Quotidiano
IL pIORNO
Data Pagina
Milano
Foglio
28-07-2020 51 1
L'isola che c'è...si trova nel lago Si parte dal porticciolo di Portese per una destinazione che pare dispersa in mezzo alla magia dell'acqua a lungo, anche oltre le 2 ore di escursione (32-40 euro in base al porto di partenza. Prenotazione: www.isoladelgarda.com) che si conclude con un cortese drink di benvenuto, con vino gardesano, stuzzichini e olio extravergine dei Cavazza e con la libera circolazione in un bosco di cedri del Libano, acacie e minuscole baie invase dai «cipressi delle paludi». Il motoscafo riparte ed è l'unico dispiacere. Sulla riva, Alberta saluta tutti con la gratitudine di chi non percepisce il proprio lavoro come quello di una commerciante, semmai della custode di un luogo magico. Come mamma Charlotte e i fratelli, una vera isolana, ma felice di esserlo. Una solitaria in mezzo al lago, ma con un mare di amici.
SAN FELICE DEL BENACO di Paolo Galliani È l'attimo fuggente. E in effetti, è troppo enfatico definire «crociera» la manciata di minuti a bordo del motoscafo che lascia il porticciolo di Portese alle 9,40 per una destinazione in mezzo a un mare che in realtà è un lago e al largo di un promontorio che fa specie definire «terraferma» ma di fatto lo è, anche se dista solo 220 metri o giù di lì. Perché un'isola è sempre e comunque un'altra cosa: la nostalgia del paradiso perduto, il rifugio di Peter Pan, un frammento di terra flottante che incarna l'infanzia. In questo caso, è anche l'apostrofo del Garda, anzi il suo accento, per tanti, il luogo più commovente del Benaco assieme al Vittoriale che si nota poco più a nord. C'è Alberta ad accogliere gli ospiti nella piccola darsena, spesso alternandosi alla sorella Livia, due dei 7 fratelli della famiglia Cavazza che abitano l'eclettico palazzo goticoorientaleggiante assieme alla mamma, la signora Charlotte, britannica dello Staffordshire che ogni giorno si occupa dei giardini all'inglese e trova sempre il modo di raggiungere in barca gli adorati cavalli, a San Felice del Benaco, sua vera passione, seconda solo a quella per i figli e i nipoti. Esplorazione emozionante e narrante. Per-
mette di ricostruire le tante vite dell'Isola del Garda, dai tempi dei romani a quella di un monastero francescano, fino ad arrivare ai trisnonni degli attuali eredi che nel 1880 l'acquistarono ad un'asta, per farla poi transitare dalla famiglia Borghese a Camillo Cavazza e alla moglie Charlotte. E viaggio che, prima, si snoda tra palme delle Canarie, rose Lady Hillingdon e capolavori di arte topiaria, poi s'intrufola nel vecchio studio del conte Scipione Borghese e nella sala da pranzo, tra opere d'arte e vezzi di una nobiltà colta e progressista. Verrebbe voglia di fermarsi più
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