Le Chiese di Brescia

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DIOCESI DI BRESCIA Ufficio pastorale turismo e pellegrinaggi

LE CHIESE di BRESCIA www.bresciatourism.it


INDICE INFORMAZIONI TURISTICHE Pag. 4

IL CENTRO STORICO DI BRESCIA Pag. 5

LE CHIESE DI BRESCIA Pag. 6-55

PUNTI D’INTERESSE RELIGIOSO IN CITTÀ E PROVINCIA Pag. 56-63

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LE CHIESE DI BRESCIA


BRESCIA E LA SUA PROVINCIA TERRA DI PROFONDA SPIRITUALITÀ FEDE, CULTURA E PAESAGGI

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uovendosi nel segno della fede il visitatore trova a Brescia, terra di Papa Paolo VI, svariate opportunità di vacanza. Cultura dell’ospitalità e servizi efficienti sono la base di un turismo che trova nelle chiese di Brescia e in una diffusa religiosità popolare l’elemento per sperimentare il piacere della scoperta, della spiritualità e dell’emozione originata dall’arte. Grandi cattedrali e piccole chiese conservano autentici capolavori della pittura e della scultura italiana e i visitatori sono stimolati al

piacere della scoperta di percorsi artistici fra musei, chiese di campagna e antiche pievi. I quadri del Romanino, del Foppa, del Tiepolo, le sculture lignee, il marmo e le cave di Botticino; i panorami dei laghi di Garda e Iseo e gli spazi ampi, verdi e rocciosi delle vette dell’alta Valle Camonica; i ritmi della campagna bresciana e il dinamismo di Brescia, la città capoluogo: tutto contribuisce a ispirare il lavoro degli artisti, a stimolarne la spiritualità e a offrire ai visitatori un’esperienza unica.

LE CHIESE DI BRESCIA

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Brescia è collocata in una posizione strategica, a breve distanza da Milano e Venezia e all’intersezione dei grandi corridoi europei che collegano la Francia all’Austria (da Ovest ad Est) e la Germania il centro Europa a Roma (da Nord a Sud).

1 Biblioteca Queriniana Via Mazzini, 1

INFORMAZIONI Brescia è il punto mediano di un circuito di città d’arte come Verona, Trento, Bergamo, Milano, Mantova e Cremona. Brescia e i suoi laghi sono il luogo ideale per soggiornare e da cui partire per visitare queste mete. La collocazione geografica, il paesaggio, il patrimonio storico, artistico, culturale, le proposte enogastronomiche, gli eventi, le infrastrutture fanno della provincia di Brescia un territorio ad alta vocazione turistica. Facilmente raggiungibile sia per autostrada che per ferrovia o aereo.

2 Castello Via Castello 3 Duomo Nuovo e Vecchio, Broletto Piazza Paolo VI (pag. 6) 4 Piazza Loggia Torre dell’Orologio 5 Museo della Mille Miglia Viale della Rimembranza, 3 6 Museo di Scienze Naturali Via Ozanam, 4 7 Museo Diocesano di Arte Sacra Via Gasparo da Salò, 13 (pag. 56) 8 Pinacoteca Tosio Martinengo Via Martinengo da Barco, 1 9 S. Clemente Vicolo San Clemente (pag. 48) 10 S. Faustino in Riposo Via Musei (pag. 12) 11 S. Francesco d’Assisi, Via S. Francesco (pag. 30)

IN AEREO Verona Villafranca Valerio Catullo (50 km) www.aeroportoverona.it Montichiari Brescia G. D’Annunzio (15 km) www.aeroportobrescia.it Bergamo Orio al Serio (80 km) www.sacbo.it Milano Linate e Malpensa (100 km) www.sea-aeroportimilano.it Venezia Marco Polo (180 km) www.veniceairport.it

IN TRENO Linee Brennero-Modena / Milano-Venezia www.trenitalia.it

IN AUTO Da Torino e Milano autostrada A4 o A35 fino all’uscita di Brescia Centro (per la città). In alternativa, da Torino percorrere l’autostrada A21. Da Venezia o Verona autostrada A4 direzione Milano fino all’uscita di Brescia Centro. Da Bologna, Firenze o Roma percorrere l’autostrada A1 fino a Modena, proseguire sulla A22 fino a Verona e quindi sulla A4 fino a Brescia Centro. Da Genova e la Liguria prendere la A7 fino a Tortona e continuare sulla A21 fino a destinazione. www.autobrennero.it / www.autostrade.it

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INFORMAZIONI

12 S. Giovanni Evangelista e SS. Sacramento Contrada S. Giovanni, 12 (pag. 22)

13 S. Giuseppe Vicolo S. Giuseppe, 5 (pag. 16) 14 S. Lorenzo Via Moretto (pag. 38) 15 S. Maria in Calchera Piazzetta S. Maria in Calchera (pag. 46) 16 S. Maria dei Miracoli, Corso Martiri della Libertà (pag. 34) 17 S. Maria del Carmine C.da Carmine, Vic. Manzone, 7 (pag. 18) 18 S. Maria della Carità, Via Musei, 41 (pag. 10) 19 S. Maria della Pace, Via Pace (pag. 26) 20 S. Maria delle Grazie Via Grazie, 13 (pag. 24) 21 S. Pietro in Oliveto, Via del Castello (pag. 54) 22 S. Zeno al Foro Piazza del Foro (pag. 50) 23 Sant’Afra in S. Eufemia Corso Magenta, 68 (pag. 44) 24 Sant’Agata Corsetto Sant’Agata (pag. 36) 25 Sant’Alessandro P.tta Sant’Alessandro (pag. 40) 26 Sant’Angela Merici Via Crispi (pag. 42) 27 Santa Giulia Museo della Città, Via Musei, 81/b 28 SS. Corpo di Cristo Via Piamarta, 9 (pag. 52) 29 Ss. Cosma e Damiano Via Cairoli (pag. 28) 30 SS. Faustino e Giovita Via S. Faustino (pag. 20) 31 Ss. Nazaro e Celso Corso Matteotti (pag. 32) 32 Teatro Grande Corso Zanardelli 33 Tempio Capitolino e Teatro Romano Via Musei, 57/a 34 Torre della Pallata Corso Mameli, angolo Via Pace 35 Chiesa San Giorgio Piazzetta San Giorgio (pag. 14) 36 TOURIST INFORMATION OFFICE

Via Trieste, 1 (Piazza Paolo VI) Tel. +39.030.2400357

37 Piazzale Stazione Tel. +39.030.8378559


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SANTA GIUL GIULIA

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INFORMAZIONI

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DUOMO NUOVO 3

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PIAZZA PAOLO VI


Il Duomo Nuovo si trova nella centralissima piazza Duomo o piazza Paolo VI. Fu progettato dall’architetto Giovanbattista Lantana e sorge proprio sopra i resti dell’antica basilica di San Pietro de Dom. Avviati nel 1604, i lavori di costruzione subirono vari rallentamenti, a causa di varie difficoltà finanziarie; circa un secolo dopo ripresero per impulso del cardinale Angelo Maria Querini, il cui busto (realizzato da Antonio Callegari) è raffigurato sopra il portale mediano, e terminarono con il completamento della cupola, nel 1825. La cupola ha un’altezza interna di 80 metri ed è la terza più alta in Italia. La facciata barocca del Duomo è in marmo di Botticino. Questo marmo proviene dalle omonime cave che si trovano alle spalle di Brescia ed è stato

impiegato, secoli dopo, per realizzare l’Altare della Patria, a Roma, la Casa Bianca, a Washington, la Statua della Libertà e la Stazione Centrale, a New York, e altri importanti monumenti. Nel timpano triangolare della facciata del Duomo è raffigurato lo stemma della città. All’interno, sul primo altare di destra c’è un Crocifisso ligneo del ’400; nella lunetta è dipinto il Sacrificio di Isacco, realizzato dall’artista Moretto (soprannome di Alessandro Bonvicino, 1498-1554). Sul terzo altare è visibile l’Arca di Sant’Apollonio (vescovo di Brescia nel III secolo), realizzata nel 1510, con altorilievi attribuiti a Maffeo Olivieri. Molto interessanti sono le due coppie di tele dipinte da Girolamo Romani, detto Il Romanino (pittore bresciano, 1484-1560) e, nella cappella della Trinità, la pala di Giuseppe Nuvolone, un grandioso ex voto per la fine della peste nel 1630. La pala dell’Assunta che si vede sullo sfondo del presbiterio è di Iacopo Zoboli (1773), mentre nell’altare a sinistra del presbiterio è interessante una tela di Palma il Giovane. Lungo la navata sinistra è visibile il monumento dedicato a Giovanbattista Montini, il bresciano papa Paolo VI, realizzata nel 1984 dallo scultore Raffaele Scorzelli. La visita al Duomo è accessibile ai disabili.

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DUOMO VECCHIO 3

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PIAZZA PAOLO VI


Il Duomo Vecchio, chiamato anche “Rotonda” per la sua forma circolare, risale al 1100. Fu costruito da una antichissima Corporazione di muratori specializzati ed è un autentico gioiello della città di Brescia, oltre che il maggior tempio di stile Romanico circolare tuttora esistente. Nel 1400 l’abside fu allungata e affiancata da due cappelle laterali; circa un secolo dopo l’edificio fu oggetto di nuovi interventi, come l’apertura di una porta alla base del campanile; questo intervento indebolì la struttura e la fece parzialmente crollare nel 1708. Il portale in cotto che si vede sulla sinistra e da cui scende una scaletta, fu aperto nel ’300 quando già l’innalzamento del livello della piazza aveva occluso le altre porte. All’interno del Duomo Vecchio si trova il monumento sepolcrale dedicato a Berardo Maggi che nel 1275 fu nominato vescovo della città. Il monumento risale al primo decennio del ’300 ed è un tipico esempio di scultura romanica, in marmo rosso. Molto interessante è anche il monumento funebre del vescovo Balduino Lambertini da Bologna, realizzato nel 1349 da Bonino da Campione. Nel transetto, cioè nella zona che taglia orizzontalmente la chiesa, sotto il pavimento sono visibili alcuni

frammenti della precedente basilica (secolo VI) e di un impianto termale romano; nella parte centrale della chiesa ci sono affreschi della seconda metà del 1200; nel braccio destro una grande tela di Francesco Maffei, in cui è raffigurato il campanile che poi era crollato. Nelle cappelle si trovano opere di Gerolamo Romani (il Romanino), del Moretto, di Palma il Giovane, di Grazio Cossali e di Antonio Gandino. L’altare maggiore risale al ’300, il coro e l’organo sono della metà del 1500. Nella cappella detta delle Sante Croci è custodito in una cassaforte un autentico tesoro: la teca delle Santissime Spine, la Stauroteca (sec. XI), la Croce di Campo (o dell’Orifiamma, sec. XII; quest’ultima è la croce che veniva issata sul Carroccio); inoltre la Teca e il Reliquiario della Santa Croce. Queste splendide e uniche opere d’arte vengono esposte nel Duomo Nuovo solo l’ultimo venerdì di marzo e il 14 settembre, giorno dell’Esaltazione della Santa Croce. Molto interessanti sono anche l’arca del vescovo Domenico de Domenici (1478), una grande pala di Pietro Marone e la pietra tombale di Aurelio Duranti (1451). La Cripta di San Filastrio si trova sotto il Duomo Vecchio, è aperta alle visite e appartiene alla primitiva basilica risalente all’IIX secolo.

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SANTA MARIA DELLA CARITÀ

(O DEL BUON PASTORE) 18

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VIA MUSEI


L’origine della chiesa risale al XVI secolo. Circa un secolo dopo, nel 1640, la chiesa (che inizialmente era dedicata a Maria Maddalena) venne ricostruita e soggetta nel ’700 a ulteriori modifiche con l’inserimento di ornamenti scultorei e pittorici nella facciata. Nel 1825 si completano i lavori con l’innalzamento della grande croce sulla cupola. Nella seconda metà del Seicento sul fastoso altare maggiore (uno dei più belli in città) era stata posta l’immagine della Vergine dei Terragli (detta anche Madonna della Carità, opera del ’400 dai tratti miracolosi e che in origine era appartenuta al monastero di San Girolamo) e all’interno dello stesso altare, lateralmente, era stata costruita una cappella che riproduce fedelmente la Santa Casa del santuario di Loreto. I lavori si sono completati nel 1825 e recentemente la Chiesa è stata restaurata e riconsegnata alla città nella sua grande bellezza. La chiesa è conosciuta dai bresciani

anche come Chiesa del Buon Pastore. L’esterno è sobrio, con un bel portale e due colonne in marmo egiziano provenienti dalla basilica paleocristiana di S. Pietro de Dom (quella che era stata demolita nel ’600 per erigere il Duomo Nuovo). L’interno, a pianta ottagonale, è ricco di stucchi, affreschi e decorazioni e, insieme al notevole pavimento con marmi policromi, genera un forte impatto visivo e scenografico. Nell’insieme il tempio è una magnifica espressione del periodo barocco in città.

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SAN FAUSTINO IN RIPOSO 10

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VIA MUSEI, SOTTO PORTA BRUCIATA

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La facciata esterna della chiesa presenta un tetto conico realizzato in cotto e visibile dalla piazzetta retrostante. Il nome della chiesa deriva da una antica leggenda e fa riferimento alla sosta della processione che, all’inizio del IX secolo, trasportava i corpi dei santi Faustino e Giovita (patroni della città) verso la chiesa di San Faustino Maggiore. I due corpi compirono il miracolo di trasudare sangue e, in segno di devozione, la cittadinanza eresse questa cappella. La chiesetta è stata eretta alla fine del secolo XII sulle rovine di una precedente cappella; ha un interno a pianta circolare, rifatto nel ’700 e ’800. La pala dell’altare maggiore raffigura la Vergine Maria con Gesù, in mezzo ai Santi Faustino e Giovita, ed è opera di Domenico Romani (1743). Sono presenti numerosi ex-voto e nella cappella di sinistra è esposta un’immagine della Madonna particolarmente cara alla devozione popolare bresciana. L’architettura esterna è molto originale, con un corpo cilindrico di pietra coperto da un tetto a tronco di cono, su cui

poggia una cella campanaria cilindrica con quattro piccole bifore e un pinnacolo anch’esso dentellata in cotto.

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SAN GIORGIO 35

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PIAZZETTA S. GIORGIO


Fondata nella seconda metà del Duecento e rimaneggiata in periodo barocco, è rimasta chiusa al pubblico per parecchi decenni nel corso del Novecento ed è stata riaperta, dopo un radicale restauro, all’inizio del 2010. Oggi contiene numerosi e importanti frammenti dell’originale decorazione pittorica duecentesca, affiancati agli affreschi barocchi del Seicento, mentre tutte le tele che anticamente vi erano conservate si trovano nel vicino Museo Diocesano di Brescia. Attualmente la chiesa è utilizzata come sala convegni e conferenze, ma è ancora consacrata. La struttura attuale fu realizzata dalla seconda metà del Duecento dai Frati Minori; nel Cinquecento venne occupata dalla Confraternita di

Santa Maria della Misericordia, istituita per dare assistenza dei condannati a morte. È la stessa Confraternita a commissionare il rifacimento barocco della chiesa fra il Seicento e il Settecento. La scenografica scalinata d’accesso, a doppia rampa, è stata restaurata nel 1639, mentre la facciata è opera settecentesca. La Confraternita, come molti altri ordini religiosi, è stata soppressa all’inizio dell’Ottocento e questa decisione ha decretato l’inizio dell’abbandono della chiesa, che arriverà ad essere totale nella prima metà del Novecento.

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SAN GIUSEPPE 13

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VICOLO SAN GIUSEPPE, 5


I Frati Minori Osservanti, fra il 1519 e il 1580, fecero edificare un nuovo monastero con una chiesa dalle tipiche forme rinascimentali per ricostituire, vicino a Torrelunga (in Brescia) la chiesa che era stata distrutta durante il saccheggio del 1512. Nella chiesa, l’ampia volta a botte della navata centrale dalla splendida decorazione geometrica è sorretta da otto massicce colonne e conferisce un forte senso di unità spaziale a tutto l’insieme. Gli altari sono dedicati alle varie arti e mestieri, mentre i sepolcri ospitano le spoglie di personaggi famosi come Benedetto Marcello e Gasparo da Salò (inventore del violino). La facciata, con tre pinnacoli a forma di lanterna, è impreziosita da tre portali cinquecenteschi. Fra le tre navate centrali dell’interno risalta un presbiterio sopraelevato, per costruire il quale nel 1978 fu realizzato un sovrappasso sul vicolo a settentrione. Nel presbiterio emergono il coro intarsiato di Clemente Zamara (1500) e l’organo di Graziadio e Costanzo Antegnati (1581) che ha conservato la sue eccezionali caratteristiche sonore. La chiesa conta ben dieci cappelle per lato, con un ricco corredo pittorico prevalentemente del XVIII secolo; sulle parti terminali delle navate e in due riquadri sulle pareti laterali sono stati recentemente riscoperti affreschi della scuola del Romanino. Sul lato occidentale della chiesa si trovano due chiostri, cui si accede dalla piazza San Giuseppe, entrambi con affreschi dei secoli XVII-XVIII di soggetti legati all’ordine francescano. Il convento di San Giuseppe ospita dal 1978 il Museo Diocesano di Arte Sacra e il Museo del tessuto liturgico, con opere provenienti da chiese, enti e privati, per lo più di soggetto sacro, grandi dipinti e sculture e oggetti di arti applicate.

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SANTA MARIA DEL CARMINE 17

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VICOLO MANZONE, 7


Fu edificata tra il 1429 e il 1475 e rimaneggiata nei sec. XVI-XVII. Nella facciata di stile romanico-gotico spicca l’impronta rinascimentale dei finestroni, la cui cornice è in terracotta policroma, e del portale finemente scolpito, con una Annunciazione di Floriano Ferramola affrescata nel lunettone centrale. Dalla pittoresca e multietnica via San Faustino si ammira la fuga di pinnacoli che caratterizza il profilo della chiesa, che conserva affreschi di Tomaso Sandrini, Bernardino Gandino, Camillo Rama, Antonio Gandino il Vecchio e Giacomo Barucco. Nella chiesa vi sono anche dipinti di Vincenzo Foppa, Pietro Marone, Antonio Cappello, Francesco Giugno, Bagnadore

(o Pietro Marone) e Palma il Giovane. Una cappella (la settima) fu trasformata in sacrestia e conserva elementi architettonici originari, oltre ad affreschi del sec. XV; la cappella di sinistra ospita il gruppo ligneo quattrocentesco della Pietà, attribuito a Guido Mazzoni; l’organo è un Antegnati, della metà del 1500. Sulla parete di fondo della chiesa si nota la grande tela dell’Annunciazione di Pietro de Witte, detto il Candido (’500). Un monumentale altare accoglie la piccola, ma assai venerata immagine della Madonna delle Brine, attribuita (secondo una leggenda) all’evangelista Luca. Dal cortiletto che si trova dietro l’abside si accede a una cappella affrescata da Ferramola e da Vincenzo Civerchio. I tre chiostri (il piccolo e quello maggiore, risalenti al ’400; quello meridionale, del ’500) sono visitabili entrando da vicolo dell’Anguilla.

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SANTI FAUSTINO E GIOVITA 30

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VIA SAN FAUSTINO


Faustino e Giovita sono i Patroni della città di Brescia. La chiesa risale al 1622, ma subì innumerevoli traversie: distrutta forse da un incendio, fu ricostruita dal vescovo Anfrido nell’806 (in quest’epoca vi furono trasferite le salme dei due santi); fu poi fortemente rimaneggiamenti finché fu radicalmente demolita per far posto alla chiesa attuale, i cui lavori sono iniziati nel 1622 da Antonio e Domenico Comin. La bella facciata, ornata da nicchie con le statue dei Santi Patroni, è opera di Santo Callegari il Vecchio, che la completò nel 1711. L’aula rettangolare interna è divisa in tre navate; in quella centrale sono affrescate le stupefacenti architetture illusionistiche di Tommaso Sandrini. Alle pareti laterali del presbiterio risaltano le grandi composizioni di

Gian Domenico Tiepolo, evocanti il Martirio dei Santi Faustino e Giovita e l’Apparizione dei Santi Patroni durante l’assedio di Brescia del 1438. Nel maestoso altare maggiore si conservano le reliquie degli stessi Santi in un’arca marmorea ornata da figure allegoriche di Antonio Carra (1623). Il patrimonio artistico della chiesa comprende lo stendardo processionale di Girolamo Romanino (Resurrezione di Cristo, i Santi Apollonio e Faustino e Giovita) e la pala della Natività di Lattanzio Gambara.

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SAN GIOVANNI EVANGELISTA 12

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CONTRADA SAN GIOVANNI EVANGELISTA, 12

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Di antichissime origini, la chiesa fu fondata nel IV secolo da san Gaudenzio, vescovo di Brescia. Della chiesa originaria è rimasta integra la facciata, con due archi ogivali, resti di tombe nobili e l’abside, mentre il portale è del ’500 e ulteriori ricostruzioni risalgono al 1700. All’interno si ammirano tre navate (ma originariamente erano cinque) con pregevoli dipinti di autori locali, mentre nella sacrestia si ammira un ritratto di prelato attribuito a Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto. Il Moretto è presente con varie opere, ma soprattutto con le 11 tele della cappella del Santissimo Sacramento, contrapposte ad altrettante del Romanino; entrambi sono grandi pittori del Rinascimento bresciano. La chiesa conserva importanti opere d’arte: sul primo altare a destra “Assunta” di Francesco Paglia, sul terzo “Strage degli innocenti” di Moretto (1531), nella cappella dopo il quarto altare “Madonna col Bambino”, tavola ridipinta da Moretto, incorniciata da un ricco rivestimento marmoreo di Alessandro Callegari. Nel presbiterio un Crocefisso ligneo di scuola bresciana (1480) con, dietro, numerose opere del Moretto. Sulla destra si apre la sagrestia, ricca di numerose tele. Accanto alla cappella di Santa Maria, nel transetto sinistro, si apre la cappella del Santissimo Sacramento, che ospita al suo interno un notevole complesso pittorico,

con dipinti di Romanino e di Moretto con cui i canonici della chiesa stipularono un contratto nel 1521 affidando a ciascuno una delle due pareti. Moretto dipinse a destra, Romanino a sinistra. Entrambi i cicli di dipinti sono caratterizzati da un forte senso plastico e da una luminosità particolare. Nella chiesa sono conservate altre due opere di Romanino: l’opera giovanile “Madonna con Bambino e Santi”, sopra il quarto altare a sinistra e “Sposalizio della Vergine” nella parete sinistra del battistero. Sulla destra della chiesa si apre un elegante chiostro a doppio loggiato del 1487 circa.

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SANTA MARIA DELLE GRAZIE 20

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VIA DELLE GRAZIE, 13


Quando i bresciani dicono “Madonna delle Grazie” intendono riferirsi ad un luogo loro tanto caro, ricco di storia e arte, oltre che di fede. E non si tratta di un luogo solo ma, si potrebbe dire, di un complesso monumentale formato da una basilica, un santuario, collegati da un chiostro, e da un ex monastero (oggi, in parte, scuola pubblica). Il portale in pietra scolpita e i battenti in legno (probabilmente realizzati da Filippo Morari da Soresina, 1490) colpiscono il visitatore. La sobria facciata è di stile rinascimentale

e si contrappone al barocco dell’interno: la decorazione a stucchi e affreschi (350 riquadri) è di grande effetto. Sulla volta della navata centrale ci sono affreschi di Francesco Giugno, ma la chiesa contiene anche dipinti di Pietro Rosa, Palma il Giovane, Moretto, Bagnadore, Grazio Cossali, Fiammenghino, frà Tiburzio Baldini, Antonio Paglia, Paolo da Caylina. Il chiostro si regge su colonne di stile ionico e su alti piedistalli; al centro è una piccola fontana con una scultura in bronzo della Madonna, realizzata da Sante Callegari. Alle pareti sono appesi numerosi ex voto. Il Santuario, che si trova sul lato ovest del chiostro, è stato edificato sopra le rovine della chiesa duecentesca degli Umiliati. Fu ricostruito nel 1876 dall’architetto Antonio Tagliaferri nello stile quattrocentesco ed affrescato da Modesto Faustini e Cesare Bertolotti.

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SANTA MARIA DELLA PACE 19

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VIA PACE


Iniziata nel 1720, la chiesa fu consacrata nel 1746 dal vescovo Angelo Maria Querini. Mentre la facciata rimase incompiuta, l’interno è da considerare una delle opere più complete del ’700 (non solo bresciano), capolavoro dell’architetto veneziano Giorgio Massari. La navata presenta uno svolgimento longitudinale centralizzato dalla cupola e

dalle grandi cappelle laterali sottostanti; il susseguirsi delle colonne conferisce particolare solennità all’ambiente mentre la pregevole decorazione affrescata con figure ed ornati non prevale sulle soluzioni architettoniche. Pale settecentesche, con immagini di santi del culto mariano, sono collocate entro monumentali altari marmorei ornati da statue di Antonio Callegari. Notevole “La presentazione al tempio” sull’altare maggiore, opera di un protagonista della pittura romana dell’epoca, Pompeo Batoni, donata alla Pace nel 1747. Da segnalare, adiacente alla chiesa, la grande sagrestia affrescata con la preziosa dotazione di arredi e paramenti sacri.

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SANTI COSMA E DAMIANO 29

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VIA F.LLI CAIROLI


Dell’originario convento di Sant’Agostino si è conservato il campanile dalle forme duecentesche, mentre la facciata (a fasce orizzontali in pietra e cotto) della chiesa ricostruita nel ’400 fu coperta da altri edifici, lasciando visibili i pinnacoli in cotto verso occidente. L’ingresso della facciata settecentesca si apre verso via Cairoli. L’interno fu affrescato a partire dal 1747 con prospettive architettoniche in stile barocco. Vi si conservano numerose notevoli opere d’arte come l’altare maggiore (sec. XVIII) in marmi policromi con le statue di Antonio Callegari ai lati

della pala di Giambettino Cignaroli e, a fianco, l’Arca di San Tiziano dei primi del ’500. Nel chiostro quattrocentesco, detto della Memoria, dal 1923, per volere del poeta bresciano Angelo Canossi, vennero incisi sulle colonne i nomi dei bresciani caduti per la patria.

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SAN FRANCESCO D’ASSISI 11

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VIA SAN FRANCESCO


Il complesso dedicato a San Francesco risale al Duecento e fu ampliato nel 1300-1400 (furono aggiunte le cappelle laterali, il presbiterio e il chiostro). Dell’edificio originario restano la facciata romanico-gotica a capanna in medolo (un particolare tipo di roccia) e la parete occidentale. Il campanile risale alla fine del 1200 e presenta bifore romaniche e, più sopra, gotiche. All’interno, sul lato destro, si notano i resti dell’originaria decorazione a fresco medievale (primi del Trecento): in particolare, le scene di un Giudizio Universale, una Pietà le cui linee si ispirano a Giotto e una Scuola di Teologia che ricorda l’attività d’insegnamento eser­citata dai frati. Pregevoli i dipinti del Moret­to e del

Romanino e quelli di Pietro Rosa, Francesco di Prato da Caravaggio, Pietro Avogadro, Pier Maria Bagnadore, Angelo Paglia, Francesco Maffei, Ottavio Amigoni, Pietro Ricchi detto il Lucchese, Giuseppe Tortelli. L’altare maggiore è in marmo (1480 circa) e la sua costruzione è attribuita al Tamagnino da Porlezza. L’abside poligonale a ombrello (Antonio Zurlengo, 1493) contiene affreschi d’inizio ’500, probabilmente del bresciano Andrea Bembo. Il coro di 22 stalli lignei, con tarsie geometriche impreziosite con madreperle, è opera probabilmente di Filippo Morari da Soresina (1493). La cappella dell’Immacolata, al centro della navata sinistra, mostra una ridondante balaustra marmorea policroma ed è la più grande. Fu affrescata da Giambattista Sassi e Antonio Cucchi dopo il rifacimento architettonico del Settecento; gli stalli intarsiati dai Virchi risalgono al 1548-1553. In altra cappella si trova la tavola del Crocifisso, prezioso dipinto lombardo del 1350 inserito in una cornice seicentesca. Dal chiostro gotico-lombardo in cotto e in pietra (1393), opera di Guglielmo Frizzoni da Campione, si accede alla sala capitolare, dal soffitto composto da otto spicchi in forma di stella, dove affiorano resti di affreschi del ’300-’500. Dalla sacrestia si passa al piccolo quattrocentesco Chiostro della Madonna.

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SANTI NAZARO E CELSO 31

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CORSO MATTEOTTI - VIA BRONZETTI

LE CHIESE DI BRESCIA


Costruita tra il 1752 e il 1780 su progetto di Giuseppe Zinelli e Antonio Marchetti, la chiesa ha una imponente facciata, con le colonne corinzie che reggono il timpano triangolare e la balaustra. Le sette statue di marmo sono opera dell’artista Citterio. Nel vestibolo si trovano frammenti del monumento sepolcrale di Altobello Averoldi (1522) e due ante d’organo dipinte da Paolo da Caylina il Giovane. Agli altari laterali si trovano dipinti di Moretto, Antonio Gandino, Giovan Battista Pittoni, Antonio Zanchi, Giuseppe Tortelli e statue di Antonio Callegari. All’interno della sacrestia merita la visita una Adorazione dei Magi realizzata dal Romanino su ante d’organo e un Trittico attribuito a Paolo da Caylina il Vecchio. Sul fondo del presbiterio è visibile il cosiddetto Polittico Averoldi, cinque tele opera del giovane Tiziano (1522) e perfettamente restaurate; il dipinto è contenuto in una cornice marmorea realizzata dal Vantini.

Accanto alla porta laterale sinistra si trovano i monumenti sepolcrali dei vescovi Riario e Ducco (1522) e di Maffeo Olivieri. Annessa alla chiesa è la Canonica (vi si accede da via Bronzetti), con affreschi di Floriano Ferramola (1516).

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SANTA MARIA DEI MIRACOLI 16

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CORSO MARTIRI DELLA LIBERTÀ

LE CHIESE DI BRESCIA


Gioiello di scultura rinascimentale, fu edificata a partire dal 1488 per onorare l’immagine miracolosa della Madonna col Bambino affrescata all’esterno di una abitazione che sorgeva in questo luogo: la parte centrale della facciata (1488) ne era in origine il piccolo tempio. La raffinata decorazione scultorea della facciata è opera di Giangasparo Pedoni; è in marmo di Botticino alternato a marmi di altre tonalità ed è un autentico capolavoro del Rinascimento bresciano. Fortunatamente, l’edificio è miracolosamente scampato alle bombe dell’ultima Guerra, che hanno distrutto l’intera area adiacente. Nel ’500 la chiesa subì alcuni restauri, operati da vari architetti che apportarono,

ciascuno, la propria sensibilità: dopo Mastro Jacopo operarono il Lamberti, Girolamo da San Pellegrino, Lodovico Beretta, Giovan Maria Piantavigna e Jacopo Fostinelli da Bornato. Nel ’700 vennero completate le cupole. L’interno è a pianta quadrata e contiene sculture di Gaspare da Coirano e Antonio della Porta detto il Tamagnino. Vi sono dipinti di Bagnadore, Tomaso Bona, Pietro Marone, Grazio Cossali, Domenico Romani, Enrico Albricci, Francesco Giugno. Nell’abside si conserva l’immagine miracolosa della Madonna che, dalla facciata ove si trovava, venne qui trasportata nel 1581.

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SANT’AGATA 24

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LE CHIESE DI BRESCIA

CORSETTO SANT’AGATA


Anche questa chiesa è di antica origine. Fu ampliata nel 1458, gettando un ponte sulle acque del fiume Garza per ricavare l’area dove si trova il presbiterio, e nel corso degli anni ha subito numerosi rimaneggiamenti. Nel ’700 è stata aggiunta una cornice sopra il portale, coronata da statue di Antonio Callegari (1739). Notevole è la decorazione in terracotta policroma che si trova all’esterno dell’abside. All’interno vi sono affreschi di Pompeo Ghitti, Pietro Antonio Sorisene, Pietro Marone e Pietro Avogadro. Contiene tele di Antonio Gandino, Marco Richiedei, Ottavio Amigoni, Antonio Pellegrini, Giuseppe Tortelli, Sante Cattaneo e altri di artisti cinquecenteschi come Pietro Marone (una sua Crocifissione è conservata in sacrestia). A lato dell’ingresso della sacrestia si nota una Deposizione in marmo, risalente alla metà del Quattrocento.

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SAN LORENZO 14

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LE CHIESE DI BRESCIA

VIA MORETTO


L’edificio attuale sorse tra il 1751 e il 1763 ad opera dell’architetto Domenico Corbellini. L’interno è tra gli esiti migliori dell’architettura tardo barocca a Brescia. Nella navata si ammirano gli splendidi altari eseguiti con marmi rari, così come l’altare maggiore e quello della Madonna della Provvidenza (con i cherubini scolpiti da Antonio Callegari). I marmi provengono tutti dalle vicine cave di Rezzato e Botticino e sono stati approntati da maestranze sul posto. La facciata è alta e slanciata, divisa in due ordini: quello inferiore è di stile Corinzio, con semi colonne sporgenti e lesene che ne movimentano il profilo; quello superiore è molto semplice, senza capitelli e trattato a fascia, ma comunque molto elegante. Il corpo della facciata possiede anche due ali minori laterali, molto basse rispetto alla verticalità dell’elemento centrale e che quasi non vengono notate nell’insieme. Le due ali ospitano gli

ingressi laterali; i portali sono sormontati da un timpano rettangolare e da una finta balaustra, decorate da vasi portafiori in marmo e un putto al centro. L’interno è ampio e accogliente, dominato dalla tinta giallo-ocra e da molte sue variazioni che ricopre ogni superficie visibile delle pareti e del soffitto. L’impianto è a navata unica, movimentato dal continuo sporgere dei pilastri e delle cappelle laterali.

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SANT’ALESSANDRO 25

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CORSO CAVOUR - VIA MORETTO

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a fronte di tempio classico: quattro colonne di cospicuo diametro sorreggono una trabeazione su cui poggia il timpano triangolare spezzato. Al centro si trova un portale d’ingresso in marmo di Botticino. L’interno visibile oggi è quasi totalmente opera dei lavori di restauro settecenteschi. L’ambiente è di pianta longitudinale, a navata unica con finestroni a lunetta in corrispondenza delle cappelle laterali: la volta si interrompe nella zona dell’altare maggiore, dove risalta un’ampia cupola, per poi concludersi nell’area del coro. Navata e presbiterio sono divisi da un arco santo che, contemporaneamente, interrompe la volta della navata.

La chiesa fu consacrata nel 1466, rinnovata nel 1784 e solo nel 1891 ne venne completata la facciata. L’interno, a navata unica, appare molto recente; eppure conserva importanti opere d’arte fra cui le tavole con l’Annunciazione riferibili a Jacopo Bellini. La chiesa si presenta affacciata sulla piazza omonima, e dotata di una fontana. La facciata ha un motivo unitario,

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SANT’ANGELA MERICI 26

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LE CHIESE DI BRESCIA

VIA CRISPI


Costante il susseguirsi di nomi attribuiti a questa chiesa. Dapprima, nel luogo dove furono inumati i primi martiri cristiani, anticamente vi sorgeva la cappella di San Faustino; in seguito la chiesa fu ampliata e nel ’200 divenne Sant’Afra, ovvero la chiesa (attualmente sotterranea e ricostituita in cemento armato) alla quale nel 1580 Pier Maria Bagnadore sovrappose un nuovo tempio, distrutto dai bombardamenti del 1945 e poi ricostruito con la nuova dedica a Sant’Angela. La chiesa oggi ospita un polittico di

Paolo da Caylina il Giovane e dipinti cinquecenteschi di noti artisti come Vincenzo Civerchio, Francesco da Ponte detto il Bassano, Bartolomeo Passarotti, Bagnadore, Pietro Marone, Carlo Caliari, oltre alla “Trasfigurazione” di Jacopo Tintoretto. Ai primi del 1600 risalgono le tele di Giacomo Barucco, Giulio Cesare Procaccini e Palma il Giovane.

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SANT’AFRA IN SANT’EUFEMIA 23

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CORSO MAGENTA, 68


Allo sbocco di via Magenta in piazzale Arnaldo si trova la chiesa di Sant’Afra in Sant’Eufemia. L’odierna facciata marmorea risale al 1776 ed è stata realizzata sulle fondazioni di un edificio del 1462 eretto dai monaci Benedettini, del quale restano il coro e la cripta. L’interno ha una sola navata con tre cappelle per lato ricavate nello spessore della parete.

Nella volta finte architetture di Pietro Ferrari e Antonio Grassi, con tre medaglioni dipinti da Sante Cattaneo. Interessanti i dipinti di Paolo Caliari, Palma il Giovane e altri; nella sacrestia è ricavata una interessante cappella gotica; nella cripta, con capitelli gotici a foglie grasse, tracce di affreschi quattrocenteschi; infine, sulla scala si trova il frammento di un affresco (Madonna) attribuito a Vincenzo Civerchio. Nel transetto (cantorie lignee del Facchetti, 1540) e nel presbiterio affreschi di Carlo Carloni in quadrature di Antonio Massa (1760). L’altare maggiore, che contiene l’urna di San Paterio, è opera di Antonio Callegari (1750). Dei Montanino il coro ligneo del ’600.

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SANTA MARIA IN CALCHERA 15

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LE CHIESE DI BRESCIA

VIA TOSIO


Mentre la facciata della chiesa conserva il sobrio aspetto tardo cinquecentesco, l’interno fu rinnovato nel ’700. Al secondo altare a destra è posta la “Messa di Sant’Apollonio” (1525 ca.) del Romanino, a lato del presbiterio, lo “Sposalizio mistico di Santa Caterina” di Luca Mombello, allievo del Moretto, e sull’altare maggiore, la “Visita di Maria ad Elisabetta” (1525) di Callisto Piazza da Lodi. A sinistra splende un capolavoro del Moretto (1550 ca.), “La cena in casa di Levi il Fariseo”.

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SAN CLEMENTE 9

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VICOLO SAN CLEMENTE


L’antichissima chiesa fu modificata nel ’400 e nel ’600 e internamente trasformata nel 1840 da Rodolfo Vantini, ingegnere e architetto bresciano (1792-1856). Il monastero fu restaurato all’inizio del ’600, ma oggi ne restano solo i chiostri (uno dei quali accessibile da via Trieste 31, asilo Saleri). Al suo interno si trovano numerose opere dell’artista bresciano Moretto, che

abitava poco distante, e preziose tele del Romanino e di Benedetto Mora, affreschi del Foppa e Lattanzio Gambara e un Crocifisso ligneo di Jacopo Medici. Nella cappella del Rosario (affreschi di Pietro Zaist e figure di Pietro Scotti) c’è un altare marmoreo di Antonio Callegari.

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SAN ZENO AL FORO 22

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PIAZZA DEL FORO


Dell’originaria chiesa di San Zeno resta solo l’abside poligonale (sec. XII) in cotto, decorata ad archetti. L’intera struttura fu ricostruita intorno al 1745. L’attuale edificio è di origine settecentesca ed è preceduto da un breve sagrato cinto da una artistica cancellata in ferro, intervallata da pilastri marmorei sormontati da putti e coppie di delfini attorcigliati. L’interno ha una navata sola, ai suoi lati sono situate quattro cappelle contenenti, ciascuna, una tela dipinta da Antonio Paglia nel 1741. L’altare maggiore, su cui s’innalza un prezioso tabernacolo arricchito di lapislazzuli e pietre di raro valore, sembra

abbracciato da una sottile ed elaborata balaustra in ferro battuto. Gli stalli del coro (gli scranni dove sedevano i prelati) risalgono al XVIII secolo; al loro interno sono rappresentate scene di vita del vescovo San Zeno

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SAN CRISTO 28

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LE CHIESE DI BRESCIA

VIA PIAMARTA, 9


Non tutti sanno che a due passi dal museo Santa Giulia si nasconde quella che è stata definita la Cappella Sistina di Brescia… La chiesa fa parte di un complesso

conventuale edificato verso la fine del ’400 su precedenti edifici religiosi, sovrastanti il teatro romano. La semplice facciata in cotto comprende un portale marmoreo con bassorilievi ornamentali e gli stemmi delle famiglie Martinengo (che ne contribuirono alla costruzione). Sotto il tettuccio soprastante, si notano le tracce dell’Annunciazione affrescata dal Moretto. L’interno, a navata unica, presenta una ricca decorazione ad affreschi del ’400 e del ’500. Adiacente alla chiesa sorge il convento che si articola intorno a tre chiostri; dal loggiato di uno di questi si apre un vasto panorama sulla città. Dopo il recente restauro dell’antico refettorio si può ammirare, riportato su tela, l’affresco del Romanino con L’ultima cena.

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SAN PIETRO IN OLIVETO 21

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VIA PIAMARTA


Immersa nel verde del colle Cidneo, è inserita nel complesso conventuale dei Carmelitani, vicino al Castello. La facciata cinquecentesca fu realizzata dall’architetto comacino Antonio Medaglia in candida pietra di Botticino con statue dei Santi Apostoli Pietro e Paolo collocate entro nicchie. L’armonioso interno in stile rinascimentale, con la navata affiancata da cappelle introdotte da colonne con

arcate a bassorilievo, si conclude nel coro ornato da alcune grandi tele (1566) del pittore bresciano Ricchino. Nella mezzaluna sovrastante l’organo è notevole una tela di Andrea Celesti (1690-1700). Dalla loggetta orientale, adiacente ai due chiostri cinquecenteschi, si può ammirare il panorama della città e della pianura fino all’orizzonte.

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MUSEO DIOCESANO 7

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VIA GASPARO DA SALÃ’, 13


Le collezioni permanenti del Museo Diocesano, poste al primo piano, sono divise in quattro sezioni dedicate alla pittura e alla scultura, ai codici miniati, all’oreficeria sacra e al tessuto liturgico. Nella sezione dedicata alla pittura e alla scultura sono esposte opere di artisti di area bresciana e veneta. Capolavoro del Trecento veneto è la “Madonna col Bambino” di Paolo Veneziano; alla metà del secolo successivo risale il “Polittico di Sant’Orsola” di Antonio Vivarini. Il Cinquecento locale è ben rappresentato da opere dei maggiori pittori bresciani: Ales­sandro Bonvicino detto il Moretto, Girolamo Romanino e Pietro Maria Bagnatore. Di Jacopo Tintoretto è il bozzetto della Trasfi­gurazione per la chiesa di Sant’Afra a Brescia; alla bottega di Tiziano è dato un Volto di Cristo dipinto su pietra. Il Seicento e il Settecento locale trovano nelle opere di Giuseppe Tortelli, Gian Antonio Capello, Pietro Avogadro e Francesco Savanni i loro maggiori esponenti. La linea veneta è presente con Andrea

Celesti (Madonna col Bambino e i santi Anna, Giacomo Maggiore e Benedetto), Francesco Capella detto il Daggiù (Rebecca al pozzo), Gian Battista Pittoni (Madonna col Bambino e i santi Leonardo e Francesco da Paola) e Giambattista Tiepolo (Battesimo di Costantino). La sezione dedicata all’oreficeria sacra annovera manufatti a partire dalla seconda metà del XV secolo. Tra le opere di maggior rilievo si annoverano il Reliquiario Gambara, opera di argentiere romano della metà del XVI secolo, in ebano e argento, e il Calice di Pontevico, in oro, argento e pietre preziose, realizzato dall’orefice milanese Carlo Grossi. Nella sezione dedicata ai codici miniati è possibile ammirare una raccolta di volumi manoscritti, realizzati a partire dal XII secolo; di particolare importanza il piccolo libro della Regola della Confraternita dei santi Faustino e Giovita di Collio, le cui prime due carte sono completamente miniate dal bresciano Floriano Ferramola. La sezione dedicata al tessuto liturgico è una delle più ricche e ampie d’Italia. Vi sono conservati esempi di manifatture veneziane, italiane e francesi a partire dal XV secolo.

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COLLEZIONE PAOLO VI VIA GUGLIELMO MARCONI, 15 CONCESIO (BS)

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Collezione Paolo VI, nuovo museo dell’Associazione Arte e Spiritualità, raccoglie ed espone il patrimonio di settemila dipinti, disegni, stampe, medaglie e sculture del ’900 appartenute a Giovanni Battista Montini (1897-1978), divenuto nel 1963 Papa Paolo VI. Tra gli autori rappresentati nella Collezione spiccano i nomi di Matisse, Chagall, Picasso, Dalí, Magritte, Rouault, Severini, Morandi, Fontana, Manzù, Hartung, Guitton: una testimonianza del vivo scambio culturale degli artisti con il pontefice e con il suo segretario Pasquale Macchi.

CASA NATALE DI PAPA PAOLO VI

pastorale. Vicino agli umili e ai bisognosi, uomo di grande carità e cultura, chiamato “l’arcivescovo degli operai” per la sua sensibilità verso i problemi sociali e del lavoro, quando ancora governava la diocesi di Milano. Giovanni Battista Montini fu eletto al soglio pontificio il 21 giugno 1963 con il nome di Paolo VI. Uomo brillante, umile, permeato di profonda spiritualità. Brescia lo ricorda con grande amore e la sua dimora natale, a Concesio, è frequentata meta di visita.

Via Rodolfo da Concesio, 24 - Concesio

Giovanni Battista Montini è nato a Concesio il 26 settembre 1897. Nella città e in provincia è sempre vivo il suo ricordo, grazie alla forza del suo magistero e alla sua lucida azioni

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LA VIA CRUCIS DI CERVENO

Strada Provinciale, 87 - Cerveno

MONASTERO SAN PIETRO IN LAMOSA Via Monastero, 5 - Provaglio d’Iseo

II nucleo più antico del monastero di San Pietro in Lamosa, a Provaglio d’Iseo, forse collocato sul luogo di un tempio romano dedicato a Mitra, risale all’XI secolo. L’edificio, dall’alto della sua posizione (sorge su un’altura appartenente all’anfiteatro morenico del lago d’Iseo), domina le “lame” delle Torbiere da cui, appunto, deriva il suo nome. Con le sue architetture stratificate, la sua prodigiosa serie di affreschi, la complessità e varietà dei suoi spazi sacri e profani, questo monumento finisce per raccontare mille anni di storia, locale ed europea.

ABBAZIA SAN NICOLA Via Brescia, 83 - Rodengo Saiano

L’abbazia olivetana di Rodengo Saiano è sicuramente uno dei più maestosi e ricchi, dal punto di vista artistico, complessi religiosi del nord Italia. Fondata dai monaci cluniacensi prima del 1050 venne ubicata su un importante quadrivio romano che portava alla città e serviva da punto di alloggio e ristoro per i pellegrini in viaggio verso Roma.

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LE CHIESE DI BRESCIA

All’inizio del Novecento la scrittrice americana Edith Wharton ne scrisse nei suoi Paesaggi italiani: è la Via Crucis di Beniamino Simoni, una successione di “tableaux vivants” in legno e gesso di rara forza drammatica, 198 statue policrome in legno e stucco in grandezza naturale visibili nella parrocchiale di Cerveno, in Valle Camonica. Dopo la Wharton sulla Via Crucis di Simoni hanno scritto molti altri (da Giovanni Testori a Fiorella Minervino) senza contare il recente e toccante film di Elisabetta Sgarbi. Ogni dieci anni, in una domenica di maggio, gli abitanti di Cerveno propongono una rappresentazione vivente della Passione.


BASILICA DI SAN LORENZO

Via Cavour, 21 - Verolanuova

La posa della prima pietra della Basilica avvenne il 10 agosto 1633 deliberata collegialmente dai rappresentanti del popolo, dal clero e dai maggiorenti della famiglia dei Conti Gambara. Con l’inizio della costruzione, architettonicamente interessante per la sua singolare concezione, si compiva il voto solenne espresso dalla popolazione verolese durante la drammatica esperienza della peste del 1630 e si esaudivano anche le più antiche sollecitazioni del Cardinale Borromeo (San Carlo), da lui espresse al cugino Gambara durante la visita pastorale del 1580 per le crescenti necessità di culto e di decoro della dignità prepositurale. Il merito dei Gambara mecenati fu quello di aver scelto fra i migliori artisti del tempo tra cui spicca Giovanni Battista Tiepolo (1696- 1770) con le sue ariose scene bibliche di rilevanza estrema: Il sacrificio di Melchisedech e La Caduta della manna del 1740 d.C.

IL GARDA ROMANICO Sono numerose le testimonianze dello stile romanico sul lago di Garda: si parte da Sirmione, uno dei luoghi simbolo del lago: la chiesa di San Pietro in Mavino, costruita in epoca medievale che conserva interessanti affreschi all’interno. A Desenzano, importante porto lacustre in epoca romana, merita una visita l’Abbazia benedettina di Maguzzano, che sorse nei pressi di una strada romana nel V secolo. A Toscolano Maderno si segnala la Pieve di Sant’Andrea, uno degli esempi più interessanti di romanico bresciano del sec. XII, costruita sopra i resti di una preesistente struttura longobarda. E si arriva alla chiesa di San Pietro in Oliveto, a Limone, tra le più antiche chiese romaniche del territorio, passando per le pregevoli testimonianze romaniche di Lonato, Padenghe, Bedizzole (notevole la Pieve di Santa Maria nella frazione Pontenove), Soiano, Polpenazze, Manerba, Gargnano, Tignale e Tremosine.

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SANTUARI E CAPPELLE VOTIVE IN VALLE TROMPIA

In Valle Trompia è presente un cospicuo patrimonio storico-artistico e archeologico di carattere religioso, che testimonia nei numerosi santuari, nelle pievi e nelle cappelle votive, una concreta manifestazione della spiritualità locale. Questi edifici, espressione di una religiosità popolare semplice, sorgono spesso su precedenti edifici di culto, anche pre-cristiani, oppure in luoghi che evocano sacralità (grotte, sorgenti, boschi). L’itinerario “I Santuari e le Cappelle votive” nasce con lo scopo di valorizzare e promuovere non solo i numerosi siti distribuiti sul territorio, ma anche i capolavori che custodiscono (affreschi,

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LE CHIESE DI BRESCIA


dipinti e sculture lignee), attribuiti a grandi artisti bresciani quali Romanino, Moretto e Foppa. Tali siti possono essere visitati autonomamente oppure con il supporto di guide specializzate; è possibile, inoltre, partecipare a laboratori creativi.

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DIOCESI DI BRESCIA Ufficio pastorale turismo e pellegrinaggi

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