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IL MONDO DEI TRASPORTI IL MONDO DEI TRASPORTI • Dicembre 2007

IVECO/ PRONTA TRA UN ANNO IN RUSSIA LA NUOVA FABBRICA SAVECO

Daily mette il colbacco Ormai prossimo a festeggiare i 30 anni di gloriosa carriera, il Daily continua a rappresentare l’immagine internazionale dell’Iveco ed è proiettato a conquistare nuovi mercati. Fra 12 mesi, infatti, sarà prodotto in un nuovo impianto nella regione di Nizhny Novgorod.

di Paolo Altieri NIZHNY NOVGOROD - Il Daily proprio non conosce frontiere. Già prodotto in Italia a Suzzara nei pressi di Brescia, in Spagna a Valladolid, in Cina a Nanchino, in Brasile a Sete Lagoas, in Australia a Dandenong, il Daily mette il colbacco e si avvia verso una nuova grande avventura questa volta, appunto, in terra di Russia. La prima pagina del nuovo capitolo della gloriosa storia del Daily, nato nel 1978 e costantemente rinnovato per poter continuare a essere il primo della classe nel segmento dei veicoli industriali leggeri, è stata scritta negli ultimi giorni dello scorso mese di novembre nella cittadina di Semyonov, nelle vicinanze di Nizhny Novgorod, con la partecipazione di Paolo Monferino, presidente e amministratore delegato di Iveco. Che ha dichiarato: “Il passo più recente nella nostra strategia di espansione globale è proprio la joint venture Saveco (51 per cento Iveco, 49 per cento Samotlor n.d.r.) finalizzata alla produzione di una articolata gamma del Daily, che verrà commercializzata con il marchio Iveco e distribuita in Russia e nei Paesi confinanti attraverso la rete Iveco e Samotlor”. La cittadina di Semyonov si trova a pochi chilometri da Nizhny Novgorod quarta città della Russia con circa 1,4 milioni di abitanti, nota nel mondo per aver dato i natali al celebre scrittore Maksim Gorkij ma anche perché è la città della Gaz, acronimo di Gorkovsky Avtomobilny Zavod (in italiano Fabbrica Automobili di Gorkyi ), azienda fondata nel 1929 con l’aiuto della Ford Motor Company, perché per il primo “piano quinquennale” dell’Urss si fece ampia leva sull’aiuto tecnologico occidentale per sviluppare l’industria pesante sovietica. Il modello più noto, fino al momento della caduta del regime sovietico sul finire degli anni ’80, quando ancora occupava più di 100mila dipendenti, era la Volga, principalmente riservata ai funzionari del Pcus e di altri enti statali. Oggi Gaz, i cui dipendenti si sono ridotti a poco più di 55mila ma con una produzione salita pe rò a 240mila vetture, sta gradual-

Paolo Monferino (a sinistra), amministratore delegato Iveco, con Nikolaj Sandugey, titolare della Samotlor, partner dell’azienda torinese nella nuova joint venture Saveco. Al centro, Stefano Sterpone, vice presidente Iveco. mente inseguendo un profondo rinnovamento grazie anche ad accordi come quelli con la Chevrolet, il cui modello Sebring andrà a sostituire definitivamente l’ormai obsoleta Volga, o con Fiat Powertrain per la produzione di ben 90mila motori l’anno. Il riferimento a Gaz è una premessa per sottolineare che la Regione di Nizhny Novgorod vanta una lunga tradizione in fatto di industria meccanica e che la scelta dell’Iveco di insediare proprio qui il suo nuovo polo produttivo del Daily trova un terreno fertile per quanto riguarda soprattutto la preparazione specifica delle maestranze. È in questa regione, il cui scambio commerciale con l’Italia è nell’ordine dei 230 milioni di dollari l’anno e dove operano altre numerose aziende italiane, primo fra tutti il Gruppo Danieli che ha appena investito più di un miliardo di euro in un nuovo progetto industriale, che gli amministratori stanno portando avanti una precisa strategia di sviluppo che poggia su tutta una serie di iniziati-

ve, come le importanti facilitazioni fiscali, come la collaborazione con le 17 università della città, prima fra tutte quella che forma i laureati nell’industria motoristica. “Vorrei però sottolineare - ha aggiunto Paolo Monferino - che noi non siamo qui solo per utilizzare le risorse locali a nostro vantaggio. Iveco è nata in Italia, ma è anche francese, spagnola, tedesca, brasiliana, australiana, cinese. Da oggi vuole diventare anche russa. In altre parole, noi vogliamo essere un attore economico locale, ci vogliamo integrare nel contesto e contribuire allo sviluppo dell’economia e alla competitività della regione. Di fatto, l’implementazione della joint venture Saveco creerà circa 2.500 posti di lavoro e potrà generare un trasferimento di competenze e tecnologie eccellenti a beneficio della joint venture stessa. Il nostro prodotto, il Daily che qui verrà prodotto, andrà a completare l’offerta attuale a opera dei costruttori locali, sen za sovrapporsi a essa. In pratica,

non vogliamo fare alcuna concorrenza nel settore dei veicoli commerciali alla locale Gaz che ha nel Gazelle il suo cavallo di battaglia nel segmento delle 3,5 tonnellate. La nostra produzione sarà significativa nei segmenti alti di gamma, cioè quelli con maggior peso totale a terra. E infatti il 70 per cento della produzione riguarderà veicoli con un Ptt uguale o superiore alle 5 tonn.”. Ma perché Iveco ha deciso di portare ora il suo attacco anche nella grande Russia? “Se guardiamo agli andamenti macroeconomici della Russia - ha osservato il numero uno di Torino - questa decisione non dovrebbe stupire nessuno, senza contare che la nostra presenza in Russia risale a molti decenni, che operiamo già da molti anni con un’altra joint venture, quella con la Uralaz, per la produzione nello stabilimento di Miass, nel sud degli Urali, di veicoli speciali destinati ai trasporti nelle aree petrolifere e in quelle ugualmente irte di grandi difficoltà ambientali per il trasporto del legno, una joint venture che

occupa circa 200 persone e che vedrà quest’anno la produzione di 400 veicoli, che passeranno a 800 il prossimo anno per raggiungere le 1.200 unità nel 2009. È un Paese, la Russia, dove l’economia cresce in modo robusto, con un aumento del prodotto interno lordo che si attesterà quest’anno su oltre il 7 per cento, è un Pae se dove, secondo la Banca Mondiale, il forte sviluppo dell’economia è trai nato dalla crescita della domanda interna e dagli investimenti nel settore privato saliti quest’anno del 21,2 per cento rispetto al 2006”. È un fatto che dopo l’impegnativa ristrutturazione degli anni ’90, le prospettive economiche in Russia sono migliorate in modo significativo con il passaggio all’economia di mercato. Analisti privati e istituzionali sono concordi nell’affermare che l’espansione dell’economia russa spinge all’ottimismo investitori e aziende, che a suo volta favorisce prospettive positive in termini di ulteriore sviluppo. Questa atmosfera di ottimismo si riflette nei comportamenti di spesa dei consumatori e nell’andamento altrettanto positivo degli investimenti.


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IL MONDO DEI TRASPORTI • Dicembre 2007

Nikolay Sandugey, il partner dell’operazione “Daily” in Russia

La rapida ascesa del garagista ucraino

Momenti della cerimonia per la posa della targa inaugurale del nuovo stabilimento Saveco per la produzione del Daily. Sopra, a destra con la matrioska in mano, il governatore della regione di Nizhny Novgorod. Quella della Saveco è un’operazione, dunque, assolutamente strategica per Iveco oltre che per il suo partner Samotlor. Bel lungi dai racconti fantasiosi che a Semyonov si tramandano e che sono riferiti alle vicende del Dodicesimo Secolo con i tartari vanamente impegnati a conquistare una città che sorgeva attorno al vicino lago Svetloiar, le cui origini oltretutto sembrano dovute alla caduta di un enorme meteorite, tesi suffragata dalla presenza di forti cariche magnetiche presenti nella zona. Ebbene, si racconta che quando i tartari si presentarono per assalire la città, le convinte preghiere della gente del posto fecero sì che la città si rendesse invisibile. Ancora oggi chi si avvicina al lago ha la convinzione di sentire i rintocchi di una campana a testimonianza che la città è ancora lì anche se invisibile. L’impianto Saveco sarà invece una bella realtà già tra un anno. “Le attività produttive - ha spiegato Paolo Monferino - inizieranno nel primo trimestre del

2009. L’investimento ammonta a 54 milioni di euro. Già nel 2008, con le linee di montaggio appena installate, saremo in grado di produrre 2.500 veicoli per passare a 5.000 nel 2009 e a 10mila nel 2010. La produzione a regime, che contiamo di raggiungere ben prima del 2015 programmato, sarà di 25mila veicoli, ma l’impianto è dimensionato per raggiungere anche le 35mila unità. Lo stabilimento, che fra un paio di anni disporrà di un management interamente locale, produrrà l’intera gamma del Daily, cabina singola e doppia, trazione singola e 4x4, gamme da 3,5 a 6,5 tonnellate. Dal punto di vista delle tecnologie impiegate e delle rifiniture, i veicoli saranno perfettamente identici a quelli prodotti negli stabilimenti Iveco in Italia e Spagna. E questo perché non ha senso considerare le aspettative dei clienti russi meno elevate rispetto a quelle dei nostri attuali clienti europei. Voglio anche ricordare che, proprio in funzione delle nuove prospettive commerciali che si aprono con la produzio-

N IZHNY N OVGOROD - Un bel portamento, sguardo limpido nel quale si può leggere comunque la sua feroce determinazione nel portare avanti le iniziative in cui crede, Nikolaj Sandugey è il partner dell’Iveco in quella che è da con siderare la grande operazione “Daily” in Russia. Originario di Belaja Tserkov, in Ucraina, 45 anni, sposato con la bionda Natalia, tre figli (Pavel, Alexander e Anna), un fratello minore (Oleg), laurea al Politecnico degli Urali a Ekaterinburg, lavora nelle ferrovie come macchinista fino al 1990 quando decide di trasferirsi a Nizhnevartovoski nella Siberia Occidentale dove trova un impiego in una centrale elettrica. “È stata - racconta - un’esperienza positiva, durata due anni, al termine dei quali ho sentito forte il desiderio di dare vita a una mia personale attività”. Così, nel 1992, si trasferisce a Nizhny Novgorod dove apre un garage, pur non essendosi mai occupato di automobili, ma specializzandosi soprattutto in tuning per gli appassionati in cerca di prestazioni sportive dalle loro vetture. Le cose vanno subito abbastanza bene. Il nuovo corso della Russia migliora le condizioni economiche di tanta gente e i clienti non mancano nell’officina alla quale il tecnico ucraino ha dato il nome di Samotlor NN. L’uomo è ambizioso e soprattutto parecchio intraprendente. Mentre i suoi collaboratori continuano a spremere “manciate di cavalli in più” dai motori delle vetture dei suoi clienti, comincia anche a dedicarsi all’allestimento di ambulanze e poi, a partire dal 1996, a costruire minibus. “In questi dieci anni -

ne del Daily nella fabbrica Saveco, stiamo rivedendo tutta la nostra organizzazione relativa alla rete di vendita e assistenza di Iveco in Russia. Al momento contiamo una decina di dealer concentrati soprattutto a Mosca e San Pietroburgo. Contiamo di triplicare in breve tempo i punti di vendita e assistenza, tenuto anche conto che un veicolo come il Daily necessità di una presenza della rete vicino ai clienti, il che è nello spirito e nella filosofia della nostra azienda. Solo stando vicino ai clienti si ha la possibilità di guadagnare la loro fiducia e di mantenerla nel tempo. In ogni caso, partiamo da una realtà già molto interessante, fatta di operatori altamente professionali che rappresentano con orgoglio il nostro marchio. Cercheremo altri partner, ugualmente convinti della qualità e delle opportunità che il marchio Iveco sa oggi garantire”. Temperatura appena sotto lo zero, fiocchi di neve che cadevano copiosi non hanno minimamente raffreddato

Il sindaco di Semenov con le chiavi del Daily regalato all’asilo del Parco Naturale nel distretto di Voskresenskii. Sulla destra, il plastico dello stabilmento Saveco e i componenti della giovane squadra Iveco che collabora alla realizzazione dell’impianto.

spiega - abbiamo prodotto più di 30mila veicoli che oggi circolano in molte città della Russia e naturalmente soprattutto nella Regione di Nizhny Novgorod con piena soddisfazione di quanti ci hanno dato fiducia”. Ma come nasce l’opportunità che avrebbe poi portato alla joint venture della Samotlor NN con l’Iveco? “Il pri-

mo contatto con l’Iveco - ricorda - è avvenuto lo scorso anno in agosto a Mosca in occasione del Motor Show. Qui incontrai Guido Sagona dell’Iveco con il quale avviai le prime discussioni su un progetto nel quale credevo e che sapevo poteva interessare il Gruppo torinese. Abbiamo trovato quasi subito l’intesa per cui sono bastati pochi mesi per mettere a punto la joint venture e far nascere la Saveco, della quale la quota del 51 per cento è di Iveco e il restante 49 per cento del mio gruppo, e che nel frattempo ha già costruito 1.500 veicoli. Altrettanto veloce sarà la realizzazione dello stabilimento, dislocato su un’area di 20mila metri quadrati. Abbiamo preso l’impegno che sarà pronto tra 12 mesi. Sono sicuro che ci vedremo di nuovo alla vigilia del prossimo Natale per l’inaugurazione ufficiale dell’impianto”.

L’attuale sede della Samotlor a Semyonov dove quest’anno sono stati assemblati già 1.500 Daily, e, sopra, il suo titolare Nikolaj Sandugey, socio dell’Iveco. l’entusiasmo di quanti hanno partecipato alla cerimonia per la posa della prima targa a testimoniare l’avvio dei lavori per la costruzione del nuovo stabilimento. Insieme a Paolo Monferino c’era il vicepresidente Iveco, Stefano Sterpone, e c’erano molti altri manager del Gruppo torinese e non hanno voluto mancare all’importante evento Valery Shantsev e Valery N. Barulin, governatore il primo, ministro dell’Industria e dell’Innovazione il secondo della Regione di Nizhny Novgorod, Vadim Vasilhevich Privalov, sindaco di Semyonov, e naturalmente Nikolaj Sandugey, titolare della Samotlor e vero artefice dell’operazione, del quale raccontiamo a parte, insieme a collaboratori e dipendenti. Armati di cacciaviti, sia Monferino, sia il governatore, sia Sandugey si sono impegnati con entusiasmo a fissare con dei chiodi la targa, quindi c’è stato lo scambio di doni rappresentati da enormi matrioske oltre che da modellini e volanti del Daily. Nell’occasione si è avuta anche la consegna di un primo Daily, trasformato in minibus dalla Samotlor, nelle mani del sindaco di Semyonov e che è destinato per le esigenze di mobilità dei visitatori del “Povetluzhye Natural Park” nel distretto di Voskresenskoye. “Questo - ha dichiarato il governatore di Nizhny Novgorod - è un giorno che dobbiamo tutti ricordare, perché se gna un’altra tappa importante sul cammino della crescita della nostra regione. Siamo grati all’Iveco che ha voluto scegliere un angolo della nostra regione per insediare una nuova fabbrica del suo popolare modello Daily. La com petenza e la lunga tradizione di Iveco nel settore dei trasporti sarà preziosa e fondamentale per consentire a tanti nostri giovani di poter maturare una professionalità che andrà a beneficio della Saveco ma anche dei clienti del la Saveco. Mi fa piacere che un gruppo di nostri giovani laureati seguiranno a Torino dei corsi di formazione, perché saranno poi loro a formare le maestranze addette alla produzione. Sono certo che questo nuovo polo produttivo svilupperà un indotto importante, il che significa nuovi posti di lavoro

per tante altre persone. L’impegno di noi tutti è quello di fare della Regione di Nizhny Novgorod un angolo della Russia moderna, proiettata verso uno sviluppo importante a garanzia di una migliore qualità della vita per tutti coloro che vivono in questa area”. “Vorrei ricordare - ha concluso Paolo Monferino - la forte determinazione di Iveco, come di tutto il Gruppo Fiat, a investire in Russia. Crediamo che parte del nostro futuro di azienda globale passi anche dalla Russia”. Un futuro che per Iveco appare sempre più roseo. Le cifre dell’ultimo bilancio dimostrano, infatti, che Iveco prosegue sulla strada della crescita. Il fatturato nel 2006 è stato di 9 miliardi di euro con un reddito operativo di circa mezzo miliardo di euro, vale a dire con margini del 7 per cento circa. I veicoli venduti sono stati 180mila che nelle previsioni del 2007 dovrebbero diventare oltre 200mila. Intanto nei primi nove mesi il fatturato è aumentato di circa il 23 per cento, con un risultato operativo pari a quello dell’intero 2006. Per l’intero 2007 previsto un fatturato di oltre 10.000 miliardi di euro.


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FIAT PROFESSIONAL / SCUDO “INTERNATIONAL VAN OF THE YEAR” PER IL 2008

In bacheca il titolo europeo Il riconoscimento premia le numerose novità introdotte nel segmento da Scudo, a iniziare dalle innovative sospensioni pneumatiche sull’asse posteriore che, richiedibili a un prezzo competitivo, offrono due importanti vantaggi: consentono di entrare nelle autorimesse pubbliche multipiano e agevolano le operazioni di carico e scarico. di Cristina Altieri AMSTERDAM - Un vero e proprio trionfo, quello di Fiat Professional al recente Salone dei Trasporti di Amsterdam, dove insieme al debutto internazionale del Fiorino - e le attenzioni per il nuovo piccolo furgone costruito come il Doblò a Bursa in Turchia sono state davvero tante - si è avuta anche la definitiva consacrazione dello Scudo, nominato “International Van of the Year” per il 2008. Franco Miniero, dinamico e determinato timoniere di Fiat Light Commercial Vehicles non sapeva se essere più contento per l’entusiastica accoglienza del Fiorino o per l’ambito riconoscimento ottenuto dallo Scudo al quale sono andati ben 108 punti su 140 disponibili da parte della giuria di giornalisti in rappresentanza di 20 Paesi europei. “È certo - ha dichiarato Franco Miniero - che i due eventi testimoniano che l’offensiva scatenata da Fiat nell’importante mercato dei veicoli commerciali non è una semplice dichiarazione di intenti, ma una convinta strategia di prodotto e di uomini destinati alla vendita e all’assistenza che punta alla conquista da parte del marchio Fiat Professional di una clientela sempre più vasta in Italia come in Europa e nel mondo” Nato nell’ambito della cooperazione industriale tra Fiat e Psa e prodotto nello stabilimento francese di Sevel Nord a Valenciennes, Scudo è stato progettato per rispondere alle più moderne esigenze europee del trasporto merci urbano e intercity. “In sintesi, il nuovo veicolo - ha ricordato Miniero concilia prestazioni, maneggevolezza e comfort di tipo automobilistico con capacità e facilità di carico, oltre che affidabilità e redditività, tipici di un veicolo commerciale. Dunque, Scudo è davvero “l’auto che lavora”, come recita

l’originale pubblicità che in questi mesi ha messo alla prova i grandi campioni dello sport con i mestieri di tutti i giorni: dai calciatori della Nazionale Italiana all’ex pilota di Formula 1 Michael Schumacher”. “La giuria dell’International Van of the Year - ha sottolineato il suo presidente Pieter Wieman - ha particolarmente apprezzato la meccanica del veicolo concepita anche per la realizzazione di versioni per trasporto persone, Ciò significa che le sospensioni offrono un elevato comfort anche quando il veicolo è vuoto e che lo Scudo unisce alla grande maneggevolezza e tenuta di strada anche facilità di guida, ottimo comportamento dinamico ed elevata sicurezza. Il merito è della scocca a rigidità differenziata, dei nuovi impianti frenanti con 4 freni a disco, dell’ABS completo di EBD e dell’airbag del guidatore (di serie sull’intera gamma). Inoltre, la giuria ha tenuto anche conto che, a seconda dei mercati e delle versioni, sono disponibili come dotazioni standard o a richiesta: l’ESP completo di ASR, l’airbag del passeggero anteriore, i side bag e i window bag, oltre che i dispositivi destinati alla protezione contro il furto del veicolo e del carico”. Indubbiamente, il riconoscimento premia le numerose novità introdotte nel segmento da Scudo, a iniziare dalle in novative sospensioni pneumatiche sull’asse posteriore che, richiedibili a un prezzo competitivo, offrono due importanti vantaggi: consentono di entrare nelle autorimesse pubbliche multipiano (l’altezza esterna del veicolo è minore di 1,90 metri) e agevolano le operazioni di carico e scarico (l’altezza della soglia di carico è di soli 49 cm). Per continuare con le versioni passo lungo e tetto alto che ampliano ulteriormente la gamma per soddisfare le più svariate necessità professionali. Per finire con l’ingegnosa soluzione, dispo-

Franco Miniero, amministratore delegato di Fiat Professional, riceve il premio Van of the Year 2008. nibile su tutti i furgoni dotati di paratia divisoria, che prevede nel ripiano sottopadiglione (capucine) un vano portaoggetti centrale accessibile dalla zona di carico. Questo “tunnel” consente ai professionisti (elettricisti, idraulici, eccetera) uno sfruttamento ideale della lunghezza utile del veicolo: infatti, il passaggio attraverso la paratia divisoria permette di guadagnare 65 cm in lunghezza, di cui 30 cm all’interno della capucine. Inoltre, la giuria ha valutato positivamente i bassi consumi e i ridotti costi di gestione (gli intervalli di cambio olio sono fissati a 30.000 km) dei tre propulsori disponibili: 1.6 Multijet 16v da 90 cv; 2.0 Multijet 16v da 120 cv; e 2.0 Multijet Power 16v da 136 cv (con DPF di serie). Tutti Euro 4 e dalle ottime doti di ripresa ed elasticità, i due tur bodiesel 2.0 Multijet adottano un cambio a 6 marce. Allo stesso modo i

giornalisti dell’International Van of the Year hanno sottolineato la particolare attenzione riservata alle soluzioni adottate per caricare e scaricare facilmente le merci: merito delle ampie dimensioni delle porte laterali e posteriori, alle soglie di carico particolarmente basse e al vano di carico squadrato e razionale. In sintesi, Scudo rappresenta la risposta giusta per molteplici missioni e impieghi operativi. Per questo propone una gamma molto ampia che si compone di versioni trasporto merci, veicoli trasporto persone e basi per trasformazioni e allestimenti; due passi (corto da 3,00 metri e lungo da 3,12 m); due lunghezze esterne (4,80 e 5,13 metri); due altezze esterne (Standard: 1,89 metri con sospensioni pneumatiche e 1,94 m con sospensioni metalliche - Alta: 2,20 m con sospensioni pneumatiche e 2,28 m con quelle metalliche); due lunghezze (2,25 e 2,58 metri). La larghezza in-

terna è di 1,60 m; la larghezza tra i passaruota è di 1,25 m; le altezze interne sono 1,45 e 1,75 m, rispettivamente per i veicoli con tetto standard e quelli con tetto alto; le volumetrie sono tre (5 m3, 6 m3 e 7 m3); la soglia di carico è di 56 cm (con sospensioni metalliche) o 49 centimetri (con sospensioni pneumatiche). Senza dimenticare che, oltre alle versioni Furgone, la gamma del Nuovo Scudo propone un’offerta completa di veicoli trasporto persone (Combi e Panorama) articolata su tre diversi allestimenti destinati a impieghi e clienti specifici. Il primo (Combi Standard) è la risposta ideale per il trasporto di squadre di operai con i loro strumenti di lavoro; il secondo (Panorama Family) si rivolge sia alle famiglie numerose che desiderano il comfort e lo stile tipici dei monovolume sia a coloro che praticano attività sportive nel tempo libero; il terzo allestimento (Panorama Executive) è adatto ai trasferimenti di clientela business (shuttle hotel/aeroporto, noleggio con conducente). Infine, il prestigioso riconoscimento “International Van of the Year 2008” conferma il grande apprezzamento riscosso dal nuovo Scudo tra i clienti europei. Infatti, nei primi 9 mesi del 2007 sono stati raccolti oltre 30.000 ordini contro i 16.500 del modello precedente nello stesso periodo dell’anno, con un incremento del 82 per cento). Particolarmente di rilievo i risultati dei Major Markets: Italia (8.500 ordini), Francia (4.350), Spagna (3.650) Germania (3.600) e UK (3.300). Su questi mercati Scudo ha avuto una buona crescita di quota di mercato, passando dal 5,4 al 7,8 per cento del proprio segmento. Buono anche lo sviluppo delle vendite delle versioni trasporto persone, che rappresentano oggi il 35 per cento del mix delle vendite contro appena il 23 per cento dell’anno scorso.


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FIAT PROFESSIONAL / IL NUOVO FIORINO “NASCE DA UN’IDEA INNOVATIVA E DA UNA SFIDA”

Ha le qualità del vincente

di Paolo Altieri TORINO - Fine 2007: arriva sul mercato italiano, insieme a quello turco, dei veicoli commerciali il nuovo Fiorino, che inizialmente sarà disponibile nella configurazione Cargo per il trasporto delle merci e dal 2008 anche nelle versioni Combi (persone e merci) e negli allestimenti Adventure destinate al trasporto persone. Il prossimo febbraio Fiorino sarà lanciato su tutti i rimanenti mercati e da maggio saranno disponibili anche le versioni con guida a destra. Il lancio di Fiorino continua il “sodalizio” di Fiat Professional con il mondo dello sport, iniziato con il lancio del nuovo Ducato nel giugno 2006 e proseguito nel 2007 con lo Scudo e Michael Schumacher. Testimonial di Fiorino è Gigi Buffon, portiere della Nazionale e della Juventus. Il nuovo Fiorino Cargo viene proposto in 2 livelli di allestimento (base e SX), dieci colori di carrozzeria e ben 9 possibili configurazioni di scocca con nessuna, una o due porte laterali scorrevoli, lastrate o vetrate. “Fiorino nasce da un’idea innovativa e da una sfida: creare un veicolo compatto esternamente, ma con un vano di carico capiente e funzionale”. Così Antonino Mannina, Responsabile Prodotto di Fiat Professional, riassume l’operazione “nuovo Fiorino”, erede di un modello che ha, come si dice, fatto la storia dei mezzi professionali e che consegna al suo successore il compito di rappresentare al meglio una tradizione, quella del marchio Fiat, che ha tutte le carte in regola per affrontare le complesse sfide che un mercato altamente concorrenziale come quello dei veicoli da lavoro comporta.

Antonino Mannina, Responsabile Prodotto di Fiat Professional, spiega le caratteristiche del nuovo Fiorino nell’imminenza del suo ingresso sul mercato. Un veicolo compatto esternamente, ma con un vano di carico capiente e funzionale. Una sfida che Fiat Professional è riuscita a vincere.

MANEGGEVOLEZZA E COMFORT DA VETTURA Lungo 3,86 metri, alto 1,72 e largo 1,71 metri, Fiorino ha le “misure” tipiche di una vettura del segmento B. “Ma, nonostante queste dimensioni esterne contenute - spiega il dottor Mannina - Fiorino è un veicolo commerciale a tutti gli effetti, come dimostra la capacità del suo vano di carico. La volumetria è, infatti, di 2,5 metri cubi, che diventano addirittura 2,8 con sedile passeggero abbattuto a livello pavimento. Questa operazione consente di aumentare la lunghezza interna di circa un metro e raggiungere così quasi 2,5 metri di spazio utile, grazie ai quali si possono caricare oggetti molto ingombranti. A tutto ciò si aggiunge una portata di ben 610 kg, compreso il conducente”. Le caratteristiche di veicolo commerciale sono sottolineate anche dall’estrema facilità di carico e scarico delle merci: la soglia di carico è di appena 53 cm (valore al top del mercato), c’è disponibilità delle porte laterali scorrevoli e delle porte posteriori a due battenti asimmetrici, la cui apertura può arrivare fino a 180°. Senza dimenticare che Fiorino è versatile, progettato per essere facilmente trasformato dai carrozzieri specializzati. Del resto Fiorino ha nel Dna una naturale predisposizione per ogni trasformazione: il vano di carico è spazioso, razionale e squadrato e sono elevati i carichi massimi ammessi, ben 900 kg sull’asse anteriore e 950 sul posteriore. Capacità e facilità di carico sono associate a una elevata maneggevolezza e a un comfort da vettura ideali per l’utilizzo nel traffico urbano. I centri cittadini sono luoghi ideali per Fiorino, grazie anche a un diametro di sterzata di appena 9,95 metri. Comfort e handling sono assicurati da uno schema di sospensioni collaudato e affidabile: McPherson all’anteriore, ponte torcente al posteriore. “Il massimo comfort nel traffico cittadino è garantito anche dal

Antonino Mannina, Responsabile Prodotto di Fiat Professional. cambio Comfort-Matic - continua Antonino Mannina - che sarà disponibile in primavera, con il propulsore 1.3 Multijet. Si tratta di un cambio robotizzato che unisce prontezza di risposta e bassi consumi energetici alla comodità di non dovere utilizzare il pedale della frizione. Le modalità di funzionamento sono due: automatica e l’altra semiautomatica con inserimento delle merce attraverso il joystick posto in plancia”. Fiorino è anche sinonimo di efficienza e produttività, che per il cliente significano costi di gestione contenuti. “Il merito è prima di tutto dei due propulsori Euro 4, ovvero il benzina 1.4 da 73 cv e il turbodiesel 1.3 Multijet da 75 cv e 190 Nm di coppia - dice il Responsabile Prodotto di Fiat Professional - In particolare, il 1.3 Multijet si caratterizza per prestazioni brillanti (la velocità massima è di 157 km/h), consumi ridotti (4,5 litri/100 km nel ciclo combinato, che significano mille chilometri di autonomia con un pieno), emissioni contenute (il valore di CO2 è di soli 119 g/km, il migliore del segmento. Nei primi mesi del 2008, il 1.3 Multijet potrà essere dotato anche di filtro antiparticolato”. Intervalli di manutenzione previsti a 30mila chilometri o 24 mesi e costi di riparazione attentamente valutati: Fiorino è stato progettato per continuare a lavorare anche in caso di piccoli urti tipici dell’utilizzo in

città. I proiettori, il cofano motore e i parafanghi, cioè i componenti più facilmente danneggiabili e costosi, sono stati posizionati fuori dall’area interessata dagli urti. “È stata anche dedicata particolare attenzione al layout di tutti i componenti e gli accessori del motore che richiedono una revisione regolare precisa Antonino Mannina - Essi, infatti, sono stati posizionati per permettere un’accessibilità più rapida e semplice riducendo i tempi di manodopera del 15 per cento rispetto ai veicoli della stessa categoria”. Un altro “must” di Fiorino è la sicurezza. Di serie ci sono Abs completo di Ebd e airbag conducente. La struttura del veicolo è stata studiata e sperimentata sia mediante sofisticate tecniche virtuali sia attraverso numerosi test su prototipi. Il risultato è un abitacolo rigido e indeformabile, protetto da zone anteriori e posteriori a deformazione programmata con una rigidezza torsionale di 133mila daNm/radiante. “Ci siamo occupati di garantire la sicurezza del carico - dice ancora il dottor Mannina - dotando il vano di sei pratici anelli di fissaggio e anche di proteggere il veicolo e le merci dai furti, attraverso l’adozione di serrature di ultima generazione con deadlock e di un tasto su plancia e su telecomando per gestire separatamente l’apertura e la chiusura delle porte cabina e del vano di carico nonché di sistemi di allarme perimetrali e volumetrici”. Fiat Professional è ottimista sul fat-

to che Fiorino potrebbe ottenere il massimo punteggio a livello europeo per la protezione del veicolo: 5 stelle Thatcham contro il furto e 4 contro l’effrazione. Antonino Mannina ha anche parlato dell’abitacolo del nuovo Fiorino, pensato come luogo di lavoro ed esempio di gestione razionale dello spazio. GIÀ PRONTO ANCHE IL FIORINO COMBI “Il posto di guida - aggiunge il Responsabile Prodotto di Fiat Professional - è collocato in alto per garantire il pieno controllo della strada, mentre i sedili e il volante sono regolabili per consentire una posizione di guida ottimale a guidatori di tutte le stature. La plancia è stata studiata per permettere al conducente di avere a portata di mano tutti i comandi e, soprattutto, numerosi vani portaoggetti. Al benessere a bordo contribuisce anche l’eccellente lavoro fatto dai progettisti per il contenimento della rumorosità. In quinta marcia, a 100 m/h, il Forino ha un indice di articolazione del 68 per cento e un livello di rumorosità pari a 71 decibel”. La struttura della gamma Fiorino prevede che l’anno prossimo ci siano due novità di mercato interessanti, che affiancandosi alla già presente configurazione Cargo, contribuiranno ad aumentare l’appeal del veicolo commerciale Fiat. Il Fiorino Combi, destinato al trasporto persone e merci e all’utiliz-

zo sia professionale che privato, si contraddistingue per la scocca semivetrata, le porte posteriori vetrate a 2 battenti, il paraurti anteriore specifico nella forma e nelle dimensioni, una portata fino a 5 persone più 270 kg. “Il bagagliaio - continua Antonino Mannina - è flessibile e modulabile grazie alla panchetta posteriore a 3 posti che può essere facilmente ripiegata, impacchettata e asportata, consentendo una capacità che va da un minimo di 356 litri a un massimo di 2.500 litri”. L’offerta Combi sarà completata anche dalle versioni con omologazione per trasporto merci che permettono, a seconda dei Paesi, di accedere a particolari agevolazioni fiscali. Gli allestimenti Adventure saranno disponibili sia per i furgoni che per il Combi. Sono stati pensati per l’utilizzo rurale o su strada accidentate e non asfaltate. Sono caratterizzati da un assetto rialzato di 20 mm, pneumatici da 15 pollici, paraspruzzi di serie, riparo sottomotore integrato nei paraurti, fasce laterali paracolpi di maggiori dimensioni, interni con rivestimenti specifici, particolarmente resistenti e pratici.

Saranno famosi: Daniela Boetti

Tinto di rosa lo sviluppo del Fiorino

TORINO - Fa parte della squadra di Antonino Mannina. È Daniela Boetti di Moncalieri, 29 anni, laurea in ingegneria gestionale, 2 master in logistica e marketing, in Fiat dal dicembre 2003 e dal gennaio 2007 in Fiat Professional dove si occupa con entusiasmo e competenza dello sviluppo del Fiorino.


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Franco Miniero, Amministratore Delegato di Fiat Professional

“500.000 commerciali entro il 2010” TORINO - Innovazione, funzionalità, praticità ed efficienza. Nel presentare il nuovo Fiorino, Fiat Professional ha fatto riferimento a questi valori importanti che, sono le parole di Franco Miniero, Amministratore Delegato di Fiat Professional, “...pensiamo possano portarci a raggiungere un obiettivo di vendita di 45mila unità all’anno a regime, cioè a partire dal 2009 in cui Fiorino sarà presente sul mercato con la gamma completa di Cargo, Combi e Panorama. Per il numero uno di Fiat Professional si tratta di un risultato assolutamente alla portata del brand del gruppo Fiat, sostenuto anche con un posizionamento prezzi molto aggressivo che, associato ai contenuti di prodotto, permetterà a Fiat di essere competitiva rispetto ai concorrenti diretti. Fiorino viene proposto in Italia a partire da 9.100 euro iva esclusa per le versioni benzina e 10.200 euro per quelle diesel. “Con queste caratteristiche - spiega il dottor Miniero - Fiorino sarà in grado di dare un forte contributo per continuare il percorso di crescita del brand Fiat Professional”. Crescita ben testimoniata dalla conquista da parte dello Scudo del titolo di “Van of the Year 2008”, il terzo conquistato da Fiat. “Riconoscimenti - aggiunge Franco Miniero - che premiano la volontà di Fiat Professional di fornire una gamma di prodotti sempre più adatta alle esigenze professionali in termini di versatilità d’uso, capacità di carico, attenzione ai costi di esercizio e al comfort di bordo”. Negli ultimi tre anni, il mercato dei veicoli commerciali in Europa è cresciuto costantemente, con un aumento che arriva all’11,9 per cento. “Per quanto riguarda l’Italia - precisa l’Ad di Fiat Professional - prevediamo che il mercato complessivo raggiungerà le 250mila unità entro fine anno, grazie a una crescita del 16,4 per cento che tiene conto anche delle campagne di rottamazione. In totale, Fiat Professional prevede di chiudere il 2007 con circa 429mila vendite nel mondo, ben 60mila in più rispetto

allo scorso anno. In Europa, dove sono disponibili i dati relativi alle immatricolazioni di tutti i mercati e anche della concorrenza, siamo in grado di dare un quadro più puntuale relativo ai risultati consuntivati a ottobre. Con circa 212mila unità immatricolate nei primi dieci mesi dell’anno, Fiat Professional copre l’11,7% di quota d mercato, con una crescita rispetto all’anno precedente dello 0,7 per cento”. Nell’ultimo anno, Fiat Professional è cresciuta in Germania, dove con 30.700 veicoli ha oltre l’11,9 per cento di quota, in Francia, in cui con 29.800 unità raggiunge il 7,6, in Spagna, dove sono state registrate 20.300 immatricolazioni, una crescita dell’1,4 e una quota mercato di oltre il 9, in Gran Bretagna, dove ci sono state 12.700 immatricolazioni e una quota del 4,3. In Italia, grazie agli 85.800 veicoli immatricolati, Fiat Professional è leader di mercato con una quota del 42,5 per cento. “La forza del nostro brand - continua Franco Miniero - deriva dal fatto di essere l’unico marchio di veicoli commerciali al mondo che controlla tutte le fasi della filiera, dalla progettazione del veicolo alla vendita, e soprattutto dalle importanti sinergie industriali e commerciali che nascono dall’appartenenza al gruppo Fiat e si traducono in innovazione, economie di scala ed efficienza”. Dal punto di vista del prodotto, Fiat Professional può offrire una gamma totalmente rinnovata, la più ampia e giovane del mercato. Altro elemento importante è la relazione tra la marca e il cliente: “ciò è garantito da una rete di vendita che conta 1.440 dealer in Europa - dice ancora il dottor Miniero - Di questi ultimi, ben 740 hanno raggiunto il grado di specializzazione necessario a diventare dealer Fiat Professional. Il livello di professionalità della rete viene continuamente monitorato da noi in modo da garantire un servizio di qualità che è fondamentale per creare e mantenere la relazione con i nostri clienti. Una relazione che

Franco Miniero, Amministratore delegato di Fiat Professional. viene sostenuta anche da una rete assistenziale di ben 6.500 officine specializzate distribuite sul territorio europeo”. Nell’immediato futuro, Fiat Professional intende continuare a svilupparsi sia verso Paesi vicini - come quelli dell’area mediterranea - sia più lontani, come il Messico, il Cile o Hong Kong. Per le grandi aree come Cina, Russia, Sud America e India Fiat Professional seguirà i piani strategici di Fiat, che sono ormai ben avviati. Naturalmente, continua anche l’evoluzione dell’offerta, secondo una strategia di prodotto che consente a Fiat Professional di sviluppare modelli destinati ai grandi numeri, prodotti specifici per il trasporto persone (come le nuove versioni Ducato Minibus Elegant e Metropolis e gli allestimenti luxury su Scudo Panorama) e versioni mirate a settori a elevata specializzazione (trazione integrale, cambio automatico, motorizzazioni alternative su Ducato). “Il nostro obiettivo - conclude Franco Miniero - è di arrivare a 500mila unità entro il 2010, ovvero quanto dichiarato nell’ultimi incontro con gli investitori nel novembre del 2006”.

FIAT PROFESSIONAL / AL VOLANTE DEL NUOVO FIORINO SULLE STRADE DELLE LANGHE

Vero campioncino del porta a porta TORINO - Erede di un modello storico venduto in ben 1,2 milioni di unità, il nuovo Fiorino si conferma un mezzo agile nel traffico e maneggevole nelle manovre di parcheggio grazie a un diametro di sterzata tra i marciapiedi di soli 9,95 metri. Ideale dunque per chi trascorre a bordo molte ore della giornata o deve effettuare consegne, per gli artigiani, per i pony express e i manutentori, per le società di servizio o i retailer.

Abbinato a un cambio manuale a 5 marce (di serie anche per il 1.4 benzina) o, dalla prossima primavera, a un cambio robotizzato a 6 marce, il 1.3 16V assicura anche un miglioramento della silenziosità (grazie alla soluzione “iniezioni multiple”) e minori vibrazioni. QUALITA’ NEI DETTAGLI

UN PICCOLO GRANDE FURGONE Un vero campione della mobilità urbana con un aspetto invitante, moderno e piacevole alla vista. Il design esprime personalità, dinamicità e robustezza. Al frontale “grintoso” risponde una parte posteriore dalla linee squadrate che accentua l’impressione di un veicolo robusto e solido, oltre che caratterizzato da una grande facilità di carico. Il tutto completato da una linea laterale filante che trasmette un forte dinamismo all’intero modello (le versioni lastrate di Fiorino hanno le fiancate completamente lisce, una soluzione che consente una migliore personalizzazione del veicolo con decalcomanie pubblicitarie). Compatto nelle dimensioni - 3,86 metri di lunghezza, 1,72 di altezza e 1,71 di larghezza - Fiorino vanta un carico spazioso, razionale e squadrato con una volumetria di 2,5 metri cubi (che diventano 2,8 in presenza del sedile anteriore del passeggero a scomparsa), una portata di 610 chili (conducente compreso) e una lunghezza interna di oltre un metro e mezzo, che sfiora i due e mezzo quando si ribalta il sedile del passeggero. È questo un dato record, dal momento che il veicolo ha una lunghezza esterna di appena 386 cm. Inoltre, il vano di carico è dotato di sei anelli robusti e pratici per il fissaggio delle merci mentre la soglia di carico, di appena 527 mm, facilita le operazioni di carico e scarico. Guidandolo, ci si accorge che Fiorino fa sua la filosofia del piacere di

Impressioni di guida del nuovo compatto veicolo commerciale Fiat. Design moderno e accattivante, agile nel traffico, partner ideale per tutti i professionisti che desiderano abbinare agevoli dimensioni e capacità di carico: il nuovo Fiorino è pronto a dettare legge nel mondo dei mezzi da lavoro. guida che è una delle caratteristiche identificative della gamma veicoli commerciali di Fiat Professional. Il merito va all’architettura delle sospensioni e ai propulsori brillanti e progressivi nell’erogazione di coppia, oltre che rispettosi dell’ambiente e contenuti nei consumi. L’abitacolo è luminoso, confortevole e con un assetto di guida di tipo automobilistico, ideale per affrontare la strada nelle migliori condizioni psicofisiche, con spazio a disposizione (cas-

setti, sportelli e ripiani) per riporre i propri oggetti. Due i moderni propulsori Euro 4 a disposizione: il benzina 1.4 da 73 cv a 5.200 giri/min (coppia massima di 118 Nm a 2.600 giri/min) e il turbodiesel 1.3 16V Multijet da 75 cv a 4.000 giri/min (190 Nm a 1.750 giri/min). In termini di prestazioni e consumi, il nuovo Fiorino ha molto da dire: la velocità massima è di 157 m/h con entrambe le motorizzazioni e i consumi in ciclo combinato sono di 6,9 litri/100

km nel caso del propulsore a benzina e 4,5 litri/100 km per quello turbodiesel (che si traducono in ben mille chilometri di autonomia con un pieno). Anche per quanto riguarda il controllo delle emissioni, Fiorino si dimostra generoso, in questo caso nei confronti dell’ambiente: riducendo i consumi, il 1.3 16V Multijet - che dai primi mesi del 2008 proporrà a richiesta anche il filtro antiparticolato - fa calare anche le emissioni (il valore di CO2 è di 119 g/km).

Per le sospensioni, Fiorino propone lo schema McPherson a ruote indipendenti all’anteriore, a “ponte torcente” al posteriore. Una soluzione che, unitamente all’adozione di pneumatici da 15”, contribuisce a una soddisfacente padronanza dei movimenti del mezzo assicurando sempre stabilità, grande capacità di reazione e uno sterzo preciso nelle diverse condizioni di carico e percorso. Nuovo Fiorino propone un servosterzo idraulico che è stato oggetto di tarature specifiche per dare centratura e maggiore precisione di guida e, allo stesso tempo, garantire livelli di sforzo adeguati alla varie situazioni di utilizzo, in particolare in città e nelle manovre di parcheggio. I paraurti generosi e privi di spigoli garantiscono la massima protezione per il veicolo, specialmente negli urti a bassa velocità, mentre le fasce di protezione sono facilmente rimovibili e quindi con un ridotto costo di riparazione. Oltre a un impianto frenante potente e modulabile, con dischi anteriori dal diametro di 257x22 mm (284x22 per le versioni Comfort-Matic) e tamburi posteriori di 203x38 mm per le versioni 1.4 benzina e 228x40 mm per quelle 1.3 16V Multijet, il nuovo Fiorino offre di serie l’Abs completo di Ebd, le cinture a 3 punti con pretensionatore e limitatore di carico e l’airbag conducente. A richiesta sono disponibili l’airbag passeggero, i sidebag e i sensori posteriori di parcheggio. Infine, una soluzione di estrema praticità: la chiusura delle porte anteriori e posteriori è separata, ed è quindi possibile utilizzare il vano di carico quando la cabina è chiusa.


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PEUGEOT / IL BIPPER DOPO IL DEBUTTO INTERNAZIONALE AL SALONE DI AMSTERDAM

AMSTERDAM - È uno dei nuovi tre fratellini “terribili”, che l’ormai storica collaborazione tra i Gruppi Psa e Fiat ha appena messo in produzione negli impianti della Tofas a Bursa in Turchia. Il nome scelto da Peugeot per il suo nuovo furgoncino, ma del quale è già pronta la versione per il trasporto persone, è Bipper che facilmente richiama i concetti di simpatia, di feeling, di agilità, spigliatezza. E il Bipper con il suo morbido e attraente look della carrozzeria, cui fa riscontro un abitacolo altrettanto stuzzicante sia nella parte anteriore destinata a conducente e eventuale passeggero, sia nella parte posteriore incredibilmente capiente per trasportare merci da consegnare porta a porta, sembra non vedere l’ora di mettersi alla prova per confermare tutte le qualità che esprime a prima vista. Il debutto internazionale del Bipper al Salone dei Trasporti di Amsterdam sarà seguito tra qualche settimana dalla sua esposizione al Motor Show di Bologna, passerella ideale per un “giovanissimo” protagonista del trasporto leggero di fronte ad un pubblico fatto soprattutto di giovani. Lui, piccolo solo nelle dimensioni, è un veicolo importante per il quale i Gruppi Psa e Fiat hanno investito ben 380 milioni di euro, dei quali metà per lo sviluppo del progetto e l’altra metà per l’industrializzazione. “Il programma produttivo spiega Patrice Ramage, responsabile dei veicoli commerciali di Peugeot Automobiles - prevede complessivamente 158mila veicoli l’anno dei quali 105mila per il Gruppo Psa, equamente divisi tra Peugeot Bipper e Citroën Nemo. Gli altri 53mila veicoli saranno rap presentati dal Nuovo Fiorino di Fiat”.

Patrice Ramage, responsabile dei veicoli commerciali di Peugeot Automobiles. Patrice Ramage ricorda anche che il comitato di Fiat e Psa che si è occupato dello sviluppo del “piccolo turco” ha avviato i lavori in Italia per poi trasferirsi in Francia e quindi a Bursa per definire i processi di industrializzazione. “Per noi di Peugeot - prosegue - l’obiettivo era quello di realizzare un veicolo compatto, economico, ma anche legato ai valori del marchio e soprattutto che rappresentasse un valore sicuro per i futuri clienti. La soluzione stilistica adottata per i tre veicoli è quella proposta dall’inglese Andrew Cowel, 40 anni, del Centro Stile Psa di Garenne”. Perché il Bipper è un vero prodotto Peugeot? “Intanto - risponde Ramage una delle sue motorizzazione è quell’1.4 HDi che ha pochi confronti sul terreno dei consumi contenuti, appena 4,5 litri/100 km nel ciclo misto, e delle emissioni ridotte, soltanto 119 g/km di CO2. Inoltre, Bipper garantisce quel piacere di guida che distingue tutte le automobili Peugeot insieme al comfort, alla sicurezza e all’assoluta affidabilità. Con Bipper vantiamo oggi una gamma di veicoli commerciali leggeri assoluta-

Pronto per la sua sfida “ in Italia e in Europa

Agile, disinvolto, accattivante, il “piccolo turco” con l’emblema del leone protagonista al Motor Show di Bologna prima di affrontare l’esame mercato italiano. Arricchisce e completa l’offerta di veicoli commerciali Peugeot che punta per il 2008 a venderne in Europa oltre 200mila unità.

di Lino Sinari

mente moderna e competitiva che si estende all’Expert, fresco di nomina di Van of the Year per il 2008, al Boxer, al Ranch”. Sono queste le armi con le quali Peugeot affronta la concorrenza in mercato europeo che quest’anno dovrebbe registrare 2.150.000 di nuove immatricolazioni, con un incremento del 4 per cento rispetto al 2006, e al quale Peugeot parteciperà con una quota di 190.000 veicoli con un incremento dell’11 per cento rispetto all’anno scorso. “L’obiettivo per il 2008 - aggiunge Patrice Ramage - è di superare le 200.000 unità e questo anche grazie al Bipper”. Con Patrice Ramage, che abbiamo in contrato al Salone di Amsterdam, tracciamo anche una radiografia produttiva dei veicoli commerciali Peugeot. “Oltre al Bipper, appena nato e del quale si prevede il prossimo anno una produzione di oltre 50mila unità, voglio ricordare che l’Expert, completamente rinnovato nel gennaio di quest’anno, viene prodotto a Valencienne in un volume di circa 40mila unità. Il Boxer, anch’esso con la nuova generazione che ha debuttato nel giugno dello scorso anno, nasce in Val di Sangro presso la Sevel Sud con una cadenza produttiva annuale di 53mila unità alle quali vanno aggiunte altre 2.500 esemplari prodotti in Brasile. Il Ranch, il cui restyling risale al 2002, concentra invece, la sua produzione negli impianti di Vigo in Spagna da dove, insieme al Citroën Berlingo, nascono oltre 140.000 veicoli. Una piccola produzione di 12.000 Ranch è anche assicurata dalla fabbrica Peugeot di Palomar in Argentina”. Indubbiamente, la collaborazione tra i gruppi Psa e Fiat consente oggi di allineare sul mercato una batteria di prodotti assolutamente formidabili, fatta di tre splendidi trio di dimensioni via via maggiori, partendo dai Peugeot Bipper, Citroën Nemo e Fiat Fiorino, proseguendo con Peugeot Expert, Citroën Jampy e Fiat Scudo e terminando con i fratelli maggiori Peugeot Boxer, Citroën Jumper e Fiat Ducato. Peugeot Partner e Citroën Berlingo è invece una realtà tutta interna al Gruppo Psa.

Peugeot Expert “International Van of the Year” per il 2008

Il terzo sigillo del Leone AMSTERDAM - Non solo Fiat Scudo, ovviamente... Dalla cooperazione tra Fiat e Psa Peugeot Citroën sono nati due altri modelli che, al pari del loro fratello torinese, si sono aggiudicati, a pari merito, l’invidiabile titolo di “International Van of the Year 2008”: Peugeot Expert e Citroën Jumpy. “Peugeot - ricorda Sandrine Picard, responsabile del prodotto Expert di Peugeot Automobiles - ha già conquistato questo riconoscimento in altre due occasioni: nel 1995 per Boxer, e nel 1997 per Partner/Ranch. La giuria di addetti ai lavori ha apprezzato in particolare le qualità dinamiche dell’Expert, l’elevata comodità indipendente dal livello di carico, l’offerta di una sospensione pneumatica, il piacere di guida e di manovra. Il riconoscimento è stato assegnato anche per l’ampia gamma delle carrozzerie, con due altezze e due passi diversi, per il volume di carico compreso tra 5 e 7 metri cubi, per il carico utile compreso tra 1.000 e 1.200 kg e per la praticità d’utilizzo. Non solo... I giornalisti-giurati hanno apprezzato anche l’elevato livello di sicurezza attiva e dei sistemi di sicurezza passiva di cui è dotato Expert. Senza dimenticare i dati relativi al consumo, altra carta vincente per il veicolo commerciale del Leone”. Fabbricato a Valenciennes, Expert è già stato prodotto, nelle sue varie configurazioni, dal lancio della prima generazione nel 1995, in quasi 340mila unità. Il modello

Sandrine Picard, responsabile del prodotto Expert di Peugeot Automobiles. ha contribuito alla crescita di Peugeot sul mercato dei veicoli commerciali leggeri: secondo le previsioni, nel 2007 saranno venduti nel mondo poco meno di 200mila veicoli da lavoro del marchio francese, un volume annuale mai raggiunto precedentemente. Di questi, 40mila saranno Expert. Il nuovo Expert, ispirandosi al suo predecessore, riprende il posizionamento originale di un “furgone/monovolume” con uno stile ancora più moderno. Disponibile in due lunghezze (4.085 e 5.135 mm) e due altezze (1.942 e 2.276 mm) che definiscono tre versioni, Expert aumenta notevolmente le sue capacità di trasporto, sia in termini di volume che di carico. Il volume di carico, compreso tra 4 e 5 metri cubi nel veicolo della precedente generazione, è ora di 5-7 metri cubi. Anche il carico utile aumenta con una capacità che arriva fino a 1.000 kg e 1.200 kg. Ampia la gamma di motori con il 1.6 16V HDi 90 cv, il 2.0 16V HDi da 120 e 136 cv (con filtro antiparticolato FAP) e 2.0 16V benzina da 140 cavalli.



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CITROËN / ANCHE JUMPY “VAN OF THE YEAR” PER IL 2008

Salto in alto da primato Protagonista nel mercato dei veicoli commerciali leggeri grazie a una gamma di modelli innovativi e in grado di rispondere perfettamente alle esigenze degli utilizzatori, Citroën conquista per la terza volta l’ambito riconoscimento con un suo furgone.

Il nuovo Citroën Jumpy in versione furgone e combi per trasporto persone. Commercializzato dal mese di gennaio 2007 il “Van of the Year” 2008 del Double Chevron è già stato venduto in oltre 22mila esemplari in Europa. Si colloca all’interno di una gamma che comprende Berlingo, Jumper e il nuovo arrivato Nemo. AMSTERDAM - Insieme a Fiat Scudo e a Peugeot Expert, anche Citroën Jumpy, quale componente di una delle tre belle e fortunate famiglie di veicoli commerciali (le altre sono Citroën Jumper, Peugeot Boxer e Fiat Ducato e i nuovissimi Citroën Nemo, Peugeot Bipper e Fiat Fiorino) frutto della collaborazione tra i gruppi Psa e Fiat, si fregerà per il 2008 del titolo di “International Van of the Year”, che una giuria di giornalisti del settore, in rappresentanza di 20 Paesi europei, ha assegnato in occasione del recente Salone dei Trasporti di Amsterdam. Citroën Jumpy è stato proclamato con una votazione di 108 punti su 140 possibili, con ampio scarto rispetto agli altri candidati.

dall’avvento del citato Nemo, nuovo modello d’ingresso della famiglia dei veicoli commerciali che portano l’emblema del Doppio Chevron. Con questa offerta completa, Citroën è in grado di soddisfare la maggior parte delle esigenze dei clienti dei veicoli commerciali leggeri (da 600 kg a 2 tonnellate di carico utile e da 2,5 a 17 metri cubi di volume utile). Il costante adeguamento della gamma alle tendenze del mercato dei

UNA GAMMA SEMPRE PIÙ AMPIA Commercializzato dal mese di gennaio 2007, il nuovo Citroën Jumpy, che è stato venduto già in oltre 22 000 esemplari in Europa (28 Paesi), si colloca a proprio agio all’interno di una gamma che comprende già Berlingo e Jumper, e che da questo fine anno (ma il debutto internazionale è avvenuto al Salone di Amsterdam) sarà arricchita

Cambio della guardia al vertice di Citroën Italia

Imparato al posto di Favey MILANO - Con il primo gennaio importante novità in Citroën Italia. Alla guida della filiale italiana della marca del Doppio Chevron andrà a ricoprire la carica di direttore generale Jean Philippe Imparato che prende il posto di Alain Favey. Entrato nel Gruppo PSA nel 1991 come animatore di una rete di concessionari Peugeot, in seguito responsabile di settore e di regione in Citroën nel 1994, capo zona per l’America Latina nel 1997, Jean Philippe Imparato è stato successivamente responsabile degli studi d’organizzazione presso l’Audit internazionale del Gruppo PSA nel 2000, in seguito Direttore della Qualità per Dong Feng Peugeot Citroën Automotive China nel 2003, e infine dal 2006 Direttore Qualità fornitori in seno alla Direzione degli Acquisti del Gruppo. Alain Favey, invece, andrà ad occupare il nuovo incarico di Direttore Commercio Francia Citroën. Entrato in Citroën nel 1989 dopo numerosi posti di responsabilità nei settori marketing prodotto e commercio, Alain Favey ha diretto successivamente le filiali Citroën della Danimarca nel 1997, del Belgio e Lussemburgo nel 1999, della Gran Bretagna nel 2000, e dal 2005 dell’Italia.

veicoli commerciali leggeri ha permesso al marchio di Parigi di raggiungere una quota di mercato del 9,6 per cento in Europa (28 Paesi) nei primi nove mesi del 2007, conquistando una posizione di primo piano in diversi mercati: leader in Spagna, in seconda posizione in Belgio e in terza in Francia e Portogallo. Attualmente 1 veicolo Citroën su 5 venduti nel mondo è un veicolo commerciale leggero, e 1 veicolo commerciale leggero su 10 venduti in Europa

(28 Paesi) è un veicolo Citroën, a dimostrazione di quanto sia strategica per la marca transalpina l’attività nel settore dei veicoli commerciali leggeri. Anche in Italia l’andamento delle vendite dei veicoli commerciali Citroën risulta estremamente positivo. Nei primi dieci mesi dell’anno Citroën, infatti, ha registrato un risultato assolutamente straordinario conquistando il quarto posto, nella classifica degli importatori, con 9.635 immatricolazioni contro le 6.050 dei primi 10 mesi del 2006, il che gli ha consentito di migliorare del 59,26 per cento e di portare la quota dal 3,19 al 4,77 per cento (addirittura al 4,97 per cento in ottobre, mese nel quale la sua crescita è stata del 70,55 per cento). Citroën precede in classifica i cugini di Peugeot con un incremento delle vendite del 33,33 per cento (8.536 immatricolazioni complessive) e con una quota passata dal 3,38 al 4,23 per cento, Nissan, che con 8.086 veicoli venduti vede ridursi la sua quota 4,75 al 4,0 per cento e Opel che, pur migliorando le proprie vendite (7.493 unità) del 4,04 per cento vede ridursi la propria quota dal 3,80 al 3,71 per cento. Totalmente rivisitato rispetto alla

L’albo d’oro Van of the Year 1992 Volkswagen T4 1993 Nissan Sunny Van 1994 Citroën Jumper Fiat Ducato Peugeot Boxer 1995 Mercedes-Benz Sprinter 1996 Mercedes-Benz Vito 1997 Citroën Berlingo Peugeot Partner 1998 Renault Master 1999 Opel Astra Van 2000 Iveco Daily 2001 Ford Transit 2002 Opel Vivaro Renault Trafic 2003 Ford Transit Connect 2004 Vw Transporter T5 2005 Mercedes-Benz Vito 2006 Fiat Doblò Cargo 2007 Ford Transit 2008 Citroën Jumpy Fiat Scudo Peugeot Expert versione precedente, il nuovo Jumpy ha conquistato i membri della giuria, incaricati di proclamare il veicolo commerciale dell’anno, grazie ai suoi numerosi punti di forza. Che sono uno stile valorizzante e dinamico, una gamma diversificata di sagome, con furgoni lamierati, furgoni vetrati, pianali, cabinati destinati alle trasformazioni di carrozzeria, ma anche combi per il trasporto di persone, inoltre un’ampia scelta di combinazioni possibili, in termini di volumi e di carico, e di lunghezze utili, motorizzazioni sobrie e performanti, un comportamento su strada ai massimi livelli, anche in condizioni di carico e di utilizzo severe, infine numerose proposte di equipaggiamenti per il confort e la sicurezza, come la sospensione pneumatica posteriore, i sei airbag o l’Esp (Electronic Stability Program). AUMENTA IL CARICO UTILE A DISPOSIZIONE Il nuovo Jumpy beneficia di un aumento significativo del carico utile, che va da 1.000 a 1.200 kg, contro gli 815900 kg della versione precedente. La proposta è ora di due lunghezze di passo e due altezze diverse nonché un volume utile notevolmente aumentato e compreso tra 5 a 7 metri cubi (la gamma precedente era compresa tra 4 e 5 metri cubi). È aumentata in modo significativo anche la lunghezza interna utile del nuovo Jumpy, attualmente da 12 a 16 cm secondo le versioni, che può arrivare a 65 cm grazie a un passaggio destinato in particolare ai carichi lunghi, previsto nei furgoni con paratia di separazione. Vengono proposte tre motorizzazioni diesel: 1.6 HDi 90, il 2.0 HDi 120 e il 2.0 HDi 140, associato al filtro antiparticolato. Queste motorizzazioni sono abbinate a cambi manuali, a sei rapporti per le due motorizzazioni 2.0 HDi. Una motorizzazione benzina 2.0i 143 cv completa l’offerta, con l’abbinamento a un cambio manuale a cinque rapporti.


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IL MONDO DEI TRASPORTI • Dicembre 2007

RENAULT / NEW KANGOO EXPRESS E NEW KANGOO EXPRESS COMPACT

Così reagisce la Losanga Kangoo è un autentico successo commerciale, con oltre 2,2 milioni di unità vendute nel mondo di Cristina Altieri AMSTERDAM - Non si è fatta attendere la risposta di Renault all’attacco frontale scatenato in questo fine d’anno da Fiat, Peugeot e Citroën con i nuovi furgoni Fiorino, Bipper e Nemo. La risposta è rappresentata da New Kangoo Express e New Kangoo Express Compact. Prodotti nello stabilimento MCA di Maubeuge, in Francia, i nuovi modelli della gamma Kangoo si posizionano al miglior livello qualitativo nel loro segmento, su tutti i mercati, con un netto miglioramento rispetto alla generazione precedente, già best in class. Con New Kangoo Express e New Kangoo Express Compact, Renault propone due furgonette di carattere, dal comfort inedito, adatte alle esigenze dei clienti professionali. Più pratico e confortevole, New Kangoo Express è proposto a prezzi competitivi, molto vicini a quelli della generazione precedente. Dal suo lancio, nel 1997, sono stati prodotti più di 2,2 milioni di Kangoo sui 4 continenti: MCA Maubeuge (Francia), Casablanca (Marocco), Cordoba (Argentina) e Kuala Lumpur (Malesia). Kangoo Express resta il modello più venduto in Europa nel segmento delle furgonette, con circa 1,1 milioni di unità vendute. Questi risultati testimoniano la fiducia accordata da una clientela esigente in termini di qualità, affidabilità, costi di acquisto e manutenzione e qualità del servizio. La leadership di Renault sul mercato dei veicoli commerciali, ininterrotta da 10 anni, è la conseguenza di un know-how riconosciuto. OLTRE 700 “BUSINESS CENTER” Con oltre 700 “Business Center” nel mondo, Renault mette a disposizione dei clienti professionali una rete di concessionari specializzati in grado di apportare soluzioni ad hoc e offrire una struttura commerciale adeguata e reattiva, sia per la vendita che per il post-vendita. Attraverso una struttura interamente dedicata, la Divisione Veicoli Commerciali, 2.000 ingegneri e tecnici lavorano quotidianamente al miglioramento dei prodotti e all’ampliamento dell’offerta di veicoli commerciali Renault. Ma vediamo più da vicino come si presentano i due nuovi piccoli furgoni che portano l’emblema della Losanga. Kangoo Express ha profondamente modificato l’atteggiamento degli operatori professionali nei confronti dei loro veicoli commerciali e, con le sue pre stazioni, ne ha conquistati oltre 1.300.000, dal 1997 a oggi. New Kan-

mensola sotto il tetto e un grande cassetto portaguanti chiuso (secondo le versioni) da 15 litri. Grazie alla connettività multimediale, e in particolare alla funzione bluetooth, New Kangoo Express si rivela un autentico ufficio mobile. Con una lunghezza di 4,21 metri, New Kangoo Express dispone di un volume di carico ottimizzato, compreso tra 3 e 3,60 metri cubi. La larghezza di 1,21 metri tra passaruota aumenta lo spazio di carico e permette di trasportare un pallet europeo standard in un vano il cui accesso è facilitato dai battenti posteriori asimmetrici e dalla porta laterale scorrevole (secondo le versioni). PER QUALUNQUE UTILIZZO PROFESSIONALE

Con New Kangoo Express e New Kangoo Express Compact, Renault amplia la sua offerta per consolidare la posizione di prima marca per i veicoli commerciali in Europa.

goo Express, più pratico e più confortevole, offre loro ancora di più. Nato all’insegna della maturità, il veicolo presenta doti di design, comfort, ergonomia e rispetto dell’ambiente che rispondono pienamente alla necessità degli operatori professionali di disporre di una furgonetta confortevole, economica, affidabile e adatta alle diverse esigenze. New Kangoo Express presenta un design moderno ed espressivo, in particolare con una parte anteriore corta e robusta che gli consente di offrire un abitacolo spazioso e un vano di carico ampio e funzionale. L’abitacolo è molto luminoso grazie al parabrezza panoramico, montato in posizione avanzata, tipo monovolume. A bordo, Renault ha privilegiato abitabilità, comfort di lavoro e funzionalità, grazie a prestazioni inedite nel segmento. Seduto in posizione rialzata, con una visione ampia e una leva del cambio disposta sulla plancia, il conducente beneficia di un comfort di guida identico a quello di un’auto. Numerosi i vani portaoggetti intelligenti, tra cui un vano di formato A4 in plancia, una

New Kangoo Express si adatta a tutte le esigenze e a qualunque utilizzo professionale. Questa polivalenza si esprime nella possibilità di ribaltare il sedile passeggero per aumentare il volume di carico, portandolo a 3,50 metri cubi (in opzione). Inoltre, il piccolo furgone è predisposto per allestimenti specifici (veicoli d’intervento, di consegna, isotermici, pick-up, etc.), trasformati nell’ambito di numerose partnership con allestitori. New Kangoo Express si rivela una furgonetta performante, dotata di motorizzazioni economiche, rispettose dell’ambiente e dai costi d’esercizio ridotti. La gamma comprende tre motorizzazioni diesel, articolate intorno al propulsore 1.5 dCi, declinato in tre potenze (70, 85 e 105 cv), e due motorizzazioni benzina (1.6 8v da 90 cv e 1.6 16v da 105 cv). Con la versione 85 cv diesel, New Kangoo Express consuma soltanto 5,2 l/100 km in ciclo misto, con emissioni contenute a 137 g/km di CO2. Con emissioni non superiori a 140 g/km di CO2, le due prime versioni del propulsore 1.5 dCi sono conformi alla firma “Renault eco2”, mentre la più potente può essere equipaggiata con filtro antiparticolato.

Il New Kangoo Express Compact in risposta ai nuovi concorrenti

Una vocazione tutta urbana AMSTERDAM - Grazie al New Kangoo Express Compact Renault oltre ad ampliare la sua offerta nel mercato dei minifurgoni, si rivolge, in particolar modo, a chi lavora di frequente nei centri cittadini (servizio di fattorini e consegne a domicilio, artigiani, riparatori, etc.). “New Kangoo Express Compact - dicono in Renault - propone un livello di comfort ineguagliato sul mercato delle furgonette, riprendendo le performance di New Kangoo Express e procurando il piacere e il comfort di guida di un’auto, grazie a un’ergonomia ben studiata. La plancia è degna di una monovolume e la posizione di guida rialzata beneficia di una visione panoramica. Con una larghezza ai gomiti anteriore di 1,51 metri, l’abitabilità a bordo si rivela eccezionale per un veicolo di questo tipo. La lunghezza (3,83 metri), di 38 cm inferiore rispetto alla versione standard, è stata ottenuta riducendo il passo in misura equivalente. La riduzione del passo si rivela vantaggiosa anche per quanto riguarda il diametro di sterzata: il furgoncino può fare inversione di marcia in appena 9,40 metri tra marciapiedi, rivelandosi quindi perfettamente adatto alle condizioni di utilizzo urbano. Malgrado la compattezza, New Kangoo Express Compact propone un volume di carico compreso tra 2,3 e 2,9 metri cubi

(secondo le versioni). Con 1,21 metri tra passaruota, il vano di carico è stato progettato per contenere un Europallet. La lunghezza di carico passa da 1,34 m a 2,12 metri, nelle versioni di New Kangoo Express Compact equipaggiate con sedile passeggero ribaltabile che forma un pianale piatto, e a 2,54 metri nella versione priva di sedile passeggero. In queste ultime due configurazioni, il volume di carico raggiunge 2,9 metri cubi. Anche qui troviamo numerosi vani portaoggetti intelligenti, come il vano di formato A4 sulla plancia, la mensola sotto il padiglione e un grande cassetto portaguanti chiuso, da 15 litri. Il veicolo può anche trasformarsi in ufficio mobile, grazie a numerosi accessori multimediali e di navigazione. Renault propone un supporto di navigazione portatile che si posiziona in alto a sinistra del posto guida, ben visibile per il conducente. L’Audio Connection Box, un dispositivo che consente ai passeggeri di ascoltare a bordo la propria musica preferita, è disponibile anche su New Kangoo Express Compact; inserito nel cassetto porta guanti, esso dispone di connettori compatibili con una penna USB, un lettore MP3 o un iPod. La musica è gestita dai comandi al volante. È previsto, inoltre, un impianto vivavoce per telefono Bluetooth. La gamma di motorizzazioni si adatta ad un utilizzo principalmente urbano. New Kangoo Express Compact è equipaggiato con il 1.5 dCi, declinato nelle due potenze 70 cv e 85 cv, e con il propulsore benzina 1.6 8v da 90 cv, tutti associati ad una trasmissione manuale a 5 rapporti. Grazie a una coppia massima disponibile fin dai bassi regimi e a una massa del veicolo inferiore alla versione standard, New Kangoo Express Compact 1.5 dCi offre riprese energiche e un reale piacere di guida in città. Con emissioni contenute a 140 g/km di CO2, i due modelli diesel sono al tempo stesso economici e rispettosi dell’ambiente, in particolare la versione 85 cv che consuma soltanto 5,1 l/100 km in ciclo misto, pari a 135 g/km di CO2. New Kangoo Express Compact ottiene la sigla “Renault eco2” per entrambe le versioni del 1.5 dCi. L’abitacolo è stato progettato per garantire ai passeggeri il massimo livello di sicurezza. Le due cinture di sicurezza di New Kangoo Express Compact sono equipaggiate con pretensionatori pirotecnici, che garantiscono un mantenimento ottimale in caso di urto, e limitatori di carico calibrati per proteggere al meglio il torace. New Kangoo Express Compact monta di serie l’airbag conducente e, in funzione dei livelli di equipaggiamento, fino a due airbag supplementari: l’airbag passeggero e l’airbag conducente tipo torace. Per limitare i rischi di lesione al bacino dei passeggeri in caso di urto frontale, la seduta dei sedili anteriori è provvista di un dispositivo anti-submarining (eccetto in configurazione sedile passeggero ribaltabile).


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OPEL / ULTERIORMENTE ARRICCHITA LA GAMMA DEI COMMERCIALI

Un vero e proprio blitz sul mercato

L’alto tasso di crescita e l’andamento delle vendite, più che raddoppiate dal 2001, fanno pensare che il 2008 sarà uno dei migliori anni per i veicoli commerciali Opel/Vauxhall. Modelli come Vivaro, Movano e Combo, così come Corsa Van e Astra Van, e un’ampia offerta di trasformazioni sono destinati a rafforzare la presenza delle due marche del gruppo General Motors in questo particolare mercato.

di Lino Sinari FRANCOFORTE - La gamma dei veicoli commerciali Opel/Vauxhall non è mai stata così ampia: oggi infatti comprende un elevato numero di modelli e di allestimenti. L’alto tasso di crescita e l’andamento delle vendite (più che raddoppiate dal 2001) fanno pensare che il 2008 sarà uno dei migliori anni per i veicoli commerciali Opel/Vauxhall. Modelli come Vivaro, Movano e Combo, così come Corsa Van e Astra Van (disponibili in Italia e in alcuni mercati selezionati), e un’ampia offerta di trasformazioni sono destinati a rafforzare la presenza delle due marche del gruppo General Motors in questo particolare mercato. “Stiamo soffrendo - dice Jamal El-Hout, vice-presidente di GM Europe responsabile della Programmazione del Prodotto & Attività relative ai Veicoli Commerciali - del migliore problema che si possa immaginare: vendiamo più rapidamente di quanto produciamo. È merito soprattutto di Vivaro e Combo, i nostri due modelli più richiesti, se la nostra quota di mercato nei Paesi dell’Europa Occidentale e Centrale è arrivata al 5,2 per cento. Siamo ovviamente molto soddisfatti di questo risultato, ma al tempo stesso vogliamo fare ancora meglio! Sfruttando le sinergie all’interno del gruppo General Motors, aumentando la produzione dello stabilimento inglese di Luton per rispondere alla domanda del pubblico e continuando a lavorare anche in futuro a stretto contatto con il partner Renault avremo di ottimizzare la nostra posizione sul mercato europeo dei veicoli commerciali”. Il versatile Vivaro è in questo momento il modello di maggior successo del la gamma veicoli commerciali Opel/Vauxhall. Nei primi nove mesi del 2007 le sue vendite (52.581 unità) hanno rappresentato più del 40 per cento del totale (oltre130.000) dei veicoli consegnati dalle due marche GM nei Paesi dell’Europa Occidentale e Centrale. Fino a questo momento i concessionari hanno visto salire del 9,3 per cento gli ordini di Vivaro e hanno in mano un portafoglio record di prenotazioni di

La gamma dei veicoli commerciali Opel/Vauxhall non è mai stata così ampia: sul mercato è presente un gran numero di modelli e allestimenti, tra cui il nuovo Movano (sopra), top dell’offerta dei marchi del gruppo General Motors. 20.500 unità. Nei primi tre trimestri del 2007 le immatricolazioni di Vivaro sono aumentate del 3,5 per cento, sfiorando le 53.000 unità, e nel solo settembre sono cresciute del 29 per cento rispetto allo stesso mese del 2006. L’ampia scelta di versioni furgone, finestrato e minibus, la linea elegante, la grande funzionalità e la convenienza economica hanno fatto di Vivaro (e del corrispondente Renault Trafic) il secondo veicolo da 2,8 tonnellate più venduto in Europa nel corso del 2006. Il cambio manuale automatizzato Easytronic (ottenibile a richiesta su alcuni modelli) è uno dei punti forti della

gamma di veicoli commerciali Opel/ Vauxhall. Questo dispositivo unisce il funzionamento confortevole di una trasmissione completamente automatica all’efficienza di un tradizionale cambio manuale. Se abbinato a un cambio Easytronic, piuttosto che a un tradizionale cambio manuale, un motore può consumare anche il 6 per cento in meno. Il compito della frizione è svolto da attuatori a gestione elettronica. Il guidatore deve solo scegliere se cambiare marcia in modo manuale oppure automatico. I veicoli con cambio Easytronic offrono le stesse prestazioni di quelli con cambio manuale. In partico-

lare, Vivaro 2.0 CDTI Furgone (passo corto, tetto normale) con motore da 114 cv consuma 8,0 litri di gasolio ogni 100 chilometri (0,4 litri in meno della corrispondente versione con cambio manuale. Movano 2.5 CDTI Furgone (passo corto, tetto normale) con motore da 120 cv consuma invece 8,5 litri di gasolio ogni 100 chilometri (ovvero 0,3 litri in meno). Il cambio Easytronic è disponibile anche su Combo e Corsa Van, che equipaggiati con il turbodiesel common-rail 1.3 CDTI da 75 cv consuma rispettivamente 5,1 (5,3) e 4,4 litri ogni 100 chilometri


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ASTRA VAN, CORSA VAN, ZAFIRA VAN E ANTARA VAN

Automobili da lavoro FRANCOFORTE - Anche le nuove versioni dei derivati commerciali Opel/Vauxhall Astra Van e Corsa Van stanno riscuotendo grande successo. Pur essendo stata posta in vendita solo lo scorso mese di marzo, la nuova Corsa Van è già stata eletta “Car-Derived Van of the Year 2007” in occasione dei prestigiosi Professional Van and Light Truck Awards. La nuova Astra Van ha raccolto analoghi apprezzamenti dagli esperti del settore, ricevendo tra l’altro il premio “Scelta della Redazione” in occasione dell’edizione 2006 del trofeo “Van of the Year” della rivista britannica “What Van?”. Corsa Van è disponibile sia con un 1.300 turbodiesel common-

rail (in due versioni da 75 e da 90 cv) che con il 1.200 Twinport a benzina da 80 cv. Con il primo di questi tre motori percorre 100 chilometri con appena 4,5 litri di gasolio. Astra Van è prodotta invece con un 1.400 Twinport benzina da 90 cv) e con quattro turbodiesel di cilindrata compresa tra 1.300 e 1.900 cc e potenze da 90 a 150 cv. Oltre che in Italia, questi due derivati commerciali sono attualmente in vendita in Austria, Belgio, Francia, Gran Bretagna, Irlanda, Portogallo, Repubblica Ceca, Spagna ed Ungheria. Due dei maggiori punti forti della gamma di veicoli commerciali Opel/Vauxhall sono certamente la diversità e la flessibilità dell’offerta. Vivaro, ad esempio, è disponibile con due differenti misure di passo, due altezze diverse e sei versioni base (Furgone, Combi, Tour, Cassone, Autotelaio Cabinato e Doppia Cabina). Da Luglio 2007 il cambio manuale automatizzato Easytronic è disponibile anche sulla versione 2.0 CDTI con motore turbodiesel common-rail da 114 cv. La versione Combi passo lungo può essere ora ordinata con l’abitacolo completamente rivestito (una soluzione che sarà certamente apprezzata da coloro che utilizzano un veicolo come questo come navette di alberghi e aeroporto). Con le sue oltre 40 versioni (dal furgone al combi, dal minibus all’autotelaio cabinato), Movano sembra fatto apposta per trasformazioni speciali, così come per essere adattato a trasporti particolari oppure ad attrezzature da lavoro. È inoltre un’ottima base di partenza per trasformazioni ad uso dei vigili del fuoco e come ambulanza. Combo si è fatto apprezzare in modo particolare dagli artigiani per la sua grande spaziosità interna abbinata ad un ottimo rapporto prodotto/prezzo. Realizzato sulla base della terza generazione Corsa, ha una capacità di carico di 3.050 litri e, nel caso della versione Tour, il divanetto posteriore diviso in due sezioni ripiegabili in avanti di diversa larghezza. Combo è disponibile anche in una conveniente versione a metano a basso impatto ambientale il cui motore di 1.600 cc emette l’80 per cento di ossido di azoto in meno rispetto a un Diesel corrispondente e circa il 20 per cento in meno di CO2 rispetto a un benzina di pari cilindrata (15 per cento di CO2 in meno rispetto al Diesel). Nel 2006 Opel Combo è stato il veicolo a metano più venduto in Germania. Astra Van e Corsa Van uniscono il comportamento dinamico ed il comfort di un’autovettura a una grande funzionalità operativa. Entrambi hanno un piano di carico piatto e potenti ed economici motori a benzina e turbodiesel. Ricordiamo, anche, che alla Corsa Van e all’Astra Van si affiancano altri due “commerciali” derivati da vetture. La prima è la Zafira Van, che combina al meglio la linea moderna e la praticità della monovolume con la grande spaziosità del veicolo commerciale. La nuova versione Van ha lo stesso equipaggiamento della versione autovettura di cui conserva peraltro l’aspetto dinamico. In Italia Zafira Van (denominata “Business”) è disponibile in versione 5 posti nelle motorizzazioni 1.9 CDTI, 1.8 benzina e CNG. L’altra è la Zafira Van, realizzata rimuovendo il sedile posteriore ed installando un pannello di separazione alle spalle dei sedili anteriori. Primo crossover da lavoro, in Italia Antara Van (denominata “Business”) è già disponibile in versione 5 posti con il 2.000 turbodiesel common-rail da 150 cv abbinato a un cambio manuale a 5 marce, (indipendentemente dall’allestimento) poiché il crossover Opel è conforme alla recente normativa fiscale (rapporto potenza/portata inferiore a 180 kW/tonnellata) per ottenere i benefici previsti per le versioni autocarro.

MERCATO COMMERCIALI / VERSO UN ANNO RECORD

Ma sono i costruttori esteri a tirare la volata MONZA - Mancavano solo due frazioni alla fine dell’anno quando sono arrivati i dati del mercato italiano dei veicoli commerciali fino a 3,5 tonnellate di Ptt ed era parso subito evidente che anche il 2007 si sarebbe chiuso con un bilancio estremamente positivo. Nei primi dieci mesi dell’anno sono stati immatricolati complessivamente 201.913 veicoli con un incremento del 6,45 per cento rispetto allo stesso periodo del 2006 quando se ne consuntivarono 189.678 unità. Un importante contributo a questo risultato è venuto dal mese di ottobre che ha registrato con 23.886 immatricolazioni una crescita del 13,08 per cento. Sul risultato finale, le marche nazionali hanno realizzato nei 10 mesi un volume di 108.168 immatricolazioni con un incremento di appena lo 0,98 per cento rispetto allo stesso periodo del 2006, il che ha comportato anche una riduzione della quota dal 56,47 al 53,57 per cento. Fiat Light Commercial Vehicles con 85.839 immatricolazioni ha regredito dello 0,06 per cento ma ha visto anche ridursi la propria quota dal 45,28 al 42,51 per cento. In netta crescita, invece, l’Iveco che ha totalizzato 18.295 immatricolazioni con un incremento del

9,58 per cento e con un miglioramento della sua quota sul totale del mercato dall’8,80 al 9,06 per cento. La crescita del mercato è dunque dovuta essenzialmente ai costruttori esteri che hanno registrato 93.745 immatricolazioni con un incremento del 13,55 per cento rispetto ai primi 10 mesi del 2006, il che ha consentito loro di portare la quota dal 43,53 al 46,43 per cento (in ottobre addirittura con un un incremento mensile del 28,92 per cento hanno raggiunto una quota del 47,24 per cento). Ford con 18.518 immatricolazioni e una quota del 9,17 (migliorata rispetto all’8,07 dello scorso anno) mantiene la leadership della colonia estera davanti a Renault con 12.593 immatricolazioni e 6,24 per cento di quota. La Casa della Losanga ha migliorato le proprie vendite del 7,62 per cento. Il terzo posto è di Mercedes-Benz (10.153 immatricolazioni e 5,03 di quota) in crescita del 15,32 per cento. Assolutamente straordinario il risultato di Citroen, al quarto posto, con 9.635 immatricolazioni contro le 6.050 dei primi 10 mesi del 2006, il che gli ha consentito di migliorare del 59,26 per cento e di portare la quota dal 3,19 al 4,77 per cento

Ford guida la classifica delle case estere presenti sul mercato italiano dei veicoli commerciali. Fiat è leader di un comparto che nei primi 10 mesi dell’anno ha registrato quasi 202mila immatricolazioni.

(addirittura al 4,97 per cento in ottobre, mese nel quale la sua crescita è stata del 70,55 per cento). Seguono, al quinto posto, i cugini di Peugeot con un incremento delle vendite del 33,33 per cento (8.536 immatricolazioni complessive) e con una quota passata dal 3,38 al 4,23 per cento. In flessione del 10,19 le vendite di Nissan (8.086 unità) così come la sua quota che si riduce dal 4,75 al 4,0 per cento e che consegna il marchio nipponico al sesto posto della classifica davanti a Opel che, pur migliorando le proprie vendite (7.493 unità) del 4,04 per cento vede ridursi la propria quota dal 3,80 al 3,71 per cento. L’ottava piazza è di Volkswagen che, però, incrementa il proprio risultato di 6.508 immatricolazioni del 41,63 per cento, significativo anche per la quota che passa dal 2,42 al 3,22 per cento. Mantiene la posizione al nono posto Mitsubishi con 4.227 immatricolazioni pari a un incremento del 4,58 per cento che gli vale una quota del 2,09 per cento (2,13 nel 2006). La decima posizione è di Isuzu con 2.604 immatricolazioni, pari a una crescita del 17,24, e con una quo ta dell’1,29 per cento (1,17 nei primi 10 mesi del 2006).


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MELIAN ITALIA / TATA UN MARCHIO SEMPRE PIÙ DINAMICO SUL MERCATO ITALIANO

Vinta la grande scommessa di Mattia Eccheli PADENGHE SUL GARDA - È l’offerta italiana di Tata nel campo dei veicoli “da lavoro” in attesa che i recenti accordi con Fiat facciano lievitare non solo l’interesse mediatico, ma anche quello commerciale. Melian Italia, la società importatrice, è la prima a chiarire che occorrono anche un ampliamento della gamma ed una espansione della rete “distributiva”: “Nel 1995 avevano a disposizione due mezzi, oggi ne abbiamo già dieci”, sorride Julia Wilson, l’amministratore delegato della società di famiglia che veicola il marchio indiano. Di famiglia, perché dopo una lunga esperienza in Suzuki, la manager britannica si è messa in proprio e con il marito veneto Adriano Doriguzzi (presidente di Melian e socio in affari al 50 per cento) ha deciso di scommettere su Tata. Uno sviluppo potenziale è quello dei veicoli industriali, dato che il gruppo indiano è anche il quinto produttore mondiale di veicoli commerciali medi e pesanti e dato che Tata si è assicurata il controllo della fabbrica coreana Daewoo che, appunto, produce mezzi industriali. Melian Italia importerà mezzi pesanti? “È un ragionamento che abbiamo fatto - risponde Julia Wilson - e la cosa è fattibile perché i mezzi di Tata Daewoo Trucks sono adatti alle certificazioni Eu. Da questo punto di vista, insomma, la via è percorribile. Però non è così semplice perché occorre disporre di una struttura adeguata”. “Potrebbe darsi, ma non a breve” aggiunge poi l’Ad. Sono poco più di “briciole” quelle che Tata Motors (3,5 miliardi di dollari di volumi) raccoglie in Italia, almeno sul fronte automobilistico. Tata, quotata dal 2004 anche alla borsa di New York, è un impero da sempre praticamente a “conduzione familiare”, nel senso che solo occasionalmente non è un membro della dinastia a guidare il gruppo, che nel 2005 ha fatto registrare un fatturato che sfiorava i 18 miliardi di dollari (cioè oltre il 2,5 per cento del Pil dell’India) grazie a interessi nei campi più disparati, dal tessile all’energetico, dall’automobilistico all’informatico ramificati nel controllo di oltre 90 società. In Italia le “operazioni” sono cominciate dodici anni fa. Durante questo lasso di tempo, Melian ha venduto lungo lo stivale circa 25.000 mezzi: le numerose versioni delle “piccole” Indica e Indigo sono i modelli più venduti. Eppure, anche nel fatturato dell’ultimo esercizio, circa 30 milioni di euro (con un utile ante imposte di quasi 1,4 milioni), i veicoli commerciali superano per volumi tutti gli altri: 12 milioni. Poi ce ne sono 7 di ricambi ed i restanti 11 riguardano vetture “private”. Pick up e fuoristrada immatricolabili come autocarro (è il caso di Safari) ma anche Indica e Indico sw sono il punto di forza di Tata. Solo che l’amministratore delegato Julia Wilson avverte: “Tata dispone di Ace, un mini truck particolarmente versatile al quale i concessionari italiani sono particolarmente interessati. Solo che, così com’è, non è importabile in Italia. Ci hanno chiesto di sollecitare la casa madre affinché possa debuttare anche da noi. Vedremo cosa riusciamo a fare”. Se l’importazione di Ace resta ancora un obiettivo, pare di capire, non semplice da raggiungere, sono certi e più imminenti i debutti di altri modelli. Ad esempio, entro un anno e mezzo, il rivisitato Safari, oppure un Mpv atteso per il 2009 e anche un crossover: “Il progetto va avanti”, conferma Julia Wilson. Dal 1995 ormai Tata Motors produce veicoli conformi alle normative EU, vanta stabilimenti moderni con impianti costantemente aggiornati ed è l’unica fabbrica indiana ad avere tutti i labora-

Julia Wilson, amministratore delegato di Melian Italia.

Tutto contribuisce ad arricchire l’offerta di veicoli commerciali sul territorio italiano dove gli obiettivi sono sempre più ambiziosi: il 2007 dovrebbe chiudersi attorno alle 4.600 unità, ma tutto è proiettato verso il 2010 quando la scommessa è quella delle 10mila immatricolazioni. tori e strumentazioni per eseguire le prove d’omologazione EU come crash test, inquinamento, rumorosità e via dicendo. I test di omologazione sono eseguiti in parte in India e sono certificati dal TÜV mentre altri avvengono in Gran Bretagna e garantiti dal Vehicle Certification Authority of the Ministry of Transport. Tutto contribuisce ad arricchire l’offerta di veicoli commerciali sul territorio italiano dove gli obiettivi diventano sempre più ambiziosi: il 2007 dovrebbe chiudersi attorno alle 4.600 unità commercializzate attraverso la rete, ma tutto è proiettato verso il 2010 quando la scommessa è quella delle diecimila immatricolazioni, come si lascia sfuggire il presidente Adriano Doriguzzi. Malgrado la dislocazione insolita per un importatore (sede operativa a Salorno, in Alto Adige, e sede legale a pochi chilometri di distanza, in Trentino, in un paese ancora più piccolo, Roveré della Luna), Melian assicura che le vendite sono uniformi lungo tutto lo stivale, isole comprese: il 35 per cento al nord, il 32 per cento al centro e il 33 per cento al sud. Solo altri due grandi importatori hanno scelto una analoga sede così “decentrata”: Scania (a Trento) e Subaru (Ala). I concessionari sono attualmente 84: “Ma entro sei o sette mesi - anticipa Ju lia Wilson - contiamo di sfiorare quota cento”. Milano, in particolare, è una piazza che interessa a Tata, sia per la concentrazione di piccoli imprendi-

tori sia, anche per la forte presenza di immigrati di nazionalità indiana che, in qualche modo, potrebbero voler mantenere attraverso questo marchio un contatto con la patria. I centri di assistenza sono 115 e garantiscono una soddisfacente copertura del territorio.

Adriano Doriguzzi, presidente di Melian Italia. Lo scorso esercizio ha fatto registrare un significativo balzo in avanti, mentre il 2007 dovrebbe chiudersi sugli stessi livelli dell’anno passato e, semmai, in leggera flessione: “C’è stato un ritardo nell’arrivo dei nuovi modelli - ammette Doriguzzi - ma ci a-

spet tiamo molto dal 2008”. L’anno prossimo, infatti, sia il ritoccato Safari sia, soprattutto, il nuovo pick up Xenon saranno disponibili da subito. Tata ha ormai dato l’assalto al mercato globale con i suoi modelli certificati Eu. Oltre a un insediamento britannico per l’alta tecnologia, dove saranno occupate 800 persone (già oggi vi lavorano 200 ingegneri), il colosso indiano ha fatto acquisti nel Vecchio Continente. In Spagna si è assicurata il controllo del produttore iberico di autobus di linea e pullman che ha stabilimenti a Saragozza e anche a Casablanca (in Marocco), mentre in Francia ha siglato un accordo con la Mdi per un motore ad aria compressa. L’accordo prevede lo sviluppo in esclusiva del sistema di propulsione da applicare a un ancora non specificato mezzo (almeno non agli organi d’informazione) distribuito inizialmente nella sola India. Assieme all’attesissima vettura low cost da 100.000 rupie, l’equivalente di 2.500 dollari americani, questa soluzione è destinata a motorizzare e modernizzare il secondo Paese più popolato al mondo. Uno dei manager indiani del gruppo frena su eventuali sbocchi commerciali del l’auto tascabile fuori dall’India: “Non abbiamo pensato all’esportazione di questa vettura”, conferma. Una scelta strategica dettata forse anche da altre regioni. Le stime parlano di qualcosa come 300mila ordini che farebbero “esplodere” la capacità produttiva, che attualmente si attesta attorno al mezzo milione di unità l’anno. Infatti, è in corso di costruzione uno stabilimento in Bengala.

DESIGN BRITANNICO, MOTORE AUSTRIACO, PRODUZIONE INDIANA E TAILANDESE

Il pick up Xenon dalle tante anime PADENGHE SUL GARDA - È assolutamente globale il nuovo pick up Tata per il quale quello italiano sarà il mercato mondiale di lancio. Quasi una sorta di riconoscimento al lavoro di Melian Italia, l’importatore per il Belpaese, ma anche un banco di prova significativo dato che lungo lo stivale si vendono attorno ai 20.000 pick up l’anno inclusi quelli targati Fiat e Piaggio. Escludendo però i due marchi nazionali, Tata figura al quinto posto come vendite, davanti a case prestigiose. L’ultimo nato della ancora numericamente modesta famiglia Tata (dieci modelli disponibili in Italia) è il pick up Xenon 2.2 Dicor a gasolio, erede del rodato TL. Il nuovo pick up è disponibile nei saloni con il mese di dicembre. Decisamente più affine ai gusti comunitari, Xenon è robusto quanto il modello del quale dovrebbe raccogliere l’eredità ma monta il nuovo e potente motore da 140 cavalli frutto della collaborazione con la austriaca Avl che l’ha progettato. Dicor non è altro che l’acronimo di iniezione diretta common rail. Rispetto al precedente propulsore da 3 litri, l’austro-indiano 2.2. guadagna 25 cavalli di potenza e migliora l’efficienza della coppia, contribuendo ad una distribuzione più uniforme che influisce positivamente anche sul cambio a 5 marce. Due i rapporti per le ridotte.

Qui sopra, il nuovo pick up Tata Xenon ultimo nato della famiglia indiana, che in Italia propone dieci modelli. Melian Italia, la società importatrice, è impegnata a 360 gradi nel promuovere il marchio asiatico presso gli automibilisti del Belpaese.

È un moderno 4 cilindri, 16 valvole, di 2.179 cc, a corsa lunga (alesaggio mm 85, corsa mm 96), con un contenuto rapporto di compressione di 17,2:1. Tra le caratteristiche fondamentali figurano la testata in lega leggera, il doppio albero a camme in testa, l’alimentazione a iniezione diretta common rail di ultima generazione, la sovralimentazione con un turbocompressore a geometria variabile, gestito elettronicamente. Il condotto di aspirazione viene parzializzato quando entra in funzione il sistema EGR di ricircolo dei gas di scarico. L’intercooler ottimizza le temperature di funzionamento. La potenza massima di 140 cavalli viene raggiunta a 4.000 giri, con una copia motrice di 320 Nm disponibile in maniera costante e molto fluida dai 1.700 sino ai 2.700 giri/minuto. Naturalmente è disponibile nella versione a 2 e 4 ruote motrici: la trazione integrale non sembra avere nulla da invidiare a quella proposta da altre case. L’inserimento è a comando elettrico e può avvenire anche con veicolo in movimento sino ad una velocità massima di 60 km/h. La stessa rotella serve pure per attivare i rapporti ridotti. Lo Xenon pick up, inoltre, è dotato di mozzi anteriori liberi automatici: si attivano con l’inserimento del 4x4 e si disattivano quando si ritorna alle due ruote motrici. In questo modo si evitano trascinamenti parassiti del ponte anteriore su asfalto, contenendo i consumi e riducendo l’usura degli organi meccanici e dei pneumatici. Xenon è un Euro 4 che arriva fino ai 160 all’ora, e che, nel misto, è accreditato di poco meno di 11,8 chilometro con un litro. L’altezza minima da terra è di 20 centimetri con una pendenza superabile dell’80 per cento. La lunghezza di Xenon oscilla fra i 4,8 e i 5,125 metri con un totale di cinque diverse soluzioni fra passo, tipo di cabina e numero di posti (2 o 5). Ci sono i modelli con cabina singola o doppia, misure differenziate del piano di carico ed anche con lo chassis a passo lungo cabinato (quest’ultimo solo con trazione 4x2) particolarmente adatto alla realizzazione di allestimenti e versioni speciali da lavoro (dai ribaltabili anche trilaterali, alle scale automontanti, ai mezzi operativi stradali, ecc). La dotazione di serie include tra le altre cose il volante regolabile, la chiusura centralizzata con telecomando, gli alzacristalli elettrici, i retrovisori esterni regolabili elettricamente, i fari regolabili elettrici, l’inserimento elettrico del 4WD e delle ridotte (sui modelli 4x4) e il differenziale posteriore autobloccante. Particolarmente interessante e competitivo il listino prezzi: per la versione a due ruote motrici si parte dai 14.572 (cabina singola 2 posti) e si arriva ai 16.264 euro (cabina doppia a cinque posti e passo lungo). Per il modello 4x4, invece, si passa dai 17.704 ai 19.480 euro. La garanzia è di 3 anni o 100mila chilometri.


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IL MONDO DEI TRASPORTI • Dicembre 2007

IVECO / TRAKKER, STRALIS, EUROCARGO E DAILY HANNO UN NUOVO FRATELLINO

Massif irrompe nel fuoristrada di Fabio Basilico TORINO - Spesso per tracciare la rotta verso il futuro, si deve guardare indietro negli anni, nel passato, alla ricerca di tradizioni positive che facciano da stimolo a moderne creazioni. Così ha fatto Iveco presentando il nuovo Massif, sui mercati all’inizio del 2008. Erede della storica Fiat Campagnola, Massif è un vero fuoristrada da lavoro, un gradito ritorno alle origini, quando i fuoristrada facevano i fuoristrada e avevano dimestichezza soprattutto con le strade non asfaltate. La Casa torinese ha ripreso il design originario dei fuoristrada sportivi, prima che questi si “urbanizzassero” fino a diventare degli “sport utility vehicle” prevalentemente utilizzati su strade asfaltate urbane e non. “Il continuo rinnovamento e potenziamento della nostra gamma ci ha portato adesso al Massif - ci dice Pierfrancesco Pennestri, LCV Platform 4x4 and Special Project Director di Iveco - un altro importante tassello che definisce il ruolo di global player di Iveco e dimostra la forza del nostro brand all’interno del mercato. Grazie a Massif, per la prima volta, Iveco entra in un segmento di mercato “crossover”, al confine tra veicoli commerciali e automobili. È un dato significativo, che sottolinea le capacità e le competenze di tutti coloro che lavorano in Iveco di essere sempre all’avanguardia e di saper aggredire il mercato mettendo in campo prodotti e servizi di qualità”. È COMPARSO ALLA PARIGI-PECHINO Massif, il fuoristrada da lavoro, ha fatto la sua prima apparizione internazionale, sia pure in versione prototipale, accompagnando la spedizione ParigiPechino, ma la sua presentazione ufficiale è stata fatta all’ultima edizione del Salone Rai di Amsterdam. “Sarà disponibile - continua il dottor Pennestri - in versione station wagon a 3 e 5 porte, pick up e telaio cabinato. Già da queste prime importanti informazioni, le prime che possiamo dare in attesa di presentare il veicolo nel 2008 in tutti i suoi dettagli, si intuisce immediatamente la versatilità di Massif. Le motorizzazioni saranno quelle 3 litri da 146 e 176 cavalli. Si tratta delle stesse motorizzazioni 3

Pierfrancesco Pennestri, LCV Platform 4x4 and Special Project Director di Iveco. bilità in gamma della versione telaio cabinato. “Mentre è ancora prematuro fare delle ipotesi ragionate e attendibili sull’andamento delle vendite, dal punto di vista produttivo - conclude Pierfrancesco Pennestri - stiamo ultimando la pianificazione del programma, che prevediamo caratterizzato da cifre elevate, stante le potenzialità espansive sul mercato rappresentate dal nuovo veicolo. I prezzi saranno molto competitivi”. FUORISTRADA: UN MERCATO IN CRESCITA

Arriva sul mercato all’inizio del prossimo anno l’erede della storica Fiat Campagnola. Massif recupera l’originale design dei veicoli fuoristrada, prima che questi si “urbanizzassero” fino a diventare degli sport utility vehicle.

litri che vengono utilizzate con successo sul nuovo Daily e che contribuiscono ad incrementarne il successo sul mercato. I motori 3 litri sono stati ancora potenziati: ora il 3.0 HPI sviluppa 146 cavalli con coppia massima di 350 Nm e il 3.0 HPT offre addirittura 176 cavalli con coppia massima di 400 Nm. Il peso lordo supera le 3 tonnellate e il carico consentito è di ben 1 tonnellata”. Massif è prodotto in Spagna in collaborazione con Santana Motor, storica fabbrica automobilistica attiva da cinquant’anni e situata a Linares, nella provincia di Jaen, in Andalusia. Nella sua lunga storia, Santana Motor ha prodotto quasi un milione di veicoli fuoristrada, sia con il proprio che con altri

marchi (basti ricordare Suzuki). Un vero main player del settore, che ha reso strategica la sua vocazione industriale, offrendo sul mercato prodotti di qualità in un settore, quello dell’off-road, in cui è richiesta una forte specializzazione. “Massif - aggiunge il dottor Pennestri - nasce come veicolo da lavoro ma non è escluso un suo utilizzo in ambito pleasure. Del resto, la sua natura “crossover” gli permette di spingersi ad interessare una clientela variegata, che però predilige in ogni caso le qualità offroad. Potremmo parlare così di Massif come fuoristrada da lavoro con la predilezione per i terreni difficili e veicolo da pleasure estremo”. In particolare, Massif interesserà gli

utilizzatori aziendali: società di manutenzioni e assistenza, per esempio, che hanno la necessità di trasportare merci e persone in zone più critiche dal punto di vista viabilistico. Per coloro che invece sono attirati dal sapore volutamente “duro” del nuovo off-road torinese, Iveco ha messo a disposizione tutta la sua esperienza nel confezionare un veicolo che non fa proprio nulla per rinunciare a un elevato comfort di guida di natura automobilistica. Oltre all’offerta iniziale, in futuro Massif proporrà delle importanti novità per quanto riguarda gli allestimenti in base ai diversi mercati; quello degli allestimenti sembra un terreno d’azione proficuo per il Massif, vista la disponi-

In ottobre, il mercato italiano dei veicoli fuoristrada ha registrato un immatricolato di 17.535 unità, pari al l’8,54 per cento del mercato totale dell’au tomobile (205.221 unità). Nello stesso mese del 2006 le immatricolazioni erano state 15.095, pari a una quota del 7,98 per cento. Da gennaio a ottobre 2007, le immatricolazioni sono arrivate a quota 165.823 contro le 126.279 dello stesso periodo del 2006; nei primi dieci mesi dell’anno, la quota fuoristrada sul totale mercato è salita dal 6,34 per cento del 2006 al 7,78 per cento. Nell’intero 2006, le immatricolazioni di fuoristrada in Italia sono state pari a 174.145 unità contro le 151.539 del 2005. La quota di mercato sul totale au tovetture (che nel 2006 registrava una cifra di 2.355.834 unità) è stata nel 2006 del 7,39 per cento, contro il 6,69 del 2005. In Europa, il mercato dei Multi Purpose Vehicle ha segnato nel 2006 un totale immatricolato di 2.197.510 unità (su un totale autovetture di 15.394.584 unità) contro le 2.210.965 dell’intero 2005. La relativa quota di mercato risultava a fine 2006 del 14,27 per cento

UN GRANDE CAPITOLO NELLA STORIA DI FIAT

La Campagnola tuttofare TORINO - Si parla del nuovo Massif come l’erede designato della mitica Fiat Campagnola (il nome fu ideato da Dante Giacosa, capo-progettista della vettura), una protagonista della storia del fuoristrada puro e duro, prodotta dal 1951 al 1987. La Fiat 1101 Campagnola venne realizzata in vista di un bando pubblico per la fornitura di vetture per l’esercito italiano. Dopo un concorso dello Stato Italiano in cui la si vide prevalere sul progetto concorrente della Alfa Romeo (che aveva presentata l’Alfa Romeo Matta), venne lanciata in occasione della Fiera del Levante di Bari nel settembre 1951 e prodotta a partire da quell’anno con le sigle AR 51, AR 55, AR 59 (dove la AR stava per Autoveicolo da Ricognizione e il numero indicava l’anno di entrata in servizio). Durante la sua lunga vita la Campagnola è stata adattata e costruita in numerose versioni, anche specializzate per servizi militari o civili, variando l’interasse, e con diverse variazioni del tettuccio in tela di canapa (standard o lunga) o hardtop. Oltre che dall’Esercito Italiano è stata adottata fin dalle sue prime versioni anche dall’Arma dei Carabinieri. Nella versione con tettuccio rigido e passo standard era lunga 3,775 m, larga 1,6 m e alta 1,945 m. L’interasse delle ruote era di 1,365 m per un passo di 2,3 m. L’altezza minima dal suolo misurava 0,27 m. La Campagnola era dotata inizialmente di un motore a benzina a quattro cilindri Fiat da 1.900 cc che sviluppava 39 kW, affiancato a partire dal 1953 da un motore diesel di soli 29 kW a 4.600 giri/min. Nel 1955 sono stati aggiunti due motori benzina da 45 e 46 kW e un diesel da 36,5 kW. Le versioni benzina da 45 e 46 kW potevano arrivare a 116 km/h di velocità massima, mentre le motorizzazioni diesel potevano arrivare a soli 85 e 95 km/h. La trasmissione era a quattro ruote motrici, con sospensioni indipendenti all’avantreno e a ponte rigido al retrotreno. Nel 1973 è stata aggiunta una motorizzazione benzina da 59

kW. La Campagnola venne prodotta su licenza anche in Jugoslavia dalla Zastava. Nel 1974 viene presentata al Salone di Belgrado la Fiat 1107 Nuova Campagnola, costruita fino al 1987. La versione militare apparve nel 1976 con il nome di AR76 (venne anche aggiornata in diversi dettagli nel 1979). La “Nuova Campagnola” era un fuoristrada puro di concezione interamente nuova rispetto al modello precedente: aveva la scocca portante (che permetteva di avere una notevole luce a terra), la trazione posteriore con l’anteriore inseribile, riduttore con un rapporto molto corto, sospensioni indipendenti a barre di torsione su tutte e quattro le ruote e differenziali autobloccanti sia all’anteriore che al posteriore. La motorizzazione a benzina era un 2 litri derivato dalle berline Fiat 131 e 132, opportunamente semplificato e depotenziato, con una potenza massima di 80 cv a 4.500 giri/minuto e coppia massima di 150,92 Nm (15,4 Kgm) a 2.800 giri/minuto. Nel 1979 vennero introdotte alcune modifiche alla scocca che venne irrobustita e unificata in vista della nuova motorizzazione a gasolio realizzata dalla Sofim, con cilindrata di 2.445 cc, potenza massima di 72 cv a 4.200 giri/minuto e coppia massima di 147,1 Nm (15 Kgm) a 2.400 giri/minuto. Sempre nel 1979 venne sostituito il cambio a 4 marce del motore a benzina con una nuova versione a 5 marce che riduceva leggermente i consumi e rendeva la potenza del propulsore più fruibile. Per quanto riguarda le prestazioni, la versione benzina più recente poteva raggiungere una velocità massima superiore a 120 km/h (il diesel toccava i 115 km/h), poteva superare pendenze fino a 45° e nella versione militare la capacità di guado (senza snorkel) era di massimo 70 cm.

L’altezza minima da terra “a pieno carico” rilevata al centro delle ruote anteriori era pari a 27,5 cm, l’angolo di attacco anteriore di 45°, l’angolo di fuga posteriore di 42°, l’angolo di dosso di 28°, l’inclinazione massima laterale di 45°; la sua particolare configurazione del “fondo” completamente libero da ostacoli le permetteva di superare agevolmente ostacoli come fango, neve, sabbia e massi senza pericolo di incagliarsi. Inoltre, la Nuova Campagnola, grazie ai suoi rapporti ridotti molto corti (di ben 3,5 volte rispetto alle marce normali) raggiungeva una coppia di ben 54 kgm: ciò la rendeva particolarmente adatta al traino pesante. La Nuova Campagnola venne costruita in alcuni esemplari dalla Renault su licenza Fiat per aggiudicarsi la fornitura di un automezzo da ricognizione per l’esercito francese, che però scelse il Peugeot P4, un fuoristrada costruito su licenza derivato dal Mercedes Classe G Wolf. Anche la più recente versione dell’off-road Fiat venne costruito su licenza nell’ex Yugoslavia dalla Zastava. La Campagnola è stata fornita anche al Vaticano dove svolge tuttora la funzione di “Papamobile”.


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LIGHT & MINITRUCK di Cristina Altieri

CHENNAI (India) - Non si ferma l’offensiva scatenata negli ultimi due anni da Nissan Motor Company sul fronte del mercato dei veicoli commerciali. Insieme al rinnovamento e all’arricchimento della gamma di modelli, come il nuovo Cabstar che in Europa sta registrando importanti risultati dopo appena un anno dall’introduzione sui mercati, ma anche con i nuovi prodotti sulla dirittura d’arrivo sui mercati come l’innovativo van NV200 presentato ai recenti Saloni di Francoforte e Tokyo, i vertici della Casa nipponica “lavorano” per trovare nuove opportunità di collaborazioni nel settore anche per mettere piede su importanti mercati in via di grande sviluppo. In questa strategia si colloca l’accordo vincolante di cooperazione firmato sul finire dello scorso ottobre con la società Ashok Leyland del Gruppo indiano Hinduja, denominato MCA (Master Co-Operation A greement) per la formazione di tre compagnie in joint venture per supportare il settore dei Veicoli Commerciali Leggeri (LCV). La firma in calce all’accordo è stata posta a Chennai da R. Seshasayee, Amministratore Delegato di Ashok Leyland, e Carlos Ghosn, Pre sidente e Ceo di Nissan Motor Company. Tale accordo fa seguito alla firma del documento di intenti del precedente mese di agosto ed evidenzia i progressi ottenuti con una dettagliata valutazione del progetto. L’MCA formalizza la partnership tra le compagnie, in particolare include lo sviluppo e la produzione di LCV con marchio sia Ashok Leyland che Nissan; inoltre puntualizza una cooperazione nelle vendite. Le due compagnie investiranno circa 500 milioni di dollari per la creazione delle tre aziende in joint venture che dovranno coprire tre distinte aree di business. PRODUZIONE AL VIA NEL 2010 La prima sarà una compagnia con il diritto esclusivo di produzione di LCV in India per entrambi i partner. Le attività di produzione saranno collocate in India e la compagnia sarà posseduta al 51 per cento da Ashok Leyland e al 49 per cento da Nissan. La produzione inizierà nel 2010 e includerà la nuova generazione del Nissan Atlas F24, insieme a una gamma di prodotti con portata da 2,5 a 8 tonnellate. Ci si aspetta, nel medio termine, una crescita del volume di produzione (inteso sia per il mercato indiano che estero) di 100.000 unità annue. La seconda azienda avrà il compito di costruire e assemblare motori e trasmissioni sia per la produzione LCV locale che per l’esportazione. Anche tale impianto avrà sede in India e la società sarà partecipata al 51 per cento da Nissan e al 49 per cento da Ashok Leyland. La terza società sarà responsabile dello sviluppo dei prodotti LCV e dei relativi motori e sistemi di trasmissione, destinati sia al mercato indiano che ai mercati esteri. Tale società sarà partecipata al 50 per cento dai due partner e sarà dislocata a Chennai. I prodotti sviluppati verranno venduti sia sotto il marchio Ashok Leyland che Nissan. Inoltre, i due partner prevedono una cooperazione sul fronte commerciale, attraverso il supporto delle rispettive reti di vendita. Questo permetterebbe a Nissan di contare sui concessionari di Ashok Leyland in India e ad Ashok Leyland un accesso alle reti Nissan in alcuni specifici mercati di esportazione. Questa nuova compagnia è stata creata anche per trarre benefici dall’unione delle risorse e attraverso le possi-

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NISSAN / PARTNERSHIP PER I VEICOLI COMMERCIALI LEGGERI CON ASHOK LEYLAND DEL GRUPPO INDIANO HINDUJA

Attacco sul fronte indiano L’investimento stimato per questo nuovo progetto è di 500 milioni di dollari Bancari, Commercio Internazionale e Investimenti Globali. Come parte dei suoi investimenti globali, il gruppo possiede affari nei settori Automotive, Tecnologia dell’informazione, Media, Intrattenimento & Comunicazione, Banca e finanza, Sviluppo di Progetti per le Infrastrutture, Chimica e Commercio Alimentare, Energia, Immobiliare e Tutela della salute. Il Gruppo Hinduja, inoltre, supporta attività di beneficenza e filantropiche in tutto il mondo attraverso la Fondazione Hinduja. Quanto a Ashok Leyland, è la maggiore compagnia del Gruppo Hinduja e rappresenta uno dei principali produttori di veicoli commerciali in India con un turnover nelle vendite nel periodo 2006-2007 di più di 2 miliardi di dollari. Con sei centri di produzione a Chennai, Hosur (tre stabilimenti), Alwar e Bhandara, la compagnia ha una capacità produttiva annuale di 84.000 veicoli, che raggiungeranno le 100.000 unità già quest’anno. La società ha come consociate compagnie nella Repubblica Ceca e negli Emirati Arabi Uniti, nonché joint venture in Sri Lanka e Bangladesh, esportando in oltre 20 Paesi nel mondo. UNA PRESENZA GLOBALE Carlos Ghosn (a sinistra) CEO di Nissan e R. Seshasayee, Managing Director di Ashley Leyland mentre firmano l’accordo. bili sinergie dei due partner. “Il gruppo Hinduja - ha dichiarato Gopichand P. Hinduja, Presidente del Gruppo Hinduja - è decisamente impegnato nell’espansione del suo settore automotive a livello globale. Nissan, sotto la direzione di Mr. Carlos Ghosn, ha dimostrato di possedere una visione esemplare della partnership tra aziende mirata alla crescita. Attraverso questa collaborazione sono convinto che gli obiettivi di crescita di Ashok Leyland nel settore LCV saranno realizzati”. “La nostra speranza - ha aggiunto Dheeraj G. Hinduja, Co-Presidente di Ashok Leyland - è quella di fare leva sulle conoscenze di marketing, sulle capacità di sviluppo del prodotto e sulla rete distributiva di Ashok Leyland, combinata insieme alle eccellenti doti ingegneristiche dei prodotti della Nissan. I prodotti nati da questo accordo costituiranno dei nuovi punti di riferimento dal punto di vista della tecnologia e dell’attenzione al cliente.” Entusiastico anche il commento di R. Seshasayee, Amministratore Delegato di Ashok Leyland, 58 anni, due figli, sposato con Usha presidente di “Suraksha” ente che si occupa di sicurezza stradale, che ha dichiarato: “Entrare nel segmento LCV è da tempo tra gli obiettivi di Ashok Leyland. Questa partnership con Nissan permetterà ad entrambe le compagnie di sviluppare una gamma di LCV competitivi dal punto di vista dei costi e orientati al consumatore. Tali veicoli saranno destinati non solo al mercato indiano, ma anche a diversi mercati esteri selezionati. Siamo sicuri che la struttura delle società create in joint venture faciliterà entrambe le compagnie nel raggiungimento di tale obiettivo con equivalenti

L’accordo prevede la costituzione di tre joint venture per la produzione di veicoli commerciali leggeri, per la costruzione e assemblaggio di motori e trasmissioni e per lo sviluppo dei prodotti in questione.

sforzi”. Carlos Goshn, Presidente e Ceo di Nissan Motor Company ha sottolineato che “il segmento dei veicoli commerciali leggeri è uno dei più importanti motori di crescita di Nissan a livello globale. Questo accordo accelera il nostro business nel settore degli LCV in India e getta le basi per una crescita più rapida attraverso il mercato estero. Ashok Leyland condivide la nostra visione di una partnership di successo, dove entrambe le compagnie sono focalizzate verso una creazione di valore per tutti gli azionisti. Riteniamo che l’India sia un importante fulcro per la produzione globale Nissan di LCV”. PROTAGONISTI DELLA CRESCITA Non poteva mancare il commento di Andy Palmer, Vice Presidente di Nissan, l’uomo che sta seguendo in manie-

ra diretta la grande escalation della Casa nipponica nel segmento dei veicoli commerciali. “Con il lancio della nostra prima produzione nel 2010 - ha spiegato - saremo in grado di partecipare alla crescita del settore dei veicoli commerciali leggeri in India attraverso prodotti affidabili e innovativi, che sapranno soddisfare la crescente necessità di trasporto di carichi leggeri sulle piccole e medie distanze. Al momento, miriamo a individuare il sito migliore per la produzione, al fine di assicurare un’ottima combinazione tra efficienza di operazioni, logistica e qualità dei prodotti.” Ma vediamo un po’ più da vicino chi sono i protagonisti di questa importante operazione. Hinduja è un gruppo bancario e d’investimento a livello mondiale che vanta un capitale di diversi miliardi di dollari. Fondato da Shi ri P.D. Hinduja nel 1914, il gruppo possiede attività in tre aree: Investimenti

Nissan Motor Company, che ha generato profitti pari a 10.468 trilioni di Yen nel 2006, è presente in tutti i principali mercati di automobili con una vasta gamma di autovetture, pick-up, Suv e veicoli commerciali leggeri sotto i marchi Nissan ed Infiniti. Le persone che lavorano in Nissan sono 180.000 in tutto il mondo. Seguendo l’annunciato piano di business, Nissan continua a orientarsi verso una crescita proficua e sostenibile nel lungo termine. “Tale crescita - ha ricordato Carlos Goshn - è determinata da tre condizioni: mantenere un alto livello del margine operativo dei profitti tra tutti i produttori di automobili a livello mondiale; ottenere vendite globali di 4.2 milioni di veicoli entro il 2009; assicurare un ritorno sul capitale investito pari mediamente al 20 per cento nel corso del piano. Il tutto supportato dal lancio di numerosi nuovi veicoli, come gli 11 introdotti globalmente quest’anno e gli ulteriori 33 che saranno lanciati durante i prossimi 3 anni”.

La gamma dei veicoli commerciali Nissan è tra le più articolate. Nella foto, il modello Interstar.


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VOLKSWAGEN / CADDY MAXI ANCHE NELLE VERSIONI FURGONE E COMBI ALL’ESORDIO di Mattia Eccheli AMSTERDAM - Dopo aver celebrato il Caddy Maxi in versione Life, il van trasporto passeggeri che ha esordito al Salone di Francoforte, la Volkswagen Veicoli Commerciali ha scelto la più importante rassegna europea di settore per esporre in prima assoluta le versioni furgone e Combi del Caddy “maggiorato”: il Maxi, con una lunghezza di 4,88 metri, è infatti più lungo di 47 centimetri rispetto al modello da cui deriva. Se nel Life lo sfruttamento dello spazio è finalizzato a garantire ai sette passeggeri il più elevato livello di comfort, nella versione furgone l’obiettivo primario è il massimo volume di carico e con 4.200 litri, ovvero 4,2 metri cubi di capacità del vano, il Caddy Maxi ot-

Spazio a volontà Se nel Life lo sfruttamento dello spazio è finalizzato a garantire ai sette passeggeri il più elevato livello di comfort, nella versione furgone l’obiettivo primario è il massimo volume di carico e con 4.200 litri, ovvero 4,2 metri cubi di capacità del vano, il Caddy Maxi ottiene il record nel suo segmento.

gnato 319 mm tra la porta scorrevole e la ruota posteriore e 151 mm di sbalzo posteriore. L’incrementata disponibilità di centimetri ha fatto sì che ora la porta scorrevole abbia una luce più ampia in virtù di 700 mm di larghezza e 1.108 mm di altezza. Gli indubbi vantaggi che ne derivano non riguardano soltanto la maggiore facilità di carico delle merci bensì anche un più agevole accesso ai sedili per i passeggeri nei Caddy Maxi Life e Combi. Quest’ultimo, che è la versione da lavoro destinata al trasporto promiscuo di passeggeri e merci, dispone di serie di cinque posti e rispetto al Life - che è una vera e propria autovettura - si caratterizza per finiture più essenziali, maggiormente adatte all’utente dei veicoli commerciali. La gamma motori definita per il Caddy Maxi rivela un’importante novi-

Stanno per arrivare in Italia le versioni furgone e Combi del Caddy Maxi. Con una lunghezza di 4,88 metri il “maggiorato” di casa Volkswagen è più lungo di 47 centimetri rispetto al modello da cui deriva.

ANCHE LA BAND BRITANNICA VIAGGIA SUL VEICOLO VOLKSWAGEN

I Take That scelgono il Multivan W OLFSBURG - I Take That sono tornati. Dopo essersi sciolta nel 1996, con grande disperazione dei propri giovani fans, la celebre “boy band” inglese ha ripreso la strada del successo ed è ora impegnata nel Tour europeo. Gary Barlow, Mark Owen, Howard Donald e Jason Orange stanno promuovendo il nuovissimo album “Beautiful World” e, per i loro spostamenti, hanno deciso di utilizzare quattro Multivan, forniti direttamente dalla Volkswagen Veicoli Commerciali di Hannover. La scelta dei Take That conferma una ormai chiara predilezione delle star musicali per il Multivan. Artisti come Chris de Burgh o i Red Hot Chili Peppers - e ancora

prima la rock band inglese The Who, che negli anni Settanta scelse il mitico Bulli, illustre predecessore dell’attuale Multivan - hanno preferito il versatile van per i propri spostamenti. “Il Volkswagen Multivan è un veicolo elegante, confortevole e soprattutto molto sicuro”, ha dichiarato Gary Barlow. L’esemplare su cui viaggia la band inglese, equipaggiato con il motore 2.5 TDI da 174 cv, è di colore grigio chiaro metallizzato, con interni rivestiti in pelle e sistema di navigazione satellitare. A bordo del Multivan attraverseranno la Germania e poi, esaurite le tappe tedesche, si sposteranno in Scandinavia, Scozia e Gran Bretagna.

tiene il record nel suo segmento. Sempre al vertice della categoria sono gli 800 kg di portata, i 1.500 kg di peso massimo rimorchiabile e i 2.250 mm di lunghezza della superficie di carico. Questi risultati sono stati ottenuti grazie a una trasformazione partita dal passo che da 2.682 mm è stato portato a 3.002. L’ampliamento ha permesso di allungare la carrozzeria, che ha guada-

tà. Accanto ai conosciuti e apprezzati motori benzina 1.6 102 cv e Turbodiesel 1.9 TDI 105 cv, debutta il potente TDI 140 cv che mette a disposizione delle tre versioni del Caddy Maxi la sostanziosa coppia di 320 Nm. Il Caddy Maxi furgone, il Combi e il Life saranno disponibili sul mercato italiano nel corso dei primi mesi del 2008. Intanto volano le vendite dei van Volkswagen.

Fatturato in crescita e utili record

Risultati mai raggiunti nella storia Volkswagen WOLFSBURG - La Volkswagen Veicoli Commerciali nei primi nove mesi del 2007 ha fatto segnare risultati mai raggiunti nella sua storia. Le consegne di veicoli sono aumentate in modo sensibile, passando da 319.650 unità nel medesimo periodo del 2006 a 356.000, con un progresso dell’11,4 per cento. I livelli record di consegne hanno spinto anche il fatturato che, guadagnando il 12,1 per cento rispetto a gennaio-settembre dello scorso anno, ha toccato quota 6,65 miliardi di euro (5,9 miliardi nei primi nove mesi del 2006). In questo caso, ha avuto un peso importante l’accresciuta domanda di modelli con allestimenti particolarmente ricchi. Un’efficace ottimizzazione dei costi materiali, un’attenta gestione dei costi fissi e una politica di vendita orientata al risultato hanno permesso alla Volkswagen Veicoli Commerciali di produrre un utile più che raddoppiato rispetto all’anno precedente. La crescita del 146,7 per cento ha spinto il risultato fino a 148 milioni di euro rispetto ai 60 milioni dei primi nove mesi del 2006.


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MOVIMENTO TERRA

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NEW HOLLAND CONSTRUCTION / LA SODDISFAZIONE DEL CLIENTE AL CENTRO DELLA STRATEGIA AZIENDALE

Riccardo Antico, Direttore Commerciale per il Sud Europa di New Holland Construction Equipment.

di Fabio Basilico BOLOGNA - “Ascoltare il cliente, prendersi carico di tutti i suoi problemi fino a trovare delle soluzioni”. È questa la filosofia della New Holland Construction che negli ultimi tempi è stata letteralmente rivoluzionata con una nuova riorganizzazione che non ha interessato solo gli uomini ma anche l’intera politica commerciale. Oggi New Holland Construction è impegnata a 360° per far crescere le sue attività sia sul mercato nazionale sia su quelli internazionali. Crescita che inevitabilmente passa attraverso la qualità dei prodotti offerti sul mercato e i servizi di assistenza alla clientela, che nel settore delle macchine movimento terra è quantomai specializzata ed esigente.

New Holland natura”. Una volta effettuata la chiamata al Call Center, il team del Customer Service lavora a stretto contatto con il concessionario, con il cliente o con chi abbia richiesto informazioni, per supportare al meglio la richiesta in un processo di escalation fino a completa soluzione del problema, attraverso un monitoraggio e un’adeguata reportistica delle attività intraprese. IMMAGINE DI EFFICIENZA

UN SERVIZIO SEMPRE ATTIVO New Holland ha così lanciato il Customer Service, un nuovo programma di assistenza ai clienti che vuole essere un ulteriore passo avanti nel processo di fidelizzazione: un progetto unico nel suo genere nell’ambito del panorama italiano. Nel contempo, è partito con successo il progetto delle nuove officine autorizzate New Holland “Gold”, ovvero l’elite delle officine del marchio giallo del Gruppo Fiat. “Si può accedere al Customer Service - spiega Riccardo Antico, Direttore Commerciale per il Sud Europa di New Holland Construction Equipment chiamando un numero verde gratuito disponibile 24 ore su 24, sette giorni su sette. Chi chiama il numero verde avrà accesso al nostro Call Center e potrà chiedere informazioni di ogni tipo: dalla rete dei concessionari New Holland, alle specifiche tecniche del prodotto, alla richiesta di brochures; oppure porre domande su problematiche irrisolte, e molto altro ancora. Gli utilizzatori di questo servizio saranno non solo addetti ai lavori, ma chiunque sia interessato a saperne di più sul marchio giallo di casa Fiat, sui suoi prodotti e/o servizi o a trovare soluzioni a problemi di varia

L’azienda torinese ha lanciato il Customer Service, un nuovo programma di assistenza ai clienti che vuole essere un ulteriore passo avanti nel processo di fidelizzazione. Nel contempo è stato avviato il progetto delle nuove officine autorizzate New Holland “Gold”.

“Un processo di questo tipo - continua Riccardo Antico - implica una stretta collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti, concessionari compresi. New Holland mette a disposizione una struttura dedicata che segue il cliente o chi effettua la chiamata al Call Center dal momento della richiesta di aiuto fino alla completa risoluzione del problema. Lavorando a fianco del concessionario, il team del Costomer Service ha una priorità su tutte: soddisfare il prima possibile e al meglio la richiesta dei propri clienti. Qualsiasi domanda troverà la sua risposta”. Bandiere gialle e un team di uomini in tuta grigia che si destreggia tra motori e impianti idraulici. È questa l’immagine delle nuove officine autorizzate New Holland “Gold”. “Abbiamo voluto rafforzare e migliorare la nostra rete di assistenza sul territorio italiano - dice ancora il dottor Antico - con un nuovo progetto che vede coinvolte le nostre officine di assistenza tecnica e di ricambi, in un ulteriore passo avanti nel processo di fidelizzazione del cliente”. L’idea ha preso forma da un sondaggio condotto nel 2006 sul livello di soddisfazione complessivo del servizio post-vendita New Holland. “Dal


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Un vero e proprio Gran Premio per gli operatori delle cave

Lotta tra giganti gialli Quattro i vincitori, tre di categoria e uno assoluto BALOCCO - New Holland Construction, società del Gruppo Fiat e azienda leader nel settore delle macchine per il movimento terra, ha organizzato una gara straordinaria riservata agli operatori. Il protagonista dell’evento è proprio l’operatore, cioè colui che solitamente guida le macchine - movimentatori telescopici, escavatori e terne - su pon ti, strade e autostrade di tutto il mondo. Il 13 ottobre scorso nella cornice della pista di Balocco, un paese in provincia di Vercelli non lontano da Milano, in occasione della Finale europea, i “Giganti gialli” hanno costruito in pochi minuti delle vere e proprie “torri” realizzate con enormi blocchi di pietra, a dimostrazione della versatilità, della facilità d’impiego e della precisione di queste macchine. Gli operatori più abili del team New Holland hanno dato vita ad una performance straordinaria, con equilibrismi su due ruote, slittamenti e perfino autentici balletti. Alla finale europea di Balocco hanno partecipato i vincitori delle varie finali nazionali tenutesi in Germania, Francia, Italia, Spagna e Regno Unito. La stessa finale europea ha visto quattro vincitori, tre di categoria e uno assoluto. Il tedesco Marcel Schrecke ha vinto nella categoria degli escavatori cingolati E215B, l’italiano Antonio E-

sposito ha vinto in quella dei caricatori gommati W190B, mentre un altro italiano, Fabio Colapicchioni ha concluso al primo posto nella categoria delle macchine della Compact Line. Infine, un altro tedesco, Tobias Eberle, si è aggiudicato il titolo assoluto di “campione dei campioni”, risultando il migliore nelle varie categorie. La finale italiana si è svolta il 22 settembre scorso a Catania, sulle pendici dell’Etna, dove si sono confrontati complessivamente 44 concorrenti. In gara anche un caricatore gommato agile e dinamico - del tutto simile a quello utilizzato nel film di James Bond - che è stato scelto per effettuare la prova di caricamento con un autocarro Iveco. Per le prove di precisione è stato invece scelto un mini escavatore, piccolo ma molto preciso e grintoso. Il compito di sollevare una stele di basalto da 2,8 tonnellate è stato affidato a un movimentatore telescopico, mentre a una mi nipala compatta è stato affidato quello di trasportare, su un percorso accidentato, un pallet con un secchio pieno d’acqua... senza perderne nemmeno una goccia! Il vincitore della finale, Andrea Lisetto, è il concorrente che ha fatto registrare il miglior tempo in tutte le specialità e si è quindi aggiudicato anche il titolo assoluto di “campione dei cam-

pioni”. Lisetto non aveva mai guidato prima d’ora una macchina New Holland, a ulteriore riprova dell’estrema facilità d’impiego e del livello prestazionale dei nostri prodotti. La finale scandinava, invece, si è tenuta il 27-28 settembre in una cava di ghiaia nei dintorni di Copenhagen. La gara, alla quale hanno partecipato in totale 10 operatori (2 finlandesi, 7 danesi e 1 delle Isole Fær Øer) si è conclusa con la vittoria di Birger Barensen. La finale spagnola si è svolta con grande successo il 22 settembre e ha visto la partecipazione di operatori provenienti da tutte le regioni della Spagna. In gara anche un caricatore gommato W190B, prodotto nello stabilimento di Lecce: una macchina che tutti, al termine della competizione, hanno voluto provare a guidare per assaporare l’ebbrezza di essere come James Bond. Il vincitore assoluto è risultato José Manuel Gómez Oreja, che ha dato prova di grande abilità ed esperienza con tutti i tipi di macchine in gara. Alla finale del Regno Unito hanno partecipato complessivamente 53 concorrenti e centinaia di spettatori. Grande entusiasmo ha suscitato la prova delle minipale compatte, con un susseguirsi di rotazioni, svolte e salite ripide; ma la competizione più entusiasmante e più seguita dal pubblico è sta-

I vincitori del Gran Prenio riservato agli operatori del movimento terra organizzata da New Holland Construction. In alto, un momento della gara finale svoltasi sulla pista di Balocco. ta quella dei mini escavatori. Gli operatori hanno dato prova di grande abilità e sono rimasti loro stessi sorpresi dalla facilità di azionamento e dall’efficienza dei comandi pilotati. Il vincitore è stato Tony Glover, un grande appassionato di macchine movimento terra New Holland Construction. Tutte queste gare sono state un grande successo per il brand New Holland, ri chiamando i migliori operatori del settore, nell’ottica di avvicinarsi sempre di più al cliente finale. Ricordiamo

che le finali locali sono state patrocinate da quattro sponsor: ZF, leader mondiale nella produzione di trasmissioni e telai per l’industria automobilistica; Iveco, la società del Gruppo Fiat che produce veicoli industriali e commerciali, autobus e pullman; FOR, azienda leader nella progettazione, produzione e commercializzazione di attacchi i draulici e tubazioni idrauliche flessibili; e infine Cab Plus, un’azienda di spicco nel settore della trazione fuoristrada.

scava... il successo momento che la priorità che si è posta New Holland è soddisfare il prima possibile e al meglio la richiesta dei propri clienti - precisa Riccardo Antico - abbiamo deciso di intervenire sul livello qualitativo delle officine per incrementare il numero di quelle appartenenti alla categoria “eccellente”. Oltre a una serie di requisiti base che un’officina New Holland deve possedere, si sono aggiunte altre peculiarità per soddisfare appieno le necessità del cliente. Al personale delle officine viene richiesto l’aggiornamento continuo attraverso corsi di formazione in una logica di continuità e crescita con la filosofia aziendale. Le officine “dorate” sono monomarca e vengono certificate da New Holland che verifica l’esistenza di un piano di sviluppo qualitativo a medio/lungo termine. In un contesto molto competitivo come quello attuale, New Holland ha voluto garantire ai suoi clienti un reale vantaggio competitivo in termini di qualità, garanzia e continuità nel servizio, mettendo a disposizione dei clienti personale competente 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Non va dimenticato che in questo settore è fondamentale mettere i clienti in codizione di poter utilizzare sempre al meglio gli strumenti della loro attività”. CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ Nelle officine “Gold” si potranno anche acquistare i prodotti esclusivi e di qualità del merchandising New Holland: articoli realizzati con alcuni dei marchi leader nel settore dell’abbigliamento e del tempo libero. Le officine “Gold” - la previsione è di arrivare ad averne nel medio periodo almeno 94 distribuite sul territorio italiano - ribaltano completamente la pre-

L’azienda di Torino è giovane “nell’animo” ma in realtà le sue basi si fondano su un patrimonio cumulativo di ben 235 anni che accomuna la tradizione e l’esperienza di Fiat, Kobelco, O&K, New Holland Construction e Fiat Allis. New Holland è un costruttore full-liner, con 13 famiglie di prodotti, 80 modelli base e 600 possibili configurazioni. La gamma macchine leggere e pesanti consiste in miniescavatori, mini pale compatte, terne, caricatori gommati, pale gommate e cingolate compatte, movimentatori telescopici, escavatori gommati e cingolati, midi escavatori gommati e cingolati, motolivallatrici, dozer. IN CRESCITA SU TUTTI I MERCATI

Nel 2007 New Holland registra una crescita dell’8 per cento nel settore macchine pesanti e addirittura del 32 per cento in quello delle macchine leggere, per un incremento complessivo del 21 per cento. Costruttore full-liner, New Holland propone 13 famiglie di prodotti, 80 modelli base e 600 possibili configurazioni. cedente situazioni in cui operava New Holland: strutture multibrand non specializzate, una disomogenea copertura del territorio, strutture scarsamente attrezzate rispetto allo standard dell’azienda e sprovviste di piani di sviluppo qualitativi a medio/lungo termine. Ora invece è partita la certificazione delle

officine autorizzate, tutte monobrand, rispondenti agli standard New Holland e con adeguati piani di sviluppo qualitativi che dovrebbero consentire non solo il consolidamento delle posizioni acquisite sui mercati ma anche di conquistare ulteriori spazi. New Holland registra nel 2007 una

crescita del l’8 per cento nel settore macchine pesanti e addirittura del 32 per cento in quello delle macchine leggere, per un incremento complessivo del 21 per cento. New Holland ha al suo attivo, globalmente, una rete di oltre 700 concessionari e oltre 1.800 punti vendita distribuiti in 100 Paesi.

Nel mondo, New Holland possiede 10 stabilimenti di produzione, di cui 4 in Europa: in Italia ci sono gli impianti di San Mauro (To), Lecce e Imola, in Francia quello di Tracy. Nel 2006 il 45 per cento del fatturato è stato realizzato in Europa, il 35 per cento in Nord America e il 10 per cento in America Latina. La regione Africa e Me dio Oriente ha contribuito per il 5 per cento, quella Est Europa e Paesi dell’ex Unione Sovietica per il 3 per cento, il resto del mondo per l’1 per cento. Per quanto riguarda i prodotti, il 33 per cento del fatturato è stato conseguito con gli escavatori cingolati, il 15 per cento con le terne, l’11 per cento con le mini pale compatte, il 6 per cento con i caricatori gommati, il 5 per cento con i miniescavatori, il 4 per cento con le motolivellatrici e il 3 per cento con i dozers. Complessivamente, nel 2006, New Hol land ha realizzato il 47 per cento del suo fatturato con le macchine pesanti e il 36 per cento con quelle leggere.


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IL MONDO DEI TRASPORTI IL MONDO DEI TRASPORTI • Dicembre 2007

Un raggiante Enrico Vassallo, Direttore Generale Mercato Italia, ha presentato, al Salone di Verona, i mezzi della Casa italiana, oggi in grado di porsi allo stesso livello delle concorrenti su ogni segmento: dal Domino e soprattutto dal nuovo Magelys per le esigenze turistiche all’autobus urbano e non inquinante Citelis, al Crossway per il trasporto suburbano fino al minibus Daily, disponibile in una ricca gamma di versioni e di motorizzazioni. di Massimiliano Campanella

VERONA - Una profonda evoluzione per approdare a un autobus turistico in grado di portare la Casa italiana allo stesso livello delle concorrenti europee anche nel settore che, finora, è stato il suo punto debole. Ma che soprattutto va a completare una gamma che oggi consente alla Casa italiana di porsi allo stesso livello delle concorrenti in tutti i segmenti, dal trasporto urbano a quello interurbano e, oggi, fino al segmento turistico per le lunghe tratte. È raggiante Enrico Vassallo, 38 anni, Direttore Generale di Irisbus Iveco Mercato Italia - e dallo scorso febbraio anche Presidente del Gruppo Autobus dell’Anfia quando lo incrociamo al Salone di Verona. Oltre ai già noti cavalli di battaglia - Domino HD, Domino HDH, Evadys H, Crossway 10m, Crossway Low Entry, Citelis, Daily Tourys LX, Daily Tourys 22 e Daily Citis l’Azienda italiana ha presentato Magelys, destinato al segmento turistico, dove è pronto a lanciare la sfida alle altre Case europee. Naturalmente l’obiettivo è “rafforzare la sua posizione di secondo costruttore europeo di veicoli dedicati al trasporto passeggeri”, come ha dichiarato con soddisfazione Vassallo, entrato nel gruppo Iveco nel 1996 e dal 2004 al 2006 responsabile Irisbus dell’area Middle East & Africa. “Stiamo cominciando - ha aggiunto il Direttore Generale di Irisbus Iveco Mercato Italia - a raccogliere i primi frutti di un percorso evolutivo iniziato nel 2003 e al quale abbiamo dato un impulso decisivo nell’anno in corso. Con il lancio nel 2007 di Daily Tourys, Daily Citis, Crossway LE e Magelys, Irisbus Iveco propone ai clien ti una gamma completa e rinnovata, composta di veicoli moderni, dal design unificato e attraente, dotati di una meccanica affidabile e performante, particolarmente rispettosa dell’ambiente. Per Irisbus la principale priorità è offrire comfort e sicurezza ai passeggeri, rendendone gradevole la permanenza a bordo dei propri veicoli. Allo stesso tempo, Irisbus Iveco non trascura la qualità della vita degli autisti, mentre al gestore flotte assicura la massima redditività del proprio investimento. Priorità che si inseriscono in una prospettiva di sviluppo sostenibile, salvaguardia ambientale e rispetto del l’in dividuo”. Con un fatturato nel 2006 pari a

Enrico Vassallo, Direttore Generale Mercato Italia Irisbus Iveco.

IRISBUS IVECO / COL MAGELYS LA GAMMA È COMPLETA E RINNOVATA

Pronti alla sfida a tutto campo 1.217 milioni di Euro (vendita di veicoli nuovi, usati, pezzi di ricambio e relativi servizi), 9.296 veicoli commercializzati (2.391 autobus, 2.870 autobus, 2.589 minibus e 1.446 telai), 6.834 veicoli prodotti, 5.685 persone occupate, Irisbus Iveco detiene il 24,3 per cento di quota del mercato europeo dei veicoli di peso a pieno carico superiore alle 3,5 tonnellate, nei cinque mercati principali che assicurano il 78,5 per cento delle immatricolazioni europee (Germania, Spagna, Francia, Italia e Gran Bretagna).

PRIMO COSTRUTTORE EUROPEO PER GLI URBANI Sullo specifico mercato dei veicoli urbani, Irisbus Iveco è il primo costruttore europeo, con una penetrazione del 23,9 per cento. Sei le fab briche a disposizione: a Valle Ufita in provincia di Avellino, ad Annonay e Rorthais in Francia, a Barcellona in Spagna, a Budapest in Ungheria, a Vysoké Myto nella Repubblica Ceca. In Italia, Irisbus Iveco nel 2006 ha fatturato circa 300 milioni di euro (vendita di veicoli), 2.612 i veicoli commercializzati, circa 1.000 le persone occupate, detenendo il 42 per cento di quota del mercato (fino a settembre 2007) per veicoli superiori a 3,5 tonnellate, il 29 per cento nel segmento Linea e Turistico, il 50 in quello urbano e il 57 per cento nel segmento minibus e derivati.

E veniamo ai bus esposti. Proposto in due altezze, HD e HDH, disponibile in due motori, 380 cv e 450 cv, Domino offre un design di altissima innovazione, un comfort interno raffinato, una tecnologia scevra di difetti. “Questo straordinario autobus - il commento di Vassallo - porta una ventata d’ossigeno in un universo troppo rigido e formale. Ma Domino vuol anche dire soluzioni ergonomiche al servizio del conducente, impeccabile qualità tecnica, affidabilità a prova di tempo, performance di alto livello dei motori e consumi contenuti”. La larghezza totale (2,55 m) fa di Domino un luogo privilegiato, che permette ai passeggeri di spostarsi agevolmente. Le dimensioni esterne del veicolo (12,4 m) permettono una distanza maggiore tra i sedili, anche nelle versioni a numero massimo di occupanti, contribuendo in tal modo ad ottimizzare lo spazio per i passeggeri e a rendere ancora più fluida la circolazione a bordo. Infine, la disposizione della porta centrale, associata a una maggiore lunghezza del veicolo, permette di offrire lo stesso livello di comfort ai passeggeri seduti lato conducente come a quelli lato porte, diversamente da quanto spes so accade negli altri modelli granturismo. Oltre al comfort garantito dalla qualità delle sospensioni e dell’asse, Domino offre ai passeggeri ogni attenzione possibile, permettendo loro di godere del benessere offer-

to dalla gamma di sedili Senso e Spacio. Rotondi, avvolgenti, morbidi, rivestiti con nuovi tessuti, i sedili sono anche dotati di un’im pugnatura di circolazione integrata allo schienale che facilita gli spostamenti lungo il corridoio. Accanto a Domino, i cavalli di battaglia nel segmento delle escursioni turistiche di breve durata: Evadys H e Evadys HD, proposti nelle versioni da 12 m e da 12,80. Massima l’attenzione alla sicurezza: negli Evadys tutti gli occupanti dei sedili esposti fruiscono di cinture di sicurezza a tre punti, mentre gli altri passeggeri hanno sedili dotati di cinture di sicurezza a due punti. Sul piano della sicurezza attiva sono dotati di un efficace impianto frenante che comprende il sistema ABS, il sistema antipattinamento delle ruote ASR, l’EBS e il correttore elettronico di traiettoria ESP. Nuova plancia di bordo, quadro comandi modulare a seconda del tipo di missione, volante ergonomico con comandi radio e computer di bordo, senza dimenticare la perfetta integrazione del GPS. Evadys HD è dotato di un motore Cursor 10 di nuova generazione in grado di erogare una potenza e una coppia elevate, che viene proposto in due versioni: da 380 cv e da 450 cv. Evadys H è equipaggiato con il motore Cursor 8 da 380 cv. Questi motori sono caratterizzati da un rapporto prestazioni/consumi estremamente favorevole, sinonimo di risparmio e quindi di un basso costo d’e ser cizio. Gli Evadys possono essere equipaggiati sin da ora con motori Cursor Euro 5 ed EEV, in quest’ultimo caso con l’applicazione del filtro antiparticolato CRT.

INNOVAZIONI TECNOLOGICHE E TUTELA AMBIENTALE

In alto, Irisbus Crossway LE, nuova versione dell’autobus interurbano Crossway. Sopra, il Citelis proposto in tre lunghezze: 10,5, 12 e 18 metri articolato.

Centralità del rispetto ambientale nella gamma Citelis (3 lunghezze: 10,5, 12 e 18 metri articolato) tutte disponibili nelle versioni Diesel E4, E5 ed EEV ed EEV CNG. Il motore che equipaggia la gamma Citelis è il Cursor 8 nelle potenze di 245, 290 e 380 cv per le applicazioni Diesel e 210, 270 e 310 cv per le applicazioni CNG. L’innovazione tecnologica del Citelis si esprime anche con l’adozione di una innovativa sospensione anteriore a ruote indipendenti, che conferisce guidabilità e comfort di alto livello. “Questi bus - ha aggiunto Enrico Vassallo - vantano il miglior diametro di volta per un autobus urbano di questa

lunghezza, a tutto vantaggio della maneggevolezza in spazi ridotti. La ricerca Irisbus ha coinvolto gli autisti sin dalla progettazione del posto guida, con gruppi di lavoro formati dagli autisti stessi e da tecnici specializzati in ergonomia, che hanno realizzato un posto guida adattabile a tutti, indipendentemente da altezza e taglia delle persone, e personalizzabile a seconda delle diverse esigenze. Particolare cura è stata posta anche agli aspetti psicologici in tema di stress di guida e prevenzione degli incidenti”. E proprio la sicurezza attiva e passiva è un altro elemento di forza di Citelis, grazie all’adozione di sistemi elettronici di assistenza alla frenata e di materiali di carrozzeria e di allestimento interno capaci di assorbire eventuali urti nel modo più efficace.

COME QUALIFICARE IL PANORAMA URBANO “Ma l’autobus - ha precisato il Direttore Generale di Irisbus Iveco Mercato Italia - è anche un elemento di arredo urbano, oltre che un luogo pubblico. Su questo tema Irisbus ha lavorato per rendere Citelis un elemento qualificante del panorama urbano, con linee fluide e caratterizzate da amplissime superfici vetrate che danno personalità alla carrozzeria, concedendo così ai passeggeri anche un’ampia visuale verso l’esterno, arricchita anche da particolari come la calandra anteriore con i gruppi ottici molto personalizzati”. Per quanto riguarda gli allestimenti interni, cinque le differenti gamme di colori e materiali coordinati, per i sedili passeggeri, i rivestimenti, i mancorrenti e la pavimentazione, fra le quali il cliente può scegliere quella più consona alle caratteristiche della propria città e azienda. Per il trasporto suburbano o interurbano - che richiede un mix di grande accessibilità e massima capacità di posti a sedere - Irisbus propone Crossway LE, nuova versione dell’autobus interurbano Crossway, disponibile in due lunghezze: 12 m e 12,80 m. Autobus con pianale super-ribassato anteriormente e con pavimento sopraelevato po steriormente, Crossway LE ha soglie di accesso anteriore e centrale rispettivamente a 320 e a 330 mm dal suolo, garantendo un’accessibilità perfetta nell’ingresso e nell’uscita dal veicolo, soprattutto per i passeggeri con mobilità ridotta. Questa parte anteriore dispone di un’altezza interna di 2,565 m e può adottare diverse configurazioni di posti a sedere/posti in piedi secondo le esigenze dell’operatore. Una rampa retrattile opzionale può essere applicata alla scala di accesso centrale per facilitare l’accesso degli utenti su sedia a rotelle. Infine il minibus da turismo Daily Tourys, versione LX. “La somma delle caratteristiche - il commento di Vassallo - che hanno decretato il successo della gamma Daily nell’ambito del trasporto delle persone. Design innovativo, comfort di alto livello per i passeggeri e soluzioni ergonomiche sono ben evidenziati su questo veicolo. Ma a distinguere il Tourys LX dai suoi simili è la speciale attenzione riservata alla sua realizzazione, fin nei minimi dettagli delle apparecchiature, per rendere il viaggio ancora più piacevole sia al conducente che ai passeggeri a bordo”. Al suo fianco un Daily Tourys 22 posti, un Daily Way 28 posti e il piccolo urbano: il Daily Citis, soluzione ideale per piccole realtà urbane che intendono dotarsi di un veicolo che soddisfi le necessità di trasporto urbano con un occhio particolare al costo di acquisto e d’esercizio. Daily Citis ha una capacità sino a 10 passeggeri seduti e 12 in piedi per una lunghezza contenuta di appena 7 metri.



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IRISBUS IVECO / MAGELYS, VERA ATTRAZIONE DEL SALONE DI VERONA

Un debutto da grande star di Massimiliano Campanella VERONA - “È nato un granturismo sviluppato con, da e per i trasportatori e i loro clienti: per tutti coloro che amano viaggiare in autobus!”. Una presentazione, quella di Vassallo, che non lascia spazio a dubbi. Col Magelys Irisbus Iveco è pronta a sbarcare nel segmento turistico, top di gamma. È stato il nuovo bus della Casa italiana la vera e propria attrazione del Salone di Verona, innanzitutto per la sua immagine: modernità e seduzione allo sguardo dall’esterno e, una volta a bordo, grande visibilità e massima sensazione di sicurezza. Un primo giudizio sulla qualità delle prestazioni offerte che arriva già alla prima occhiata: il passeggero si trova a osservare una linea e un’estetica che non lasciano indifferenti. Con questo progetto Irisbus ha spinto la creatività all’estremo. E quando si richiama l’immaginazione, lo sguardo si solleva naturalmente verso il cielo... verso la nube di Magellano. “Fin dal 2003 - ci ha detto Franco Villa, Marketing Product and Demo di Irisbus Italia - ci siamo impegnati nel progetto di sottoporre l’autobus turistico a una profonda evoluzione. Irisbus partiva dall’assunto che il viaggio in autobus non doveva limitarsi a trasportare le persone da un punto all’altro, ma consisteva nell’offrire uno spazio di vita che permetta a ogni passeggero di trasformare i chilometri di strada e autostrada in una passeggiata, durante la quale è possibile guardare con occhi nuovi la natura e i paesaggi, le città e i monumenti. Il tutto, ovviamente, nel massimo comfort, con il piacere di stare insieme unito in modo del tutto naturale al bisogno di individualismo”. Nasceva il progetto che alla Casa italiana definiscono “New Coach”, con un’ambizione innovativa: realizzare un autobus gran turismo di tipo nuovo. Per realizzarlo, Irisbus decise di affidarne il capitolato non solo al proprio team di marketing o ai propri uffici studi, ma anche ai clienti, ai conducenti, alle hostess e, soprattutto, agli stessi passeggeri. Così, per sei mesi, i team di Irisbus hanno viaggiato e vissuto con i trasportatori e i loro passeggeri per appropriarsi di tutte le abitudini, di tutti i codici di questo modo di viaggiare. Attraverso quattro paesi d’Europa, essi hanno incontrato 20 tour operator, 150 proprietari di autobus, 520 passeggeri, 118 conducenti, 30 hostess e hanno percorso più di 18.000 chilometri. COMFORT E LUMINOSITÀ PER TUTTI I VIAGGIATORI A bordo del bus fanno premio la luminosità e le aperture verso l’esterno, quindi l’armonia dei materiali e dei colori che, in modo non aggressivo, devono rispecchiare il relax e il benessere di un salotto dove si va, tra amici, a trascorrere qualche momento in buona compagnia. Il sedile dà una sensazione di comfort e relax. Una particolare attenzione è prestata allo spazio della hostess, per consentirle di svolgere fino in fondo e nelle migliori condizioni il suo ruolo di accompagnatrice, guida e punto di riferimento per i passeggeri. Il suo sedile e il suo ambiente sono particolarmente curati, in modo che possa lavorare normalmente senza dover scrivere appoggiandosi alle ginocchia o senza doversi contorcere per rivolgersi ai passeggeri. L’hostess può comunicare con il gruppo commentando il viaggio dal suo sedile. “Naturalmente - ha aggiunto Villa - non abbiamo dimenticato i conducenti: l’ergonomia del posto di guida e la disposizione del cruscotto e degli strumenti sono stati sviluppati con il loro aiuto su un modellosimulatore”. Ed ecco che i passeggeri, i clienti, le hostess e i conducenti hanno

“È nato un granturismo sviluppato con, da e per i trasportatori e i loro clienti: per tutti coloro che amano viaggiare in autobus”, ha dichiarato Vassallo nel presentare il veicolo che va ad arricchire la gamma della Casa italiana e che è il risultato del progetto “New Coach”, realizzato dal team di marketing e dagli studi di Irisbus Italia, ma anche da clienti, conducenti, hostess e, soprattutto, dagli stessi passeggeri. definito il capitolato: a Irisbus non restava che metterlo in pratica! A questi sei mesi di ricerca sono seguiti tre anni e mezzo di studi per dare vita al nuovo autobus, al Nuovo Gran Turismo. Irisbus Iveco ha dedicato a questo obiettivo 322.000 ore di studi in terni, ha compiuto numerosissime prove al banco, ha fatto marciare i prototipi per due anni e ha investito 23 milioni di euro. Magelys non sostituirà un veicolo ma arricchirà l’offerta Irisbus Iveco nel segmento top di gamma, dove non era ancora presente. Si tratta di un veicolo granturismo destinato ai clienti più esigenti, che intendono offrire ai loro passeggeri un nuovo sguardo sul mondo. Veniamo al progetto e alle innovazioni principali. Nulla è stato lasciato al caso: tutti i protagonisti del mercato

sono intervenuti per l’intera durata del progetto. Attraverso un vero e proprio percorso iniziativo di due mesi (trascorsi nei veicoli Irisbus e di altre marche) destinato all’appropriazione delle abitudini di questa modalità di trasporto e all’apprendimento di tutti i suoi codici, i team di Irisbus hanno individuato alcuni assi di creatività e di innovazione. Per il design esterno del veicolo, via qualunque grafismo decorativo! Il design di Magelys annulla i confini tra l’interno e l’esterno del veicolo con il massimo di superficie vetrata, anche là dove nessuno se l’aspetta. Il concetto di trasparenza sostituisce l’aspetto “techno”. Con 2,1 m di altezza libera interna, nel Magelys il passeggero che si trova sul lato finestrino può stare comodamente in piedi. Il nuovo design del por-

tabagagli permette di riporre un bagaglio delle dimensioni regolamentari “cabina d’aereo”. Con una cabina toilette ripensata, di facile accesso e con uno spazio interno ottimizzato (altezza cabina 1,9 m), Magelys garantisce al passeggero un maggiore comfort. Un vano portaoggetti nella parte superiore di questa cabina permette di sistemarvi facilmente una macchina per il caffè o un frigorifero supplementare. Con 3 schermi LCD da 15” o 19” disposti in modo ideale nel veicolo, tutti i passeggeri potranno usufruire del video. L’opzione video sul sedile consente una personalizzazione ancora più spinta del servizio al passeggero. Irisbus ha potuto stabilire che il sedile è un elemento essenziale del comfort del passeggero. Magelys dispone di un tipo di sedile di nuova concezione, collaudato da spe-

Il Magelys esposto al Salone di Verona è anche il primo venduto in Italia. È stato acquistato da Autolinee Federico. Nella foto, Enrico Vassalo consegna le chiavi al titolare dell’azienda di Reggio Calabria Gesualdo Federico, insieme al figlio Pietro.

cialisti dell’ergonomia e da numerosi viaggiatori regolari su autobus. In un design e un’armonia di colori perfettamente intonati con il resto del veicolo, il sedile offre anche nuove opzioni al servizio del comfort. La luce di lettura, generalmente difficile da raggiungere perché obbliga a sollevare il braccio verso il tetto, sul Magelys è stata collocata sullo schienale del passeggero davanti, insieme al pulsante di chiamata della hostess. UN ATTREZZATO POSTO DI GUIDA La zona riservata al conducente è suddivisa in tre parti. Sul lato sinistro si trovano le funzioni di soccorso, a destra i controlli degli elementi di comfort dei passeggeri (sonorizzazione audio-video, riscaldamento, climatizzazione e navigazione) e un alloggiamento per telefono cellulare con una presa 12 V. Al centro, il volante con comandi integrati. La leva di controllo del cambio automatico ASTronic è posta immediatamente sotto il volante. Un nuovo, ampio schermo LCD collegato al computer di bordo facilita il controllo da parte del conducente della maggior parte delle funzioni del veicolo. Con questo schermo, infatti, il conducente controlla le telecamere di retromarcia e di sorveglianza delle porte. Il posto di guida è inoltre dotato di un vano portaoggetti refrigerato. I retrovisori elettrici sono detraibili per facilitare il lavaggio e il passaggio ai caselli. Magelys non è so lo un modello, ma una gamma completa disponibile in 4 lunghezze e 2 altezze, a 2 o 3 assi per soddisfare le esigenze di tutti i clienti. La produzione di Magelys è iniziata nella fabbrica di Annonay. Appuntamento nel 2008 per scoprire la versione HDH a 3 assi.


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IL MONDO DEI TRASPORTI • Dicembre 2007

DAIMLER / IL SETTORE AUTOBUS È GIÀ PRONTO PER LE SFIDE ECOLOGICHE

Ancora il Citaro punta avanzata Citaro G BlueTec Hybrid sarà prodotto in serie limitata dal 2009, ha un motore diesel a 4 cilindri in linea OM 924 LA, Euro 4 e 4.800 cc di cilindrata e 4 motori asincroni ai mozzi delle ruote. Di Orion VII HybriDrive ne circolano già mille unità, ha un motore diesel a 6 cilindri che trasmette la sua potenza a un alternatore. Gli Aero Star Eco Hybrid, di seconda generazione saranno prodotti in serie a partire da gennaio e dotati di motore a 4 cilindri e 2 elettromotori centrali operativi sul retrotreno. di Massimiliano Campanella STOCCARDA - Un esempio di trazione ibrida tecnologicamente avveniristica è quello realizzato da Daimler Buses con l’autobus snodato a pianale ribassato Citaro G BlueTec Hybrid, che ha celebrato anch’esso la sua première mondiale a Stoccarda. Il prototipo, del quale è prevista la produzione in serie limitata dal 2009, ha propulsione a trazione ibrida seriale diesel-elettrica, che lo rende in grado di percorrere alcuni tratti stradali senza produrre emissioni, funzionando esclusivamente a batteria. Ha un motore diesel a 4 cilindri in linea OM 924 LA, Euro 4 e 4.800 cc di cilindrata e 4 motori asincroni ai mozzi delle ruote sull’asse centrale e posteriore dell’autobus snodato. Il prime non funge più da gruppo motopropulsore fisso, bensì da alternatore per l’alimentazione di corrente secondo necessità. La corrente generata dal motore viene accumulata in batterie a ioni di litio esenti da manutenzione, montate sul tetto del Citaro. Le batterie si ricaricano non soltanto attraverso l’alternatore del diesel, ma anche tramite l’energia prodotta dal veicolo in frenata, nel cosiddetto processo di “recupero”. La propulsione vera e propria alle ruote del Citaro G BlueTec Hybrid è affidata ai quattro elettrici. La potenza complessiva di 320 kW dei motori sui mozzi delle ruote è generosamente proporzionata per un autobus snodato anche in condizioni d’impiego pesanti. La trasmissione del moto su due assali assicura una potente trazione, mentre una strategia di propulsione intelligente garantisce una ripartizione razionale dell’energia tra i diversi gruppi ausiliari. RIDUZIONE DEI CONSUMI DI CIRCA IL 20-30 PER CENTO L’energia prodotta in frenata durante l’avvicinamento alle fermate o ai semafori viene utilizzata per l’alimentazione del veicolo sia da fermo che in fase di spunto. In questo modo, nel l’ap prossimarsi alle fermate, da fermo e in fase di accelerazione dalla fermata, l’autobus ibrido può commutare su una modalità di funzionamento totalmente elettrica, e quindi praticamente priva di emissioni, garantendo al tempo stesso una netta riduzione dell’inquinamento a custico. L’obiettivo è fare in modo che il Citaro G BlueTec Hybrid, in un’area urbana particolarmente delicata, possa percorrere circa la metà della linea esclusivamente in modalità elettrica, senza ricorrere al motore diesel. Il downsizing è, come negli autocarri, uno dei grandi vantaggi della tecnologia di trazione ibrida seriale adottata per il Citaro: al posto del grande sei cilindri in linea OM 457 hLA da 12 litri normalmente utilizzato sugli autobus snodati, sull’autobus ibrido si è preferito montare il compatto OM 924 LA che eroga da 4,8 litri di cilindrata una potenza di 160 kW (218 cv). In questo modo, il peso del motore si riduce da circa 1.000 chili ad appena 450 chili circa. Dato che non viene utilizzato come gruppo motopropulsore, il motore diesel del Citaro ibrido non è costretto, per esempio, a fornire la sua potenza massima e quindi può operare in modo estremamente redditivo ed ecocompatibile, vicino al suo punto migliore di efficienza, in una fascia ristretta di regimi. Inoltre, il Citaro a trazione ibrida può tranquillamente rinunciare ad un

cambio automatico di tipo tradizionale. Questo consente di migliorare il grado di rendimento e di ridurre al tempo stesso il peso. A seguito del downsizing dei gruppi ausiliari, il sovrappeso del Citaro G BlueTec Hybrid risulta soltanto di circa una tonnellata, ed è quindi minore rispetto a un autobus snodato con motore diesel di tipo tradizionale; ma al di là di questo appaiono possibili anche ulteriori ottimizzazioni. Il compressore del climatizzatore, la pompa del servosterzo e il compressore ad aria compressa non vengono più azionati dal motore a combustione interna, bensì singolarmente per mezzo di un motore elettrico. Ciò comporta anche un ulteriore miglioramento del grado di rendimento, in quanto tutti questi gruppi ausiliari vengono azionati soltanto in caso di necessità. Grazie alla trazione elettrica, i gruppi ausiliari possono essere posizionati con la massima libertà, ad esempio sul tetto dell’autobus. Con questa coerente ottimizzazione dei singoli gruppi ausiliari, l’autobus Citaro G BlueTec Hybrid si con ferma all’avanguardia a livello mondiale. A seconda del tipo d’impiego, i progettisti del Citaro G BlueTec Hybrid si aspettano una riduzione dei consumi pari a circa il 20-30 per cento rispetto alla classica propulsione diesel. Nonostante un sovrapprezzo per la trazione ibrida nell’ordine di circa un terzo, l’acquisto del Citaro G BlueTec Hybrid dovrebbe essere ammortizzato nell’arco di sei anni. Oltre agli aspetti ambientali, pertanto, nello sviluppo giocano un ruolo fondamentale anche le considerazioni di carattere economico. La prova della validità di questa constatazione verrà fornita dall’autobus nel corso del prossimo anno, quando entrerà in servizio presso un Cliente. Il Citaro a trazione ibrida rappresenta il passo più logico sulla strada verso la realizzazione di un autobus di linea urbano con pile a combustibile. Infatti, il Citaro a trazione ibrida dispone già di un adeguato motore elettrico e di batterie per l’accumulo di energia. In linea teorica, basterebbe sostituire il motore diesel con le pile a combustibile. Con queste modifiche relativamente minime a livello costruttivo si otterrebbe un sistema di propulsione urbano totalmente ecologico: un vero e proprio “Zero Emission Vehicle” senza emissioni di particolato, ossidi di azoto e anidride carbonica, dotato tra l’altro di un motore estremamente silenzioso. Il pas so successivo su questa strada è

quindi già chiaro: il Citaro con trazione ibrida e pile a combustibile. “Una visione - come ha dichiarato nel suo discorso Andreas Renschler, responsabile della divisione Truck & Buses - che diventa realtà. Il nuovo Citaro G BlueTec Hybrid porta avanti una grande tradizione, attingendo alle nozioni raccolte in quasi quarant’anni di esperienza nell’impiego di motori alternativi per gli autobus”. UNA TRADIZIONE CHE RISALE AL 1969 Il primo autobus ibrido del mondo venne infatti presentato da MercedesBenz nel 1969, con il modello OE 302. In seguito arrivarono gli autobus OE 305, e i Duo-Bus come l’OE 305 GTD con il suo successore OE 405 GTD. Mercedes-Benz fornì soltanto alla capitale equadoregna Quito più di 200 esemplari di questo veicolo, mentre in Europa circolavano circa 50 unità del modello O 405 GTD. Alcuni svolgono tuttora un servizio di linea ad Esslingen, nei pressi di Stoccarda. Altri passi sulla strada verso il nuovo Citaro Blue-

Tec Hybrid furono compiuti con il modello 0 405 NÜH, un autobus ibrido extraurbano a pianale ribassato con trazione sui mozzi delle ruote, motore diesel e batterie di trazione, e con il midibus urbano Cito Mercedes-Benz a trazione diesel-elettrica, prodotto in serie dal 1999 al 2003. Intanto gli autobus della marca americana Orion hanno già superato da tempo lo stadio della sperimentazione. Con l’autobus di linea urbano a pianale ribassato Orion VII HybriDrive, dall’anno della sua produzione - il 2002 Orion ha vinto svariate gare d’appalto in numerose città americane e canadesi, da New York a San Francisco, per un totale complessivo di circa 1.500 veicoli, di cui circa 1.000 circolano già sulle strade. Orion si conferma così leader mondiale del mercato degli autobus ibridi. L’intera flotta di autobus ibridi Orion in circolazione percorre circa 50 milioni di chilometri ogni anno. Nel caso del modello Orion VII HybriDrive si tratta di un sistema di trazione ibrida seriale: il motore diesel a 6 cilindri in linea, 5.900 cc di cilindrata, costantemente attivo, trasmette la sua potenza a un alternatore che alimenta il motore elettrico, alloggiato direttamente dietro l’asse posteriore. Orion utilizza un asse motore di tipo convenzionale dotato di differenziale. Il motore diesel alloggiato trasversalmente nella parte motore del veicolo eroga 260 cv e dispone di un filtro antiparticolato. La potenza del motore di trazione corrisponde a 250 cv, e per brevi periodi di tempo arriva perfino a 320 cv. In confronto agli autobus urbani con motore diesel, l’Orion VII HybriDrive registra un consumo ridotto di circa il 20-25 per cento a seconda del tipo di impiego. Le emissioni di particolato risultano inferiori del 90 per cento rispetto a quelle di un motore diesel senza filtro antiparticolato, mentre quelle di ossidi di azoto scendono del 40 e di monossido di carbonio del 30 per cento circa. Considerando un ciclo vitale complessivo di dodici anni, ognuno di questi autobus permette di risparmiare 75.000

In alto, il Citaro G BlueTec Hybrid, equipaggiato con motore diesel e 4 motori asincroni. In centro, l’Orion VII HybriDrive e, sopra, l’Aero Star Eco Hybrid.

litri di gasolio, prevenendo l’emissione di quattro tonnellate di ossidi di azoto e di 195.000 chilogrammi di anidride carbonica. Da notare: a New York, gli autobus ibridi si sono confermati più affidabili in confronto ai modelli diesel tradizionali. Grazie alla trazione elettrica, questi veicoli accelerano in modo più morbido e veloce, senza contraccolpi dovuti agli innesti. La resistenza dei freni all’usura risulta due volte più elevata, mentre sia il motore diesel che quello elettrico promettono una durata estremamente lunga. Anche Mitsubishi Fuso, il marchio giapponese del Gruppo Daimler, punta sulla trazione ibrida per gli autobus urbani. Dal 2004, in tre città giapponesi circolano già con successo cinque veicoli del modello Aero HEV, che finora hanno percorso circa 150.000 chilometri ciascuno senza registrare alcun problema. La struttura tecnica del sistema di propulsione seriale è simile a quella del nordamericano Orion: un motore diesel montato trasversalmente nella parte posteriore del veicolo, con una potenza e una curva caratteristica ottimizzata, che alimenta un alternatore. Quest’ultimo provvede ad azionare i due elettrici di trazione, alloggiati direttamente dietro l’asse posteriore, che trasmettono la rispettiva coppia attraverso un cambio integrato a un asse a portale con pneumatici A GRANDI PASSI VERSO IL FUTURO Lo sviluppo dell’autobus ibrido sta procedendo a grandi passi: alla fine di settembre 2007, Mitsubishi Fuso ha presentato la seconda generazione di questi modelli, denominata Aero Star Eco Hybrid, bus prodotti in serie a partire da quest’anno e dotati di motore a 4 cilindri in linea 4M50T, 4.899 cc di cilindrata e 2 elettromotori centrali operativi sul retrotreno. La tecnica di propulsione completamente rielaborata adesso si basa su un motore diesel a quattro cilindri compatto da soli 4,9 litri di cilindrata, che eroga 180 cv e serve esclusivamente a generare corrente. Il downsizing riduce notevolmente l’ingombro e il peso del gruppo motopropulsore, riducendo ulteriormente i consumi. Dal canto suo, l’alternatore veloce azionato dal motore diesel alimenta due elettromotori con una potenza di 79 kW ciascuno. Ai semafori e alle fermate, il motore diesel dell’autobus a pianale ribassato si spegne automaticamente, mentre le porte e i gruppi ausiliari, come la pompa del servosterzo, il compressore aria e il climatizzatore vengono azionati in modo esclusivamente elettrico. Anche la partenza avviene elettricamente, in quanto il motore diesel si inserisce soltanto a partire da velocità medie per generare corrente. Durante le frenate, l’energia cinetica viene convertita in energia elettrica e trasmessa alle batterie (recupero). L’Aero Star Eco Hybrid è disponibile in una versione con passo da 4.800 mm come autobus urbano e da 5.300 mm per i trasporti nelle aree suburbane. Entrambe le versioni hanno 65 posti. Nel 1973, Mitsubishi Fuso aveva già presentato un primo autobus urbano alimentato a batterie. L’anno dopo, l’azienda giapponese aveva introdotto un sistema per il recupero dell’energia frenante. Tra i suoi veicoli ecologici figura anche il Citybus con motore a gas naturale introdotto nel 2000.


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EVOBUS / GRANDE OFFENSIVA NEL SEGNO DI MERCEDES-BENZ E SETRA

Mobilità senza confini Roman Biondi, Presidente e Amministratore Delegato di EvoBus Italia Spa, traccia un bilancio dei risultati economici della società che fa capo a Daimler Buses. Al successo della gamma esistente Mercedes-Benz e Setra si uniscono le prospettive di ulteriore crescita dovute all’ingresso di nuovi interessanti prodotti.

416 HDH e S 417 HDH con il motore a sei cilindri in linea OM 457 LA da 428 cv e 2.100 Nm di coppia massima oppure da 455 cv e 2.200 Nm. A richiesta, per i modelli HDH è disponibile anche il propulsore V8 OM 502 LA da 503 cv e 2.300 Nm, montato di serie sull’autobus a due piani S 431 DT. L’autobus da turismo compatto S 411 HD è equipaggiato con il motore V6 OM 501 LA da 408 cv e 1.900 Nm. Un’altra novità è rappresentata dal cambio automatizzato a 8 marce GO 240-8 PowerShift, disponibile in aggiunta al cambio ZF-AS Tronic.

di Fabio Basilico SORBARA DI BOMPORTO (Mo) - EvoBus, società del gruppo Daimler, rappresenta l’attività europea nell’ambito di Daimler Buses, ovvero l’unico fornitore con una reale presenza mondiale e una gamma completa specifica per i mercati regionali. “Grazie ai propri prodotti, servizi e alla propria organizzazione - ci spiega Roman Biondi, presidente e amministratore delegato di Evo Bus Italia Spa - Daimler Buses è leader mondiale. Nel 2006, nel mercato oltre le 8 tonnellate sono state registrate consegne per 223mila unità. Daimler Buses ha ottenuto una quota leader di mercato del 16 per cento. Anche in Europa siamo leader: nel 2006, sempre nel mercato oltre le 8 tonnellate che ha consuntivato consegne per 26.490 unità, Mercedes-Benz ha conquistato una quota di mercato del 17,8 per cento e Setra del 7,6. In Italia, su un totale di 3.370 unità, EvoBus ha chiuso al secondo posto della classifica, subito dietro Irisbus. Contro il 29,7 per cento di quota di quest’ultima, Mercedes-Benz ha ottenuto il 15,9 per cento e Setra l’8,3%”. CONTINUA IL TREND POSITIVO Nel 2007 continua il trend positivo. “Alla fine di settembre - prosegue il dottor Biondi - nel comparto oltre le 8 tonnellate, Daimler Buses ha registrato consegne per 28.104 unità contro le 26.755 alla data del settembre 2006. La crescita è stata del 4,7 per cento. Il gruppo EvoBus nel suo complesso ha registrato una diminuzione dell’1,4 per cento nel suo complesso, passando da 5.686 a 5.608 unità. Nel dettaglio, però, è stato registrato un aumento del 2,8 per cento nel comparto noleggio e interurbano (da 2.420 a 2.487 unità), del 4,6 per cento nel comparto urbano (da 2.204 a 2.306 unità). In diminuzione del 23,3 per cento il comparto telai, da 1.062 a 815 unità. Crescita del 14,7 per cento per EvoBus Italia, passata da 340 a 390 unità”. Il mercato italiano sta vivendo una tendenza al ribasso per quanto riguarda il segmento di linea, con una prospettiva che appare negativa anche per il 2008. “Per quanto riguarda gli interurbani dice Roman Biondi - si è passati dalle 892 unità registrate a fine settembre 2006 alle 787 dello stesso periodo di quest’anno. In diminuzione anche il comparto urbani, da 972 a 780 unità, e il comparto noleggio, sceso da 690 a 653 unità. Complessivamente, prendendo come riferimento tutti e tre i comparti il calo è stato del 13 per cento. Anche il settore gare non è caratterizzata da una situazione ottimistica: le gare aggiudicate nel 2006 hanno riguardato 2.442 unità mentre a ottobre del 2007 la situazione era ferma sulle 1.049 unità”. Il ruolo che EvoBus riveste a livello nazionale e internazionale è testimoniato dai recenti dati sulle commesse acquisite. Il gruppo si è aggiudicata la fornitura di 600 Conecto H alla città di Mosca, 600 Intouro per la Repubblica Ceca, 500 Citaro per Bucarest, 285 autobus di marca Setra e Mercedes-Benz per la DeutscheBahn, 80 Citaro per Dubai, 50 CapaCity per la IETT turca, altri 30 Citaro per la British Airways. L’evento di quest’ultimo periodo in casa EvoBus è stata la produzione dell’autobus Setra numero 90.000 negli stabilimenti di Ulm/Neu-Ulm, in Germania. “In Italia - dice ancora il dottor Biondi

Roman Biondi, presidente e amministratore delegato di EvoBus Italia Spa.

SPAZIO AI SERVIZI

- ci siamo ultimamente aggiudicati la consegna di 300 Citaro all’ATM di Milano, 58 Citaro, 56 Tourino e 100 telai OC500 alla EAV Regione Campania, 120 Citaro e 10 Integro all’Agi Milano, 109 Citaro per la ARST di Cagliari, 50 Multiclass alla SAD di Bolzano e 10 TopClass 431 DT alla ditta Marozzi”. Con l’introduzione del nuovo Mercedes-Benz Sprinter Travel 65 è stato creato un programma minibus completamente nuovo. “Esso comprende quattro serie con dodici modelli di base e capacità passeggeri da 8 a 28 persone - spiega Roman Biondi - I nomi dei modelli indicano chiaramente i settori d’impiego dei minibus: Transfer, Travel, City e Mo bility. Il nuovo Sprinter Travel 65 ha una struttura del telaio con larghezza confortevole degli interni, sistema di sospensione pneumatica e un vero e proprio equipaggiamento da autobus da turismo: comodi sedili TravelStar Xtra, scomparti bagagli ben accessibili con set di servizio, tendine, moquette, parabrezza panoramico a doppi vetri, un impianto di climatizzazione efficiente e un volume bagagliaio di 2 metri cubi. Fanno parte dello standard di serie dei nuovi minibus di marca Mercedes-Benz potenti ed economici motori diesel a 4 cilindri, con una gamma di potenza che va da 88 cv a un massimo di 150 cv, oltre al diesel a 6 cilindri con 184 cv. Tutti i motori sono a basso inquinamento: soddisfano la direttiva europea sui gas di scarico Euro 4 e dispongono di serie di un filtro

antiparticolato diesel”. La gamma Mercedes-Benz ha anche accolto di recente il CapaCity, autobus di grande volume non legato alla percorrenza su rotaie che combina i vantaggi tipici di autobus, quali la flessibilità e l’economicità elevate, con proprietà simili alla tranvia, quali la grande capacità di trasporto. CapaCity è ideale come componente innovativo dei sistemi di traffico ed è un complemento ottimale ai sistemi tranviari esistenti. “CapaCity deriva in parte dalla famiglia degli autobus urbani Mercedes-Benz - commenta il dottor Biondi - e contiene pertanto componenti sperimentati ed economici. In parte invece, il design unico indica che è stato creato un autobus di linea urbana di classe originale e speciale. Questo modello, della lunghezza di 19,54 m, dispone di una capacità di trasporto massima di 193 passeggeri, consente, con le sue quattro porte doppie ed ampie, uno scambio rapido dei passeggeri e può essere impiegato a piacimento, grazie alla manovrabilità ed alla dinamica di guida”. Nonostante la lunghezza di 19,54 m, CapaCity si muove nel traffico in modo poco complicato proprio come gli autobus snodati tradizionali lunghi circa 18 m, grazie ai quattro assi (due dei quali snodabili) e a un solo snodo. Il cerchio di sterzata, pari a 22,85 m, corrisponde esattamente a quello dell’autobus snodabile a tre assi Citaro G, lungo 17,94 m. Il motore è il collaudato sei cilindri OM 457 hLA da 12 litri, dotato di tecnologia die-

Qui sopra, il Setra TopClass S 415 HD, ora disponibile anche per il mercato italiano. In alto, l’autobus di grande volume Mercedes-Benz CapaCity.

sel Blue-Tec, basata sulla tecnica SCR. Grazie alla potenza di 354 cv, Capa-City raggiunge prestazioni di guida superiori e ragguardevoli valori di trazione. CapaCity approfitterà inoltre della messa a disposizione di nuovi motori con certificazione EEV. Anche Setra, il marchio di Ulm, propone sul mercato numerosi modelli. All’ultima edizione del Salone Bus & Bus Business di Verona ha debuttato la nuova TopClass 400, che adesso si presenta ancora più attraente. “Un ampio restyling dell’attuale generazione di autobus da turismo - precisa Roman Biondi - ha portato a una vasta gamma di innovazioni tecniche e valorizzazioni estetiche, offrendo contemporaneamente agli operatori del settore ancora più vantaggi in termini di comfort, qualità, design e soprattutto sicurezza”. Setra ha presentato per la prima volta in Italia i modelli S 416 HDH e S 415 HD, dotati di una struttura di assorbimento degli urti integrata e di un modulo frontale che in caso di collisione sposta tutta la postazione di guida verso il retro. Entrambi gli elementi fanno parte del nuovo Front Collision Guard, un sistema di sicurezza passiva studiato per proteggere l’autista e l’accompagnatore, che inoltre risponde ai requisiti di protezione antincastro e del test del pendolo, un requisito di rigidità dell’ossatura della carrozzeria. La serie di perfezionamenti tecnici apportati agli esterni e agli interni comprende tra l’altro anche una maggiore valorizzazione del posto di guida, l’impiego del nuovo cambio automatizzato PowerShift GO 240-8 e ulteriori interventi di ottimizzazione sia sulla coda che sul frontale dell’autobus da turismo. Un altro miglioramento qualitativo della gamma non si nota subito al primo sguardo, ma solo quando si preme il pedale dell’acceleratore. Infatti, d’ora in poi le aziende di trasporto potranno contare su una potenza maggiore che consente ai veicoli Setra di superare ancora più comodamente e con tranquillità le pendenze più ripide. Sotto il cofano motore integrato nella coda, non più sollevabile, bensì orientabile per prevenire le infiltrazioni di acqua piovana, adesso sono alloggiati motori decisamente più potenti. Setra offre i modelli S 415 HD, S 415 HDH, S

La presenza sul mercato di gamme ampie e articolate come quelle MercedesBenz e Setra necessita di una altrettanto completa gamma di servizi in grado di soddisfare tutte le esigenze degli operatori del settore. Per questo EvoBus ha creato il marchio Omniplus, che raccoglie tutti i servizi per gli autobus MercedesBenz e Setra in Europa. “Omniplus - spiega il dottor Biondi - è presente in 33 nazioni europee, Turchia compresa. Nel dettaglio, sono attivi 41 Service Center, 600 Service Partner e 30 Bus Point. Anche in Italia la rete è in continua evoluzione per soddisfare ed essere più vicina alle esigenze dei clienti. Se nell’ottobre 2003 contavamo su 27 Service Partner, adesso siamo a quota 39 e nel 2008 prevediamo di arrivare a 42. I Service Center sono 4, di cui tre ubicati nel centro-nord e uno nel Lazio. Lo sviluppo della rete e dei servizi è testimoniato anche dalla crescita del livello del fatturato. Il fatturato ricambi è passato dai 18,2 milioni di euro del 2003 agli attuali 25,3 milioni, il fatturato ricambi dei Service Partner è salito da 5,4 milioni del 2003 a 10,1 milioni del 2007. Interessante anche il dato sui contratti full-service, passati in quattro anni da 244 a 344”. La rete di assistenza Omniplus è in grado di offrire un servizio specifico per le esigenze degli autobus: le officine autorizzate, che dispongono dello stesso know-how sempre aggiornato dei costruttori, sono specializzate e qualificate per effettuare interventi su autobus di entrambi i marchi con attrezzature specifiche e personale opportunamente addestrato e certificato. La gamma di servizi è particolarmente ampia: dai servizi di assistenza e manutenzione generali all’approvvigionamento completo di ricambi originali, riparazioni e orari di apertura prolungati, fino alle riparazioni in caso d’incidente, verniciatura compresa. Grande attenzione al cliente anche sul versante della formazione. Anche in Italia saranno nel 2008 disponibili cor si di guida sicura ed economica per gli autisti di autobus, ai quali si aggiungeranno anche training sulla comunicazione per migliorare il comportamento nei confronti dei passeggeri. Ovviamente Omniplus si preoccupa anche di organizzare corsi speciali per il perfezionamento del personale di officina. Infine, va segnalato che è stato allestito un Centro Logistico Ricambi totalmente nuovo nella località di NeuUlm/Schwaighofen. L’investimento è nell’ordine dei 50 milioni di euro. “Con più di 100.000 ricambi e 200 dipendenti conclude Roman Biondi - il nuovo Centro è predisposto per gestire in media 6.000 ordini al giorno, e quindi assicurare un approvvigionamento di ricambi ancora più efficiente e orientato al cliente”.



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VOLVO BUS CORPORATION / IN PRIMO PIANO A VERONA GLI INTERURBANI SPECIALI

Qualità e sicurezza ai primi posti di Massimiliano Campanella VERONA - “Siamo pronti ad arrivare al venti per cento della quota del mercato italiano, arrivando nel 2009 a vendere 160 unità nel mercato turistico e 130 in quello interurbano”. Dal 1° luglio 2004 direttore generale di Volvo Bus Corporation sede di Mirandola, Paolo Radaelli - che già ricopriva il ruolo ad interim dal 1°gennaio 2004, dopo essere stato dal maggio 2002 direttore amministrativo della stessa azienda - parla con la competenza di chi ha al suo attivo una lunga esperienza nel mondo Volvo: nato a Suzzara, in provincia di Mantova, nel 1962 ha conseguito la laurea in Economia e Commercio presso l’università di Bergamo e ha iniziato il suo percorso professionale presso la Volvo Veicoli Industriali di Zingonia in qualità di responsabile Acquisti e assistente al Responsabile Finanziario. A Bergamo dal 1990 al 1996, Radaelli ha successivamente iniziato la sua esperienza come responsabile finanziario all’estero, sempre in Volvo nella divisione Veicoli Industriali: da principio presso la Casa ma dre a Göteborg, in Svezia (Volvo Truck Corporation, nel 1996), poi a Praga (Volvo Truck Czech, dal 1997 al 2000) e infine a Ljubljana in Slovenia (Volvo Ljubljana dal 2000 al 2002). VOCAZIONE ALLA SICUREZZA Volvo Bus Corporation ha sede a Mirandola, in provincia di Modena. Risale al 1928 il primo bus sul telaio di un autocarro. “Da allora - ha dichiarato Radaelli - i nostri “CoreValues”, ovvero sicurezza, qualità, cura per l’ambiente, non sono mai cambiati. Anzi, oggi sono più che mai attuali. Cominciamo dalla sicurezza, che vuol dire sicurezza preventiva, sicurezza protettiva e informazione. Per molte persone “sicurezza” significa “crash test”, ma le procedure in realtà cominciano molto prima. Il nostro obiettivo generale è di prevenire l’avvenimento di incidenti. Nei nostri bus troviamo i cuscini adattatori per bambini, un opuscolo sicurezza, uscite d’emergenza, retrocamera, schermo per la retrocamera, estintori. specchi retrovisori per la visione ravvicinata, fari bi-xeno, luce di cortesia sulle porte. I test di impatto laterale e impatto frontale vengono eseguiti in pendenza, in accordo con la normativa R66, così pure il test di rotolamento del veicolo per verificare come si comporterebbero i nostri veicoli nel caso di collisioni, la resistenza del tetto dell’autobus, la funzionalità delle cinture di sicurezza, la resistenza dell’autobus nel suo punto più debole (il tetto), il danneggiamento e i rischi per il conducente e infine abbiamo previsto l’inserimento di un barra paraincastro per pro-

Coi Volvo 7700 il Direttore Generale Paolo Radaelli ritiene di poter far “schizzare” verso l’alto i dati non entusiastici relativi al segmento. Obiettivo per il 2009: vendere 160 unità nel mercato turistico e 130 in quello interurbano, con una quota rispettivamente pari al 20 e al 10 per cento del mercato italiano. Al Salone anche il Volvo B9R Elegance, un autobus per il trasporto interurbano e turistico. teggere i conducenti delle vetture in caso di impatto frontale. Per quanto riguarda la qualità, da sempre il nostro punto di forza è il rapporto di collaborazione col cliente. Per la cura dell’ambiente abbiamo sviluppato motori alternativi, carburanti alternativi, motori che ottimizzano il carburante. Tali caratteristiche fanno ben sperare nel buon riscontro da parte della clientela”. Attualmente in Italia la popolazione di autobus Volvo è pari a 1.700 unità. Volvo Bus Corporation in Italia va forte nel mercato turistico: di questi 1.473 sono bus turistici, 240 interurbani, 23 urbani. Parlando del segmento dei veicoli superiori alle 12 tonnellate, nel 2006 Volvo ha venduto nel nostro Paese 89 unità su un totale di 740, detenendo una quota di mercato pari al 12 per cento. Nel primi dieci mesi di quest’anno, il numero di unità si è fermato a 64 e la quota al 9,5 per cento. Meno florido l’andamento nel mercato interurbano: 27 unità vendute nel 2006, pari a una quota di mercato del 2,8 per cento. Nei primi dieci mesi di quest’anno i dati sono rispettivamente 20 unità e 2,2 per cento. “Ma le cose - ha proseguito Radaelli - andranno decisamente meglio

In alto, l’interurbano speciale Volvo 7700 con motore da 360 cavalli e lunghezza di 12 metri. Sopra, l’elegante 9900 FL.

nel 2009. I nostri obiettivi sono di arrivare a quota 160 unità nel mercato turistico e 130 in quello interurbano, con una quota rispettivamente pari al 20 e al 10 per cento”. Co me? Naturalmente puntando sulla gamma bus Volvo 9700 e 9900 FL. Le misure. Nel primo caso: Telaio B12B, motore DH12E, lunghezze 4x2 12,3 m, 6x2 13 m e 6x2 13,8 m. Nel secondo: telaio B12B, motore DH12E, lunghezze 4x2 12,3 m, 6x2 13,0 m e 6x2 13,8 m. i mezzi esposti al Salone di Verona hanno un nuovo frontale con luci bi-xeno (di serie su Prestige) e luci di marcia diurna a Led, nuovo retro con luci miste Led-Incandescenza, spoiler A/C (per versioni 3 assi.) Per quanto riguarda il design, i modelli Volvo si caratterizzano per la nuova plancia in materiale soft touch e nuovo impianto elettrico totalmente multiplexer con gestione integrata del sistema di climatizzazione (in produzione sul modello 8700 sin dal 2001). La plancia strumenti nel Volvo 9900 FL ha un design tutto nuovo: andamento della metratura esterna che segue l’inclinazione del pavimento passeggeri e porta dell’autista della massima accessibilità. Solo in versione Prestige 460 cv equipaggiamento extra di serie e colori interni esclusivi. Poi troviamo la gamma Volvo 8700, 8700LE, 8700 RLE. Nel primo e secondo caso motore DH12E 340 cv, lunghezze 4x2 10,8 m e 4x2 12. Nel terzo caso motore D7E 290 cv e lunghezza 4x2 12 m. Il motore DH12E prevede nuove motorizzazioni Euro 4 (420 e 460 cv) ed Euro 5 (420 cv) e sistema d’iniezione di urea (tecnologia SCR). “Volvo - ha precisato il direttore generale di Volvo Bus Italia - ha sperimentato la soluzione ibrida SCRT già dal 2003. L’efficienza del motore è stata incrementata e i consumi migliorati di circa il 7 per cento, incluso il consumo di urea”. Il cambio d’olio è a 12 mesi oppure 100.000 km. Ma le vere “attrazioni” allo stand del Salone “Bus & bus business” erano gli interurbani speciali, la gamma superiore alle 12 tonnellate, con la quale Radaelli ritiene di poter far “schizzare” verso l’alto i dati non entusiastici relativi al segmento: Volvo 7700, con motore D9B310 da 360 cv e lunghezze di 4x2

monoblocco, albero a camme in testa, unità iniettori e quattro valvole per cilindro. In combinazione con il sistema di filtraggio SCR, il motore garantisce un livello di emissioni minimo in conformità con gli standard Euro 4. Le sospensioni completamente pneumatiche e i freni a disco sono di serie. Le dotazioni standard prevedono anche un cambio manuale completamente sincronizzato a 6 velocità. È inoltre possibile scegliere l’opzione I-Shift, un cambio manuale a 12 velocità con un sistema di cambio marce automatico, a comando rapido e dinamico. Con il sistema di frenata disco antibloccaggio EBS, il programma di cambio delle velocità interagisce con i diversi sistemi di frenatura per garantire manovre delicate ma sicure riducendo sensibilmente l’usura dei freni. B9R Elegance è un autobus da turismo e interurbano con tutto il potenziale per un’ottima redditività. Il motore D9B è dotato della stessa concezione di base del motore D13A più potente. Offre una coppia elevata a partire dai bassi regimi garantendo un’ottima potenza anche a bassi giri. Il motore offre un’eccezionale guidabilità grazie a una gamma di regimi molto ampia. Il turbocompressore è dotato di una valvola westgate che amplifica le pressioni e che pertanto consente potenze più elevate. Il design è particolarmente leggero. Gli ingranaggi di distribuzione del motore sono posizionati sul lato del volano del motore. Il gruppo motore risulta più compatto ed è stato possibile posizionare la presa di forza sulla parte posteriore del motore. Il design garantisce inoltre un funzionamento del motore più silenzioso. Le varie funzioni del motore sono completamente controllate dal sistema di gestione del motore Volvo EMS, che contribuisce alla riduzione del consumo di carburante e delle emissioni di gas di scarico. Il sistema rende inoltre possibile l’integrazione di funzionalità di diagnostica e rilevamento guasti. 109 OFFICINE AUTORIZZATE

Paolo Radaelli, direttore generale di Volvo Bus Corporation. 12 m e 6x2 18 m; Volvo 7700 CNG, con motore G9A260 da 300 cv e stesse lunghezze del precedente. In dotazione troviamo la nuova generazione di cambio I-Shift, processore della centralina cinque volte più potente e memoria 3 volte più capiente, frizione del tipo a spingere con attuatore coassiale all’albero, nuovo carter alleggerito e più silenzioso, quattro nuovi programmi e due tipi di leve, nuovo rallentatore con curva di rallentamento più lineare, cambio dell’olio a 400.00 chilometri o tre anni. Tra le novità di Verona il Volvo B9R Elegance, un autobus per il trasporto interurbano e turistico. Il motore posteriore è un’unità diesel da 9,4 litri in linea a sei cilindri, con una potenza di 340 o 380 hp che garantiscono un’ottima potenza anche a bassi giri. Il motore soddisfa i requisiti dell’Unione Europea in materia di emissioni dei gas di scarico in conformità con lo standard Euro 4. Il telaio B9R è una combinazione di sistemi e componenti affidabili, provati e verificati uniti alla nuova tecnologia della piattaforma TX di Volvo. Insieme al motore e agli allestimenti altamente moderni di Sunsundegui, il risultato è un autobus economico, versatile e sicuro con proprietà di guida eccellenti. È stato progettato per un ciclo di vita durevole, senza problemi e con lunghi intervalli di manutenzione. La serie D9B 340/380 rappresenta oggi il più moderno motore diesel sul mercato. È dotato di turbocompressore con intercooler e di testata

“Oltre all’offerta completa di veicoli e soft products - ha aggiunto Paolo Radaelli - il nostro punto di forza sta nella rete di assistenza Volvo, composta di 109 officine autorizzate in Italia, specializzate nella manutenzione e nella riparazione di autobus Volvo. In esse si trova personale altamente qualificato in grado di offrire il miglior servizio di assistenza sul veicolo completo, grazie a training specifici e costanti aggiornamenti”. Volvo Action Service è il servizio 24 ore in tutta Europa, che prevede l’intervento in caso di fermo macchina, assistenza finanziaria White List, consulenza tecnica Help-Desk, noleggio autobus sostitutivo e consegna ricambi. Il magazzino centrale è ubicato a Gent in Belgio, ma un magazzino di supporto si trova a Bologna (sulla S6 ad Angola dell’Emilia), per la fornitura di ricambi urgenti (tra le 24 e le 48 ore), il servizio consegna Vehicle Off Road con servizio taxi dedicato. In Europa sono 3 i magazzini centrali, 8 quelli di supporto. Volvo Blue Contract è invece il contratto che copre tutti i costi relativi alla manutenzione preventiva. Volvo Silver Contract il contratto che copre tutti i costi relativi alla manutenzione preventiva e alle riparazioni della catena cinematica. Volvo Gold Contract il contratto che copre tutti i costi relativi alla manutenzione preventiva e alle riparazioni. Tra i contratti di servizio a disposizione per la gestione della flotta troviamo Dynafleet online: rapporti periodici sull’operato del veicolo e dell’autista, posizione in tempo reale del veicolo e della flotta, pianificazione degli intervalli di servizio, monitoraggio delle ore di guida/riposo, l’invio di SMS da e per la flotta, interfaccia web per una gestione facilitata dall’ufficio.


Nuovo Volvo 9700: squisitamente Sicuro Volvo 9700 Nuovo Volvo 9700: l’autobus più sicuro costruito da Volvo. Potremmo riempire tutta la pagina con descrizioni dei sistemi di sicurezza installati quali il Programma di Stabilità ESP. Tuttavia vogliamo concentrarci su sistemi di sicurezza che solo Volvo porta nel mondo dell’autobus: FIP Front Impact Protection e KIP Knee Impact Protection per la protezione dei vostri autisti. Entrambe contribuiscono alla riduzione dei rischi in caso di impatto frontale, ma la vera novità è data da FUPS Front Underrun Protection System una Barra Paraincastro che protegge i passeggeri di un’ipotetica vettura che si scontrasse col vostro autobus. Per saperne di più sulla sicurezza e sui nuovi autobus Volvo, visitate il nostro sito www.volvobus.it. Benvenuti a bordo!

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IL MONDO DEI TRASPORTI • Dicembre 2007

SCANIA BUS ITALIA / AL SALONE DI VERONA ILLUSTRARE LE FUTURE STRATEGIE

Rasmusen: “Competitivi su tutti i fronti” di Massimiliano Campanella VERONA - “Siamo fiduciosi, abbiamo una gamma completa, tecnologia motoristica all’avanguardia e siamo pronti a prenderci una fetta anche del mercato italiano privato, che a differenza del trasporto pubblico non è in crisi duratura. Certo, molto dipenderà dalle politiche d’investimento che verranno decise a livello nazionale e locale per la necessità di rinnovare il parco circolante nazionale vecchio ed inquinante. Ma in alcune regioni d’Italia si registrano già segnali confortanti”. A parlare è l’ingegner Bengt Rasmusen, 47 anni, svedese, dal primo gennaio 2005 Amministratore Delegato di Scania Bus Italy, dopo cinque anni trascorsi come Direttore Post-Vendita presso l’Italscania di Trento. Un manager che trascorre il tempo libero con la famiglia, ama cucinare e viaggiare, ed è un grande appassionato di meccanica e di macchine americane sportive. Al Salone “Bus & Bus Business 2007” di Verona la Casa di Södertälje ha esposto i quattro veicoli che rappresentano l’intera gamma di modelli urbani e interurbani di Scania Omni, mentre un nuovo modello rafforza la presenza di Scania nel segmento in rapida crescita degli interurbani: Scania OmniExpress, disponibile in esecuzioni per il servizio di linea o regionale. A lato dei veicoli, la tecnologia EGR, che consente una riduzione delle emissioni con i massimi vantaggi per gli operatori: tre nuovi motori per l’impiego urbano che utilizzano carburanti rinnovabili e che soddisfano la norma Euro 5 ed EEV (Enhanced Environmentally friendly vehicle, ovvero veicolo ecologicamente avanzato), coi quali Scania si sta impegnando per favorire il passaggio a un sistema di trasporti sostenibile. La Casa svedese è dunque pronta a sgomitare tra le concorrenti, per appropriarsi di una fetta anche del mercato italiano, che i manager Scania prevedono in crescita, almeno in relazione al mercato privato del settore gran turismo. “Il settore trasporti pubblici - ha dichiarato Rasmusen leggendo i dati statistici - soffre per il secondo anno consecutivo. Nel 2004 e nel 2005 il mercato è stato relativamente alto con 3.300 immatricolazioni registrate. Nel 2006 ha perso una quota pari a quasi il 20 per cento e i risultati di quest’anno si prospettano peggiori. I dati delle immatricolazioni di ottobre mostrano un calo del 27 per cento, meno 710 autobus, comparato con lo stesso periodo del 2005. Il settore del gran turismo,

La Casa di Södertälje ha esposto i quattro veicoli di Scania Omni, mentre un nuovo modello rafforza la presenza nel segmento degli interurbani: OmniExpress, disponibile per il servizio di linea o regionale. L’Ad Bengt Rasmusen sottolinea con orgoglio il nuovo accordo con la milanese Atinom per la fornitura di autobus urbani a etanolo ma precisa: “I nostri partner principali nei settori interurbano e gran turismo continueranno a essere Irizar e De Simon”.

che al contrario è un mercato privato, si può ancora considerare a un buon livello, stabile con circa 700 pullman registrati nel 2005-2006 e il 2007 si concluderà con lo stesso volume. La previsione del mercato totale 2007 è di massimo 2.700 autobus immatricolati. Nel periodo da ottobre 2006 a ottobre 2007 Scania, rispetto allo stesso periodo dei 12 mesi antecedenti, ha mantenuto la sua posizione, addirittura incrementando leggermente le vendite e la quota di mercato totale. Certamente anche noi ci siamo confrontati con una situazione non particolarmente brillante e un mercato che soffre, rispetto al passato, della mancanza di investimenti nel settore trasporti pubblici”. E per il prossimo anno? “Scania avrà tutte le armi - ci ha risposto Rasmusen - per essere competitiva sul campo, siamo fiduciosi. Se le attuali tendenze vengono confermate, in Italia si prevede un mercato crescente per il 2008, con un volume totale di più di 3.000 unità immatricolate. La domanda di autobus a metano ha avuto un incremento rispetto agli anni passati, ma oggi con la disponibilità di motori diesel

EEV ed Euro 5, si prevede che tale richiesta subirà un rallentamento, essendo, sotto tutti gli aspetti, gli autobus con motori diesel e ad etanolo, la scelta economicamente più conveniente anche in termini di infrastrutture”. TANTE NOVITÀ PER TUTTE LE ESIGENZE E veniamo ai mezzi. Tra le “attrazioni” principali l’autobus Scania per il servizio suburbano e interurbano: OmniLink 4x2. Un autobus a due assi e accesso ribassato con allestimento Scania Omni completamente in alluminio, tutti i sedili rivolti nel senso di marcia, motore longitudinale sul lato posteriore, disponibile in diverse lunghezze a due o tre assi, motori diesel o a bioetanolo da 270-310 cv a norma Euro 4, Euro 5 o EEV, tutti dotati di Scania EGR (ricircolo dei gas di scarico). Accanto, la novità dell’inverno 2007: l’autobus interurbano per il servizio di linea OmniExpress 6x2. Un nuovo autobus per il servizio interurbano e regionale con struttura in acciaio inox, comfort a tre stel le, capienti bagagliere sottopavi-

Scania produce autobus a etanolo (sopra) dal 1989. Un mercato in crescita anche in Italia, come testimonia il nuovo accordo siglato con una società milanese per la fornitura di autobus urbani alimentati con questo combustibile alternativo. In alto, l’Hibryd Concept, una nuova sfida lanciata dal costruttore svedese per la mobilità eco-sostenibile.

mento, rampa per sedia a rotelle opzionale in corrispondenza della porta centrale. Disponibile con motori Euro 4 da 310 a 470 cv dalla coppia elevata con Scania EGR e cambio Scania Comfort Shift e Scania Opticruise, configurazione a due o tre assi, ESP (Elektronisches Stabilitätsprogramm, ovvero programma elettronico di stabilità) opzionale. A seguire, l’autobus per il servizio urbano: OmniCity 4x2. Un autobus ur-

Bengt Rasmusen, amministratore delegato di Scania Bus Italia. bano a due assi a pianale totalmente ribassato con allestimento Scania Omni completamente in alluminio. Equipaggiato con il nuovo motore Scania 9 litri EEV da 280 cv con sistema di iniezione XPI, turbina a geometria variabile e sistema Scania EGR, posizionato trasversalmente sul lato posteriore. Disponibile nelle versione a due assi da 10,80 e 12 metri ed oggi anche con il nuovo motore Scania 9 litri da 270 cv a bioetanolo a norma EEV dotato di sistema Scania EGR. Accanto, il “fratello” autobus per il trasporto sostenibile: OmniLink 4x2 a bioetanolo. Un autobus equipaggiato con il motore diesel a bioetanolo pronto a ridurre le emissioni di CO2 del 90 per cento. Un autobus a due assi e accesso ribassato con allestimento Scania Omni completamente in alluminio, motore longitudinale sul lato posteriore, disponibile oggi anche con il nuovo motore Scania 9 litri da 270 cv a bioetanolo. “Scania produce autobus a etanolo dal 1989. Nel campo delle fonti rinnovabili - ha dichiarato l’Amministratore Delegato di Scania Bus Italy - oggi siamo in grado di offrire autobus a etanolo e cento per cento RME quale combustibile alternativo, una nicchia di mercato che ha grandi potenzialità e

fortissima, continua richiesta da parte degli operatori, sia per motivi politici ma soprattutto per richieste provenienti dal pubblico. Scania è orgogliosa di aver siglato un nuovo accordo, che segue quello con ATC a La Spezia, con una seconda società della provincia di Milano (l’Atinom di Magenta, ndr) per la fornitura della nuova generazione di autobus urbani ad etanolo. I nostri partner principali nei settori interurbano e gran turismo continueranno a essere Irizar e De Simon, entrambi hanno recentemente lanciato i loro nuovi prodotti innovativi, in particolare il De Simon Millemiglia e l’Irizar i4, in linea con la filosofia della qualità Scania. Il panorama italiano continuerà a essere caratterizzato dalla posizione dominante del prodotto nazionale, Irisbus, seguito della casa tedesca Mercedes-Setra. Ma in tale scenario Scania ricoprirà un ruolo importante e continuerà, assieme ai suoi partners, a offrire prodotti sempre più competitivi e servizi sempre più apprezzati dagli operatori”. Novità assoluta di Verona i motori Scania Euro 5 ed EEV con Scania EGR. Il nuovo motore a etanolo altamente efficiente di Scania è conforme alle norme EEV. Grazie alla combustione diesel, la sua efficienza termica è pari a quella di un motore diesel. Prodotto dalla canna da zucchero brasiliana, l’etanolo riduce le emissioni di CO2 fossile del 90 per cento. Coppia elevata fin da un basso numero di giri. A seguire, il motore Scania 12 litri da 480 cv Euro 4 con Scania EGR, un nuovo potente motore Scania da 480 cv per gli autobus Gran Turismo, dotato di sistema di iniezione HPI, eccellente guidabilità con coppia elevata fin da un basso numero di giri e controllo delle emissioni con ricircolo dei gas di scarico Scania EGR. “Dopo cinque anni di sviluppo allo Scania Technical Centre di Södertälje - ha precisato Rasmusen le versioni a 5 e 6 cilindri in linea andranno a sostituire gradualmente l’attuale gamma nell’arco dei prossimi anni. Nell’Unione europea lo standard Euro 5 diventerà obbligatorio da ottobre 2009. Ma fin dall’inizio la nostra nuova piattaforma di motori è stata ottimizzata per l’EGR e per Scania XPI, il nuovo sistema d’iniezione. Questa decisione è stata indotta dalle esigenze e dagli obiettivi di prestazioni ed economia dei consumi nonché di prestazioni ambientali coerenti, robustezza e re golarità di funzionamento. Con l’EGR, le emissioni vengono ridotte già in fase di combustione, eliminando la necessità di impianti di post-trattamento e serbatoi per trasportare additivi a bordo del veicolo. Scania assicura il controllo di tutte le fasi strategiche nello sviluppo dei motori e nel controllo delle prestazioni: sviluppo e produzione di base del motore, gestione del motore, iniezione di carburante e controllo delle emissioni”. In termini di economia dei consumi, la nuova gamma di motori è stata sviluppata per eguagliare esattamente la gamma di motori Euro 3 ed Euro 4 di Scania. La loro coppia elevata fin dai bassi regimi garantisce la possibilità di risparmiare più carburante richiedendo un rapporto al ponte più veloce. Tutti i motori sono stati messi a punto per erogare la coppia massima da 1.000 giri/min per una maggior potenza a velocità ridotta e la massima guidabilità. La coppia massima arriva a 1.350 giri/min per il 9 litri e a 1.300 giri/min per il 13 litri. Il rapporto medio coppia-potenza (Nm/cv) nella gamma dei 5 e 6 cilindri (Euro 4 e 5) da 300-500 cv è superiore rispetto alla concorrenza. Il rapporto per ciascuno dei nuovi motori Scania EGR è superiore a quello di qualsiasi concorrente nella stessa categoria di potenza. Gli intervalli di cambio dell’olio per la nuova piattaforma di motori sono stati prolungati. Ciò incide positivamente sull’operatività e gli interventi di manutenzione programmati.


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IL MONDO DEI TRASPORTI • Dicembre 2007

VOITH TURBO / FESTEGGIATI I 25 ANNI DI ATTIVITÀ IN ITALIA

Giaconi: “Sarà sempre la qualità a distinguerci” Un quarto di secolo è bastato a Voith Turbo per raggiungere anche nel nostro Paese importanti traguardi commerciali e consolidare un’immagine di forte professionalità. Le sfide del futuro hanno uno scopo ben preciso: la soddisfazione totale del cliente. Da gennaio Eva Katharina Zimmer al timone dell’azienda di Reggio Emilia al posto di Alessandro Giaconi. za per il cambio. “Sono anche a disposizione dei componenti di rotazione del cambio Diwa - precisa il dottor Giaconi - Assieme alla immediata disponibilità, queste parti di rotazione assicurano all’utilizzatore di acquistare cambi prodotti e testati secondo i severi standard di serie dei costruttori di autobus e conformi agli ultimi aggiornamenti tecnici della Voith”.

di Fabio Basilico REGGIO EMILIA - Un quarto di secolo rappresenta un importante traguardo per un’azienda. Cinque lustri sono un tempo più che ragionevole per vantare una presenza solida sul mercato, fare bilanci e pensare al futuro. È quanto ha festeggiato Voith Turbo al traguardo dei suoi primi 25 anni di attività nel no stro Paese, radunando collaboratori e clienti presso il suo stand al Salone dell’Autobus di Verona. Parte integrante del gruppo tedesco Voith, Voith Turbo è lo specialista tedesco dei sistemi idrodinamici di comando, accoppiamento e frenatura per applicazioni su strada, ferrovia e industria nonché specialista nella propulsioni navali. “Voith Turbo - racconta con orgoglio Alessandro Giaconi, Managing Director di Voith Turbo Srl - ha investito molto sul mercato italiano, impegnandosi a fondo in tutti questi anni per consolidare un’immagine aziendale fatta di prodotti e servizi improntati alla qualità. Possiamo dire di aver raggiunto un buon livello, ma ovviamente non ci fermiamo qui: è nostra intenzione continuare a migliorarci per offrire sempre di più alla nostra clientela”.

FUTURO TINTO DI ROSA Per il futuro, Alessandro Giaconi è più che ottimista. “Abbiamo alle spalle un’azienda madre forte, con obiettivi chiari e una provata capacità innovativa - conferma - questo ci garantisce una base sicura su cui continuare a lavorare per crescere. Basti pensare che Voith Turbo ha ben 7.000 brevetti in essere e 400 brevetti vengono depositati ogni anno. Inoltre, il 7 per cento del fatturato viene investito in Ricerca e Sviluppo. Un dato non trascurabile”. Nel futuro di Voith Italia c’è una donna sul ponte di comando. Si chiama Eva Katharina Zimmer. Nata in Germania e cresciuta in Lussemburgo, la signora Zimmer ha studiato Matematica a Firenze e Scienze Economiche all’Università di Modena, acquisendo una padronanza della lingua italiana davvero esemplare. Dopo gli studi, ha iniziato a lavorare nel settore dello sviluppo di software, a cui ha fatto

ACCOMPAGNANDO LA CRESCITA Non parla certo a sproposito Alessandro Giaconi, una vita professionale trascorsa impegnandosi per la crescita del marchio Voith in Italia. È lui la persona più indicata per fare un bilancio di questi 25 anni, dal momento che è stato protagonista dello sviluppo più recente di Voith Turbo nel Belpaese. Il dottor Giaconi, che lascerà il prossimo 31 dicembre la guida di Voith Turbo Italia a Eva Katharina Zimmer, dal 1° gennaio 2008 nuovo Managing Director della filiale italiana di Voith Turbo, è un uomo che conosce profondamente sia Voith che il mondo di cui Voith fa parte. Già nel 1969 inizia a occuparsi del marchio tedesco, all’interno della Greco Spa, società di Reggio Emilia impegnata nella costruzione di locomotive Diesel e che all’epoca si occupa anche della vendita dei primi prodotti Voith in Italia. Dalla fine degli anni Settanta, Alessandro Giaconi si occupa a tempo pieno di Voith, un marchio ambizioso che ha voglia di farsi conoscere anche presso il pubblico italiano e che necessita di molte attenzioni e di persone capaci. Nel 1982 nasce ufficialmente Voith Italia e all’interno della nuova società Giaconi inizia a occuparsi delle vendite e degli aspetti connessi alla rete di assistenza. Dal 1° ottobre 1996 diventa Managing Director, succedendo a Learco Coccolini, primo direttore dell’azienda nonché direttore della Greco Spa. Reggendo con passione e competenza le sorti della società emiliana, Alessandro Giaconi ha contribuito a consolidare la crescita del marchio e ha preparato le nuove grandi offensive sul mercato. Giaconi ha guidato con determinazione Voith in un periodo caratterizzato da importanti cambiamenti sia sul mercato che all’interno della Voith Germania. Nel 1992 Voith Turbo Italia si è trasferita nella sede attuale di Reggio Emilia, in via Lambrakis 2. La società fa affidamento sulle capacità di 50 dipendenti e offre servizi di marketing, assistenza tecnica e post-vendita per i prodotti strada, ferrovia e industria. “Il mercato dei cambi - dice Alessandro Giaconi - ci vede protagonisti al fianco della concorrente ZF. La nostra quota di mercato è del 65 per cento e, per quanto riguarda le vendite prodotti a

vantaggio della Casa madre, registriamo in Italia un fatturato di 50 milioni di euro, suddivisi tra tutti i settori in cui Voith Turbo opera. Per quel che più direttamente ci riguarda, il fatturato di Voith Turbo Srl nel post-vendita tocca la cifra di 12 milioni di euro, con una maggioranza percentuale relativa al settore strada (60 per cento), seguito da ferrovia (30 per cento) e per il resto dalle applicazioni industriali”. “Recenti pietre miliari del settore strada - continua il dottor Giaconi - sono la creazione di una rete di partner (attualmente sono 20) sempre più capillare sul territorio nazionale e quote di mercato sempre più crescenti; il tutto accompagnato dalla convinzione di fornire ai clienti in futuro più servizi”. Caratteristica che contraddistingue queste officine partner Voith è l’essere autorizzate con una procedura ben definita che fa riferimento a rigorosi standard di qualità. “La filosofia Voith che sta alla base del successo del nostro marchio - spiega Alessandro Giaconi si basa sull’impostazione innovativa e tecnologica della Casa madre, che propone sul mercato prodotti di qualità, duraturi, funzionali, unitamente a un servizio di assistenza improntato a criteri di eccellenza. Quello dell’assistenza, è risaputo, è un punto nevralgico per le aziende come la nostra. Logico quindi che su di esso puntiamo una forte attenzione. Il progresso in questo campo è seguire i cambiamenti del mercato, con una costante: la serietà, la professionalità e la disponibilità verso i clienti. In 25 anni di attività, ma posso confermare anche durante il precedente periodo in cui Voith aveva in Italia non una filiale ma una rappresentanza, la disponibilità verso il cliente è sempre stata elevata”. Del resto, la qualità del servizio è una posta in gioco troppo alta per non essere salvaguardata. Negli ultimi anni, il mercato è stato attraversato da processi di cambiamento che hanno modificato la percezione della qualità. “Per noi - aggiunge Alessandro Giaconi - è importante salvaguardare la qualità del prodotto originale. Il concetto di equivalenza è stato infatti male interpretato, con conseguente apertura di credito e di legittimazione verso prodotti semplice-

mente “copiati” e non rigorosamente “uguali” all’originale. Eppure, pur valutando positivamente le esigenze di una maggiore liberalizzazione generale che era negli obiettivi del legislatore, non bisogna dimenticare che il settore in cui noi operiamo è caratterizzato da un’estrema specializzazione e da elevati contenuti tecnologici. Un cambio automatico è un prodotto davvero unico in termini di struttura complessiva e di singolo componente, difficilmente “riproducibile” nella sua funzionalità e campo di utilizzo da un fornitore generico non in possesso dei requisiti essenziali di progettazione e innovazione proprie di una casa specializzata”. Occhi e menti puntati sulla qualità e sull’innovazione, dunque. In occasione del Bus&Bus Business 2007, il Salone internazionale del trasporto in autobus che si è tenuto il mese scorso a Verona, Voith ha presentato il suo nuovo programma Diwa Excellence, che stabilisce nuovi criteri di assistenza post-vendita di cambi automatici per autobus di linea e offre molto di più di un semplice Service. “Diwa Excellence - continua il dottor Giaconi - è un ampio programma di Service e assistenza ideato per aumentare la disponibilità del parco autobus e per ridurre i costi di manutenzione per gli utilizzatori, attraverso soluzioni su misura indipendentemente dalle dimensioni delle flotta”.

TAGLIO DEI COSTI CON DIWA EXCELLENCE Per quanto riguarda la riduzione dei costi, Diwa Excellence misura costi di riparazione e di revisione da un lato, e costi derivanti dall’impiego giornaliero dall’altro. I costi del carburante costituiscono altresì una voce essenziale tra i costi aziendali: già il 2-3 per cento della riduzione dei consumi rappresenta un risparmio considerevole. “Con Diwa Excellence - prosegue il Managing Director di Voith Turbo - Voith è in grado di dare indicazioni su come si riesce a ridurre il consumo di carburante. La centralina del cambio, inoltre, permette di ottimizzare i programmi di marcia di serie in base alle velocità media dell’autobus. Ulteriore elemento Diwa Excel-

Venticinque anni di storia Voith in Italia: accanto a Eva Katharina Zimmer e Alessandro Giaconi, Learco Coccolini primo direttore di Voith Turbo Italia. lence è l’analisi delle condizioni di marcia del veicolo attraverso la registrazione dei dati di esercizio”. La revisione preventiva è sempre più conveniente di una revisione a caduta. Di fronte a questo scenario, Diwa Excellence favorisce la revisione preventiva, con il vantaggio di una possibile pianificazione della revisione e quindi una più alta disponibilità del veicolo. “Diwa Excellence - dice ancora Alessandro Giaconi - mette a disposizione una serie di attività specializzate per una revisione preventiva. Ad e sem pio, l’Health Check così come la diagnosi a distanza del cambio. L’Health Check è destinato a cambi di un elevato chilometraggio e in particolare agli utilizzatori che desiderano ricevere prontamente e in modo conveniente informazioni precise riguardo lo stato del componente. Attraverso un esame completo del cambio e della periferia si può definire il giusto momento della necessaria revisione”. Va anche aggiunto che, dietro rilascio della licenza del software da parte dei produttori di veicoli, Voith offre l’ampliamento del software del cambio al fine di elaborare un modulo per un controllo permanente delle condizioni del cambio stesso. In questo modo si può individuare con sicurezza il momento ideale per una revisione preventiva, resa inoltre possibile dall’eventuale collegamento a un sistema di diagnosi a distan-

seguito un’esperienza nel settore bancario. Negli anni Ottanta, Eva Katharina Zimmer si è impegnata in uno dei primi progetti d’introduzione di sistemi di controllo per le banche italiane, mentre negli anni Novanta è stata responsabile della divisione “Pianificazione e Controllo” di un’importante compagnia di costruzioni italiana. Prima di entrare in Voith Turbo, Eva Katharina Zimmer ha guidato la divisione “Controllo” dell’azienda di trasporti ACT. “È mia intenzione - dichiara la dottoressa Zimmer - dare continuità ai progetti di sviluppo in essere. L’obiettivo rimane sempre lo stesso: ampliare la presenza di Voith Turbo presso la clientela italiana e dare ancora più risalto all’immagine di una società che ha fatto della qualità la sua mission primaria. Al fianco di settori importanti come strada, ferrovia e applicazioni industriali, abbiamo in programma di e sten dere la presenza Voith nel settore marino”. Il gruppo Voith è un punto di riferimento mondiale per l’industria della carta, delle trasmissioni di potenza, delle centrali elettriche e per i servizi industriali generali. Fondato il 1° gennaio 1867, il gruppo tedesco con sede a Heidenheim, che vanta circa 34mila collaboratori, un fatturato annuo di 3,7 miliardi di euro e oltre 250 filiali in tutto il mondo, è oggi una delle più grandi aziende familiari in Europa.


DIWA Excellence per tagliare i costi. La nostra missione. Disponibilità e costi – due criteri fondamentali per ogni azienda di trasporto pubblico. Voith Turbo leader nella tecnolgia dei cambi automatici per gli autobus di linea offre con DIWA Excellence un’ampia scelta di servizi ed assistenza. Sviluppato con competenza, professionalità e passione DIWA Excellence è la base per soluzioni configurate su misura per le

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