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N° 190 / Giugno 2010 Il Mondo dei Trasporti

25 SPEGNE CINQUANTA CANDELINE

ATTUALITÀ Aite, grande invenzione di Antonio Catiello

mezzo secolo

Dal 1995 in difesa della categoria

Antonio Catiello è figlio di Terino, che a metà degli anni Cinquanta lasciò le terre di Benevento per raggiungere Torino, caposaldo dell’industria automobilistica. Terino viaggiava sui camion per trasportare frutta e verdura. Antonio dal padre ha ereditato una smisurata passione per i truck, unita a una competenza nel settore quasi naturale, si direbbe genetica e coltivata, giorno per giorno, come un germoglio da far crescere. Da autista d’assalto è divenuto dinamico imprenditore, portando la TCT al vertice delle aziende italiane del settore dei trasporti eccezionali. E non solo. Si è pure inventato un’associazione, l’Aite (Associazione italiana trasporti eccezionali), che difende il lavoro di quelli come lui, di coloro che tutti i giorni all’alba devono affrontare una sfida: trasportare un carico eccezionale da una parte all’altra del pianeta.

Tra vecchio e nuovo: passano i decenni, rimane inalterata la passione e la competenza della TCT.

lunga 15 metri e larga 4,5 metri. Ciò malgrado non mi persi di coraggio. Neanche quando, sulla via del ritorno, almeno tre volte mi ha fermato la polizia chiedendomi i documenti di trasporto, che ovviamente non avevo e neanche capivo che cosa mi stessero chiedendo. Comunque alla fine a Chiavari per la consegna ci arrivai. Vede, è questo il nostro spirito, immutato: l’obiettivo va raggiunto, ogni ostacolo intermedio deve essere superato. Per questo le ho raccontato il mio primo giorno di lavoro, perché ogni altro giorno di lavoro successivo per me è stato ed è vissuto all’insegna degli stessi principi”. IL TRASPORTO NEL SANGUE Principi che del resto Catiello ha ereditato, quasi come fossero un corredo genetico. “Sin da quand’ero bambino racconta - mio padre mi portava con sé a “fare” i mercati, a Bari, a Torino, a Verona. Nel 1956 raggiungemmo mio

zio Mario a Torino, tutti insieme, anche i miei tre fratelli. La realtà era completamente diversa, occorreva essere svegli per farsi largo. Le opportunità non mancavano di certo, ma bisognava saperle cogliere al momento e nel modo giusto, con la giusta dose di determinazione”. La passione per i motori Catiello la coltivava da bambino, dunque, e di certo non l’ha mai tenuta a bada. Neanche quando, da ragazzo, al volante di una Fiat 500 Giannini, non diceva mai di no ad una sfida sulla salita da Sassi a Superga, o qualche anno dopo con la 128 Dallara in diverse competizioni. E ne vinceva di sfide. E ne intascava di gruzzoli per le vittorie. “Un mio amico benzinaio aggiunge - mi segnalò a Franzeri ed ebbe inizio la mia avventura. A ogni modo quella capacità di affrontare le sfide mi è rimasta, non dicevo mai di no a impegni anche quando questi potevano sembrare assurdi, come ad esempio, nel 1977, il ritiro della barca Talatta dai cantieri Alaver di

San Martino Buonalbergo, vicino Verona, da consegnare a Genova: un guscio di 24 metri di lunghezza per sette di altezza, che riuscii a sistemare su un rimorchio Cometto T22 agganciato a un Fiat 682. Come premio per il lavoro svolto, mi diedero in più cinque milioni di lire”.

ché ero molto motivato, ero spinto dalla passione e dall’entusiasmo per la prospettiva futura. Firmai una montagna di cambiali, ma sapevo di potercela fare”. Ai tempi la TCT aveva due mezzi: l’Esagamma e un Tigrotto a bilico. Catiello lavorava giorno e notte, aveva un’impiegata, Claudia Viola, e un autista, Francesco De Carlo. Il lavoro inizia subito a girare bene. Arrivano i primi due clienti importanti: Fiat Allis-New Holland e Comau. La prima chiede di trasportare macchine per il movimento terra e macchine agricole, la seconda macchinari industriali. In due anni Catiello estingue ogni debito e implementa il parco con due nuovi trattori e altrettanti semirimorchi. Nel 1980 la TCT chiude con un fatturato di un miliardo e mezzo di vecchie lire, a fronte dei 220 milioni di due anni prima. Nel 1985 siamo a 6 miliardi, a 10 nel 1990

RIVOLI - Fondata nel 1995 proprio da Antonio Catiello, l’Aite (Associazione Italiana Trasporti Eccezionali) rappresenta un ponte di collegamento tra le aziende del settore e le istituzioni. Interlocutore istituzionale preposto al dialogo con i Ministeri, Enti proprietari delle strade e Polizia stradale, Aite opera affinché si riesca a disciplinare, con la collaborazione congiunta dei rappresentanti istituzionali e la conoscenza e la competenza degli utenti, la materia del trasporto eccezionale, in modo tale da rendere più armoniche le procedure normative alle esigenze operative della categoria e svincolare l’eccessiva burocrazia messa in atto dalla “macchina statale”. Attualmente delle aziende nazionali operanti nel settore, il 90 per cento (circa 150) è associata Aite, rappresentando un parco di circa 6mila veicoli. “Numeri importanti - ha commentato il presidente Catiello - dovuti ai risultati positivi ottenuti dall’associazione con determinazione, esperienza e perseveranza e soprattutto per aver trovato nell’Associazione un punto di riferimento e aiuto indispensabile per una risposta o risoluzione immediata alle problematiche inerenti alla propria attività lavorativa. In questi 15 anni siamo riusciti a raggiungere importanti obiettivi, tutti tesi a rendere più razionale il trasporto eccezionale e più agevole il lavoro di chi opera al suo interno”. Tra gli esempi, regole più flessibili per gli operatori. “Oggi ha precisato Catiello - della scorta al trasporto eccezionale si occupa direttamente l’azienda che esegue il trasporto senza doverla richiedere all’esterno. Inoltre, anche la burocrazia, legata alle autorizzazioni per l’attraversamento di più comuni con il carico eccezionale, si è fatta un tantino più snella. Oggi siamo riusciti a sciogliere almeno parte di quei lacci e lacciuoli burocratici che ingessavano il lavoro, senza alcun senso d’esistere, e a sensibilizzare i ministri dei Trasporti che si sono succeduti, affinché le norme relative alla nostra categoria siano adeguate alla legislazione europea”. Scopi raggiunti anche grazie a campagne provocatorie. Un esempio? La marcia di un centinaio di veicoli, da trasporto eccezionale, alla volta di Saxa Rubra, sede della Rai, per richiamare l’attenzione dei mass media sulle problematiche del settore. “Non offriamo - ha aggiunto Antonio Catiello nessun tipo di servizi. Il nostro scopo primario è solo la tutela degli interessi e diritti della categoria”. Segretario nazionale è Sandra Forzoni, un consulente giuridico con esperienza nelle procedure di rilascio per le autorizzazioni per trasporto eccezionale, maturata in 15 anni di lavoro con la gestione del proprio studio. Forzoni si occupa delle modifiche giuridiche della normativa che disciplina il settore. Vice di Catiello è Elvezio Storti.

(l’anno prima la TCT si trasferiva nell’attuale moderna e vasta sede a Cascine Vica di Rivoli alle porte di Torino), 15 nel 1995 e oltre una ventina nel 1998. Il resto è storia attuale che continua a raccontarci di un’azienda, la TCT, sempre

proiettata verso ambiziosi traguardi, sempre saldamente guidata dal “vulcano” Antonio Catiello al quale oggi danno man forte i figli Marco e Stefano, entrambi ferocemente determinati, con grande soddisfazione del loro “Presidente”.

PRONTO ALLE SFIDE Insomma, Catiello si fa strada negli anni dimostrando sul campo di essere uno che con le sfide ci sa fare. E che non solo non rifiuta mai un incarico, ma accetta quelli che gli altri reclinano volentieri. Arriva il 1978 e Franzeri lo chiama nel suo ufficio: “Vuoi rilevare la proprietà della TCT?”. Anche quella era una sfida. Che ovviamente il nostro accettò. “Non è ha sottolineato Catiello - neanche tanto ovvio, perché mi venne richiesta una cifra di fronte alla quale molti altri avrebbero chiuso la porta alle proprie spalle. Io invece avviai una trattativa, anche per-

Antonio Catiello rivela la proprietà della Trasporti Celeri Torinesi nel 1978.


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