Il fanciullo e il vecchio saggio

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Il fanciullo e il vecchio saggio

favola di

verdefronda musa ispiratrice

Iride



Il fanciullo e il vecchio saggio

favola di

verdefronda musa ispiratrice

Iride


Il fanciullo e il vecchio saggio C'era un fanciullo molto sveglio, con un forte desiderio di conoscere ed imparare. Avendo sentito parlare dell'inferno e del paradiso un giorno chiese ai suoi genitori che luoghi fossero. I genitori, molto ben disposti, raccontarono al loro figlio ciò che sapevano e cioè che l'inferno era un luogo di tortura dove le anime dei dannati bruciavano nel fuoco, controllati dai demoni che erano esseri rossi con le corna. Il paradiso, sempre secondo i genitori, era un luogo di beatitudine dove arrivavano le anime dei buoni, quindi un mondo di nuvolette sospeso nel cielo dove regnava luce e tranquillità alla presenza del Dio creatore per restarne in perenne ammirazione.


Il fanciullo ascoltò tutto con molto interesse ma poi pensandoci sopra cominciò ad avere dei dubbi, molte cose gli sembravano strane e poco logiche. Ecco ciò che frullava in testa: “Le anime dei dannati se non avevano più corpo come facevano a soffrire nel fuoco? Forse si portavano all'inferno anche il corpo? E perchè i demoni non soffrivano anche loro nelle fiamme? E dove era questo strano luogo? Non di certo sotto terra perchè non c'è nessun accesso visibile. Il paradiso forse potrebbe stare nel cielo ma anche lì i beati hanno o non hanno un corpo? Se avessero un corpo cadrebbero giù, quindi vuol dire che non lo hanno, ma allora anche i dannati non lo hanno e quindi non possono soffrire. Le anime beate cosa fanno in paradiso? Stanno tutto il tempo in contemplazione di Dio? Credo che sia una noia mortale.” Così il fanciullo, un poco confuso, si convinse che doveva conoscere la verità. I genitori, in buona fede, gli avevano


raccontato ciò che sapevano ma lui era convinto che non era la verità . Pensa e ripensa, gli venne in mente che in un paese vicino abitava un vecchio saggio, un uomo barbuto dai profondi occhi azzurri ed i capelli bianchi che gli scendevano sulle spalle. Era una persona solitaria, molto buona e ben considerata dai suoi vicini, proveniva dal lontano oriente. Il fanciullo, di nascosto dai genitori, si allontanò da casa per raggiungere il posto dove abitava il vecchio saggio. Era una piccola casa in pietra dall'aspetto povero ma decoroso, il piccolo giardino attorno era ben curato. Bussò alla porta e poco dopo comparve l'anziano uomo che rimase molto meravigliato per la visita del fanciullo. L'uomo accolse con molta cortesia l'ospite facendolo entrare in casa e chiedendogli cosa desiderasse.


Il fanciullo con molta semplicità gli espose il suo problema, voleva conoscere la verità. Il vecchio lo guardò molto incuriosito “quale verità voleva conoscere un giovane fanciullo?” Allora lo invitò a sedersi sulla panca accanto a lui e con molto interesse ascoltò le sue domande circa l'esistenza dell'inferno e del paradiso. Dopo aver riflettuto per una decina di secondi il saggio così parlò: “Io credo che esistano veramente questi posti ma non dove e come si racconta, l'inferno è un luogo di punizione per chi si comporta male ma non è un luogo di fiamme né si trova sotto la terra. L'inferno è semplicemente qui sulla terra dove abitiamo noi e la punizione consiste nel rinascere in condizioni molto povere, dover lavorare duramente per tutta una vita materiale con sofferenze, disagi e malattie.

Il paradiso è pure qui sulla terra ed il godimento consiste nel rinascere in condizioni più agiate, senza sofferenze e malattie con una


giusta occupazione ed avere del tempo a disposizione da dedicare all'amore per gli altri, per ammirare il creato e quindi il creatore partecipando con lui alle bellezze del mondo e dell'universo, senza conoscere in alcun modo la noia”. Il fanciullo si illuminò, ringraziò il saggio e pensieroso si rincamminò verso casa. Le parole del saggio, sul ciclo continuo di vite impostate sul merito delle precedenti, gli parve molto giusto e logico. “Ma perchè allora molte persone credono ancora a tante fantasie e strani luoghi inesistenti? Perchè non cercano la verità? Forse gli fa comodo rimanere nell'ignoranza per non avere scrupoli del loro comportamento?” Ritornato a casa il fanciullo salutò i genitori e disse loro: “Vi ringrazio di avermi dato questa vita, perchè mi ha permesso di conoscere la verità, quella verità che ognuno deve riuscire a trovare per se stesso.” I genitori si guardarono in faccia con volto


interrogativo e senza ben comprendere le parole del figlio lo abbracciarono teneramente.

Fine


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favola di verdefronda

Edizione 2011


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