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IL MONDO DEI TRASPORTI

Mensile di Politica, Economia, Cultura e Tecnica del Trasporto FONDATO E DIRETTO DA PAOLO ALTIERI

€ 3,00

Vega Editrice - Monza, Italy - Anno XVI - N. 148 - LUGLIO/AGOSTO 2006

IVECO BULGARIA

Leadership sempre più solida in un mercato in crescita a pag. 14

RENAULT TRUCKS

Blainville festeggia i cinquant’anni a pag. 2

MOBILITÀ

a cura di Vincenzo Lasalvia

Il mondo del trasporto passeggeri A NAPOLI È INIZIATA LA RIVOLUZIONE

pag. 38

KAROSA PUNTA DI DIAMANTE IRISBUS

pag. 40

BUS SETTORE STRATEGICO PER SCANIA pag. 42

Rinnovata offensiva del Gruppo PSA nel mercato dei veicoli commerciali

Poste Italiane Spa -Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) Art.1, comma 1, DCB Milano

Citroën e Peugeot giocano le carte Jumper e Boxer I due veicoli, frutto della fortunata collaborazione fra il Gruppo francese e il Gruppo Fiat, così come il Ducato, si presentano sul mercato europeo rinnovati sia nell’estetica che nei contenuti tecnici, con un incremento del loro valore intrinseco e dunque in grado di rispondere ancora meglio alle esigenze di quanti lavorano nel settore della distribuzione o in quello dell’artigianato a pag. 31

a pag. 36

Volvo Trucks

Debutta il più piccolo Porta la sigla FE e si presenta con una gamma di peso che va dalle 18 alle 26 tonnellate. Si tratta della giusta via di mezzo tra i modelli FL e FM Mutti a pag. 6

DAF / Le nuove serie LF e CF

Continuo attacco al mercato Il 2006 ha già visto l’introduzione sul mercato della nuova serie XF105. Ora tocca alle nuove serie LF e CF, che propongono un nuovo design e sono caratterizzate da contenuti tecnologici all’avanguardia, tra cui la gamma completa di avanzati motori Paccar con tecnologia Scr Basilico a pag. 10

MERKER

Il mondo dei cantieri e delle costruzioni

Ritorno a Tocco

Numeri di un settore “pesante”

Quando sembrava che l’azienda abruzzese, nata con l’obiettivo di sbaragliare il campo nel settore dei semirimorchi, dovesse ingloriosamente fallire, è intervenuto il Gruppo Margaritelli per rilanciarne le grandi ambizioni Altieri a pag. 27

a cura di F. Fiorucci

New Holland: la storia abbinata alle moderne tecnologie pag. 19 Q Caterpillar: sì, come un rullo compressore pag. 20 Q Komatsu: in cantiere con il navigatore satellitare pag. 21 Q JCB: un Diesel da 1.500 cv per il lago salato pag. 22 Q Volvo CE: la ricetta svedese pag. 23 Q


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ATTUALITÀ

IL MONDO DEI TRASPORTI • Luglio/Agosto 2006

PIANETA RENAULT TRUCKS / PROSEGUE L’ESPANSIONE SUL MERCATO RUSSO

NOMINE

La losanga guarda all’Est

Véronique Adnet, segretario generale

Aperte due nuove concessionarie Renault Trucks a Togliattigrad e a Mosca, mentre è già avvenuta la consegna di dieci Premium alla RC Line. Inoltre è stata siglata una joint venture per la produzione di motori dCi 11 Euro 3 a Iaroslavi M OSCA - Due nuove concessionarie Renault Trucks sono state di recente inaugurate in Russia, a Togliattigrad e a Mosca. La prima è a sud est di Mosca, nella regione del Volga, nei pressi di Samara. La seconda è a Soinechnogorsk, a 40 km a nord-ovest della capitale ed è posizionata sull’asse viario tra Mosca e San Pietroburgo. “Queste due inaugurazioni - dice Oleg Petrov, direttore tecnico di renault Truck di Vostok - posano su solidi partenariati. Lo sviluppo di rete di assistenza rimane una nostra priorità. Il nostro piano d’azione per il 2006 pre-

vede l’apertura di dieci nuove concessionarie in Russia. Può sembrare un progetto ambizioso ma ci dà una forte

Nelly Olin su un Midlum elettrico PARIGI - In occasione del “Challenge Bibendum” tenutosi agli inizi dello scorso mese di giugno a Parigi, Nelly Olin, Ministro dell’Ecologia e dello Sviluppo durevole, ha scoperto il piacere della guida di un Renault Midlum con motorizzazione elettrica. Che faceva parte della rassegna insieme a un Midlum GNV, esempi del lavoro e delle realizzazioni di Renault Trucks in fatto di veicoli concepiti con il massimo contenimento delle emissioni gassose e sonore inquinanti, proprio grazie all’utilizzo di energie e modi di propulsione alternativa. La lotta contro l’inquinamento e la riduzione dei consumi di carburante e delle emissioni di CO2 sono obiettivi primari del programma di sviluppo delle gamme dei veicoli industriali Renault. Provando il Midlum elettrici, il Ministro dell’Ecologia ha potuto toccare con mano l’impegno Renault Trucks nella ricerca di soluzioni innovative per rispondere efficacemente alle attese della collettività e dei clienti nell’ambito del trasporto merci nel territorio urbano. Questo sforzo ha trovato applicazione anche nella commercializzazione di una gamma di veicoli alimentati a gas naturale, come il Midlum GNV, accolto sul mercato con grande successo.

spinta a proseguire sulla strada intrapresa. Volvograd, Tcheliabinsk negli Urali e Novossibirsk in Siberia sono le prossime città che vedranno sorgere altre concessionarie Renault Trucks”. Bruno Faradji, direttore tecnico di Renault Trucks International, era presente ad entrambe le inaugurazioni, e nell’occasione ha ribadito che la Russia fa parte dei paesi strategici su cui Renault Trucks ha deciso di investire a lungo termine. Il reseau Renault Trucks in Russia comprende attualmente dodici punti, vale a dire nove concessionarie e tre punti di assistenza, essendo presente a a San Pietroburgo (due location), Mosca (4), Veliky-Novgorod, Vologda, Perm, Ekaterinbourg, Togliattigrad, Kazan e Nijni-Novgorod. Per il 2006 l’obiettivo è di arrivare a 15 concessionarie e 5 punti di servizio. Nell’occasione, la società “Renaissance Container Line” (RC Line) con sede a San Pietroburgo, che esiste dal 2001 e si è specializzata nel trasporto internazionale di container, è stato il primo cliente Renault Trucks in Russia a ricevere un lotto di dieci Premium Route, dotati di trainato grande volume destinato al trasporto di container. La RC Line lavora collegando i suoi terminal di Kotka, Helsinki e Ralinga in Finlandia, operando anche a Mosca e San Pietroburgo e dintorni. Anton Larkin, direttore generale della società, ha detto che la scelta dei trucks Renault si spiega con il fatto che “questi veicoli sono adatti al nostro tipo di lavoro sia per le caratteristiche tecniche, il prezzo e il servizio che sono in

grado di fornire, e il nuovo Premium ha un motore più potente, una cabina più confortevole e un look accattivante. Anche in termini di immagine è un bel biglietto da visita per la nostra società rispetto alla concorrenza”. L’acquisto dei premium si spiega anche con l’espansione del volune di affari della RC line, che nel 2005 ha effettuato 700 viaggi per circa 14mila km percorsi. RC Line pensa di acquisire una quindicina di trattori entro la fine del 2005. MOTORI SU LICENZA AL GRUPPO GAZ Intanto a Iaroslavi è stato siglato di recente un altro accordo quadro fra il gruppo Gaz e Renault Trucks: questo accordo consentirà alla Gaz di produrre su licenza i motori dCi 11 Euro 3 a Iaroslavi. L’accordo è stato siglato fra Stefano Chmielewski, presidente di renault Trucks, e Peter Zolotarev, in rappresentanza del gruppo Gaz. I motori da 11 litri e da 412 cavalli saranno montati sui veicoli prodotti dalla Gaz e Renault Trucks penserà alla formazione del personale e all’adeguamento della rete di assistenza tecnica, oltre ovviamente a fornire i macchinari necessari alla produzione di motori. L’avvio della produzione è previsto per la metà del 2007 e la produzione annua a regime è stimata in 20mila esemplari. Questo accordo è considerato dai due partner come il primo passo di una cooperazione destinata ad ulteriori espansioni in futuro, tenendo ovviamente conto delle tendenze della clientela.

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éronique Adnet è stata nominata fin dallo scorso maggio segretario generale di Renault Trucks al posto di Yves Lacroix che, pur avendo cessato con la fine di giugno la sua attività, è entrato a far parte del Comitato esecutivo. Già direttore delle operazioni immobiliari, Véronique Adnet nella sua nuova funzione ha assunto anche la responsabilità degli affari legali, delle relazioni esterne e della comunicazione. Yves Lacroix, che ha lasciato anche la carica di direttore delle risorse umane, rimane presidente dell’Associazione Lyon Urban Trucks e Bus 2015, una struttura che rappresenta il centro di competitività consacrato ai sistemi di trasporto e merci nell’ambito urbano di cui Renault Trucks è uno dei principali protagonisti.

Gérard Amiel, direttore risorse umane

G

érard Amiel è stato nominato a partire da maggio direttore delle risorse umane di Renault Trucks al posto di Yves Lacroix. Gérard Amiel, 52 anni, già direttore della fabbrica di Blainville-sur-Orne (Calvados). Ha fatto tutta la carriera nel mondo dell’automobile, prima presso Renault poi dal 1998 in Renault Trucks.

Quasi un milione di veicoli e 1.250.000 cabine prodotti in mezzo secolo

Blainville festeggia i 50 anni Secondo centro di produzione di cabine nel mondo e prima azienda privata in Bassa Normandia, l’impianto, inaugurato nel 1956, fu destinato alla produzione di veicoli Saviem

IL MONDO DEI TRASPORTI Mensile di Politica, Economia, Cultura e Tecnica del Trasporto Direttore editoriale Cristina Altieri Condirettore editoriale Vincenzo Lasalvia Direttore responsabile Paolo Altieri Direzione, redazione e amministrazione Via Ramazzotti 20 - 20052 Monza - tel. 039/493101 - 493103 - fax 039/493102 e-mail: info@vegaeditrice.it Sede Legale Viale Sarca 89/A - 20125 Milano Editore Vega Editrice Presidente Luisella Crobu Pubblicità Co.Prom: Via Ramazzotti 20 - 20052 Monza, tel. 039/493101-2, fax 039/493102 Promozione Piero Ferrari Art Director Renato Montino Impaginazione e Fotocomposizione Varano, Busto Garolfo (Milano) Il Mondo dei Trasporti è registrato presso il Tribunale di Milano numero 327 del 4/5/1991 - Abbonamento annuo: Italia Euro 30,00, estero: Euro 51,65 Versamento sul c/c postale n. 40699209 intestato a Vega Editrice Srl, Milano Poste Italiane Spa -Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) Art.1, comma 1, DCB Milano - Distribuzione Cellofanedit: Cologno Monzese (MI) - Stampa: Ottavio Capriolo spa, Milano.

BLAINVILLE - Inaugurato nel 1956, il sito industriale di Blainville venne destinato inizialmente alla produzione dei veicoli Saviem, marca che all’epoca apparteneva all’ora Regie Renault, la stessa che qualche tempo dopo avrebbe rilevato anche la Berliet, riunendo il tutto sotto la divisione Renault Véhicules Industriels. Che poi a sua volta sarebbe passata qualche anno fa sotto le insegne del Gruppo Volvo. Oggi a Blainville si occupa, tra l’altro della produzione del modello Midlum pilastro della gamma Renault Trucks votata alle attività di distribuzione, che peraltro è stata interamente rinnovata e commercializzata a partire dallo scorso aprile.In 50 anni, l’impianto di Blainville ha costruito ben 960mila veicoli e 1.250.000 cabine. Negli ultimi sei anni, più di 150 milioni di euro sono stati investiti a Blainville per farne un centro di

eccellenza in materia di produzione industriale. Oggi più di 350 cabine vengono assemblate a Blainville ogni giorno, assicurando la totalità della produzione di cabine per Renault Trucks, dal Midlum al Magnum. La fabbrica produce e assembla anche l’insieme della gamma Midlum e dei e di componenti Renault Trucks oltre che numerosi equipaggiamenti industriali. L’anniversario dei 50 anni è stata l’occasione per organizzare in fabbrica delle giornate di porte aperte con tante iniziative d’intrattenimento. Tra queste, una mostra chiamata “Savoir-faire et passion”, che richiamava i veicoli del futuro, la Strada della Seta, la Dakar, le donne a Blainville, così come una esposizione di quadri che raggruppava le opere di sette artisti particolarmente ispirati dal sito industriale di Blainville. Più di un centinaio di opere sono state create appositamente per questo evento. Quadri, acquerelli o fotografie, ogni artista si è ispirato al mondo dei camion di Blainville, ma anche agli uomini e alle donne che vivono in fabbrica molto del loro tempo, il tutto per creare opere originali e inedite a ricordo dell’anniversario dei 50 anni. “Sono state - ha dichiarato Stefano Chmielewski, presidente di Renault Trucks - due giornate di grande entusiasmo per tutti i collaboratori dell’azienda, una fabbrica che rappresenta un asse portante dell’attività di Renault Trucks, carica di tradizione ma anche proiettata a garantire per il futuro soddisfazioni ancora migliori grazie alla passione, alla professionalità, alla serietà di quanti vi lavorano ma anche alla modernità delle strutture e alla qualità delle attrezzature di produzione”.



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ATTUALITÀ

IL MONDO DEI TRASPORTI • Luglio/Agosto 2006

VOLVO TRUCKS / INEDITA STRATEGIA PER I NUOVI VEICOLI MEDI FL E FE

Campioni della distribuzione di Ga. Mu. G OTEBORG - L’ambientazione è da film di 007. Si entra in un tunnel sotterraneo, che si spalanca davanti non appena vengono fatte scorrere due pesantissime porte in cemento armato. Un bunker dell’aviazione svedese, solitamente top secret, è la sede scelta da Volvo Trucks per presentare i suoi nuovi FL ed FE, le inedite proposte della Casa svedese con PTT rispettivamente da 12 a 18 e da 18 a 26 tonnellate. Come abbiamo in parte anticipato nel numero scorso de Il Mondo dei Trasporti, il mercato europeo degli autocarri di questa taglia è caratterizzato attualmente da condizioni molto difficili. La domanda è relativamente costante e la concorrenza spietata. Da qui la decisione di Volvo Trucks di lanciare in questo ambito un concetto del tutto inedito, che oltre a comprendere la fornitura di autocarri include anche dei servizi ai clienti per i settori della distribuzione, della raccolta dei rifiuti, della cantieristica leggera e dei trasporti comunali.

Mats Frantzen, responsabile motori del settore strategia e pianificazione di Volvo Trucks.

DEL PREDECESSORE HA SOLO IL NOME Il cuore della nuova strategia di Volvo Trucks è quindi costituita dai due nuovi modelli FL e FE. Il primo è un veicolo di ptt compreso fra 12 e 18 tonnellate. Un prodotto del tutto nuovo che del suo predecessore ha conservato soltanto il nome. Un autocarro completo, che presenta una delle catene cinematiche più attente al risparmio di carburante del mercato unita a una vasta gamma di cabine. La struttura del telaio è flessibile e può essere modificata in base alle specifiche esigenze di allestimento delle diverse aree di applicazione, come la distribuzione locale, la raccolta dei rifiuti e i servizi di soccorso, semplificando in tal modo l’intero processo produttivo. L’autocarro può poi essere ulteriormente personalizzato con una serie di pacchetti di equipag-

giamenti studiati per ogni singola applicazione. Il cuore del nuovo Volvo FL è una catena cinematica di nuova concezione che lo rende un mezzo di trasporto economico e particolarmente semplice da utilizzare. Il suo motore da 7 litri, il D7E, con potenze da 240 a 280 cavalli, mentre la coppia massima è compresa tra 1.200 e 1.700 giri al minuto. “Ci siamo impegnati al massimo - dice Mats Frantzen, responsabile motori del settore strategia e pianificazione di Volvo Trucks - per conferire a

questo autocarro una grande guidabilità. Il nuovo motore da 7 litri eroga un’elevata coppia in un’ampia gamma di regimi e risponde immediatamente all’acceleratore, semplificando la guida e la ripresa dal minimo. Questo è un aspetto di grande importanza per la fascia di mercato per la quale è stato studiato il Volvo FL”. E per abbreviare i tempi di consegna la Volvo ha messo a punto tutta una serie di allestimenti già pronti per essere montati sul veicolo, come vano chiu-

Con i nuovi FL e FE la Casa svedese propone non solo agili camion ma anche tutta una serie di pacchetti e di servizi oltre a veicoli già allestiti e pronti al lavoro, ovviamente già rispondenti alla normativa antinquinamento Euro 4. Li abbiamo potuti guidare in anteprima

so, autocompattatore, autogru, carro soccorso, mezzo anti incendio, spargisale e così via. Partendo dalla configurazione base, è quindi possibile allestire il Volvo FL a piacere, scegliendo tra varie configurazioni di cabine e optional cui attingere. Ad esempio chi punta sulla distribuzione opterà per una cabina di tipo CitiPro abbinata a un FL da 12 tonnellate, particolarmente maneggevole anche nel traffico urbano. Il nuovo Volvo FL, pensato soprattutto per la distribuzione in città, è disponibile in versione 4x2 con molti tipi di telai a seconda delle esigenze della clientela. La cabina è disponibile in tre varianti: day cab, comfort cab e crew cab. Il motore è un 7 litri common rail che viene proposto nelle due varianti da 240 e da 280 cavalli. Il nuovo FL è disponibile in versione Euro 3, Euro 4 ed Euro 5, e la dotazione di serie comprende la cabina di sicurezza, i freni a controllo elettronico e il sistema “Brake blending”. Inoltre fa parte della gamma del nuovo FL, come abbiamo detto, anche una versione pronta all’uso come veicolo da distribuzione e denominata CitiPro. Fino al 31 dicembre 2006 la versione CitiPro verrà proposta in leasing abbinato a un pacchetto promozionale di servizi che comprende un contratto Gold, l’assicurazione e un corso di guida per l’autista. Al volante del Volvo FL in versione manuale (cambio a sei marce avanti più retromarcia) si rimane subito positivamente impressionati dalla grande ergonomia dei comandi, dall’accurato comfort e dalla efficace climatizzazione. Eccellente la visibilità da ogni lato e agevoli la salita e la discesa dall’abitacolo in un mezzo dove gli stop and go sono particolarmente frequenti nel corso di una dura giornata di lavoro legata alla distribuzione. La guida è istintiva, il cambio a sei marce si aziona facilmente, ma soprattutto colpisce la grande coppia del motore che consente di ricorrere molto raramente al cambio, tanta è la facilità con cui ci si ritrova a viaggiare tra mille e 1.800 giri,nella classica “zona verde” del contagiri. I freni sono ottimi, ma è soprattutto il motore a conquistare, con il grande respiro che sa offrire, il suo pronto adeguarsi al variare delle pendenze e la facilità con cui chi guida riesce a entrare in sintonia con lui. La per-

cezione degli ingombri è agevolata dai tanti specchietti retrovisori e il corretto posizionamento dei vani portaoggetti e delle location di radio, lettore di CD e cronotachigrafo agevolano la vita a bordo e alzano il livello di qualità della stessa. Il Volvo FL è disponibile con due tipi di trasmissione. Dopo la versione con cambio manuale abbiamo provato quella con trasmissione automatica, abbinata a un classico veicolo da servizi urbani: un autocompattatore per la raccolta dei rifiuti. Se la versione FL con cambio manuale è già facile da guidare, quella con trasmissione automatica è ancor più affascinante per la gradevolezza di guida che è in grado di offrire. Si sale a bordo, si mette il contatto, si tiene il piede sul freno, si preme il pulsante con la scritta rossa “D” e basta accelerare per partire. Il veicolo adegua le prestazioni al variare della pendenza della strada e alla pressione sul pedale del gas, provvedendo a scalare automaticamente le marce quando cala la velocità. In uscita di curva, basta accelerare con la giusta progressione per vedere il display digitale con indicatore del rapporto inserito salire progressivamente da 2 (la prima serve solo per le partenze) fino a 6. CAMBIO AUTOMATICO IDEALE IN CITTÀ Il cambio automatico è l’ideale per tutte quelle applicazioni che richiedono continue fermate e ripartenze, come è appunto nel caso degli autocarri per la raccolta dei rifiuti. Questo tipo di cambio tra l’altro consente l’inclusione del limitatore di velocità elettronico proprio per il settore della raccolta dei rifiuti. A maggior ragione sulle versioni dotate di cambio automatico è facile rimanere nella zona verde del contagiri. Tutte le varianti del nuovo FL montano di serie freni a disco con controllo elettronico EBS messo a punto dalla Volvo stessa. Questo sistema consente di ridurre lo spazio di arresto e rende possibile l’integrazione di un dispositivo di Hill Start Aid (che abbiamo poi provato personalmente guidando l’altro modello, il Volvo FE) che impedisce all’autocarro di arretrare in caso di partenze in salita. I freni rimangono inseriti alla partenza e vengono rilasciati automaticamente quando il motore ha raggiunto una coppia sufficiente a far muovere il veicolo. Per proteggere il conducente in caso di incidente, il Volvo FL è stato sottoposto a crash test nel rispetto delle severe norme già in uso per gli autocarri Volvo di dimensioni maggiori. Inoltre anche questo modello è stato ovviamente dotato di protezioni anteriori e posteriori che impediscono a un’auto di infilarsi sotto il frontale o la coda del veicolo. Il nuovo FL è disponibile in tre varianti di telaio: la prima va da 12 a 16 tonnellate con telaio basso studiato per la distribuzione; la seconda va da 12 a 16 tonnellate con telaio alto studiato per la cantieristica; infine la terza va fino a 18 tonnellate con telaio alto studiato per la distribuzione. Le sospensioni possono essere pneumatiche o a balestra a seconda delle applicazioni.


660 Voglio un camion Volvo con un motore da 16 litri e un’incredibile

potenza di 660 Hp. Estremamente

affidabile e con un’eccezionale coppia massima

di 3100 Nm. Ma lo voglio anche intelligente, dotato di

caratteristiche tecniche innovative, come l’ingegnoso sistema di cambio I-Shift e il fenomenale VEB+, il freno motore con un effetto frenante massimo di 578 Hp a 2200 g/m. Percorro chilometri su strada, per questo desidero comfort e sicurezza, in tutte le situazioni. So bene cosa voglio e anche Volvo lo sa. Volvo FH16: un’esperienza incredibile.

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DOPOVENDITA

FINANZIAMENTO

GESTIONE DEL TRASPORTO


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ATTUALITÀ

IL MONDO DEI TRASPORTI • Luglio/Agosto 2006

VOLVO TRUCKS / ALLA SCOPERTA DEL NUOVO FE PER IL TRASPORTO VELOCE

Il più piccolo tra i pesanti di Gabriele Mutti GOTEBORG - Il nuovo Volvo FE è la nuova proposta per il trasporto veloce a livello locale e regionale, nell’ambito da 18 a 26 tonnellate di PTT. Viene proposto come trattore 4x2 e come telaio cabinato in configurazione 4x2, 6x2 e 6x4 con una gamma particolarmente ampia di pianali. Anche qui, come nel caso del fratello minore FL, sono disponibili tre varianti di cabina; day cab, confort cab e sleeper cab, con equipaggiamenti diversi a seconda del tipo di utilizzo. Il motore in questo caso è un 7 litri common rail proposto nelle tre versioni con potenze di 240, 280 e 320 cavalli, e può rispettare la normativa Euro 3, Euro 4 ed Euro 5. Anche qui ovviamente troviamo cabina di sicurezza e freni a disco a controllo elettronico oltre al programma di stabilità e al sistema “Brake blending”. Ovviamente, prima di dare il via alla produzione di questo modello, si è svolta ai vertici di Volvo Trucks un’analisi particolarmente approfondita delle esigenze e delle tendenze della clientela in questo ambito. E ci si è resi rapidamente conto di come sempre più spesso, a livello europeo, servano veicoli nuovi pronti al lavoro, che escono dal concessionario già allestiti a dovere e con le scritte reclamizzanti l’azienda proprietaria del veicolo. Un sistema “ready to go” sempre più diffuso non solo fra le flotte, dove per ovvii motivi esiste già da tempo, ma oggi anche a livello di committenti di un veicolo solo, vuoi perché è all’inizio della sua attività, vuoi perché gli basta quello. SICUREZZA SEMPRE IN PRIMO PIANO Ovviamente, presentando un nuovo modello, sicurezza attiva e passiva e rispetto dell’ambiente costituiscono delle priorità. Il discorso vale in particolar modo se si sta parlando di un camion Volvo. “Il nuovo Volvo FE - dice Ulf Andreasson, responsabile di strategia e pianificazione per le linee europee FL e FE di Volvo Trucks - si può definire un moderno compromesso tra il nuovo FL e il versatile FM. Con questo modello siamo in grado di soddisfare le esigenze di molte aziende in termini di rapidità e di efficienza nei trasporti”. Volvo FE si può definire un autocarro completo, dotato di una delle più moderne catene cinematiche del mercato e di una vasta gamma di telai e ca-

Questo veicolo con una gamma di peso che va da 18 a 26 tonnellate è la proposta della Casa svedese per soddisfare le esigenze delle aziende che operano a livello di distribuzione regionale, cantieristica leggera e servizi di vario genere. La giusta via di mezzo tra FL e FM

bine. La struttura del telaio è flessibile e può essere modificata in base alle specifiche esigenze di allestimento dei diversi settori di applicazione, come ad esempio, la distribuzione regionale, la cantieristica e la raccolta dei rifiuti, semplificando in tal modo l’intero processo produttivo. L’autocarro può poi essere ulteriormente personalizzato con una serie di pacchetti di equipaggiamenti studiati per ogni singola applicazione. Sarà poi ovviamente il cliente se

optare per il veicolo già allestito e pronto al lavoro oppure per il telaio cabinato da far allestire in Italia: Volvo Trucks lascia al riguardo al cliente la massima libertà di scelta al riguardo. Il Volvo FE è dotato di una vasta gamma di sistemi di trasmissione di semplice utilizzo, che include cambi manuali a 6 e a 9 marce e un cambio automatico a sei rapporti. “I cambi manuali sono semplici da usare, robusti e appositamente studiati per questi moto-

ri - spiega Mats Frantzén, responsabile di strategia e pianificazione di Volvo Trucks - in modo da ridurre e rendere più agevole il numero dei cambi di marcia. Il selettore servo assistito è caratterizzato da una sensazione di stabilità e da vibrazioni ridotte”. Sono disponibili quattro differenti tipi di assali posteriori caratterizzati da perdite interne minime: due assali singoli con riduzione semplice, un assale singolo con riduzione sui mozzi e un carrello con assale in tandem. QUATTRO DIVERSI TIPI DI TELAIO

Il cruscotto del nuovo Volvo FE sfrutta l’esperienza in tema di ergonomie maturate con le serie FM e FH. Disponibili con quattro diversi tipi di telaio, offre una grande piacevolezza di guida. Fra gli optional figura anche il cambio automatico.

Volvo FE è disponibile con quattro diversi tipi di telaio, dal trattore o autelaio 4x2 agli autotelai 6x2 e 6x4. Il concetto di telaio flessibile del Volvo FE ha molto in comune con quello del più grande Volvo FM. I telai a due assali sono indicati fino alle 19 tonnellate, mentre le versioni a tre assali sono destinate ai modelli con PTT da 26 tonnellate. Sono inoltre disponibili tre diverse altezze di telaio, due diverse altezze di struttura, varie combinazioni di sospensioni e diverse dimensioni di serbatoio. Queste opzioni rendono più semplice la personalizzazione dell’autocarro in base alle esigenze di trasporto per le quali verrà utilizzato. Al volante, anche il Volvo FE colpisce, al pari del suo fratello minore FL, per la grande piacevolezza di guida. I veicoli di preserie per il test erano disponibili esclusivamente con il cambio manuale: noi abbiamo guidato quello a nove marce (otto avanti e una retromarcia) e ci ha colpito per il feeling che sa trasmettere immediatamente. Bastano poche centinaia di metri per entrare in sintonia con il veicolo: la griglia per la selezione delle marce è classica, da automobile, con le quattro

marce in posizione tradizionale, e un anello da far scattare per inserire dalla quinta all’ottava marcia. L’ottima resa del motore e la grande coppia consentono di rimanere agevolmente nella zona verde del contagiri, da mille a 1.800 giri, mentre un grande alleato di chi guida è il sistema Hill Start Aid. Basta premere un pulsante sulla plancia quando si sta per affrontare una salita e non appena il veicolo si ferma non è necessario tenere premuto il pedale del freno. Appena si schiaccia la frizione per innestare la marcia e si accelera il sistema si disinnesta automaticamente: assolutamente eccezionale ed estremamente comodo. Anche qui ritroviamo ovviamente la grande visibilità, l’eccellente comfort, l’accurata insonorizzazione e la valida climatizzazione che avevamo avuto modo di apprezzare in precedenza guidando il modello più piccolo FL. Chiaramente in questo caso le dimensioni del mezzo sono lievemente maggiori, ma dal punto di vista del guidatore non si avvertono grandi differenze nella guida. Tutto è realmente a portata di dita del conducente e anche in questo caso la salita e la discesa dalla cabina sono agevolate al massimo: nella progettazione si è tenuto conto del fatto che chi guiderà il nuovo FE dovrà salire e scendere spesso dal veicolo nel corso di una giornata di lavoro. E ovviamente non mancano gli spazi e i vani dove riporre gli oggetti che serve avere a bordo di un veicolo di questo tipo. Anche alla classica velocità di 80 km/h, che abbiamo potuto saggiare sul percorso di prova, il nuovo Volvo FE evidenzia un’accurata in sonorizzazione del motore. I freni sono ottimi e il conducente può persino regolare la morbidezza di risposta del sedile alle sollecitazioni provocate sul telaio dal fondo stradale. Chi sceglierà il Volvo FE per il suo lavoro di tutti i giorni troverà in questo veicolo un alleato prezioso e fedele: e non a caso i vertici della Casa svedese puntano su questo modello e sul suo fratello minore FL per puntare alla conquista di nuovi clienti, di persone che non hanno mai posseduto un autocarro Volvo. Anche per questo insieme agli autocarri viene proposta tutta una serie di pacchetti, di servizi e di allestimenti.


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IL MONDO DEI TRASPORTI • Luglio/Agosto 2006

IVECO BRASILE / NUOVA ORGANIZZAZIONE PER UNA CRESCITA PIÙ RAPIDA

Il cavallino carioca... Si tratta dell’EuroCargo 450E32T che è sul mercato da agosto

import-export, IT e servizi finanziari. Un altro effetto di questa riorganizzazione sarà il potenziamento della forza vendita Iveco sul territorio brasiliano. A partire dal prossimo mese di luglio infatti verranno aperti sette nuovi uffici regionali nelle principali città del Brasile garantendo così alla direzione commerciale, trasferita a Minas Gerais, una maggior capillarità territoriale.

di Lino Sinari MIGLIORI RAPPORTI CON I DEALER SAN PAOLO - Per sviluppare e migliorare ulteriormente il proprio business in Brasile, Iveco ha annunciato la ristrutturazione della sua società Iveco Latin America. Allo stesso tempo, l’azienda conferma per il mese di agosto il lancio di un nuovo modello destinato al mercato locale. “Dal 2004 al 2005 abbiamo aumentato la nostra quota nel mercato brasiliano dei mezzi pesanti portandola dal 4,6 al 5,2 per cento. Vogliamo crescere ancor più rapidamente e proprio questa nuova organizzazione ci darà la possibilità di raggiungere tale obiettivo”, afferma Jorge Garcia, Presidente dell’Iveco Latin America. UNA NUOVA SEDE A BELO HORIZONTE La sede di Iveco Latin America sarà trasferita da San Paulo a Belo Horizonte, nello stato di Minas Gerais, dove è situata quella del Gruppo Fiat in Brasile. A San Paulo rimarrà un ufficio regionale di rappresentanza commerciale. Il trasferimento, fissato per il mese di agosto, nelle vicinanze della fabbrica, situata nella città mineraria di Sete Lagoas (a 80 km da Belo Horizonte), dove vengono prodotti i veicoli e i motori Iveco, garantirà, affiancando il management alle attività più propriamente operative, di accorciare il processo decisionale. Lo scopo di questo cambiamento è infatti quello di adeguare la produzione al trend del merca-

Il nuovo modello è destinato a soddisfare una fascia di utenza che movimenta oggi circa ottomila camion/anno in Brasile. Il debutto coincide con una profonda ristrutturazione della presenza dell’Iveco sull’importante mercato brasiliano

to e, principalmente, di ottimizzare i tempi di sviluppo di nuovi prodotti. “Abbiamo un programma di lavoro molto intenso nei prossimi due anni e questa nuova organizzazione logistica

servirà a incrementare sensibilmente la nostra efficacia ed efficienza nel business”, dice ancora Jorge Garcia. La nuova sede Iveco sarà nell’Edificio Piemonte, a Nova Lima, dove il

Gruppo Fiat in Brasile concentra gran parte delle sue attività, con l’opportunità quindi di realizzare una maggiore sinergia nei processi e sistemi, soprattutto nelle aree di amministrazione contabile,

Questa nuova organizzazione commerciale migliorerà inoltre i rapporti tra Iveco e i suoi 53 concessionari operanti nel Paese: lo scopo, infatti, è quello di garantire un maggiore appoggio alla rete stessa, coordinando le azioni commerciali nazionali della marca nell’area di ogni singola regione e svolgendo attività promozionali localizzate. Potrà, anche, identificare più facilmente nuovi potenziali concessionari; a tal proposito due nuove concessionarie vengono inaugurate in luglio nella regione del Nordest. La struttura regionale darà appoggio anche al lancio di nuovi modelli. In agosto, l’Iveco introdurrà nel mercato brasiliano l’EuroCargo 450E32T, che sarà denominato “Cavallino”, una motrice di 320 cv destinata a soddisfare una fascia di mercato che movimenta oggi circa ottomila camion/anno in Brasile. Ciò significa il 25 per cento delle vendite di veicoli pesanti, o circa il 10 per cento del totale di camion venduti nel Paese. La mission del Cavallino sarà il trasporto di carichi voluminosi, oltre a carichi refrigerati, liquidi, cereali, alimenti e altri prodotti, con un’ottima relazione costo/beneficio. Con il Cavallino, Iveco introduce in Brasile il motore Iveco Cursor 8, con gestione integrale elettronica e che già è conforme alle norme Euro 3, oltre a essere uno dei motori più moderni della sua categoria nel mondo. Il motore Cursor 8 inizierà a essere prodotto in luglio a Sete Lagoas.

IVECO / CON UN INVESTIMENTO DI 6 MILIONI DI DOLLARI

...e il Venezuela scopre lo Stralis L’innovativa tecnologia racchiusa nel motore Cursor 13 fa il suo debutto su quel mercato dopo essersi fatto largo in Europa. Il nuovo modello è molto atteso dalla clientela di quel Paese sudamericano. Particolarmente soddisfatto Roberto Colladon, presidente di Iveco Venezuela LA VICTORIA - L’Iveco Stralis è un pesante di linea particolarmente apprezzato sul mercato europeo. Ora, forte della tecnologia intrinseca nel suo motore Cursor 13, si appresta a farsi largo anche in Venezuela. Iveco a questo proposito ha investito ben sei milioni di dollari nel suo impianto di La Victoria per dar vita alla produzione di questo modello, particolarmente atteso da quel mercato sudamericano. “Lo Stralis HD450S38T 4x2 - dice a questo proposito Roberto Colladon, da poco presidente di Iveco Venezuela - sottolinea come i nostri camion dispongano di caratteristiche realmente innovative, offrendo alla nostra clientela motori dalla tecnologia modernissima, e proponendo veicoli ecologici e sicuri, introducendo sul nostro mercato dei prodotti che rappresentano un punto di riferimento e un nuovo standard in ogni segmento”. Inizialmente i veicoli venduti saranno importati dal Brasile e dall’Argentina, poi in un secondo tempo verrà avviata la produzione dello Stralis anche nell’impianto di La Victoria, il cui ammodernamento industriale è già iniziato. Guglielmo Chiabrando, responsabile dell’impianto di Iveco Venezuela, ricorda che con un investimento di 6 milioni di dollari deciso dai vertici la produzione nell’impianto di La Victoria potrà ricevere un incremento a regime di almeno il 40 per cento, cosa che comporterà un incremento delle maestranze da 200 a 300 unità. Nel contempo, le componenti locali dei veicoli prodotti potranno salire dal 16,5 al 20 per cento. Rosa Bastidas, responsabile delle vendite di Iveco Venezuela, presume che “nel 2006 venderemo qualcosa come 3.800 veicoli, di cui 1.500 pesanti. Di questi ultimi un buon 25 per cento dovrebbero essere costituiti da Stralis, mentre il resto delle vendite riguarderanno la gamma Eurotech ed Eurotrakker. Assistito da un servizio post-vendita di prim’ordine, con un call center che opera 24 ore su 24, lo Stralis parte realmente con le carte in regola per imporsi in un mercato così importante per Iveco. Forte di dodici concessionarie e di tredici officine autorizzate, Iveco Venezuela ha rete capillarmente distribuita in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale: Roberto Griffa, responsabile del servizio alla clientela, dice che “la rete è cresciuta del 20 per cento per quanto riguarda i dealer e del 35 per cento per i punti di assistenza, mentre le

strutture dedite all’assistenza alla clientela sono state oggetto di un rinnovamento nella misura del 50 per cento. E molte officine stanno pensando di creare dei doppi turni per venire meglio incontro alle esigenze della clientela”. In questo senso il sistema di telediagnosi IT 2000, che può essere a seconda dei veicoli Easy oppure Easy Light, consente una più rapida individuazione dei guasti o di eventuali anomalie, a tutto beneficio della riduzione dei perditempo in officina. Il rispetto dell’ambiente è oggi una priorità assoluta. Per Iveco è da sempre un valore-chiave. E con la presentazione dello Stralis in Venezuela l’azienda ha voluto fare un decisivo passo in avanti. Va detto che la produzione degli Stralis in Sudamerica non è per ora

vincolata al rispetto delle norme anti inquinamento Euro 4 ed Euro 5 che invece costituiscono un vincolo ben preciso per tutti i costruttori che operano nell’ambito dell’Unione Europea. Questo ovviamente comporta una differenziazione nella produzione dei propulsori, oltre che dei veicoli stessi, a seconda delle esigenze dei mercati situati al di qua o al di là dell’oceano. La direttiva Euro 4, che come è noto entrerà in vigore a partire dal mese di ottobre del 2006, e che impone a tutti i costruttori di ridurre rispetto ai motori Euro 3 il tasso delle emissioni di particolato dell’80 per cento e il tasso degli ossidi di azoto del 30 per cento non riguarda almeno per ora i paesi sudamericani dove è già iniziata o sta per iniziare la commercializzazione dello Stralis.


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ATTUALITÀ

IL MONDO DEI TRASPORTI • Luglio/Agosto 2006

A bordo della nuova serie Daf CF

Una buona reputazione EINDHOVEN - La serie daf CF si è guadagnata un’ottima reputazione fra conducenti e trasportatori grazie al suo aspetto elegante e imponente, alle cabine ampie, confortevoli e facilmente accessibili e alle ottime caratteristiche di guida. Per il team di progettazione Daf, la sfida era nel riuscire a migliorare un prodotto già di per sé all’avanguardia. Il risultato era sotto gli occhi di tutti sul circuito prove di Sint Oedenrode. La serie è disponibile con cabina corta, con cabina lunga e con SpaceCab, ancora più ampia, con tetto rialzato e 1,85 m di altezza sul tunnel del motore. La serie CF introduce senza eccezioni uno standard totalmente nuovo nel design degli interni per quanto riguarda i materiali e i colori utilizzati, la qualità, le rifiniture e l’ergonomia. Il volante di nuova progettazione con airbag e dispositivi di comando opzionali, le nuove tonalità di colore e il quadro strumenti della nuova serie XF105 rappresentano le principali novità introdotte da Daf. L’abitacolo ha rifiniture pratiche ed eleganti in color cammello, cui gli accenti color alluminio sul lettino superiore, sul cruscotto e sugli interruttori del piantone dello sterzo conferiscono un ulteriore tocco di classe. Un aspetto importante è l’utilizzo ottimale dello spazio disponibile in cabina. Rivestono un ruolo centrale le funzioni di guida, la posizione di seduta e di guida e le caratteristiche di abitabilità, di comfort per il giorno e per la notte e, non ultimo, lo spazio portaoggetti. Innanzitutto, la nuova serie CF offre a tutti i conducenti di qualunque statura una posizione estremamente confortevole al volante. L’escursione del sedile per 200 mm in lunghezza e per 125 mm in altezza e l’escursione estremamente ampia del volante grazie al punto di snodo posto in alto offrono possibilità di regolazioni estremamente ampie. Il volante è dotato di regolazione continua di 15 gradi di angolazione e di 80 millimetri in altezza. Quando si prende posto dietro al nuovo volante a quattro razze con airbag opzionale, si realizza immediatamente che nella fase di sviluppo è stata data la priorità al comfort, alla sicurezza e alla semplicità di azionamento. Il volante offre una presa confortevole e non ostacola la visuale sul quadro strumenti. Esso è disponibile su richiesta con interruttori integrati per l’azionamento fra l’altro del controllo della velocità di crociera, del controllo della velocità in discesa e del telefono. Le altre importanti funzioni della serie CF, comprese quelle offerte dal cambio automatico, sono facilmente azionabili tramite le leve montate sul piantone dello sterzo. L’azionamento del freno a mano è integrato nel cruscotto. Di conseguenza esso è facilmente raggiungibile e sul pavimento della cabina vi è più spazio. Il cruscotto è stato sviluppato pensando al conducente, in modo tale che tutti i comandi siano comodamente raggiungibili e la strumentazione dagli accenti color alluminio sia perfettamente leggibile. Come per la serie LF, anche qui al centro del quadro strumenti è situato un display informativo a cristalli liquidi che fornisce informazioni sulle funzioni vitali del veicolo. La normale cabina lunga viene fornita di serie con lettino da 70 cm di larghezza (60 cm dietro ai sedili), 202 cm di lunghezza e 12 cm di spessore. Su richiesta è disponibile il materasso in versione comfort da 15 cm di spessore; viene inoltre offerta la possibilità di montare un letto da 188x60x12 cm. La versione SpaceCab con tetto rialzato è disponibile su richiesta con uno o due letti. Il letto superiore della SpaceCab, di 205 cm di lunghezza, è persino più lungo del letto inferiore ed è largo 70 cm sull’intera lunghezza. Nella nuova serie CF non manca certo lo spazio per riporre gli oggetti. La cabina corta ha due grandi vani portaoggetti dietro i due sedili e un ampio contenitore sul tunnel del motore. Insieme agli scomparti ricavati nei pannelli delle portiere di nuova progettazione, nel cruscotto e sopra il parabrezza, la cabina corta offre una capacità di 130 litri per riporre gli oggetti. La cabina lunga con il lettino in posizione ribassata offre 235 litri di spazio utile per gli oggetti. Se si sceglie il lettino in posizione rialzata, sono invece disponibili 380 litri di spazio. Ovviamente, la SpaceCab detiene il primato. Con i suoi ampi vani portaoggetti sotto il letto e i grandi armadietti sopra il parabrezza, essa offre ben 900 litri di volume per riporre gli oggetti. Sia la cabina lunga di serie, sia la SpaceCab, sono dotate di un vano portaoggetti a tenuta di odori (da 150 litri) dal lato sinistro, accessibile soltanto dall’esterno e che può essere sbloccato soltanto quando la portiera è aperta. Questo vano è l’ideale per riporre ad esempio i guanti da lavoro, gli stracci sporchi o una lattina di olio da motore. Sotto il letto, dal lato destro della cabina, vi è un vano portaoggetti da 340 litri. UNA VASTA GAMMA DI PROPULSORI La nuova serie CF è dotata di un’efficiente linea cinematica con la possibilità di scegliere fra una vasta gamma di motori all’avanguardia Paccar, con potenze che variano da 165 kW/220 cv per i veicoli CF65 più leggeri fino a 375 kW/510 cv per i CF85 più pesanti. Sono tutti motori totalmente nuovi a sei cilindri in linea, quattro valvole per cilindro, turbo/intercooler e un sistema avanzato di iniezione del carburante. I veicoli CF65 sono dotati degli ultimi motori GR con livelli di emissioni a norma Euro 4: questi motori a sei cilindri hanno una cilindrata di 6,7 litri. Sono disponibili tre varianti di potenza: 165 kW/224 cv tra 1.900 e 2.500 giri/min (coppia di 850 Nm tra 1.200 e 1.700 giri/min), 184 kW/250 cv tra 1.900 e 2.500 giri/min (coppia di 950 Nm tra 1.200 e 1.700 giri/min, 210 kW/285 cv tra 2.000 e 2.500 giri/min (coppia di 1.020 Nm tra 1.200 e 1.800 giri/min). A seconda dell’impiego e della potenza del motore, la

nuova serie Daf CF65 viene fornita con i cambi manuali esistenti a sei o nove marce. Una novità è rappresentata dalla serie di cambi ZF a sei marce, studiati appositamente per coppie fino a 1.050 Nm. Tali cambi sono disponibili con direct drive e overdrive, inoltre, è possibile richiedere una versione di cambio automatico AS-Tronic. Il nuovo motore PR da 9.2 litri di cui è dotata la nuova serie CF75 è disponibile con valori di emissioni Euro 4 ed Euro 5, e utilizza una serie di tecnologie innovative, applicate anche al motore Paccar MX da 12.9 litri. Secondo la tradizione Daf, il PR è un motore compatto a sei cilindri in linea con peso ridotto e dimensioni di montaggio vantaggiose. Le innovazioni tecnologiche avanzate e l’applicazione di materiali di elevata qualità danno come risultato una lunga durata e prestazioni elevate, abbinate a un consumo di carburante ridotto. Tre le varianti di potenza: 183 kW/249 cv a 2.200 giri/min con coppia di 1.050 Nm tra 1.100 e 1.700 giri/min, 228 kW/310 cv a 2.200 giri/min con coppia di 1.275 Nm tra 1.100 e 1.700 giri/min, 265 kW/360 cv a 2.200 giri/min con coppia di 1.450 Nm tra 1.100 e 1.700 giri/min. Come il nuovo motore Paccar PR, anche il motore Paccar MX da 12.9 litri dei veicoli Daf CF85 è stato progettato da Daf Trucks di Eindhoven. Si tratta di un motore compatto a sei cilindri in linea con peso a vuoto ridotto e dimensioni di montaggio vantaggiose. Grazie al progetto avanzato della testata e del monoblocco e all’applicazione di materiali di elevata qualità, come il Compact graphite iron (Cgi), il motore eroga prestazioni elevate con un peso ridotto. IL MOTORE MX È DEL TUTTO NUOVO Nella nuova serie Daf CF85 il motore Paccar MX è disponibile in quattro varianti di potenza: 265 kW/360 cv tra 1.500 e 1.900 giri/min (coppia di 1.775 Nm tra 1.000 e 1.410 giri/min, 300 kW/408 cv tra 1.500 e 1.900 giri/min (coppia di 2.000 Nm tra 1.000 e 1.410 giri/min), 340 kW/462 cv tra 1.500 e 1.900 giri/min (coppia di 2.300 Nm tra 1.000 e 1.410 giri/min), 375 kW/510 cv tra 1.500 e 1.900 giri/min (coppia di 2.500 Nm tra 1.000 e 1.410 giri/min). Il motore MX, fornito da Daf anche nel nuovo modello di punta XF105, è di progettazione totalmente nuova, ed è caratterizzato da una combinazione di tecnologie all’avanguardia e da numerosi miglioramenti tecnici. Il propulsore si distingue per i costi ridotti e la resa elevata, resa possibile dalla maggiore durata, dall’elevata affidabilità e flessibilità. L’intervallo di assistenza, ad esempio, è stato prolungato (rispetto alla serie XF95 a norma Euro 3) passando da 120mila a 150mila km, a condizione di utilizzare olio sintetico. Ciò significa non soltanto che il veicolo nel suo intero ciclo di vita consuma una quantità inferiore di olio, ma anche che la serie XF105 deve essere portata in officina per il tagliando mediamente una sola volta all’anno. Le nuove serie CF75 e CF85 sono fornite di serie con cambio manuale a presa diretta con otto, nove o sedici marce avanti. A seconda del modello e del mercato, questo cambio viene fornito di serie o su richiesta con il dispositivo “Servoshift”, un servosterzo a pressione pneumatica che migliora il comfort di innesto delle marce grazie alla forza di innesto ridotta e al breve percorso per l’inserimento delle marce. Con un supplemento di prezzo è disponibile il cambio automatico AS-Tronic. In linea di principio si tratta della versione a dodici marce, ma per gli impieghi gravosi è disponibile anche un cambio AS-Tronic a sedici marce. Se si opta per gli assali posteriori con riduzione al mozzo, viene fornito un cambio AS-Tronic con overdrive, mentre per le altre versioni viene utilizzato un cambio con presa diretta. fa.bas

DAF / CON LE NUOVE SERIE LF E CF

L’obiettivo: di Fabio Basilico E INDHOVEN - Nel gennaio 2006 ha messo in produzione la nuova serie XF105. Ora Daf avvia quella delle nuove serie LF e CF, presentate alla fine di maggio a Eindhoven. Esse si caratterizzano per una gamma completa di avanzati motori Paccar con tecnologia Scr Daf, un layout del telaio ottimizzato, un nuovo design dell’abitacolo e un aspetto ancora più moderno. La serie LF, disponibile nella versione Euro 4, e la serie CF, disponibile nelle versioni Euro 4 ed Euro 5, soddisfano già i requisiti sulle emissioni non ancora in vigore. In più, il costruttore olan-

dese amplia la serie XF105 con cassonati e veicoli multi-assiali. Ma andiamo con ordine. Il design caratterizzato da linee esterne imponenti ed eleganti, la cabina spaziosa, comoda e facilmente accessibile, il comfort di guida, l’efficienza e la provata affidabilità e durata, rendono le serie LF e CF la scelta ideale per gli operatori del settore e per i conducenti. RINNOVATI ESTERNI E INTERNI La serie LF, destinata al settore della distribuzione con veicoli da 6 a 21 tonnellate di Ptt, e la serie CF, con un Ptt che va dalle 18 alle 40 tonnellate e ol-


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IL MONDO DEI TRASPORTI • Luglio/Agosto 2006

Prova su strada della nuova serie Daf LF

Alla portata di tutti EINDHOVEN - Per provare le nuove serie LF e CF siamo andati sulla pista Daf di Sint Oedenrode, a nord di Eindhoven. La serie LF, eletta “International Truck of the Year 2002”, si è dimostrata vincente sin dall’inizio della sua introduzione sul mercato. Con cabine spaziose e moderne, un peso a vuoto ridotto per la massima capacità di carico nella sua categoria, un diametro di volta ridotto per la massima manovrabilità e con caratteristiche di guida paragonabili a quelle di un’autovettura, si è dimostrata partner ideale per la distribuzione urbana e regionale. Ora tutto questa è ribadito e ulteriormente migliorato nella nuova serie. LF è disponibile con due varianti di cabina: una corta da 160 cm di lunghezza e una lunga con un solo letto, da 200 cm di lunghezza dalla parete anteriore a quella posteriore. La larghezza di tutte le cabine è pari a 2.130 mm. Per un camion per la distribuzione, la facilità di accesso e di uscita è essenziale. La cabina LF è quindi dotata di portiere che si aprono a 90º, abbinate a maniglie in una comoda posizione e a gradini di accesso illuminati nell’apertura della portiera. Le versioni LF più leggere hanno il pavimento a soli 90 cm di altezza e un unico gradino di accesso antiscivolo in una comoda posizione. Le varianti più pesanti, con ruote da 19,5 e 22,5 pollici, hanno il pavimento rispettivamente a 112 cm e 120 cm di altezza e sono dotati di due gradini di accesso antiscivolo. Saliti a bordo del truck si nota subito l’abitacolo ampio e confortevole, mentre il design e la qualità delle rifiniture ricordano quelli di un’autovettura di lusso. Per il nuovo abitacolo della serie LF, così come per la serie CF, Daf si è ispirata agli elevati standard di qualità del nuovo modello di punta XF105. La qualità e i colori dei materiali utilizzati garantiscono che la cabina LF abbia ancora un aspetto ordinato anche dopo anni di utilizzo intensivo, a vantaggio del valore dell’usato. SEDILI RISCALDATI NELLE VERSIONI LUSSO

CONTINUA LA FASE DI RINNOVAMENTO

atto di forza tre per i veicoli combinati, sono la soluzione ottimale per una grande varietà di applicazioni. Gli esterni delle nuove serie LF e CF sono stati sottoposti ad alcune lievi modifiche. Nella serie LF la calandra superiore e quella inferiore hanno una nuova forma. In entrambe le serie, sulla calandra inferiore è stata montata un’elegante striscia ornamentale in alluminio, come quella della serie XF105. Insieme ai grandi specchi retrovisori esterni, per offrire maggiore visibilità, e ai gruppi ottici a occhio di gatto montati su richiesta nel paraurti di metallo, la striscia in alluminio conferisce al veicolo un aspetto più moderno; inoltre, i retrovisori esterni partico-

Il 2006 ha già visto l’introduzione sul mercato della nuova serie XF105. Ora tocca alle nuove serie LF e CF, che propongono un nuovo design e sono caratterizzate da contenuti tecnologici all’avanguardia, tra cui la gamma completa di avanzati motori Paccar con tecnologia Scr

larmente grandi assicurano un maggior livello di sicurezza. Gli interni offrono ergonomia e comfort maggiori per il conducente. Per il nuovo abitacolo della serie LF e CF, Daf si è ispirata agli elevatissimi standard di qualità del nuovo modello di punta XF105. Il nuovo abitacolo ha un aspetto caldo e accogliente grazie ai nuovi colori e offre la massima qualità dal punto di vista delle rifiniture e dei materiali utilizzati. LF e CF rinnovate propongono un nuovo quadro strumenti, dal design ergonomico, caratterizzato da indicatori di grandi dimensioni in eleganti toni cromati. Al centro del cru(segue a pagina 12)

Nella maggior parte dei Paesi, i veicoli LF vengono forniti di serie con sedile del conducente dotato di ammortizzatori pneumatici. Inoltre, le versioni di lusso sono dotate di funzione di riscaldamento dei sedili. I rivestimenti di velluto sono di serie, come pure il poggiatesta, il piano di seduta regolabile in lunghezza e le cinture di sicurezza integrate con fissaggio in tre punti. Il sedile del conducente può essere regolato di 210 mm in lunghezza e di 100 mm in altezza. Accanto a esso è situato il quadro di comando del cambio automatico AS-Tronic, disponibile su richiesta. Oltre alla manopola che permette di selezionare la marcia avanti e la retromarcia, esso comprende gli interruttori per il passaggio dal cambio manuale a quello automatico e per l’innesto manuale di marce inferiori e superiori. Vi è inoltre la possibilità di selezionare l’utilissima “modalità di manovra”, che agevola l’esecuzione di manovre. Il comodo volante, che DAF utilizza anche per le serie CF e XF105, è disponibile con airbag su richiesta ed è dotato di interruttori integrati di serie per l’azionamento del controllo della velocità di crociera, del limitatore di velocità regolabile e del freno motore. Con un supplemento di prezzo vengono forniti dei pulsanti integrati per l’azionamento del telefono. Come nelle cabine CF e XF, il cruscotto è stato progettato pensando al conducente, in modo che tutti i dispositivi di comando siano a portata di mano. Sul cruscotto sono presenti interruttori per le varie funzioni, nonché i dispositivi di comando dell’impianto di riscaldamento e di ventilazione. Per la massima comodità di azionamento, nella nuova serie LF il tachigrafo digitale è situato sopra il parabrezza, con due slot DIN aggiuntive da utilizzare, ad esempio, per il montaggio di un apparecchio audio.

La serie LF è dotata degli stessi strumenti elettronici della nuova serie CF e del nuovo XF105, completi dell’elegante rifinitura di alluminio degli indicatori. Oltre a un chiaro tachimetro con contachilometri e contatore giornaliero, gli strumenti comprendono un contagiri altrettanto grande con misuratore della temperatura esterna e orologio, nonché misuratori della pressione pneumatica dell’impianto frenante, della temperatura del liquido di raffreddamento e del livello nei serbatoi del carburante e dell’AdBlue. Al centro del quadro strumenti è situato un display informativo a cristalli liquidi, che in una delle dieci lingue disponibili fornisce informazioni sulle funzioni vitali del veicolo e del motore, come la pressione dei freni, la pressione dell’olio, la pressione della turbina, la riserva di carburante, la tensione di carica, la temperatura del liquido di raffreddamento, l’usura delle pastiglie dei freni e il funzionamento dei dispositivi Abs e Asr e, ad esempio, del sistema di sospensioni pneumatiche Ecas. Oltre a ciò, il computer di bordo fornisce informazioni sulla durata del viaggio, sulla velocità media, sul consumo medio di carburante e, ad esempio, sulle ore di esercizio della presa di forza. Sul display viene inoltre fornita l’indicazione del tagliando successivo. La gamma motori della serie LF comprende unità Paccar FR e GR a quattro e a sei cilindri, sviluppati da Cummins e con caratteristiche perfettamente adattate alle esigenze di Daf Trucks. Le caratteristiche dei moderni motori diesel common-rail con quattro valvole per cilindro sono identiche a quelle dei motori Paccar da 9,2 e 12,6 litri delle nuove serie CF e XF105: assicurano una coppia elevata su un’ampia gamma di regimi e un consumo di carburante vantaggioso. Il nuovo FR da 4.5 litri è disponibile in tre varianti di potenza: 103 kW/140 cv tra 1.900 e 2.500 giri/min (coppia di 550 Nm tra 1.200 e 1.700 giri/min), 118 kW/160 cv tra 1.900 e 2.500 giri/min (coppia di 600 Nm tra 1.200 e 1.800 giri/min), 136 kW/185 cv tra 2.000 e 2.500 giri/min (coppia di 700 Nm tra 1.200 e 1.800 giri/min). Il motore GR a sei cilindri ha una cilindrata di 6.7 litri e offre varie gamme di potenza: 165 kW/224 cv tra 1.900 e 2.500 giri/min (coppia di 850 Nm tra 1.200 e 1.700 giri/min), 184 kW/250 cv tra 1.900 e 2.500 giri/min (coppia di 950 Nm tra 1.200 e 1.700 giri/min), 210 kW/285 cv tra 2.000 e 2.500 giri/min (coppia di 1.020 Nm tra 1.200 e 1.800 giri/min). Grazie anche alla cilindrata più elevata e all’iniezione di carburante commonrail ad alta pressione, i nuovi motori erogano una coppia maggiore fino al 22 per cento, per offrire potenza e maneggevolezza superiori rispetto ai motori Paccar da 3.9 e 5.9 litri, tuttora disponibili per la serie LF nella versione Euro 3. Il nuovo sistema d’iniezione del carburante common-rail modulare comprende una nuova pompa ad alta pressione, che inietta il carburante nell’accumulatore common-rail a una pressione di circa 1.600 bar. Conseguentemente, si verifica una risposta più rapida del motore al pedale dell’acceleratore, la rumorosità si riduce ulteriormente e le caratteristiche della partenza a freddo risultano ulteriormente migliorate. Il sistema di gestione del motore è in grado di mantenere con una precisione ancora maggiore l’equilibrio ottimale fra la richiesta variabile in funzione del carico, il consumo di carburante e la regolazione delle emissioni. Anche grazie all’applicazione della tecnologia Scr Daf, i nuovi motori consentono un risparmio di carburante fino al 4 per cento rispetto ai motori Euro 3 esistenti. Gli intervalli di assistenza sono portati a 55.000 chilometri. NUOVI CAMBI DALLA ZF E DALLA EATON A seconda dell’impiego e della potenza del motore, la nuova serie Daf LF viene fornita con i cambi manuali esistenti a cinque o nove marce, prodotti rispettivamente da ZF e da Eaton. Una novità è rappresentata dalla serie di cambi ZF a sei marce, studiati appositamente per coppie elevate, fino a 1.050 Nm. Tali cambi sono disponibili con direct drive e overdrive; inoltre, è possibile richiedere una versione di cambio automatico AS-Tronic, particolarmente vantaggiosa per applicazioni utilizzate nella distribuzione. Il suo azionamento avviene tramite un pannello di comando situato accanto al sedile del conducente. Una manopola girevole permette di selezionare la marcia in avanti o la retromarcia, mentre due manopole separate consentono di scegliere fra l’innesto manuale e automatico delle marce e di innestare le marce superiori e inferiori. Vi è inoltre la possibilità di innestare la cosiddetta “marcia di avanzamento lento”, alla quale il regime del motore è limitato a 1.200 giri/min, un’opzione pratica per l’esecuzione di manovre. A seconda del tipo di impiego, il cambio AS-Tronic permette di risparmiare fino al 2 per cento di carburante, prolungando inoltre la durata della frizione. Per le applicazioni speciali, la serie LF è tuttora disponibile anche con trasmissione totalmente automatica Allison in varie versioni.


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ATTUALITÀ

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L’obiettivo: atto di forza (segue da pagina 11) scotto è montato un display, che fornisce informazioni sulle funzioni vitali del veicolo e del motore in una delle dieci lingue disponibili. Un’altra novità è rappresentata dal volante in comoda posizione con airbag opzionale e interruttori integrati per l’azionamento del comando della velocità di crociera, del limitatore di velocità regolabile, del freno motore, del telefono e così via. Le altre importanti funzioni della serie CF, comprese quelle offerte dal cambio automatico, sono facilmente attivabili mediante le leve montate sul piantone dello sterzo. NUOVI MOTORI E CAMBIO AS-TRONIC La serie LF viene fornita con i nuovi motori Paccar FR e GR, rispettivamente da quattro e sei cilindri, con livelli di emissioni a norma Euro 4. Il nuovo motore FR ha una cilindrata di 4,5 litri ed eroga una potenza compresa fra 103 kW/140 cv e 136 kW/185 cv. Il motore GR ha una cilindrata di 6,7 litri e offre una potenza compresa fra 165 kW/224 cv e 210 kW/285 cv. Grazie anche alla cilindrata più elevata e all’iniezione di carburante common-rail ad alta pressione, i nuovi propulsori erogano una coppia maggiore fino al 22 per cento, per offrire potenza e maneggevolezza superiori rispetto ai motori Paccar da 3,9 e 5,9 litri tuttora disponibili per la serie LF nella versione Euro 3. Tra le altre novità della serie LF vi è la disponibilità di un cambio automatico ASTronic a sei marce, che offre importanti vantaggi nel settore della distribuzione. La serie CF65 rinnovata monta il motore GR da 6,7 litri. Su richiesta, anche questo motore può essere abbinato al nuovo cambio automatico AS-Tronic a sei marce. La serie CF75 è dotata del motore Paccar PR da 9,2 litri, presentato lo scorso anno in occasione dell’European Road Transport Show di Amsterdam, con potenze che vanno da 183 kW/249 cv a 265 kW/360 cv. Il PR è caratterizzato da una serie di tecnologie avanzate, applicate da Daf anche al nuovo motore MX da 12,9 litri, come il sistema d’iniezione Smart ad alta pressione e i cavi elettrici incapsulati per la massima affidabilità e durata. La nuova serie CF85 è dotata del nuovo motore MX da 12,9 litri della serie XF105. Nei veicoli CF85 esso viene fornito con potenze che vanno da 265 kW/360 cv a 375 kW/510 cv. I motori Paccar PR e MX sono disponibili nelle versioni che soddisfano sia la norma sulle emissioni Euro 4 sia quella Euro 5. Tutti i nuovi motori Paccar uniscono prestazioni e maneggevolezza eccellenti a consumi di carburante ridotti, grazie anche alla tecnologia Scr Daf. Unitamente agli intervalli di manutenzione prolungati fino a un massimo di 55mila chilometri per la serie LF e fino a un massimo di 150mila chilometri per la serie CF85 (a seconda del modello e dell’utilizzo), ciò significa una base ottimale per costi operativi vantaggiosi e la massima disponibilità dei veicoli. La tecnologia Scr prevede l’iniezione di AdBlue nei gas di scarico, che provoca la scissione degli ossidi di azoto in vapore acqueo e azoto, non nocivi, all’interno del catalizzatore DeNOx. La tecnologia Scr è piuttosto semplice ed è quindi estremamente affidabile ed efficiente. Poiché questa tecnologia di post-trattamento dei gas di scarico non ha alcuna influenza sul motore, la regolazione può essere ottimizzata per una combustione ideale e un consumo di carburante ridotto. La tecnologia Scr Daf, tuttavia, va ancora oltre. La sua introduzione coincide infatti con l’introduzione della serie totalmente nuova di motori Paccar, che stabiliscono nuovi standard sotto gli aspetti dei consumi di carburante, dell’affidabilità e della durata. Tutti i motori utilizzano un sistema avanzato d’iniezione del carburante ad alta pressione per assicurare massima efficienza e un’emissione minima di particolato solido. Va anche detto che sui nuovi veicoli LF e CF non è necessario utilizzare un filtro antiparticolato.

Le nuove serie LF e CF consentiranno a Daf di incrementare la sua posizione di costruttore leader. Nei principali mercati europei Daf ha aumentato la sua quota di penetrazione: in Gran Bretagna è passata dal 23,2 per cento del 2004 al 26,8 per cento del 2005, in Belgio dal 19,3 al 19,9 per cento, in Germania dal 7,9 all’8,1 per cento, in Francia dal 12,4 al 13,1 per cento, in Italia dal 7,5 all’8,4 per cento, in Spagna dal 10,3 al 10,9 per cento. Sostanzialmente stabile la situazione sul mercato domestico dell’Olanda: dal 33,4 al 33,3 per cento. Nel 1995, la quota occupata dai mercati di Gran Bretagna e Benelux sul totale Daf in Europa era maggioritaria con il 74 per cento; seguivano i mercati di Germania, Francia, Spagna e Italia con il 20 per cento e gli altri mercati dell’Europa occidentale con il 6 per cento. Dieci anni dopo la fetta occupata dai mercati di Germania, Francia, Spagna e Italia è salita al 42 per cento mentre quella di Gran Bretagna e Benelux si è ridotta al 51 per cento. Va registrato l’aumento di un punto percentuale per gli altri mercati dell’Europa occidentale, dove si è passati dal 6 al 7 per cento.

Le nuove proposte del modello di punta Daf XF105

Una gamma davvero completa EINDHOVEN - Dopo l’avvio in produzione delle motrici XF105 4x2 nel gennaio scorso, è stata avviata anche la produzione dei veicoli articolati 4x2 oltre all’ampia gamma delle versioni 6x2 del nuovo modello di punta Daf. In autunno, questa gamma sarà completata dalle versioni 6x4, 8x2 e 8x4, e dall’FTM, una motrice 8x4 con assale doppio ponte a tandem e primo assale posteriore sterzante per applicazioni particolarmente pesanti. Il modello non articolato XF105 4x2 avrà di serie una gamma di passi da 4,90 a 6,90 metri e capacità di carico lorde fino a 13 tonnellate. Inoltre, la gamma ampliata di veicoli non articolati di 6x2 offre capacità di carico lorde fino a 19 tonnellate. Le versioni con assale folle sono disponibili con montaggio singolo, con sospensioni pneumatiche sull’assale posteriore, e con montaggio doppio, con molle a balestra o sospensioni pneumatiche sull’assale posteriore. La sospensione pneumatica sulla parte anteriore è opzionale. L’XF105 è inoltre disponibile come veicolo non articolato in versione 6x2 con primo assale posteriore sterzante per maggiore manovrabilità particolarmente in strade strette. All’interno della gamma delle motrici, le ultimissime versioni da introdurre includono le 6x2 con primo assale posteriore sterzante con meccanismo di sollevamento opzionale che aumenta il carico della ralla di circa 6 tonnellate per carichi superiori alle 18 tonnellate. Un importante vantaggio del primo assale posteriore sterzante è l’eccellente manovrabilità in strade strette. Per gli operatori che non sempre necessitino di un carico utile superiore, Daf fornisce inoltre l’XF105 con un primo assale posteriore non sterzante di notevole leggerezza con ruote di 17.5”. Il van-

taggio è di avere circa 4 tonnellate di carico utile aggiuntivo per Ptt fino a 44 tonnellate. Per applicazioni speciali, spesso con carichi elevati, sono disponibili le motrici in versione 6x2 XF105 con assale folle da 8 tonnellate, montate singole o doppie. Per il trasporto di volumi maggiori, la Casa olandese fornisce una versione motrice del XF105 con una ralla di altezza minima di soli 96 centimetri di altezza. Ciò consente l’utilizzo di rimorchi di altezza interna di quasi 3 metri per volumi di carico fino a 100 metri cubi. La motrice dell’XF105 è disponibile con un passo di 3,60 o 3,80 m. La motrice Low Deck presenta un assale anteriore di 7,1 tonnellate con molle paraboliche e un assale posteriore di 11,5 tonnellate con sospensioni pneumatiche a quattro soffietti. È inoltre disponibile con sospensioni pneumatiche in opzione. Con la motrice Low-Deck, i serbatoi dell’aria e gli altri componenti sono stati spostati nella parte interna del telaio, lasciando quindi maggiore spazio per i serbatoi di carburante con capacità superiore ai 940 litri. Daf utilizza la tecnologia Scr DeNOx per l’intera gamma di modelli. Il modello XF105 è dotato del nuovo motore Paccar MX da 12.9 litri, disponibile con potenza di 300 KW/410 cv, 340 KW/460 cv e 375 KW/510 cv per le versioni Euro 4 ed Euro 5 che definiscono nuovi standard in termini di efficienza, affidabilità e durata. Il motore è dotato di un avanzatissimo sistema Smart a iniezione ad alta pressione per garantire combustione ottimale, consumi ridotti di carburante ed emissioni minime di particolato. I requisiti Euro 4 e Euro 5 vengono soddisfatti senza l’utilizzo di filtri antiparticolato.


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MAN / PRESENTATE IN ANTEPRIMA LE NOVITA DELL’IAA DI HANNOVER

Nuovi motori e versioni su misura di Gabriele Mutti SALISBURGO - Chi ha tempo non aspetti tempo. Con questo spirito il Gruppo Man ha convocato da tutta Europa, e anche dall’India (poi vedremo perché) la stampa specializzata per presentare in anteprima le novità che esporrà alla prossima IAA di Hannover, il più grande salone dei truck e dei bus nell’ambito europeo. Una vera e propria raffica di modelli da vedere, da toccare con mano e da provare, per ribadire una volta di più la vitalità di un Gruppo sempre più alla conquista di nuove fasce di mercato. La parte del leone la recita ovviamente la gamma di motori Euro 4, obbligatoria per tutti dal prossimo primo ottobre, ma non è tutto. Man ha affrontato questo problema in modo specifico, proponendo il ricircolo dei gas di scarico nei suoi veicoli leggeri e nei modelli con motori fino a 480 cavalli, mentre per le motorizzazioni più potenti ha deciso di proporre anche l’AdBlue con procedimento SCR. Il motore D26 subentra alla gamma D28 e viene proposto con tre livelli di potenza: 460, 480 e 540 cavalli. Questa gamma di propulsori completa verso l’alto la gamma D20 CR e si propone quale giusto partner per compiti gravosi e profili di utilizzo particolarmente impegnativi. Questo propulsore Man D26 CR trova quindi impiego in particolar modo nel servizio di linea internazionale, nei veicoli da cantiere con semirimorchio a collo d’oca per il trasporto di macchine operatrici pesanti, nei ribaltabili pesanti e in trasporti eccezionali. Nel settore degli autobus il Man D26 CR è adatto in particolar modo su modelli da gran turismo come lo Starliner, il Cityliner e Skyliner, oltre che su alcune versioni del Man Lion’s Coach. I CAVALLI AUMENTANO MA I CONSUMI NO

Oltre all’inedito propulsore D26 common rail ad alte prestazioni, il Gruppo tedesco ha presentato tutta la gamma dei suoi modelli con motorizzazioni Euro 4 ed Euro 5, il TGM 4x4 e il TGL in versione a doppia cabina. Presentata in anteprima anche la gamma per l’India, frutto di una recente joint venture con la Force Motors Limited, che produrrà in quel Paese autocarri Man su licenza coli dotati di convertitore idraulico. Ovviamente questo veicolo offre anche la funzionalità che è tipica del cambio automatizzato, che rende la guida più confortevole e sicura.

Con la serie D26 CD i tecnici della Man hanno dimostrato in modo palese che la maggiore potenza non si paga necessariamente con un maggiore consumo, tutt’altro: la più abbondante potenza dei nuovi propulsori è accompagnata a un calo del consumo del 2 per cento rispetto al modello precedente. Il nuovo motore pesa mediamente 70 kg in meno del suo predecessore e fino a 300 kg in meno rispetto ai motori di livello analogo prodotti dalla concorrenza. Il motore D 26 CR sono stati impostati per una durata media di 1,5 milioni di km, equivalenti a 38 giri del mondo. La distribuzione comandata da ingranaggi non richiede manutenzione e contribuisce all’assenza di rumorosità meccanica del gruppo. La lubrificazione della pompa ad alta pressione del sistema common rail tramite carburante anziché olio motore previene il rischio dell’avvelenamento del catalizzatore e riduce il consumo di olio e l’usura del motore. I motori della serie D 26 CR per il Man TGA sono disponibili sia in

In alto, il Man TGA con il nuovo motore D26 CR, che vediamo al centro, presentato da Georg Patcha-Reihofen, direttore ricerca e sviluppo; qui sopra, a sinistra il nuovo TGL a doppia cabina e il tappo del serbatoio che contiene l’AdBlue.

COLLAUDATO A FONDO DA CENTO GUIDATORI

versione Euro 4 che Euro 5. Le versioni con sistema SCR e Man AdBlue dispongono di uno specifico precatalizzatore con sezione di miscelazione per l’additivo, la cui sistemazione in un alloggiamento separato ha permesso di realizzare una marmitta finale particolarmente compatta, che lascia ampio spazio a disposizione dei gruppi da installare sul telaio. In via sperimentale è stato presentato anche un autocarro ibrido, su base TGL, denominato EDA, dotato di gruppo di spunto elettrodinamico. Se il veicolo è fermo i due motori sono spenti e il TGL EDA non consuma combustibile, non produce gas di scarico e non fa rumore. Quando il conducente innesta una marcia, il motore elettrico avvia il motore diesel e contemporaneamente mette in moto il veicolo. La qualità di spunto che si ottiene è paragonabile a quella tipica dei vei-

Il prototipo Man TGL EDA ha alle spalle già oltre 5mila chilometri di test, in parte eseguiti su strada e in parte su apposite piste di prova. Oltre un centinaio di driver, dal neopatentato al professionista del volante, hanno avuto la possibilità di verificare alla guida le caratteristiche del Man TGL EDA. Guidando questo particolare veicolo sperimentale si apprezzano l’agevole spunto in salita, la marcia lentissima in manovra e la sicronizzazione del cambio tramite EDA. Il consumo di combustibile è inferiore a quello di un TGL di serie. Nell’occasione la Man ha presentato la gamma di autocarri che farà produrre in India su licenza in seguito alla joint venture con la Force Motors si tratta di autocarri oltre le 16 tonnellate di PTT, che verranno prodotti in un apposito stabilimento che sta già sorgendo a Pithampur, in India. Questi veicoli, denominati Man Cargo Liner, sono particolarmente affidabili, robusti e di facile manutenzione; i motori sono Euro 3 e l’obiettivo di produzione annua a regime è di 24mila camion all’anno, a due e a tre assi. Per ora niente trattori. Un’altra novità è il Man TGM 4x4. Dotato di serie di trazione integrale inseribile per affrontare i terreni più impegnativi, il nuovo TGM 4x4 dispone del sistema elettronico di gestione del bloccaggio e del ripartitore di coppia Transfer per la ripartizione ottimale della forza motrice all'asse anteriore e posteriore a seconda della situazione. Il TGM 4x4 è disponibile con motori da 240 e da 280 cavalli. Nell’occasione è stato presentato anche il TGL nella versione a doppia cabina, che può ospitare fino a sette persone.


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BULGARIA / IVECO SEMPRE PIÙ LEADER DI UN MERCATO IN CRESCITA

Appuntamento con l’Europa

di Paolo Altieri SOFIA - Sono tornato a Sofia dopo circa sei mesi. I segnali di un Paese disperatamente proteso verso uno sviluppo economico che è garanzia di miglioramento della qualità della vita degli oltre 8 milioni di bulgari sono tanti e forti. Forse per chi vive qui non sono ben visibili, anche perché deve fare i conti con le tante difficoltà che ancora rendono problematica la vita di moltissime persone, Ma intanto il traffico automobilistico è cresciuto a dismisura, sorgono moderne sedi di molte holding straniere, spuntano come funghi grandi centri commerciali, la selva di gru sta a indicare i lavori sempre più intensi per la ristrutturazione di edifici pubblici e privati, i negozi sono pieni di merci (“purtroppo - mi dice l’operatore turistico Blagovest Elefterov - in gran parte proveniente dall’estero”), l’inflazione si mantiene molto bassa nell’ordine dell’1,7 per cento, la disoccupazione è scesa all’8,5 per cento, l’incremento del prodotto interno lordo viaggia con un incremento superiore del 5 per cento l’anno, il reddito pro capite è compreso fra i 2mila e i 7mila euro, nascono ogni giorno attività artigianali, gli investimenti stranieri si fanno sempre più importanti destinati soprattutto alla realizzazione di strade e infrastrutture (oggi in Bulgaria si contano poco più di 300 km di autostrade). I NUMERI CHE CONTANO DELL’AUTOTRASPORTO È questo il panorama alla vigilia dell’ingresso (con il primo gennaio 2007) della Bulgaria nella Comunità Europea, un traguardo atteso con tante speranze dalla Bulgaria, dopo che nel 1989, con la caduta dell’impero sovietico cui l’economia bulgara era strettamente legata, sono cominciati anni durissimi per tutti. È questa anche la situazione che fa da cornice al settore dell’automobile e dei trasporti, che abbiamo voluto analizzare approfittando anche del Salone di Sofia dedicato ai veicoli commerciali e industriali. Il 2005 si è chiuso in Bulgaria per il mercato dei veicoli commerciali e industriali con un volume di 1.945 immatri-

Con il primo gennaio prossimo anche la Bulgaria entra a far parte della Comunità europea e all’importante appuntamento arriva con la determinazione di annullare in tempi brevi il grosso handicap che la separa dai Paesi più evoluti. Il settore dell’autotrasporto in continua crescita è un termometro sensibile delle potenzialità del Paese affacciato sul Mar Nero e l’Iveco già da tempo ne è diventata protagonista di grande successo

Borislav Georgiev, responsabile vendite Iveco Bulgaria. colazioni di veicoli con Ptt da 3,5 tonnellate e oltre (contro le 1.289 unità del 2004, 1.018 del 203, 1.076 del 2002, 587 del 2001), con Iveco al primo posto della classifica sia nei leggeri che nei medi e con la piazza d’onore nei pesanti alle spalle di Mercedes-Benz che qui può contare sulla tradizione e la forza di un dealer come Willi Betz. È un mercato che vede in lizza quasi tutti i costruttori europei, coreani, giapponesi e indiani da Avia a Bmc, da Bucher a Daf, da Gaz a Hyundai, da Suzuki a Iveco, da Kamaz a Kia, da Maz a Manda Mercedes-Benz a Mudan, da Multicar a Renault Trucks, da Scania a Steyr per finire a Toyota e Volvo Trucks. Quanto ai piccoli van con Ptt fino a 3,5 tonnellate e nel quale operano tutti i grandi e piccoli costruttori, il mercato

bulgaro lo scorso anno ha registrato 7.609 immatricolazioni con un incremento del 43,1 per cento rispetto al 2004 quando ne furono venduti 5.317. Leader del mercato Peugeot con 2.314 unità davanti a Ford (1.624), Citroën (1.536), Iveco (488), Volkswagen (436), Fiat (301), Mercedes-Benz (288), Renault (270), Opel (257), Gaz (70), Toyota (23), Daewoo (21). La classifica dei veicoli più venduti vede in testa il Peugeot Partner con 1.436 unità davanti a al Ford Transit con 906, Citroën Berlingo con 890, Peugeot Boxer con 797, Ford Transit Connect con 718, Iveco Daily con 448. A sottolineare la crescente domanda di trasporto merci anche le aziende di rimorchi e semirimorchi segnano volumi di vendita sempre crescenti. Kogel, Krone, Lamberet, Meiller, Panav, Schmitz

Cargobull, Schwarzmueller (le marche che vanno anche qui per la maggiore) hanno consegnato lo scorso anno 975 complessi trainati contro i 701 del 2004, i 487 del 2003, i 470 del 2002. Più contenuto, in mancanza di finanziamenti, lo sviluppo del mercato degli autobus che comunque lo scorso anno ha registrato un volume di 457 veicoli con Isuzu (165 esemplari) e Bmc (110) nelle vesti di protagonisti, settore comunque che vede in lizza anche Hyundai, Kamaz, King Long, Man, Neoplan, Marcopolo, Mercedes-Benz, Mudan, Otokar, Scania, Setra, Sor, Temsa, Yutong. Interessante è anche il dato che riguarda l’anzianità dei 311mila veicoli commerciali e industriali circolanti in Bulgaria: il 7,53 per cento fino a 5 anni, il 7,36 tra 5 e 10 anni, il 22,57 tra 10 e 15 anni, il 27 tra 15 e 20 anni, il

35,31 oltre i 20 anni, mentre per quanto concerne il parco vetture circolanti, che è di circa 2 milioni 539mila unità, il 3,62 per cento ha una anzianità sotto i 5 anni, il 6,17 tra 5 e 10 anni, il 24,08 tra 10 e 15 anni, il 25,55 tra 15 e 20 anni, il 40,41 oltre 20 anni. CONTINUA DECISA L’OFFENSIVA IVECO In un mercato in costante crescita, 2.270 immatricolazioni nel 2002, 2.300 nel 2003, 2.660 nel 2004, 3.060 nel 2005 e prevedibilmente 3.350 del 2006, con una ripartizione dei vari segmenti nel 65,8 per cento nei leggeri, del 7,7 nei medi e del 26,5 nei pesanti, Iveco già da molti anni vanta una presenza da protagonista sul territorio bulgaro. Dove conta un ufficio di coordi-


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namento e 4 dealer estremamente competitivi, dotati di strutture e impianti modernissimi, capaci di garantire, grazie anche alla qualità e alla professionalità del personale, un servizio di vendita e assistenza di primissimo ordine. Da un paio di mesi a capo dell’ufficio Iveco di Sofia con la responsabilità delle vendite c’è Borislav Georgiev, un giovane ingegnere dei trasporti di 34 anni, sposato, un figlio (Yavor di 4 mesi), una prima esperienza, dal 1998 al 2002, presso l’importatore di Fiat Auto, quindi all’Iveco con la responsabilità del customer service. “La nostra struttura è piccola ma dinamica. Ogni collaboratore dell’ufficio Iveco - sottolinea - è assolutamente votato al successo del marchio che qui in Bulgaria gode di una grande attenzione da parte della clientela. I numeri già stanno a dimostrare l’ottimo lavoro che si è fatto in questi anni. Nel segmento dei leggeri il Daily con il 18,2 di quota vanta la seconda posizione assoluta alle spalle di Peugeot ma sarebbe primo se si considerasse il segmento partendo dalle 3,5 tonnellate dove il Daily è effettivamente presente, in quello dei medi l’EuroCargo non conosce avversari con

che opera nella città di Plovdiv e Bulauto a Varna sono in grado di assicurare un ottimo servizio, cui si aggiungono le officine autorizzate Bulauto a Burgas e Sumheum e Translog a Sofia che costituiscono una ulteriore sicura garanzia per le necessità dei nostri clienti”. VERI BEST-SELLERS DEL MERCATO

Lo Stralis, qui con un gruppo di hostess dello stand Iveco, ha riscosso grandi attenzioni da parte dei visitatori al Salone di Sofia. A fianco, lo stand Fiat, dove faceva mostra di sè l’intera gamma dei veicoli commerciali. la sua quota del 70,8 per cento mentre ci difendiamo egregiamente con il 19,2 per cento nel segmento dei pesanti dove occupiamo la piazza d’onore alle spalle di Mercedes-Benz che continua a far pesare la forza della tradizione del partner Willi Betz”. “Ma - prosegue - se Daily, EuroCargo e nei pesanti il Trakker soprattutto sono veicoli che incontrano sempre maggiori consensi tra la clientela, non bisogna comunque mai abbassare la guardia. In un mercato che ha grandissime possibilità di sviluppo, anche la concorrenza non sta a a guardare. I nostri maggiori competitors sono an-

ch’essi impegnati a potenziare le loro reti di vendita e assistenza e dunque noi dobbiamo vigilare sulle nostre posizioni, migliorarle giorno per giorno, stando a diretto contatto con i dealer e i clienti per anticipare le loro esigenze, per guidarli secondo gli standard Iveco, per mettere in atto nuove iniziative, nuovi strumenti, nuovi servizi, il tutto finalizzato alla migliore soddisfazione della clientela. Le strutture dell’European Truck Center della Cefin e di Torino Motors a Sofia sono tali da rappresentare dei veri e propri gioielli per una rete di vendita e assistenza di veicoli commerciali e industriali ma anche Pts

Sul fronte dei prodotti Iveco, Daily e EuroCargo costituiscono dei veri e propri best seller del mercato, apprezzati per le loro caratteristiche di robustezza, affidabilità, comfort, per i consumi contenuti. Tutti gli operatori della piccola e grande distribuzione al momento della scelta del veicolo da acquistare, regolarmente valutano tra quanto offre il mercato la possibilità di puntare sul Daily o sull’EuroCargo. “Un po’ più problematico - aggiunge Borislav Georgiev - è la situazione dei pesanti. Il mercato richiede più veicoli off road che stradali e infatti i nostri numeri sono fatti soprattutto con il Trakker. Ma si tratta di un periodo transitorio. La stagnazione del mercato dei pesanti stradali è dovuta essenzialmente all’attesa dell’entrata in vigore della normativa Euro 4 e Euro 5. In ogni caso per il 2006 l’obiettivo di Iveco in Bulgaria è rappresentato da un volume complessivo di 850 nuovi veicoli che segnano una crescita in linea con quella del mercato”. Un cenno al Salone di Sofia, organizzato in un moderno complesso sorto alla periferia della città a pochi passi dall’aeroporto. C’erano, insieme all’Iveco, tutti i grandi costruttori con i modelli di più recente produzione. È evidente che la rassegna è ancora alle battute iniziali. Ma l’interesse degli operatori si poteva toccare con mano e il pubblico è accorso numeroso per ammirare piccoli e grandi campioni del trasporto: un’occasione unica per vederli tutti insieme.

La Bulgaria parte dell’Iveco Balkan Area

Knezevic: “Per Iveco una vera e propria missione” Il giovane responsabile Iveco per i Paesi che fanno parte della Balkan Area si dice convinto che la presenza del marchio italiano, già molto solida, è destinata non solo a rafforzarsi sempre di più ma anche a trasferire la cultura del trasporto soprattutto nei nuovi operatori sia del trasporto sia della distribuzione. Preparativi per il Road Show Serbia SOFIA - Vladimir Knezevic, ingegnere montenegrino, è un de di distribuzione, specie nel settore nelle birrerie, il che giovane manager Iveco che da qualche mese ha assunto la ci dovrebbe consentire quest’anno di poter consegnare alresponsabilità della Balkan Area, che comprende Bulgaria, meno 550 leggeri. Prospettive interessanti vengono anche Serbia, Montenegro, Bosnia, Erzegovina, Macedonia e Aldall’off road, settore che dovrebbe assorbire quest’anno bania. Si tratta di un’area dove vivono circa 25 milioni di 140 Trakker contro gli 80 pezzi del 2005. In Bosnia, Erzepersone e dove nel 2005 si è registrato un mercato di veigovina, Macedonia e Albania il mercato si mantiene piutcoli commerciali e industriali di circa 6.700 unità. È un tosto contenuto e abbastanza stabile, anche per la mancanterritorio ancora ricco di molte contraddizioni, di grosse za di finanziarie che possano venire incontro alle esigenze difficoltà economiche, con problemi sociali e politici non dei nuovi operatori nel settore del trasporto e della distridel tutto risolti, ma che rappresenta un potenziale di svibuzione. Qui contiamo di realizzare gli stessi numeri dello luppo notevole. Anche e soprattutto per il settore dei trascorso anno. A proposito di Albania, vale la pena sottolisporti. neare che le potenzialità di sviluppo sono estremamente “Sotto questo profilo - osserva Vladimir Knezevic - è interessanti, grazie anche alla crescita degli investimenti un mondo, quello dei Paesi balcanici, dove Iveco vanta già nel settore turistico e alberghiero, così come in quello delle una buona presenza con una rete complessiva di 13 dealer infrastrutture stradali. Non è un caso che in un mercato di strutturati per garantire ai nostri clienti un servizio di appena 150 pezzi, siamo riusciti di recente a vendere due buona qualità. In particolare, oltre ai quattro dealer in Bulnuovi Iveco off road, uno nella configurazione 6x4 e uno garia, ne abbiamo 5 in Serbia e Montenegro, 3 in Macedoin quella 8x4”. nia e 3 in Bosnia-Erzegovina che cerchiamo di supportare Le aziende italiane, impegnate nelle attività più divercon il know how Iveco in modo che possano qualificare se, sono sicuramente le più attive nei Paesi balcanici. A tal sempre meglio i loro servizi, garantendo la migliore soddiproposito sta per partire un’iniziativa nata proprio dalsfazione ai clienti. Naturalmente bisogna lavorare in prol’esigenza di rendere sempre più stretta l’integrazione tra fondità cercando di trasferire la cultura Iveco sul terreno la realtà economica italiana e quella dei Paesi balcanici. Si dell’autotrasporto sia ai dealer sia agli stessi clienti, affintratta del Road Show Serbia che ha lo scopo di valorizzare ché possano proporsi sul mercato come dei veri professiole qualità del sistema Italia e di favorire l’interscambio nisti del trasporto, che è condizione assoluta perché le loro con la Serbia. Ma, a differenza di altri progetti di cooperaattività possano registrare una costante crescita”. zione già messi in atto, il Road Show Serbia ha l’obiettivo “Dal punto di vista dei numeri - prosegue - l’intera area di sottolineare tre eccellenze di casa nostra: motori, sapori oggi rappresenta per Iveco un fatturato di 50 milioni di eue saperi. La manifestazione toccherà tre città: Novisad, ro dei quali 5 derivanti dai ricambi, con un volume di vengemellata con Modena, Kragujevac, gemellata con RegIn primo piano, Vladimir Knezevic, responsabile della Iveco Balkan Area, insieme ai dita di circa 1.600 veicoli, dei quali poco meno di 800 in gio Emilia, e Belgrado che è la capitale serba a metà stracollaboratori dell’ufficio Iveco di Sofia: Tatiana Benova, Borislav Georgiev e Nikolay Yoranov. Bulgaria, 600 in Serbia e Montenegro, 126 in Bosnia-Erda tra Novisad e Kragujevac. In ogni tappa chef italiani zegovina, una sessantina in Macedonia e poche unità in terranno workshop per studenti delle scuole di ristorazioAlbania. Ovviamente la parte del leone la fa il Daily con oltre 1.000 leader dei loro segmenti mentre nei pesanti occupiamo la terza posi- ne, per chef e ristoratori mentre ingegneri della Ferrari, Maserati, unità. Si tratta, naturalmente, ancora di mercati di piccoli numeri zione dietro Volvo Trucks e Mercedes-Benz. Altrettanto solida è la Lamborghini e Pagani terranno una lezione agli studenti d’ingegnedove però Iveco vanta in più casi una vera e propria leadership che posizione di Iveco in Bosnia-Erzegovina con Daily e EuroCargo ria meccanica. gli dovrebbe consentire di raggiungere nel giro di un paio di anni un grandi protagonisti”. L’obiettivo dell’iniziativa, che dovrebbe svolgersi tra settembre e Quali le prospettive future? “In Bulgaria - risponde Knezevic - ottobre è quello di offrire il know how emiliano a studenti e operavolume di almeno 2.000 veicoli. In Bulgaria l’EuroCargo è leader assoluto del suo segmento, il Daily è saldamente al secondo posto, l’Iveco segue il trend di crescita del mercato. In Serbia e Montene- tori serbi dei settori enogastronomico e meccanico, promuovere in mentre nei pesanti ci precede solo Mercedes-Benz. In Serbia e gro la crescita del mercato è inferiore, ma l’Iveco sta portando avan- Serbia i prodotti tipici di Reggio Emilia e Modena oltre che il suo Montenegro, un mercato da 2.300 pezzi, Daily e EuroCargo sono ti un’importante azione soprattutto nei confronti delle grandi azien- comparto meccanico e automobilistico.


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IL MONDO DEI TRASPORTI • Luglio/Agosto 2006

CECHIA / IL SALONE DI BRNO SOTTOLINEA LA FORZA DI IVECO

Konrad: “Attacco al mercato anche con i pesanti” di Paolo Altieri BRNO - C’è un Paese, la Repubblica della Cechia, che marcia al ritmo di un 6 per cento di crescita annua. Uno sviluppo economico spettacolare che si riflette su ogni tipo di attività. E girando, come abbiamo fatto noi di recente, da un punto all’altro della Cechia, prima di fermarci per qualche giorno prima a Brno per il Salone dei veicoli industriali e commerciali oltre che degli autobus, poi a Praga, si tocca con mano la voglia e la determinazione dei cèchi nel bruciare le tappe sulla strada della ripresa economica e sociale dopo gli anni bui del comunismo, ormai un lontano ricordo nonostante che siano trascorsi appena poco più di tre lustri dal momento dell’inversione di rotta. Che si è trasformata in uno sfrenato liberismo vissuto all’insegna di una feroce determinazione, anche se la primissima fase di transizione ha visto prevalere nella società soprattutto coloro che non hanno badato alla forma per arricchirsi velocemente. Intanto a rendere sempre più solida l’economia del Paese sono intervenuti i numerosi investimenti di aziende estere, anche di grandi Case automobilistiche, come Toyota, il Gruppo Psa, Hyundai i cui impianti si sono aggiunti a quelli preesistenti di Skoda (vetture), Avia (veicoli commerciali un tempo firmati Daewoo), Tatra (azienda che fino agli Anni 80 costruiva splendide e costose vetture e che oggi vanta la sola produzione di camion dopo essere passata sotto il controllo dell’americana Terex) e Karosa (autobus oggi con il marchio del Gruppo Iveco). Una industria, quella di auto, camion e autobus, che ha consentito anche la nascita di un indotto che sta diventando un’altra importante realtà industriale, che fa da volano a tante altre attività, compresa quella dei trasporti. TUTTO IL SETTORE È IN CRESCITA Il Salone dei veicoli industriali e commerciali oltre che degli autobus tenutosi agli inizi di giugno a Brno è giunto puntuale a sottolineare la crescita di tutto il settore legato ai trasporti. Ne abbiamo parlato con Alex Konrad, generale manager Iveco per il mercato della Cechia. “Indubbiamente - osserva - il settore nel quale viviamo, dopo alcuni anni di incertezza, dovuta anche alla mancanza di regole precise, ora si va normalizzando con una più convinta pianificazione della propria attività da parte di tutte le aziende. L’economia tira, il settore della distribuzione delle merci cresce con il proliferare dei grandi centri commerciali delle più note catene di distribuzione e parallelamente assistiamo alla nascita di numerose aziende di autotrasporto, molte delle quali sulle spoglie di vecchie aziende del settore, il che si traduce anche in grandi possibilità di sviluppo per i costruttori di veicoli. Anche le grandi opere pubbliche, soprattutto quelle autostradali, lungo le direttive per Berlino, per la Polonia, da Brno a Ostrava, così come i lavori relativi alle costruzione e ristrutturazione di abitazioni hanno accelerato la domanda di mezzi off road, favorita anche dal fatto che ancora per un anno per le abitazioni al di sopra dei 90 metri quadra-

Poste, dagli Enti pubblici. E una così grande quantità di Daily che circola per le strade della Cechia con le insegne delle Poste rappresenta una forte promozione anche nei confronti degli operati privati. Che sempre più prendono consapevolezza delle grandi qualità del Daily, sottolineate dalla sua straordinaria affidabilità, dalla sua robustezza, dalla facilità di allestimento ma anche dai suoi costi di gestione molto contenuti. A proposito di Daily, va anche ricordato la grossa fornitura, ben 107 unità, realizzata con la collaborazione del dealer Agrotec per una serie di panifici in Moravia”. “Siamo anche soddisfatti - aggiunge Alex Konrad - dei risultati che stiamo ottenendo nel settore dei pesanti e in particolare tra i clienti che operano nel mondo off road. Abbiamo consegnato 40 Stralis AS al trasportatore italiano Lanutti che da qualche mese ha rilevato l’azienda di trasporti céca AS Trans di Teplice”.

Il general manager di Iveco Cechia sottolinea la sensibile crescita dell’Iveco in tutti i segmenti di un mercato in grande sviluppo

ti si continuerà a pagare l’Iva al 5 per cento anziché il 19 come previsto a partire dal gennaio 2008. Si aggiunga poi la corona céca continua ad apprezzarsi, quest’anno il cambio è arrivato a 28,3 corone per un euro contro le 30,8 corone per euro di appena un anno fa e si può comprendere come il terreno sia favorevole per tutti, anche per Iveco, che già gode di una forte presenza qui in Cechia, ma che può rafforzarla ulteriormente, il che poi è il nostro preciso obiettivo”. I numeri del mercato confermano il quadro positivo tracciato da Alex Konrad. Nei primi quattro mesi dell’anno in mercato céco ha registrato un volume di 4.583 immatricolazioni contro le 3.172 del 2005 con un incremento del 44 per cento. Iveco è schizzata dalle 458 unità dei primi quattro mesi dello scorso anno alle 732 di quest’anno con una crescita di quasi il 64,5 per cento che le consente di portare la sua quota assoluta di mercato al 16 per cento contro il 14,4 dello scorso anno. L’andamento del mercato totale e dell’Iveco visto attraverso i segmenti offre una visione più chiara della situazione. Nel segmento delle 3,7 tonnellate il mercato cresce dell’11 per cento da 711 a 789 immatricolazioni mentre Iveco passa da 113 a 137 veicoli venduti migliorando la sua quota dal 15,9 al 17,4 per cento. Nel segmento compreso tra 3,51 e 6 tonnellate, il mercato regredisce del 18 per cento da 116 a 95 veicoli, mentre Iveco migliora le sue vendite da 47 a 49 unità, portando così la sua quota dal 40,5 al 51,6 per cento. Nel segmento dei veicoli medi con Ptt compreso tra 6,1 e 16 tonnellate, il mercato cresce addirittura del 52 per cento da 657 a 997 veicoli, con l’Iveco che, pur migliorando il suo volume di vendita da 197 a 279 veicoli, vede calare la sua quota dal 30 al 28 per cento. In forte crescita anche il mercato dei pesanti oltre le 16 tonnellate che è passato da 1.688 unità dei primi quattro mesi del 2005 alle 2.702 di quest’anno con un incremento del 60 per cento. Un grandissimo

LA FORD È LEADER DAVANTI A MERCEDES

passo in avanti è stato anche quello dell’Iveco che ha consegnato 269 trucks pesanti contro i 101 dello scorso anno, migliorando la sua quota di penetrazione di ben 4 punti passando dal 6 al 10 per cento. “L’operazione più importante - ricorda Alex Konrad - in nel mercato dei medi, in continua crescita ma dove sono presenti tutti i maggiori competitors, è stata la consegna di 70 veicoli di cui 35 Daily e 35 EuroCargo al Centro smistamento delle Poste di Brno. Grazie a questa fornitura abbiamo potuto festeggiare la consegna del 350esimo Daily alla Poste Ceche in dieci anni di collaborazione. E per Iveco simile traguardo gioca in maniera favorevole anche sul piano dell’immagine. Alla gente non sfugge, infatti, quali sono i mezzi più usati dalla Polizia, dalle

Molto interessante è il quadro del mercato che si ricava dalla classifica per marche dei primi quattro mesi in ogni segmento di mercato. In quello delle 3,5 tonnellate al primo posto troviamo Ford Transit con il 26,3 per cento di quota davanti a MercedesBenz Sprinter (23,3), Iveco Daily (17,4), Volkswagen TL (11,8), Renault Master (6,9); in quello che va dalle 3,5 alle 6 tonnellate, predominio assoluto dell’Iveco con Daily e EuroCargo che hanno raggiunto una quota del 51,6 per cento davanti a Mercedes-Benz Sprinter (16,8), Volkswagen TL (8,4), Nissan Atleon e Renault Mascott, entrambi con il 7,4, Ford Transit con il 6,3 per cento. La classifica del segmento dei veicoli medi da 6,1 a 16 tonnellate vede ancora la leadership dell’Iveco e del Daily e dell’EuroCargo con il 28,8 per cento davanti a Renault Midlum con il 17,6, Man (16,5), Daf (15,0), Mercedes-Benz (13,2), Avia (10,0). Infine il segmento dei pesanti oltre le 16 tonnellate. Qui la lotta è feroce e le distanze

sono minime tra un costruttore e l’altro. La leadership è comunque di Volvo con il 18,5 di quota, seguita da Mercedes-Benz con il 17,4, Man con il 15,5, , Scania con il 13,0, Renault con il 12,2, Daf con l’11,0, Iveco con il 10 per cento. “Ci sono ragioni storiche - spiega Alex Konrad - che consentono ai nostri grandi competitors di godere ancora di una posizione di forza. Ma noi dell’Iveco in questi ultimi anni abbiamo già recuperato molto terreno, oggi la gamma Stralis e la gamma Trakker sono tenute regolarmente in considerazione da chi deve operare un acquisto in questo settore e i clienti che ci hanno dato già fiducia si considerano tutti soddisfatti e orgogliosi della scelta operata”. E del resto bastava entrare al Salone di Brno nel padiglione che accoglieva l’enorme stand dell’Iveco, quest’anno organizzato in chiave tecnica e professionale ma sempre molto “caloroso” come nelle precedenti edizioni, per rendersi conto dell’interesse che gli operatori del settore mostravano per i veicoli esposti. Proprio per meglio aggredire il mercato e rispondere ancora più efficacemente alle esigenze della clientela, l’Iveco Cechia è costantemente impegnata a migliorare la sua rete di vendita e assistenza, che oggi conta 6 dealer, tutti molto forti sia finanziariamente sia dal punto di vista delle strutture, ai quali si aggiungono 21 officine autorizzate, l’ultima delle quali, la QTM, appena inaugurata e per la quale è stato operato un grosso investimento in strutture e attrezzature. È anche evidente che oltre a lavorare sulla rete perché possa adeguarsi costantemente alle necessità del mercato, la nostra attenzione massima è puntata proprio sul mercato dei pesanti, dove le potenzialità sono enormi e dove Stralis e Trakker sono sicuramente in grado di conquistare migliori posizioni. Al riguardo abbiamo appena assunto un nuovo venditore con una buona esperienza alle spalle e stiamo mettendo in opera tutta una serie di iniziative commerciali e promozionali orientate sia ai dealer che alla clientela finale dei pesanti. Insomma le prospettive di sviluppo ulteriore ci sono tutte. Faremo al meglio la nostra parte”.

Stratos Auto dinamico dealer Iveco

Strakos: “Iveco che passione!” Il titolare di una delle sei concessionarie Iveco nella Repubblica Céca ha l’entusiasmo di un trentenne ma anche già una grande esperienza per inseguire traguardi molto ambiziosi BRNO - Un personaggio così non può che Lo stand di Stratos Auto al Salone di catturare simpatie e infondere fiducia nei Brno era nello stesso padiglione che acsuoi interlocutori. Sguardo limpido e pucoglieva quello imponente dell’Iveco ed lito, aria da ragazzino che la sa lunga ma era nello spazio riservato all’azienda di senza esprimere assolutamente nulla di Martin Strakos che faceva bella mostra di poco chiaro, un sorriso accattivante, un sé il Daily numero 350 consegnato alle modo di proporsi con semplicità ma Poste di Brno. Per una precisa ragione anche con molta sicurezza, Martin Strache ci spiega lo stesso Strakos. “Sì, il veikos, 36 anni, originario di Hradec Kralocolo che ha segnato un traguardo così imve nel nord-est della Cechia, a circa 100 portante nelle forniture alle Poste fa parte km da Praga, 2 figlie (Sara e Lucia), studi del lotto dei 97 veicoli che Stratos Auto in ingegneria automobilistica, è il classiha consegnato quest’anno alle Poste. Abco “prodotto” del post-comunismo. Oggi biamo in portafoglio un’altra fornitura di è uno dei più dinamici dealer dell’orgaben 150 veicoli, tra Daily, EuroCargo, nizzazione Iveco in Cechia. “Era il 1994 Stralis e Trakker, che saranno consegnati - ricorda - quando ebbi l’opportunità di sempre alle Poste entro il 2008. Naturaldiventare officina autorizzata Iveco. Fu mente lavoriamo su più fronti e le prol’inizio di una bella e fortunata collaboMartin Strakos, titolare Stratos Auto. spettive sono decisamente interessanti razione che nel giro di qualche tempo mi per mantenere sempre più in alto la banavrebbe consentito di acquisire dall’Iveco anche il mandato per la diera dell’Iveco”. vendita dei veicoli”. In poco più di 10 anni Stratos Auto, sotto Il colloquio con Martin Strakos avviene con la cortese collabol’abile e dinamica guida di Martin Strakos, ha saputo crescere con razione della sua simpatica assistente, Ivana Michalkova, che molta sicurezza fino a diventare oggi un’azienda che è un vero e parla un ottimo italiano. Approfittiamo della gentile interprete per proprio fiore all’occhiello della rete Iveco in Cechia. farci raccontare ancora qualcosa da Martin Strakos, relativamente La sua sede a Hradec Kràlové è punto di riferimento sicuro per agli altri settori di attività in cui è coinvolto. “Sì, abbiamo anche i clienti Iveco, che trovano in Martin Strakos un interlocutore una produzione di minibus, quasi tutti su telaio Iveco, che abbiapuntuale, professionalmente preparato, disponibile in ogni momo iniziato - sottolinea - nel 2001 e che ci sta dando parecchia mento, pronto a suggerire, consigliare, dare soluzioni convenienti soddisfazione. Sono minibus da 27 posti per il trasporto interurai problemi che gli vengono prospettati dai clienti. I suoi collabobano. Quest’anno ne dovremmo vendere intorno alle 40 unità. ratori sono cresciuti nel frattempo fino a raggiungere le 60 unità, Un’altra attività riguarda l’allestimento di veicoli per la manutentutti con un’età media molto bassa, ma tutti impegnati nel lavoro zione stradale ma anche per i vigili del fuoco. Su questo fronte con professionalità, determinazione, entusiasmo, convinti, come dovremmo consuntivare quest’anno almeno una cinquantina di il titolare, che solo garantendo la migliore soddisfazione ai clienti pezzi”. E siccome una ciliegia tira l’altra, Martin Strakos ha decipossono contare sulla crescita dell’azienda e sulla sicurezza del so di lanciarsi anche nel settore dell’automobile, acquisendo il loro lavoro. Il bilancio dello scorso è stato più che positivo per mandato di un marchio di prestigio come Bmw, sia per la vendita Stratos Auto, che ha chiuso con un volume di 280 veicoli venduti che per l’assistenza. Quest’anno conta di farsi le ossa con una dei quali 40 della gamma pesante e un fatturato complessivo trentina di Bmw vendute. Il grande salto già il prossimo anno, prossimo ai 15 milioni di euro. “Per quest’anno - confida Martin “con un obiettivo - sottolinea - di ben 150 Bmw su un mercato toStrakos - contiamo di migliorare i nostri numeri di almeno il 10 tale che per l’azienda di Monaco di Baviera dovrebbe aggirarsi per cento superando il traguardo dei 300 veicoli nuovi venduti”. sulle 2mila unità.


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CANTIERI & COSTRUZIONI

IL MONDO DEI TRASPORTI • Luglio/Agosto 2006

CANTIERI E COSTRUZIONI / UN MERCATO IN CONTINUO SVILUPPO

La responsabilità della politica Il mercato delle macchine da cantiere procede in totale sintonia con l’andamento dell’economia di Franco Fiorucci MILANO - Poco dopo l’insediamento del governo Prodi, sono state una vera e propria doccia fredda le dichiarazioni ministeriali a proposito della gravità dei conti pubblici. Per il loro significato generale, tali dichiarazioni sono state allarmanti per tutti, ma è innegabile che un allarme particolarmente acuto lo hanno destato nelle imprese in qualche modo legate al settore dei lavori pubblici e dell’ingegneria civile. Per argomentare e testimoniare concretamente la gravità della situazione dei conti pubblici è stato infatti paventato anche il blocco delle opere pubbliche già avviate. Come dire che rischiano lo stop i lavori di realizzazione di molte opere attese da anni, che in molti casi rispondono solo in ritardo - pesante ritardo - a esigenze evidente e molto sentite. Da una prospettiva del genere evidentemente uscirebbe con le ossa rotte anche tutto il comparto delle macchine per il movimento terra, che nelle grandi opere ha una cospicua parte del suo mercato. Grandi e piccole aziende che producono i macchinari impiegati dalle imprese seguono perciò con attenzione e apprensione l’evolversi della situazione economica, sperando che prevalgano orientamenti volti sì a risanare, ma granu salis, cioè compiendo interventi capaci di preservare le chances delle aziende nel panorama generale, non solo italiano, che in questo periodo offre discrete prospettive. In Europa il settore delle costruzioni negli ultimi due anni è risultato in calo a causa del rallentamento degli investimenti pubblici, ma per il 2006 le previsioni sono per un bilancio in crescita. Secondo i dati da poco resi noti dal Cece (Commitee for european construction equipment), che raggruppa 1.200 aziende produttrici di macchine per l’edilizia e le costruzioni, il comparto dell’ingegneria civile, vale a dire delle opere pubbliche, nel 2005 ha rappresentato un giro d’affari di 256,49 miliardi di euro, equivalente al 21 per cento del totale. Da notare il bilancio dell’area dei 25 Paesi dell’Unione risente in modo massiccio di ciò che si registra nei Paesi di maggior peso. Basti dire che alla sola Germania fa capo circa il 12 per cento del bilancio delle opere pubbliche e che il 67,4 per cento delle attività è relativo a quanto succede nei cinque Paesi principali: Germania, Francia, Gran Bretagna, Spagna e Italia. I dati sono in crescita anche per quanto concerne il nostro Paese: secondo la Fiec (Federazione dell’industria europea delle costruzioni) il 2005 ha visto crescere il mercato globale delle costruzioni dell’1,5 per cento (ma per il Cece l’aumento è stato solo dello 0,9) che rappresenta il settimo anno consecutivo di sviluppo. Ciò anche se rispetto al 2004 si è avuto un rallentamento (da un aumento del 3 per cento appunto all’1,5). In questo quadro generale delle costruzioni, il settore delle opere pubbliche registra un aumento leggermente superiore alla media (1,7 per cento secondo la Fiec e 3 per cento secondo il Cece). Per il 2006 le previsioni delineano una tendenza al rallentamento. Quanto alle opere pubbliche si sta registrando una diminuzione del loro numero assieme all’aumento del valore unitario, a testimonianza di un concentramento degli interventi nelle grandi opere. Tale situazione risulta discreta-

mente positiva per l’industria produttrice delle macchine. Secondo il Cece, nel 2005 le industrie che producono macchinari per il settore dell’ingegneria civile ed edilizia hanno realizzato un fatturato di 21 miliardi di euro, con un incremento del 7 per cento rispetto al 2004. Il settore rappresenta circa il 30 per cento della produzione mondiale e dà luogo a una forte esportazione. Per il 2006 si prevede un ulteriore incremento del 3 per cento. Questo dato europeo trova una diversa suddivisione nei vari Paesi: in Italia il trend di incremento è in linea con quello europeo, mentre in Paesi come la Germania, la Gran Bretagna e la Francia è superiore. Per avere un ordine di valori di ciò che

rappresenta il comparto si può dire che il mercato mondiale delle macchine per costruzioni viene stimato in circa 80 miliardi di dollari. Per quanto riguarda il mercato, cioè l’assorbimento di questi macchinari dalle aziende continentali, il 2005 ha fatto rilevare una crescita nell’ordine del 7 per cento, vale a dire un indice superiore a quello relativo al complesso delle attività edilizie e d’ingegneria civile; per il 2006 ci si aspetta un ulteriore aumento del 3 per cento. Da notare che - sempre secondo il Cece - per quanto concerne il settore delle macchine per il movimento terra (136mila unità vendute nel 2005, cioè 9mila più del 2004), il mercato italiano ha una notevole consi-

stenza, con il 17 per cento del totale del fatturato europeo, una percentuale raggiunta solo dal mercato britannico, che però comprende Gran Bretagna e Irlanda; Germania e Francia raggiungono il 15 per cento ciascuna. Dal punto di vista più generale è da sottolineare come i mercati dell’Europa orientale stiano facendo registrare aumenti annui nell’ordine del 40 per cento. Secondo il Comamoter il bilancio italiano 2005 del settore si è concluso con un totale di 26mila macchine vendute. Per il 2006 si stima che l’incremento dovrebbe essere del 4 per cento, avviando così una tendenza alla crescita che nel 2007 dovrebbe far arrivare l’incremento al 7 per cento. Per l’Italia, il “report” 2006 del Cece prevede per il settore un aumento del 4 per cento del

fatturato interno e del 9 per cento delle esportazioni. In termini di valore, le vendite “domestiche” del 2005 sono ammontate a 3.016 milioni di euro (pari a un incremento del 3 per cento). Per quanto riguarda le macchine di produzione italiana il fatturato è stato di 1.665 milioni di euro. Le stesse aziende italiane hanno anche esportato macchine per 2.916 milioni. Le aziende italiane del settore sono 380 e occupano 48.500 addetti. In sostanza di tratta di un panorama in cui non mancano gli spazi di sviluppo e soprattutto in cui le aziende europee (ormai risulta davvero difficile ragionare per realtà nazionali) hanno buone chances per conquistare spazi sui mercati mondiali, soprattutto su quelli dei Paesi emergenti.

Fatturato delle macchine cantieri & costruzioni in Europa (milioni di euro) Paese

Le macchine da cantiere e per movimentare i pallet sono le grandi protagoniste dei lavori edili e stradali, oltre a essere preziose alleate di chi opera nell’industria e deve movimentare rapidamente merci pesanti e ingombranti. La loro affidabilità e sicurezza di utilizzo sono fondamentali ai fini della loro funzionalità quotidiana.

L’attuale panorama europeo e italiano non è negativo ma occorre che l’importanza del settore sia chiara a tutti, onde evitare politiche che finirebbero con l’ostacolare lo sviluppo del settore e con esso quello di buona parte dell’economia

2000

Belgio 1.003,0 Francia Germania 4.461,6 Italia Spagna 437,7 Gran Bretagna 2.969,0 Finlandia 855,0 Olanda Polonia 185,4 Svezia 803,0

2001 920,0 4.118,3 436,3 2.677,0 801,0 157,6 1.001,0

2002

2003

2004

2005

2006

815,0 1.597,9 4.433,9 3.864,5 439,0 2.915,0 852,0 184,0 120,3 1.068,0

796,0 1.683,8 4.293,6 3.670,0 445,5 2.806,0 810,0 405,0 163,4 1.241,4

865,0 1.839,5 4.818,0 4.190,3 454,3 3.154,0 878,0 583,0 402,9 1.451,7

865,0 +2 2.137,1 +2 6.096,9 +5 4.581,0 +7 560,2 +5,7 3.528,0 +5 1.180,0 +3 790,0 +13 429,6 +3,5 1.551,0

Fatturato dei principali mercati europei (milioni di euro) Paese

2000

Belgio 617,0 Francia Germania 2.252,4 Italia Spagna 800,0 Gran Bretagna 799,0 Finlandia 415,0 Svezia 171,0

2001 619,0 2.230,0 822,0 815,0 379,0 185,0

2002

2003

2004

2005

2006

495,0 1.521,0 2.007,0 2.935,8 832,0 914,0 440,0 180,0

435,0 1.498,1 2.027,1 2.599,0 847,0 938,0 447,0 235,2

448,0 1.670,0 2.067,6 2.823,9 864,0 1.013,0 459,0 243,2

479,0 +5 1.816,7 +2 2.191,7 +5 3.016,0 +3 974,6 +6.3 1.021,0 -1 475,0 +2 276,0 -1%

Fatturato dei costruttori europei per destinazione (milioni di euro) Anno

2002

2004

2005

Mercato domestico Esportazioni

2.445,0 6.143,0

2.513,0 7.279,0

2.691,0 8.117,0

Fatturato costruttori europei raggruppati per Paesi (milioni di euro) Paese

2000

Francia Germania 1.939,9 Italia Spagna 437,7 Gran Bretagna 2.456,0 Fonte: CECE

2001 1.553,6 445,4 2.252,0

2002

2003

2004

2005

2006

909,1 1.638,2 3.785,0 424,0 2.403,0

976,7 1.644,8 3.553,2 422,5 2.274,0

1.143,2 1.814,4 4.018,8 428,1 2.549,0

1.265,2 +2 2.088,6 +5 4.321,5 +7 506,6 +2,7 2.715,0 +2


CANTIERI & COSTRUZIONI 19

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NEW HOLLAND / VISITA ALL’IMPIANTO DI SAN MAURO TORINESE

La storia abbinata alle moderne tecnologie SAN MAURO TORINESE - Se c’è un settore industriale che “pensa in grande” è quello delle macchine per il movimento terra. Chi ragiona di escavatori, pale, dozers e via dicendo, ha il mondo come cortile di casa. Dipende dalle caratteristiche industriali del prodotto, certo, ma anche dal fatto che il mercato relativo è globalizzato per sua natura. Si potrebbe perciò pensare che le aziende produttrici non abbiano un “cuore” in cui pulsa la loro storia. Ma una storia che risale molto indietro nel tempo non può non avere un qualche dove in cui si esprimono la sua anima e le sue capacità. È il caso dello stabilimento New Holland di San Mauro Torinese, alla periferia orientale del capoluogo piemontese. Oggi la fabbrica è attorniata da centri commerciali ma al suo interno custodisce il frutto di un know how maturato in tanti anni di attività torinese del gruppo Fiat nel settore, un’attività che ha portato la fabbrica a tagliare già due anni fa il traguardo dei 40 mila escavatori prodotti. La superficie complessiva dell’impianto è di 202 mila metri quadrati di cui 60 mila coperti: 6.000 relativi agli edifici adibiti a uffici e 54.000 di of-

ficine. Vi lavorano 600 dipendenti, di cui circa 400 addetti direttamente alla produzione. Quello di San Mauro è in pratica lo stabilimento produttivo più importante della New Holland e produce escavatori idraulici cingolati e gommati destinati alla rete New Holland dell’area europea, del Medio Oriente e l’Africa, una fetta considerevole dei 770 dealers che compongono il network globale della società. PROFESSIONALITÀ A TUTTO CAMPO Nel linguaggio moderno il livello di professionalità della realtà New Holland di San Mauro Torinese si traduce nelle sigle relative alle certificazioni, nel caso specifico ISO 14001 e Vision 2000, che danno la misura dell’eccellenza dell’impianto. Ma oltre a ciò, a visitare la fabbrica si percepisce un elevatissimo “savoir faire” di chi ci lavora e un’organizzazione efficiente e tesa alla realizzazione di prodotti di qualità. Aspetto affascinante e forse significativo di questa realtà è lo stretto intreccio tra apparati produttivi tecnologicamente avanzati e contributo umano,

tra conoscenze e professionalità che hanno la loro culla nel bacino torinese e modalità di lavoro che vengono anche da lontano. Sotto i padiglioni di San Mauro non si vedono operai addetti a funzioni ripetitive e neanche di puro e semplice controllo. Poche ma importanti mansioni e operazioni sono svolte assieme da macchina e uomo, con tutti gli aspetti di precisione affrontati con apparati automatizzati ma con importanti momenti della produzione affidati alle capacità degli operai-tecnici, che si potrebbero definire una sorta di nobiltà della manodopera industriale. Così se il taglio dell’acciaio per la produzione dei telai e dei bracci delle macchine avviene con l’impiego di enormi macchine automatizzate, la prima impostazione della costruzione è curata dagli uomini, che appongono i primi punti di saldatura come in una sorta di imbastitura che ricorda quella che i grandi sarti fanno quando confezionano un loro capo d’abbigliamento. Poi la saldatura completa e definitiva è affidata a grandi robot che lavorano abbinati a potenti macchinari in grado di ruotare piattaforme e bracci come fuscelli. Ma dato che la globalizzazione ha porta-

La produzione New Holland ha nell’impianto di San Mauro Torinese uno dei suoi punti nevralgici. È la fabbrica più importante del gruppo e da lì esce un’ampia gamma di escavatori idraulici cingolati e gommati per varie esigenze Inaugurata a Villanova d’Asti una nuova sede Maie

Per New Holland un partner ancora più affidabile VILLANOVA D’ASTI - La Maie, partner tra i più importanti di New Holland, ha inaugurato il 20 maggio una sua nuova filiale in Piemonte, a Villanova d’Asti. A sottolineare il legame esistente tra la Maie e la New Holland, a tagliare il nastro inaugurale è stato Franco Fenoglio, presidente di New Holland Construction. Il nuovo centro Maie si trova nei pressi dell’ingresso dell’autostrada A21, ha una superficie di 10mila metri quadrati e ospita una quindicina di uffici con varie sale riunioni. Per ciò che concerne la parte tecnica, vi è un’officina di 1.800 mq con 12 postazioni di lavoro. Per i ricambi vi è un magazzino di 700 mq. Nella nuova sede lavorano 40 addetti. La nuova sede di Villanova testimonia dell’importanza che viene attribuita al mercato piemontese, che nel 2005 ha assorbito il 10 per cento del mercato italiano (2.500 macchine su un totale di 25 mila). L’obiettivo della nuova struttura è la soddisfazione del cliente: le esigenze del cliente, il perfezionamento degli strumenti impiegati per la risposta più completa alle sue necessità, dalla gamma e qualità dei prodotti alla organizzazione del servizio. Tutti modi di manifestarsi dell’impegno Maie nel portare avanti l’ottica New Holland. In pratica la nuova filiale Maie di Villanova d’Asti è una nuova dimostrazione della stretta sintonia esistente tra New Holand e Maie due realtà che collaborano da molto tempo e sono partner fondamentali del mondo dei cantieri italiano. Oggi la gamma New Holland comprende 12 famiglie di prodotti sia pesanti che leggeri, con 71 modelli base: con la totalità dei prodotti rinnovati negli ultimi due anni. La New Holland ha una strategia incentrata sulle esigenze del cliente e sulle risposte alle sue esigenze; in altre parole è quella che viene definita una azienda “Customer oriented”. In questo contesto, nella fase della distribuzione è importante la partnership con aziende come la Maie che vanta oltre trenta anni di esperienza nel settore, dopo essere stata creata a Ravenna nel 1971 dal suo fondatore Giandomenico Martini. La collaborazione con il gruppo Fiat è iniziata all’inizio degli Anni 80 e continua tuttora attraverso le varie evoluzioni del marchio, fino alla partnership con New Holland oggi. Prima azienda italiana del suo settore ad aver ottenuto la certificazione ISO9002, Maie è interlocutore ideale di New Holland per l’applicazione e il successo delle sue strategie, avendo sempre condiviso, supportato e aggiornato le proprie linee gestionali alle nuove realtà che l’azienda del Gruppo Fiat ha proposto al mercato. Maie, oltre a quella di Villanova d’Asti ha altre sette filiali nel centro Nord: Campoformido (Udine), Ancona, Limena (Padova), Borgo Vercelli (Vercelli), Moncalieri (Torino), Pontenuovo di Torgiano (Perugia), Assago (Milano). Complessivamente la Maie impiega 280 persone, di cui più di 100 dedite all’assistenza e 65 alle vendite; con un fatturato consolidato di oltre 220 milioni di euro all’anno. È uno dei leader indiscussi nel campo della distribuzione di macchine per movimento terra.

Un settore particolarmente sviluppato dell’attività Maie è il noleggio, in forte sviluppo nel nostre Paese. In questo settore l’azienda conta su una flotta di oltre mille macchine, fra grandi e piccole, per una capitalizzazione di oltre 45 milioni di euro. I centri Maie in cui si svolge attività di noleggio sono: Crespellano (Bologna); Ascoli Piceno-Pagliare di Spinetoli; Gardolo di Trento (Trento); Buttapietra (Verona); Pietrasanta (Lucca); Pous d’Alpago (Belluno); Fontanellato (Parma).

to nel mondo la conoscenza delle varie realtà geografiche, nel modo di essere della fabbrica di San Mauro c’è anche qualcosa che viene da lontano, dal Giappone. È l’organizzazione del lavoro secondo una logica di gruppo, in base alla filosofia delle 5S: Seiri, eliminare ciò che non serve; Seiton, organizzare ciò che serve; Seiso, mantenere pulito; Seiketsu, mantenimento; Shitsuke, rispetto delle regole. Da questa filosofia derivano il grande ordine e la pulizia che regnano in ogni angolo dei reparti, che aiuta a rendere tutto più efficiente e a operare al meglio. Il ciclo produttivo è organizzato nelle seguenti grandi fasi, che hanno luogo nei reparti dello stabilimento: la carpenteria, ossia il taglio e la piegatura, la saldatura dei bracci e telai, la produzione dei cilindri (destinati alle forniture degli impianti New Holland di San Mauro, Berlino, Lecce, Imola, Belo Horizonte); il montaggio degli escavatori, il collaudo funzionale, il lavaggio, la verniciatura, la finizione e il collaudo di delibera. Lungo il ciclo produttivo, scandito da un grande pannello luminoso che riporta gli obiettivi del mese e del giorno, è un susseguirsi di fasi di lavorazioni sofisticate, dal taglio compiuto secondo tecniche modernissime, alla produzione dei cilindri con operazioni di saldatura realizzata in maniera per certi versi spettacolare: nella saldatura a frizione i due elementi (lo stelo da una parte e la sua estremità detta occhiello ) vengono portati gradualmente a contatto mentre avviene una velocissima rotazione che provoca un calore elevatissimo capace di far fondere l’acciaio, fino a rendere i due elementi un unico pezzo. Altra lavorazione che si fa notare nella linea di assemblaggio escavatori, è l’accoppiamento tra il telaio e la torretta, determinante per garantire i necessari livelli di precisione, durata e sicurezza della macchina. La produzione attuale dello stabilimento conta quindici modelli diversi di macchine, proposti in una vasta gamma di soluzioni di allestimento. Oltre alle verifiche continue (strumentali e umane) che vengono effettua-

te nel corso del ciclo di lavorazione, al termine in un’apposita area attrezzata per ognuno degli escavatori prodotti viene fatto un dettagliato e accurato collaudo funzionale così da avere la certezza di consegnare alla rete un prodotto affidabile. Ma la qualità viene perseguita anche con altre iniziative, come con la procedura definita CQA (Customer Quality Audit), in cui i tecnici e manager della New Holland prendono in esame la macchina con gli occhi e l’approccio del cliente, assumendo l’atteggiamento più severo nel giudicare e nel criticare. Del resto la qualità è al centro degli obiettivi dell’impianto già da molti anni. La prima certificazione ottenuta dall’impianto di San Mauro Torinese risale al 1993 ed è la ISO 9001 per la qualità prodotto; poi c’è stata la ISO 14001 per la qualità ambiente e infine nel 2001 la Vision 2000 per la qualità processo. Tale impegno, pur mantenendo i necessari obiettivi quantitativi di produzione, ha nella qualità l’elemento principale che è fondamentale nella nuova attuale realtà societaria New Holland, che nasce inglobando marchi di prestigio come Fiat Allis Kobelco, Fiat Kobelco, O&K e New Holland Construction). Elemento fondamentale nell’azione di mercato e di marketing mirante a semplificare e a rendere chiaro il percorso compiuto dalla società con le acquisizioni e le variazioni avvenute nell’organizzazione del gruppo, è infatti imprescindibile il mantenimento del livello qualitativo. Esso rappresenta una delle carte più importanti per ottenere il consenso del mercato. Un mercato in cui le macchine pesanti rappresentano un elemento molto importante. Il bilancio New Holland vede infatti il 52 per cento del fatturato (1,9 miliardi di dollari) derivare appunto da questo settore, mentre le macchine leggere rappresentano il 34 per cento e le componenti il 14 per cento. Per quanto riguarda la suddivisione geografica, il 45 per cento del giro d’affari è realizzato in Europa, il 43 per cento nel nord America, il 7 per cento in America Latina e il 5 per cento nel resto del mondo.

A sinistra, il momento del taglio del nastro della nuova sede Maie di Villanova d’Asti, dove si potevano ammmirare i modelli della gamma New Holland.


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CATERPILLAR / UN GRUPPO INDUSTRIALE CHE È DIVENTATO FILOSOFIA DI VITA

Sì, come un rullo compressore Caterpillar è qualcosa di più di una semplice marca di macchine da cantiere: è una filosofia di vita di Franco Fiorucci MILANO - Uno dei successi radiofonici di questi ultimi anni è la trasmissione di Rai Radio 1 “Caterpillar”. Una delle scarpe “trendy” tra i giovani sono le CAT, il marchio della Caterpillar. Uno degli operatori logistici più importanti al mondo è CAT Logistic, anch’esso parte del gruppo Caterpillar. Insomma, Caterpillar è un nome conosciuto per tante cose, fino a indurre a pensare che il suo dna originario di produttore di macchine da lavoro sia andato perdendosi. Errore. Gravissimo errore. Basta guardare la distribuzione delle attività Caterpillar su un planisfero e il sospetto decade miseramente. Pochi marchi hanno una presenza operativa nel mondo come Caterpillar; si è a livelli dei marchi più celebri e celebrati, da Coca Cola a McDonald, senza timori di esagerare. D’altra parte se la marca americana è diventata un nome con cui si identificano i mezzi da cantiere qualcosa vorrà ben dire a proposito della sua importanza. Ed è quello che succede, come per la sottiletta, per lo scotch (inteso come nastro adesivo), per la penna Bic. Nomi di prodotti di un dato produttore che hanno finito con l’identificare il prodotto in quanto tale, indipendentemente dalla sua marca. Lo stesso è avvenuto e avviene per la Caterpillar: quante volte si sente dire “ci vorrebbe un caterpillar”, “non ci riesci neanche se usi un caterpillar” per indicare la necessità di una ruspa o qualcosa del genere. Non per niente la Casa americana è di quelle che, almeno ogni tanto, scrive e fa scrivere il suo nome con l’aggiunta del simbolo del marchio registrato. A fronte dell’uso del marchio per altri usi, a dimostrare che Caterpillar è e resta un autentico colosso nel settore delle macchine da lavoro, sono i numeri. Il bilancio 2005 del gruppo ha registrato un fatturato di 36.339 milioni di dollari, di cui 34.006 relativi a vendite di macchine e motori (rispettivamente 22.931 e 11.075 milioni di dollari). Il risultato globale ottenuto equivale al 20 per cento in più rispetto all’anno precedente. I 6.030 milioni di ricavi in più sono derivati per 3.720 milioni da maggiori vendite, da 1.820 milioni per miglior realizzazione del prezzo e per 363 milioni per ricavi da prodotti finanziari. Il profitto operativo è stato di 3.784 milioni di dollari (contro i 2.684 del 2004); detratte le imposte e gli oneri finanziari è rimasto un profitto di 2.854 milioni di dollari. Insomma ci sono tutte le ragioni per giustificare l’orgogliosa affermazione della stessa Caterpillar secondo cui essa è “il leader tecnologico e il produttore principale di macchine per attività di costruzione ed estrazione mineraria, motori diesel e a gas naturale, e turbine industriali a gas”. Chissà se Benjamin Holt e Daniel Best, nel lontano 1925 quando diedero vita alla Caterpillar Tractor Company immaginavano il clamoroso cammino che la loro azienda avrebbe fatto nei successivi 80 anni! PRESENZA CAPILLARE E STORIA SECOLARE Il catalogo dei prodotti proposti al mercato dalla Caterpillar è una testimonianza di questo grande ruolo nel settore. Un peso ancor più rimarchevole dal momento che è esercitato praticamente nei cinque continenti, con una presenza diffusa sia per la commercializzazione dei prodotti che per la produzione. La vastissima gamma di macchine della Caterpillar esce infatti da una cinquantina di stabilimenti sparsi per gli Stati Uniti e da un’altra sessantina di impianti attivi in 23 Paesi. Macchine Caterpillar stanno lavorando in qualcosa

come 200 Paesi al mondo. Tutto ciò è il frutto di una vicenda industriale iniziata 115 anni fa, quando i due capostipiti dell’azienda, Benjamin Holt e Daniel Best sperimentarono vari tipi di trattore a vapore per usi agricoli. Le prime realizzazioni concrete arrivarono nel 1904. Nel 1925 ci fu poi la fusione tra la Holt Manifacturing Company e la C.L. Best Tractor Company, fusione da cui nacque la Caterpillar Tractor Co. Da allora è stato un flusso continuo di nuove proposte, nuovi mezzi, nuove idee destinate a essere fondamentali per le attività ingegneristiche nel mondo intero. Tra gli aspetti della forte crescita c’è senz’altro quello del suo essere divenuta leader nel settore dei motori diesel, anche in seguito all’acquisizioni di importanti aziende come la Perkins Engines e la Mak Motoren. L’azienda avverte questa importanza che ricopre e mette il suo impegno a disposizione della lotta all’inquinamento. Realizzazione di rilievo è la tecnologia ACERT(tm) per il controllo delle emissioni, un sistema che permette ai propulsori Caterpillar di rispettare le norme vigenti in tema di emissioni inquinanti e di riscuotere frequenti riconoscimenti pubblici per il proprio impegno sul terreno della difesa ambientale. Ma quello della politica relativa al cosiddetto sviluppo compatibile non è che una delle sfaccettature dell’attività del colosso Caterpillar. La principale resta sempre la sua capacità di mettere sul mercato un catalogo amplissimo di prodotti di qualità, che vanno dalle macchine più particolari concepite per affrontare tutte le lavorazioni, fino a mezzi inusitati immaginati per operare in spazi vastissimi, come è il caso del dumper 797 presentato qualche anno fa: motore da 2.535 kW, 117 litri di cilindrata, 597 mila kg di peso, 14,5 metri di lunghezza, 6,5 di altezza per la cabina, 9,1 metri di larghezza, per una capacità di carico di 221 metri cubi. È innegabile che le misure eccezionali finiscano sempre, o spesso, con il far parlare di questo mostruoso dumper 797, contribuendo a far identificare il marchio Caterpillar solo con le macchine di grandissime dimensioni. In realtà, se è vero che il costruttore americano detiene un notevole know how in que-

Non per altro il suo nome si fa notare anche nel settore della moda e in Italia perfino nello spettacolo d’intrattenimento radiofonico. Ma dietro a questa personalità sorridente c’è una vera e propria armata del lavoro, ricca di storia, innovazione e capacità d’iniziativa. A dimostrarlo ci sono i bilanci e le sue ultime proposte. In Italia la presenza Caterpillar è affidata attualmente alle reti di Cgt e Maia sto genere di produzione è altrettanto innegabile che la sua creatività progettuale spazia a 360 gradi, interessando tutti i tipi di macchine. IL QUARTIER GENERALE È SITUATO A PEORIA La grande articolazione dell’offerta Caterpillar trova una ancor più significativa ampiezza nell’ambito dei motori. La società dell’Illinois, il suo quartiere generale è a Peoria, è infatti il maggior produttore mondiale di motori a media velocità e uno dei più grandi per quel che riguarda i motori diesel ad alta velocità. La gamma di propulsori prodotti copre praticamente tutte le esigenze in tema di potenza, con valori che vanno da 54 a 13.600 cv (da 40 a 10.000 kW). Ma non si tratta soltanto di quantità e varietà. Nella proposta motoristica di Caterpillar ci sono i motori della famiglia Acert sviluppata con l’obiettivo di ridurre le emissioni inquinanti. Un sistema che risente dell’ampiezza della realtà Caterpillar, presente in tutti gli angoli della terra. In particolare i motori Caterpillar con tecnologia Acert non ricircolano i gas di scarico e non richiedono l’aggiunta di componenti diversi dal gasolio. I risultati ottenuti derivano dal miglioramento di sistemi già ben collaudati. Il flusso dell’aria nel motore è stato migliorato per mezzo di un turbocompressore con regolazione della pressione di sovralimentazione abbinato a testate a flusso incrociato. Altro contributo importante è quello fornito dagli iniettori a controllo elettronico e getti multipli con cui si ottiene una migliore combustione.

Uno dei vantaggi dei motori con tecnologia Acert è che possono essere alimentati con gasolio a diverso tenore di zolfo come inevitabilmente debbono poter fare i propulsori destinati a essere usati nelle più diverse situazioni del mondo. E tutto ciò riuscendo a rispettare gli standard delle normative Euro IIIA. La tecnologia Acert è stata lanciata un paio tre anni fa nel settore dei veicoli industriali stradali e successivamente è stata adottata anche sulle macchine da lavoro, dove sta incontrando buoni consensi. Per quanto riguarda le varie tipologie di macchine, tra le notizie che si segnalano negli ultimi tempi ci sono proposte di vario tipo, come le posatubi della serie T e la nuova famiglia D nel settore degli escavatori. Le posatubi 583T e 587T sono state concepite per soddisfare le esigenze di quelle imprese che si ritrovano a dover operare nelle condizioni più difficili. Per entrambe le caratteristiche tecniche sono di alto livello, a partire delle prestazioni in tema di sollevamento: la 583T ha una capacità di 63.504 kg e sostituisce la 583R; la 587T arriva a 91.625 kg. A chi è chiamato a manovrare la macchina, Caterpillar mette a disposizione una cabina studiata anzitutto per offrire una visuale completa a 360 gradi, mentre sul terreno del comfort è disponibile anche una versione con cabina progettata e attrezzata per rendere possibile il lavoro in condizioni climatiche estreme. Si tratta di una nuova famiglia in questo genere di prodotti che la Caterpillar ha messo a punto per intercettare una precisa domanda proveniente da chi realizza oleodotti.

La serie D degli escavatori Caterpillar è composta di quattro proposte a loro volta articolate per diversi dotazioni e allestimenti: 323, 324, 325 e 330. Tutte sono state progettate per aumentare ulteriormente il già buon bagaglio di performance, versatilità, e flessibilità già offerto dalla gamma della precedente serie C. Tra le innovazioni ci sono anche i propulsori dotati di tecnologia Acert e una cabina confortevole e di nuovo design. LA CGT E LA MAIA SONO I BRACCI OPERATIVI In Italia la Caterpillar ha due “bracci operativi” la CGT che dalla sua sede di Vimodrone, nei pressi di Milano, e con le sue 25 filiali opera in tutte le regioni del centro nord, e la Maia (Macchine Agricole Industriali e Automezzi) che dalla sede di Roma e con le sue 9 filiali e 8 centri operativi svolge analoga attività nel meridione. Ultima novità in tema di rete commerciale e di assistenza della CGT-Caterpillar è l’apertura della nuova filiale CGT di Bolzano, avvenuta nel week end del 17 e 18 giugno scorso. Per l’occasione, è stato organizzato un meeting con allestimento di un campo prova presso la cava San Floriano, nei pressi dei laghetti di Egna. Al pubblico degli operatori convenuti - ma anche ai semplici appassionati, perché le macchine Caterpillar sono anche oggetto di passione - è stato possibile vedere riunite le ultime produzione della Casa americana, dalle nuove pale gommate della serie H ai nuovi escavatori della serie D. Come dire che ce n’era davvero per tutti i gusti...


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PARIGI - Fino a non troppi anni fa l’immagine più diffusa dell’industria giapponese era quella legata alla produzione di prodotti elettronici. Il successo indiscusso dei fabbricanti nipponici nel settore delle macchine fotografiche, degli impianti per la riproduzione della musica e dell’immagine aveva creato questa specie di stereotipo. Una realtà che più o meno tutto il mondo vive con un bizzarro e contraddittorio sentimento fatto da un po’ di fastidio per questa egemonia e da tanta soddisfazione per l’opportunità che si ha di poter utilizzare quei prodotti. Con questa situazione creatasi in neanche molti anni, è apparso per un po’ sorprendente che dallo stesso sistema economico potessero arrivare anche prodotti di tutt’altra natura e consistenza, frutto di una produzione industriale fatta non di microchip e plastica stampata ma di acciaio e pesi a tonnellate. Certo l’industria giapponese è riuscita a imporsi anche nel settore automotive, sebbene non ai livelli di quello dell’elettronica, ma nonostante questo l’immagine delle capacità produttive nipponiche è rimasta tale da non essere percepita come produttrice di beni pesanti tonnellate e tonnellate, realizzati con spessi acciai e capaci di svolgere le funzioni più gravose. Per intenderci le macchine per il movimento terra. Invece, tra i fiori all’occhiello dell’industria del Sol Levante c’è anche questo know how. Marchio di punta del mondo giapponese dei grandi lavori è la Komatsu, a-

dall’alimentazione Common rail al ricircolo dei gas di scarico, alla completa gestione elettronica in grado di ottimizzare la combustione. Ciò consente il mix di risultati vantaggiosi per ciò che riguarda le emissioni inquinanti (e il particolato) e gli stessi consumi. Da notare che i motori ECOT3 offrono la possibilità di scelta tra due modalità di funzionamento: una adatta alle situazioni che richiedono il massimo del rendimento e l’altra più rispondente agli impegni leggeri. Altra caratteristica della nuova serie di escavatori della Komatsu è la cabina, originale e innovativa sotto vari aspetti, tanto da poter essere presentata come sul mercato come proposta unica. E l’affermazione è argomentata con il fatto che è stata progettata per equipaggiare proprio queste nuove macchine. Primo elemento particolare è la sua inedita struttura in tubi d’acciaio di grande resistenza, concepita e sviluppata per offrire a chi manovra la macchina un elevato livello di sicurezza nel malaugurato caso di ribaltamento. Oltre agli importantissimi aspetti legati alla sicurezza, la cabina della serie 8 presenta un elevato standard di comfort, come peraltro fanno anche gli altri precedenti modelli della Casa. Tutto ruota attorno al pacchetto denominato SpaceCabTM, presente in escavatori Komatsu già in catalogo. Sua filosofia fondamentale è l’abbondante spazio messo a disposizione dell’operatore; assieme al sedile ammor-

PC210-8 riesce a far registrare caratteristiche da primato per quel che concerne la rumorosità. L’operatore può lavorare con un livello di 69 dB(A), dato che fa del modello Komatsu primatista della sua classe su questo terreno L’ANIMA ELETTRONICA DI UN COSTRUTTORE Ma non di solo comfort è fatto il complesso della cabina dei nuovi escavatori Komatsu. Molta attenzione è stata posta nella progettazione degli aspetti operativi e funzionali. Uno dei risultati di questo lavoro è il nuovo monitor con schermo a cristalli liquidi da 7 pollici con cui “parla” il sistema elettronico di gestione della macchina. Il sistema “cervello” elettronico dell’escavatore prende il nome di Emms, Equipment management and monitorig system. È stato concepito e realizzato per monitorare continuamente tutte le funzioni della macchina, così da poterla gestire al meglio ed essere immediatamente avvertiti di eventuali problemi insorgenti. Il sistema è realizzato in modo che possa esprimersi in dieci lingue, a conferma della vasta diffusione della Komatsu nel mondo. Ma la componente elettronica della serie 8 va oltre. Tutte le informazioni che il sistema Emms raccoglie e accumula non restano nel cervello della macchina o a disposizione del solo operatore. La famiglia di escavatori della serie 8 è infatti dotata di una innovativa

KOMATSU / MARCHIO DI PUNTA DEL MONDO GIAPPONESE DEI GRANDI LAVORI

In cantiere con il navigatore satellitare Il colosso nipponico Komatsu, uno dei protagonisti mondiali del settore delle macchine da lavoro e movimento terra zienda che può vantare antiche tradizioni nel settore, avendo le sue radici nel lontano 1917 e avendo prodotto il suo primo trattore nel 1935. La prima macchina concepita specificatamente per il movimento terra fu la Komatsu Model 1, uscita dagli stabilimenti della Casa giapponese nel 1943. L’attuale sede della Komatsu è a Tokyo, ma in origine era a Ishikawa (Komatsu City) dove vi sono tuttora impianti del gruppo. Il gruppo Komatsu si articola in numerose società sparse nel mondo, con finalità sia produttive che commerciali. Il suo bilancio del 2005 ha registrato un fatturato di 12 miliardi di euro, di cui 9 miliardi relativi al settore delle macchine da cantiere e dei loro equipaggiamenti, che rappresenta un incremento del 18,6 per cento rispetto al bilancio 2004. Per il 2006 le previsioni sono ancora più rosee, contando su un aumento del 10,7 per cento. Nel quadro della presenza molto articolata della Komatsu nel mondo, l’Europa ricopre un ruolo di primo piano, verso cui la società riserva grande attenzione. Lo testimonia l’ampiezza della struttura che il gruppo detiene nel Vecchio Continente. L’ente centrale è la Komatsu Europe International (Keisa), che ha sede a Vilvoorde, nei pressi di Bruxelles. Fa capo alla Keisa l’organizzazione l’importazione e la distribuzione delle macchine prodotte fuori dall’Europa; in pratica è il vertice dell’organizzazione Komatsu in Europa. Accanto alla Keisa a Vilvoorde c’è la Komatsu Europe Coordination Centre (Kecc), che si occupa degli aspetti legali e finanziari di Komatsu. LA PRODUZIONE NEL VECCHIO CONTINENTE Ma in Europa vi sono anche importanti impianti di produzione, come quelli della Komatsu Hanomag (Kohag) che ha sede ad Hannover, in Germania. Vi si producono pale compatte gommate di dimensioni medie e di compattatori di rifiuti. È il risultato dell’acquisizione fatta da Komatsu nel 1990 di un’azienda sorta nel 1835. In Italia c’è la Komatsu Utility Europe (Kue), con sede a Este, in provincia di Padova. Sua specializzazione è la fabbricazione di pale caricatrici rigide e ar-

ticolate, pale compatte, mini escavatori e midi escavatori. È un’azienda creata nel 1963 e nel 1992 è entrata a far parte del gruppo Komatsu; il suo stabilimento interessa una superficie di 138mila metri quadrati di cui quasi la metà coperti. A Newcastle, in Gran Bretagna ha sede la Komatsu UK, che costruisce escavatori cingolati e gommati di dimensioni medie. È nata nel 1985 come società Komatsu. Sempre a Newcastle c’è anche la società del gruppo che si dedica a ricondizionare i principali componenti Komatsu, come i motori e le trasmissioni usati; la società si chiama Komatsu Reman Europe. GLI ESCAVATORI DELLA SERIE 8 Nel nostro Paese oltre all’attività produttiva svolta a Este, il marchio Komatsu sventola su una cinquantina di concessionarie presenti in tutte le regioni, e un’ottantina di centri di assistenza. Il quartier generale della Komatsu Italia è a Noventa Vicentina e che nel 2005 ha realizzato un fatturato di circa 200 milioni di euro. In pratica, gli operatori dei cantieri di qualsiasi tipo sanno di poter contare su Komatsu per ogni loro esigenza. La gamma Komatsu è infatti completa, includendo tutte le tipologie di macchine utilizzate: bulldozers, escavatori grandi, midi e mini, pale gommate, dumper, compactor, terne, skid; oltre a fornire un’ampia risposta sul terreno delle applicazioni speciali. Le ultime novità della gamma Komatsu sono state presentate al salone francese Intermat: sono i nuovi escavatori della serie 8. Quattro macchine idrauliche delle classi da 20 e 30 tonnellate, individuate con le sigle PC2108, PC230NHD-8, PC240-8 e PC290-8. Tutta la gamma è dotata dai nuovi propulsori Komatsu ECOT3, che si fanno apprezzare per il contenuto livello delle

emissioni e risultano rispettose della normativa Euro IIIA. Questo in abbinamento a consumi contenuti. Komatsu vanta per i motori ECOT3 adottati sulla serie 8 dei suoi escavatori un contenimento dei bisogni di carburante nell’ordine del 29 per cento rispetto alla precedente serie 7. In pratica si tratta di unità equipaggiate con tutte le soluzioni più moderne dei propulsori diesel;

tizzato e completamente regolabile offre tutte le condizioni per avere le migliori condizioni di comfort. Un comfort che si completa con le caratteristiche acustiche, spesso spina del fianco di chi deve lavorare su questo tipo di macchine. La nuova cabina realizzata dalla Komatsu per gli escavatori della serie 8 offre infatti un bassissimo livello di rumorosità interna. Il Komatsu

Ha una gamma evoluta e ampia che aggiorna e amplia in continuazione. L’ultima novità sono gli escavatori della serie 8, presentati alla rassegna parigina Intermat. Tra le tante innovazioni c’è la dotazione telematica satellitare che permette di gestire la macchina nel modo più razionale ed efficiente

tecnologia che grazie al sistema Gps mette a disposizione delle aziende uno strumento molto evoluto per la gestione della macchina. Si chiama Komtrax ed è una esclusiva Komatsu. Grazie al collegamento a una piattaforma satellitare consente di monitorare a distanza e continuamente le modalità d’impiego della macchina e lo stato dei suoi organi principali. Uno degli aspetti positivi del sistema è che attraverso di esso, in caso di problemi o di avvicinarsi delle tappe di manutenzione programmata, si può provvedere a far arrivare la squadra d’assistenza nel luogo giusto, al momento giusto e soprattutto con l’attrezzatura e i ricambi giusti per la manutenzione o la riparazione necessaria. E tutto questo si traduce in un grande risparmio di tempo e fermo macchina.


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JCB / L’AZIENDA DI MACCHINE DA CANTIERE PUNTA AL RECORD DI VELOCITÀ

Un diesel da 1.500 cavalli per il lago salato In agosto il “siluro” Dieselmax, realizzato in collaborazione con la Ricardo e mosso da due motori Diesel da 750 cavalli ciascuno, derivati dal propulsore di un mezzo da cantiere, tenterà di battere il record di velocità su terra per le auto mosse da un motore a gasolio vatori e cilindri idraulici. In media una terna viene prodotta nel tempo record di otto minuti e 45”. Quest’anno inizierà la produzione nel nuovo impianto di Pune, uno stabilimento di 23mila metri quadrati, costato 50 milioni di sterline e situato nei pressi del porto di Mumbai in India, dove JCB è presente dal 2005 con un impianto gemello per la produzione di componenti. JCB sta inoltre operando forti investimenti per ammodernare l’impianto di produzione di terne a Ballabgarh, vicino a Nuova Delhi; in particolare, verrà realizzato un nuovo impianto di verniciatura che applicherà tecnologie di verniciatura a polvere, trasportatori mobili e unità di montaggio per le trasmissioni di moderna concezione. Inoltre entrerà a regime nel 2007 un nuovo impianto di produzione a Shanghai, consentendo a JCB di realizzare per sfruttare la crescita del mercato di macchine da cantiere in Cina.

di Gabriele Mutti MANCHESTER - È stato presentato nello show room dell’azienda specialista in mezzi da cantiere, l’inglese JCB, il siluro Dieselmax, un’auto da record pensata per battere il record di velocità su terra per motori Diesel. Questo veicolo da record è frutto della collaborazione tra due aziende inglesi, la JCB e la Ricardo, che collaborano per battere in agosto sul lago salato di Bonneville, nello stato dello Utah, in America, il record di velocità per motori diesel stabilito a 379,4 km/h ben 33 anni or sono. JCB Dieselmax, lungo nove metri, è spinto da una coppia di motori a quattro cilindri da cinque litri, del tipo JCB444, già utilizzati sui mezzi da cantiere di questa Casa, che è un vero e proprio specialista in materia. Ma i motori in questo caso sono stati rielaborati dalla Ricardo in modo da elaborare ben 750 cavalli di potenza e 1.500 Nm di coppia ciascuno. L’auto verrà guidata dal tenente colonnello Andy Green, l’uomo più veloce della Terra. Ideatore del progetto il cui nome in codice è H1 è Richard Noble, detentore del precedente record di velocità su terra, il quale ha collaborato con il team guidato da Tim Leverton, direttore tecnico del gruppo, ad aspirare al record di 482,80 km/h (300 miglia orarie); il record attuale è di 379,41 km/h. UNA SFIDA VOLUTA DA SIR BAMFORD Sir Anthony Bamford, presidente della società di capitale JCB, è l’uomo che ha voluto fortemente questa sfida e ha spiegato chiaramente il motivo per cui ha voluto costruire un veicolo da record: “Sono convinto dell’importanza della perfezione tecnica in Gran Bretagna e per me l’impiego di un motore JCB nel tentativo di stabilire questo record è un’occasione ideale per dimostrare le ottime capacità dei tecnici britannici. Il motore JCB444 è stato acclamato per le notevoli caratteristiche tecniche; inoltre, la realizzazione della vettura con motore diesel più veloce del mondo rappresenta esattamente il tipo di traguardo tecnico a cui dobbiamo ambire”. Green, il quale ha stabilito il primo record assoluto di velocità supersonica di 1.227,98 km/h a bordo del Thrust SSC nel Black Rock Desert il 15 ottobre 1997, è entusiasta di questa ulteriore opportunità di rientrare nella storia dei record. “Rispetteremo la tradizione dei primatisti britannici - ha spiegato Green - correndo nella sede spirituale di questo sport, ossia sulle Salt Flats di Bonneville. Non vedo l’ora di iscrivere un altro primato britannico al “Club delle 300 miglia all’ora” con un veicolo a ruote con motore diesel”. L’attuale record di velocità su terra con veicoli a motore diesel è di 379,41 km/h ed è stato raggiunto da Virgil W. Snyder con il Thermo King Streamliner il 25 agosto 1973.

UNA TERNA VELOCISSIMA PER L’ESERCITO USA

mezzi da cantiere in epoca recente (nel 2004) si è messa a produrre in proprio anche i motori, ponendo fine alla partnership con la Perkins. La JCB è stata fondata nel 1945 da Joseph Cyril Bamford (da qui le iniziali JCB) in un garage di 20 metri quadrati, con i dipendenti che si potevano contare sulle dita di una mano. Nel tempo la società è via via cresciuta fino all’attuale organico di oltre 6.300 persone e nel 2005, anno del suo sessantesimo anniversario, ha venduto oltre 45mila macchine con un incremento di oltre il 20 per cento rispetto al 2004. L’azienda è oggi gestita dal figlio del fondatore, Sir Anthony Bamford, che ha una splendida collezione di auto storiche. Oggi la JCB è il quinto produttore

mondiale di macchine da cantiere, con 17 stabilimenti in quattro continenti: 10 in Gran Bretagna, tre in India e altri negli Stati Uniti, in Brasile, in Cina e in Germania. UNA GAMMA FORTE DI 258 MODELLI La sua gamma di prodotti comprende 258 diversi modelli, tra cui terne, movimentatori telescopici, escavatori gommati e cingolati, pale gommate, dumper articolati, carrelli elevatori a forche fuoristrada, miniescavatori, minipale, macchine da compattazione JCB Vibromax e macchinari per la manutenzione del verde. Inoltre, per il mercato dell’agricoltura, l’azienda of-

fre anche una gamma di movimentatori telescopici e l’esclusivo trattore Fastrac, il primo trattore per aratura ad alta velocità. Nel settore industriale l’azienda è nota anche per la produzione del carrello elevatore Teletruk. JCB è leader di mercato in Europa ed esporta il 75 per cento dei prodotti fabbricati in Gran Bretagna verso 150 Paesi. Una grande percentuale dei componenti principali viene oggi fabbricata internamente. Il motore Diesel JCB444 è entrato in produzione nel 2004 in uno stabilimento appositamente costruito a Dove Valley, nel Derbyshire, con un investimento di 80 milioni di sterline. L’azienda produce già internamente assali, trasmissioni, cabine, telai, bracci articolati, bracci per esca-

L’azienda ha inoltre stipulato un contratto, del valore previsto di 140 milioni di dollari, per la fornitura all’esercito americano di una terna ad alta velocità per scopi di ingegneria militare. Questo veicolo è stato progettato dalla JCB in ottemperanza alla richiesta dell’esercito USA di un mezzo che raggiungesse i 92 km/h, muovendosi su strada da sola, mentre una terna “normale” di solito non supera i 30 km/h e su certe distanze va trasportata su rimorchio. L’assegnazione di questo contratto è avvenuta dopo un programma triennale di progettazione, sviluppo e test JCB finalizzato alla produzione di una macchina militare che rispondesse a rigorosi criteri di prestazioni. La produzione a pieno ritmo avrà inizio nel 2007 presso lo stabilimento di Savannah in Georgia. Le consegne saranno completate nel giro di cinque anni, entro il 2012.

UNA LUNGA TRADIZIONE TUTTA INGLESE Va detto peraltro che esiste tutta una tradizione di veicoli da record inglesi, a cominciare dalla Railton Mobil Special di John Cobb per proseguire con il mitico Bluebird di Campbell e l’auto da record di Gorge Eyston. Ma soprattutto questo record vuole dimostrare le capacità di progettazione e di realizzazione di un’impresa come la JCB, che oltre a costruire da oltre quarant’anni

In alto, uno dei primi rimorchi agricoli della JCB, con a sinistra il fondatore Joseph Cyril Bamford. Qui sopra, il figlio Sir Anthony accanto al Dieselmax da record.


IL MONDO DEI TRASPORTI • Luglio/Agosto 2006

CANTIERI & COSTRUZIONI 23

VOLVO / UNA VERA E PROPRIA ESCALATION SEGNATA NEGLI ULTIMI QUATTRO ANNI

La ricetta svedese La Casa svedese sta raccogliendo notevoli frutti dalla sua gestione

PARIGI - Ad archiviare con soddisfazione i bilanci del 2005 (e quindi ad affrontare con determinazione il 2006 e il futuro) è senz’altro Volvo Construction Equipment, la società che all’interno del gruppo Volvo è dedicata al settore delle macchine da cantiere e al movimento terra. Nei dodici mesi dell’anno scorso le vendite di Volvo CE nel mondo sono aumentate del 10 per cento, dando luogo a un fatturato di 3.731 milioni di euro, con un incremento del 19 per cento rispetto all’anno precedente. Ancora più pronunciata la crescita dell’utile d’esercizio, passato dai 203,41 milioni di euro del 2004 ai 294,93 milioni del 2005, il che rappresenta un aumento del 45 per cento. A consentire il raggiungimento di esiti di tale spessore - aumento del fatturato e miglioramento della redditività: la quadratura del cerchio perseguita da tutti i management - sono certamente state le politiche di gestione e di organizzazione della produzione, ma non da poco è stata l’importanza della gamma posta sul mercato. GRANDI CONSENSI IN TUTTO IL MONDO Testimonianza concreta del consenso raggiunto dai prodotti Volvo CE nel mondo sono le 33mila macchine vendute nel corso del 2005 (il 13 per cento in più rispetto al 2004) e il 3 per cento in più di ordini in portafoglio al 31 dicembre 2005 rispetto alla stessa data del 2004. Per il 2006 le previsioni sono di un’ulteriore crescita, in particolare grazie alla stabilizzazione del mercato americano e al forte (tra il 5 e il 10 per cento) aumento in atto in Asia, mentre un pur piccolo incremento (tra lo 0 e lo 0,5 per cento) dovrebbe esserci anche in Europa. A proposito di suddivisione del mercato, l’Europa rappresenta il 45 per cento degli sbocchi commerciali di Volvo CE, contro il 27 per cento dell’America del Nord, il 9 per cento dell’Asia (senza Cina), il 3 per cento sia della Cina che dell’America Latina, con il restante 13 per cento relativo al resto del mondo. Oltre al livello della sua proposta industriale, Volvo Construction Equipment gode di buona considerazione sui mercati mondiali per il livello di efficienza della sua rete di vendita e assistenza. I centri specializzati Volvo CE sono distribuiti in 150 Paesi e raggiungono le duemila unità. Il network Volvo CE conta su concessionari, filiali e anche strutture di noleggio, attraverso gli agenti Volvo CE Rent. Le vendite di Volvo CE sono infatti distribuite in maniera articolata fra realtà di vario tipo, comprese quelle operanti nel noleggio, tra le quali - in diversi mercati - la Casa è presente con una propria struttura che conta circa 120 centri di noleggio, una settantina nel Nord America i restanti in Europa. Questa attività è al centro di un notevole lavoro di sviluppo, che dovrebbe tradursi nell’apertura di altri cinquanta centri entro quest’anno. Volvo Construction Equipment è una società al 100 per cento del gruppo AB Volvo, a cui fanno capo le società con

marchio Volvo operanti nei settori dei veicoli industriali, bus, motori marini e aerei. La sede principale di Volvo CE è in Belgio, a Bruxelles, mentre la produzione avviene in stabilimenti sparsi in quattro continenti: Svezia, Germania, Francia, Polonia, Stati Uniti, Canada, Brasile, Corea del Sud e Cina. Un quadro così positivo trova le sue fondamenta nella qualità del prodotto offerto e nell’ampia articolazione della gamma. Come solo in quelli dei principali produttori mondiali, nel catalogo di Volvo CE si trova infatti un po’ tutto il ventaglio di macchine per il movimento terra (e di ogni altro materiale che richiede movimenti analoghi). L’elenco è lungo: escavatori gommati, pale gommate compatte, pale gommate, escavatori compatti, escavatori gommati, escavatori cingolati, dumper articolati, motolivellatrici. E non si tratta soltanto di una lunga elencazione di generi e categorie: negli ultimi quattro anni Volvo CE ha proposto al mercato mondiale la bellezza di 50 nuove macchine che coprono un po’ tutto il panorama delle possibili esigenze di movimentazione provenienti dai più disparati settori merceologici (dalle cave ai cantieri, dai depositi di merci che utilizzano i palets agli impianti di smaltimento dei rifiuti e via dicendo). E in questo contesto non sono pochi i settori in cui la Casa svedese è stata un’autentica battistrada. Proprio quest’anno, per esempio, Volvo CE festeggia i 40 anni del suo primo dumper, il DR860, presentato appunto nel 1966. Lo festeggia perché non fu solo una novità per il catalogo Volvo, ma rappresentò un’invenzione vera e propria, dato che fino ad allora veicoli di quel tipo non se ne erano ancora visti. In questo articolato dinamismo che ha come punto di partenza l’inesauribile scenario delle esigenze derivanti dalle più svariate attività, Volvo Construction Equipment negli ultimi anni sta ponendo attenzione a quella parte di mercato che ha bisogno di mezzi molto versatili, vale a dire in grado di movimentare grandi quantità di materiali ma anche di operare un po’ ovunque, spazi ristretti compresi. Tale esigenza è particolarmente avvertita nei centri di smaltimento dei rifiuti solidi, molto spesso non spaziosi e non di raro anche al chiuso. In un quadro del genere la risposta in tema di macchina per la movimentazione non possono che essere la pala e l’escavatore su gomma, che con la sterzatura pronunciata delle ruote possono compiere manovre in spazi molti ristretti. Questo non è l’unico vantaggio offerto, ma certo è molto importante. Altro aspetto positivo delle pale e degli escavatori su ruote anziché su cingoli è la capacità di muoversi con maggior rapidità, un aspetto su cui non c’è confronto tra le due tipologie di macchine. Tutto ciò ovviamente senza dimenticare le caratteristiche più strettamente legate alle funzioni per cui le macchine sono realizzate: scavare, sollevare e spostare. Tenendo al centro della sua progettazione queste linee guida la Volvo CE

ha messo a punto la famiglia di escavatori su gomma EW, proposta in tre versioni, EW140B, EW160B e EW180B. In comune hanno la stessa impostazione di base e la stessa filosofia costruttiva ma soddisfano esigenze diverse in tema di capacità di lavoro. Pur essendo macchine molto innovative esse rappresentano l’evoluzione dei modelli Volvo precedenti. Le loro doti si evidenziano sia negli aspetti relativi all’operatività di lavoro che nella mobilità. La capacità di sollevamento va da 4,4 tonnellate della versione 140 alle 5,3 della 160 per arrivare alle 7,7 tonnellate della versione più grande. Di livello diverso sono anche le altre caratteristiche delle macchine, dalla forza di strappo alla capacità di benna, mettendo così a disposizione degli operatori la possibilità di scegliere in base alle reali condizioni di lavoro. LA CABINA SI SOLLEVA IDRAULICAMENTE Sempre nella logica di andare incontro alle più specifiche esigenze degli operatori, recentemente Volvo CE ha messo a punto anche una versione particolare della EW160B. La sua peculiarità è la capacità di sollevare idraulicamente la cabina. Questa caratteristica offre all’operatore la possibilità di collocarsi nella posizione migliore per mantenere il controllo visivo dell’area in cui l’escavatore opera. Tale esigenza è particolarmente avvertita laddove si devono movimentare materiali che vengono a trovarsi ad altezze elevate. È il caso appunto dei depositi di rifiuti solidi in cui i materiali vengono accumulati in grandi e alti mucchi e poi vengono caricati su container con sponde molto alte. La necessità di operare con una visuale ampia finora era stata affrontata realizzando macchine con la cabina in posizione sopraelevata, ma fissa. In genere si tratta di cabine normali sistema-

te su una piattaforma rialzata. Con questa soluzione il miglioramento è senz’altro evidente ma comunque permangono limiti di adattamento, nel momento che nello svolgersi del lavoro si presentino differenti necessità, o opportunità, d’impiego. Con la cabina a sollevamento idraulico l’operatore può collocare ogni volta la cabina all’altezza migliore a seconda della situazione, e lavorare quindi al meglio grazie alla visuale molto più ampia. Per dotare l’escavatore EW160B della cabina a sollevamento idraulico i progettisti hanno apportato al modello di serie alcune modifiche in maniera da permettere la miglior efficienza e soprattutto il massimo della sicurezza quando la macchina è impiegata con gli equilibri molto particolari derivanti dalla cabina in posizione elevata. Così la piattaforma del veicolo è più robusta e gli stabilizzatori hanno dimensioni maggiori. Per ciò che riguarda la cabina, a parte la sua mobilità verticale, è del tutto identica a quelle di serie, così come immutati sono il posto di guida e i comandi. Per ciò che riguarda le prestazioni, la portata massima al suolo è di circa 8,2 metri (circa un metro e mezzo meno della EW160B di serie) mentre in altezza arriva a 9 metri. La capacità di sollevamento è di 2,9 tonnellate. Immutata rimane la velocità di marcia, con 35 km/h. A permettere queste prestazioni è il motore turbodiesel D6D sviluppato appositamente per gli impieghi su escavatori. La coppia massima disponibile è di 595 Nm a 1.500 giri, per una potenza massima di 148 cv. Oltre alle doti operative, il propulsore mira a offrire buone doti di economicità. I consumi sono infatti contenuti grazie a un ampio impiego dell’elettronica nella gestione dell’inizione (che è di tipo diretto). Per la più efficiente e puntuale gestione del mezzo, l’EW160B è dotato del sistema Contronics (esclusiva Vol-

vo) che permette a chi lo manovra di avere in tempo reale tutta una serie di informazioni utile per la miglior gestione del mezzo. Sugli appositi display posti sulla plancia il sistema comunica il consumo istantaneo, i livelli di tutti i fluidi, a partire dal lubrificante del motore, e le temperature. Da notare che il sistema è... poliglotta, nel senso che mette a disposizione la possibilità di scelta tra tredici lingue. Per i gestori dei parchi mezzi, il sistema in dotazione all’escavatore della Volvo ha il pregio di poter registrare e “scaricare” informaticamente tutti i dati rilevati, così da poter avere un quadro esauriente dell’attività della macchina e dei modi in cui è stata utilizzata, programmando nel miglior modo la manutenzione e prevenendo problemi meccanici. LA VERSATILITÀ ASSO NELLA MANICA L’escavatore EW160B offre buona versatilità anche sotto il profilo delle possibilità d’impiego. A tale fine è possibile dotarlo di una lama anteriore e di stabilizzatori posteriori, nonché di quattro stabilizzatori che allargano la base della macchina di quattro metri, conferendo alla medesima notevolissime stabilità per le situazioni più impegnative. In chiave di assoluta versatilità è realizzato il meccanismo di ripiegamento degli stessi stabilizzatori, che quando non servono vengono a collocarsi completamente all’interno della sagoma del mezzo, senza aumentarne minimamente l’ingombro. La progettazione dell’intera famiglia degli escavatori EW non ha tralasciato il comfort di chi deve manovrare la macchina. L’impianto di aerazione è realizzato mediante un potente ventilatore che distribuisce l’aria attraverso tredici bocchette, ovviamente previo filtraggio. Adattabile a ogni statura e preferenza è il sedile, grazie alle nove possibilità di regolazione di cui è dotato.

Questa azienda è improntata alla qualità e alla rispondenza delle diverse esigenze dei mercati. In quattro anni ha sfornato una cinquantina di novità e tale cadenza non accenna a rallentare. L’ultima novità nel campo degli escavatori su gomma è l’EW160B a cabina sopraelevabile idraulicamente


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TRUCK E DINTORNI

IL MONDO DEI TRASPORTI • Luglio/Agosto 2006

MARCOLIN / DA 30 ANNI SUL MERCATO DELLE COPERTURE

Usabilità, un concetto guida PORDENONE - Industrializzare soluzioni per la produzione di sistemi di copertura, progettare e realizzare prodotti in grado di offrire la massima facilità d’utilizzo e, soprattutto, capaci di esprimere la più totale efficienza; questa è stata, fin dall’inizio, la mission aziendale e la direzione organizzativo-produttiva di Marcolin. Da sempre Marcolin è sinonimo di qualità e innovazione. A cominciare dalle tende da sole e dalla lavorazione del PVC fino al noleggio e vendita di strutture modulari, infatti, Marcolin ha da sempre ricercato la massima qualità dei prodotti e dei servizi offerti. Attraverso solidi e duraturi accordi con i migliori partner europei del settore, può garantire al cliente la massima affidabilità e sicurezza dei materiali utilizzati. Inoltre, l’esperienza accumulata in trent’anni di attività è garanzia di poter contare su personale qualificato in grado di consigliare al meglio i clienti aiutandoli a migliorare la propria vita quotidiana e lavorativa. Rapidità nell’installazione, riduzione degli attriti dei componenti preposti agli scorrrimenti, minor manutenzione con ricambi facilmente installabili, sono i fattori cardine attorno ai quali si imperniano tutte le realizzazioni Marcolin. Fattori che, oggi, garantiscono un notevole aumentare della sicurezza attiva e passiva e un maggiore sgravio della fatica degli operatori coinvolti nelle varie fasi di montaggio e di manutenzione. È con questi obiettivi che Luca Marcolin ha operato in questi anni; trasferire in ogni ambiente aziendale la logica che possiamo sintetizzare nel concetto, tanto caro al mondo informatico, di “usability”: tradurre sistemi complessi in altri più semplici e quindi più condivisibili. Il risultato è che in ogni processo aziendale, dalla progettazione al controllo qualità prima del rilascio dei prodotti sul mercato, la “Marcolin Usability” ha saputo conglobare il meglio di se, conquistando rapidamente consensi e quote di mercato sia nel nostro paese che all’estero. La “Marcolin Usability” diviene, in questo modo, un plus globale dell’azienda: la facilità d’uso non è solo legata al valore intrinseco dei prodotti, ma è anche posta come elemento di assistenza e servizio per offrire alla Clientela una maggiore facilità nel trovare, in un unico interlocutore, risposte a ogni esigenza. Un’identità che nella Società Marcolin si è andata via via configurando e specializzando, per offrire le migliori soluzioni ai differenti segmenti

Rapidità nell’installazione, riduzione degli attriti dei componenti preposti agli scorrrimenti, minor manutenzione con ricambi facilmente installabili, sono i fattori cardine attorno ai quali si imperniano tutte le realizzazioni dell’azienda veneta che compongono il mercato delle coperture; per tutto il settore del trasporto, per applicazioni civili e architettoniche, ecologiche ambientali ed agricole. Il numero di soluzioni Marcolin espresse in questo ambito è davvero ampio, così come le continue novità e gli aggiornamenti che ricordiamo rapidamente. Sigillo è un kit di copertura premontato, regolabile, per casse ribaltabili e rimorchi agricoli assolutamente innovativo che, grazie alla riduzione degli attriti e degli ingombri abbina la massima praticità a un’insuperabile robustezza e resistenza. Ai già noti vantaggi di questo cavallo di battaglia, Marcolin aggiunge ora il un nuovo sistema di aggancio pneumatico e

automatico, brevettato, per aumentare la tensione della copertura nelle fasi di marcia e un inedito sistema di sollevamento del telo, che ne riduce ulteriormente l’ingombro perfezionandone la posizione quando è raccolto. Il kit e fornito anche nella versione elettrica con telecomando, con una serie di sicurezze tali da garantire il funzionamento della copertura in qualunque situazione. Inoltre, un’ampia gamma di accessori e di soluzioni rendono il kit personalizzabile in base alle richieste specifiche del cliente. Coprire integralmente le casse dei ribaltabili da cantiere con paracabina rialzato non è un problema per Sigipower, evoluzione del collaudato sistema Sigillo. Sigipower si installa senza

praticare alcuna modifica alla cassa, garantendo la consueta robustezza e affidabilità delle soluzioni Marcolin. La copertura è disponibile comandata manualmente o elettricamente e si raccoglie sopra il paracabina. Ecogreen è invece una copertura ad archi premontata, impiegata nel settore ecologico per la copertura delle navette con lunghezza massima di 4 metri. EcoGreen, pratica ed ermetica, costituisce una soluzione funzionale ed economica per il trasporto dei rifiuti. Quanto a Rolly, è una copertura manuale a rullo avvolgibile per casse fino a 7,50 m di lunghezza, anche con paracabina rialzato. Il telo è fornito in rete. Il montaggio e lo smontaggio di Rolly risulta particolar-

PIRELLI AMBIENTE / L’ECOLOGIA QUALE OBIETTIVO PRIMARIO

Vivere in un mondo sostenibile MILANO - La Pirelli &. C. Ambiente Holding è la nuova società costituita dal Gruppo Pirelli per rafforzare la propria presenza nel settore ambientale. Nata all’inizio del 2005 a seguito dell’integrazione delle attività di Pirelli & C. Ambiente S.p.A e Cam Tecnologie S.p.A (ora Pirelli & C. Ambiente Tecnologie S.p.A), Pirelli Ambiente Holding è attiva nelle soluzioni per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile. Gli azionisti di Pirelli & C. Ambiente Holding sono Pirelli & C. S.p.A (51 per cento), Camfin S.p.A (45,3 per cento) e Sviluppo Impresa (3,7 per cento). La presenza di Pirelli nel settore ambientale deriva dalla consapevolezza che la gestione corretta dei temi ambientali - nel campo dell’utilizzo delle risorse, nell’ottimizzazione dei processi e dei prodotti, nell’introduzione sul mercato di prodotti a basso impatto ambientale rappresenti un fattore di successo e sia uno degli elementi chiave per lo sviluppo sostenibile del Gruppo. Pirelli Ambiente Holding è in grado di offrire al mercato una vasta gamma di prodotti a basso impatto ambientale e ad altissimo contenuto tecnologico. Grazie al lavoro dei Pirelli Labs - il centro di ricerca avanzata del Gruppo - l’impegno della società è continuamente rivolto verso prodotti e processi sempre più ecocompatibili e soluzioni innovative, ad esempio nel campo della scienza dei mate-

riali o della produzione di energie alternative, o nei confronti di energie “pulite” che riducano le emissioni di gas nocivi. L’azienda opera in particolare in tre aree di business: tecnologie per lo sviluppo sostenibile, recupero energetico dei rifiuti e bonifiche ambientali. Nel settore delle tecnologie per lo sviluppo sostenibile opera con successo Pirelli Ambiente Tecnologie, grazie all’esperienza pluriennale maturata da Cam Tecnologie nei combustibili a basso impatto ambientale e attraverso le nuove soluzioni sviluppate in collaborazione con i Pirelli Labs e importanti centri di ricerca nazionali e internazionali. Il prodotto di punta della società è Gecam, il Gasolio Bianco (tm). Il Gecam (tm) è un carburante a basso impatto ambientale utilizzato in sostituzione del normale gasolio dai veicoli adibiti al trasporto pubblico, ma anche alla raccolta dei rifiuti, al trasporto merci, alla movimentazione terra e per il riscaldamento civile. La società ha recentemente ampliato il proprio ventaglio di soluzioni tecnologiche proponendo anche i filtri per particolato, innovativi sistemi di trattamento dei gas di scarico in carburo di silicio poroso, un materiale che offre caratteristiche uniche di resistenza al calore e agli sbalzi termici e sistemi di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico. Nel settore del recupero energetico dei rifiuti Pirelli Ambiente ha sviluppato e brevettato - in collaborazione con i Pirelli Labs un Cdr (Combustibile derivato da rifiuti) di qualità che può essere utilizzato in parziale sostituzione dei combustibili fossili in impianti già esistenti, non dedicati, come cementifici e centrali termoelettriche. Il sistema integrato promosso da Pirelli Ambiente è in funzione con successo da oltre due anni in Provincia di Cuneo, dove opera Idea Granda, società mista partecipata da Pirelli Ambiente (49 per cento) e dall’azienda municipalizzata Acsr (51 per cento). Nelle bonifiche ambientali, Pirelli Ambiente intende portare sul mercato l’esperienza maturata sul campo in collaborazione con Pirelli & C. Real Estate e per i settori industriali del Gruppo Pirelli. La società è in grado di offrire una gestione completa del processo di bonifica.

mente rapido. Nata dall’evoluzione del modello Rolly, Multirolly è una copertura dotata di un pistone pneumatico che ne facilita il multiuso. Questa copertura, infatti, viene installata direttamente sulla motrice o sul rimorchio in modo da coprire le diverse casse scarrabili caricate di volta in volta, senza che queste abbiano una loro copertura. Praticover è la nuovissima cappottina universale per la copertura e il riparo del posto di lavoro sulle gru idrauliche di movimentazione. Il manto in PVC montato sopra una struttura in alluminio, assume una particolare forma, non invasiva, che mantiene inalterata la visione laterale e frontale. Semplice da montare su qualsiasi tipo di seduta, dotata anche di due oblò posteriori, Praticover offre il minimo ingombro in fase non operativa e la massima praticità di apertura-chiusura. Invece Flatop, completamente piana, con avvolgimento a tubo, è la copertura ideale per la chiusura ermetica dei vani di carico superiori degli allestimenti per il trasporto di granaglie e sfusi. È applicabile anche su rimorchi fino a 13,60 m di lunghezza, al limite dell’altezza consentita. Nella gamma viene poi Alimatic, una copertura che facilita le operazioni di carico e scarico di chi trasporta farinacei e granaglie, grazie al suo avvolgimento pneumatico che automatizza l’apertura e la chiusura del vano di carico. È installabile su rimorchi e semirimorchi a doppia vasca. Tutti gli organi di trasmissione meccanica ed elettrica, i componenti di scorrimento e i manti di copertura, sono stati progettati per resistere all’usura e alle massime sollecitazioni.

RIMINI / In ottobre

Nuove date per lo Smavi RIMINI - Dopo il Transpotec, un altro Salone dei Trasporti è in programma nella Penisola in autunno. Si tratta dello Smavi, in programma a Rimini Fiera dal 20 al 22 ottobre, e che è giunto alla 24a edizione. Il lieve anticipo rispetto al passato si spiega con la scelta fatta dagli organizzatori (la Punto Fiere Srl, in pratica una joint venture tra Rimini Fiera Spa e Blu Nautilus) per rispondere al meglio alle esigenze di aziende ed operatori dell’autotrasporto italiano. Per Piero Venturelli, direttore generale di Rimini Fiera Spa e presidente di Punto Fiere, “già l’edizione del 2005 ha riscosso il generale apprezzamento verso i nuovi spazi, con 200 marchi commerciali distribuiti su 22mila metri quadrati di superficie espositiva. L’edizione 2006 ci consentirà un ulteriore salto di qualità, e presenterà una vasta gamma di prodotti, in modo da consentirci di offrire contenuti sempre più specialistici ed efficaci”. Sarà possibile vedere e “toccare con mano” automezzi industriali, cava cantiere e veicoli commerciali: rimorchi e semirimorchi, cassoni fissi e ribaltabili, scarrabili, furgonature, pedane e sponde montacarichi, sistemi di copertura, sistemi di pesatura a bordo, serbatoi per carburante, carrozzerie per veicoli industriali, mezzi e attrezzature per il commercio ambulante. Inoltre saranno esposti anche mezzi per il movimento terra, attrezzature oleodinamiche ed idryìuliche, gru per autocarri, piattaforme aeree, idropulitrici ed impianti di lavaggio monospazzola. Sul fronte logistico va segnalata la presenza di carrelli elevatori, muletti per la movimentazione delle merci, software per la localizzazione satellitare dei mezzi di trasporto, monitoraggio dei percorsi, costi di rifornimento, banche dati per domanda e offerta di carichi e così via. Non mancheranno gli spazi per i veicoli attrezzati come officine mobili, laboratori ed uffici su ruote. Previsti anche momenti di confronto, approfondimento e intrattenimento. Previsti in particolare convegni, seminari e workshop nei quali affrontare e dibattere temi di stringente attualità per il settore.


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