “Badia” con bulloni antifurto, computer di bordo, pomello del cambio in pelle, sedili
Non si vede ammirandola dall’esterno ciò che distingue la versione Ecomotive della Leon da quella “normale”. Ma le tasche e soprattutto l’ambiente lo sanno con precisione.
sportivi con tappezzeria Sport, sospensioni sportive e volante a tre razze in pelle. La versione Stylance invece, in aggiunta all’equipaggiamento della Reference, offre cerchi in lega da 16” a sette razze, fari fendinebbia, alzacristalli elettrici
posteriori, retrovisori esterni regolabili e ripiegabili elettricamente, volante in pelle, pomello della leva del cambio in pelle, regolatore di velocità, computer di bordo, e funzione “Coming home”. m.s.a.
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Trasformare la Leon in un modello a emissioni ridotte non ha comportato alcuna modifica in fatto di design esterno. La nuova auto, infatti, si distingue unicamente per la scritta “Ecomotive” sul portellone posteriore che identifica, come per la Ibiza, le versioni più pulite e con minori emissioni di CO2 della vettura spagnola.
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Marzo 2008
SEAT RAGGIUNGE QUOTA 16 MILIONI DI AUTO PRODOTTE
L’auto del record è una Leon Ecomotive
MARTORELL - In gennaio dalle linee produttive dello stabilimento Seat di Martorell nei pressi di Barcellona è uscita la 16 milionesima auto: si tratta di una Leon Ecomotive di colore argento, equipaggiata di un motore 1.9 TDI 105 cv con filtro antiparticolato, destinata al mercato spagnolo. Questo modello è particolarmente ecologico: emette infatti solamente 119 g/km di CO2 e vanta un consumo medio di carburante di 3,7 l/100 km (ciclo extraurbano). Erich Schmitt, Presidente di Seat è decisamente soddisfatto del risultato: “Il progressivo miglioramento dell’attività produttiva dell’azienda è dovuto non soltanto alle tecnologie avanzate, ma anche all’alta qualità dei prodotti e dei processi, nel pieno rispetto ambientale. Al conseguimento di questo obiettivo hanno contribuito in maniera significativa i collaboratori, che sono sempre più coinvolti nel raggiungimento di una qualità premium”.
Il 13 novembre del 1953, nella fabbrica della Seat, allora sita nella Zona Franca di Barcellona, venne prodotta la prima auto: era una 1.400, i dipendenti poco più di 900 e la produzione si attestava a cinque unità al giorno. Oggi presso la Casa spagnola sono impiegati 12.000 addetti, contando anche il personale del Centro Tecnico Seat, e la produzione quotidiana nello stabilimento di Martorell è di 2.000 auto. Attualmente a Martorell vengono prodotti tutti i modelli della gamma Seat, ad eccezione della Alhambra, che viene costruita a Palmela (Portogallo) nell’impianto di proprietà del Gruppo Volkswagen. La celebrazione di questo risultato giunge in un momento decisivo per il Marchio spagnolo, impegnato nel conseguimento degli obiettivi previsti dalla “Strategia 2018”, fra i quali vi è l’aumento del volume delle vendite fino a 800.000 unità.
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Marzo 2008
䡵 FIAT AUTOMOBILES / Anche con la Bravo sulla strada del successo
Sotto il cofano un nuovo Multijet Dopo le versioni 1.9 e 1.4, il propulsore Multijet è ora disponibile anche nella nuova versione 1.6, declinato nelle potenze da 105 e 120 cavalli che sulla berlina torinese dimostra tutta la sua brillantezza abbinata a consumi estremamente contenuti. TORINO - Alla ripresa di Fiat su tutti i mercati e soprattutto al risanamento dei conti del Gruppo torinese un piccolo mattone è stato portato anche dal modello Bravo, che ha chiuso il 2007 con 70mila consegne in Europa ma anche con oltre 120mila ordini rete, di cui ben il 60 per cento fuori dall’Italia. A sottolineare il successo di questo modello c’è anche il dato che in Italia, dallo scorso aprile, quando il ritmo di consegne è andato a regime, risulta la compatta “5 porte” più venduta sul territorio nazionale. Non so lo, ma il mix di vendite in Europa è composto dagli allestimenti più ricchi, visto che il 35 per cento dei clienti sceglie le versioni top di gamma (Emo-
tion e Sport) e il 60 per cento l’allestimento Dynamic mentre la motorizzazione preferita dal 55 per cento dei clienti è il brillante 1.9 Multijet da 120 cv.
Eccellenza tecnologica Ma il successo va difeso rendendo il modello sempre più appetibile alla clientela. Così, dopo il lancio nel luglio scorso della nuova famiglia di propulsori 1.4 T-Jet (da 150 e 120 cv) dotati di un turbocompressore di nuova generazione e caratterizzati da consumi ed emissioni contenute pur in presenza di brillanti prestazioni, ecco ora l’esordio della Bravo con il nuovo 1.6 Multijet 16
valvole, un propulsore dell’ultima generazione dei turbodiesel, che conferma l’eccellenza tecnologica del Gruppo Fiat, tramite la sua divisione Fiat Powertrain Technologies, nel campo della progettazione e dello sviluppo dei motopropulsori diesel. Disponibile in due versioni di potenza (da 105 cv e 120 cv, la prima commercializzata a gennaio e la seconda da marzo), l’inedito 1.6 li tri completa la gamma di propulsori di FPT (Fiat Powertrain Technologies) che comprende cilindrate da 1.3, 1.9 e 2.4 litri. In particolare, il nuovo motore combina perfettamente le doti vincenti dei turbodiesel Multijet con i vantaggi, anche fiscali,
della filosofia progettuale “downsizing”. Dunque, è la soluzione ideale per chi ricerca il giusto compromesso tra rispetto ambientale e bassi costi di gestione, senza rinunciare a potenza ed elasticità per un autentico piacere di guida. In dettaglio, rispetto al noto 1.9 Multijet 120 cv, la famiglia 1.6 Multijet rappresenta un’evoluzione importante che presenta notevoli vantaggi: una coppia superiore di quasi il 25 per cento (300 Nm a 1.500 giri/min) e un consumo inferiore dell’8 per cento (misurato su ciclo Nedc); l’accelerazione da 0 a 100 km/h avviene sempre in soli 10,5 secondi mentre la ripresa 80-120 km/h in quinta marcia è inferiore di qua-
La compatta cinque porte di casa Fiat si sposa alla perfezione con il brillante e prestazionale 1.6 Multijet.
si 4 secondi; maggior comfort acustico con un indice di articolazione migliorato del 5 per cento.
Euro5 Ready Inoltre, grazie al nuovo 1.6 Multijet, Fiat Bravo segna alcuni straordinari record nella sua categoria: è la prima vettura a offrire motori Euro5-Ready, in largo anticipo rispetto alla da ta di entrata in vigore, e può vantare le più basse emissioni della categoria di HCNOx (idrocarburi incombusti, monossido e biossido d’azoto). Inoltre il filtro antiparticolato DPF è di serie sulla versione da 120 cavalli, mentre viene offerto in optional a 660 euro sulla 105 cavalli. La nuova Bravo è anche una delle poche vetture in questa fascia di potenza con cambio manuale a 6 rapporti (per entrambe le versioni da
105 e 120 cv); ha la più elevata coppia specifica (ossia rapportata alla cilindrata), nella fascia di potenze fino a 200 cv; ha l’erogazione della coppia massima al regime più basso: solo 1.500 giri/min per poter disporre dei 290 Nm e dei 300 Nm erogati rispettivamente dalla versione con 105 cv e da quella con 120 cv. A testimonianza di ciò, i valori di accelerazione si rivelano essere i migliori fra tutti i motori fino a 120 cv di potenza. Il modello inoltre è l’unico che fissa il tagliando a 35.000 km con un abbattimento del 25 per cento dei costi di manutenzione ordinaria (calcolata su percorrenze di 90.000 km o 100.000 km, quelle più frequenti nei contratti di noleggio a lungo termine). Insomma, il nuovo 1.6 Multijet 16v è la scelta in più per un modello vincente che, ancora una volta, conferma la leadership mondia-
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Chilometri e chilometri con la rassicurante sensazione di dominare la strada. A bordo della nuova Bravo 1.6 MJ comfort, sicurezza e affidabilità sono le parole d’ordine di ogni viaggio.
le di Fiat Group nel campo delle motorizzazioni diesel. Da ricordare, infine, che il gruppo motopropulsore è prodotto da FPT - Fiat Po wertrain Technologies, il nuovo settore del Gruppo Fiat dove sono presenti tutte le attività d’innovazione, ricerca, progettazione e produzione dei motori e cambi per ogni tipo di applicazione: dalle automobili ai veicoli industriali, dalle imbarcazioni ai mezzi agricoli. Con circa 19.000 dipendenti, 16 stabilimenti e 11 centri di ricerca in otto diverse nazioni, il Settore è una delle realtà più significative nel campo dei motopropulsori a livello mondiale. In Fiat Powertrain Technologies circa 3.000 tecnici altamente specializzati si dedicano allo sviluppo e all’ingegnerizzazione di tecnologie innovati-
ve. Più di 40 brevetti depositati ogni anno confermano la qualità e la serietà di questo impegno, facendo di FPT un grande polo di eccellenza tecnologica e continua innovazione.
Icona italiana Disegnata dal Centro Stile Fiat, la Bravo è una “5 porte” slanciata e aggressiva nella linea, ma anche elegante e compatta: infatti, è lunga 434 centimetri, larga 179, alta 149, con un passo di 2 metri e 60 centimetri e una capacità di carico (400 litri) ai vertici del segmento. E spressione del miglior Made in Itay, l’interno della vettura assicura grande comfort, massima fruibilità dello spazio e superiore qualità dei materiali e degli accosta-
menti cromatici. Insomma, Fiat Bravo è una bella automobile italiana, dentro e fuori, capace di sorprendere il più smaliziato dei clienti europei con tutta la “sostanza” di una vettura che eccelle nella sicurezza, nell’affidabilità e nel piacere di guida. Un esempio? L’assegnazione delle 5 stelle Euro NCAP, il massimo punteggio nei test di sicurezza passiva e attiva, grazie a una scocca ultraresistente, all’adozione di numerosi airbag (fino a 7), di cinture a tre pun ti con pretensionatori e limitatori di carico, di appoggiatesta anteriori con fun zionalità anti “colpo di frusta”. Senza dimenticare che il nuovo modello si avvale dei più sofisticati sistemi elettronici di controllo del comportamento dinamico del veicolo quali l’ABS con EBD, il sofi-
sticato ESP con Hill Holder e il sistema antislittamento ASR. Inoltre, contribuisce alla “sostanza” di Fiat Bravo l’ampia gamma di motorizzazioni disponibili: oltre alla nuova famiglia di propulsori benzina T- Jet (il 1.4 da 120 e 150 cv), sono presenti anche il brillante 1.4 16v da 90 cv e i turbodiesel common rail Multijet (il nuovissimo 1.6 da 105 e 120 cv e il noto 1.9 da 120 e 150 cv). Abbiamo avuto l’occasione di provare la Bravo 1.6 Multijet 16 valvole su un percorso nei dintorni collinari di Torino. Ed è stata proprio la strada a confermare le gran di qualità del nuovo propulsore in termini di agilità, piacevolezza di guida, di ottimale comportamento an che nei tratti più impegnativi, il tutto condito da un comfort degno di
un’automobile di categoria superiore.
Piacevole su strada Sicura e divertente da guidare, dunque, la Fiat Bravo è anche vettore di tecnologia d’avanguardia al servizio del comfort e del benessere a bordo come dimostra la nuova generazione del sistema “Blue&Me” denominato “Blue&Me Nav”, il climatizzatore automatico “bi-zona”, le due autoradio con specifici sistemi Hi-Fi, il tetto apribile panoramico di ampie dimensioni, il Cruise Control, il sensore di pioggia, il sistema di ausilio per il parcheggio con sensori anteriori e posteriori e i fendinebbia con funzione autoadattativa in curva. Infine, la gamma di Fiat Bravo è
ampia e ben articolata come dimostrano anche 12 eleganti livree e 4 livelli di allestimento (Active, Dynamic, Emotion e Sport) e, a seconda dei mercati, sono proposte soluzioni diverse, tutte caratterizzate da un elevato controvalore e corrispondenti ad altrettanti modi di intendere e di usare l’automobile. Non ultimo, in Italia, con Fiat Bravo sono disponibili “5 anni di garanzia” inclusi nel prezzo di listino: 2 anni di garanzia contrattuale + 3 anni o 120.000 km di garanzia aggiuntiva del costruttore. La nuova Bravo 1.6 MJ propone interessanti prezzi chiavi in mano: l’allestimento Entry Le vel parte da 18.730 euro per la versione da 105 cv e da 19.730 euro per quella da 120 cv. Paolo Altieri
MULTIJET
L’evoluzione dei motori diesel a iniezione diretta
Una storia firmata Fiat TORINO - Con la messa a punto del sistema Multijet, il Gruppo Fiat ha conquistato un nuovo importante primato nel campo dei motori a gasolio. Risultato reso possibile dal grande know how accumulato in questo campo fin dal 1986, quando nasceva la Croma TDI, prima vettura diesel ad iniezione diretta del mondo. Si trattava, per quegli anni, di un risultato brillante, del primo importante passo avanti dei motori a gasolio per automobili verso una maggiore efficienza di combustione. Grazie a quell’impostazione tecnica, che poi anche altri costruttori avrebbero adottato, le vetture diesel potevano garantire, contemporaneamente, maggiori prestazioni e minori consumi. Restava un problema: l’eccessivo rumore del propulsore ai bassi regimi di rotazione e nei “transitori”. Ed è qui che inizia la storia dell’Unijet o meglio lo studio di un sistema di iniezione diretta più evoluto, capace di ridurre drasticamente l’inconveniente dell’eccessiva rumorosità di combustione. Questa ricerca alcuni anni più tardi avrebbe portato all’Unijet, conquistando nel frattempo anche altri importanti vantaggi sul fronte dei rendimenti e dei consumi. Per risolvere il problema, infatti, c’erano solo due possibilità: accontentarsi di un’azione passiva e quindi isolare il motore stesso per impedire alle onde sonore di propagarsi, oppure lavorare in modo attivo per eliminare l’inconveniente alla fonte, sviluppando un sistema di iniezione capace di ridurre il rumore di combustione. Imboccata questa seconda strada, i tecnici del Gruppo Fiat concentrarono subito la ricerca sul principio del “Common Rail”, scartando dopo un’attenta analisi altri schemi di iniezione ad alta pressione. Questi sistemi, infatti, non permettevano né di gestire la pressione in modo indipendente rispetto al numero di giri e al carico del motore, né di avere la preiniezione, che sono proprio i punti forti dell’Unijet. Nato dal lavoro dei ricercatori dell’Università di Zurigo, e mai applicato prima su una vettura, il principio teorico sul quale si incominciò a lavorare era semplice e geniale insieme. Continuando a spingere gasolio all’interno di un serbatoio, si genera pressione all’interno del serbatoio stesso, che diventa un accumulatore idraulico (“rail”), cioè una riserva di combustibile in pressione pronto all’impiego. Tre anni dopo, nel 1990, iniziava la preindustrializzazione dell’Unijet, l’impianto sviluppato da Magneti Marelli, Centro Ricerche Fiat ed Elasis sul principio del “Common Rail”. Una fase che si concludeva nel 1994, quando Fiat Group Automobiles decise di scegliere un partner
che avesse la massima competenza nel campo degli impianti d’iniezione per motori diesel. Il progetto venne quindi ceduto alla Robert Bosch per la parte finale del lavoro, cioè il completamento dello sviluppo e l’industrializzazione. Così a undici anni dalla Croma TDI, nell’ottobre del 1997, arriva sul mercato un’altra automobile da record: l’Alfa 156 JTD equipaggiata con un rivoluzionario turbodiesel che assicura risultati fino ad allora impensabili. Le vetture dotate di questo motore, infatti, sono incredibilmente silenziose, hanno una risposta brillante come quelle con propulsori a benzina e fanno registrare, rispetto ad un analogo motore a precamera, un miglioramento medio delle prestazioni del 12 per cento, oltre che una riduzione dei consumi del 15 per cento. Il successo delle Alfa 156 con motore JTD è immediato e ben presto, oltre ad essere impiegato su altri modelli di Fiat Group Automobiles, anche molte altre Case automobilistiche adottano propulsori simili. Nel 2002 Fiat Group Automobiles presenta la seconda generazione dei motori JTD, quelli a iniezioni multiple e con 16 valvole: nell’autunno del 2002 debutta il capostipite, il 1.9 Multijet 16v, ma ben presto la famiglia si amplia con il rivoluzionario 1.3 Multijet 16v (2003) e poi con il potente 2.4 Multijet 20v (2004). E ora tocca al nuovo 1.6 Multijet 16v raccogliere il testimone di una leadership indiscussa in questo settore. Alla base dei turbodiesel di seconda generazione vi sono sempre i principi del “Common Rail”, ovvero alta pressione d’iniezione e controllo elettronico degli iniettori stessi. Ma con una caratteristica in più: durante ogni ciclo motore, aumenta il numero di iniezioni rispetto alle due dell’Unijet. All’interno del cilindro, quindi, la quantità di gasolio bruciata è la stessa ma viene suddivisa in più parti, ottenendo una combustione più graduale. Tra i vantaggi, una maggiore silenziosità di funzionamento, una riduzione delle emissioni e un incremento delle prestazioni di circa il 6-7 per cento, accompagnato da una resa motoristica che migliora ancora la guidabilità della vettura. Risultati non di poco conto, dunque, soprattutto perché ottenuti su un motore che, oltre a rappresentare un incredibile balzo tecnologico rispetto ai diesel a precamera, fa registrare enormi miglioramenti anche nei confronti dei JTD di prima generazione. Il segreto del Multijet è racchiuso nella centralina che controlla il comando elettrico di apertura e chiusura degli iniettori (oltre che in questi ultimi). L’elemento chiave, anzi, è la centralina elettronica stessa, che può far eseguire una serie di iniezioni anche molto
vicine tra loro. Sviluppato dai ricercatori del Gruppo Fiat proprio a questo scopo, il componente (insieme con gli iniettori) consente di attuare quelle “iniezioni multiple” che assicurano un controllo più preciso delle pressioni e delle temperature sviluppate nella camera di scoppio, oltre che un migliore sfruttamento dell’aria immessa nei cilindri. In questo modo si raggiungono ulteriori traguardi: nel controllo del rumore di combustione, nella riduzione delle emissioni e nell’incremento delle prestazioni. Dietro allo sviluppo del sistema Multijet c’è un lungo lavoro di ricerca. In un primo tempo, infatti, i tecnici hanno risolto il problema dei limiti imposti dalle centraline. Poi hanno steso una mappa dei benefici che si ottengono incrociando una certa sequenza di iniezioni multiple (due secondarie molto vicine alla principale; una secondaria non troppo vicina alla principale più altre due secondarie ravvicinate; una secondaria e poi, ad una certa distanza, due principali vicine tra loro; eccetera) con i vari campi di funzionamento del motore: nella zona del minimo; con bassi carichi e regime di rotazione basso; ad alto numero di giri e con un carico medio; a basso numero di giri e con un carico elevato e via discorrendo. Lo studio ha fatto emergere le potenzialità del sistema, che fornisce sempre grandi vantaggi, ma accentuati, in un campo o nell’altro, a seconda del tipo di sequenza scelta e dell’area di funzionamento del motore nella quale questa viene applicata. In alcuni casi, infatti, si privilegia la riduzione dei tempi di avviamento e della fumosità, in altri l’incremento della coppia e l’abbattimento del rumore, in altri ancora la riduzione delle emissioni e l’incremento della silenziosità. Oggi quella ricerca ha portato alla realizzazione dei motori Multijet.
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䡵 BMW GROUP / Cinque milioni di Serie 5 in cinque anni
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È toccato a una 530d berlina color Carbonschwarz, prodotta nello stabilimento di Dingolfing, consegnare alla storia la vettura numero 5.000.000 della Serie 5. Una storia di successo che ha inizio nel 1972 e che prosegue senza soste.
Il successo del numero 5
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DINGOLFING - Dingolfing è un comune tedesco di 18.443 abitanti, situato nel land della Baviera. Vi è ubicato il più grande stabilimento Bmw, un impianto in cui lavorano all’incirca 20.000 persone. Qui vengono realizzate, oltre alle Bmw Serie 5, Serie 6 e Serie 7, anche le scocche Rolls-Royce. E qui, il 29 gennaio scorso, è stata prodotta la Serie 5 numero 5.000.000, una 530d berlina color Carbonschwarz, nero metallizzato. Un successo a sei zeri, dunque, quello della Serie 5. Tutto ha inizio nel 1972, quando viene presentata la prima generazione di Bmw Serie 5 al Salone internazionale dell’automobile di Francoforte, subito dopo la chiusura dei Giochi Olimpici e il lancio del quattro cilindri Bmw. La Serie 5 viene denominata utilizzando per la prima volta un nuovo tipo di codifica: la prima cifra indica la Serie di appartenenza del veicolo, la seconda e la terza la motorizzazione e la cilin-
drata. Alla nuova versione dotata di motore quattro cilindri due litri viene pertanto assegnata la sigla Bmw 520, da pronunciarsi “cinque venti”. Le prime unità sono ancora fabbricate nell’originario stabilimento di Monaco, tuttavia, nell’autunno del 1973, la produzione viene spostata nel nuovo impianto di Dingolfing. Già con la prima generazione della Bmw S erie 5, che viene in totale prodotta in 699.094 esemplari, l’azienda è in grado di raddoppiare il volume di vendite totalizzato fino ad allora per quella classe. La Bmw Serie 5 riscuote grande successo destando l’interesse non sol-
tanto della clientela tedesca: più della metà dei modelli prodotti viene esportata. Nell’estate del 1981 Bmw presenta la seconda generazione della Serie 5. Se ne vendono 722.328 unità. In questo caso è rivoluzionaria la decisione nel 1983 di fare ingresso con la Bmw 524TD nel mercato delle automobili diesel, caratterizzato da una concorrenza serrata. Nel gennaio 1988 arriva la terza generazione, che viene consegnata in totale a 1.333.438 automobilisti. Un modello, per la prima volta nella storia di questa serie BMW, dotato di un motore 6 cilindri. Nel 1991 Bmw AG amplia la gamma Serie 5 con una versione “Touring”.
La quarta generazione, presentata nel 1995 (1.470.757 unità), fissa parametri di riferimento nella propria categoria per quanto attiene alla rigidità torsionale a livello statico e dinamico. Nell’ambito dell’attuale quinta generazione della Bmw Serie 5 - di cui finora sono stati realizzati quasi 1 milione di esemplari - Bmw introduce una nuova tipologia di costruzione leggera. Tutta la parte anteriore è realizzata in alluminio, il che assicura una distribuzione ottimale dei pesi sui due assali e un peso particolarmente leggero. Inoltre dal 2000, la Bmw Serie 5 è disponibile con tecnologia EfficientDyna-
mics, grazie alla quale è stato raggiunto un perfetto equilibrio tra riduzione dei consumi e dinamica di guida Bmw. In tal senso, la nuova Bmw 520d versione 2008 è la prima vettura della categoria ad emettere meno di 140 g/km di CO2. Consumando in media 5,1 litri ogni 100 chilometri, questa berlina con motore diesel 4 cilindri e con una potenza di 177 cv registra emissioni pari a 136 g/km di CO2. La Bmw Serie 5 Berlina è una sintesi tra aspetto sportivo, innovazione ed estetica. La High Precision Injection e i motori diesel danno maggior potenza con meno carburante. Nuovi materiali
e una perfetta elaborazione definiscono in modo nuovo la “Business-Class” di questo modello. Per chi desidera sentire il batticuore ed al contempo essere rilassato ecco la Bmw Serie 5 Touring. Basta usare le levette sul volante per effettuare cambiate in modo sportivo e utilizzare la funzione stop&go per una guida rilassata nel traffico, oltre che parsimoniosa. Inoltre la gamma Individual propone combinazioni esclusive di colori e modanature. In questo modo ciascun cliente può scegliersi un’auto su misura, che corrisponda in tutto e per tutto al suo gusto e alle sue esigenze. m.c.
Bmw Group: il 2007 si è chiuso a oltre 56 milioni di euro
BMW GROUP ITALIA
Nuovo record di fatturato
Thierry Boch nuovo direttore marketing
MONACO DI BAVIERA - Inarrestabile. Il Bmw Group ha stabilito un nuovo record di fatturato derivante dalle vendite nel 2007. Rispetto all’anno precedente, vi è stato un aumento del 14,3 per cento a 56.018 milioni di euro. Il fatturato della Divisione Auto è cresciuto del 12,7 per cento a 53.818 milioni di euro, quello derivante dalla Divisione Moto è sceso del 2,9 per cento a 1.228 milioni di euro, mentre i Servizi Finanziari hanno visto crescere il fatturato del 25,8 per cento a 13.940 milioni di euro. La forza lavoro è leggermente aumentata durante l’anno, principalmente come risultato dell’acquisizione della Husqvarna Motorcycles. Alla fine del 2007, la forza lavoro mondiale si attestava sui 107.539 dipendenti, pari a un aumento dello 0,9 per cento. Il totale auto dei marchi Bmw, Mini e Rolls-Royce consegnate ai clienti nel 2007 è cresciuto anch’esso, con un volume di vendite aumentato del 9,2 per cento a 1.500.678 unità. Questa crescita di poco inferiore al 10 per cento sta a significare che il Bmw Group è riuscito a rispettare in pieno gli obiettivi fissati per l’intero anno. Il Bmw Group punta ancora a ottenere una crescita nel volume delle vendite per tutti e tre i marchi nell’anno corrente, mantenendo quindi la sua posizione di costruttore leader del segmento premium: “Ci aspettiamo
- ha dichiarato Norbert Reithofer, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Bmw AG - una nuova cifra record per il volume di vendite nel 2008, con una crescita più forte nella prima metà dell’anno e più moderata nella seconda”. Il Bmw Group sta anche lavorando intensamente per migliorare la redditività. “Questi obiettivi - aumento delle vendite e della redditività - sono entrambi di importanza fondamentale per il futuro del Bmw Group”, ha sottolineato Reithofer. Per la prima volta nel 2007 Bmw si è affermata anche quale costruttore leader mondiale di auto a quattro ruote motrici nel segmento premium. Il marchio ha prodotto e venduto lo scorso anno 320.900 auto dotate della tecnologia xDrive. Negli USA e in Italia in particolare le vendite di auto Bmw con xDrive sono state eccezionalmente elevate. Più del 40 per cento di tutte le auto Bmw vendute nel 2007 negli USA era equipaggiato con xDrive. Un acquirente di Bmw Serie 3 su dieci ha scelto la sua coupé dotata di trazione integrale. In Italia nel corso del 2007 sono state vendute 25.500 vetture equipaggiate con xDrive. Il dato rappresenta il 31,5 per cento delle vendite complessive Bmw nel nostro Paese, e questo risultato incorona la Casa tedesca regina incontrastata del mercato delle vetture a trazione integrale nel segmento premium.
SAN DONATO - Con il primo febbraio Thierry Boch ha assunto la carica di direttore marketing Bmw auto del Bmw Group Italia. Sostituisce Alessandro de Angelini che da settembre 2007 ricopre il ruolo di direttore vendite del Gruppo. Thierry Boch, 40 anni, è in Bmw Group Italia da aprile 2001, dove ha ricoperto dapprima il ruolo di product manager di Serie 5, Serie 6, X5 e Z8 e da giugno 2004 quello di General Manager di Bmw Motorrad Milano. Boch si è laureato nel 1987 in Ingegneria meccanica all’Università di Poitiers. La sua attività professionale inizia nel 1989 presso la Citroën Italia nel settore After Sales per poi passare nel 1994 alla Peugeot come responsabile omologazioni del marchio transalpino per il nostro Paese. Dal 1996 assume l’incarico di product manager Chrysler e Jeep per il mercato italiano. Nel 1999, all’interno del DaimlerChrysler Group, è brand manager Jeep. Nel 2001 arriva in Bmw Group Italia.
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䡵 VOLKSWAGEN / È l’ora del DSG a sette marce Il DSG a 6 marce ha dato inizio al grande successo dei cambi a doppia frizione della Volkswagen: in meno di cinque anni la Casa tedesca ne ha venduto più di un milione di unità. Ora segue un’altra proposta sensazionale: il primo DSG a 7 marce del mondo prodotto in grande serie. VERONA - L’obiettivo è sempre quello, ridurre consumi ed emissioni. Downsizing, alleggerimento del peso vettura, filtri, modalità alternative di propulsione, espedienti tecnologici per recuperare energia e risparmiare carburante. Ognuno segue la sua strada. Cinque anni fa Volkswagen introduceva forse il migliore dei suoi assi nella manica, il primo cambio robotizzato a doppia frizione del mondo: il DSG a 6 marce. Una trasmissione sportiva e confortevole eppure parsimoniosa, eccellente in abbinamento a motori di grande cilindrata, fino a 350 Nm di coppia. Un optional che ha convinto da allora più di un milione di automobilisti, di cui quasi 400.000 nel 2007. Oggi il marchio va oltre, proponendone una versione per le motorizzazioni più contenute: il DSG a 7 marce. La trasmis-
sione intelligente, nella sua nuova veste, sarà disponibile per i modelli con coppia motrice fino a 250 Nm. Ad aprire le danze con il Direct Shift Gearbox saranno la Golf, e le sue versioni Variant e Plus, in abbinamento al TSI da 122 cv e al più venduto TDI della gamma, il 1.9 da 105 cv. Ma cerchiamo di capirne il funzionamento. Il componente di maggiore importanza del DSG a innesti diretti è la doppia frizione. Diversamente dalla versione a 6 rapporti, con frizioni multidisco in bagno d’olio, il DSG a 7 marce lavora con dischi frizione a secco. Per realizzare la nuova trasmissione si è potuto eliminare il filtro d’aspirazione, il radiatore dell’olio e le tubazioni di olio idraulico all’interno della scatola del cambio. È rimasto solo il volume di olio necessario ad assicurare la
Ancora più intelligente lubrificazione e il raffreddamento degli ingranaggi e dei cuscinetti del cambio. La quantità d’olio del cambio è passata dai 6,5 kg per il DSG a 6 marce a 1,7 litri per quello a 7 marce. Il peso complessivo della scatola è sceso dai 93 kg del 6 marce ai 70 kg del sette rapporti. Il tutto comporta un miglioramento sensibile del rendimento, una riduzione dei valori di consumo e di emissione, e soprattutto più comfort e piacere di guida. Compariamo i valori di consumo e le prestazioni della Golf TSI da 122 cv con e senza il nuovo cambio DSG a 7 marce. Già in abbinamento ad un manuale a 6 rapporti questo motore turbo benzina non si dimostra particolarmente assetato, accontentandosi mediamente di 6,3 litri/100 km. Scegliendo per la stessa Golf il cambio DSG a 7 marce, il consumo combinato si riduce a 5,9 litri/100 km, mentre le emissioni di CO2 scendono da 149 g/km a 139 g/km. E se si fa il confronto con un dispositivo automatico convenzionale, il nuovo cambio DSG fa consumare addirittura fino al 20 per cento di carburante in meno. I risultati di vendita del
DSG a sei marce dipingono scenari rosa per la novità in arrivo, anche e soprattutto considerando la possibilità di abbinarlo a motorizzazioni di piccola taglia. Negli ultimi mesi del 2007 la quota di DSG a 6 marce, è salita complessivamente a un 9 per cento abbondante nella gamma Golf, con medie annuali di oltre il 10 per cento per la nuova Golf Variant e di oltre il 12 per cento per la
Golf Plus. La Jetta ha fatto segnare una quota DSG superiore al 13 per cento, la Eos oltre il 14 per cento. Per quanto riguarda le vendite della Touran, l’anno scorso ben il 24 per cento degli acquirenti di questo modello ha preferito il cambio a doppia frizione, mentre il 22 per cento l’ha scelto sulla Passat e un buon 28 per cento sulla Passat Variant. Ambedue le versioni del
cambio DSG vengono prodotte nello stabilimento Volkswagen di Kassel. Le scatole cambio dei primi prototipi del 7 rapporti sono uscite dall’impianto di pressofusione già nel settembre del 2005. Mentre una parte cospicua dei nuovi cambi DSG ha svolto prove di durata continuative per un totale di 60.000 ore sui banchi di collaudo stazionari, gli altri prototipi del DSG sono stati installati a bordo di Golf e altri modelli per assolvere le prove di collaudo su strada nella varie parti del mondo. In totale hanno compiuto circa due milioni di chilometri. La produzione di preserie del nuovo cambio DSG nello stabilimento di Kassel è iniziata nell’ultima settimana di novembre 2007. Nel corso dell’anno è previsto di arrivare a produrre quotidianamente fino a 750 unità di DSG a 7 marce. In caso di fabbisogno maggiore, la produzione giornaliera potrà essere portata a 1.500 unità con una seconda linea di assemblaggio. Senza per questo dimenticare il pioniere: a Kassel vengono prodotte 1.500 unità di DSG a 6 marce al giorno visto il boom della richiesta.
䡵 SUBARU / Debutta in primavera la terza generazione della Forester
Prosegue l’evoluzione dello stile Come per il modello Impreza, anche per Forester la Casa delle Pleiadi ha deciso di dare un taglio netto al design del pluripremiato crossover dando una connotazione più simile agli sport utility vehicle che tanto successo stanno avendo soprattutto nel mercato nazionale. DETROIT - Ha debuttato al Salone di Detroit e sarà disponibile anche in Italia nelle concessionarie Subaru con la primavera inoltrata. Stiamo riferendo della nuova Forester, che mantiene il DNA del precedente modello il quale è stato riconosciuto nel tempo come un simbolo di riferimento per sicurezza, affidabilità e versatilità. “Migliorare ciò che era già a un ottimo livello nel comportamento dinamico - sottolinea Mario Sacchiero, amministratore delegato di Subaru Italia - non era semplice. Con il nuovo modello, Subaru ritiene di aver creato una vettura in grado di innalzare maggiormente il livello tecnologico in termini di comfort, raffinatezza e dinamica di gui da”. Come per il modello Impreza, anche per Forester la Casa delle Pleiadi ha deciso di dare un taglio netto al design del pluripremiato crossover dando una connotazione più facilmente abbinabile agli sport utility vehicle che tanto successo stanno avendo soprattutto nel mercato nazionale. Grazie al suo peso estremamente contenu-
to (1.495 kg) e nonostante le sue maggiori dimensioni (75 mm in più di lunghezza, 45 mm in più di larghezza, 110 in più di altezza), la nuova Forester ancora una volta unisce le positività di un SUV (alta posizione di guida, versatilità, comfort) alla maneggevolezza di una normale vettura stradale. Al top i livelli di sicurezza attiva e passiva. Come per tutti i modelli Subaru, la nuova Forester usa l’ormai noto sistema Symmetrical AWD, mentre il nuovo pianale ha il passo della vettura
modificato (2.620 mm) con un aumento di circa 90 mm rispetto al modello precedente. La sospensione posteriore a doppio braccio migliora il comfort della vettura e inoltre aumenta lo spazio interno del bagagliaio a tutto vantaggio del volume di carico. Inoltre, tutte le versioni dispongono di airbags frontali e laterali con un sensore di rollover, e del Vehicle Dynamics Control (VDC). La stabilità e il controllo del sistema di trazione sono ora di serie su tutti i modelli.
Linee moderne e contenuti di sostanza. La nuova Forester è pronta alla sfida del mercato.
Con il Subaru Dynamic Chassis Control Concept (Subaru DC3), già introdotto con la nuova Impreza, Subaru ha ottimizzato tutti gli elementi del telaio per un mi gliore equilibrio dinamico. Nelle versioni con cambio manuale è stata inserita la funzione Incline Start Assist che impedisce al veicolo il momentaneo indietreggiare durante una sosta in discesa. La nuova Forester sarà commercializzata nel mercato italiano con motore 2.0 litri aspirato Boxer e alimentazione benzina e/o mi sto
benzina/GPL. Il propulsore è stato totalmente rivisto per un migliore rendimento della coppia ai bassi e medi regimi cioè quando que sti valori sono utilizzati nel normale traffico urbano ed extraurbano. La particolare propulsione “ecologica”, studiata e approvata dal la Casa madre, potrà usufruire dell’intero incentivo statale. Nuovi materiali interni con un alto grado qualitativo e nuovo design conferiscono alla vettura un’ottima abitabilità d’insieme. Due le versioni commercializzate (X e XS) che si differenzieranno per il livello di allestimento e per la possibilità di scelta fra cambio manuale e cambio automatico. La nuova Forester avrà anche la possibilità di montare il nuovo
sistema di navigazione con un avanzato impianto audio. Un ingresso ausiliario, poi, consentirà la connessione di un iPod o lettore MP3 in grado di sfruttare il sistema audio della vettura. Ricordiamo anche che Subaru of America Inc. è una consociata interamente di proprietà di Fuji Heavy Industries Ltd. e vanta una rete di vendita di oltre 600 rivenditori sparsi sul territorio americano. Attualmente le vendite negli Usa si attestano in circa 190.000 unità ma gli ambiziosi obiettivi dei prossimi tre anni puntano a oltrepassare le 230.000 unità. In termini di mercato, l’America ed il Canada rappresentano circa 1/3 del totale prodotto dalla Casa nipponica.
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Marzo 2008
䡵 MAZDA / Test drive della nuova Mazda5 Facelift
Spazio a volontà Franz Danner, Vice Presidente delle PR di Mazda Motor Europe.
M AZARA DEL VALLO - È uno dei porti pescherecci più importanti d’Italia il campo base zoom zoom scelto per la prova stampa della nuova Mazda5 Facelift 2008. Un luogo magico che regala mare, vento e storia, a due passi dai templi di Selinunte e poco distante dal suggestivo borgo medievale di Erice. Ad accoglierci, come sempre, Franz Danner, Vice Presidente delle Pubbliche Relazioni di Mazda Motor Europe, la cui passione per il nostro Paese è forse paragonabile solo a quella per le auto della Casa di Hiroshima. Non si respira solo aria salmastra, ma anche il profumo della soddisfazione dei responsabili di un marchio che sta andando, appunto, a gonfie vele. “Mazda - racconta Danner - ha venduto in Europa solo nel mese di dicembre 24.100 unità, il che, considerando l’ultimo mese dell’anno, costituisce il miglior risultato di sempre. Complessivamente nel 2007 abbiamo consegnato in Europa 311.200 auto, e questo fa dei dodici me si appena trascorsi i più felici in termini di vendite dal lontano 2001”.
Successo globale La prima generazione del multispazio giapponese è stata lanciata nel 2005 e in poco più di due anni ha vinto ben 27 premi internazionali, di cui 11 solo in Europa. Fatto che non sorprende, essendo stata l’auto concepita esplicitamente per soddisfare un gusto occidentale. E oggi la versione 2008 pavoneggiandosi nella sua nuova veste dinamica pone ancor di più del predecessore l’accento sull’organizzazione dello spazio interno, per favorire lo stivaggio degli oggetti e la comunicazione tra i passeggeri. “Le 297.500 Mazda5 - prosegue Franz Danner - pro-
Il marchio nipponico rilancia il suo multispazio di successo. Oltre a un leggero ritocco nel look, le nuove porte scorrevoli, un migliorato comfort acustico e una trasmissione automatica a cinque rapporti abbinata al duemila benzina.
Raoul Picello, Amministratore Delegato di Mazda Motor Italia.
Il portellone del bagagliaio dispone di un’apertura a doppio stadio per scongiurare eventuali problemi quando lo spazio in altezza non sia sufficiente per la completa apertura. Quando provvista del sistema d’intrattenimento DVD Mazda5 presenta un secondo ingresso AUX nel rivestimento dei sedili posteriori, che consente ai passeggeri seduti dietro di collegare una consolle per videogiochi, guardare un film o ascoltare musica.
Propulsori più efficienti
dotte dal lancio fino a fine 2007 hanno conquistato una quota del segmento C-MAV del 3,3 per cento. Si tratta di una fetta della torta mercato abbastanza golosa, cresciuta in Europa del 31 per cento in tre anni: dagli 1,06 milioni di unità vendute del 2003 agli 1,38 del 2006. Questa importante risposta del pubblico ha fatto della 5 la terza Mazda più venduta nel vecchio continente, dopo Mazda3 e Mazda6”. “L’obiettivo per il 2008 - conclude il manager tedesco - è quello di vendere 42.000 esemplari del nuovo modello, e per farlo puntiamo sui miglioramenti apportati sul piano del dinamismo, del rispetto ambientale, del comfort e della sicurezza”. In questo quadro l’Italia è una della piazze favorite. A parlarcene è Raoul Picel-
lo, Amministratore Delegato di Mazda Motor Italia: “Nel corso del 2008 ci aspettiamo di vendere 24.000 vetture. Puntiamo a un incremento notevole rispetto alle 17.251 unità del 2007, ma bisogna considerare che il risultato non esaltante dell’anno scorso è stato condizionato dal rinnovo di due delle gamme più importanti (ndr: Mazda2 e Mazda6)”. “L’aspettativa è alta - ha concluso Picello - soprattutto in considerazione dalla nuova politica prezzi di Mazda5. Abbiamo eliminato gli allestimenti che non avevano raggiunto una quota di vendita soddisfacente nella scorsa generazione, e ora proponiamo solo l’alto di gamma a un prezzo comunque più contenuto, e con maggiori equipaggiamenti.” Il listino prezzi parte dalla
Una monovolume come si deve: Mazda5 è spaziosa, tecnologica e versatile. Unica scelta incomprensibile quella della filiale italiana di ridurre la garanzia da cinque a tre anni.
1.8 Extra, venduta a 21.200 euro. Unico neo, la decisione di ridurre il periodo di garanzia a tre anni, giustificata - almeno a sentire il management Mazda - dalla preferenza della clientela per i contenuti.
Ripensata con intelligenza Esteriormente solo una rinfrescata di trucco. La fascia frontale si presenta più scolpita, con nuovi gruppi ottici profilati e mascherina a cinque punte ridefinita. Modificato anche il design delle ruote, mentre la scelta ora è tra sette colori, tra cui il cangiante golden sand. A listino anche un allestimento sportivo che prevede spoiler, alloggiamenti specifici per i fendinebbia, minigonne laterali, gruppi ottici con profili neri. All’interno maggiore visibilità e facilità d’uso contraddistinguono il nuovo modello. Mazda5 ospita su tre file fino a 7 persone. L’arredamento è abbellito da particolari metallizzati, gli indicatori di colore bianco su
sfondo nero coccolano gli occhi del guidatore, la nuova consolle centrale ospita tra l’altro anche l’ultima versione del navigatore con touch panel. La nuova Multi Activity Vehicle dispone di un nuovo ingresso AUX e della connessione per lettore MP3. Una delle maggiori rivoluzioni sta nel meccanismo elettrico di apertura delle porte scorrevoli, azionabile tramite il pulsante sul cruscotto, le maniglie interne ed esterne o il telecomando. Il movimento del dispositivo si arresta con prontezza nel caso in cui venga rilevato un ostacolo. Dietro al termine Karakiri si cela il pratico sistema che passa da una configurazione sette posti a uno solo, quello del guidatore, lasciando il resto dell’abitacolo libero di ospitare i più svariati oggetti su un piano di carico perfettamente piano. L’idea pre dominante resta comunque quella della comunicazione tra le file, e a questo scopo conviviale risponde il largo tunnel centrale. L’abitacolo è disseminato di portaoggetti, ben 45.
Mazda5 model year 2008 rinnova il 2.0 benzina MZR da 146 cv, cui è stata aggiunta una valvola a farfalla elettronica e la fasatura sequenziale delle valvole. Il motore può essere abbinato a un cambio manuale a sei rapporti o a un nuovo automatico a cinque. Il propulsore consuma meno e rilascia emissioni più basse, 11 g/km in meno di CO2 rispetto al motore precedente. Sono stati mantenuti invariati il 1.8 benzina MZR da 115 cv con trasmissione manuale a cinque rapporti di potenza e il 2.0 turbodiesel commonrail MZR-CD offerto in due versioni, da 110 e 143 cv. Mazda5 facelift ha ereditato dalla prima generazione l’utilizzo di acciaio ad alta resistenza per la struttura della carrozzeria, mentre aggiunge nuove sospensioni, perfezionate sia anteriormente che posteriormente. Il nuovo modello ha inoltre conservato tutte quelle caratteristiche di sicurezza che avevano permesso alla prima Mazda5 di conquistare le cinque stelle nelle prove Euro NCAP. E quindi sei air-bag, pedale del freno collassabile, sistema di accensione automatica delle luci, sensori di pioggia, dischi ventilati anteriori, freni a disco rigidi posteriori, ABS a quattro canali, EBD. Argomenti rafforzati dall’ottimizzazione del servofreno a vuoto e dal sistema DSC di nuova programmazione, abbinato al Sistema di Controllo della Trazione. E già si preannunciano densi di impegni i prossimi mesi. A incominciare dal Salone di Ginevra dove il marchio presenta in anteprima mondiale la nuova Mazda2 3 porte. La vettura avrà gli stessi motori della 5 porte, ma una struttura completamente ridisegnata, di circa 100 kg più leggera rispetto alla versione precedente. A farle bella compagnia in Svizzera ci sarà anche la Mazda5 Hydrogen RE Hybrid, la versione ibrida bifuel benzina-idrogeno della nostra protagonista di oggi. Cristina Altieri
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䡵 LANCIA / Da tempo preannunciata, la nuova Delta sarà disponibile dalla prossima estate
Un glorioso ritorno “
Dopo nove anni di silenzio, il mitico nome viene tirato fuori dal cassetto dei migliori ricordi del marchio di Chivasso per tenere a battesimo un modello che per quanto visto finora sembra indossarlo alla perfezione.
La nuova Delta, dall’eloquente linea sportiva, segna il ritorno di Lancia nel segmento delle medie.
“
nuovo sistema di navigazione satellitare studiato con Magneti Marelli. I propulsori, benzina e diesel, sono tutti turbo Euro 5 con potenze da 120 a 200 cv, abbinati a cambi a sei marce manuali, robotizzati o automatici. Le loro prestazioni sono completate da una meccanica ottimizzata grazie all’impiego dell’ESC e delle sospensioni a controllo elettronico dello smorzamento. c.a. TORINO - In un’immediata associazione di idee il nome Delta riporta alla mente un pi lota rally inguainato in una tutina eighties. E infatti è così che il modello si è imposto all’attenzione del pubblico mondiale, conquistando, unica vettura nella storia, ben 6 titoli mondiali consecutivi, e regalando ai propri possessori il gusto di stare al volante di una vincente doc. Come non notare, una volta allestita la scenografia del boom economico del Fiat Group, che tra i protagonisti mancava proprio lei? E infatti i registi si sono sentiti tanto confidenti da andare a ripescare quel glorioso modello, con il quale Lancia, cessandone nel 1999 la produzione, aveva rinunciato per un lungo periodo al segmento C. Disegnata dal Centro Stile Lan cia, la Delta torna dunque a presidiare con rinnovato splendore il segmento delle berline medie. Già vista più volte in forma di prototipo la ammireremo nella sua veste definitiva in quel di Ginevra cominciando a prepararci per l’acquisto che sarà possibile di lì a pochi mesi. Due volumi e cinque porte, Delta è lunga 4,5 metri, larga 1,8 e alta 1,5. Misure che, unite al passo di 2,7 metri, assicurano un’abitabilità straordinaria. La linea, pur richiamando il recente family feeling Lancia, se ne distingue per una presenza scenica più accentuata del solito: linee aggressive, come si conviene all’erede di cotanta sportività, innestate su una personalità elegante, sfuggente e slanciata. Una silhouette fusion, si direbbe oggi, una felice contaminazione tra forme innovative e un ispirato riferimento al glorioso passato della marca.
Delta onora i trascorsi ma già sulla carta assicura contenuti dei nostri tempi. Il padiglione in materiale fonoassorbente promette di regalare all’abitacolo uno straordinario comfort acustico. La nuova Lancia non nega ai propri occupanti neanche le sensazioni date da un abitacolo inondato di luce, grazie agli ampi cristalli e, ove previsto, al tetto apribile GranLuce. Le misure parlano di una media più grande delle sue compagne di segmento, e ciò si riflette anche sullo spazio a disposizione dei passeggeri e sulle possibilità di carico, ampiamente favorite dal grande portellone che domina tutta la vista posteriore. Contribuisce alla modularità dell’abitacolo il sedile della seconda fila, scorrevole e con schienale reclinabile. Parlando di infotainment, la nuova Delta si esprime con cadenza tecnologica: tra i contenuti la radio Hi-fi Bose con comandi al volante, lettore CD e MP3, il “Blue &Me” e un
LANCIA
Le tappe fondamentali della Delta Story
Le ragioni di un mito intramontabile TORINO - Frutto della matita di Giorgetto Giugiaro, la Lancia Delta nasce nell’autunno del 1979. L’autotelaio è sofisticato per l’epoca, con sospensioni a ruote indipendenti. Due le motorizzazioni quattro cilindri in linea, un 1.3 da 75 cv e un 1.5 da 85 cv. La vettura introduce nel suo segmento parecchie innovazioni, come i paraurti in resina poliestere rinforzata, il tergilavalunotto, lo specchietto regolabile dall’interno, il tergicristallo a tre velocità, il volante regolabile. Nel 1980 la Delta s’aggiudica il premio “Auto dell’anno”. Nel 1982 viene lanciata la versione 1500 LX con ricche dotazioni di serie, come gli alzacristalli elettrici, le ruote in lega leggera, i vetri atermici ed il sedile posteriore sdoppiato. In questo periodo, in seguito a un accordo di collaborazione con Saab, la Delta viene commercializzata anche in Svezia come Saab 600. Nel 1983 il primo restyling: paraurti avvolgenti, mascherina ridisegnata, ritocchi agli interni. Nel 1986 la rivoluzione 4X4, viene lanciata la Delta HF 4WD. La trazione è integrale permanente, il differenziale centrale ripartisce la coppia motrice per il 56 per cento sull’asse anteriore e per il 44 sul posteriore. Il motore è un duemila da 165 cv, l’impianto frenante ha dischi sulle quattro ruote. È con quest’auto e con le sue successive quattro evoluzioni che la Lancia perfe-
ziona il suo mai eguagliato ciclo di vittorie rallystiche: con la Delta il marchio vince il Campionato Mondiale Rally per sei volte consecutive (1987-1992) mentre i suoi piloti si aggiudicano quattro titoli: due Miki Biasion (1988 e 1989) e altri due Iuha Kankkunen (1987 e 1991). Nel 1991 nasce un’auto che gli appassionati rallysti di tutto il mondo annoverano tra le più belle mai costruite: la Lancia Delta Integrale 16 valvole Evoluzione, detta per brevità Delta Evoluzione oppure, affettuosamente, “integrale” o “deltone”. Prodotta fino al 1993 nelle versioni 16v e 8v catalitico per il mercato svizzero, e poi dal 1993 al 1994 nella versione 16v catalitica, la Delta Evo presenta carreggiate allargate, bombature laterali e sul cofano motore, sospensioni e freni migliorati, scatola sterzo più robusta, fari più accattivanti, minigonne ridisegnate, scarico più largo e a terminale singolo. Il quattro cilindri turbo fornisce 210 cv, la velocità massima è di 220 Km/h, mentre lo scatto zero-cento si realizza in 5,7 sec. Tra le numerosissime serie speciali prodotte, Lancia ne crea due in collaborazione con Martini per commemorare i cinque e sei anni consecutivi di vittorie della Delta nel campionato mondiale rally. Stesso motore della Lancia Evo, ma allestimenti completamente diversi. La Delta Martini 5 presenta una livrea Martini Racing sulle fiancate, sedili Recaro in alcantara nero con cuciture e cinture di sicurezza rosse, prese d’aria e spoiler di colore nero, cerchi bianchi da 15”. Di serie è dotata di ABS, climatizzatore manuale, antifurto elettronico Gemini con telecomando, autoradio Clarion con caricatore CD e 2 casse, vetri elettrici e chiusure centralizzate. Il tutto per 56 milioni di lire. Sulla Delta Martini 6 i colori Martini spiccano sulle fiancate così come le decalcomanie “World Rally Champion” e “HF”. Gli interni sono di tipo Racing con sedili Recaro in alcantara turchese, cinture di sicurezza rosse, cuscinetti in teflon sulla leva del cambio: 61.750.000 lire. La seconda serie di Lancia Delta debutta nel 1993. Progettata sul pianale della Fiat Tipo, non riscuote il successo sperato. A figurare sul banco degli imputati l’assenza nelle competizioni rally, la mancata previsione iniziale della motorizzazione base 1.4 benzina, una meccanica poco affidabile e linee non più freschissime. Con il proseguire della produzione ed il succedersi degli allestimenti la situazione migliora, e i motori progrediscono in potenza e in rendimento. Il numero di esemplari venduti non migliora però di molto. La Delta II serie esce di produzione nel 1999, un anno dopo il secondo restyling.
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Marzo 2008 na la zona circostante la portiera quando si sale e si scende. Abitacolo, dotazioni di bordo e bagagliaio sono stati arricchiti con materiali di qualità e tante funzioni utili. È disponibile l’illuminazione del vano per i piedi, un “plus” riscontrabile in genere sulle vetture di categoria superiore. La consolle centrale in materiali piacevoli al tatto abbina parti verniciate a dettagli in alluminio. La connettività Bluetooth per i telefoni cellulari è ancora più comoda e si attiva senza distrazioni per il conducente; è integrata nel l’unità audio, quindi il volume si abbassa automaticamente quando si riceve una chiamata e l’ID del chiamante viene visualizzato sul display. Oltre alla telefonia Bluetooth, Pathfinder offre in opzione anche un impianto stereo del prestigioso mar chio Bose. L’impianto ha 10 altoparlanti: due nel cruscotto, due nelle portiere anteriori, due nelle posteriori, due nel portellone e una coppia di woofer “su misura” alloggiati nelle pareti dell’area di carico.
Tante possibilità di seduta
䡵 NISSAN / Sulle pendici dell’Etna per scoprire il nuovo Pathfinder Platinum
Divertimento integrale CATANIA - Il 2008 è un anno importante per Nissan Italia. La filiale della Casa giapponese compie ven t’anni di attività nel nostro Paese. Il ventennale è una preziosa occasione per il management di Capena per ribadire al pubblico italiano la validità e la qualità della proposta firmata Nissan. Ec co dunque il nuovo Pathfinder Platinum, che abbiamo provato in un percorso fuoristrada sulle pendici innevate dell’Etna, presso il Nissan Snow Camp. Dopo il grande successo riscosso dall’iniziativa nelle passate stagioni, anche quest’anno Nissan Italia ha voluto, per il quarto anno consecutivo, ripetere l’esperienza dell’area test drive su neve e ghiaccio dove il pubblico è invitato a provare la gamma dei 4x4 del marchio giapponese affiancato da istruttori di guida in fuoristrada. L’iniziativa Snow Camp si inserisce nel Nissan Sports Adventure, un programma di eventi e sponsorizzazioni creato per far vivere al pubblico la “Nissan brand experience”, fatta di due ingredienti principali: passione e avventura. Nissan Sports Adventure mira, infatti, a portare a contatto della gam ma Nissan 4x4 il crescente numero di persone appassionate di quello che viene definito “freeride”, ovvero fare dello sport non estremo, bensì fuori dagli schemi. In quest’ottica, Nissan Italia ha supportato una serie di iniziative per condividere e comunicare questo modo alternativo di vivere lo sport. Nissan Sports Adventure - da quest’anno denominerà un vero e proprio campionato di freeride con gare di snowboard, sci freeride, windsurf e mountain bike in Italia, con anche alcune
tappe in città europee. Lo Snow Camp sarà presente fino al 24 marzo 2008 in tutta la penisola, dall’arco alpino fino in Sicilia, aprendo in contemporanea due pi ste, una fissa a Campo Felice (in Abruzzo) e una itinerante nelle più belle località sciistiche italiane. “Se analizziamo il mercato dei Suv e 4x4 - spiega Bruno Mattucci, Direttore Marketing di Nissan Italia - si vede che negli ultimi anni molti clienti di berline e station wagon si sono rivolti a questo mercato, per avere un prodotto più flessibile, funzionale e più attraente in termini di design, determinando una crescita del 47 per cento dell’intero segmento negli ultimi tre anni. Osservando, però, l’andamento dei tre sub-segmenti (compatti, medi e premium) del mercato Suv e 4x4, possiamo constatare che la domanda degli sport utility compatti sta crescendo esponenzialmente: negli ultimi tre anni l’incremento è stato del 68 per cento anche per l’incredibile aumento del l’offerta da parte dei costruttori di prodotti a prezzi contenuti. Anche la domanda sui mezzi di grande prestigio, i Suv premium, è cresciuta costantemente segnando un +61 per cento dal 2004 al 2007. Al contrario continua il dottor Mattucci - il mercato dei Suv medi, il più anziano dei tre, nel quale la-
vorano i mezzi con maggiori caratteristiche off-road, soffre per l’esplosione dei due precedenti: da una parte a causa delle minori finiture degli interni e di comfort rispetto ai Suv premium, dall’altra per i prezzi meno concorrenziali rispetto ai Suv compatti”.
Un rinnovato appeal Una volta constatato questo trend, il management di Nissan Italia ha condotto delle ricerche di mercato sui potenziali clienti per capire come si poteva rendere il Pathfinder più appetibile: “I clienti dei Suv compatti - aggiunge Bruno Mattucci - ci hanno espresso un forte apprezzamento per il Pathfinder. Per loro, il principale ostacolo all’acquisto è rappresentato dal prezzo. Gli utenti di Suv premium e delle berline di lusso, invece, hanno gradito molto la robustezza e la guidabilità della vettura e sono rimasti sorpresi dalle doti di handling nella guida sull’asfalto, ma gli interni sono risultati non sufficientemente sofisticati per questa utenza”. In definitiva, per i clienti degli sport utility compatti, Nissan introduce il Pathfinder Sport, commercializzato al prezzo di 38.390 euro e che sostituisce la precedente SE,
mentre per i clienti dei Suv premium e delle ber line di segmento D ed E viene lanciato il nuovo Pathfinder Platinum al prezzo di 48.390 euro. Le altre due versioni di Pathfinder disponibili sul mercato sono ora la XE Plus (36.490 euro) e la LE (46.190 euro). Inoltre, grazie agli incentivi della rottamazione sugli autocarri, Pathfinder, che rispetta i parametri di legge per rientrare nella normativa degli autocarri fiscali, è acquistabile al prezzo fortemente competitivo di 35.000 euro nella versione XE, rottamando un autocarro Euro 0 o Euro 1. La versione Platinum rappresenta, nel suo ambito di mercato, l’offerta più e sclu-
siva, sia in termini di finiture che di qualità degli interni. Tra le principali caratteristiche spiccano: il cambio automatico, gli interni completamente in pelle pieno fiore, il sedile con un nuovo disegno avvolgente, le finiture cromate interne ed esterne, il navigatore satellitare, la rear view camera, il lettore MP3, il Bluetooth e l’indispensabile filtro antiparticolato DPF. L’ultima generazione Pathfinder propone un nuovo disegno dei cerchi in lega da 17” a sei razze e retrovisori esterni in tinta carrozzeria a seconda delle versioni. Gli specchietti integrano gli indicatori di direzione e la cosiddetta “luce anti-pozzanghera” (sulle versioni Sport e LE), che illumi-
Bruno Mattucci, Direttore Marketing di Nissan Italia.
La gamma dello sport utility giapponese è stata riposizionata per rispondere meglio alle esigenze del mercato e alle preferenze degli appassionati di Suv e 4x4. A listino la nuova versione Platinum, offerta a un prezzo concorrenziale e in grado di intercettare i gusti dei clienti più esigenti che amano il lusso e l’eleganza in formato Suv.
Gli interni combinano praticità e spazio ai massimi livelli. Ci sono 64 diverse configurazioni di seduta, grazie a tre file di sedili abbattibili individualmente che accolgono oggetti lunghi fino a 280 cm. Numerosi so no gli spazi per attrezzature e bagagli. Pathfinder è alimentato da una potente unità turbodiesel 2.5 che eroga 171 cv a 4.000 gi ri/min e 403 Nm a 2.000 gi ri/min di coppia: l’ideale per uno stile di vita attivo, sul lavoro come nel tempo libero. La velocità massima è di 180 km/h con cambio manuale e 174 con l’automatico, l’accelerazione 0-100 km/h rispettivamente di 11,9 e 11,8 secondi. Nel ciclo combinato, Pathfinder registra un consumo di 9,8 litri/100 km (10,2 con cambio automatico) e le emissioni di CO2 massime sono di 264 g/km (276 con cambio automatico). Il Suv a trazione integrale di Nissan adotta una versione perfezionata del sistema Nissan All-Mode 4x4 a controllo elettronico (la versione più evoluta è rappresentata dall’All-Mode 4x4-i, introdotta di recente sul nuovo X-Trail). Tramite un semplice comando in plancia, il guidatore seleziona una delle quattro modalità di marcia disponibili: 2WD, Auto, 4Hi Lock e 4LO. In condizioni normali sull’a sciutto, si inserisce il 2WD, ossia la trazione posteriore. Sul bagnato o su fondi sdrucciolevoli, invece, il modo Auto monitorizza elettronicamente i livelli di aderenza e distribuisce in automatico la coppia motrice do ve ce n’è più bisogno, sia su strada che in fuoristrada. Per potenziare le capacità nell’off-road, Pathfinder con trasmissione manuale è dotato di tecnologia Uss (Up hill Start Support), che consente al guidatore di affrontare senza difficoltà le ripartenze in salita. Le versioni con cambio automatico dispongono anche del DDS (Downhill Descent Support), il sistema di assistenza alla discesa. Pathfinder è dotato di Esp+, 6 airbag, Active Brake Lsd, Ebd, poggiatesta attivi, attacchi Isofix. Fabio Basilico
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䡵 HUMMER / Debutterà nel 2009 il nuovo pick up H3T del marchio americano
Il mostro diventa più umano CHICAGO - L’abitabilità di un “crew-cab” da 5 posti e la versatilità di un pianale di carico lungo 1,5 metri. Ma che fine aveva fatto l’Hummer H3T? Se n’era parlato l’estate scorsa, e poi non se ne aveva più avuta notizia. Ora il marchio americano svela finalmente il suo pick up che si prepara al debutto nel 2009. Una novità annunciata da Hummer e destinata a sconvolgere il mercato dei mini truck con il suo stile inconfondibile e con le sue straordinarie prestazioni. Basato sulla struttura del l’H3, il modello che ha fatto di Hummer uno dei leader del settore anche in termini di vendite, più grande di un truck intermedio, ma più compatto di uno “full size”, l’H3T realizza una propria, nuova nicchia. La versione pick up vanta tutte le caratteristiche di un vero Hummer: doti fuoristrada e un abitacolo dalla funzionalità e comfort supremo e dalle finiture di elevata classe esecutiva. Senza dimenticare le qualità tecniche e meccaniche di un Hummer, che consentono di affrontare in comfort e sicurezza anche il fuoristrada più impegnativo grazie all’efficientissimo sistema di trasmissione integrale permanente. Come tutti gli Hummer, l’H3T vanta una forte personalità stilistica, già un’icona per gli appassionati di fuoristrada in ragione dell’estrema funzionalità e della grintosa essenzialità, ben identificate dall’assetto solidamente piantato a terra, con la linea di cintura alta, il profilo del tetto relativamente basso e i pneumatici maggiorati e scolpiti off-road. L’ampia calandra a sette luci e i fari rotondi sono due degli elementi distintivi del design Hummer che si ritrovano anche nel nuovo H3T. Il concetto che la forma debba adattarsi alla funzione è al centro della filosofia del design, e il potenziale prestazionale e la versatilità del nuovo H3T riflettono questo codice. Dal montante centrale in avanti, il crew cab condivide lo stesso stile dell’H3, mentre da lì indietro la posizione posteriore della cabina e il pianale di carico hanno disegno esclusivo H3T. Il pianale dispone del portello di accesso asportabile e della predisposizione per il montaggio di guide per una più agevole gestione del carico. Per organizzare il trasporto di qualsiasi equipaggiamento è a disposizione un’ampia gamma di accessori. L’abitacolo tipo “crew cab” di H3T offre abitabilità per cinque adulti e dispone di un divano posteriore con schienale ad abbattimento differenziato 60/40. La configurazione e l’esecuzione dell’abitacolo sono sostanzialmente identiche a quelle dell’H3, di cui H3T condivide l’elevata qualità delle finiture e dei materiali. L’e quipaggiamento di serie in-
ta di quello dell’H3. Le sospensioni anteriori sono a ruote indipendenti con schema a quadrilateri deformabili e molle a barra di torsione, mentre le sospensioni posteriori sono del tipo ad assale rigido. Sono disponibili due assetti. Quello standard è per prevalente uso stradale, anche con carichi elevati o traini pesanti, ed è stato concepito per offrire un compromesso ottimale fra guida su strada e capacità di muoversi in fuoristrada. L’assetto “Off road adventure”, invece, è stato ottimizzato per un impiego prevalentemente fuoristrada. Alcuni numeri danno una
clude climatizzatore, chiusura centralizzata “senza chiave”, alzacristalli elettrici, radio con lettore di CD. A richiesta anche il sistema di visione posteriore per mezzo di telecamera, il navigatore e la connessione Bluetooth. E veniamo alle motorizzazioni. Il propulsore standard è lo stesso Vortec 3.7 litri che equipaggia l’H3. Si tratta di un moderno cinque cilindri in grado di erogare una poderosa combinazione di potenza, 244 cv a 5.600 giri e 328
Nm di coppia a 4.600 giri. Questo motore è abbinato a una trasmissione manuale a cinque rapporti, oppure a un’automatica a quattro con controllo elettronico. La versione H3T Alpha, che tra l’altro stabilisce il nuovo record di capacità traino per la categoria, ben 2.676 kg, adotta uno straordinario V8 5.3 litri, con blocco e teste in alluminio per contenere il peso e migliorare il bilanciamento fra i due assi. La potenza massima è di ol tre 300 cv,
Immutati lo stile esclusivo e l’eccezionale potenziale ma con versatilità, capacità di traino e carico ancora maggiori. mentre la coppia è pari a 434 Nm. Una trasmissione automatica Hydra-Matic 4L60 a quattro rapporti a gestione elettronica provvede a tradurre il potenziale del V8 in prestazioni ineguagliate nella categoria. Il gruppo telaio e sospensioni dell’Hummer H3T costituisce la versione allunga-
misura delle prestazioni fuoristradistiche del nuovo H3T: limite di pendenza 60 per cento, limite di pendenza laterale 40, altezza da terra 285 mm (con cerchi da 17”), angolo di attacco 38,7 gradi (con cerchi da 17”), angolo di uscita 30,1 gradi (con cerchi da 17”), primo nel suo segmento ad offrire differenzia-
䡵 OPEL / Al Salone di Ginevra il prototipo della nuova Meriva
Trionfo della flessibilità Il nuovo veicolo sperimentale Meriva Concept trasferisce in una piccola monovolume il nuovo linguaggio stilistico della marca tedesca, esaltandolo ulteriormente. RÜSSELSHEIM - La flessibilità d’uso e la versatilità hanno fatto in Italia di Opel Meriva un’automobile gradita e apprezzata, soprattutto a uso e consumo delle famiglie. Nata nel 2003, oggi la Meriva si declina in versione Meriva Concept. L’intenzione di Opel è rivolgersi innanzitutto a coloro che la possiedono già da cinque anni e deside-
rano passare a una vettura nuova. Ma il prototipo, esposto in anteprima mondiale al Salone Internazionale del l’Automobile in programma dal 6 al 16 marzo, rappresenta qualcosa di nuovo in fatto di flessibilità delle monovolume, un segmento dove Meriva è ai vertici da quando è stata lanciata sul mercato europeo. Si tratta di una
nuova interpretazione di una futura piccola monovolume che presenta molto più che inediti dettagli stilistici. “Stiamo svelando un approccio innovativo destinato ad aumentare la flessibilità delle monovolume Opel” ha spiegato recentemente A lain Visser, Chief Marketing Officer, GM Europe, prima del debutto del prototipo a
Ginevra. “I sistemi Flex7 di configurazione dei sedili di Zafira e FlexSpace di Meriva hanno aperto una nuova era in fatto di flessibilità interna e cambiato in modo permanente il mondo dell’automobile”. Con Zafira, Meriva e da questo mese anche Nuova Agila, la Casa tedesca del gruppo General Motors con-
le anteriore e posteriore bloccabili, Hill Hold Assist Hummer di serie, quattro scudi di protezione per il sottoscocca. La dotazione di serie di H3T in materia di protezione degli occupanti è in linea con la tradizione di massima sicurezza da sempre perseguita da Hummer . La dotazione include: doppio airbag frontale con sensore di rilevazione della presenza del passeggero, airbag laterali a cortina, sistema di controllo e gestione della stabilità StabliTrak, sistema frenante completo di ABS e controllo della trazione, sistema di controllo della pressione dei pneumatici, sistema di ancoraggio di sicurezza ai posti posteriori per il sedile dei bambini, sistema di assistenza e tracciamento OnStar con un anno di servizio Safe & Sound. H3T è stato progettato anche per ridurre al massimo i danni, subiti e inferti, in caso d’impatto contro altri veicoli. La solidità della sua carrozzeria assicura massima protezione ai passeggeri. La produzione avrà inizio nel terzo trimestre del 2008 presso lo stabilimento GM di Shreveport, in Louisiana, con la commercializzazione che inizierà poco più tardi, prima in Nord America e quindi in Europa. tinua a viaggiare sulla cresta dell’onda nel campo delle monovolume. Nel 2007 i concessionari del marchio di proprietà GM hanno consegnato quasi 335.000 Zafira e Meriva in Europa e ben 47.500 in Italia, dove Opel è leader di segmento. Le monovolume rappresentano attualmente un quinto delle vendite della Casa tedesca e un ottavo di quelle dell’intero mercato europeo. Il nuovo veicolo sperimentale Meriva Concept trasferisce in una piccola monovolume il nuovo linguaggio stilistico della marca tedesca, esaltandolo ulteriormente. L’andamento delle fiancate riprende la solida linea a guscio che è stato un tipico elemento stilistico dei prototipi Opel GTC Coupé e Flextreme. Particolarmente attraente è la fluidità del disegno dei finestrini in corrispondenza del secondo montante del tetto, che permette ai passeggeri della seconda fila di godere di una buona visuale esterna. Alcuni dettagli della parte posteriore della vettura - come, in particolare, i gruppi ottici - si richiamano a quelli di Insignia, la nuova berlina Opel di classe media che sarà lanciata alla fine dell’anno sul mercato europeo e a inizio 2009 in Italia. Il tetto della monovolume che scende progressivamente all’indietro sottolinea le qualità di dinamismo della vettura. Non resta che vederla a Ginevra e attenderla al varco per il test drive.
14 AUTORAMA 䡵 SUBARU / Importante evoluzione per il SUV crossover
La grinta di Tribeca
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L’elegante Sport Utility rilancia la sua sfida al mercato proponendosi con una nuova immagine esterna, un nuovo motore e una trasmissione adeguata. Il più grande modello della gamma Subaru è in grado di ospitare a bordo sette passeggeri.
“
A DRIA - Ha deciso di chiamarsi semplicemente Tribeca, abbandonando nella denominazione il codice B9 che lo caratterizzava in passato. Un segno dell’evoluzione del più importante Suv crossover di casa Subaru, che oggi si ripropone sul mercato italiano con una nuova immagine esterna, un nuovo motore e una trasmissione adeguata. La voglia di stupire c’è tutta, visto che il management di Subaru Italia ha deciso di organizzare la presentazione di Tribeca in concomitanza con quella della sportivissima Impreza WRX STI, all’Adria International Raceway. Ma Tribeca ha subito messo le cose in chia ro, ribadendo con forza e convinzione quella che è la sua mission: non certo le alte velocità su circuito, quanto piuttosto le dinamiche prestazioni in strada e fuoristrada. Ed essendo Adria a due passi dal mare, è stato facile predisporre su di un tratto di spiaggia lun go l’Adriatico una divertente pista off road dove è stato possibile testare le doti del modello Subaru. Tribeca, che utilizza anch’essa il noto sistema “Symmetrical AWD” accoppiato al motore Boxer, ha nell’agilità e nella stabilità i suoi punti di forza, assicurando maneggevolezza e facilità di controllo. Un dato importante, se si tiene conto che si tratta del modello più grande della gamma Subaru, il primo disponibile per sette passeggeri. L’elegante Suv propone una grande fun zionalità della distribuzione delle tre
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file dei sedili che, grazie all’intelligente design, consentono di disporre di uno spazio flessibile per il viaggio fino appunto a sette passeggeri. L’esterno è stato modificato soprattutto nella parte anteriore. Il muso acquista una maggiore imponenza
grazie a una nuova calandra più ampia, meno caratterizzante rispetto al passato, ma più ampia e alta. Un muso più imponente dunque, come si addice a un’ammiraglia lussuosa, prestazionale e con elevate doti di comfort. Oltre alla calandra anche i gruppi ottici hanno acquisito
un nuovo appeal, più coerenti con il resto della gamma. L’importanza del profilo anteriore viene poi sottolineata dalla linea della cintura che si rastrema ulteriormente nella zona della terza luce laterale. Ci sono anche a disposizione nuovi cerchi in lega leggera. Nel posteriore,
i più importanti ritocchi riguardano i gruppi ottici, più filanti, la parte inferiore, con un nuovo paraurti, e la parte terminale del tetto, che appare più profilata. La novità principale del Model Year 08 è rappresentata dal propulsore. Si tratta di un motore boxer a sei cilin-
dri Dohc di cilindrata superiore. Si passa infatti dai 3 ai 3,6 litri, con nuovi valori di potenza e coppia raggiunti non solo grazie all’aumento della cilindrata, ma an che con l’adozione di una nuova distribuzione. Infatti, per la prima volta in un motore aspirato Subaru, il sistema
䡵 SUBARU / In prova all’Adria International Circuit Raceway la terza edizione dell’Impreza WRX STI
Voglia di correre Rispetto ai modelli precedenti presenta un look meno estremo, per coinvolgere un numero sempre maggiore di acquirenti. ADRIA - La prima Subaru Impreza WRX STI venne lanciata sul mercato giapponese nel 1994, alla vigilia della vittoria nel mondiale rally costruttori del 1995 e 1997. Non a caso c’è il richiamo al mondo dei rally quando si parla di questa vettura dal momento che, raro esempio a livello mondiale, il progetto stradale nasce e si evolve in funzione delle corse. Il progetto della nuova Impreza WRX STI, che abbiamo provato all’Adria International Circuit Raceway, nasce secondo principi coerenti con tutta la filosofia Subaru: una vettura compatta, con un baricentro molto basso, pesi contenuti e ben bilanciati, un motore potente ma fluido e di facile erogazione nonché una trasmissione che la tenga “attaccata” al terreno. La nuova Impreza WRX STI utilizza il pianale di Legacy opportunamente accorciato. Di base, quindi, può contare su un aumento del passo e della carreggiata a tutto vantaggio della stabilità sia sul misto che nel veloce. Al pianale è stato poi assemblato uno chassis molto rigido in modo che la meccanica di movimento (sospensioni, trasmissione, freni) possa lavorare al meglio. I tecnici Subaru hanno lavorato moltissimo per definire la nuova scocca di Impreza WRX STI e il progetto prende il nome di “Subaru DC3” (Subaru dynamic chassis control concept). Con un telaio rigido e stabile si possono realizzare performance dinamiche di alto livello: quello che un cliente si aspetta dalla nuova sportiva giapponese. Diamo dunque alcuni dati di riferimento: velocità massima di 250 km/h e accelerazione 0-100 km/h in 5,2 secondi. La linea Impreza WRX STI ha corpo forte, muscoloso, ma asciutto e senza fronzoli. Rispetto ai modelli precedenti, il look è meno estremo, in linea con il resto della gamma Impreza, tendente a coinvolgere un numero sempre maggiore di acquirenti. Chiaramente, i parafanghi allargati, l’assetto ribassato e l’aspetto mascolino non passano certo inosservati, però nel suo insieme la vettura risulta più “discreta” della precedente. Il frontale è aggressivo, dominato da una calandra grigliata definita da cromature dove spiccano i gruppi ottici con taglio in linea con la rinnovata immagine Subaru, per costituire un evidente family feeling con il resto della gamma. Al di sotto della griglia altre ampie prese d’aria permettono il raffreddamento di radiatori e freni. Il cofano è ricco di nervature, sinonimo di potenza, e aperto sul davanti dalla presa di raffreddamento dell’intercooler posto in alto come vuole la tradizione per un motore boxer.
Il fianco si allarga all’altezza dei passaruota per far po sto alla carreggiata aumentata (40 mm sull’anteriore, 45 mm al posteriore) e al le ruote da 18”. Dietro ai passaruote ci sono due sfiati grigliati del vano motore per il deflusso dell’aria calda dallo stesso, impreziositi con il logo STI (Subaru Technica International), la sigla della società del gruppo Fuji Heavy Industries che progetta e sviluppa le vetture sportive di casa Subaru. Il fianco è a cintura alta e nel posteriore si nota l’appoggio a terra delle ruote posizionate all’estremo della struttura così come i gruppi ottici molto brillanti a illuminazione led e i quattro scarichi. La carrozzeria è hatchback, quattro porte: sparisce quindi il terzo volume dalla silhouette della vettura e con esso anche l’enorme spoiler posteriore che da sempre la caratterizzava. Al suo posto un più discreto, ma molto efficace, spoiler superiore alla fine del tetto per assicurare la corretta deportanza alle alte velocità. All’interno, un ambiente molto tecnico, ammantato di nero opaco con richiami color argento definiti dalle finiture della consolle centrale. L’illuminazione diffusa è invece rossa come le lancette della strumentazione e le scritte “STI” che si trovano un po’ ovunque a sottolineare l’individualità del progetto. I sedili sono in pelle, eleganti e preziosi nella loro funzionalità tecnica. Il motore presenta una meccanica di base sulla quale sono stati implementati tutta una serie di dispositivi elettro-meccanici per ampliarne le performance ma, soprattutto, per restare entro i limiti delle emissioni (243 g/km di CO2 nel misto). Sotto il cofano opera il quattro cilindri Dohc da 2.5 litri sovralimentato con turbocompressore a gas di scarico e raffreddamento dell’aria aspirata attraverso intercooler aria-aria. Per migliorare l’andamento della erogazione della potenza e contenere le emissioni si utilizza un sistema di distribuzione variabile continua sia per il lato aspirazione che per quello delle valvole di scarico (Dual Avacs). Inoltre, l’acceleratore è regolato da una farfalla a controllo elettronico, la colonna dello scarico è sdoppiata e ogni singolo collettore ha la stessa lunghezza e diametro degli altri. Tutto questo può essere
riassunto in una potenza massima di 300 cv a soli 6.000 giri/min per una coppia massima di 397 Nm/41,5 kgm a 4.000 giri/min. La potenza viene scaricata a terra attraverso una trasmissione con un cambio manuale a sei marce e un differenziale centrale a controllo elettronico Dccd. Il consumo è di 10,3 litri/100 km nel ciclo misto. Anche la nuova Impreza WRX STI ha sviluppato la trasmissione secondo il principio Symmetrical AWD di Subaru con la differenza che, oltre all’equilibrio dinamico della vettura, si cercano anche le pure performance indipendentemente dal tipo di fondo stradale che si percorre. Impreza WRX STI consente di variare l’efficacia del sistema in funzione della consistenza del fondo stradale, delle situazioni di guida e della sportività richiesta alla vettura. La distribuzione della coppia motrice di base parte da 41 per cento all’anteriore e 59 per cento al posteriore. La regolazione interviene da questa posizione al blocco totale definibile in 50:50 per cento. All’interno di queste posizioni ci sono tutte le possibili variabili di regolazione. Potrà sembrare incredibile, ma la nuova Impreza WRX STI ha anche dei sistemi pensati per controllare l’eccessiva esuberanza di pilota o vettura. Ecco dunque il controllo di stabilità Vdc. Perché la sicurezza non è mai un optional. Altra novità elettronica utilizzata dal nuovo modello è il sistema di controllo della gestione del motore Si-Drive (Subaru intelligent drive), ovvero un programma elettronico di gestione che può essere influenzato dal guidatore intervenendo direttamente sulla mappatura del propulsore, modificando la regolazione della quantità di benzina iniettata, l’anticipo d’accensione, la fasatura della distribuzione e tutti i parametri di lavoro del motore stesso. Impreza WRX STI viene offerta a 45.990 euro. Subaru Italia stima di venderne 250-300 unità nel corso del 2008.
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A suo agio anche nelle situazioni più estreme. La nuova Tribeca è un concentrato di tecnologie che assicurano agilità e stabilità su ogni tipologia di fondo stradale.
di apertura/chiusura delle valvole variabile in mo do continuo (Avacs) non viene solo applicato alle valvole di aspirazione, ma an che a quelle di scarico. Il Dual Avacs consente perciò di ottenere uno sviluppo dell’andamento della coppia motrice molto favorevole con un picco intorno ai 4.000 gi ri/min di 350 Nm/35,7 kgm, ma con un trend decisamente fluido, come si addice a un mezzo elegante e lussuoso come questo. Anche la potenza ne guadagna attestandosi ora a un lusinghiero valore di 258 cv a 6.000 gi ri/min. Tutto questo con un occhio di riguardo al controllo delle emissioni allo scarico ampiamente entro i limiti imposti dalle leggi europee. Tant’è che pur essendo molto più prestazionale della prece-
dente versione (la velocità massima è di 207 km/h e l’accelerazione 0-100 km/h avviene in 8,9 secondi), la nuova Tribeca raggiunge dei valori di consumo (11,6 litri/100 km nel ciclo misto) e di emissioni (275 g/km di CO2 nel misto) decisamente inferiori. Con il nuovo propulsore è stata introdotta an che una nuova trasmissione automatica: basata sul no to Sportshift E5AT, si caratterizza per una programmazione che sfrutta al meglio le doti del propulsore per fluidità di marcia, controllo in fase di marcia in salita e accelerazione. La nuova elettronica di gestione ha anche il compito di controllare la distribuzione della coppia motrice attraverso il programma Vtd (Variable torque distribution system) partendo da una base
di 45 per cento all’anteriore e 55 al posteriore, per arrivare al 50/50 per cento con il blocco totale. Tribeca assicura accelerazioni pronte e fluide e un buon livello di qualità di guida. Anche la marcia in curva è sempre in completa agilità e stabilità grazie al peso contenuto, al basso centro di gravità tipico di tutte le Subaru, alla compattezza del motore e alla trasmissione ben bilanciata. La mobilità è ad alto livello anche su terreni accidentati grazie all’altezza da terra di 213 mm e il movimento della sospensione migliora il comfort di guida anche su terreni accidentati. Un nuovo disegno delle sospensioni posteriori consente di poter guadagnare spazio per l’abitabilità posteriore e attutisce meglio
sia le vibrazioni e che gli inevitabili impatti del le ruote nella marcia. Il cambio è a cinque marce automatico con nuova programmazione e assicura cambiate dolci e sportive. Oltre al Symmetrical AWD e al basso centro di gravità è presente il Vdc, il sistema di controllo della stabilità, che arriva in soccorso del guidatore nel momento in cui un improvviso cambio di aderenza del fondo stradale o un’errata manovra costringessero la vettura a situazioni di precaria stabilità. L’intervento è quanto mai poco invasivo, lo si nota appena, ma è sufficiente a riportare il mezzo nei limiti di traiettoria impostati. All’interno, la seconda fila di sedili può essere spo-
stata all’indietro di ben 200 mm, consentendo di poter gestire uno spazio davvero considerevole. In funzione del numero dei passeggeri e del loro bagaglio, i sedili possono assumere varie conformazioni, secondo la necessità: la seconda fila di sedili può essere abbattuta secondo vari schemi in misura 60/40, oppure 40/20/40 o addirittura completamente affogata sotto al pianale. Opzionale un sistema di intrattenimento per gli ospiti che consta di uno schermo da 9”, discendente dal soffitto, collegato a un lettore dvd a sua volta interfacciabile con una consolle di videogiochi o una videocamera. Tribeca è costruita negli Stati Uniti, in Indiana, nella fabbrica Subaru di Lafayette. In Italia, Tribeca MY08
viene commercializzata a 54.980 euro in un unico allestimento 7 posti al top per contenuti. La stima di Subaru Italia è di immatricolarne 200-250 unità nel corso del 2008, in netto aumento rispetto alle 150 unità consuntivate da B9 Tribeca nel 2007. Complessivamente, lo scorso anno la filiale italiana della Casa nipponica ha venduto circa 4.500 unità. L’o biettivo per il 2008 è di raggiungere le 6.300 unità, mentre la grande sfida è arrivare a 10.000 unità nel 2010. Sempre nel 2007, il modello Subaru più venduto nel nostro Paese è stato il Forester con circa 1.800 unità, seguito da Legacy con circa 1.100, Justy e Impresa con circa 700 ciscuno e B9 Tribeca con 150. Fabio Basilico
䡵 MERCEDES-BENZ / Nuova CLC: operazione super-coupé Completamente ripensata la coupé della Classe C, che verrà lanciata nella tarda primavera con una ricca dote in termini di appeal e contenuti, spinta da propulsori più potenti e verdi. STOCCARDA - È stata riprogettata con oltre 1.100 componenti inediti la nuova Mercedes-Benz CLC, il successore di un modello, la Classe C SportCoupé, già protagonista di una vita professionale dai grandi numeri. In sette anni di commercializzazione l’affascinante tre porte è stata scelta da circa 320.000 automobilisti, e la nuova versione si appresta a fare ancora meglio, grazie alle innovazioni che hanno interessato design, equipaggiamenti, tecnica e propulsori. Dopo berlina e station wagon fresche fresche di restyling, Classe C chiude così il cerchio lanciando la sua declinazione più sportiva, che si presenterà all’appuntamento con il pubblico europeo nel mese di maggio. La CLC è dipinta con i colori della sportività, e i ritocchi cui è stata sottoposta si indirizzano senza mezzi termini in senso aggressivo: sul frontale, con gli inediti proiettori e la calandra con la stellona al centro. Posteriormente, dove i nuovi gruppi ottici con la terza lu ce di stop e il paraurti più elegante disegnano una co da di grande impatto. Sollevando l’ampio portellone poi, si schiude un bagagliaio con
Un sogno realizzabile
volume di carico aumentato, che arriva fino a 1.100 litri. All’interno dell’abitacolo la dotazione di serie è ricca: sedili sportivi con sostegno laterale ottimizzato, volante a tre razze con comandi, climatizzatore automatico. La nuova CLC monta propulsori quattro e sei cilindri con una gamma di potenze comprese tra i 122 e i 272 cv. Per tutte le motorizzazioni una cavalleria più imponente e una maggiore efficienza, che si traduce in minori consumi ed emissioni. Il rinnovato propulsore da 184 cv di CLC 200 Kompressor eroga 20 cv in più e consuma 7,8-8,2 litri per 100 chilometri nel ciclo combinato, ovvero circa 0,7 litri in meno rispetto alla precedente versione. Straordinari i turbodiesel: CLC 200 CDI si accontenta di 5,8-6,1 litri per 100 chilometri nel ciclo combinato, consumando fino al 10,8 per cento in meno rispetto al modello precedente.
Grande scelta di cambi Non tradiscono le alte aspettative di chi entra in un abitacolo Mercedes-Benz gli interni della nuova CLC.
Di serie è previsto il cambio manuale a sei marce, mentre sono disponibili a ri-
chiesta l’automatico a cinque marce per i quattro cilindri e il 7G-Tronic per i modelli V6. Per gli amanti della guida adrenalinica, Mercedes-Benz ha creato un pacchetto sportivo ad hoc che regala a CLC assetto ribassato, cerchi in lega da 18, pneumatici maggiorati, fari con cornice interna nera, e soprattutto il nuovo sterzo diretto, capace di ridurre i movimenti necessari a seguire la curva, per un miglior risultato dinamico e una maggiore sicurezza. Parlando di infotainment, all’appello tutti gli accessori
immaginabili rispondono “presente”: display a colori, doppio sintonizzatore, regolazione del volume in funzione della velocità di marcia, interfaccia Bluetooth, presa iPod, presa USB, lettore dvd, sistema Linguatronic per gestire i dispositivi di bordo con l’utilizzo della voce. Nulla ancora si sa sul listino prezzi che non dovrebbe comunque scappare troppo lontano dai quei 31.000 euro che venivano richiesti per entrare in possesso dell’entry level della vecchia SportCoupé. f.b.
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SPIDER: PICCOLE TEDESCHE A CONFRONTO Bisogna attendere ancora poco per la quarta versione della piccola Bmw. Dopo la berlina tre e cinque porte e la coupé è in arrivo la Serie 1 Cabrio.
BMW SERIE 1 CABRIO Trazione Posteriore Movimento Soft top 22 secondi Velocità massima 250 km/h (135i) 0-100 km/h 5,6 secondi (135i) Consumi 5,1 l/100 km (120d) Presa iPod Sì Portabiciclette opzionale Sì Prezzi Da 31.150 euro
䡵 BMW / La baby cabrio al debutto: tela, tecnologia e motori EfficientDynamics
22 secondi per rivedere le stelle SAN DONATO MILANESE - Scelta purista per la piccola Cabrio di casa Bmw che, non lasciandosi influenzare dalle decisioni della sorella maggiore, la Serie 3, prende risoluta la via della capote in stoffa. Senza alcun sacrificio in termini di comfort acustico e termico, la classe è assicurata e la praticità anche, grazie al motorino che completa il movimento in 22 secondi, anche durante la guida fino a una velocità di 40 km/h. L’effetto cangiante del colore antracite è l’opzione per chi voglia splendere sotto il sole. Tradizione confermata per il tetto dunque, e pure per gli altri punti fermi del progetto Serie 1: trazione posteriore, scocca rigida, tecnologia a go-go e motori ruggenti. L’impatto con la scoperta è notevole: Serie 1 Cabrio è disegnata da una linea di spalla ribassata rispetto a quella della Coupé e da portiere senza cornice: il tutto conferisce al profilo dell’auto un andamento filante ed equilibrato. Il parabrezza prende distanza dalle teste degli occupanti intensificando così il piacere di interagire con il cielo. Il cofano del bagagliaio termina con uno spoilerino aerodinamico nel quale è stata integrata la terza luce dei freni. La variante sportiva, la 135i Ca-
brio, si distingue per il pacchetto M che include una presa d’aria centrale maggiorata, quelle laterali sottolineate da flap rialzati, un diffusore integrato nello spoiler posteriore e terminali di scarico di colore cromo scuro. All’interno dell’abitacolo la consueta grande cura: lo stile della Serie 1 Coupé è adattato alle esigenze di una vettura aperta, in una felice corrispondenza con la vista esterna. Ciliegina tecnologica, il Sun Reflective, che previene il riscaldamento eccessivo della pelle dei sedili a causa della radiazione solare: speciali pigmenti presenti nel materiale riducono l’aumento di temperatura fino a 20 gradi. Il comfort termico è argomento imprescindibile su Serie 1 Cabrio: quando si viaggia a capote abbassata è anche possibile climatizzare l’abitacolo al meglio scegliendo la modalità Cabrio. La piccola scoperta è attenta a tutto e non sacrifica completamente all’altare dello stile neanche la funzionalità: con un volume del bagagliaio di 260 litri offre un’utile capacità di trasporto anche a capote abbassata. Inoltre l’opzionale apertura di carico passante permette lo stivaggio di oggetti, e, sempre a richiesta, il portapacchi fissabile
alla coda consente perfino il trasporto di due biciclette. Tutti i motori della cabrio omaggiano la magna charta del Bmw EfficientDynamics, essendo progettati per risultare performanti e minimizzare però consumo di carburante ed emissioni. Lunga la lista degli interventi che lavorano per realizzare questo difficile equilibrio: l’alleggerimento di peso, le nuove camere di combustione, l’iniezione Common-Rail di terza generazione, l’High Precision Injection, il controllo della combustione. E non solo a livello di motori. La Brake Energy Regeneration, o recupero dell’energia frenante, sfrutta le fasi di rilascio e di frenata per produrre corrente elettrica per la rete di bordo, così da non attingere alle scorte di carburante. E nelle vetture con cambio manuale, l’Auto Start/Stop e l’indicatore del punto ottimale di cambiata aumentano l’efficienza scongiurando gli sprechi. Ma esaminiamo i propulsori più nel dettaglio. Il top di gamma 135i Cabrio è alimentato da un tremila in lega leggera sei cilindri in linea che, grazie alla combinazione di Twin Turbo e High Precision Injection, scatena una potenza di 306 cv e una coppia di 400 Nm. Per l’accelerazione da 0 a
100 km/h la 135i Cabrio richiede solo 5,6 secondi, mentre la velocità massima viene limitata dall’elettronica a 250 km/h. Nel ciclo combinato il consumo ammonta a 9,4 l/100 km. I motori più “umani” sono tre benzina e un diesel. Sotto il cofano della 125i Cabrio pulsa un tremila sei cilindri aspirato da 218 cv e 270 Nm di coppia: velocità massima 238 km/h, scatto zero-cento 6,8 secondi, consumo medio 8,1 l/100 km. Il duemila quattro cilindri a benzina debutta con due livelli di potenza. Nella 120i Cabrio eroga 170 cv e 210 Nm di coppia; il
consumo è di 6,6 l/100 km, mentre il valore di CO2 ammonta a 158 g/km. Con una potenza di 143 cv e una coppia massima di 190 Nm, la Bmw 118i Cabrio tocca i 210 km/h, accelera a 100 km/h in 9,3 secondi, consuma 6,3 litri/100 km e segna un valore di CO2 di 149 g/km. L’unico diesel, il duemila quattro cilindri con filtro antiparticolato della 120d Cabrio, eroga una potenza di 177 cv; la coppia massima è di 350 Nm, il picco di velocità di 222 km/h, l’accelerazione da 0 a 100 km/h avviene in 8,1 secondi mentre il consumo di carburante si ferma a 5,1 li-
tri/100 km. In alternativa al cambio manuale, tutte le motorizzazioni della nuova Bmw Serie 1 Cabrio sono combinabili a richiesta con la trasmissione automatica a sei rapporti che, grazie alla funzione Steptronic, permette al guidatore di cambiare anche manualmente attraverso il selettore di marcia della consolle centrale oppure i bilancieri del volante. Il servosterzo elettrico EPS con funzione di Servotronic mette a disposizione una servoassistenza regolata in base alla velocità. A richiesta, l’esclusivo Active
La Serie 1 Cabrio è disegnata da una linea di spalla ribassata rispetto a quella della Coupé e da portiere senza cornice. Il tutto conferisce al profilo un andamento filante ed equilibrato.
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AUDI A3 CABRIOLET Trazione Anteriore Movimento Soft top 9/11 secondi Velocità massima 231 km/h (2.0 TFSI) 0-100 km/h 7,3 secondi (2.0 TFSI) Consumi 5,1 l/100 km (1.9 TDI) Presa iPod Sì Portabiciclette opzionale Sì Prezzi Da 31.200 euro
Steering eleva ulteriormente la precisione e il comfort di sterzata, variando la demoltiplicazione in dipendenza della velocità di guida. Optional a parte, l’equipaggiamento di serie di Serie 1 Cabrio è ricchissimo: sistema di regolazione della stabilità di guida DSC con antibloccaggio dei freni, Controllo automatico di stabilità, Cornering Brake Control per stabilizzare la vettura nelle frenate in curva, Dynamic Traction Control. Completano il quadro di un’auto supersicura ed affidabile acciai altoresistenziali, elementi a deformazione programmata che assorbono l’energia d’urto, sistemi di ritenuta controllati da una centrale di sicurezza elettronica, quattro airbag di serie, schienali dei sedili e poggiatesta a protezione anticrash ottimizzata, sensori di roll-over che, non appena viene registrato il rischio di un capottamento, fanno fuoriuscire in frazioni di secondo due roll-bar nascoste dietro i poggiatesta posteriori. Gli impianti audio disponibili per la Bmw Serie 1 Cabrio sono fornibili a richiesta con un’interfaccia USB che permette di connettere iPod e MP3-player esterni. Il sistema di comando iDrive, a richiesta, consente di comandare le funzioni di comfort, comunicazione, climatizzazione, entertainment e navigazione. Per avere tutto questo dai 31.550 euro della 118i Eletta ai 46.450 euro della 135i la scelta lascia spazio ai gusti e alle possibilità degli acquirenti, anche se non proprio a tutti.
Linea sportivamente rassicurante, capote in tela, interni perfetti e il mitico cambio STronic: queste le carte che gioca Audi con la sua A3 Cabriolet.
䡵 AUDI / Arriva in aprile la nuova scoperta che concilia tradizione e modernità
Il cielo su di noi V ERONA - Scelta obbligata per la nuova Audi A3 Cabrio. Tutte le versioni scoperte con gli anelli esigono i vantaggi del tetto pieghevole in tela: armonia del design e guadagno in termini di peso e quindi di dinamica di guida. Il soft top è proposto in due varianti: semiautomatica e automatica. In questa seconda versione, meglio insonorizzata grazie allo strato isolante supplementare, la pompa idraulica riavvolge la copertura in nove secondi e la spiega in undici, an che mentre si sta viaggiando, purché la velocità di marcia non superi i 30 km/h. La capote ripiegata a Z scompare in un piccolo incavo nel bagagliaio lasciando spazio sia ai passeggeri seduti sul divano posteriore che al vano di carico, la cui capienza arriva a 260 litri. Gli schienali dei sedili posteriori, divisibili al centro, possono poi essere ribaltati in avanti per ampliare il volume utile fino a 674 litri. È decisa la silhouette della nuova sportiva tedesca: superfici arcuate e li nee tese si alternano con eleganza. Il lungo cofano a cuneo termina in un frontale grintoso personalizzato da calandra single-frame, modanature cromate, grandi prese d’aria e nuovi gruppi ottici. Nelle fiancate l’A3
Cabriolet esibisce il suo temperamento sportivo con passaruota pronunciati, grandi cerchi e nette linee orizzontali. A caratterizzare ulteriormente la vettura i roll bar inclinati in avanti e gli specchietti esterni con gli indicatori di direzione integrati. Per l’A3 scoperta, Audi propone una gamma di 15 colori abbinabili ai tre della capote, ossia nero, blu e rosso. La carrozzeria, costituita da acciai ad alta e altissima resistenza e dotata di longheroni a deformazione programmata, concilia peso ridotto e massima robustezza. Oltre agli airbag laterali testa/torace e quelli fullsize, in caso di tamponamento i poggiatesta assicurano che il movimento del collo venga bloccato in modo efficace. Le cinture di sicurezza anteriori sono dotate di pretensionatori e limitatori di forza, mentre per i piccoli passeggeri i sedili posteriori dispongono di ancoraggi Isofix. Internamente solo due parole: armonia ed eleganza. L’area strumentazione è dominata dai grandi quadranti del tachimetro e del contagiri con indicatori rossi. Il volante di serie a 4 razze è disponibile in pelle e può essere dotato dei comandi radio e telefono. I se-
dili, di serie ad altezza regolabile, sono configurabili a piacimento: come optional sono disponibili il supporto lombare elettrico a quattro posizioni e il riscaldamento. Al momento del lancio, in aprile, l’A3 Cabriolet sarà disponibile in tre diverse motorizzazioni quattro cilindri: un TDI e due TFSI, tutti a iniezione diretta con sovralimentazione turbo. Il propulsore della 1.9 TDI eroga una potenza di 105 cv e sviluppa una coppia di 250 Nm. Accelera la vettura a 100 km/h in 12,3 secondi, per una velocità massima di 185 km/h e un consumo di 5,1 l/100 km. Il 1.8 TFSI eroga 160 cv di potenza e sviluppa una coppia di 250 Nm. Un quattro cilindri brillante che fa scattare l’A3 Cabriolet a 100 km/h in 8,3 secondi, portandola fino a 218 km/h; il consumo nel ciclo combinato è di 7,3 l/100 km. Il 2.0 TFSI sviluppa una coppia di 280 Nm ed eroga una potenza di 200 cv. Accelera a 100 km/h in 7,3 secondi e raggiunge la velocità massima di 231 km/h. Consumo medio 7,6 l/100 km. A seconda della motorizzazione scelta sono disponibili un cambio manuale a cinque e sei rapporti, e l’automatico S tronic a sei marce, quello che fa davvero la differenza nella gestione
Gli interni della A3 Cabriolet sono un piccolo capolavoro di equilibrio stilistico. L’ambiente propone armonia ed eleganza.
della scalpitante A3 Cabriolet. Per realizzare i rapidissimi passaggi di marcia che contraddistinguono questo gioiello della tecnologia il conducente può agire sul l’apposita leva oppure utilizzare i bilancieri al volante. Sempre che non intenda rilassarsi utilizzando le due modalità automatiche, D, normale, e S, sportiva. Il già ricco equipaggiamento di sicurezza di serie dell’Audi A3 Cabriolet può essere ulteriormente ampliato con l’impianto antifurto, il sistema di controllo della pressione degli pneumatici e gli ancoraggi Isofix. Tra gli accessori anche un portabiciclette da montare sul dispositivo di traino. Per
una sfrenata personalizzazione ci sono poi le tre linee di equipaggiamento confezionate dalla quattro GmbH. Il pacchetto S line per esterni si sbizzarrisce sul tema minigonne, prese d’aria e terminali di scarico, il pacchetto S line sportivo trucca in senso aggressivo gli interni, e infine l’Audi Exclusive line comprende tra l’altro rivestimenti multicolori per i sedili con cuciture colorate. Parlando di prezzi, il 1.9 TDI da 105 cv costa 31.200 euro contro i 32.000 della 1.8 e i 36.150 della 2.0 TFSI. Listini adeguati ai contenuti del modello, che fanno prospettare ai vertici di Ingolstadt circa 1.500 consegne entro fine 2008.
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Marzo 2008
䡵 NISSAN / Il marchio giapponese ha festeggiato i suoi primi vent’anni in Italia
Cottin: “Un grande traguardo per le future ambizioni”
In vent’anni la filiale italiana della marca nipponica ha consegnato sul nostro mercato in totale quasi un milione di veicoli. Se nel 1988 le vendite ammontavano a 7.000 unità, nel 2007 hanno superato quota 40.000, per una quota di mercato dell’1,63 per cento
V ENEZIA - È stata scelta la suggestiva cornice del Carnevale di Venezia per festeggiare i vent’anni d’attività del marchio Nissan in Italia. I responsabili della Casa, concessionari e management, hanno indossato i tradizionali abiti giapponesi, e formando un corteo di 340 persone, hanno sfilato fi no a Piazza San Marco. Un’occasione unica per fare il punto di una storia ancora giovane ma già costellata da risultati strepitosi. “Nissan - ha dichiarato con orgoglio Stéphane Cottin, amministratore delegato della filiale italiana (fino alla
data del 1° aprile quando gli succederà Bernard Loire) - è stata capace di portare sul mercato italiano prodotti e servizi di qualità. Siamo stati la prima Casa automobilistica a offrire la garanzia di 3 anni o 100.000 km e anche i primi in assoluto a dare valore al Customer Care, proponendo già dal 1990 un nuovo tipo di relazione con la clientela, fatta di attenzione e vantaggi per l’acquirente”. “Nissan - ha proseguito Cottin - è stata la prima casa giapponese a conquistare con Micra nel 1993 il premio Auto dell’Anno. Un’altra idea innova-
trice è stata quella di introdurre già nel 1998 la nostra azienda su internet, strada sulla quale ci hanno seguito poi tutti gli altri marchi con grande entusiasmo”. In vent’anni Nissan Italia ha consegnato in totale quasi un milione di veicoli. Se nel 1988 le vendite ammontavano a 7.000 unità, nel 2007 hanno superato quota 40mi la, per una fetta di mercato dell’1,63 per cento. Il crossover Qashqai, lanciato da appena un anno e già venduto solo in Italia in 25.000 esemplari (130.000 in Europa), sta ottenendo un successo planetario
e ha più che duplicato con le vendite gli obiettivi che erano stati fissati per i primi dodici mesi di commercializzazione. Tanto che Nissan, per far fronte alla richiesta, ha dovuto introdurre il terzo turno di lavoro nella fabbrica inglese di Sunderland, quella che produce il richiestissimo SUV. Straordinari, poi, i prodotti con cui Nissan intende affrontare il prossimo futuro, a incominciare dalla ruggente GT-R, che sta spopolando da qualche mese nei Saloni di tutto il mondo e che sarà presto in vendita. Entro il 2010, secondo i piani dei ver-
Nissan Italia ha festeggiato l’uscita dalla teen-age durante il carnevale di Venezia. I partecipanti hanno indossato i tradizionali abiti giapponesi, Yucata per gli uomini e Kimono per la donne; così mascherati hanno sfilato per calli e campielli arrivando fino in Piazza San Marco dove si sono esibiti in uno spumeggiante e applaudito spettacolo.
IL “VERTICE” DI NISSAN ITALIA DAL 1988 Noritake Arai
(1988-1994)
Shigemitsu Oka
(1994-1997)
Giuliano Musumeci Greco
(1997-2003)
Henri Brisse
(2003-2004)
Stèphane Cottin
(2004-2008)
Bernard Loire
(dal 2008)
tici Nissan, le novità di prodotto consentiranno al marchio di portare il volume di vendita annuale sul territorio italiano a 90mi la unità.
seguita dalla 300 ZX, concentrato di potenza e tecnologia. Nel 1990 (quando il mercato europeo comincia ad aprirsi senza più limitazioni alle au-
Questo anche grazie alle linee di mobilità sostenibile già fissate nel Nissan Green Programme 2010, e che, anticipate da con cept come Mixim e PIVO2, presto si tradurranno in auto di serie non solo nel l’ambito della propulsione elettrica, ma anche sul fronte del design e delle soluzioni tecnologiche. La cronistoria della marca giapponese nella nostra Penisola comincia nel 1988, con la fondazione della Nissan Italia S.p.a., (presieduta dal giapponese Noritake Arai che si avvale come braccio destro di Giuliano Musumeci Greco proveniente da Ford Italiana), che rileva tutte le azioni della Ebro Italia che aveva fino a quel momento importato gli automezzi Nissan, principalmente i grandi fuoristrada a quattro ruote motrici e i veicoli commerciali. L’anno successivo inizia la nuova strategia della società, mirata a far assumere al marchio un peso maggiore in nicchie ristrette, con la 200 SX, che fa riscoprire agli italiani la voglia di coupé, poi
tomobili prodotte fuori dal Vecchio Continente) arriva la Primera, un’auto che per le sue qualità spinge Nissan Italia a proporre l’audace claim pubblicitario “Nata perfetta”. Siamo ormai alla vigilia dell’evento che trasformerà l’immagine di Nissan e farà schizzare i suoi volumi di vendita: la nascita della Micra, studiata e progettata per il pubblico europeo. È la citycar che ha rivoluzionato il segmento B in Italia, giocando soprattutto sul suo design giovane e coraggioso, che destava una simpatia immediata e faceva subito pensare all’incomparabile Snoo py, il cane di Charlie Brown. La qualità celata sotto quell’abito così particolare valse alla Micra il titolo di Car of the Year 1993. Il ’93 è un anno ricco di novità, con il debutto di un fuo ristrada di taglia medio-grande, il Terrano, e l’ingresso di Nissan, con Serena, nel modo delle monovolume in forte espansione. Significativo è l’impatto di tutti questi nuovi modelli sulle
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Marzo 2008 vendite di Nissan Italia, che arrivano, quell’anno a 41mila unità, quasi 40mila in più (sì, avete letto bene) rispetto a quelle consegnate appena cinque anni prima, nel 1988. È del 1996 il rinnovamento di Primera, berlina molto più raffinata rispetto alla generazione precedente, seguita, l’anno dopo, dal la versione station wagon, presentata al Salone di Francoforte, insieme al Patrol GR, l’evoluzione del gigante giapponese dell’offroad. Da record per Nissan Italia il 1998, con 1.400 miliardi di fatturato e 66mila unità consegnate, sommando le 53mila vetture ai 13mi la veicoli commerciali leggeri, una fascia di mercato dove il marchio giapponese si è ormai saldamente affermato come punto di riferimento. Il 1999 è un anno storico, che trasforma Nissan sotto tutti i punti di vista, perché viene siglata l’alleanza fra Nissan e Renault, accordo che porta alla guida della
prima Carlos Ghosn, manager formidabile che parte varando il Revival Plan, piano di rinascimento per gli an ni successivi (perfettamente riuscito) di Nissan, che, in quel momento, nonostante l’eccellenza dei suoi modelli, aveva seri problemi di management. L’inizio del Terzo Millennio saluta, oltre alla Tino, monovolume intermedio realizzato sul pianale della Almera, Nissan del segmento C prodotta nel sempre più efficiente stabilimento inglese di Sunderland, l’arrivo della X-Trail, intelligente Suv che grazie a All-Mode abbina in modo ottimale l’uso stradale con quello fuoristradistico. Con il lancio della seconda generazione di Micra, che cresce nelle dimensioni ma non perde in simpatia, il 2003, per Nissan Italia, si chiude con un altro record di vendite: 67mila auto e oltre 10mila veicoli commerciali. Per fare fronte alle richieste
LE TAPPE DI NISSAN IN ITALIA 1988 - Nasce Nissan Italia S.p.A. La
1996 - Nasce la Nuova Primera.
gamma è costituita da Patrol, e dai veicoli commerciali. Unica vettura: la Bluebird.
1997 - A Francoforte debuttano Primera Wagon e Patrol GR.
1989 - Parte la strategia di leadership nelle nicchie: nascono la 200 SX e la 300 ZX.
1990 - Nissan lancia Primera. 1991 - Nissan lancia Vanette Practic e completa la gamma Primera con due nuoveversioni: la 5 porte e la station wagon.
1992 - Nasce Micra, l’unica piccola 16 valvole con servosterzo di serie.
1993 - Micra è eletta Auto dell’anno.
1998 - Vengono lanciate le nuove versioni dei modelli Micra, Primera wagon, Pick-up e Patrol GR. A dicembre la Micramatic propone, per la prima volta sul mercato italiano, il cambio a variazione continua senza sovrapprezzo. Record di fatturato (1.400 miliardi di lire), record quota mercato (2,6 per cento), record di vendite (66.048 unità). 1999
- Nasce l’Alleanza con Renault sotto la guida di Carlos Ghosn.
2000 - Lancio di Almera ed Almera Tino
Nascono Terrano II e Serena, con cui Nissan entra nel giovane segmento dei monovolume.
2001 - Nasce la nuova Primera e arriva X-Trail
1994 - Nasce Nissan Finanziaria.
A Parigi debutta la Nuova Micra.
1995 - Nasce la lussuosa Maxima QX.
2002 - Terrano e Pick-up si rinnovano. 2003 - Viene lanciata la Nuova Micra in
della piccola giapponese, allo stabilimento di Sunderland, dove il premier Tony Blair ha dato il via alla produzione, sono costretti a adottare il terzo turno di lavoro. Dopo un 2004 dedicato ai prodotti di nicchia, con il nuovo Patrol e l’inedito crossover di lusso Murano, destinato prevalentemente al mercato Usa ma apprezzato anche in Europa, il 2005 si presenta con tante novità. Dal Pathfinder alla 350 Z Roadster, dalla nuova serie del Pick-up Navara alla Mi cra C+C, evoluzione coupé cabrio
Cambio della guardia al vertice di Nissan Italia
Bernard Loire al posto di Stephane Cottin TRAPPES - Cambio della guardia al vertice di Nissan Italia. Dal primo aprile nuovo amministratore delegato della società con sede a Capena diventa Bernard Loire, attualmente direttore e responsabile del progetto per la ristrutturazione della rete distributiva Nissan in Europa. Prende il posto di Stéphane Cottin che, dalla stessa data assume la carica di vice presidente marketing di Nissan Europe in sostituzione di Paul Willcox, che andrà a ricoprirà l’incarico di amministratore delegato di Nissan Motor GB (Gran Bretagna). Loire è entrato a far parte del management di Nissan Europe nel 2002, nella direzione vendite, quale responsabile del passaggio da importatore privato a filiale della Nissan in Portogallo. In seguito, Loire ha guidato il progetto di creazione delle Regional Business Unit (RBU), ovvero le nuove organizzazioni europee che operano secondo standard comuni. In passato, Loire ha trascorso 11 anni nella Ford francese, svolgendo diverse funzioni (vendite, marketing, post vendita, veicoli commerciali e flotte) e 2 anni in Fiat Auto a Torino, nella divisione vendite e marketing. Entrambe le posizioni che saranno assunte da Stéphane Cottin e Bernard Loire risponderanno al senior vice president vendite e marketing di Nissan Europe, Brian Carolin. Cottin ha una lunga esperienza internazionale nell’area vendite e marketing. Ha iniziato a lavorare in Renault nel 1988, dove ha maturato esperienze sia nell’ambito della rete che a livello regionale. Nel 2000 è entrato in Nissan Europe, all’epoca con base ad Amsterdam, dove è stato direttore della pianificazione di medio termine per le vendite e il marketing. Successivamente, ha passato due anni tra Trappes (attuale sede della Nissan Europe, nei pressi di Parigi) e Tokio in qualità di responsabile del lancio del programma “Value-Up” in Europa. Successivamente, Cottin ha ricoperto l’incarico di direttore generale della filiale svizzera della Nissan. Dal 2005 è a capo della Nissan Italia nel ruolo di amministratore delegato. In Europa, Nissan conta circa 12.000 persone nelle operazioni di design, ricerca e sviluppo, produzione, logistica, vendite e marketing. Nel 2007, l’azienda ha prodotto un totale di 576.632 veicoli negli stabilimenti spagnoli e britannici e ha venduto 570.513 veicoli in Europa. Il quartier generale di Nissan Europe si trova a Trappes (Parigi), in Francia.
Europa. Arriva sul mercato la 350Z coupé
2004 - Si rinnova il Patrol. Debutta Murano, il crossover di lusso. 2005 - Lancio del SUV Pathfinder e 350Z Roadster. Arrivano il pick up Navara e la Micra in abiti C+C, Cabrio/Coupé. Murano si fa ancora più lussuoso con l’introduzione della versione GranTurismo 2006 - È la compatta Note ad aprire un anno che si conclude con la presentazione di uno dei prodotti Nissan più riusciti: Qashqai.
2007 - È l’anno di Qashqai. Si rinnova completamente anche X-Trail, proponendo il sistema di trazione integrale più avanzato al mondo: Nissan All Mode 4X4i. A Tokyo debutta la GT-R, mentre Pivo2 apre una finestra sul futuro della mobilità sostenibile. A Bologna Nissan presenta le rinnovate gamme Note e Micra, con la versione speciale Fox Life.
per godersi la piccola Nissan in ogni stagione. Nello stesso anno, a seguito di divergenze con i “vertici” di Parigi, lascia la guida di Nissan Italia, dopo 17 anni, Giuliano Musumeci Greco e così il timone della società di Capena passa nel le mani prima di Henri Brisse e poi di Stéphane Cottin, al quale spetta il compito di tenere a battesimo nel 2006 un’altra automobile dalla carica fortemente innovativa, la Note, che riesce a riassumere in un unico mezzo le caratteristiche di monovolume, berlina e
station wagon, una soluzione innovativa per giovani famiglie e single amanti del tempo libero e dei viaggi con gli amici. Sem pre nel segmento C, ma con ambizioni molto diverse, si è inserita agli inizi dello scorso anno Qashqai (il nome è quello di una tribù di nomadi del vicino Oriente) con una linea affascinante da Suv sportivo, accessibile nel prezzo, ma con tantissima tecnologia imbarcata; un altro esempio dell’eccellente value for money tipico di tutti i modelli Nissan.
PANORAMA TOYOTA ITALIA
SMART
Markus Schrick nuovo Hello Kitty amministratore delegato per signorine vezzose ROMA - A partire dal 1° aprile l’incarico di Amministratore Delegato di Toyota Motor Italia sarà ricoperto da Markus Schrick, dal 2004 Vice Presidente e Amministratore Delegato della filiale tedesca del marchio. Massimo Nordio, attuale Amministratore Delegato andrà ad assumere il ruolo di Vice-Presidente Post Vendita Europa entrando così a far parte dei vertici di Toyota Motor Europe. Motonobu Takemoto, Presidente di Toyota Motor Italia, ha commentato: “Sono orgoglioso che una persona come Massimo Nordio, che ha contribuito in maniera determinante al successo ottenuto da Toyota in Italia in questi ultimi anni, abbia ottenuto un riconoscimento così importante a livello internazionale”.
FIRESTONE
Il Firehawk SZ90µ per clienti giovani BARI - Portano il nome di Firehawk SZ90µ e sono i nuovi pneumatici sportivi leggeri proposti sul mercato da Firestone, perfetti per soddisfare la crescente domanda di prodotti in questo segmento. Costruito successivamente alla campagna Firestone “Togetherness”, il nuovo pneumatico è stato appositamente progettato per gli automobilisti più giovani, che apprezzano il piacere di guida e le auto sportive, e sostituirà progressivamente lo pneumatico sportivo a prestazioni elevate Firehawk SZ80, introdotto sul mercato nel 2003. I Firehawk SZ90µ presentano un nuovo profilo del battistrada particolarmente accattivante, con un design dinamico e asimmetrico, in grado di offrire un equilibrio perfetto tra prestazioni sul bagnato e sull’asciutto. Il simbolo “µ” non è casuale, ma rappresenta il simbolo tecnico dell’attrito e conferma l’eccezionale grip dello pneumatico. Firehawk SZ90µ è particolarmente apprezzato da coloro che amano uno stile di guida divertente e rappresenta il modello ideale per vetture quali Peugeot 207, Renault Mégane, Opel Astra e Alfa Romeo 147, o automobili più sportive come la recente Opel GT.
MILANO - Dopo il jet Hello Kitty della EVA Airlines e la Hello Kitty Stratocaster, versione in rosa della celebre chitarra elettrica, la dolce gattina della giapponese Sanrio dedica il suo tocco glamour anche alla city car per eccellenza. L’ultimo grido in fatto di auto che non passano inosservate è l’allestimento Hello Kitty di smart fortwo, ospitata nei giorni scorsi nelle vetrine di una delle cartolerie più chic e rinomate di Milano, la C’ART di Corso Buenos Aires. Ad averne l’idea è stata la S.C.A. City Car, concessionaria ufficiale di vendita e assistenza Smart, insieme a Camomilla, azienda italiana distributrice esclusiva nel nostro Paese dei prodotti Hello Kitty. smart dressed by Hello Kitty è in vendita al costo di 13.100 euro esclusivamente negli showroom S.C.A., presenti in tutto il Nord Italia. L’originalissima smart prevede, oltre alla personalizzazione della carrozzeria, un kit Hello Kitty per gli interni: tra gli accessori una mini valigia, un tappetino, un portacellulare, un coprispecchietto e un maxi pupazzo. La micro car è inoltre dotata di radio con lettore cd, mp3, bluetooth e funzione vivavoce.
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䡵 KIA / Anche lo Sportage ora prodotto nell’impianto di Zilina in Slovacchia
Il coreano con passaporto europeo
“
Migliorato nell’estetica e nei contenuti e arricchito dall’estensione della garanzia a 7 anni, numero magico che identifica la strategia Kia a servizio del cliente, lo Sportage stabilisce nuovi standard di qualità nel settore dei Suv e risponde così all’apprezzamento del mercato del Vecchio Continente. MILANO - Per Kia la qualità non è un optional, ma un contenuto irrinunciabile e per questo, dopo il fortunato lancio delle cee’d, il “vizio del 7” ha contagiato anche la gamma Sportage, che in questo modo può fregiarsi del titolo di “Suv più garantito in Europa”. Si allarga quindi la famiglia dei modelli Kia che beneficiano di questa condizione particolarmente vantaggiosa per il cliente. La filosofia dell’iniziativa è quella di individuare gli autentici desideri degli utenti e la consapevolezza che l’economicità non sta solo in un prezzo attraente, ma va confermata nel corso degli anni. Kia vuole affermare il principio che il piacere d’uso passa anche attraverso la tranquillità di una vettura affidabile e garantita. L’estensione della garanzia coincide con l’avvio della produzione Sportage in Europa su una linea dedicata nello stabilimento di Zilina (in Slovacchia), lo
zione del servosterzo per una guida ancora più sensibile e diretta. L’impianto frenante è stato potenziato e alle ruote anteriori sono ora applicati dischi auto ventilanti di 300 mm di diametro, per una frenata ancora più pronta e resistente alle sollecitazioni più severe.
Una guida ancora più piacevole
stesso dove vengono prodotte anche le cee’d.
Novità nel look e nei contenuti Lo Sportage “Made in Europe” ha subito diversi interventi che ne hanno migliorato l’aspetto estetico e funzionale, ma senza intaccare la tipica personalità che è stata, dal momento della sua presentazione, una caratteristica vincente del modello. La carrozzeria non è pertanto stata modificata nell’impostazione generale, ma solo ritoccata per conferire un ulteriore tocco di eleganza e di stile. Gli specchietti retrovisori sono più grandi e meglio profilati aerodinamicamente, il che migliora la visibilità e riduce la formazione di fruscii ad alta velocità. La mascherina anteriore è stata ridisegnata, con una nuova griglia ed un maggiore collegamento con il family feeling degli altri modelli. I gruppi ottici anteriori presentano un fondo scuro, per un aspetto più hi-tech, i paraurti sono in tinta con la carrozzeria in tutte le versioni, mentre i nuovi cerchi in lega da 16” vantano un aspetto ancora più sportivo. Infine la gamma colori è stata ampliata
con l’aggiunta di nuove tinte mutuate dalla famiglia cee’d. All’interno l’ambiente raffinato e confortevole è stato perfezionato con nuovi tessuti di rivestimento per i sedili ed i pannelli porta, sedili anteriori più ampi e comodi, piano dei sedili posteriori abbassato di 5 mm per
aumentare l’altezza utile rispetto al tetto, cruise control di serie su tutte le versioni Active Class. La dinamica di marcia di Sportage è un riferimento nel settore dei Suv per il suo perfetto equilibrio fra comfort, piacevolezza di guida e massima sicurezza in ogni
Lo stabilimento Kia di Zilina in Slovacchia
Pensato per garantire qualità MILANO - L’inizio della produzione della gamma Sportage è una tappa fondamentale dello sviluppo dell’impianto europeo di Kia, dove già vengono prodotte le tre versioni della cee’d, la tre e la cinque porte e la sporty wagon. Dislocata nella località di Zilina nella Repubblica di Slovacchia, questa fabbrica è stata completata nel 2006 con un investimento complessivo di un miliardo di euro. La sua progettazione prevede la possibilità di produrre modelli differenti con una capacità totale di 300.000 esemplari all’anno. I risultati ottenuti finora sono eccezionali per
produttività e per il rispetto dei severissimi standard che Kia si è imposta fin dall’avviamento della produzione. L’obiettivo per il 2007 era il passaggio dalle iniziali 5.000 vetture/mese con un singolo turno di lavoro, a 10.000 vetture/mese con l’avvio del secondo turno di lavoro; entrambi i target sono stati ampiamente superati e Zilina è in grado di sostenere il ritmo di una vettura al minuto sui due turni. Massima efficienza mantenedo la migliore qualità complessiva: solo questo modo è stato possibile adottare la garanzia di 7 anni su tutti i modelli costruiti a Zilina.
condizioni di marcia e di fondo, grazie a ESP e TCS. I tecnici Kia non si sono lasciati sfuggire l’occasione per sviluppare ulteriormente le doti stradali di questo modello, introducendo una serie di modifiche all’autotelaio, per assecondare le esigenze di una clientela
La storia dello Sportage risale al mese di ottobre del 1991, quando Kia presenta al Motor Show di Tokyo un originale prototipo di fuoristrada-crossover che suscita immediatamente grande interesse. Nel 1993 inizia la produzione in serie della prima generazione. L’anno seguente parte la produzione, affidata allo specialista Karmann, che realizza in Germania gli esemplari per l’Europa. Nel 1995 inizia la commercializzazione in Italia della gamma Sportage e di quella prima generazione ne saranno venduti 16.944 esemplari. Nove anni dopo, nell’ottobre 2004, viene presentata ufficialmente la seconda generazione di Sportage, che nell’aprile del 2006 si arricchisce della versione con motorizzazione diesel da 140 cv, cambio a 6 marce e filtro antiparticolato. Si arriva all’ottobre 2007 quando
La gamma Kia nel 2007 ha venduto 1 milione 270mila veicoli, segnando un +3,5 per cento rispetto all’anno precedente.
sempre più “trasversale” che cerca anche in un Suv doti di agilità non inferiori a quelle di una berlina compatta. La strada è stata quella della modifica di quei componenti che più direttamente influenzano la sensazione di controllo che si percepisce al volante: sospensioni, sterzo e freni. Le sospensioni hanno ammortizzatori con una nuova taratura per migliorare l’agilità e il controllo del rollio in curva; contemporaneamente è stato modificata la regola-
nello stabilimento Kia di Zilina, in Slovacchia, viene avviata la produzione europea di Sportage. In Italia i volumi di vendita della seconda generazione di Sportage superano attualmente oltre 13.000 e semplari, su un totale europeo di circa 100.000 unità. Complessivamente il numero di Sportage venduti dall’inizio della produzione è di un milione e mezzo di unità, 650.000 delle quali in Corea e 850.000 nei mercati di esportazione.
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䡵 KIA / Più ricca l’offerta cee’d Sporty Wagon
Nuovo piccolo grande cuore Si tratta della versione 1.4 benzina da 109 cv con emissioni di CO2 contenute sotto i 150 grammi per km. cc ed eroga la elevata potenza massima di 109 cv al regime di 6.200 giri/min, con una coppia massima di 137,3 Nm a 5.000 giri/min. Grazie alla sue caratteristiche conferisce alla Sporty Wagon prestazioni vivaci come attestano i dati relativi alla velocità massima (187 km/h) e dell’accelerazione da 0 a 100 km/h (appena 11 secondi e 7/10); la vera vocazione di questo motore si rivela però soprattutto nei
MILANO - Kia Motors Italia ha avviato la commercializzazione della cee’d Sporty Wagon 1.4, inedita versione equipaggiata con un motore a benzina potente ma di cilindrata ancora più contenuta. Questo modello va incontro alle esigenze di quella clientela attratta dai contenuti e dalle caratteristiche di una vettura moderna, spaziosa e dinamica, ma che pri vilegia gli
aspetti economici di tutto quanta riguarda l’acquisto e la gestione della propria auto. Con il motore 1.4, già apprezzato nella versione berlina, la Sporty Wagon acquista un’arma in più per affrontare un mercato sempre più competitivo e in continua evoluzione, che negli ultimi tempi ha messo in rilievo un ritorno di interesse per i motori a benzina di cilindrata con-
tenuta. Fra i mo tivi di questo nuovo o rientamento c’è il progressivo avvicinamento dei prezzi dei carburanti (benzina e gasolio) e soprattutto il vantaggio di un prezzo iniziale sicuramente vantaggioso che, nelle piccole cilindrate, si accompagna a un consumo altrettanto favorevole. Il piccolo ma raffinato quattro cilindri bialbero ha una cilindrata di 1.396
consumi di carburante e infatti il valore nel ciclo combinato (6,3 li tri/100 km) sfiora i 16 km con un litro di benzina e corrisponde a una emissione di C02 pari a 149 g/km. La tradizione Kia di proporre al mercato vetture caratterizzate da un ottimo rapporto fra costo e valore e si esalta in questa versione che ha dalla sua un listino estremamente competitivo; infatti il prezzo di 15.550 euro è ab-
Risponde al recente trend che vede gli italiani preferire i piccoli benzina ai diesel l’introduzione del nuovo motore 1.4.
binato ad una dotazione di serie più che completa come da tradizione di Marca: ESP+TCS, 6 airbag, climatizzatore manuale e CD Mp3 con comandi al volante sono solo alcuni esempi. Come ulteriore incentivo a questa novità Kia Motors Italia propone inoltre una cam pagna di lancio specifica che offre lo sconto speciale di 1.300 euro; di conseguenza il prezzo della cee’d Sporty Wagon 1.4 scende a 14.250 euro, che è un valore competitivo non solo nel pro prio segmento ma anche nei confronti di modelli di dimensioni inferiori. Con questa novità ulteriore la gamma delle Sporty Wagon spazia dai propulsori a benzina di 1.4 e 1.6 a fasatura variabile, al modernissimo diesel di 1.6 litri con turbina a geometria variabile (VGT) e due livelli di potenza, 90 e 115 cv, fino al più potente 2.0 CRDi con 140 cv. Dal momento del lancio sono già state consegnate 5.750 cee’d, delle quali circa il 25 per cento (oltre 1.300 in soli quattro mesi) sono Sporty Wagon. Va ovviamente ricordato che l’intera gamma cee’d, con qualsiasi carrozzeria e motorizzazione, è coperta dalla garanzia di 7 an ni/150.000 km (e 12 anni per la corrosione passante) u nita all’assistenza gratuita Europe Assistance. f.b.
䡵 KIA / Si chiama Borrego il nuovo Suv di media categoria Ha debuttato all’Auto Show di Detroit e sarà disponibile anche con il primo motore V8 nella storia della marca coreana. Abitabilità per sette persone e un concentrato di soluzioni d’avanguardia per garantire il massimo della sicurezza. D ETROIT - Ha debuttato in prima mondiale al North American International Auto Show di Detroit, si chiama Borrego (ma in alcuni mercati verrà commercializzato col nome di Mohave) ed è il nuovo Suv “mid size” (per gli standard statunitensi, un po’ meno per gli europei) con il quale Kia am plia ulteriormente la propria gamma di prodotti. Ispirato al concetto di design Kia “less is more”, Borrego mostra un carattere semplice e funzionale. Un modello che si affianca a vetture e Suv Kia, versatili ed eleganti, adatti a chi ama uno stile di vita attivo e dinamico. Commercializzato sui mercati d’esportazione dalla prossima estate (le vendite sul mercato coreano sono partite a gennaio), “Borrego” propone il primo motore Kia V8, seppure soltanto su alcuni mercati e sarà la Kia più potente prodotta fino a oggi. “Kia - ha affermato Len Hunt, Presidente e Amministratore Delegato di Kia Motors America - è orgogliosa di presentare un Suv tanto elegante e ricco di optional,
adatto a tutti gli appassionati della guida. Puntiamo a realizzare vetture di qualità a prezzi accessibili. Borrego offre uno stile personale, in grado di soddisfare tanto le esigenze delle famiglie che di coloro che vivono intensamente ogni esperienza di guida”. Basati sulle linee eleganti del concept car Mesa, presentato nel 2005 proprio a Detroit, carrozzeria, telaio a longheroni e il look muscoloso della Borrego sono ben supportati da quattro sospensioni indipendenti, con molloni elicoidali, in grado di assicurare esperienze di guida entusiasmanti su strada e fuori. I proiettori lisci, la mascherina verticale e il cofano motore scolpito trasmettono una naturale sensazione di potenza mentre i cerchi in lega da 18 pollici offrono un valore aggiunto nel fuoristrada. Costruito su un pianale di 285 cm di passo, Borrego, che è lungo 4,8 metri e largo 187,5 cm, presenta un abitacolo particolarmente spazioso, con tre file di sedili, in grado di accogliere fino a
Il principe dell’off-road e non solo
sette passeggeri per i quali è disponibile anche un sofisticato impianto audio Infinity da 600 watt, con caricatore in plancia. Inoltre Borrego propone in serie le prese USB e iPod ed è la prima Kia con autoradio satellitare collegata al “Sirius Satellite Radio”, offerto gratuitamente per tre mesi. Non è tutto perché il nuovo Suv “mid-size” offre anche pedaliera ad assistenza variabile e, in opzione, il primo sistema di navigazione satellitare con dvd proposto da Kia, oltre ai sensori di parcheggio posteriori con telecamera per l’assistenza alla retromarcia. In funzione delle esigenze dei passeggeri
o del guidatore, sul Borrego la seconda fila di sedili può scorrere verso la terza per facilitare l’accessibilità alla vettura; mentre seconda e terza fila sono completamente ripiegabili, fino a scomparire nel pavimento, per ottenere la massima versatilità e ottimizzare lo spazio di carico. Su alcuni mercati, compreso quello nord americano, il modello più potente della storia Kia sarà disponibile con due motori a benzina, un V6 di 3,8 litri ed il primo V8 Kia, bialbero in testa, di 4,6 litri ed una potenza superiore ai 300 cv. Esclusivo per Borrego e del tutto
nuovo per Kia è il cambio automatico a sei rapporti, abbinato al propulsore a otto cilindri. Questo nuovo modello sarà proposto tanto con trazione a due che a quat tro ruote motrici, con una sorprendente capacità di traino, da primo della classe: 3.405 kg (V8) e 2.270 kg (V6), per esperienze di trai no e offroad entusiasmanti. Anche Borrego conferma nelle dotazioni il consueto livello di sicurezza, offerto come equipaggiamento standard, che caratterizza tutti i veicoli Kia, dagli airbag anteriori bistadio, ai laterali a tendina per tutta la lunghezza delle tre file di sedili, dai
freni a disco sulle quattro ruote con Abs, Esc, Ebd, Bas, Traction Control e controllo della pressione pneumatici. Il nuovo SUV coreano propone inoltre il controllo elettronico della traiettoria nelle discese che mantiene stabile e rettilineo il veicolo nelle pendenze più ripide e contribuisce a evitare il bloccaggio delle ruote. Disponibile anche il controllo di guida in salita, una funzione che aiuta il guidatore nelle salite ripide, col pieno controllo del retrotreno, anche nelle fermate, senza slittamenti all’indietro. Queste due funzioni sono una prima assoluta per Kia.
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Marzo 2008
䡵 HYUNDAI / Da marzo sul mercato la nuova supercompatta “i10”
La moderna erede della Atos PALERMO - Prima di finire, da marzo, nelle mani dei clienti, la nuova “i10”, che in casa Hyundai sostituisce il modello Atos, che nel corso della sua carriera ha trovato l’apprezzamento di ben 170mila clienti italiani, ha voluto sottoporsi alla prova del fuoco in una città italiana, Palermo, dove, certo, il traffico non scherza minimamente. Lei, la “i10”, sapeva di andare sul sicuro, forte di una personalità e di una concezione progettuale che ha voluto dotarla di tutte quelle qualità oggi sempre più richieste da chi vive la mobilità individuale nei grandi centri urbani, ovvero dimensioni quanto mai contenute (la nuova i10 è lunga poco più di 3,56 metri, larga 1,59 e alta 1,54), una grande abitabilità interna (cinque persone ci stanno comodamente e anche il bagagliaio si difende con un buon volume), motorizzazioni economiche e brillanti (il benzina di 1,1 litri da 66 cv e il turbodiesel tre cilindri di 1,1 litri da 75 cv non deludono minimamente le attese), infine n prezzo, 9.590 euro la base di partenza, che, se non è proprio all’insegna della filosofia del low costa, ci si avvicina di molto tenuto anche conto della garanzia di 3 anni con chilometraggio illimitato e dell’incentivo ecologico statale di 800 euro (700 per la versione con cambio automatico) qualora l’acquisto fosse fatto con una vettura da rottamare. Sicuramente, la “i10”, dove la lettera “i”, così come
“
È la seconda vettura, dopo la “i30” proposta dalla Casa coreana con il prefisso “i” e si propone come il modello di accesso, appunto, all’i-world Hyundai. Costruita in India, è una piccola monovolume dalle dimensioni contenute ma con una grande e comoda abitabilità.
lestra o la spesa per la settimana. Gli sportelli, dalle dimensioni generose e dall’ampia apertura con pratiche maniglie, permettono un facile accesso all’interno dell’abitacolo. Lo spazio per testa, gambe e spalle è altamente competitivo per il segmento di riferimento e insieme al vano di carico rendono la “i10” ancora più funzionale ed attraente.
Ergonomia per tutti i gusti
La nuova Hyundai i10 è stata concepita come una city-car che possa però ospitare al suo interno cinque persone adulte e possieda la versatilità di un piccolo monovolume.
nel caso della “i30”, sta a sottolineare i concetti di “ispirazione, innovazione e intelligenza”, “per Hyundai - sottolinea Sergio Mantica, amministratore delegato di Hyundai Italia - è una vettura importante, non solo perché viene a sostituire un modello importante come l’Atos e che quindi trova un bacino di clientela che potrà soddisfare ancora meglio, ma anche perché ha tutti i migliori requisiti per diventare una delle protagoniste di un mercato, quello delle vetture di piccola taglia ma con grande e signorile abitabilità e soprattutto con costi di esercizio contenuti, che in Italia come in Europa è in sensibile crescita. La “i10” nasce in India nello stabilimento che Hyundai possiede da 15 anni nella città di Chennay e la sua produzione a regime viaggerà sulle 250mila unità l’anno, delle quali “almeno 15mila unità ha aggiunto Mantica -pensiamo di collocare sul mercato italiano nel primo anno di commercializzazione”.
Occhi puntati all’Europa La vettura, sviluppata come era già avvenuto con la “i30” con il contributo decisivo del Centro Stile Hyundai di Rüsselsheim in Germania e quindi con un’attenzione particolare per il mercato europeo, si presenta come un “oggetto” armonico grazie a eleganti, moderne e dinamiche linee esterne accoppiate a interni razionali, ben studiati e bilanciati. “Come target principale, per la nostra i10, abbiamo individuato - ha spiegato ancora Sergio Mantica - tre categorie di consumatori, quelli che cercano la prima vettura di famiglia, piccola ma funzionale, quelli che aspirano ad avere una seconda o terza macchina in famiglia, infine, il nascente ma sempre più consistente gruppo dei cosiddetti “empty nesters” (letteralmente: “nidi vuoti”), ovvero le persone attive, nella fascia di età compresa tra i 50 e i 70 anni, giovani di spirito
e con figli che hanno già abbandonato la casa paterna. Non solo, ma la nuova i10 attirerà anche un considerevole numero di clienti donne, pensiamo di arrivare fino al 60 per cento dei suoi clienti, la quota più alta di utenza femminile nella gamma Hyundai. Il nostro target di clienti è in cerca di una vettura con un grande spazio interno, un’elevata versatilità, con facilità di accesso, ma con dimensioni esterne compatte e quindi di facile manovrabilità per la circolazione e il parcheggio, concepita principalmente per i grandi centri urbani”. Il contatto ravvicinato che abbiamo avuto a Palermo con la “i10” ci ha confermato pienamente le ambizioni che i responsabili della Casa coreana poggiano sulla nuova piccola monovolume. Optando per un look pulito e moderno, i designer Hyundai hanno concepito una vettura fresca, dinamica e solida con una linea accattivante. Il frontale racchiude l’espressione del nuovo aspetto della famiglia Hyundai, come già proposto con “i30”. Gli eleganti fari che seguono la linea della carrozzeria e le caratteristiche linee del cofano sono armonizzati dalla presenza di una mascherina frontale rotondeggiante. Sui lati, le proporzioni ben bilanciate sono ulteriormente esaltate dalla caratteristica linea della vettura che nel
suo insieme si sviluppa armoniosamente. Le ruote da 14”, le maniglie degli sportelli dello stesso colore della carrozzeria e le modanature protettive evidenziano l’a spetto già raffinato ed elegante della “i10”. Nella parte posteriore della vettura le luci verticali e il funzionale paraurti enfatizzano il design moderno e dinamico. Quanto agli interni, fin dall’inizio “i10” è stata concepita come una city car, che possa però ospitare al suo interno 5 persone adulte e possieda la versatilità di un piccolo monovolume, con sentendo quindi di rispondere alle esigenze e allo stile di vita di chi la gui da. Nonostante le dimensioni compatte, ha il passo più lungo rispetto agli altri modelli del suo segmento, il che significa offrire il massimo spazio possibile all’interno del veicolo. Per questa ragione è stato possibile disegnare gli interni in modo da poter rendere reclinabili i sedili posteriori che, grazie allo split di seduta 60/40, se reclinati, creano una zona di carico piatta. In più c’è anche un utile spazio di carico situato nel doppiofondo del portabagagli. In termini di volume di carico 225 litri, con tutti i sedili in posizione d’uso, costituiscono un valore largamente al top del segmento, garantendo lo spazio nel bagagliaio per riporre un passeggino per i bambini, borsoni da pa-
Salendo a bordo della “i10” si nota subito come il design non sia fine a sé stesso. Tutto è collocato per stimolare l’istintività. Nel loro insieme, gli interni della i10 trasmettono sensazione di qualità. L’alto livello ergonomico dei sedili anteriori e la forma corretta di quelli posteriori danno una sensazione di grande spazio, il che è raro per una vettura di questo segmento. La strumentazione, razionalmente collocata sulla plancia, tiene guidatore e passeggeri costantemente informati su quanto avviene durante la guida. I finestrini anteriori elettrici aumentano il livello di comfort. Hyundai, per i sedili, ha sviluppato un nuovo e più efficiente meccanismo destinato a rendere più semplice ed efficace la loro regolazione. Grazie ai nuovi tessuti, i sedili della “i10” hanno anche un look elegante, sono accoglienti e innalzano il livello di comfort del guidatore e dei passeggeri. E veniamo alle motorizzazioni. Semplicemente sorprendenti. Inizialmente la “i10” verrà proposta con due motorizzazioni, la versione aggiornata del benzina 1.1 da 66 cv e ilo 3 cilindri turbodiesel di 1.1 da 75 cv. A fi ne anno si aggiungerà anche il benzina 1.2 da 75 cv. Tutti i motori sono adeguati agli attuali standard anti-inquinamento, e due di questi dispongono della tecnologia DOHC a 4 valvole per un minor consumo di carburante. Con una media consumo di 4,3l/100 km, che corrisponde ad emissioni di CO2 per soli 114g/km, con una potenza espressa di 75 cv il turbodiesel CRDi VGT è uno dei migliori della sua classe. Tutti i propulsori sono disponibili
con trasmissione manuale a 5 velocità, mentre il cambio automatico sarà offerto come optional per entrambi i motori a benzina. Guidando la “10”, ci si rende conto che il pianale è stato progettato per garantire sicurezza e piacere di guida. Le sospensioni si avvalgono di una nuova tecnologia sub frame con ammortizzatori frontali Macpherson e con barre di torsione e molle elicolidali posteriori che permettono una eccezionale manovrabilità. Gli ammortizzatori a gas sono standard per tutta la gamma, così come lo sono i freni a disco con Abs per tutte e quattro le ruote. La tecnologia Esp sarà offerta di serie sul motore 1.2. Grazie a nuovi rivestimenti, sistemi d’isolamento e tecnologia di montaggio, rumore e vibrazioni sono contenuti rispetto allo standard delle vetture di segmento A. Il blocco della strumentazione, la consolle centrale e i comandi della “i10” dimostrano la volontà di ricercare la soddisfazione di guida, valore che caratterizza l’intero concept “i”. La strumentazione di colore bianco, con illuminazione verde LED per una migliore visibilità, e il loro posizionamento ergonomico, la corta leva del cambio e il posizionamento degli altri comandi giocano tutti il proprio ruolo nel rendere divertente e soddisfacente la guida della “i10”, senza dimenticare il comfort e la sicurezza. Molta attenzione è stata rivolta a rendere tutti gli strumenti di facile lettura e i comandi di agevole manovrabilità. Un esempio è costituito dal quadro dei comandi per il riscaldamento e l’aria condizionata, così come appare ben risolto il controllo del trip computer. L’equipaggiamento top della “i10”, con motore 1.2, disporrà di spoiler posteriore, volante e pomello del cambio foderati in pelle, cerchi in lega leggera da 15”, antifurto con comando a distanza. Il sistema audio 2-DIN RDS è standard per tutte le versioni, integrato nel cruscotto ed è in grado di ricevere il Radio Data System (RDS). Presenta inoltre una connessione AUX, che permette il collegamento con apparecchi esterni come iPod o lettori MP3. Una novità è il Battery Saver: permette alla batteria di rimanere carica persino se vengono inavvertitamente lasciate le luci accese, spegnendole automaticamente per ridurre al minimo il consumo di energia elettrica. Il servosterzo elettrico, funzionante tramite il sistema MDPS (Motor Driver Power Steering), così come la regolazione dell’inclinazione del volante, è standard per tutta la gamma e consente una personalizzazione della guida, combinata con una grande maneggevolezza, un’eccellente tenuta di strada e un’elevata efficienza nel risparmio del carburante. m.s.a.
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Marzo 2008
䡵 PIRELLI / Importante tappa nell’evoluzione dei pneumatici milanesi
Torna il Cinturato e si fa verde MILANO - Dici “cinturato” e pensi immediatamente a Pirelli, ma anche e soprattutto al pneumatico che ha segnato per trent’anni la storia dell’industria automobilistica mondiale. Ebbene, ora il Cinturato torna sul mercato con nuovi contenuti tecnologici che lo proiettano verso traguardi ancora una volta di assoluto prestigio. Era il 1951 quando Luigi Emanueli, già responsabile della Pirelli Cavi, brevettava la struttura del radiale tessile Pirelli, versione italiana del radiale inventato in quegli anni. Nasceva così il Cinturato che, grazie alla sua struttura innovativa, più rigida di quella tradizionale a tela, offriva prestazioni fino ad allora sconosciute, soprattutto in termini di tenuta. Una rivoluzione clamorosa, per il mercato dell’auto dei primi anni ’50, quando l’Italia si avviava alla motorizzazione di massa.
Maurizio Boiocchi, responsabile di Ricerca & Sviluppo di Pirelli Tyre.
Avvincente fin dagli esordi Fino agli anni ’70, tra gli stabilimenti di Viale Sarca a Milano e quelli di Settimo Torinese, con l’impronta di personaggi dello sport e della comunicazione, da Manuel Fangio a Noorda e nel 1974), il P6 (debutto nel 1977), i P600 e P700 degli anni ’80, il P700Z del 1988, il P Zero (presentato nel 1985), il P7000 che appare sul mercato nel 1996 fino ad arrivare al l’innovativo processo produttivo Mirs dei tempi moderni.
Contenuti all’avanguardia
Marco Tronchetti Provera, presidente del gruppo Pirelli.
Manzi, sino a Arrigo Castellani e Pino Tovaglia, quella del primo Cinturato è una storia d’innovazione industriale e di prodotto, di sport e di costume, di nomi noti al grande pubblico o ben conosciuti nel mondo discreto dei brevetti d’impresa. Il Cinturato corre in Formula 1 con Fangio e vince, corre sulle strade e accompagna le auto più belle dell’epoca. Ma il vero successo commerciale è degli an ni ’60, alla fine dei quali Tovaglia realizza la campagna pubblicitaria mondiale “Cinturato è solo Pirelli” che, modulato in tutte le lingue più diffuse, accompagna il pneumatico Pirelli nei 137 Paesi in cui viene venduto.
Intanto il prodotto cresce e si sviluppa tecnologicamente seguendo l’evoluzione delle auto e del mercato. Nei primi anni ’70, una sorprendente innovazione: nella struttura delle gomme viene introdotta la cintura metallica, che darà vita al radiale metallico. A Settimo Torinese impianti moderni trattano la cordicella metallica, il nuovo elemento costitutivo dei pneumatici. Nasce così l’ultima generazione di pneumatici Cinturato, CN54 per le utilitarie e le berline, CN36 per le auto più sportive. Poi l’introduzione di nuove generazioni di pneumatici, come il P3, il primo super ribassato P7 (nasce
Tecnologia d’avanguardia e rispetto dell’ambiente sono alla base della realizzazione del Cinturato degli anni 2000, declinato nei modelli P4 e P6.
Il debutto del nuovo Cinturato, declinato nei modelli P4 e P6 e prodotto negli stabilimenti Pirelli di Bollate, di Izmit in Turchia, di Manresa in Spagna e di Carlisle in Gran Bretagna, “non vuole essere - ha sottolineato Marco Tronchetti Provera nel corso della presentazione a Milano presso la Triennale - un semplice ritorno all’antico. Il nuovo Cinturato ha contenuti tecnologici che costituiscono una vera e propria rivoluzione nel mondo dei pneumatici, così come lo fu la prima generazione. In
questo senso c’è un ideale parallelo tra i due Cinturato e abbiamo l’assoluta convinzione di portare oggi un contributo decisivo all’evoluzione dell’automobile sul terreno del risparmio energetico e della riduzione delle emissioni nocive all’ambiente”. “Grazie a materiali e strut-
ture innovative - ha spiegato Maurizio Boiocchi, responsabile di Ricerca & Sviluppo di Pirelli Tyre - il Cinturato edizione 2008 riduce la resistenza al rotolamento garantendo minori consumi a parità di prestazioni, mentre l’eliminazione degli oli aromatici dal battistrada è un
contributo fon damentale per la difesa dell’ambiente. L’eliminazione degli oli aromatici dalle mescole oltretutto anticipa la normativa europea in materia, che andrà in vigore a partire da gennaio 2010. Non va poi dimenticato il grosso lavoro fatto per migliorare il comfort acustico e per garantire una superiore sicurezza, quest’ultima ottenuta con un nuovo disegno del battistrada che consente una migliore tenuta in curva in ogni condizione e un ottimo comportamento sul bagnato, soprattutto in termini di frenata. La novità, infine, che si accompagna il Cinturato degli anni 2000 è data dalla vasta gamma di auto cui il nuovo pneumatico si rivolge, auto di fascia media e utilitarie che sono, poi, le vetture preferite dalle famiglie e dalle donne, cui il nuo vo Cinturato consentirà di accedere a pneumatici di grande qualità e in grado di garantire il massimo della sicurezza”. La storia del Cinturato Pirelli continua... Paolo Altieri
LE CARATTERISTICHE VINCENTI DEL NUOVO CINTURATO
Impatto ecologico MILANO - Contraddistinto dalla marcatura sul fianco con le icone “Ecoimpact”, il nuovo Cinturato “ama sottolineare” subito alcuni numeri significativi: consente di ridurre del 20 per cento la resistenza al rotolamento, fino al 4 per cento il consumo di energia e di allungare il chilometraggio complessivo del 30 per cento. È anche per questo che Case come Fiat, Mercedes-Benz, Peugeot, Volkswagen, Seat se ne sono subito innamorati. Il lavoro che ha portato alla drastica riduzione della resistenza al rotolamento ha riguardato la struttura, le mescole e il disegno del battistrada sui quali i tecnici Pirelli sono inter-
venuti introducendo soluzioni innovative coperte da brevetti. Quanto alla maggiore durata, la mescola del battistrada del nuovo Cinturato è stata rinforzata con alcuni elementi come la silice per aumentare la resa chilometrica senza sacrificare le caratteristiche di tenuta. Inoltre è stata riprogettata l’intera geometria del pneumatico, dai fianchi al battistrada, in modo da bilanciare la resistenza al rotolamento, la resa chilometrica e la sicurezza e aumentare del 30 per cento la percorrenza media significa un cambio di gomme ogni quattro anni anziché ogni tre per l’automobilista medio. Per l’abbattimento delle sostanze nocive, ottenuto con l’eliminazione degli oli aromatici dalle mescole battistrada, i ricercatori Pirelli hanno studiato per il nuovo Cinturato nuovi polimeri e nuove procedure di mescola, in modo da lasciare inalterate le caratteristiche prestazionali e di sicurezza del pneumatico. Infine, la sicurezza, che insieme alle alte prestazioni è da sempre il punto di riferimento della ricerca Pirelli e che già il Cinturato degli anni ’50 esaltò al massimo, è l’altro cardine intorno al quale il nuovo Cinturato è stato progettato. I nuovi Pirelli P4 e P6 garantiscono maggiore sicurezza in ogni condizione atmosferica. In particolare, cresce la tenuta in curva sul bagnato e si accorcia lo spazio di frenata. Sul bagnato, lo spazio di arresto dell’auto si riduce dell’11 per cento e anche sull’asciutto lo spazio di frenata si riduce in maniera significativa rispetto ai pneumatici di riferimento.
A marzo sul circuito di Odeon TV torna
YELLOW Da quattro anni rubrica settimanale, da marzo e fino a dicembre, ogni sabato alle 13.00, sul circuito di Odeon TV,
YELLOW dedica ampi servizi e reportage ai settori dell’automobile e dei veicoli industriali e commerciali. Completa panoramica su fatti, personaggi e prodotti del mondo delle auto e dei truck,
YELLOW diretto da Paolo Altieri e curato da Cristina Altieri, è realizzato in collaborazione coi mensili di Vega Editrice “Autorama” e “Il Mondo dei Trasporti”. Prima rubrica televisiva italiana dedicata anche al mondo dei veicoli industriali e commerciali,
YELLOW ti aspetta con i suoi appuntamenti settimanali che, per tutto l’anno, offriranno aggiornamenti e informazioni complete, prestando attenzione alle innovazioni e alle tendenze del settore dei trasporti. Se sei un operatore, un intenditore o anche solo un appassionato del mondo dei truck e delle auto, non perderti la prima puntata di
YELLOW. Da sabato 8 marzo alle 13.00, ovviamente su Odeon TV.
YELLOW è un programma televisivo realizzato da Vega Editrice, che pubblica anche i mensili Autorama e Il Mondo dei Trasporti e l’agenzia stampa online Asapress I - 20056 Monza, via Ramazzotti 20 - Telefono 039.493101 - Fax 039.493102 Email info@vegaeditrice.it - Sito Web www.vegaeditrice.it