ARTE e CULTURA
INDICE
UNA CITTÀ D’ARTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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SANTA GIULIA MUSEO DELLA CITTÀ. . . . . . . . . . . . . . .
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L’ETÀ ROMANA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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ALLA SCOPERTA DI BRESCIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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BRESCIA E DINTORNI. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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LAGO DI GARDA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Il complesso Monumentale di San Salvatore Santa Giulia
Piazza del Foro e Capitolium (tempio capitolino) Il Castello, il Museo delle Armi e il Museo del Risorgimento Il Teatro Grande e il Festival Pianistico Internazionale Il Duomo Nuovo Il Duomo Vecchio La Pinacoteca Tosio Martinengo Il Museo Diocesano
Il Musil La Pinacoteca internazionale dell’età evolutiva Aldo Cibaldi I Musei Mazzucchelli Il Museo Mille Miglia Il Museo Nazionale della Fotografia La Via del Marmo
Il Vittoriale degli Italiani La Rocca e la casa-museo di Ugo Da Como L’isola del Garda I siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino
Le Grotte di Catullo e il Castello di Sirmione L’epopea di Roma sulle rive del lago I luoghi della Republica di Salò La Torre di San Martino La valle delle cartiere
VALLE CAMONICA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . L’archeopark La Via Crucis di Cerveno La via del Romanino Il museo della Guerra Bianca in Adamello
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VALLE TROMPIA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 26 La collezione Paolo VI - arte contemporanea La Via del Ferro e delle Miniere La Via del Sacro e dell’Arte Il bosco racconta Altri musei
VALLE SABBIA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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LAGO D’ISEO E FRANCIACORTA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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PIANURA BRESCIANA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Il sacro e il profano Il Carnevale di Bagolino La Rocca d’Anfo
Il Monastero S. Pietro in Lamosa L’abbazia Olivetana di Rodengo Via Valeriana, fra il lago e la valle Il maglio di Ome
Il Tiepolo a Verolanuova Il Castello di Padernello
PHOTO CREDITS: si ringraziano per la gentile concessione delle immagini: Assessorato al Turismo - Comune di Brescia, Archivio fotografico Musei Civici d’Arte e Storia, Fondazione Brescia Musei, Fondazione Pinac, Musei Mazzucchelli, Fondazione Ugo Da Como, Fondazione Il Vittoriale degli italiani, Centro camuno di studi preistorici, Bresciainvetrina, Mediateca del SIBCA di Valle Trompia
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UNA CITTÀ D’ARTE
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rescia è una splendida città d’arte italiana. Le stratificazioni della storia hanno lasciato segni profondi che caratterizzano l’architettura urbana, il profilo dei palazzi, la forma delle chiese. Il visitatore che passeggia nelle vie del centro si trova ad attraversare una piazza di stile rinascimentale, beve un caffè all’ombra di un palazzo del Medioevo, entra in un negozio e ne osserva il soffitto a volte e i muri in pietra a vista; siede su una panchina e sfoglia il proprio ipad davanti a una chiesa barocca o immerso nella più vasta area archeologica del nord Italia. Una pluralità di stili che ricorda la storia antica di Brescia, città elegante e fiera in cui l’arte e la cultura hanno sempre avuto un ruolo importante. I suoi musei, le gallerie d’arte, le fondazioni culturali, le tante chiese che ricordano la sua tradizione religiosa ospitano pregevoli opere d’arte: sculture, quadri, mosaici, statue, affiancati a installazioni di arte moderna e contemporanea. Questa armonia si ritrova anche nelle aree che circondano la città, dove anche il territorio, i paesaggi, la natura diventano manifestazioni di bellezza pura.
I vicini laghi di Garda, Iseo e Idro sono il luogo ideale per un turismo cosmopolita che apprezza la ricca offerta culturale, i paesaggi incantevoli e l’efficienza del sistema turistico. Le valli montane offrono mille opportunità di vacanza estiva e invernale e sono la culla di tesori della nostra storia, a partire dalle Incisioni Rupestri (risalenti alla preistoria e dichiarati dall’Unesco “Patrimonio mondiale dell’umanità”) sino alla civiltà del lavoro e all’opera dell’uomo, testimoniata dall’originale Via del Ferro e delle Miniere della Valle Trompia. Le sorprese non mancano nell’agricola pianura bresciana dove anche nel più piccolo paese è possibile ammirare dipinti, palazzi nobiliari, antiche cascine. Tale ricchezza induce il viaggiatore a muoversi e scoprire le sfaccettature del territorio bresciano, vivere esperienze diverse, sperimentare una vacanza all’insegna del divertimento intelligente e consapevole. E, per concludere, la provincia di Brescia ospita ben tre siti iscritti nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità Unesco.
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SANTA GIULIA
MUSEO DELLA CITTÀ
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l 25 giugno 2011 il monastero di Santa Giulia e l’area archeologica del Capitolium compresi nel sito “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568 - 774 d. C.)”, sono stati iscritti nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, insieme a Cividale del Friuli, Castelseprio-Torba, Spoleto, Campello sul Clitunno, Benevento e Monte Sant’Angelo.
IL COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN SALVATORE SANTA GIULIA Il complesso monumentale di San Salvatore - Santa Giulia a Brescia è un luogo straordinario. Monastero benedettino di ordine femminile, venne edificato dal duca di Brescia Desiderio nel 753, prima di diventare re dei Longobardi. La chiesa di San Salvatore è una delle testimonianze più importanti dell’architettura religiosa altomedievale e il suo apparato ornamentale è uno
dei più ricchi e meglio conservati. Il monastero, che disponeva di strutture per l’accoglienza dei pellegrini e per l’alloggio dei poveri, rivestì un ruolo fondamentale nella società dell’epoca. Attualmente l’intero complesso, frutto di uno splendido intervento di recupero e valorizzazione, è sede del Museo della città e ospita le più importanti testimonianze artistiche della lunga storia di Brescia e del suo territorio. La scultura trova una eccezionale testimonianza nella cosiddetta Vittoria Alata, nella straordinaria serie di volti degli imperatori (in bronzo dorato) e nei numerosi marmi della sezione.
L’ETÀ ROMANA UNA STORIA LUNGA DUEMILA ANNI…
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Lo splendore raggiunto dalla città in età Romana è testimoniato dai materiali esposti nel Museo di Santa Giulia e provenienti da edifici pubblici, civili e religiosi (come il santuario tardorepubblicano di cui si è recuperata recentemente la splendida “quarta cella”, sopra la quale verrà edificato il successivo Capitolium), da abitazioni
private e dai primi luoghi di culto cristiani. All’interno del Museo particolare spazio è dedicato a una casa romana (Domus), con i resti di due splendide abitazioni ritrovate in uno spazio che, dal Medioevo, era affiancato dagli orti del monastero, spiegando così la denominazione di “Domus dell’Ortaglia”.
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ALLA SCOPERTA DI BRESCIA
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PIAZZA DEL FORO E CAPITOLIUM (TEMPIO CAPITOLINO) In epoca romana era il centro della vita politica, religiosa e commerciale di Brescia. Vi si affacciavano il Tempio Capitolino, l’antico tribunale o Basilica e, ai lati, due colonnati con botteghe retrostanti. Oggi i resti romani, i palazzi nobiliari e le vecchie case compongono un ambiente urbano di grande suggestione. Il Tempio Capitolino, o Capitolium, fu eretto dall’imperatore Vespasiano tra il 73 e il 74 d.C. e chiudeva a settentrione il Foro dell’antica Brixia. Fra il IV e il V secolo il tempio venne in gran parte distrutto da un incendio e solo nel 1823 fu riscoperto. Dal 1939 ha assunto l’aspetto attuale. All’interno delle tre celle vi è una ricca raccolta di epigrafi, steli commemorative e votive romane, provenienti dalla provincia di Brescia. La maggior parte delle collezioni archeologiche è esposta nel Museo di Santa Giulia. Fra le testimonianze significative quelle di età romana sono numericamente le più consistenti e tra esse, oltre al ricco lapidario, si ricordano le sculture, i mosaici, i corredi delle necropoli e la serie dei bronzetti. I lavori in corso prevedono il completamento delle indagini archeologiche, ulteriori restauri e nuovi percorsi di visita.
IL CASTELLO, IL MUSEO DELLE ARMI E IL MUSEO DEL RISORGIMENTO Il colle Cidneo, sul quale sorge il castello, fu abitato fin dalla preistoria. In epoca romana vi fu eretto un grandioso tempio e dal medioevo in poi la sommità del colle venne fortificata: furono edificati la Torre Mirabella, il
trecentesco Mastio Visconteo e, durante la dominazione veneta, i Bastioni e i Magazzini. Attraversato l’imponente ingresso cinquecentesco, un tempo con ponte levatoio, è possibile accedere ai giardini panoramici e ai due musei. Il Museo del Risorgimento, nell’edificio del Grande Miglio, espone cimeli e documenti del periodo risorgimentale, in particolare attinenti le vicende storiche che coinvolsero Brescia e il suo territorio dall’Età napoleonica all’Unità d’Italia. Nel Museo delle Armi, all’interno del Mastio Visconteo e sulla sommità della fortezza, è esposta una delle più ricche raccolte europee di armi ed armature antiche. Il nucleo principale è costituito dalla collezione Luigi Marzoli, che illustra la produzione milanese e bresciana dal XV al XVIII secolo. Una produzione che documenta la storia del lavoro bresciano nell’espressione più rinomata: un artigianato che tocca i confini dell’arte.
IL TEATRO GRANDE E IL FESTIVAL PIANISTICO INTERNAZIONALE L’attuale sala del Teatro Grande venne costruita nel 1810 su progetto dell’architetto Luigi Canonica e decorata nel 1862 da Girolamo Magnani. Pregevole è il soffitto dell’odierna Sala del Ridotto, con la finta balaustra che dà sul cielo animato da numerose figure di divinità olimpiche. Il Ridotto, inaugurato nel 1772 è uno dei più mirabili esempi dello sfarzo architettonico settecentesco applicato ad una struttura di spettacolo. Curiosità: la Madama Butterfly di Puccini venne accolta entusiasticamente al Teatro Grande di Brescia il 28 maggio 1904, dopo l’insuccesso della prima rappresentazione che si era tenuta al Teatro alla Scala di Milano. Da qui iniziò la sua fortuna. Il cartellone del Teatro, tra tradizione e
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contemporaneità, spazia tra spettacoli di lirica, danza, musica ed eventi culturali. Il Teatro Grande ospita ogni anno in primavera il Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, uno dei maggiori eventi mondiali dedicati al pianoforte.
IL DUOMO NUOVO La costruzione della nuova cattedrale è iniziata nei primi anni del Seicento, proprio nel luogo su cui sorgeva l’antica San Pietro de Dom. La monumentale opera è stata realizzata, con varie modifiche, nel corso di due secoli, su progetto dell’architetto bresciano Gian Battista Lantana e fu conclusa con la grande cupola nel 1825. La maestosità dell’insieme rese imponente l’edificio, che presenta caratteri barocchi nella parte inferiore della facciata, mentre in quella superiore sono evidenti le tendenze classiciste della seconda metà del ’700. All’interno si conservano opere di particolare interesse quali l’arca di Sant’Apollonio realizzata intorno al 1510, le due coppie di tele dipinte dal Romanino (uno dei maggiori pittori bresciani del Rinascimento) e la pala dell’altare maggiore di Giacinto Zoboli (1733), affiancata da due statue dello scultore Antonio Callegari. A sinistra, nella cappella della Trinità, si trova la pala di Giuseppe Nuvolone (1679), grandioso ex voto in ricordo della peste del 1630.
IL DUOMO VECCHIO Il Duomo Vecchio, chiamato anche “Rotonda”, è uno dei luoghi sacri più suggestivi di Brescia. L’originaria cattedrale di età paleocristiana, Santa Maria Maggiore, era stata demolita fra l’XI e il XII secolo per
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lasciar posto all’ampio edificio circolare che possiamo ammirare oggi. All’interno, di fronte all’entrata, si trova l’imponente sarcofago in marmo rosso del vescovo Berardo Maggi, signore della città morto nel 1308. Una rampa di scale scende nella Rotonda, dove otto pilastri reggono archi che si susseguono lungo la circonferenza e sostengono la cupola emisferica. Il presbiterio rialzato e profondo presenta all’estremità sinistra la cappella delle Sante Croci, dove sono custoditi preziosi reliquiari protetti da una grata. A destra, la cappella del Santissimo Sacramento è ornata da quattro tele del Moretto e da due dipinti del Romanino nel vano antistante la cancellata. Il coro è dominato dalla splendida pala dell’Assunta del pittore Moretto ed è arricchito dagli stalli lignei di Antonio da Soresina (1522); l’organo è opera di Costantino Antegnati (1536). Due scalette (ai lati della scalinata che sale al presbiterio) portano alla cripta dedicata a San Filastrio, (vescovo di Brescia nel IV secolo), con colonne e capitelli di età romana, bizantino-ravennate e dei secoli VIII e IX, già appartenenti alla cripta dell’originaria cattedrale.
LA PINACOTECA TOSIO MARTINENGO Nel palazzo Martinengo da Barco trova sede la Pinacoteca Civica, sorta nel 1908 con i lasciti del conte Paolo Tosio (1844) e del conte Francesco Leopardo Martinengo (1883) e arricchitasi nel tempo con altri legati, con opere provenienti da chiese soppresse o edifici distrutti fino alle recenti acquisizioni. La collezione della Pinacoteca vanta veri e propri capolavori, tali da porre la raccolta bresciana ai vertici non soltanto in Italia nell’ambito della pittura antica, a cominciare da dipinti di bellezza incomparabile di Raffaello Sanzio e Lorenzo Lotto. Importante e cospicua è la rappresentazione di opere di Vincenzo Foppa, caposcuola della pittura lombarda del Quattrocento, e dei maestri del rinascimento bresciano: Savoldo, Romanino, Moretto. La ritrattistica del Cinquecento offre tele di Tintoretto e Sofonisba Anguissola. Per il XVII e il XVIII sec. spiccano alcune grandi figure di aree culturali diverse (Palma il giovane, Andrea Celesti); in ambito bresciano, meritano attenzione i cosiddetti “pittori della realtà” come Antonio Cifrondi e Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto, del quale assolutamente straordinaria per numero e qualità è la serie di opere visibili nel museo. Attualmente la Pinacoteca è chiusa al pubblico per un intervento di restauro e riallestimento. A breve sarà comunque nuovamente visitabile, con la ricca selezione dei dipinti appartenenti alle sue raccolte (temporaneamente ospitate nel Museo di Santa Giulia e nel Museo Diocesano), ponendo in luce gli autori più significativi e importanti che hanno caratterizzato la pittura ed il collezionismo bresciani.
IL MUSEO DIOCESANO Le collezioni permanenti del Museo Diocesano sono divise in quattro sezioni dedicate alla pittura e alla scultura, ai codici miniati, all’oreficeria sacra e al tessuto liturgico. Nella sezione dedicata alla pittura e alla scultura sono esposte opere di artisti di area bresciana e veneta. Capolavoro del Trecento veneto è la Madonna col Bambino di Paolo Veneziano. Il Cinquecento locale è rappresentato da opere dei maggiori pittori bresciani: Alessandro Bonvicino detto il Moretto, Girolamo Romanino e Pietro Maria Bagnatore. Di Jacopo Tintoretto è il bozzetto della Trasfigurazione per la chiesa di Sant’Afra a Brescia; alla bottega di Tiziano è dato un Volto di Cristo dipinto su pietra. Il Seicento e il Settecento locale trovano nelle opere di Giuseppe Tortelli, Gian Antonio Capello, Pietro Avogadro e Francesco Savanni i loro maggiori esponenti. La linea veneta è presente con Andrea Celesti, Francesco Capella detto il Daggiù, Gian Battista Pittoni e Giambattista Tiepolo (Battesimo di Costantino). La sezione dedicata all’oreficeria sacra annovera manufatti a partire dalla seconda metà del XV secolo. Nella sezione dedicata ai codici miniati è possibile ammirare una raccolta di volumi manoscritti, realizzati a partire dal XII secolo; di particolare importanza il piccolo libro della Regola della Confraternita dei santi Faustino e Giovita di Collio. La sezione dedicata al tessuto liturgico è una delle più ricche e ampie d’Italia. Vi sono conservati esempi di manifatture veneziane, italiane e francesi a partire dal XV secolo.
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BRESCIA E DINTORNI
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IL MUSIL
Il Musil è il primo museo italiano dedicato all’industrializzazione come fenomeno che coinvolge l’intera società. È rappresentato attraverso una grande varietà di materiali, organizzati concettualmente in modo unitario e che ripercorrono la storia dell’industria. Attualmente il museo è dislocato su più poli territoriali: • il Museo dell’industria e del lavoro si trova a Rodengo Saiano, in Franciacorta; qui sono concentrate le principali collezioni di macchine e reperti della storia dell’industria manifatturiera bresciana e nazionale: un’autoblinda Ansaldo del 1941, un antico torchio litografico, il prototipo di una roulotte, due grandi modelli di centrali nucleari, oltre a macchine e reperti di numerosi settori produttivi (tipografico, cinematografico, dei mezzi di comunicazione, informatico, meccanico, tessile, conciario, alimentare…);
• il Museo dell’energia idroelettrica,
a Cedegolo in Valle Camonica, è l’emblema della modernità novecentesca; contenitore ideale per un museo di nuova generazione; il filo conduttore è l’acqua che scorre in due fontane e scende su un muro di ferro, per raccogliersi poi in una cavità a terra. Un’allusione ai versanti alpini e alle opere idrauliche del bacino imbrifero dell’Adamello, con un balcone panoramico verso il fiume Oglio, che torna a legare l’acqua alla sua naturalità; • il Museo del ferro, ospitato nell’antica Fucina Caccagni per renderla un museo-laboratorio di archeologia industriale; il Museo illustra il ruolo storico della ruota idraulica e restituisce ai visitatori i caratteri e l’atmosfera di un antico ambiente di lavoro legato al grande sapere artigiano. La principale finalità del Museo è la lettura del territorio dai punti di vista ambientale, storico, economico e sociale; • la sede centrale del Musil è in fase di costruzione; nascerà a Brescia, in una fabbrica metallurgica alla periferia industriale della città, sorta fra l’Otto e il Novecento, abbandonata, ma che ha mantenuto la sua fisionomia originaria.
LA PINACOTECA INTERNAZIONALE DELL’ETÀ EVOLUTIVA ALDO CIBALDI PInAC, la casa dei disegni delle bambine e dei bambini del Mondo, si trova a Rezzato, nell’immediata periferia di Brescia. Collezione internazionale unica nel suo genere in Italia e in Europa, raccoglie e studia l’espressività infantile da più di cinquant’anni. Gli oltre 6000 disegni, catalogati e digitalizzati, provengono da 58 Paesi e raccontano emozioni,
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sentimenti e pensieri di migliaia di bambini. La collezione si implementa costantemente con i lavori che giungono da scuole, concorsi e progetti internazionali. PInAC è spazio espositivo e luogo di formazione che garantisce il diritto alla creatività e all’espressività tanto dei piccoli che degli adulti; anche con i pennelli elettronici. Promuove e coltiva il diritto alla bellezza, per tutti fondamentale, attraverso i linguaggi dell’arte.
I MUSEI MAZZUCCHELLI I Musei Mazzucchelli, hanno sede nella bellissima ala occidentale di Villa Mazzucchelli, a Mazzano (periferia di Brescia). Lo scenografico pronao, unico in tutto il territorio lombardo, è di stile palladiano ed è stato realizzato con l’impiego di sei colonne provenienti dall’antica chiesa di San Pietro de Dom (demolita per far posto al Duomo nuovo di Brescia). I musei presenti nella Villa sono tre: il Museo della Moda e del Costume, composto da circa 5.000 pezzi databili dalla metà del Settecento fino alla nascita dell’Alta moda nel Novecento; il Museo del Vino e del Cavatappi, che raccoglie una delle più eclettiche e vaste collezioni mondiali di cavatappi d’epoca (oltre 2.300 pezzi); la Casa Museo Giammaria Mazzucchelli, visitabile attraverso un percorso lungo il quale si possono ammirare oggetti e arredi della fine dell’Ottocento tra i quali uno dei rarissimi esemplari di pianoforte a gran coda da concerto appartenuto ad Arturo Benedetti Michelangeli (Brescia 1920-Lugano 1995), autografato nella cassa armonica. A queste ricche collezioni va ad aggiungersi la Pinacoteca Giuseppe
Alessandra, un deposito di dipinti e opere databili tra il XIII e il XX secolo e riconducibili ad alcuni dei più importanti pittori rinascimentali di area lombardo veneta, tra questi spiccano i nomi di Vittore Carpaccio, Paris Bordon, Tintoretto e Tiziano.
IL MUSEO MILLE MIGLIA Il Museo della Mille Miglia è situato all’interno del Monastero di Sant’Eufemia, complesso Medievale alle porte di Brescia. Nato con l’obiettivo di offrire una viva testimonianza della leggendaria corsa automobilistica (che ha avuto i suoi natali a Brescia) il Museo è diventato anche la piacevole occasione per ripercorrere lo sviluppo della cultura, del costume e della società del secolo scorso, dal 1927 al 1957 (gli anni in cui si era svolta la prima edizione della corsa). Nel museo sono esposte auto storiche, cimeli, fotografie; numerosi sono i richiami e le presentazioni di monumenti, luoghi e città italiane attraversate dalla corsa; il percorso di visita è suddiviso in sezioni temporali: dedicate alla Mille Miglia 1927-1957, 1958-1961 e alla Mille Miglia contemporanea. Per ciascuna sezione sono disponibili pannelli descrittivi riguardanti storia, costume, stato politico e sociale e il tutto è arricchito con impianti audiovisivi, immagini, nonché una serie di schermi che proiettano filmati d’epoca della Mille Miglia e dei suoi protagonisti.
IL MUSEO NAZIONALE DELLA FOTOGRAFIA Fondato nel 1953, il Museo della Fotografia testimonia la passione bresciana per questa forma espressiva. Macchine fotografiche (compresa la
prima al mondo), apparecchiature cinematografiche e attrezzature per ripresa e camera oscura (oltre 10 mila pezzi) sono esposti nelle sale del Museo, che ha sede nel centro storico cittadino. Il Museo organizza mostre nazionali e internazionali e conferenze. La fototeca dispone di 300 mila fotografie di ogni formato, epoca (a partire dalle prime foto al mondo) e autori; la biblioteca specializzata in foto-cinematografia dispone di 9 mila volumi. La passione per la fotografia contemporanea continua nel Museo Ken Damy, fondato nel 1990. Auditorium, biblioteca, didattica e, soprattutto, esposizioni con numerose mostre personali di interesse nazionale, con gli artisti più conosciuti a livello internazionale.
LA VIA DEL MARMO La Via del Marmo è un importante itinerario che si snoda tra la città di Brescia e il lago di Garda, fiancheggiando importanti cave di marmo e che ripercorre gli ambienti, la storia e la cultura legati all’attività estrattiva. L’estrazione del marmo ha caratterizzato lo sviluppo del territorio e della società, oltre che la geografia dei luoghi con ampi anfiteatri scavati nella montagna. Il marmo di Botticino è di particolare pregio ed è sempre stato utilizzato per costruire e abbellire vari edifici: dai tempi dei Romani e dell’antica Brixia (il Capitolium, in pieno centro di Brescia) fino alle più recenti realizzazioni come l’Altare della Patria (Roma), la Casa Bianca (Washington), la Statua della Libertà e la Stazione Centrale (New York). Oltre che meta di visita storica e naturalistica, le cave ospitano anche originali installazioni artistiche che rivalutano questi luoghi e raccontano il duro lavoro dei cavatori.
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LAGO DI GARDA
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IL VITTORIALE DEGLI ITALIANI Affacciato sul lago di Garda, il Vittoriale è la casa-museo di Gabriele d’Annunzio, dimora del poeta e fra gli esempi più affascinanti di “case d’artista”. Le migliaia di oggetti e le opere d’arte custodite nella “Prioria”, la casa di d’Annunzio, creano grande stupore per la ricchezza e l’originalità. Non meno curioso è scoprire la prua di un vero e proprio incrociatore (la nave Puglia) incastonata nel promontorio, in mezzo al verde dei giardini. Le scoperte continuano con l’esposizione del motosilurante Mas 96, utilizzato per la “Beffa di Buccari” (un’incursione militare nella baia croata di Buccari), le auto appartenute al Poeta e l’aereo Sva utilizzato nel 1918 da d’Annunzio per il propagandistico volo su Vienna. Molto interessante è la visita al Museo d’Annunzio Eroe in cui sono raccolti i cimeli legati alla sua esperienza militare, alle imprese eroiche che lo videro protagonista durante il primo Conflitto mondiale e all’Impresa di Fiume. Il nuovo Museo “d’Annunzio segreto” raccoglie 150 inediti oggetti preziosi e di uso comune che hanno accompagnato la sua vita, oltre a opere d’arte contemporanea ispirate al Poeta. Il Vittoriale è un luogo di grande fascino, fra i musei più visitati della Lombardia e certamente una tappa obbligata di qualsiasi soggiorno sul Garda.
LA ROCCA E LA CASA-MUSEO DI UGO DA COMO Lonato vanta un eccezionale complesso monumentale che merita la visita anche dei turisti più esigenti. Questo scenografico insieme di edifici, giardini e parchi appartiene alla
Fondazione Ugo Da Como e domina il centro abitato. La grandiosa Rocca (XI secolo) è una delle fortezze più estese della Lombardia. Al suo interno è collocato il Museo Civico Ornitologico rappresentativo dell’intera avifauna italiana. Ai piedi della Rocca sorge invece la casa-museo del Senatore Ugo Da Como (1869-1941). La visita guidata permette di accedere a venti ambienti riccamente arredati e alla straordinaria biblioteca che conta oltre 50.000 volumi antichi e codici miniati. La bellezza di Lonato, cittadina che ha mantenuto un aspetto legato alla dominazione veneta, giustifica un gita della durata di una giornata. Oltre al complesso della Fondazione, il centro storico merita una passeggiata alla ricerca di opere d’arte veneziane, nelle chiese e per le vie dell’antico borgo.
L’ISOLA DEL GARDA Situata sulla sponda bresciana del lago di Garda, a poche braccia d’acqua da San Felice del Benaco, è stata per secoli espressione del più alto misticismo (San Francesco vi aveva fondato una piccola comunità). Oggi deve il suo fascino alla straordinaria villa in stile neogotico veneziano, progettata dall’architetto Luigi Rovelli nei primi ’900; un’imponente costruzione armonica, ricca di particolari architettonici sorprendenti. Ai suoi piedi terrazze e giardini all’italiana digradano fino al lago. Tutt’intorno la vegetazione è rigogliosa e intatta, ricca di piante locali, esotiche, essenze rare e fiori unici. Una selva armonica di pini e cipressi, di acacie e limoni, di magnolie e agavi. L’isola del Garda è magia e mistero.
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I SITI PALAFITTICOLI PREISTORICI DELL’ARCO ALPINO I siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino sono stati inseriti, nel 2011, nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco. Si tratta dei resti di villaggi preistorici ubicati sulle rive di laghi o di fiumi, databili dal 5000 al 500 a. C. e di cui sono rimaste tracce, reperti e materiali organici. In territorio bresciano questi resti sono stati ritrovati a Desenzano del Garda (zona denominata Lavagnone), Sirmione (Lugana Vecchia e Belvedere), a Manerba (Gabbiano di San Sivino) e Polpenazze del Garda (Lucone). Questi insediamenti attirano per la loro unicità universitari e ricercatori da tutta Europa, in quanto sono uno dei bacini infra morenici meglio conservati del Garda. Gli scavi, tutt’ora in corso, hanno portato alla luce ampi tratti dell’insediamento e dei villaggi e una messe di reperti archeologici di fondamentale importanza per lo studio dell’interazione tra uomo e ambiente nel corso dei secoli, con un unico grande villaggio, oppure più piccoli insediamenti. Per saperne di più, vanno visitati il Museo G. Rambotti, a Desenzano, e il Museo Archeologico della Valle Sabbia, a Gavardo. Inoltre è possibile partecipare a visite guidate ai siti, anche durante gli scavi.
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LE GROTTE DI CATULLO E IL CASTELLO DI SIRMIONE All’estremità della penisola di Sirmione, in posizione dominante il lago e la sottostante spiaggia di grandi sassi bianchi, si trovano i resti della villa romana che, da secoli, è denominata “Grotte di Catullo”. Le Grotte sono fra i più affascinanti resti archeologici di epoca romana dell’intero nord Italia e arricchiscono la visita a Sirmione. Le “Grotte”, come vennero chiamate nel Cinquecento, sono i resti di una grande villa appartenuta al poeta latino Catullo ed eretta tra la fine del I sec. a. C. e gli inizi del I sec. d.C. Sirmione è una fra le più affascinanti cittadine del lago di Garda e sorge sull’omonima penisola. L’accesso al centro storico (di origine medievale) avviene attraverso un ponte levatoio, fra le mura di un castello eretto nel Milleduecento. Le torri e le mura merlate sono il luogo obbligato di ogni visita, perché da qui si vedono l’intero lago e il panorama collinare che lo circonda. A fianco del castello si trova la darsena, in perfetto stato di conservazione; più oltre, la chiesa di San Pietro in Mavino (forse costruita dai pescatori del luogo nel 700), poi ci si addentra tra negozi, ristoranti tipici e splendide case che hanno catturato anche l’animo di Maria Callas, che qui ha lungamente vissuto.
L’EPOPEA DI ROMA SULLE RIVE DEL LAGO Le “Grotte di Catullo” sono i resti della grande villa situata sulla punta della penisola di Sirmione. Appartenuta al poeta latino Gaio Valerio Catullo, si trova in posizione dominante la penisola di Sirmione ed è la meta di milioni di turisti. La villa è uno dei più grandiosi esempi di edificio privato dell’Italia settentrionale. L’epoca Romana continua a Desenzano con la visita ai resti di un’altra importante villa (e dell’aratro più antico del mondo) e a Toscolano Maderno e continua con le pievi romaniche di Sant’Andrea (a Maderno), Sant’Emiliano (a Padenghe) e San Francesco (a Gargnano). Nel corso del nostro viaggio, merita una visita il Santuario della Madonna di Montecastello, a Tignale, a strapiombo sul lago.
I LUOGHI DELLA REPUBLICA DI SALÒ Un itinerario storico più recente è quello dei luoghi della Repubblica Sociale Italiana, denominata «Repubblica di Salò», istituita al termine della seconda Guerra Mondiale. Gran parte degli edifici storici di Toscolano Maderno, Salò e Gargnano oggi ospitano splendidi hotel e edifici pubblici; una visita fra arte, architettura e la storia dei nostri tempi.
LA TORRE DI SAN MARTINO Una torre di 74 mt svetta sulle colline del Garda. Questo edificio, il cui interno è affrescato con episodi delle guerre del Risorgimento, è uno dei luoghi più visitati del basso Garda ed è affiancato da un ossario e da un piccolo museo dedicato
alla battaglia di San Martino e Solferino del 1859. Gli scontri violentissimi (39 mila uomini fuori combattimento, 11 mila morti, 23 mila feriti) indussero Jean-Henry Dunant, che aveva visitato il campo di battaglia, a idealizzare i principi che portarono alla nascita della Croce Rossa. L’area circostante è coperta di filari di vite da cui si ricava l’omonimo vino, con aziende agricole e agriturismi e ogni anno ospita una rievocazione della battaglia.
LA VALLE DELLE CARTIERE Dal ’400 in questa valle nel comune di Toscolano si produceva carta, destinata prevalentemente alla Repubblica Serenissima di Venezia. Il paesaggio suggestivo, non immaginabile per chi percorre la vicina strada che costeggia il lago, e la ricchezza delle testimonianze storiche sono un richiamo per molti visitatori che scorpono gli alcuni edifici, il museo della carta e l’ambiente naturale, fatto di ripidi versanti e strette forre entro cui scorreva l’acqua che alimentava l’antica industria cartiera.
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VALLE CAMONICA
LE INCISIONI RUPESTRI: IL PRIMO SITO PATRIMONIO MONDIALE UNESCO IN ITALIA
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ARTE E CULTURA
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e rocce della Valle Camonica sono state scolpite nel corso di 10.000 anni con incisioni rupestri, una scrittura prima della scrittura che ha avuto un profondo significato religioso e sociale per le popolazioni preistoriche. È possibile visitarne una parte, calandosi nell’ambiente naturale di una delle aree protette, veri e propri musei all’aperto organizzati per l’accoglienza turistica e le visite didattiche: Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte), Riserva Naturale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, Parco Nazionale dei Massi di Cemmo (Capo di Ponte), Parco Archeologico di Seradina Bedolina (Capo di Ponte), Parco del Lago Moro (località Luine e Corni Freschi a Darfo B.T.), Parco di Asinino-Anvoia (Ossimo), Parco Archeo-minerario di Sellero e percorso pluritematico del Coren delle Fate (Sonico). Nel 1979 l’arte rupestre della Valle Camonica è stata inserita, prima in Italia, nella World Heritage List dell’Unesco.
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L’ARCHEOPARK Il parco tematico consente di rivivere la Preistoria e andare alla scoperta del popolo degli antichi Camuni, che per primi hanno abitato la Valle Camonica. È un viaggio ideale che fa tornare a 15 mila anni fa, in uno spazio di circa 100.000 mq, immersi nella natura e tra boschi di castagni, ai piedi e lungo le pendici del Monticolo (a Boario Terme). Ideale punto di unione fra divertimento e didattica, consente di trascorrere una giornata serena, distensiva e al contempo avventurosa per genitori e figli che, guidati dagli animatori culturali, entrano nei villaggi preistorici, visitano grotte e ripari dai cacciatori di 10.000 anni fa, scoprono la vita dei primi agricoltori sedentari, raggiungono le palafitte e conoscono la vita dei cacciatori, degli artigiani e, nel bosco che ammanta la collina, entrano nel villaggio fortificato con alti muri e palizzate. Laboratori di archeologia preistorica per ripetere i gesti dell’uomo del passato: accendere il fuoco, macinare il grano, fondere i metalli, tirare con l’arco, costruire strumenti musicali, viaggiare in piroga…
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ARTE E CULTURA
LA VIA CRUCIS DI CERVENO “Il più sconosciuto e commovente Sacro Monte italiano”. Così è stata definita la Via Crucis realizzata nella chiesa parrocchiale di Cerveno, in Valle Camonica. La Via Crucis è opera di Beniamino Simoni, scultore ligneo bresciano, che dal 1752 soggiornò nel piccolo comune di Cerveno dove realizzò la maggior parte delle 198 statue a grandezza naturale, in legno e stucco, inserite in 14 cappelle e che contengono le sculture sulla passione di Gesù. L’omogeneità dei materiali usati e l’unitarietà dello stile conferiscono all’insieme un aspetto particolare armonioso e di notevole interesse artistico; mirabile espressione della tradizione della scultura del legno in Valle Camonica, seminascosta in un piccolo borgo sulle pendici montane.
LA VIA DEL ROMANINO L’itinerario si snoda tra Pisogne, Breno e Bienno, tre paesi della Valle Camonica dove sono custodite le opere più importanti di Girolamo Romano, detto il
Romanino, grande pittore bresciano. “La Via del Romanino” inizia a Pisogne, a nord del lago d’Iseo in direzione della Valle Camonica. Qui il pittore ha lavorato a metà del 1500 e affrescato la volta e le pareti della cinquecentesca chiesa dedicata a Santa Maria della Neve. La chiesa è un vero e proprio piccolo gioiello, con al suo interno un ciclo pittorico che ritrae la Passione di Gesù Cristo e termina con una drammatica crocifissione. Salendo verso la media Valle si arriva a Breno, per visitare la chiesa di Sant’Antonio. Qui il Romanino, nel 1535, ha affrescato il presbiterio con scene affollate di personaggi-spettatori, collocati in ampie scenografie architettoniche. Sempre a Breno, nel Museo Civico, è conservata La Crocifissione, olio su tela, opera della maturità dell’artista. L’ultima tappa è a Bienno, nella chiesa quattrocentesca di Santa Maria
Annunciata. Le opere di Romanino hanno toni più pacati e colori tenui. Sulle tre grandi pareti laterali sono illustrati lo sposalizio della Vergine, l’incontro di Gioacchino e Anna e la presentazione di Maria al Tempio. Un breve viaggio alla scoperta di uno dei grandi artisti della Brescia del Rinascimento.
IL MUSEO DELLA GUERRA BIANCA IN ADAMELLO Il Museo della Guerra Bianca in Adamello, a Temù, tutela e valorizza i beni culturali, il patrimonio storico e l’ambiente d’alta quota che è stato teatro della prima Guerra Mondiale. Questa guerra è stata denominata “Guerra Bianca”, perché combattuta sulle Alpi e, in particolare, sul fronte dell’Adamello, dove si è registrato il maggior numero di cruente battaglie negli scenari imbiancati dalla neve e dal ghiaccio. L’area interessata è il fronte di alta montagna che si estende dal Passo dello Stelvio sino al lago di Garda. A Temù, nel Museo, sono esposti reperti storici, manufatti bellici, documenti di qualsiasi specie relativi alla guerra e agli armamenti; inoltre sono periodicamente organizzate attività didattiche, culturali e di ricerca storica, con un centro di documentazione che conserva libri, documenti e strumenti multimediali riguardanti la guerra combattuta in alta montagna. Di particolare interesse sono le escursioni e le visite guidate a trincee, casematte e luoghi di battaglia, tutti in alta quota e in ambienti affascinanti dal punto di vista paesaggistico e di memoria storica.
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VALLE TROMPIA
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ARTE E CULTURA
LA COLLEZIONE PAOLO VI ARTE CONTEMPORANEA La collezione, frutto dei vari lasciti del pontefice bresciano, si trova a Concesio accanto alla casa natale di Paolo VI. La Collezione raccoglie ed espone il patrimonio di settemila dipinti, disegni, stampe, medaglie e sculture del ’900 appartenute a Giovanni Battista Montini (1897-1978), divenuto nel 1963 Papa Paolo VI. Tra gli autori rappresentati nella Collezione spiccano i nomi di Matisse, Chagall, Picasso, Dalí, Magritte, Rouault, Severini, Morandi, Fontana, Manzù, Hartung, Guitton: una testimonianza del vivo scambio culturale degli artisti con il pontefice e con il suo segretario Pasquale Macchi. Oltre all’itinerario principale di visita, vi sono sezioni specificamente dedicate alla grafica e alla medaglistica e un ampio laboratorio didattico.
LA VIA DEL FERRO E DELLE MINIERE Oggi è possibile vivere un appassionante viaggio nel tempo e nel territorio della Valle Trompia, attraverso le testimonianze del suo passato culturale e produttivo. Le gallerie e gli impianti di superficie delle miniere, i forni di arrostimento e di fusione del minerale, le fucine, rappresentano le tappe principali di un itinerario di archeologia industriale che da sempre lega il territorio triumplino alla città di Brescia. Tali siti, oggi diventati musei, sono accessibili al pubblico e possono essere fruiti attraverso percorsi tematici, attività didattiche e animazioni, mostre ed eventi, proposti dal Sistema Museale di Valle Trompia.
LA VIA DEL SACRO E DELL’ARTE Il cospicuo patrimonio storico-artistico e archeologico della Valle Trompia di carattere religioso testimonia, nei santuari, nelle pievi e nelle chiese, una concreta manifestazione della spiritualità locale. L’itinerario nasce con lo scopo di valorizzare e promuovere non solo i numerosi siti distribuiti sul territorio, ma anche i capolavori che custodiscono (affreschi, dipinti e sculture lignee), attribuiti a grandi artisti bresciani, quali Romanino, Moretto e Foppa. Tali siti possono essere visitati autonomamente oppure con il supporto di guide specializzate, messe a disposizione dal Sistema Museale di Valle Trompia.
IL BOSCO RACCONTA In Valle Trompia si è mantenuta ed è evoluta un’economia di carattere rurale legata al bosco e alla zootecnia di montagna in alta e media valle, alla viticoltura, alla frutticoltura e alla castanicoltura da frutto nella bassa valle. Il mondo contadino risulta così legato a vari aspetti naturalistici, culturali e della memoria. L’itinerario fra queste diverse realtà è promosso dall’Ecomuseo di Valle Trompia e nasce dalla volontà di tramandare antichi saperi, coinvolgendo i
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visitatori in esperienze di vita e di lavoro strettamente collegate al territorio, con la possibilità di visitare sentieri etnograficonaturalistici.
ALTRI MUSEI La Valle Trompia offre la visita ad altri musei quali il “Museo Etnografico di
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Lodrino”, la cui collezione è legata al bosco, all’allevamento del bestiame e all’artigianato di montagna, e il “Museo delle Costellazioni di Lumezzane”, per esplorare la volta celeste nel Planetario o nell’Osservatorio Serafino Zani.
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VALLE SABBIA
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ARTE E CULTURA
IL SACRO E IL PROFANO La Valle Sabbia racconta una storia militare, archeologica, di arte sacra e, allo stesso tempo, di natura e di sport outdoor. Forti e rocche, fucine e forni fusori, scultura lignea e liuteria, musei etnografici, della resistenza e del lavoro, capolavori nascosti di Tiziano e Tintoretto sono il patrimonio di questa regione; accanto a un autentico paradiso dell’outdoor per tutte le stagioni.
IL CARNEVALE DI BAGOLINO È tra gli eventi folkloristici più divertenti e caratteristici che si svolgono in provincia. L’origine del Carnevale è molto antica e ancora da scoprire. Si ipotizza che le musiche provengano dall’Europa centrale e i balli dal Trentino e dal Tirolo. Per le strade del borgo sfilano le maschere: gli eleganti ballerini, i suonatori e le dispettose maschere. Protagonisti: l’ironia, i colori e la convivialità.
LA ROCCA D’ANFO La Rocca d’Anfo è costruita da trincee, strade coperte, alloggi per i soldati e una caserma, e rappresenta un microcosmo militare di grande interesse. Grazie alla sua posizione strategica sul lago d’Idro, è stata base ambita degli eserciti veneziani, francesi e austriaci. Oggi è meta di visite, la passeggiata è mediamente impegnativa, con accompagnamento obbligatorio.
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LAGO D’ISEO E FRANCIACORTA
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ARTE E CULTURA
IL MONASTERO S. PIETRO IN LAMOSA Dal monastero di San Pietro in Lamosa si gode di una vista splendida sulle Torbiere del Sebino, dichiarate Riserva Naturale nel 1983. ll Monastero ha un’origine romanica (1083), ma ha conosciuto ristrutturazioni e ampliamenti, conservando comunque un’armonia globale e tracce riconoscibili di varie epoche, che ne fanno un interessantissimo monumento di mille anni di storia europea. Privatizzato a fine ’700 e in parte degradato, è stato restaurato in anni recenti e reso pubblicamente fruibile. Il recupero ha riportato alla luce, nella chiesa e nell’oratorio dei Disciplini, molti affreschi, databili tra l’XI e il XVI secolo e ispirati alle opere di artisti famosi, non solo italiani. Raccolto e suggestivo, il piccolo chiostro, con un giardino che emoziona in virtù di spettacolari cespi di ortensie e di due bossi secolari.
L’ABBAZIA OLIVETANA DI RODENGO SAIANO L’Abbazia di San Nicola, uno degli edifici religiosi più monumentali d’Italia, è stata fondata nel XI secolo. Dal 1446 prosperò nuovamente grazie ai frati Olivetani, che ottennero il possesso del priorato di Rodengo. Il complesso – di proprietà pubblica – è tornato nel 1969 in uso ai religiosi, che lo hanno restituito alla sua destinazione originaria. Ciò ha segnato l’inizio di un imponente restauro, che ha riportato agli antichi splendori la chiesa, il chiostro del tardo Cinquecento a colonne combinate, il chiostrino rustico quattrocentesco, il refettorio, la galleria monumentale e le diverse sale che ospitano capolavori dei massimi esponenti artistici del Bresciano
specialmente dei secoli XVI e XVII. Ospita un laboratorio per il restauro del libro.
VIA VALERIANA, FRA IL LAGO E LA VALLE L’antico percorso dei Pellegrini, che univa Brescia alla Valle Camonica, parte da Pisogne e arriva a Pilzone d’Iseo. L’itinerario è panoramico; si costeggia il lago, si superano piccole cappelle votive e chiese di paese, ci si addentra in boschi di castagno e faggio e si affianca Zone, con il suo Parco regionale delle Piramidi. Il silenzio della natura e il romanticismo della passeggiata regalano emozioni e inducono alla riflessione. Si cammina e si osservano scorci di grande fascino, dimenticando per un attimo qualche salita più impegnativa, ma sempre alla portata di tutti. Un percorso amato e frequentato per la sua dolce bellezza.
IL MAGLIO DI OME Un’antica famiglia di produttori di attrezzi agricoli (gli Averoldi) ha dato il nome al Maglio Averoldi. È possibile visitare la fucina, risalente al XV secolo e caratterizzata da una ruota idraulica che muove il maglio e permette di assistere a dimostrazioni di lavorazione del ferro. Il maglio si trova nel Borgo del Maglio, un suggestivo nucleo di edifici rurali che illustrano il patrimonio di cultura ed esperienza accumulato nei secoli dalla perizia e dalla passione degli artigiani.
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PIANURA BRESCIANA
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IL TIEPOLO A VEROLANUOVA La chiesa di San Lorenzo, a Verolanuova, è fra le più grandi parrocchiali della Lombardia. Il piccolo paese si trova nella fertile pianura bresciana, a poca distanza dal capoluogo, ma la qualità delle opere che conserva è assoluta: due grandi tele del pittore veneziano Gianbattista Tiepolo, datate 1740. Una di queste ritrae “La caduta della Manna”, la seconda (proprio di fronte alla prima, nella stessa cappella) il “Sacrificio di Melchisedech”; entrambe misurano 55 mq. Non è solo la considerevole dimensione delle opere a catturare il visitatore, ma anche la loro qualità. La chiesa è essa stessa un autentico scrigno d’arte, con una cupola, con sovrastante lanterna, che è stata la prima ad essere realizzata in terra bresciana.
IL CASTELLO DI PADERNELLO
famiglia dei Martinengo. Immerso nella campagna, fra i campi, circondato da un fossato che lo protegge da assalti e pericoli vari, è l’elemento di nobiltà di uno splendido borgo rurale, con le sue estese ed eleganti corti interne. Sulla contrada del minuscolo borgo si affacciano ancora quelle che erano le case botteghe con le loro caratteristiche aperture. Locande e trattorie tipiche hanno ridato vita all’abitato e offrono un motivo in più per visitare questo originale bellissimo villaggio. Molto frequentato è il Mercato della Terra, che si svolge periodicamente nel suggestivo borgo e raccoglie piccoli produttori biologici; l’evento si svolge ogni terza domenica del mese ed è organizzato da Slow Food. Dopo aver fatto la spesa si pranza tutti insieme, in un’atmosfera di sincera convivialità.
L’imponente castello residenziale è stato costruito fra il 1400 e il 1500 dalla nobile
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