Vida latina magazine dicembre 2013

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26 Periodico di informazione, cultura e musica dedicato al mondo latino americano - DISTRIBUZIONE GRATUITA - anno 4 - N° 8 DICEMBRE 2013

uscita

Da “Ballando con le stelle” a“Sangue Blues” il nuovo disco di

PAOLO BELLI

Intervista

Roberto Armas e i Conquistadores de la Salsa

Latin Grammy

Tutte le novità dell’evento musicale dell’anno...

Kizomba

Incontro con il cantante angolano C4 Pedro









Numero dedicato a Roberta Lillo Registrazione del Tribunale di Bari: n°3199 del 25/11/2010 Tiratura: 12.000 copie Numero Chiuso: 07/12/2013 Edito da: Ass. Culturale IDEANDO 2.0 Via Berlino 86 Altamura (Ba) Tel. 339.3511452 info@vidalatinamagazine.it

Vida Latina Magazine Milano: Via Anguissola, 26

Direttore Editoriale: Donato Ciccimarra Direttore Responsabile: Giuseppe Disabato Direzione Commerciale: Nunziella Buono Direttore Artistico: Silvio Sisto - Ricky Espino Caporedattore: Daniele Blasi Redazione: Michele Traversa Loretta Moramarco Gordiano Lupi Enzo Conte Alberto Pianetti Yadira Gonzalez Silvio Sisto Berardino Caggiano Nunziella Buono Ricky Espino Denny dj Omar Gallo Marianna Melis Massimo Roger Francesca Mauro Giovanna Diomede Giuseppe Montefiore Michela Vernati Fernando Rodrigues Saluiza Hanno collaborato in questo numero: Gaspar Ribeiro Dj Polin Dj Engel Foto di Copertina: PH. Giovanni Canitano

info e contatti: Tel. 334.7501437

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Vida Latina Magazine

Arriva il Natale?

EDITORIALE di Daniele Blasi

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iamo arrivati a Dicembre, si sa, è un mese strano, ci porta il freddo più intenso e ci riscalda con il Natale, un mese che sa essere pieno di paradossi, e quest’anno ricordando il grande Totò tra miseria e nobiltà. Ci scherziamo un po’ su ma, parlando di miseria, la crisi, ci ha fatto stringere la cinghia, i consumi si sono ridotti anche se qualcuno si impegna a scovare in qualche strana proiezione, i segni della ripresa. Sarà per i consumi un Natale più povero per la maggior parte degli italiani, ma questa può essere una grande opportunità per riscoprire antichi valori e perché no, approfittarne per assaporare il vero spirito del Natale fatto di famiglia, sentimenti e positività. E dopo la miseria, c’è anche tanta nobiltà in questi giorni, la nobiltà d’animo di quelli tra noi che si stanno prodigando per aiutare gli amici sardi, colpiti proprio qualche settimana fa, dai tragici eventi climatici che hanno portato morte e distruzione. Sono in molti a leggerci anche in quella splendida regione grazie al lavoro di Mariana Melis nostra preziosissima referente. A tutti coloro che soffrono va il nostro sostegno e la solidarietà incondizionata, ognuno di noi può contribuire a portare un sorriso per il Natale a tutti quelli che il sorriso lo hanno perduto, ritroviamo la nostra nobiltà, saranno feste più belle per tutti. La copertina di questo numero è dedicata a Paolo Belli, poliedrico artista che da quasi trent’anni continua a calcare con successo le scene musicali italiane. Gli appassionati del mondo latino, lo avranno apprezzato ancor di più in questo periodo, in quanto presentatore di “Ballando con le stelle”, fortunata trasmissione di prima serata RAI, che quest’anno più che in altri, sta regalando una visibilità alla musica ed ai ritmi latini davvero inaspettata. In questi giorni è uscita la sua ultima fatica “Sangue Blues” ed anche la storia di questa produzione regala degli spunti molto natalizi ed una storia da raccontare, infatti Belli ha scelto di registrare in uno studio della sua bella Emilia, colpito dal sisma, lo ha fatto per dare la possibilità di rilanciarsi e credere ancora nel futuro, e nel disagio, cogliere l’opportunità di registrare come si faceva una volta, fianco a fianco, tutti contemporaneamente, come in una splendida diretta. Forse sono queste le cose che fanno grandi gli artisti di successo, andare oltre, agire d’istinto non pensare esclusivamente al frutto che si può ricavare da un progetto, 07


EDITORIALE di Daniele Blasi ma anche al processo che porta a creare. In alcune interviste ha dichiarato che lavorare in questa maniera gli ha fatto tornare antiche energie e voglie sopite, miracolo della bontà? Non lo sappiamo ma anche la scelta di produrre con Planet Records, specializzata da anni in musica latina, è un vero fiore all’occhiello per questo disco, “in bocca al lupo Paolo!” Per chiudere questo editoriale abbiamo pensato di fare gli auguri ad una piccola creatura, che ha tanti genitori, tantissimi zii ed un sacco di gente che gli vuol bene. L’8 Dicembre, Vida Latina Magazine ha compiuto quattro anni, sono stati sino ad oggi anni bellissimi, ricchi di grandi soddisfazioni, ancora ricordiamo i primi passi, come fosse oggi, viviamo le febbrili riunioni per cercare, scegliere, vivere il modo migliore per dare un lungo futuro a

questo progetto. Siamo ancora all’inizio, ma cominciamo ad avere una bella storia alle spalle, il magazine è cambiato e si è evoluto grazie al contributo di tutti gli editorialisti e specialisti, grafici e commerciali, tutti hanno messo cuore e passione, sacrificando tempo e risorse, ma siamo orgogliosi di quello che siamo riusciti a realizzare, abbiamo in animo di migliorare ancora, di essere ancora più esigenti in fatto di qualità, di aiutare, se possibile, a rendere la grande famiglia latina ancora più numerosa ed entusiasta. Ma il contributo più importante siete voi cari lettori, con le vostre critiche come con i vostri complimenti ci stimolate ad essere sempre più presenti, ve ne ringraziamo con tutto il cuore, augurandovi Buon Natale!



Ph. Giovanni Canitano

In principio furono I ladri di Biciclette, e lui, Paolo Belli, il loro leader. Così è iniziato il successo del cantante, e showman - perché non definirlo così, visto come si destreggia bene anche come conduttore al fianco di Milly Carlucci in Ballando con le Stelle?


Paolo Belli IL PERSONAGGIO di Donato Ciccimarra e Francesca Mauro “Ho capito che la gente mi vuole bene quest’estate, ad Altamura (Ba), durante un concerto in piazza: stava provando un ragazzo giovane, uno di quelli che ha partecipato ad AMICI, credo. Poi arrivo io. Salgo sul palco, ed è come se fosse scoppiata una bomba: un boato. Mi guardo in giro per vedere chi era arrivato dietro di me…e non c’era nessuno. Quelle grida erano proprio per me: “Paolo, Paolo”! E poi quando ho iniziato a cantare “Senti che Rombombom” la sapevano tutta a memoria! E lì ho capito che la musica è proprio democratica: puoi essere bianco, nero, di qualunque Paese o religione, ma se fai una cosa fatta come si deve, con un po’ di passione, arriva!”. Inizia così la nostra chiacchierata “a briglia sciolta” con Paolo Belli, che ormai da qualche anno prosegue il suo cammino da solo, e a novembre ha pubblicato il suo ultimo, nuovo album – nuovo in tutti i sensi, soprattutto per stili e contenuti – SANGUE BLUES, nato da una strettissima collaborazione con Roberto Ferrante fondatore e proprietario della Planet Records. Undici brani tutti da ballare che spaziano intorno al mondo dello swing, passando dal latin al reggae, dal lindyhop al boogaloo. “Ho sempre saputo che la gente mi vuole bene, dal punto di vista televisivo, perché, ormai, da anni faccio questo mestiere, so che i musicisti mi vogliono bene, ma all’affetto così forte del pubblico non ero abituato – dice con orgoglio misto a stupore, e anche un po’ di commozione, Paolo, ricordando ancora quella serata estiva ad Altamura in provincia di Bari dove anche noi della redazione eravamo presenti - Grazie anche a Roberto (Ferrante-ndr) che mi ha “sgrezzato”. Ero

diventato troppo “lacchè” e lui mi ha detto: “Tu devi essere più te stesso, ruspante!”. Un po’ come l’ambiente latino… “Esattamente! Maikel Fonts, quando è arrivato a Ballando con le Stelle, mi ha trattato come se fossi Bruce Springsteen: “Sei un mito, voglio fare una canzone con te!” . Ruspante. Dalle nostre parti si dice “ di campagna”. Quando uno è di campagna, vuol dire che è sincero. Verace, nel senso più buono del termine. Io vengo da una famiglia veramente umile, e da bambino sognavo di fare questo: musica, televisione. Paolo Belli e la Big Band. Ph. Giovanni Canitano

Dove vivevo io, una volta ogni 5 anni passava una macchina con la scritta RAI. Per me, anche solo vedere quella macchina, era come se passasse Gesù Cristo con gli Apostoli! E adesso, che stiamo vivendo un periodo così difficile economicamente parlando, io non solo lavoro, ma faccio un mestiere così meraviglioso, non devo dimenticare da dove vengo e che se sono arrivato fin qui è stata una gran botta di fortuna! Sono davvero

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IL PERSONAGGIO di Donato Ciccimarra e Francesca Mauro uno del popolo, e mi fa piacere che la gente lo capisca, e capisca che sono soltanto uno che è stato, appunto, baciato dalla fortuna. Per avere successo per 25 anni ci vuole studio, impegno, gavetta. Ma ci vuole anche tanta umiltà. Il fatto di essere nato in campagna, in mezzo alla nebbia, lontano dallo show business, mi serve tanto. Ancora oggi.” Hai citato il mondo latino, come esempio di mondo “ruspante”. A proposito di latino, nell’album c’è un brano che hai detto che secondo te potrebbe diventare il prossimo “tormentone latino”… “QUESTO AMORE. E’ la prima canzone che in 30 anni ho dedicato a mia moglie… lei si è perfino imbarazzata quando l’ha sentita! E anche a me fa un certo effetto, perché sono molto discreto, ho sempre tenuto la mia vita familiare..privata. Così è stato un po’ come aprire la mia casa a degli estranei… Questa canzone è nata molto semplice: solo voce e piano. Ho chiesto a Roberto di aiutarmi a fare in modo che rispecchiasse me e Deanna, ed è venuto fuori questo pezzo latino che è uno dei più belli che io abbia

Paolo Belli durante l’intervista per Vida Latina Magazine

mai scritto. E’ un pezzo da ballare, e sono convinto che, se lo cantasse un grande cantante di musica latina, farebbe il giro del mondo! Amo molto la musica latina: contrariamente a quella che pensa la gente, richiede molta tecnica.


Ph. Nunziella Buono

Ecco, questa canzone mantiene quella chiave “ruspante” di cui parlavamo prima. Grazie a Roberto rispecchia molto quello che siamo mia moglie ed io in casa. E l’idea che qualcuno possa ballare su questa canzone, mi commuove. Mai avrei immaginato di fare una canzone così! Roberto sa che uno dei miei sogni è fare un intero album latino, però ci si deve arrivare per gradi. Roberto, che di musica latina se ne intende parecchio dato che con la Planet Records pubblica gli album di tutti gli artisti latini più importanti del mondo, dice che non sono ancora pronto..però sono sulla buona strada! Quindi mi auguro, prima o poi, di arrivare a farlo! Sembra una cavolata, ma è difficilissimo fare musica latina, soprattutto come la facciamo noi, suonata dal vivo.” Roberto, Roberto…lo citi spessissimo: ha avuto un ruolo determinante in SANGUE BLUES… “E’ un mio grande fan, sa chi sono e ha cercato di “snaturarmi” il meno possibile. Il titolo, SANGUE BLUES, è stata una sua grande idea, perché in fondo sono un “blues man”, e questo disco ha un po’ di tutto: dal latino, allo swing, che poi è sempre base latina, il soca, il boogaloo... E’ un album che mi rispecchia molto,

Potevamo andare in studio e fare un album in elettronica, invece abbiamo fatto tutto con la band dal vivo. Questo comporta tempi, e costi, molto più alti, invece di 10, spendi 100, ma il risultato è tutto un’altra cosa! Roberto voleva che registrassimo a Miami, dove la Planet Records ha una sede, con musicisti locali. Ma due anni fa nella mia zona c’è stato un grosso terremoto e c’era questo studio che aveva grosse difficoltà, praticamente non lavorava da più di un anno e abbiamo deciso di andare lì. Abbiamo fatto venire i miei musicisti, che non sono della mia zona, quindi con costi anche di hotel, ecc. Abbiamo aiutato lo studio di quei ragazzi e creato un ottimo prodotto. E’ venuto fuori un album incredibile, con suoni pazzeschi. Un lavoro molto valido. Ci sono degli omaggi assolutamente voluti, uno ad esempio a Enzo Jannacci, che è un vero mito per me!” Qual è la “punta di diamante” dell’album? “Almeno 3 o 4 potrebbero essere dei single. Ma credo che Italian Boogaloo sia quello più forte. Anche questa è molto vicina al latino”. E non è certo un caso, aggiungiamo noi!

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IL PERSONAGGIO di Donato Ciccimarra e Francesca Mauro

Da sinistra: Paolo Belli, Roberto Ferrante e Mauro Parma

Roberto, come vi siete conosciuti tu e Paolo? Paolo ed io ci siamo conosciuti nel 1997, quando lui firmò per una casa discografica napoletana per cui lavoravo che si chiamava Flying Records, e producemmo un disco che si chiamava NEGRO. Credo fosse il suo secondo disco da solista, dopo l’uscita da I Ladri di Biciclette, ed è nata un’amicizia che poi si è protratta negli anni. Nel ‘98/’99 facemmo un altro disco e in una riunione nacque l’idea di creare una Big Band e fare swing, perché in quel periodo

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itatissimo da Paolo Belli nella sua intervista, Roberto Ferrante, proprietario e fondatore della Planet Records, etichetta napoletana che negli ultimi anni si è affermata in Europa, negli Stati Uniti e in tutto il mondo vincendo 12 dischi di platino, 4 dischi d’oro, 2 d’argento e 2 nomination ai Latin Grammy Awards, ha prodotto, diretto, arrangiato e mixato SANGUE BLUES. Gli abbiamo chiesto...

in America stava cominciando a funzionare molto bene. Fino a quel momento Paolo non faceva swing…faceva R’n’B italiano, diciamo. Il primo single “A me mi piace”, con l’errore grammaticale voluto, arrivò tra i primi dieci in Italia su Radio DeeJay, Rtl, e riportò in auge Paolo che dopo essere uscito dai Ladri di Biciclette aveva avuto un calo di popolarità”. Qual’era il tuo compito? “All’epoca non avevo una casa discografica. In realtà io sono un produttore di studio, poi oggi faccio


MAIN SPONSOR


IL PERSONAGGIO di Donato Ciccimarra e Francesca Mauro anche il discografico, ma nasco come Direttore Artistico. Ho fatto 120 dischi come produttore artistico, produttore e arrangiatore di studio (da Articolo 31, ad Ambra, successi dance internazionali) e 500 come discografico. E in quei dischi ero produttore di studio con Paolo. Dopo il single facemmo un intero album, anche quello entrò nella top ten, e se non sbaglio arrivò addirittura al disco d’oro. A quel punto arrivò Panariello che si entusiasmò del progetto e scritturò la Big Band per il suo programma “ Torno Sabato”. Insieme a Paolo abbiamo fatto 3 o 4 album. Poi io ho cominciato a seguire la musica latina, ho un po’ abbandonato la musica italiana.. in quel periodo ho cominciato a produrre gli Aventura, e le nostre strade si sono amichevolmente divise. Ci siamo incontrati per caso l’anno scorso e abbiamo detto “dai, facciamo un altro disco insieme!” E così dopo credo 10 anni, che non lavoravamo più insieme, è nato Sangue Blues.” Un lavoro “a quattro mani”, possiamo dire così? Hai dato un grosso supporto a Paolo… “Paolo è un grande songwriter, come si dice in Ame-

rica, e il grosso del lavoro è suo. Io ho curato molto le idee, il suono soprattutto. Per i testi abbiamo collaborato, ma il grosso del lavoro e delle idee è suo.” Paolo ci ha anche rivelato che voleva registrare brano tutto di salsa, ma tu lo hai “bacchettato” dicendo che ancora non è pronto… “Non posso dire molto su questo punto, perché è un discorso più privato, lui voleva fare una salsa ma a Cuba o Portorico.. diceva “in Italia non la faccio”. Sicuramente la faremo, probabilmente andremo a Cuba, ma a questo giro non ce l’abbiamo fatta!” Cosa ne pensi del progetto e che risultati avrà sul mercato italiano? “Ti parlo come produttore artistico: sono molto orgoglioso di questo progetto e del disco e credo che insieme a “Ohi Maria” degli Articolo 31, sia il progetto più bello che ho fatto. Riguardo a vendite e successo, non sappiamo cosa succederà. La promozione è appena partita, vedremo nel giro di un paio di mesi.. Paolo è comunque un grande artista, mi ha fatto immensamente piacere lavorare di nuovo con lui. Le vendite non sono così importanti per me. E credo nemmeno per Paolo”.



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REPORTAGE - ANGOLA di Fernando Rodrigues Saluiza

opo tre anni di assenza, questa volta sono tornato a casa con un’energia diversa. La felicità di riabbracciare la mia famiglia si è unita all’entusiasmo di vedere i miei progetti prendere forma… un entusiasmo che man mano accendeva in me nuove idee, consapevole che avrei avuto la possibilità di concretizzarle soltanto trovandomi in Angola. I colori, gli odori, il cibo, la musica, le case piene di gente e di allegria sono stati ulteriori incentivi che mi hanno spronato a voler divulgare nel modo più corretto possibile almeno una parte della cultura della mia terra. Per questo voglio condividere con voi una mia prima bellissima esperienza: l’intervista che ho avuto il piacere di fare ad un grande artista che risponde al nome di C4 Pedro.

C4 Pedro

Dal basket ai suoni nostalgici della Kizomba Per iniziare, da dove proviene il nome C4 Pedro? È il risultato di un insieme di cose. Da bambino vidi il film “Rush Hour” di cui mi rimase in mente la bomba C4. In Angola mi hanno sempre chiamato Kaika, in Belgio Mr P (Mister Pedro) in cui ho conosciuto il modo di dire “Cry for People” il quale veniva attribuito alle mie canzoni considerate nostalgiche. Se fossi tornato in Angola però soltanto con il nome di Mr P mi avrebbero preso per straniero. Ho quindi pensato di sostituire “People” con il mio nome, Pedro, per via della stessa iniziale in entrambe le parole. E come un mosaico… ecco nato il mio nome d’arte: C4 Pedro. In questo momento sei il cantante angolano più popolare in Europa, specialmente in Italia e la tua carriera, per il grande pubblico, risulta essere molto recente. È proprio così o ci sono altre produzioni passate? La musica è sempre stata la mia grande passione quindi, in realtà, ho sempre cantato. Inizialmente lo facevo per miei amici: ero felice di fargli ascoltare i brani che creavo e speravo che piacessero a tutti.

Nel 2007 ero in Europa e in quell’anno ho inciso il mio primo album dividendomi tra Belgio e Francia. La vera svolta professionale invece è arrivata nel 2009, al mio ritorno in Angola. Nel tuo studio di registrazione c’è una serie di mixer, computer, tastiere e altre apparecchiature elettroniche. Per comporre la tua musica, ti appoggi ad una band? Produco la mia musica da solo. Ho sempre suonato diversi strumenti musicali ma oggi con la tecnologia, come puoi vedere, sono in grado di simulare qualsiasi suono io voglia. A volte mi capita di far ascoltare a maestri di musica il mio lavoro e non riescono a credere che sia stato fatto con il campionamento! A chi ti sei ispirato per creare le tue sonorità? C’è qualcosa che ti ha spinto a cantare e suonare nel modo che conosciamo? Avendo vissuto per alcuni anni in Belgio, ho conosciuto moltissime persone di diverse nazionalità e di conseguenza ho ascoltato musica di tutto il mondo: italiana, portoghese, francese, congolese (oltre a quella della mia terra, ovviamente) e la mia



REPORTAGE - ANGOLA di Fernando Rodrigues Saluiza mente ha assorbito come una spugna tutte queste sonorità. Quando però provavo a suonare la mia musica, quella angolana, il risultato non era come mi aspettassi… non riuscivo ad esprimere me stesso. Quindi ho deciso di non ascoltare più alcun tipo di musica per circa due anni perché volevo cercare dentro di me quel giusto sound in grado di rappresentare le mie radici angolane. Anche in Angola, sei tra i musicisti più richiesti della nuova generazione. Di solito chi è popolare in Angola non riscuote lo stesso successo in Europa e viceversa… come spieghi questo tuo mondiale favore di pubblico? Sicuramente l’aver vissuto in Belgio mi ha aiutato a cercare un punto di incontro tra i gusti europei e quelli africani. Il guardare dentro di me di cui parlavamo prima è stato fondamentale. Il sogno nel cassetto era far conoscere la mia musica al di fuori dell’Angola ed un ringraziamento particolare va proprio ai miei connazionali che quando si trovavano all’estero decantavano i miei brani. Quello che più riempie d’orgoglio e soddisfazione è suonare proprio per loro. Hai anche sperimentato la vita da immigrato in Belgio. Cosa puoi dirci di questa tua esperienza? Come per tutti gli immigrati, all’inizio ci sono state delle difficoltà ma è stata un’esperienza che mi ha aiutato a crescere e a saper affrontare la vita. Ho conosciuto persone di tantissime nazionalità ed ho imparato che il mondo non è incentrato solo nel proprio paese d’origine. Mi sono impegnato per adattarmi alla vita in Belgio e questo, di conseguenza, mi ha portato a sapermi approcciare con tutti i popoli e le culture che ho incontrato lungo il mio cammino. La vita da immigrato ti aiuta a percepire i vari colori di questo arcobaleno che è il mondo. Sei stato anche uno sportivo. Raccontaci qualcosa al riguardo. In Europa giocavo a basket e avevo grandi aspirazioni. Non essendo molto alto mi allenavo ogni giorno ad ogni ora ma un brutto infortunio ha

troncato la mia carriera sportiva. Avevo il morale a terra ma la musica mi ha salvato. È come se mi avesse preso prepotentemente per mano e fatto sorridere di nuovo. Ho capito che per il basket avevo il talento ma non la vocazione… quella era per la musica. Il basket mi ha forgiato e mi ha spinto a dare sempre il massimo. È stato poi quello che ho fatto con la musica. In questo periodo, la cultura angolana e la Kizomba in particolare stanno vivendo un periodo molto fertile nel mondo ma soprattutto in Europa. Cosa puoi consigliare dal tuo punto di vista? Vorrei dare un suggerimento agli angolani che si trovano nella diaspora. Sia nel ballo che nella musica si parla di autenticità della Kizomba ma c’è bisogno di una mentalità più aperta nei confronti delle contaminazioni culturali, musicali e sociali che hanno portato la Kizomba a non essere ristretta ai nostri confini ma ad essere rappresentata in tutto il mondo da musicisti e ballerini. Dall’altra parte non bisogna però snaturarla del tutto ed agire sempre nel rispetto delle sue radici e della sua essenza. Grazie C4 Pedro per la tua disponibilità. Grazie a te e un grande saluto a tutti gli amici di Vidalatina Magazine e ai Kizomberi d’Italia. Spero che vi piaccia il mio ultimo lavoro intitolato Projecto B4 realizzato insieme al mio amico Big Nelo, grande rappresentante dell’hip hop angolano. A presto.



MUSICA di Giovanna Diomede

LA “NUOVA” STELLA LATINA

LAURA PAUSINI Sono trascorsi diversi anni da quando una bimba di 2 anni canticchiava un’insolita versione di Ramaya, brano portato al successo nel 1976 da Afric Simone. Oggi quella bambina celebra 20 anni carriera, che come lei stessa ha affermato, sono stati anni non solo di lavoro e successo, ma di vita vera vissuta raccontandosi anche attraverso canzoni come La Solitudine. Stiamo parlando ovviamente di Laura Pausini, prima donna italiana a ricevere un Grammy Award nel 2006 nella categoria Miglior album Pop latino dell’anno con l’album Escucha. Prima di lei, l’ultimo artista italiano ad aver conquistato un Grammy Award era stato Domenico Modugno che nel 1958 vinse con Nel blu dipinto di blu. Per celebrare questi primi 20 anni di carriera, Laura Pausini ha pubblicato il suo quindicesimo album ufficiale uscito il 12 novembre scorso e intitolato The Greatest Hits. Il disco propone in ordine anticronologico (dall’ultimo brano Se non te alla Solitudine, riarrangiata dal maestro Ennio Morricone) 3 brani inediti (tra cui Limpido in duetto con Kylie Minogue, che parla di quanto sia importante essere se stessi, limpidi, appunto), alcuni grandi successi della cantante romagnola rivisitati nonché diversi duetti con affermati artisti a livello mondiale, tra i quali ricordiamo Non c’è/Se fue con il cantante portoricano Marc Anthony, Le cose che vivi/Tudo o que eu

vivo con la cantante braziliana Ivete Sangalo, Vivimi/ Víveme con il cantante spagnolo Alejandro Sanz e Io canto/Je chante con la cantante belga Lara Fabian. Quest’ultima fatica discografica, oltre al CD, si compone di un 33 giri in vinile e un DVD; il disco è stato prodotto anche in lingua spagnola con il titolo 20 – Grandes Exitos. Per promuovere questa nuova produzione discografica che è già in vetta alle classifiche italiane, si è appena svolto a Pesaro il concerto “data zero” del tour mondiale The Greatest Hits World Tour 20132014 che partirà ufficialmente l’8 dicembre e farà tappa, oltre che in diverse città italiane, anche in Francia, Belgio, Svizzera, Spagna, Brasile, Argentina, Cile, Messico, Stati Uniti e Canada. La cantante ha voluto mettere al centro del tour la musica, della quale si è innamorata sin da piccola e che le ha fatto decidere di fare questo mestiere, raccontando la sua vita, non i successi o i premi ricevuti. Il palco riproduce un impianto teatrale elegante che consentirà al pubblico di vivere i concerti con un’atmosfera intima. La scenografia è ridotta all’essenziale e senza orpelli: l’idea iniziale è infatti stata quella di un tour acustico, proprio per dare alla musica il giusto valore. E proprio perché la musica è al centro di questo tour, sul palco sarà presente una superband, capitanata da Paolo Carta, compagno della cantante, alle chi-


tarre. La parte musicale sarà arricchita inoltre da una speciale sezione di 14 archi e dalla partecipazione di un corpo di ballo con in testa Cristian Ciccone. Anche Laura darà prova di essere una bravissima ballerina di salsa, scatenandosi nella nuova versione di Non c’è, brano cantato in duetto con Marc Anthony, una chicca che sarà molto apprezzata dagli amanti della musica latina in Italia, ma soprattutto riscalderà il palcoscenico durante i concerti che si terranno in America Latina. Questo brano è stato uno dei primi successi dell’artista emiliana e allo stesso tempo una delle prime hit con le quali si è fatta conoscere e apprezzare dal pubblico latino americano. Per questo motivo la cantante ha deciso di inserirlo in questa raccolta di brani avvalendosi della collaborazione di due grandi personaggi della scena musicale latina, Sergio George che ha curato l’arrangiamento in versione salsa e Marc Anthony per l’interpretazione. Con il cantante di Vivir mi vida, Laura aveva già duettato, insieme anche ad Antonio Solis, in occasione del tour americano Juntos en concierto Tour 2006, interpretando il brano Amigo. Marc Anthony ha dichiarato di essere entusiasta di questa collaborazione dalla quale è nata una salsa romantica, ma non priva di ritmo. Un brano Se Fue che è già stata ripreso da altri artisti del mondo latino; ricordiamo infatti la versione eseguita dall’Orquesta de la Luz negli anni 90. Il tour avrà il suo apice con il concerto presso il Madison Square Garden di New York, il prossimo 6 marzo, un evento che vedrà l’artista duettare con alcuni ospiti speciali, probabilmente quelli con cui ha duettato nell’album, ma a questo proposito la cantante emiliana non ha voluto dare anticipazioni. Laura ha inoltre espresso il desiderio di poter partecipare come ospite al prossimo Festival di Sanremo, il palco dove tutto è incominciato. Purtroppo le date del Festival coincidono con quelle dei suoi concerti a San Paolo in Brasile. La cantante però non si perde d’animo e sarebbe disposta a intervenire al Festival e ripartire subito dopo per il Brasile oppure ha lanciato l’idea di un collegamento direttamente da San Paolo. Un momento davvero felice questo per Laura, una donna che nonostante tutti i riconoscimenti ottenuti nella sua carriera, è rimasta sempre una persona semplice e spontanea. L’artista è diventata mamma da circa 9 mesi, una maternità tanto agognata al punto che pensava di non realizzare mai questo suo immenso desiderio, che, come spesso accade nella vita, è diventato realtà proprio nel momento più insperato.E allora anche noi di Vida Latina Magazine le auguriamo Buon 20° compleanno!


La Nuova generazione

del Son Cubano

Cultura e musica - di Biagino Battista (El Sonero)

Tony Ávila... El son es mas que musica y danza, el son es historia, cultura es expresion de pueblo. Sonero no es solo quien lo toca lo baila o lo canta, sonero es tambien quien lo defiende, lo rapresenta y protege. Antonio Ávila Bacas, (Tony Ávila) nacque il 13 agosto 1970 a Marianao, La Habana. Diplomato in “Storia e Filosofia”, raggiunse il suo primo esito professionale nel campo della música nel 1996, con un quartetto il cui nome era “Clave Cuarta”. Nel 1988 crea e dirige il quintetto “Agua Tibia”, grazie al quale riesce ad entrare a far parte del Centro Professionale della Musica di Matanzas Rafael Somavilla. Il gruppo raggiunge il livello di “Eccellenza Artistica” conferitagli dall’Istituto Cubano della Musica, che inoltre nomina Ávila come percussionista e voce solista. Nel 2002 fonda e dirige all’interno della stessa impresa, un altro quintetto: “Con Clave”, con il quale partecipa al III Festival Culturale Cubano a Londra, nell’ottobre e nel novembre del 2004. Ancora oggi dirige lo stesso gruppo che porta il suo nome e che lo accompagna in tutte le sue esibizioni, tra le quali un concerto organizzato dal cantautore francospagnolo Manu Chao, realizzato sulla scalinata dell’Universitá de La Habana, di fronte a un pubblico di più di 25 mila persone. Nel luglio del 2010 partecipò al terzo incontro internazionale della canzone d’autore a Quito Ecuador. La sua música oltre che a Cuba ha trovato molti sostenitori anche

i n I n g h i l t e r r a , Venezuela, Perù e Brasile. La sua creativitá, toccando vari generi musicali, dalle semplici canzoni alla “guaracha”, cerca di avvicinarsi alle varie tematiche sociali di Cuba e del mondo, ottenendo un forte appoggio promozionale da parte dei mezzi di diffusione cubani. Tra le varie sorprese della scorsa versione del “Cubadisco” 2013, l’inatteso fonogramma



Cultura e musica - di Biagino Battista (El Sonero)

del cantautore. NOMINADO EN LA CATEGORIA DE TROVA. Ávila con il suo álbum “Timbirichi” regala un menú ricco di molti ingredienti e per tutti i gusti. Ognuna delle sue canzoni ha un proprio testimone, nazionale o universale che permette allo stesso tempo di riflettere seriamente e divertirsi, provocando quindi emozioni strane in quanto permette di ballare pensando. Il cd “ TIMBIRICHE” si serve del titolo della canzone che porta lo stesso nome dell’album per mostrare il titolo di tutte le altre canzoni che ne fanno parte. Un’ottima idea per mostrare esattamente ció che é la música di Tony Ávila, un percorso di temi eterogenei legati da un comune denominatore: la “cubanía”, ossia il marchio cubano che caratterizza tanto le canzoni di alto contenuto sociale, quanto le altre assolutamente picaresche e incluso le altre più romantiche. Tutto ció per seguire lo scopo di questo giovane cantautore, di mantenere viva la tradizione di Ñico Saquito, Faustino Oramas (El Guayabero), Pedro Luis Ferrar o Juan Formell, per far si che le canzoni continuino a

farci ballare e sorridere . Quest’ultimo album è l’offerta più completa che Tony Ávila abbia prodotto fino ad oggi ed ha visto anche la collaborazione di Alfredo Uretra che prese come riferimento il “Timbirichi” e lo trasformó da fonogramma a formato audiovisivo. In questo modo, audio e immagini si armonizzano in cerca di una risposta: chi siamo? Perchè e dove andiamo? Timbiriche: Tenducho. Cantina di mal aspetto. Attualmente nel gergo popolare cubano la parola cambia a timbirichi, e si riferisce a uno spazio qualunque utile per venderé differenti prodotti. Tracklist: Nacimiento - La Vida Tiene Sus Cosas Del Amor, De Sabina Y Otros Demonios - Necesito Un Bolero – Timbirichi – Alunizando – Habana - Ella Saltó Del Papel - Cuatro Paredes Para Amar – Babalawo - La Guaravenganza - Agua Del Cielo - Besos Sin Colores - Con Lo Mucho Que Ha Llovido – Madre.


Oxalà l’ Orixà

Gli orixas e la loro descrizione

CULTURA E RELIGIONI del Brasile di Gaspar Ribeiro

Oxalà rappresenta il potere procreativo maschile. Tutte le sue rappresentazioni sono in bianco. Si tratta di un elemento chiave delle origini, massa d’aria e massa d’acqua, la Piattaforma e la formazione di tutti i tipi di creature in Aiye e Örün. In forma fisica è rappresentato da due diversi personaggi: Oxaguiã giovane guerriero e Oxalufã, vecchio appoggiato a un bastone d’argento chiamato Apaxoró. Oxalà è contro ogni violenza, dispute e lotte, e amante dell’ordine, della pulizia e della purezza. Il suo colore è il bianco e il suo giorno di riferimento è il Venerdì. I loro figli devono indossare il bianco in questo giorno. A Oxalà appartengono i metalli bianchi e altre sostanze simili. L’unica cosa rossa che Oxalà permette è la penna di Ikodidè (pappagallo-do-congo) che è la prova della sua sottomissione al potere genitoriale femminile. In Africa, tutti gli Orixas legati alla creazione sono chiamati con il nome generico di Orixà Fan

Fan. Il più importante fra tutti è Orixalà(Òrìsanlà), vale a dire, il grande Orixà che nella terra dei Igbó ed Ifé é chiamato come Obatalá, re del tessuto bianco. Erano circa 154 Orixás Fun Fun, ma in Brasile la quantità è notevolmente ridotta a due, Orixá Olùfón, Re di Ifón (Oxalufã) e Orixá Ógìyán, il Re di Egigbó (Oxaguiã). Il nome Orisanlá diede origine al nome Oxalá, e con questo nome il grande Dio-Padre venne riconosciuto in Brasile. Tutti gli Orixás Fun Fun furono riuniti in Oxalá e divisi in varie qualità delle sue due rappresentazioni principali: Òsálufón, Osagiyan, quest’ultimo giovane guerriero figlio del primo più anziano e paziente. Tutte le storie che riguardano la creazione del Mondo passano inevitabilmente per Oxalà, che fu il primo Orixà concepito da Olodumaré ed incaricato non solo di costruire l’Universo, come tutti gli esseri, ma anche di tutte le cose che esistono nel Mondo.




I

La Bomba

l r i t m o portoricano con più forte REPORTAGE - di Enzo Conte ascendenza africana è la bomba. Il suo nome deriva da un particolare tamburo chiamato per l’appunto “bomba”. Nel tempo, per estensione, sia i musicisti che i ballerini di bomba furono chiamati bomberos. La bomba nasce tra gli schiavi africani condannati a lavorare nelle piantagioni di canna da zucchero. Le piantagioni si trovavano generalmente vicino alla costa ed è questa la ragione per cui le città più “bombere” sono quelle vicine al mare. E’ opinione comune che la bomba risalga alla fine del secolo XVIII, anche se solo dopo l’abolizione della schiavitù (proclamata a Puerto Rico nel 1873) gli schiavi potettero coltivarla in piena libertà. Si diffuse, di conseguenza, anche nelle (chiamato anche segundo, burleador o seguidor) ha aree urbane, in particolare nella capitale dell’isola, un suono basso e marca un ritmo costante, che è poi San Juan, dove ebbe successo soprattutto tra gli quello che seguono i ballerini. Il primo o subidor ha artigiani. invece un suono più acuto. La sua funzione ritmica Per quanto la bomba abbia le sue regole, esistono è repicar, ossia rispondere ai passi o ai movimenti differenti stili e ritmi a seconda anche della dei ballerini. provenienza regionale. Tra gli stili più conosciuti I ballerini, in coppia o in gruppo, seguono il tocco troviamo quello di Santurce (detto anche Cangrejo), basico del buleador, mentre a livello individuale quello di Loiza Aldea e quello che si identifica con improvvisano movimenti creativi con risposta l’area sud di Puerto Rico. al subidor. Un fattore importante nella bomba é Lo stile di Santurce (uno dei principali quartieri proprio la sfida che si stabilisce tra il tamburo e i popolari della capitale) è interpretato e tramandato ballerini (sicuramente questa l’affinità più grande in particolare dalla famiglia Cepeda. Tra i suoi ritmi con quel particolare tipo di rumba cubana chiamata tipici troviamo sicá, holandè, yubà, gracimà, paulé e columbia). cuembé. Tra gli strumenti tipici dello stile di Santurce Altri strumenti tipici sono i cuas (due paletti di troviamo due barriles: uno si chiama buleador legno che vengono percossi contro il fianco del e l’altro si chiama primo o subidor. Il buleador



REPORTAGE - la Bomba - di Enzo Conte buleador), e la maraca (strumento di discendenza taina, che tradizionalmente è appannaggio del cantante o della cantante). Similmente alla rumba, la bomba inizia con un’introduzione vocale a cui segue un coro che si muove all’unisono. La struttura del pezzo é ripetitiva e si basa anch’essa sulla forma responsoriale, di tipica ascendenza africana, Può essere cantata sia da un uomo che da una donna. In ambedue i casi c’è un cantante solista che improvvisa e un coro che risponde. La bomba tradizionale è sempre accompagnata dal ballo. Si balla generalmente in coppia sebbene esistono delle eccezioni. Ad esempio la variante lerò (dal francese “les roses”) anticamente era ballata in maniera collettiva, mentre nella variante holandè si entra a ballare uno per volta. Così come avveniva, ad esempio, nella danza portoricana, i balli di bomba cominciano sempre con un paseo (che si conosce come “pasear la bomba”). La coppia, mano nella mano, entra in scena e marcando il passo base si avvicina ai tamburi. A quel punto l’uomo fa un giro attorno alla dama e gli cede il passo affinché lei possa avvicinarsi al subidor per piquetear. Nella fase successiva l’uomo si avvicina e, dopo aver compiuto un altro giro attorno alla donna, sfida anche lui la percussione.

Festa della Bomba nel Batey de Los Hermanos Ayala

Enzo Conte con i ballerini della Familia Cepeda

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Attualmente nei balli di bomba c’è la tendenza di formare un circolo in cui partecipanti, cantando in coro, marcano il passo base eseguito dal buleador. Da questo circolo, uno per volta, avanzano tutti quelli che desiderano sfidare il tambor primo. Nello stile di Santurce la dama riproduce i suoni del barril con i movimenti della gonna, delle spalle o di ginocchia, mentre il ballerino lo fa con i movimenti dei piedi o delle braccia. Loiza Aldea è sicuramente la cittadina portoricana dove è meglio custodita la tradizione della bomba, che si apprende di generazione in generazione come parte di una tradizione familiare che appartiene all’intera comunità. Tra i suoi principali interpreti troviamo gruppi come Los Hermanos Ayala, Calabò e Los Mayombe. Gli strumenti utilizzati sono gli stessi che si usano a Santurce: barriles, cuas e maraca. I ritmi praticati a Loiza sono il seis corrido e il corvé (molto simili rispettivamente al sicà ed al yubà di Santurce, però suonati più rapidamente). Un’altra caratteristica della bomba di Loiza è che si balla scalzi e mai di coppia.

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La bomba è particolarmente diffusa anche nel sud dell’isola, in particolare nelle città di Guayanilla, Ponce, Juana Diaz, Santa Isabel, Salinas, Guayama e Arroyo. Uno dei più famosi musicisti e ballerini di Ponce, Don William Archeval, tra i ritmi caratteristici di quest’area cita: güembé, leró, gracimá, holandé, calindá, yubá, belén, cunyá y mariandá. Tra le formazioni più rappresentative di questa area geografica troviamo gruppi come Paracumbè e Bambaluè. I tamburi da loro suonati sono più grandi rispetto a quelli utilizzati a Santurce e Loiza.

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REPORTAGE - la Bomba - di Enzo Conte I musicisti sono soliti suonarli sedendosi a cavallo degli stessi. Il barril di suono acuto si chiama primero e quello di suono grave si chiama segundo. Nella regione compresa tra Guayanilla e Arroyo, solo le dame cantano la bomba ed è considerato improprio che l’uomo la canti. La cantante principale durante tutto il brano suona una maraca. Nell’area sud il ballo è sempre di coppia. La coppia entra marcando il passo base, per poi avvicinarsi al tamburo incitandolo a suonare. Questo avviene tramite un dialogo che il ballerino intrattiene attraverso i movimenti di braccia cui corrispondono, con la stessa funzione, i movimenti della gonna della donna. A partire dagli ‘50, la bomba vive una seconda giovinezza trasformandosi da musica regionale folklorica a musica popolare. Questo fenomeno avviene nel momento in cui alcune orchestre come l’Orquesta Panamericana, quella di Mon Rivera e quella di Rafael Cortijo y su Combo, inseriscono questo travolgente ritmo nel loro repertorio. Negli anni successivi cominciano a sorgere a Puerto Rico come nella comunità boricua degli Stati Uniti, numerosi gruppi interessati a riscattare e a sviluppare l’arte della bomba.

Per tutti coloro che volessero sapere di più sulla bomba, segnaliamo alcuni appuntamenti imperdibili: il Carnevale di Ponce, la festa de Los Inocentes de Hatillo e la festa di Santiago Apostolo di Loíza. In questi eventi si organizzano delle vere e proprie processioni in cui appaiono personaggi coloriti che utilizzano maschere create dalla fantasia popolare. Imperdibile è soprattutto “El dia nacional de la Bomba” che si organizza ogni anno a Loiza Aldea. Si tratta di una grande kermesse musicale, con concerti, esibizioni e persino una gara tra i migliori suonatori e ballerini di bomba. Una festa piena di fascino e di magia che va avanti fino alle prime luci dell’alba e che, al suono dei tamburi, fa rivivere alla popolazione locale il proprio glorioso passato. Nonostante una certa rivalità, è indubbio che molti musicisti salseri si sono ispirati alla tradizione sia della bomba che della plena. Tra i tanti ricordiamo: Tite Curet Alonso, El Gran Combo de Puerto Rico, Eddie Palmieri, Jorge Millet, Richie Ray e Bobby Cruz, Truko y Zaperoko, Rubén Blades ed il sempre sorprendente Willie Colón.


Latin

GRAMMY Award

Il top del mondo discografico latino fa festa a Las Vegas I Latin Grammy Awards, presso il Mandalay Bay Events Center di Las Vegas hanno portato sul podio di questa 14° edizione artisti ben noti anche nel mercato occidentale. Trionfatore su tutti Miguel Bosé, cantante amatissimo in Italia ed ancor più seguito dal pubblico latino, eletto da La Academia Latina de la Grabación “Artista dell’anno”, non solo per le sue doti artistiche come cantante e ballerino ma anche per le attività filantropiche, essendo ambasciatore di pace con la fondazione di “Paz Sin Fronteras” con la quale co����������������������� llabora insieme al collega Juanes, per aiutare i bambini del Messico. Apprezzate le esibizioni con Alejandro Sanz, Natalia La Fourcate (con una rivisitazione del brano “Morena mia”) e Julieta Venegas. Attesissimi i duetti con Ricky Martin, con il quale si è esibito in “Bamboo” e Laura Pausini in “Te amaré” con tanto di dedica finale “…siempre amaré a Miguel Bosé”. Tra i più noti: Pitbull, l’onnipresente, con “Echa Pa’llá (Manos Pa’rriba)” Featuring Papayo, porta a casa il premio nella categoria “Mejor Enterpretacion urbana” e Marc Anthony con “Vivir mi vida” vince il “Record of the year”.

Alejandro Sanz (lo ricorderete in “La Tortura” con Shakira) con “La Música No Se Toca” si aggiudica il premio per il miglior album di musica pop contemporaneo, battendo proprio Miguel Bosé, con “Papito”. Natalia Lafourcade con “Mujer Divina - Homenaje A Agustín Lara” si aggiudica il miglior

album di musica alternativa e Caetano Veloso, infine, con “Um Abraçaço” vince nella categoria cantautore. Carlos Vives ha vinto tre premi, tra cui ‘Best Tropical Album’ per “Volvi un Nacer,” “Best Tropical Album” per “Corazon Profundo”, e canzone dell’anno per “Volvi un Nacer”, e il cantante guatemalteco Gaby Moreno guadagnato il titolo di “Best New Artist”.


Le più ballate di Dicembre 2013 Classifica URBAN a cura di

1. J. Alvarez El Duelo ( Reggaeton ) 2. Dj Yus Esta Noche ( Merengue ) 3. Omar Chilena Kin Kan ( Dembow ) 4. Gente De Zona Pinocho ( Cubaton ) 5. Elvis Crespo Feat Fito Blanco Pegaito Suavecito ( Merengue ) 6. Romeo Feat Enrique Iglesias Loco ( Bachata ) 7. Jhonny Evidence Palomita Voladora ( Bachata ) 8. Lenin Blackone Jhonny ( Dembow ) 9. Daddy Yankee La Rompe Carros ( Dembow ) 10. Vakero Hoy Se Va A Beber ( Cumbia )

Google dedica il doodle a Celia Cruz per il suo 88° anniversario di nascita

Il Doodle di Google rende omaggio a Ursula Hilaria Celia Caridad Cruz Alfonso della Santissima Trinità, meglio conosciuta nel mondo della musica come Celia Cruz , nella data del suo compleanno (21 ottobre 2013). Nata nel 1925 a l’Avana (Cuba), da piccola ha sempre dimostrato il suo grande talento per il canto e la danza. Nel corso degli anni, grazie alla sua voce ed al suo talento, una delle icone del mondo Latino. Con la Sonora Matancera ha iniziato la sua strada verso l’alto. Continuando con il gruppo Fania AllStars, ha partecipato al leggendario concerto in

Zaire nel 1974 con oltre 50 mila persone nel contesto del famoso incontro di pugilato tra Muhammad Ali e George Foreman. Negli anni successivi ha fatto numerose collaborazioni, ma anche album da solista che si sono distinti e sono rimasti vivi nella mente del popolo sino a oggi. Nella sua produzione da solista includono temi come La Negra Tiene Tumbao, Quiramba o La vida es un carnaval. Il Doodle mostra una caricatura della cantante in splendore, circondato dalle lettere del motore di ricerca in lettere dorate. info: google.com/doodles



Il Natale musicale è “Gold” PUBBLIREDAZIONALE Lo scorso 5 dicembre ha segnato l’uscita ufficiale della decima edizione di Salsa.it Compilation. Nata nel 2004, la compilation, che ha come direttore artistico Francisco Rojos, creatore di uno dei più popolari siti di informazione sulla musica e sulla cultura latino americana, è diventata sin da subito un vero e proprio punto di riferimento per artisti italiani e non, che seguono ed interpretano questo genere musicale qui nel nostro paese; grazie a tale progetto discografico, essi hanno potuto conquistarsi uno spazio artistico di sempre maggior rilievo e per molti di loro, un’indiscussa popolarità anche internazionale. Nel corso di questo decennio, un pubblico sempre più vasto di appassionati ne ha poi saputo apprezzare il talento e la bravura, consolidando quella relazione ricca di affinità che unisce chi crea la musica, chi la propone, chi l’ascolta e la balla. Avvolta in uno sfarzoso e prezioso abito, che la rende brillante ed esclusiva, l’edizione 2013 conserva la sua imperturbabile e sorridente mascotte “il pappagallo nelle vesti di pittore”. Per questo suo decimo ed importante compleanno, tutto lo staff di Alosibla Music Group, di DownBridge Publishing, assieme a tutti gli artisti più significativi delle precedenti edizioni e ad alcuni pregiati ospiti, hanno quindi pensato di preparare la “Gold Edition”, una pubblicazione speciale, degna di tale importante evento. Salsa.it Compilation “Gold Edition” viene proposta in un doppio album racchiuso in un’elegante cover dorata, contenente 36 brani caratterizzati da molteplici peculiarità stilistiche, “old/new sound, caribbean & tropical style”. Vi presentiamo di seguito i brani e tutti gli artisti protagonisti di questa edizione e, ringraziandoli, auspichiamo loro il meritato riscontro. Tutte le informazioni e le recensioni dei brani le potrete trovare su www.salsa.it.

Disco 1 TOPANGA - Tony Velardi ft. Fabrizio Zoro; HABANERO’S SON – Azucar; CON LA SALSA Y EL SON - Carlitos Irarragorri y José Alberto “El Canario”; TOCANDO CON ALMA - Alma Latina; NO PUEDO AMARTE MAS - Ricky B; CUANDO EL AMOR ACABA - Cuto Olaya & Orquesta; MISTERY BACHATANGO – Gamilon; CONFESIONES Maikel Lopez & Latin Sound Machine; RUMBA DE LA CALLE - Francisco Rojos; MI HAVANA - Pablo Timba ft. Talento Havana; MI FIESTA LATINA - Dj El Dan; DESCARGA MAMBO - Francisco Rojos y Ivan Bridon; MUJER - Talento Havana; HABLAR DE TI - Massimo Scalici; KEEP ME LOVE - Latin Sound Machine; OLVIDATE DE MI - Negra Mariposa; OYE MI RICA SALSA - Sintonia Tres; PLAKATA - Talento Havana. Disco 2 ECHALE MAS SALSA - El Timba y Fabio Gianni; A GOZAR - Urbana 22 ft. Tony Velardi; PA’ MI COLOMBIA - Alfredo De La Fé & Rodri-Go; SUERTE - Buena Gente; EL TIGRE - Barrio Malo; ROXANNE - Massimo Scalici; A COMO AMOR - Max Blanco; ILUMINANDONOS - El Timba y Fabion ft. Max Tu Niche; ME LA DAS - Ivan Venot & Tony Velardi; CASINO RUEDA - Luisito Rosario; PARA MI GENTE - Virginia La Cubana; BORIQUA SOY - Al Pollan; LLORA CORAZON - El Gongui ft. Gino Dj; LOVE - Talento Havana ft. Dj Paso; PASION Erika Latingroove; COMO LA MAREA - Sintonia Tres; MATALA - Dj El Dan; LOCA LOQUITA (remix) - Tumba Boyz. Un decennale ringraziamento va infine rivolto a Ilario Calì, Moreno Bernardinello, Francisco Rojos, realizzatori e promotori di questa indimenticabile collana. Non perdete il volume 10 della collezione….“non lasciate incompleta la vostra raccolta!!” Prenotatela dal Vostro rivenditore di fiducia, presso la Vostra scuola di ballo o sul sito www.alosibla.it.



Conquistando el Mundo La nuova timba Cubana made in Perù

Siamo al Ficco Rico, 22 novembre con Roberto Armas e i suoi musicisti di “ Los conquistadores de la salsa”. Benvenuto al Ficco Rico!! Grazie a voi, Ancora una volta dopo sette anni ritorno al Ficco Rico (Brindisi), ma questa volta lo faccio con il mio nuovo progetto discografico: “Cubano natural”. E siamo molto contenti di promuoverlo in Italia. Sappiamo che questo nuovo progetto è dedicato a Cuba ma prodotto e suonato in Perù. Vivo e produco la mia musica in Perù, con un’orchestra interamente peruviana, ma non perdo le radici culturali ed artistiche della mia terra: Cuba. Infatti,vi do un’anticipazione, nel nostro prossimo progetto discografico ci sarà un brano dal titolo: “Sigo siendo cubano”. La “cubania” non si perde, si porta nel sangue. Il tuo disco “Cubano Natural” sta avendo un grande successo in Italia. Dopo una pausa durata cinque anni abbiamo finalmente realizzato questo progetto discografico dedicato interamente a cuba. L’idea di fare un disco che parlasse delle mie radici è dettato dalle mie ispirazioni musicali. Ad esempio il brano “Enamorao en la Habana” è la storia di uno straniero che si innamora

A cura di: Yadira Gonzalez di una mulatta cubana a Cuba; il brano “La Envidia” perché abbiamo sempre persone che ci invidiano e che ci vogliono frenare. Il brano “ Despojate con Elewua” è dedicato alla religione afrocubana, “Choque y Fuga” è la storia delle avventure di una notte in cui la ragazza vuole continuare un amore e lui no, il brano “La Marimba” è un po’ complicato , è il nome della marijuana in Perù, è dedicata ad una ragazza che veniva ai nostri concerti e le piaceva fu-

Roberto Armas e Massimo Roger




Los Conquistadores del la Salsa - A cura di: Yadira Gonzalez

mare marijuana”. Un “dj y un sonero” è dedicato a tutti i dj del mondo che ringraziamo per il sostegno che danno nella divulgazione della nostra musica. “Te saquè la vuelta”, è per la trappola, “La feasa” è una ragazza brutta e “Fururu Fararà” è un classico che ci ha resi famosi in tutto il Globo. L’ho riproposto in questo ultimo album per la gioia dei nostri vecchi fan. Quanti anni fa è nata l’orchestra “Los conquistadores de la salsa”? Nel 1997. I primi anni l’orchestra era formata da musicisti cubani, con il tempo si sono integrati nuovi elementi tutti peruviani. Come vive un’orchestra di musica cubana in perù? Posso affermare che il perù, e Lima in particolare sta diventando la “seconda patria della timba”. La no-

stra orchestra è pioniere della timba nel Perù. Noi siamo stati gli importatori della musica cubana in Perù, quando la timba non si conosceva a Lima. Come vedi il futuro de “ Los conquistadores”? Continueremo a fare musica! Tra poche settimane uscirà un nuovo disco: “Yo traigo mi tumbao” con il tema che tanto amo” “Sigo siendo cubano”. Un progetto nel quale stiamo investendo tanto. Cosa provi ritornando a suonare in Italia? E’ il massimo! Sono troppo contento. Ho tanti ricordi belli che risalgono a 7 anni fa quando siamo venuti e ci hanno accolto con molto affetto. Tanti bei ricordi anche qui in Puglia, siamo sempre accolti con affetto da Massimo Roger, proprietario del club “Fico Ricco”. Con lui c’è un’amicizia vera anche fuori dal lavoro, ci sostiene incondizionatamente e per questo gli siamo molto grati.


Cinema cubano: sempre più libero e vitale CINEMA: di: Gordiano Lupi

Esther en alguna parte di Gerardo Chijona La pellicola cubana Esther en alguna parte, di Gerardo Chijona, ha vinto la XVI edizione del Festival del Cinema di Los Ángeles (Laliff) come miglior film e miglior sceneggiatura. Il film è interpretato da un grandissimo Reynaldo Miravalles, vecchio attore cubano residente a Miami da vent’anni, che è tornato all’Avana per girare il film. Un segno di tempi che cambiano. Al suo fianco troviamo gli ottimi Enrique Molina e Daisy Granados. Miravalles è Lino Catalá, un anziano molto serio che vede trasformare la sua vita da un amico stravagante come Larry Po (Molina). Lino viene chiamato Il mago, perché in gioventù era un mago della stampa, un abile linotipista che stampava la rivista Origines di Lezama Lima. Fu proprio il grande poeta a definirlo mago. Larry Po è un vecchio pazzo, simpatico e lunatico, ubriacone, un cubano che ama divertirsi e travestirsi, non prende la vita sul serio e scherza persino sui sentimenti. Fino a un certo punto, però, anche lui convive con il ricordo d’un amore impossibile e con una pena che si porta nel cuore. L’incontro tra due anziani così diversi avviene al cimitero Colon, dove Lino porta ogni giorno fiori sulla tomba della defunta moglie Maruja. Larry

rivela a Lino che Maruja aveva una doppia vita, era cantante di boleri e al tempo stesso mandava avanti una relazione omosessuale. Lino si rende conto di aver vissuto per 25 anni con una donna che non conosceva fino in fondo. Comincia un’indagine per le strade della vecchia Avana sul passato di Maruja, ma anche alla ricerca di una fantomatica Esther, il primo amore di Larry, contrastato e incompiuto. Il film è molto intenso, una commedia introspettiva che - come la miglior commedia all’italiana - unisce momenti di farsa a stupende immagini liriche, permeata di teatro dell’assurdo, secondo la lezione di Beckett, Pinera e Ionesco. Il soggetto è di Eliseo Alberto Diego, detto Lichi, un romanziere da poco scomparso, tra i migliori interpreti della nuova letteratura cubana. Un tema approfondito dal regista è l’amicizia tra due anziani, uniti dalla passione per la stessa donna, perché alla fine si scopre che la famosa Esther di Larry è soltanto un’invenzione. La vera Esther è Maruja, una donna che Larry non ha mai potuto possedere perché troppo innamorata del suo uomo. Stupendo il finale che vede Lino immedesimarsi nella storia raccontata dall’amico, morto dopo l’ultima sbronza, rivedere le pagine del diario che raccontano la storia di Maruja,



CINEMA di Gordiano Lupi

e presentarsi con un sorriso innamorato alla porta di Esther. I personaggi sono ben tratteggiati grazie a una sceneggiatura accorta, ma anche per merito di un’interpretazione ispirata di Miravalles e Molina. Alcune sequenze sono da antologia, perché con poche pennellate e senza inutili sermoni raccontano la vita quotidiana a Cuba: Lino fa la coda per comprare il Granma (il periodico del partito) e lo usa come pannolino per la sua incontinenza, un’impiegata dell’ufficio cultura si dipinge le unghie dei piedi sulla scrivania perché non ha niente da fare... Bellissima la colonna sonora a base di vecchi boleri, così come il tono romantico è la nota dominante dell’intera pellicola. Stupenda la fotografia anticata, color seppia e pastello, che alterna immagini del lungomare avanero al tramonto con alcuni pescatori di fronte all’Oceano a sequenze ritagliate nei poveri solares della capitale. I due vecchi sono l’immagine proustiana di due cubani che ricercano il passato negli anfratti di vecchi amori e per i quartieri d’una capitale troppo cambiata. La solitudine, la vecchiaia, l’amicizia, l’amore che supera i confini della vita, il sesso, la musica... sono i grandi temi affrontati da Gerardo Chijona, che gira il miglior film della sua carriera. “Cantava boleri per sentirsi viva e restò con te per morire in pace”, è l’analisi spietata di Larry, che mette in evidenza tutte le difficoltà del rapporto di coppia, quanto sia impossibile capire fino in fondo chi vive insieme a te. Un film pirandelliano, ciascuno di noi è “uno, nessuno e centomila”, ognuno è una maschera, la vita stessa è “una commedia di maschere”. Un

film da vedere, anche in lingua originale, perché recitato in uno spagnolo internazionale, un castigliano perfettamente comprensibile. Tra l’altro è possibile farlo senza nessuna spesa su Youtube. La pellicola è prodotta dalla cubana ICAIC, ma è una coproduzione peruviana e spagnola. Al Festival del cinema di Los Angeles, il cubano Jorge Perugorría ha guadagnato una menzione d’onore per la sceneggiatura di Amor crónico, un film che mi riservo di vedere e commentare in un prossimo articolo. Il cinema cubano è sempre più libero e vitale.

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Via Pellegrini n° 14-22 (Prolung. Via Piave) BARI

el guapo de cuba

Perchè a Matera scuola di ballo si dice PIELMORENA. La scuola di ballo Piel Morena nasce nel settembre del 2001 da una idea dei maestri Antonio Farina e Tina Gravela, già insegnanti dal 1997. Siamo specializzati in danze caraibiche e precisamente salsa cubana, portoricana, merengue, bachata, son y rumba afro-cubana. Oggi la nostra scuola è sicuramente riconosciuta tra le più attive a livello nazionale per la promozione e per la diffusione della cultura caraibica.

328. 67 96 200 MATERA

via Pizzilli, 3

pielmorena.it

info@pielmorena.it

piel morena

Il progetto della scuola “CUBABAILA” nasce nel 2001 con l’idea di creare una scuola rappresentativa della cultura musicale cubana e del ballo cubano, ampiamente diffusi nel mondo latino-americano. Il nostro obiettivo fondamentale è la diffusione e l’insegnamento delle espressioni e dei sentimenti del folklore, tramite il dialogo, la poesia, la musica e la danza del nostro popolo. Pertanto saranno il mambo, la salsa, l’afro, la timba, il cha cha cha e la rumba cubana a fare da tramite tra due continenti separati dall’immenso oceano ma uniti dal canto, dal ballo e dalla musica. 0362 . 546168 CESANO MADERNO (MB)

Via A. Da Giussano, 17

info@cubabaila.net cubabaila.net

cubabaila


LE SCUOLE DI BALLO PARTNER “La scuola di ballo Santiago de Cuba nasce da un idea dei maestri Massimo e Simonetta Mazzotta nel 2005. Nel corso degli anni la passione per la danza è trasmessa a Maurizio e Carmelina Fuso, i quali oggi sono parte integrante dello staff direttivo. Specializzata nell’ insegnamento delle Danze Caraibiche, la Santiago de Cuba si avvale della collaborazione di Vincent, Arianna e Lidia per i corsi di Salsa Portoricana e Balli di Gruppo. Alla Santiago de Cuba, entri camminando....esci ballando!!” salsalecce.it 389.08 25 099 349.64 08 866 LECCE CORIGLIANO D’OTRANTO

Via Vecchia Frigole, 45 - Lecce

santiagodecubalecce@libero.it

Via M. Ausiliatrice, 45 - Corigliano D’Otranto

Santiago de Cuba Lecce

Scuola di danze caraibiche: Salsa NY style,pachanga,cha-cha, salsa cubana, bachata,merengue,rueda,,son-rumba. Specialisti nella NY style tecnica Indacochea. Pino&Marianna i maestri della isla del caribe sono allievi già da diversi anni del maestro Adolfo indacochea partecipando in diversi congressi con il loro gruppo i Charanga Dancers. 328. 46 93 376 FRANCAVILLA FONTANA (BR)

Via Santa Cesare, 37

laisladelcaribe.it la isla del caribe

laisladelcaribe@hotmail.it

Danzando... apriamo... Musica, ballo, divertimento sono il nostro pane quotidiano. Nuovissima struttura a due passi dalla stazione centrale. Il divertimento di qualità, una grande struttura e i migliori maestri di: Danze caraibiche, hip hop, tango argentino, break dance, danze standard, zumba, house dance, kizomba, danze orientali, Burlesque. Inoltre corsi di ballo per over 60, e tanto altro... 340. 33 74 802 BARI

cumbalaye.it

Via Capruzzi, 322 (BARI)

info@cumbalaye.it

347. 62 82 631

cumbalaye

Latin Passion Group nasce da un’idea di Michele Di Benedetto che, da oltre vent’anni, coltiva la passione per l’arte e lo spettacolo. L’amore per la danza, in particolare per i balli caraibici, lo hanno portato a concretizzare anni di sacrifici svolti con impegno e professionalità, trasformando questo grande sentimento in un vero e proprio lavoro. Ad oggi, l’associazione sportiva LATIN PASSION GROUP conta più di 400 iscritti, dislocati in diverse sedi tra Campania e Basilicata. La scuola è diretta dai maestri Michele Di Benedetto e Chiara Barone che sono fra i migliori esponenti della “salsa New York Style”in Italia. Le lezioni sono aperte a tutti, single o coppie, giovani o meno giovani, e naturalmente anche ai bambini. Latin Passion Group non è soltanto una scuola di ballo, ma è anche una compagnia di danza che oggi conta numerose partecipazioni a livello nazionale ed internazionale. CAMPANIA E BASILICATA

335. 43 51 45

latinpassiongroup.com

latin passion group


LEZIONI

DI SPAGNOLO

di Yadira Gonzalez

Il verbo

Il Verbo ¿Hay o Està (n)? .Hay ( c’è, ci sono) si usa per indicare l’esistenza di qualcosa o qualcuno. .Hay + un, uno, una (s) + sostantivo Ex: En el museo hay unos quadro muy bonitos (Nel museo ci sono dei quadri molto belli) . Està(n) si usa per localizzare nello spazio qualcosa o qualcuno. Està (n) + articolo determinativo o aggettivo possessivo + sostantivo singolare o plurale Ex: ¿Dònde està el cine Riviera? (Dov’è il cinema Riviera?) En el centro estàn las tiendas de ropa ( In centro ci sono i negozi d’abbigliamento)

Encuentro Internacional Folklorico Afro Cubanos, La fiesta del Tambor, Monopoli (Bari) novembre 2013. Nel prossimo numero di Vida Latina Magazine un reportage del I° evento organizzato dall’associazione Yoruba “Obba Onirè” di Bari, con interviste esclusive ai maestri e musicisti che ne hanno preso parte.


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Artisti Confermati

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