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Il distretto vivaistico per i paesaggi del futuro Innovazione, ricerca e collaborazione per il verde, per lo sviluppo ambientale, sociale e economico. Sono queste le direttrici tracciate con “Vestire il paesaggio” nel 2007. Inaugurato nella Sala Maggiore del Comune di Pistoia con uno splendido allestimento florovivaistico ideato da Vieri Bufalari, appositamente per quest’evento, e realizzato con la diretta collaborazione dei vivaisti con il coordinamento del Distretto vivaistico-ornamentale.
Pistoia, come sottolineato negli interventi di apertura degli organizzatori, il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia Ivano Paci e il Presidente della Provincia di Pistoia Gianfranco Venturi, è stata dunque proposta come sede di un ripensamento - riorganizzazione degli spazi verdi nella nostra vita e nelle nostre città, partendo dal nostro patrimonio culturale, architettonico e paesaggistico unico. Il Sindaco Renzo Berti ha evidenziato la necessità di costruire alleanze con tutti i soggetti della filiera verde e paesaggio per valorizzare appieno un settore che rende Pistoia famosa nel mondo.
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diretti (2500 lavoratori dipendenti) oltre all’indotto, la PLV è di oltre 320 milioni di euro di cui 180 esportati. Attività che trae proprio le sue origini dallo stretto legame con il territorio e con il paesaggio costruito della Toscana. Esperienze e commenti interessanti sono state proposte da Antoine Berger Presidente Elca (Associazione Europea Costruttori del Verde) e Gwen Byrne Presidente Ena (Associazione Internazionale del Vivaismo), che hanno sottolineato l’importanza di avere e creare spazi verdi in un contesto urbanizzato e di come questo significhi anche integrazione e socialità.
Per Giuliano Gori, l’ideatore della collezione d’Arte Ambietale alla Fattoria di Celle il tema del convegno si e’ sposato perfettamente con il senso che lui ha voluto dare alla creazione dell’arte ambientale a Celle.
Edoardo Chiti della C.C.I.A.A. di Pistoia ha tracciato un interessante percorso sulle origini ed evoluzione del vivaismo pistoiese. Nella splendida cornice di Villa di Celle, dove si sono svolte le sessioni di giovedì pomeriggio e di venerdì, si sono confrontate le idee sul paesaggio, da tutto il mondo. Giuseppe Serino, Dir. Gen. Dipartimento Politiche Strutturali e Sviluppo Rurale del Ministero delle politiche agricole, nel portare il saluto del Ministro Paolo De Castro, ha ricordato l’impegno del Ministero nel far emergere la domanda di ricerca direttamente dai produttori, coinvolgendoli nella definizione del livello di qualità che si vuole raggiungere nel paese, per un “made in Italy” dove piante e fiori entrino a pieno diritto. Renato Ferretti, ha illustrato le caratteristiche dell'attività vivaistica ornamentale che è concentrata nella Valle dell'Ombrone P.se ed interessa oltre 5.200 ettari, con circa 1000 ettari di vasetteria, 1500 aziende e oltre 5500 addetti
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Il Sottosegretario del Ministero beni e attività culturali Andrea Marcucci che ha fatto il suo intervento nella giornata di apertura affermando che il metodo di lavoro del convegno segue proprio l’idea di paesaggio come bene culturale e ambientale che il Ministero ha tracciato e porterà avanti. Un paesaggio, ha detto, che sappia coniugarne la bellezza alla sua finalità di risorsa e visto che Pistoia è leader nella produzione è stato il posto perfetto per far partire questo messaggio e far parte a pieno titolo di questo impegno. Anche l’Assessore regionale al governo del territorio Riccardo Conti ha partecipato ai lavori della giornata inaugurale la Regione Toscana fa parte del Comitato d’onore del convegno come Ministero per le politiche agricole, Ministero per i beni culturali e Università di Firenze, sottolineando che la Toscana, patria di un paesaggio splendido, ha bisogno di una nuova stagione di progettazione e costruzione dei paesaggi. Vestire il paesaggio, ha detto, è sicuramente un appuntamento che deve essere ripetuto e la Regione comprenderà il percorso avviato a Pistoia nell’attività relativa alla valorizzazione del paesaggio che sta organizzando. Durante le tre giornate di dibattito si sono alternati oltre 90 relatori provenienti da 13 paesi non solo europei quali Spagna, Belgio, Olanda, Irlanda, Francia, Regno Unito, Germania, Svizzera, Ungheria ma anche dall’Australia, Brasile e Stati Uniti e ricercatori e docenti provenienti da 11 Università Italiane e 5 straniere, oltre ai rappresentanti delle Associazioni Europee dei vivaisti, dei progettisti e costruttori del verde, dei paesaggisti e della rete europea per la convenzione del paesaggio. I temi affrontati sono stati molteplici ed hanno interessato diversi aspetti della produzione delle piante per scopi ornamentali, della progettazione, realizzazione e manutenzione del verde pubblico e privato. Particolare interesse hanno suscitato le esperienze di valorizzazione della ricerca di nuove soluzioni progettuali avanzate dall’Australia, della continua ricerca di nuove varietà, forme ed allestimenti delle piante ornamentali in una sorta di preparazione in vivaio per il loro futuro utilizzo a dimora. Come le nuove tecniche di realizzazione del verde pensile che può costituire una risposta alla crescente esigenza di ridurre il consumo di suolo per nuove urbanizzazioni; infatti i tetti verdi costituiscono una risposta ecologica ambientalmente sostenibile alle esigenze di sviluppo economico dei paesi avanzati sia in funzione di un minor fabbisogno energetico che per rispondere ai parametri stabiliti dal protocollo di Kyoto in materia di abbattimento dell’anidride carbonica. Sempre in questa direzione le nuove soluzioni di barriere verdi fonoassorbenti che costituiscono anche una risposta in termini di arredo delle aree urbane attraversate dalle infrastrutture di trasporto.
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Tutti gli interventi sono stati pubblicati sul sito internet di Vestire il Paesaggio e su quello del Verde Editoriale che ne ha curato la pubblicazione. Molto apprezzate le visite ai vivai del venerdì mattina con il successivo dibattito aperto moderato da Franca Gambini di Giardino Fiorito e da Luigi Carcone della RAI con la partecipazione di circa 30 vivaisti Pistoiesi.
Altrettanto apprezzate le visite alla Banca del Germoplasma del Cespevi che costituisce ormai una realizzazione d’interesse nazionale ed europeo per la ricchezza del materiale che vi è raccolto, all’Orto Botanico-forestale del Sestaione, al parco del Tettuccio, al parco di Pinocchio ed al giardino di Villa Garzoni. “Vestire il paesaggio” è stato così un vero forum dove studiosi, progettisti e produttori, oltre a svolgere le loro specifiche relazioni, hanno preso contatti, si sono scambiati indirizzi ed hanno prospettato possibili collaborazioni. Visti i risultati, è stata dunque una festa la consegna del Premio Pietro Porcinai, il famoso paesaggista fiorentino, che si è svolta oggi nella cornice del Convento di San Domenico dove faceva bella mostra di sé la fioritura del Roseto d’Europa, la creazione floreale della Provincia di Pistoia dedicata all’Europa Unita.
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Il Premio, nato al fine di ricordare la figura e l’opera del paesaggista Pietro Porcinai, viene assegnato a una realizzazione, progetto, saggio, ricerca o altra opera, che abbia contribuito significativamente all’affermazione e all’approfondimento dell’Architettura del Paesaggio in Italia. L’iniziativa, giunta alla sua quinta edizione, è organizzata da Il Verde Editoriale di Milano in collaborazione con la Provincia di Pistoia, la Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e il Comune di Pistoia.
Il Premio Pietro Porcinai 2007 è stato conferito unanimamente all’opera di restauro di Villa della Regina, progettata da Ascanio Vitozzi, Amedeo di Castellamonte, Filippo Juvarra e Baroni di Tavigliano e costruita tra il XVII e il XVIII secolo sulla collina di Torino e dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1997. Si tratta dell’unico esempio in Piemonte che coniuga le connotazioni architettoniche e paesaggistiche delle ville del centro Italia con il virtuosismo del barocco piemontese. Attraverso pazienti e puntuali ricerche d’archivio, sopralluoghi e ricognizioni presso altre residenze sabaude e non, l’architetto Federico Fontana e la paesaggista Renata Lodari, per incarico della Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Etnoantropologico del Piemonte, ente consegnatario del bene demaniale, hanno saputo ricreare l’atmosfera dell’epoca, riportando all'antico splendore gli ambienti interni come il parco e i giardini circostanti. E' da considerare meritoria e in forte relazione con il personaggio di Pietro Porcinai l'imponente opera di progettazione e di coordinamento, tra le molteplici professionalità intervenute, in quanto si inserisce in un processo più ampio che da alcuni anni sta coinvolgendo Torino e la sua area metropolitana.
Una menzione speciale del Premio Pietro Porcinai 2007 è andata al progetto di terapia della natura che trova concreta applicazione nelle terrazze terapeutiche del reparto di oncologia dell’ospedale di Carrara. L’iniziativa si ricollega a numerose esperienze internazionali che dimostrano l’importanza della disponibilità e della fruibilità di spazi verdi, anche di ridotte dimensioni, come elemento favorevole per il benessere dei pazienti in tutte le fasi della degenza. Al progetto hanno partecipato architetti del paesaggio, degenti e personale sanitario; esso è frutto della collaborazione tra la Asl 1 di Massa e Carrara, la Facoltà di Agraria dell’Università di Perugia e l’Anve (Associazione nazionale vivaisti esportatori). E’ stato segnalato inoltre nel Premio come esempio significativo il giardino del nuovo padiglione dell’emodialisi dell’Ospedale del Ceppo di Pistoia che è stato protagonista molto apprezzato di una visita guidata da parte dei convegnisti.
Hanno consegnato il premio Porcinai, alla presenza delle figlie del paesaggista Anna e Paola Porcinai, il Presidente della Provincia Gianfranco Venturi e il Sindaco di Pistoia Renzo Berti. Tra gli interventi, coordinati dal Presidente del Consiglio provinciale Marco Giunti, Maurizio Cantore, Direttore del Dipartimento Oncologico dell’Ospedale di Carrara, ha parlato dell’uso del verde per scopi terapeutici con il progetto dei terrazzi terapeutici in Oncologia a Carrara, Luigi Latini dell’Università di Venezia e Gianluca Chelucci dell’Associazione “Storia e Città” di Pistoia hanno ricordato la figura di Porcinai, Francesco Pizzarelli, Primario dell’Ospedale di Ponte a Niccheri ha parlato dell’accoglienza in Ospedale differenziando tra prendersi cura e curare e Marzia Onorari dell’ARPAT Pistoia e Franco Vannucci, Dirigente medico ASL 3 Pistoia, hanno parlato del verde pubblico e le piante allergeniche. L’Assessore alle riforme istituzionali ed al rapporto con gli Enti locali della Regione Toscana Agostino Fragai ha concluso i lavori sottolineando come con il convegno, di grande livello, si sia realizzata una azione di marketing che
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ha unito, accanto all’ormai imprescindibile rapporto persona - ambiente, temi come lo sviluppo ambientale, l’economia, l’indotto della produzione, la dimensione vitale delle città. Un intreccio, ha detto, che, vista la stabilita periodicità dell’evento, non potrà che dare sviluppi in cui tutti gli enti competenti e il settore saranno chiamati a dare il loro contributo. La presenza al convegno è stata sempre elevata con circa 500 congressisti dal 28 giugno al 1° luglio.
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Inoltre c’è stata la diretta dei lavori sul sito internet di TVL, www.tvl.it, che ha riscosso notevole successo toccando punte di oltre 500 collegamenti giornalieri dall’Italia e dal mondo (Finlandia, Inghilterra, Olanda, Svizzera, Spagna, Stati Uniti, ecc.), superando in totale i 1000 contatti. Anche il sito della Regione Toscana www.intoscana.it ha dato in diretta la cerimonia di apertura del convegno nella sala maggiore del Comune di Pistoia e la consegna del premio Porcinai.
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Omaggio a Pietro Porcinai Nell'ambito delle iniziative di Vestire il Paesaggio dedicate a Pietro Porcinai, oltre che all'allestimento di una mostra dedicata alla Biblioteca San Giorgio ed alcuni interventi al convegno del 1° Luglio presso il Convento di San Domenico è stata riprodotta in ristampa anastatica e consegnata ai relatori ed ai giornalisti partecipanti a Vestire il Paesaggio 2007 la riproduzione dell'opuscolo pubblicitario della Ditta Martino Bianchi, 1932 ca (Pistoia, Coli. Mario Lucarelli)
Pietro Porcinai e il "Servizio speciale di Architettura per Parchi e Giardini" del Grande Stabilimento Orticolo Toscano Comm. Martino Bianchi di Pistoia (1932-47) di Gianluca Chelucci (Associazione "Storia e Città) Il convegno "Vestire il Paesaggio" e le iniziative collaterali promosse intorno alla figura di Pietro Porcinai 1910-1986: il lavoro di un paesaggista italiano", mostra a cura di Luigi Latini, Tessa Matteini e Marco Cei; offrono l'occasione per presentare i primi risultati di una ricerca in corso, non priva di aggiornamenti e di spunti, che si inserisce sulla scia del recente interesse degli studi per la prima stagione creativa del paesaggista fiorentino. La ricostruzione del ruolo assunto negli anni 1932-33 come responsabile del 'Servizio speciale di Architettura per Parchi e Giardini' della Ditta Martino Bianchi, e della successiva collaborazione esterna, risulta propedeutica alla comprensione delle ulteriori tappe della carriera di Porcinai, in ordine all'ampia rete di contatti e al carattere delle committenze, all'acquisito bagaglio di competenze tecniche, alla familiarità dei rapporti con Bianchi ed con altri produttori pistoiesi come le ditte Capecchi, Caselli, la SBI di Raffaello Fedi, la ditta Fratelli Sgaravatti. Un legame che rimanda ad esperienze talora subordinate e condizionate da necessità aziendali e da modelli correnti che Porcinai - personaggio dal temperamento notoriamente determinato ed autonomo - non ha mai rinnegato, nella consapevolezza delle opportunità offertegli dal 'tirocinio pistoiese' e dal ruolo, davvero pionieristico e 'speciale' in quegli anni, svolto come "architetto di giardini" di una delle più prestigiose imprese vivaistiche d'Italia. Si avvertiva allora l'urgenza di superare una diffusa arretratezza e di favorire - con servizi e strumenti adeguati - il risveglio dell'arte dei giardini, "che fu già antica gloria italiana", profondendo "le stesse cure, tanto a giardini di pochi metri quadrati, quanto a quelli di qualunque vasta estensione [...]. Eppure anche il piccolo giardino, che tanto rallegra la casa moderna, può essere impiantato nel modo più
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economico ed artistico" (Grande Stabilimento Orticolo Toscano Cav. Uff. Martino Bianchi. Catalogo generale, n. 65, settembre 1932, p. 120). Senza trascurare le richieste di più elitario appannaggio, la divulgazione di un gusto formalmente sobrio e consapevole, rapportato all'individuo ed esteso anche a temi squisitamente sociali, veicolava un'estetica - di marca nordica, secessionista - che si sarebbe affermata nel proseguo degli anni: "secondo quanto si possa pensare il giardino d'oggi deve essere intimo, confortevole, abitabile [...]. Deve essere secondo i gusti ed i bisogni del vivere moderno. Se d'estensione limitata, deve anche riflettere il gusto di chi lo fa costruire [...]. Come per la concezione e la realizzazione degli interni si ricorre all'Architetto e al Decoratore così il giardino dovrà essere l'opera dell'Architetto di giardini e del giardiniere, in collaborazione col proprietario" (ibidem). Stante la perdita dell'archivio aziendale dei vivai Bianchi, l'indagine - condotta a partire dalla documentazione conservata nell'Archivio Porcinai di Fiesole (corrispondenza, disegni, fotografie) - si è estesa alla verifica dei materiali residui sparsi in archivi di enti e in raccolte private, al riscontro della documentazione bibliografica d'epoca e dei contributi più recenti, permettendo l'acquisizione di vari elementi conoscitivi, molti dei quali inediti. Particolarmente utile si è rivelato lo spoglio dei cataloghi di vendita della Ditta Bianchi, seguiti con particolare attenzione da Porcinai (e corredati di progetti-tipo autografi): dalla prima presentazione del 'Servizio speciale di Architettura per Parchi e Giardini' (apparsa anche in forma ridotta, nell'opuscolo qui offerto in ristampa) sino alla cooperazione e alla consulenza per l'immagine grafica di copertine e di marchi aziendali eseguiti negli anni Quaranta. Numerose e notevoli le commissioni pubbliche e private e gli interventi attuati da Porcinai negli anni Trenta e Quaranta per conto della Ditta Bianchi, sparsi un po' ovunque all'estero (Albania) e in Italia (da Sabaudia a Carbonia, da Catania a Torino, da Benevento a Trieste, da Ascoli Piceno a Cesena, da Roma a Forlì, da Lecce a Rapallo, da Portofino a Como), nella provincia toscana (da Firenze a Arezzo, fino a Grosseto, Lucca e Pisa) e nella stessa Pistoia (tra cui le proposte per la nuova sistemazione del Campo Marzio e dei giardini dei RR. Spedali Riuniti). Elemento simbolico e rivelatore di privilegiate affinità, resta - nel Cimitero della Misericordia - la misurata "sistemazione arborea" della Cappella funebre di "Martino Bianchi e la sua famiglia", a corredo della costruzione ideata da Nello Baroni nel 1941, ispirata ad un novecentismo depurato, di rimando pierfrancescano, e ad una stemperata retorica ruralista: naturale e 'aggiornato' tributo ad uno dei padri del vivaismo pistoiese.
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Appunti… sul verde ed il paesaggio
“…L`Ingegneria Naturalistica è una “disciplina tecnico-scientifica che, attraverso metodologie proprie dell'ingegneria e sulla base di criteri meccanici, biologici ed ecologici, utilizza come materiale da costruzione piante vive o parti di esse in abbinamento con altri materiali, preferibilmente naturali, quali: pietrame, legno, terra. biostuoie, biotessili, ecc. e sussidiariamente metallici o sintetici...” Paola Sangalli
“… Certo, l'esperienza pittorica è importante, ma quanti altri progettisti di giardini possono contare un’altrettanta profonda conoscenza della natura, delle piante, dei fiori. Roberto Burle Max, è vero, ha scoperto ed ha raccontato nei suoi giardini le peculiarità plastiche e quelle pittoriche di ogni pianta, lo ha fatto con straordinaria conoscenza delle esigenze ambientali di ciascuna pianta ed ha usato, questa sua conoscenza, con una sensibilità che ha dell'innaturale…”
“…In estrema sintesi, secondo l’esperienza maturata durante il progetto RISVEM, le linee guida per una progettazione del verde urbano e periurbano possono così riassumersi: impostare qualsiasi pianificazione e progettazione solo sulla base di un’adeguata conoscenza delle risorse; una volta riconosciuta l’unicità del verde urbano incrementare la connettività ecologica delle aree verdi; prevedere opere e strutture atte a favorire la sosta di specie desiderabili; evitare, ove sia prevedibile un rischio, la presenza di fattori che favoriscano specie indesiderate; perseguire modelli strutturali che rispondano alle richieste dei cittadini; ipotizzare la realizzazione di aree verdi anche di tipo temporaneo alle quali comunque affidare lo svolgimento di importanti funzioni di carattere ecologico ed ambientale; adottare schemi di realizzazione, standard di materiali e tecniche di impianto che favoriscano la successiva manutenzione e garantiscano il pieno successo dell’opera; utilizzare manodopera che sia adeguatamente formata...” Giovanni Sanesi
Giulio G. Rizzo
“…Gli obiettivi della Convenzione Europea sono quelli di “ promuovere, presso le autorità pubbliche, l’adozione di politiche di salvaguardia, di gestione e di pianificazione dei paesaggi e di organizzare la cooperazione europea nelle politiche di settore”. Con la creazione di ricchezza e l’ indubbio miglioramento delle condizioni economiche della maggioranza della popolazione, nascono nuovi bisogni come quello della villeggiatura estiva, che ha come inevitabile sbocco la costruzione di nuove abitazioni e di strutture turistico – ricettive lungo la costa, che era rimasta pressoché incontaminata fino ad allora. Il paesaggio è cambiato. L’economia ha cambiato il paesaggio. Il problema è proprio questo: come governare lo sviluppo economico, necessario, tutelando contemporaneamente un patrimonio culturale unico…”
“….Il paesaggio ci circonda e non è più “relegato” in ville e giardini storici o nelle aree naturali protette. I paesaggi della vita quotidiana riacquisiscono così la propria centralità: le città, gli edifici, con i loro tetti e i luro muri, fanno a tutti gli effetti parte di un paesaggio che deve essere valorizzato e tutelato. Nelle aree urbane e periurbane, in cui parchi e giardini occupano spazi limitati e dove dominano le superfici impermeabili, il verde pensile può costituire un elemento fondamentale nella valorizzazione del paesaggio e contribuire, nel contempo, a creare un ambiente più sano e vivibile. Data la complessità della materia, che spazia dai più “semplici” tetti verdi ai complessi giardini pensili più strutturati, la realizzazione di coperture a verde deve coinvolgere un’ampia gamma di figure professionali, quali l’architetto, il paesaggista, l’agronomo e il botanico, così da poter dar vita ad ambienti che rispondano a requisiti sia estetici che di efficienza e durevolezza..….”
Massimo Gregorini
Giovanni Sala
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“…Le pianure venete possono essere investite da un significativo progetto paesaggistico che ne interpreti gli spazi rurali come parco agricolo, sviluppandone i potenziali sociali e ambientali e proteggendone quelli produttivi attraverso politiche di qualificazione. Non si tratta di concepire una forma istituzionale di tutela, bensì di progettare un complesso di politiche di conservazione e del paesaggio, che, in forza di componenti attive, lo proteggano da processi insediativi pervasivi, caotici a atopici. …” Gabriele Paolinelli
“…I vivai di Pistoia sono vere e proprie “officine verdi” ricche di idee, anche i vivai piccoli, i quali spesso custodiscono gelosamente la raccolta e la collezione di varietà antiche, forti del fatto che la ciclicità delle mode a cui anche il settore delle piante ornamentali è sottoposto, tornerà a farne richiesta sul mercato oppure che i numerosi giardini storici che popolano la nostra penisola ne richiederanno la presenza….”. “…Tutta questa fervente creatività nasce sicuramente da un contatto tra produttori, paesaggisti, architetti, giardinieri che fino ad oggi è stato affidato soprattutto al caso: l’occasione che qui ci viene offerta deve essere da stimolo perché diventi un appuntamento fisso dove confronto e dialogo contribuiscano ad una crescita comune che inevitabilmente si rifletterà sull’ambiente che ci circonda, che citando Porcinai, deve essere “non soltanto una raccolta di piante ma vera architettura…”.
“…Il contributo attraverso il quale l’agricoltura partecipa alla determinazione del paesaggio si concretizza principalmente in un insieme inscindibile di elementi fisici e di attività rispettivamente rappresentati dalle“opere fondiarie” e dagli “ordinamenti produttivi” che su di esse si realizzano...” “…Il paesaggio rurale è una realtà che per molti secoli è mutata in modo lento e impercettibe, in funzione di un territorio che si evolveva per il solo mutare dell’agricoltura. Oggi, le perduranti crisi del settore primario e le sempre più intense commistioni tra urbano e rurale, hanno impresso una forte accelerazione a tali dinamiche, ponendo in evidenza nuovi scenari nei quali molte testimonianze paesaggistiche rurali rischiano di perdersi irreversibilmente…” Menghini Silvio
“…Negli ultimi anni si è iniziato a proporre una gestione sostenibile delle aree antropizzate, tramite l’utilizzo di piante erbacee spontanee annuali e perenni “wildflowers”. Queste specie che danno buoni risultati in suoli di bassa qualità, specialmente se poveri in azoto, come quelli delle aree urbane, rivelano un elevato valore ornamentale anche in condizioni di bassa manutenzione.Gli scopi da soddisfare sono la fioritura di colore e forme appariscenti, la capacità di svilupparsi su terreni marginali e poveri, l’habitus di crescita e la produzione di biomassa contenuti, la capacità di attrarre specie impollinatrici e di costituire un habitat per la mesofauna…”
Mariachiara Pozzana
Francesca Bretzel
“…Il paesaggio per sua definizione è quindi “trasformazione” ed “innovazione”, è quel fenomeno che ha visto l’uomo attore ed artefice di luoghi rinnovati e trasformati: qui ammiriamo il paesaggio toscano ma forse dimentichiamo che anche questo paesaggio è una costruzione ed un invenzione progettata dall’uomo nei secoli più recenti supportata da una natura complice ed amica...”
“…Se l'immaginario interagisce con il reale, non è cosa assurda ipotizzarne il territorio, che non sarà meno reale di quello reale. I nuovi scenari urbani e naturali dovranno essere svincolati da logiche funzionalistiche, esattamente come avveniva in passato.I nuovi piani urbanistici e paesistici dovranno al tempo stesso essere strumenti di intervento territoriale, e progetti di comunicazione degli interventi stessi. In questa logica essi utilizzeranno i mass-media come possibili creatori di nuove mitologie…”
Carlo Antonnicola
Vitaliano Biondi
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“…Per diversi artisti l’esperienza di lavorare a Celle è stata un’occasione per ritrovare legami con la storia e la cultura della Toscana, numerose opere e materiali vedi il marmo bianco e verde delle chiese toscane o la pietra serena, infatti nascono come omaggi a personaggi quali Leonardo e Galileo, o al patrimonio artistico– monumentale della regione. Quindi dietro ad ogni intervento esiste una meticolosa indagine del luogo che fa sì che le opere non potrebbero in nessun caso essere trasferite in un posto diverso; alla Collezione Gori un’opera nasce esclusivamente a Celle per Celle e l’ambiente è parte integrante dell’opera dell’artista…” Giuliano Gori
“….In the end we try to make it easy on ourselves, selecting plant characteristics that are already successful, in plants suitable for different climates. We must always remember that the marketplace determines the success of any introduction, regardless on how much we love that special new plant…”
“…Le piante ed i fiori hanno la capacità di rilassare e rendere meno negativo l’impatto di una permanenza in ospedale. Il dr. Ulrich, Texas A&M University, nel 1984 ha pubblicato su Science un articolo dove riportava i risultati di uno studio condotto su due gruppi di pazienti con caratteristiche simili per patologia e motivo del ricovero. La differenza importante come variabile unica di diversità fra i due gruppi era la vista di cui godevano dalla loro stanza: un gruppo aveva un muro, l’altro gruppo una finestra che dava sul giardino dell’ospedale.La presenza di un team formato da specialisti di così diversa provenienza e competenza che investe fondi e si occupa di un progetto sulla “qualità di vita” è una novità nel campo della sanità pubblica italiana. La possibilità di attuazione di un progetto facilmente riproducibile perché codificato in tutti i suoi passaggi, eseguito in terrazze e non in ampi giardini, può stimolare altre strutture ospedaliere a ripetere l’iniziativa specialmente se dalla sperimentazione in atto verranno indicazioni positive...” Maurizio Cantore
Pilcher Greg
“…Le piante da inserire nei giardini pubblici e privati devono avere una caratteristica: assenza di nocività; si dovranno evitare specie con spine sui rami o sulle foglie, specie urticanti o con parti velenose, specie arboree con polline ad elevato contenuto allergenico nonchè erbe appartenenti a graminacee, parietaria e composite. L’obiettivo di “vivere meglio all’aria aperta” in spazi verdi “allergenic pollen free” si può ottenere con l’introduzione mirata in parchi, giardini e viali di specie nostrane e esotiche che non producono pollini allergenici, con l’introduzione di piante anche di tipo femminile o maschio-sterili e con una corretta gestione della manutenzione della vegetazione; Progettare e gestire il verde coinvolge una serie di competenze e di “saperi” che richiedono una formazione specifica, per questo è auspicabile inserire una formazione per un “verde senza rischio di allergia nei corsi per gli addetti…” Marzia Onorari
“…Il processo di caratterizzazione dei paesaggi culturali mediterranei dovrebbe essere capace di non esaurire mai le fasi catenali di analisi, valutazione e pianificazione, mostrandosi ciclico e revisionabile nei momenti di cambiamento delle dinamiche storiche, politiche e socio-economiche. Inoltre, le fasi concrete di riqualificazione delle aree degradate non dovrebbero prescindere da alcuni aspetti; l’utilizzo di tecniche costruttive e materiali locali, la scelta attenta delle specie vegetali da impiegare sia in agricoltura che per il verde ornamentale, al fine di tutelare il patrimonio genetico autoctono e la risorsa acqua, la salvaguardia di forme e cromatismi che si adattino al contesto…” Tommaso Giorgino
“…Costruire con il verde non è più un extra di tante attività di giardinaggio, ma uno stretto intersecarsi di diverse funzioni e criteri per una configurazione unitaria e specializzata. …” Antoine Berger
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“…Le opere di consolidamento e, più in generale, d’ingegneria naturalistica nella gran parte delle nostre regioni in cui le porzioni collinari e montane rappresentano percentuale rilevante del territorio rivestono primaria importanza. I vegetali oltre a “vestire” il suolo entrano a far parte, assieme a materiali diversi di origine organica, opere in legno e inorganica, massi, ciotolame e inerti vari), delle opere destinate a sostenere terra e rigimare l’acqua nei versanti. Fascinate e palificate semplici sono “pretesti” per interrompere i ruscellamenti ricavando solchi a monte per indirizzare l’acqua verso impluvi naturali ed artificiali. Ma le fascine e i tronchi sono soggetti a degrado naturale nel temp vengono eseguite ad arte affinché la vegetazione viva sostituisca mano a mano i legnami, dando così continuità nel tempo all’efficacia della rigimazione. …” Miro Siccardi
“…La posizione geografica di Pistoia ha contribuito allo sviluppo agricolo fin dal passato, la pianura dove si trova l'insediamento urbano è a forma di "U", con l'Appennino che protegge dai venti freddi del Nord e provvede a fornire grandi quantità di acqua. Per la natura argillosa del terreno, all'inizio del secolo scorso, fu inventata la zollatura. Finita l'epoca delle piante a radice nuda si è reso possibile un innalzamento della qualità e delle dimensioni per le piante coltivate. Il clima favorisce lo sviluppo della vegetazione che può verificarsi fino a quattro volte nel periodo primavera autunno. In sintesi i fattori che rendono unica Pistoia sono: clima, disponibilità idrica e natura del terreno. A questi aggiungerei il fattore umano, i pistoiesi infatti hanno sempre saputo coltivare queste terre, prima per ortaggi e piante da frutto, oggi per piante ornamentali…” Francesco Mati
“…Il progetto del paesaggio deve essere capace di costruire bellezza, interesse, nuova attrazione ma anche riqualificazione e resituzione di nuove identita’. La sfida del futuro sarà sempre più complessa la mancanza di risorse economiche da destinare ai grandi parchi imporra’ operazioni dagli standard diversi, il confronto sempre piu’ stretto con la sostenibilita’ energetica ed ambientale gia’ oggi ci impone un nuovo modo di vedere l’opera realizzata ed il paesaggio. Gli ambiti di progettazione dello spazio aperto diventano sempre piu’ complessi, alla soluzione del Parco o del giardino si affinacano tipologie sempre piu’ hi-tech dal viale alberato spartitraffico con necessita’ di specie allevate con una certa modalita’, ad alberi con impalcate sempre piu’ standardizzate e regolari, capaci di occupare spazi piu’ regolari ad alberi per verde su soletta,specie rampicanti per isolamenti termici, a specie per parcheggi adatti a sopportare grandi stress ambientali e quindi su questo tema che potrebbe misurarsi la capacita’ produttiva del vivaismo del futuro. …” Novella B Cappelletti
“…Progettare il paesaggio, con particolare riferimento a quello agrario, non costituisce certamente un fatto ascrivibile alla sola estetica, ma rappresenta un problema complesso che investe la sfera della cultura, della scienza e della tecnica…” Elena Accati Garibaldi
“…Bisogna ricordare che tutte le funzioni svolte dal verde urbano ripagano abbondantemente i costi necessari per la sua manutenzione ordinaria e straordinaria…”
“…E’ ormai inutile sottolineare che tanti modelli, criteri, riferimenti ideali o semplicemente comodi assemblaggi di piante e colori che compaiono di continuo su libri, riviste e manuali non sono più sufficienti a fare del paesaggismo di qualità. Un progetto di paesaggio non può non essere in armonia con il clima, la struttura dei luoghi, non assecondare le forme fisiche, le caratteristiche antropiche e la loro storia, non rispettare le presenze vegetali e le regole di socialita' delle piante e, dopo aver valutato tutto questo comparativamente e nella sua evoluzione, arriva a proporre quei gradi di "novita'" ammissibili, sopportabili per quel territorio e per quel paesaggio…”
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“…al paesaggista oggi non è richiesto solo il progetto di singole aree verdi: il suo intervento è necessario nelle operazioni di gestione e di trasformazione del territorio alle diverse scale ed è tenuto ad elaborare interventi con riferimento alla strategia dello sviluppo durevole.…” Guido Ferrara
“…Il cipresso si caratterizza per il legame con la cultura e la storia dei popoli mediterranei, per una non comune adattabilità ai terreni aridi, rocciosi e argillosi, per la polivalenza e, inoltre, è oggi disponibile un’ampia base genetica selezionata per la resistenza al cancro. E’ quindi possibile considerare questa pianta come una risorsa importante sia negli ambiti tradizionali come quello ornamentale e paesaggistico, sia in ambiti emergenti come il recupero dei terreni marginali, la copertura dei versanti, la lotta contro i rischi naturali come la desertificazione e gli incendi …” Roberto Danti
“…What kind of spaces are needed to serve a ‘complex’ contemporary society? In recent years the city has started to re-evaluate the role that outdoor space can play in community life. In common with the Victorian origin of the parks a social health agenda (tackling issues such as child obesity, heart and lung disease and general fitness) is seen as vital. We would argue however that there is another powerful agenda: the role that public parks and gardens can play in social cohesion, community life and vibrancy. Three projects have all generated social cohesion and conviviality in their immediate environments and also in the wider Glaswegian community. They have done this because they have evolved out of the communities in which they are based, and because the designers have translated community aspirations into rich public spaces. In all cases, there needs to be not only community expression, but also the translation of that expression by energetic and bold design that not only meets but surpasses community expectations…” Rolf Roscher
“…Porcinai, quando operava in Toscana era consapevole del grande valore di quello che la tradizione contadina aveva lasciato pertanto andava rispettata mai manomessa, i suoi giardini erano un dialogo costante con il suo intorno, anche la scelta delle specie utilizzare erano povere: l’ulivo, il cipresso, l’alloro, il timo ecc. e quando inseriva elementi estranei al paesaggio come le piscine le nascondeva tra la vegetazione familiare al paesaggio. Questo hanno fatto i grandi maestri, ma lo hanno fatto a livello intuitivo, seguendo la loro sensibilità, lo stesso facevano i contadini, la costruzione dei terrazzamenti con i loro muretti a secco, ma direi di più le loro stesse case sembrano nate da quel paesaggio e per quel paesaggio. Di trasformazione del paesaggio si trattava ma in ogni caso di trasformazioni di qualità. L'unica strada da percorrere é quella della "conservazione attiva", che pur avendo come obiettivo primario la salvaguardia dei valori naturalistici di grande pregio e rarità, non priva l'uomo della fruizione controllata di queste risorse e soprattutto non ne impedisce gli interventi di salvaguardia ambientale e paesaggistica. Un paesaggio ben progettato e pianificato, sia esso urbano o extraurbano e soprattutto ben gestito, secondo alcuni modelli europei non è un lusso, è un bisogno indispensabile che innalza la qualità della vita evita lo stress e fa ammalare meno, così come lo Stato ha accettato il divieto di fumare, pur incassando meno per evitare più ricoveri dopo, così la qualità del verde delle nostre città, la salvaguardia del nostro patrimonio paesaggistico innalzano la qualità della vita…” Biagio Guccione
“…Molti campi da golf, soprattutto quelli più vecchi, hanno al loro interno frammenti dell’antico ambiente rurale ed elementi caratteristici dei paesaggi naturali come dune sabbiose, grandi alberature, anse fluviali, formazioni rocciose ecc. In alcuni casi vi si trovano monumenti storici, importanti edifici, antichi sentieri, vecchi confini e resti del precedente uso del territorio. Tali caratteristiche danno al luogo un carattere unico ed una propria personalità, e la loro salvaguardia è molto importante per preservare il nostro patrimonio culturale…” Paolo Croce
Capitolo 2
Il Convegno 2007
“…I non addetti ai lavori sono convinti che la scelta migliore sia quella di piantare alberi sempreverdi. Naturalmente è vero il contrario: nella quasi totalità dei casi la pianta spogliante è preferibile, per numerose ragioni.Un altro interessante esperimento è quello di proporre alberature in filari realizzati con due specie di piante che si alternano tra loro, scegliendo specie chiaramente diverse per forma e dimensione, alternando per esempio alberi medio-grandi a portamento fastigiato con alberi medio piccoli con portamento globoso.Infine è opportuno evidenziare che gli studi, le scelte, le strategie messe in campo dalle pubbliche amministrazioni, devono necessariamente essere condivise e concertate con l'industria vivaistica, concordando tempi e modi, per far si che una volta operate scelte e strategie, in fase realizzativa non si ponga il problema della reperibilità del materiale vegetale nelle quantità, modalità e dimensioni previste…”
“…In terms of planning and construction, the European Parliament suggests that planning should include the provision of more green areas, and calls for more research into the relationship between various urban models and social behaviour, harmony and health. In construction the European Parliament stresses that loss of green spaces leads to a reduction in natural ventilation and calls for greater research into city-climate relationships. The European Parliament also stresses the need to improve the sustainability of construction, highlighting green roofs as a good example for encouragement…”
Pirone Franco
“… This involves defining for these spaces aimed at designs in which the surrounding territory is interpreted and respected, and a policy of sustainability is applied with the dual purpose of diminishing the demands on energy and water consumption and reducing and recycling the waste produced...”
“…The dramatic changes in the Brazilian landscape and nursery market should continue. The necessity for the grower to reach out to other professionals for advice and partnerships should help this process. Likewise, with the inclusion of these new investors into the marketplace this should help drive pricing to reasonable levels and continue to educate the consumer as to the benefits of quality plant materials through the green industry organizations and government cooperation…”
Brown David
Farrer Antoni
“…Qualification of nursery stock is important, but it is a wide concept and still developing all the time, for example new varieties, new diseases, new regulations etc. In the time to come the most important change will be the effects of global warming. The question is no longer: ‘what CAN we grow and plant in the future?’, but ‘what can we NOT grow and plant?’. International cooperation, sharing knowledge and an open mind are indispensable tools for facing the effects of global warming in our industry...”
“…This means that perceptive, natural, human and temporal factors should all be considered at the moment of analysing and proposing any action. The different Landscape plans, reports or studies required by the new Landscape legal framework have not just a descriptive function. On the contrary, they are perceived as proactive documents which should support Territorial and Local Planning and Punctual Projects at every moment. They are somehow introducing the Landscape factor in the traditional set of elements considered at the moment of making planning or project decisions. In particular, they should inform and influence new urban developments, both residential and industrial, new service areas, construction or extension of infrastructures, conservation and management of natural areas and cultural landscapes. They should also be applicable for the improvement of the urban scene, urban façade and reclamation of derelict sites…”
Sanders Willem
Galan Vivas Juan José
Chancey Jeremy
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Il Convegno 2007
Capitolo 2
“…Il paesaggio è dunque una componente essenziale nel contesto di vita delle popolazioni ed esprime le differenziazioni del patrimonio culturale e naturale su cui si fonda la loro identità…” Margherita Chang Ting Fa
“…Chiunque oggi si interessi alla cultura del giardino moderno s’imbatte in Porcinai per via di quella fitta rete di relazioni che egli instaurò con in maestri del suo tempo. È da questo travaso di conoscenze che nasce, con Porcinai, un raro esperimento di rinnovamento della cultura del giardino italiano che, nell’arco del secolo scorso, si colloca nel vuoto che persiste tra i nostalgici richiami degli anni Trenta e l’innegabile fervore che caratterizza la rinata curiosità per il progetto negli anni Ottanta-Novanta…” Luigi Latini
“…The
farmer, the most intense user and at the same time administrator of open space, is one of our most important partners. In cooperation with all the other agencies who offer agri-environmental agreements in Flanders, we have launched the ‘e-counter’ for agrienvironmental agreements. We expressly support farmers in their care for nature and landscape and at the same time we support the local communities. We constantly strive for a better and integrated service, under the umbrella of the “e-government” of the Flemish government…” Eva Cloet
“…Il veloce mutamento degli asseti urbani delle nostre città fa si che con “turni” sempre più brevi, 20-30 anni, si modifichi la viabilità, i sottoservizi, ed altro ,in sintesi si scavi nell’area di pertinenza dell’apparato radicale dell’albero e questo non giova all’albero, già compromesso dal vivere in città. Ci ostiniamo a tenere in vita spesso con “accanimento terapeutico” soggetti che non esprimono più le loro funzioni ambientali ed estetiche e che rappresentano un pericolo per la collettività…” Roberto Ceccarini
Gli impianti della Banca del Germoplasma oltre a rispondere alla funzione tecnica e scientifica a cui sono destinati, costituiscono un bellissimo parco che esercita sempre una notevole attrattiva sui visitatori. Questa è una delle aree verdi più ampie della città, con una cornice unica di alberi ed arbusti ornamentali selezionati. Pertanto è stato deciso di metterlo a disposizione di tutta la cittadinanza, degli appassionati del verde e delle scolaresche creando al suo interno un Percorso Naturalistico, che comprenda diversi itinerari tematici, evidenziando le attrattive più belle di ciascuna stagione o di particolari tipologie di piante. Questa iniziativa è stata realizzata nel 2005, con il patrocinio del Comune di Pistoia e dell'Amministrazione Provinciale. Il tracciato risulta in massima parte delimitato dagli impianti esistenti, ma in corrispondenza di deviazioni o biforcazioni del percorso sono state poste una serie di frecce indicatrici per guidare i visitatori nella giusta direzione. Sono stati allestiti quattro punti di sosta in cui è possibile riposarsi sulle panchine, consultare la mappa per capire dove ci si trova e decidere l'itinerario su cui proseguire. Lungo il percorso, una serie di targhe descrive i principali generi botanici incontrati, indicando le specie e varietà maggiormente impiegate per usi ornamentali. Inoltre, le piante sono in massima parte cartellinate con una paletta che indica il nome botanico e la famiglia di appartenenza. Le collezioni e le composizioni tematiche sono presentate da apposita cartellonistica che spiega di cosa si tratta ed elenca le essenze raccolte. Le ultime aggiunte al percorso sono state fatte proprio in vista della presente manifestazione, “Vestire il Paesaggio”, completando alcune collezioni con due nuovi impianti tematici. In questa occasione, in cui il Centro sarà oggetto di visite, si è voluto mettere in bella mostra le piante ornamentali più caratteristiche della produzione vivaistica pistoiese ed in particolare le ultime novità che si stanno diffondendo nei vivai. Il primo impianto tematico, si trova all'inizio della collezione delle conifere, e per questo è stato scelto il tema delle “conifere a forma”. Negli ultimi anni queste produzioni hanno invaso letteralmente i vivai di Pistoia e sono un articolo molto di moda ed in continua evoluzione. Sono stati inseriti dai classici Taxus baccata a forma, che hanno sempre caratterizzato la produzione pistoiese, fino alle ultime creazioni più bizzarre e stravaganti, con le diverse specie di Cupressus e Cupressocyparis, a spirali, cilindri, ponpon e altre forme geometriche. Le forme sono state raccolte in due grandi aiuole arricchite con delle bordure di rose ed altri arbusti a fogliame colorato. Eugenio Ciuti