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FOCUS MERCEDES-BENZ

PIÙ DI 2.000 AUTISTI FREQUENTANO OGNI ANNO I CORSI DI DRIVER TRAINING

A scuola di sicurezza DaimlerChrysler è consapevole che la sola tecnologia non è sufficiente; le statistiche, infatti, mostrano che la maggior parte degli incidenti è provocato dal fattore umano. Bisogna, quindi, favorire l’integrazione tra autista e camion, insegnando al primo come utilizzare nel modo migliore le nuove tecnologie. Ciò vale non solamente per i giovani conducenti, ma anche per quelli ritenuti più esperti. Di qui l’organizzazione dei corsi Mercedes-Benz Driver Training sugli impianti di Vallelunga e Franciacorta. CASTREZZATO (Brescia) - “La sicurezza - ha in più occasioni sottolineato Luca Secondini, direttore marketing Mercedes-Benz Truck nell’ambito di DaimlerChrysler Italia - è sempre stata al centro della ricerca Mercedes-Benz. Nella progettazione dei veicoli, Mercedes-Benz è sempre impegnata a ridurre al minimo i fattori di rischio per l’autista, il veicolo e il carico e ovviamente per gli altri utenti della strada. Questo impegno è dimostrato dai fatti. Mercedes-Benz è stata la prima ad applicare sui veicoli industriali il controllo elettronico della frenata (ABS) e continua a essere leader nell’applicazione di sistemi per la sicurezza attiva e passiva quali, il Telligent Stability Control, il Sensore di prossimità e l’Assistente di gui da. Nello stesso tempo DaimlerChrysler è consapevole che la sola tecnologia non è sufficiente; le statistiche, infatti, mostrano che la maggior parte degli incidenti è provocato dal fattore umano. Bisogna, quindi, favorire l’integrazione tra autista e camion, insegnando al primo come utilizzare nel mo do migliore le nuove tecnologie. Ciò vale non solamente per i giovani conducenti, ma anche per quelli ritenuti più esperti. Di qui l’organizzazione fin dal 1993 in Germania di corsi di Guida Sicura per i veicoli industriali, estesi progressivamente negli altri Paesi

di Mattia Eccheli e Silvia Boccarini europei, Italia compresa. Dove sono ormai duemila gli autisti che ogni anno frequentano i corsi Mercedes Benz Driver Training che includono non soltanto le lezioni teoriche e informative, che generalmente precedono il debutto di nuovi modelli e quelle di guida economica, ma anche, da quasi 5 anni, quelle di guida sicura. Il circuito bresciano Franciacorta di Castrezzato (facilissimo da raggiungere grazie a una segnaletica che accompagna gli automobilisti fin dalle uscite dei caselli di Ospitaletto e Rovato dell’autostrada A4) è una delle due sedi (l’altra è l’Autodromo di Vallelunga) scelte da DaimlerChrysler Italia per organizzare le sessioni di aggiornamento. Che, in realtà, per quasi tutti i partecipanti costituiscono delle vere e proprie novità. In Italia, i corsi di guida sicura sono stati “importati” nel 2002 anche se la piena operatività è stata raggiunta solo l’anno successivo a Vallelunga: “In precedenza - chiarisce il 48enne Aurelio Manta, responsabile del Driver Training - portavamo i nostri clienti fino in Germania. Però non era comodissimo e c’era bisogno di un’organizzazione complessa”. Così, grazie a una duplice intesa con Aci, DaimlerChry-

Aurelio Manta, responsabile del Mercedes-Benz Driver Training. sler Italia ha fatto quello che era già stato realizzato in molti altri Paesi nel mondo: ha allestito una scuola propria. Con i suoi Driver Training, Mercedes Benz è presente in ormai 58 Stati, quelli dove esiste un mercato significativo. Tra gli altri anche Sudafrica e Brasile. Gli incoraggianti riscontri ottenuti a Vallelunga hanno indotto MercedesBenz a raddoppiare e puntare anche su un circuito del nord, quello di Castrezzato appunto, dove oggi è difficile soddisfare tutte le richieste che arrivano.

Perché la maggior parte delle aziende di autotrasporto gravitano sull’area più industrializzata d’Italia e perché è più semplice raggiungere la Franciacorta che Vallelunga. In realtà, il circuito laziale dispone di una zona attrezzata in più e, ancora adesso, le lezioni possono coinvolgere 35/40 persone contemporaneamente contro le 25 di Castrezzato. Tuttavia, è ormai prossimo un ampliamento dell’autodromo bresciano (dotato già di una pista per kart elettrici coperta con tanto di locale notturno e

ristorante) grazie al quale dovrebbe essere possibile ricavare ulteriori spazi anche per i corsi di guida sicura. Esiste inoltre anche un articolato piano di sviluppo per portare la sicurezza sul territorio: entro l’anno prossimo dovrebbe venire aperto un nuovo centro per il Driver Training a Milano e in futuro si parla già di nuove aree anche in Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna. Aci e DaimlerChrysler Italia hanno sti pulato un’intesa grazie alla quale quest’ultima dispone per 40 giorni delle strutture (equamente divisi tra i due circuiti), generalmente concentrate nei fine settimana: “In Italia - sottolinea Aurelio Manta - ancora si fatica ad avere numeri interessanti di partecipazione nelle giornate lavorative. Per questo veniamo incontro alle esigenze del le imprese e occupiamo i week end”. La Casa tedesca mette a disposizione i propri mezzi, tutti dotati delle più moderne tecnologie: una dozzina fra Actros e Axor, tre semirimorchi, 8 Sprinter e due roll over. In cambio, Aci fornisce non soltanto la pista ma anche gli istruttori e le aule necessarie alle lezioni teoriche. Mercedes Benz sostiene costi non proprio indifferenti: circa mezzo milione di euro l’anno, di cui 340mila euro per la sola guida sicura (sono incluse, naturalmente, anche le quote di ammortamento).


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Antonio Sarcina

Ernesto Giordano

Filippo D’Alessandro

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Marco Saini

TUTTI I PARTECIPANTI HANNO VOLUTO SOTTOLINEARE L’IMPORTANZA

“Un’esperienza che dovrebbero Titolari di aziende e autisti si dichiarano tutti convinti, dopo aver frequentato il corso, della sua estrema utilità non solo sul piano del comportamento nella guida ma anche per gestire al meglio la tecnologia di cui sono dotati i moderni veicoli industriali della Stella. C ASTREZZATO - Per tutti è la prima volta. Nessuno mai ha partecipato prima a un corso di guida sicura. C’è chi se la cava con più disinvoltura e chi, abituato a una guida estremamente prudente, preferisce non esagerare con la pressione sul pedale dell’acceleratore (o del freno), malgrado le insistenze dell’istruttore. In particolare quando c’è da provare in tondo: solo un paio di volte si sfiora il limite. Ma è normale. Addomesticare un autoarticolato non è esattamente la cosa più semplice del mondo e cercare di sollecitarlo dopo essersi allenati per anni a non farlo è tutt’altro che istintivo. Fra la quindicina di persone che seguono il corso ci sono titolari di aziende e autisti. E c’è anche il responsabile

del parco mezzi di un’azienda di costruzioni: Gruppo Edile e Immobiliare Caronno. Si chiama Ernesto Giordano e ha 39 anni, 18 dei quali trascorsi a fare l’autista: “Mi ha colpito l’organizzazione - dice - è molto efficiente”. Giordano gestisce 24 mezzi, tra i quali anche 2 Actros 46: “Trovo che sia giusto seguire e far seguire simili corsi per la guida sicura - continua - perché per l’azienda è un investimento mettere in mano agli autisti dei camion che hanno dei costi notevoli. E, per dirla tutta, sarei per l’obbligatorietà dei sistemi di sicurezza perché sono di grande aiuto. Quelli che ho provato oggi sono davvero ottimi”. I costi sono però un tema caldo, anzi bollente, perché una preparazione spe-

cifica con oltre 200 ore di lezione pratica e teorica rischia di costare oltre 5mila euro. E quella ancora più articolata, da 280 ore, perfino 7/8mila. “I costi sono da valutare - conclude Giordano per ché ci sono da calcolare anche i giorni lavorativi. Però, secondo me, per le aziende si tratta di un investimento”. “Servirebbe qualche forma di sostegno, di contributo - dice Simone Ceccarello, 28enne figlio di uno dei tre fratelli titolari della Lombarda Scavi che dispone di una quarantina di mezzi e conta una trentina di addetti - perché non c’è dubbio che la sicurezza è una risorsa. Però le cifre sono elevate”. Ceccarello sembra comunque già avere un’idea in mente: “Vorrei che soprattutto i giovani autisti frequentasse-

Qui sopra e a destra, due momenti dei corsi Mercedes-Benz Driver Training, sul circuito di Franciacorta, vera e propria palestra per la sicurezza alla guida dei giganti della strada.

ro simili corsi - aggiunge - perché i mezzi sono nuovi e le tecnologie stanno cambiando. Sarebbe una base formativa e un investimento sul domani per l’impresa”. “Quella di oggi - sorride - è stata una bella esperienza anche perché qui si provano situazioni che in strada non si verificano quasi mai.... Per fortuna. Un giudizio? Un otto pieno”. Intanto attende l’imminente consegna di 3 nuovi mezzi Mercedes che si aggiungono ai 5 di cui la Lombarda Scavi già dispone. Antonio Sarcina ha guidato per anni gli autobus e poi si è “convertito” ai mezzi pesanti. Ha 40 anni e lavora per l’impresa edile Rodaro di Brugherio dove è al volante di uno Scania con gru

e ribaltabile a tre assi. “È la prima volta - ammette - ma io sostituisco il mio capo (Roberto Conversini, ndr) che è un grande appassionato di prove come queste. Io sono rimasto veramente impressionato in maniera positiva da Mercedes: finora avevo guidato solo autobus di questa marca. I camion si lasciano guidare praticamente come una macchina: sono comodi, maneggevoli e hanno un ottimo sterzo”. La prova che lo ha maggiormente “coinvolto” è quella del roll over per verificare il limite prima del ribaltamento: “In strada la sicurezza è importante e giornate come queste aiutano. I sistemi di assistenza sono importanti però, alla fine, conta l’autista”. Marco Saini è il titolare dell’azienda


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Simone Ceccarello

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Stefano Sergio

Vincenzo Demartino

DEI CORSI PER CHI GUIDA I PESANTI MEZZI STRADALI

fare tutti gli autisti” di autotrasporti Viganò di Biassono, nei pressi di Monza. Prima di mettersi in proprio faceva l’impiegato e adesso, a 47 anni, si sente realizzato in questa “avventura” imprenditoriale: “Volevo fare qualcosa di mio: era una questione di ambizione personale” ammette. “È un corso interessante e utile - chiarisce - perché ci sono cose da imparare, soprattutto per quanto riguarda la frenata. La parte più difficile, però, è mettere in pratica quello che viene insegnato. Perché un conto è provare certe situazioni qui, all’interno del circuito, in condizioni di sicurezza assoluta, ed un conto è fare le stesse cose in strada. Infatti, spe ro di non trovarmi mai in alcune delle situazioni viste qui”. Risponda sin ceramente: se fosse stato a pagamento avrebbe partecipato a questo corso? “Sinceramente? No, penso di no anche perché, per essere qui, oggi, non ho svolto il mio lavoro normale. Però adesso che l’ho frequentato penso che sarebbero stati soldi spesi bene”. Vincenzo Demartino l’autodromo di Castrezzato lo conosce già perché ci

viene con la moto e ha partecipato a un corso di guida sicura per le due ruote. Ha 27 anni, fa l’autista da 7 e da un paio lavora per la Floriani Autotrasporti di Monza che, in questo turno di “aggiornamento”, ha altri due autisti impegnati sul circuito. In genere è al volante di un Atego e quindi i mezzi come quelli sui quali si svolge il Driver Training li conosce quasi per niente. “Non è il primo corso di guida sicura... o, meglio, è il primo per i mezzi pesanti - precisa - me l’ha proposto il titolare Giancarlo Floriani e ho accettato subito: mi piace anche se è strano per me”. “Questi camion hanno sistemi di sicurezza che bisogna conoscere anche perché se il mezzo ti aiuta è decisamente meglio, no? E qui è molto importante ascoltare e stare a sentire quello che ti dicono perché c’è da imparare”, aggiunge. Titolare della ditta di autotrasporto che porta il suo nome, anche Filippo D’Alessandro, 43 anni, è al suo esordio in un corso di guida sicura. I mezzi Mercedes li conosce perché nell’azien-

da che dirige (prima era in società), i suoi dipendenti guidano anche 3 motrici uscite dagli stabilimenti della Casa tedesca: “Mi sono trovato molto bene taglia corto - anche se non posso nascondere che alcune prove mi hanno messo addosso una sensazione, come dire, di timore. Voglio dire: ti dicono di spingere e di fare delle cose che alla guida del tuo mezzo non hai mai fatto. Un po’ agitato ti senti anche se sai che non ci sono rischi”. PERCHÈ NON RENDERE QUESTI CORSI OBBLIGATORI? D’Alessandro non ha mai avuto incidenti (come molti altri qui a Castrezzato): “Un po’ per fortuna e un po’ per merito - confessa - perché sulle ore di guida siamo tassativi noi per primi: non superiamo mai quelle consentite”. Poi si lascia anche sfuggire un giudizio tecnico: “Questi Mercedes-Benz sono veramente degli ottimi mezzi - conclude - e devo dire che li trovo più sicuri di altri veicoli concorrenti”.

Marco Centolanza

Stefano Sergio è un veterano: ha appena 42 anni ma si occupa di camion praticamente da sempre perché l’azienda di famiglia (l’Autotrasporti Sergio di Bellusco, vicino a Milano) è passata alla sua generazione: “Di padre in figlio, sì - sorride - e io sono in azienda da 22 anni”. Nel proprio parco mezzi non c’è (non ancora?) un Mercedes ma ci sono Man, Volvo, Renault e Iveco: “Questa è davvero un’ottima esperienza e sono convinto che vada estesa nel più breve tempo possibile ai nuovi patentati”. Obbligatoria? “Sì, assolutamente. Chi ha la patente da poco non ha esperienza e ha più problemi a guidare un mezzo pesante. Per le imprese è difficile insegnare e le autoscuole, mi dispiace dirlo, non sono all’altezza di preparare i giovani che vogliono lavorare nel ramo. Corsi del genere sono indispensabili e vanno resi obbligatori: senza deroghe”. Anche se costano? “Sì, anche se costano. E il passo va compiuto il prima possibile. Il sistema, ripeto, va reso obbligatorio. L’aggiornamento sarebbe utile anche per chi ha patente da tempo e ha già maturato una certa esperienza. Ma per i neopatentati, questa for mazione è indispensabile. Voglio dire: senza una conoscenza approfondita del mezzo e delle diverse situazioni di rischio e guida non si è veramente autisti”. Lei è convintissimo... “Certo che sì. Il traffico è sempre più caotico e i rischi aumentano. È una questione di sicurezza complessiva: per chi sta al vo-

lante e per tutti gli altri. Le scuole guida sono in grado di fornire una preparazione teorica. Ma per quella pratica ci vuole altro: corsi come questo, ad esempio”. Le prove che l’hanno impressionata di più? “Il dover capire quando bisogna anticipare determinate manovre, il test sulla perdita di controllo della cisterna e la prova di rotazione con il bilico”. Perché, come ricorda sempre il responsabile del Driver Training Mercedes-Benz Aurelio Manta il problema resta sempre uno: “Se l’autista non acquisisce sicurezza al volante e non metabolizza il tipo di reazione alle diverse situazioni - conclude - va a finire che, se succede qualcosa d’imprevisto, perde il controllo del mezzo. E poi non lo recupera più”. Una situazione che non si può permettere nessuno: non certo l’impresa e nemmeno il sistema della mobilità in generale. I costi, questa volta sì, sarebbero (e forse sono già) insostenibili. Manta, dopo una vita vissuta a contatto con i mezzi pesanti, stima appunto che un autista incida sui costi di gestione (il solo carburante pesa mediamente per circa un terzo sui bilanci aziendali) per il 30 per cento: in più o meno. Non è poco, anzi. Per questo l’investimento sulla formazione - alla guida sicura ma anche “economica” (i risultati dei test di Piacenza raccontano di differenze anche attorno al 20 per cento per il solo gasolio) - è destinato ad avere ricadute non solo a breve ma anche a lungo termine.

I pilastri della formazione al volante dei camion Mercedes-Benz

Un investimento per le aziende CASTREZZATO - A Piacenza si svolgono le prove di “Eco-Training” (guida economica) che includono la conoscenza ed utilizzo delle moderne tecnologie dei veicoli del gruppo, l’influenza dell’aerodinamica, degli pneumatici e di tutti gli altri fattori che incidono sul consumo di carburante, le prove di guida su circuito con veicolo carico e quelle di guida per un risparmio di carburante a veicolo carico nonché l’analisi dei risultati del test di guida. Gli incontri di “Informazioni Cliente” si tengono praticamente ovunque e riguardano (attualmente) la conoscenza e l’utilizzo delle più innovative tecnologie dei veicoli MercedesBenz, il sistema Telligent, motori, cambi, sistemi frenanti, manutenzione, normative vigenti e molti consigli pratici. Il terzo e più recente pilastro è rappresentato dai corsi di guida sicura che, a Castrezzato, sono cominciati nel 2005: “La formazione è un investimento per le aziende - assicura Aurelio Manta che è in Mercedes da vent’anni - non c’è niente come un buon autista per far tornare i conti”. “Non sto dicendo che i mezzi non contano, anzi - insiste - ma vista l’esperienza che ho maturato posso dire che un autista vale un trenta per cento in più o in meno. E non mi riferisco al solo consumo di carburante, ma anche a quello dei freni o della frizione. Perché se la sai usare, una frizione può durare anche diverse centinaia di migliaia di chilometri. La tecnologia aiuta, certo, ma il contributo che può dare è sensibilmente inferiore a quello di un autista capace e preparato. Per questo il mio suggerimento alle imprese è di investire sulla qualificazione del personale”. Cosa vorrebbe dire agli autisti? “Di lavorare con e per passione. E di chiedere di essere informati e aggiornati. Perché i mezzi pesanti sono cambiati e se cambiano loro deve cambiare anche chi li guida. Gli autisti non devono smettere di aver voglia di imparare: ecco, direi che il concetto è proprio questo”. Per passione? Gli autisti di oggi sono diversi da quelli di un tempo? “Non voglio dare giudizi di merito, s’intende. Solo che il livello medio della preparazione degli autisti sta calando.

Una spiegazione a mio avviso c’è. Una volta, questo mestiere lo faceva chi era animato da una vera passione: per i motori, per la guida... Oggi non è più così. Oggi lo fa anche chi ha un bisogno disperato di un lavoro o chi lascia la sua vecchia occupazione perché a fare l’autista conta di guadagnarci qualche centinaio di euro in più. E la nazionalità non c’entra, glielo assicuro”. Da questo suo osservatorio privilegiato, quali sono i difetti che riscontra fra gli autisti? “Intanto si sentono talvolta troppo sicuri. Per questo ho detto quello che ho detto. Vede, anche se uno percorre duecentomila chilometri all’anno non necessariamente è esente da errori. Ci sono manovre che bisogna saper fare. Bisogna capire quando mollare il freno, quando riprendere il mezzo, quando girare il volante da una parte oppure dall’altra: mi riferisco, naturalmente, a manovre di emergenza. Perché bisogna anche rendersi conto che ci sono manovre che a una velocità si possono ancora fare ma che solo a un chilometro orario in più non riescono. Ed è allora che si rischia di farsi e fare male”. Quindi? “Quindi occorre prestare attenzione a tutto. Ad esempio all’impostazione di guida: molti stanno piuttosto “sdraiati” sui sedili: non va bene per i tempi di reazione ma non è nemmeno ergonomicamente salutare. E poi ci sono le mani sul volante: quanta gente vedo ancora che lo manovra con il sistema “dai la cera, togli la cera” e che non sa poi dove ha le mani o dove le deve mettere in situazioni d’emergenza. Per non parlare del carico: è necessario sapere come è collocato perché si tratta di quintali che incidono sull’assetto del mezzo. Deve essere ben legato e fissato: chi guida non può disinteressarsi di questi particolari”. Riscontri? “Sì, ce ne sono. Mi sembra che dai corsi vadano via soddisfatti. Qualcuno si fa vivo in seguito. Recentemente abbiamo ricevuto anche una bella mail di ringraziamento di uno che si è trovato in una situazione critica e se l’è cavata anche grazie a quello che ha appreso da noi”.


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TEORIA E PRATICA CON ISTRUTTORI PROFESSIONISTI

Così i corsi di guida sicura I veicoli Mercedes-Benz, in 15 diverse configurazioni, utilizzati nei corsi di guida in Franciacorta e a Vallelunga, vantano potenze che oscillano tra i 440 e i 600 cavalli e sono equipaggiati con i più avanzati dispositivi di sicurezza, tra cui anche il sensore di prossimità, l’assistente di guida e lo stability control. CASTREZZATO - I corsi di guida sicura del sistema Mercedes-Benz Driver Training durano un giorno. E, almeno per clienti del gruppo o segnalati dalla con cessionarie, sono assolutamente gratuiti. La durata è di 8 ore, concentrate o il sabato o la domenica, praticamente mai durante la settimana perché ancora non c’è grande richiesta. L’esordio è avvenuto a Vallelunga dove sono disponibili 5 aree attrezzate con 4 Actros, 2 Axor, 2 semirimorchi, 6 Sprinter e un roll over. Poi, nel 2005, l’offerta di corsi è stata estesa al circuito Franciacorta di Castrezzato, nel bresciano: 4 aree con altri 4 Actros, 2 Axor, un semirimorchio, 2 sprinter e un roll over. La “capacità” è di 35-40 persone a Vallelunga e di 25 a Castrezzato. I mezzi (15 diverse configurazioni) hanno potenze che oscillano tra i 440 e i 600 cavalli e sono equipaggiati con i più avanzati dispositivi di sicurezza (tra gli altri anche il sensore di prossimità, assistente di guida, stability control): “Gli autisti devono poter verificare quale sia la differenza e cosa significhi poter contare su questi sistemi o meno”, spiega il responsabile del Driver Training Aurelio Manta. Per simulare condizioni di scarsa aderenza, oltre che sul bagnato (e non poco), alcune aree hanno uno specifico fondo in resina: la differenza del coefficiente è notevole. La resina simula la presenza di neve compatta, pressata: l’indice di aderenza è dello 0,2 contro lo 0,8 dell’asfalto. In pratica, è come se sul fondo in resina la velocità fosse tre volte superiore. Prove ed esercizi sono sostanzialmente identici in entrambe le strutture anche se a Vallelunga è possibile eseguire i test su sovra e sottosterzo anche in condizioni di salita e discesa, mentre a Castrezzato non ancora. Mercedes Benz è una delle poche case che offre corsi di guida sicura così articolati e vanta un’esperienza ormai consolidata confermata dalla decine di migliaia di partecipanti sparpagliati in tutto il mondo. Nel Belpaese altre case hanno cominciato da poco ed altre ancora stanno valutando la possibilità di organizzare analoghe full immersion anche in previsione di future restrizioni circa il rilascio delle patenti per la guida dei “bisonti della strada”. Le lezioni del Driver Training cominciano con una parte teorica che, tra le altre cose, riguarda le potenzialità del

Durano otto ore i corsi di guida sicura di Mercedes-Benz Driver Training, concentrate o il sabato o la domenica. I mezzi utilizzati hanno potenze tra i 440 e i 600 cavalli e sono equipaggiati con i più avanzati dispositivi di sicurezza. In basso, un Mercedes-Benz Actros. mezzo con forti richiami all’importanza della stabilità e del posizionamento del carico che incide in maniera significativa sulle reazioni del camion. Lo scopo principale delle lezioni, che han no un’impostazione prevalentemente pratica, è quello di insegnare il modo migliore con il quale reagire agli eventi potenzialmente pericolosi e utilizzare i dispositivi del veicolo in caso d’emergenza. I test pratici sono diversi: ci sono lo slalom su asfalto (uno degli istruttori chiarisce via radio come e quando mettere o levare il piede dall’acceleratore), la frenata differenziata su asfalto e resina ma anche con l’aggiramento di un ostacolo, la prova di sovrasterzo e sottosterzo sul tondo, la slide (cioè la simulazione di un’uscita dalla curva con perdita di aderenza al posteriore), il ribaltamento sul tondo e la cosiddetta chiusura “a portafoglio”. Si tratta di prove svolte talvolta assieme all’istruttore e talvolta solo attraverso le sue indicazioni via radio: sono verifiche sul

comportamento del mezzo in situazioni di rischio e test sulla capacità di reazione degli autisti in situazione critiche. Le prove più importanti sono quelle di frenata e quelle per la prevenzione del ribaltamento. A Castrezzato lavora un affiatato gruppo di istruttori selezionati dall’Aci e coordinati da Duilio Truffo che è anche il direttore di pista del circuito. Roberto Rosselli è uno di loro ed è un grande esperto di dinamica. Le sue raccomandazioni circa il carico ricorrono spesso ma non sono le uniche: “L’acceleratore non è un interruttore - ammonisce - e va usato con calma. E così lo sterzo: ci vuole fluidità e non certo un movimento brusco”. Poco distante Luca Artioli spiega l’atteggiamento da tenere sulla resina mentre Marco Sette (il terzo istruttore in servizio nel fine settimana in cui Il Mondo dei Trasporti visita la struttura) controlla e fornisce altri chiarimenti. Marco Centolanza, 41enne milane-

se, è il responsabile della forza vendita della concessionaria Venus Spa di Monza che ha “segnalato” i nomi della maggior parte dei presenti: “Questi corsi - confessa Centolanza - sono anche un’arma in più per far conoscere e magari vendere dei veicoli. Perché riusciamo a interessare anche clienti potenziali oltre che avere la possibilità di fidelizzare quelli che già abbiamo. E tro vo questo approccio non solo più pratico rispetto ai tradizionali “porte aperte” ma anche decisamente più utile. Sono dei fine settimana dedicati alla sicurezza che consentono anche di apprendere più cose sugli equipaggiamenti dei mezzi e sui loro contenuti”. I partecipanti, almeno i clienti Mercedes, frequentano gratuitamente i corsi: significa che i costi sono a carico di altri. Chi paga? “L’onere maggiore è a carico del gruppo ma anche i concessionari intervengono con un proprio contributo, accollandosi ad esempio le spese di trasporto”. Come sono i ri-

scontri? “Molto positivi”. Non è difficile capire le ragioni dell’entusiastica accoglienza dei corsi da parte degli autisti: si possono verificare in assoluta sicurezza situazioni estreme nelle quali tutti si augurano di non venire mai coinvolti. “Nelle aree attrezzate - argomenta Manta - possiamo simulare diverse situazioni. Ad esempio gli spostamenti di carico oltre che gli spazi di frenata o la velocità che si riesce a te nere. I mezzi hanno dei limiti che vanno compresi”. Ad esempio? “Ad esempio quella che io chiamo la “frenata cattiva”, cioè quella da panico. Noi ricordiamo che si può fare anche se non molti la fanno perché temono altre conseguenze. Invece talvolta bisogna ricorrervi. Solo che occorre conoscere bene il mezzo. Nel nostro caso, di Mercedes intendo, grazie ai freni a disco e alla gestione elettronica, all’Abs, all’Esr e all’Esp si risparmiano almeno 20 metri di frenata: non sono pochi”

Risale al 2003 la collaborazione tra DaimlerChrysler e Automobile Club d’Italia

Tradizione iniziata a Vallelunga VALLELUNGA - Il circuito di Vallelunga è stata la testa di ponte dell’operazione “guida sicura” di Mercedes-Benz in Italia fin dal 2003. Inizialmente vi convergevano gli autisti di tutta la penisola, ma dopo l’avvio dei corsi anche nel bresciano, a Castrezzato, Vallelunga è oggi il riferimento per le imprese del centro e del sud. La formazione degli autisti è sempre stato un impegno concreto ed una sorta di assunzione di responsabilità da parte della casa tedesca che da almeno trent’anni organizza corsi. Per diverso tempo le lezioni si tenevano in Germania, ma poi, grazie ad un accordo con Aci, anche l’Italia si è resa indipendente mettendo in piedi un proprio Driver Training. Oggi anche la scuola del Belpaese è fra quelle certificate, a garanzia di una uguale e coerente formazione in ogni parte del pianeta. Mercedes-Benz è il primo, e finora unico, costruttore di veicoli industriali che offre in Italia un programma di formazione così articolato e costante nel tempo. Articolato, sì, poiché i corsi riguardano non soltanto la guida sicura ma anche l’eco-

training (cioè come condurre un Actros in modo economico ed ecologico) ed un corso teorico per conoscere meglio il proprio mezzo. Per quanto riguarda l’eco-training, lo scopo è insegnare a guidare al meglio l’Actros e l’esperienza accumulata in sei anni di corsi evidenzia come anche un autista considerato esperto, dopo una sola sessione del corso, possa migliorare almeno del 10 per cento i consumi del veicolo. Molte delle più importanti aziende italiane che dispongono di flotte consistenti inviano i loro autisti a questo corso proprio in virtù dei risultati raggiunti. Il segreto sta nell’ottimizzazione del cambio della marcia e nel mantenere uno stile di guida previdente, ossia anticipare la frenata o l’accelerazione e ciò che sta accadendo sulla strada. Per iscriversi, i clienti possono rivolgersi alle concessionarie e filiali Mercedes-Benz. All’indirizzo internet www.mercedes-benz.it/industriali/training/default.htm sono descritti i programmi ed il calendario dei corsi, oltre ad una galleria fotografica delle precedenti edizioni.


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SPECIALE IVECO PUGLIA E BASILICATA 31

UNA TRADIZIONE DI SUCCESSO E UN FUTURO ANCORA PIÙ ROSEO GRAZIE ALLO STRALIS

Iveco mon amour! Per gli autotrasportatori pugliesi e lucani, il marchio nazionale è stato sempre preferito rispetto alla concorrenza estera, anche quando questa si è fatta molto più aggressiva. Che comunque ha approfittato, nel segmento dei pesanti, della debolezza Iveco soprattutto negli anni ’80 e ’90. Con l’arrivo delle motorizzazioni Cursor e dei nuovi Stralis e Trakker anche in queste regioni l’offensiva portata da Iveco si è fatta travolgente. Franco Rosito, District Manager Puglia. OSTUNI - Due giornate di festa tra lo sventolio delle bandiere dell’Iveco, all’Autodromo del Levante nella cittadina di Binetto a pochi chilometri da Bari, in occasione di una delle tappe dello Stralis-All Blacks Road Show, manifestazione che la Casa costruttrice torinese ha organizzato per portare a casa dei clienti la sua nuova ammiraglia, per l’occasione con colori degli All Blacks, gli invincibili campioni della nazionale neozelandese di rugby. Sulla pista barese si sono dati appuntamento numerosi clienti delle concessionarie Iveco di Puglia e Basilicata, Di Pinto & Dalessandro di Putignano, Pessolano di Potenza, Saicar Industriali di Lecce. È diventato, così, quasi automatico raccogliere sul posto informazioni per realizzare un servizio speciale dedicato proprio alla realtà Iveco in Puglia e Basilicata la cui responsabilità, nell’ambito del Mercato Italia Iveco, è affidata rispettivamente a Franco Rosito e Antonio Rendina. Cinquantasette anni appena compiuti (è nato il 24 maggio 1950 a Corato, la stessa città di sua moglie Grazia), due figli (Ada di 33 anni, avvocato penalista, e Sabino, 30 anni, imprenditore nel commercio di veicoli usati), diploma in ragioneria, Franco Rosito conosce alla perfezione il territorio pugliese perché è qui che ha svolto in pratica tutta la sua attività, con vari compiti e funzioni, fin dal 1970 quando en trò all’OM e dal 1975 con la nascita di Iveco. CALANO I LEGGERI CRESCONO I PESANTI “Il mercato totale pugliese dei veicoli industriali degli ultimi quattro anni - ci spiega Franco Rosito - è risultato stazionario, intorno alle 3.500 unità, mentre solo nel 2002 si era registrata una punta di 4.252 unità; nel 2006 sono sta ti immatricolati n. 3.622 veicoli. Questa differenza rispetto al 2002 è imputabile quasi interamente a un calo nel settore dei veicoli leggeri. In questo quadro la quota Iveco è risultata stazionaria nei vari anni mediamente intorno al 40 per cento. Nel dettaglio, la gamma Light è stata stazionaria con 2.992 veicoli venduti nel 2002, 2.393 lo scorso anno e con una quota Iveco intorno al 35 per cento. Modesto il mercato dei me di, stabile intorno alle 270 unità, con il 76 per cento del 2006. Il mercato dei pesanti, invece, è in crescita e ha raggiunto proprio nel 2006 la sua punta massima di 956 unità, rispetto a una media precedente di circa 820 veicoli. In questo segmento la quota Iveco si attesta su valori soddisfacenti mediamente superiori al 40 per cento, con una punta massima registrata nel 2004 del 46,3 per cento. Quanto al parco circolante, la stima è di 45.000 leggeri, 6.000 medi, 15.000 pesanti per un totale di 66.000 veicoli”. “Con le concessionarie Di Pinto & Dalessandro e Saicar Industriali, dalle quali dipendono complessivamente 26 officine autorizzate - prosegue - ritengo che questa regione sia molto ben presidiata sia sotto il profilo commerciale che assistenziale, sia da un punto di vista qualitativo che numerico. L’attività commerciale delle due concessiona-

Antonio Rendina, District Manager Basilicata.

di Paolo Altieri

proprie strutture e il parco mezzi, diversificando i settori di lavoro, offrendo alla propria clientela sempre maggiore professionalità, qualità e puntualità dei servizi offerti. L’attività di logistica è divenuta fondamentale nel settore dei trasporti, anche per la redditività che ne deriva e che va a compensare in taluni casi le eventuali negatività economiche derivanti dalla sola e semplice attività di trasporto; secondo il mio modesto parere dovrebbe essere l’arma vincente per molte aziende del settore. I trasportatori pugliesi hanno intuito da tempo questi mutamenti in atto e sono diverse le aziende già pronte o quasi a raccogliere e combattere in maniera vincente le future sfide di mercato, sempre più difficili e concorrenziali”. UN MERCATO ABBASTANZA STABILE rie è gestita con professionalità direttamente dai titolari e da un nucleo di validi venditori, che all’interno delle rispettive aziende sono consapevoli di essere ben considerati e soprattutto di far parte di una famiglia piuttosto che di un’entità aziendale astratta. Le caratteristiche positive delle due concessionarie, oltre alla serietà e alla professionalità, sono certamente la continua disponibilità dimostrata nei confronti della clientela, soprattutto nel risolvere le eventuali problematiche del postvendita e il forte senso di orgoglio di rappresentare un grande marchio e quindi di cogliere sul mercato tutte le opportunità di vendita, mettendo in secondo piano il mero obiettivo economico”. Ma quale è la percezione del prodot-

to Iveco da parte della clientela pugliese? “I propulsori Iveco - osserva - sono da sempre stati riconosciuti dai clienti come il punto forte dei nostri veicoli in termini di affidabilità e di ottimizzazione dei consumi; questo concetto è stato ulteriormente rafforzato con l’avvento dei motori Cursor. L’introduzione della nuova cabina Stralis ha completato un processo innovativo e ha assecondato le aspettative dei clienti e degli autisti che trascorrono la maggior parte del loro tempo su un camion, consentendo una vita a bordo qualitativamente migliore in termini di comfort e di spazi a disposizione. I trasportatori della Puglia, che sono impegnati in gran parte in mission a lungo raggio, hanno percepito da tempo che con Stralis abbiamo messo a loro disposizione un veicolo di

qualità globale ai massimi livelli e tutto questo è stato ricambiato con rinnovata e sempre maggiore fiducia verso il nostro marchio. A conferma di questo, sono tanti gli esempi di aziende che nel passato acquistavano prodotti di case estere e che gradualmente sono ritornate a utilizzare camion Iveco. La fornitura in corso di 50 Stralis a una grande flotta della provincia di Bari ne è il riscontro più tangibile”. E quale è oggi il profilo delle aziende di trasporto pugliesi? “Come si sta verificando in altre zone, anche in Puglia le aziende monoveicolari o i cosiddetti padroncini sono in fase di graduale ma continuo ridimensionamento; d’altro canto sono sempre maggiori i trasportatori che stanno ampliando il loro raggio d’azione, incrementando le

Due momenti delle giornate di festa all’Autodromo del Levante a Binetto, dove ha fatto tappa lo Stralis-All Blacks Road Show, evento organizzato per portare a casa dei clienti lo Stralis, per l’occasione “vestito” con i colori dei mitici All Blacks.

La situazione in Basilicata, con numeri decisamente inferiori, non cambia di molto. Ce ne parla Antonio Rendina, na to a Benevento il 13 luglio 1948, laurea in ingegneria meccanica conseguita all’Università di Napoli, in Iveco dal 1979 e con l’attuale incarico di district manager della Basilicata nell’ambito del Mercato Italia Iveco dal 1994. “Il mercato veicoli industriali in Basilicata - sottolinea - è stato lo scorso anno di 555 unità delle quali 315 rappresentate dai leggeri, 38 dai medi e 202 dai pesanti stradali e da cantiere. La quota Iveco, che in Basilicata vanta un parco circolante riferito agli ultimi cinque anni di 2.800 unità, sul totale del mercato è risultata del 37 per cento, in particolare del 35 per cento nei leggeri, del 60 per cento nei medi e del 35 per cento nei pesanti. Si tratta di quote che si sono mantenute costanti negli ultimi cinque anni, ma ci sono segnali molto concreti e positivi che le cose per Iveco sono destinate a migliorare sensibilmente”. “Il territorio lucano - prosegue - è ben presidiato dalla concessionaria del cavaliere Nicola Pessolano con le sedi di Potenza e Matera alle quali sono collegate sei officine autorizzate molto ben strutturate e attrezzate per garantire un service altamente professionale. Inol tre, sotto il profilo dei prodotti, Daily e EuroCargo continuano a proporsi anche per gli operatori lucani come veicoli di assoluto valore, mentre lo Stralis viene apprezzato sempre di più per le sue caratteristiche di modernità, affidabilità, consumi contenuti e soprattutto di qualità. Sono numerosi i clienti Iveco che nel recente passato ci avevano abbandonato e che da qualche tempo stiamo recuperando proprio grazie all’elevata qualità e redditività dello Stralis. Sì, perché anche qui in Basilicata, le aziende di trasporto lucane si sono innovate e si stanno innovando profondamente per far fronte a un mercato in continua evoluzione e, al momento della scelta dei veicoli con i quali lavorare, hanno imparato a valutare al meglio la convenienza di puntare su un marchio piuttosto che su un altro. E oggi chi punta su Iveco e su Stralis sa di operare la scelta migliore. Sotto ogni punto di vista”.


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SPECIALE IVECO PUGLIA E BASILICATA

Con il prossimo autunno la trentennale collaborazione della concessionaria barese con Iveco segna una svolta decisiva con l’inaugurazione del nuovo importante impianto di Bari.

LEONARDO DI PINTO AMMINISTRATORE DELEGATO CONCESSIONARIA IVECO “DI PINTO & DALESSANDRO”

“Sta nel service il segreto della crescita” BINETTO - Sono anni ormai che conosciamo la famiglia Di Pinto, titolare della concessionaria Iveco “Di Pinto & Dalessandro” di Bari. Tutte le volte che abbiamo avuto occasione di incontrarla, il quadro che si è presentato ai nostri occhi è stato sempre lo stesso: papà Bartolomeo Di Pinto, mamma Rosaria Dalessandro, i figli Leonardo e Cinzia, sempre tutti insieme, a esprimere un’assoluta unità di intenti ma anche la continuità di un’azienda che papà e mamma Rosaria hanno creato nel lontano 1964 e che hanno saputo far crescere fino alle attuali, importanti dimensioni, oggi sempre più gestite all’insegna dall’esperienza dei due fondatori e della moderna visione di Leonardo, 35 anni, laurea in economia e commercio, nelle vesti di amministratore delegato con un impegno diretto nel campo della vendita, e Cinzia, laurea in sociologia, cui sono affidate le attività legate al marketing e alle risorse umane. TRENT’ANNI DI COLLABORAZIONE Siamo all’Autodromo del Levante, a Binetto, pochi chilometri da Bari (un bel circuito di 1.577 metri disegnato tra una foresta di uliveti, voluto e realizzato anni fa dall’imprenditore barese ed ex pilota degli anni 70, Michele Di Gioia), dove fa tappa lo Stralis-All Blacks Road Show e che, nello spirito dell’iniziativa di Iveco, consentirà per due giorni di far toccare con mano le superiori qualità della nuova ammiraglia del gruppo industriale torinese ai clienti delle concessionarie Iveco di Puglia e Basilicata. Ed è qui, nella cornice dell’autodromo, che incontriamo la famiglia Di Pinto, che per l’occasione ha inviato più di 2.000 inviti a clienti trasportatori, molti dei quali sono già in febbrile attesa per mettersi al volante del nuovo Stralis e inanellare una serie di giri sulla pista, assistiti da un bel numero di demodrive, pronti a spiegare tutte le innovazioni che caratterizzano il pesante stradale della Casa torinese. “Siamo veramente contenti - osserva Leonardo Di Pinto - di questa bella opportunità che Iveco ci ha dato per portare il nuovo Stralis praticamente a casa dei nostri clienti. Sì, perché, oltre che qui sulla pista di Binetto, abbiamo avuto la possibilità di far girare per un paio di giorni il nuovo Stralis con i colori degli All Blacks nella nostra zona di competenza, dove molti clienti hanno potuto guidarlo e prendere diretta consapevolezza delle sue straordinarie qualità, che non sono riconducibili solo all’eleganza e alla modernità delle nuove cabine, e quindi al comfort che si gode al loro interno, ma ai più generali perfezionamenti della catena cinematica, delle motorizzazioni, delle dotazioni di sicurezza, che ne fanno davvero un campione inimitabile delle lunghe percorrenze. I commenti che abbiamo potuto ascoltare dai clienti, dopo averlo provato, sono tutti estremamente favorevoli, anche di chi abitualmente utilizza per il proprio lavoro veicoli della concorrenza. Non sono pochi coloro che hanno deciso di rinnovare la loro flotta con i nuovi Stralis, così non sono mancati coloro che sono entrati nell’ordine di idea di cambiare marchio e passare sotto la bandiera di Iveco”.

IL MONDO DEI TRASPORTI • Giugno 2007

metri quadrati del vecchio stabilimento Calabrese, a sud della città di Bari, in una zona assolutamente strategica. L’inaugurazione della nuova sede è prevista per l’autunno. Il primo step prevede la realizzazione di 3 capannoni per complessivi 6.500 metri quadrati coperti, che accoglieranno gli uffici, il ma gazzino ricambi e i locali per la scuola di formazione e per un’officina pilota. Successivamente si aggiungerà il capannone di circa 8mila metri quadrati destinato all’officina”. LA SEDE DI BARI PROSSIMA ALL’APERTURA

La famiglia Di Pinto attorniata da un gruppo di clienti invitati allo Stralis-All Blacks Road Show che ha fatto tappa per due giorni all’Autodromo del Levante. Per la “Di Pinto & Dalessandro” la bandiera Iveco sventola con successo fin dal 1978 quando gli venne conferito il mandato per il territorio della provincia di Bari e il Nord di Taranto. Quella che era una dinamica officina di riparazione di veicoli industriali, negli anni, si è gradualmente trasformata in un’azienda fullservice, capace di venire incontro nel modo migliore alle esigenze di chi usa un veicolo industriale, sia esso leggero, medio o pesante, stradale o da cantiere, come strumento di lavoro. I dati del 2006 lo confermano. “Lo scorso anno - sottolinea Leonardo Di Pinto - con una forza lavoro che ha raggiunto i 40 collaboratori, abbiamo chiuso con un volume di vendite di veicoli nuovi di 670 unità, dei quali il 60 per cento rappresentato dal Daily, il 10 per cento dall’EuroCargo e il 30 per cento dalla gamma pesante, quest’ultima per l’88 per cento costituita dallo Stralis e per il 12 per cento dal Trakker. Anche l’usato ha rappresentato un buon business con un volume di 400 veicoli. Complessivamente il fatturato ha raggiunto i 40 milioni di euro, che costituiscono un buon incremento rispetto al 2005, un anno che si era rivelato di grossa sofferenza a causa dell’incertezza politica dovuta alla vigilia delle consultazioni elettorali”. “Sul risultato del 2006 - prosegue -

ha influito l’entrata in vigore sia del cronotachigrafo digitale sia delle motorizzazioni Euro 4 e Euro 5, creando una certa confusione. In ogni caso si è rivelata lungimirante la nostra politica di approvvigionamento del prodotto, gra zie alla quale abbiamo potuto rispondere alla domanda dei clienti in tem pi ragionevoli. Si poteva fare di più? Certo si può sempre fare di più e lo faremo, anche se nella nostra zona dobbiamo fare i conti con un paio di commercianti d’assalto indipendenti di veicoli industriali”. UN DINAMISMO SEMPRE MAGGIORE “Dalla nostra - prosegue - abbiamo una carta importante da giocare con sempre maggior dinamismo. Ed è la carta del service a 360 gradi. Gli operatori del trasporto, che si rivolgono a Di Pinto & Dalessandro, sanno non solo di trovare prodotti di grande qualità e di assoluta competitività, come il Daily, l’EuroCargo, il nuovo Stralis e il nuovo Trakker, ma anche un’organizzazione che si pone come vero e proprio partner, in grado di suggerire, aiutare, consigliare, assistere al meglio sia nella fase di acquisto del veicolo, sia soprattutto in quella del dopo vendita, grazie anche allo schieramento di 15 officine

Foto di gruppo della famiglia Di Pinto-Dalessandro: da destra, papà Bartolomeo Di Pinto e mamma Rosaria Dalessandro, fondatori dell’azienda, con i figli Leonardo, amministratore delegato (anche nella foto in alto), e Cinzia, responsabile del marketing e delle risorse umane.

autorizzate, tutte estremamente professionalizzate sia come strutture e attrezzature sia come personale qualificato, delle quali 2 a Bari, 2 a Modugno, le altre dislocate a Bitonto, Trani, Barletta, Corato, Andria, Putignano, Gravina, Castellana Grotte, Polignano, Taranto e Ginosa”. Le prospettive della “Di Pinto & Dalessandro” vengono giudicate dal giovane Di Pinto sicuramente buone. “In tanto operiamo in un’area, come quella di Bari e del Nord di Taranto, dove l’economia, pur tra mille incongruenze, continua a rappresentare il cuore pulsante della Puglia. Non è un ca so che aziende di trasporto come Conserva Pietro e Figli, F.lli De Giosa, De Fronzo, Gismondi, Francesco Nasca, F.lli Schino tanto per fare qualche esempio dei nostri clienti, sono tutte in crescita anche dal punto di vista manageriale, avendo compreso che è fondamentale unire all’attività di trasporto puro e semplice anche quella della logistica. Proprio in questa prospettiva si inserisce il recente investimento che ab biamo operato per realizzare una nuova e importante struttura a Bari. Infatti, alla tradizionale sede di Putignano, che continuerà a operare per servire efficacemente l’area a sud della provincia di Bari e di Taranto, si aggiungerà il nuovo impianto che sorgerà su 60mila

“L’investimento importante nella nuova sede di Bari - aggiunge Leonardo Di Pinto - è la dimostrazione non solo della nostra fiducia nel marchio Iveco e nel nostro lavoro, ma anche della volontà di servire ancor meglio la nostra clientela. La posizione strategica, di grande visibilità, avrà effetti positivi anche sulle attività legate alla gam ma leggera, che sappiamo bene molto spesso si fa scegliere dai clienti anche per essere direttamente sotto i loro occhi. Diciamo, in ogni caso, che con il nuovo impianto di Bari, la Di Pinto & Dalessandro realizza una grande svolta nella sua storia di collaborazione trentennale con Iveco. Evidentemente continueremo con lo spirito e l’orgoglio che ha sempre distinto l’attività dei nostri genitori. Trasparenza, serietà, disponibilità sono i valori con i quali siamo cresciuti e saranno gli stessi che metteremo al servizio della clientela anche per il futuro. Abbiamo la fortuna di rappresentare un marchio, Iveco, che oggi non è secondo a nessun concorrente, sia con i tradizionali punti di forza Daily e EuroCargo, sia con lo Stralis e il Trakker. Inoltre, abbiamo la piena consapevolezza che il successo nostro e di Iveco si misurerà sempre di più, oltre che sulla vendita, soprattutto sul service, inteso come ricambi, assistenza, pacchetti di manutenzione, noleggio. È in queste attività che c’è un valore aggiunto importante. In definitiva dobbiamo improntare la nostra attività all’insegna della massima efficienza, la stessa che dobbiamo garantire ai veicoli scelti dai nostri clienti, perché quella efficienza deve essere il biglietto da visita che i nostri clienti devono a loro volta poter esibire nei confronti dei loro clienti, unica garanzia di successo per tutti”. p.a.



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SPECIALE IVECO PUGLIA E BASILICATA

IL MONDO DEI TRASPORTI • Giugno 2007

NICOLA PESSOLANO AMMINISTRATORE UNICO CONCESSIONARIA IVECO “PESSOLANO”

“La bandiera Iveco sempre più in alto” BINETTO - Due splendide Fiat Bravo facevano bella mostra di sé nel piazzale dietro i box dell’Autodromo del Levante, una bella domenica di fine aprile, al cospetto degli imponenti Iveco Stralis resi ancora più fascinosi dal colore nero dominante e da un’immagine sulle fiancate degli invincibili All Blacks. All’appuntamento con il nuovo Stralis, impegnato nel Road Show attraverso l’Italia, non poteva certo mancare la Concessionaria Iveco “Pessolano”, rappresentata dal suo amministratore unico, il cavaliere Nicola Pessolano, e dai figli Donato, 32 anni, e Assunta, 30, il primo coordinatore dei ven ditori nonché responsabile della formazione, la seconda a capo dell’amministrazione dell’azienda. Sono loro che sono arrivati da Potenza con le due Bravo e non certo per un capriccio, ma semplicemente per cogliere un’occasione in più di promuovere l’immagine del più recente modello della marca Fiat . Lo sa, Nicola Pessolano, che anche la mia origine è lucana e, come altre volte nel passato, raccontarsi a Il Mondo dei Trasporti è anche un modo di trascorrere amichevolmente un po’ di tempo. Con le strutture di Potenza, Matera e Foggia, che complessivamente occupano un’area di quasi 100mila metri quadrati, la concessionaria Pessolano rappresenta un vero e proprio network per

Vero e proprio network per la vendita e l’assistenza dei prodotti Iveco in Basilicata e nella provincia di Foggia, la Concessionaria Pessolano è ora proiettata verso traguardi ancora più prestigiosi grazie alla qualità non solo di Daily, EuroCargo, Stralis e Trakker ma anche di un service sempre più puntuale e professionale.

la vendita e l’assistenza dei prodotti Iveco in Basilicata e nella provincia di Foggia, un presidio che si completa con 7 officine autorizzate (tre a Potenza, due a Matera e due a Foggia), frutto di una recente razionalizzazione del service che ha portato all’eliminazione di quelle officine che non garantivano gli standard di qualità richiesti oggi per dare assicurazione alla clientela Iveco di un servizio di assoluta avanguardia. Le attuali dimensioni della Concessionaria Iveco dei Pessolano vengono sottolineate dalle cifre con le quali viene chiuso il 2006, ovvero 42 dipendenti, 327 veicoli nuovi venduti (più 180 usati) dei quali il 65 per cento rappresentato dalla gamma leggera Daily, il 15 per cento dalla gamma media EuroCargo, il 20 per cento, equamente distribuito tra Stralis e Trakker, della gamma pesante stradale e cantiere. “Non è stato un anno positivo - spiega il cavaliere Nicola Pessolano - e questo a causa delle difficoltà del mercato nel materano, dovute in massima parte alla chiusura di molte fabbriche nel settore dei salotti, e nel potentino afflitto da un’economia piuttosto ferma. Fortunatamente nel foggiano le cose sono andate un po’ meglio, ma alla fine con 11 milioni di euro di fatturato abbiamo accusato una flessione di quasi il 20 per cento rispetto all’anno precedente. Ma siamo abituati a non piangerci addosso. Per il 2007 contiamo su un incremento delle nostre attività che ci dovrebbero consentire di migliorare il fatturato almeno del 15 per cento. Le indicazioni del primo quadrimestre già sono più che positive per raggiungere questo traguardo”. “Naturalmente - prosegue - l’impegno dell’intero team della concessionaria è tale da sfruttare tutte le opportunità che il mercato ci offre. Abbiamo anche assunto nuovi venditori, giovani preparati, aggressivi, capaci di creare un ottimo feeling con i clienti. In tutte le nostre sedi, inoltre, i collaboratori, siano essi dedicati alla vendita, all’assi-

stenza o ai ricambi, vantano una professionalità e una preparazione che è frutto di una formazione continua in piena sintonia con le indicazioni di Iveco e comunque tali da rispondere alle esigenze del cliente in maniera puntuale e decisa. Sappiamo bene che il successo sul terreno della vendita poggia es senzialmente sull’elevato grado di soddisfazione che garantiamo alla clientela. I clienti sanno che affidarsi a Iveco e a Pessolano significa garantirsi da una parte un prodotto di assoluta affidabilità con il quale assicurare il miglior servizio ai loro clienti, dall’altra con tare su un’organizzazione che è sempre pronta a intervenire, con lo spirito di un vero e proprio partenariato, per far sì che il veicolo da loro scelto sia sempre in grado di lavorare e di assolvere alla sua missione con la migliore redditività”. L’EVOLUZIONE DELLE AZIENDE DI TRASPORTO Anche nel territorio di competenza della Concessionaria Pessolano si registra un’importante evoluzione delle aziende di trasporto. “Vanno del tutto scomparendo - sottolinea Nicola Pessolano - i tradizionali padroncini titolari di un unico veicolo. Stanno crescendo invece gli operatori dell’autotrasporto più dinamici, come l’azienda Ciclat dove c’è a capo il Presidente Pietro Avantaggiato, le aziende Di Marzio e Antonio Fiore nel materano o Vincenzo Mossucca e Antonio Maglione nel potentino, organizzate per gestire anche le attività di logistica. Considerata anche la ripresa dei grandi lavori della Salerno-Reggio Calabria, dell’attività febbrile della Fiat a Melfi, di un indotto nell’industria dei salotti sempre mol to importante, ma anche di una più generale ripresa dell’economia in Basilicata e nel foggiano, ritengo che quest’anno possiamo raggiungere l’obiettivo dei 400 veicoli nuovi venduti con un fatturato complessivo di circa 15 milioni di euro dei quali

almeno 3 rappresentati dall’attività legata all’assistenza e ai ricambi”. L’anno della vera crescita e di un consolidamento definitivo sarà comunque, secondo le previsioni di Nicola Pessolano, il 2008, “quando, grazie alle nostre strutture di Potenza, Matera e Foggia e alla nostra dinamica squadra ma anche alla piena maturità della gam ma pesante Iveco, potremo raggiungere un volume di vendita di 500 veicoli nuovi e con una clientela che potrà contare su una rete di assistenza al massimo livello”. Esperienza, determinazione, entusiasmo, profonda conoscenza del suo territorio, Nicola Pessolano è animato dalla stessa forza che distingue gli All Blacks, gli invincibili componenti della nazionale neozelandese di rugby, alla cui immagine è oggi associata l’Iveco. “Si tratta di un abbinamento - osserva Nicola Pessolano quanto mai pertinente, perché oggi Iveco con lo Stralis e con il Trakker non ha nulla da temere anche dalla più qualificata concorrenza nel segmento dei pesanti. Sono tanti i clienti che avevamo perso nel passato e che di recente, dopo aver provato la nuova generazione dello Stralis e del Trakker, sono tornati sotto la bandiera Iveco che sono onorato di sventolare. Anche qui all’Autodromo del Levante quanti dei nostri clienti hanno provato il nuovo Stralis, si sono dichiarati tutti entusiasti delle sue qualità e hanno cominciato a fare due conti per vedere come inserire nella propria flotta un biglietto da visita di tanta ricca personalità”. “Tocca a noi in ogni caso - conclude Nicola Pessolano - far comprendere agli operatori dell’autotrasporto che oggi Iveco sta scrivendo un nuovo capitolo della sua storia con la consapevolezza di mettere nelle loro mani veicoli frut to della tecnologia più all’avanguardia, finalmente anche nel segmento principe del mercato, quello dei pesanti, con motorizzazioni potenti, economiche e ecologiche. Veicoli che, all’occorrenza, possono contare su una rete di assistenza capillare, anche quando si spingono nei Paesi più lontani dell’intera Europa. Sì, nella nostra piccola terra lucana, abbiamo l’orgoglio di rappresentare un marchio, come Iveco, insieme al quale la nostra azienda è cresciuta finora e insieme al quale sappiamo di poter crescere ancora di più nel futuro, se sapremo impegnarci ogni giorno, talvolta anche la notte, per essere vicini al cliente in ogni momento che ne avesse bisogno. È su questo terreno che dobbiamo affrontare la sfida maggiore. Ne siamo coscienti, abbiamo già da tempo capito la sua importanza e ci siamo adeguati a operare di conseguenza”. In un angolo i giovani Donato e Assunta Pessolano osservano e ascoltano silenziosi. Dai loro sguardi sereni si capisce che le parole e i convincimenti del padre li hanno fatti propri. Il futuro è in buone mani. p.a.

In alto, Nicola Pessolano, amministratore unico della concessionaria Iveco “Pessolano”; a sinistra accanto ai figli Donato e Assunta. Sopra, una delle tre sedi della concessionaria che opera in Basilicata e nella provincia di Foggia. A sinistra, foto di gruppo, i Pessolano con i loro clienti, durante lo Stralis-All Blacks Road Show all’Autodromo del Levante.



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SPECIALE IVECO PUGLIA E BASILICATA

È la filosofia seguita dalla famiglia Musca, che da quando nel 1992 è diventata proprietaria unica della concessionaria, ha bruciato letteralmente le tappe facendo dell’Iveco il marchio leader tra le aziende di trasporto delle province di Lecce, Brindisi e parte di Taranto. Formazione continua per venditori e tecnici per garantire alla clientela il miglior service sotto ogni punto di vista.

BINETTO - Il nume tutelare della Concessionaria Iveco “Saicar” di Lecce è sempre lui, Giulio Musca, ma i figli, soprattutto Angelo, 39 anni, laurea in economia e Antonio, 38 anni, ragioniere con la mansione di responsabile commerciale, ai quali ormai sta per dar man forte anche Francesco, 26 anni, laureando in giurisprudenza, sono la generazione che avanza e che ha acquisito tutti i segreti di un “mestiere” che intendono portare avanti con una visione manageriale moderna e tale da poter garantire all’azienda una crescita ancora più dinamica e importante. In occasione della tappa all’Autodromo del Levante dello Stralis-All Blacks Road Show, incontriamo Angelo e Antonio Musca qui convenuti insieme ad un discreto numero di clienti per far loro provare la nuova generazione dell’ammiraglia torinese con i colori dei famosi campioni della nazionale neozelandese di rugby.

ANGELO MUSCA DIRETTORE GENERALE CONCESSIONARIA IVECO “SAICAR INDUSTRIALI SPA”

“Cliente soddisfatto è successo garantito” locale, ce ne sono alcuni in forte crescita come quello ecologico con importanti discariche, o come l’artigianato, il commercio, l’edilizia. In questo panorama operano importanti aziende in piena evoluzione e che per noi si configurano come clienti di sicuro affidamento. CON LO STRALIS ORA SI PUÒ FARE DI PIÙ

Sopra, scatto collettivo davanti a uno Stralis per gli invitati della concessionaria Saicar Industriali allo Stralis-All Blacks Road Show. In alto, Angelo Musca, direttore generale della concessionaria Iveco di Lecce. che abbraccia le province di Lecce e Brindisi nonché la parte sud di quella di Taranto”. E veniamo dunque all’attuale realtà della Saicar Industriali SpA che dal 2002 svolge le proprie attività nella moderna sede nella zona industriale del capoluogo salentino, sviluppata su 23mila metri quadrati dei quali 7mila di piazzale per l’usato plus, 900 di uffici, 2.000 di spazi espositivi, 600

Il primo trimestre ha segnato già una crescita rispetto allo stesso periodo del 2006 e soprattutto marzo è stato il mese record anche per noi della Saicar oltre che in generale per Iveco”. “È un periodo, questo, quanto mai favorevole - prosegue Angelo Musca per consolidare in maniera importante la nostra attività. Gli investimenti che Iveco ha fatto nei tempi più recenti sul-

UNA CRESCITA SEMPRE PIÙ IMPORTANTE È l’occasione per accendere i riflettori anche sulla Saicar Industriali ed è con Angelo Musca che percorriamo brevemente la sua storia per poi focalizzare l’attenzione sulla realtà attuale. Si capisce subito che il primo dei fratelli Musca è un giovane che sa il fatto suo. Bel portamento, sicuro, preparato, un’innata indole per le problematiche commerciali, facile al dialogo, Angelo Musca ci ricorda che “l’avventura di suo padre Giulio nel settore dei camion ri sale al 1978, trent’anni fa, quando venne coinvolto da un gruppo di concessionari Fiat di Lecce nella fondazione appunto della Saicar, dedicata alla vendita e all’assistenza dei veicoli industriali Iveco. È nel 1992 che la Saicar passa completamente nelle mani della mia famiglia, un anno a dire il vero non molto favorevole per il mercato dei veicoli industriali. Ma papà tenne duro gettando le basi per uno sviluppo della Saicar che è stato costante in questi ultimi 15 anni fino a consentirci oggi di proporci come importanti interlocutori per l’intero settore dell’autotrasporto nella zona di nostra competenza,

IL MONDO DEI TRASPORTI • Giugno 2007

La moderna sede di Lecce della concessionaria Iveco “Saicar Industriali Spa”. per il magazzino ricambi su 2 piani al servizio di una dozzina di officine autorizzate, 2.200 destinati all’officina attrezzata con le più moderne dotazioni di diagnosi e di riparazione. “Il bilancio del 2006 - sottolinea Angelo Musca - è stato abbastanza soddisfacente. Con una forza lavoro di circa 40 collaboratori, abbiamo chiuso con un volume di vendita di 550 veicoli nuovi e di 350 veicoli usati, realizzando un fatturato di 35 milioni di euro di cui il 10 per cento costituito dai ricambi e dai lavori in officina. In particolare, sul totale dei nuovi veicoli venduti il 60 per cento è rappresentato dalla gamma Daily, il 15 per cento dalla gamma EuroCargo, il 25 per cento dalla gamma pesante tra stradali e cantiere. Per quest’anno contiamo di fare ancora un passo in avanti.

l’intera linea dei prodotti ha portato a un netto miglioramento della loro qualità e della loro immagine, che la clientela dimostra di percepire e di apprezzare. Daily, EuroCargo, Stralis e Trakker costituiscono oggi la gamma più moderna disponibile sul mercato, ciascun veicolo nel suo segmento di appartenenza offre la migliore risposta alla missione cui è destinato sotto il profilo dell’affidabilità, delle prestazioni, dei consumi, della redditività. Con uno schieramento di simili campioni del trasporto, è tutta nostra, di noi concessionari impegnati ogni giorno sul fronte della clientela, la responsabilità di operare con serietà, professionalità, spirito di corpo per ottenere risultati importanti e quindi innalzare la bandiera dell’Iveco sempre più in alto. Alla Saicar ognuno di noi,

ogni collaboratore è perfettamente consapevole di questa realtà e ognuno degli addetti alla vendita come al magazzino ricambi, all’officina, sa che il suo contributo è fondamentale per poter garantire la migliore soddisfazione alla clientela. Sì, è il servizio al cliente che deve distinguere noi che portiamo il distintivo dell’Iveco, è il servizio sotto ogni punto di vista che ci consentirà sempre di più nel futuro la fedeltà della clientela acquisita e la conquista di nuova e quindi darà la possibilità di una ulteriore crescita sia alla nostra azienda che alla stessa Iveco”. Ha solo un rammarico il giovane Musca. Quale? “Operare su un territorio dalle dimensioni contenute come mercato, appena 1.200 nuove immatricolazioni l’anno. Avremmo la capacità, le forze e l’esperienza, grazie a papà Giulio, per spingerci molto più in là dei confini disegnati per la Saicar, ma questa è solo una riflessione che evidentemente lascia il tempo che trova. Anzi, proprio per questo il nostro spirito di battaglia è sempre molto alto, anche perché ci confrontiamo con una concorrenza che non sta certo con le mani in mano, soprattutto Volvo e Scania nel settore dei pesanti e gli amici della Fiat in quello dei leggeri. Oltretutto tra i settori che caratterizzano l’economia

Angelo Musca tiene anche a sottolineare che la Saicar detiene oggi una quota di circa il 70 per cento del mercato con il Daily nei leggeri, dell’80 per cento di quello dei medi con l’EuroCargo, del 50 per cento del mercato dei pesanti con lo Stralis. “Siamo convinti di avere tutte le opportunità per incrementare ulteriormente la quota nel segmento dei pesanti. E non solo grazie alla qualità del prodotto, ma anche con i continui investimenti che facciamo nel campo della formazione per il nostro personale addetto alla vendita e all’assistenza. In definitiva, Saicar Industriali opera oggi in totale condivisione con la politica del Gruppo Fiat proiettata ad affermare sul mercato una immagine molto forte. Ecco, chi si affida a Saicar e Iveco può avere la certezza di entrare in una famiglia dove i valori si chiamano anzitutto trasparenza, competenza, velocità, sicurezza, difesa dell’ambiente, garanzie sotto ogni punto di vista. Sono questi i valori che ci hanno fatto crescere, che ci hanno fatto conquistare la fiducia di tanti clienti, nei quali crediamo con assoluta determinazione”. C’è un ultimo argomento che Angelo Musca non vuole sottacere. Ci ricorda, infatti, che Saicar ha anche il mandato per la vendita e l’assistenza dei veicoli Astra. “Si tratta di un’attività che abbiamo appena iniziato. Con piena soddisfazione. In un anno abbiamo venduto già 15 macchine. Chi se ne occupava prima non andava oltre una macchina l’anno”. Chissà che Franco Fenoglio, presidente di New Holland Construction, che la famiglia Musca ha conosciuto bene negli anni trascorsi all’Iveco, non stia già pensando che forse affidare un mandato New Holland ai Musca potrebbe essere una bella carta da giocare. “Chissà, mai dire mai. Siamo abituati alle sfide, noi gente del Sud”. Si congeda così il giovane Angelo Musca mentre si infila con grande entusiasmo nella cabina di uno Stralis e parte per una serie di giri della pista. p.a.

Angelo Musca con il fratello Antonio.



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DEALER

IL MONDO DEI TRASPORTI • Giugno 2007

CLAUDIO CREMONESI RESPONSABILE VEICOLI INDUSTRIALI CONCESSIONARIA MERCEDES-BENZ AGRICAR DIESEL

“Trentacinque anni insieme alla Stella” Per l’azienda bresciana la scelta di Mercedes-Benz è stata vincente fin dagli inizi dell’attività che negli anni è cresciuta fino a diventare un vero e proprio network per la vendita e l’assistenza di veicoli industriali leggeri, medi e pesanti della Stella, con un volume che lo scorso anno ha toccato le 1.200 unità.

di Mattia Eccheli BRESCIA - Una stella della casa della stella. Fra i concessionari italiani Mercedes-Benz del Gruppo DaimlerChrysler, i fratelli Cremonesi (che sono di Brescia) hanno pochi rivali con i loro impressionanti numeri: giro d’affari, addetti e veicoli industriali consegnati. Claudio, il più giovane dei due con i suoi 60 anni, sorride: “Guardi - confessa - noi pensiamo a lavorare. Immagino che, casomai ci fossero delle classifiche, saremmo piazzati bene: ma a noi in teressa lavorare. Anzi: a noi piace lavorare. È solo così che si ottengono i risultati”. Il nome della concessionaria non di ce molto, rischia piuttosto di confondere le idee perché si chiama Agricar Diesel spa. I soci sono oggi Gianfranco (71enne titolare e fondatore) e la figlia Francesca, oltre che, naturalmente, Claudio, responsabile del settore veicoli industriali. “La storia sarebbe lunga - precisa Claudio - perché prima di ottenere la concessione Mercedes, l’azienda si occupava di mezzi agricoli. Però non abbiamo mai cambiato denominazione”. I NUMERI DEL SUCCESSO Del resto non ce ne sarebbe motivo: dal 1973 in poi i due fratelli hanno collezionato numeri di successo. Tanto che oggi, oltre alla sede centrale di Brescia, hanno altre quattro filiali: in Valle Camonica, ad Artogne, a Piacenza, a Parma e a Mantova. Hanno un giro d’affari di circa 250 milioni di euro l’an no (di cui 80/90 legati ai mezzi pesanti) ed assicurano un’occu-

L’assistenza è una delle attività fondamentali della strategia della concessionaria Mercedes-Benz bresciana per la quale la soddisfazione del cliente ha la priorità assoluta. Sopra, l’Actros cavallo di battaglia della Stella. pazione stabile a quasi 350 persone. “Quando abbiamo cominciato - ricorda il responsabile del settore veicoli industriali - eravamo mio fratello, io, un’impiegata e altre tre persone, inclusi i meccanici. Non è stato facile”. Claudio Cremonesi non fatica a rac-

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contare le ragioni di questo avvio in salita: “Il marchio era conosciuto ed era sinonimo di affidabilità - osserva solo che in Italia vigeva una sorta di monopolio. L’unico dubbio che qualsiasi cliente sembrava avere non era la marca, quella era scontata, ma il tipo di veicolo. Cioè: che fosse Fiat, perché allora non c’era ancora Iveco, era praticamente ovvio. Dovevamo in qualche modo rompere questa egemonia”. I due combattivi fratelli bresciani non solo non si sono lasciati scoraggiare, ma si sono rimboccati le maniche partendo da una visita allo stabilimento (praticamente appena inaugurato) di Wörth, in Germania. Ancora oggi Clau dio Cremonesi ricorda il primo veicolo Mercedes-Benz venduto: “Non lo dimentico di sicuro - ammette - anche se mi sfugge il nome del cliente, ma se le serve me lo procuro... Dicevo che non me lo dimentico: era un mezzo cava/cantiere, di quelli per il movimento terra a tre assi, anche se oggi ce ne sono a quattro”. Come avete fatto a “sfondare”? “In parte l’ho già detto: con il lavoro. E poi, sa, Mercedes-Benz era ed è un marchio di garanzia. I mezzi erano e sono affidabilissimi. E i nostri clienti l’hanno capito nel corso degli anni fidandosi all’inizio solo di quello che dicevamo noi”. I VEICOLI DELLA SVOLTA E poi? “E poi contando i passaggi in officina. Noi assicuravamo che, tagliandi a parte, gli interventi sarebbero stati pochi con un numero assai contenuto di giorni di fermo macchina. Pri ma ci credevano e basta, poi l’hanno verificato. Due tre anni sono bastati per avere la conferma che non raccontavamo frottole. Senza contare tutti gli interrogativi circa il valore dell’usato e la qualità dell’assistenza. Mi pare che le risposte che siamo riusciti a dare siano state apprezzate”. Per questo, i fratelli Cremonesi

avevano voluto visitare gli stabilimenti Mer cedes-Benz in Germania: per sincerarsi di quanto avrebbero promesso, lan ciandosi in questa nuova “avventura” imprenditoriale. Un’avventura di successo per la quale oggi parla un da to: 1.200 veicoli venduti all’anno, di cui 800 Transporter e 400 mezzi pesanti. Fra i clienti ci sono nomi importanti, a partire da quello dei colossi Bertani e Mercurio.Quali sono stati i veicoli della “svolta”, quelli grazie ai quali vi siete imposti in Italia? “Ne ricordo due in particolare: a cavallo degli anni Ottanta l’SK con la nuova cabina per quanto i mezzi pesanti e, una decina di anni più tardi, lo Sprinter fra quelli leggeri”. Quanto è difficile conquistare nuovi clienti? “I sistemi non mancano, ma il difficile non è trovare nuovi clienti. Ba sti pensare al prezzo, ma non è certo questo il terreno sul quale noi vogliamo competere”. Vuole dire che è più im portante tenersi nuovi clienti? “Proprio così: è la cosa più complicata. È questa la nostra politica: la credibilità è tutto per noi. Un cliente lo si conquista con il prezzo, magari con la disponibilità di un mezzo pronta consegna o con qualche valutazione particolare dell’usato. Ma alla lunga lo si fidelizza in modo diverso: con la qualità e l’affidabilità”. Sta dicendo che sono tornati da voi clienti che si erano rivolti ad altri? “Cosa vuole che le dica? Per uno che fa questo lavoro, quella è la soddisfazione più grossa. Sì: sono tornati da noi imprenditori che avevano compiuto scelte diverse. Significa che impostare l’attività in un certo modo, anche indipendentemente dal prezzo, alla fine paga”. Duecentocinquanta milioni di euro di volume d’affari l’anno e quasi 350 addetti la cui età media supera di poco i 30 anni, vogliono pur dire qualcosa: “Vogliono dire che siamo proiettati nel futuro perché abbiamo molti giovani che lavorano con noi. Per questo non ci spa ventano eventuali scenari

futuri, come quello dell’intermodalità. Anzi: for se siamo più attrezzati di altri. E ciò vor rebbe dire che conosciamo il nostro lavoro”. La sola sede centrale di Brescia copre una superficie di circa 70mila quadrati; con le altre filiali Agricar raggiunge quota 180mila, di cui 54mila coperti. E alla sezione “veicoli industriali” è dedicata più della metà egli spazi. Perché, con gli anni, i fratelli Cre monesi hanno deciso di puntare non soltanto sui mezzi pesanti, ma anche sulle vetture. Ne è scaturito così un connubio soddisfacente con Mercedes-Benz e, più in generale, con DaimlerChrysler. ASSISTENZA ASSE PORTANTE Nel solo anno 2006, le vendite di Agricar Diesel spa sul fronte dei veicoli industriali è salito del 10-12 per cento (perfino meglio delle vetture) rispetto al 2005: “I risultati sono stati ottimi - chiarisce Claudio Cremonesi per questo ci aspettiamo per il 2007 un andamento meno positivo. Però noi diciamo sempre che “il lavoro si ammala, ma non muore”. Veniamo da anni difficili per cui anche tenere le posizioni è già un segnale incoraggiante”. L’assistenza è uno degli assi portanti della strategia della concessionaria bresciana: “I mezzi sono talmente affidabili che i tagliandi si fanno ogni 70-100mila chilometri. Malgrado questo, abbiamo officine specializzate in ognuna delle nostre filiali, oltre che presso la sede, per un totale di centoventi addetti, di cui una settantina fra meccanici e accettatori. Mi pare proprio di poter dire che siamo in grado di fornire un servizio all’altezza delle esigenze di chi si rivolge a noi con fiducia e con cer te aspettative. Se la memoria non mi inganna, riusciamo a gestire oltre 6mila passaggi all’anno nella sola officina di Brescia...” conclude Claudio Cremonesi. Il fatturato della sola assistenza si attesta attorno agli 8 milioni di euro a esercizio, di cui oltre 5 derivati dai ricambi.



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IL MONDO DEI TRASPORTI IL MONDO DEI TRASPORTI • Giugno 2007

VOLKSWAGEN / CADDY PROTAGONISTA DELL’ECOFUEL WORLD TOUR

Il giro del mondo in... metano “ di Fabio Basilico

COMPAGNI DI AVVENTURA L’EcoFuel World Tour ha centrato l’obiettivo, ossia dimostrare la disponibilità a livello mondiale di gas naturale compresso (CNG) ecologico e a basso prezzo. Diversi sono stati i partner che hanno contribuito a rendere il viaggio del Caddy un’avventura perfettamente riuscita. Tra questi, l’americana Tenne-

Il veicolo commerciale della Casa tedesca ha compiuto un’impresa da Guiness dei Primati: oltre 45.000 chilometri, 75 città attraversate in 40 nazioni nei cinque continenti. Il tutto con l’esclusiva alimentazione a gas naturale.

MILANO - L’EcoFuel World Tour arriva a Milano e scatena l’interesse dei media. Di fronte al Crown Plaza Hotel di San Donato Milanese, i giornalisti si stringono attorno al Volkswagen Caddy EcoFuel, protagonista di un’impresa memorabile: il primo giro del mondo con un’auto a metano. Il pilota Reiner Zietlow ha coordinato un team di quattro persone - Falk Gunold per le riprese video, Florian Hilpert, tecnico e pilota, Franz Junusiewicz, fotografo e addetto alle comunicazioni - che con il Caddy, alimentato esclusivamente a gas metano, ha percorso oltre 45.000 chilometri, che sarebbero costati il 55 per cento in più se percorsi a benzina. Il Tour ha toccato 75 città in 40 nazioni nei cinque continenti, entrando così nel Guiness dei Primati. Per tutto il Tour, Caddy EcoFuel non ha mostrato alcun segno di cedimento. Dopo avere affrontato superfici insidiose - dalle strade di campagna alle distese desertiche - in condizioni climatiche spesso e volentieri impegnative in Medio Oriente, Asia, America settentrionale e meridionale, Caddy ha raggiunto l’Europa per la tratta finale del viaggio, che si è concluso il 30 maggio scorso a Hannover, città da dove era cominciato lo scorso 23 ottobre.

riori bombole nel bagagliaio (per un totale in autonomia di 2.500 km); ciò significa che il peso trasportato è stato soggetto a continue oscillazioni via via che il gas si consumava e veniva rifornito. Gli ammortizzatori PST si adattano ai diversi carichi del veicolo e pertanto sono la soluzione ideale per i furgoni che richiedono un livello più elevato di smorzamento per gestire la massa superiore quando trasportano carichi pesanti. Lo smorzamento fornito da questi ammortizzatori è dolce nei rettilinei, assicurando il massimo com-

zione. L’EcoFuel World Tour ha dimostrato che, in tutto il mondo, il gas naturale rappresenta un’alternativa adeguata ed ecologica alla benzina e al gasolio. Ha anche provato che la tecnologia e le infrastrutture hanno raggiunto ormai uno standard elevato a livello internazionale. Il Tour è stato anche caratterizzato da un aspetto filantropico. Il team guidato da Rainer Zietlow ha donato un centesimo di euro per ogni chilometro percorso all’associazione umanitaria SOS Kinderdorf a Bangalore, India. Un

Il pilota Reiner Zietlow, leader del team impegnato nell’EcoFuel World Tour, posa davanti al Volkswagen Caddy alimentato a metano protagonista della storica impresa, mostrandone il vano dove sono alloggiate le bombole di gas naturale supplementari e il prestazionale motore 2.0 litri da 109 cavalli. co, azienda produttrice di sistemi di sospensione Monroe e di sistemi di scarico e catalizzatori Walker. Caddy montava infatti un sistema di scarico a marchio Walker, che garantisce la fuoriuscita continua a regolare dei gas di scarico dal motore, migliorandone le prestazioni e riducendo al contempo la rumorosità del veicolo. Tenneco ha fornito al Caddy anche i suoi sofisticati ammortizzatori a tecnologia PST (Position Sensitive Twin System), che si sono mostrati particolarmente adatti all’iniziativa EcoFuel. Il carico del veicolo pre vedeva infatti, oltre alle quattro bombole di gas naturale standard, ulte-

fort a conducente e passeggeri, e più elevato in curva e in frenata per migliorare tenuta di strada e sicurezza. L’elenco degli sponsor dell’EcoFuel World Tour comprende, oltre a Volkswagen Veicoli Commerciali e Tenneco, l’austriaca OMV, Endress+Hauser, TÜV Rheinland, Adnoc Distribution, Landi Renzo, Schenker Logistics, Swagelok, Stäubli, LUK, Raufoss, Michelin, Panasonic e Nikon. Landi Renzo Spa è la società produttrice della valvola delle bombole metano. Landi Renzo è leader mondiale nella ricerca e produzione di tecnologie avanzate per sistemi a gas metano e GPL per autotra-

totale di 5.000 euro garantirà ai bambini una casa e un futuro migliore. GARANZIA DEL METANO Con Caddy EcoFuel, Volkswagen Veicoli Commerciali consegue un importante traguardo nella progettazione di veicoli ecologici e orientati al risparmio, dando un impulso convincente al settore dei veicoli alimentati con combustibili alternativi. Esternamente, Caddy EcoFuel non si distingue da un Caddy ad alimentazione tradizionale. I serbatoi del gas metano da 26 kg sono

posizionati nel sottoscocca e garantiscono un’autonomia di circa 440 km. Le ampie sezioni trasversali delle tubazioni e delle valvole consentono di fare rifornimento in modo rapido e silenzioso. La sosta alla stazione di servizio è quindi paragonabile a quella di un veicolo alimentato a benzina. La sistemazione dei serbatoi nel sottoscocca lasciano invariata la spaziosità dell’abitacolo e del volume di carico. In questo modo viene garantita la massima versatilità, un’equilibrata distribuzione del peso e, di conseguenza, una buona tenuta di strada. La potenza erogata dal motore 2.0 litri è di 80 kW/109 cv con alimentazione “quasi monovalente”. Ciò significa che il motore è ottimizzato per essere alimentato a gas metano ma che, se il carburante non è sufficiente per raggiungere la stazione di rifornimento più vicina, può essere alimentato anche a benzina. L’autonomia metano + benzina è di 570 km. Nel corso dell’EcoFuel World Tour, Caddy è stato alimentato esclusivamente a gas naturale, riservando alla benzina il compito di avviare il motore a freddo. EcoFuel è una tecnologia intelligente ed ecologicamente compatibile: con il funzionamento a gas, le emissioni di

CO2 si riducono del 20 per cento rispetto a un motore a benzina. Inoltre, l’impiego di energia per la compressione del gas è esiguo. Il metano viene bruciato senza perdite dirette e con emissioni particolarmente basse. Ecco perché Caddy EcoFuel è conforme alle direttive Euro 4. Grazie alla riduzione delle emissioni di sostanze nocive, l’innovativa tecnologia EcoFuel è adatta soprattutto all’ambito cittadino e regionale, quindi a tutti quei luoghi in cui l’inquinamento è molto alto. Inoltre, grazie al rispetto dell’ambiente, le vetture con impianto a metano hanno libero accesso al centro cittadino anche in presenza di limitazioni o blocco del traffico istituito dalle amministrazioni locali. La gamma del commerciale Volkswagen, proposta nella versione Van o Kombi, si dimostra adatta a ogni tipo d’impiego: per consegna merce o per servizi di corriere, come officina viaggiante o per il trasporto di persone. Il posto di guida ergonomico e l’ampio abitacolo offrono condizioni di lavoro ottimali. Potenti e parsimoniosi i motori: 2.0 SDI da 51 kW/70 cv, 1.9 TDI da 77 kW/105 cv, 1.4 da 59 kW/80 cv, 1.6 da 75 kW/102 cv e il già citato 2.0 EcoFuel da 80 kW/109 cv.


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IL MONDO DEI TRASPORTI • Giugno 2007

di Fabio Basilico

RENAULT / LA NUOVA GENERAZIONE DEL MASTER PROPULSION

ROMA - Da nove anni, grazie ai veicoli Master, Trafic, Kangoo e alle versioni Van, Renault si impone come prima marca di veicoli commerciali in Europa, con oltre il 15 per cento di quota di mer cato. La seconda fase di Master, lanciata a fine 2003, ha rivisitato i fondamentali del segmento dei furgoni, grazie a innovativi equipaggiamenti di sicurezza, quali l’Assistenza alla Frenata d’Emergenza (AFE, un’esclusiva sul segmento), l’ABS con ripartitore elettronico della frenata (EBV), o ancora i 4 freni a disco sovradimensionati. L’ergonomia del furgone è stata particolarmente curata, con dotazioni fun-

Strumento di lavoro su misura che che lo contraddistinguono: una gamma particolarmente ampia (da 3.5 a 6.5 t), ruote gemellate e telaio rinforzato. L’offerta coincide con il nuovo record di produzione di Master e Master Propulsion, ottenuto dallo stabilimento di Batilly, nell’est della Francia, con 120.000 unità realizzate nel 2006, contro le 117.000 unità del 2005. La cabina moderna al servizio del

Qui sopra e a destra, il nuovo Master Propulsion, che riprende e ottimizza tutte le caratteristiche vincenti di Master. In basso, il Master allestito da Sortimo. zionali e pratiche, quali la panchetta ufficio (innovazione sul segmento) o l’assistenza posteriore alle manovre di parcheggio che rendono Master un partner robusto e valorizzante, al servizio dei clienti professionali. Nel 2005 lo stabilimento di Batilly annunciava un record storico di produzione di 117.000 unità, battuto an cora una volta nel 2006, con una produzione superiore a 120.000 unità. Ora Renault continua a rinnovare la sua gamma di veicoli commerciali con Nuovo Master Propulsion. Disponibile a metà del 2007, Nuovo Master Propulsion condivide tutte le carte vincenti di Nuovo Master, lanciato nelle sue versioni a trazione anteriore nell’autunno 2006, senza rinunciare alle caratteristi-

comfort e dell’ergonomia adotta equipaggiamenti che facilitano la vita a bordo: attivazione automatica del tergicristallo con sensore di pioggia, accensione automatica degli anabbaglianti, apertura selettiva dei battenti grazie alla chiave a tre pulsanti, illuminazione “follow me home”, etc. Il veicolo propone, inoltre, nuovi vani portaoggetti, in particolare un alloggiamento per documenti di formato A4 sulla consolle centrale e ampi ripiani sopra il parabrezza, nonché nuove sellerie in tessuto blu. Nuovo Master Propulsion è disponibile con la motorizzazione frutto dell’alleanza con Nissan: un propulsore 3.0 dCi, conforme alle norme Euro 4, disponibile nelle versioni 130 cv (coppia 300 Nm) e 150 cv (coppia 350

Un’offerta completa di abbinamenti di telaio, peso massimo e motorizzazione, idonea a coincidere perfettamente con le esigenze e le specificità dei clienti. Nm), abbinato alla nuova trasmissione meccanica a 6 rapporti. A loro volta, le prestazioni meccaniche subiscono una netta evoluzione, grazie a nuovi ponti Dana e ai cuscinetti a cartuccia che non richiedono più alcuna manutenzione: questi dispositivi garantiscono un incremento dell’altezza libera dal suolo sui veicoli di 3,5 t e il blocco del differenziale. La frenata è stata ottimizzata grazie a una nuova generazione di ABS e all’assistenza alla frenata d’emergen-

za (AFE). Nuovo Master Propulsion è disponibile in tre versioni: furgone, furgone gran volume e telaio cabinato. Il “furgone” consente di avere un veicolo su misura, grazie all’abbinamento ottimale tra peso massimo autorizzato e due diverse lunghezze. Inoltre, la versione “gran volume” riprende le carte vincenti del furgone proponendo un volume utile di 20 o 22 metri cubi, mentre l’associazione “telaio cabinato e dop-

pia cabina” consente di adottare soluzioni mirate, conformi a esigenze specifiche dei clienti. Il telaio consente molteplici trasformazioni e offre una polivalenza ineguagliabile, per soddisfare al meglio qualunque esigenza: tra sporto merci aperto o chiuso, veicoli isotermici/ refrigeranti o, ancora, veicoli officina. Complessivamente, Nuovo Master Propulsion si declina in oltre 10 diverse versioni.

CON SORTIMO FORMAZIONE “GRANDI FURGONI”

Quel che conta è la sicurezza del carico ROMA - Renault, dopo la commercializzazione delle versioni Master Cassone fisso e Gran Volume 18 e 20 metri cubi, arricchisce la propria gamma Partner con l’introduzione delle versioni Trafic Furgoni Isotermici. Il nuovo Trafic isotermico è un veicolo compatto e innovativo, concepito per il trasporto di derrate deperibili in regime di temperatura controllata (ATP), con un volume di carico pari a 3,4 metri cubi. È disponibile in due versioni: isotermico rinforzato IR o frigorifero rinforzato FRAX. La versione Isotermico rinforzato IR è pensata per il trasporto di derrate deteriorabili in regime di temperatura controllata, garantisce un perfetto mantenimento della catena del freddo. Il modello Frigorifero rinforzato FRAX, è finalizzato al trasporto di prodotti freschi di classe A (da 0° a 12° C); il potente gruppo frigo autonomo (senza presa di forza motore) ottimizza le prestazioni del veicolo e assicura consumi contenuti. I nuovi prodotti Partner sulla gamma Furgoni sono stati presentati lo scorso maggio a Imola in occasione di un corso di formazione “Grandi Furgoni”, organizzato da Renault e Sortimo (filiale italiana della tedesca Sortimo International, nata nel 1973 e leader in Europa nel settore degli allestimenti di veicoli commerciali) e dedicato ai consulenti alla vendita veicoli commerciali e flotte della Rete Renault. Durante le giornate della formazione, si è parlato anche della nuova fiscalità sui veicoli commerciali, del mercato e delle tendenze

delle motorizzazioni a trazione anteriore e a propulsione, con particolare riferimento alla nuova gamma Master Propulsion (Euro 4). Il contributo Sortimo in materia di allestimenti interni su veicoli della gamma Renault è rappresentato dalla terza e nuova generazione di prodotti Globelyst e dall’approfondimento del tema “Sicurezza del carico”, leitmotiv dell’azienda di Castel Guelfo di Bologna per l’anno 2007. Durante le giornate della formazione, gli ospiti hanno ricevuto informazioni tecniche riguardanti le molteplici tipologie di allestimento che possono essere progettate per soddisfare al meglio le esigenze dei settori target della clientela. Inoltre, per la più ampia comprensione del prodotto e delle sue caratteristiche, Sortimo ha mostrato i propri allestimenti realizzati su veicoli commerciali Renault, esposti per l’occasione presso la struttura ospitante. Per completare il proprio intervento, lo staff Sortimo ha proiettato le immagini del recente crashtest comparativo svoltosi in Gran Bretagna a settembre 2006 e ha illustrato soluzioni e accessori che garantiscono una perfetta e sicura tenuta del carico. Al termine dell’intervento Sortimo, è stato presentato ai partecipanti, in anteprima nazionale, l’allestimento Sortimo “fai da te”, una soluzione in pronta consegna per gli artigiani che desiderano ottenere la qualità dei professionisti del settore a un prezzo contenuto.



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MERCEDES-BENZ VANS INAUGURA IL PROPRIO MONDO VIRTUALE IN SECOND LIFE

Nuovo primato per lo Sprinter Fissati per la prima volta nuovi parametri di riferimento nel mondo on-line con un nuovo punto vendita e assistenza virtuale STOCCARDA - I residenti del mondo vir tuale Second Life possono usufruire di un’ulteriore novità: infatti, nel mondo on-line “Mercedes Benz Vans” (coordinate: 1060.1050, oppure localizzabile digitando “Mercedes-Benz Vans” nel motore di ricerca di Second Life) gli avatar potranno visitare il nuovo sito della Casa di Stoccarda e osservare nei dettagli i veicoli esposti. Con questa iniziativa, Mercedes-Benz è il pri mo costruttore di veicoli industriali pre sente in Second Life. Nell’ambito del progetto strategico “Future communications”, Mercedes-Benz Vans sta monitorando e valutando dal 2003 le tendenze della comunicazione. Grazie a questo progetto è stato possibile identificare

alcuni aspetti chiave della comunicazione moderna, co me, ad esempio, le “comunità virtuali” e i “social media”. La presenza virtuale di Mercedes-Benz Vans in Second Life è soltanto un esempio di questa strategia. Sulla scia di questa notevole forza innovatrice, dei molteplici effetti di marketing e della possibilità di stabilire un approccio e un contatto diretto con potenziali clienti, il punto vendita e assistenza virtuale verrà ulteriormente ampliato e collegato alle attività on-line già esistenti. “Con questo passo - ha dichiarato Tobias Reich, Mercedes-Benz Director Marketing Communications Vans - ci distinguiamo ancora una volta dalla concorrenza, conferman-

do il nostro obiettivo di riconoscere e seguire apertamente le strade che portano alle nuove frontiere della comunicazione. Second Life ci supporterà sotto questo aspetto. Con lo slogan “un’autentica partnership tra professionisti” e con il nostro approccio orientato ai benefit ed ai target group, saremo in grado di offrire a gli utenti qualcosa che non trova

eguali nel mondo virtuale”. La concessionaria MercedesBenz Vans presenta una dettagliata e accurata architettura 3D, in cui le attuali comunicazioni on-line vengono integrate nel mondo virtuale utilizzando filmati ed elementi multimediali. Una particolarità riservata ai residenti di Second Life è la possibilità di incontrarsi e scambiare espe-

rienze nella Driver’s Lounge. Nell’area esterna dello showroom, i visitatori potranno esaminare nel dettaglio i modelli esposti, interagendo con il veicolo. Inoltre sarà possibile ricevere gadget come, ad esempio, un modellino dello Sprinter. Diversi link a ulteriori attività on-line completano la visita virtuale.

PICCOLA FRENATA IN APRILE PER IL MERCATO DEI VEICOLI COMMERCIALI

Ma il quadrimestre registra comunque una crescita MILANO - Come per le autovetture, anche per i veicoli commerciali la risposta agli incentivi per la rottamazione è piuttosto lenta e d’intensità, per il momento, non particolarmente rilevante. Secondo i dati diffusi da Anfia e Unrae, in aprile sono stati venduti 21.298 veicoli commerciali con un calo dello 0,26 per cento rispetto allo stesso mese del 2006. Il consuntivo del primo quadrimestre chiude a quota 79.434 con un incremento del 3,38 per cento sullo stesso periodo del 2006. Il lieve calo di aprile non desta preoccupazioni in quanto il confronto si fa con un aprile 2006 particolarmente positivo, che aveva fatto registrare una crescita del 9,06 per cento per effetto di importanti consegne a Enti pubblici. Tuttavia il calo di aprile fa seguito a incrementi contenuti verificatosi in marzo (+4,21) e in febbraio (+2,12) e a un incremento più consistente verificatosi in gennaio (+7,2), ma certamente non ancora influenzato dagli incentivi alla rottamazione. Complessivamente, poi, il bilancio del primo quadrimestre che, come si è detto, fa registrare una crescita contenuta nel 3,38 per cento, conferma che l’andamento del mercato non appare particolarmente dinamico, se si considera che sono attualmente in vigore per i veicoli commerciali incentivi alla rottamazione di non trascurabile entità (che inoltre sono cumulabili con incentivi pure di rilievo per chi acquista commerciali alimentati a gas). Gli elementi che possono avere influenzato una risposta piuttosto lenta agli incentivi attualmente in vigore sono diversi. Innanzitutto va considerato che l’anno con cui si fanno i confronti, il 2006, si era chiuso molto positivamente a quota 234.088, con una crescita dell’8,3 per cento rispetto all’anno precedente, e, di conseguenza, gli spazi per la crescita delle consegne sono comunque limitati. In secondo luogo possono influire fattori di carattere logistico legati alla capacità delle case automobilistiche di far fronte con tempestività a un aumento di domanda dovuto agli incentivi. In terzo luogo incide probabilmente sulla propensione all’acquisto di veicoli commerciali un certo appannamento del quadro congiunturale generale che sta cominciando a emergere da più di un indicatore. L’andamento complessivo del mercato dei veicoli commerciali appare comunque soddisfacente, ma sulla base dei dati disponibili non sembra al momento possibile che nel corso del 2007 le vendite possano superare il livello record di 258.553 unità raggiunto nel 2002 grazie alla Tremonti bis. Ma vediamo in dettaglio i risultati delle singole marche. Seppure su ottimi livelli, con oltre 12mila veicoli, la corsa delle

marche nazionali registra in aprile un rallentamento (9,4 per cento in meno), dopo aver sostenuto un trend decisamente positivo nei precedenti tre mesi. Dall’inizio dell’anno la crescita delle nazionali risulta pari all’1,9 per cento, con circa 42.800 veicoli e la quota di mercato si attesta al 53,9 per cento. Il miglior risultato dall’inizio dell’anno con circa 9.700 veicoli in aprile permette a Fiat Professional di guadagnare una presenza sul mercato pari al 45,5 per cento. Il confronto con il risultato eccezionale del 50,8 per cento ottenuto nell’aprile dello scorso anno non è indicativo, in quanto fu influenzato dall’importante fornitura a un ente pubblico. Da segnalare nel mese di aprile la brillante performance di Nuovo Scudo, che a soli tre mesi dal lancio, cresce in volumi del 60 per cento con circa 1.000 consegne. Positivo anche il risultato Fiat da inizio anno: con oltre 34 mila consegne - in linea con i volumi del primo quadrimestre di un anno fa - ottiene una quota di mercato del 43 per cento. Quarto mese consecutivo di crescita per Iveco. L’appeal esercitato dalla nuova gamma Daily sugli operatori trova conferma nei dati di consegne. Con oltre 1.900 veicoli nel mese di aprile supera i volumi ottenuti un anno fa, registrando un incremento dell’1,8 per cento e guadagnando una quota pari al 9 per cento. Si confermano ottime le performance da inizio anno: poco meno di 7.000 veicoli, pari a una variazione positiva del 17,7 per cento e una quota dell’8,7 per cento, superiore di un punto rispetto a quella ottenuta nello stesso quadrimestre dell’anno scorso. In aggiunta ai consueti dati per marca, Anfia riporta l’analisi trimestrale sui dati delle marche nazionali, classificando, sulla base della categoria di appartenenza, i veicoli per segmenti di prodotto. Nel primo trimestre 2007 si è rilevato nel complesso un incremento in termini di volumi pari al 7,1 per cento, e la quota di mercato ha raggiunto il 52,9 per cento, superiore di 1,2 punti a quella dei primi tre mesi del 2006. Entrando nel dettaglio dei segmenti, tutti hanno evidenziato una variazione positiva, a eccezione di quello dei Van, che con oltre 5.500 veicoli, è risultato in flessione del 30 per cento. I Pick up, con più di 1.800 veicoli, hanno registrato una crescita del 6,6 per cento sul 2006, mentre le Furgonette, con oltre 6.700 unità sono cresciute del 9,4 per cento. Incremento a due cifre per i Furgoni piccoli (15,8 per cento) e per gli Autocarri e Furgoni Grandi (+31 per cento), rispettivamente con quasi 2.000 unità i primi e circa 14.700 veicoli i secondi. Quanto alle Case estere, “è un risultato, quello di aprile - ha commentato Gianni Filipponi, Segretario Generale dell’Unrae,

l’Associazione delle Case automobilistiche estere - che non deve trarre in inganno circa lo stato di salute del mercato, soprattutto in presenza degli incentivi alla rot tamazione, introdotti dalla Legge Finanziaria, che stimolano all’acquisto di moderni veicoli Euro 4 a fronte della rottamazione dei più inquinanti Euro 0 ed Euro 1 e che nel 1° quadrimestre hanno comportato un incremento di ordini del 14,1 per cento, passando da 80.378 unità del 2006 alle attuali 91.699”. Le Case estere hanno registrato comunque un incremento a due cifre sul mese di aprile: le 9.231 consegne, confrontate con le 8.031 del quarto mese 2006, hanno evidenziato una crescita del 14,9 per cento, con una quota di mercato che dal 37,6 sale al 43,4 per cento, mentre la flessione delle Case nazionali (-9,4 per) è da imputare soprattutto al fatto che il confronto viene fatto con il mese di aprile dello scorso anno, che fu caratterizzato da forniture eccezionali a enti di servizio pubblico. Il primo quadrimestre, inoltre, conferma una crescita a livello di mercato globale del 3,4 per cento, grazie alle 79.434 unità confrontate con le 76.836 del gennaio-aprile 2006. A tale incremento, le Case automobilistiche estere hanno contribuito con una crescita del 5,2 per cento e 36.640 veicoli consegnati. “I dati di consegna e ancor più di acquisizione ordini del 1° quadrimestre ha proseguito Filipponi - dimostrano che il mercato sta reagendo positivamente all’introduzione degliincentivi, sostenuto anche da una certa ripresa dell’economia e della fiducia degli operatori e dal continuo impegno delle Case automobilistiche nell’introduzione sul mercato di nuovi modelli, rispondenti sempre di più alle esigenze personalizzate dei consumatori”. Per quanto riguarda i risultati delle singole marche estere, in aprile hanno chiuso in crescita Citroën del 70,9 per cento (la quota salita dal 2,8 al 4,8 per cento), Ford del 25,02 (8,31 per cento), Mercedes-Benz del 18,92 (4,34), Peugeot del 52,50 (salita dal 2,62 al 4,01), Volkswagen del 74,46 per cento (passata dall’1,72 al 3,02). Aprile in flessione, invece, per Nissan del 4,80 (scesa al 4,56 per cento), Opel del 19,95 per cento (passata dal 3,47 al 2,79), Renault del 9,18 (scesa al 6,04). La performance sul quadrimestre, invece, è stata positiva per Citroën del 47,19 per cento (con una quota del 4,71), per Ford del 13,42 (8,63), Mercedes-Benz del 12,53 per cento (5,23), Peugeot del 10,24 per cento (4,01), Volkswagen del 49,09 per cento (salita al 2,98). In flessione invece Nissan del 23,99 per cento (4,04), Opel dell’11,26 per cento (calata al 3,54). Renault del 4,24 con la quota attestata al 6,54 per cento.


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IL MONDO DEI TRASPORTI IL MONDO DEI TRASPORTI • Giugno 2007

Nuovo punto di arrivo nella tecnologia relativa agli autobus urbani, Citelis nasce, oltre che in Francia, anche nella fabbrica di Valle Ufita dove, con un investimento di 20 milioni di euro, sono state introdotte nuove linee produttive e allestito il nuovissimo impianto di cataforesi e verniciatura robotizzato.

IRISBUS IVECO / L’EREDE DEL CITYCLASS PRODOTTO A VALLE UFITA OLTRE CHE AD ANNONAY

Citelis l’innovatore di Paolo Altieri VALLE UFITA - I chilometri che da Napoli portano nell’avellinese in località Valle Ufita si snodano a un certo punto attraverso una vera e propria foresta: paesaggio bellissimo che sembra fare da perfetto prologo alla nuova realtà che stiamo per andare a conoscere. Si tratta del nuovo autobus urbano, Citelis di nome, Irisbus di cognome, che il Gruppo Iveco ha messo in produzione proprio in questa zona, nell’impianto di Valle Ufita, in sostituzione del glorioso CityClass che, dopo 10 anni di vita e circa 6.000 unità prodotte e vendute, gli ha ceduto il passo. Così ci troviamo nello stabilimento più avanzato d’Europa per la produzione di autobus, un milione di metri quadrati l’intera area, 100mila di fabbricati, operativo fin dal 1978, passato in questi trent’anni attraverso più fasi di ammodernamento e di arricchimento di avanzate tecnologie di produzione con importanti investimenti, tali da proiettarlo anche nel futuro come uno dei poli produttivi strategici di Irisbus Iveco, a garanzia anche dell’occupazione dei suoi attuali 890 dipendenti. È qui, dunque, che nasce una parte della produzione del Citelis (l’altra viene assicurata dallo stabilimento francese di Annonay), nuovo punto di arrivo nella tecnologia relativa agli autobus urbani e oggi la migliore risposta Irisbus alle sempre più esigenti richieste delle aziende di trasporto e di tutti gli utilizzatori del mezzo pubblico. “Citelis - sottolinea Enrico Vassallo, direttore generale di Irisbus Italia - è un prodotto nato per essere commercializzato in tutta Europa e nel mondo, ma con una forte connotazione italiana. Con questo prodotto Irisbus si prefigge l’obiettivo di fornire alle aziende di trasporto uno strumento per incrementare la redditività del servizio, la fruibilità e l’appetibilità del

veicolo per tutte le categorie di passeggeri e utilizzatori, rispondendo perfettamente alle necessità di trasporto attuali e future”. La nuova gamma Citelis si articola su tre lunghezze (10,5, 12 e 18 metri), tutte disponibili nelle versioni Diesel Euro 4, 5 e EEV nonché EEV CNG, un’ulteriore dimostrazione della centralità per Irisbus Iveco del tema del rispetto dell’ambiente. “Irisbus Iveco - puntualizza a tal proposito Luca Cordiviola, product marketing manager della società torinese - è del resto il costruttore con la più ampia gamma di veicoli equipaggiati con motorizzazioni Diesel a standard EEV, ad altissimo rispetto ambientale, secondo prescrizioni che antici-

pano di molti anni le future normative europee in tema d’inquinamento ambientale. La gamma Citelis offre addirittura due alternative di motorizzazioni a standard EEV: Diesel e metano per tutte le lunghezze, un traguardo che nessun altro costruttore al mondo può vantare. Il motore che equipaggia il Citelis è il Cursor 8 nelle potenze di 245, 290 e 380 cavalli per le applicazioni Diesel e 210, 270 e 310 cavalli per le applicazioni CNG. Si tratta di motori appositamente realizzati secondo le specificità dell’applicazione al trasporto pubblico urbano, ottimizzando le prestazioni in termini di velocità commerciale, rispetto ambientale ed economia di esercizio”.

Il nuovo Citelis si inserisce in una gamma di prodotti Irisbus che comprende i sistemi di trasporto Civis e Cristalis, gli urbani e interurbani GX 327 e Europolis (ai quali appunto si è aggiunto il Citelis), i suburbani e scuolabus Crossway LC, Ricreo e Daily Ricreo, gli intercity e turistici che vanno dal New Domino all’Evadys, dall’Arway al Midys, dal Crossway al Midway, dal Proxys al Proway per finire al Daily Way e al Daily Tourys. “Ogni anno - aggiunge Luca Cordiviola Irisbus vende in Europa oltre 2.500 autobus urbani e si tratta di prodotti di riferimento in Europa con una leadership indiscussa in Italia, Spagna, Francia, Cechia e Grecia,

Da sinistra, Alberto Garatti, direttore stabilimento Irisbus di Valle Ufita, Enrico Vassallo, direttore generale Irisbus Italia, Danilo Martelli, vicepresidente Irisbus Iveco, e Luca Cordiviola, direttore marketing prodotto Irisbus Italia.

ma anche con le qualità per conquistare nuovi mercati”. Le linee guida che hanno portato alla realizzazione del Citelis sono il rispetto dell’ambiente, la qualità del trasporto passeggeri, le elevate prestazioni e l’ampia gamma di offerta. “Crediamo - osserva Luca Cordiviola - di aver centrato tutti gli obiettivi. Sul fronte delle emissioni gassose le versioni Diesel Euro 4, 5 ed EEV, la versione CNG EEV, la versione Trolleybus e la disponibilità dell’alimentazione con biodiesel e biogas fanno del Citelis un vero cam pione di ecologia. Anche sul fronte delle emissioni sonore, il Citelis si distingue vantando una rumorosità esterna di appena 75 dB contro gli 80 previsti dalla normativa. Quanto alla qualità della vita a bordo, essa è garantita, tra l’altro, dal riscaldamento diffuso lungo le fiancate, dall’ottimo impianto di climatizzazione, dalla ridotta rumorosità interna, dalle ampie superfici vetrate, dall’armonia dei colori interni, mentre a favore del comfort di marcia giocano, tra l’altro, le sospensioni anteriori indipendenti, le porte scorrevoli esterne, i sedili tipo cantilever, il pavimento ribassato”. “Le elevate prestazioni del Citelis - aggiunge Cordiviola - sono sottolineate dalla struttura del veicolo in acciaio con trattamento di cataforesi, dalle due soluzioni di layout per motore per ottimizzare versioni urbane e intercity da 12 metri, dal potenza e coppia dei motori al top del mercato, dai bassi consumi dei propulsori, 5 per cento in meno rispetto alle versioni Euro 3, dalla facile accessibilità agli organi meccanici il che riduce i tempi di manutenzione, dal posto di guida ergonomico, dal nuovo cruscotto regolabile e dai comandi aggiuntivi. Infine, l’offerta del Citelis è la più ampia del mercato, prevedendo versioni standard da 10,5 e 12 metri Diesel e CNG, articolata da 18 metri Diesel, CNG e Trolleybus”. Particolare non trascurabile è l’estetica


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del Citelis, tenuto conto che l’autobus è anche un elemento di arredo urbano. Ebbene, sotto questo profilo i progettisti Irisbus hanno lavorato per fare del Citelis un elemento qualificante del panorama urbano, con linee fluide e caratterizzate da amplissime superfici vetrate che danno personalità alla carrozzeria, concedendo così ai passeggeri anche un’ampia visuale verso l’esterno, arricchita da particolari come la calandra anteriore con i gruppi ottici di forte personalità. Intanto, a conferma delle grandi qualità del Citelis, sono già numerose le città che l’hanno voluto nelle proprie aziende di trasporto pub blico: 47 unità a Lione, 160 a Liegi, 30 a Reykjhavik, 14 a Helsinki, 10 a Lussemburgo, 400 a Milano, 50 nella versione Trolleybus a Timisoara, 77 a Napoli e recentissimamente una decina a Trieste. “Purtroppo - conclude Enrico Vassallo - il debutto del Citelis in Italia avviene in un periodo ancora di grosse difficoltà per il mercato dell’autobus sceso lo scorso anno a 4.874 immatricolazioni con una quota Irisbus del 43 per cento e che nel primo trimestre del 2007 ha fatto segnare appena 1.204 immatricolazioni pari ad una flessione del 28,6 per cento, in particolare del 17,2 per cento nel settore della linea e del turismo, addirittura del 54,2 per cento nel segmento degli urbani e del 23,4 per cento in quello dei minibus e derivati. In questo scenario, Irisbus ha chiuso il trimestre con una quota assoluta del 44,2 per cento, ovvero 30,3 nel mercato della linea e del turismo, 58,9 in quello degli urbani e 61,5 nel segmento dei minibus. Ma la crisi del mercato non ci deve scoraggiare. Irisbus Italia, con la sua nuova gamma di prodotti e la sua dinamica struttura commerciale e assistenziale fatta di 7 area manager dedicati, 12 concessionarie, 44 venditori professionali, 6 service manager, 131 officine autorizzate, oltre 600 tecnici specializzati e non ultimo i servizi finanziari assicurati da Iveco Finance, è pronta a sfruttare al meglio tutte le opportunità che si presentano sul mercato”.

LA REALTÀ E LE AMBIZIONI DI IRISBUS IVECO SOTTOLINEATE DA DANILO MARTELLI

Con le carte in regola per la sfida a tutto campo Con la riorganizzazione delle attività produttive, una gamma di veicoli tutta nuova e una più efficace offensiva commerciale, gli orizzonti di Irisbus Iveco sono quanto mai rosei.

Danilo Martelli, dallo scorso gennaio vicepresidente Irisbus Iveco con la responsabilità delle vendite e del marketing. Sotto, una fase della produzione a Valle Ufita.

sfi de, anche le più difficili, sia sul pia no nazionale sia soprattutto su quello internazionale. Negli ul timi tre anni è stato fatto un lavoro in profondità che ha portato Irisbus a un’assoluta convergenza dei prodotti, al razionale ridimensionamento e ridistribuzione dell’engineering, alla centralizzazione degli acquisti, al nuovo footprint industriale, a un’importante evoluzione del sistema d’informazione, alla riorganizzazione commerciale”. I risultati sono già significativi. “Sì, rispetto al 2004 - precisa - lo scorso anno abbiamo migliorato gli ordini del 16,2 per cen to, i veicoli fatturati dell’11,7 per cento con 9.296 unità, tra i veicoli e telai, mentre abbiamo portato la nostra quota nei cinque maggiori mercati europei al 24,3 per cento, in particolare al 27,7 per cento nel segmento dei minibus, al 23,9 in quello degli urbani e al 22,1 in quello turistico. Quanto all’intera Europa Occidentale la nostra penetrazione nel 2006 si è attestata al 20,6 per cento con quote del 25,8 nel

VALLE UFITA - Danilo Martelli, una lunga e sperienza sotto la bandiera dell’Iveco con incarichi prestigiosi in vari angoli del mondo, dallo scorso gennaio è stato nominato vicepresidente Irisbus Iveco con la responsabilità delle vendite e del marketing oltre che amministratore delegato di Irisbus Italia. È lui che ha condotto da consumato regista la presentazione del nuovo Citelis in quel di Valle Ufita ed è lui che ha fatto il punto sull’attuale realtà e sulle future ambizioni di Irisbus Iveco. “Stiamo affrontando il mercato di oggi e di domani - sottolinea - con le carte in regola per affrontare tutte le

segmento dei minibus, del 19,3 in quello degli urbani e del 18,3 in quello dei turistici. Non cambia di molto la quota Irisbus nell’Europa allargata con il 20,4 per cento assoluta, il 26,4 nei minibus, il 19,4 negli urbani, il 19,6 nei turistici. Migliorati anche i risultati economici passati dagli 8 milioni di euro nel 2003, ai 23 nel 2004, ai 34 nel 2005 e ai 60 milioni nel 2006”. “La forza di Irisbus - prosegue sta comunque nella nuova e ricca gamma di prodotti che rispondono a tutte le esigenze, in fatto di lunghezze, motorizzazioni e capacità di trasporto, per le mission urbane, extraurbane, turismo e telai destinati alle carrozzerie di tutto il mondo. Con i nuovi Crossway LE, al debutto in occasione dell’Uitp di Helsinki e il New Coach che potrà essere ammirato in autunno prima a Courtrai e poi a Verona, verremo a disporre di una forza d’urto assolutamente competitiva per potenziare ulteriormente la nostra offensiva su tutti i mercati e in ogni segmento di utilizzo”. “Quanto a Valle Ufita - conclude Martelli - l’entrata in produzione del nuovo Citelis rappresenta la volontà di Irisbus di considerare questo impianto assolutamente strategico per la sua intera attività. Gli importanti investimenti fatti negli ultimi anni lo hanno trasformato in un polo industriale d’eccellenza dove, a partire dal 2008, verrà prodotto anche l’Europolis, finora costruito dalla Carrozzeria Cacciamali, con la quale in ogni ca so la collaborazione continuerà fruttuosa e al la quale infatti sarà affidata la produzione dei modelli Proxys e Proway senza escludere altri nuovi progetti di collaborazione”.

MICHELE VIANI RACCONTA COME È NATO IL NUOVO CITELIS

Il primo frutto della strategia d’internazionalizzazione Irisbus tre, aumentato la capacità del serbatoio urea fino a 60 litri. In questo Particolarmente significativi i risultati di un test comparativo su VALLE UFITA - Progettata secondo le più innovative tecnologie di dimodo garantiamo un’autonomia media sulla quota urea di 3000 km. due Citelis, uno con assale rigido e un altro con sospensioni a ruote mensionamento virtuale e sottoposta ai più severi test di durata e affiPossiamo, senza timore di smentita, dire che il Citelis è un veiindipendenti, sui quali abbiamo posizionato un accelerometro sul cudabilità, la gamma Citelis è il primo frutto della strategia di convercolo innovativo e affidabile. È un’affermazione che si basa su dati scino dell’autista. Ebbene, il risultato ci ha detto che sul Citelis con le genza e internazionalizzazione di Irisbus Iveco. In termini progettuali concreti. Per la sua progettazione e la sua ingegnerizzazione, Irisbus sospensioni anteriori indipendenti le vibrazioni percepite sono dimila principale innovazione della Gamma Citelis è rappresentata dalla ha avviato un’attività di calcolo e validazione con simulazioni reali nuite di ben il 45 per cento! Ma non è tutto. Infatti, la nuova geomemodularità. La struttura del veicolo è, infatti, costituita da moduli che che ha impiegato 161 progettisti in ben 269.000 ore di progettazione. tria della sospensione e del gruppo sterzo hanno migliorato la guidaassicurano notevoli semplificazioni industriali e l’ottimizzazione dei L’attività di calcolo e validazione è partita dalla modellazione solida bilità e la manovrabilità del veicolo anche in condizioni estreme di livelli di qualità. Il telaio e la scocca sono scomponibili in moduli codell’intero veicolo per arrivare al calcolo a elementi finiti. I risultati trasporto urbano. muni tra le varie versioni. Per esempio, in tutta la gamma Citelis lo ottenuti sono stati confrontati con quelli ottenuti sperimentalmente Naturalmente siamo intervenuti anche sulla meccanica. Innanzisbalzo anteriore e posteriore sono gli stessi. durante le prove sul pavè, che hanno consentito di rilevare eventuali tutto abbiamo reso disponibile, come optional, lo scarico alto - una Facendo tesoro delle esperienze e delle conoscenze accumulate deformazioni/tensioni. soluzione che contribuisce in modo sensibile alla tutela dell’ambiennella realizzazione del Cityclass e nella progettazione della nuova Inoltre, i principali gruppi meccanici sono stati sottoposti a te. Del resto, la diminuzione delle emissioni e l’utilizzo razionale dei gamma, siamo intervenuti ad ampio spettro su ogni elemento che poprove funzionali su prototipi e infine a prove di durata su banchi carburanti è un tema che tocca tutti da vicino e che ci ha spinto a mitesse garantire comfort di guida e di vita a bordo per i passeggeri, fatriassiali, su strada e pavè. In tutto sono stati effettuati 51.000 km di gliorare ulteriormente i consumi del Citelis. Grazie al Cursor 8 Iveco, cilità di manutenzione e riduzione dei costi di gestione, rispetto deltest su pavè sulle tre versioni 12 metri standard, 12 metri Line e 18 il Citelis Euro 4 ha ridotto i consumi di gasolio di circa il 3 per cento l’ambiente e controllo dell’inquinamento atmosferico e acustico. metri. Il risultato? Citelis! su mission urbana Sempre in tema di carburanti, abbiamo brevettato Tra l’altro, abbiamo eliminato un pedestre, per aumentare la capaMichele Viani una soluzione tecnica che permette di avere affiancati i serbatoi diecità dei passeggeri in piedi; abbiamo, poi, allargato il corridoio posteResponsabile Engineering Citelis sel e urea, per facilitare le operazioni di rifornimento. Abbiamo, inolriore per permettere un passaggio facilitato tra le varie parti del veicolo. Grazie alla nuova articolazione, abbiamo anche aumentato la lunghezza del veicolo, ottenendo più spazio per i passeggeri in piedi. Siamo, inoltre, intervenuti sulle pendenze - diminuite per privilegiare la soglia d’ingresso rispetto al pavimento e, quindi, diminuire l’altezza dei gradini. All’interno il design moderno si accompagna a una serie di soluzioni innovative come i doppi sedili privi di piedistallo a terra che rendono più semplici le operazioni di pulizia o come l’impianto di condizionamento che si avvale di un sistema di distribuzione dell’aria dedicato sia per i passeggeri sia per l’autista che e permette una distribuzione dell’aria ottimale e prestazioni elevate anche nei periodi estivi più torridi. Ovviamente abbiamo prestato attenzione anche al comfort dell’autista, intervenendo principalmente sulle sospensioni. Infatti, il Citelis monta sospensioni anteriori indipendenti che permettono di raggiungere uno standard di comfort di guida ottimale, pur garantendo una larghezza corridoio adeguata al flusso dei passeggeri. Il modernissimo Irisbus Citelis, prodotto a Valle Ufita, che sostituisce sui mercati il CityClass che è stato venduto in dieci anni in oltre 6mila unità.


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IL MONDO DEI TRASPORTI • Giugno 2007

COMMESSA DI 600 AUTOBUS MERCEDES-BENZ DALLA REPUBBLICA CECA

Una flotta di Intouro per i praghesi PRAGA - Il gruppo privato Icom Transport ha acquistato un totale di 600 autobus Mercedes-Benz Intouro per percorsi interurbani dalla EvoBus, una Società del Gruppo DaimlerChrysler. Il contratto d’acquisto è stato siglato il 19 aprile a Praga. I veicoli verranno consegnati nell’arco di cinque anni. I primi 100 autobus verranno forniti già entro la fine del 2007, un secondo lotto di 300 veicoli sarà consegnato nel 2008 ed i restanti 200 Intouro giungeranno a destinazione tra il 2009 e il 2011. I nuovi autobus saranno distribuiti fra le varie aziende del gruppo Icom Transport, che stanno sostituendo o rinnovando parzialmente il loro parco veicoli. “EvoBus - ha dichiarato Holger Suffel, direttore vendite della società di Stoccarda - è partner di Icom Transport da molti anni, siamo quindi soddisfatti di essere riusciti ad aggiudicarci questa fornitura con il Mercedes-Benz Intouro, un mezzo ad alta redditività ed ecologico”. Questo invece il commento di Eva Kratochvílová, vice-presidente del consiglio di amministrazione di Icom Transport: “EvoBus si è aggiudicata l’appalto di fornitura per Icom Transport poiché è stata in grado di soddisfare al meglio i requisiti da noi richiesti. Fra questi rientrano non solo il prezzo di offerta, ma anche precise caratteristiche tecniche, qualitative, ecologiche e funzionali

degli autobus, determinati costi di gestione e condizioni inerenti la garanzia e l’assistenza”. Il gruppo privato Icom Transport è una delle maggiori società di gestione trasporti su autobus della Repubblica Ceca, con un parco di 860 autobus che trasportano ogni giorno circa 120.000 passeggeri. Il gruppo gestisce inoltre un parco autocarri composto da 380 Mercedes-Benz Actros e Axor, nella Repubblica Ceca e all’estero. Quale Service Partner di EvoBus, Icom gestisce inoltre officine proprie. Il nuovo Intouro Mercedes-Benz si contraddistingue per un concetto redditizio di autobus a pianale rialzato, particolarmente adatto per percorsi interurbani e per essere utilizzato come veicolo per viaggi, tragitti all’interno delle città e come scuolabus di linea. L’Intouro viene prodotto in Turchia nel moderno stabilimento di Ho_dere, nei pressi di Istanbul, che nel 2005 è stato nuovamente e significativamente ampliato. Il MercedesBenz Intouro è stato lanciato sul mercato all’inizio del 2007 ed ha sostituito il modello per percorsi interurbani Mercedes-Benz Conecto Ü, prodotto con successo dal 1998 per il mercato turco ed est-europeo, del quale Icom Transport aveva già acquistato 330 unità. I 600 veicoli Intouro destinati ad Icom Transport monteranno esclusivamente motori Euro 5, costruiti

in base alla tecnologia BlueTec Scr di Mercedes-Benz. Grazie a questi motori Euro 5, Icom avrà a disposizione dei mezzi che soddisfano già da ora i requisiti previsti dalle normative in materia di emissioni allo scarico che entreranno in vigore in Europa nel 2009. “Questa commessa - ha dichiarato Johann Promintzer, presidente della consociata di EvoBus Bohemia - avrà una importante risonanza per il futuro sviluppo di EvoBus Bohemia sul mercato ceco e conferma la validità della nostra scelta strategica di investire in un ServiceCenter EvoBus a Praga”.

MAN BUS / CONSEGNATO IL PRIMO CITYLINER IN ITALIA

MERCEDES-BENZ

Candidato all’Oscar

Annuncio da parte di DaimlerChrysler all’Uitp di Helsinki

S. AGATA BOLOGNESE - È stato consegnato il mese scorso il primo Neoplan Cityliner per l’Italia all’azienda Saf Fontaneto di Cressa, in provincia di No vara. Nella versione a 2 assi da 12,24 metri (sarà presentato in anteprima mondiale al salone di Kortrijk la versione a 3 assi da 13 metri), questo turistico di alta gamma è spinto da un propulsore di 440 cavalli che, grazie alla tecnologia Egr e all’innovativo filtro Man Pm-Kat, non necessita di ulteriori additivi per rispettare le normative antinquinamento Euro 4. Dotato di ogni dispositivo per il comfort e l’intrattenimento dei passeggeri a bordo, il veicolo offre i massimi livelli di sicurezza attiva e passiva annoverando tra le dotazioni di serie Abs, Asr, Esp, fari allo Xenon, fari angolari supplementari, retrocamera e sistema di monitoraggio della pressione dei pneumatici. La linea decisamente accattivante dell’ultimo nato in casa Neoplan è ulteriormente accentuata dalla livrea dell’azienda piemontese che ha personalizzato il veicolo con una particolare colorazione sfumata tendente al blu.

Derivato in molti aspetti stilistici e tecnologici dall’ammiraglia Starliner, pur denotando fin dal primo sguardo una sua ben precisa identità, il Cityliner, consegnato alla Saf della famiglia Fontaneto, si prepara a diventare il nuovo standard di riferimento nella sua categoria sulle strade di tutta Europa. Derivato in molti aspetti stilistici e tecnologici dall’ammiraglia Starliner, pur denotando fin dal primo sguardo una sua ben precisa identità, il Cityliner si prepara a diventare il nuovo standard di riferimento nella sua categoria sulle strade di tutta Europa. Non a caso il “City”, come da sempre lo chiamano i clienti Neoplan, è in pole position tra i veicoli turistici per ambire al prestigioso riconoscimento di “Coach of the Year 2007” che verrà assegnato nell’autunno di quest’anno. Quanto alla Saf, nata con l’attuale denominazione nel 1964, ma fondata prima dell’ultimo conflitto mondiale, la Società Autoservizi Fontaneto ha as-

sunto una notevole importanza nel campo degli autoservizi, delle autolinee, del turismo, che negli anni l’hanno portata ad affermarsi per merito soprattutto dei suoi titolari Gian Mario e Arialdo Fontaneto. Ora, alla terza generazione, ricchi delle esperienze accumulate con i padri e soprattutto grazie alle vedute moderne di questi ultimi, la famiglia Fontaneto è riuscita ad imprimere alla propria organizzazione un’impronta dinamica e flessibile in grado di essere aperta e disponibile a ogni esigenza per offrire alla clientela quei servizi di puntualità, sicurezza e comodità che hanno sempre contraddistinto la Saf.

Questa formula si è rivelata un successo fin dai primi tempi e ha permesso all’azienda di affrontare e superare le difficoltà iniziali e di mantenere inalterata la sua linea programmatica di qualità del servizio. Attualmente la Saf è un’organizzazione efficiente, sempre pronta a soddisfare ogni tipo di esigenza nel campo dei viaggi turistici e capace di affiancarsi degnamente a quelle imprese che hanno contribuito a sviluppare e potenziare, nelle province di Novara e Verbano-Cusio-Ossola, il settore del turismo e delle comunicazioni stradali. L’attuale flotta comprende ben 21 autobus Neoplan tra cui 2 Starliner, il nuovo Cityliner e 18 Euroliner.

In produzione un autobus ibrido HELSINKI - Nel corso di quest’anno, DaimlerChrysler presenterà il primo prototipo dell’autobus MercedesBenz Citaro a propulsione ibrida diesel-elettrica. La notizia è stata comunicata ufficialmente dalla Casa di Stoccarda in occasione del recente Congresso Mondiale Uitp per i Trasporti Pubblici a Breve Raggio tenutosi a Helsinki. Si tratta di un sistema a propulsione ibrida seriale particolarmente sofisticata dal punto di vista tecnologico, che consente un funzionamento del veicolo a emissioni zero, puramente a batteria, su brevi percorsi. Il sistema di propulsione, che sarà installato su un autobus snodato Citaro G, è inedito a livello mondiale in questa configurazione. A partire dal 2008 inizierà la sperimentazione pratica dell’autobus, la cui produzione in serie è prevista per il 2009. Andreas Renschler, membro del Consiglio Direttivo DaimlerChrysler Responsabile del Truck Group e del comparto Autobus del Gruppo, dichiara: “Con i veicoli diesel-elettrici di Orion in Nord America, Mercedes-Benz in Europa e Mitsubishi Trucks in Asia, DaimlerChrysler possiede la più lunga e vasta esperienza nel campo dei sistemi di propulsione alternativa per veicoli industriali. Di conseguenza, il nuovo Citaro a propulsione ibrida rappresenta un passo importante in direzione di una guida economica ad emissioni zero e quindi per la difesa dell’ambiente”. Renschler ha anche sottolineato come la sofisticata tecnologia di propulsione ibrida, pur garantendo un risparmio di carburante pari al 30 per cento rispetto agli attuali sistemi, richiede ancora un supporto finanziario: “Allo scopo di rendere conveniente per clienti e produttori questa tecnologia, più costosa anche di un terzo rispetto ai sistemi di propulsione tradizionali, abbiamo bisogno evidentemente di un supporto politico e pubblico, ad esempio attraverso sovvenzioni e partnership tra pubblico e privato”.


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MOBILITÀ

IL MONDO DEI TRASPORTI • Giugno 2007

TELMO ROBALINO-UREÑA DIRETTORE COMMERCIALE MERCEDES-BENZ EVOBUS ITALIA

“La nostra forza sta nel prodotto” di Paolo Altieri BOMPORTO DI SORBARA - Ha assunto l’incarico di direttore commerciale per il marchio Mercedes-Benz nell’ambito di EvoBus Italia all’inizio di un anno che si sta rivelando per il mercato dell’autobus non ancora in ripresa. I primi mesi, infatti, dicono che ordini, vendite e consegne, sia nel settore della linea che in quello del turistico, confermano l’andamento del 2006 per un verso a causa della cronica mancanza di finanziamenti da parte delle Regioni per il rinnovo dei parchi, per l’altro per la perdurante incertezza politica ed economica che rallenta le decisioni anche degli operatori privati più coraggiosi. Ma Telmo Robalino-Ureña non fa sfoggio di eccessivo pessimismo, che considera “alla stregua del classico bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto”. “Certo, la situazione - sottolinea - non è per nulla facile, ma noi alla EvoBus contiamo ugualmente di poter portare a termine l’anno con un bilancio positivo per il marchio Mercedes-Benz, grazie a una gamma di prodotti assolutamente competitiva, a una serie di importanti consegne già programmate, e naturalmente al nostro impegno quotidiano che ha un solo obiettivo: essere vicino ai clienti, interpretare le loro esigenze, trovare insieme delle soluzioni per consentire loro di evolversi nonostante la perdurante congiuntura negativa”. Telmo Robalino-Ureña, 54 anni, origini equadoregne, laurea in ingegneria meccanica conseguita all’Università di Colonia in Germania dove ha conosciuto anche la moglie Ulrike, tre figli (Melanie, 28 anni, Christian di 27 e Sebastian di 19, la prima nata in Germania, gli altri due in Equador), opera in quel di Bomporto solo da pochi mesi, ma ha tutta l’aria di aver compreso esattamente i tanti risvolti che si nascondono nelle pieghe del suo incarico e soprattutto di un mercato complesso come quello italiano. Di esperienza ne ha da vendere e, se è vero che lui è soprattutto un tecnico, ritiene che questa sua formazione professionale costituisce una base fondamentale nel suo approccio con i clienti, che è gente, sia nel settore pubblico che in quello privato, per la quale l’autobus è uno strumento di lavoro di cui conoscono tutti i segreti e del quale sanno soppesare ogni elemento che poi deve concorrere alla sua migliore redditività. Telmo RobalinoUreña è in DaimlerChrysler fin dal 1991 dopo precedenti esperienze sempre nel settore dell’automotive. Con il Gruppo di Stoccarda ha ricoperto importanti incarichi in varie parti del mondo. Ha conosciuto il nostro mercato fin da quando dalla Germania era responsabile anche dell’Italia, dove finalmente è approdato con sua grande soddisfazione. Lo abbiamo incontrato il mese scorso nella sede della EvoBus e abbiamo avuto il piacere di scoprire un manager che fa della concretezza la sua ragion di vita. Da cinque mesi Lei è alla guida del marchio Mercedes-Benz nell’ambito di EvoBus Italia, un periodo sicuramente breve per un primo bilancio ma già significativo per poter fare una prima riflessione su questo suo nuovo incarico. Come si sta trovando? Quali le maggiori difficoltà che ha dovuto superare? “Se vogliamo, l’aspetto veramente nuovo da affrontare è stato di ordine logistico. Cambiare Paese, città, casa è sempre un po’ traumatico. Ma in famiglia siamo abituati, avendo trascorso lunghi anni tra l’Equador, la Germania

Una ricca gamma di modelli, capaci di rispondere a ogni tipo di esigenza per il trasporto passeggeri, di linea e turistico, è alla base delle prospettive di ulteriore sviluppo del marchio Mercedes-Benz sul mercato italiano, affidato dall’inizio dell’anno alla responsabilità di un manager che ha maturato già una grande esperienza nel Gruppo di Stoccarda per il quale lavora fin dal 1991. e il Portogallo. In un Paese come l’Italia, e soprattutto in una città come Modena a dimensione umana, non sarà dif ficile coltivare nuove amicizie. Quanto alla mia nuova attività, sa bene che ho avuto modo nel passato di conoscere anche il mercato italiano. Qui in Evobus ho trovato una bella squadra, una dozzina di ottimi venditori dedicati al settore pubblico e a quello privato, e dunque ci sono tutte le migliori premesse per far bene”. Rispetto alle sue tante e importanti esperienze fatte nell’ambito del Gruppo DaimlerChrysler, quale è lo stimolo più importante che oggi ha nell’affrontare questa nuova esperienza? “Quando si lavora con entusiasmo e professionalità, come ho sempre fatto, lo stimolo è uno solo: cercare di ottenere i migliori risultati possibili, creando ogni giorno le giuste premesse affinché questo possa realizzarsi”. Per il tipo di attività che Lei è stato chiamato a svolgere, i suoi interlocutori sono spesso rappresentanti delle istituzioni o comunque di enti pubblici e quindi altrettanto spesso personaggi politicizzati. Ha trovato facile il dialogo con loro nel nostro Paese? “La politica ha dei tratti comuni ovunque, perlomeno nei Paesi europei e quindi anche i politici si rassomigliano, anche se con qualche piccola differenza. Nella generalità in Italia gli uomini preposti alla gestione delle aziende di

trasporto pubblico sono ormai tutti dei professionisti, dei manager specializzati con i quali si discute di aspetti tecnici più che politici. Ed essendo io fondamentalmente un tecnico mi viene anche facile approfondire con loro i ricchi con tenuti tecnici dei nostri autobus, che così si trasformano in un ottimo argomento di vendita”. Entriamo più nello specifico dell’attività di EvoBus Italia con i prodotti Mercedes-Benz e più in generale del mercato dell’autobus cui i prodotti Mercedes-Benz sono destinati. Anzitutto, quale sarà secondo Lei l’andamento del mercato quest’anno e quali gli elementi che lo caratterizzeranno? “È pur vero che i dati di mercato di questi primi mesi dell’anno non sono positivi. Ritengo però che il bilancio finale dovrebbe segnare le stesse cifre dello scorso anno nel settore del finanziato, mentre una sensibile flessione dovrebbe riguardare il mercato dei turistici. In questo scenario EvoBus Italia, con il marchio Mercedes-Benz punta a un volume di autobus, equamente distribuiti tra linea e turistico, che dovrebbe rappresentare una piccola, ma importante, crescita rispetto al risultato conseguito nel 2006”. Parliamo delle consegne che EvoBus Italia andrà a fare quest’anno con la gamma Mercedes-Benz ... “Entro la fine dell’anno abbiamo l’impegno di consegnare 140 veicoli, tra Citaro, Tourino e De Simon realiz-

Può dare un’indicazione anche di come Mercedes-Benz si muove nell’im portante segmento di mercato dei minibus? “L’offerta Mercedes-Benz si estende anche ai minibus, disponibili nelle versioni urbana, interurbana e turismo, prodotti nella nostra fabbrica di Dortmund in Germania sulla base di telai e furgoni Mercedes-Benz Van. Non solo, ma siamo gli unici a offrire minibus con pianale completamente ribassato, il che è garanzia di una migliore abitabilità e vivibilità. Naturalmente sul mercato operano tante carrozzerie che producono minibus con il marchio della Stella utilizzando telai e furgoni della linea van che vengono loro forniti da DaimlerChrysler Italia”.

zati su telai Mercedes-Benz, all’Ente Autonomo Volturno di Napoli. Altri 100 autobus Citaro e Integro devono essere consegnati alla società di trasporti regionali Agi di Milano, nostro cliente storico, ancora altri 100 veicoli, tutti Citaro in varie versioni, all’azienda Arst di Cagliari, mentre forniture importanti, anche se non così consistenti, riguardano altre aziende di trasporto pubblico nelle varie parti dell’Italia”. Quale invece lo stato dell’arte della fornitura all’Atm di Milano con la quale vi siete aggiudicati una gara di 300 autobus? “Anche in questo caso si tratta di Citaro e il programma prevede la consegna di 100 unità nel 2008, 100 nel 2009 e 100 nel 2010. Un aspetto importante è rappresentato dal fatto che, con l’eccezione di Napoli dove i veicoli da consegnare quest’anno hanno motorizzazioni Euro 4, tutte le altre forniture sono costituiti da MercedesBenz con propulsori in linea con la normativa antinquinamento Euro 5, a testimonianza di una sempre maggiore attenzione per la difesa dell’ambiente da parte delle aziende di trasporto passeggeri, anche se l’offerta di tecnologie per un impatto ambientale ancora più efficace, già disponibili, non viene ancora recepita al meglio dalle aziende di trasporto, non tanto per mancanza di volontà quanto per i problemi strutturali che molti non sono in grado di affrontare dal punto di vista economico”.

Il Mercedes-Benz Citaro, costruito negli stabilimenti di Mannheim, punta avanzata dell’offensiva Evobus su tutti i mercati.

In autunno è in programma il Salone dell’Autobus di Verona, preceduto il mese prima da quello di Courtrai in Belgio. Saranno queste le occasioni per vedere novità di prodotto firmate Mercedes-Benz? “Intanto confermo la nostra partecipazione al Bus & Bus di Verona, mentre la presenza al Salone di Courtrai è di competenza della Casa madre EvoBus, che evidentemente sarà presente in forze. Quanto ai prodotti, oggi disponiamo di una gamma di veicoli di estrema qualità, che evidentemente è in continuo affinamento anche in funzione delle particolari richieste della clientela. La gamma va appunto dai minibus fino al nuovo “CapaCity” da 20 metri e con una capacità di 190 passeggeri. E chissà che non maturino le condizioni per poterlo offrire anche sul mercato italiano”. Quale è oggi la geografia produttiva degli autobus Mercedes-Benz? “Il Citaro, la cui prima versione ha debuttato nel 1997, viene costruito a Mannheim, il Travego (1999 la data di nascita) in Turchia, il Tourino (2003) in Portogallo, il Turismo (2004) in Turchia, l’Integro (1996) a Ulm, i minibus (2002 l’anno di nascita del primo minibus Sprinter) a Dortmund. Tutti i modelli hanno subito nel corso degli anni una profonda evoluzione sotto il profilo del design, del comfort interno, delle motorizzazioni, delle loro caratteristiche meccaniche ed è anche questo il segreto del loro costante successo”. Alla fine dell’intervista Telmo Robalino-Ureña, che aveva esordito un po’ guardingo, attento alle parole da dire, anche se il suo italiano possiamo definirlo quasi perfetto, si fa prendere da qualche confidenza. Confessa che è un grande appassionato di calcio e che divide la sua fede calcistica per il Milan in Italia, lo Stoccarda in Germania, il Real Madrid in Spagna e il Benfica in Portogallo. Ci dice anche che del suo Equador ha conservato l’amore per la montagna, che i 10 anni trascorsi in Germania hanno affinato il suo carattere sul piano della disciplina e del rigore e che nei 6 anni vissuti in Portogallo ha fat to propria le virtù della pazienza, della tranquillità e della calma, indispensabili per focalizzare i problemi della quotidianità. In famiglia è anche artefice appassionato di cortometraggi e filmati in occasione delle ricorrenze festive, che poi si diverte a archiviare sul computer. Girare da un angolo all’altro dell’Italia per visitare e parlare con i clienti è un impegno che assolve con entusiasmo, anche perché ama guidare l’automobile (dispone di una Mercedes-Benz Classe E). Quando gli dico che ho un nipotino di 2 anni, i suoi occhi brillano e riflette a voce alta: “Chissà quando ... io ... spero presto”.


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IL MONDO DEI TRASPORTI • Giugno 2007

GRUPPO ARRIVA / IMPORTANTE CONVEGNO SULLA PRIVATIZZAZIONE DEL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE

Un’esigenza sempre più urgente autorevoli dal punto di vista industriale, per incentivare la qual cosa in Friuli Venezia Giulia stiamo pensando anche a nuove regole che premino gli operatori più virtuosi tramite, ad esempio, meccanismi di bonus/malus che penalizzino o premino gli operatori dei trasporti a seconda della qualità del servizio erogato sulla base di una verifica dopo 6 anni di servizio con l’eventuale prolungamento del periodo di affidamento da 9 a 12 anni”.

di Viola Frescobaldi BERGAMO - Si è tenuto a Bergamo il convegno “La liberalizzazione del Trasporto Pubblico Locale” organizzato dal Gruppo Arriva, leader del trasporto europeo e maggior operatore privato di trasporto pubblico in Italia nonché maggior player internazionale presente nel nostro Paese in corsa per gli appalti pubblici. Molte le autorità locali intervenute all’evento ed estremamente interessanti le riflessioni che molti hanno voluto fare.

LE VERE LIBERALIZZAZIONI SONO TUTTE DA FARE

MERCATO APERTO È LA CHIAVE DI VOLTA “Un mercato aperto - ha dichiarato Lodovigo Sonego, Assessore ai Trasporti Friuli Venezia Giulia - è la chiave di volta per la modernizzazione del sistema del TPL in Italia. Non dobbiamo avere paura di aprirci e di puntare moltissimo sulle gare sapendo che il nostro obiettivo è la qualità del servizio agli utenti piuttosto che l’identità di chi lo offre. In Friuli Venezia Giulia stiamo puntando moltissimo sulle gare: stiamo già organizzando il secondo round di questa nuova politica, introducendo ulteriori elementi di liberalizzazione puntando fra integrazione totale fra servizio su gomma, rotaia e servizio marittimo”. “L’Italia - ha continuato Sonego necessita che anche nel settore del TPL nascano e si consolidino protagonisti

Le Regioni Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e le Province di Bergamo, Brescia, Lecco, Torino e Trieste concordi nel rilanciare la partnership con operatori privati come chiave di volta per sviluppare la mobilità locale.

Marcello Raimondi, Presidente della V Commissione Trasporti della Regione Lombardia ha sottolineato che “in Italia non si riescono a fare delle vere liberalizzazioni a causa di una tradizione di tutele e di risorse inadeguate con cui anche la Regione Lombardia, essendo a statuto ordinario, deve fare i conti. L’obiettivo per noi è comunque quello di fornire un servizio di trasporto veramente liberalizzato e, in questo senso, vi è un consenso forte e diffuso da parte delle forze politiche che governano la nostra Regione. La stessa istituzione della nostra Commissione testimonia una volontà di accelerazione di questo processo. In questo momento la Commissione sta compiendo indagini ad ampio spettro sullo stato della liberalizzazione, anche ferroviaria.” “I nostri obiettivi - ha affermato dal suo canto Mario Rossetti, Dirigente Trasporti della Regione Lombardia -

LE AZIENDE DEL GRUPPO ARRIVA IN ITALIA S.A.B. Autoservizi s.r.l. - Bergamo Capogruppo delle aziende italiane del gruppo Arriva nonchè del Gruppo SAB, ha festeggiato un secolo di attività nel 1981. Oltre al servizio di trasporto pubblico di linea, la società eroga servizi di noleggio da rimessa, servizi finalizzati e servizi di linea gran turismo. Dal 1 gennaio 2005 gestisce, insieme ad altri operatori presenti sul territorio, il servizio di trasporto pubblico extraurbano della Provincia di Bergamo attraverso le società consortili Bergamo Trasporti Est, Ovest e Sud di cui detiene complessivamente il 62 per cento del capitale. Fornisce inoltre servizio nella rete urbana di Bergamo, il cui contratto di servizio è gestito da ATB. Il fatturato dell’anno 2006 ammonta a complessivi 37 milioni di euro. Opera con una flotta di 419 autobus e impiega 413 dipendenti. Sviluppa percorrenze complessive per 13,9 milioni di vett-km ogni anno. Il Presidente è l’Ing. Bruno Isabella e l’Amministratore Delegato e Direttore Generale è l’Ing. Cesare Salerno.

SIA s.p.a. - Brescia Storica azienda bresciana, opera nel settore del trasporto pubblico di persone dal 1935. L’attività di SIA si sviluppa prevalentemente nel trasporto pubblico locale interurbano ed extraurbano, l’Azienda gestisce altre attività legate al settore quali i servizi di noleggio da rimessa e i servizi finalizzati. Dal 1 gennaio 2005 gestisce, insieme ad altri operatori presenti sul territorio, il servizio di trasporto pubblico extraurbano della Provincia di Brescia attraverso le società consortili Trasporti Brescia Nord e Trasporti Brescia Sud di cui detiene complessivamente il 51 per cento del capitale.Fornisce inoltre servizio suburbano nell’area urbana allargata di Brescia, il cui contratto di servizio è gestito da Brescia Trasporti. Il fatturato dell’anno 2006 ammonta a complessivi 32 milioni di euro. Opera con una flotta di 302 autobus e impiega 376 dipendenti. Sviluppa percorrenze complessive per 12,6 milioni di vett-km ogni anno. Il capitale sociale è interamente detenuto dalla SAB Autoservizi di Bergamo. Il Presidente è l’Ing. Ambrogio Benaglio e l’Amministratore Delegato è l’Arch. Luca Del Barba.

SAIA Trasporti s.p.a. - Brescia Nata nel 2001 dalla fusione di rami d’azienda dell’ex-SAIA Bus, della Del Barba V., della SIA e della APTV di Verona. Oltre al servizio di trasporto pubblico di linea, la società eroga servizi di noleggio da rimessa, servizi finalizzati e servizi di linea gran turismo. Dal 1 gennaio 2005 gestisce, insieme a SIA e ad altri operatori presenti sul territorio, il servizio di trasporto pubblico extraurbano della Provincia di Brescia attraverso le società consortili Trasporti Brescia Nord e Trasporti Brescia Sud di cui detiene complessivamente il 43 per cento del capitale. È inoltre attiva nel servizio urbano di Desenzano. Il fatturato dell’anno 2006 ammonta a complessivi 18 milioni di euro. Opera con una flotta di 162 autobus e impiega 159 dipendenti. Sviluppa percorrenze complessive per 7,3 milioni di vett-km ogni anno. Il capitale sociale è detenuto per l’88 per cento dalla SAB Autoservizi di Bergamo e per il restante 12 per cento dall’APTV di Verona. Il Presidente è l’Ing. Ambrogio Benaglio e l’Amministratore Delegato è l’Arch. Luca Del Barba.

SAL Servizi Automobilistici Lecchesi s.r.l. - Lecco La SAL di Lecco costituita nel 1907 è stata acquisita nel 1992 dalla SAB Autoservizi di Bergamo. È cresciuta negli anni attraverso l’acquisizione di

I dieci satelliti di un pianeta varie realtà presenti sul territorio. Oltre al servizio di trasporto pubblico di linea, la società eroga servizi di noleggio da rimessa e servizi finalizzati. Dal 1 luglio 2005 gestisce, insieme ad altri operatori presenti sul territorio, il servizio di trasporto pubblico della Provincia e del Comune di Lecco attraverso la società consortile Lecco Trasporti di cui detiene il 57 per cento del capitale. Il fatturato dell’anno 2006 ammontava a complessivi 8,5 milioni di euro. Opera con una flotta di 109 autobus e impiega 105 dipendenti. Sviluppa percorrenze complessive per 3,6 milioni di vett-km ogni anno. Il capitale sociale è interamente detenuto dalla SAB Autoservizi di Bergamo. Il presidente è l’Ing. Cesare Salerno e il Direttore Generale, l’Ing. Marco Martinelli.

KM s.p.a. - Cremona Nata nel gennaio 2001 dalla fusione del ramo d’azienda cremonese della ex-SAIA Bus e del settore dei trasporti urbani dell’AEM di Cremona. Oltre al servizio di trasporto pubblico di linea, la società eroga servizi di noleggio da rimessa, scuolabus e servizi finalizzati. Dal 1 luglio 2004 gestisce, insieme ad altri operatori presenti sul territorio, il servizio di trasporto pubblico della Provincia di Cremona attraverso la società consortile Cremona Trasporti di cui detiene il 62 per cento del capitale. L’azienda gestisce inoltre il trasporto urbano della città di Cremona. Il fatturato dell’anno 2006 ammonta a complessivi 10 milioni di euro. Opera con una flotta di 105 autobus e impiega 121 dipendenti. Sviluppa percorrenze complessive per 4,4 milioni di vett-km ogni anno. Il capitale sociale della KM è detenuto al 51 per cento dalla AEM s.p.a. di Cremona e al 49 per cento dalla SAB Autoservizi di Bergamo. Il Presidente è l’Arch. Pier Paolo Boldi e l’Amministratore Delegato l’Ing. Annarita Polacchini.

Trieste Trasporti s.p.a. - Trieste La società nasce nel 2000 in seguito all’aggiudicazione della gara di appalto per i servizi di trasporto pubblico locale dell’unità di gestione Triestina indetta dalla Regione Friuli Venezia Giulia. Il contratto di servizio urbano ed extraurbano della Provincia di Trieste ha la durata di 10 anni e scadrà nel 2010. Oltre al servizio di trasporto pubblico di linea, la società eroga servizi di noleggio da rimessa, servizi finalizzati e servizi marittimi. Il fatturato dell’anno 2006 ammonta a complessivi a 62 milioni di euro. Opera con una flotta di 274 autobus e impiega 839 dipendenti. Sviluppa percorrenze complessive per 13,7 milioni di vett-km ogni anno. SAB Bergamo e SIA Brescia detengono complessivamente il 40 per cento del capitale sociale della società, il 60 per cento dell’Azienda per la Mobilità Territoriale (A.M.T.) e 1 azione di RATP. Il Presidente è il Dott. Dario Fischer, l’Amministratore Delegato è il Dott. Cosimo Paparo e il Direttore Generale è il Dott. Pier Giorgio Luccarini.

Autoservizi F.V.G. s.p.a. SAF - Udine Dal 1 gennaio 2001, SAF in seguito alla trasformazione dell’ATI (SAF, Saita e ATM di Udine) in S.p.A., è concessionaria unica per il trasporto pubblico locale urbano ed extraurbano dell’Unità di Gestione Udinese fino al 2010. Oltre la gestione dei servizi urbani ed extraurbani, la società eroga servizi di noleggio da rimessa, servizi finalizzati, servizi di gran turismo nazionale e internazionale, servizi marittimi e fluviale. Il fatturato dell’anno 2006 ammonta a complessivi 54,1 milioni di euro. Opera con una flotta di 476 autobus e impiega 632 dipendenti. Sviluppa percorrenze complessive per 21,2 milioni di vett-km ogni anno. SAB Autoservizi di Bergamo detiene il 60 per cento del capitale sociale della società. Il Presidente è Luigi Arsellini, l’Amministratore Delegato è il Rag. Silvano Barbiero e il Direttore Generale l’Ing. Gino Zottis.

RTL s.r.l. - Imperia Nata nel 2003 per gestire in subaffidamento le linee extraurbane dell’azienda Riviera Trasporti nella Provincia di Imperia. Il fatturato dell’anno 2006 ammonta a complessivi 2,4 milioni di euro. Opera con una flotta di 27 autobus e impiega 34 dipendenti. Sviluppa percorrenze complessive per 1 milione di vett-km ogni anno.

SADEM s.p.a. - Torino Viene costituita nel 1941, in Dalmazia e Montenegro da cui la denominazione Società Autotrasporti della Dalmazia e Montenegro e nel periodo bellico, l’azienda viene trasferita a Torino per le esigenze dell’allora azionista, gruppo Fiat, tra cui quelle di curare la mobilità delle maestranze dei vari stabilimenti. Attualmente la società opera nel trasporto pubblico locale in Piemonte e Valle d’Aosta e ha svolto un ruolo di primo piano nei Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006. Oltre la gestione dei servizi extraurbani, la società eroga servizi di noleggio da rimessa, servizi finalizzati e servizi di gran turismo. Il fatturato dell’anno 2006 ammonta a complessivi 13,8 milioni di euro. Opera con una flotta di 98 autobus e impiega 136 dipendenti. Sviluppa percorrenze complessive per 6,6 milioni di vett-km ogni anno. SAB Autoservizi di Bergamo detiene l’ 80 per cento del capitale sociale della società. Il Presidente è l’Ing. Cesare Salerno e l’Amministratore Delegato è l’Ing. Nicola Proto.

SAPAV s.p.a. - Pinerolo Viene costituita nel 1911 (Società Automobilistica Perosa e Alte Valli) per specifico volere della Fiat con sede a Perosa Argentina. Attualmente la società opera nel settore del trasporto pubblico locale nelle valli che hanno ospitato i Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006. Oltre la gestione dei servizi extraurbani, la società eroga servizi di noleggio da rimessa, servizi finalizzati e servizi di gran turismo. Il fatturato dell’anno 2006 ammonta a complessivi 15,0 milioni di euro. Opera con una flotta da 148 autobus e impiega 204 dipendenti. Sviluppa percorrenze complessive per 7,5 milioni di vett-km ogni anno. SAB Autoservizi di Bergamo detiene l’ 80 per cento del capitale sociale della società. Il Presidente è l’Ing. Ambrogio Benaglio e l’Amministratore Delegato è l’Ing. Nicola Proto.


MOBILITÀ 53

IL MONDO DEI TRASPORTI • Giugno 2007

NUOVI AUTOBUS EEV PER TRIESTE TRASPORTI

Priorità alla difesa dell’ambiente

Marcello Raimondi, Presidente della V Commissione Trasporti Lombardia.

Giulio Boscagli, Dirigente Trasporti della Regione Lombardia.

sono quelli di muovere persone e merci e non mezzi, di raggiungere efficienza ed efficacia dei servizi, governo della spesa e il coinvolgimento di Regione e Enti locali sul trasporto, quale loro progetto. Sono gli enti i depositari del potere d’indirizzo dello sviluppo del loro territorio. Il problema dei trasporti, oltre che di risorse, è un problema culturale e di lungimiranza progettuale”. Sem pre per la Regione Lombardia, Giulio Boscagli, Dirigente Trasporti, ha affermato: “Stiamo procedendo al rinnovo di un quarto di parco mezzi per ovviare all’osbolescenza del trasporto pubblico. La Lombardia è totalmente sottodimensionata rispetto alle sue esigenze di mobilità, anche dal punto di vista infrastrutturale. Le risorse per il TPL sono ferme da tempo immemore. Per questo motivo, la Regione pone

un’attenzione particolare all’operatore privato come partner per lo sviluppo del TPL. Ben vengano, quindi, importanti operatori internazionali di settore, come il Gruppo Arriva”. FONDAMENTALI GLI INDICATORI DI QUALITÀ Lorenzo Marchisio, Direttore del Trasporto Pubblico Locale del Piemonte, ha puntualizzato che “la Regione Piemonte ha cercato di spingere sull’acceleratore verso la liberalizzazione del TPL e l’avvio delle gare. Al fine di migliorare il servizio, uno dei punti per noi fondamentali è stato quello di introdurre nelle gare e nella gestione del TPL meccanismi che ne garantissero l’evoluzione sulla base di indicatori di qualità. Il nostro programma prevede,

TRIESTE - La prima città italiana che ha adottato i nuovi autobus Iveco/Irisbus dotati di motorizzazione EEV (Enhanced Environmentally-friendly Vehicle ) è Trieste. Si tratta di veicoli a basso impatto ambientale che attualmente risultano essere gli autobus diesel più innovativi ed ecologici presenti sul mercato, tanto da anticipare le restrittive normative europee che entreranno in vigore a partire dal 2012. La tabella evidenzia i valori migliorativi per gli EEV rispetto alle prescrizioni Euro 4 e Euro 5. In particolare, due grossi vantaggi di questo tipo di motorizzazioni si riscontrano nella bassa fumosità e nell’abbattimento dei livelli di emissioni del particolato e del NOx. Trieste Trasporti S.p.A., mantenendo fede agli impegni societari, nell’ottica di rinnovare il proprio parco mezzi, ha attualmente messo in esercizio 17 autobus Irisbus Iveco modello Cityclass EEV da 10,8 metri e 5 autobus Irisbus Iveco modello Europolis EEV da 9 metri. Nel prossimo mese di giugno è inoltre già pianificato l’acquisto di ulteriori 25 autobus Cityclass EEV, portando in questo modo al 19 per cento la componente ecologicamente avanzata della flotta. I nuovi autobus sono riconoscibili anche per la nuova livrea adottata bicolore grigio-azzurro, a richiamare i co-

fra le altre cose, la costituzione di un comitato tecnico di esperti ‘misto’ col ruolo di controllo del servizio in merito proprio al rispetto di tali parametri”. Molto apprezzato anche l’intervento di Marcello Panettoni, presidente di Asstra. “Chiediamo al Governo - ha detto - una svolta veramente chiara a favore del TPL sui temi della mobilità delle persone, come sta accadendo in tutta Europa. Chiediamo anche un progetto industriale per questo settore. Viviamo, come imprenditori, in un clima di incertezza di prospettive industriali sconfortante. Chiediamo la creazione di condizioni autentiche di mercato. Regole chiare, certe e durevoli. Chiediamo agli enti locali la creazione di uffici adeguati al processo di integrazione e liberalizzazione. Se tutto questo si realizzerà, noi pensiamo di poter

Nasceva nel 1980 in Inghilterra uno dei grandi operatori internazionali del trasporto passeggeri

Cinque anni fa lo sbarco in Italia BERGAMO - Il Gruppo Arriva è una delle più grandi organizzazioni d’Europa che fornisce servizi di trasporto per passeggeri. Gestisce più di 24.000 mezzi di trasporto in 8 nazioni (Gran Bretagna, Germania, Svezia, Danimarca, Paesi Bassi, Italia, Spagna e Portogallo) con più di 30.000 dipendenti e garantisce ogni anno più di un miliardo di corse. Nelle città e nei paesi di tutta Europa, il Gruppo Arriva, con sede a Sunderland in Inghilterra e guidato da Sir Richard Broadbent, rappresenta una parte importante della vita di molte persone che, servendosi dei suoi autobus, treni, taxi, veicoli a noleggio - e in Danimarca e in Italia perfino dei nostri traghetti - si recano al lavoro, a scuola e fanno affidamento sui suoi servizi per fare shopping, per attività di socializzazione, per le visite turistiche e innumerevoli altre attività tipiche del tempo libero. Non ci sono dubbi che, in alcune aree, indurre le persone ad abbandonare il proprio mezzo privato di trasporto a favore dei trasporti pubblici è una sfida. Ma la sfida diventa senz’altro più agevole se le opzioni a cui affidarsi sono più invitanti. “Sappiamo - dicono nei piani alti del Gruppo Arriva - che cosa possiamo fare e sappiamo che cosa dobbiamo fare. Ma il successo non può essere raggiunto dai soli operatori. La creazione e il mantenimento di rapporti saldi e duraturi, instaurati sia localmente che con i nostri partner comunitari in tutto il territorio europeo, sono un tassello fondamentale nel quadro della nostra strategia. I clienti vogliono essere portati alla loro destinazione in tutta sicurezza, con puntualità e con la minor confusione possibile. Per noi, questo, è l’obiettivo irrinunciabile, il

trasporto pubblico deve essere una scelta realmente possibile per tutti”. La storia di Arriva Group in Italia è abbastanza recente. 2002: Arriva annuncia l’acquisizione della SAB Autoservizi di Bergamo, a cui fanno capo le aziende del Gruppo SAB, entrando in maniera significativa nel mercato autobus italiano. 2003: Le aziende lombarde del Gruppo SAB partecipano alle prime gare d’appalto indette dai vari Enti territoriali per l’assegnazione dei servizio di trasporto sulle reti già gestite dalle medesime società e risultano aggiudicatarie anche attraverso la formazione di consorzi con altre aziende locali. 2004: Arriva acquisisce una partecipazione del 49 per cento dell’operatore autobus SAF di Udine con l’opzione per un ulteriore 11 per cento. 2005: Arriva incrementa la presenza in Italia acquisendo la SADEM e la SAPAV, due società di servizi autobus che operano nei pressi di Torino. Incrementa inoltre la propria partecipazione in SAIA Trasporti di Brescia, acquisendo un ulteriore 42 per cento per raggiungere l’88 per cento del capitale sociale, in SAF di Udine arrivando a detenere il 60 per cento del capitale sociale e in Trieste Trasporti salendo al 35 per cento. Attualmente le società detenute o partecipate da Arriva in Italia sono le seguenti: SAB Autoservizi di Bergamo, SIA Autoservizi di Brescia , SAIA Trasporti di Brescia, SAL di Lecco, KM di Cremona, Trieste Trasporti di Trieste, SAF - Autoservizi F.V.G. di Udine, SADEM di Torino, SAPAV di Pinerolo (TO) e RTL di Imperia.

lori aziendali. Attualmente Trieste risulta essere la città italiana dotata del parco autobus più giovane, con una età media di poco più di 4 anni e con veicoli a basso impatto ambientale: infatti già nel 2003, circa il 50 per cento dei chilometri sviluppati dalla T.T. veniva svolto con mezzi dotati di motorizzazione almeno Euro 3. Nel 2005 sono stati sostituiti tutti gli autobus con motori Euro 0 (seconda città in Italia dopo Milano) e nei primi mesi del 2006 sono stati alienati tutti i bus motorizzati Euro 1. Oltre il 50 per cento della flotta è dotata di sistemi di abbattimento delle emissioni di particolato.

Emissioni in base alle normative vigenti CO HC NOx PM Fumosità

Euro 4 1,50 g/kWh 0,46 g/kWh 3,50 g/kWh 0,02 g/kWh 0,50 m-1

rispondere adeguatamente alla sfida dello sviluppo del TPL in Italia. L’esperienza del Gruppo Arriva è la dimostrazione del fatto che quando ci sono capitali e capacità tecnologica e industriale, è possibile lavorare insieme in modo efficace e che il nanismo delle aziende italiane si può superare, ponendoci in un’ottica di servizio a clienti, non più ad utenti”. “L’interesse di gruppi internazionali come Arriva - gli ha fatto eco Nicola Biscotti, Presidente di Anav - è simbolo di fiducia nei confronti dello sviluppo del nostro mercato del TPL. Che in Italia manchi una politica industriale nel settore del TPL è sotto gli occhi di tutti, anche se stiamo finalmente indirizzandoci in tal senso. Tale politica non può essere rinviata ulteriormente e deve essere fatta guardando all’investimento, in particolare, in infrastrutture e mezzi: in Italia abbiamo il parco rotabile più vecchio d’Europa! Noi riponiamo molta speranza che il tavolo governativo, creato dopo la firma dell’ultimo rinnovo contrattuale, affronti problemi reali come questi e che venga intrapreso un dialogo costante e non più solo saltuario fra Pubblica Amministrazione e imprese”. “Auspico - ha concluso David Martin, Capo dell’Esecutivo di Arriva - che si abbia il coraggio di investire e sviluppare anche in Italia in una soluzione integrata di trasporto pubblico, che appoggi lo sviluppo economico delle regioni. Cambiare mentalità è un proces-

Euro 5 1,50 g/kWh 0,46 g/kWh 2,00 g/kWh 0,02 g/kWh 0,50 m-1

EEV 1,50 g/kWh 0,25 g/kWh 2,00 g/kWh 0,02 g/kWh 0,15 m-1

so lungo ma questo non significa che non sia possibile. Tutti mi accusano di essere un ottimista ma io ho fiducia perché oggi ci sono tante persone che in dirizzano i propri sforzi in questa stessa direzione.” CAMBIARE LA MENTALITÀ Nutrita anche la schiera dei rappresentanti delle Province. Tra gli altri, presenti all’evento l’assessore ai Trasporti della Provincia di Brescia Valerio Prignacchi, l’Assessore della Provincia di Torino Franco Campia, l’Assessore della Provincia di Trieste Ondina Barduzzi e della Provincia di Lecco Sergio Fumagalli, nonché il Presidente della Provincia di Bergamo Valerio Bettoni che ha dichiarato: “La provincia di Bergamo è una realtà fortemente industrializzata dove il traffico aumenta ogni giorno. L’abitudine sempre più diffusa è quella di usare la macchina per qualsiasi spostamento. Nelle nostre comunità avremo sempre più bisogno di soddisfare le esigenze di mobilità grazie all’incremento del trasporto pubblico. Per far fronte a questo, occorre cambiare mentalità ma anche migliorare l’organizzazione del trasporto stesso. Forte in questo senso l’impegno della Provincia, che ha investito sia in viabilità che in muovi mezzi. Recentemente sono stati acquistati dei nuovi pullman che andranno a sostituire i mezzi più obsoleti”.

I NUMERI DEL GRUPPO ARRIVA Aziende

Bus

SAB SIA SAIA SAF SAL KM RTL TT SADEM SAPAV

419 302 162 476 109 105 27 274 98 148 2.120

Totale

Dipendenti

Km/anno (in mil.)

Fatturato (in mil. €)

% possesso

413 376 159 632 105 121 34 839 136 204

13,9 12,6 7,3 21,1 3,6 4,4 1,0 13,7 6,6 7,5

37,1 32,2 17,6 55,1 8,5 10,0 2,4 62,0 13,8 15,0

100 100 88 60 100 49 80 35 80 80

3.019

91,8

253,7


54

MOBILITÀ

IL MONDO DEI TRASPORTI • Giugno 2007

SCANIA BUS / PRESENTATO L’AUTOBUS IBRIDO ALIMENTATO A BIOETANOLO di Fabio Basilico SÖDERTÄLJE - Debutta a livello mondiale l’autobus ibrido di Scania alimentato a bioetanolo. Ormai abituati a considerare quella ambientale una sfida sempre all’ordine del giorno, suscita interesse ogni nuova proposta che i costruttori propongono all’attenzione dell’opinione pubblica. Scania propone la sua soluzione di autobus del futuro: un urbano a pianale totalmente ribassato che riduce le emissioni di CO2 fino al 90 per cento grazie all’alimentazione a bioetanolo e consente di diminuire i consumi di carburante fino al 25 per cento: sono queste le caratteristiche principali dell’autobus ibrido del costruttore scandinavo, concepito per con tribuire in misura decisiva a un trasporto pubblico sostenibile.

L’urbano del futuro L’autobus del futuro? Per Scania è l’ibrido urbano a pianale totalmente ribassato che riduce le emissioni di CO2 fino al 90 per cento grazie all’alimentazione a bioetanolo e consente di diminuire i consumi di carburante fino al 25 per cento. Hasse Johansson, Vicepresidente del gruppo Ricerca e Sviluppo Scania. il motore o, adottando alcuni accorgimenti tecnici, anche al 100 per cento. Il processo di produzione di bioetanolo genera, a seconda della materia prima agricola utilizzata, diversi sottoprodotti con valenza economica (destinabili, a seconda dei casi, alla mangimistica, alla coproduzione di energia elettrica e calore, etc.).

SODDISFA EURO 5 ED EEV Il “concept bus” ibrido di Scania, oltre a rispondere a tutti questi requisiti, soddisfa anche i limiti più bassi per le emissioni (Euro 5 ed EEV). Inoltre, piace ai passeggeri perché è comodo e confortevole, ai conducenti perché è manovrabile anche negli spazi più ristretti e agli operatori perché utilizza una tecnologia progettata per durare per tutta la sua vita utile. Per l’accumulo di energia sono utilizzati dei supercapacitori che, nel servizio pesante, sono molto più affidabili e duraturi delle batterie. Presentato per la prima volta al Congresso UITP sul trasporto pubblico che si è tenuto a Helsinki dal 21 al 24 maggio, il nuovo “concept bus” Scania è il risultato di un progetto di sviluppo di tre anni condotto allo Scania Technical Centre di Södertälje, in

RITORNO ALLA NATURA L’uso di carburanti di origine vegetale per autotrazione - in particolare di etanolo - risale ai primi del ’900 quando Henry Ford ne promosse l’utilizzo, tan to che nel 1938 gli impianti del Kansas producevano già 18 milioni di galloni/anno di etanolo (circa 54.000 t/anno). L’interesse americano per l’etanolo scemò dopo la seconda guerra mondiale in conseguenza dell’enorme disponibilità di olio e gas, ma negli anni ’70, a seguito della prima crisi di petrolio, si ricominciò a parlare di etanolo e, alla fine del decennio, diverse compagnie petrolifere misero in commercio benzina contenente il 10 per

In alto e a sinistra, il “concept bus” ibrido di Scania in azione. Questo urbano d’avanguardia a pianale totalmente ribassato è equipaggiato con un motore 9 litri da 270 cavalli alimentato a bioetanolo. Svezia. “Rendere il trasporto pubblico più conveniente per attirare più passeggeri - ha dichiarato Hasse Johansson, Vicepresidente del gruppo Ricerca e Sviluppo - è il modo migliore per combattere il congestionamento del traffico e ridurre i problemi ambientali nelle città. Il “concept bus” di Scania, con il suo pianale totalmente ribassato, le sue ampie porte, il suo vano passeggeri agevolmente percorribile e il sistema di bigliettazione automatica, rappresenta un grande passo in questa direzione. Il comfort e il transito dei passeggeri sono eccezionali per un autobus urbano di tali dimensioni”. Il “concept bus” ibrido a bioetanolo dimostra con quale impegno la Casa svedese stia contribuendo alla transizione a un sistema di trasporto urbano sostenibile. Una transizione che deve

essere avviata immediatamente, visto lo stato in cui versano dal punto di vista ambientale le nostre aree urbane. “Scania non ritiene ci siano motivi per attendere altri nuovi carburanti e tecnologie - ha detto ancora il dottor Johansson - che potrebbero richiedere decenni per divenire convenienti. Il nostro innovativo concetto di trazione ibrida ci consente di migliorare l’economia operativa e ridurre le emissioni di almeno il 25 per cento mentre l’impiego del bioetanolo riduce le emissioni di CO2 fos sile fino al 90 per cento. Questa combinazione di tecnologie apre la strada a un trasporto urbano realistico e sostenibile per molti anni a venire. Sia mo davvero orgogliosi di questo risultato”. Dodici autobus convenzionali alimentati a bioetanolo e dotati di trazione ibrida Scania entreranno in servizio

regolare a Stoccolma nel 2008 e 2009 in collaborazione con SL (Storsto ckholms lokaltrafik), l’operatore del trasporto pubblico cittadino. Dieci di que sti sono in parte finanziati dalla Swedish Energy Agency. Scania ritiene che il bioetanolo sia di gran lunga il carburante rinnovabile economicamente più conveniente sul mercato attuale, se si considerano fattori come disponibilità, infrastrutture e accesso a una tecnologia collaudata. A seconda del metodo di produzione, le emissioni di CO2 fossile vengono ridotte fino al 90 per cento. L’ALTERNATIVA DEL BIOETANOLO Il bioetanolo può essere prodotto mediante un processo di fermentazione da biomasse, ovvero da diversi pro-

dotti agricoli ricchi di carboidrati e zuccheri quali i cereali, le colture zuccherine, gli amidacei e le vinacce. Le materie pri me per la produzione di bioetanolo pos sono essere racchiuse nelle seguenti classi: coltivazioni specifiche (mais, sorgo, orzo, bietola, e canna da zucchero); residui di coltivazioni agricole e forestali; eccedenze agricole temporanee e occasionali; residui di lavorazioni delle industrie agrarie e agro-alimentari; rifiuti urbani. In campo energetico, il bioetanolo può essere utilizzato come componente per benzine o per la preparazione dell’ETBE (EtilTerButilEtere), un derivato alto-ottanico alternativo al l’MTBE (MetilTerButilEtere). Può essere aggiunto nelle benzine per una percentuale che può arrivare al 20 per cento senza modificare in alcun modo

cento di etanolo, il cosiddetto gasohol, avvantaggiandosi del cospicuo sussidio fiscale concesso all’etanolo. Con l’approvazione degli emendamenti al Clean Air Act (1990) da parte del Congresso degli Stati Uniti, che imponevano un contenuto minimo di ossigeno nelle benzine destinate alle aree metropolitane più inquinate, si è ritenuto che i programmi di sviluppo per l’etanolo potessero ricevere una buona spinta. Le cose non sono andate nella direzione sperata dagli “etanolisti” per la contemporanea presenza sul mercato di una sostanza analoga più forte sia dal punto di vista economico che prestazionale, l’MTBE. Oggi, comunque, l’etanolo ripropone la sua candidatura, favorito anche dalla attenzione politica mondiale a ridurre le emissioni di CO2.


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