Camminata in campagna Xlendi

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Camminata in campagna

Xlendi

L-IMĠARR – IX-XLENDI: 12KM 1


Camminata in campagna - Xlendi Partenza: Porto di L-Imġarr Arrivo: Ix-Xlendi Distanza: 13km Difficoltà: moderata, parzialmente in cima alla scogliera Paesaggio: costa e campagna Segnaletica del percorso Come arrivare e ritornare: Esistono collegamenti regolari tramite traghetto sul Canale di Gozo tra iċ-Ċirkewwa (Malta) e il Porto di L-Imġarr. Da Xlendi partono autobus per Victoria, dove è possibile prendere un autobus di ritorno per il porto. Periodo consigliato per la camminata: Da Ottobre a Maggio

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Panoramica della camminata in campagna Estendendosi da sud-ovest a sud-est, questo itinerario conduce dal Porto di Mġarr alla Baia di Xlendi e include la costa più meridionale di Xatt l-Aħmar fino all’insenatura della Baia di Mġarr ix-Xini, superando la Torre di guardia risalente all’epoca dei Cavalieri di San Giovanni. La passeggiata procede risalendo verso le quote più elevate del paese di Ta’ Sannat, arroccato nei pressi delle maestose scogliere della costa meridionale. Il percorso in cima alla scogliera offre i migliori panorami di questo paesaggio selvaggio, prima di ritornare leggermente verso l’interno entro i confini di Munxar e scendere fino alla Baia di Xlendi.

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Ulteriori informazioni REGOLE DI COMPORTAMENTO IN CAMPAGNA • Astenersi dal raccogliere o causare danni a qualsiasi esemplare di flora, fauna, elemento geologico o reperto archeologico. • Procedere con passo leggero ed evitare gli schiamazzi. • Attenersi al tragitto dei sentieri. • Non disseminare rifiuti o accendere fuochi. • Rimanere a distanza dal bordo della scogliera.

INDICAZIONI PER LA SALUTE E LA SICUREZZA • Proteggersi dai raggi UV: indossare un cappello e applicare una protezione solare, poiché anche nei mesi più freschi il clima può essere abbastanza caldo. • Sebbene le precipitazioni siano scarse, a volte la pioggia si presenta con pesanti acquazzoni che causano allagamenti. Evitare di camminare nelle valli durante o subito dopo piogge intense. • Mantenere una distanza di sicurezza dal bagnasciuga o dalle scogliere in caso di condizioni climatiche avverse con venti forti o mare mosso. Prima di intraprendere qualsiasi parte di questa camminata, si consiglia di assicurarsi che le proprie condizioni fisiche e di salute consentano di sottoporsi a tali attività. Occorre prestare particolare attenzione al terreno, spesso irregolare, e astenersi dall’intraprendere le camminate in caso di condizioni atmosferiche proibitive. Tutti i percorsi vengono intrapresi a proprio rischio e pericolo. Sebbene, al momento della pubblicazione, sia stato fatto il possibile per garantire la precisione delle informazioni contenute in questo opuscolo, il Ministero di Gozo non accetta alcuna responsabilità per eventuali imprecisioni od omissioni. Inoltre, il Ministero di Gozo non assume alcuna responsabilità per incidenti o qualsiasi tipo di perdita in cui possa incorrere l’escursionista lungo il percorso.

CACCIA Come nella maggior parte dei territori di campagna, durante la camminata si incontrano numerosi piccoli rifugi di pietra, i cosiddetti dura, ossia capanni utilizzati dai cacciatori di uccelli. Durante la camminata occorre ricordare che il cartello “RTO” (Reserved to owner, ossia “riservato al proprietario”) significa spesso che il terreno è di proprietà privata. 4


Ingresso nel Porto di Mgarr

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uesta camminata ha inizio presso il Porto di Mgarr di fronte al terminal passeggeri dei traghetti. Si tratta dell’unico porto aperto in tutte le stagioni a Għawdex (Gozo) ed è un luogo costantemente trafficato da traghetti per passeggeri in collegamento con Malta, navi più piccole che collegano con Kemmuna (Comino), oltre a un idrovolante che trasporta i passeggeri al Gran Porto di Il-Belt Valletta. Per la maggior parte della flotta di pescherecci di Gozo, questo porto rappresenta un ormeggio sicuro protetto dai venti più insidiosi, così come per i numerosi battelli da diporto attraccati all’unico porto turistico per yacht presente sull’isola. Nel porto è ancora possibile vedere alcune barche da pesca tradizionali, come i Luzzu maltesi, che pur avendo abbandonato i remi e le vele a favore dei motori, mantengono ancora i colori tradizionali e si pongono in netto

contrasto con le navi più moderne. Gli specifici colori utilizzati per la parte anteriore delle barche da pesca servivano per riconoscere facilmente il loro luogo d’origine. La prua ha mantenuto la sua decorazione tipica, ovvero l’occhio di Horus. Ritenuta un modo per allontanare l’occhio cattivo, questa antica strategia protettiva potrebbe essere stata ereditata dai Fenici. Il percorso inizia proprio di fronte al terminal passeggeri, dopo il Bar Gleneagles. In cima ai pochi gradini che conducono alla strada principale, occorre fare attenzione nell’attraversamento. Imboccare la strada sulla sinistra, al di sotto dell’imponente santuario, e salire la prima rampa di gradini situati sulla destra*.

*DEVIAZIONE: Se si è camminatori esperti, nelle giornate tranquille è anche possibile tentare il percorso sulla costa accidentata svoltando l’angolo occidentale del porto.

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Vedetta del Forte Chambray che domina Ix-Xatt l-Aħmar

Nella parete di roccia in alto si trova una statua della Nostra Signora di Lourdes, che, protetta all’interno di una nicchia, domina il porto. Secondo le tradizioni locali, essa vi fu riposta dopo che un visitatore del porto si accorse di una somiglianza tra queste rocce e la grotta di Lourdes. Ciò accadde nel 1879, ossia soli 27 anni dopo la famosa apparizione a Bernadette nel rinomato luogo di pellegrinaggio francese, che ancora oggi rimane per numerosi devoti maltesi una delle destinazioni religiose più popolari. Alcuni anni più tardi, nel 1888, fu costruito il Santuario della Beata Vergine Maria di Lourdes in stile gotico ispirato alla basilica di Lourdes. Dal suo sagrato, la vista si estende sull’intero porto, con l’isola di Comino sullo sfondo. Sia Mġarr che Comino fanno parte dell’amministrazione locale di Għajnsielem, la cui chiesa parrocchiale 6

Il pino d’Aleppo

situata al di sopra del porto condivide il paesaggio con la chiesa dedicata a Lourdes. La successiva peculiarità più imponente è senza dubbio la fortificazione di Chambray risalente al diciottesimo secolo, con la sottostante zona boscosa che rappresenta una presenza rara di verde sull’isola.


Torre di Mġarr ix-Xini all’entrata della baia

Continuare verso sinistra superando la chiesa lungo la strada adiacente al bosco. Le specie principali di alberi presenti sui declivi argillosi al di sotto del Forte Chambray sono il pino d’Aleppo, l’ulivo e l’eucalipto e alcuni di questi furono piantumati nel 1963 in commemorazione di Papa Giovanni XXIII. Il Ministero di Gozo ha intrapreso un progetto di allargamento della superficie boschiva tramite la piantumazione di oltre 2.000 alberi indigeni nell’ambito dei progetti EcoGozo per il mantenimento sostenibile dell’isola. Una volta arrivati all’ultimo pino lungo il sentiero, svoltare a destra risalendo al Forte Chambrey per ammirarne le massiccie mura esterne. Al momento della redazione del presente documento, la fortezza non è accessibile in quanto soggetta a un progetto di sviluppo di residenze private. Mantenersi sulla destra per reimmettersi sulla strada principale di Għajnsielem, superare l’Ostello di Casa San Giuseppe e svoltare a sinistra su Triq Cordina dopo il semaforo. Tenere la destra fino a raggiungere l’incrocio e prendere

la strada sulla sinistra (indicazione Diving Wrecks) per Triq il-Fugazz, dove è possibile ammirare il panorama con i lati del Forte e la sua vedette, oltre ai pendii argillosi sottostanti, i campi terrazzati e la costa irregolare di Ix-Xatt l-Aħmar. Scendere diritto fino alla costa e, prima di continuare lungo il percorso costiero, individuare la fugas, un cannone di pietra, scolpita nella costa rocciosa subito al di sotto del percorso. Questo è un luogo rinomato per le immersioni, dove sono stati affondati 3 relitti al fine di formare delle attrazioni per le immersioni e degli scogli artificiali. 7


Tree Cespugli Spurge di euforbia

Fare una breve deviazione sulla sinistra se si desidera vedere la baia o fare una nuotata nelle acque basse. La costa è punteggiata da varie saline, come avviene per quasi tutte le coste di basso livello dell’isola. Ritornando sul percorso normale, ci si manterrà sulla costa fino alla baia successiva, la Baia di Mġarr ix-Xini. Queste basse scogliere fanno parte di una delle faglie di Gozo e ricordano il turbolento passato geologico delle isole: le forze sollevarono delle colline e formarono vallate sommerse, separando così le tre isole principali tramite quelli che oggi sono conosciuti come i canali nord e sud di Comino. La prova di tale evento è visibile nel lato liscio e scivoloso della scogliera guardando verso est da Ras ilĦobż. Se si abbandona il percorso per scendere verso la spiaggia, occorre fare attenzione lungo le scogliere argillose in erosione del piccolo promontorio. L’isoletta solitaria e arida che si trova al largo di questa costa è nota come Fessej Rock: a fianco di questa cima il mare si inabissa fino a una profondità di oltre 50 metri. Procedere lungo il sentiero costiero fino alla torre di Mġarr ix-Xini 8

risalente al diciassettesimo secolo. In primavera, il sentiero è ricoperto di piccoli fiori profumati della varietà indigena di camomilla d’Urville, oltre ai deliziosi fiori in miniatura del cosiddetto giaggiolo dei poveretti. Sullo sfondo della torre si ergono le maestose scogliere calcaree di Ta’ Ċenċ. Superata la torre, il percorso segue uno dei più bei sentieri antichi dell’isola, appena al di sopra dell’insenatura tra il fogliame variegato dei cespugli di euforbia e i movimenti vivaci delle lucertole maltesi. Compare quindi l’insenatura della Baia di Mġarr ix-Xini


Baia di Mġarr ix-Xini

Scogliere calcaree a strapiombo a Ta’ Ċenċ

insieme al suo entroterra verdeggiante. Il toponimo ne indica il ruolo di luogo di approdo (mġarr) per le navi (xini). Lungo il sentiero è piuttosto difficile individuare il graffito di una nave di circa un metro inciso nella parete rocciosa. Questo isolotto era utilizzato dai Cavalieri per

carenare le loro galee. Il “carenaggio” consiste in un’attività tramite la quale una nave viene ribaltata su un lato per effettuare riparazioni o per rimuovere i crostacei dallo scafo. Individuare i ripidi gradini di roccia al termine del sentiero e scendere fino alla 9


Camedrio femmina

Timo arbustivo in fiore (inzio estate)

baia: non affrettarsi e fare attenzione poiché le rocce sono scivolose e strette. Si consiglia di godersi un meritato riposo prima di procedere con la parte in salita del percorso. Questa sinuosa valle derivata da un fiume prosciugato (conosciuta in maltese come wied) mostra l’azione portentosa degli antichi fiumi scomparsi da lungo tempo che scavarono il letto di roccia

attraverso lo strato più duro e antico delle isole, il calcale corallino inferiore. L’habitat protetto di macchia fornito dalla wied con alberelli, ampi cespugli e vegetazione rigogliosa, si pone sorprendentemente in contrasto con la gariga prevalente altrove composta da vegetazione bassa e presente sugli altopiani esposti e spesso rocciosi. La valle è stata proposta come sede di un parco regionale per opera di due amministrazioni locali che condividono l’area, Xewkija e Ta’ Sannat. Laddove la baia è famosa tra i bagnanti e gli amanti delle immersioni subacquee, la valle rocciosa offre la possibilità di cimentarsi in belle arrampicate. Gli scavi archeologici su un lato della vallata hanno riportato alla luce dei reperti che mostrano come la zona sia stata a lungo utilizzata in deversi modi. Uno dei siti ha rivelato un ruolo probabilmente ritualistico in qualità di sepolcro d’epoca punica o romana, mentre altrove numerosi solchi tracciati nelle rocce, probabilmente utilizzati per la pressatura di uva, sembrano indicare l’esistenza di un antico settore vitivinicolo risalente all’epoca classica. Il percorso segue l’unica strada che dalla baia risale lungo la valle e consente di ammirare alcuni panorami di Wied Ħanżira sulla destra. Sul lato della valle si trova una vecchia stazione di pompaggio dell’acqua abbondonata*. A circa 1,5 Km nell’entroterra della baia, girare a sinistra per iniziare la salita sulla ripida scarpata creata da una importante faglia geologica che scorre al di sotto del villaggio di Ta’ Sannat. La pianura, relativamente piatta, è una delle poche presenti sull’isola e rapprenta ancora oggi un’importante zona agricola. Il toponimo Ġnien is-Sultan (letteralmente “giardino del re”) riporta le proprie origini

*DEVIAZIONE: In alternativa, è possibile scegliere di passare sulle scogliere di Ta’ Ċenċ. 10


Zafferanetto di colonna (tardo inverno)

Enula marina

Ononide bacaja in primavera

al periodo aragonese, quando il territorio fu istituito come fondo dal re Federico III. Superata la piccola calchera, un antico forno per la produzione della calce, tenere la sinistra e, all’incrocio successivo, andare a destra dopo la fermata dell’autobus. Seguire Triq Iċ-Ċnus fino alla fine e dirigersi verso le scogliere imboccando il sentiero roccioso sulla destra che conduce al bordo delle stesse. Mentenere una distanza di sicurezza dallo strapiombo e fare una pausa per godersi gli incantevoli precipizi rocciosi... ricordando di rivolgere lo sguardo anche verso l’entroterra, poiché

questo altopiano offre bei panorami di buona parte dell’isola e di Ta’ Sannat con le sue fattorie circostanti. La parrocchia di Ta’ Sannat fu istituita nel 1688 e la chiesa principale situata nella piazza del paese è dedicata alla patrona Santa Margherita, la cui festa viene celebrata ogni anno alla fine di luglio. Secondo un’antica tradizione, comunemente adottata in altri luoghi di Gozo, gli abitanti di Ta’ Sannat si convertirono al Cristianesimo quando udirono la parole di San Paolo divulgate per terra e mare durante le sue predicazioni 11


CAMMINATA IN CAMPAGNA - XLENDI

LEGENDA X - X indica una distanza di 1 km > indica la direzione del percorso FERMATA AUTOBUS

IDROVOLANTE

AREA DI RISTORO

AREA PARCHEGGIO

SERVIZI IGIENICI PUBBLICI

RESTI ARCHEOLOGICI

TRAGHETTI

PUNTO PANORAMICO

FAGLIA GEOLOGICA

PORTO TURISTICO 12 PER YACTH

SCOGLIERA


ZONA BOSCHIVA

SCALINATA DI PIETRA

PONTE

RELITTO

FUGAS

TORRE

GROTTA

FORTIFICAZIONI

CHIESA

SALINE

STAZIONE POMPAGGIO ACQUA

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Scilla marittima

Narciso autunnale

Borracina azzurra in procinto di fiorire in primavera

sulla terraferma di Malta. Le prime testimonianze note della popolazione insediatasi nel villaggio risalgono al diciassettesimo secolo. Le scogliere, che qui raggiungono altezze superiori a 140 metri sul livello del mare, rappresentano il caratteristico paesaggio in cui lo stratto di roccia più antico e duro delle isole, il calcare corallino inferiore bianco, è visibile in tutto il suo spessore. 14

In alcuni luoghi è facile individuare lo strato, più sottile e meno solido, di calcare a globigerina di colore giallo. Il paesaggio carsico, con la formazione di numerose piccole cavità nel calcare a causa delle piogge, ospita importanti microhabitat che danno vita nella stagione umida a laghetti temporanei di acqua dolce. Alcuni di questi offrono sostentamento a varietà di piante assai rare ma endemiche, oltre ad affascinanti creature come i minuscoli anostraci, una particolare specie di gamberetti. L’habitat principale in questa zona è rappresentato dalla gariga, con diverse varietà di robusti cespugli, tra cui enula marina, serpillo, ononide baccaja, iperico egiziano e camedrio femmina. La scilla marittima è una pianta dotata di bulbo largamente diffusa le cui foglie sono sorprendentemente larghe in confronto alle minuscole foglie che caratterizzano la maggior parte delle altre specie presenti nella gariga. In autunno, il suolo rado riprende vita grazie ai fiori colorati di colchico di Cupani e narciso autunnale, mentre all’inizio della primavera


Capperi

La pianta nazionale di Malta, il fiordaliso crassifoglio, fiorisce lungo le scogliere meridionali all’inizio dell’estate

Borracine di Nizza

compaiono piccoli zafferanetti di colonna e i fiori del giaggiolo dei poveretti, oltre a varie orchidee. Anche le scogliere verticali ospitano alcune delle piante più robuste, tra cui la salsola maltese, una varietà endemica di pianta grassa tollerante al sale. Sul bordo crescono specie sospese alla scogliera come i capperi e le borracine di Nizza, mentre più a est, a Ta’ Ċenċ, è possibile avvistare la pianta nazionale, il fiordaliso crassifoglio, che cresce tra le crepe.

Il punto di osservazione sulla punta sporgente di Il-Pinnur merita una sosta nei dintorni. Si consiglia di ricordare il nome del luogo e fare attenzione nelle giornate ventose: pinnur significa “ventilazione” e si riferisce alla elevata esposizione del luogo ai diversi venti. A nord è possibile osservare la Cittadella fortificata che, da questa angolatura, non appare risiedere su una collina molto elevata, poiché le scogliere salgono significativamente. A est, si 15


La Cittadella

La calonectris diomedea

osserva il punto più meridionale di Gozo: il promontorio di Ras in-Newwiela, che si estende al di sotto del punto più elevato delle scogliere di Ta’ Ċenċ. Questa distesa di scogliere che arriva fino a Xlendi prende vita nelle notti senza luna dei mesi estivi, quando centinaia di berte maggiori ritornano al loro nido, allestito in una delle tante fessure delle scogliere, dopo una giornata di pesca in mare. Dopo Tal-Bardan, ammirare la vista

sull’ultima parte della scogliera verso ovest e dirigersi verso l’entroterra per iniziare la discesa verso l’ultimo tratto di camminata fino a Xlendi*. Seguire il sentiero di cemento che svolta verso l’entroterra, poi immettersi sul percorso a sinistra per procedere in discesa nella valle nota col nome di Wied tal-Kantra, fiancheggiata da vasti campi terrazzati che fanno buon uso del riparo fornito. Il terrazzamento dei fianchi della valle e delle colline è probabilmente è un processo durato secoli e la tecnica di costruzione delle pareti in pietra è l’abilità più importante da conoscere in un territorio in cui il suolo è estremamente scarso e deve essere conservato a qualsiasi costo. La funzione di questi diffusi muretti di pietre è quella di consentire il passaggio dell’acqua piovana senza rimuovere il suolo e, in altri luoghi, di proteggere dal vento o semplicemente dividere i campi

*DEVIAZIONE: In alternativa, è possibile continuare lungo la costa su un sentiero battuto. 16


e delineare i sentieri. Questi muretti sono una caratteristica intrinseca del patrimonio rurale dell’isola. Da essi traggono beneficio anche le numerose creature che abitano le pareti o che le utilizzano come riparo e nascondiglio. Tra questi si contano tutte le specie di rettili presenti su Malta (serpenti, lucertole, gechi, gongili), oltre ai ricci, i toporagni e numerosi invertebrati. Il sentiero abbandona la strada di campagna per continuare sulla vallata rocciosa di Wied tal-Kantra, lungo il sentiero d’origine*. Al termine del sentiero roccioso, svoltare a sinistra sui campi terrazzati per raggiungere il promontorio di Ras il-Bajjada, caratterizzato da un’ulteriore torre di guardia costiera a protezione della sua cima. Questa torre risalente al diciassettesimo secolo è rimpicciolita dall’innaccesibile protendersi in verticale delle vicine scogliere, che formano l’inquietante fortificazione naturale a guardia della baia di Xlendi. Insieme a Mġarr ix-Xini, la vallata parzialmente sommersa di Xlendi offre la seconda e ultima costa accessibile alle imbarcazioni. Il toponimo Xlendi pare avere connotazioni bizantine o arabe a causa del suo retaggio marittimo: Xelandion era una tipica imbarcazione. L’accesso ingannevolmente semplice ha causato numerosi naufragi, come testimoniato da un relitto d’epoca romana le cui anfore giaciono ancora sparse a 60 m di profondità. La bocca della baia ospita un pericoloso scoglio che emerge nel bel mezzo della stessa. Si consiglia di trascorrere un po’ di tempo visitando il promontorio al di sotto della torre, le vicine saline e il calcare ricurvo modellato dagli elementi, che

Endemica e protetta: la lucertola maltese

Le campagne abbondano dei tradizionali muretti a secco

rappresenta un eccellente esempio dell’effetto modellante del vento e del mare sulla roccia più morbida di calcare a globigerina, rendendone le superfici liscie in contrasto con la totale asperità dello strato inferiore più duro di calcare corallino che forma la maggior parte delle scogliere. Una serie di saline ricavate dalla pietra si

*DEVIAZIONE: In caso di piogge battenti, se il sentiero sul letto della valle è troppo umido, è possibile seguire le proprie orme all’indietro ritornando al sentiero di cemento e svoltare a sinistra per raggiungere finalmente la strada principale che collega Munxar con Xlendi

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Baia di Xlendi

I passaggi che portano alla Grotta di Carolina

riempie spesso di acqua marina a causa del mare mosso in tempesta: tenersi a dovuta distanza in tali circostanze. Tornando indietro verso l’entroterra rivolgendosi verso il resort lungo la spiaggia e il piccolo villaggio di pescatori di Xlendi, luogo frequentato assiduamente sia dai turisti che dai locali, è possibile ritrovare la via attraverso WiedTal-Kantrs tramite una serie di 18

gradini ricavati nella pietra lungo il fianco della valle che conducono a un ponte di pietra arcuato. I gradini possono essere abbastanza scivolosi: fare attenzione. In tarda primavera, i pendii della vallata sono ricchi di fiori lilla di violaciocca maltese. Seguendo il sentiero costiero piantumato di tamarischi, si raggiunge la baia stessa. Una statua di Sant’Andrea, patrono dei pescatori, domina la baia. La fermata dell’autobus si trova proprio dietro gli edifici situati in fila sul lungomare. All’estremità opposta della baia, una ripida scalinata conduce alla piccola grotta costiera nota come Grotta di Carolina. Per molti anni questo luogo è stato riservato alla balneazione delle suore domenicane. Carolina Cauchi e la sua famiglia furono noti benefattori della chiesa. Sebbene faccia parte del distretto di Munxar, in tardo agosto Xlendi celebra la propria festa in onore della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo. La chiesa dedicata alla Beata Vergine risale al 1868 e si trova sulla sporgenza rocciosa all’inizio della collina. Proprio al di sotto della chiesa, nei suoi sotterranei, si trova un elemento inatteso: un mulino di emergenza scavato nella roccia verso la metà degli anni ‘50.


Frammenti

La torre di Mġarr ix-Xini

LA TORRE DI GUARDIA COSTIERA DI XLENDI

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La torre fu commissionata e costruita nel 1650 quando il Gran Maestro Lascaris era alla guida dell’Ordine di San Giovanni di Malta. La funzione principale della torre consisteva nel prevenire i traffici clandestini e altre attività di contrabbando, come ad esempio lo sbarco di persone evase dalla quarantena, e nel dare l’allarme in caso di avvistamento di navi pirata in avvicinamento. L’entrata alla torre avveniva tramite un ponte levatoio, ora sostituito da un ponte di pietre in muratura che collega la torre alla scalinata. La torre ricoprì il suo ultimo ruolo militare durante la Seconda Guerra Mondiale, quando era utilizzata come punto di osservazione dalla polizia costiera di Gozo. Dopo la guerra, la torre iniziò ad essere affittata a privati. La torre è ora sottoposta a restauro su iniziativa

dell’organizzazione per la protezione del patrimonio storico-artistico Din l-Art Ħelwa e dell’amministrazione locale di Munxar.

LA TORRE DI GUARDIA COSTIERA DI MĠARR IX-XINI

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Costruita durante il regno dei Cavalieri di San Giovanni, questa torre di guardia costiera si erge ancora oggi sulla bocca dell’insenatura di Mġarr ix-Xini, da cui essa trae il nome. Completata nel 1661, essa appare estremamente simile alle 13 torri costruite in serie a Malta ed erette dal Gran Maestro De Redin in un periodo leggermente precedente. Durante il periodo dei Cavalieri, la torre era equipaggiata di due cannoni e tre uomini. Consentiva di tenere sott’occhio il canale di Gozo-Comino ed era utile per dare un primo allarme in caso di incursioni, le quali per secoli hanno rappresentato 19


La vedetta

una minaccia molto temuta, soprattutto a causa della vicina insenatura che offre un approdo semplice e riparato dai venti provenienti da nord-ovest. Tale timore era peraltro sostenuto da un’amara esperienza, poiché solo un secolo prima la popolazione dell’intera isola di Gozo era stata decimata e ridotta in schiavitù durante un assedio degli Ottomani. La tradizione vuole che il vicino promontorio sia stato il luogo da cui più di 5000 gozitani furono spediti a Tripoli come schiavi. Dopo la partenza dell’Ordine, fino agli anni ‘70 dell’ottocento la funzione di guardia fu svolta dal Royal Malta Fencible Regiment, ma da allora in poi la torre fu progressivamente abbandonata. La torre riassunse per breve tempo il proprio ruolo originale durante la Seconda Guerra Mondiale, quando fu utilizzata come punto di osservazione dalla polizia costiera di Gozo. La torre è stata restaurata nel 1999 su iniziativa di Wirt Għawdex, un’organizzazione locale volontaria che si occupa del patrimonio storico-artistico, e parte dei fondi è stata raccolta tramite la donazione di singoli blocchi di pietra. È possibile visitare la torre su appuntamento 20

scrivendo all’indirizzo e-mail info@ wirtghawdex.org oppure visitando il sito web (www.wirtghawdex.org) per conoscere gli orari di apertura. La torre è aperta al pubblico quando la bandiera è issata.

LA FUGAS

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La fugas era un’arma utilizzata per la difesa delle coste, principalmente per evitare lo sbarco dei nemici su parti vulnerabili della costa. La fugas è in realtà un mortaio o cannone scavato nella roccia avente la forma di un cono tronco invertito, con l’apertura larga in cima e stretta sul fondo, dove si trova lo spazio dedicato alle polveri da sparo. Mediamente, il diametro e la profondità di una fugas misurano rispettivamente 2 metri e 2,5 metri. Dopo aver riempito il fondo di polveri da sparo, la buca veniva riempita di grandi quantità di pietre di tutte le misure; quando la polvere da sparo veniva incendiata, l’esplosione che ne derivava causava la caduta delle pietre sul nemico mentre tentava di avvicinarsi al territorio. Lungo la costa di Gozo erano posizionate dodici fugas.


IL FORTE CHAMBRAY

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Nei primi anni del diciottesimo secolo, il solo rifugio disponibile per i gozitani era rappresentato dalla Cittadella presso Victoria; quest’ultima, oltre a essere di dimensioni troppo limitate, era anche considerata troppo vulnerabile e troppo debole per resistere a un eventuale assedio. L’Ordine di San Giovanni decise di costruire una nuova città fortificata che dominasse il porto e che fosse in grado di accogliere l’intera popolazione e il bestiame; l’incarico di progettare la fortezzaa fu affidato all’ingegnere militare de Tignè. I fondi necessari per la costruzione del progetto furono offerti dal cavaliere francese Jacques François de Chambrai (1687-1756). La fortezza aveva lo scopo di respingere lo sbarco delle forze nemiche nella zona del Porto di Mġarr e sorvegliare le navi nel canale di Comino. La costruzione delle fortificazioni fu completata nel 1762, ma furono erette solo alcune delle strutture progettate e la nuova città non riuscì ad attirare nuovi residenti. Solamente una volta, all’epoca dell’invasione napoleonica nel 1798, gli abitanti vi cercarono rifugio, ma si arresero e la abbandonarono dopo una resistenza puramente simbolica. Attualmente il forte è sottoposto a lavori al fine di essere trasformato in zona residenziale.

restaurato dall’Amministrazione Locale di Munxar ed è in fase di realizzazione un progetto di apertura al pubblico su base regolare.

GLI UCCELLI

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Alcune antiche canzoni popolari offrono degli spunti sulle razze di uccelli più diffusi nella zona. Una di queste canzoni fa riferimento al Ċawla (corvo) che gracchiava nella valle di Mġarr ix-Xini prima di estinguersi e scomparire dalle isole maltesi. La valle accoglieva anche l’ultima coppia di barbagianni prima che venisse sterminata negli anni ‘80. Un’altra canzone ricorda il falco pellegrino (il famoso falco maltese), che nidificava nelle fessure delle scogliere e dava la caccia ai piccioni selvatici.

I MULINI DI EMERGENZA

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Negli anni ‘50, quando Malta era ancora colonia britannica, fu deciso di costruire dei mulini sotterranei che fungessero da fonte di cibo d’emergenza in caso di eventuali conflitti. Il mulino di Xlendi è l’unico presente su Gozo. Tutti i mulini furono costruiti su Malta, lontano dalle zone del porto. Per ricavare i mulini, veniva scavato un tunnel nella roccia fino a 30 m di profondità, creando poi una camera divisa in tre piani. Il silo vantava una capacità di 1000 tonnellate. Questo mulino è stato

Averla capirossa

La presenza di diverse razze di uccelli, specialmente lungo la costa meridionale di Gozo, ha fatto dell’isola un’area considerata a livello internazionale come Important Bird Area (IBA, area importante per la conservazione della popolazione di uccelli) e rimane un sito di estrema importanza per numerose specie come la berta maggiore, la berta minore mediterranea, il gabbiano reale zampegialle, la procellaria e il passero solitario, l’uccello nazionale di Malta, che 21


preferisce le scogliere verticali, mentre la sterpazzola di Sardegna, lo strillozzo e la calandrella preferiscono gli altopiani.

riconoscerle per i loro versi, simili a pianti di bambini, che riempiono l’atmosfera e regalano un’esperienza sonora unica nel suo genere! Il suo nome scientifico diomedea è infatti legato all’eroe greco Diomede e questo uccello è considerato, da un punto di vista mitologico, come il compagno metamorfizzato dell’eroe che continua a piangere la sua morte ogni notte con i suoi gemiti. Anche la molto più rara berta minore mediterranea nidifica lungo le sogliere, ma con una popolazione molto più ridotta e in un periodo precedente. Entrambe le specie continuano ad essere regolarmente sottoposte a ricerche e monotoraggi da parte dell’associazione BirdLife Malta.

Il passero solitario, l’uccello nazionale di Malta

LE PUFFIN CENDRÉ DE SCOPOLI

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La Calonectris diomedea (Ċiefa in maltese) è un uccello marino appartenente alla famiglia degli albatross dotato di apertura alare fino a 126 cm. Il suo nome comune è berta maggiore ed è rinomato per la sua capacità di volare a filo dell’acqua con le estremità delle ali che quasi toccano la superficie marina. Ha il becco di colore giallo con la punta uncinata marrone, il piumaggio superiore è marroncino-grigio, mentre quello inferiore è bianco. La berta è un uccelllo gregario che nidifica in colonie all’interno delle crepe e delle fessure delle scogliere, dove depone un solo uovo nel mese di maggio e ritorna nello stesso luogo anno dopo anno. Più di 1.000 coppie nidificano lungo le scogliere a partire da Ta’ Ċenċ fino a Xlendi; per questo motivo la zona è divenuta una delle aree più importanti. La berta maggiore trascorre la maggior parte della propria vita in mare, ma durante l’estate al tramonto è possibile osservare centinaia di esemplari riuniti in ampi gruppi prima del loro ritorno ai rispettivi nidi, a cui fanno visita solamente di notte. Questo è il momento in cui è più probabile 22

IL PINO D’ALEPPO

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Il Pinus halepensis (Żnuber in maltese) è nativo della regione del Mediterraneo ed è molto adatto a questo clima caratterizzato da estati lunghe e secche. Si tratta di una conifera di media misura che raggiunge un’altezza massima di 20 metri. A Malta questo albero è presente fin dall’antichità, essendo probabilmente una delle principali specie delle foreste che ricoprivano le isole millenni di anni fa e che sono da lungo tempo scomparse, ad eccezione di aree ristrette rappresentate dai rimanenti esemplari di querce sempreverdi. Il pino d’Aleppo fu reintrodotto e utilizzato nella progettazione del paesaggio e nella forestazione. Gli aghi di questo pino sono foglie altamente adattete che riducono di gran lunga la perdita di acqua, consentendo all’albero di sopravvivere alla siccità delle lunghe estati. Il caldo estivo comporta spesso la creazione di un odore intenso di resina, accompagnato dal suono crepitante delle pigne che si aprono per rilasciare e disperdere i semi nel vento . Per ciascuna pigna femmina il tempo di maturazione è di 3 anni. Le pigne maschio sono molto più piccole, non legnose e sono visibili per un periodo breve dell’anno, quando rilasciano nuvole di polline se sfiorate.


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