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Autorama / Novità, fatti ed eventi Dealer / La realtà dell’assistenza nel Centro
IL MONDO DEI TRASPORTI
Mensile di Politica, Economia, Cultura e Tecnica del Trasporto FONDATO E DIRETTO DA PAOLO ALTIERI
€ 5,00
Vega Editrice - Monza, Italy - Anno XIX - N. 182 - SETTEMBRE 2009
FRANCO MINIERO, SENIOR VICE PRESIDENT SALES & MARKETING DI IVECO
“Nella tempesta con il timone ben fermo” quota e di redditività. Lo stiamo facendo senza entrare nella guerra degli sconti senza senso che si è scatenata un po’ dappertutto. I clienti han no capito il nostro comportamento e ci stanno dando ragione. Il mercato ha cominciato infatti a dare qualche segnale positivo e in alcuni Paesi come Italia e Spagna abbiamo anche conquistato quote. Questo per noi comunque è solo il punto di partenza per crescere ancora e per esser pronti a sfruttare tutte le opportunità che il mercato of-
Poste Italiane Spa -Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) Art.1, comma 1, DCB Milano
Paolo Altieri Iveco è rimasto l’unico costruttore europeo di veicoli industriali indipendente. Avrà la forza per tenere testa agli altri grandi gruppi? “In questi ultimi anni Iveco ha lavorato molto sul prodotto tanto da avere una gamma rinnovata e completa, sicuramente all’avanguardia in termini di prestazioni ecologiche e soprattutto in grado di rispondere a tutte le esigenze di produttività dei clienti. Siamo gli unici con un’offerta così ampia di versioni a metano, senza contare i veicoli elettrici e quelli ibridi che stiamo testando con la collaborazione di alcuni clienti, a testimonianza di come per Iveco il rispetto per l’ambiente sia da tempo una direttrice fondamentale dello sviluppo prodotto. Con EcoDaily abbiamo aggiunto un ulteriore tassello alla nostra gamma dei commerciali leggeri, con un prodotto capace di associare potenza e produttività con un bassissimo livello di emissioni. Un veicolo che deve il suo nome al binomio economia-ecologia, dove “economia” vuol dire la capacità di produrre valore e reddito per i clienti e “ecologia” quella di convivere in modo armonico con l’ambiente e con le persone. Per que sto dobbiamo aver fiducia nelle nostre capacità di saper cogliere, in un mondo che cambia continua-
mente e molto velocemente, tutti i segnali che ci vengono dal mercato e le opportunità che ci offre”. Quanto conta oggi Iveco all’interno del Gruppo Fiat? “Iveco è un’azienda del Gruppo Fiat attiva nel settore della produzione e commercializzazione di veicoli industriali per il trasporto merci e di persone e il nostro compito è quello di avere una forza commerciale sempre attiva e dinamica sul mercato anche in un contesto duro e difficile come quello in cui stiamo operando in questo momento con l’obiettivo di proteggere la nostra posizione in termini di quota e di redditività, pronti a cogliere tutte le opportunità”. Perché Iveco, in un momento in cui tutti i costruttori cercano comunque visibilità, ha
Iveco EcoDaily, l’ultima grande sfida lanciata dal costruttore italiano nell’anno “nero”: le importanti novità immesse sul mercato rappresentano la strategia che Franco Miniero, Senior Vice President Sales & Marketing Iveco (nella foto) ritiene utile per affrontare la difficile congiuntura. scelto di tenere un profilo discreto? “In questo momento occorrono concretezza e affidabilità; perciò lo definirei un approccio professionale più che un profilo discreto. Siamo tutti consapevoli della difficile situazione che sta coinvolgendo l’industria del trasporto in tutto il mondo e dell’importanza che questa, con tutta la sua filiera, riveste per l’economia del nostro Paese. Sappiamo anche che la strada per superare la crisi è ancora mol to lunga. Per questo in tutti questi mesi siamo rimasti al fianco dei nostri clienti, abbiamo sostenuto la nostra rete e abbiamo lavorato sull’immagine e sul nostro prodotto. E credo che in un momen-
to in cui il mercato richiede prodotti in grado di rispondere ai bisogni dei clienti, alle prese con le esigenze sempre più pressanti del trasporto sostenibile e con la ricerca comunque di economicità di gestione e produttività, EcoDaily sia la risposta migliore che si possa dare”. Quali provvedimenti sta mettendo in atto Iveco per usci re dalla pesante crisi del mercato? “Stiamo affrontando la tempesta di questi mesi con la forza di chi crede nella propria visione del mondo e del mercato. Come detto prima, il nostro obiettivo è quello di proteggere la nostra posizione sul mercato in termini di
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Ben consapevole della difficile situazione che sta coinvolgendo l’industria del trasporto Iveco rafforza la sua collaborazione con clienti e rete lavorando sull’immagine e sul prodotto.
frirà non appena gli attuali timidi segnali positivi di ripresa diventeranno più concreti”. Cosa chiedono in questo momento di forte difficoltà i dealer italiani a Iveco? “La rete commerciale chiede soprattutto di essere insieme a Iveco in questo periodo così difficile. Abbiamo unito le nostre forze per combattere la crisi insieme con i nostri concessionari, garantendo loro innanzi tutto il rispetto del loro equilibrio finanziario. Abbiamo anche lavorato con i colleghi di Iveco Capital per risolvere le problematiche di accesso al credito e soprattutto abbiamo lavorato sodo sul prodotto per garantire una gamma completa e articolata in grado di offrire le soluzioni migliori per rispondere alle esigenze di tutti i clienti. Abbiamo confezionato una serie di proposte mirate per tutte le fasce del mercato. Abbiamo riallineato i prodotti e il loro posizionamento, ottenuto lavorando sui contenuti, sulle varianti di prodotto e sui processi di vendita, per creare possibilità di accesso a fasce di clienti sempre nuove, offrendo loro tutto quello che serve, senza sovraccosti inutili, mantenendo ampie possibilità di scelta in termini di motori e cambi. Ma soprattutto abbiamo creato EcoDaily, un veicolo con il quale la nostra rete potrà sicuramente proporre un prodotto all’avanguardia nel segmento dei commerciali leggeri”.
COMMENTO
Quando l’ottimismo è irragionevole
C
’è poco da stare allegri. E se qualcuno in alto, ostinatamente, continua a dire che “si vedono i primi segnali di ripresa” e invita a non continuare coi piagnistei della crisi, forse non ha ancora ben analizzato i dati relativi ai ricavi e all’utile della gestione ordinaria relativi al primo semestre di Iveco, principale costruttore italiano di veicoli industriali. Ricavi? Macché, meglio parlare di perdite. Nella prima metà del 2008 Iveco aveva realizzato ricavi per quasi 6,1 miliardi di euro. Quest’anno, nel primo semestre, siamo a neanche 3,3: una perdita secca del 45,9 per cento. Se poi andiamo ad analizzare l’utile della gestione ordinaria, il “piagnisteo” non può che trasformarsi in una drammatica consapevolezza: 470 milioni di euro nel 2008 e 6 nel 2009, con una perdita di 464 milioni di euro. Di conseguenza, il margine della gestione ordinaria è passato dal 7,7 per cento del primo semestre del 2008 allo 0,2 per cento dei primi sei mesi dell’anno in corso. Dati che evidentemente riflettono il crollo della domanda: le consegne di veicoli Iveco nel primo semestre sono state pari a 47.406 unità, con un decremento del 59,5 per cento rispetto allo stesso periodo del 2008. Se si considera che tali consegne sono frutto in gran parte di azioni di riduzione dello stock presso la rete di vendita, ciò non potrà che riflettersi in termini di contrazione della produzione, ovvero di
minor lavoro per i dipendenti. E non si pensi che il “piagnisteo” (decisamente legittimo visti i dati) debba fermarsi al Belpaese. In Europa Occidentale sono state consegnate 31.523 unità (-59,6 per cento) con forti cali in tutti i mercati. E nelle altre aree l’andamento dei volumi è stato in qualche caso addirittura peggiore: il numero di veicoli consegnati si è ridotto del 79,3 per cento in Europa Orientale e del 31,4 in America Latina. Piange Iveco, ma non se la possono ridere gli altri costruttori. Il mercato si è contratto del 37,7 per cento rispetto al primo semestre 2008 e Iveco ha registrato una quota complessivamente quasi stazionaria, ovvero del 9,2 per cento, che corrisponde ad un calo dello 0,7 per cento. Il che vuol dire che i concorrenti perdono pure loro, forse qualcosina di meno, ma perdono. I NUMERI NON LASCIANO MOLTE SPERANZE MA È OBBLIGATORIO CREDERE NELLA RIPRESA La domanda a questo punto è duplice: quali possono essere le previsioni per il futuro? E in che modo l’autorità pubblica può intervenire? Noi proviamo a rispondere per quel che ci compete. Da cronisti della stampa specializzata, è nostro costume - come facciamo da sempre per tradizione - leggere i dati e trarne delle conclusioni. Per quanto concerne la prima domanda, il futuro nel breve periodo
non potrà che dare luogo a risultati ancora negativi. Del resto, la tendenza al ribasso è iniziata da subito a inizio d’anno. Già nel secondo trimestre 2009 Iveco aveva conseguito ricavi per 1,8 miliardi di euro, in diminuzione del 43,2 per cento rispetto al secondo trimestre 2008, proprio a causa del calo dei volumi di vendita conseguente alla pesante crisi dei mercati. Semmai, qualche timido segnale di schiarita fa pensare a qualche prospettiva meno nera per il 2010 ad esempio per la gamma dei veicoli medi. Iveco detiene una quota in linea col primo semestre 2008, ma ha registrato miglioramenti significativi in Italia (+5,6 per cento), Francia (+4,5) e Gran Bretagna (+0,9 per cento). E anche nei veicoli pesanti la performance in Italia fa registrare un aumento di quota seppur minimo (+0,3 per cento). Mentre invece è in Spagna che la quota Iveco fa registrare un’impennata. In linea di principio quest’ultimo sarebbe un termine improprio per un aumento del 5,3 per cento, ma in tempi di crisi diciamo pure che d’impennata si tratta. E tale dato potrebbe dare una risposta alla seconda domanda. Vero è che la Spagna ha avvertito gli effetti della crisi in maniera più pesante che da noi e quindi è naturale che la ripresa cominci con dati più significativi dei nostri. Ma è altrettanto vero che il governo lì ha avviato una politica di riduzione degli sgravi e di detrazioni fiscali che vanno incontro alle aziende, in specie a quelle del mondo dei trasporti. Perché non copiare qualcosa, almeno quel che di positivo c’è senz’altro, nelle scelte del governo di José Luis Rodriguez Zapatero?