Vita carmelitana 01 2013

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Periodico della Famiglia Carmelitana Provincia Napoletana

Anno 75 - Numero 1 Gennaio / Giugno 2013


Vita Carmelitana

Periodico della Famiglia Carmelitana Provincia Napoletana Anno 75 - N. 1 Gennaio / Giugno 2013

Direttore Responsabile: Angelo Renna Direttore Editoriale: P. Enrico Ronzini

Redazione: Fr. Francesco M. Ciaccia Floriana Grassi Fiorenza Ingrosso Carmela Marzico Salvatore Schirone Mariateresa Surace Nicoletta Zampogna

Direzione e Amministrazione: Corso Benedetto Croce, 180 70125 Bari Tel. 080.5424484 fax 080 5562741 e-mail: vitacarmelitana@gmail.com

Editoriale

Alzati e mangia La parola di Dio

Sale della terra

Il Vangelo nel quotidiano

Rubrica

Fuoco che trasforma

La spiritualità carmelitana

Autorizzazione del Tribunale di Bari N. 282 del 29/01/1965 Spedizione in regime agevolato (Tabella C)

Battezzati: “quei veri adoratori che il Padre ricerca” (SC 6)

pag. 7

Giustizia e pace La questione di Dio al tempo dei social network

pag. 10

Nel cenacolo Maria è sorella e madre

pag. 13

di Giuseppe Bondanese

Rubrica

Proposte di lettura Il devoto del Carmine

Rubrica

Profili del Carmelo Giovanni di san Sansone e la preghiera aspirativa

I giovani

Insieme come fratelli Notizie di cronaca

RIVISTA ASSOCIATA ALL’USPI GARANZIA DI TUTELA DEI DATI PERSONALI È garantita la sicurezza e la riservatezza dei dati personali degli abbonati. Ai sensi dell’art. 70 D Lgs. n. 196 del 2003, gli interessati alla modifica o alla cancellazione dei propri dati possono comunicarlo alla Direzione. Impaginazione e approntamento:

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pag. 4

di sr. M. Anastasia di Gerusalemme

di p. Anastasio Filieri

La tua bellezza sia la mia

IN COPERTINA: foto d’archivio.

pag. 3

Cristo, Maestro di preghiera Mt 6, 5-8

di Francesco M. Ciaccia

Abbonamento annuo: Ordinario: Euro 9,00 Sostenitore: Euro 15,00 Amico: Euro 30,00

ccp n. 15270705 intestato a: Provincia Napoletana dei Carmelitani Corso Benedetto Croce, 180 70125 BARI

I n q u e st o n u m e ro

di Salvatore Schirone

pag. 16

di Nicoletta Zampogna

pag. 17

Quale fede nel pop? Lady Gaga di Mariateresa Surace

pag. 19

Convegno teresiano a Foggia Piccoli fiori dal giardino del Carmelo a Curinga (CZ) Il vescovo di Oppido-Palmi fa visita al nostro Santuario Incontro dei giovani carmelitani a Salamanca Serata di legalità per i giovani di Palmi In ricordo di Padre Claudio Ljoi In ricordo di Padre Riccardo Brandi

pag. 22 pag. 23 pag. 24 pag. 25 pag. 26 pag. 29 pag. 31


C

arissimi lettori,

Editoriale

ecco a voi il primo numero della nostra rivista di quest’anno. Non è facile raccontare in breve un carisma come il nostro, perché a volte si rischia di non essere capaci di esprimerne tutta la ricchezza. Il carisma di una famiglia religiosa è principalmente il dono che lo Spirito Santo fa alla Chiesa e a coloro che lo seguono, incarnandolo ed arricchendolo ogni giorno con il vissuto di fede, di speranza e d’amore di tutti. Il carisma secolare che incarniamo è frutto della fatica, dell’esperienza e della gioia di ogni singolo carmelitano che nel tempo ha intessuto la tela di una testimonianza continua. A questo riguardo, non possiamo dimenticare i fratelli e le sorelle che hanno vissuto la loro trasformazione attraverso il cammino di santità. Allora possiamo comprendere come il carisma del Carmelo si configura sempre più come un itinerario di fede, o potremmo dire un pellegrinaggio, per vivere la dimensione di crescita e trasformazione della vita e delle scelte che lo caratterizzano. La preghiera, cioè il dialogo sistematico e diuturno “con Colui dal quale sappiamo essere amati” rimane il cuore della nostra esperienza di fede, e l’esigenza imprescindibile dl nostro cammino quotidiano.

Vi proponiamo in questo numero tra le sezioni, le rubriche e la varie cronache l’unico tema di riflessione la preghiera, in una sfaccettatura di contenuti e sollecitazioni che dalla ricchezza della Parola di Dio, ai documenti della Chiesa, alla lettura sapienziale dei santi e i nuovi linguaggi dei mezzi di comunicazione e del modo di esprimersi nell’arte e nella musica, si arricchisce e si esplica nella sua natura e dimensione. Per questo vi invitiamo a leggere e a meditare per essere arricchiti e testimoniare la gioia del nostro carisma.

Nella rivista troverete la recensione della pubblicazione del devoto del carmine, rieditato dopo 35 anni in una veste nuova, arricchita da alcune sezioni che rinnovano e completano la precedente pubblicazione. Presso la sede provinciale potrete richiedere le copie necessarie per la sua diffusione come manuale di preghiera e strumento educativo per tutti. Buona Lettura.

GENNAIO / GIUGNO 2013

P. ENRICO RONZINI Priore Provinciale

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C

Alzati e mangia

risto, Maestro di preghiera (Matteo 6, 5-8)

Sr. M. Anastasia di Gerusalemme Gli occhi di GesĂš vedono le folle (Mt prende per mano e ci conduce, ci guida; 5,1)‌ gli occhi del Padre vedono nel al cap. 6 del Vangelo di Matteo raggiunsegreto (Mt 6,6), nel cuore. Da questo giamo forse il punto piĂš elevato e piĂš intimo allo stesso tempo sguardo, duplice eppudi tutto il percorso: qui re unico, scaturisce Egli ci svela i tre grandi l’invito, l’insegnamento, pilastri della nostra vita la luce sulla preghiera. di fede, del nostro inCon gli occhi fissi sulla contro, del nostro rapnostra umanitĂ , il Siporto con Dio Padre. Tre gnore e Maestro ci rivolpilastri, come dicono ge la sua Parola, apre la anche i rabbini; tre esua bocca e ci dona il spressioni di un unico, bacio del suo amore, grande amore, che abdella sua salvezza. Inbraccia e riempie tutta serito nel contesto aml’esistenza del discepolo pio del discorso della e che sono l’elemosina, montagna, che occupa i la preghiera e il digiuno. capitoli 5-7 di Matteo, La preghiera è al cenl’insegnamento sulla tro, sta nel cuore e ocpreghiera acquista una cupa lo spazio piĂš amluce particolare, che è pio, piĂš essenziale. Quequella della Torah, della Torah presso il museo ebraico di Bologna sti pochi versetti di MatLegge di Israele. Sul teo 6, 5-8 sono veramenMonte Sinai, infatti, Dio si china verso il suo popolo amato e, co- te il centro del centro, appena a un sofme se lanciasse una freccia verso il suo fio, a un respiro dalla preghiera di GesĂš, cuore, Egli parla e traccia la strada da il Padre nostro (vv. 9-13). Per noi è importante provare a scavaseguire, la via della vita, della felicitĂ . Questa è la Legge per Israele, per noi; re dentro questa parola, cosĂŹ semplice, non cose da fare, appuntamenti prefis- sobria, quotidiana, perchĂŠ facendo quesati, norme stabilite, ma piuttosto una sto possiamo entrare in contatto con il strada aperta, che raggiunge il cuore e Signore, col suo stesso cuore, con la sua di lĂŹ riparte, per condurci a Dio e ai fra- vita. Ăˆ come un cammino, un viaggio, telli. Torah, infatti, viene dal verbo e- un tratto di strada percorso nell’anima: braico yarah, che vuol dire “gettare un va dalla piazza, dalle vie, dall’esterioritĂ frecciaâ€?, ma anche “dare una direzioneâ€?, alla casa, alla stanza piĂš interna, piĂš “indicare un sensoâ€?. Ăˆ qui che noi pos- segreta, lĂ dove nessuno può entrare, se siamo trovare il significato, il perchĂŠ non Lui, il Signore, l’Amore. Ed è un della nostra vita, del nostro cammino in percorso che va fatto personalmente, ognuno con lo sguardo fisso nello questo mondo. GesĂš, quale paziente maestro, ci sguardo di Dio, del Padre; ognuno chia4

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mato per nome, con la sua storia, la sua verità, qualunque essa sia.

La preghiera è un bacio tra l’uomo e il suo Dio

Un percorso di preghiera. Ma che cos’è la preghiera, quella che Gesù ci insegna, perla preziosa che Egli ci trasmette, della quale ci adorna, come una sposa pronta per il suo sposo? Innanzi tutto è bello notare che Gesù associa al termine pregare-preghiera il verbo “amare” e lo fa parlando degli ipocriti, che, nonostante la loro posizione ingannevole, il loro aspetto bugiardo, «amano pregare» (v. 5). È vero che qui Matteo usa il verbo phileo, esprimendo, quindi, un amore basato sul sentimento, la simpatia, però è anche vero che questo verbo assume il bellissimo significato di “baciare” (Mt 26,48; Gen 27,26). E davvero è così: la preghiera è un bacio tra l’uomo e il suo Dio, è un respiro, un soffio vitale scambiato, donato e ricevuto. Il problema sta nell’atteggiamento più profondo, del cuore. Il Vangelo ci aiuta a capire meglio, a fare chiarezza. Rifacendosi alla profezia di Isaia (29, 13), Marco scrive così, descrivendo gli ipocriti: «Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me» (Mc 7,6). E Gesù vuole annullare questa distanza, questa assenza. Lo fa anzitutto passando dal voi del v. 5 al tu: «Tu quando preghi…» (v.6) e poi invitando ad entrare dentro, a non continuare a rimanere al di fuori, alle superfici, là dove l’incontro, il faccia a faccia, il bacio dell’amore, non può avvenire. “Entra nella tua camera e chiudi la tua porta”, dice alla lettera. Qui incontriamo un termine particolare, che vuol dire “stanza interna, segreta” e anche “ripostiglio, dispensa” (Lc 12,24). È il luogo del tesoro, delle cose più preziose, dell’incontro più solitario e intimo. È lì che dobbiamo entrare, scendere, per vivere l’esperienza della preghiera. E per fare questo occorre chiudere la porta. Non è, però, GENNAIO / GIUGNO 2013

Il Discorso della Montagna, dipinto da Carl Heinrich Bloch (1890)

un movimento di isolamento, di fuga, ma piuttosto di raccoglimento, di custodia. Se faremo questo, potremo sentire il Signore che viene, che bussa. Lo dice Lui stesso: «Ecco, sto in piedi presso la porta e busso; se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, entrerò presso di lui e cenerò con lui ed egli con me» (Ap 3,20). La preghiera è un incontro, è aprire la porta al Signore, lasciarlo entrare, lasciarlo sedere con noi, per condividere il cibo della vita, il pane della nostra esistenza, ciò che ci portiamo nel cuore. Per questo Lui dice che non sono necessarie tante parole. Usa due termini strani: “blaterare” e “multiloquio”, per dire che il Signore ascolta il nostro silenzio, il nostro pianto, le poche, semplici parole del nostro amore per Lui. Tanto più che troviamo questo termine anche nel libro dei Proverbi, associato alla realtà triste e pesante del peccato: «Nel molto parlare non manca la colpa» (Pr 10,19), dice la sacra Scrittura. Ma qual è la colpa di cui si parla? La parola ebraica qui usata esprime l’andare al di là, il creare una frattura, un fosso tra Dio e la sua creatura, esprime la ribel5


lione, la rottura della relazione, dell’amore. E quando non c’è più amore, è impossibile pregare, pregare veramente.

Il “segreto”: spazio in cui l’Amore del Padre prende dimora e diventa casa

Un’ultima cosa. Tracciando la via della preghiera, Gesù ci parla del Padre, ci rivela il luogo, la presenza del Padre, ci accompagna fino a Lui, per consegnarci al suo abbraccio, al suo bacio. Allo stesso tempo, però, ci apre anche ai fratelli, alle sorelle, a tutti quei figli che, come

noi, vivono e respirano di questo stesso, unico, meraviglioso amore di Dio. Dice «Padre tuo» e lo ripete due volte, nel giro di pochissime parole (v.6), ma subito dopo allarga lo sguardo e il cuore e dice: «Padre vostro» (v.8). Nulla di privato, di esclusivo, ma solamente un amore condiviso, ricevuto e gustato insieme, donato e moltiplicato per quanti sono i cuori, le storie, i volti, le esistenze che si affacciano sulla scena di questo nostro mondo. Mondo benedetto, “segreto” spazio in cui l’Amore del Padre prende dimora e diventa casa, stanza segreta, deposito di grazia e di benedizione, Pane di ogni giorno, donato per oggi, fino alla fine del mondo (Mt 28,20).

Cena di Emmaus (Caravaggio, Milano)

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Sale della terra

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Battezzati: “quei veri doratori che il Padre ricerca� fr. Francesco M. Ciaccia, O. Carm.

Il primo documento ufficiale prodotto dal Concilio Vaticano II fu proprio la Costituzione sulla liturgia: Sacrosantum Concilium. Essa, fin dalle prime battute, inserisce il battesimo nel dinamismo del dialogo di GesÚ con la samaritana (Gv 4,1-42) e quindi orientando il primo dei sacramenti dell’iniziazione cristiana, al culto vero gradito a Dio (Cfr. v. 23). Poco piÚ avanti i padri conciliari, nella stessa Costituzione, affermano: I sacramenti sono ordinati alla santificazione degli uomini, alla edificazione del corpo di Cristo e, infine, a rendere culto a Dio1. Sarà , dunque, proprio a partire da questa triplice prospettiva sacramentale che affronteremo la nostra riflessione sul battesimo.

Uomini santificati

Il Catechismo della Chiesa cattolica afferma: ÂŤLa Santissima TrinitĂ dona al battezzato la grazia santificante, la grazia della giustificazioneÂť2, veritĂ tanto chiara e nota giĂ ai primi cristiani, per cui ben a ragione Paolo poteva chiamare santi i destinatari delle sue lettere (1Cor 6,2; 7,14; 2Cor 1,1; 2Cor 13,12; Ef 1,1.15.18; 3,8.18; 6,18; Fil 1,1; 4,22; Col 1,2.4; 1Tim 5,10; Fil 5). La santificazione è conseguenza del partecipare alla morte e risurrezione del Cristo, simboleggiate in quell’acqua in cui il catecumeno viene immerso per completo per poi riemergere quale nuova creatura. Mezzo indispensabile e insostituibile per la salvezza3 è una delle prerogative missionarie che GesĂš affida ai discepoli prima di ascendere al cielo GENNAIO / GIUGNO 2013

(Cfr. Mt 28,19-20) e che in una notte a Nicodemo diceva con altre parole: ÂŤIn veritĂ , in veritĂ ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di DioÂť (Gv 3,5). Elevati allo stato di figliolanza adottiva, ammessi alla famigliaritĂ relazionale con Dio, rigenerati dal lavacro battesimale, il cristiano può giĂ partecipare in terra della vita celeste a pregustare quella risurrezione futura4, in quanto reso conforme al Cristo5: ÂŤEcco la stupenda realtĂ : la persona umana, mediante il Battesimo, viene innestata nella relazione unica e singolare di GesĂš con il Padre, cosĂŹ che le parole risuonate dal cielo sul Figlio Unigenito diventano vere per ogni uomo e ogni donna che rinasce dall’acqua e dallo Spirito Santo: Tu sei il figlio mio, l’amatoÂť6. Immersi nel mistero della TrinitĂ , il battezzato sperimenta la necessitĂ di porre Dio al centro della propria quotidianitĂ , riscoprendola proveniente proprio da colui che è la Vita (Cfr. Gv 14,6) e ad egli la offre insieme alla sua lode.

ComunitĂ di redenti

Non siamo soli in questo cammino di santificazione, anzi Dio ha convocato tutti coloro che guardano con fede a GesÚ, autore della salvezza e principio di unità e di pace, e ne ha costituito la Chiesa, perchÊ sia agli occhi di tutti e di ciascuno, il sacramento visibile di questa unità salvifica7. La vocazione cristiana è continua apertura, alla perenne novità di Dio, e ai fratelli: immersi in Dio, siamo uniti ai 7


fratelli e alle sorelle, perché tutti sono in Dio, continuamente provocati a rompere le barriere del nostro isolamento, così afferma Benedetto XVI: «Essere battezzati non è mai un atto solitario di «me», ma è sempre necessariamente un essere unito con tutti gli altri, un essere in unità e solidarietà con tutto il Corpo di Cristo, con tutta la comunità dei suoi fratelli e sorelle»8.

Incorporati nella Chiesa siamo chiamati al culto9

Nel dialogo con la samaritana, Gesù approfondisce il tema della risposta umana alla rivelazione del Figlio, infatti usando il simbolismo dell’acqua viva (Cfr. vv. 10-14), Gesù si presenta come colui che, con il suo battesimo, dà l’acqua della salvezza, attuando così l’attesa di una presenza definitiva di

Dio in mezzo al suo popolo e di un nuovo culto basato sull’incontro diretto con lui. Di questo culto, poi, i battezzati, ne sono anche sacerdoti; non solo partecipano alla morte e risurrezione del loro Maestro, ma anche al suo stesso sacerdozio: «Tutti quindi i discepoli di Cristo, perseverando nella preghiera e lodando insieme Dio (Cfr. At 2,42-47), offrano se stessi come vittima viva, santa, gradevole a Dio (Cfr. Rm 12,1) […] esercitano il loro sacerdozio col ricevere i sacramenti, con la preghiera e il ringraziamento, con la testimonianza di una vita santa, con l’abnegazione e la carità operosa»10. Ed è tanto importante questo culto da essere fonte e culmine di tutta la nostra vita cristiana11: «La Chiesa vive dell’Eucaristia fin dalle sue origini. In essa trova la ragione della sua esistenza, la fonte inesauribile della sua santità, la forza dell’unità e il vincolo

La santificazione è conseguenza del partecipare alla morte e risurrezione del Cristo, simboleggiato in quell’acqua in cui il catecumeno viene immerso completamente

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VITA CARMELITANA - ANNO 75, N. 1


“In queste parole: «Tu sei il Figlio mio, l’amato», si rivela che cos’è la vita eterna: è la relazione filiale con Dio, così come Gesù l’ha vissuta e ce l’ha rivelata e donata. (Benedetto XVI)”

della comunione, l’impulso della sua vitalità evangelica, il principio della sua azione di evangelizzazione, la sorgente della carità e lo slancio della promozione umana»12. La vita del battezzato, dunque, diventa un continuo rendimento di grazie (Eucharistìa) per il mistero dell’amore di Dio, per le meraviglie che vediamo compiersi quotidianamente nella nostra vita, per la promessa di un Paradiso che già sperimentiamo in questa vita. È chiaro che in tale contesto non c’è più spazio per la tristezza, la disperazione, per questo voglio concludere con le parole del Papa emerito Benedetto XVI che nel 2009 in un Angelus affermò: «Cari amici, quant’è grande il dono del Battesimo! Se ce ne rendessimo pienamente conto, la nostra vita diventerebbe un “grazie” continuo»13. GENNAIO / GIUGNO 2013

1 Concilio Ecumenico Vaticano II, Sacrosantum Concilium, n. 59. 2 Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1266. 3 Cfr. Ibidem, n. 1257. 4 Cfr. Ibidem, nn. 1002-1003. 5 Cfr. Concilio Ecumenico Vaticano II, Lumen Gentium, n.7. 6 Benedetto XVI, Angelus, 11.1.09. 7 Concilio Ecumenico Vaticano II, Lumen Gentium, n.9. 8 Cfr. Benedetto XVI, Lectio divina, 12.6.12. 9 Cfr. Concilio Ecumenico Vaticano II, Lumen Gentium, n.11. 10 Concilio Ecumenico Vaticano II, Lumen Gentium, n.10. 11 Cfr. Concilio Ecumenico Vaticano II, Sacrosantum Concilium, nn. 10.14; Lumen Gentium, n. 11. 12 Sinodo dei vescovi, L’eucaristia: fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa. Instrumentum laboris, Città del Vaticano 2005. 13 Benedetto XVI, Angelus, 11.1.09.

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giustizia e pace

La questione di io al tempo dei social network Giuseppe Bondanese

de dei fedeli, non senza sollevare qualche critica per la gestione della sua presenza sul social network. Papa Francesco, come ormai lo chiamano affettuosamente gran parte dei fedeli in tutto il mondo, ha scritto semplicemente ÂŤCari amici, vi ringrazio di cuore e vi chiedo di continuare a pregare per me, Papa FrancescoÂť ed ha continuato a meravigliare tutti per il fatto di essersi rivolto ai fedeli chiamandoli Dati per capire il fenomeno “amiciâ€? e per l’importanza che da subi@Pontifex_it. è stato questo l’account to, in tutte le sue esternazioni, ha dato italiano scelto da papa Benedetto XVI a alla preghiere come mezzo per avvicidicembre 2012 per il suo sbarco su narsi al Signore. Oltre a Twitter, Twitter, uno dei somolto piĂš conocial network piĂš utisciuto ed utilizzato lizzati al mondo. Il negli USA rispetto nuovo account del all’Italia, non poPapa (nelle altre lintevano mancare le gue, le sette principa“pagine ufficialiâ€? li, cambia solo la sigla anche su Facebook Paese: per esempio che gode di ottima “@pontifex_esâ€? per lo salute sul nostro spagnolo) è stato preterritorio. sentato ufficialmente il 3 dicembre nella Ad oggi (mese di Papa BenedettoXV I introduce twitter Sala Stampa vaticaaprile 2013) questi tra i mezzi di comunicazione della Santa Sede na. I primi tweet del sono i dati delle papontefice sono stati messi in rete il 12 gine italiane degli ultimi due pontefici: dicembre festa di Nostra Signora di - Papa Benedetto XVI1, ha 191.201 “Mi Guadalupe. piaceâ€?, di lui ne parlano 10.298 pagine Sette profili in sette lingue. Benedetto - Papa Francesco2, ha 148.600 “Mi piaXVI esordisce sul sito di microblogging ceâ€?, di lui ne parlano 96.593 pagine. dove giĂ cinguettano monsignor Ravasi Da notare che quasi tutti i fedeli di e Timothy Dolan, cardinale di New York. papa Benedetto XVI si sono trasferiti Ma tra i capi religiosi, il leader buddhi- sulla pagina di papa Francesco e che sta, il Dalai Lama, è il piĂš seguito con quest’ultimo gode di piĂš interesse (piĂš oltre 5 milioni di followers. gente ne parla) al momento poichè è L’account Twitter è stato usato da Be- l’attuale papa in carica. nedetto XVI per rispondere alle domanIn Zambia sono in tanti, per esempio, ÂŤCari amici, è con gioia che mi unisco a voi via twitter. Grazie per la vostra generosa risposta. Vi benedico tutti di cuoreÂť. CosĂŹ Benedetto XVI ha scelto di iniziare la sua avventura sul social network il 12/12/12. Alle 11.30 è arrivato il suo primo “cinguettioâ€?: una vera e propria benedizione 2.0.

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VITA CARMELITANA - ANNO 75, N. 1


giustizia e pace

a seguire il vescovo Stephen Safwali attraverso la sua pagina Facebook. Un altro pastore convinto delle “doti” evangeliche di questo mezzo, è Elijah Miti, zambiano che vive in Sud Africa. Alla specifica domanda «Cosa l’ha spinta a fare uso del social network Facebook per inviare messaggi di evangelizzazione/motivazione?», ha risposto: «Credo che il Vangelo di Gesù Cristo debba raggiungere tutto il mondo e questa nuova tecnologia mi aiuta ad incontrare molte persone ed aiuta queste in tutto il mondo. Ora ho figli e figlie che hanno accettato Gesù su FB [Facebook] attraverso la mia ispirazione e molti altri mi chiedono preghiere e conforto, e Dio ha ascoltato e risposto alle loro preghiere. Abbiamo avuto testimonianze di persone che hanno trovato lavoro dopo molti anni di disoccupazione, dopo le nostre preghiere notturne».

XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi

Dal 7 al 28 ottobre 2012 si è tenuta la “XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi” che aveva per tema: “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”; dalle linee introduttive (L’urgenza di una nuova evangelizzazione) si capisce che c’è bisogno di cambiamento ed innovazione per poter arrivare al cuore di ognuno. Colpisce che uno dei primi a recepire la sfida comunicativa del nuovo millennio sia proprio il Vescovo di Roma! Non passano 2 mesi ed è già in rete tra i fedeli. Monsignor Bruno Forte, padre sinodale, appena eletto, in rappresentanza dell’Europa, nel nuovo consiglio permanente che avrà anche il compito di preparare la prossima assemblea dei vescovi dice: «Si è avvertita la centralità della famiglia a servizio della nuova evangelizzazione, si è data attenzione peculiare ai giovani come alla nostra comune speranza. A loro si deve riservare ascolto, GENNAIO / GIUGNO 2013

Papa Francesco con i Vescovi

rispetto della maturazione dei loro cammini di vita, ma anche proposta umile, coraggiosa e gioiosa della bellezza di Cristo». In 57 proposizioni i nodi maggiori della nuova evangelizzazione e le maggiori sfide che attendono la Chiesa di tutto il mondo in questo campo. L’elenco unico è stato presentato ai 258 padri sinodali presenti alla 19ª Congregazione generale della 13ª Assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi che poi elaboreranno, tra gli altri scritti, il messaggio finale del Sinodo che, utilizzando un verso della Prima lettera ai Corinti «Guai a me se non annuncio il Vangelo!» (1Cor 9,16), ci aiuta ad inserirci nel lungo cammino di proclamazione del Vangelo che, dai primi secoli dell’era cristiana al presente, ha percorso la storia e ha edificato comunità di credenti in tutte le parti del mondo.

Come operare

«Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore» (Gv 14,27), ha detto Gesù ai suoi discepoli. L’opera della nuova evangelizzazione riposa su questa serena certezza. Noi siamo fiduciosi nell’ispirazione e nella forza dello Spirito, che ci insegnerà ciò che dobbiamo dire e ciò che dobbiamo fare, anche nei frangenti più difficili. È nostro dovere, perciò, vin11


giustizia e pace

cere la paura con la fede, l’avvilimento con la speranza, l’indifferenza con l’amore. Non c’è spazio per il pessimismo nelle menti e nei cuori di coloro che sanno

Papa Francesco con Monsignor Lombardi, responsabile dell’ufficio stampa della Santa Sede

che il loro Signore ha vinto la morte e che il suo Spirito opera con potenza nella storia. Con umiltà, ma anche con decisione – quella che viene dalla certezza che la verità alla fine vince –, ci accostiamo a questo mondo e vogliamo essere attori vivi di questa rinnovata speranza che la Parola del Padre fortifica e sostiene. I social network sono uno dei tanti strumenti che la società ci mette a disposizione per intessere relazioni e, come ogni strumento, in se non è bene o male, ma solo un modo per esprimere la nostra capacità di fare qualcosa. Come crisitani siamo chiamati a seguire gli esempi dei pontefici del nostro tempo e di metterci in relazione con il pre12

sente senza lasciarci abbagliare dai modi negativi di utilizzo degli strumenti stessi. Ci sono molte pagine di social network in cui si parla di Dio e della cristianità, ci si scambiano le sensazioni e si fanno nuove conoscenze, il tutto nell’ottica della comunità (in questo caso virtuale) che contraddistingue l’essere figli di Dio. Non siamo noi a condurre l’opera dell’evangelizzazione, ma Dio, come ci ha ricordato il Papa: «La prima parola, l’iniziativa vera, l’attività vera viene da Dio e solo inserendoci in questa iniziativa divina, solo implorando questa iniziativa divina, possiamo anche noi divenire – con Lui e in Lui – evangelizzatori»3. «Grazie per il vostro amore e il vostro sostegno. Possiate sperimentare sempre la gioia di mettere Cristo al centro della vostra vita»4. https://www.facebook.com/Benedetto16 https://www.facebook.com/pages/PapaFrancesco/167172593333184 3 Benedetto XVI, Meditazione alla prima Congregazione generale della XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, Roma 8 ottobre 2012. 4 Benedetto XVI (@Pontifex_it) 28 febbraio 2013 1 2

Sinodo dei Vescovi

VITA CARMELITANA - ANNO 75, N. 1


Fuoco che trasforma

M

Nel cenacolo è sorella e madre

aria

(Atti 1, 14)

p. Anastasio Filieri Dopo lo strazio del Golgota hai visto il tuo Figlio, o Maria, vincere la morte e risorgere come Signore della vita. Apparso risorto ai suoi nel cenacolo, donò la sua pace e lo Spirito Santo, nel soffio di una nuova creazione, e la remissione dei peccati, frutto della redenzione. In Cristo l’umanità è stata riconciliata con il Padre. Dal tuo Figlio innalzato in croce, Maria, sei stata costituita madre di noi credenti, nell’affido di Giovanni; lui per tutti noi. Dopo la sua ascensione al cielo hai raccolto nel cenacolo discepoli e apostoli, fratelli e sorelle, divenuti tutti tuoi figli, per farne un cuor solo e un’anima sola. Tutti oranti, nell’attesa che lo Spirito Santo forgiasse la chiesa, apostolica e carismatica; riferimento e modello nei secoli, perchĂŠ rivivesse quanto lo spirito di Cristo ha lasciato in ereditĂ ai suoi, e lo stesso Spirito Santo la conducesse per il mondo, missionaria per la evangelizzazione delle genti. Nel cenacolo hai fatto tua l’ereditĂ del Figlio. Quel tuo grembo fecondato per opera dello Spirito Santo, per opera dello stesso Spirito ha generato la Chiesa, e ti ha dato di presiedere, come madre. Il Figlio tuo, lo Spirito Santo e tu Maria, triade che ha avviato i credenti in Cristo verso la nuova Gerusalemme. Lo stesso Spirito Santo, che ha fecondato il Verbo incarnato, l’hai atteso assieme a quanti hai radunato nel nome di Colui che ha pregato il Padre perchĂŠ fossero una cosa sola nella divina unitĂ . Per l’incessante preghiera della chiesa nascente da te guidata, come lingue GENNAIO / GIUGNO 2013

di fuoco discese dal cielo Colui che nell’atto di fede affermiamo essere Signore e datore di vita: lo Spirito Santo. Furono tutti battezzati dal fuoco dello stesso Spirito, come aveva profetizzato Giovanni il Battista sulle rive del Giordano, a quanti attendevano l’avvento del Cristo Messia. La Chiesa nascente, sotto la tua protezione materna, si dischiuse al mondo, senza piĂš i confini dell’antica alleanza stipulata dal Padre con un solo popolo, l’antico Israele. La Chiesa è divenuta il nuovo Israele, il nuovo popolo di Dio, costituito in nuova alleanza, non piĂš fondata sulla legge mosaica, ma nel sangue del tuo Figlio versato sull’altare della croce, prefigurato nella cena pasquale. Tu, o Madre, continua ad assistere e a reggere la tua figlia Chiesa, generata dallo Spirito Santo; perchĂŠ si rispecchi nel cenacolo; perchĂŠ continui, con coraggio, ad annunziare e testimoniare il Vangelo che Cristo GesĂš le ha lasciato in ereditĂ , per la conformazione a lui; perchĂŠ sia sempre piĂš carismatica e meno istituzionale; perchĂŠ renda ragione al mondo della speranza che il Cristo, risorto da morte, ha immesso in lei; perchĂŠ la tua maternitĂ si rispecchi in lei, nella solidarietĂ con la condizione dell’uomo; perchĂŠ in questo mondo, che a volte smarrisce l’anima e lo spessore umano, tu abbia a essere, come alle nozze di Cana, attenta e solidale con ogni uomo, oggi spersonalizzato, schiacciato, reso figlio e non padre della moderna tecnologia e in un mondo globalizzato, che tecnicamente unisce 13


uomini e cose, ma umanamente li disperde, li inaridisce, nella comunicazione virtuale e che ha visto sorgere e svilupparsi l’individualismo e i localismi. Tu, che hai accolto tutti e tutti sotto il tuo manto, fa’ che i tuoi figli si rispecchino in te, per quello che tu sei agli occhi del Padre, per quello che ci trasmetti nel cuore e nell’anima. Tu, che sei stata in confidenza e unione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, fa’ che la Chiesa si nutra e si rispecchi, nell’unità e nella diversità armoniosa della Trinità Santissima. Hai accompagnato il Verbo tuo Figlio dalla incarnazione, dove l’hai avuto bambino teneramente cullato tra le tue braccia, allo strazio del Golgota, nell’Uomo dei dolori schiodato dalla croce e deposto sul tuo grembo. Un percorso che ti ha vista umile serva del Padre per il compiersi del Suo disegno: redimere l’umana condizione intrisa di peccato. Per questo tuo Figlio si è assimilato ai peccatori, ottenendo per noi la remissione dei peccati. Dal cenacolo, da te presieduto, si è dispiegato, per il mondo, l’annunzio

evangelico; proclamato dai santi apostoli ubbidienti a quanto il maestro loro e Figlio tuo aveva loro comandato: “Andate per il mondo e annunziate il vangelo a tutte le genti”. L’apostolo Giovanni che ti ha sorretta sotto la croce e accompagnata nel percorso della vita, sperimentando il tuo affetto, il tuo amore, come l’amore del tuo Figlio, è divenuto cantore dell’amore di Dio nelle sue lettere apostoliche. Non da meno sia il nostro amore per te e per il Signore Dio che ti ha prescelta, per essere madre del suo Figlio e nostra. Riscontriamo per te, quasi naturale e spontaneo, un affetto e un sentimento che ci avvolgono. Ci sei madre. Quello stesso sentire che hanno sperimentato apostoli e discepoli, fratelli e sorelle da te convocati nel cenacolo, quasi a formare la famiglia Chiesa, prima di espandersi per il mondo e dar vita a nuove comunità evangeliche. Sulla tua esemplarità nel cenacolo, Maria, i nostri padri, che ti eressero l’oratorio sul monte Carmelo, adunarono eremiti, pellegrini e crociati per fare

Crocefissione (Santa Maria delle Grazie - Milano - cappelle della navata)

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VITA CARMELITANA - ANNO 75, N. 1


Pentecoste (Orcagna)

di tutti una fraternità, condividendo l’essere in Dio. Formarono, nel vivere in ossequio a Cristo, una cosa sola, pur avendo alle spalle varie provenienze e diverse ed intense esperienze di vita. Al fondo dell’oratorio hanno posto te, come ad esser da te raccolti in unità, per essere loro sorella e madre, Beata Vergine Maria del Monte Carmelo. Fa’ che il nostro sentire sia forgiato dall’esperienza del tuo amore per noi e non trasbordi nel rinunziare ad affermare quanto dichiarato dal tuo Figlio, nel porti a modello: sei colei che ha ascoltato la Parola e l’ha messa in pratica. Le parole del Figlio tuo abbiano il primato nel nostro sentire e nelle espressioni della nostra vita, come anche le tue “fate tutto quello che egli vi dirà”. Fa’ che la Chiesa di Cristo non disperda l’eredità donataci dal tuo Figlio e da te custodita nel cenacolo, perché non si ripieghi umanamente su se stessa, ma incarni il vangelo in sé e si faccia missionaria del vangelo. GENNAIO / GIUGNO 2013

Prega per noi, perché abbiamo a essere in sintonia con il Figlio tuo e il Padre che l’ha inviato. Lo Spirito Santo che ti ha fecondata e la comunità apostolica del cenacolo da te presieduta assista, sotto la tua materna protezione, la sua santa Chiesa. Con la sua effusione diventi sempre più carismatica ed evangelica, meno istituzionale. Nutra di spirito evangelico i suoi ministri, nel dispiegamento del loro ministero; dia al laicato di esprimersi nella responsabilità ecclesiale, in forza del battesimo che li ha introdotti nella chiesa, per essere membra vive del corpo di Cristo, nell’annunzio e testimonianza profetica del vangelo. Tu continua a radunarci sempre sotto il tuo manto, per riportarci all’amore del Padre che ti ha eletta, del Figlio che hai generato e dello Spirito Santo che ti ha fecondata. Sarai la corona di gloria di quella Chiesa, popolo santo di Dio, adunato nell’unità divina del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, che ti ama, ti ascolta, ti segue. 15


Il devoto del Carmine

proposte di lettura

Edizione 2013

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Dopo 35 anni dall’ultima edizione, la provincia Napoletana dei Carmelitani, ripropone il “Devoto del Carmine”. Fu mons. Lucio Renna, all’epoca provinciale, oggi vescovo di San Severo, nel 1978 a volere una rivisitazione e l’aggiornamento postconciliare di uno dei testi più utilizzati dal laicato carmelitano per la preghiera personale e le pratiche devozionali comunitarie. Sebbene il Concilio avesse caldamente incoraggiato la pratica della preghiera liturgica e della Scrittura come fonte principale della preghiera del popolo di Dio, per molti laici, soprattutto terziari, questo libretto è rimasto lo strumento privilegiato e forse l’unico per l’orazione quotidiana. Ma perché riproporlo ancora oggi? Molte cose sono cambiate. Innumerevoli sussidi per la preghiera sono stati prodotti in questi lunghi anni, accanto a studi autorevoli che hanno aperto a tutti gli scrigni del tesoro millenario della spiritualità carmelitana. Eppure, proprio l’abbondanza di tali strumenti sovente finisce per disorientare i semplici cristiani che cercano un piccolo manuale, pratico e completo che li possa accompagnare sempre in ogni momento della giornata offrendogli tutto e solo l’essenziale di quello

che serve per incontrare il Signore nella sapiente tradizione della Chiesa. Questa edizione del Devoto pur mantenendo l’agilità di un piccolo libretto di 10 per 15 cm, contiene nelle sue ben 416 pagine, accanto alle tradizionali preghiere alcune interessanti novità: “una piccola introduzione alla Lectio divina, la presentazione della spiritualità mariana dell’Ordine Carmelitano”, le preghiere “composte nelle nostre Comunità fraterne, la novena alla Madonna del Carmine, la S. Messa della festa e la Solenne Supplica, il significato dello Scapolare ed il nuovo rito per la benedizione e l’imposizione dello stesso, i Santi del Carmelo e le preghiere a loro rivolte” (dall’introduzione di p. Enrico Ronzini, p. 3-4). In particolare segnaliamo la bella antologia di scritti carmelitani, presa dalla “Charta della Fraternità”, pubblicata nel 2008 (pp. 55-73), che chiude il libretto, pp. 379-411. Tradizione e fedeltà creativa quindi la formula di questo nuovo Devoto del Carmine che ci auguriamo trovi piena accoglienza tra tutti coloro che attingono quotidianamente alla sapienza del Carmelo lo Spirito della preghiera cristiana. Salvatore Schirone VITA CARMELITANA - ANNO 75, N. 1


S

profili del carmelo

Giovanni di san ansone e la preghiera aspirativa Nicoletta Zampogna

cui ÂŤci si serve del Giovanni di san cane per cacciare Sansone nacque a la lepre al fine di Rennes (Francia) il prenderla e, aven30 dicembre 1571. dola presa, non gli Perse la vista si permette che quando era ancora prenda la sua parsolo un bambino, te, ma gliela si sotma questo gli pertrae subito, per mise di sviluppare nutrirne e sostenal massimo gli altri La fine di sĂŠ è l’inizio di Dio tare gli uominiÂť1. sensi, ed infatti diQuesto grande mistico, che si distinvenne un musicista dotato. Probabilmente a causa del suo handi- gueva per l’amore alla solitudine e per la cap trascorse infanzia e adolescenza sua ricca esperienza di Dio che si tramolto turbate e provate, fin quando, nel duceva in una vita di ardente caritĂ 1603, venuto a contatto con i carmelita- verso Dio e i fratelli, in modo speciale i ni di Parigi, iniziò a frequentare il loro poveri e i malati, morĂŹ a Rennes il 14 convento e la chiesa ove offrĂŹ il suo ser- settembre 1636, pronunciando come vizio di organista. Da quel momento ultime parole: “Sono inchiodato alla crotutto cambiò e, ormai lontano da quel ce con Cristoâ€?. passato turbolento, nel 1606 iniziò il Lasciò al Carmelo una ricca ereditĂ di suo cammino nella vita religiosa nel testi mistici e poetici (manoscritti dai Carmelo di Dol-de-Bretagne per poi tra- suoi segretari) che risaltano la sua sferirsi nel 1612 a quello di Rennes, grande feconditĂ e soliditĂ spirituale e dove divenne il padre spirituale della Ri- meritano di essere conosciuti da tutto il forma di Touraine e importante punto di popolo di Dio. riferimento. Giovanni esprime, attraverso la sua Questa riforma dottrina, la logica di Dio che suscita neltracciò il pas- l’uomo ripiegato su se stesso gli affetti saggio da un ge- del cuore che gli permettono di aprirsi nere di preghie- sempre di piĂš al suo amore, e abbandora meditativa a nandosi ad esso, si inserisce in una creuna piĂš affetti- scente corresponsione amorosa. Per lui va, attenta ai ÂŤtutta la vita spirituale non è altro che moti del cuore. un “flusso e riflusso di Dio a Dio o in L’intelletto con- Dioâ€?Âť2. corre col cuore a Ciò che trascina l’uomo in questo dicogliere il miste- namismo spirituale è la preghiera che ro di Dio, allo viene definita da Giovanni come ÂŤla La Croce stesso modo in scorciatoia per andare a DioÂť3 e il cui GENNAIO / GIUGNO 2013

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profili del carmelo

fine è l’unione intima con Dio. L’esercizio della preghiera aspirativa, dice il nostro mistico carmelitano, inizialmente costa fatica, ma col tempo diviene così forte, potente e nobile, e la creatura se ne serve per elevarsi all’Amato, tale che «l’anima sorpassa prontamente se stessa e ogni cosa creata, unendosi strettamente a Dio nella vivacità della sua espressione amorosa»4.

Amen

Il mistico di Rennes è convinto, evidentemente per propria esperienza, che tutti quelli che s’impegneranno con decisa volontà nel metodo di preghiera da lui proposto, non tarderanno a sentirsi riformati e spiritualmente maturati. Per concludere non posso fare a meno di citare una delle sue più belle preghiere:

«Io non voglio che Te, mio divino Amore, io non voglio che Te. Quando sarò malato Tu sarai la mia salute. Quando sarò debole Tu sarai la mia forza. Quando sarò nelle tenebre dello spirito e del corpo Tu sarai la mia luce. Quando avrò freddo Tu sarai il mio calore e il fuoco ardente che mi consuma. Tutto quello che mi mancherà io l’avrò abbondantemente e pienamente alla Tua presenza. Davanti a Te io gioirò, occupandomi di Te frequentemente e umilmente».

1 G. di S. Sansone, Esperienza di amore totale, La nuova cultura, Napoli 1983, p. 102. 2 E. Boaga, Giovanni di san Sansone. Mistico e venerabile, Ocarm (1571-1636), in AA.VV., A cura di E. Boaga – L. Borriello, Dizionario carmelitano, Città nova, Roma 2008, p. 441. 3 Ibidem., p. 442. 4 G. di S. Sansone, op. cit., p. 101.

Preghiera

Oasi dei Trulli Martina Franca (TA)

Casa di accoglienza dei Carmelitani situata nella Valle d’Itria, dotata di 50 posti letto; ideale per ritiri, esercizi spirituali e campi scuola in autogestione.

Per informazioni: tel. 080.5424484 (Carmelitani di Bari) 18

VITA CARMELITANA - ANNO 75, N. 1


F

La tua bellezza sia la mia

Quale ede nel pop? Lady Gaga Mariateresa Surace

che rispecchiano Lady Gaga, è il noprincipalmente la me d’arte di Stefani fede cattolica. Joanne Angelina In etĂ matura, iniGermanotta, nata a ziò ad esibirsi nei New York il 19 marzo club del Lower East 1986, cantautrice Side, dove viveva statunitense, di oricon gruppi musicali gini italiane (il padre chiamati Mackin ha origini messinesi). Pulsifer e SGBand, Ăˆ stata influenzaLady Gaga in quel periodo inita dalla musica pop degli anni ottanta di artisti come zia la sua ricerca di un proprio stile Madonna e Michael Jackson e dal glam musicale, piĂš provocatorio. Il padre ha rock di artisti come David Bowie e i raccontato di essere rimasto sconvolto Queen, da quest’ultimi la casa disco- quando ha scoperto che lei si era esibigrafica si è ispirata per il suo nome ta in un locale burlesque al fianco di d’arte, (un chiaro riferimento alla loro drag queen e spogliarellisti. Durante la canzone Radio Ga Ga). Ăˆ stata messa sua carriera musicale ha raccolto molte sotto contratto dalla Interscope Re- acclamazioni e con esse anche tante cords e ha debuttato nel 2008 con l’al- indignazioni e critiche. bum The Fame, che ha lanciato i singoli di successo planetario Just Dance e Poker Face. In quattro anni di carriera La strumentalizzazione del dato Lady Gaga ha venduto oltre 23 milioni di fede di copie dei suoi album e oltre 64 milioni di singoli. Oltre alla carriera musicaLeggendo bene i testi, ci si può renle, Lady Gaga si è impegnata a sostene- dere conto del collage di linguaggi biblire la comunitĂ LGBT (un acronimo che ci che si miscelano tra loro in maniera sostituisce le parole Lesbiche, Gay, confusa. Per quanto questi testi possaBisessuali, e Transgender), contribuen- no avere una loro logica personale, non do all’abrogazione della legge “Don’t ask sono subito facilmente comprensibili, don’t tellâ€? la quale escludeva aperta- men che meno il messaggio pseudospimente i gay dal servizio militare statu- rituale che dovrebbe soggiacerci. Il dubnitense. bio è lecito. Ma per capirne un po’ di Cresciuta nell’Upper West Side di piĂš, prendiamo in esame la canzone Manhattan, sin da piccola ha mostrato “Judasâ€?. Malgrado il devastante impatle sue doti artistiche. Ha frequentato la to su numerose organizzazioni religiose, scuola cattolica “Convent of the Sacred il brano ha ottenuto un’eccellente fortuHeart Schoolâ€?, anche se i messaggi con- na critica. Cito il testo: ÂŤSono solo una tenuti nei testi delle sue canzoni fanno santa pazza, oh baby lui è cosĂŹ crudele, pensare a tutto tranne che a messaggi ma io sono ancora innamorata di Giuda GENNAIO / GIUGNO 2013

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Ledy Gaga

baby», e prosegue ancora «nel senso più biblico, sono oltre il pentimento, ladri di fama, prostitute, la sua mente vomita ma in senso culturale, Giuda baciami se questo è reato, o indossa un preservativo per orecchio la prossima volta» e dice poi «Gesù è la mia virtù, Giuda il demonio a cui mi aggrappo». Pare che la cantante, in questo testo, abbia voluto parlare di un dilemma amoroso, ma la scelta artistica di usare una simbologia religiosa è spiazzante.

Un videoclip alquanto discutibile

Ho letto parecchi articoli su Lady Gaga e sulla sua stravagante produzione musicale: devo dire che i suoi testi mi lasciano senza parole, oltre che con un enorme punto interrogativo. Come accade anche per altri suoi testi e video 20

musicali, la mescolanza di figure simboliche e messaggi religiosi, crea un enorme impatto visivo ma allo stesso tempo crea anche tanta confusione. Alcuni dei suoi video sono stati definiti blasfemi e horror a causa anche delle immagini crude e dei gesti forti compiuti dall’artista. Nel videoclip della canzone “Alejandro”, Lady Ga Ga con addosso un abito da suora rosso lucido, ingoia un Rosario, il tutto contornato da aitanti ballerini seminudi, frustini e calze a rete. Lei stessa ha ammesso che questo è un simbolo del suo amore e apprezzamento per la comunità gay. Ho avuto modo di leggere su internet, i commenti di alcuni ragazzi che hanno ascoltato la musica di questa cantante ed ho potuto constatare che ci sono due fronti ben divisi, due correnti di pensiero in merito alla fede dell’artista: alcuni sostenitori parlano di lei come di una persona credente, altri invece dicono che una persona veramente credente non dovrebbe produrre certi video. C’è da dire, comunque che, nel sostenere i diritti dei gay, la cantante non ha risparmiato aspre considerazioni sulla posizione della Chiesa riguardo all’omosessualità: lei stessa ha detto che l’opinione del papa su tale argomento non interessa a nessuno. Diciamo pure che in questo vortice di opinioni è facile confondersi se non si approfondisce bene l’argomento.

Un genere musicale difficilmente metabolizzabile Esaminiamo ancora un’altro brano “Electric chapel”. Nel testo troviamo le seguenti frasi «Il mio corpo è un santuario, il mio sangue è puro, mi vuoi cattiva, io penso che tu sia figo, ma non sono sicura» ed aggiunge di seguito «seguimi, non essere un pazzo sacro, seguimi, ho bisogno di qualcosa di più da te»; e più avanti «incontrami nella cappella elettrica se mi vuoi rubare il cuore

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lontano, incontrami, incontrami baby in un luogo sicuro». Il linguaggio è come sempre complesso, e la stessa cantante dice di questo brano: «Riguarda il bisogno di sentirsi sicuri nel cercare l’amore». Questo genere musicale così stravolgente è difficile da metabolizzare per un cristiano. Non si tratta di una questione di ignoranza o di chiusura mentale, assolutamente no. È piuttosto frutto di un confronto tra questo genere musicale, il suo linguaggio comunicativo e ciò che la fede ci insegna. Lo scopo delle informazioni raccolte e delle supposizioni e interrogativi che ne sono derivati non è quello di giudicare o condannare qualcuno, ma di fare luce e verità sull’argomento, e testimoniare pacificamente la nostra fede.

Alejandro

VOCAZIONE AL CARMELO Per il tuo orientamento vocazionale nella famiglia carmelitana i frati, le monache e le suore ti offrono la possibilità di vivere periodi di riflessione e itinerari di ricerca. Puoi rivolgerti al responsabile: per i frati a Bari per le monache a Ostuni per le suore a Foggia.

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Insieme come fratelli

CONVEGNO IN PREPARAZIONE AL V CENTENARIO DELLA NASCITA DI SANTA TERESA D’AVILA Sabato 13 ottobre 2012, nel teatro della parrocchia S. Maria del Carmine di Foggia, ha avuto luogo il convegno per religiosi e laici. Tema: Attualità pastorale del “Libro della vita” di santa Teresa d’Avila, relatore il carmelitano scalzo p. Luigi Borriello, professore ordinario di Teologia spirituale alla Pontificia facoltà teologica Teresianum di Roma. La relazione si è svolta in tre parti,

scandita dalla lettura dai messaggi del Preposto Generale dei carmelitani scalzi, del Priore Generale dell’Ordine carmelitano e del Santo Padre Benedetto XVI. Ogni momento è stato animato dai canti dei giovani della parrocchia. P. Luigi ha presentato Teresa come la donna della riforma del Carmelo, colei che richiama le sue monache, e la Chiesa tutta, a vivere il Vangelo, la Parola che diventa vita vissuta. La santa ha vissuto in un’epoca critica che ha sofferto per la nascita del protestantesimo. Ella sperimenta il dolore per tutta la Chiesa profondamente travagliata. Donna di preghiera, vive ed opera per Dio. È conosciuta come una delle sante più realiste e pratiche che la cristianità abbia avuto. Onesta con Dio, chiara con se stessa e sincera con tutti. Catturava facilmente la simpatia di chi la conosceva, seminatrice di gioia, quale segno di vitalità e di equilibrio, ma era anche una donna decisa. Il relatore, ha sottolineato come il Libro della vita di santa Teresa sia un canto di lode per le meraviglie del Signore, il racconto nel quale si snoda la storia della sua anima, il suo amore con il Dio Incarnato, non trasportando l’esistenza in una fuga mistica, ma incontrando l’umanità di Cristo nel quotidiano. Nulla ti turbi, nulla ti spaventi; tutto passa, Dio non cambia; Solo Dio basta. MARISA FOTIA MARTINO

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PICCOLI FIORI DAL GIARDINO DEL CARMELO

Si fa presto a dire «Non vedo l’ora di diventare grande», ma quando arriva quel momento ti rendi conto che ci vuole veramente poco per apprezzare ciò che si era da piccoli. È quello che è successo a noi, sabato 24 novembre 2012. Nei locali del santuario Maria SS.ma del Carmelo di Curinga (CZ) si è svolto il primo incontro dei Fiori del Carmelo. È stato un po’ come tornare bambini anche per noi educatori: tanti sorrisi, facce curiose che aspettavano di capire cosa sarebbe successo. E pensare che solo pochi anni fa eravamo noi al loro posto! Era veramente da tanto che aspettavamo e aspettavano questo giorno: incontrare i bambini e i genitori per strada e sentirci chiedere ogni volta «ma quando iniziate i fiori del Carmelo?»; se poi mettiamo anche la voglia di riprendere un cammino interrotto tanti anni fa’ e la determinazione che abbiamo per fare di più per la nostra realtà carmelitana, si può capire con quanta gioia abbiamo atteso questa giornata. Abbiamo aperto l’incontro con i saluGENNAIO / GIUGNO 2013

ti e la preghiera, e poi è arrivato il tanto atteso momento di giochi: per fortuna la bella giornata ci ha permesso di usufruire dell’ampio cortile esterno. Il primo approccio è stato positivo: la nostra presidente, da brava nonna quale è, ed Elisabetta, una delle educatrici, hanno preparato la merenda e anche questo momento di fraternità è stato apprezzato dai nostri piccoli amici. Quello che di più ci riempie di gioia e di soddisfazione è il fatto che molti bambini non volevano andare via, curiosi di sapere cosa avremmo fatto la prossima volta. Subito, poi, il giro di telefonate tra consorelle per complimentarsi con noi per ciò che abbiamo fatto, le mamme che chiedono se possono portare altri bambini! Ringraziamo fin da ora tutti per il sostegno: il cammino è ancora lungo ma speriamo di crescere sempre di più, seguendo l’esempio di Maria, Regina del Carmelo. ANNARITA, ELISABETTA, MARIA, GIUSEPPE E BRUNO (CURINGA)

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IL VESCOVO DI OPPIDO- PALMI FA VISITA AL SANTUARIO DEL CARMINE DI PALMI Il tempo liturgico della Quaresima ha offerto al vescovo della nostra diocesi, mons. Francesco Milito, l’occasione per svolgere una serie di catechesi sui vizi capitali, nelle diverse parrocchie della nostra cittadina di Palmi. Già durante il periodo di Avvento, con la riflessione sulle Virtù cardinali, il vescovo Milito ci aveva invitato a verificare il grado di assimilazione della grazia recataci dalla Natività del Signore, preparandoci al mistero dell’Incarnazione. Con l’esame dei vizi capitali, egli ha voluto metterci in guardia da una certa rilassatezza morale che non fa tenere in debito conto le pericolose insidie in essi nascoste, per cui siamo portati a sottovalutare le conseguenze che ne derivano e che possono deteriorare il nostro modo di vivere. In quest’ottica, e con lo sguardo rivolto verso la Pasqua di Resurrezione co-

me momento di sconfitta di ogni radice di male, mons. Milito ha sviluppato e offerto alla nostra meditazione, l’analisi dei sette peccati capitali: gola, avarizia, lussuria, superbia, invidia/ira, accidia/ pigrizia. Nel nostro Santuario del Carmine, Mons. Milito ha concluso le catechesi affrontando il peccato dell’accidia o pigrizia. Vi è in tutti noi una naturale tendenza alla malinconia, all’apatia, uno stato d’animo che ci cattura quando le aspettative di vita, le aspirazioni, i sogni si rivelano falsi o irraggiungibili. Dalla malinconia alla pigrizia, e all’esasperazione di essa, cioè all’accidia, il passo è breve. Al termine dell’incontro, come Famiglia Carmelitana, abbiamo accolto il vescovo nella sala p. Beniamino per un momento di festa e condivisione. CETTINA REPACI

Visita Vescovo,19 marzo 2013

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INCONTRO DEI GIOVANI CARMELITANI A SALAMANCA

È sempre arduo concretizzare in formulazioni verbali il vissuto di un incontro con i fratelli a livello internazionale; se non altro per lo spessore spirituale che esso assume, rivelando la cattolicità del nostro Ordine. Convocati dal Consigliere Generale per l’Europa, fr. John Keating, noi carmelitani con non più di dieci anni di professione solenne, ci siamo incontrati a Salamanca (Spagna), dal pomeriggio di giovedì 4 aprile alla mattina di domenica 7. Lì, accompagnati dalle riflessioni del Priore Generale, ci siamo messi in dialogo sulla situazione dell’Ordine oggi e sul suo futuro in Europa. All’invito abbiamo risposto in trenta, con la nostra attiva ed entusiasta partecipazione, e oltre alla numerosa presenza dei fratelli provenienti dalla Polonia, v’erano anche frati provenienti dall’Irlanda e dall’Inghilterra, dalla Spagna, dalla Francia, dall’Italia, da Malta, dall’Olanda, dalla Germania e dalla Romania. Dagli intensi lavori di gruppo, ne è emersa una sintesi a mo’ di verbale, nel quale siamo convenuti su quelle che riteniamo

I partecipanti all’incontro

delle urgenti necessità per le nostre comunità: la riscoperta della nostra identità, il rinnovamento della vita fraterna, il creare nuovi processi di discernimento e il potenziare l’internazionalità. Dopo l’ultima riflessione sui punti emersi nei gruppi di lavoro, sintetizzati in forma di verbale dal p. Desiderio García Martínez, siamo andati in pellegrinaggio ad Alba de Tormes, dove riposano i resti mortali di santa Teresa d’Avila. I saluti a volte sono sempre difficili, scendere dal Tabor tavolta costa fatica, tuttavia non ce ne siamo tornati a casa a mani vuote, al contrario è con vero senso di gratitudine e una buon dose di quella speranza che è dono (charis) proveniente da Dio siamo tornati nelle nostre comunità. Il mio particolare ringraziamento va al Consigliere per l’Europa John Keating che ci ha permesso la grazia di questi giorni, al Priore Generale per la sua presenza, sempre motivo di grande conforto e allegria, e alla Provincia di Castilla per la generosa accoglienza offertaci.

FR. FRANCESCO M. CIACCIA, O.CARM.


SERATA DI LEGALITÀ E SPERANZA PER I GIOVANI CARMELITANI DI PALMI È ormai un incontro consueto e proficuo quello di noi giovani del santuario del Carmine il lunedì sera nella sala dedicata a p. Beniamino. L’appuntamento formativo è piuttosto dinamico: si va dal momento di preghiera alla tematica del giorno sviluppata da uno di noi, dalla condivisione di ciò che essa ci suscita sino ad arrivare a progettare il nostro cammino nei mesi a seguire e organizzare le diverse attività.

anni egli opera attraverso la cooperativa “valle del Marro”, che si occupa di amministrare i terreni confiscati alla mafia, per anni lasciati in stato di abbandono, e ora fonte di lavoro e di riscatto per tanti giovani. La cooperativa si occupa nello specifico della coltura di quelle produzioni agricole tipiche del territorio: agrumeti, oliveti ed ortaggi. Essa si occupa anche di trasformare questi prodotti, attraverso una rete solidale di

La Cooperativa “Valle del Marro”

In questo primo anno stiamo sviluppando la tematica della giustizia sociale, ambito alquanto impegnativo, ricco di sfaccettature se lo si analizza nei vari punti di cui è composto: diritto al lavoro e alla salute, politica, crisi economica ed etica cristiana.

La cooperativa “Valle del Marro”

In questo scenario si è ben collocata la testimonianza di Sergio Casadonte, referente dell’associazione “Libera contro le mafie”, impegnato nel difficile territorio della “piana di Gioia Tauro”. Da 26

aziende territoriali, in olio extra vergine di oliva, conserve sott’olio, e tanti altri prodotti tipici autoctoni. La peculiarità di queste produzioni è l’agricoltura biologica, che viene rispettata in tutto il suo ciclo seguendo severe normative. Uno dei pregi di Sergio, che certo non passa inosservato sin dai primi istanti, è il suo buonumore e la semplicità con cui riesce a trattare degli argomenti più complessi, sapendo mettere i presenti a proprio agio. Dopo essersi presentato, ha chiesto ad ognuno di noi, di fare una presentazione: nome e sogno. Quello che è emerso, in sintesi, è il desiderio di un’occuVITA CARMELITANA - ANNO 75, N. 1


I giovani di Palmi sulle terre confiscate alla mafia.

pazione sicura e stabile, che ci permetta di realizzarci sia come onesti cittadini che come maturi cristiani. Il nostro ospite oltre ad esortarci a vincere il pessimismo di questo particolare periodo storico e sociale, ci sprona a credere in noi stessi e nei nostri sogni, e far sì che essi abbiano la meglio sulla sfiducia e la disillusione. Il punto di riferimento per concretizzare tutto ciò, «la bussola» seguendo le parole dello stesso Sergio, è Gesù con la sua parola e i suoi insegnamenti sempre vivi e attuali.

Una sfida che è anche profezia

Guardavo negli occhi il nostro ospite e vedevo in essi trasparire, durante la sua testimonianza, tutta la passione e la dedizione, nonché l’impegno profuso in questi anni e i numerosi sacrifici.

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Ci racconta come non sia stato semplice iniziare questo ambizioso progetto dal nulla: su terreni confiscati a famiglie mafiose che imponevano la loro egemonia da anni sul territorio. Ne emerge una sfida oltre che con il difficile contesto, anche con se stessi, con le proprie paure e i rischi ai quali si poteva andare incontro. Durante gli anni non si sono fatti attendere infatti atti di intimidazione e di vandalismo: incendi, minacce, furti e quant’altro possa scoraggiare anche i più temerari; o come se non bastasse le crescenti difficoltà economiche, che ogni azienda incontra nel difficile mercato odierno. Eppure Sergio e gli altri coraggiosi collaboratori, erano sempre li, tenaci e perseveranti, pronti a rimboccarsi le maniche per ricominciare. Quel che occorre nello specifico del nostro territorio è una rivoluzione socio27


culturale, attraverso la quale si possa combattere la mafia e il mafioso, che tende a soggiogare intere comunità, come se tutto gli fosse dovuto per chissà quale sacra investitura che da anni viene tramandata sul territorio: guai a chi si oppone a questo sacro principio di omertà. Per fortuna c’è chi lo ha fatto e continua a farlo e dice di no ogni giorno nonostante tutto, al perpetrarsi di questo antico cancro che crea come una cappa che racchiude al di sotto tanti mali socioeconomici di questa bella ma sfortunata terra che è la Calabria. E noi, siamo chiamati a spezzare il

circolo vizioso di una mentalità mafiosa, a partire dai piccoli gesti di legalità quotidiana. Il nostro ospite infine ci ricorda che a differenza della mentalità mafiosa, noi dobbiamo prenderci cura con amore e devozione della nostra terra e delle sue ricchezze: essa è qualcosa da custodire e da rispettare, che dovremo poi lasciare in eredità a chi verrà dopo di noi.

Il coraggio delle idee

L’incontro non poteva terminare senza l’immancabile foto di gruppo ai piedi dell’altare dove la presenza di Maria e di Gesù ci ricordano la loro protezione, la forza e il coraggio che certo non ci faranno mancare in quella che sarà la missione di ognuno di noi nella vita. Personalmente quel che mi ha suscitato la serata trascorsa, è il rammentare una frase del giudice Falcone che sosteneva: «gli uomini passano ma le loro idee restano e camminano sulle gambe di altri…». Credo che questi valori e queste idee stiano continuando a camminare anche sulle gambe di Sergio e degli altri ragazzi delle varie associazioni, e in tutti coloro che giorno dopo giorno sono disposti a far qualcosa per cambiare la realtà o almeno ci provano. CARMINE GELONESE

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VITA CARMELITANA - ANNO 75, N. 1


IN RICORDO DI P. CLAUDIO LIOI P. Claudio Lioi è stato chiamato dal suo piacere di incontrare le persone, Padre che è nei cieli, il martedì della prestare loro attenzione, affettuosasettimana santa, il 26 marzo 2013, co- mente dialogare e ricordare. Un uomo venuto in chiesa per conme per consegnare nelle sue mani il lavoro pastorale svolto per la sua gente, fessarsi ha dichiarato che dopo cinche ha tanto amato e altrettanto affetto quantaquattro anni, dalla sua prima comunione quest’anno sarebbe stata la gli è stato dato in cambio. Il priore, P. Antonio, che di mattina prima volta che a Pasqua non si sarebpresto gli ha portato la colazione in ca- be confessato da P. Claudio. Essere mera, lo ha trovato morto, mentre scen- punto di riferimento della vita di fede, come della vita fadeva dalla polmiliare, nell’arco trona letto. di tutta l’esistenza All’esposizione di una persona, della salma in come di una famiparrocchia è staglia, è il segno che to un susseguirsi il pastore ha sapudi gente, per una to condividere e preghiera e un ulaccompagnare il timo saluto, tansuo gregge. Conoti ricordi. sceva bene ogni Stracolma di suo parrocchiano, gente la chiesa conosceva le famiper la celebrazioglie, la via di ognune funebre, prena di loro, l’abitasieduta dal vescozione e il numero vo Filippo Sancivico. Segno che toro, con la preincontrava le famisenza di tanti glie e soprattutto parroci e saceraccorreva al letto doti concelebrandegli ammalasti. ti, oltre ad alcuni confratelli carmeS. Tommaso D’Alitani, con il P. quino ci dice che la Provinciale Enconoscenza è il rico Ronzini. primo atto di amoPadre Claudio Ljoi A detta dell’imre. È segno dell’inpresario funebre, teresse verso le mai vista tanta gente ad un funerale. persone, dell’attenzione e del legame da Fino alla sera precedente la sua mor- creare o creatosi nel tempo. E le persote, P. Claudio era in chiesa, acciaccato ne, la gente, il popolo della Parrocchia fisicamente; ma disponibile a incontra- erano in sintonia affettuosa con lui. La re la gente, a confessare, a ricordare prima ragione umana del sentire l’apcon bambini, adulti, e famiglie i tempi partenenza a una comunità, dell’assiin cui ha accompagnato la vita delle duità alla messa domenicale, è il sentirpersone. La vita di P. Claudio è stata in- si personalmente accolti dal parroco. Il tessuta, come anche lui sapeva ironica- parroco fa, o meno, della casa di Dio, la mente accentuare, di tanti momenti, casa di appartenenza di tutti. espressioni, battute che disegnavano il Sempre assiduo P. Claudio alla preGENNAIO / GIUGNO 2013

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ghiera comune, come al rosario, per poi salire in camera la sera. Il Parroco, p. Antonio Calvieri mi faceva notare, il libro della liturgia delle ore, abbondantemente consunto. Contento di prestarsi, per ogni occorrenza, a binare la messa, come di essere onnipresente in chiesa o in sacrestia per le confessioni, non facendo pesare le sue malattie e il suo essere acciaccato, il suo trascinarsi nel camminare. Quasi a non voler evidenziare la sua condizione, perché la stessa non fosse di intralcio a continuare le relazioni e i servizi sacerdotali Si è identificato fino all’ultimo con la vita della parrocchia e dei parrocchiani. Molto devoto del suo “Ciccio da Paola”, da buon calabrese, ma soprattutto devoto della Madonna, si è quasi identificato nel canto, mille volte e per tutte le circostanze cantato: “Immacolata, Vergine e bella, di nostra vita tu sei la stella… siam peccatori; ma figli tuoi, immacolata prega per noi”. Amore per la sua Madonna. Ma anche umile richiesta di perdono per le sue umane fragilità, che affidava all’intercessione della madre di Cristo. P. Claudio era uno che perdonava e si faceva perdonare. Parafrasando Cristo Gesù: molto gli sarà perdonato,

perché molto ha amato. Una presenza cinquantenaria nella parrocchia del SS. Crocifisso non poteva rimanere senza un segno; per cui si è pensato di dedicargli la nuova sala degli incontri. La sera del trigesimo della morte, dopo la celebrazione eucaristica, ci siamo recati nella sala degli incontri, ove il nipote Tonino, cui P. Claudio ha fatto da padre, essendo rimasto orfano in tenera età, ha scoperto la targa marmorea ricordo. Da ultimo il suo saper stare con i bambini, facendosi bambino tra i bambini e il volerli, nella messa comunitaria, tutti attorno all’altare, dandosi la mano al momento del Padre Nostro. Negli incontri della fraternità carmelitana ha sempre tenuto bonariamente banco con le sue battute, i suoi ricordi e l’imitazione di confratelli del passato e del presente. A uno di noi, grande viaggiatore, ebbe a dirgli: “Con tanti aerei che prendi, ne cadesse uno”. Non si può ricordare P. Claudio se non con un sorriso. Ciao Claudio, l’Immacolata vergine e bella, che hai sempre amato e cantato, intercederà per te. PADRE ANASTASIO FILIERI

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VITA CARMELITANA - ANNO 75, N. 1


IN RICORDO DEL P. RICCARDO BRANDI Nato a Brindisi il 6 maggio 1958 dalla lpasia al cervello. Trasferitosi presso la prima media (1969) al primo Liceo Gin- Clinica Neuromed di Pozzilli (IS) ha sunasio ha frequentato il Collegio Mariano bito un primo intervento il 25 maggio “Maria Immacolata” in Torre S. Susan- ed un secondo intervento il 5 giugno na. Nel 1973 lascia il collegio per l’isti- 2013. Ha concluso la sua esistenza tertuto alberghiero di Brindisi. Il 20 agosto rena per la gravità del suo male il 7 giu1979 è entrato nella Provincia Napo- gno 2013 alle ore 19.00. I funerali si sono svolti il 10 giugno letana di Bari, compiendo gli studi filo2013 presso la Basifico-teologici presso silica Vergine SS.ma l’Istituto Interreligioso del Carmelo in MesaPugliese “S. Fara”. È gne attorniato dai entrato in noviziato il Confratelli della Pro17 settembre 1981 vincia, tra l’altro P. nella Comunità di FogMario Alfarano, segia, ha professato il 19 gretario Generale, P. settembre 1982. Carmelo Vitrugno, Dal 1986 è stato acun folto gruppo di colto nella Provincia Sacerdoti diocesani Romana (divenuta poi di Brindisi. I PresiProvincia Italiana). Ha denti del sacro rito emesso la Professione sono stati mons. Lusolenne il 25-03-1987. cio Renna vescovo di Il 24-04-1988 è stato San Severo (FG) e Ordinato Diacono, e il l’Arcivescovo di Brin10-03-1990 è stato Ordisi Ostuni Mons. dinato Presbitero. Domenico Caliandro. Ha svolto il suo miErano presenti il Vinistero sacerdotale nelcario della Diocesi di le comunità di Brescia, Brindisi Mons. Giuin Albano, in S. Marseppe Satriano e il tino ai Monti. Ha svolVicario Foraneo Don to il ministero di ParRiccardo Brandi Salvatore Tardio. roco nella Comunità di Nocera Umbra, dove Alle esequie hanno ha vissuto fino al 17 luglio 2008 data partecipato tanti fedeli del popolo di del suo passaggio alla Provincia Na- Dio, provenienti non solo dalla Comupoletana di Bari. nità di Mesagne, da Tarnto, Bari, insieInserito nella Comunità di Bari, S. me ai parenti il fratello Domenico con la Maria delle Vittorie, ha svolto il mini- moglie Mirella, la sorella Silvana con il stero di Vice-Parroco fino al 2009. Tra- Marito Edmund e i figlioli Cristiano, sferito in Mesagne ha svolto il ministero Giambattista e Giordana, molti Terziari di Priore-Parroco fino alla sua morte. e Terziarie dalle nostre Comunità e tanti Dal Capitolo Provinciale 2011 è stato ragazzi, giovani e famiglie che lo hanno eletto quarto Consigliere della Provincia conosciuto. È stata celebrata la memoe segretario del Consiglio Provinciale. ria della Beata Vergine Maria del monte Ricoveratosi il 22 maggio 2013 per Carmelo. accertamenti Presso l’Ospedale di BrinP. ENRICO RONZINI disi gli è stato diagnosticato una neoPriore Provinciale GENNAIO / GIUGNO 2013

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Le Comunità Carmelitane della Provincia Napoletana BARI – 70125 Curia Provinciale Corso Benedetto Croce, 180 tel/fax 080.5562741 vitacarmelitana@gmail.com www.vitacarmelitana.org

BARI – 70125 Parrocchia S. Maria delle Vittorie Corso B. Croce, 180 Conv. 080.5424484 - Parr. 080.5425149 smariavittorie@email.it

CAIVANO (NA) – 80023 Santuario S. Maria di Campiglione Via Campiglione, 58 - tel/fax 081.8354124 CAPACCIO (SA) – 84047 Santuario Madonna del Granato Eremo Carmelitano – tel. 0828.723611 www.madonnadelgranato.it

SUORE FOGGIA – 71122 Discepole di S. Teresa del Bambin Gesú Scuola S. Maria del Carmine Via G.L. Radice, 5 – tel. 0881.636175

MONACHE

OSTUNI (BR) – 72017 Monastero S. Maria Maddalena di Firenze Contrada Campanile - tel/fax 0831.301293 www.carmelitaneostuni.it

FOGGIA – 71122 Parrocchia Maria SS. del Carmine Viale Primo Maggio, 37 tel/fax 0881.635444 parrocchiacarminefg@alice.it

MESAGNE (BR) – 72023 Basilica Santuario Vergine SS. del Carmelo P.le S. Michele Arcangelo, 3 Conv. 0831.776785 – Parr. 0831.771081 www.basilicacarminemesagne.it PALMI (RC) – 89015 Santuario S. Maria del Carmine Piazza del Carmine – tel/fax 0966.45851 www.carmelitanipalmi.it

TARANTO – 74123 Parrocchia SS. Crocifisso Via G. De Cesare, 37 - tel/fax 099.4521685 sscrocifisso.blogspot.it TORRE S. SUSANNA (BR) – 72028 Convento Maria Immacolata Piazza Convento, 3 - tel. 0831.746026 http://carmelotorre.beepworld.it/

sito della Provincia Napoletana: www.vitacarmelitana.org siti dell’Ordine Carmelitano: www.ocarm.org

Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BA

FRATI CARMELITANI


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