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ATTUALITÀ 25

N° 207 / Marzo 2012 Il Mondo dei Trasporti

DEBUTTO COMMERCIALE A SETTEMBRE PER L’INNOVATIVO PRODOTTO PIRELLI

Cyber Fleet: la gomma intelligente capace di comunicare

I primi esemplari di pneumatici Cyber Fleet sono già in test dal mese scorso presso grandi flotte in Europa e in America Latina.

LIVIGNO - L’idea è di quelle che possono incidere profondamente nell’universo del trasporto. La cyber gomma intelligente studiata da Pirelli può infatti risolvere una volta per tutte i problemi legati ai pneumatici, comunicando in tempo reale al gestore della flotta sia i dati relativi alle condizioni del pneumatico sia la sua posizione geografica. Risultato ottenuto con un sensore elettronico, sviluppato insieme agli specialisti della Schrader Electronics, il Tyre Mounted Sensor, che viene applicato nella superficie interna della gomma ed è in grado di raccogliere con grande precisione i dati relativi alla pressione, alla temperatura e all’identificazione, questi vengono trasmessi sia al trasportatore che a chi gestisce la flotta, che possono così intervenire in tempo utile per sanare eventuali anomalie. Facile capire quale sia il passo in avanti, sia in ottica di sicurezza che di risparmio di carburante, in entrambi i casi infatti è essenziale che gli pneumatici siano gonfiati alla giusta pressione, che consente una miglior guidabilità e una tenuta perfetta in curva e in frenata. All’atto pratico si tratta di un piccolo microchip con un peso di appena 25 grammi che viene incollato alla superficie interna della gomma. Nella sua memoria sono contenute tutte le caratteristiche della gomma, come marca, modello, misura e perfino il lotto di produzione, a cui vengono aggiunti via via tutti i dati relativi alla pressione e alla temperatura. Questa mole di informazioni viene raccolte da una centralina che ha le dimensioni di un pacchetto di sigarette, in seguito i dati possono essere inviati da remoto sia al trasportatore che al gestore della flotta, con una sca-

re i costi i più bassi possibili. Ci ren diamo perfettamente conto che se l’aumento dovesse pesare per più di 40/50 euro, diventerebbe difficile gestirlo, quindi a mio parere devono costare significativamente di meno. Questi strumenti del resto vivono l’intera vita del pneumatico, arrivando a 300mila km, e credo che nel prossimo futuro avranno un costo irrisorio. Il passo importante è che in questo modo riusciremo a raggiungere un altro livello di servizi, diventando il fornitore di elementi innovativi in modo da fidelizzare la clientela. Per questo i nostri sensori dovranno arrivare a fornire una serie di dati che non possono più limitarsi alla pressione e alla temperatura. Dobbiamo essere in grado di gestire il conteggio di accelerazioni e decelerazioni, più in generale dello stile di guida dell’autista. Non dobbiamo dimenticare che la gomma è lo strumento primario di collegamento tra il camion e la strada, e che quindi la misurazione di questi dati può avvenire direttamente, a differenza di quello che accade quando ci si collega con il motore o con le sospensioni. Se riusciremo a dimostrare che questi strumenti sono in grado di garantire una certa economia d’esercizio ce la faremo a sfondare”.

Sotto il profilo tecnologico Pirelli si trova in vantaggio rispetto alla concorrenza. “È da un po’ che lavoriamo in questa direzione e ci abbiamo investito parecchio. Però ne valeva la pena. Insieme al nostro partner tecnologico Schrader stiamo cercando di individuare quali sono gli strumenti che possano risultare più graditi alle flotte e che possano interagire con i software che i grandi player stanno già utilizzando”. Puntando su questi contenuti innovativi riuscite a dialogare anche con i clienti medio piccoli? “È molto difficile. Lo vedremo meglio quando il nostro progetto verrà messo a confronto con il mercato, cioè verso la fine di quest’anno. Intanto stiamo procedendo con i test in partnership con grandi flotte sia in Europa, in particolare in Gran Bretagna e Germania, sia in America Latina dove hanno sede i nostri clienti di maggiori dimensioni. Il successo di questa fase determinerà il decollo di questi sistemi e delle loro successive evoluzioni. L’industrializzazione di prodotti come Cyber Fleet è problematica, ma una volta trovate le giuste soluzioni disporremo di un indiscutibile vantaggio competitivo”. Il confronto tra costruttori di pneumatici è sempre più

denza temporale prefissata. Il sensore montato sulle Cyber Fleet ha la stesa durata di vita della gomma, ricostruzione compresa. L’innovazione è rappresentata dal fatto che “il microchip viene applicato direttamente sul pneumatico - ha spiegato il responsabile dello sviluppo Giorgio Audisio - e non come si fa normalmente sulla valvola o sul cerchio, con un incre-

serrato, con che spirito lo affrontate? “Abbiamo passato gli ultimi anni a fare scelte delicate, favorendo l’innovazione e i segmenti premium. Abbiamo quindi tralasciato una fetta di mercato che non era per noi fonte di grandi guadagni per poter

mento decisivo della precisione dei dati. I vantaggi di un simile sistema sono duplici, da un lato per la sicurezza dall’altro per allungare la vita della gomma. E poi non bisogna dimenticare che un pneumatico sgonfio consuma più carburante e si usura prima”. Un dato ben noto ma comunque inquietante se si considera che le statistiche a livello europeo rilevano che il 70 per cento dei mezzi pesanti viaggia con pneumatici gonfiati a una pressione inferiore a quella raccomandata, e che poco meno del 10 per cento degli incidenti stradali è provocato proprio da pneumatici sgonfi. In più il problema si riflette anche sui costi di gestione delle aziende, un’analisi compiuta da Pirelli e Schrader, in collaborazione con la flotta britannica Tesco, ha rilevato che, prendendo a esempio un camion con una percorrenza di 120mila km all’anno, con un costo del gasolio di 1,25 euro più Iva, se questo viaggia con pneumatici sgonfi del 10 per cento, la perdita è di 500 euro, che diventano il doppio nel caso, tutt’altro che raro, che la pressione sia inferiore del 25 per cento rispetto a quella ideale. Senza contare che in un futuro decisamente prossimo il chip potrebbe essere utilizzato come una vera e propria scarola nera, in grado di fornire indicazioni anche sullo stile di guida degli autisti, si tratta infatti di un sistema aperto, che può essere di volta in volta implementato da ulteriori applicazioni. I primi esemplari di pneumatici Cyber Fleet sono già in test dal mese scorso presso grandi flotte in Europa e in America Latina, mentre il debutto commerciale vero e proprio avverrà a settembre.

concentrare gli investimenti sui settori più redditizi. Anche nei truck è stata sviluppata soprattutto la fascia altissima. Pirelli è un’azienda che ha pochissimi brand di seconda fascia, da tempo abbiamo capito che bisogna razionalizzare l’offerta”. Questo perché pensate di

portare tutti i clienti verso i prodotti premium? “Contiamo innanzitutto di por tare la maggior parte dei clienti verso il brand Pirelli e quindi verso prodotti ad alto valore aggiunto. La competizione sulle fasce basse credo sia poco razionale”.

“L’obiettivo - dice Ugo Forner, Direttore Pirelli Truck - è arrivare nel 2014 a un volume d’affari di un miliardo e 900 milioni di euro. In quest’ottica rientra anche il lancio dei nostri nuovi prodotti”.

ASSOGOMMA

A OGNI STAGIONE LE SUE SCARPE MADONNA DI CAMPIGLIO - Freddo e neve non rappresentano più un problema. La guida in condizioni difficili richiede un adeguato treno di gomme soprattutto tra i professionisti, dei quali si richiede spesso la presenza proprio in casi di emergenza. In queste occasioni un aiuto più che valido deriva dall’utilizzo dei pneumatici invernali, la cui diffusione è in crescita costante negli ultimi cinque anni in Italia anche tra quanti trasportano per lavoro. E non necessariamente in presenza di gelo e neve: la mescola degli pneumatici estivi quando la temperatura scende sotto i 7 gradi tende a irrigidirsi, con il risultato che l’aderenza al suolo diventa sempre più difficoltosa, a discapito della sicurezza: frenata più lunga, rischio slittamento e maggiore difficoltà nel tenere la strada in curva. Per dimostrare l’efficacia e l’opportunità di un investimento a lungo termine quale quello dell’acquisto di quattro pneumatici invernali, il Gruppo Produttori di pneumatici di Assogomma propone annualmente test di prova in località sciistiche. Per l’edizione 2012 è stata scelta Madonna di Campiglio. Numerose prove su neve e asfalto hanno evidenziato come il pneumatico invernale sia l’unica soluzione per circolare in sicurezza, nelle condizioni tipiche della stagione invernale, senza la necessità di montare catene. Anzi: nel confronto sullo spazio di frenata un veicolo equipaggiato con pneumatici invernali ha la meglio sullo stesso veicolo dotato di catene montate sull’asse trattivo. I test si sono svolti con pneumatici di tutte le aziende produttrici associate e veicoli con trazione, motorizzazione e alimentazione diverse, di segmenti di mercato diversi. Nel caso dei veicoli commerciali il Gruppo Fiat ha messo a disposizione due Ducato 120 Multijet, mentre la sezione campigliese della Cri (Croce Rossa Italiana) ha concesso in prova due Volkswagen Caravelle da 2,5 t, che con allestimento ambulanza sfiorano le 3 t. Le prove hanno riprodotto le tipiche situazioni in cui si può trovare qualsiasi autista o squadra di paramedici e hanno dimostrato che in ogni situazione con un treno di pneumatici invernali si viaggia più sicuri. I due Ducato montavano pneumatici della misura 125/17/R15, uno con equipaggiamento omogeneo invernale nuovo e l’altro con equipaggiamento omogeneo estivo nuovo. Obiettivo della prova era quello di comparare la motricità su un percorso stradale misto con il veicolo in normali condizioni di utilizzo, quindi sia scarico sia zavorrato con un carico di 400 kg, pari al carico medio di un idraulico nel suo lavoro quotidiano. La prova è stata eseguita su un percorso stradale con fondo ghiacciato e innevato e con un dislivello in corrispondenza del quale è stato predisposto un semaforo, per simulare una frenata con arresto in salita e successiva ripartenza. L’altra prova che ha visto in pista i veicoli commerciali è stata la frenata di emergenza con mezzi di soccorso. I due Caravelle montavano gomme della misura 215/65 R16C. La prova consisteva in una frenata d’emergenza con due ambulanze identiche a trazione integrale su fondo innevato leggermente in discesa (4 o 5 per cento) a 45 km/h circa.


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