L'ombra di mio padre

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ARTURO VIALE

L’OMBRA DI MIO PADRE




ARTURO VIALE

L’OMBRA DI MIO PADRE

LETTERE RIMASTE IN SOFFITTA


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Le storie che non conosci non sono mai di seconda mano Samuele Bersani.


Le lettere sono state trascritte il più fedelmente possibile mantenendo la spontaneità, la sincerità e gli errori. In alcuni casi emerge oltre che il livello scolastico anche l’uso del tempo (á per ha; ánno per hanno). Inoltre nelle lettere a casa si sente spesso l’intenzione di tranquillizzare i familiari.


LETTERE A CASA



CRONOLOGIA GENERALE Caterina Gaggero, detta Lilla nasce nel 1891, si sposa nel 1910 con Viale Arturo e muore nel 1959. Ha due figli Aldo e Ada. Resta vedova nel 1930. Aldo, mio padre, nasce nel 1911, evita gran parte del servizio militare di leva in quanto “unico figlio maschio di madre vedova”, viene richiamato l’otto dicembre del 1941, parte per l’Africa nel luglio 1942, torna nel 1946 e viene congedato nel 1947. Si sposa nel 1950. Ada, mia zia, nasce nel 1913, si sposa giovanissima ed ha una figlia che muore ancora bambina di difterite. Il marito espatria in Francia, lei vive con Italo il resto della vita. Muore a 80 anni, il 16 marzo dell’ottantatré. Il 10 giugno del quaranta l’Italia entra in guerra al fianco dei nazisti, con la dichiarazione di guerra alla Francia e all’Inghilterra. A fine giugno 1940 le truppe italiane occupano alcuni comuni di frontiera tra cui Mentone. Tale annessione durerà circa tre anni. Aldo viene richiamato in data 8 dicembre 1941 quando probabilmente si sentiva già al sicuro, data l’età. Di li a breve vengono avviate le pratiche per l’esonero ma i tempi sono limitati e a giugno 1942 deve partire per il fronte del nord Africa senza aver avuto risposta. Aveva trentun anni. Le lettere di Aldo che costituiscono il nucleo di questa pubblicazione, coprono il periodo dal giugno del 1942 alla primavera del 1946, con una lunga interruzione dalla primavera del 1943. Dalle lettere, ad esempio da quella del 15 dicembre 1942, si capisce che Aldo scriveva anche un diario che proba11


bilmente è andato perso nelle vicende successive. Scrive infatti: “...ho pure messo un po’ in ordine il diario che prosegue sempre avanti, vi dico ciò perché rileggendo una vostra me ne parlavate se lo continuo o meno. L’ho sempre continuato benché nei giorni terribili sia stato di pochissime parole, ma quei giorni là, anche senza scriverli me li tengo lo stesso bene impressi nella memoria. Ma modestia a parte non ho mai perso anche in quei frangenti il lume della ragione.” L’ultima lettera di Aldo prima della resa è del 28 aprile 1943. Non indica il luogo ma solo che si trova col 25° Btg mitraglieri a cui era stato assegnato dal 15 dicembre precedente come risulta dal foglio matricolare. Come avrebbe detto il Manzoni o non sapeva dove fosse o non poteva dirlo. Comunque era nei dintorni di Tunisi. Un’altra traccia per ricostruire gli avvenimenti cruciali è il fatto che la lettera della Lilla del 3 maggio 1943 era tornata indietro perché impossibile da consegnare. Il foglio matricolare alla data del 11 maggio 1943 indica infatti “prigioniero di guerra nel fatto d’arme di Kelibia (Tunisia).“ Cosa è successo, come è finita la guerra, lo scopriamo dalle altre fonti, libri, bollettini. A questo punto inizia il silenzio, a casa non sanno se Aldo sia ancora vivo, sanno solo che la guerra in nord Africa è finita. A casa invece la guerra è appena iniziata, devono ancora arrivare l’otto settembre e due anni dopo il venticinque aprile. La Lilla inizia a scrivere il suo diario dal dieci 12


dicembre 1943, data del primo bombardamento su Ventimiglia. È anche la data del funerale del nonno. Il diario viene pubblicato nel 1988 con la Compagnia d’i Ventemigliusi grazie ad un gran lavoro del maestro Renzo Villa che aveva trascritto i sette quaderni che erano rimasti nel comò di Aldo e, in eredità, nel mio. Il 30 dicembre del 1943 vi si legge “Oggi abbiamo ricevuto due tue lettere, però non abbiamo ancora il tuo indirizzo. Sono state scritte in data 27 giugno quarantatré e sopra vi è il timbro di New York: abbiamo idea che tu sia laggiù“. Il 7 marzo 1944 la Lilla può finalmente scrivere nel diario: ”oggi abbiamo ricevuto la tua cartolina in data 1-144. È stata un balsamo per noi, dato che dal 29-6-43 non avevamo più avuto nuove: otto e più mesi”. Il 7 giugno 1944 scrive: “Oggi Mons. Anfossi ci ha portato il messaggio del vescovo d’Algeria con i tuoi saluti.” Da una nota del 22 luglio 1944 si può percepire il cambiamento che sta avvenendo nelle opinioni della gente; scrive infatti la Lilla nel diario: “I ribelli, che chiameremo d’ora innanzi patrioti” … La guerra continua e la liberazione arriva solo ad aprile del 1945 ma le conseguenze si protraggono nei mesi successivi: soldati che tornano con i mezzi più diversi, anche in bicicletta, civili che saltano sulle mine rimaste inesplose, ipotesi di spostamento della linea di confine con la Francia. Il 28 giugno 13


1945 arrivano 14 cartoline di Aldo, le ultime datate 29 aprile e 7 maggio. A dicembre 1945 ormai la vita è tornata quasi normale, Italo ha imbiancato la cucina, ne aveva bisogno dopo tanto tempo. E l’8 di dicembre si ricorda il “triste anniversario della partenza di Aldo. Sono già passati quattro anni dacché siamo rimaste sole.” Adesso Aldo è nel campo di Marrakech e qualche lettera ricomincia ad arrivare. Le lettere scritte da mio padre le aveva conservate Ada, sua sorella, e le teneva nella stanza in alto dove la casa, continuando a rastremarsi, raggiunge il tetto. In quella stanza erano morti il nonno Arturo e la figlia di Ada, negli anni trenta. Da allora le finestre erano state aperte solo un paio di volte. Tra i documenti recuperati c’è anche una reliquia, l’unica traccia rimasta della figlia di Ada, mia cugina prima, di cui ho sempre saputo l’esistenza ma non conosco neppure il nome: è la sua foto recuperata dalla lapide del cimitero ancora nella sua cornice in ottone e con dietro resti di muratura. È una bambina di un paio d’anni con una gonna a balze ed un grosso fiocco nei capelli. Come già detto la prima lettera di Aldo, scritta ancora da Genova, è del 10 giugno 1942, l’ultima da Marrachek (essendo il campo di prigionia dei francesi si pensò di utilizzare il recapito di una conoscente di Mentone) è del 25 marzo 1946. Lo sbarco a Napoli avviene il 27 aprile 1946. Il congedo illimitato è del 28 marzo 1947 dopo quasi un anno di avanti e indietro agli ospedali militari. Le lettere ricevute da Aldo e che sicuramente conservava e 14


rileggeva spesso, non le abbiamo, è probabile che siano andate smarrite durante la prigionia nel campo di Tunisi ed in quello di Marrachech o durante il rientro in Italia. Ne abbiamo solo una, resa senza essere stata consegnata perché era in corso l’arretramento in Tunisia (3 maggio 1943). Oltre alle lettere scritte da Aldo alle “carissime” madre e sorella, abbiamo anche lettere di alcuni militari indirizzate alla Lilla. Si tratta di soldati dell’89° che erano stati alla caserma Gallardi ed erano diventati amici di famiglia e frequentatori dell’osteria durante la libera uscita e poi erano partiti per la Russia. E come a scuola i commilitoni si chiamano spesso per cognome: Manitto, Carlini, Gaggero, Rizzotto. Quando Ada era morta a ottant’anni erano quasi trent’anni che ci eravamo “tolti il saluto”. Non c’era stata nessuna lite o discussione, ma ci eravamo voltati dall’altra parte. E poi avevo venduto il mio pezzo di casa e la campagna. Così, giustamente, Ada aveva lasciato tutto, compresa quella stanza con dentro le lettere, a Ferruccio, che le aveva alleviato la vita e dato una mano nei suoi ultimi anni. Dopo più di vent’anni e qualche segnale di reciproco rispetto, ci siamo conosciuti con l’erede, parlati, abbiamo preso qualche caffè insieme e mi ha consegnato un pacco con le lettere e documenti di mio padre e mio nonno, navigante all’inizio del secolo. Naturalmente lo ringrazio molto. Questa è in sintesi la storia delle lettere che vengono a galla dopo settant’anni e che ho deciso di pubblicare. Non ho dato una progenie ai Viale ma almeno ho dato forza e leggibilità alle tracce che avevano lasciato. 15


DIARIO DI GUERRA di Caterina Gaggero-Viale Questa è una coincidenza inspiegabile o per chi ci crede una prova dell’esistenza di un’altra vita che racconto spesso. Era il 19 novembre 1988 ed era stata fissata la presentazione del “diario“ di mia nonna, il sabato pomeriggio alle 16 nella sala dell’archivio di Stato di Ventimiglia. Pioveva come Dio la mandava. Cortesi, il tipografo, aveva portato le prime copie fresche di stampa. Per dirla tutta avevo qualche timore perché Ada, che era un personaggio centrale del diario, non ne sapeva niente, non ci parlavamo da più di vent’anni, e anche se Lei emergeva nel racconto in modo molto positivo, non sapevo se sarebbe stata contenta della mia iniziativa di pubblicare i quaderni di sua madre. L’incontro fu molto soddisfacente, meticolosamente organizzato in tutti gli interventi. Il giorno dopo avevo preso il “decimonono” per vedere come veniva raccontato dal giornale il fatto che riguardava anche la mia famiglia. L’articolo era dello stesso Renzo Villa che aveva curato l’edizione e che collaborava anche col giornale ed era quindi bene informato e spiegava: ”scritto dall’autrice ad uso del figlio Aldo, prigioniero di guerra in Africa, affinché dopo il rimpatrio potesse conoscere quanto era successo a Ventimiglia durante la sua assenza.” Il titolo del libro l’aveva deciso in modo scolastico il Maestro Renzo: “Storia di guerra della zona intemelia 1943-1945”. Continuo a leggere il giornale e vedo le estrazioni del lotto che a quei tempi si face16


vano solo una volta alla settimana, al sabato. Mi cade l’occhio sulla ruota di Genova. In fila tra 11 e 90 ci sono proprio 45 44 43. È stato facile credere che fosse il segno che a mia nonna da lassù la pubblicazione del suo diario era molto piaciuta. Stavolta, per la pubblicazione delle lettere di Pà, mi piacerebbe che, come segno di consenso da chi non c’è più, apparisse un arcobaleno sulla punta di Mortola, un bell’arcobaleno dalla cima del Grammondo alla fontana di acqua dolce che sgorga nel mare.

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CASERMA GALLARDI La caserma dell’89º reggimento fanteria “Salerno” a Ventimiglia era intitolata al Tenente Carlo Gallardi, e fu sede del reggimento dal 1926 fino al 1943. Ancora adesso, che ormai da generazioni è diventata una casa popolare, si può leggere, un po’ sbiadito, il motto “NON CHIEDO DOVE”. È probabilmente li che nascono le conoscenze e le amicizie con Carlini, Bruzzone, Manitto ed altri che fanno qualche apparizione nelle lettere. Allo scoppio delle ostilità, il 10 giugno 1940, il reggimento essendo dislocato a Ventimiglia, prende subito parte ai combattimenti sul monte Grammondo e nell’entroterra e occupa Mentone. I reparti rimangono in territorio di occupazione fino all’agosto del 1941, quando rientrano in Italia. Nel 1942 il reggimento, sempre inquadrato nella 5ª Divisione di Fanteria Cosseria, partí per il Fronte Russo, per difendere un tratto nella zona del Don. Il “Salerno” riuscirà a tornare in patria solamente verso la fine di aprile del 1943. Manitto, uno degli amici, nella sua ultima lettera del 29 novembre 1942, lamenta di non essere rimasto a Mentone ma di essere invece partito per la Russia. E dalle lettere degli altri compagni sembra non sia più tornato. Aldo raccontava anni dopo di quando era nella caserma Gallardi e durante la libera uscita rientrava per la cena a casa che era anche l’osteria “da battaglia” e poi tornava in caserma per dormire con i commilitoni. E diceva che le scarpe chiodate facevano scintille, per la velocità, sui ciottoli dei carugi e 18


delle mulattiere per poter essere puntuale al suono della ritirata. Raccontava anche di quando qualche anno prima, al sabato fascista, andava al premilitare ed effettuava gli esercizi di malavoglia; dovendo fare il “salto a pescio“ (salto mortale) arrivato sulla pedana di battuta si toglieva dalla testa la bustina, la lanciava oltre l’ostacolo e tornava indietro come un cavallo che scarta. Da quello che diceva, Aldo non era mai stato iscritto al partito fascista che tanto per lavorare in campagna non serviva la tessera. Ricordo che parlava bene del partito socialdemocratico di Saragat che però fu fondato nel dopoguerra. Prima doveva essere socialista. Il distacco verso il partito fascista forse non l’ha aiutato nella pratica dell’esonero dal richiamo in guerra e credo che sapere che Italo (futuro cognato, convivente di Ada) avesse evitato la prima linea entrando nell’Unpa* gli avesse causato qualche peso allo stomaco. L’unica tessera che ho visto girare ogni anno in casa era quella della associazione nazionale combattenti e reduci. E un paio di volte avevano stampato un rotolo con tutte le fotografie dei reduci che ho ancora in casa.

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Unione nazionale protezione antiaerea, una sorta di protezione civile. 19


Carissime, Vengo in breve a rispondervi per darvi nuovamente mie nuove credo che assieme a questa ne riceverete altra mia posta salute ottima a bei momenti mi sembrano impossibili non mi sembra neanche vero dalle voci che circolano sul nostro conto . Apprendo del vento che ha fatto li anche qua ha fatto molto e ha lasciato il tempo fresco, ma oggi si è alquanto calmato. Mi dite di Turetto mi ha scritto una lettera da Torino raccontandomi la sua vita di naia e le ho subito risposto, anche lui si adatterà alla nuova vita di naia!!! Questa sera non posso uscire perché debbo distribuire della roba ai soldati e domani sera vado nuovamente da Fiorillo per vedere se può farmi dare 48 ore almeno da potervi vedere se la notizia fosse vera ma a bei momenti mi sembra impossibile ma però è meglio prenderli prima che nulla se per caso non riuscissi a niente ve ne faro subito avvisate. Saluti a tutti e per voi tanti baci vostro Aldo Genova, 10-06-42

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Carissime Ho ricevuto stamane la vostra lunga lettera ove mi spiegate la partenza di Turetto e il modo come è rimasto suo padre ma son cose che passano e speriamo che abbia la fortuna di rimanere vicino. Mi dite che ha pure scritto Pinuccio e che spera di venire in licenza e di trovarcisi assieme. Speriamo mi farebbe piacere sapere un po’ che servizio fanno le zanzare in bassa. Mi dite che lì fa molto vento, anche qua sono tre giorni che spira un forte vento e stamane sembrava che dovesse diminuire ma verso mezzo giorno a cominciato a tirare abbastanza forte. Oggi se veniva il capitano ci avrei chiesto il giorno che ci mandava a casa perché avrei dovuto lavorare assieme per un trasbordo di materiale da un locale all’altro ma domani lo vedrò sicuramente, questa sera sono di capo posto al Lido, avrei dovuto farlo alla Doria ma essendo che c’è il ripostiglio mi hanno messo qua così se c’è bisogno di qualche cosa sono sul posto. Mi dite che in quanto all’esonero dovete fare nuovamente i documenti e che li fa l’ufficio del catasto, speriamo che si sbrighino e così avrete finito di prendere delle giornate avanti e indietro e che venga presto la soluzione almeno ci metteremo il cuore in pace in un modo o nell’altro. Ieri ho ricevuto una cartolina da Batí di Carletti ove mi dice che fanno la cura delle punture, ne dovranno fare sette in tutto, dispera di non venire più a casa come mi aveva scritto che verso il 20 sarebbe venuto con tre+due perché dovranno partire e andare in paesi molto freschi si vede che guardano di farci fare più villeggiatura che possono. Mi dite che 21


c’è la voce che l’89 è sospesa la partenza, sarà prolungata ma di poco perché da Sturla sono già partiti coloro che devono venire a sostituirli. Ieri pomeriggio sono stato al centro per servizio e sono stato a Prè da Ferrando a dircelo che siamo stati trasferiti nuovamente qua. Apprendo il modo con cui avete coltivato il terreno man mano che rimane incolto speriamo che venga un po’ a piovere tanto risparmierete un poi di annafiare e il terreno si lavorerà un po meglio tanto starete un paio di giorni senza annaffiare, spero se tutto andrà bene, verso la fine della settimana o il massimo i primi dell’altra di venire in licenza. La salute è sempre ottima e in quanto a noi sembra che si debba restare qui eternamente. Tralascio inviandovi i saluti per parenti e amici e per voi due un forte abbraccio. Vostro Aldo. Genova, 14-6-42.

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Carissime, Ho ricevuto ieri pomeriggio la vostra pregiatissima cartolina ove apprendo il vostro buon stato di salute e che domenica avete lavorato molto e che lunedì avrete avuto nuovamente diverso lavoro, ciò mi soddisfa molto. Apprendo il danno che à arrecato il vento ma ciò è nulla. Quando vi giunge questa, saprete già che Dogliani l’hanno fatto rientrare ma per ora mercoledì mezzogiorno, non l’ho ancora visto ma sicuramente arriverà in serata. Gli affari per noi si intorbidiscono dal giorno trenta corrente siamo mobilitati per l’Africa però non si sa quando partiremo, può anche darsi che si resti in Italia per molti mesi perciò non allarmatevi e state tranquille sul mio conto, e se le pratiche dell’esonero venissero presto può anche darsi che venga presto a casa. Prima della fine del mese farò una scappata a casa in borghese se mi sarà possibile ne sono quasi certo e vuol dire che se non ci riuscissi ve ne informerò e se avete piacere di vedermi verrete voi, però il giorno che dovremo partire vi farò un telegramma. Per ora di positivo vi è solo il giorno della mobilitazione, partenza non si sa e può anche darsi che la partenza sia revocata. State tranquille sul mio conto e non fatevi alcun fastidio per me che spero presto rivedervi e se andasse benone metterei la stecca. La mia salute è sempre ottima solo il mio morale è un po’ scosso in quanto non prevedevamo questo cambiamento dato che ci è sempre stato detto che eravamo per la costiera e per il fronte interno, anzi gli ufficiali dicono che sia uno sbaglio e può anche 23


darsi che si possa rimediare. State sempre in ottima salute e non datevi pensiero che farò il possibile dal canto mio. Solo una cosa devo dirvi se l’esonero arrivasse (se per caso si partisse) quando noi saremo oltremare, di lĂ non ci mandano indietro. Saluti a tutti e per voi due i piĂš caldi baci, sempre vostro. Aldo Genova, 17-6-42

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Carissime, Vi ho scritto oggi nel pomeriggio e vengo nuovamente a voi questa sera per dirvi che Dogliani è rientrato alla base, ma si capisce molto malcontento, subito non mi ha trovato perché ero andato a prelevare della roba all’Acquasola e quando me ne andavo è arrivato lui a prendersi lo zaino, si capisce che è molto più afflitto di me, l’ho un po’ confortato io e dopo il rancio siamo andati dal maresciallo Fiorillo per sapere se ne sa niente della nostra sorte, lui ci seppe solo dire che per il 30 corrente siamo mobilitati e che si parla molto per noi dell’Africa ma per ora non si sa ancora niente di positivo. Ci abbiamo chiesto riguardo all’esonero se si sarebbe venuti indietro di laggiù se la nostra domanda fosse stata accettata, abbiamo chiesto ciò perché c’è la voce che quelli che si trovano oltremare non li mandano. Lui era allo scuro di queste cose e allora ci ha accompagnato dal magg. Scassi che comanda l’ufficio matricola, lui ci disse che se abbiamo i documenti in regola, se capitasse il caso che ci trovassimo oltremare devono mandarci lo stesso, che non vi è esclusione di territorio e noi essendo che ci ho spiegato il nostro caso, che si teme di presto partire, ci ha detto di far sollecitare la pratica e che appena giunta al deposito ci pensa lui. Quest’oggi ha cominciato a piovigginare nel pomeriggio e continua tutta la giornata, speriamo che anche li abbia piovuto un po’. Riguardo a me, salute ottima, morale discreto e a sbalzi, solo l’illusione dell’esonero mi tiene un po’ su. Come vi ho scritto l’altro giorno mandatemi dei soldi benché ne abbia 25


ancora diversi, credevo che me li portasse Dogliani ma nella furia non si è ricordato di nulla, e vi dico la verità, se sapessi di non riuscire con l’esonero farei quasi la carriera di Carletto se mi trovassi con l’acqua alla gola. Tralascio e augurandovi ogni sorta di bene, vi abbraccio caramente, vostro Aldo Genova, sera 17-6-42

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Carissime, Vi ho scritto ieri dal treno, vi ho nuovamente scritto stamane tra Rimini e Ancona e vengo nuovamente a voi da Mestre, sono arrivato costí un’ora fa, ora sono le due pomeriggio e vengo nuovamente a voi perché secondo come vanno le cose dopo, benché finché posso vi scriverò tutti i giorni ma si capisce che allontanandomi sempre vi rimarrà sempre più scomodo avere mie notizie. Questa sera verso le 20 partiremo nuovamente di qua con un’altra tradotta ove attraverseremo il rimanente di Italia, la Jugoslavia, la Grecia e quando saremo ad Atene si vedrà alla direzione che si prende. Si capisce che con la divisa che abbiamo le probabilità sono novantanove per cento l’Africa, ma da pochi minuti circola un’altra voce, Rodi, ma cosa volete tempo di guerra più bugie che terra, così a queste nuove non dateci peso alcuno, solo è certo che stasera partiamo di qui per i bassi Balcani e poi di laggiù si vedrà dove ci fermeremo. Per ora in quanto a me non fatevi alcun fastidio perché di salute sto benone, al contrario di molti che si sentono tutte le ossa rotte benché non fossi molto abituato a viaggiare mi sembra di aver fatto solo pochi km di strada. Con il viaggio che intraprendiamo questa sera avremo dietro di noi le cucine e se va bene il viaggio dura solo quattro giorni, altrimenti dura sette. Se la va avanti così in pochi mesi mi fanno girare tutto il mondo. Per ora tolto qualche cartolina subito appena ero arrivato a Lecce, dite a tutti che non scriverò più a nessuno se non saprò il mio nuovo indirizzo che mi preme molto di sapere perché al27


meno dopo potrò avere ogni tanto vostre nuove. Di salute sempre benone come mi auguro sarà pure di voi altre. Termino salutando a mezzo vostro parenti e amici e colla speranza di presto rivederci sani e salvi, vi abbraccio vostro aff.mo Aldo Mestre 11-7-42

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Carissime, Vengo nuovamente a voi, le novità sono zero come lo erano pure i giorni passati, attendiamo sempre la nostra destinazione, di salute sempre benone come mi auguro sarà di voi altre e di tutti i nostri parenti e amici. Mi rincresce molto di non poter dare mie nuove a molti amici specialmente a quelli che si trovano al fronte, ma se scrivono rispondete loro e dite che non me li ho dimenticati anzi più mi trovo lontano e più mi ricordo di loro e che appena avrò l’indirizzo scriverò a tutti. In quanto a me vi mando l’indirizzo che c’è qui ma non so se farò a tempo a ricevere da voi finché starò qui, in ogni modo l’indirizzo è il seguente Comando Tappa a Volo Posta Militare 210° Compagnia Cannoni 89° Regg. Fanteria. Se le autorità di costì saranno compiacenti me la inoltreranno dove mi trovo la corrispondenza, e nella peggiore delle ipotesi che ve le restituiranno o che andranno perdute, vuol dire che sarà poco male se andrà persa qualche vostra missiva, ma io al pari dei miei compagni abbiamo adottato questo sistema. Fatemi un po’ sapere come vanno le cose li da voi e come vanno le cose e la campagna come va e riguardo all’esonero se ne sapete niente. Come vi scrissi nei giorni scorsi vi ho già scritto una cartolina quando mi trovavo a Lecce e appena avrò l’indirizzo ci scriverò nuovamente, come scriverò pure a un soldato che conosco all’ufficio matricola e che è adetto precisamente a codesti documenti è lui che deve sbrigare queste pratiche. Come vi dissi al giorno fa molto caldo ma c’è il vento a mitigarlo anzi oggi è cresciuto di intensità e 29


sono sparite addirittura le mosche. Solo alla notte le zanzare ci disturbano i nostri sonni ma pian piano ci abituiamo anche a questo ronzio benché a volte sia un po’ forte. Salutatemi Pinuccio e Turetto e fatemi un po’ sapere come è andata la sua visita di rassegna e tutti insomma da Dria Manitto Carlini Gino Pinella insomma tutti quelli che sono maggiormente a pericolo sono i più vicini al cuore in questo momento. Stamane ho trovato qui un certo Ciabatti della classe del 21 che conoscevo appena di vista, mi ha fatto un po’ impressione trovare uno che parli proprio schietto il nostro dialetto. Tralascio di annoiarvi con le mie frottole e vi invio i saluti per parenti e amici e attendo vostre nuove se mi sarà possibile. Vi abbraccio caramente vostro per sempre. Aldo 21-7-42 Non è indicata la località. Dal foglio matricolare risulta giunto a Tobruk il 19-7-42, aereotrasportato.

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Carissime, Ho ricevuto ieri sera la vostra in data 14 corr.m. ma però non è la prima che mi avete scritto quel giorno, perché apprendo che mi scrivete per la seconda volta, dato che 15* e 16 non potrete scrivermi dato il lavoro dell’osteria. È quella enumerata con il numero uno, può darsi che l’altra la riceva oggi. Mi dite del ferragosto del ‘40 che vi scrissi che era il più brutto della mia vita. Mi trovavo allora a Pigna, ne ho parlato con qualcuno, che si trovava assieme a me, di quel tale giorno. Come giorno è stato peggiore questo, solo che ora sono più rassegnato a questa vita e ci do più passaggio possibile, spero che quello dell’anno venturo sarà migliore. In quanto alla enumerazione delle lettere avevo già cominciato anch’io come avrete visto ma poi mi sono dimenticato il numero e non le ho più enumerate anche vedendo che voi dite che ricevete regolarmente. Mi dite che la campagna è tutta lavorata quello mi solleva molto e speriamo che presto venga io ad aiutarvi nei lavori. Io qui sto sempre benone, stamane non siamo nemmeno andati all’istruzione perché è imminente la partenza, si attendono i camion e poi si va via da qui per la nostra definitiva destinazione. Come credo di avervi già detto ieri abbiamo ricevuto nuove dai nostri amici che ci hanno preceduti hanno fatto un buonissimo viaggio e aspettano l’assegnazione definitiva. Mi fa piacere che ad ogni giro di posta voi riceviate puntualmente la mia corrispondenza è una gran soddisfazione anche *

ferragosto, sabato. 31


questa, in quanto a me dal 7 in avanti, benché se ne siano perse molte a cosa apprendo dal vostro scritto ho sempre avuto vostre nuove. Mi dite degli amici dell’89 che sono diversi giorni che non ne sapete niente, può darsi che siano in trasferimento e allora resta un po’ difficile tenere corrispondenza. In quanto all’uva mi fa piacere che sia discreta, il più che mi raccomando sono le botti quando sarà ora di vendemmiare ma speriamo che Giuanin possa darci una occhiata. E Ramital* e altri generi affini ve ne sono avanzati o li avete dovuti adoperare tutti. Spero per l’anno venturo essere io a casa a darlo e a spillare il vino. In quanto a me io qua per ora non mi posso lamentare e con quei tali documenti ce ne sono diversi che attendono vuol dire che si vedrà tutti o nessuno, ma speriamo che secondo come vanno gli affari di questi prossimi giorni il nostro soggiorno costì sarà breve. Si dice che nei giorni scorsi sia stato qui il figlio del fabbro a cercarmi ma io non l’ho visto, mi avrebbe fatto piacere passare qualche minuto assieme a lui tanto per parlare un po’ in dialetto. Termino salutandovi parenti e amici e per voi due i miei più caldi baci vostro per sempre. Aldo Derna, 20-8-42 In quanto ai francobolli metteteci 25 cent perché sino a Roma fa ferrovia e da la a qua aerea. * La “poltiglia Casale” è una miscela antiperonosporica a tenore di rame ridotto e attivato, posta in commercio sotto il nome di “ramital” che ebbe larga diffusione durante gli anni 1940-46. 32


Carissime, Ho ricevuto pochi minuti or sono la vostra pregiatissima speditami il 17 corr. enumerata con il n.3. Ne apprendo il vostro gran lavoro e la vostra stanchezza ma speriamo anche venga il giorno che potrete un po’ riposarvi del vostro lavoro. Quest’oggi è la seconda volta che vi scrivo dato che domani, novantanove su cento, si parte e allora per diversi giorni non avrò più modo di darvi mie nuove, ma credo che qualche breve cartolina ve la potrò inviare e vi scriverò più a lungo dal mio nuovo domicilio che mi auguro che non sia tanto ingrato come molti si illudono. A proposito il sistema che hanno preso per fare merenda la gente e in più frutta a volontà, anche noi qua se se ne potesse trovare ma è poca. Apprendo che i clienti sono molto contenti del vino di Pino, ne sono certo ancora di più con la scarsità che c’è me lo immagino. In quanto alla siccità se è realmente come mi dite, si capisce che la cosa è molto grave e se molti sono già all’asciutto, speriamo che presto venga a piovere almeno avrete il vantaggio di innaffiare per bene il terreno, rinfrescare un po’ la temperatura e nel medesimo tempo riposarvi anche un pochino. Anche qua acqua dal cielo credo non ne venga quasi mai e sia inutile fare il solco attorno alla tenda, ma però si vedono ogni tanto bei rigagnoli d’acqua che non so se sia di fonte o di pozzi. Finita la pittura che vi dissi dovevo dare, ho fatto una scappata al mercato ove mi sono rifornito per bene di scatolame dato che non si sa dove andiamo come ci sarà. Ho tante scatole che se le aveste 33


ci sarebbero tanti che si leccherebbero le dita, tra le quali ne ho diverse di sardine grandi, diverse di carne grandi, carne argentina come se ne trovava nei tempi passati da noi, marmellata e in più una da ½ chilo di salmone. Vi avevo detto che vi avrei mandato i soldi a casa ma fin che trovo il mezzo di non fare l’acrobata ne vedrete ben pochi, ma sono certo però che dove andiamo vi sarà poca provabilità di spendere. In quanto ai francobolli mettetelo sempre da 75 cent perché dicono che quelle con l’affrancatura regolare hanno corso più rapido e in fondo poi non è neanche una rovina. Tralascio perché si fa notte. Saluti a tutti e per voi due i miei più caldi baci, vostro per sempre. Aldo Derna, 22-8-42 In seguito vi manderò il mio nuovo indirizzo, ma di qua quella che arriva ce la inoltreranno. Mittente cap. Viale Aldo 2° Comp. Autonoma di fanteria. Centro istruzione di fanteria. 12° concentramento.

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Carissime, Ho ricevuto ieri sera la vostra in data 15 corr. contrassegnata con il numero due. Ne apprendo vostre nuove ben volentieri, e vedo anche nell’ultima facciata che vi ha scritto qualcuno che aveva la mano alquanto mal ferma, se fosse in inverno potrei dubitare che fosse per effetto del freddo, ma in questa stagione sono sicuro che è per le diverse libagioni compiute durante la giornata. Mi dite di Tuesca che è rimasto assiduo dopo la vendita di quel tale liquido, si vede che del vino buono se ne intende sempre, Armando e Giuà du Rissu, me lo immaginavo che se si trovavano assieme in questi giorni di festa una da mettere a registro la facevano di sicuro, beati loro che possono farlo, io mi accontento di parlare di quello fatto negli anni passati. Spero però di presto poter ritornare e allora son certo di farci buona compagnia, ho visto che come prologo avevano quella sagoma di Annibale, ho capito subito a volo che si trattava di lui, fa sempre il poeta e pure ha successo quella mania, ci sarebbe mancato assieme Bertella allora sarebbe stato un vero dramma completo. Per ora io mi accontento di sentire solo parlare e faccio i miei conti per l’avvenire. In quanto a noi qua sempre la medesima vita, si attende sempre l’auto colonna per andare avanti, in più in questi giorni mi sono anche improvvisato pittore e ho terminato proprio ora di fare il lavoro che mi avevano assegnato. La salute per me è sempre ottima come mi auguro sia altrettanto di voi altre, costì i giorni trascorrono monotoni e a bei momenti non si ha nemmeno cognizione del tempo. E Turetto dove è 35


andato a finire, nelle due vostre ultime non mi avete più accennato di lui, forse non sapete ancora la sua destinazione e Pippo cosa ne dice di questo sbalzo repentino del suo rampollo. Speriamo non vada a finire tanto lontano e nemmeno tanto male, ma poi anche lui sa bene che deve farlo ed è meglio che si rassegni perché il tempo ci passa più velocemente. Forse ci avrete pensato già voi altre ma mi è venuto in mente in questi giorni il biroccio è molto tempo che non lo avete più ingrassato, guardate di farlo sovente come pure di tenere rinfrescata la mula. E in quanto a polli ne avete sempre tanti, avete messo tante covate come l’anno scorso, sono tutte sciocchezze ma quando non ho nulla da fare, son tutte cose che mi passano davanti alla mente. Sono ben convinto che non potete darmi notizie in lungo dato la ristrettezza di tempo, ma se per caso un giorno avesse da piovere fatemi una specie di romanzo. In quanto ai francobolli pagate forse la multa con quelle che ricevete da me; quando mi scrivere provate a metterci solo 50 cent perché sino all’aeroporto di partenza fanno tutta ferrovia e la traversata è per tutti aerea perché il servizio normale è abolito, c’è ne sono anche molti che ricevono ugualmente con 25 cent. Tralascio di annoiarvi ma di già che avevo tempo ho colto l’occasione per dilungarmi un pochino di più in cose di nessuna importanza, ma per me mi sembra uno sfogo. Saluti infiniti a tutti parenti e amici e in particolare a quelli di ferragosto e a voi due mille baci, vostro per sempre. Aldo Derna, 22-8-42 36


Carissime, Avanti ieri a sera ho ricevuto tre vostre lettere ma non vi ho potuto rispondere subito perché era buio e ieri mattina sono partito all’alba e ne sono ritornato a sera tardi, perciò ho dovuto rimandare a stamane lo scrivervi. Assieme alle vostre vi era una lunga lettera di Tunin Piana e una cartolina di Carlini e una di Batí di Carletti. Inoltre ieri sera ho ricevuto da San Bernardo da Ramoino, da Savona e da Lino Ferrando. E ora vengo alle vostre missive. Esse sono quelle contrassegnate con i n. 25,26 e 27. Si vede che finora non ne ho ancora perse benché qualcuna abbia fatto dei lunghi giri. Per incominciare da esse apprendo il vostro buon stato di salute, come posso assicurarvi di me per il momento. Su vostre precedenti mi avevate detto di ogni tanto mandarvi una mia fotografia, per ora ne sono impossibilitato data la località ove ci troviamo ma per dimostrarvi come sono, vi dirò che ieri l’altro mi sono pesato e in sole mutandine sono 78 chili. Ciò dimostra che sono come quando ero a casa perché negli ultimi anni il mio peso massimo era 82 chili nell’inverno, ed ora sorvoliamo su ciò e passiamo ad altro. Mi parlate sempre della insistente siccità, finirà anche questa come hanno fine tutte le cose, e della morte di Segú u Ciurin, meglio anche un paio d’anni qua che fare una fine simile. Il più importante per noi la visita che vi ha fatto Pastore e le buone nuove che vi ha dato , speriamo che sia vero che tutte le spese e tutti i sacrifici che avete fatto vi giovino almeno a qualche cosa ed in particolare a me che poi in 37


fondo qua non dovrei per nulla lamentarmi se il destino fosse di rimanere qua, ma speriamo di presto ritornare a vedere la nostra bella punta Mortola e la piana di Latte tutta in fiore. Sulla n. 26 apprendo che avete ricevuto quattro mie lettere tutte insieme e da tre dei miei amici del fronte anche a voi ci vuol molto tempo a rispondere, ma specialmente ai militari fate bene perché non potete immaginarvi come fa piacere eicevere ed essere ricordato. Mi dite della visita di don Emilio* e della quantità d’acqua che ancora avete nelle vasche, ne avete a sufficienza perché con un po’ che ne venga settimanalmente andate avanti un bel po’ ancora. Mi dite del Petaleto e di Bianchina e Budda, vuol dire che anche a loro ha terminato di andare sempre bene. E di Turetto che dalla sua fotografia dite che è venuto un po’ magro, è il dispiacere e il cambiamento di vita che hanno influito su di lui. Mi dite che oggi ha incominciato a vendemmiare Pinella e che presto vendemmierete voi altre e che a lui ci hanno tolto il sussidio e che i fondi ci vengono sempre più lunghi, quando lo vedete salutatemelo infinitamente e che tenga quelle scarpe a punta con i bottoni per la cerimonia finale. Mi dite di Lelelli povera bambina, al mio rimpatrio se avrò occasione le porterò qualche ricordo africano anche se questo giorno fosse assai lontano me ne ricorderò. Salutatemi lo zio Andrea e diteci delle cartine. E pure tutti gli altri che mi nominate su questa vostra. Mi dite di Pinuccio che è venu*

Emilio Biancheri, futuro vescovo di Sarsina e di Rimini 38


to in licenza di quindici giorni per aiutare i suoi a vendemmiare, ma ho idea che qualche filare lo vendemmierà per conto suo invece di metterlo nella Tina. Mi sembra che Tomacchia questa volta ritardi un po’ a rispondermi, credete che mi divertivo a leggere i suoi spropositi ma non diteci nulla. Ed ora vengo all’ultima vostra, sempre della siccità e della visita che vi ha fatto Pinella e della sua lamentela per la scarsità di acqua, si capisce che anche a lui non ci voleva ma se è in generale per tutti, c’è poco da lagnarsi. Mi dite pure che da Ramoino avete comprato due vaschette di cemento e che lui non è stato capace di portarle mentre invece Ada le ha portate benone, al mio ritorno allora essa continuerà a fare i lavori da uomo e io, se sarò capace, quelli più leggeri. Credetemi che moltissime volte ci penso i sacrifici che siete obbligate a fare a causa della mia lontananza, ma non è colpa mia e speriamo che presto abbia termine. Mi dite di quel tale cagnolino nero in quelle due notti io mi trovavo a diciotto chilometri ed ho sentito benone il concerto e anzi a bei momenti mi credevo di doverci prendere anch’io una porzione di gelatina con uova di faraona affogate ma poi è passata liscia. Facilmente anche che questa sera riceva da voi come è di turno in genere domani domani non vi potrò scrivere perché parto domattina e non so se ritornerò in giornata o se sarò obbligato a pernottare fuori. Tralascio di annoiarvi e inviandovi i saluti per parenti ed amici, vi abbraccio caramente vostro per sempre. Aldo Capuzzo, 25-9-42 39


Carissime, Ho ricevuto questa sera due vostre lettere enumerate con n. 36 e 37 a me finora risultano mancanti i n. 31 e 35. Vi è poco male se sono due sole e poi anche nei numeri precedenti poca vostra posta mi è andata persa. Come vedo avete dovuto di nuovo portare la mula alla visita ma si capisce che ormai è inutile che vi mandino la cartolina perché á già oltrepassata l’età e possono mandarci il congedo quando vogliono. Mi dite che li á incominciato bene a piovere è sempre lo stesso quando incomincia stuffa, ma speriamo che poi si rimetta al bello e che possiate coltivare un po’ di tempo per avere un po’ di roba per quest’inverno e speriamo che la campagna lavori meglio che non ha lavorato questa estate. Mi dite pure del Petaleto che lo prendevano in giro, cosa ne può lui se il suo ronzino è come il cavallo che aveva Dartagnan quando è andato a Parigi. Mi dite pure della cricca delle lumache che si capisce poi si è tramutata in gotti; me lo immaginavo solo dai nomi che il risultato finale era quello. Cosa più seria è che avete trovato ancora 100 litri di vino a Canun, tanto andrete avanti due o più domeniche e il nuovo volete dire che comincieranno a vendere quando è ancora come il brodo di castagne. E le castagne a proposito sarà già incominciata la stagione, come sono, sono certo che sono abbastanza saporite non ne dubito affatto. Da una di queste due vostre ho appreso la morte di quel di Sasso in Russia, mi sovviene un po’ alla mente quel tizio, disgraziato lui che ha avuto quel destino senza vedere la fine vittoriosa delle nostre armi. 40


Mi dite della gente che era li domenica e mi parlate di Vergí e compagni, come mai hanno di nuovo preso quella piega di qua o pure ci sono capitati per occasione. In quanto a Italo* mi dite che quel po’ che avrà disponibile ve lo lascerà nuovamente si capisce che vi fa un favore e Vince ve le ha già date quelle tre damigiane che ci aveva da questa scorsa primavera. In quanto a me non allarmatevi che sto sempre benone e non mi manca di nulla, questa sera in cinque avevamo un po’ di pane duro e abbiamo fatto il pane cotto e per condimento ci abbiamo messo quattro scatolette di carne ne abbiamo fatto una scorpacciata a più non posso, ma poi è affare di tutte le sere , perché il rancio caldo c’è lo danno solo a mezzo giorno e alla sera viveri a secco e allora abbiamo fatto una pentola e cuciniamo noi, a volte bisogna vedere che “barbutagi” vengono fuori. Saluti infiniti a tutti e rimando a domani o dopo e per voi due mille baci vostro per sempre. Aldo Capuzzo, 7-10-42

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Carissime Questa sera ho ricevuto la vostra carissima in data 22 corr. mese e segnata con il n.61 ove dentro vi era un foglio e una busta. Apprendo come è la cosa della luce elettrica si capisce che se è roba di conoscenza chi ci guadagna questa volta è chi ha bisogno della luce. Speriamo bene che questa volta sia la volta buona anche per la luce. Ma si capisce che ce ne saranno molti che secondo quanto ci torna dalla loro parte saranno obbligati a farsi un debito come hanno fatto per l’acqua del consorzio. Se hanno il materiale tutto va bene ma se avessero da prenderlo adesso chissà se ne trovano neanche più, ma ciò è roba che interessa a loro e a voi altri solo avere la comodità e pagare il vostro contributo. Mi dite che ora vi fanno prenotare anche per il carburo* e per il petrolio e speriamo che riusciate ad averne un po’ da poter andare avanti. Mi dite che avete ricevuto da Gino di Pinella e da Rizzotto, Gino chiede il mio indirizzo povero ragazzo mi farebbe piacere vederlo che fifa me lo ricordo alla Gallardi durante il fronte occidentale.** E Rizzotto ci sarà venuta la diarea se è come dice lui. Assieme alla vostra ho pure ricevuto una cartolina da Batí di Carletti è molto soddisfatto di aver avuto mie nuove e anche lui come salute sta benone. * il carburo veniva utilizzato per l’illuminazione con apposite lam- pade. Come risulta più sopra dalla lettera era prevista l’elettrificazione della zona da parte della CIELI con la tensione a 125 Volt ** Anche l’Italia, scesa in guerra il 10 giugno 1940, impegnò alcune forze nella cosiddetta Battaglia delle Alpi Occidentali. 42


In quanto a me sto sempre benone e credo che sarà altrettanto di voi altre; e la campagna come va e i prezzi di quel po’ di roba che avete da vendere come sono. Fatemi un po’ sapere qualche cosa tanto farò nella mia mente un confronto tra i prezzi attuali e quelli degli anni passati. E di sto benedetto esonero che è già un po’ di tempo che non me ne parlate più come vanno le cose. Le avete lette ste circolari che mi ha scritto Lino o non ne sapete nulla. Sono certo che se le avete chieste in municipio o ai carabinieri vi avrebbero detto qualche cosa e da Imperia ne avete più saputo niente. Tenetemi un po’ informato. Domani sera non vi scriverò perché domattina vado via ma vi darò sicuramente mie nuove sabato e speriamo che al ritorno dalla mia peregrinazione troverò qui qualche novità. Attendendo le vostre quotidiane nuove tralascio inviandovi saluti per parenti e amici e per voi due i miei più caldi baci vostro per sempre. Aldo Vedete il cambiamento del numero della compagnia per non confonderlo con altri in via di formazione. Capuzzo 29-10-42 Cap. Viale Aldo 102° compagnia autonoma di fanteria. P.M. 212

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Carissime, Questa notte sono rientrato alla base nelle prime ore del mattino e appena giorno sono andato a vedere se ci avevo posta vostra ma ve ne ho trovato di Tomacchia e di Giousé di Airole e in questo pomeriggio se non verranno a chiamarmi risponderò loro come pure risponderò a Giuanin de Luchin alla sua che ho ricevuto ieri l’altro. Le cose che mi raccontano su queste due lettere sono le solite che mi dite voi altre a riguardo dei nostri paraggi, ma fa piacere lo stesso ad avere nuove da uno e dall’altro. Tomacchia vorrebbe sapere molte cose ma non so se mi sarà possibile spiegargliele tutte e Giosuè al ragionare è sempre il medesimo da quanto posso comprendere, anche lui mi attende per fare la famosa bicchierata della vittoria benché questa sembra un po’ dura e lunga a conseguire ma ciò sarà solo questione di tempo perché il nostro nemico ormai da gli ultimi sprazzi. Io di salute sto sempre benone come mi auguro sarà pure di voi altre. Se questa sera scriverò vi scriverò nuovamente per ciò che mi dite tanto passerò un po’ il tempo tanto per non andare a dormire proprio alle sette dato che i giorni che sono qua non faccio alcun servizio. Domani può darsi vada via con il pane solamente ma è questione di andata e ritorno. Salutatemi tutti parenti e amici e dite loro che benché non scriva loro ad uno per uno me li ricordo sempre tutti. Per voi due ricevete un forte abbraccio vostro per sempre. Aldo Capuzzo, 6-11-42 44


Carissime, Anche questa sera ho atteso invano la posta ma però non è stata una serata buona, nulla per nessuno. In questi giorni come avrete saputo dai bollettini* vi è stata una accanitissima battaglia** e per quello la posta à avuto un po’ di ritardo. Vi scrivo la sera del 7-11 ma ve la daterò dall’otto perché la imbucheró domani mattina. Anche qua noi abbiamo avuto il nostro da fare ma però siamo tutti illesi e mentre vi scrivo il morale si è molto rialzato perché il nemico a sua volta è stato messo in fuga e chissà se sarà capace di resistere alla nostra pressione. Io sto sempre benone come salute e come morale, anzi ero quello che tenevo su gli altri nei momenti più critici. Da ora il traffico è nuovamente tornato normale e oggi invece di partire come era di turno, sono stato qua, andrò via sicuramente domani così vedrò un po’ tutti gli amici e sentirò un po’ dalla loro bocca la loro avventura. In questi giorni ho lavorato un po’ di più il mio diario e tanto cambio un po’ argomento ma se la va bene come si spera e si è quasi sicuri a quest’ora questi giorni li marco sul calendario al mio ritorno. Non preoccupatevi per me che sono di quelli che si trovano bene e mi posso quasi chiamare imboscato in confronto di molti. Questa notte sono passati di qui alla stazione Dogliani e tutti gli amici di Genova che andavano verso Tobruch mi rincresce di non * I bollettini di guerra sono comunicazioni ufficiali, di solito giornaliere, del comando supremo delle forze armate con cui si danno informazioni sull’andamento delle operazioni belliche. ** Seconda battaglia di El Alamein, terminata il 5-11-1942 45


averli veduti ma domani se vado su non sono ancora sicuro se andrò io o il mio aiutante, se vado io vado sicuramente a cercarli e darò il mio resoconto domani sera. Anche loro credo ci sia andata a bene a tutti. Non allarmatevi per nulla in tutto sospendete per qualche giorno di inviarmi il pacco perché sono certo che in questi giorni il pacco la posta non velo scriverò neanche dato questo momento di emergenza. Domani sera vi darò nuovamente il resoconto della giornata, oggi è stata come quindici giorni fa in confronto della notte che abbiamo passato e mentre vi scrivo sembra che questa prometta molto bene, forse che anche gli inglesi abbiano idea di fare festa nella notte dal sabato alla domenica. Ieri mattina avevo scritto a voi e a Giuanin quelle due le ho imbucate e credo che a quest’ora siano già sul suolo della madre patria ma una che avevo scritto a Tomacchia l’ho ancora qua e alla imbucherò domattina assieme alla vostra. Domani mattina risponderò pure a Giousé d’Airole e in serata scriverò nuovamente a voi altre. Attendendo vostre nuove vi incarico per il momento di salutarmi tutti parenti e amici e a voi due un forte abbraccio dal vostro per sempre. Aldo Capuzzo, 8-11-42 102° Comp. autonoma di fanteria P. M. 212

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Carissime, Ho ricevuto ieri sera tre vostre lettere e una vi era anche un foglio e una busta e il margine dei francobolli per colla. Le vostre sono la n. 69 il 70 e il 71. Vi era pure una raccomandata con fogli e buste, non l’ho ancora ritirata perché dovuto partire subito per portare la spesa. La posta aveva ritardato un paio di giorni per la causa che sapete ma però qui da noi per ora non vi è ancora niente di nuovo e speriamo bene. Pochi minuti fa ho lasciato Dogliani e gli altri amici che si sono ritirati indietro perché laggiù tira acqua poco buona stanno tutti benone al pari di me. Vi scriverò a lungo questa sera e vi risponderò su ciò che mi dite. Per ora non inviatemi più il pacco tanto sono certo che la posta in questi momenti non ve lo accetteranno.Non affannatevi sul mio caso che io sto sempre benone e credo che continuerà ancora per molto tempo. Non inquietatevi se a volte starete qualche giorno di più senza avere mie nuove. Qui noi facciamo ancora servizio regolare alla stazione e col treno. Ho appreso molte cose dalle vostre lettere e la farsa con Bretella devessere stata comica davvero. Per tema che parta il treno per rientrare alla base tralascio inviandovi i saluti per parenti e amici e se vedete Giousé d’Airole salutatemelo e ci risponderò in questi giorni. Baci infiniti a entrambe vostro per sempre. Aldo

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Giacché vedo che il treno non parte ancora continuo ancora per un po’. Dogliani e tutti gli altri amici genovesi stanno benone sono qui accampati proprio dove termina il mio capolinea sono arrivati ieri sera e quando ho saputo che erano qua al mattino appena desti sono andato subito a cercarli e sono stato più di un’ora assieme a loro. Tra di loro però è comica era corsa da diverso tempo la voce che io ero già rimpatriato e molti sono rimasti male quando mi hanno visto ancora qui e mi hanno chiesto come la è. Sono sciocchezze che le dico tanto per passare il tempo e per raccontare qualche cosa. Mi dite che per i santi tra acqua e vento vi erano molte olive da raccogliere ma credo che a quest’ora le avrete già raccolte. Speriamo che sia una annata discreta. in quanto a come è andata a finire la questione in casa Bagnella è comica in quanto alla serata di Butella e compagni li da noi merita di essere linciato. Tralascio definitivamente abbracciandovi entrambe vostro figlio e fratello Aldo Asse, 9-11-42

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Carissime Vengo in breve stamane abbiamo indietreggiato E se tra pochi giorni non avrete mie nuove sarò sicuramente prigioniero. Non dubitate male di me siamo tutti assieme e c’è anche Dogliani vicino a noi accampati. Anche lui farà la mia fine. Se arriveranno i camion oggi siamo salvi. Tanti baci e arrivederci a fine guerra. State bene baci infiniti. Vostro per sempre, Aldo 10-11-42 Manca luogo e mittente sulla busta.

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SEMPRE BENONE Non c’è lettera in cui Aldo non dica che sta sempre benone come salute e come morale, anzi che lui è quello che tiene su gli altri nei momenti più critici. Peccato che il diario che Aldo scriveva probabilmente in modo più sincero e che sarebbe stato da leggere solo al ritorno a casa, sia andato perso. Ci sono comunque anche nelle lettere alle “carissime” alcuni momenti più trasparenti. Il 9 novembre 1942 scrive: “La posta aveva ritardato un paio di giorni per la causa che sapete ma però qui da noi per ora non vi è ancora niente di nuovo e speriamo bene. Pochi minuti fa ho lasciato Dogliani e gli altri amici che si sono ritirati indietro perché laggiù tira acqua poco buona“. Era il momento in cui gli anglo-americani stavano sbarcando in nord Africa. Infatti l’undici novembre lo scrittore Giuseppe Berto da un quartiere di Misurata, scriveva sul suo diario: “da tre settimane siamo in stato di allarme e arrivano continue raccomandazioni di intensificare la vigilanza contro possibili sbarchi nemici. Il sottufficiale che viene a portare i viveri dice che gli inglesi hanno rotto il nostro fronte di El Alamein. E che le truppe italo-tedesche si stanno ritirando. La notizia, se è vera, è molto dolorosa. Peccato perché a El Alamein avevamo costituito una seria premessa per una rapida vittoria.” 50


Fatto sta che leggendo il diario di Giuseppe Berto, (questo però reso pubblico al rientro in patria) in solo nove mesi, la parola ripiegare o ripiegamento appare quaranta volte e solo cinque volte le parole vincere o vinceremo. E il 10 novembre Aldo arriva a scrivere apertamente: “se tra pochi giorni non avrete mie nuove sarò sicuramente prigioniero.” Un altro momento di emozione e sincerità, destinato purtroppo a terminare presto, è verso la fine di aprile 1943 quando riceve la notizia dell’autorizzazione al suo rimpatrio. Ma le cose prenderanno un’altra piega, non farà in tempo ad abbandonare i compagni e sarà fatto prigioniero. Qui è utile spiegare la questione dell’esonero (o dispensa) al servizio militare che era previsto per alcune situazioni familiari tra cui per il responsabile diretto della conduzione di impresa e nel caso specifico dell’impresa agricola. Scriveva Renzo Villa che In ogni famiglia in cui ci sono giovani di leva si vive il dramma della scelta: o ottemperare ai bandi di chiamata alle armi e arruolarsi nei corpi della R.S.l. o prendere la via della montagna ed unirsi ai «ribelli» le cui file si vanno ingrossando ogni giorno di più. C’è anche chi tenta vie di mezzo che garantiscano l’esonero dagli obblighi militari come l’assunzione nella Todt o il servizio nell’Unpa, la protezione civile di allora. Aldo nel 1942 aveva già più di trent’anni e il rischio di richiamo in guerra veniva evidentemente considerato ormai marginale. Al momento della chiamata viene subito avviata la domanda di esonero. 51


Dalle lettere si intuisce che in un primo tempo la domanda sia stata respinta per documentazione incompleta. Scriveva infatti Aldo in una lettera da Genova del 14 giugno 1942: “Mi dite che in quanto all’esonero dovete fare nuovamente i documenti e che li fa l’ufficio del catasto, speriamo che si sbrighino e così avrete finito di perdere delle giornate avanti e indietro e che venga presto la soluzione almeno ci metteremo il cuore in pace in un modo o nell’altro.“ La seconda richiesta inizia dunque il suo iter quando ormai Aldo sta partendo per l’Africa. La parola esonero compare nelle lettere decine di volte oltre che sottintesa in altre frasi in cui si parla di situazione della “pratica” e dei “documenti”. Nel marzo del 1943 Aldo riceve la seguente nota: “In relazione alla vostra lettera in data 17 gennaio u.s. vi informo che la domanda da voi prodotta tendente ad ottenere il vostro collocamento in congedo quale appartenente ad azienda agricola rimasta priva di uomini validi, è in corso di istruttoria” “Il direttore Dott. Cavalieri” L’esito della richiesta rimane incerto, ma dalla lettera del 29 aprile 1943 si può dedurre che l’ordine di rimpatrio sia arrivato, quando ormai è troppo tardi ed è il momento della resa e dei campi di una lunga prigionia. Scrive infatti: “Carissime,. È l’ultima volta che vi scrivo dal suolo africano. Vi ave52


vo già scritto stamane ma non ero ancora a conoscenza di nulla. Nel pomeriggio è arrivato l’ordine del mio rimpatrio. È venuto il tenente ad annunciarmi questa nuova. Forse questo è il più bel giorno della mia vita. La salute è ottima e il morale è veramente altissimo. Non so i giorni che dovrò stare ancora in giro perché domattina vado al comando Btg. e domani sera sono sicuramente a Tunisi. Appena sarò sul suolo siciliano vi scriverò nuovamente speriamo che il viaggio mi vada bene come mi è sempre andata finora. Forse dovrò rimanere un paio di settimane al campo sosta per vedere se ho malattie africane ma ciò si fa nei pressi di Palermo. Appena toccherò il suolo italiano lo bacerò sicuramente.“ Ma come già detto non ci fu seguito. Le lettere terminano spesso con un “milione” di baci e mi ricordano nella semplicità della formula un personaggio del Corriere dei Piccoli che ha unito la generazione di mio padre alla mia. Era il signor Bonaventura e nel finale ottimistico delle sue storie c’era sempre l’assicurazione che ogni speranza prima o poi si realizza, che ogni sogno scende in terra, e il signor Bonaventura veniva sempre ricompensato con un “milione” e poi negli anni cinquanta con un miliardo.

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Carissime, Sarò brevissimo sto bene, salute ottima, vi scriverò più a lungo domani. Tanti baci Aldo 16-11-42 Non temete per me siamo rimasti in tre liguri Baci infiniti Busta con timbro 35 Reggimento Fanteria Motorizzato 2° Battaglione 5° Compagnia

Carissime, Già che ho tempo vi scrivo per la seconda volta quest’oggi tanto per essere più sicuro che abbiate mie nuove come vi dissi nella mia precedente sto benone e ora ora abbiamo deciso di proseguire ancora che la va o che la spacca. Vado. Tanti baci. Aldo 19-11-42 Lettera strana brevissima anche come indirizzo indica solo 102 Comp. Autonoma di Fanteria. P.M. 212

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Carissime, di già che il tempo me lo permette vengo nuovamente a voi altre per darvi mie nuove. Come salute sempre benone e mi auguro sia lo stesso di voi altre. In quanto a me stamane ci hanno nuovamente preso il nome e l’età, il distretto e il reparto. Facciamo squadra noi altri cinque, in quanto a prelevare la mangeria. Però abbiamo trovato qui diversi dei nostri compagni che sono a parte e anche loro come noi sono in attesa di eventi. In tutto ci hanno fatto girare per diverse camerate prima di assegnarci il posto ma quello che abbiamo speriamo che sia definitivo finché rimarremo qui. In quanto a locale stiamo benone, siamo in una ventina e tutta gente calma. Oggi abbiamo pure avuto il rancio caldo che a dire il vero era già un po’ che si andava avanti a secco, ma in fondo io non ne avevo sofferto per nulla. Mi sono pure fatto fare un po’ di barba che ne avevo pure bisogno ed ora se non capita nulla in contrario se sarà possibile guarderò di domani darmi una bella lavata che anche di essa ne ho pure bisogno. E a dire che non mi sono mai trovato con tanto sapone dietro di scorta come ho ora. Ieri ero tentennante ma oggi ho deciso di dirvelo chiaro e poi in fondo sono già stato molto di più senza avere vostre nuove, finché non vi farò avvisate non scrivetemi più, così risparmiate tempo e fatica, vuol dire che io fin che sto qua guarderò di scrivervi tutti i giorni, ma credo che non saranno molti, perché mi sembra assurdo che ci tengano tanto tempo qua a far niente con la necessità che vi è di uomini al momento attuale. 55


In ogni modo vada come vuole noi stiamo abbastanza allegri e attendiamo gli eventi. Dal canto vostro non state in pensiero che sto sempre benone e sono in gamba e occhi aperti quando vedo arrivare la R.A.F. Salutatemi tutti parenti e amici e dite loro che quando saprò il mio nuovo indirizzo scriverò a tutti compreso Giosué d’Airole e Tomacchia. Salutatemi sempre Giuanin Bertella, Armando, Pippo e le squadre di abbonati. Per voi due i miei più caldi baci, vostro per sempre, Aldo 21-11-42 (senza indicazione del luogo) Il mio indirizzo vecchio lo metto per tema che senza mittente vengano cestinate, ma non è da escludere che continui ad essere quello. Tanti baci a Lalero la studentessa.

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Cartolina postale Carissime, Ieri e ieri l’altro non vi ho potuto dare mie nuove perché ci hanno portati avanti e indietro con camion, si vede proprio che non sapevano cosa farne di noi. Solo ieri sera ci hanno fermati e stamane mi affretto a darvi mie nuove. Di salute sto sempre benone come mi auguro sia pure di voi altre in quanto ai miei compagni nel nostro peregrinare ne ho visti qualche d’uno ma in peggiori condizioni di noi. Attualmente mi trovo al Villaggio Breviglieri cento chilometri lontano da Tripoli nell’interno e in quanto alla nostra destinazione non c’è male per il momento sembra formino una compagnia ausiliaria e che si vada a fare servizio presso la quinta squadra aerea vuol dire che monteremo della gran guardia ai campi di aviazione e ai posti di blocco nelle loro vicinanze. Diversi degli amici che ho visti hanno detto che debbono raggiungerci e che li hanno già scelti i giovani dai vecchi e seguiranno la nostra sorte, quasi siamo tutti anziani di anni. Può darsi che questa sera o domani vi possa dare il mio nuovo indirizzo se lo avremo ve lo mando fin da oggi stesso. Per ora vi invio i saluti per parenti e amici e per voi due i miei più caldi baci vostro per sempre. Aldo 26-11-42 Mittente Cap Viale Aldo Centro istruzione reparto fanteria. 57


Carissime, Anche quest’oggi vengo a voi per darvi nuovamente mie nuove. Sto sempre benone anzi il regime di vitto di qua è un po’ elastico ma abbiamo supplito a ciò noi altri ieri sera e oggi abbiamo fatto una bella mangiata tanto per solennizzare il sabato e la domenica. Vino, benché caro, se ne trova qualche po’. È un vino scuro e abbastanza alcolico che fa nelle vigne di questi dintorni. La vite qui è potata al medesimo modo di noi e in quanto a rigogliosa è molto meno che da noi. Da diversi giorni qui il tempo si è rimesso nuovamente al bello e solo dalla sera fin verso le nove fa fresco e nel giorno fa caldo come un mese fa, insomma è un clima abbastanza sopportabile. Noi aspettiamo di essere al completo e poi andremo a fare il nostro servizio dove saremo destinati. Speriamo che non sia una destinazione tanto inospitale. Di giorno in giorno aspettiamo che rientri la nostra compagnia ove troveremo i vecchi amici che sicuramente i più anziani verranno qua con noi e i giovani chissà il loro destino, molti li ho già visti partire per la loro destinazione. Per ora ansioso di avere vostre nuove che speriamo siano buone e quando mi scrivete fatemi un po’ sapere qualche cosa di voi altre, degli amici, della campagna, di tutti in generale insomma. Date pure il mio nuovo indirizzo ai miei vecchi corrispondenti. Per ora non mi resta che inviarvi i saluti per tutti. Dai clienti domenicali e proprio ora che è domenica e sono seduto ai piedi di una giovane pianta di eucalipto penso con nostalgia a come le passavo a casa. Ma speriamo che pre58


sto cambino i tempi e che ritorni a passarle come le passavo un tempo addietro. Infiniti saluti a tutti e a voi due un forte abbraccio, vostro per sempre. Aldo Breviglieri, 29-11-42 Ecco per ora il nuovo indirizzo 2° Campo presidiaria Centro Istruzione Fanteria P. M. 27

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Alla famiglia Viale frazione. Ville (Battaglia) Ventimiglia Imperia italia Carissime Da ieri dopo pranzo non sono più al villaggio dove vi avevo scritto nei giorni precedenti. Proprio ora sono arrivato a Homs a raggiungere il BTG di cui fa parte la mia vecchia compagnia. Sto sempre benone come salute e lo stesso mi auguro sia di voi altre. Non so se dovrò raggiungere la mia vecchia compagnia o se mi metteranno in un’altra. In quanto a quello che si dice noi siamo difesa costiera. Vi darò più precisi ragguagli domani. Può anche darsi che se vado alla mia compagnia vi trovi pure della vostra vecchia posta. Credete che sono ansioso di darvi il mio indirizzo per avere vostre nuove. Ho incaricato un amico se può farmi avere la posta se ne arriva con l’indirizzo dei giorni scorsi. Baci infiniti vostro per sempre Aldo. 2-12-42 Cap. Viale Aldo In via di trasferimento Cartolina postale per le forze armate

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Carissime, Sono rientrato alla vecchia compagnia stamane e vi ho trovato tutti i vecchi amici; prima cosa che sono andato a cercare è stata quella se vi era posta e vi ho trovato 24 tra lettere e cartoline, quattordici delle vostre e dieci degli amici. In più vi era pure una vostra raccomandata con fogli e buste e in molte buste vi era pure un foglio e una busta in bianco come vi ho pure trovato una pietrina e cinque cartine. In quanto a raccomandate, questa è la quarta che ricevo solo che qualche foglio e qualche busta è andato un po’ a male, si vede che hanno preso dell’acqua e li adopererò sicuramente lo stesso. Dalle vostre apprendo molte cose in primo luogo e in particolare dall’ultima che data del giorno venti s.m. l’ansia che avevate sul mio conto, si capisce che sarete rimaste male star tanto senza avere mie nuove, ma benché siate donne, potete ben immaginarvi che cosa è la guerra e chi ci si trova il modo più o meno virile di comportarsi, su ciò non dovevate temere perché come vi ho sempre detto, ho abbastanza sangue freddo per dominare la circostanza. Veniamo ad altro, sulle vostre apprendo molte cose che non potrò enumerarvi ad una ad una come facevo prima. Ma veniamo alle cose di primo piano. Apprendo di Fanò che è stato investito da una macchina, della campagna, molte cose delle olive e dell’olio che siete andate a fare, ma però non c’è la quantità. Lo saprò in seguito. Come vi chiederò in seguito molte cose e ora vengo un po sul mio conto. Mi trovo nelle vicinanze di Homs con i vecchi compagni come vi dissi non so perché compagnia la formano su un altro organico ma molti di noi rimarremo sempre 61


assieme e andremo a fare parte di un Btg. mitraglieri per difesa costiera. Come destinazione anche qua non c’è male, è poco dissimile di quella che avrei avuto se fossi rimasto in quella che ero la settimana scorsa. Per ora scrivetemi sempre con il vecchio indirizzo 102 Comp. Ant. P. M. 212, ma sarà solo affare di un giorno o due poi prenderemo il nuovo indirizzo e andremo alla nostra base che sarà poco lontano di qua e speriamo non ci sia un grande pericolo. Una devo dirvene che sarebbe andata bene se non succedeva sta malaugurata ritirata noi molto probabilmente ci rimpatriavano fino all’11. Speriamo di dare una buona lezione e presto al nemico di poter ritornare in seno alla nostra famiglia. In quanto all’esonero qui sono giunti a uno i documenti ed ora attendono l’ordine dal comando superiore per mandarlo, si capisce che passerà ancora un mese, ma andare va di sicuro. Speriamo che ad Imperia si decidano di fare qualche cosa anche per noi. Anche i miei amici genovesi attendono e anzi sono stati loro a darmi la nuova. Ho appreso i prezzi della verdura li da noi, non c’è male come prezzo ma si capisce ci vorrebbe un uomo a casa per poter coltivare. Di tutto il rimanente ve ne parlerò in una mia prossima che spero sarà domani perché adesso ho un po’ di lavoro da sbrigare a riguardo di queste variazioni che vi sono state. Se posso fin da oggi comincerò a scrivere a qualcheduno, per ora però vi incarico di salutarmeli tutti uniti. Sono dolente di Quinto e Mariano ma è il loro destino, io l’ho già seguiti anch’io. Tanti baci vostro per sempre Aldo 3-12-42 62


Carissime, Oggi vengo a voi altre un po’ più lungamente di ieri, vi darò un po’ più precisi ragguagli. Di posto siamo a Zlitten marina un piccolo agglomerato di poche casette in riva al mare, dai marosi saremo un duecento metri. A quanto sappiamo da due ufficiali che erano a Genova con noi, uno alla mia compagnia e l’altro all’altra vi è molta disciplina e si deve per forza scattare ma come vitto si sta benone e anche come servizio è molto delicato ma si spera bene che non abbia da capitarci nulla. Noi saremo come difesa costiera. Speriamo che non avvengano sbarchi nella nostra zona e poi se ne avverranno sapremo bene come comportarci. Ieri abbiamo avuto pure la visita del colonnello comandante il nostro Btg. un uomo energico e militarista ma che poi in fondo si dimostra un vero padre di famiglia e forse è quello che fa per noi perché di qualunque cosa si ha bisogno lui dice di presentarsi a lui direttamente quando viene ad ispezionarci, sicuro che non ti può mandare in congedo, ma lui dice che pratiche nel suo ufficio non ne vuole anzi ce ne sono diversi che devono rimpatriare, chi per decessi in famiglia, chi per i tre fratelli e uno con l’esonero agricolo. Lui mette il suo visto subito e le inoltra con sollecitudine al comando superiore per sbrigare la pratica. Insomma non importa fare un po’ di sacrificio basta una piccola soddisfazione. A comandare la compagnia abbiamo un capitano degli alpini, è di Busto Arsizio uomo rigido di poche parole ma giusto a quanto si vede per ora. E se il destino fosse che da un momento all’altro la grazia 63


di Dio volesse che arrivassero i miei, sono certo che in poco tempo lui sbriga la cosa. Per ora non posso ancora dirvi se starò qui al comando di Compagnia o se andrò alle postazioni, perché l’ordine è di mandarci i più giovani ma si è molto scarsi di uomini e così vedremo come si farà ma sicuramente per un qualche giorno si rimane qua. Io sto sempre benone e mi auguro sia lo stesso di voi altre. Ora che son certo del mio indirizzo fatemi un po’ sapere come va li da noi, perché son certo che tutta la posta con gli altri indirizzi sicuramente va perduta per metà. Scriverò oggi stesso ad un amico che è rimasto alla 2° presidiaria che se arriva mia posta, me la mandi qua. Credete che in questo mese ho fatto più giri che la luna e ho visto mezza l’Africa settentrionale. Domani vi spiegheró un po’ di come è qua la spiaggia e di quello che incominciamo a fare qua. Stamane ci hanno portati a messa e oggi si farà festa. Fa un anno oggi che ci hanno vestito e per caso ci hanno dato la divisa grigio verde e siamo vestiti a nuovo come un anno fa. Vi è l’adunata, tralascio saluti a tutti, tanti baci vostro per sempre. Aldo 8-12-42 Sulla lettera non risulta il luogo. Sulla busta è indicato 25 Btg Mitraglieri. 1° Comp. 11 Concentramento. Posta Militare

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Carissime, Anche oggi vengo a voi per darvi mie nuove che, come al solito sono sempre buone e mi auguro sia lo stesso per voi altre. Appena ho terminato di scrivere a voi altre scrivo ad un amico che è rimasto alla 2° presidiaria che se ne arriva posta mia me la inoltri qua. Ieri sera ho ricevuto pure da Dria e se mi è possibile ci rispondo in questi pochi minuti di tempo che ci lasciano a mezzogiorno perché alla sera è subito buio e finora non abbiamo ancora provveduto a procurarsi un chiaro da poter stare un po’ a far veglia quando il servizio ci lascia liberi. Ma finora a me non è ancora toccato ma sono certo che non passeranno molte sere, ma in fondo è un servizio che se non capita niente è quasi un riposo. Non state in pensiero per me che fin che va così la va benone e speriamo che presto abbia fine questo tormento. Ieri sono stato a visitare diverse postazioni qui vicine, credete che vorrei che mi ci mandassero presto. Stanno benone in riva al mare e ancora di più io che ne sono appassionato, mi ci passerei il tempo a pescare ma ho stima che noi vecchi ci tengano qua al comando in caso di bisogno per rinforzare il presidio. Adesso sono solo ansioso di ricevere vostre nuove e di tutti, parlatemi un po’ di tutto e di tutti in generale, sarei contento di avere vostre nuove almeno per Natale, mi sembrerebbe di passarlo in famiglia. In una vostra lettera ho pure trovato i saluti di Lalero di sua propria mano si vede che ha già imparato qualche cosa a scuola, fateci i miei complimenti, come pure ho appreso da una vostra che il pacco 65


da inviarmi vi è rimasto a casa, meglio così perché poteva andare perso. In quanto a me roba da scrivere per ora ne ho, solo l’altro giorno si era rotto un pernetto di legno dentro la penna e a forza di fare ce l’ho fatta con un filo di ferro. Speriamo che vada avanti così per un po’, inchiostro ne ho ancora per diversi mesi se non mi si rompe e fogli e buste ne ho ben bene che tiro avanti e poi speriamo ci diano anche qualche cartolina che ci aiutano ad andare avanti. Tralascio di annoiarvi e vi invio i saluti per parenti e amici e per voi due i miei più caldi baci vostro per sempre. Aldo Zliten, 9-12-42

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Carissime, Benché non riceva da voi altre anche oggi vengo egualmente a voi per darvi mie nuove che come al solito sono sempre ottime e mi auguro sia lo stesso di voi altre. Questa notte sono venuti ad albergare qui con noi un paio di dozzine di carabinieri reduci dalla linea che anche loro, sebbene a parte, faranno il medesimo servizio che facciamo noi e fra i quali ne ho trovato uno che non era pratico dei nostri paraggi ma di Ventimiglia e della valle del Nervia e poi di molti centri della nostra riviera, abbiamo chiacchierato diverso tempo assieme. Stamane appena sveglio sono andato ad accompagnare uno dei soldati che sono rimasti con me alla sua sede e al mio ritorno, non vedendo nessun superiore tra i piedi ne ho approfittato per andare a fare il bagno e a lavarmi un po’ di roba dato che oggi è una bellissima giornata dopo tanto, perché è una settimana che sono qua ed è una settimana che fa cattivo tempo. Appena tornato ho preso il rancio, una minestra con fagioli e di già che faccio la guardia alla roba, scrivo a voi come ho pure messo un po’ in ordine il diario che prosegue sempre avanti, vi dico ciò perché rileggendo una vostra me ne parlavate se lo continuo o meno. L’ho sempre continuato benché nei giorni terribili sia stato di pochissime parole, ma quei giorni la, anche senza scriverli me li tengo lo stesso bene impressi nella memoria. Ma modestia a parte non ho mai perso anche in quei frangenti il lume della ragione. Come già vi dissi oggi è una bellissima giornata e son qua che attendo ordini sul da farsi nel pome67


riggio dato che mi sembra impossibile che ci lascino senza far nulla. La mia vita come vedete non è eccessivamente pesante solo che neanche a dirlo, non si fa molto volentieri ma la prendiamo sempre come viene. Non so se andrò domani in postazione e vuol dire che se andrò la per un paio di giorni avrò un argomento nuovo da descrivervi, il luogo ove mi trovo e i compagni di sventura che avrò assieme. In quanto a ricevere da voi non mi allarmo per nulla perché anche quelli che erano di stanza qua prima di noi, non ricevono neanche loro, si vede che il servizio postale si è molto ristretto a due o tre luoghi di partenza solamente, invece prima ogni piccola cittadina aveva il suo aereo che faceva servizio con la madre patria. E poi dato che ci troviamo sotto le feste la posta è superiore che in altri momenti. Io per dirvi il vero sarei contento di ricevere per Natale, ma l’importante è che riceviate voi altre che sicuramente pensate molto a me , mentre io invece sto benone. Non ho nessuna cosa di importanza da comunicarvi, altro che incaricarvi di augurare buone feste a tutti parenti e amici e attendendo sempre molto volentieri vostre nuove, vi abbraccio vostro per sempre. Aldo Zliten, 15-12-42 Verificato per censura dalla commissione provinciale. Prelevata per la censura il giorno 24 dic 1942 senza nessuna cancellatura.

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Carissime, Anche oggi se pure in breve vengo ugualmente a voi per darvi mie nuove, la salute sembra farlo apposta e mi auguro che continui così è sempre migliore un giorno dall’altro. Stamane appena svegli ci hanno fatto partire un po’ in giro perché doveva venire un generale e poi mi hanno dato ordine assieme ai remagi che vi ho con me di squagliarsela, abbiamo fatto una passeggiata in mezzo ai palmeti sino ad una postazione nostra quella che forse avrei dovuto andarci io e può anche darsi che ci vada perché non ho avuto nulla in pro e neanche contro. Mentre vi scrivo è passato da poco mezzogiorno e può darsi che venga ancora l’ordine di andare via. Ieri sera abbiamo fatto un po’ di festa abbiamo trovato un po’ di cognac e si capisce lo abbiamo bevuto assai volentieri, benché io come sapete non sono amante dei liquori. Ieri sera ho pure ricevuto una lettera di Carlini in data del 11 ottobre e se mi sarà possibile ci risponderò entrò oggi pure a lui. Il tempo però oggi si è nuovamente imbronciato. Nella mia peregrinazione mattutina in riva al mare ho visto qualche granchio e diversi rastegheli come si trovano pure alla riva una infinità di ossa di seppia. Se il destino è che io debba restare qua appena comincia la bella stagione faccio concorrenza a Baiuneta mi do alla pesca tanto per passare il tempo e anche per rosicchiare qualche cosa in più come sapete che dei frutti di mare ne sono assai ghiotto. E il nonno che cosa fa, in una vostra che ho riletto in questi giorni si vede che da i numeri sul serio, informatemi un po’ di 69


qualche cosa. Spero entro questa settimana di avere almeno una vostra lettera, non è che io sia inquieto sul vostro conto ma è tanto per avere qualche argomento nuovo da discorrere perché qua non si fa che parlare di cannoni, mitragliamenti e sganci di bombe. Ho interrotto un momento per andare a prendere il pacco dono offerto ai combattenti. C’è ne hanno dato uno in due a me mi sono (…) un paio di mutande, un paio di pantaloncini corti, due fazzoletti, cinque fogli, cinque buste, un blocco notes che mi servirà per fare i biglietti di spesa pane e una matita. È nulla ma è per riconoscenza perché sono certo che molti italiani non sono (...) dei sacrifici che facciamo noi qua e in particolare i soliti bene informati che chiacchierano ai tavolini dei caffè e ci criticano che non siamo stati capaci di fermare il nemico.. Ma per noi è nulla il più che al nostro ritorno non ci vengano a ridere in faccia perché io per il primo a chi è capace di tale azione ci faccio mangiare un paio di denti di sicuro. Non è che io mi trovi arrabbiato dicendogli queste cose ma sono discorsi che molto sovente si fanno tra di noi e sicuramente cose che metteremmo in pratica. Dopo avermi dato sto po’ di roba il capitano mi ordinò che assieme ai tre remagi che ancora restano con me verso le due andare a tirare dei reticolati li vicino alla spiaggia si vede che se non mi parla di andare via mi lascia qua fin che crede a comandare sti tre vecchioni. Tralascio augurandovi ogni sorta di bene. Saluti a tutti e a voi due un milione di baci vostro Aldo Zliten, 16-12-42 70


Carissime, Benché non abbia nulla di nuovo da dirvi vengo a voi con le mie chiacchiere quotidiane solo per assicurarvi sul mio caso. La salute è sempre ottima e mi auguro sia lo stesso di voi altre. Continua sempre il solito lavoro a distendere filo spinato, speriamo che la duri in questa maniera benché ogni tanto mi graffio un po’ le mani o mi faccio qualche buco nella pelle. Quando verrò a casa è una specialità che avrò in più come mestiere e sono certo che ce ne saranno pochissimi che mi invidieranno di tale specialità. Ora siamo in due liguri assieme, è arrivato stamattina uno dall’ospedale e rimarrà qui un paio di giorni tanto per rinforzarsi un po’. È di Savona, studente universitario che conoscevo già da Derna, un bravo ragazzo che ci faremo un po’ di compagnia e speriamo che ci rimanga almeno sino a Natale prima di andare in squadra o l’uno o l’altro, perché non si sa mai come possono mettersi le cose. Mica che con gli altri non andassi bene anzi più che bravi ragazzi, ma è solo per parlare un po’ dei nostri posti e il nostro dialetto. A proposito lui ha detto di aver inteso all’ospedale che da diversi giorni non arrivava che pochissima corrispondenza dall’Italia e che in uno di questi giorni scorsi ne siano arrivate ben venticinque tonnellate, se ciò è vero credo di avercene qualche mezzo chilo anche io tra i diversi indirizzi che ho mandati a casa ma chi trasmette ciò sicuramente è sempre radio scarpa. In ogni modo anche se a volte rimaneste qualche giorno senza avere mie nuove come potete capire non è colpa mia ma del servizio postale che non 71


è sufficiente ai fabbisogni o meglio sono pochi gli apparecchi in confronto al traffico. Sicuramente nei prossimi giorni spero di avere vostre nuove almeno potrò trattare qualche argomento nuovo. Per ora non mi resta che incaricarvi di porgere i miei saluti a parenti e amici e nella speranza di presto ritornare vittorioso vi abbraccio vostro per sempre Aldo Zliten, 18-12-42

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Carissime, Credevo di oggi potervi scrivere un vero romanzo ma invece la mia attesa è stata vana. Ho lavorato un pochino ma figuratevi un lavoro per nulla pesante, ho aiutato a fare diversi pasticci per noi, così ho tenuto impegnata la mattinata e il pomeriggio è stato un bene, mi è passato più bene il tempo dato che non avevo chiesto il permesso per andare in città. In quanto a mezzogiorno l’abbiamo passato discretamente, pastasciutta di tagliatelle fatte da noi stessi e una fetta di carne, ½ litro di vino a mezzogiorno e ½ litro per cena, ma io per sentirmi un po’ il gusto benché fosse marocco* l’ho bevuto tutto a mezzogiorno per paura che prendesse cattivi gusti. Ci doveva essere il dolce in più ma sempre confezionato da noi altri e perciò potete immaginarvi il risultato finale un vero pasticcio ma anche questo è rimasto ottimo. Salute sempre benone non credevo di passare la giornata di Natale così bene perché si sa, credevo che la malinconia mi prendesse. Invece è passata benone speriamo che la duri così. Scriverò nuovamente domani se il tempo me lo permette e sarò più lungo. Credo pure in questi giorni di ricevere con questo indirizzo perché uno sin da ieri sera ha ricevuto con questo indirizzo e credo che sarà affare di pochi giorni anche per me. Non mi dilungo più a lungo perché comincia a farsi buio e si avvicina l’ora del rancio. Vi invio i miei saluti per parenti e amici. E per voi due i miei più caldi baci vostro Aldo 25-12-42 - Verificato per censura, città cancellata. *

di qualità scadente 73


Carissime, Non voglio lasciar passare la giornata senza darvi le mie solite nuove però devo cambiare subito argomento perché in questo stesso momento mi sono giunte 4 vostre lettere n. 97-98-99-100, vuol dire che le mancanti sarebbero 1-2-3 e si capisce qualche d’una di quelle durante il ripiegamento*, ma ormai su quelle non ci conto neanche più ma queste può anche darsi che mi giungano ancora. In ogni modo la mia soddisfazione finalmente è stata appagata, ci ho già dato una letta di sfuggita mentre attendevo il rancio e le rileggerò più bene dopo con comodo perché stamane sono andato al mio solito lavoro e alle due andrò nuovamente e perciò scrivo subito così se sarà possibile partirà oggi stesso e le rileggerò questa sera nuovamente e domani ritornerò su quell’argomento. Assieme alla vostra posta vi era pure una cartolina di Dria ed anche a lui risponderò subito. Da esse apprendo molte cose, per incominciare dal n.97 apprendo che incomincerete quotidianamente ad avere il lavoro di scrittura verso di me. Qui però a parte l’organizzazione perfetta tutta la posta lascia un po’ a desiderare in confronto della 102 sarà forse perché gli aerei postali sono meno e sono diminuite pure le poste. Di Fanò** che è completamente guarito io non ve ne avevo più parlato * La seconda battaglia di El Alamein del 4 novembre le forze dell’Asse, non più in grado di opporre resistenza organizzata, iniziarono il ripiegamento; per le divisioni di fanteria italiane, non motorizzate, era preclusa ogni via di fuga e oltre 30.000 soldati si dovettero arrendere. Molti di più riuscirono però a ripiegare. ** Viale Stefano, zio di Aldo 74


perché mi avevate detto subito che era cosa non grave e perciò ero convinto che fosse già ristabilito. In quanto a Turetto mi fa piacere che sia venuto a casa ma da un lato mi rincresce perché è di nuovo da capo e poi in fin dei conti lo sapeva e meglio ancora lo sa suo padre che di queste cose ne è veterano e dopo tutto è in un luogo che non sono eccessivamente esposti al pericolo. In quanto a Berto ne ero già a conoscenza come pure è toccata la stessa sorte a quel sergente magro che era venuto col maresciallo a mangiare i gnocchi quando mi trovavo ancora io a casa, me lo scrisse Manitto. In quanto al vino cosa volete, quando se ne trovano un paio di borracce a noi sembra di trovare una cantina ma di quelle ben grosse. In quanto ai brutti momenti che mi dite avrò passati a ciò ci si dice addio. In quanto al figlio di Sofia è stato un coglione a venirvi proprio a dire che noi non eravamo più nel tal posto e poi proprio alla madre. Lui sarebbe uno da mandarci così si sporcherebbe un po’ i pantaloni bianchi e forse anche la zazzera con la riga in mezzo. In quanto a vendicare i danni che i Tommy hanno fatto in Italia, ci penseremo noi a saldare i conti. Quando lo vedi salutami Vergí. In quanto all’olio mi dite che ne avete denunciato e controllato 15 Kg. Vuol dire che ve ne mancano pochi Kg. ad arrivare al vostro fabbisogno annuale. Ed ora passiamo al n. 98. Vi premetto che in tutte quattro vi erano dentro altrettanti fogli e buste. Mi dite che come giornata festiva avete avuto assai lavoro e che Giuanin, lui ha aggiustato la vigna, è un lavoro necessario anche 75


quello, i saluti dello zio Andrea, i due viaggi di Ada, la veduta di Giousé d’Airole, nuovamente la partenza di Turetto e mi parlate pure del vino che credo a questa ora avretegià una discreta provvista, insomma tutte cose che mi fa piacere essere a conoscenza. Il traffico della truppa che è terminato ecc. In quanto a me ieri ho passato una giornata a scrivere e oggi al lavoro ho scritto lungamente a Manitto e Pinuccio e poi ho un po’ girato in riva al mare. Lo stesso farò per Capo d’Anno. L’importante è che sto sempre benone e lo stesso mi auguro sia lo stesso di voi altre. Per ora tralascio e rimando a domani sulle altre due vostre e se questa sera ne arriveranno altre. Saluti infiniti a parenti e amici e per voi due fiducioso di presto rivedervi, vi abbraccio, vostro per sempre, Aldo Zliten, 28-12-42 Lettera verificata per censura dalla commissione provinciale il 7 gennaio 43

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Carissime, Finalmente ho vostre nuove ieri sera ho ricevuto vostre nuove, ieri sera ho preso una vostra lettera con il nuovo indirizzo e contrassegnata con il n. 4 me ne mancherebbe una settimana essendo come mi dite che questa è la prima con il nuovo indirizzo le altre possono benissimo essermi recapitate in questi prossimi giorni. Assieme alla vostra ho pure preso ben s’intende con il vecchio indirizzo, una lettera di Manitto, una cartolina di Carlini, una cartolina di Pinuccio e una lettera di un amico di sopra Genova quello che abbiamo bevuto assieme a Genova e che vi era pure Ada li al Lido quando siamo partiti, lui però è in convalescenza ancora da allora ha il gozzo e non può respirare bene, mi ha un po’ informato su ciò che è capitato a Genova durante la mia assenza, mi disse pure che hanno spianato il deposito, l’avessero fatto venti anni prima con tutti i farabutti che vi erano dentro. Ed ora vengo a ciò che mi dite sulla vostra in data 19-12. In quanto a Dogliani è nel medesimo Btg. che sono io, non so il preciso ma deve essere alla seconda o alla terza compagnia, perché quelli della sua compagnia sono andati a finire li ma lui è un orso e non rinnega nulla lui ha saputo prima perché il loro capitano e un po’ più spiccio che non era il nostro, perciò hanno avuto più presto la partenza. Mi dite che ha scritto Bruzzone, da lui io non ho mai avuto nuove ma salutatemelo voi altre. In quanto Manitto mi dice press a poco le cose che dice a Voi che Remigio sia sempre lo stesso, non verrà la volta che trova il pane per i suoi denti, mi sembra quasi 77


strano. Mi dite che diverso materiale che era andato in Francia lo riportano in su speriamo bene. Anche qua quelli che hanno tre anni di Africa li rimpatriano è un buon segno perché dopo con l’andar del tempo può darsi che entri in vigore la circolare che era giunta pochi giorni prima del ripiegamento che mi sembra di avervi accennato che sino all’undici* dovevamo essere rimpatriati. Mi dite che dal giorno che mi avete scritto continua a piovere si vede che dopo che non ho più avuto vostre nuove, il tempo si è guastato, si capisce che il tempo ha rotto ed è cambiato, qui sono due giorni che fa vento e abbastanza fresco, ma io sto sempre benone questo è l’importante e mi auguro sia lo stesso di voi altre. In quanto a Natale non mi posso lamentare come vi ho già detto nelle mie precedenti e a quanto ho saputo poco tempo fa dall’attendente del capitano, per Capo d’anno mangeremo assieme agli ufficiali qua in un piccolo cortile. Vuol dire che hanno idea di farcelo passare discretamente. Mi stupisce di Manitto che abbiano la cinghia elastica**, noi qua non c’è male. Vi dirò, il menu abituale domenica a mezzogiorno e giovedì pasta asciutta gli altri giorni minestra alla sera sempre pasta in brodo e colla carne quasi sempre spezzatino con fagioli di una bella razione. Viene quasi il coperchio della gavetta pieno e mezzo chilo di pane, per dire il vero è una bella razione in più ogni tanto mezzo litro di vino e marmellata. * undici: della leva 1911 e anteriore. ** allude al “tirare la cinghia” cioè fare la fame 78


In quanto al lavoro che faccio lo sapete e son certo che mi dura ancora per qualche po’ di tempo e poi anche in postazione, come anziano non posso finire male. Fatemi un po’ sapere qualche cosa di tutto in generale e in particolare della campagna. Vi darò mie nuove domani se mi sarà possibile. Saluti a tutti e per voi due un milione di baci, vostro per sempre, Aldo Zliten, 29-12-42

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Carissime Ieri sera ho ricevuto tre vostre lettere due ancora con il vecchio indirizzo la 1 la 2 e l’8 con il nuovo. Mi mancherebbe solo la n. 3 delle vostre. Vi dirò in seguito ciò che apprendo ora vi parlo un po’ di me. Stamane ero già andato via di qua, ero andato ad un posto di blocco all’ingresso della città ma strada facendo ho incontrato uno che rientrava e abbiamo fatto cambio, lui c’è andato volentieri a far la guardia ed io sono ritornato al mio vecchio posto ma si capisce che il primo che si ammala dei graduati vado sicuramente io a darci il cambio; io servirei da turare le falle che man mano avvengono tra i graduati della compagnia, ma mi auguro che rimangano tutti sani perché qua ci sto molto benone. La mia salute è sempre ottima e il morale per di più assai alto. In una di queste vostre mi dicevate come va per la mangeria ma ve l’ho già spiegato negli scorsi giorni non possiamo lamentarci per nulla si sta benone. Ed ora vengo a ciò che apprendo dalle vostre lettere per prima si capisce prendiamo quella di data più recente. Come da un po’ di tempo è vostro costume ci trovo sempre foglio e busta. Mi dite della istituzione della sirena a Ventimiglia ed ero già a conoscenza. Qui dove ci troviamo ora non se ne vedono che passare rarissime volte e dopo che sono qua non ho più sentito un’esplosione di una bomba da aeroplano è forse uno dei posti più tranquilli del fronte a Tripoli. Per questa sera fine d’anno ci siamo in tre e ci siamo ordinati diverse uova vedremo poi in seguito come le dovremo cucinare; lo facciamo tanto per riconoscere S. Silvestro. 80


Sicuro che erano meglio le cene di un paio di anni addietro ma per certo che anche li sarà duro trovare uova mentre invece qua si trovano facilmente dagli arabi. Su quella di data più recente ho sorvolato perché cose di vera importanza non ve ne erano e prebdendo quelle arretrate vedo come hanno stabilito in Italia il tesseramento del pane si vede proprio che se ne sono accorti in Italia che il più che sgobba è il contadino e perciò ci hanno dato una razione un po’ più abbondante di pane. Mi dite dei prezzi di molti generi alimentari si capisce che sono un po’ cari in confronto di mesi e anni addietro ma ci vuol pazienza e speriamo che presto abbia fine. Dall’altra vostra sento che piove ogni tanto e che Ramoino ci da dentro a tagliare legna, riguardo a lui come se la passa ci vanno bene le cose e fifa quanta ne ha della cartolina ecco un altro ci farebbe bene un po’ di naia per levarci certe schifezze dalla testa. Mi dite di Pippo che fa la cura del dormire quasi lo stesso di me perché alla sera qualche volta attendiamo le otto per sentire il bollettino perché vicino a noi c’è un’officina che ha la radio ma non è detto che ci si vada sempre, a turno uno per sera per esempio ieri sera ci sono andato io. Saluti infiniti a parenti e amici e per voi due baci affettuosi vostro per sempre, Aldo Zliten, 31-12-42 Scritto su un foglio ed una strisciolina di un terzo di foglio.

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La busta spedita il 31-12-42 (timbro posta) contiene tre fogli che formano due lettere come segue: Carissime, Oggi vengo a rispondere alle vostre distinte con i numeri 99 -100 e in più devo dirvi che ieri sera ho nuovamente ricevuto posta, una lettera di Dria e una da S. Bernardo e una da Giuanin de Luchin tutte due timbrate da Ventimiglia in data 23 corr. con l’indirizzo nuovo, in soli 5 giorni sono venute. Credevo ce ne fosse anche vostra ma speriamo sia per oggi o domani, perché sono certo che ne avrò sicuramente in giro. A parte tutto quello che mi dite di Turetto e Pippo ma poi è roba che passa perché ne sono passate e ne passeranno delle peggio. Mi rincresce che Lalero abbia dovuto rimanere a letto ammalata ma quella malattia li è poca cosa, il più che si sarà nuovamente allungata di diversi centimetri e sempre più asciutta. Mi dite di Tuesca che fa festa per il tabacco e dire che a Tobruch ne abbiamo abbandonato un sacco con 2000 pacchetti di trinciato forte, dico duemila, son certo che se ce lo dite mi manda a farmi benedire. Anche lo zio Andrea mi dite che ne soffre per il fumo, io qua come già vi dissi mi arrangio sempre. In queste due mi parlate di Cassano e della duplice disgrazia che è stato colpito, me ne duole il cuore ma neanche tanto per lui come per chi ne ha passato le pene finora e per chi ne dovrà passare ancora le conseguenze in avvenire. Mi dite il prezzo delle patate nuove, è discreto ma ne hanno fatto almeno discretamente e che i vostri sacrifici siano compensati da un discre82


to guadagno. Mi dite che nella prossima settimana andrete nuovamente al frantoio con le olive e spero di presto avere il rendiconto finale su ciò che ne avete raccolto. E passiamo ora all’altra, mi dite che avete avuto mia posta e ove apprendo che da noi con l’esonero non è ancora venuto nessuno. Su quella di Dria di ieri anche lui me ne accenna, ma è come me a bei momenti ci ha un po’ di fiducia e a bei momenti ci sembra roba bella svanita, ma speriamo sempre in bene. In quanto a me non mi stanco mai d’attendere il tanto desiderato giorno della nostra borghesia*. In quanto al pacco è stato un bene che non lo abbiate spedito perché uno su mille finora sono stati recapitati e in quanto a quello che mi avevano promesso da Sestri è andata pure bene, perché glielo ànno mandato indietro e così nulla è andato perduto. In quanto per il momento sono chiusi ma io mi arrangio lo stesso, per dirvi ieri sera si è rotto un pezzetto alla penna e non va né su e né giù ma ne ho una di quelle ordinarie e vedete che scrivo lo stesso ma però qualche domenica che non so cosa fare guarderò di farcelo con un filo di rame, in quanto per ora non mi è necessario, mi arrangiò con tutto. In quanto ad inchiostro qua non se ne trova che di quello che vendeva Bací di sciappi** quando aveva negozio a Ventimiglia alta, è vera porcheria, tutto fondo e bianco e perciò mi arrangerò a farmelo, la prima occasione che vado in * ritorno allo stato borghese ** Bací di sciappi, noto negozio di casalinghi, piatti, bicchieri, stoviglie in terracotta, poi trasferitosi nella città bassa. 83


città mi compro una matita copiativa e lo faccio con essa ma però ne ho ancora per un paio di mesi. La prendo per riserva. In quanto a fogli e buste ne ho ancora per un paio di mesi circa ne ho una settantina e poi qualcheduno che mi mandate, vado avanti e alla disperata sospendo di scrivere agli estranei tolto che quando mi danno le cartoline in franchigia. Voi dite che avete avuto nuove da case Loa e che con molta provabilità dopo le feste viene in giù Carletto a starci qualche giorno, se non altro vi terrà un po’ allegre con qualche sua trovata. Su quella di S. Bernardo ho appreso che è venuto a casa Pinuccio e anche Giuanin me ne ha fatto cenno e anzi mi disse che hanno anche un po’ discusso. Cosa vuoi sono zucche vuote e si vogliono dare delle arie. Ho appreso che è passato Tomacchia e che vi disse di avermi scritto, riceverò anche la sua nei prossimi giorni. Ed ora vengo a tutto ciò che riguarda a me nel momento attuale. Oggi sarò molto lungo perché stamane il capitano è andato via prestissimo e io con i miei remagi abbiamo fatto festa assoluta. Nei prossimi giorni andranno rimpatriati tutti coloro che hanno 36 mesi di colonia e nel nostro Btg. ve ne sono assai e se va avanti così tra sei mesi ci rimaniamo in pochissimi perché sono tutti sopra i trenta mesi. Io se mi sarà possibile guarderò di piazzarmi qui al comando in qualche buco, ma anche dovessi andare in postazione forse me la passerei meglio ma rimarrei un po’ più scomodo per la posta ma facilmente andrei per vice capo squadra e non farei niente lo stesso. Anche ora che i miei uomini che sono tutti del tre tra pochi giorni andranno via, alme84


no attendono da un momento all’altro il congedo. Ma in quanto a me ho sempre buona fiducia di ritornare e fra poco tempo. Anzi me lo sono già sognato diverse volte e speriamo che i sogni siano realtà o con sto porco di esonero o con la messa nuovamente in vigore di quella famosa circolare che doveva uscire un paio di mesi fa che fino all’undici dovevamo essere rimpatriati. Insomma è meglio che viva con questa illusione che con la convinzione di dover rimanere a lungo qui. Ma poi quando mi trovavo a Breviglieri al centro appena sentivano l’età si metteva subito le mani nei capelli, il colonnello ci scartava senz’altro, e a dire che molti di noi ci facciamo la barba senza rasoio a quelli di leva e ne abbiamo anche avuto un esempio di recente data o che che sia che su di noi hanno perso anche un po’ di fiducia. Son tutti pettegolezzi che vi racconto ma è per passare il tempo. Non so se ve ne avrò parlato ma dalle vostre ho appreso del richiamo di Bertella e Giuà u Longu e così anche a loro ci è toccato il loro turno e specialmente a Bertella tanto si allenerà a parlare un po’ in italiano e a darsi del lei da solo e son cose che non si devono dire ma per certi son certo rimane un sollievo. Speriamo vada bene anche a loro, io ce lo auguro. Tralascio inviandovi i saluti estesi a tutti i parenti e agli amici che me ne ricordo ad uno per uno e nella certezza di presto ritornare tra di voi sano e salvo, ricevete un forte abbraccio vostro per sempre. Aldo Zliten, 29-12-42

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Nella stessa busta c’è questa lettera datata 2-1-43 Carissime, Ieri sera non vi è stato nulla per nessuno, ma io oggi vengo ugualmente per darvi mie nuove e come ho trascorso capo d’Anno. Debbo dire benone non mi credevo che organizzassero così bene e ci fosse roba cosi a volontà. Per incominciare antipasto (mortadella), pasta asciutta, due fettine di carne in umido con contorno di broccoli marmellata e datteri e vino ce n’era a volontà perché c’è ne sono molti che non bevono e perciò ne abbiamo avuto assai. Come vedete non c’è stato male davvero come trattamento. La sera solo spezzatino assai abbondante. Questa sera cominciano a versare la roba quelli che hanno trentasei mesi di A. S. per essere rimpatriati e sicuramente domani o dopo facilmente mi manderanno in postazione, qui ci siamo più tre e quelli che vanno via sono quasi una trentina, è buon segno, perché dopo di loro può darsi che incomincino con noi. Vi dirò se ci andrò dove sarà la mia nuova sede ma si capisce che male non si va, è pressappoco come lungo la ferrovia e se avessi la fortuna di andare al mare, ci andrei ancora più volentieri, ma anche ai posti di blocco non stanno male, solo che vi è un po’ più disciplina, perché passano gente di tutti i gradi e perciò si è sempre esposti agli occhi degli ufficiali. Cosa hanno che il tempo ci passa molto rapidamente perché c’è traffico. Io sto sempre benone e mi auguro sia lo stesso di voi altre. Stamane siamo andati per legna e ora mi hanno chiamato per andare per acqua. Dopo vado a lavare un po’ 86


di roba e fare il bagno dato che è una bellissima giornata. Tralascio perché non vi è nulla di nuovo da dirvi se questa sera scriverò sarò un po’ più lungo questa sera per domani. Saluti a parenti ed amici e per voi due baci infiniti, vostro per sempre, Aldo Zliten 2-1-43

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Carissime, Vengo a voi per rispondere alla vostra scritta con il n.3 la sera di Natale. Da essa apprendo come è stata solitaria la giornata di Natale li da voi altre. Si capisce che quei tre arnesi vi avranno fatto un po’ passare la malinconia. In quanto a come l’ho passato io ve l’ho già detto su una mia precedente. Apprendo che Giuanin benché fosse cattivo tempo è stato assiduo come gli altri anni. Ed ora essendo che non vi è novità alcuna da darvi sul mio conto eccetto che sto sempre benone vi racconteró come abbiamo trascorso fine d’anno e parte della mattinata del primo del 43. Ieri sera siamo rimasti in due e ci siamo comprati tre quarti di vino lire 60, l’altro aveva procurato una scatola di sardine e dopo essere andati ad ascoltare la radio, ce la siamo mangiata e bevuto il liquido. Eravamo li per coricarsi, quando è arrivato uno dei miei compagni con uno del genio idrici che è genovese e ci conosciamo da diverso tempo, avevano con loro una borraccia di vino e chiacchierando del più e del meno ce la siamo bevuta tanto che son venute le undici. Ci siamo lasciati poi così con il proposito di una di queste sere fare una mangiata di pesce. Da poco ero addormentato che son venuti a chiamarmi e hanno voluto a tutti costi che ci alzassimo anche noi perché il sergente della spesa viveri aveva offerto due bottiglie di liquore e così chiacchierando abbiamo fatto finire l’anno. Fatto il brindisi, dalle postazioni vicine si è sentita una sparatoria in onore dell’anno novello. Credo che anche in linea sia stata la stessa cosa che questo momento sia stato rispettato da tutti. 88


Così abbiamo quasi fatto venire le due di mattina a chiacchierare. Stamane appena alzati siamo andati a messa e dopo aver fatto qualche lavoretto sono andato ad assistere alla corsa degli asini con fantini tutti terroni perché qua sono tutti di laggiù o per meglio dire nella posizione che mi trovo adesso debbo dire tutti di lassù. Si prepara la tavola per oggi, dicono che viene il colonnello a mangiare con noi oggi. Vi darò strasera o domani il resoconto della giornata ma non credevo che andasse così dato che vi era tutto calmo nei giorni scorsi. Ieri sera ho ricevuto una cartolina in datra 4-12 da Batì l’Alpino e si vede che appena venuto a conoscenza di quello che è capitato qua è rimasto in ansia per me. Mi dice di risponderci immediatamente. Mi sembra di averci già scritto dopo il ripiegamento ma in ogni modo oggi pomeriggio ci scriverò una lunga lettera. Saluti infiniti a tutti da parte mia e convinto di presto riabbracciarvi mi firmo vostro per sempre Aldo Zliten, 1-1-43 25 Btg mitraglieri 1° Comp 11° concentramento

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Carissime, Ho ricevuto questa sera la vostra scrittami il giorno di Santo Stefano con il n.10. Come mia consuetudine vi scrivo sempre a mezzo giorno nel tempo di riposo, ma dato che vi ho tempo a disposizione e può anche darsi che domani vada in postazione dato che questa sera ne sono arrivati 11 che domattina rimpatriano almeno cominciano a prepararsi; perché può anche darsi che rimangano in giro magari un mese. Perciò scrivo ora ma ve la daterò da domani. Mi dite che sia Natale che l’indomani avete lavorato poco dato il cattivo tempo. Mi dite pure che in tale giorno avete ricevuto molta posta quasi da tutti compreso da me. Mi parlate di Rosa di Sestri l’ultima che ho ricevuto la settimana scorsa era scritta da lei ed era già ricoverata a S. Martino, le ho risposto subito e si capisce dicendole che sarà niente, me lo avevo immaginato che cagione del mal di cuore che mi disse che ha, era la causa dei bombardamenti della RA . Mi parlate di Carluccio Ferrando e la sede che hanno i suoi a S. Eusebio questa è la volta che convincono anche Giacomo e la vecchia che a quanto capivo non ne avevano tanto idea quando ero a Genova. Si capisce che allora lui è impaziente di andare in convalescenza. E questa benedetta malaria come andrà a finire. Speriamo che guarisca bene ma chissà con l’andare degli anni. Mi dite che Pascà ha venduto le mucche dato che Dogliani lui non ha nessun diritto con l’esonero, me lo aveva detto pure a me l’ultima volta che l’ho visto durante il ripiegamento. Io però vi 90


avevo scritto a tale riguardo perché le inviaste il mio nuovo indirizzo se era il caso. Va bene che se arrivassero per destino tali documenti anche col vecchio recapito non credo che andranno perduti. Mi ricordo bene che mi avevate detto che la famiglia non sarebbe stata avvertita. Ma a volte sapete son cose che stanno un po’ al cuore specialmente un caso tale. Se sapessi l’indirizzo ci manderei una cartolina tanto per vedere se mi rispondono o meno e cosa mi dicono, una cartolina in franchigia costa poco. Io sto benone e mi auguro sia lo stesso per voi altre, come vedete se la va così la va benone e a quanto si vedono i preparativi non andrà tanto bene per gli inglesi in questi prossimi giorni. Saluti a tutti e per voi due i miei più caldi baci vostro per sempre Aldo Zliten, 3-1-43

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Carissime, Ieri sera ho ricevuto una lettera ma però non era la vostra, ma di Nino u “Taiarin” in data 1-1 si vede che prima di giungere a me aveva fatto tutto il giro della costa africana ancora in nostro possesso. Mi fece piacere dato che è una settimana che non ricevo per nulla, ma si capisce che sarebbe stato molto meglio che fosse stata vostra. Qui c’è la voce che è un paio di giorni che non ne giunge dall’Italia ma ciò non me lo credo, dicono ciò tanto per trovare una scusa plausibile. Come vi dissi sulla mia di ieri la domenica l’ho passata calma ma in serata è migliorata perché abbiamo trovato una borraccia di vino in due e a prezzo neanche elevato. Cosa comincia a scarseggiare qua ora è il tabacco e molti sono a secco da diversi giorni, io tiro a campare ancora per un paio di giorni ma poi smetto perché a comprare le sigarette dagli arabi pretendono più di una lira l’una, quasi uno e cinquanta e dato che se anche spendessi tutto il mio stipendio non potrei mantenermi il vizio, così preferisco addirittura il regime secco. Cosa non c’è male è per il mangiare, è sufficiente ora e al posto della carne ci danno 70 grammi di tonno al giorno. Conditi in insalata con fagioli bolliti non ci è male. Ma questo durerà solo per pochi giorni perché molto facilmente ci trasferiremo nuovamente prima che passi questa settimana e non posso dirvi se andremo alla nostra sede definitiva o avremo ancora un posto provvisorio. Come già vi dissi in una mia precedente mandatemi l’anima di una matita copiativa per farmi l’inchiostro, ne ho ancora per un paio di 92


mesi ma a volte non si sa mai potrebbe spaccarsi o versarsi il calamaio. Io sto sempre benone e spero che sia lo stesso di voi altre. Appena terminato questa, scrivo pure a Nino il barbiere dato che mi ci ha pure allegato un foglio e una busta e perciò mi passo il tempo a raccontarci qualche cosa della nostra vita costÏ in questa terra che fa soffrire molte famiglie. Sperando di questa sera avere vostre nuove, non mi resta che inviarvi i saluti per parenti ed amici e nella forte convinzione di presto potervi dare mie nuove a voce, vi abbraccio vostro per sempre, Aldo Corradini, 18-1-43

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Carissime, La giornata non deve passare senza che venga a voi con le mie solite quattro chiacchere. Però oggi mentre scrivo, che è il 1-2 pomeriggio e sicuramente non parte di qua prima di domani ve la daterò in data due. La mia salute è sempre ottima come pure mi auguro sia lo stesso di voi altre. Costi la nostra vita trascorre monotona e non c’è altro da fare che vedetta, ma cosa che non porta un gran ché di seccature, e il pericolo è minimo, solo che la vita è assai noiosa e si capisce si sta la gran parte del giorno coricati in mezzo ai cespugli ad oziare. Come fronte non c’è niente di male, ma son certo che qui non sarà ancora la nostra sede definitiva e presto faremo nuovamente spostamenti. Come avevo già visto sulla mia di ieri non è nemmeno il n.85 il numero della nostra posta ma è il 132*. È venuta ieri questa novità a nostro riguardo e essendo già chiusa la lettera, non ho fatto in tempo a preavvisarvene, ma sono certo che non sarà ancora il nostro definitivo. In quanto alla posta con il vecchio indirizzo pare che ora si occupino di farcela recapitare in qualche modo ma si capisce che passerà ancora diverso tempo, e se tutto andasse bene c’è il caso di ricevere prima con il nuovo. Il tempo continua sempre bellissimo e per noi è già una gran bella cosa. Difettiamo un po’ nel fumo, ma benché carissime per un paio di giorni ho rimediato anche a quello. Ho trovato una cinghia nuova da un * l’indirizzo postale del militare è così formulato: Cap. Viale Aldo 25 Btg. Mitraglieri 1° Comp. P. M. 132 94


mio amico sergente, e questa mi tiene su magnificamente i pantaloni in qualsiasi circostanza. Come vedete non manco di nulla e perciò dovete stare tranquillissime a mio riguardo, dal pericolo assai lontano e in perfetta salute è tutto quello che può servire ad un soldato italiano per essere contento e quando non si ha nulla da fare c’è da andare al sole a fare una piccola ispezione nei camminamenti interni dei pantaloni e della camicia per vedere se puntate corazzate nemiche si sono fin la infiltrate. Si capisce la vittoria è sempre nostra perché ogni qualvolta qualche mezzo nemico è in vista viene catturato e annientato in pochi attimi. Vi racconto ciò per dirvi i nostri svaghi sulla costa tunisina. Sempre con la speranza di presto avere vostre nuove che sono certo arriveranno a valanga il giorno che ricominciano ad arrivare. Vi inviò i saluti per parenti e amici e dite loro che me li ricordo sempre tutti, che ho tutti presenti specie nelle ore di vedetta che sono solo e tutto è silenzio intorno a me. Nella ferma convinzione di presto potervi dare spiegazioni a voce, ricevete un milione di baci dal vostro per sempre, Aldo Mareth, 2-2-43

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Carissime, Anche oggi vengo solo per annunciarvi le mie solite nuove, non avendo proprio nulla da dirvi di nuovo. Unica novità che finalmente ci hanno dato un paio di dozzine di sigarette, cosa che ci ha innalzato molto il nostro morale ,benché si capisce dureranno al massimo due giorni, ma ciò è già molto passare due giorni molto più sollevati e con la compagnia di una sigaretta che ci scaccia un po’ i cattivi pensieri dalla mente. Null’altro ho da dirvi solo che oggi spira un forte vento da nord ovest. Radio scarpa trasmette assai forte e buone nuove sui vari fronti ma per ora non si sa ancora niente di positivo, speriamo siano vere queste nuove, è un balsamo anche questo per noi delle famose cinque punte che ci torturano i nostri migliori anni di esistenza. La mia salute perciò è sempre ottima e ciò è il più importante, mi auguro sia lo stesso di voi altre come di tutti in genere. Vorrei un po’ sapere Lalero cosa fa, il nonno, e di tutti in generale, Tomacchia e la Curta come vanno e cosa fanno di bello, come pure dei San Bernardo e così pure di Giuanin, Garaventa, Bertella se l’hanno calmati, di tutti insomma nei dintorni cosa combinano, ma credo presto giunga questa attesa valanga di posta, e allora benché il tempo a disposizione sia molto, avrò il mio lavoro da fare. E Carletto da Loa che un tempo indietro vi aveva annunciato la sua prossima venuta a Ventimiglia, è venuto o è solo stata una semplice idea che le era passata per la mente. Fatemi sapere un po’ qualche cosa di tutti in genere, come pure quando scriverete ai parenti a Genova, come ai compagni in 96


Russia, spiegateci il motivo del mio silenzio, perché fino a che non ricevo non scrivo più a nessuno, verrà bene il giorno che questa posta dovrà arrivare, e allora comincerò nuovamente come prima a dare regolarmente mie nuove a tutti. Dite a Tomacchia che bisognerebbe che vedesse un po’ gli apparecchi americani che tipo sono, lui che ne è appassionato, però qua dove siamo non se ne vedono affatto, ne abbiamo fatto solo la conoscenza nel ripiegamento. Ove ci troviamo se ne vedono molti la notte ma sono i nostri che vengono e vanno con la madre patria, ormai li conosciamo benissimo dal rumore anche senza vederli di che nazionalità sono e di che tipo. Salutatemi tutti parenti e amici e a Garaventa dite che al mio ritorno ne avrò più che lui da raccontare benché in questo periodo di mia assenza ne avrà imparate e studiate delle nuove nelle sue ore di ozio. Metto la data del 3 ma è due pomeriggio. Può darsi che domani salti per mancanza di nuove. Un milione di baci, vostro per sempre, Aldo Mareth, 3-2-43

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Carissime, Ieri non ho fatto le mie quattro righe abituali perché credete non avevo proprio il motivo di scrivere e oggi è poi lo stesso, non so proprio che cosa dirvi sul mio conto e su novità riguardanti la mia vita tunisina, solo posso assicurarvi che la mia salute è sempre ottima. Quando saprete che cominicio a ricevere vostra posta, mandatemi nuovamente delle cartine perché ne ho più per poco tempo e essendo così crisi di sigarette i muccin* si tengono ben da conto e anzi qualche volta se se ne vede qualche d’uno per terra un po’ di scarto istintivamente bisogna abbassarsi a raccattarlo. Ma ciò è nulla e un mestiere di più per quando verremo a casa, mi metterò all’occorrenza anche a fare u cicaio** come dicono a Genova. Le giornate sono bellissime e calme su tutta la linea, anzi ieri dopo essere stato a lavare la roba ad un pozzo distante un paio di Km sono stato parecchie ore a dorsonudo al sole e oggi facilmente farò lo stesso, come fa Parodi sulla trebbiatrice. Spero di presto avere vostre nuove che sicuramente saranno buone come lo sono sempre state finché ho avuto la fortuna di venire in possesso di vostri scritti. Qui tutto trascorre normale e anzi a bei momenti mi stupisce persino la quiete assoluta che regna costì ma speriamo che poi non ci riserbi cattive sorprese. In ogni modo noi siamo ben preparati e decisi a tutto osare.

* cicche ** raccattacicche 98


Diversi miei amici sono andati in villaggio distante un paio d’ore a comprare un po’ di mangeria e al loro ritorno vedremo sul da farsi. Abbiamo anche intenzione di costruircisi una specie di camera nella terra invece di restare sotto la tenda durante il periodo più o meno lungo che dobbiamo restare qui, perché in quanto al nostro spostamento, benché io sia sempre della medesima idea e in questo mese sono convinto di andare a vedere Tunisi, per ora è silenzio assoluto. Nulla mi resta a dirvi solo che inviarvi i saluti per parenti e amici e nella ferma convinzione di presto ritornare vi Abbraccio, vostro per sempre, Aldo Mareth, 5-2-43

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Carissime, Anche oggi vengo a voi per darvi le mie solite nuove che sono sempre ottime a mio riguardo.Anzi voglio dirvi di più in certi punti le mie condizioni sono alquanto migliorate e per di più è il morale che ne ha guadagnato assai. Ieri sera mi sono informato direttamente da superiori a riguardo di certe coserelle a noi riguardanti. In primo luogo la posta e a ciò che mi è stato detto tra due giorni al massimo saremo in possesso se non tutta di molta di essa, è andato espressamente uno a prenderla ove si trova attualmente la posta di prima. Ciò ci consola molto che potremo benché un po’ vecchie avere notizie da casa, è sempre un conforto. In quanto al morscio* ieri l’ho fatto lavorare assai, prima uova e datteri e poi ieri sera è capitata un’altra occasione e io non l’ho lasciata perdere, in tre ci siamo mangiati una ricca pasta asciutta e mezzo capretto, eravamo sazi sul serio. Figurativi che ho dovuto dormire con la pancia all’aria tanto ero pieno, ma si capisce che sono occasioni che non capitano tanto sovente e poi la nostra borsa non c’è lo può permettere sempre, passare giornate così. Spero che in questi giorni ci daranno pure la moneta francese perché è un gran danno che ci facciamo al nostro stato, dover spendere la lira al pari del franco come abbiamo fatto fino ad ora. Anzi avrebbero dovuto prendere subito questa precauzione i varii comandanti di reparto. Il tempo è sempre bellissimo, c’è la voce in giro, anzi è cosa quasi sicura, che per la metà del mese *

riferito alla masticazione, intende dire che il cibo non manca 100


moltissimi di questi Btg. vengono rimpatriati perché sono al termine di 36 mesi di colonie. Si capisce che rimarremo alquanto in meno e speriamo che poi venga qualche novità a riguardo di noi vecchi di età benché di colonia si sia dei più giovani. Io vi dico il vero, finora non ne ho ancora sbagliate una e al contrario di molti ho questa idea e anche questa se non verrà una catastrofe sono convinto di indovinare. Spero di avere vostre nuove in questi giorni di fine settimana così avrò il lavoro per domenica, sarà forse la domenica più bella che passerò in Tunisia se avrò vostre missive da leggere e rileggere. Spero che ne avrò anche dagli amici così avrò qualche nuova anche da loro. Per ora non mi resta che inviarvi i saluti per parenti ed amici e nella ferma convinzione di presto ritornare, ricevete un milione di baci dal vostro per sempre Aldo Mareth, 6-2-43

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Carissime, È sabato e anche oggi non trascuro l’occasione per darvi le mie notizie. La salute è sempre ottima e spero che sarà altrettanto di voi altre. Come vedete io sto sempre benone e mi auguro sia lo stesso di voi altre anzi è quasi festa grossa, per noi domani abbiamo comprato una pecora in diversi amici che siamo assieme in postazione e domani ce la cucineremo da noi. Peccato che ci manca il vino ma lo sostituiremo con dell’acqua che per dire il vero non è neanche tanto buona, ma in questa stagione se ne beve assai poca. E quando verrà il caldo o avremo cambiato lidi o pure in qualche modo l’arrangeremo la cosa. Oggi qui fa un vento abbastanza forte e assai freddo che rassomiglia molto a quelle giornate di tramontana che tirano li da noi. Sono certo che in Italia è neve se in proporzione il clima è così. Non so che dirvi di altro sul mio conto, novità non ve ne è alcuna a nostro riguardo. Spero in questi giorni avere vostre nuove e sicuramente dai vostri scritti apprenderò molte cose a avrò così agio di essere un po’ più lungo nelle mie lettere, apprendere qualche nuova dalla nostra incantevole riviera e così cambiare anche un po’ argomenti perché da un po’ di giorni sulle mie lettere le parole sono sempre le stesse, il solo valore che anno è che sapete che giornalmente la mia salute è ottima. Come al solito domani vi darò nuovamente mie nuove e ancor di più che come servizio io domani ho un buon orario e ho libero l’intera giornata e tutta la notte quasi, solo poche ore fra l’alba e il 102


tramonto. Non mi resta che inviarvi i miei piĂš sinceri saluti per parenti e amici e nella speranza di presto rivederci vi invio un milione di baci vostro per sempre. Aldo Mareth, 6-2-43

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Carissime, Finalmente ieri pomeriggio mentre andavo giù in fureria a portare la mia solita lettera, vi era la posta in arrivo ne ho appreso ventiquattro, delle quali 14 sono vostre, e le altre da amici a cominciare dagli zii di S. Bernardo, una da Giuanin, da Canun, da Tomacchia, da Lino, da Turetto, da Pinuccio, e da amici che fortunati loro sono qua nelle mie condizioni. Dagli amici della Russia niente di nuovo. Però stamane parlando con un tenente che era con me a Genova, mi disse che ce n’è ancora al comando di Btg. che non hanno finito lo spoglio. Le vostre dal n.19 al n.25 ci sono tutte, dal 25 al 30 mancano tutte, dal 30 al 40 ne mancano tre, può darsi che arrivino in seguito, come può anche darsi che qualche d’una non arrivi più, che sia andata smarrita. Oggi così dopo aver lavorato a cucinarsi la pecora che vi dissi abbiamo catturato ieri ho il mio lavoro da fare, ieri sera ho appena finito di leggerle che si faceva buio, oggi è il mio lavoro domenicale, e domani poco alla volta scriverò a tutti. Io sto sempre benone e così sento di voi altre. Dalle prime cose sommarie apprendo che avete avuto la visita di Carletto e di Mario di Sestri. Si capisce che entrambi avevano il medesimo scopo nelle loro gite a Ventimiglia. Ed ora comincerò dalle più vecchie a vedere ciò che è di nuovo li da noi, data la mia lontananza. n quanto al quantitativo di olio che avete da portare all’ammasso ne ero già a conoscenza e di diverse cose che mi dite. Duole molto che il nonno venga 104


sempre più giù di carreggiata ma si capisce che tra l’inverno e tutte le altre coserelle, tutto contribuisce ad anticiparne la sua vita, ma speriamo che col giungere della primavera si rimetta in carreggiata. Nella seguente mi dite un po’ dei prezzi della verdura, sono buoni ma si capisce che bisognerebbe solo portarne a volontà, non so se voi altre ne avrete molta in questa stagione. Alti sono i prezzi dei carciofi ma se è come vi dite che non ce ne sono, si capisce che il prezzo per forza deve essere alto. In una di queste del primo gruppo apprendo la venuta di Carletto a Ventimiglia, il motivo sento pure ciò che dice intorno agli avvenimenti attuali e come va lassù nei suoi paraggi, chissà io quando avrò la fortuna di vederlo, e cosa ne dice del suo matrimonio. Ha sempre le stesse idee e si capisce che però nell’azienda vinicola non ci lavorerà più tanto come ci lavorava prima. Mi accennate pure sebbene di sfuggita, l’argomento dell’esonero, ma in un’altra in data più recente me ne parlate molto più a lungo, mi sembra di avere letto. Quando sarò al rendiconto del mio spoglio a quel numero vi dirò la mia impressione, ma come già vi dissi ho scritto in data 17-1 al prefetto e già che ho visto l’indirizzo della commissione, scriverò anche a loro appena avrò un po’ di tempo a mia disposizione, prima voglio rispondere un po a tutti e darvi un resoconto dettagliato in merito a ciò che apprendo dalle vostre lettere, ci impiegherò un paio di giorni a fare ciò. Fatemi un po’ sapere come state come finanza. È una soddisfazione per 105


me benché io non abbia contribuito per nulla a risparmiare il vostro gruzzolo. Su quasi tutte le vostre vedo l’interessamento che ha Giuanin per voi altre, non ho mai mancato di ringraziarlo ogni volta che ci ho scritto e domani, tempo permettendo, perché abbiamo anche da fare qualche lavoretto per noi, ci risponderò alla sua e le descriverò per filo e per segno tutto ciò che mi dite di quello che fa per noi e se sarò in vena ci metterò pure qualche piccola descrizione allegra della nostra vita africana. È allegra perché la prendiamo in ridere ma se ci si pensasse bene…… Apprendo degli avvenimenti in casa Molinari e la loro disgrazia, mjeglio ora che se fosse di vent’anni, o pure come era Ercole, o pure come siamo noi che si è sani e dopo pochi attimi si può essere squartati da una granata o da una bomba di aereo. Ciò ve lo dico con filosofia, perché in quei casi li ho la calamita per allontanare tali pericoli e poi come sangue freddo qui è al colmo perché da bere altro che acqua un po’ salmastra non si trova e allora la testa non soffia mai sicuramente. Mi dite di Tuesca e Giuà u Rissu che sono clienti fissi e che al mio ritorno mi farò loro collega domenicale ben volentieri ma benché venga qualche capello bianco ho idea di fare qualche se pur breve periodo di vita un po’ spensierato godermi un po’ di gioventù di quella che non ho potuto godermi prima per esigenze famigliari e poi per questa maledetta naia. Mettermi con loro mi sembra mettermi tra i vecchi, benché siano in mostra evidente i miei 32 anni eguali ad una dentatura sanissima. 106


A domani rimando Saluti infiniti a tutti ed in particolare a loro. Un milione di baci, vostro per sempre Aldo Mareth, 7-2-43

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Carissime, Ho ricevuto proprio or ora tre vostre lettere e una di Rosa di Sestri dall’ospedale. Vi rispondo subito dato che ho del tempo a disposizione e in seguito risponderò pure ad Essa. La mia salute è sempre lo stesso e spero sarà pure lo stesso per voi altre. Vedo che siete andate da Pino a prendere il vino e il prezzo che lo avete pagato è caro ma se è così per tutti mi accennate al prezzo di molte coserelle che tenete lì nell’osteria, si capisce che è esagerato ma i momenti sono critici per tutti. Mentre vi scrivo continua a piovere da ieri e benché sotto la tenda non ci piova affatto a parte un po’ di umidità e qualche gocciolina minuscola che scherzo mi fanno sulla carta è questo il motivo che l’inchiostro si allarga e l’umidità che fa ciò. Mi prende il nervoso che straccerei tutto ma ci vuol pazienza. Apprendo pure che Nino il barbiere ha ricevuto perchè era una lettera assai lunga e anche un po’ ben messa a suo riguardo di mezzo imboscato. Apprendo la partenza di Eligio nelle camicie nere e perché non va anche suo padre nella mobilitazione civile. Sento della prossima partenza del 24 posso procurarvi il biberon, ne abbiamo qua l’esempio di ciò che sanno fare i giovani. Pure la morte del comandante l’89 si vede che è andato sulle orme del colonnello Trozzarelli, sarà forse un’altra medaglia d’oro. Per ora basta matite ne ho per un bel po’. Stamane ho già scritto a Tomacchia e a Carletto se il tempo non mi rompe le scatole continuerò in se108


rata o domani a rispondere a tutti. Saluti a tutti e un milione di baci a voi due, vostro per sempre. Aldo Mareth,10-2-43 Ho ricevuto i n. 43-44-45

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Carissime, Anche oggi non voglio che la giornata passi senza che vi dia le mie solite nuove e che vi faccia le mie solite quattro chiacchiere. Però oggi la posta non è ancora arrivata e adesso mentre scrivo è solo l’una pomeridiana, può benissimo darsi che prima di sera riceva ancora vostre nuove. Tra ieri e stamane ho risposto a parecchi e se non capiterà nulla di nuovo spero per domenica aver scritto a tutti e dopo mi metterò d’impegno a fare una lettera un po’ ben messa per Imperia*. Io sto sempre benone e mi auguro sia così pure di voi tutti. I lavori inerenti ciò che si tratta l’apprestamento militare, li abbiamo ultimati, ci resta solo di costruirci un comodo rifugio per noi, ma questo sta a nostro piacimento farlo. Però io piuttosto me lo faccio da solo, dato che il picco e la pala non mi fanno affatto paura. Qua per essere un po’ più al sicuro bisogna vivere come vivono li da noi le volpi e i tassi e magari fare due entrate come fanno loro. In quanto io, entrata ne farò una solamente. Come scavare però si scava assai bene perché è quasi tutta terra come da noi dalla fontana e la pala si fa servire da vanga. Qua oggi fa un vento assai fresco, ma credo che però la giornata più fredda sia stata ieri perché ho una bottiglia di olio e ieri sera per condirmi un po’ di carne lessata ho dovuto farla scaldare perché dentro era un blocco unico, non si era sciolto in tutto il giorno. In quanto al morscio è un paio di giorni che va un po’ meglio, minestra a mezzogior*

si riferisce alla domanda di esonero dal militare. 110


no e carne e brodo la sera, come razione di carne è discreta perché ce ne toccano 250 gr. al pasto, si capisce compreso l’osso. Io me la condisco con un po’ di sale e un po’ di olio. Il male è che quando arriva a noi è già quasi fredda e molte sere si è nella impossibilità di accendere il fuoco data l’ora o pure per il servizio. Ma i nostri stomachi da struzzo tutto mandano giù, non vi è cosa che non sia gradita al nostro palato, che ormai conosce solo il freddo e il caldo e basta. Nella mia di ieri vi ho quasi esclusivamente parlato di vino, oggi di naia e di ciò che interessa la mia vita di qui, domani se mi sarà possibile cercherò di avere un argomento nuovo. Può anche darsi che oggi o domattina riceva e allora l’argomento è bello e trovato. Mi dite che Celé* dice che io sono il soldato che invio più posta a casa e ne sono convinto perché anche qua si meravigliano che abbia sempre da scrivere nei momenti di libero. Ma vi dirò di più, sono anche il più che riceva. Salutatemelo Celé e ditegli che speriamo presto smetta di farlo camminare. Saluti a tutti e a voi due un milione di baci Aldo Mareth, 12-2-43

** è il postino della zona 111


Carissime Come vi avevo promesso ieri, anche oggi vengo a voi e come già vi dissi assai a lungo, dato che il tempo a disposizione vi è sempre e a dire il vero anche troppo. La salute è sempre ottima e lo stesso mi auguro sia di voi tutti. Stamane non vi era posta ma speriamo ce ne sia domani, ma in ogni modo sul caso vostro io sono perfettamente tranquillo come voi pure potrete stare tranquille a mio riguardo. Ed ora vengo a ciò che apprendo sulla vostra ultima e a qualche spiegazione che volevo darvi a riguardo della campagna. Se il destino vuole che rimanete voi due sole a lavorare, vi conviene mettere più zucchini possibile. Vi portano meno lavoro e vi renderanno lo stesso qualche cosa. pure vi conviene piantare in più melanzane se vedete che i prezzi sono convenienti è di nuovo un genere che vi porta poco lavoro e raccogliete per diversi mesi, un genere che sicuramente scarterete un pochino saranno i pomodori dato che vi portano assai lavoro e durante la stagione estiva non vi rendono un gran che. Poi sapete voi altre come potete coltivare il terreno al genere che più vi conviene di piantare. In quanto all’assegno che vi avevo detto che vi avrei mandato che avevo avuto in premio, non ve lo invierò più perché ieri sera è venuto a salutarmi uno della mia squadra e anche lui aveva avuto il premio come me però lui ha tre anni di colonia ed è di quelli che nei prossimi giorni devono rimpatriare. Nei prossimi giorni se ci pagheranno la quindicina vi farò un vaglia di 500 lire, ma in ogni modo ve ne farò avvisate appena lo spedisco. Se però il desti112


no volesse che avessimo la fortuna di rimanere qui, sono gli ultimi sicuramente che vi mando, perché qui vi è troppa comodità di spendere. Ieri mi sono comprato un litro d’olio e ho subito fatto una bella padella di pesce fritto. Stamane per colazione una bella razione di pomodori, cipolle e rapanelli e prima di notte sicuramente ci scende ancora qualche cosa, per primo uno è già andato a prendere una borraccia di vino in quattro e capirete bene che i soldi se ne vanno veloci. Faccio anche ciò perché non avete bisogno delle mie miserie altrimenti cambierei sistema e metterei la testa a cammino. Come vedete me la passo benone e vi dico a parte la lontananza da voi e la impossibilità di vedervi sovente come possono forse fare i miei amici che sono andati Sicilia, se non altro io non ho bisogno di sfruttare la famiglia e a quanto mi avete detto in precedenza di Rizzotto, quando è venuto in licenza che era male come finanza, io da quel lato ci sto benone e in quanto al pericolo, a cosa vedo, è tanto dove sono io come dove sono loro. In quanto a ciò che dice Vergí può darsi che abbia ragione, ma per ora no. Qua le cose sono messe discretamente e speriamo di poter respingere i signori inglesi, in quanto poi agli america speriamo presto vadano a fare un bagno un po’ indesiderato. E non è da escludere che da un momento venga qualche brusco voltafaccia che cambi le cose e in fondo può anche darsi che i signori di Imperia si decidano a mollare sti famosi documenti e ciò io non ho ancora abbandonato una piccola speranza perché tutto può darsi che avvenga, io vi dico la sicura verità, 113


sono sempre stato convinto fin dal primo giorno che sono sbarcato in A. di presto ritornare perché se non fossi stato convinto di ciò da molto tempo sarei già andato a trovare Bruno Rossi, perciò io sono convintissimo di presto ritornare e si capisce in ottima salute. Mi sarò forse prolungato in chiacchere inutili ma il tempo me lo permette e badate un po’ non è ancora mezzodì e non ho a che fare due sole ore di servizio prima di notte e altro che di andare da ogni barca a farsi dare da ciascuno qualche pesce, ognuno che viene a terra. Saluti infiniti a tutti parenti e amici e nella speranza di avere vostre nuove e presto rivedervi, vi invio un forte abbraccio vostro per sempre, Aldo Sfax, 28-2-43 P. M. 27

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Carissime, Oggi ho ricevuto tre vostre lettere il n. 70-71-72 e vengo subito a rispondervi su ciò che apprendo da esse. In seguito vi parlerò un po’ a mio riguardo come vanno le cose e come passo il tempo qui. Anzi l’ultima della serie è con il nuovo indirizzo. Mi dite di Batì che si trova a Treviso richiamato, da loro è già un po’ che non ricevo più ma sapevo che lui doveva nuovamente indossare il grigioverde come vi scrissi già nei scorsi giorni ma me ne è stata respinta una che avevo scritto a Carluccio quando ancora mi trovavo a Mareth, ciò glielo farò presente quando scriverò a Giacomo o a Lino. Apprendo che Ivo Veneziano è stato dato per disperso e di Remigio cosa ne è? a lui potete rivolgervi per avere nuove di Manitto se non ne avete diversamente, lui sa di sicuro che fine avrà fatto. Mi dite che Tomacchia è venuto tutto trionfante a farvi vedere ciò che ci ho scritto mi ricordo di averci scritto appena siamo arrivati in questi paraggi riceverò da lui nei prossimi giorni se non è proprio destino che la sua posta vada persa e sicuramente le risponderò subito se le cose continuano a essere normali come lo sono adesso. Mi dite pure lui mi descriverà con che discernimento è stata fatta la mobilitazione civile ma non comprendo bene è forse impiegato attualmente, non è più il primo uomo della ditta Martini. Ed ora passo alla seconda in data 28-1 ove mi elencate i clienti e i soliti che fanno la coda domenicale. Bertella ne racconta sempre delle sue del suo richiamo, si da sempre del lui da solo e parla sempre l’italiano, se la fortuna mi da di ritornare dobbiamo ridere un 115


po’ con lui per intanto vi incarico di salutarlo assieme a Quinto e a sua mamma. Apprendo la nuova alquanto dolorosa ma che forse sarà un bene che Amilcare si trova a Milano in un ospedale ammalato sono ansioso di avere nei prossimi giorni più ampi ragguagli sulla sua salute. In quanto al completo rimpatrio dell’89 e 90 dalla Russia mi sembra impossibile ciò a mio parere avverrà solamente se sono stati completamente distrutti. In quanto ai manifestini che gli inglesi hanno buttato in riviera può anche darsi sia una vana illusione che può anche costare cara a qualche d’uno. Mi dite che piantate ancora patate ma spero siano anche le ultime perché se per caso fosse una primavera un po asciutta vi renderanno assai poco. Mi dite del caso che è successo a Nervia a Tambuira con la tessera del pane si capisce che è bella anche quella li ma povera donna ne ha da passare molte anche lei e suo figlio dove si trova attualmente a fare il soldato e forse sempre a Roma. Mi dite che avete già piantato le zucche è presto ma sono certo che al loro posto ci avrete già seminato altre cose e poi quando verrà proprio caldo sul serio cominceranno a vegetare, il più è per gli insetti che non vi mangino le piantine. In quanto al pesce vi dico la verità ne sono quasi stuffo, anche stamane ci siamo andati io e un soldato e ne avremo portati a casa un paio di chili li abbiamo presi con la bassa marea e ci siamo stati quasi tutta la mattinata, abbiamo preso tre seppie assai grosse ed il rimanente qualche muggine, sarpe e altri pesci. Costí interrate nella sabbia si trovano pure le arselle, ma io non ho ancora la pratica a conoscerle ma se rimango in que116


ste contrade non tarderò molto a essere un perfetto conoscitore. Per oggi che mi dissero che è il giorno di carnevale ne abbiamo più di quattro chili di pesce tra stamane e ieri sera e il male è che siamo senza vino o per lo meno ci rincresce fare quasi due ore di strada tra andare e venire altrimenti ce la passeremo magnificamente bene, ma può anche darsi che prima di sera qualche d’uno si decida, io sicuramente no perché lo faccio troppo sovente a causa della spesa. Ed ora vengo a l’esonero, questa volta se a Imperia fanno tutto celermente come a Ventimiglia non si dovrà attendere molto ad avere un risultato, che mi auguro sarà positivo. Ieri ho scritto al Direttore che è Cavalieri ringraziandolo della risposta che si è degnato darmi alla mia prima lettera e pregandolo di fare la cortesia di tenermi informato. Vuol dire che sono certo che voi altre con un mezzo o con l’altro ci starete dietro e io, benché lontano cercherò di stare sempre in agguato per farmi sotto. Ma io sono certo di riuscire in un modo o nell’altro a venire presto a casa altrimenti vi giuro sarei andato con Rossi da lungo tempo. Mi sarò già dilungato e a quest’ora vi avrò già annoiate con le mie chiacchere, ma intanto ho passato un’ora di tempo tranquillamente. Come vedete sto sempre benone e la vita me la trascorro benone. Attendendo nuove da molti e in particolare da voi altre vi invio i saluti per parenti e amici e a voi due con la speranza di presto ritornare vi invio un forte abbraccio vostro per sempre, Aldo Sfax, 9-3-43 Lettera su due fogli 117


Carissime, Anche oggi ho ricevuto una vostra lettera col n. 73 e ho pure ricevuto da S. Bernardo e da Tomacchia, a loro risponderò domani. Io sto sempre benone e mi auguro che sia lo stesso di voi altre. Non mi dilungherò molto perché è quasi sera e oggi era giorno della spesa, sono partito stamane e sono arrivato ora perché non ho trovato mezzi per ritornare e portarmi la spesa in spalla mi ricresceva. Dalla stessa apprendo il rimpatrio della Cosseria e della Julia….si vede che detti rimpatri sono venuti in seguito a tutto quello che è successo lassù. Anche da S. Bernardo mi hanno accennato di questo rimpatrio, invece di noi si parla che incominceranno in questo mese a rimpatriare quelli di 34 mesi e se non capiterà nulla bisogna fare il minimo 24 mesi, man mano continueranno a avvicendare manmano 34 poi 32 e così via di seguito. Ma credete che io però sono convinto di venire presto, senza restare qua due anni. Non so se verranno nuovamente a Ventimiglia ma io dubito che ci ritornino perché qua è venuta la voce che andranno a Bolzaneto da diverso tempo c’è qua la voce che il giorno del loro rimpatrio sarebbero andati là. Mi dite che le patate sono assai bene e che promettono un buon raccolto, e mi dite pure il caso che è successo al Petaleto a riguardo della semina, si capisce che la semina la vogliono indietro sicuramente vorrei un po’ vederlo se è sempre contento come prima. Mi parlate di tutti coloro che vi incaricano di farmi i saluti contraccambiatemeli e dite loro che al mio ritorno li farò pagare a tutti il loro tributo. 118


Mi accennate che le carte sono state nuovamente spedite a Imperia, speriamo la cosa prenda una buona piega e come vi dissi ieri sono convinto che tutto deve andare bene. Rimando a domani le mie chiacchere perchĂŠ si fa scuro. Saluti infiniti a tutti e a voi un milione di baci, vostro per sempre. Aldo Sfax, 10-3-43

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Carissime, Oggi non ho ricevuto nulla da nessuno, ma può darsi che riceva domani. Ieri sono stato assai breve ma oggi mi dilungherò un po’ di più dato che ho assai tempo a mia disposizione. Sempre nulla di nuovo a mio riguardo, almeno novità non c’è ne sono affatto e la vita scorre lenta e noiosa. Dato che oggi non avevo nulla da fare e la giornata era bellissima ne ho approfittato per far bollire un po’ tutta la mia marsina perché alla sera coricandomi sotto la tenda, al mattino mi trovavo sicuramente un otto o dieci metri fuori della tenda è cosa comoda senza nessuna spesa essere portati a spasso* ma si capisce che rincresce molto che ciò accada durante le ore che sarebbero destinate in parte al riposo perché un’altra parte sono destinate di guardia. Perciò per un paio di notti almeno, credo di poter dormire dove piace a me e non fare S. Martino nelle ore notturne. A Tomacchia le ho già risposto stamane e questa sera o domani risponderò pure a S. Bernardo. Con diversi miei amici abbiamo parlato a riguardo del rimpatrio della Cosseria e di altri reparti operanti sul fronte russo, condividiamo ognuno le medesime idee sul motivo del loro rimpatrio. Mentre per A.S. le disposizioni sono ben differenti, qui ora cominciano a rimpatriare coloro che hanno 34 mesi di colonia e poi man mano sino ai due anni ma come già vi dissi altre volte io non credo a ciò perché sicuramente il conflitto finisce prima che io abbia raggiunto tale periodo in colonia e poi per un certo *

si riferisce ai pidocchi 120


periodo di tempo ora vivo con nell’animo l’illusione di venire con l’esonero ma se ciò non capitasse, sono certo che qualche novità uscirebbe a nostro riguardo, perché ormai noi siamo vecchi e abbiamo le ossa troppo dure per farci fare certe cose. Sulla ultima vostra mi dite che avete piantato assai patate, si capisce che non è bello mettere sempre il medesimo seme ma dato che le circostanze attuali non permettono di fare diversamente è buono anche quello, meglio che come mi dite che è stato obbligato a fare il Petaleto. Ieri non ho potuto ma dato che oggi ho tempo di annoiarvi, vi racconteró come abbiamo passato la sera di carnevale. Per cena spezzatino, poi in più in sette avevamo due gavette di pesce fritto, più di una bollito e in più una anatra selvatica arrosto, tutto ciò innaffiato da sei litri di vino, non c’è mica male non è vero. E dire che molti dicono che in guerra si sta male e si fa anche della fame, fandonie, durasse cento anni così è una vera pacchia, il più però che ai signori di Albione o della repubblica stellata non venga in mente di venire in anticipo a portarci le uova pasquali in anticipo, allora sicuramente ci faremo il broncio. Salutatemi tutti da mia parte e dite che mi ricordo di tutti uno per uno dai più intimi ai meno e che presto ho la convinzione di venire tra voi. In attesa di buone nuove vi giunga un milione di baci dal vostro per sempre, Aldo Sfax, 11-3-43

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Carissime, Ieri non vi ho dato le mie solite nuove perché non ho ricevuto nulla e poi mi sentivo un po’ strano. Stamane ho ricevuto il n.74 in data 4 corr. mese ove apprendo le solite vostre buone condizioni di salute, lo stesso vi posso assicurare di me per il momento. Mi parlate di ciò che capita a Pippo a riguardo della sua cartolina in cui deve portare una capra all’ammasso*, vorrei un po’ vederlo che colore ha come pure i suoi nervi come sono. Sono cose però che potevansi anche prevedere date le necessità di mangeria che ha la nostra patria. Attendo con ansia lieta e quasi allegra il risultato di questa sua spedizione che speriamo le vada bene ma secondo come vanno le cose, sono capaci anche di farci perdere qualche mezza giornata. Mi dite pure che hanno chiamato sotto le armi Manué u quarantin, anche lui ci sembrava di essere di quelli che era impossibile toccarlo, ma benché sia arrivato in ritardo e sia di una classe che difficilmente lo manderanno in linea, un po’ ci fa bene anche a lui. In quanto al pesce è un paio di giorni che abbiamo smesso un po’ ma però per questa sera abbiamo cambiato menu, ci abbiamo due pollastri in umido con piselli tanto è lo stesso, la vittoria ormai è nostra e benché a volte ci si trovi in condizioni un po’ disagiate, quando capita l’occasione non bisogna trascurarle. * L’ammasso di prodotti agricoli o industriali in magazzini di deposito, come difesa contro la speculazione dei commercianti, per disposizione di legge, imponeva ai produttori di cedere allo stato l’intero prodotto o parte di esso (olio, animali, patate etc.) a un prezzo fissato d’autorità. 122


Sicuramente l’annaffieremo con qualche borraccia di ottimo vino. Mi fa rimanere stupito che non eravate a conoscenza che ero stato premiato con un assegno di cento lire, ciò avvenne verso la metà di febbraio quando mi trovavo ancora a Mareht, in un primo tempo volevo fare la girata e mandarvelo in una busta, ma si capisce che avevo tema che andasse perduto ma capitandomi l’occasione che uno del mio plotone veniva avvicendato, l’ho venduto a lui perché anche lui aveva il medesimo premio che avevo io e già che andava a riscuotere il suo poteva benissimo incassare pure il mio. Una cosa che mi fa rimanere molto male è la nuova che a volte state una settimana e magari dieci giorni senza avere mie nuove, io vi scrivo il minimo cinque volte per settimana , ma vi posso assicurare che queste due settimane vi ho scritto sei volte e ne capita qualche d’una che vi scriverò anche sette. Si vede che molta della mia posta la va persa se ricevete così poco perché se vbi venissero recapitate tutte ne avreste sicuramente due ogni volta che passa Celé e anche qualche volta tre. In quanto all’assegno così ho incorporato nel vaglia che vi ho inviato ai primi di questo mese è di 500 lire, l’avete ricevuto? Ma se avrò la fortuna di rimanere in queste plaghe sicuramente sarà l’ultimo che vi mando, perché qui c’è troppa comodità di spendere. Capirete bene le comodità fanno l’uomo ladro. Su un pezzettino di carta che vi giungeró qui in questa busta vi invierò la risposta che mi è stata data dal Prefetto perché ora che ci penso non ho ricevuto la lettera che mi diceste di averla ricevuta ma in quanto a ciò io non 123


mi posso lamentare perché delle vostre lettere io finora ne ho perso pochissime, benché a volte le riceva in ritardo. Dite a tutti di scrivermi che ho molto tempo a disposizione per risponderci che tanto mi ci passò il tempo, ma però mi raccomando fogli e buste ci mettano centro. Saluti infiniti a tutti e a voi due un milione di baci vostro per sempre, Aldo Sfax, 13-3-43. Ed ecco il biglietto “giunto” nella busta: Queste sono le testuali parole che mi sono state risposte dopo di allora, perché questa era indirizzata al prefetto, ho scritto un’altra volta, proprio alla federazione e nei giorni scorsi le ho risposto in ringraziamento di questa loro ma sapendo già da voi altre che finalmente i miei documenti si sono mossi e anzi di quelli fatti di nuovo. Perciò sono certo che non occorre che ve lo dica ma dato questo rinfrescamento questo è il momento buono per farvi sotto. Attendendo vostre nuove in genere e in particolare a questo riguardo Baci infiniti. Aldo Arrivederci presto Servizio congedi agricoli - Mio proprio indirizzo. In relazione alla vostra lettera in data 17 gennaio u.s. vi informo che la domanda da voi prodotta tendente ad ottenere il vostro collocamento in congedo quale appartenente ad azienda agricola rimasta priva di uomini validi, è in corso di istruttoria Il direttore Dott. Cavalieri 124


Carissime, Ho ricevuto poco fa la vostra carissima in data 11-3 e contrassegnata con il n 72 ove vi sono poche cose di importanza. Cosa prima, mi dite che non avete avuto posta da me, ma come già vi dissi nei giorni scorsi io vi scrivo regolarmente quasi tutti i giorni o per lo meno sei volte la settimana. Mi dite che l’89 facilmente non verrà più a Ventimiglia, ne avevo già sentito parlare qua di questo cambiamento di sede ma però non è una sede tanto ingrata. In quanto a notizie aspetteranno a darle quando saranno giunti alla base. Mi parlate pure di Elzo e di Oreste che sono entrambi a casa, buon per loro, ma si capisce che specialmente per il più giovane questa licenza vuol dire andare un po’ lontano se guarisce bene dalla malattia. Non sarò tanto lungo perché non ho nulla da dirvi solo che io sto benone e speriamo che duri così per lungo tempo anche per voi altre. Sono sempre ansioso di avere vostre, ma per il momento potete immaginarvi quale è il mio pensiero costante, l’esonero, e dire che qui ci sto benone, benvoluto da tutti e il più che conta dal mio ufficiale che ha la massima fiducia in me, e ancora stamane mi ha chiamato sotto la sua tenda a bere il vino bianco. Non vi è novità alcuna, sarò un po’ più breve del solito perché comincia a piovere. Se non eravamo disturbati dal tempo volevo scrivere a Turetto ma lo farò domani. Ieri ho scritto pure a Ferrando padre. Saluti infiniti a tutti e a voi due un milione di baci, vostro per sempre Aldo Sfax, 18-3-43 125


Carissime, Stamane ho ricevuto la vostra lettera in data 16 c.m. e con il n.83. Da questa vostra in proporzione più lunga delle altre, diverse cose apprendo. In primo luogo che vi ha scritto il barbiere, dandovi se pure succinte, le nuove di Dria. Speriamo presto rientri in base per un meritato riposo, che sicuramente sarà lungo. Apprendo pure che avete avuto due mie lettere, io come vi dissi già diverse volte vi invio giornalmente, se la posta viaggiasse regolare, ogni qual volta che passa Celé dovreste avere posta da me. Mi accennate a ciò che ha fatto Mario Astore a riguardo dei miei documenti, ma il risultato finale a quanto vedo non lo sapete neanche voi altre o se gli incartamenti sono in viaggio verso di me se mi è stato dato esito favorevole o se sono a Roma per il nulla osta del ministero della guerra. Speriamo prima della fine del mese sebbene son certo i documenti non arriveranno anche se è stato favorevole, ma di sapere almeno il si o il no. Di Budda* mi accennate si vede che lo studio ci ha fatto annebbiare il bene dell’intelletto e così da i numeri. In quanto ai suoi genitori lo credo che se la passino un po’ nera, ma tanto anche loro si abitueranno a questo nuovo regime di vita. Sento pure che ha ancora il medesimo ronzino dev’essere bello sul serio a come era le ultime volte che l’ho visto. E a voi altre la mula fa sempre girare la testa, forse ancora di più perché sente ora la primavera ma speriamo si calmi anch’essa come si sono calmati molti *

soprannome del sig. Raimondo figlio del Petaleto. 126


e molte cose. In ogni modo state allerta che non vi succeda qualche disgrazia. Cosa importante che era da fare la pulizia della vasca dei Porri erano già diversi anni che andava fatto questo lavoro e a cosa mi dite se la sorgente è assai piccola, ancora di più necessita di essere fatto dato che sicuramente molta acqua veniva assorbita dalla porcheria e dalle sterpaglie che vi erano dentro. Come prezzo dati i momenti che attraversiamo non è caro e se ci riescono a farci uscire una buona giornata, sicuramente se la devono guadagnare con il sudore. Una nuova che mi è poco simpatica è quella riguardante Batí di Carletti ma essendo che lui si trovava ad un comando, nelle sue che ho ricevuto dubiterei che abbia fatto una brutta fine ma a volte le sorprese sono molte in ogni modo speriamo bene, anch’io è molto tempo che non ho più ricevuto da lui, e di lui in fondo non pensavo neanche tanto male. Io sto sempre benone e non mi posso lamentare della mia sorte per il momento attuale, ma speriamo presto di cambiarla in migliore ancora. Vi incarico di salutare tutti da parte mia e dite loro che anche ai più ignoti scriverò per la prossima Pasqua. Andando alla spesa ho potuto avere diverse cartoline e le adopererò per tale bisogna. Speranzoso che presto abbia termine questa vita e di presto rivedervi v’invio un milione di baci, vostro per sempre, Aldo Sfax, 23-3-43

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Carissime Anche oggi ho ricevuto una vostra cara lettera in data 17 c.m. e con il n. 84. Da essa apprendo ciò che si permettono di dire i giornali stranieri a nostro riguardo, ma la verità la sappiamo ben noi quale è e a noi tutte queste fandonie non ci fanno altro che un bel baffo. Apprendo che Romagnone verrà prossimamente in licenza, da un lato me ne dispiace, avrebbe dovuto provare un po’ di più la vita che non la ha provata, lui che era sempre così spavaldo. E di Manitto ne avete più avuto nuove. Mi parlate pure di Fransé di Carluccio che si trova in licenza, può anche darsi che secondo il luogo dove si trova questa licenza lo costringa a passare il fosso e poi non vi è nulla di straordinario se ci sono io, ci può venire anche lui. In quanto a Natà lui non è stato chiamato o pure è stato inviato a casa a causa dell’operazione subita alla spalla speriamo non sia affare grave ma si capisce che preferisco essere qua che nelle sue condizioni. Mi annunciate appena di quel benedetto esonero ma ne sapete forse l’esito definitivo degli incartamenti, a me non mi avete accennato di nulla speriamo in bene e se non avrò nessuna nuova in questi giorni scriverò nuovamente nell’entrante settimana.Io sto sempre benone e mi auguro lo stesso di voi altre spero che tutto vada bene e di presto avere la fortuna di rivedervi. Vi scriverò molto più a lungo domani. Per ora non mi resta che inviarvi i saluti per parenti e amici e ora mi metto a pulire un po’di pesce per cena. Per voi due un milione di baci vostro per sempre. Aldo Sfax, 24-3-43 128


Carissime, Oggi niente posta, ma per dirvi il vero non c’era niente per nessuno, spero di ricevere domani e non solo da voi altre, e che ci siano anche delle nuove assai buone, a mio riguardo. Io sto sempre benone e mi auguro sia lo stesso di voi altre. Qui il tempo è assai buono benché durante la notte faccia ancora assai fresco. Stamane sono andato a salpare diverse nasse e ho preso i pesci per cena, diverse seppie che sono al fuoco che bollono e diverse padellate di frittura che cucineremo dopo. Cosa volete già che c’è occasione è meglio approfittare, perché chissà per l’avvenire le cose come si metteranno. Spero di presto venire a sapere l’esito di questi benedetti documenti dove sono andati a finire e quale ne è stato l’esito. C’è qualche zanzara* in giro che ci da alquanto fastidio ma noi abbiamo il sonno duro e non temiamo ciò, ma se così continua ad essere ci procureremo pure il flit. Come vedete sono molto breve, è solo perché non restiate in pensiero sul mio conto. Salutatemi tutti da parte mia e in special modo i vecchi clienti evi vecchi amici. Per ora non ho altro che dirvi che sono sempre convinto di presto ritornare e attendendo questo benedetto giorno, vi abbraccio entrambe, vostro per sempre, Aldo Sfax, 25-3-43

*

Aldo tornerà a casa con la malaria e dovrà curarsi per alcuni anni. 129


Carissime, Oggi non ho avuto nulla di posta, ma come già vi dissi sulla mia di ieri che ieri ne ho ricevuto due e una in bianco con solo dentro due fogli e due buste. Come già vi dissi ieri destino fatale quella in bianco è stata presa dalla censura e sicuramente saranno rimasti assai male a trovare due fogli bianchi. Non occorre che mi inviate fogli così in bianco, perché come vi dissi in precedenza, riguardo a carta ne ho ricuperati un po’ e per scrivere va benone, poi ho avuto pure le cartoline in franchigia e a diversi mi vengono bene pure loro. Io come salute sto sempre benone e mi auguro che sia lo stesso di voi altre, spero ricevere domani un vostro scritto e che mi porti qualche ottima notizia. Specialmente oggi è una magnifica giornata e speriamo che duri perché il buon tempo può anche darsi risani anche molte teste malate che vi sono al mondo. Ieri vi ho scritto un po’ brevemente e un po’ a sbalzi per diversi motivi ma ho avuto diverse spiegazioni dai vostri scritti benché molte cose fossero di poca importanza, a cominciare dal risultato della Milano-Sanremo*, spero un altro anno essere anch’io spettatore, per quest’anno mi accontento così. L’altro ieri ho avuto un pezzo di giornale con su una partita di calcio il risultato di una domenica di campionato. È la seconda volta in questa stagio* Cino Cinelli si aggiudica la 36ª edizione della Milano-Sanremo. Fausto Coppi (il 7 novembre 1942 al Vigorelli di Milano ha stabilito il record dell’ora, 45,798 km) è stato incredibilmente arruolato nell’esercito e combatte in Tunisia (ha fatto pervenire ai colleghi un messaggio d’augurio...) 130


ne che ho occasione di leggere il campionato, mia passione quando ero borghese, ma sicuramente sarà a scartamento ridotto. Guardate un po’ che cosa mi è venuto in mente oggi niente che meno lo sport. Sarà forse dalle corse che ci hanno fatto fare gli inglesi che mi è venuta questa idea e in fondo è anche giusto che parli di sport perché in fatto di km ne ho fatto più che Girardengo in tutta la sua carriera da corridore. Mi accennate i saluti di Giuanin de Luchin e Bertella, contraccambiatemeli particolarmente a Giuanin, mi dite pure il risultato finale e la spesa che ci è stata per pulire la vasca dei Porri se avete pagato solo la nostra parte senza quella di Pistone è un nulla in confronto. In quanto Giuanin se non ci trasferiamo in questi giorni ci scriverò due righe perché sicuramente in questa stagione ha molto lavoro e uno scrivacchino come è lui sicuramente un po’ duro mettersi a scrivere in ogni modo fateci notare questa cosa che io considero benissimo Garaventa è già venuto a farvi leggere la lettera che le ho inviato. Non so cosa dirvi di nuovo è solo per darvi il mio solito saluto. Vi incarico di salutarmi da parte mia parenti e amici e sperando che tutto vada bene e presto avere la fortuna di rivedervi vi abbraccio vostro per sempre, Aldo Sfax, 29-3-43 25 bgt mitraglieri 1° campo

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Carissime Stamane ho ricevuto la vostra cara lettera contrassegnata con il n.89 e in data 23 corr., da ciò che mi risulta una vostra o forse due sono mancanti, ma può darsi che ne venga in possesso nei prossimi giorni. In quanto non mi allarmo per ciò perché sicuramente non vi sono notizie di una certa importanza, è solo per avere qualche nuova dalla terra natia. Dalla vostra apprendo che avete ricevuto la mia sulla quale vi trascrivo ciò che mi hanno mandato a dire da Imperia e vedo che voi eravate già a conoscenza di ciò che era stato fatto a mio riguardo. Vedo, a cosa sapete voi altre, che i documenti a mio riguardo proseguono benone e si capisce che ora è questione di tempo che ci vuole a sapere che giro vanno a fare, come vi scrissi in una degli scorsi giorni da Imperia mi hanno fatto sapere che sono a Genova al comando difesa territoriale, sono quasi certo che di li andranno a Roma al ministero della guerra e se tutto va bene io ne verrò in possesso tra un mese, ma io dico così, se le cose si fanno con una certa rapidità come mi auguro, perché ora non occorrono altro che i nulla osta a cosa mi sembra a me. Perciò gli ostacoli da sormontare oramai sono passati ed è solo la celerità della pratica che occorre per arrivare a me. Se mi fosse venuta prima l’idea di scrivere al Prefetto, forse a quest’ora potevo già essere rimpatriato. Ma anche d’ora innanzi quando viene è sempre buono questo giorno che sicuramente segnerò a caratteri cubitali nelle mie memorie belliche. In quanto al direttore della commissione si vede che è una persona assai gentile perché mi ha scritto tre 132


volte come vi ho già fatto sapere, come vi dissi l’ho ringraziato nei giorni scorsi e quando verrò a casa se mi sarà possibile e secondo come andranno le cose, lo farò personalmente. Apprendo del vaglia e del mio stipendio che tiro qua, qua c’è comodità di spendere e credete che nei momenti un po’ critici, un po’ di conforto ci vuole e a volte i momenti critici sono un po’ soventi, poi è guerra e non bisogna illudersi che vada sempre bene. Mi dite dei sacrifici che fate per tenere il terreno nel miglior modo possibile, ne sono convintissimo di ciò ma vedrete che presto finirà, e dopo il cattivo verrà il buono, non dubitate, ma intanto si invecchia e i capelli vengono bianchi e le rughe vengono sulla faccia arsa dal sole. Qua a parte le solite zanzare che vengono a disturbare i nostri sonni e a volte anche di giorno, la vita è buona e sto benone anche per questa sera abbiamo già pronti un paio di chili di pesce che sicuramente innaffieremo con qualche ottima borraccia di vino. Incomincia pure a farsi sentire il caldo e a giorni ci vestiremo nuovamente in cachi. In quanto al nostro rientro in compagnia è questione di tempo ma ciò deve avvenire e secondo il mio modo di vedere, verso la fine della settimana. Non state in pensiero per me che sto benone ma se la fortuna mi da di ritornare, vado al santuario della Guardia* * Il Santuario della Guardia è meta di pellegrinaggi da ogni parte d’Italia e soprattutto da parte dei fedeli genovesi, molto devoti alla Vergine. Custodisce molti ex voto tra cui quello dello zio Pippo che, reduce dalle battaglie sul Pasubio nella grande guerra, aveva ringraziato per la salvezza. 133


scalzo e faccio la scala Santa* in ginocchio come ho fatto il voto e ci attacco la mia bustina per ricordo. Vi incarico di salutare parenti e amici da parte mia e col mio proposito di presto ritornare vi invio un milione di baci, vostro per sempre Aldo Sfax, 30-03-43

* la scala Santa è una ripida scala sulle mura di Ventimiglia che da vico del mulino in zona Borgo sale a piazza Colletta e alla chiesa di san Michele. 134


Carissime, Benché non abbia ricevuto nulla da voi, vengo ugualmente a voi per darvi le mie solite nuove. Non ho ricevuto ma ne so il motivo, è stata colpa del postino che invece di lasciarle al comando se le ha portate in compagnia, speriamo che domani ce le mandino con qualche mezzo se no andremo noi a prendersela e benché in ritardo ci farà sempre piacere. Dalla vostra attendo buone nuove che ne sono certo e in quanto a me per ora non ho ancora nulla di nuovo da dirvi, solo che qui la nostra vita più o meno è sempre la medesima, un giorno allegro e l’altro un po’ meno, insomma vita di guerra, ci sono pochi commenti da fare sul nostro lavoro. Io sto sempre benone, la vita è sempre normale, solo attendo ste benedette carte. Ci procuriamo di levarci più soddisfazioni che possiamo, tanto il tempo ci passa più bene. Credo domani avere nuove in qualche modo da voi e se sarà possibile da altri. Non sarò tanto lungo perché per dirvi il vero sono andato stamane alla spesa e con il caldo sono arrivato con una fiacca addosso che non avevo più volontà di muovermi, e poi dividere la roba e poi mi sono un po’ coricato, ma poi mi siete venute in mente voi due e così vengo a darvi le mie solite quattro chiacchiere, tanto per tenervi sempre informate su ciò che mi accade di più rimarchevole sul mio soggiorno africano. Informatemi un po’ su ciò che capita nella nostra ridente riviera che spero di presto rivedere assai presto e trovarla eguale come l’ho lasciata. Salutatemi da parte mia parenti e amici e con la ferma 135


convinzione di presto potervi dire molte cose che per iscritto non ne ho l’abilità, v’invio un milione di baci, vostro per sempre, Aldo Sfax, 31-3-43

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Carissime, Non voglio lasciare la giornata senza darvi le mie solite nuove. In quanto a salute sempre benone e lo stesso mi auguro sia di voi altre. Come vi dissi nelle due mie precedenti avevo pure ricevuto da Ferrando e da Turetto e a entrambi le ho risposto ieri dato che avevo del tempo a disposizione e la giornata come pure la notte sono trascorse assai calme. Per dirvi tutto dato che più lontano da noi vi è un pozzo ne ho approfittato per lavarmi un po’ di roba, chissà se si starà sempre qua e se si avrà sempre tempo a disposizione. In ogni modo se non è servito ad altro è bastato solo per passare un po’ meglio la giornata. Spero di oggi avere vostre nuove perché andranno sicuramente qualche d’uno a ritirare la posta, e come ne ho avute due pochi giorni fa direi di ora averne tra vostra e di altri almeno mezza dozzina. Ve ne darò domani il resoconto o se avrò vostre nuove è anche probabile che se il tempo me lo permette vi riscriva nuovamente oggi. In ogni modo a domani sicuro se non avverranno spostamenti a nostro riguardo. Oggi qui la giornata promette bellissima e se sarà lo stesso li da voi dato che è domenica avrete molto lavoro e se non altro vi svagherete un po’ per la mia lontananza. Essendo la domenica delle Palme spero che i Tommy* ce la lasceranno passare un po’ tranquilla, anche loro conoscono la S. Pasqua. Non abbiate alcun pensiero a mio riguardo che se la va così la va

*

soldato inglese. 137


ancora benone, tutto sta però che la duri piÚ poco questa vita, come spero. Attendendo vostre nuove con la convinzione di presto ritornare, vi incarico di porgere i miei saluti a parenti e amici e a voi due un milione di baci vostro per sempre, Aldo 19-4-43

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Carissime, Come vi avevo promesso ieri, vengo a rispondere alla vostra ultima della serie. Però ieri sera ho preso un’altra, il n.3, mi mancherebbe solamente il 97. Come salute sempre benone e mi auguro sia lo stesso di voi altre. Giovedì seriamente da ieri sera sono nuovamente in postazione in un bellissimo posto mentre sarei dovuto rimanere in compagnia ma però sembra sia solo affare di pochi giorni. Ed ora vengo a ciò che apprendo dalla vostra. Assieme alla vostra ne ho pure presa una di Lino Ferrando se il tempo me lo permette ci risponderò in serata oppure domani. Se pur è breve la vostra sento il vostro buon stato di salute e che Lalero vuol sempre scrivermi è vero è un po’ di tempo che non ve ne parlo più ma me la ricordo sempre con la sua lingua un po’ troppo lunga è sempre lo stesso oppure ha cambiato? Sulla vostra ultima della serie sento che Tomacchia vi porta le notizie fresche e che Vergí è sempre più accanito nei suoi propositi avvenire. Sento pure ciò che dicono i giornalisti americani a nostro riguardo son sempre stati famosi per raccontarle un po’ grosse esagerano sempre troppo loro nelle cose. Sento del tempo secco che non vi da riposo in quanto è sempre scuro fate quel che potete e se il destino vorrà che ritorni presto verrò io a sollevarvi un po’ le fatiche benché con tutta questa naia non sia più abituato a lavorare e per i primi tempi mi sembrerà assai duro dover piegare la gobba ma credete che l’attendo con ansia questo momento. Volevo essere lungo ma però ho cambiato idea as139


sieme al mio amico abbiamo pensato di farci friggere due uova dato che l’appetito è ottimo e il rancio è ancora assai lontano. Non datevi peso per me e vedrete che presto ritornerò. Saluti infiniti a tutti e a voi due un milione di baci. Vostro per sempre. Aldo 20.04.43

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Carissime, È l’ultima volta che vi scrivo dal suolo africano. Vi avevo già scritto stamane ma non ero ancora a conoscenza di nulla. Nel pomeriggio è arrivato l’ordine del mio rimpatrio. È venuto il tenente ad annunciarmi questa nuova. Forse questo è il più bel giorno della mia vita. La salute è ottima e il morale è veramente altissimo. Non so i giorni che dovrò stare ancora in giro perché domattina vado al comando Btg e domani sera sono sicuramente a Tunisi. Appena sarò sul suolo siciliano vi scriverò nuovamente speriamo che il viaggio mi vada bene come mi è sempre andata finora. Forse dovrò rimanere un paio di settimane al campo sosta per vedere se ho malattie africane ma ciò si fa nei pressi di Palermo. Appena toccherò il suolo italiano lo bacerò sicuramente. State alte di morale non datevi pensiero per me che presto vi abbraccerò entrambe. Molte cose vi dirò e vi giuro che se non ho oltrepassato Roma non assaggio brodo d’uva per avere la testa calma perché quella zona è un po’ infetta da zanzare. Saluti infiniti a tutti e voi due un milione di caldi baci vostro per sempre, Aldo 20-04-43 Lettera verificata per censura. Aldo ha quasi 32 anni. Il rimpatrio non avviene.

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KELIBIA, 21 APRILE 1943 Kelibia è un pittoresco paese che si trova all’estremità della penisola di Capo Bon, nel punto più vicino all’Italia. Col tempo buono si scorge l’isola di Pantelleria che è già Italia, e commuove. Percorrendo il tratto di strada lungo il mare, da Hammamet a qui, ho capito, molto più chiaramente di quanto non l’avessi capito finora, che siamo prossimi alla fine. Quasi dappertutto, sulla spiaggia, ci sono gruppi di militari, in maggioranza tedeschi, i quali si stanno costruendo zattere di fortuna con cui tentare la traversata. Adoperano bidoni vuoti da benzina e motori recuperati. Ogni tanto passa qualche Spitfire e, quasi scherzando, li innaffia di pallottole. La maggioranza di questi uomini non sono disertori - se pur si può parlare di diserzione, a questo punto - ma gente che ha ottenuto il rimpatrio per avvicendamento o altre cause, e che il governo non trova modo di spedir via. Ogni giorno partono, in media, una decina di zattere. Si dice che qualcuna sia giunta a Pantelleria, o addirittura in Sicilia, ma è una voce che ha molte probabilità di essere fantastica. La sorveglianza dei mezzi aerei e navali nemici sul canale di Sicilia è incessante sia di giorno che di notte, e di solito le zattere finiscono mitragliate e affondate quando sono ancora in vista della costa. Se, nonostante questo, gli uomini continuano a mettersi in un’impresa tanto disperata vuol dire che qui speranze non ce ne sono proprio. Tratto da “Guerra in camicia nera” di Giuseppe Berto. 142


Carissime Ieri lunedì di Pasqua non vi ho dato le mie nuove ma è stata causa per motivi che vi spiegherò a voce. Però il mio pensiero era più che mai rivolto a voi altre. Se non capiteranno cose nuove spero per la fine della settimana sarà il mio turno. Oggi non so se saranno molte le partenze ma ieri ne sono andati via un paio di centinaia se prosegue così e dato che qui per un certo periodo non ne vengono più per la fine settimana dovrebbero portare pure via le baracche. Speriamo bene. La mia salute è sempre ottima e mi auguro sia lo stesso di voi altre e non attendo altro che il giorno di riabbracciarvi. Speriamo tutto vada per il meglio e come Iddio mi ha assistito finora mi assista ancora. Saluti infiniti a tutti e a voi due un milione di caldi baci. Vostro per sempre, Aldo 27-4-43 25 Btg mitraglieri 1° Comp

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BOLLETTINO 1067 - 27 aprile 1943 Il nemico ha continuato, con poderose forze di fanteria e corazzate, la sua offensiva nel settore occidentale tunisino: tutti gli attacchi si sono infranti, con gravi perdite in uomini e carri armati, contro la tenacissima resistenza delle truppe italiane e germaniche passate in più punti al contrattacco. L’aviazione dell’Asse é ripetutamente intervenuta in appoggio ai reparti terrestri bombardando concentra­ menti di autocolonne e di mezzi blindati, distruggendo e danneggiando numerosi carri armati.

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Carissime, Sarò breve è solo per rivolgervi il mio pensiero che è costantemente rivolto a voi due. Sto sempre benone e da stamane sono addetto a dei lavori nei dintorni di Tunisi, ciò lo facciamo tanto per non restare disoccupati comprenderete bene è naia. Ma però da voci che ho sentito stamane ci sono probabilità che entro questa settimana venga il mio turno. Non datevi pensiero per me se per caso dovessi partire improvvisamente vi darò mie nuove dalle terre ballerine. Sempre in gamba che io lo sono sempre e vi dirò tutto quando sarò a casa. Salutatemi parenti e amici e con la speranza di presto riabbracciarsi vi invio un milione di baci, vostro per sempre Aldo. 28-4-43 25 Btg mitraglieri 1° campo

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La lettera nella pagina seguente è scritta dalla famiglia Viale ad Aldo con indirizzo 25 Btg mitraglieri 1° Comp. P. M. 11 Conteneva anche una busta e carta de lettera in bianco per la risposta. Ma venne restituita perchÊ impossibile da consegnare.

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Carissimo Ieri sera non ti ho scritto, non che fossi stanca, perché la giornata non è stata tanto movimentata causa qualche gocciolina d’acqua che veniva ogni tanto, fina fina, ma mi sono addormentata, del resto come era già mio uso sebbene adesso non ci sto tanto da addormentarmi al tavolino. Ieri è venuto Dario Amerio attualmente si trovava in Croazia, è venuto in licenza di un mese per la morte di sua mamma, è grasso che sembra un maiale, ha detto di salutarti e che ripasserà a prendere il tuo indirizzo. Speriamo sarai a casa avanti che ti abbia scritto. Anche oggi ha piovigginato tutto il giorno siamo state in casa, riposo assoluto, almeno faremo qualche lavoretto e non avremo da innaffiare. La nostra salute è sempre ottima, speriamo sia altrettanto di te. Speriamo non tarderai a venire tra noi che tanto ti attendiamo. Vi era anche Elzo dei Calandri anche lui in licenza e ti saluta. La campagne è assai bella non c’è male, la roba che abbiamo è discreta, abbiamo le piante di zucche che sono già belle, le più che ci stanno a cuore sono le patate, che ci fa piacere averne abbastanza, ma a noi non ci sono mai mancate anzi ne abbiamo avuto d’avanzo. Soavi mi ha pregato di continuare a portarcene quando posso che le fanno gran piacere. Abbiamo preso 167 litri di vino dal Generale lo abbiamo pagato L. 12 al litro, anche noi lo vendiamo L. 12 e 1,50 al bicchiere. Salutandosi a nome dei tutti l’invio da parte nostra tantissimi baci tue aff mamma e sorella 3-5-43 147


Cartolina da Viale Aldo prig. 38472, campo XVI, Tunis. Scritta a matita Carissime, sto sempre benone e mi immagino sia lo stesso per voialtre, un mio amico più fortunato di me ha ricevuto per la prima volta ieri, spero non tardare molto anch’io. Non datevi alcun pensiero per me e sono pienamente convinto che non è lontano il giorno in cui potrò riabbracciarvi. Saluti infiniti a tutti e a voi due un milione di baci. Aldo. 31/1/44

Cartolina postale dal Campo XVI Tunisi Carissime, se pure in breve vengo a voi, io sto sempre bene e prego sia lo stesso di voi altre. Salutatemi tutti e con la ferma convinzione di presto essere con voi vi invio un milione di baci, vostro Aldo. 8/6/44

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BLIGNY Ogni tanto il comandante francese del campo di prigionia a Tunisi riuniva tutti i prigionieri nel piazzale per esercitare il suo potere, la sua eloquenza ed esibire la “grandeur” della Francia, rinfacciando ai “fratelli latini” l’entrata in guerra al fianco dei tedeschi. Il tema principale era sempre quello, che loro, i Francesi, avevano vinto, erano stati dalla parte giusta, avevano tenuto alto l’Onore della patria e invece gli Italiani, notoriamente fanfaroni, scansafatiche e vigliacchi dopo essere scappati dalla Libia alla Tunisia, avevano alzato le mani in segno di resa. Allora un giorno di questi il caporale anziano Aldo aveva preso il coraggio, aveva chiesto la parola, e educatamente aveva ricordato “mon comandant rappelez vous Bligny et Chemin des dames”* A Bligny c’è ancora adesso il più grande cimitero italiano di guerra in Francia con diverse migliaia di soldati volontari tra i quali quelli della legione garibaldina. Il Corpo Italiano aveva partecipato ai combattimenti difensivi nel settore dell’Ardre, dando un valido contributo alla resistenza francese durante la seconda battaglia della Marna ed alla successiva controffensiva. Chemin des dames è invece la battaglia sempre della prima guerra mondiale in cui i soldati francesi si rifiutarono di eseguire l’ennesimo attacco, e alcuni uomini della divisione francese vennero fucilati *

comandante, si ricordi di Bligny e Chemin des Dames. 149


per ammutinamento. Aldo aveva trovato un gran modo per dare del vigliacco ai cugini francesi. Forse Aldo aveva osato troppo e dovette stare per punizione tre giorni sull’attenti, rapato a zero sotto un sole quasi perpendicolare che non faceva neanche una linea d’ombra. Ma almeno poteva raccontarla per anni. Ed io ascoltando questa storia imparavo l’origine del nome della caserma Bligny di Ventimiglia.

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Cartolina spedita da Viale Aldo campo XVI Tunis scritta a matita. Carissime, io sto sempre benone e mi auguro lo stesso di voi altre. Unico mio pensiero è per voi due e che non ho ancora avuto vostre nuove. Nella ferma convinzione di presto riabbracciarvi vi invio un milione di baci. Aldo. 25/6/44

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Biglietto su modulo del segretariato di stato di Sua SantitĂ scritto da Aldo in data 15 aprile 1945 con data corretta con timbro del 15 lug. 1945 dal campo Tunisi XVI, con cui chiede notizie di Viale Ada. (Non superare 25 parole) Carissima sorella, scrivo separatamente a te e alla mamma, non ho avuto vostre notizie sinora. Falle sempre coraggio, ricevi per entrambe un forte abbraccio tuo fratello Aldo.

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Biglietto corrispondenza dei prigionieri di guerra Carissime,18-5-45 finalmente ho ricevuto vostre nuove in data 1-5-45 e l’altra 4-5-45, è la prima volta che vengo in possesso di un vostro scritto*, sento il vostro buon stato di salute, a parte ciò, credete che per diverso tempo mi erano passate per la mente idee un po’ scure, ma ora tutto è ritornato sereno dato che ho saputo ciò che è successo da voi**. Io sto sempre benone e come voi condivido la speranza di presto ritornare. Datemi un po’ notizie più dettagliate, se per caso avrete dovuto sfollare durante le operazioni che si sono svolte. Come pure mi farebbe piacere nuove di parenti e amici. Pinuccio, Arturo, Adriano dove sono? Nell’attesa di presto avere vostre nuove anche laconiche come questa, vi giunga un milione di baci dal vostro per sempre Aldo. Dal Campo XVI di Tunisi

* la lettera del 3/5/43 era tornata non recapitata a seguito dei fatti bellici. Da allora Aldo, rinchiuso nel campo di prigionia di Tunisi, per oltre due anni non aveva più ricevuto lettere. ** la guerra in Tunisia termina nella primavera del 43 mentre a casa inizia il periodo più difficile che la Lilla racconterà nel suo diario (vedi pag. 16) e che finirà il venticinque aprile 45. 153


VERSO MARRACHEK Pietro Rizzuto (15 luglio 1916 - 21 luglio 1998) scrive il suo Diario di Prigionia in Africa Settentrionale direttamente sul posto. Racconta il suo trasferimento dal campo di prigionia in Tunisia a quello in Marocco. Ci portarono alla stazione ferroviaria di Tunisi. Capii che si partiva, ma per dove? Era un mistero. Ci consegnarono una scatoletta e una pagnotta a testa e ci infilarono dentro carri ferroviari tipo-bestiame. I vagoni vennero piombati. Fra un carro e l’altro c’era una garitta con un soldato marocchino di guardia. Eravamo 45 per carro, pigiati come sardine: non ti potevi sdraiare per mancanza di spazio, ricordo che avevamo praticato dei buchi verso l’esterno per i nostri bisogni. Eravamo come sepolti vivi. Dopo qualche giorno di viaggio in quelle condizioni giungemmo ad Orano in Algeria. Lo capimmo quando vedemmo la stazione ferroviaria con le insegne della località. Quando aprirono ci trovammo dinanzi una mitragliatrice puntata contro, una per ogni singolo carro con un soldato col dito sul grilletto. Fra me dissi: - Ora ci ammazzano -. Il pensiero andò lontano alla mia famiglia. Non spararono ma anzi, ci diedero da mangiare. Quella sosta era stata richiesta al comando alleato per fornirci di viveri. Si parlava dell’iniziativa di una Contessa Italiana che, mossa da spirito patriottico, aveva organizzato questa distribuzione di cibo. Noi fino allora disponevamo solo di una borraccia d’acqua che, per economizzare, usavamo soltanto per bere. Eravamo 154


sporchi e non ci eravamo lavati fin da Tunisi. I carri vennero nuovamente chiusi e si ripartì per altra destinazione ignota. Erano sette giorni che eravamo in viaggio su quel treno, quando giungemmo alla prima città del Marocco, Oujda (il suo nome lo seppi solo successivamente). Il convoglio si fermò. Improvvisamente furono aperte le porte e ci trovammo di fronte ancora altre mitragliatrici, ma questa volta non si rinnovò la paura di Orano stazione, quando pensammo ad un massacro, ormai era assodato che quelle armi servivano al comando francese a scongiurare una nostra improbabile fuga. Come la volta precedente ci diedero da mangiare. Questa volta ci nutrirono con un piatto di tagliatelle: le divorammo anche se erano fredde. Da quando ero prigioniero quella era la prima pastasciutta. Anche qui l’iniziativa non era partita dai francesi che ci avevano lasciato volentieri per tanti giorni senza cibo, col rischio di non farci arrivare a destinazione vivi: gli aiuti umanitari provenivano da nostri connazionali. A voce alta gridammo tutti insieme - Viva l’Italia! -. Era l’unico modo per ringraziare quegli italiani sconosciuti che si erano ricordati di noi. Ci guardammo in faccia uno con l’altro: eravamo pallidi, sudici, maleodoranti e in condizioni generali pietose. Ma il viaggio non era ancora finito. Ripiombarono i vagoni e il treno ripartì senza che nessuno di noi ne conoscesse la destinazione. Eravamo ormai allo stremo delle forze. Per riposare ci coricavamo a turno, mentre una parte stava in piedi, gli altri si sdraiavano per riposare. Il decimo gior155


no dall’inizio del viaggio giungemmo a Marrakech, dopo l’apertura dei carri scendemmo lentamente: la luce abbagliante ci rendeva semiciechi, marciavamo a tentoni. Non facemmo caso nemmeno alle mitragliatrici schierate di fronte a noi. Ci lasciarono riposare un po’ finché prendemmo confidenza con la luce del giorno, dopo 10 giorni di oscurità. Ancora frastornati e affamati ci caricarono su alcuni camion con i quali, dopo aver attraversato la città, giungemmo al Campo di Concentramento n 26.*

* è il campo che ha ospitato Aldo. Il trasferimento di Aldo dal Campo XVI di Tunisi al campo XXVI di Marrachek è avvenuto nel primo semestre del 1945 ma non abbiamo notizie precise in merito né ricordi orali. 156


Su biglietto modello del segretariato di stato di Sua Santità scritto alla famiglia da Aldo dal Campo XXVI di Marrakech. Carissime, come vedete mi hanno trasferito nelle due mie precedenti vi dissi che avevo avuto vostre notizie nuove e recentissime. Come salute sto sempre benissimo e spero sia lo stesso di voi altre. Non allarmatevi della lontananza perchÊ è la medesima. Un milione di baci Aldo. 1-6-45

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Carissime, Questa settimana non ho avuto vostre nuove, ho ricevuto però da S. Bernardo e anche loro mi assicurano sul vostro conto, questo mi soddisfa molto. In quanto a me la salute è sempre ottima cosÏ spero di voi altre. Sul mio conto niente di nuovo ma però speriamo bene per il principio del nuovo anno, le voci di radio reticolati sono sempre molte. Spero in questa prossima settimana avere vostre nuove e se possibile assai recenti, tanto per sapere qualche nuova dei nostri lidi, che allevi i miei pensieri. Sempre allegre e pazienza che il giorno non dovrebbe essere molto lontano. Saluti infiniti a tutti e per voi due un milione di caldi baci. Vostro per sempre, Aldo Marrakech, 12-12-45

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Carissime, Come già vi scrissi nei giorni scorsi che per Natale non avevo ricevuto vostre nuove, lo stesso devo dirvi per Capo d’Anno, però spero domani di ricevere, dato che domani vanno al campo. Manco a dirlo la mia salute è sempre ottima e prego sia lo stesso di voi altre. Quando mi rispondete fatemi un po’ sapere come la va, il prezzo del terreno che siete in contratto. L’osteria come funziona e un po’ di tutto in generale. Però vi premetto che potrebbe anche darsi che la vostra risposta non mi giunga più in tempo. Radio reticolato, così ora la chiamiamo, non più radio scarpa come un tempo, trasmette assai forte e speriamo che il giorno non sia eccessivamente lontano. Molte cose avrei da sapere e da dirvi ma credo poterlo fare a voce in questo scorcio invernale. Salutatemi parenti e amici e in attesa di poterlo fare realmente vi invio un forte abbraccio vostro per sempre, Aldo N. M. 38472 N. C. XXVI Marrakech Marrakech, 1-1-46

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Carissime, Ieri sera ho ricevuto la vostra cara lettera inviatemi in data 30-11 che mi avete fatto spedire da Mentone da Pinin. Mi mancano i vostri scritti dal 15/10 sino al 30/11. Sulla vostra sento il vostro buon stato di salute, lo stesso è attualmente di me e credete che sono come i puledri in scuderia attendo con ansia questo benedetto giorno che a quello che si dice non dovrebbe essere ormai lontano. Sulla vostra sento la stretta amicizia con Petaleto e le sue condizioni, ricresce però di non sapere il prezzo del terreno comperato benché me ne accennate per il passaggio in nostro territorio. Credete che in queste lunghe notti, nelle ore insonni faccio sempre i miei progetti per la sistemazione avvenire del nostro terreno. Credo però che in questo scorcio d’inverno potrò trasformarli in realtà se non è anticipato assai spero per carnevale o se male durante la quaresima. In attesa di un vostro scritto e di presto ritornare v’invio saluti per tutti e vi giunga un milione di caldi baci vostro Aldo. Con timbro Depot de prisonniers de guerre XXIV Marrakech Data 4-1-1946

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Carissime, Vengo a voi per darvi mie notizie che sono sempre ottime, spero sarà lo stesso di voi altre. Nulla avrei da aggiungere, ma farò con voi una breve chiacchierata. Come vi dissi nella mia ultima, l’ultima che ho ricevuto è in data 3 c.m. cioè quella inviatemi da Menton, il tempo pressappoco è il medesimo che impiegano per arrivare. In quanto al nostro ritorno per ora nulla di nuovo ma speriamo sempre bene e che il tempo da restare qua non sia eccessivamente lungo. Sulle vostre mi avete parlato di molti ad eccezione di Giuanin de Luchin, che ne è di lui. L’osteria come va, il prezzo del terreno comprato che già vi chiesi diverse volte. Qui si può dire incominci la primavera e da noi. I lavori i prezzi qualche genere ditemi. Attendendo con ansia il giorno di potervi dare più precisi ragguagli sulla nuova vita come pure di avere ampie spiegazioni su come avete trascorso la vostra, fortemente vi bacio , Aldo. 38472 NA XXVI Marrakech

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Carissime, ho ricevuto ieri tre vostre lunghe lettere, due di novembre e una del nove dicembre spedita a Ventimiglia. Da esse apprendo molte cose che mi rincuorano molto. Per primo il vostro buon stato di salute, in secondo luogo il prezzo che avete pagato il terreno dal Petaleto, ciò non mi stupisce del caro prezzo, perché su certe cose sono informato del caro prezzo che esiste in tutta Europa, e così è qua. Sento del prestito a Garaventa, vuol dire che la barca fa acqua forte. Del rimpatrio dei P.O. dalla Francia e del caso di dover cambiare nazionalità si vedrà come andrà qua sui giornali avevo solo inteso Briga e i suoi moti*. Con i paesani di Bagurili c’è un po’ di astio ma mi passerà. In quanto a me la salute è sempre ottima lo stesso il morale, speriamo la mia permanenza quaggiù non sia molto lunga, ma so anche che siamo molti a rientrare e chissà chi avrà la precedenza. Si dice sia presto. Ditemi un po’ l’osteria come va ora che mi avete detto il prezzo del terreno. Tralascio inviandovi i saluti per parenti e amici e sperando di riabbracciarvi presto, vostro per sempre Aldo. Mittente Viale Aldo 98472.N.C XXVI Marrakech Maroc Corrispondenza dei prigionieri di guerra 26-1-1946.

* Dopo la seconda guerra mondiale la Francia, vincitrice, chiese l’annessione dei territori di Tenda e Briga, ottenendola. Un referendum fra la popolazione per la scelta tra Francia ed Italia, si svolse il 12 ottobre 1947. Il risultato fu un’adesione quasi unanime (93,95%) alla Francia. 162


Carissime, Vengo a voi per darvi le mie notizie che come al solito sono sempre ottime. La salute buona il morale altissimo, pregò Iddio che sia lo stesso per voi altre per il momento e per avvenire. In questa seconda metà di febbraio non ho ricevuto vostre nuove e nella prima quindicina una solo ne sono venuto in possesso. Come saprete è un gran conforto ricevere qualche nuova ma se il destino vuole così, non c’è niente in potere per noi mortali. E ora vengo al fatto mio, si dice, e assai insistentemente, che il giorno del nostro rimpatrio non è molto lontano, tengo la ferma convinzione che per Pasqua sarò sicuramente fra di voi, e se tutto andasse come trasmette radio reticolati forse anche qualche giorno prima. Ma per ciò non tralasciate di scrivere che a volte si potrebbero provare delle delusioni. Vi darò più precisi ragguagli sul mio conto perché si prevede da un giorno all’altro la spiegazione. Arrivederci presto, vi giungano un milione di baci vostro per sempre Aldo. Marrakech, 25-2-1946

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Carissime, Vi scrissi ieri l’altro che avevo ricevuto una vostra in data 27-1. Oggi ne ho preso altre due in data 2-1 e l’altra in data 24-1. Mi dite diverse cose più o meno importanti sul terreno e mi parlate se lavorerò al mio ritorno. È ora che lavori un po’ per me per farmi una posizione. Sento che vi lamentate per la poca posta che ricevete e dire che per lo meno vi scrivo sei volte al mese ma a come sento non ne ricevete forse neanche due. Io sto sempre benone come vi dissi in mie precedenti. In quanto al mio ritorno non vi posso dire nulla di positivo ma tengo una speranza per Pasqua così siamo tutti i vecchi perché dal campo di Casablanca ne è già partito un primo scaglione di anziani. Non illudetevi come non mi illudo io perché ci possono sempre essere gli imprevisti. Fate ciò che potete, non datevi pensiero per me che ormai il giorno non è più eccessivamente lontano. Attendendo sempre vostre nuove, vi invio un milione di baci, vostro per sempre, Aldo Marrakech, 8-3-46

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Carissime, buone nuove questa volta, salvo i soliti imprevisti per il dieci aprile dobbiamo trovarci a Casablanca per l’imbarco. Per ora non si sa ancora il giorno che leveremo le ancore ma si prevede che Pasqua, se non a casa, potremo trascorrerla in suolo italiano. Salute ottima giorni che si vorrebbe volassero. Passeranno sono passati tanti mesi trascorreranno questi ultimi giorni. Salutatemi parenti e amici e a voi due un milione di baci vostro per sempre. Aldo. Inviata a M.lle JosÊe Cannelli Boite Postale 60 Menton. (AM) France. Marrakech, 21-3-46

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Carissime, ho ricevuto stamattina un vostro scritto in data 20 corr, ove sento il vostro buon stato di salute. Pure io sto sempre benone e speriamo che Iddio ci conservi a lungo così. Sento del clima li da voi, della compera della capra del caso dei Ferrando e delle speranze di Manitto. In quanto a me vi ho mandato le mie notizie da un genovese che è partito dieci giorni or sono malato. Come già vi dissi in mie precedenti in questi giorni dovrebbe partire di qui un primo scaglione quasi sicuro io non ci sono ma sicuramente sarò nel secondo, che credo per fine aprile dovrei essere a casa. Perciò benché si sia ancora lontani, è nulla in confronto di quello che ho già fatto. Vi darò mie esatte notizie appena ne sarò a conoscenza. Perciò fate il vostro meglio e allegre che l’ora ormai è vicina. Salutate da parte mia parenti e amici e in attesa di vostre buone nuove v’invio un milione di baci vostro per sempre Aldo Marrakech, 25-3-1946 Biglietto postale spedito da Marrachek a M.lle Josie Canarelli Boite Postale 60 Menton (A.M.) France

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LETTERE ALL’AVIERE GAGGERO ARTURO TURETTO



A.S. 29-8-42 Carissimo cugino, Ho sempre avuto tue nuove a mezzo di mia mamma dopo che ho avuto la fortuna di ricevere sue nuove, figurati che sono stato quasi 40 giorni senza avere notizie da casa e da poche settimane ho regolarmente sue nuove. Mi dicono che sei sempre giù di morale, ma cosa ti metti per la testa ormai è così e bisogna darci passaggio che verrà il giorno che finirà, poi ancora tu che sei di leva devi rassegnarmi cosa dovrei dire io che è la quarta volta che sono richiamato e ho 11 anni più di te, non ci penso neanche mi sembra che ci sia sempre stato sotto la naia e ci do passaggio è inutile tanto è lo stesso. Ancora di più te che hai la fortuna che sedi capitato in una arma* che è signora in confronto di molte altre e tu che per di più dei ai servizi dovresti avere vergogna a lamentarti e per di più che dove siete ormai è tutto calmo mentre invece qua è ben un’altra cosa specialmente in certe zone. Attendo tue nuove sperando di trovare il tuo morale molto diverso da come me lo hanno descritto sino adesso. Si capisce che se fosse rimasto lì a Lubiana tuo fratello avresti avuto la compagnia e ti sarebbe passato meglio il tempo. Anch’io dei compagni di Genova non ne ho più assieme perché le compagnie sono state svolte e pure in mezzo ai nuovi vado sempre avanti lo stesso. * aviazione 169


Io sto sempre benone come spero sarĂ altrettanto di te e spero di avere presto tue nuove. Avrei molte cose da dirti ma sono assai stanco e rimando ad un’altra volta. Tanti baci e arrivederci presto tuo aff.mo cugino Aldo Ecco il mio nuovo indirizzo Cap Viale Aldo 2° Comp. Autonoma di F. Direzione ferrovia oltre confine P. M. 34

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Capuzzo, 20-10-42 Carissimo cugino, Ieri sera sono venuto in possesso della tua scrittami in data 5 c.m. e per dirti il vero ho potuto solo guardare chi mi aveva scritto e la lettera la ho letta questa mattina ed ora vengo subito a risponderti dato che oggi facilmente non farò proprio nulla. In quanto a salute sto benone come mi dici è pure di te e ciò mi rallegra molto, perché per noi non vi è altro che avere la salute. Per dirti il vero la tua è la prima che ricevo con il nuovo indirizzo, figurati che in due mesi che sono qui è già il quinto indirizzo che cambio, ed ora vengo a rispondere a ciò che mi dici sulla tua. Mi dici che come lavorare e mangiare stai benone. Non mi posso lamentare neanch’io, in quanto al servizio ora non monto più di guardia, sono addetto alla spesa di diverse squadre dislocate lungo la linea, per esempio sono partito lunedì mattina con la spesa e sono ritornato martedì ma sono ripartito subito e sono ritornato venerdì mattina. Adesso sto due o tre giorni a riposo assoluto e dopo vado di nuovo su e così via. In quanto al mangiare poi viaggiando qualche cosa trovo sempre specialmente roba in scatola e biscotti e marmellata, crediti che moltissimi in Italia stanno molto peggio di noi. Un po’ che mi manca è il fumare, cosa vuoi quindici sigarette al giorno sono poche per me e poi sono quasi tutte macedonie e tu hai incominciato a fumare o le rimetti agli amici. 171


Un’altra cosa che prima soffrivo un po’ è per il vino e ora invece mi ci sono abituato e quando lo danno è un di più ma si sa che fa sempre piacere e penso sempre al giorno che potrò farmene una scimmia. Mi dici che mi dai ragione a riguardo delle osservazioni che ti faccio ne sono certo che ho ragione, mi ha scritto mia mamma l’altro giorno che hanno chiamato Vittorio Fantino, non ti sembrerebbe bello che richiamassero un po’ anche quel somaro di suo fratello tanto per insegnarci un po’ come si vive e abituarlo un po’ a trattare come i cristiani. In quanto ai compagni di quelli che avevo a Genova siamo in pochissimi ma ci teniamo più a contatto possibile, la maggior parte dei soldati sono di Gorizia e parlano tutti la lingua che si parla li dove sei tu, ma però tirando qualche Madonna li facciamo filare in gamba benché dopo ci preghino magari qualche accidente nel loro dialetto. Mi dicevi che li da voi comincia a fare fresco qua invece al giorno fa caldissimo figurati che durante il giorno ho sempre dello i pantaloncini corti e alla sera ti metti camicia maglione e qualche volta anche il pastrano e alla mattina è sempre marcio dalla rugiada. Mi dici che in questo prossimo inverno hai buona speranza di andare in licenza, io invece neanche per sogno perché qui devi avere il minimo 34 mesi di Africa per andare in licenza. Allora pensaci un po’ io ne ho appena due, ma speriamo che finisca presto. Mi dici di Pinuccio e del suo entusiasmo cosa vuoi sono teste vuote e si capisce che presto o tanto poi si pentono ma è inutile loro sono convinti così e non c’è alla fai entrare neanche colla punta e la mazza. 172


In quanto all’esonero mi hanno scritto due volte i Ferrando con dentro due pezzetti di giornale che parlavano di quella roba li ma lo sai sono tanto lunghi che prima che si decidano è tardi. Mi dici che il capolavoro di Tomacchia non lo sapevi, ma io so solo quella li ma però sono certo che ne avrà combinato delle altre. Ci ho trovato la sigaretta che mi hai voluto inviare, come sapore sono ottime e ti ringrazio del gentile pensiero. Mi scrisse mia mamma la settimana scorsa che ne hanno beccato di nuovo qualche d’uno con le famose cartoline precetto, va a finire che alla fine ti chiamano anche (xxx). In quanto ai mitragliamenti e alle camionette a casa non mandarcelo a dire, se non lo sai come sono si trovano più paura loro di me. Mi fa piacere che cominci a farti un vero soldato e che provi un po’ il tavolaccio ma speriamo però che la dentro non vi sia la squadra mobile dei carristi a tenerti compagnia. Saluti infiniti attendendo tue nuove ti abbraccio tuo cugino Aldo

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Lettera all’Aviere Gaggero Arturo R Aereoporto n. 2. P. M. 3200 Capuzzo, 20-10-42 Carissimo cugino Ho ricevuto stamane la tua cara lettera, dal ritorno del mio solito viaggio a rifornire di viveri i miei compagni e adesso avrò un paio di giorni di riposo. Dovrei avuto partire subito ma mi sono fatto sostituire perché sono tre giorni che sono fuori e sono alquanto stanco. Io come salute sto sempre benone e a parte qualche po’ di corda che mi sono visto in questi ultimi tre giorni tutto marcia a gonfie vele, perché in quanto al mangiare qui andiamo benone mi arrangio discretamente, ma però sabato notte mi hanno sparato le camionette inglesi. Domenica è mancato poco che non ci ammazzassimo tra noi italiani contro le autoblinde e stamane un apparecchio inglese ci ha mitragliati da brevissima quota, sfiorava i fili del telefono e a prima vista sembrava dei nostri e poi tutto d’un colpo ci ha aperto un fuoco micidiale scosso, ma però c’è la siamo cavati solo con un po’ di strafunsin*. Dalla tua apprendo il tuo buon stato di salute benché sei un po’ dimagrito ti senti sempre benone, è già una gran cosa avere il “morscio” a posto e che in quanto al mangiare ne hai a sufficienza, si capisce che con questi chiari di luna a casa si va avanti a forza di verdura e di castagne e sai allora che “scorregie” *

strafunsin, spago di canapa, funicella (ottimo per trottola) 174


ma è così. Noi sicuramente per quest’anno non ne mangeremo rostite almeno per me perché non riesco ad andare a casa con l’esonero. Ci andrò quando l’uccello mi fa l’unghia. Io non me la prendo più sul serio tanto è lo stesso e per dirti il vero attendo il giorno che mi passino fisso in ferrovia qui in Africa o pure qualche notte gli inglesi mi bucate il telaio senza bisogno di pinze. Mi dici di Pinuccio e del suo entusiasmo cosa vuoi sono teste vuote e si capisce che presto o tanto poi si pentono ma è inutile loro sono convinti così e non c’è alla fai entrare neanche colla punta e la mazza. In quanto all’esonero mi hanno scritto due volte i Ferrando con dentro due pezzetti di giornale che parlavano di quella roba li ma lo sai sono tanto lunghi che prima che si decidano è tardi. Mi dici che il capolavoro di Tomacchia non lo sapevi, ma io so solo quella li ma però sono certo che ne avrà combinato delle altre. Ci ho trovato la sigaretta che mi hai voluto inviare, come sapore sono ottime e ti ringrazio del gentile pensiero. Mi scrisse mia mamma la settimana scorsa che ne hanno beccato di nuovo qualche d’uno con le famose cartoline precetto, va a finire che alla fine ti chiamano anche (xxx). In quanto ai mitragliamenti e alle camionette a casa non mandarcelo a dire, se non lo sai come sono si trovano più paura loro di me. Mi fa piacere che cominci a farti un vero soldato e che provi un po’ il tavolaccio ma speriamo però che la dentro non vi sia la squadra mobile dei carristi a tenerti compagnia. Saluti infiniti attendendo tue nuove ti abbraccio tuo cugino Aldo

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COMMENTO DELLE LETTERE A TURETTO Mentre leggevo le lettere per la prima volta, mi accorgevo di conoscere poco questo padre. Se ne è andato che non avevo ancora tredici anni, mi dicevo, e non ho avuto il tempo per chiedergli tante cose, per travasare da lui a me. Credevamo che avremmo avuto più tempo davanti a noi. Poi c’era una lettera che avevo lasciata tra le ultime perché stranamente non era indirizzata alle “carissime” ma al cugino Turetto e leggendola ho riconosciuto mio padre, quello che diceva belinate, che giocava con le parole, che coglionava tutti senza farsi accorgere. Turetto era in aviazione e forse un po’ se ne credeva. Ma Aldo gli racconta con indifferenza quello che gli capita e che non ha mai detto in cento lettere alla famiglia, parla di fucilate e mitragliate che potevano essere fatali e ammette che alla fine è stato solo questione di “corda” o “strafunsin” cioè di spago o spaghetto, insomma paura, spavento. E poi continua con allusioni, dice che ha il morscio a posto, cioè come il morso per i muli, ha sempre qualcosa da mettere in blocca, non sta facendo la fame. I racconti che ricordavo io, quelli fatti nei giorni di pioggia, sotto il portico, mentre molava la falce messoria, erano fatti di avventure goliardiche come quando durante la prigionia erano andati con un asino al villaggio vicino e avendogli fatto bere del vino, avevano avuto un ritorno travagliato con la bestia che ragliava e puntava i piedi. Oppure raccontava di un commilitone sprovveduto a cui avevano spiegato di andare in paese con un 176


mezzo di fortuna e costui, piazzatosi sulla strada, dopo alcune ore era ancora là che aspettava che passasse un veicolo con l’indicazione “mezza fortuna”. E raccontava della fame che aveva fatto in prigionia quando mangiava due fave e mezza al giorno e del facile gioco di parole: il solito comandante francese gli chiedeva: vous avez la femme? E lui rispondeva Oui, la faim beaucoup!* Lo riconosco quando scrive “non riesco ad andare a casa con l’esonero. Ci andrò quando l’uccello mi fa l’unghia.” Fa parte di quelle frasi che gli ho sentito dire continuamente come parlare quando pisciano le galline, vedere gli asini che volano, pisciare contro vento.

* Femme, in francese si pronuncia famm; da qui il gioco di parole: vous avez la femme - siete sposato? - interpretato ironicamente - avete fame? - si, molta fame. 177



LETTERE DA PARENTI E AMICI



5-11-42 Carissima Lilla e famiglia, sempre gradita e cara ricevo la posta degli amici e parenti; ma vi confesso che la vostra mi apporta un’intimità particolare questo fatto credo sia dovuto alla situazione psicologica che attualmente si trovano le nostre due famiglie. Con Aldo siamo sempre in corrispondenza, ma potete immaginare il tempo che impiegano le nostre missive a giungerci. Questa volta ho avuto un po’ di fortuna infatti non sono più in linea, ma bensì al comando di Corpo d’Armata Alpino, qua il telaio sembra un po’ meglio custodito. Sarebbe mio piacere potervi scrivere una lunga lettera ed raccontarvi tante cosette, ma per il momento il tempo me lo vieta. Augurandovi un Buon Natale v’invio a Voi e Ada i più vari saluti. Salutatemi il zio Pinela S. M. Allavena GB posta militare 108 Cartolina postale per le forze armate P.M. 108 In uso Corpo d’Armata Alpino. Le unità del C.A. iniziano il trasferimento il 14.7.42, salvo l’11° raggr. artigl. giunto ai primi del mese. Tutti gli altri reparti arrivano dal 28 luglio e fino al 4 agosto a Gorlovka. L’Ufficio di P.M. avrebbe iniziato a funzionare dal 28.7 in poi. Il ripiegamento del C.A. Alpino dalle posizioni sul Don inizia il 17 all’imbrunire. Durante il ripiegamento viene disperso parte dell’Ufficio postale. Il rimpatrio avviene dalla base di Shlobin, nella Russia Bianca, nel mese di marzo 43. L’attività dell’ufficio postale si ferma al 17.1.43. 181


Lettera scritta dalla Lilla al sergente maggiore Allavena Gio Batta P. M. 108 in data 21-1-43 e evidentemente resa non recapitata per quanto sopra indicato. Caro Battistino, in questi giorni abbiamo ricevuto un mucchio di posta 9 lettere di Aldo e qualche altra di amici e parenti fra le quali anche la vostra. Da Aldo era un bel po’ che non si riceveva più niente, e finalmente ci siamo levate dall’ansietà. Sentiamo che voi state benone e vi fate sempre coraggio e sopportate freddo e disagi. Speriamo che presto sia finita e certo avremo una bella vittoria.* Aldo ha speranza di tornare presto in Italia, ci dice pure che pensa sempre a tutti gli amici che come lui soffrono e ci incarica di salutarli. Da Ada e da me abbiatevi una affettuosa stretta di mano, aff. Lilla

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P. M. 47 - 27-8-43 Carissima Ada Appena arrivato a destinazione il mio primo pensiero è rivolto a te e a tua mamma onde farti sapere che ó fatto ottimo viaggio e ieri sera giorno 26 ore 10 sono giunto a destinazione. Prima di partire da Ventimiglia ho visto tuo cugino Adriano dove mi disse che suo fratello era arrivato a casa, mià fatto molto piacere così ho profitato per mandarti ancora un mio saluto. Spero lo avrai gradito vero? Cara Ada quella sera quando sono uscito da casa tua e che sono arrivato per strada mi è proprio successo come ti avevo raccontato. Non mi rimane altro che salutarmi di tutto cuore te e tua mamma, tuo amico Dario Amerio Ottavio 94 autoreparto 588 Legione posta militare 47 Cartolina postale per le forze armate indirizzata a Viale Ada POSTA MILITARE 47 In uso alla Divisione Lombardia che dall’11.4.41 opera in Jugoslavia. La sede del comando è prima a Delnice e poi a Karlovac fino all’8.9.43. L’ufficio emanò due sezioni. La sezione «A» opera dal 22.11.42 e la «B» dal 20.11.42 fino all’8.9.43.

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Cartolina l’Europa contro l’antieuropa 6-9-42 Con molto piacere ho ricevuto da Aldo ieri, contento di saperlo in buone condizioni di morale. Caramente vi saluto tutti e baci da vostro cugino Andrea. Mittente soldato Gaggero Andrea 89° reggimento fanteria

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21-11-42 Carissima cugina Con molto piacere oggi mi è giunta la vostra ed anche una di Aldo ne ho ricevuto, così ho notizie direttamente da lui, dato la sua è del due e la vostra del cinque e sentito nella vostra che da qualche giorno non avete sue con quella sono rimasto contento dato vi passano solo tre giorni di differenza, anzi mi dice di aver cambiato di nuovo indirizzo e con quello riceve vostre molto più presto, contento di sentire che la salute è buona anche in lui come di me pure al presente così spero sarà sempre di voi tutti. Mi dice pure di non potersi lamentare che non se la passa male e vorrebbe continuare ancora così però dice che la temperatura è molto cambiata anche laggiù dato la stagione che qui siamo ma questo lo sentono di più alla notte. Intanto passano i giorni tra il bene ed il male e speriamo finisca presto tutto e potere andare alla Guardia come dice lui e portarci i nostri berretti e ringraziarla di averci protetto in questa vita non troppo bella. Riguardo l’esonero sebbene anche da qui ne siano andati diversi ci spero pochissimo, perché mi dissero che della provincia di Genova ce ne sono solo tre ho quattro e come immaginerete sono tutta gente che anno avuto dei spintoni molto grossi cosi non mi faccio delle illusioni sebbene da casa mi dicono di non avere perso tutte le speranze ancora ma che volete anche ha questo ci penserà il destino e speriamo bene in tutto. 185


Sento avete avuto notizie di tutti così non faccio altro che dirvi la salute è buona di loro pure e di mio cugino è sempre lo stesso per dirla grossa ma ormai ho sentito che anche là tutto è finito e potrete stare tranquilli e andare ha Mele solo ha vostro piacere, di Luigia non mi fo meraviglia perché la conosco bene. Mi rincresce che Turetto non sia ancora riuscito ha scacciare la malinconia e pensare sempre a Ventimiglia lontana, ma il più è la salute poi tutto passa anche per lui, salutatemi tanto suo padre e famiglia dato siete assieme non conviene scrivere anche ha lui. Contraccambio saluti degli amici e parenti tutti ed un caro bacio ha voi e Ada che sempre mi siete vicine col pensiero vostro cugino Andrea Baci a Lelleli Adesso faccio risposta anche ha Aldo. Gaggero Andrea 89° Regg.Fanteria Colmando II Btg. P. M. 42

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28-11-42 Carissima cugina, Oggi ho ricevuto la vostra del giorno tredici , contento di sentire che la salute è buona in tutti voi e così posso dirvi di me pure. Sento pure che Aldo vi ha scritto in questi giorni ed anche ha me scrisse giorni fa, contento di saperlo in buona salute, ed ormai anche lui mi dice che ci ha fatto l’abitudine ha questa vita non troppo bella, ma le speranze le ha buone e coraggio pure che è tutto quello che ci vuole per noi poi il resto tutto passa e speriamo presto. Sono rimasto contento della nostra aprendendo che per la presa di Nizza non vi è dato nessun disturbo di dovere fare nuovamente fagotto, ma questo era da prevedersi dato i francesi anno ben altro da pensare che fare resistenza ancora e bisognerebbe lo capissero tutti così e farla finita. Piutosto che noi che abbiamo conquistato Mentone lasciandovi anche qualche morto in pochi giorni, ci fecero rimpatriare ed adesso ci sono gli altri ha godersela così noi la prendiamo sempre per di dietro la fortuna, ma che volete la fortuna non ci ha visto mai, speriamo almeno ci dia la salute e poter sopportare i disagi di questa vita di russia che ha descriverla con la penna non sono capace di farlo. Assieme alla vostra ho ricevuto pure da mio fratello e sento dato in bombardamenti di Genova mia cognata lanno dovuta portare nuovamente ha casa per un po’ di tempo perché quei maledetti d’Inglesi ci picchiano molto sulle ospedali e Chiese, mi dice 187


pure che mia zia ha dovuto scappare di la dato li anno incrinato quasi la casa ed è al Fado adesso, ma grasie ha Dio sono tutti in salute. Ne avrei uninfinità di cose da raccontarvi, ma che volete le giornate sono molto corte qui dato alle due mezzo ho le tre è buio e sono posti che la luce elettrica non lanno forse mai vista, così se non ci disturba nessuno si va ha dormire molto presto. Manitto mi ha scritto ieri ed anche lui ha ricevuto da Aldo e da voi, quanto mi dice non può lamentarsi e ne sono molto contento, invece di Bruzzone non so che dire, ciò scritto da molto e non ho ancora risposta così oggi ci scrissi nuovamente, spero bene. Vi prego dare anche mie notisie ha vostro fratello Pippo nonché e salutatemelo tanto lui e famiglia ed baci a quella birichina di Lelleli quando scrivete ha Turetto fategli i miei saluti e ditegli di farsi coraggio come si fa noi qui e scacciare la malinconia intanto non rimedia ha niente. Terminò salutando amici e parenti tutti e baci ha voi e Ada, vostro cugino Andrea Sempre coraggio e vinceremo presto per far ritorno alle nostre case Ciao ciao Lettera verificata per censura il 16 dic. 1942 Mittente Gaggero Andrea 89° Regg. Fanteria Comando III Btg. P. M. 42

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P. M. 42 li 14-4-43 Carissima cugina Con molto piacere oggi mi è giunta la vostra del 2 contento di saperlo in buona salute in famiglia e così posso dirvi di me pure al presente, mi rincresce sento non avevate ricevuto mie che vi scrissi anche prima ma avete mie notizie da casa mia e Carlini ed io ne avevo vostre da loro e non so come siano andate perdute, ma spero questo non succederà più in seguito. Mi fa anche piacere avere notizie di Aldo che io ci scrissi diverse volte ma non ho ancora avuto risposta e non sapevo che pensare con quello che sento dai giornali e bollettino, ma sento si trova in un posto abbastanza buono, fategli i miei saluti nelle vostre. Tante cose vorrei dirvi, ma spero che presto mi arriverà le carte per l’esonero come mi dicono da casa e forse presto potremo rivedersi, però loro mi attendono rimpatrii come tanti altri reparti e credo avrete saputo anche voialtri di questo ma purtroppo il mio reparto rimane. Sento che già sapete di Manitto e Bruzzone ed immaginatevi di tanti siamo in due più di Mele* qui adesso così sembra sempre più triste. Vi prego fatemi pure tanti saluti ha Pascà e famiglia, ed amici e parenti, sperando rivedersi presto caramente vi bacio vostro cugino Andrea. Saluti ha Pippo e famiglia baci ha Lelleli ciao ciao ciao Scritta da Gaggero Andrea a famiglia Viale. * Mele, nell’entroterra di Genova è la località di origine dei Gaggero. Vivono a Ventimiglia la Lilla madre di Aldo ed Ada; Pippo con i figli Adriano, Turetto e Lelleli; e Clorinda, madre di Tomachia e Pinuccio. 189


P. M. 42. 29-11-42 È da diversi giorni che o ricevuto una vostra cartolina la quale mi fa molto piacere nel sentire del vostro buono stato di salute, così posso assicurarvi che è al presente di me. In questi giorni o ricevuto da Dria e da Manitto facendomi i vostri saluti e anche loro mi dicono di essere in ottima salute. O già scritto diverse volte a Aldo ma non o ancora avuto risposta. In questi giorni ci scriverò nuovamente. Spero che mi vorrete perdonare del mio lungo silenzio, ma questo non è per dimenticanza ma un po’ dal poco tempo e un po’ da quella tale pigrizia che fa dimenticare i doveri verso i veri amici. In seguito vi scriverò più sovente. Ricevete i miei saluti più cari tutti in famiglia. Saluti alla famiglia di vostro fratello. Ancora saluti da chi sempre vi ricorda Giacomo Bruzzone.

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Fronte est 28-7-942 Carissimi Con piacere ho ricevuto la vostra cartolina ove con piacere apprendo il vostro buon stato di salute così posso dirvi che al presente è di me e compagni. Riguardo a Dria ora siamo qua sempre più vicino così pure con Bruzzone e Manitto ed altri sinché si vediamo più di frequente qua che non quando si era li, con Bruzzone poi l’ultimo accampamento eravamo a 50 metri con la tenda una dall’altra. Riguardo alla temperatura non potiamo lamentarsi sia di notte che di giorno, però l’acqua è sempre pochina quella buona per bere, però quella da lavarsi se ne trova assai, specie laghetti. Sono a dirvi però che si trovano delle magnifiche campagne, certo non troppo ben lavorate, che la maggior produzione che si trova qua è frumento e girasoli, noi i girasoli si seminano per le galline e qui invece li seminano per loro, sembrano tanti uccelli quando mangiano la scagliola. Posso dirvi pure che poca impressione mi ha fatto il cambiamento di nazione, perché qua a confronto dell’Africa e invece qua ci vuole tutta a conoscerli se sono Russi o Polacchi, o Romeni, si conoscono un po’ nel colore, il rimanente le vesti sono quasi tutti uguali. Però debbo dirvi che si trovano certe ragazze e credetemi che a me mi son molto più care delle nostre, perché queste almeno son naturali almeno esterno. Abbiate pazienza se vi scrivo male, e senza bolli, perché sin’oggi non ne ho ancora potuto avere, di191


cono sempre che arrivano e mai si vedono, poi per scrivere mi tocca scrivere su un ginocchio, così potete ben comprendere come si può scrivere, ancor più che la mia calligrafia è già scorretta per natura. Dunque appena giunge l’indirizzo di Aldo fatemelo avere così poi scriveremo a lui tutti assieme, speriamo bene anche lui, e auguriamoci che non sia lontano il giorno in cui potremo trovarsi ambedue a godersi la bella borghesia*. Al presente non mi resta che salutarvi tutti anche da parte degli amici. Qui ieri è venuto a trovarmi un mio paesano che da un mese si trova qua e io non sapevo neppure che era anch’esso a queste parti Saluti cari. Giovanni. (Carlini)

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Civile: in abiti borghesi 192


15 marzo 943 Carissima, Vengo con queste poche righe per darvi il nostro buon stato di salute, dico noi per dire me e Dria il resto gli altri cioè Manitto e Bruzzone non ne abbiamo più avuto notizie. Addirvi il vero pochi siamo rimasti tra la battaglia e il congelamento molti sono i mancanti. Ora però la vita è assai tranquilla, speriamo che ci duri, così ne spero bene sia di Aldo. Riguardo al freddo può farne ma di certo tanto quanto si è passato, credo non passarlo più. Saluti a tutti vi abbraccio. Giovanni

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8-4-943 Cugini carissimi Con piacere rispondo alla V. lettera in data 23-3 ove sento il V. buon stato di salute così ne posso dire sempre di me e Dria che le telefonai proprio l’altro ieri sera perché noi del 2° Btg. si troviamo un po’ staccati dal comando di regg. invece, loro sono vicino, però poco me ne importa anzi sono più contento essere lontano dal comando così vivo più tranquillo e addirvi il vero abbiamo un buon comandante di Btg. che il nostro colonnello è comandante di regg. Sento che volete sapere di Bruzzone e di Manitto. Dunque di Bruzzone non so dirvi altro che fu dato disperso, invece Manitto sicuro non so nulla, ma anch’esso se non è come Bruzzone è deceduto. Io lo vidi l’ultima sera che si era in linea e le dissi di venire con me, ma aveva un po’ di paura assentarsi dal reparto suo e mi consegnò persino il gognometro, che poi il giorno dopo io lo consegnai al maresciallo, e tutte le volte che vidi qualcuno della Btr. glielo chiederò ma ormai son sicuro che non si fa più presente che al dopoguerra se Dio gli ha conservato la vita ma però poca è la mia fiducia a rivederlo perché proprio ove si trovava lui era una continua grandine di bombe da mortaio e artiglieria, pochi sono chi quelli che se l’hanno cavata con nulla. Molte sono le cose in cui vorrei qui dirvi ma come sia sapete siamo militari e perciò se anche più vorrei dilungarmi la mia situazione non lo permetterebbe. Sento che è venuto Lavena e qualcosa potrà raccontarvi di meglio lui se è rimpatriato da poco e 194


cioè che abbia lasciato la linea con noi. Mi fa piacere sentire il buon stato di Aldo e speriamo che un giorno non lontano venga potervi un po’ rivedere da Ella o alla casa Battaglia. Sperandovi sempre bene cordialmente vi saluto voi e Ada. V. Aff.mo cugino Giovanni.

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26-4-943 Carissimi Dato il tempo e la possibilità, vengo con questa misera lettera, perché v’è voce che oggi sia l’ultimo giorno che potiamo scrivere, perché a quanto pare anche per noi è giunto il giorno del rimpatrio non si sa ancora preciso il giorno ma non credo che sia oltre maggio. Perciò vi faccio anche a voi presente che sebbene giunti in Italia non ci manderanno subito in licenza, perché come spero che già ne sarete al corrente ci fanno fare la quarantena, perciò andar bene saremo in fine luglio a casa, e se poi ci tocca in ultimo come io son di solito io, andremo in agosto o settembre. Qui siamo in grande festa, perché credo che per i russi Pasqua* sia la più festa elevata che hanno, perché ora è da tre giorni che fanno festa e bisogna vedere quanto è caratteristica questa cerimonia. Dunque se voi volete potete sempre scrivere, perché la posta non manca di far servizio, spero che alla risposta di questa lettera averla in patria, e così l’avrete con più breve tempo la corrispondenza. A presente non resta che inviarvi il mio ultimo saluto dalla Russia, e sperando presto rivedervi, infiniti saluti a voi e Aldo e Ada. Giovanni Mittente Carlini 89° Fant. C. C. II Btg. P. M. 42 P.M. 42 In uso Divisione Cosseria. La Divisione giunge in Russia nella zona di Karkov dal 17.6.42. Inizia il 7.7.42. Nel II Corpo d’Armata con sede a Novo Sybrov (Russia Bianca), termina il 7.5.43. *

La Pasqua cadeva il 25 aprile 1943 196


Laives 13-5-943 Carissimi Vengo a voi con questa mia breve cartolina per informativi del mio buon viaggio e così pure del mio buon stato di salute ove ne spero sia così di voi. Dunque dal giorno 11 che mi trovo in territorio italiano sicché giunti al posto di disinfestazione alle 12 ove si terminò alle 23, ove si riprese il treno per essere portati in questo campo di contumacia. Terminerà questa vita il 24 poi si recheremo al nostro concentramento che in oggi non si sa ove sia. Da dove poi prenderemo i nostri 20 giorni di licenza, sono un po’ pochini ma che farci? Speriamo che presto finisca così ci potremo vedere tutti fra noi e vivere in pace. Se volete scrivere fino al 21 è questo il mio indirizzo. Speriamo bene di Aldo, che presto possa darvi notizie Saluti v. Aff. Giovanni Carlini Campo contumaciale di Laives (Bologna)

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3-7-943 Cugini carissimi Con piacere ho ricevuto la vostra lettera ove ne sento il vostro buon stato di salute, così posso dirvi sempre di me. Apprendo pure quanto vuoto fa la notizia di Aldo, non lo metto in dubbio, e non credete che sia differente di me, che sempre ci penso, e ricordo ancora quando io mi trovavo li, e lui era ancora a casa, dicevo a lui fortunato quando oggi io sebbene ho sofferto ho ancora la gioia (come può essere la sfortuna) di godermi qualche giorno in compagnia della mia famiglia, un giorno, a fine guerra può essere, e speriamo che Dio lo voglia possa anch’esso godersi la vita in famiglia. Anche Rilla in quei giorni dell’attacco si trovava molto indietro che era ricoverato in un ospedale, e che fu visto fuori, cioè lasciato in libertà proprio negli ultimi giorni che non ha più potuto venire in linea, anch’esso al presente è assente speriamo che anch’esso si trovi prigioniero. Mi fa piacere che vi ha fatto visita Boffo ove vi avrà illustrato meglio della nostra fine nella campagna Russa. Ora qui noi siamo in attesa di partenza, a quanto pare vicino Pisa, perciò ripetete l’indirizzo con Posta Militare. Qui vi ripeto che anche per me riguardo al morale mai ho avuto un così basso morale, nulla che vada a mio piacere, sebben non v’è confronto questa vita con quella che si faceva li. Termino salutandovi tutte, con la speranza un giorno potersi un po’ vedere. Giovanni

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P. M. 42 il 1-4-43 Gent.ma signora Ho ricevuto la vostra cara lettera la quale subito faccio risposta ma però non so neppur io cosa dirvi, di sicuro non posso dirvi nulla. Vi dirro che il caro Manitto al giorno che siamo scapati era con noi ma poi sapete bene che ognuno sela dava per conto suo e dal quel giorno nulla sie più saputo ne io e ne tutti i compagni, però vi dirro che con noi eravamo assieme ancora in linea, mi dispiace tanto tanto ma qua corre voce che vi sia rimasto, però come vi dico di sicuro non posso dirvelo speriamo che sia sano e salvo, come può esserlo essendo stato tanto scompiglio chi scapava da una parte chi da l’altra può benissimo essere ancora sperduto. Ogni modo se io potrò avere migliori notizie velo farro sapere. Quando scrivete a Aldo fategli i miei cari saluti. Con questa vi contraccambio i miei più cari e aff.si saluti voi e figlia. Aff.mo Emilio Cevasco Lettera verificata per censura il 20 APR. 1943

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P. M. 3200 -Timbro Postale 24-1-43 Carissima zia Rispondo al tuo biglietto postale che oggi stesso ho ricevuto sento che voi tutto bene come posso dire di me con la presente. Mi dici che dopo tanto ora ricevete un po’ di posta da Aldo, io ho ricevuto due giorni fa che ci ho subito risposto spero la ricevi perché mi diceva che andrà di nuovo dove era prima cioè a fare il pescatore mi dice però che sta molto bene. Mi a detto che sono stato molto afortunato io a prendere qui pochi giorni di licenza. Speriamo presto ci sia qual cosa anche per lui chissà che non abbia il suo rimpatrio che ora è già un po’ che si trova giù. Mi dici che Lallero comincia a fare la prepotente che vi stare in silenzio tutti, però sento che è molto inteligente questo mi fa molto piacere, anche la sua salute a come sento si è rimessa bene. In quanto al freddo è sempre lo stesso, però sono in buona relazione con le stufe perciò non lo sento tanto, però i geloni ai piedi non mancano, il più e quello poi il resto siamo tutti ben armati di passa montagna e maglioni, a come sento li non pare neanche inverno come gli anni scorsi, però io qui mi sono quasi abittuato al clima a forza di vedere e camminare sul ghiaccio e ogni tanto prendere magari qualche colpo per terra ho cominciato a farci il callo, speriamo passi questi due ho tre mesi ancora, e che venga presto l’estate, e nel medesimo tempo che si avvicini un’altra bella licenza. Questo è il capo principale. Per ora invio tanti saluti e bacini a te e Ada. Turetto. Bacini a Lalero 200


Lettera scritta il 25-7-42 prelevata e restituita per la censura il 16 ago 1942 senza nessuna cancellatura Stimata famiglia Dopo la mia partenza da Ventimiglia non vi ho più fatto avere mie notizie precise dato che tempo ne avevo poco ma aprofitto oggi di un po’ di sosta per racontarvi qualche cosa della mia vita, intanto per primo posso dirvi che sono sempre in ottima salute e morale alto come voglio sperare che sia altretanto di voialtre, non posso dirvi il posto dove mi trovo perché non conosco la zona ma posso dirvi che da quando siamo scesi dal treno abbiamo fatto parecchi chilometri a piedi e tuttora siamo in marcia ma spero che anche queste fatiche termineranno e potremo rivederci a Ventimiglia. Fate la cortesia di farmi avere notisie di Aldo e il suo indirizo così potrò anche con lui metermi in comunicazione per sapere almeno la nostra salute, voglio pure con questa mia ringraziare lospitalità datami sempre e precisamente il disturbo de l’ultima Domenica ma certamente sarebbe meglio eservi ancora. Qui sono sempre a contato con Gaggero e anche lui sta bene mi dice di farvi tanti saluti. Da parte mia saluterete Pippo e famiglia voi ricevete un saluto e una stretta di mano vostro aff.mo amico G.Manitto Mi dispiace che devo farvi paghare il bollo ma qui ne siamo sprovisti. Spedita da 89° Regg.to Fanteria Batteria A. Posta militare 42

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P. M.42 li 6-9-42 Stimata famiglia Non potete immaginare come mi giungono grate le vostre notizie e sentirvi soprattutto che godete ottima salute come al presente è di me. Non posso dirvi niente di Gaggero e Carlini perché è da quindici giorni che non si vediamo più ma spero che pure loro siino in salute, con questo vi dico pure che ho ricevuto da Aldo dove mi mandava il suo indirizo cosi ho potuto già racontargli qualche cosa della nostra vita però lui dice che sta bene e con probabilità non andrà in linea mentre noi siamo dei primi ma malgrado questo tutto è calmo. Di Remigio non vi dico nemmeno niente perché lo conoscete meglio dei me (segue una riga cancellata a china dalla censura) sebbene in Russia si credeva dovesse cambiare ma è giusto il proverbio che dice la volpe perde il pelo ma i vizzi mai, così è lui si spera lo mandino in licenza quando sarà diventato padre per stare bene quel mese ma chissà se lo manderanno. Mi dispiace di Turetto che l’abbino mandato così distante ma cosa volete ormai siamo tutti fuori e bisogna addatarsi. Ho pensato a salutarti tutti i miei amici e loro contracambiano con la speranza di tornare presto per venirvi a trovare. Da Baffo un saluto particolare lui tira avanti pensando a sua figlia, da me ricevete un saluto e una stretta di mano, mi dico amico G Manitto Scusate ma questa è carta autarchica.

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P. M. 42 li 23/10/42 Cara Famiglia Ieri ho ricevuto una vostra lettera e una cartolina sulla quale sentivo che non ricevete mia posta, figuratevi che scrivo sovente certamente la posta ritarda ma fanno piacere le vostre notizie precisamente quando sono buone. Anch’io in questo momento mi trovo in perfetta salute soltanto si è fatto sentire il primo freddo ma grazie Dio anno incominciato a equipaggiarci dandoci indumenti di lana ma bene come a Ventimiglia non si starà di certo sebene la pioggia certamente annoierà un po’ ma avrete la posibilità di risposarvi. Mi fa piacere sentirmi ramentare sovente. Anch’io mi vengono inmente le belle giornate passate in vostra compagnia mentre ora devo stare con questa gente che nulla si capisce, in questi giorni ho potuto vedere Gaggero e pure lui sta bene però di Carlini non l’ho più visto ma a sempre le solite manie la vita qui la conduciamo al quanto buonina ma sapete siamo in linea e bisogna starci attenti. Da Aldo ho ricevuto questi giorni e li ho fatto risposta. Ora salutandovi caramente mi saluterete la famiglia Pippo e tutti gli amici voi e Ada ricevete un saluto e una stretta di mano vostro aff.mo amico G. Manitto Ciao ciao e sempre alto morale

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P. M. 42 li 7/11/42 Stimata famiglia Piacentisime mi giungono vostre notizie In questo momento ho finito di mangiare gli gnocchi dato che un po’ di farina si trova e per cucinarli si arrangiamo, il fante fa di tutto per combattere la fame, ma mi vengono in mente quando venivo da voi e tuttora vi ringrazio per quello che avete fatto per me, vi dirò un po’ di Remigio che proprio questa mattina è partito per l’ospedale causa la visita e chissà se lo vedremo più ma per noi sarebbe una fortuna non vi parlo di fifa che ha ma malgrado questo pensava sempre alla dimora. Vi comunicherò l’esito subito ne saprò qualche cosa, mi dispiace di Toretto poverino si vedeva che sarà difficile abituarsi a questa naia ma non c’è niente da fare quando siamo comandati da loro o bene ho male bisogna farlo. Non abbiate pensiero per i bolli perché sono abbastanza provvisto mi fate sempre piacere se mi raccontate quello che succede nella nostra Ventimiglia il faccio l’impossibile per tenervi informate sulla mia salute e di quella degli amici. Dria mi ha scritto in questi giorni e dice che sta bene come pure Bruzzone e Carlini. Da Mascani e Maccanti ricevete un saluto. A Baffo le vengono sempre inmente le belle manovre che faceva col morto e pure lui vi saluta tanto. Mi farete tanto piacere di salutarmi gli amici, la famiglia Pippo ho sentito pure che Lalero ha incominciato il suo quotidiano studio ma chisà quanto penserà al divertimento e quanti discorsi farà ma mi 204


sembra ancora troppo picola. Ora lascio inviandovi cordiali saluti e una stretta di mano a voi e Ada vostro aff.mo amico G Manitto. Speriamo al bene e presto rivederci ciao ciao e Vinceremo Lettera su sue fogli. Anche sulla busta in stampatello la scritta sottolineata VINCEREMO

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P. M. 42 li 14/11/42 Stimata famiglia E nuovamente ho ricevuto vostre notizie e sono rimasto contento nel sentirvi in ottima salute come al presente è di me, mi fanno piacere perché posso avere novità anche di Ventimiglia che tanto ci penso per il lungo periodo che vi ho fatto ma più che altro mi vengono in mente le belle giornate passate da voialtri ma speriamo vengono presto a conversare di cueste nostre vite passate così lontano. Sento che come lavoro non ne manca mai e certamente sarete stuffe ma abbiate pasiensa ancora un po’ e vedrete che finirà, mi dispiace sentire di Toretto si vede proprio che era attaccato alla famiglia ma vedrete che pure lui si abituerà. Ora lasciatelo venire in licenza per vedere la situazione, puó darsi che poi stia meglio. Da Aldo ho ricevuto in questi giorni, mi dice che sta bene ma avrà subìto niente di tutto ciò che è successo da quelle parti, se lo sapete fatemi sapere qualche cosa. Di Genova ancora non ho saputo niente ma devessere qualchecosa di grande certamente ai miei non avranno subito niente, aspetto sue notizie. Lascio ora che mi salutiate tutti gli amici e vostro fratello mi dimenticavo di dirvi che il Maresciallo ci ha lasciati e non so se ritornerà addogni modo è meglio che stia distante. Anche Baffo che si trova qui vicino vi saluta tanto e anche gli altri amici Mascani Maccanti e Aramini. Voi e Ada ricevete un saluto e una stretta di mano vostro aff.mo amico G. Manitto Vinceremo 206


P. M. 42 li 23/11/42 Stimata famiglia Sempre gradite mi giungono vostre notizie perché oltre a sapere della vostra buona salute, posso avere notizie di Ventimiglia che la possiamo chiamare nostra, anch’io sono in gamba soltanto è incominciato il freddo e sapete come la tosse non manca mai ma l’apetito celabiamo, l’interessante è quello, non posso dirvi niente di Gaggero e Carlini dato che da tempo non li vedo ma su una cartolina mi dicono che stanno bene, degli altri amici e cioè Mascani Maccanti e Baffo siamo sempre assieme e cerchiamo di far passare le ore al miglior modo possibile ma parecchie volte ci vengono inmente le belle giornate del poco tempo borghese. Questi vi salutano tanto, sento che gli Alberghi di nostra proprietà sono tutti pieni ma con quello che è successo avranno nuovamente vuotato tutto, di quello che vi diceva Carlini io non ho saputo niente ansi posso dirvi che di queste chiacere non ve nera, ansi se questo fosse stato il Maresciallo l’avrebbe saputo, come già vi dicevo questultimo non è più con noi dato alla sua poca vista ma si trova all’Ospedale ricoverato distante da noi, vi dirò pure che da Aldo ho ricevuto questi giorni e mi diceva che sta bene certamente con quello che sta succedendo da quelle parti si pensava più al male, non pensate che quando posso le scrivo sempre e le racconto le nostre avventure così rimarrà contento come lo rimango io ricevendo sua e vostra posta. Lascio ora e mi saluterete come al solito vostro fratello e fami207


glia in piĂš Lelleli, tutti gli amici, Voi e Ada ricevete una stretta di mano e un saluto, vostro sempre aff. mo amico G Manitto Ciao ciao e speriamo alla presto vittoria Sul lato del foglio in stampatello VINCEREMO.

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P. M. 42 li 29/11/42 Stimata famiglia È proprio questa che aspettavo per sapere qualche novità della famosa occupazione di Nizza da parte delle nostre truppe, un primo momento credevo anch’io di uno sfollamento di Ventimiglia mentre ho saputo dai nostri superiori che tutto andava bene, in più ieri ho ricevuto la vostra che mi ha accertato, come vedete più sfortunati di così non si poteva essere. Dovevamo noi andare in quel territorio che da tanto si aspettava mentre siamo qui a prendere tutto ciò che accapita, ad esempio oggi è una bruttissima giornata vento e neve freddo da non poter portare la faccia a vista ma pazienza pure questo finirà e avremo la vittoria meritata, certamente era meglio la nostra terra che questa di Russia, con tutto ciò la salute non manca e nemmeno la fame* si portiamo avanti al quanto bene spero al giungervi di questa mia sarà altrettanto di voi e Ada, anche gli amici toscani vi salutano e in più Aramini avendo ricevuto vi risponderà, di Carlini e Dria nulla posso dirvi siamo distanti si salutiamo a mezzo di scritto ma dicono che pure loro godono di ottima salute. Voglio pure avvertirli che è ritornato fra noi Romagniano era meglio se ne tornasse in Italia a una paura da morire e non ci fa dormire quando è di servizio ma comportiamo speriamo cambi. Da Aldo ho ricevuto da poco tempo, mi dice che sta bene io subito le faccio risposta accenandogli tutti i nostri particolari e raccontandogli della nostra vita e lui fa altrettanto. 209


Lascio che mi salutiate tutti gli amici che praticavano li in piÚ la famiglia Pippo. Mi è dispiaciuto non essere ad aiutarvi nella famosa confusione ma ritorneremo. Voi e Ada ricevete un bacio e una stretta di mano Vostro aff.mo e riconoscente amico G. Manitto ciao ciao Mi servirà pure per Augurarvi Anticipatamente Buone feste mi raccomando passatele allegre. Scusate il mal scritto ma si scrive sempre con la premura Vinceremo

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4-10-45 Vi do notizia di mia ottima salute, e cosĂŹ pure avrei desiderio di voi tutti. Desidero vostre notizie e anche di Aldo. Io mi trovo ad Algeri. Come vita non c’è male. Spero di ritornare presto a casa. Spero che avrete ricevuto anche altre cartoline che vi ho inviate. Salutandovi caramente assieme alla vostra famiglia e parenti e anche agli amici specialmente Pelissun per sempre amico Giacomo Rizzotto. Cartolina prigionieri di guerra inviata a Viale Caterina dal prigioniero n. 35994 Rizzotto Giacomo.

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Campo di concentramento prigionieri di guerra. Data 4-12-45 Spett.le signora oggi con molto piacere ricevetti la vostra cartolina. Con molto desiderio sento che state bene di salute e cosÏpure è del mio simile. Inteso che Aldo si trova nel Maroco. Ma speriamo tutti come dite voi che verrà presto quel giorno incui noi potremo raggiungere le nostre case. Mi dispiace di Pelissun fatemi sapere qualcosa della mia famiglia che ne sono privo di sue notizie da circa 6 mesi prima si trovava a Verona ora non so piÚ nulla. Saluti cari per sempre aff.mo amico Giacomo Rizzotto

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4-1-46 Signora Caterina, con molto piacere rispondo alla vostra cartolina nella quale sento che state godendo di buona salute e così vi posso assicurare dimestesso. Io spero di ritornare presto ma per il presente ancora non c’è nulla di nuovo. Vi do atto che riceveste una lettera da mia moglie la quale si trova a Verona come dite voi. Avrei molto desiderio di sapere le novità di Ventimiglia perché di la non c’è nessuno che mi scrive. Salutandovi caramente unita Ada e parenti e tutti gli amici (...) amico Giacomo Rizzotto. Cartolina postale di campo di concentramento prigionieri di guerra. Arms Form Mittente Rizzotto Giacomo prig.n. 35994 351 MU RAF HUSSEN DEL ALGER Inviata a Gaggero Caterina

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15/11/42 Carissimi Rispondo alla vostra del 27-10-42 ricevuta oggi. Sento che la vostra salute è ottima, cosa che sempre è di me. Novità per ora nulla solo un po’ di freddo ormai è la sua stagione, però sempre continua sempre un bel sole, credevo un freddo più secco ma invece è solo il vento, senza di questo come specie oggi si starebbe ancora bene. Sono molto contento che pure li è piovuto, chissà qualle bene fece per la campagna. Giorni or sono scrissi ad Aldo spero riceverà con piacere. Con mio fratello per ora siamo solo in corrispondenza, spero sempre potersi vedere poiché ancora oggi ho saputo che la lontananza non è che di pocchissimi Km. Per tanto vi saluto caramente vostro aff.mo Gino Fante Rossi Gino 89 Fant. Posta militare 42 Cartolina postale per le forse armate indirizzata a Viale Lilla

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ITALO Quando ho conosciuto Italo, abitava con Ada in una casetta a un chilometro dalla campagna e dall’Osteria, nella proprietà della scià Vincenza sotto porta Canarda. Era una casetta delle favole con una soffitta dal pavimento di cannicci, tetto in ciappe di ardesia, e fuori il lavatoio, il gallinaio, le piante di violaciocca e aspidistra. Era una casa comoda per Italo che andava a lavorare al Borgo in bicicletta. Ada andava avanti e indietro tutti i giorni portando fasci di roba sulla testa dalla campagna a casa. Spesso ero con lei come quando dei turisti inglesi, alla ricerca di folclore locale, chiesero di farle una foto col suo carico da equilibrista. La Lilla nel suo diario, il primo marzo del 1945 scriveva:“Colpi come quelli di questa notte non ne avevamo ancora sentiti, tanto che non abbiamo potuto chiudere occhio. Forse non hanno fatto nemmeno troppo danno perché devono essere caduti nel fiume. Schegge e ghiaia arrivavano fin quassù accrescendo l’infernale rumore con il loro scroscio. Ma, poi, la giornata è stata calma. Da oggi, Italo è entrato a far parte dell’U.n.p.a., ciononostante non mancherà di governare la mula e comprarmi il pane perché io ho sempre un’immensa paura a uscire di casa. Una cosa che mi vergogno a scrivere è che dò due Lire a una vecchia perché mi vada a prendere un secchio d’acqua.” Insomma Italo era già uno di casa. Quando sia iniziata la storia con Ada ormai è difficile saperlo. Ma mi sono accorto che in tutte le lettere di Aldo, nei 215


saluti, nelle richieste di notizie, non viene mai citato. Solo una volta Aldo fa il nome di Italo per una questione di vino. Mi è sembrato di intuire che non ne sapesse niente. Evidentemente la relazione era iniziata dopo la sua partenza. Si spiega probabilmente anche per questo motivo che al ritorno a casa, dopo aver scoperto la novità, i fratelli si siano rapidamente divisi. La Lilla resterà col figlio Aldo e gestirà l’osteria Bataglia, Ada andrà ad abitare con Italo. Tra tante lettere e documenti manoscritti c’è un foglio protocollo del 16 settembre del 1946, pochi mesi dopo il rientro di Aldo, che prevede che “ i terreni saranno coltivati in comune ed alla fine di ogni settimana saranno divisi gli utili netti.” Ma il 30 maggio dell’anno seguente con rogito del notaro Giuseppe Viale procedevano alla divisione definitiva delle attività immobiliari e convenivano tra l’altro che l’esercizio dell’osteria andasse alla mamma compresi i mobili e cioè nove tavoli, quindici sedie, un banco di vendita, otto panche ed il vasellame ed i recipienti che vi si trovano.” Restavano indivisi la mula, il biroccio, e la piena proprietà del torchio da uva. Il torchio l’ho visto, c’è ancora adesso.

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NEL 1950 ALDO HA GIÀ 39 ANNI, IDA NE HA 37 La guerra ha complicato le loro vite. Aldo aveva trentuno anni quando era stato “richiamato”. Nell’esperienza in nord Africa aveva speso 54 mesi, come ricordava sempre quando ne parlava; inoltre era tornato con la malaria in corpo e appena rientrato era rimasto sotto controllo dell’ospedale militare per quasi un anno e ancora per molto tempo aveva avuto attacchi di febbre malarica e si rifugiava sotto montagne di coperte, tremante. Ida aveva aspettato al suo paese padano per alcuni anni che il suo uomo tornasse dalla Russia ma era rimasto nella lista dei dispersi e aveva dovuto smettere di aspettarlo. Adesso aveva voglia di non sentire più le stesse domande, di non incontrare quelli che erano stati più fortunati ed erano tornati in qualche modo; aveva voglia di dimenticare. La guerra si era combattuta anche a Ventimiglia e, come diceva a volte Aldo nelle lettere, forse il rischio era stato maggiore a casa che sul fronte del nord Africa. E c’erano stati dei momenti in cui i bombardamenti avevano quasi distrutto Nervia e le Gianchette e la popolazione di alcune zone di frontiera era stata sfollata tra Lomellina e Monferrato in terre più tranquille. Adesso, finita la guerra, erano rimaste amicizie, cortesie da contraccambiare, e la voglia di ricostruirsi la vita da parte di chi l’aveva scampata. La famosa fiera campionaria di Milano del cinquanta si svolgeva nella seconda metà di aprile, c’erano anche gli sconti sui biglietti del treno. Aldo andò a 217


incontrare Ida per la prima volta, rimase a Milano per tre giorni e al ritorno le scriveva già: “Se avessi saputo che anche qua il tempo faceva il broncio sinceramente mi sarei fermato ancora qualche giorno a Milano per rivederti e confabulare ancora un pochino assieme, invece chi sa quando avrò nuovamente la fortuna di poter sentire la tua voce di sentire il tuo alito e di ammirare i tuoi occhioni.“ La famosa battaglia di fiori di Ventimiglia del cinquanta si svolgeva l’ultima domenica di maggio. Aldo le scriveva: ”Ne ho molto piacere che tu venga accompagnata perché, benché non siamo più bambini, le lingue sataniche ci sarebbero sia da un lato che dall’altro. L’ho detto a mia madre e lei ne è contentissima“. Per Ida che veniva dalle risaie della Lomellina fu uno spettacolo da raccontare. Ida rimase qualche giorno nella sua futura abitazione. Con l’occasione prese le misure per tende e tovaglie. Non ho mai saputo come si chiamasse il fidanzato disperso di Ida, non ho mai saputo di precedenti donne di Aldo e mi ero fatto l’idea che frequentasse più le osterie che i balli. Aldo andò ancora una volta in Lomellina a conoscere il suocero; e in quella occasione il futuro cognato che faceva il sarto, gli prese le misure per l’abito da matrimonio. Nei pochi mesi si scrissero qualche lettera per conoscersi un pochino. Si diceva in casa che Ada che non era stata d’accordo su queste novità, chiamasse Ida col nomignolo di ”fiera di Milano” e che, in una lite, avesse promesso alla Lilla di mettersi un vestito rosso al suo funerale. Nella casa dove già vivevano Aldo e sua 218


mamma tirarono su una tramezza in camera e ci fu il posto per gli sposini quarantenni. Si sposarono sabato 19 agosto del cinquanta. Dopo pochi giorni di viaggio di nozze sul lago, Ida era arrivata a casa con Aldo. Era il posto più bello del mondo. Di giorno cantavano le cicale, di notte gracidavano le rane. Per la prima volta il buio era buio. Con la suocera, la Lilla, andavano d’accordo. Ognuno parlava il proprio dialetto anche se pian piano le parole si addomesticavano. Le tumatic divennero pumate, i pom da tèra furono patate. Un giorno passò di li Pinuccio, il pilota, uno di quelli che è citato nelle lettere dal fronte, e chiese dove fosse la lalla. Ci fu bisogno di spiegare che la Lilla era anche la lalla* per suo nipote. Ida aveva sempre lavorato nelle fabbriche di giberne e calze della Lomellina (ricordate la Cagi, Calzificio Giudice). Quando era arrivata qui, per farle fare qualcosa, l’avevano messa nella fascetta a togliere l’erba a tempo perso. C’era da togliere il cuncanin dal prezzemolo. Chissà perché certe erbe hanno foglie che si somigliano. Mia madre sapeva che il prezzemolo (l’arbulent) vicino alle carote (garotul) va in amore, perché le loro foglie si somigliano. Ma non conosceva il cuncanin e così fu una strage. Il cuncanin o fumaria bianca è un’erba primaverile fragile, leggera, di colore verde chiaro, troppo facile da confondere col prezzemolo. Un anno dopo il matrimonio, oltre a festeggiare l’anniversario, si fecero coraggio e malgrado l’età, * lalla, zia. 219


come fosse un’annunciazione laica, decisero di diventare genitori. Il 19 maggio del cinquantadue, nel letto di casa, sono nato io. I conti più o meno quadrano. A quei tempi il primo figlio a trentanove anni era una scommessa. La nonna Lilla che quasi non credeva che fosse la volta buona dovette ricredersi. Era consolata di non vedere più suo figlio solo. Intanto io crescevo a parlavo Ventemigliusu, la mamma parlava il suo dialetto Lomellino, l’italiano lo imparai a scuola.

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QUELLO CHE RICORDO Mi ricordo quella sera di martedì nove di marzo del sessantacinque quando mio padre è morto. Lui era all’ospedale da qualche giorno per una bronchite da fumatore di trinciato forte e da contadino trascurato. Un paio di anni prima aveva già preso una polmonite a seguito di una doccia notturna in campagna sotto un rubinetto dell’irrigazione, che in casa non c’era ancora l’acqua corrente. Gli avevano messo le ventose sulla schiena per togliere l’umidità dai polmoni. Le istruzioni orali raccomandavano di prendere una moneta, un batuffolo d’ovatta, dell’olio e un bicchiere. Mettere la moneta sulla parte dolorante e coprirla con un batuffolo d’ovatta impregnato d’olio, dare fuoco al batuffolo e coprire moneta e fiamma con un bicchiere a bordo spesso. Il bicchiere come una ventosa si attaccherà alla pelle: se compare un livido, si è individuato il punto in cui si annida il male e il dolore sparisce. Se il bicchiere ha il bordo sottile, può tagliare la pelle. Forse anche il chinino preso per la malaria che si era portato a casa dall’Africa, aveva lasciato qualche segno. Io al mattino ero andato a scuola. Gli avevano fatto un salasso per via della pressione alta. Non ero andato a vederlo all’ospedale perché gli davano già l’ossigeno. Verso sera arrivarono a prendere i vestiti. Mentre aspettavo sulla strada passò Giuspino che mi chiese come andava. Gli risposi che papà aveva tirato i gambini. Si proprio così. Lui aveva 54 anni, io non ne avevo ancora tredici e ho pochi ricordi della sua vita, soprattutto avevo 221


fatto poche domande non so se fosse colpa sua o mia. Tacere era anche la nostra virtù. Il più vecchio è quello che muore prima e lui raccontava sempre le stesse cose come se fosse già vecchio: l’asino ubriaco, la punizione sotto il sole tunisino, la mezza fortuna, Bligny e Chemin des Dames. Taceva soprattutto sul ritorno a casa, sul viaggio da Napoli a Ventimiglia, sul furto di quel poco che aveva. E cosa pensasse davvero non lo so. Credo che si sentisse in gamba per aver saputo salvare la pelle in Africa. Era stata la miglior cosa che avesse fatto nella vita. Poco tempo fa, prima che uscissero le lettere, un cugino che ha due stanze nella vecchia casa dove sono nato e vissuto per vent’anni e che ho venduto ormai da quarant’anni, mi ha portato una sorpresa. Ha trovato in cantina la gavetta di mio padre che è stata in Africa cinquantaquattro mesi con lui. Il nome, inciso con un chiodo, è il suo. Insieme ce n’è un’altra piccolina per il vino o il caffè che, come succede sotto la naia, aveva sottratto ad un commilitone.

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L’OMBRA DI MIO PADRE C’è una roccia qui sopra, fatta di puddinga che si sgrana per la pioggia ed il sole ed il vento, ridiventando ghiaia e polvere. Il sentiero è cosparso di ciottoli, sembra segnato da tanti Pollicino passati da li. Gli uccelli di passo trovano in cima una vecchia oasi di protezione attrezzata dalla provincia per raccogliere la rugiada e l’acqua piovana e permettere di fare una sosta durante la migrazione e dissetarsi. Io ci salgo almeno una volta all’anno quando il cielo è limpido e resto ad aspettare che il faro della Garoupe* si accenda, appena dopo il tramonto, al confine dell’orizzonte. Mi è successo un giorno mentre salivo un po’ affaticato per il sentiero ripido, col sole alle spalle, senza neanche un albero, e con l’ombra che mi precedeva di un passo, proiettata tra i cespugli ed i sassi: all’improvviso ho riconosciuto mio padre. Non lo vedevo da cinquant’anni ma l’ho subito riconosciuto, l’ho visto un po’ più basso e più tarchiato di me, mancava solo la cicca in bocca. Sulla sua carta d’identità è scritta l’altezza che aveva alla visita di leva: uno e settantadue. Sul mio documento l’altezza è un metro e ottantadue. Ma il sole quasi perpendicolare accorcia e allarga un po’ le ombre. Ero lui. In quel momento ho capito chi sono. Il posto è diventato un mio luogo dell’anima, appena sopra al Santuario dei Ventimigliesi, su quella roccia dove è scavata la Cappelletta della Madonna delle Virtù. * Antibes 223


Mi piace pensare che in uno dei nostri santuari di Madonne, alla Guardia o a Laghet, ci sia ancora un quadretto portato da lui o dalle sue donne in ringraziamento con una frase come questa: “ tornato a casa dopo 54 mesi in terra d’Africa VFGA**.” O forse avevano solo acceso una candela alla Madonna della Villa al festino dell’otto di settembre. E nel mese di luglio del 1949 quando venne in Cattedrale la Madonna Pellegrina, Aldo, forzato ad un comportamento intimamente contrario alle sue convinzioni, era tra quelli che portavano a spalle la statua nelle campagne in segno di ringraziamento per la fine della guerra. Ma raccontava che nei passaggi più disagevoli e faticosi, tra vicoli, ruscelli, mulattiere e sentieri, scendeva anche qualche bestemmia.

** Votum Fecit Gratiam Accepit - Voto fatto, Grazia ricevuta. 224


BIBLIOGRAFIA - Giuseppe Berto, Guerra in camicia nera, Rizzoli - Paolo Colacicchi, L’ultimo fronte d’Africa, Mursia - Giovanni Messe, La mia armata in Tunisia, Mursia - Jean-Louis Panicucci, L’occupation italienne, Pur Edition - Caterina Gaggero Viale, Diario di guerra della zona intemelia, Alzani - Margherita Scarfatti, Tunisiaca, Edizioni A. Mondadori

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INDICE - LETTERE A CASA

pag. 9

- LETTERE ALL’AVIERE GAGGERO ARTURO TURETTO

pag. 167

- LETTERE DA PARENTI E AMICI

pag. 179

- BIBLIOGRAFIA

pag. 225

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Finito di stampare nel mese di Marzo 2017




LE LETTERE DI MIO PADRE TROVATE SETTANTA ANNI DOPO LA VOGLIA DI UNA BICCHIERATA PER LA VITTORIA LA MALAUGURATA RITIRATA E L’UMILIAZIONE DEI CAMPI DI PRIGIONIA DEI FRANCESI A TUNISI E MARRAKECH. E POI LA LUNGA ATTESA DEL RITORNO SENZA NEANCHE PARTECIPARE AL RISCATTO DEL 25 APRILE SENZA POTER SCEGLIERE LA PARTE GIUSTA.


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