Summer School 2014 Matera - Storie

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La Samarcanda di Via Ridola Confessione di un tabaccaio che divenne edicolante. foto di Michele Marazia testo Carlo Magni


Testo di pagina


Lavoravo nei campi, quando ho incontrato il mio destino. Sì, destino: avete letto bene. Come lo chiamate, voi uomini e donne oltre la copertina, un desiderio nato tabaccaio che si fa edicola? Quale appellativo dareste voi, divoratori di caratteri, al profumo d’inchiostro che surclassa l’aroma di creme ed essenze? Amore? Ve lo concedo. Legame reciso, negato e poi incondizionato, nel pensiero di lei in balìa di un aprile freddo come mai, prima di allora. Un motivo valido, ne converrete, per anteporre il fascino dell’incertezza a un rassicurante posto fisso. Volete avventure? Opinioni? Curiosità? Fantasie? Enigmi? Vi prego, a me i vostri occhi, a me le vostre orecchie: vi rivelo i miei segreti. Ho tutto quello che serve, signore e signori. Poche monete e la mia mercanzia vi indicherà la strada.


Ma attenti a che il destino non scomponga i piani delle vostre vite. Potrebbe piacervi, come è successo a me. Potreste non tornare indietro, come spero vi succeda.



Fisica della materia Raffaele, 34 anni, laurea in fisica. Ha trovato un modo originale per trattare la materia. A Matera. di Emanuela Lorusso



Nel cuore di Via delle Beccherie nel centro storico di Matera, troviamo la bottega di Raffaele Pentasuglia. La sua storia mi ha incuriosito particolarmente; Raffaele ha 34 anni, ed è laureato in fisica, da sette anni ha abbandonato il suo lavoro per seguire la sua grande passione, la scultura. Il laboratorio è un posto fantastico, pezzi di argilla, colori, spatolette, miledde, pennelli, illustrazioni, foto. Sulle mensole creature di argilla “masciare” “munacelli” “civette” pronte per essere infornate, dopo la fase di essiccazione. Poi lo sguardo cattura due ritratti, bellissimi, che raccontano storie solo a guardarli. “I ritratti sono costosi” mi racconta, richiedono molto lavoro, ma poi la soddisfazione è tanta. Oltre alla scultura e ai ritratti, Raffaele lavora anche la cartapesta e mi racconta il suo sogno, realizzare Il carro della Madonna della Bruna.





La scatola magica Creativo ed ospitale: Michele, “l’ingegnere ingegnoso” di Marirosa Cosmo e Arturo Nobile



Artigiano per passione, Michele era un ingegnere meccanico sempre in giro per il mondo e da qualche anno realizza fischietti in argilla nel suo “sgabuzzino� nel centro di Matera.



Michele si definisce “ingegnere ingegnoso�: crea scatole magiche da aprire grazie a congegni misteriosi. Li disegna, li progetta e li realizza grazie ad originali strumenti di lavoro.


Alla creatività ingegnosa si affianca la voglia di confrontarsi, l’ospitalità diventata il tratto saliente della sua bottega, la sua disponibilità si è rivelata efficace più di mille guide turistiche. All’improvviso sitrasporta nella quotidianità materana dai ritmi lunghi e distesi.


Musica Maestro Dal 1700 in poi da Duni a Vizziello, la grande Musica di Carla Cantore

Un buon caffè a Piazza Del Sedile e si è rapiti dalle note musicali del Conservatorio materano “Egidio Duni” (compositore materano del ‘700). 1.300 allievi italiani e stranieri. Dirige Saverio Vizziello, trombonista di mestiere, con una carriera che dopo dieci anni a Firenze, da buon materano attaccato alla sua “Lucania”, decide di ritornare portando il nome di Matera alla ribalta internazionale. Cattedra di trombone e creatore del “Festival Duni” che dirige. Dalla classica al jazz passando dalla leggera, Vizziello, con il suo Festival, porta nei luoghi straordinari di Matera la grande musica.






Festival e Conservatorio sono le due battaglie che sta portando avanti il Maestro: cinque orchestre in cerca di “contenitori idonei”. Luoghi che di certo a Matera non mancano e che, come l’Audorium “Gervasio” e la “Cava del Sole” aspettano di essere ristrutturati e restituiti ai materani. Seduto al suo pianoforte o con il suo amato ottone, Vizziello trasmette la sua passione. Un sogno: creare un centro musicale di ricerca e di produzione artistica. A Matera.


Se il souvenir arruginisce Una fusione tra artigianato, arte e tessuto che richiama una nuova filosofia di vita, applicata ai “ricordini� dei turisti. di Mirella Campochiaro



Matera, via delle Beccherie. Tra le tante botteghe di artisti ed artigiani compare un negozio di souvenir, fatto di canovacci, tovaglie, tende e sacchetti in tela. Al tatto queste stoffe sembrano piuttosto irregolari, mentre lo sguardo percepisce le stampe fini ed i colori morbidi.


La proprietaria della graziosa bottega, Nadia, ci spiega che si tratta di tessuti naturali quali lino, canapa e cotone, in molti casi filati tramite vecchi telai in legno. I ricami sono fatti a mano e le decorazioni sono prodotte tramite xilografia, un’antica tecnica che impiega timbri intagliati manualmente nel legno e colori ricavati tramite procedure artigianali. di foto


Il rosso, ad esempio, è ottenuto da una miscela di aceto di vino, farina e ferri arrugginiti e viene fissato tramite il "Ranno", un lavaggio a base di acqua bollente e cenere. Ogni stampa è diversa dall’altra ed il colore ci mette giorni per fissarsi al tessuto, per non lasciarlo mai più. I visitatori portano a casa un frammento della sapienza artigiana dei nostri avi e rivivono l’atmosfera arcaica dei Sassi di Matera ogni volta che toccano una tovaglia ruvida ed arrossata dalla ruggine!



Dallo spillo al cammello Dall’attrezzatura elettrica ai personaggi del presepe, Vincenzo “La Stoppa”, classe 1926, nel suo Emporio in via delle Beccherie, ce l’ha. di Maria Mauro e Rossella Celano



Dal 1883 nell’ Emporio Morelli si stratificano merci sempre differenti che assecondano la società e le sue esigenze. La civiltà contadina delle donne materane, che confezionavano vestiti e filati per l’intera famiglia, qui scoprirono la canapa; fu il nonno Michele Acito ad introdurla nel mercato locale da Napoli, dove la vide filare per la prima volta durante il servizio militare, chiedendosi se le donne materane fossero in grado di farlo.

“Vediamo se le donne di Matera la sanno filare”


Oggi, ad aggirarsi fra gli scaffali c’è Vincenzo che, insieme all’attività, ha ereditato il soprannome. È qui dall’età di nove anni, instancabile, come se in quell’innumerevoli oggetti diversi ripercorresse ogni giorno della sua vita. Il legame vita-lavoro è per lui indissolubile, pur riconoscendo che l’attività è nelle mani del figlio, è qui a supervisionare il tutto accogliendo i clienti con un sorriso fiero ed inesauribile.




News da Piazza Vittorio Veneto Il carapace di metallo e carta. di Pasquale Scarcia



Domenico ha rilevato l’edicola di Piazza Vittorio Veneto a Matera, 32 anni fa. Insieme alla moglie Maria Pia da quel punto ha visto la piazza cambiare pelle. All’inizio passavano solo materani, poi con il tempo anche turisti, tanti turisti, anche stranieri. Tutto il mondo passa dall’edicola sotto forma di notizie, di magazine e di libri, ma quasi mai il mondo si sofferma a parlare di loro. Chissà quanti fotografi e turisti armati di macchine fotografiche sono passati dalla loro edicola a chiedere informazioni.


Tutti muniti di macchina fotografica, ma nessuno mai che le abbia puntate verso di loro, per raccontare della loro vita all’interno dell’edicola, un carapace di metallo e di carta. Lo sguardo della signora Maria Pia trasmette serenità forse dentro di se sorride con un pizzico di orgoglio, pensando a me che la fotografo. Li saluto e ringrazio per la loro disponibilità e continuo il giro per Matera.




Sa Sa Sa One Two, One Two Prova, prova... Francesco, sound designer e musicista,vive con la musica e di musica fa vivere Matera di Emanuele Gaudioso




Francesco Altieri, 42 anni, Materano. Il suo mestiere è frutto del legame che ha avuto fin da piccolo al suono e alla musica. La sua esperienza musicale inizia con l'apprendimento dell'organo e la successiva trasposizione sulle tastiere. Da ragazzino a quindi anni forma una rock band con i suoi amici dove il suo ruolo è appunto quello di tastierista. Francesco ama la vita, parlando con lui traspare la solarità e la gioia di vivere nella musica nonostante i mille impegni che questa gli porta. Con gli anni la passione si è fatta sempre più forte al punto da vederlo protagonista tanto sul palco quanto dietro le quinte, sempre indaffarato e con poco tempo a disposizione, Francesco ora si muove veloce e preciso sul mixer, come se questo fosse un prolungamento delle sue mani. Il suo impegno non finisce qui! Francesco un laboratorio di tecnologia musicale tiene presso il Liceo tecnico della musica e non contento, ha anche una sala prove che funge da seconda casa quando non è in giro per lavoro tra un concerto o un festival. Per concludere, Francesco suona nella Ray Charles Genius Band ed è tecnico responsabile di Casa Cava.




Il barbiere di Pasolini Origini bolognesi, materano per adozione: Antonio Scaglioso il barbiere di via Santo Stefano. di Paolo Corrado

Molte coincidenze hanno segnato la sua storia a partire dall’incontro con la moglie a partire dall’incontro con la moglie, pensare di trasferirsi per amore a Maratea e poi scoprire che si trattava di Matera; superate le difficoltà iniziali, accettato il soprannome “Il bolognese” ricambia portando nuovi tagli fino a diventare il barbiere di Paolini. Le lunghe code dei clienti nel 1964 si sono trasformate in file di comparse del film “Il vangelo secondo Matteo” diretto da Pier Paolo Pasolini.





Dalle cinque alle sette del mattino curava le pettinature degli attori, facendogli fare un salto nel tempo, trasformando un attore materano in un personaggio romano. Tuttora racconta orgogliosamente gli anetodi legati al film, compiacendosi del suo piccolo ma allo stesso tempo essenziale contributo. Il caso ha voluto che con il tempo Matera diventasse il set di numerosi film e tutti sono passati dalla bottega del “bolognese�.



7, 4, 60, 2019 Parte da Casa Cava il racconto de Paesaggi Lucani

Non sono numeri casuali. Sette giorni, quattro classi e sessanta 'studenti' per cominciare un nuovo e variopinto racconto della cultura lucana; terra, la Basilicata, che ambisce al titolo di Capitale Europea della Cultura per l' anno 2019, con Matera a farne da centro nevralgico. Proprio a Matera, nelle aule naturali del complesso di Casa Cava, ha avuto luogo e vita una scuola/non scuola, ideata dal team di Paesaggi Lucani in collaborazione con Scuola del Viaggio. I partecipanti, attraverso quattro tecniche espressive, proveranno, riuscendoci, a restituire un percorso avvolgente fatto di strade, persone e luoghi carichi di storia, per incentivare esperienze consapevoli di turismo, in Basilicata.

di Vito Martimucci



Illustrazioni su carnet de voyage, scrittura creativa, fotografia e video le forme di lavoro previste nel percorso guidato da Stefano Faravelli (illustrazione), Andrea Bocconi (scrittura), Vince Cammarata (fotografia), Andrea Canepari (video); forme diverse ma con ampi spunti di interazione, che convoleranno della produzione di souvenirs, reportages, racconti in forma scritta, dvd, giochi e quant' altro possa racchiudere consapevolmente appunto, una storia, un viaggio, una festa che parli di questa terra meravigliosa.





Matera 3019 Il museo del futuro. Con lo sguardo al passato. di Alberta Caterina Santagata




“Hai firmato il quaderno?” Questa l’unica richiesta che Eustachio D’ercole, Cav. Uff. Della Repubblica Italiana nominato dal Presidente Giorgio Napolitano, fa ai numerosi visitatori adescati sulla via che porta da San Biagio a Casa Cava. Un museo particolare il suo. Allargato e “usocapionato” inglobando una tipica casa dei Sassi con tanto di mangiatoria originale. Orologi, bambole, cartoline, scatole di latta – che probabilmente hanno contenuto il tabacco della sua fedele pipa – attrezzi di lavoro, un banchetto sedicente pascoliano, presepi e una ricostruzione di civiltà contadina... e l’elenco potrebbe continuare ad libitum.


Eustachio, “Materano D.O.C.�, ha raccolto il suo tesoro proveniente da tutto il mondo, e con i suoi cimeli ci parla di lui, della sua vita, delle sue passioni, del suo sfegatato sostegno al Papa argentino e del suo credo politico. Archeologia moderna, che rimanda ad un passato che solo cent’anni fa era futuro.



Il silenzio del Pane

di Francesco Cutro



"I sapori semplici danno lo stesso piacere dei pi첫 raffinati, l'acqua e un pezzo di pane fanno il piacere pi첫 pieno a chi ne manca". Epicuro


Non è il profumo a colpirti né il caldo e soffice aspetto. Ciò che ti resta dentro è il rumore del silenzio: la voce del pane. La città dorme per non disturbare. E chi lo prepara lo fa con profondo rispetto, quasi religioso. Lavorano in silenzio Enzo e Alin. Sanno già tutto quello che bisogna fare. La loro è un’arte antica, vecchia quasi come l’uomo. Ogni gesto è carico di significato, ogni minuto pieno di valore fino a quando la luna lascia il posto al sole e la città si sveglia. Tutto è pronto.




Mat(e)rix Massimo ha scelto. Per oggi e per domani: voglio fare l’artigiano. Mani sicure. Foto di Angela Lioi Testo di Maria Anna Flumero




Serenità negli occhi. Lui lavora col suo legno, tra scalpelli e dettagli accenna un sorriso e lavora. Intanto, osserva tutti. Sì, anche i turisti curiosi e incalzanti che non godono della cordialità.

Massimo vive il tempo. Ha lasciato il mondo dell’informatica e oggi, senza rimpianti lavora nel cuore di Matera, in via Ridola. La cultura artigianale è oro di tradizione. Con lui il passato si amalgama col contemporaneo: timbri del pane, trottole e penne USB.




Un amore che fila “Un oggetto artigianale è fatto con amore, un amore che passa dalle mani e s’infonde nella materia.” di Francesco Cutro






Angela Ramundo, per tutti Lina, la si scopre scendendo nei Sassi all’interno di un bellissimo vicinato, che lei adora. Fili, creatività e spirito d’inventiva l’hanno sempre accompagnata. Ha scelto di trasferire la sua attività nei Sassi 4 anni fa, per dare un contributo al rione e per ritrovare serenità e ispirazione. Per lei fare l’artigiano è il lavoro più bello. “Un pezzo artigianale è unico. E’ fatto con le mani, esprime qualcosa, non ha tempo. Il tempo… La civiltà contadina ti porta ed essere lento, prudente, non è detto che sia un difetto. Questa è una città che ha un passo diverso. La gente è stanca di correre. ” La condivisione è importante, da qui è nato Filocafé, uno spazio scavato nel tufo in cui signore di tutte le età si scambiano chiacchiere, sorseggiano un caffè e lavorano a maglia. Lina ha ancora molti progetti da realizzare, ma vuole l’appoggio dei giovani. “Loro devono riappropriarsi della bellezza. Devono comprendere la ricchezza di questo luogo.”


Sognando HCB Alla ricerca di una storia. Che non c’è. di Luciana Travierso




Un incontro casuale è l’inizio della mia storia. All’uscita di un supermercato ho incontrato Mario Rivelli, storica firma de La Gazzetta del Mezzogiorno. Il signor Rivelli ha avuto la fortuna di conoscere Henri Cartier-Bresson durante i suoi reportages in Basilicata negli anni ’70. Grazie e lui ho immaginato “l’occhio del secolo” girovagare tra le chiare lastre di tufo con al collo la sua Leica. Legati da una profonda amicizia, Cartier-Bresson donò a Mario Rivelli quattro fotografie che il giornalista lucano custodisce gelosamente. Ho rincorso le sue tracce anche a Tricarico dov’è conservato presso il Centro di documentazione “Rocco Scotellano e la Basilicata del Dopoguerra” un preziosissimo fondo a lui dedicato che immortala i paesaggi incontaminati, le strade silenziose e gli sguardi dei materani.




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