Vita carmelitana 03 2012

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Vita Carmelitana

Periodico della Famiglia Carmelitana Provincia Napoletana Anno 74 - N. 3 Luglio / Settembre 2012

I n q u e st o n u m e ro

Insieme come fratelli

Speciale X Convegno del TOC

Direttore Responsabile: Angelo Renna

Direzione e Amministrazione: Corso Benedetto Croce, 180 70125 Bari Tel. 080.5424484 fax 080 5562741 e-mail: vitacarmelitana@gmail.com Abbonamento annuo: Ordinario: Euro 9,00 Sostenitore: Euro 15,00 Amico: Euro 30,00

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Relazioni Maria nell’economia della salvezza

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Maria nella vita della Chiesa

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In un mondo che cambia Maria specchio dell’eterno

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Tu specchio dell’eterno

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di Maria Fotia Martino

Direttore Editoriale: P. Enrico Ronzini

Redazione: Fr. Francesco M. Ciaccia Carlo Fasano Floriana Grassi Fiorenza Ingrosso Carmela Marzico Salvatore Schirone Mariateresa Surace Nicoletta Zampogna

Presentazione

Decimo convegno provinciale del Terz’Ordine Carmelitano

di Maria Fotia Martino di p. Enrico Ronzini

Poesia

di mons. Lucio Renna di mons. Lucio Renna

Proposta di lettura Teresa d’Avila. Il libro della mia vita di Salvatore Schirone

Testimonianza Perché proprio il Carmelo secolare di Lucia De Cicco

Conclusioni Discorso conclusivo di p. Enrico e Marisa di Vittoria Romanazzo Notizie carmelitane

“Una stella che risplende” di Salvatore Schirone

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Cronaca La comunità di Taranto al santuario di Pompei pag. 25 di Gino Blandamura

Pomeriggio mariano offerto dal TOC di Palmi di Marisa Fotia Martino

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Una processione e un pellegrinaggio per la famiglia carmelitana del santuario del Carmine di Palmi pag. 26 di Liliana Cutrupi

Una giornata all’Oasi dei Trulli

di Vittoria Romanazzo Cronaca di un convegno carmelitano di Cettina Rapaci Cronaca di una devozione mariana: la festa del Carmine 2012 a Palmi di Giuseppe Ranieri La festa del Carmine 2012 a Torre Santa Susanna di Salvatore Schirone

IN COPERTINA: foto di fr. Francesco Ciaccia

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Insieme come fratelli

ECIMO CONVEGNO PROVINCIALE EL TERZ’ORDINE CARMELITANO

Marisa Fotia Martino

Benvenuti a voi tutti al 10° convegno del Terz’Ordine Carmelitano della Provincia Napoletana, saluto il Provinciale padre Enrico e lo ringrazio per la sua attenzione e disponibilitĂ verso il Terz’Ordine, i padri assistenti, che seguono le comunitĂ loro affidate per una crescita spirituale. Siamo giunti al 10° convegno, abbiamo iniziato il nostro cammino in punta di piedi, approfondendo la nostra spiritualitĂ attraverso un lavoro continuo nelle varie fraternitĂ . La Provincia comprende 33 comunitĂ , distribuite in tre zone: Puglia Nord - Campania, Puglia Sud e Calabria; abbiamo richieste di nuove fondazioni da Cardile (Sa) e Avigliano; Varapodio, Filadelfia, Rosarno in Calabria si avviano verso la professione perpetua. Polignano è seguito, oltre che dalla responsabile provinciale, anche da Carlo Gioia del Terz’Ordine di Bari. Il Consiglio Provinciale, per giungere ad una graduale e omogenea crescita delle comunitĂ , si è posto come obiettivo primario la formazione. In questi anni abbiamo attraversato, e quasi superato, una fase di devozionismo per vivere il carisma carmelitano nel quotidiano, seguendo il cammino tracciato negli anni precedenti e arricchendo con la Parola la nostra identitĂ carmelitana. Nessuno di noi è un’ “isolaâ€?, nessuno può coltivare il suo orticello o può baLUGLIO / SETTEMBRE 2012

Manifesto convegno

stare a se stesso e, soprattutto, nessuno di noi è nato da sÊ: la vita quotidiana scorre, infatti, in una trama fitta di relazioni interpersonali, di relazioni con le generazioni precedenti, nelle quali siamo cresciuti, abbiamo imparato a esprimerci, di rapporti con la famiglia, con i coetanei, con colleghi di professione e di lavoro, di relazioni proiettate nel futuro. 3


Il precedente priore generale padre Chalmers sottolineava che anche la fraternità è un elemento essenziale del carisma carmelitano. Il laico carmelitano può creare comunità in vari modi: nella propria famiglia, che è Chiesa domestica; in parrocchia, dove è chiamato ad adorare Dio insieme agli altri e a partecipare alle attività comunitarie; nella propria comunità laicale carmelitana, in cui trova sostegno per il cammino spirituale; sul posto di lavoro e nel proprio ambiente di vita. Proprio in questo ambito Il Priore Provinciale, p. Enrico Ronzini, e il Presidente TOC, Marisa Fotia è necessario testimoniare l’amore ai fratelli, così come Cristo ha insegnato, per contribuire Bruna e la Provincia Napoletana - si alla trasformazione del mondo secondo sono riuniti in un convegno a Roma dove è stato trattato, da padre Mario Alil piano di Dio. La Regola pone al primo posto la rela- farano, il tema “Il laico carmelitano tezione filiale con il Padre, che ci rende stimone e comunicatore della Parola.” Il tema, approfondito nelle comunità tutti figli in Cristo1. Da qui riceve valore e senso ogni altro rapporto. In un no- nel corso dell’anno pastorale, è stato: stro convegno di qualche anno fa, padre “Maria, in quest’epoca di cambiamenti, Carlo Cicconetti sottolineava l’impor- modello e testimone di una nuova imtanza della relazione filiale dei primi magine di Dio e del suo regno”. Le linee carmelitani con il Patriarca Alberto2, e guida proposte: Maria nella sacra Scritperciò con la Chiesa, e la relazione fra- tura, Maria nel magistero della Chiesa, terna tra i fratres, che si apre agli altri Maria nei santi carmelitani. Un cammimembri della comunità e a coloro che no intenso di ricerca, di preghiera, di chiedono di essere accolti3, o che offro- impegno per comprendere, vivere ed essere veri testimoni con Maria della Pano ospitalità. La Regola, quindi, si fa nostra nel rola, rivelatasi per cambiare i nostri quotidiano. Preghiera, lavoro, famiglia, cuori di pietra in cuori di carne (Cf. Ez dialogo e riposo riempiono la quotidia- 11,19; 26,26). Oggi siamo qui riuniti per continuanità, in un ritmo ordinato e intrecciato, interagente, con riferimento costante re il nostro viaggio con Maria, il Proalla vita secondo lo Spirito. Ma c’è so- vinciale padre Enrico tratterà “La devoprattutto una condizione stabile abi- zione di Maria nella Chiesa”. Grazie. tuale, ininterrotta: il dimorare «giorno e notte nella legge del Signore»4, cioè in quella carità che è amore verso tutti, Cf. Regola TOC, n. 1. come spiega S. Bernardo. Proprio in Cf. Regola dei carmelitani, n. 1. quest’ottica i Terz’Ordini italiani - ProIbidem, n. 6. vincia Italiana, Commissariato della Ibidem, n. 10. 1 2 3 4

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ARIA NELL’ECONOMIA DELLA SALVEZZA

Marisa Fotia Martino Poniamo l’attenzione su tre momenti della storia della salvezza, l’incarnazione, la morte di Cristo in croce e la consegna dello Spirito del Crocifisso, nei quali si verifica una presenza particolarmente significativa di Maria. Ella ha collaborato al compimento stesso della redenzione e, presente in maniera particolarmente attiva, ci conduce alla rigenerazione e maturazione in Cristo. Ăˆ singolare il posto di Maria nell’intera “economia storica della salvezzaâ€?, tale da far di noi dei fratelli in Cristo, perchĂŠ figli della sua stessa Madre. Naturalmente Maria è persona creata e il suo ruolo eccelso nella storia della salvezza è solo dono gratuito di Dio. Ella è stata ÂŤnel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente e in vista dei meriti di GesĂš Cristo salvatore del genere umano, [...] preservata immune da ogni macchia di colpa originaleÂť1 e colmata della pienezza di tutti i carismi celesti. Ciò implica l’appartenenza di Maria alla comunitĂ dei salvati, di cui è, a sua volta, mediatrice di salvezza, ella è ÂŤimmagine e pri-

Abbazia di Pulsano. Interno chiesa LUGLIO / SETTEMBRE 2012

mizia della ChiesaÂť2, ÂŤsuo sovreminente e del tutto singolare membro, immagine ed eccellentissimo modello nella fede e nella caritĂ Âť3.

Consacrata fin dal suo immacolato concepimento

Prima di addentrarci nella casetta di Nazaret per adorare il Verbo che si è fatto carne nel seno di Maria, richiamiamo alcune annotazioni dalla lettera ai Galati di san Paolo, da cui emerge con incredibile chiarezza come il Figlio di Dio è divenuto ÂŤil primogenito fra molti fratelliÂť (Rm 8,29). ÂŤQuando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo figlio nato da una donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perchĂŠ ricevessimo l’adozione a figliÂť (Gal 4,4). L’apostolo non solo sottolinea che il Figlio inviato dal Padre assume la nostra natura da una donna, ma addita anche il fine, quello di renderci suoi figli adottivi: ÂŤE che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: ÂŤAbbĂ ! Padre!Âť. Quindi non sei piĂš schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.â€? (Gal 4,6-7). Annota cosĂŹ il Concilio Vaticano II: ÂŤVolle il Padre delle misericordie che l’accettazione di Colei che era predestinata ad essere la madre precedesse l’incarnazione, perchĂŠ cosĂŹ,come una donna aveva contribuito a dare la morte, la donna contribuisse a dare la vita. Ciò vale in modo straordinario della madre di GesĂš, la quale ha dato al mondo la vita stessa che tutto rinnova, e da Dio è stata arricchita di doni consoni a tanto ufficioÂť4. Questo “sĂŹâ€? di Maria, è preceduto dalla 5


consacrazione operata in lei dallo Spirito Santo sin dalla sua concezione immacolata, per cui l’angelo la saluta «piena di grazia» (Lc 1,28). L’adombramento da parte dello Spirito rivela che l’amore divino si presenta per stipulare le nozze definitive di Yhwh col suo popolo, annunciate dai profeti. Già nel capitolo primo di Luca, è in qualche modo adombrato il carattere di Sposo che Gesù stesso si attribuirà (Cf. Mt 9,15; 25,1-13).

L'assemblea durante la relazione

Maria e lo specialissimo suo rapporto con lo Spirito Santo

Nell’annunciazione Maria riceve lo Spirito per concepire il Cristo, capo dell’umanità nuova, e per continuare il suo compito di Madre nella Chiesa, di cui ogni battezzato è membro. Così la Vergine per opera dello Spirito è madre del Cristo e dei redenti, ed esercita in maniera invisibile e spirituale la sua maternità verso tutti. Il vero posto dell’economia della salvezza è assegnato a Maria dal suo specialissimo rapporto con lo Spirito. Il Concilio presenta la Vergine come eminente figura della Chiesa nel duplice aspetto di Vergine e Madre propria in forza dello Spirito Santo, che assicura l’unione immediata tra la Chiesa e il suo Sposo, prendendo parte attivamente alla rigenerazione e formazione dei fedeli con amore di madre5. 6

L’ “ob-audire” di Maria

Il “sì” di Maria che conclude il dialogo con l’angelo, è di docile apertura e di assoluta disponibilità: «Avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38). È una decisione non revocata, come quella di Gesù al Getsemani (Cf. Mt 14,36), insegnandoci ad obbedire fino in fondo (Cf. Eb 5,8), «fino alla morte di croce» (Fil 2,8). Cristo stesso ha voluto che questa disposizione d’animo, fosse anche dei suoi discepoli e la si esprimesse nella preghiera in vista non solo del compimento personale della volontà divina, ma anche nella sua realizzazione più universale. Il “sì” di Maria, la sua obbedienza al piano salvifico divino a favore di tutta l’umanità, non è una semplice recezione passiva, ma di una alleanza vera che implica collaborazione responsabile. Ella, conscia dell’impegno totale richiesto dalla vocazione-missione propostale, pone con lucidità la domanda: «Come avverrà questo?» (Lc 1,34). Rassicurata, consente che nel suo seno verginale, nuova arca dell’alleanza, il Verbo si faccia carne e diventi l’uomo-Dio, alleanza definitiva. Maria, proprio nel momento in cui le viene offerta la più alta missione, si presenta come serva (Cf. Lc 1,38), esprimendo la sua cooperazione alla nostra salvezza, come servizio. Ricolma della grazia ha compreso quale atteggiamento conviene al messianismo di suo figlio: quello della kenosi (Cf. Lc 14,11; 22,26-27; Gv 13,5-14).

L’“ora” della Madre

La missione corredentrice di Maria, si manifesta già nel momento della verginale concezione del Figlio e prosegue, lungo tutta la sua vita, fino alla morte. L’“ora” di Gesù (Cf. Gv 2,4; 7,30; 8,20; 12,23.27.31; 13,31; 16,21; 17,1) , infatti, è anche l’ora di Maria, che partecipa, come madre e collaboratrice del Salvatore, alla nascita della Chiesa. Ella sente che il suo cuore è confitto con Cristo VITA CARMELITANA - ANNO 74, N. 3


sulla croce e, unita lui, ama e perdona, comportamento di umiltà e di servizio soffre e offre Cristo e se stessa a Dio e (Cf. Gv 13,12-17). Ora ne aggiunge un all’umanità, perché sa che la morte del altro: accogliere Maria nella propria vita, Figlio sancisce la nuova alleanza, la rin- perché il rapporto del discepolo con Genovata comunione di vita tra Dio e sù implica un rapporto nuovo dei discepoli con la madre. l’umanità. Il Cristo morente sulla croce, non L’affidamento di Cristo morente sulla interpella più Maria croce di Maria a come sua madre, Giovanni (Cf. Gv 19, ma come «donna», 26-27), costituisce perché, passando l’ora della proclamaquasi in secondo zione della maternipiano le loro relatà universale di Mazioni personali, la ria. Quest’ora, però, sua funzione va è da intendersi in considerata sul piasenso non cronolono messianico ed gico ma teologico: escatologico. Ella è rappresenta l’attuala donna che rapzione “consumata” presenta la Chiesa del piano di salvezza come genitrice di attraverso la morte nuovi figli in Cristo. e la glorificazione Soltanto lo Spidel Figlio, la materrito Santo poteva nità dolorosa e giorealizzare questa iosa della Madre, la intima comunione rigenerazione dei fitra il discepolo e gli degli uomini in Maria. Giovanni ebfigli di Dio. Essa, al be questa perceziotermine della “via P. Domenico Fiore con due giovani aspiranti terziari ne quando scrisse dolorosa” di Cristo, che Cristo, chinanporta a compimento, e mette in piena luce, la perfetta obbe- do il capo, «consegnò lo spirito» (Gv 19, 30). Il termine greco che traduce l’itadienza di Gesù al Padre. Gesù non affida Maria al discepolo, liano “consegnare”, è parèdochen che quasi fosse preoccupato della solitudine significa ‘trasmise’. Da questo momento in cui la lascia, né fa un testamento il discepolo, che posò il capo sul cuore di famigliare, ma svela («ecco») e costituisce Cristo, potrà ripetere lo stesso gesto con definitivamente la maternità universale Maria. Ella penetra nel cuore dei discepoli, li della Vergine6. La scena si chiude con l’annotazione: «E da quell’ora il discepo- aiuta a spogliarsi di ogni egoismo, li rinsalda nell’unità e li dispone all’ora della lo l’accolse con sé» (Gv 19,27). Chiesa, che scocca sul quadrante della storia la mattina di Pentecoste. Maria accolta

dai discepoli del Figlio

Giovanni ha già segnalato alcuni doveri dei discepoli di Gesù: amare Dio e i suoi figli (Cf. 1Gv 5,2); osservare i suoi comandamenti (Cf. Gv 14,21.23); credere che Gesù è stato inviato dal Padre (Cf. Gv 17,8); adottare a sua imitazione un LUGLIO / SETTEMBRE 2012

Pio IX, Ineffabilis Deus. Concilio Ecumenico Vaticano II, Lumen Gentium, n. 68. 3 Ibidem, n. 53. 4 Ibidem, n. 56. 5 Ibidem, n. 64. 6 Ibidem, n. 58. 1 2

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ARIA NELLA VITA DELLA CHIESA

P. Enrico Ronzini “Stavano presso la croce di GesĂš sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di MĂ gdala. GesĂš allora, vedendo la madre e lĂŹ accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: ÂŤDonna, ecco il tuo figlio!Âť. Poi disse al discepolo: ÂŤEcco la tua madre!Âť. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casaâ€? (Gv 19,25-27). Giovanni ci ricorda che Maria, prescelta da Dio per essere la madre di GesĂš, diviene ai piedi della Croce la Madre dei credenti. Da sempre la Chiesa ha guardato a Maria, come ad una dolce e tenera madre, da custodire tra i beni piĂš cari. La Chiesa non può comprendersi al di fuori di questo rapporto con Maria, Vergine Madre del Salvatore. Infatti il Concilio Vaticano II addita la beata Vergine Ma-

ria, come modello e immagine della vita del credente e della Chiesa. Tutti coloro che riconoscono la Bibbia come testo sacro e fondamentale tributano a Maria rispetto e onore. Il motivo di questo rispetto ed onore è dato dal fatto che la giovane donna Maria di Nazareth è vissuta nella speranza che si realizzasse la redenzione di Israele. Ed è rimasta in ascolto della Parola di Dio, tanto da accoglierla prontamente nell’Annunciazione. Da quel momento è nato un nuovo ed importante cammino per tutta l’umanitĂ . Una donna nuova, accogliente, umile, disponibile, aperta alla sorprendente grandezza di Dio al quale ÂŤNulla è impossibileÂť. Donna di fede in ÂŤColui che ha fatto

Alcune terziarie prima della relazione di p. Enrico

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grandi cose in Lei» e che umilia i potenti ed innalza gli umili. Donna che ha vissuto la sua fede dinanzi alla titubanza di Giuseppe suo promesso sposo, dinanzi all’annunzio dei pastori, i poveri reietti dalla società. Donna che ha accolto l’annunzio della grandezza di Gesù dai Magi, conservando nel suo cuore e meditando tutto ciò che poteva superare la sua capacità umana di capire. Lei ancora è stata Donna del servizio, sollecita ai bisogni di ognuno, come vediamo nella visita a santa Elisabetta. Donna del quotidiano, che ha saputo vivere il suo nascondimento con il suo figlio Gesù Cristo, vivendo il quotidiano in modo straordinario. Lei soprattutto partecipe come discepola della missione del suo figlio che seguirà in ogni momento fino all’assurdo del calvario e della morte in Croce. Lei donna forte che ha saputo essere presente ed orante nei momenti della salvezza. Nella comunità post-pasquale è ancora presente in preghiera e in ascolto di un Dio che si è fatto compagno di ogni uomo e che desidera la salvezza di tutti, fino al compimento del dono dello Spirito Santo. Ricorda il beato Giovanni Paolo II in una delle sue catechesi mariane: “Gli Atti degli Apostoli sottolineano che Maria si trovava nel Cenacolo «con i fratelli di Gesù» (At 1,14), cioè con i suoi parenti, come ha sempre interpretato la tradizione ecclesiale: non si tratta tanto di un raduno di famiglia, quanto del fatto che, sotto la guida di Maria, la famiglia naturale di Gesù è venuta a far parte della famiglia spirituale del Cristo: «Chi compie la volontà di Dio, - aveLUGLIO / SETTEMBRE 2012

Assemblea

va detto Gesù – costui è mio fratello, sorella e madre» (Mc 3,34). Nella medesima circostanza Luca qualifica esplicitamente Maria come «la Madre di Gesù» (At 1,14), quasi a voler suggerire che qualcosa della presenza del Figlio asceso al cielo rimane nella presenza della madre. Ella ricorda ai discepoli il volto di Gesù ed è, con la sua presenza in mezzo alla Comunità, il segno della fedeltà della Chiesa a Cristo Signore. Il titolo di «Madre», in questo contesto, annuncia l’atteggiamento di premurosa vicinanza con cui la Vergine seguirà la vita della Chiesa. Ad essa Maria aprirà il suo cuore per manifestare le meraviglie operate in lei da Dio onnipotente e misericordioso. Sin dall’inizio Maria esercita il suo ruolo di «Madre della Chiesa»: la sua azione favorisce l’intesa fra gli Apostoli, che Luca presenta «concordi» e molto lontani dalle dispute che talvolta erano sorte tra loro. Maria esercita, infine, la sua maternità verso la comunità dei credenti, non solo pregando per ottenere alla Chiesa i doni dello Spirito Santo, necessari per la sua formazione ed il suo futuro, ma educando, altresì, i discepoli del Signore alla costante comunione con Dio”1. Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XVIII/2 (1995) p. 304-307. 1

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IN UN ONDO CHE CAMBIA, MARIA SPECCHIO DELL’ETERNO

Mons. Lucio Renna Gli orientamenti pastorali della CEI Il n. 9 dello stesso documento preper il decennio in corso (Educare alla senta i nodi della cultura contemporavita buona del Vangelo) ci invitano a ri- nea: eclissi del senso di Dio e l’offuscarflettere sul mondo che cambia. ÂŤIl mon- si della dimensione dell’interioritĂ , l’indo che cambia è ben piĂš di uno scena- certa formazione dell’identitĂ personario in cui la comunitĂ cristiana si muo- le, un contesto plurale frammentato, le ve: con le sue urgenze e le sue opportu- difficoltĂ di dialogo tra generazioni, la nitĂ , provoca la fede e la responsabilitĂ separazione tra intelligenza e affettivitĂ . dei credenti. Ăˆ il Signore che, doman- ÂŤLe persone fanno sempre piĂš fatica a dandoci di valutare il tempo, ci chiede dare un senso profondo all’esistenza. Ne sono sintomi il di interpretare ciò di so rien ta men to, che avviene in proil ripiegamento su fonditĂ nel mondo se stessi e il narcidi oggi, di cogliere sismo, il desiderio le domande e i deinsaziabile di possideri dell’uomo. sesso e di consuBisogna infatti como, la ricerca del noscere e comsesso slegato dalprendere il mondo l’affettivitĂ e dalin cui viviamo, le l’impegno di vita, sue attese, le sue l’ansia e la paura, aspirazioni e il suo l’incapacitĂ di specarattere spesso L'arrivo di mons. Lucio Renna rare, il diffondersi drammatico [...] dell’infelicitĂ e delper svolgere questo compito è dovere permanente della la depressione [...] Le cause sono molteChiesa di scrutare i segni dei tempi e di plici [...] ma senza Dio l’uomo non sa interpretarli alla luce del Vangelo, cosĂŹ dove andare e non riesce neanche a che, in modo adatto a ciascuna genera- comprendere chi egli siaÂť2. zione, possa rispondere ai perenni inRadici di tale malessere: un falso terrogativi degli uomini sul senso della concetto di autonomia dell’uomo; la vita presente e futura e sulle relazioni cultura globale; l’esclusione delle due reciproche [...] cosĂŹ [...] vogliamo pren- fonti che orientano il cammino umano, dere coscienza di alcuni aspetti pro- cioè la natura e la Rivelazione [...] Per blematici della cultura contemporanea questo fondamentale è quindi ritrovare – come la tendenza a ridurre il bene un concetto vero della natura come creall’utile, la veritĂ a razionalitĂ empirica, azione di Dio che parla a noi [...] e poi la bellezza a godimento effimero – cer- ritrovare anche la Rivelazione; riconocando di riconoscere anche le domande scere che il libro della creazione è deciinespresse e le potenzialitĂ nascoste e frato nella Rivelazione, è applicato e fatdi far leva sulle risorse offerte dalla cul- to proprio dalla storia culturale e relitura stessaÂť1. giosa. E cosĂŹ, in questo concerto tra cre10

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azione decifrata dalla Rivelazione, concretizzata nella storia culturale che sempre va avanti e nella quale ritroviamo sempre il linguaggio di Dio3, veniamo a trovarci dinanzi alla donna per eccellenza, chiamata a essere specchio della bellezza divina attraverso una vita feriale e straordinaria al tempo stesso. Feriale, perché si è svolta nel segno dell’abituale, del transitorio e, direi, dell’effimero quotidiano; e straordinaria perché protesa verso Dio, di cui diventa culla, tabernacolo, ciborio, tempio. Nel mistero di Maria si rivela in pienezza il mistero della salvezza come dialogo tra Dio e l’umanità dove la grazia precede e dove la libertà umana, acconsentendo liberamente, collabora attivamente alla piena realizzazione del piano divino. Il tema affidatomi offre una visione moderna della giusta collocazione della Madre di Dio nel dialogo della salvezza, in maniera da costituire insieme una bella presentazione attuale, antropologica del mistero di Maria, ed insieme una esemplare proposta per noi che ammiriamo in lei l’archetipo dei seguaci di Cristo, dato che nel suo libero “sì” entriamo far parte della schiera di coloro che a Dio, nel battesimo, hanno offerto con tutto il cuore la propria libertà per renderlo ormai onnipotente. Maria, la piena di grazia e la donna libera, la donna nuova diventa per noi specchio della bellezza divina; e, dinanzi a Dio, trasparenza dell’umanità che anela verso la piena realizzazione del progetto divino della salvezza. L’uomo, prevenuto dalla grazia, guarito e risanato dalla grazia nelle sue profonde ferite psicologiche e morali, spirituali e sensibili provocate dal mondo che cambia rendendolo sempre più fragile e succube di una mentalità relativistica, con un libero “sì”, sull’esempio di Maria, preparato dal dono della grazia aderisce all’amore di Dio e diventa un mistero di crescente fedeltà, l’uomo nuovo, attraverso un processo che analogicamente si rispecchia in Maria. Maria che è la prima cristiana, colei LUGLIO / SETTEMBRE 2012

che apre la schiera dei rinnovati ed la Madre degli uomini nuovi in Cristo. Sarebbe inteP. Enrico presenta Mons. Lucio Renna ressante e arricchente poter considerare in questa luce tutte le scene evangeliche dove si parla di Maria; ma il tenore della presente relazione non lo consente. Mi soffermo perciò, quasi aprendo il lavoro di un futuro approfondimento comunitari o, almeno, personale, sulle pagine lucane dell’annunciazione e della visita a Elisabetta. Chissà quante volte abbiamo contemplato le icone lucane della Vergine visitata dall’angelo; e di Maria che entra nella casa della cugina Elisabetta. Ed ogni volta di più ci chiediamo: cosa lascia trasparire il canto del magnificat circa l’affettività di Maria? Come ha reagito la Vergine all’annuncio dell’Angelo, come ha maturato il suo “eccomi” ? Cosa ha comportato per la promessa sposa di Giuseppe quel suo farsi grembo accogliente della Parola, cosa emerge a fiorire dal suo cantico? La narrazione di Luca ha ispirato generazione di credenti e non solo, di contemplativi, artisti, poeti, un coro infinito di voci che fanno eco allo stupore della Vergine stessa espresso nel suo Magnificat. Ma perché tutte le generazioni la acclamano “beata” ? Quale è il segreto della sua felicità? Al vertice del Paradiso, il sommo poeta Dante canta: «Nel ventre tuo si raccese l’amore»4. E quale amore si accese in quel grembo, nozze fra cielo e terra! Maria è beata perché ha creduto nell’Amore, gli ha fatto spazio nel suo grembo – anima e corpo – e non ha trattenuto per sé, ma lo ha donato e continua a farlo. Maria è la Vergine fatta Chiesa. Chiesa, nel senso che ha ospitato prima nel cuore attraverso la fede e poi nel grembo attraverso l’obbedienza il Verbo eterno di Dio. Chiesa 11


come appartenente alla schiera dei seguaci di Cristo; Chiesa perché genera Cristo per la salvezza dell’umanità; Chiesa perché attraverso di lei noi vediamo il Signore ed il Signore vede noi, figli di tanta Madre; Chiesa, perché Madre e maestra nel cammino di vita spirituale.

Rallegrati piena di grazia!

Nel mistero di una persona si entra soltanto attraverso la porta del cuore. L’iconografia ci ha reso familiare l’Annunciata in atteggiamento di profondo ascolto e preghiera. Immaginiamo dun-

L'Assemblea in ascolto

que la Vergine nella sua casa, metafora di un intimo abitare come insegna il Maestro: «quando tu preghi, entra nella tua camera (cella del cuore), chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto» (Mt 6,6). E nel segreto di Maria, Dio si rivela come l’amante che precede e sorprende. Erompe il Vangelo, la bella notizia, l’invito alla gioia: Chaire, «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te» (Lc 1,28). Il venire di Dio porta pienezza di grazia, ricolma di amore. Gabriele non chiama la Vergine per nome, ma piuttosto le dà un nome nuovo, misteriosamente racchiuso in un verbo al passivo (kecharítomene), un participio perfetto: «Piena di grazia», riempita di charis, di amore benevolente e gratuito. Un amore che la precede che teneramente l’avvolge e tutta la riempie. È co12

me se dicesse: Tu sei amata da sempre e per sempre. Dunque, non temere. Fidati dell’Amore, accogli la stupenda gioia annunciata dal profeta. Il saluto angelico evoca infatti il lieto annuncio di Sofonia: «Rallegrati, figlia di Sion, grida di gioia Israele, esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme» (Sof 3,14). Luca specifica il motivo della gioia messianica nel seguito del racconto, dove appare l’intreccio dell’amore e della vocazione ecclesiale di Maria, chiamata a lasciarsi fecondare dallo Spirito, a lasciarsi coprire dall’ombra divina, a dare corpo al Figlio di Dio.

Donna interrogante, grembo accogliente

Come reagisce Maria? La sua prima parola non è il “sì” ma una domanda che l’angelo non biasima affatto; anzi, si direbbe che l’attendeva. Perché la vergine sposa di Giuseppe non rimase affatto indifferente, ma “fu turbata – annota Luca – e si domandava che senso avesse tale saluto” (Lc 1,29). Notiamo un coinvolgimento di tutta la persona: stupore, turbamento, interrogazione, emozione e pensiero, dimensione affettiva e razionale. La vergine sposa di Giuseppe non dice un “eccomi” affrettato, precipitoso. Entra in dialogo, reagisce, si coinvolge, pone espressamente la domanda: «Pós estai touto», «come avverrà questo?» (v. 34). Dio non chiede un assenso frettoloso e irrazionale. Non disdegna di essere provocato dalle nostre domande, dalla nostra sete di comprendere, di capire come. La storia biblica al riguardo è illuminante perché Abramo, il padre dei credenti, conosce bene il modo di entrare in amicizia con Dio ponendo domande (cfr. Gen 15, 2.8). Non è questo l’ambito per una esegesi approfondita dell’annuncio a Maria. Ci basti notare che la domanda della Vergine spinge avanti la narrazione fino al suo punto fermo: «Nulla è impossibiVITA CARMELITANA - ANNO 74, N. 3


le a Dio» (Lc 1,37). E il medesimo fonda- ma rispetta fino in fondo la nostra libermento indicato ad Abramo: «C’è forse tà. qualche cosa d’impossibile per il Signore?» (Gen 18,14). Maria non chiede di Dall’amore accolto all’amore più. Ha trovato, per dirla con Archime- donato de, quel punto fermo che fa sollevare il «Nel ventre tuo si riaccese l’amore», mondo. Il suo unico punto d’appoggio è credere all’Amore, fidarsi totalmente canta Dante per bocca di san Bernardo della Parola amante che ha guidato la nella rosa dei beati. Roveto ardente è il storia del suo popolo e che ha fatto mi- grembo della Vergine Madre! Amore rabilmente fiorire anche il grembo steri- ineffabile e bruciante, che arde e non consuma, amore che nulla trattiene e le di Elisabetta, sua parente. Maria non pone altre domande, non tutto dona. Scrive il mistico G. Vannucpensa a cosa dirà la gente (a partire dal ci: «Nell’anima della Vergine Annunziata, dopo la dipartita suo amato Giusepdell’angelo e la discepe), non pone resisa in lei del Verbo stenza allo Spirito eterno, dovette rimama si consegna tonere un’immensa talmente, si didolcezza e un’infinita chiara “serva del Sipietà per tutti gli esgnore”, libera e feseri che, nell’attimo lice di compiere il dell’Incarnazione, suo volere, poggiandiventavano automado unicamente sulla ticamente suoi figli, sua Parola. L’angelo poiché l’essenza di le ha dato un nome ogni vita si era resa nuovo, lei ne conia attiva in lei. Per queun altro, si qualifica Mons. Renna con alcuni partecipanti al convegno sto Maria, Madre del “serva del Signore”. Verbo, diviene la maNessun fraintendimento però, non si prenda questo titolo dre ideale di ogni nato di donna»5. L’accoglienza della Parola attiva protroppo velocemente. È geniale Maria nella sua risposta. L’Antico Testamento fondamente in Maria, la mette in piedi conosce infatti la figura del “servo del (anastasa, il verbo della risurrezione) e Signore”, ma non ha un equivalente in cammino: «Alzati, amica mia, mia bella, e vieni!» (Ct 2,10). Dio parla attrafemminile. Maria precede il Figlio nel suo farsi verso i segni, e il segno indicato da Ga“servo”. Si dichiara pronta a seguire e briele porta sulla montagna di Giuda servire l’Amore, pienamente solidale (Lc 1,39), alla città di Ain Karem, una con la passione del suo Dio per l’uma- decina di chilometri da Gerusalemme. Maria entra nella casa di Zaccaria, il nità. «Quando venne la pienezza del tempo Dio mandò suo Figlio nato da sacerdote, ma sorprendentemente non è donna», dichiara Paolo (Gal 4,4). Ma il a lui che rivolge il saluto bensì a lei: «e tempo per venire a pienezza attese il salutò Elisabetta» (v. 40). Eccole di fron“sì” di Maria, sembra dire Luca (cf. Lc te le due donne graziate dal Signore, la giovane e l’anziana. Il testo non precisa 1,38). Per farsi carne Dio attende l’“eccomi” con quali parole la Vergine salutò la cudella Vergine, quel con-senso amante gina, ma fu certamente un’espansione che dà corpo alla Parola. Non diversa- della stessa gioia divina, un nuovo mente si comporta con ciascuno di noi kaire: «Rallegrati, Elisabetta!». Rallegrati nel senso che l’Amore attende amore, perché il tuo nome si è compiuto (EliLUGLIO / SETTEMBRE 2012

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Beata colei che ha creduto

Benché non le sia attribuito il titolo di profetessa, Elisabetta lo è. Anzi, è la prima voce profetica del Nuovo Testamento che proclama «benedetta» e «beata/felice» la vergine madre del Messia. Nella I partecipanti si recano alla Basilica di San Pio luce dello Spirito Elisabetta intuisce il segreto di Maria, intuisce che quella giosabet significa “Dio ha giurato”). Dio è vane donna è portatrice del grande attefedele al suo giuramento di amore, alla so, l’acclama infatti «madre del mio sua alleanza; lo dice quel tuo grembo vi- Signore» (Lc 1,43), di quel Kyrios che lei brante. Subito infatti il bambino «sus- stessa riconosce e accoglie nella fede. sultò» nel grembo di Elisabetta (v. 41), Va diritta all’essenziale la nostra procome Davide davanti all’arca del Signo- fetessa, scopre che la vera grandezza di re (2Sam 6,2-11). Il verbo skirtao utiliz- Maria sta proprio nel suo credere, nel zato qui dall’evangelista esprime un pieno affidarsi alla Parola: «makaria he moto di esultanza; nella Bibbia salta di pisteusa,» «felice la credente, beata colei gioia l’intera creazione davanti all’agire che ha creduto» (Lc 1,45). È la fede la potente del Signore: «I monti saltellaro- chiave interpretativa: della vera granno come arieti, le colline come agnelli dezza di Maria, la quale, come dirà Agod’un gregge» (Sal stino, concepì 113/114,4.6). Ma «prima nel cuotroviamo questo re e poi nella verbo anche in Lc carne»6. Anche 6,23 dove Gesù sotto questo invita i discepoli a profilo Maria è rallegrarsi (chairo) la Vergine fatta e a far salti di eChiesa, poiché sultanza (skirtaó) – come scrive quando saranno Isacco della odiati e insultati, Stella - «Nel taperché grande è la bernacolo del loro ricompensa grembo di Manei cieli. Come già Un momento della celebrazione ria, Cristo diSara, l’anziana Emorò nove mesi, lisabetta sperimenta nel suo corpo il nel tabernacolo della fede della Chiesa palpito vibrante della vita mentre lei sino alla fine del mondo, nella conostessa, “ricolma di Spirito Santo” e tra- scenza e nell’amore dell’anima fedele scinata nella danza dal frutto del suo per l’eternità»7. grembo, riecheggia lo stupore di Davide: Una gioia ineffabile dovrebbe abitare «A che debbo che la madre del mio Si- il credente chiamato ad essere non solo gnore venga a me?» (Lc 1,43). fratello e sorella, ma anche “madre”, Nella casa di Zaccaria, anticipazione secondo la parola di Gesù: «Chi fa la vodel cenacolo (At 2,1-4), tutti sono pieni lontà di Dio, costui è per me fratello, sodi Spirito Santo e cantano le meraviglie rella e madre» (Mc 3,35). Occorre che la del Signore. Alla fine anche il muto sa- vita consacrata attinga pienamente alla cerdote scioglierà la lingua in cantico, sorgente della sua felicità, ravvivi la fede riconoscendo la «visita del Signore» (Lc nell’Amore che l’ha generata e la man1,68). È sempre lo Spirito che suscita tiene in vita, felice e grata di dare corpo verginità feconda, profezia e canto. verginale alla Parola. 14

VITA CARMELITANA - ANNO 74, N. 3


Magnificat anima mea Dominum

Sotto il profilo narrativo il Magnificat costituisce la risposta della Vergine all’elogio di Elisabetta, è per così dire la “perla” della visita di Maria. Ciò non toglie che il cantico trascenda la situazione, oltrepassi la casa di Zaccaria e si apra come purissimo cielo lasciando al centro Maria, ma totalmente decentrata, tutta protesa a magnificare Colui che ha fatto per lei meraviglie. Un duplice movimento tesse il cantico di Maria in forma ascendente orizzontale. Il movimento ascendente la ritrae in rapporto al suo Signore, mentre il movimento orizzontale la vede in mezzo al suo popolo. Si potrebbe parlare di due strofe, dove la seconda appare come prolungamento della prima. Infatti soltanto nella prima troviamo le “ragioni” del cantico, espresse da duplice hoti nell’originale greco (il secondo è taciuto nella versione della CEI): hoti epeblepsen «perché ha guardato» (v. 48); hoti epoiesen, «perché ha fatto» (v. 49). Non si dà invece alcuna congiunzione nel passaggio dalla prima alla seconda strofa. E ciò non è affatto casuale, ma evidenzia piuttosto il collegamento tra l’evento posto in primo piano che riguarda direttamente Maria (la sua divina maternità) e l’orizzonte storico salvifico entro cui si dispiega la grazia e l’incessante misericordia («di generazione in generazione»).

Un altro momento della celebrazione LUGLIO / SETTEMBRE 2012

Mons. Renna durante l'omelia.

All’inizio del cantico l’io di Maria si esprime in terza persona, lasciando parlare psiche e pneuma, l’anima e lo spirito. L’esultanza della Vergine sgorga dal profondo di sé, coinvolgendo lo spirito che conosce i segreti della persona (cf. 1Ts 4,23; 1Cor 2,11). Lei è tutta protesa nel movimento ascendente della lode: fa grande («magnifica») il suo Dio, consapevole che Lui l’ha preceduta con movimento discendente, del tutto gratuito poiché si è chinato su di lei, «ha guardato» proprio lei, si è abbassato sull’umiltà, sulla “bassezza” (tapeinosis) della sua serva. Sale in canto l’anima di Maria perché lo sguardo del Signore è disceso e l’ha innalzata. Maria ha consapevolezza di essere al centro dell’attenzione di Dio e, conseguentemente dell’intera umanità, poiché dice: «tutte le generazioni mi chiameranno beata» (Lc 1,48). Ma il suo stare al centro è totalmente decentrato, come bene osserva Adrienne Von Speyr: «ha piena cognizione di essere l’eletta e tuttavia persiste nell’atteggiamento della più completa umiltà. Non potrebbe sopraggiungerle il pensiero di attribuirsi una cosa qualsiasi tra quelle ricevute da Dio [...]. Questa coesione tra perfetta consapevolezza e perfetta umiltà non possono che contraddistinguere Maria come la sola Madre del Signore. Tuttavia ella non conserva per sé il dono del Figlio, ma lo trasmette elargendolo alla Chiesa e a coloro che sono chiamati, sia pure in scarsa analogia con la sua figura, a proseguire qualcosa del suo compito. Nessuno però, al pari suo, raggiungerà questo perfetto equilibrio tra umiltà e consapevolezza»8. 15


Momento di fraternità con mons. Lucio Renna

L’umile serva tra i poveri del Signore

Ed ecco la scena si allarga in dimensione orizzontale, si popola per così dire all’infinito. Maria è dentro un popolo in cammino, canta una storia che la precede e nella quale lei stessa si ritrova, canta le meraviglie che Dio compie per i suoi poveri, un popolo di umili (anawim) sui quali si dispiega «di generazione in generazione» la misericordia dell’Onnipotente. La scena si popola ulteriormente. Sul palcoscenico della storia da un lato stanno i superbi (ricchi, orgogliosi, stolti), dall’altro gl umili (poveri, affamati, indigenti) e la Vergine canta un portentoso rovesciamento di situazione: «Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote» (Lc 1,52-53). Potenti e ricchi sono quasi concretizzazioni storiche dei “superbi”, di coloro che pongono se stessi al posto di Dio, che pretendono di governare il mondo secondo i propri giudizi. Fanno e disfanno a piacimento, in base al proprio tornaconto. Non si preoccupano dei miseri, della vedova e dell’orfano. Non si curano di stabilire la giustizia, ma piuttosto di rendere stabile il loro trono. Sono i faraoni di turno, i ricchi epuloni come nella parabola raccontata da Gesù (Lc 16,19-31). Pensano di potere tutto con la ricchezza e la potenza, anche di comprare il cielo. Ma non è così. Illudono se stessi e la loro sorte è 16

già segnata. Sul lato opposto stanno gli umili, gli affamati, i poveri che continuano a fidarsi del Signore. Con loro Maria fa corpo perché le grandi opere compiute dal Signore a favore della sua umile serva, si ripetono con forza impressionante a vantaggio i tutti i tapenoi, i poveri e gli umili che Dio innalza e ricolma di beni. Il canto di Maria diventa il loro canto. Si loda e si danza insieme, come sulle rive del Mar Rosso. In effetti il Magnificat riecheggia il canto di un’altea. Maria, la sorella di Aronne e di Mosè la profetessa dell’esodo che coinvolge nel suo giubilo le figlie di Israele: «Cantate al Signore perché ha mirabilmente trionfato!» (Es 15,21). Vorrei far

Un altro momento della fraternità

notare la rilevanza del verbo poieo che compare in entrambe le strofe del Magnificat. Al v. 49 qualifica l’azione divina in rapporto alla Vergine: «ha fatto in me grandi cose», mentre all’inizio del v. 50 introduce il settenario delle azioni salvifiche: le opere meravigliose che il Signore ha compiuto a favore del suo popolo: ha fatto prodezze ha disperso i superbi ha deposto i potenti ha esaltato gli umili ha colmato di beni gli affamati ha rimandato vuoti i ricchi ha soccorso Israele. Sette verbi (tutti all’aoristo), indicativi di un agire salvifico totale poiché, come è noto, il numero 7 nella Bibbia è VITA CARMELITANA - ANNO 74, N. 3


senza diventare capaci simbolo di pienezza e di leggere la storia da totalità. Prendendo coun’altra prospettiva, me immagine il candedecisamente “rovescialabro a sette braccia si ta”. Il Magnificat è terpotrebbe dire che la seribilmente sovversivo. conda strofa del maSi fa interprete della gnificat costituisce una più ardita rivoluzione, sorta di luminosissima quella di un Dio che si menorah. L’espressiofa uomo, che si umilia ne inizia: «ha fatto proper innalzarci, che si fa dezze con il suo bracpovero per arricchirci cio», è chiaramente eQuadro donato dal TOC al padre Provinciale (2Cor 8,9). E non è forvocatrice dell’esodo, se in questa prospettiva quando Yhwh, manifestò la sua potenza contro l’arrogante che si apre feconda la beatitudine della prepotenza del faraone, e l’ultimo verbo verginità consacrata? Beatitudine di chi riguarda espressamente Israele, oggetto ha creduto all’amore e vibra ella passiodi affettuosa misericordia da parte di ne stessa di Dio per questo mondo. La misericordia di Dio (filo d’oro del Dio, fedele alla sua promessa. Ma in che rapporto stanno con il motivo fonda- cantico di Maria) consente “l’impossimentale del canto questi sette verbi che bile”, secondo la sua promessa. Il Masi esprimono all’aoristo, come azioni gnificat è allora preludio dell’alleluia pacompiute nel passato e che tuttavia squale, canto di una Chiesa che mansembrano avere di mira un futuro che tiene lo sguardo luminoso della fede pur in mezzo a prove e persecuzioni. Canto non si vede? Maria canta il suo Magnificat mentre del vespro, quando il sole tramonta e sul trono c’è un re che incute paura e scende la sera. A dire che vogliamo attraversare la che dà prova della sua violenza con la strage dei bambini di Betlemme (Mt notte con i sentimenti dell’umile serva 2,16), evocando il comportamento del del Signore, continuando a fidarci della faraone (Es 18,22). Dunque, in che sua Parola. È nella fede amante che la senso «i potenti li ha deposti dai troni»? vita consacrata sperimenta la sua beatiMemoria di ciò che Dio ha fatto in modo tudine, profezia di un amore che non si paradigmatico nell’esodo di Israele, o vi- rassegna che ancora lotta e si impegna. Ma occorre sprigionare tutta la forza va attesa di un nuovo intervento salvifico, di un esodo pieno e definitivo a favo- dirompente del Magnificat liberare il re di tutti gli oppressi, incluse le donne cuore perché l’Amore trovi casa. e i bambini? L’una cosa non esclude l’altra. CEI, Educare alla vita buona del Vangelo. La memoria della salvezza si aggancia Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per con la viva speranza, con l’attesa di una il decennio 2010-2020, Paoline, Milano 2010, p. liberazione più grande. Il magnificat è 16, n.7. Ibidem, p. 19, n. 9. canto del già e del non-ancora, canto di Cfr. Ibidem, pp. 20-23, nn. 10-11. risurrezione che impegna a trasformare D. Alighieri, Divina Commedia, Paradiso, la storia. 1

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Beatitudine di verginità feconda

Non si può stare sotto lo sguardo amante del Signore come è stata Maria, la Vergine che dà corpo alla Parola,

LUGLIO / SETTEMBRE 2012

Canto XXXIII. 5 G. Vannucci, Pellegrino dell’Assoluto, CENS, Milano 1985, p. 27. 6 S. Agostino, Sermone 196, 1. 7 S. Agostino, Sermone 51. 8 A. Von Speyr, L’ancella del Signore, Jakabook, Milano 2001, pp. 49-50.

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poesia

TU SPECCHIO DELL’ETERNO

Mons. Lucio Renna

Sei apparsa dinanzi agli occhi miei, e vi hai fatto cadere una scintilla del tuo fulgore; hai incuriosito la mia mente e le hai detto: non ti affaticare, sono mistero! Hai accarezzato teneramente il cuore e vi hai lasciato l'immagine eterea eterea del Signore; su di me ha rivolto lo sguardo tuo soave, mentre con le labbra sussurravo: ave. Sfolgorante mi è apparso il tuo sorriso materno anticipo del sognato paradiso; poche parole mi hai detto tu: fai sempre quello che ti dice e ti dirà GesÚ; ti accompagnava una schiera celestiale, ma tu sembravi una donna bella ma feriale; mediterranea, signora pura e bruna, piÚ bella delle stelle e della luna. Vedendoti, sentivo nel mio cuore nascere la nostalgia di un puro amore verso Colui che ti aveva creata, Madre immacolata a noi donata. Mi vuoi per madre? - mi dicesti tu Essere figlio tuo come GesÚ è l'ansia forte della mia esistenza, o fonte luminosa di esultanza.

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VITA CARMELITANA - ANNO 74, N. 3


a cura di Luigi Boriello e Giovanna della Croce Paoline Editoriale Libri, Milano 2006

Pur non essendo un testo di teologia mistica, né un’autobiografia propriamente detta, Il libro della mia vita di santa Teresa d’Avila «ancora oggi costituisce per la teologia spirituale un costante punto di riferimento». (p. 18). La prima delle quattro opere maggiori della sanLUGLIO / SETTEMBRE 2012

preghiera. Pagine che meritano di essere rilette in questa nuova pubblicazione per la collana “I classici della spiritualità cristiana”, economica dello spirito, Paoline Editoriale Libri, con introduzione, note e bibliografia opportunamente riviste e adattate, dal volume Teresa d’Avila. Opere complete, a cura di Luigi Boriello e Giovanna della Croce, Paoline Editoriale Libri, Milano 2000. Interessante: Benedetto XVI il 16 luglio scorso ha inviato una lettere alla diocesi di Avila per il 450mo anniversario della fondazione del monastero di san José ricordando la rivelazione con la quale il Signore ordinò a Teresa di attuare il proposito della nuova fondazione e dedicare il monastero a San Giuseppe perché «avrebbe brillato come una stella di vivissimo splendore» (cfr. capp. 31, 11). Ci auguriamo che questo agile volumetto si diffonda nei nostri gruppi e comunità e che esse agevolino lo studio e la meditazione di questo caposaldo della nostra spiritualità. Sarà infatti quest’opera a guidare la nostra riflessione in quest’anno di preparazione al IV centenario della nascita della Santa che celebreremo nel 2015.

proposte di lettura

TERESA D’AVILA, Il libro della mia vita

ta - le altre sono: Cammino di perfezione, Castello interiore, Fondazioni - potrebbe essere definito piuttosto un “resoconto di coscienza”, con il quale Teresa sottomette ai sui confessori il discernimento delle sue esperienze mistiche. Teresa compose una prima versione che doveva arrivare all’incirca all’attuale capitolo 31 nel 1562. La redazione definitiva, di cui conserviamo il testo autografo, è del 1565, anno culmine della sua missione riformatrice. La grande mistica, dottore della Chiesa, lo compone di getto, spesso senza rivedere quanto scritto precedentemente. In suo intento è semplicemente quello di raccontare quanto il Signore andava operando nella sua anima, senza preoccuparsi della forma e dello stile. Quello che a lei preme è riuscire ad esprimere nel modo più semplice e preciso possibile le meraviglie che Dio operava in lei. Il racconto segue un ordine cronologico che va dagli anni giovanili (cap. 1-10), al tempo delle grandi rivelazioni (capp. 23-30), fino alla travagliata fondazione del primo monastero (capp. 32-36) e alla piena maturità spirituale (capp. 3740). Nel mezzo (capp. 1112), un piccolo trattato sui quattro gradi della

SALVATORE SCHIRONE

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PERCHÉ PROPRIO IL

C

ARMELO SECOLARE

Lucia De Cicco PerchĂŠ proprio il Terz’Ordine Carmelitano? Penso che ognuno di noi nasca con un disegno, che molti chiamano destino. Ma per arrivare a questo disegno, il progetto che Dio ha su di noi e che noi abbiamo come intuizione fin dal primo sentire che esistiamo (e per la scienza avviene giĂ a nove mesi) si devono percorrere strade a volte anche diverse. Molti sarebbero portati a chiedersi il perchĂŠ Dio non ci pone di fronte alla meta subito. Forse perchĂŠ dobbiamo incontrare e incrociare tanti volti e nel mio caso, che sono anche pubblicista, ascoltare tante storie. Il bello penso che sia proprio questo del viaggio verso noi stessi. E citando Thomas S. Eliot ÂŤLa fine di tutto il nostro esplorare sarĂ arrivare dove siamo partiti e conoscere il luogo per la prima voltaÂť. Cosa posso dire, la mia chiamata aveva bisogno di esplorare tante strade. Ăˆ iniziata con la tradizione e la devozione. Partita da una piccola icona che sta proprio nel quartiere popolare in cui abitavo, di un piccolo paese di mezza collina dell’hinterland cosentino. Questa piccola statuetta della Vergine del Carmelo era messa a protezione di tutti gli abitanti del quartiere, i quali facevano a gara a chi portava i fiori piĂš belli. “Ma si può?!â€?, pensavo! Tutto questo agli occhi di una ragazza, e ricordiamo che i ragazzi sono persone serie, sembrava assurdo. Ma solo adesso ne comprendo il senso. La storia della nostra bella terra è stata attraversata da lutti terribili, dovuti alle dominazioni, alle guerre, alla mancanza di farmaci e, a volte, anche degli ospedali che mietevano vittime tra donne partorienti e bam20

Esterno dellabbazia di Pulsano (Fg)

bini. Ed ecco che questo legame con il trascendente e il Purgatorio, riaccendeva la speranza di riabbracciare i cari proprio attraverso il mantello marrone della Vergine che ne custodiva il mistero. Ricordo di avere portato per anni la “vurziddraâ€? (tasca che conteneva l’abitino del Carmelo) attaccato all’intimo di lana, e dalla parte del cuore: unico modo per non separarsene mai anche durante la notte. Le cose finirono quando smisi di portare l’intimo di lana! Ero cresciuta! E mi affacciavo alla vita in modo meno tradizionale. E ÂŤavrai, avrai, avraiÂť, cantava una canzone di qualche anno fa, la vita scorre nella normalitĂ del quotidiano e lo straordinario delle vicende dell’esistenza. Un bel giorno arriva nella nostra comunitĂ un sacerdote giovane e con la voglia di fare tante belle cose per VITA CARMELITANA - ANNO 74, N. 3


Tenendo sempre tutti con creatii rapporti vivi vità, don Enrico con i nuovi arriTrombino. E invati. Mi danno vita i carmelitaindicazioni, e teni scalzi del sti da leggere, a Collegio internaseconda delle cozionale san Giose che vado cervanni della Crocando e, senza ce. Ragazzi che forzature, da hanno i colori parte loro, nelle del mondo dirighe narrate pinti sul viso e delle vite dei nel cuore. Poi santi carmelitani l’intervista ad mi si palesano uno di essi fr. tante risposte, e, Edwin Antonio cosa straordidi Gesù Maria. naria, escono La sua storia mi versi poetici e colpì particolarm’imbatto nel mente e mi fece Terz’Ordine. capire come le Arrivo a Palmi, vite di tutti sono entro in una attraversate da La gioia del Carmelo chiesa semibuia e fatica e da ricerla statua miracoca e, a volte, dalla fortuna di avere testimoni, ma su losa sta proprio lì sull’altare. L’incontro con padre Carmelo e poi il TOC di Lacui non si deve romanzare. Ho cominciato a frequentare episto- mezia, con Rosanna Pullia, presidente, e larmente alcuni frati del Collegio, tra cui le consorelle e i confratelli. fr. Shon Martin e altre volte mi sono reIncominciano i miei viaggi, sfidando cata in visita presso di loro in Roma. il freddo dell’inverno…

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C

DISCORSO ONCLUSIVO DI P. ENRICO E MARISA

Vittoria Romanazzo il candidato prima ÂŤDitelo a tutti! di accedere a quella Ditelo a tutti quelli perpetua deve esseche non sono venure ulteriormente inti, che cosa si sono camminato in un persiÂť. progetto formativo Ha tuonato cosĂŹ il adeguato e personostro p. Provincianalizzato di altri tre le Enrico Ronzini anni. nel suo discorso Il Provinciale ha a conclusione del ringraziato il Signo10° convegno del re per il dono della T.O.C.. Ed aveva fraternitĂ , di quanti ragione, perchĂŠ di l’hanno preceduto frutti questo convecon fatica e dediziogno ne ha regalati ne per la crescita veramente tanti, del nostro Terz’Orpersino ai piĂš “prodine Provinciale: faniâ€?. ÂŤNoi abbiamo ricePadre Enrico ci vuto questo dono ha esortato a prenprezioso dai padri dere in mano il piĂš grandi che ci manuale di formahanno lasciato quezione e a studiarlo. Torniamo a casa sta ereditĂ e intenLa formazione è imdiamo lasciarla ai portante perchĂŠ altrimenti in tanti sceglieranno di farsi piĂš giovani se il Signore ce li vorrĂ douna crociera anzichĂŠ partecipare al nareÂť. Ha sottolineato inoltre, l’importanza convegno, e queste scelte sono il frutto di una mancata formazione: c’è tutto di far entrare i giovani nelle nostre fral’anno per fare crociere, ma una sola ternitĂ , attraverso una serie di proposte occasione per fare convegno e stare in- concrete che diano loro accoglienza. Ha preso la parola Marisa, presidensieme. Padre Enrico ha poi ammonito chi te provinciale, che ha voluto cosĂŹ conindossa lo scapolare senza seguire cludere il convegno: ÂŤAbbiamo iniziato quelle che sono le tappe di ingresso nel l’anno ad ottobre parlando di Maria e lo T.O.C. ÂŤC’è un cammino da fare che abbiamo concluso in questo convegno nessuno deve bypassareÂť. Nessuna parlando di “Maria specchio dell’Altisconsacrazione, nessun ingresso nell’Or- simoâ€?. Quello che è stato fatto e detto dine può essere fatto senza l’adeguata nella serata che padre Lucio ci ha offerformazione e le dovute tappe di discer- to, non è stato uno show, ma un momento di preghiera per tutti noi per Manimento e l’anno di noviziato. Giunto alla professione temporanea, ria che ci porta verso DioÂť. 22

VITA CARMELITANA - ANNO 74, N. 3


R

“UNA STELLA CHE ISPLENDEâ€?: COMMENTO AL MESSAGGIO DI BENEDETTO XVI PER I 450 ANNI DELLA FONDAZIONE DI SAN JOSÉ DE AVILA

Salvatore Schirone sa maestra e Porta la signidottore univerficativa data del sale. Il Papa au16 luglio, solenspica che la nitĂ della beapreghiera ritorta Vergine del ni a essere l’animonte Carmelo, ma di tutto l’ail messaggio che postolato. Benedetto XVI Di seguito riha inviato al veportiamo alcuni scovo di Avila, stralci del mesJesĂşs Garcia saggio, evidenBurillo, per la ziando però un ricorrenza del paio di note cri450° anniversatiche. La prima rio della fondaMonastero San Jose, Avila riguarda il rifezione del monarimento alla ÂŤrestero di san JosĂŠ gola primitivaÂť a cui Teresa avrebbe ad opera di santa Teresa di GesĂš. L’anniversario che cadrĂ precisamen- ricondotto le sue consorelle dopo aver te il prossimo 24 agosto ricorda l’av- abbandonato la regola ÂŤmitigataÂť. In revenimento che dette il via alla riforma altĂ sappiamo da un bel po’ che non teresiana; e il Papa intende gioiosamen- sono mai esistite due Regole carmelitate commemorare come ÂŤuna stella di vi- ne, e che l’espressione ÂŤregola primitivissimo splendoreÂť, citando le parole vaÂť è una distorsione nata solo postericon le quali il Signore stesso ispirò alla ormente alla riforma in contesti polemiSanta la fondazione del suo primo con- ci tra i due rami OCarm e OCD. Secondo nota: ci sorprende che il messagvento (Libro della vita 32,1). Il messaggio molto bello che si può gio non sia stato inviato anche ai Priori leggere per intero in italiano qui, attua- Generali dei due rami dell’Ordine, ma lizza l’impegno di rinnovamento della solo in fine discorso si inviti il Vescovo Chiesa che Teresa operò in un contesto a estendere il messaggio genericamente storico molto difficile e fortemente con- alle ÂŤamate carmelitane scalze del contrastato da quelli che volevano ÂŤradere vento di San JosĂŠÂť. Ci saremmo aspettati piĂš attenzione la Chiesa al suoloÂť. Il Papa si domanda: ÂŤNon ci risulta familiare, nella congiun- su questi aspetti che da diversi anni vetura attuale, una riflessione che c’illu- dono impegnati i frati carmelitani e gli mina tanto e c’interpella, fatta piĂš di Scalzi nell’intento di ricomporre l’unitĂ quattro secoli fa dalla Santa mistica?Âť della loro comune tradizione. Siamo fiduciosi che le varie iniziative previste (cfr. n. 3). Teresa operò tutto ciò partendo dal per il prossimo centenario della nascita rinnovamento della vita interiore di pre- di Santa Teresa del 2015 aiutino a fare ghiera di cui divenne per tutta la Chie- chiarezza, aiutati magari anche da una LUGLIO / SETTEMBRE 2012

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Papa Benedetto XVI

lettera pastorale più estesa di Benedetto XVI indirizzata questa volta a tutta la Famiglia Carmelitana.

“Una stella che risplende” (brani scelti)

«La riforma del Carmelo, il cui anniversario ci ricolma di gioia interiore, nasce dalla preghiera e tende alla preghiera. Nel promuovere un ritorno radicale alla Regola primitiva, allontanandosi dalla Regola mitigata, Santa Teresa di Gesù intendeva promuovere una forma di vita che favorisse l’incontro personale con il Signore, per la quale è necessario ‘porsi in solitudine e guardare dentro di sé, e non allontanarsi da tanto Buon Ospite». «Santa Teresa propose un nuovo stile di vita carmelitana in un mondo nuovo. Quelli furono ‘tempi duri. E in quei tempi, come disse questa Maestra di Spiritualità (...) ‘Sta ardendo il mondo, vogliono tornare a condannare Cristo, vogliono radere la sua Chiesa al suolo. No, sorelle mie, non è tempo di trattare con Dio argomenti di poca importanza. Non ci risulta familiare, nella congiuntura in cui viviamo, una riflessione tanto luminosa e che ci interpella, fatta più di quattro secoli orsono dalla Santa mistica?». «Il fine ultimo della Riforma teresiana 24

e della creazione di nuovi monasteri, in un mondo povero di valori spirituali, era nutrire con la preghiera l’azione apostolica; proporre un modo di vita evangelica che fosse modello per coloro che cercavano una via di perfezione, convinti che ogni autentica riforma personale ed ecclesiale riproduce ogni volta meglio in noi stessi la ‘forma’ di Cristo. [...] Anche oggi, come nel secolo XVI, e fra rapide trasformazioni, proprio la preghiera è l’anima dell’apostolato, perché risuoni con chiarezza e grande dinamismo il messaggio redentore di Gesù Cristo. È urgente che la Parola di vita vibri nelle anime in forma armoniosa, con note sonore e attraenti». «In questa appassionante missione, l’esempio di Teresa d’Avila ci è di grande aiuto. Possiamo affermare che, nella sua epoca, la Santa evangelizzò senza tiepidezza, con vivido ardore, con metodi lontani dall’inerzia, con espressioni soffuse di luce. Tutto ciò conserva la sua freschezza nel mondo attuale, che sente l’urgenza che i battezzati rinnovino il cuore attraverso la preghiera personale centrata anche seguendo il dettato della mistica d’Avila, nella contemplazione della Sacratissima Umanità di Cristo come unica via per incontrare la gloria di Dio». «La forza di Cristo condusse la Santa d’Avila a raddoppiare le iniziative perché il popolo di Dio riscoprisse il suo vigore nell’unica forma possibile: dando spazio nel proprio intimo ai sentimenti del Signore Gesù, cercando in ogni circostanza di vivere in modo radicale il suo Vangelo. Il che significa, innanzitutto, consentire che lo Spirito Santo ci renda amici del Maestro e ci configuri in Lui. Significa anche accogliere tutti i suoi mandati e adottare in noi criteri tali come l’umiltà di vita, la rinuncia al superfluo, il non far torto agli altri e procedere con semplicità e mansuetudine di cuore. Così quelli che ci circondano, percepiranno la gioia che nasce dalla nostra adesione al Signore, dal non anteporre niente al suo amore, essendo sempre disposti a dar ragione della nostra speranza». VITA CARMELITANA - ANNO 74, N. 3


LA COMUNITÀ DI TARANTO IN PELLEGRINAGGIO AL SANTUARIO DI POMPEI I gruppi parrocchiali del SS. Crocifisso il 30 aprile e 1 maggio sono stati protagonisti del pellegrinaggio al santuario di Pompei condotto dal parroco p. Antonio Calvieri. Nella prima serata i pellegrini hanno partecipato alla santa Messa concelebrata nel celebre santuario da padre Antonio. Durante la presentazione dei doni la comunità parrocchiale ha offerto l’olio per le lampade votive. Come introduzione alla santa Messa il vescovo di Pompei, mons. Carlo Liberati, nel saluto di benvenuto, ha esortato alla recita costante del rosario dicendo: «Recitate il rosario tutti i giorni, anche nei momenti di attesa quando siete in fila per il disbrigo di una pratica o in altre occasioni. Sia la Madonna ad occupare le vostre menti e il vostro cuore affinché ella ci conduca a Cristo suo Figlio». Al termine, preghiera individuale. Nell’albergo “Il roseto”, a Caivano (la cui ospitalità è stata deliziosa) la serata è stata allietata da due fratelli terziari carmelitani con musiche e canzoni della tradizione napoletana. Una gradita sorpresa è stata quella dell’incontro nello stesso albergo con mons. Lucio Angelo Renna, vescovo carmelitano di San Severo, a Caivano per impegni pastorali. Il primo maggio i tarantini si sono recati al santuario di Maria SS.ma di

Santuario di Pompei

Campiglione, affidato alle cure dei carmelitani da tantissimi anni e meta di quanti venerano la miracolosa immagine mariana. Padre Antonio ha celebrato l’Eucarestia e ancora una volta i pellegrini hanno vissuto intensi momenti di preghiera. A Caivano padre Antonio ha trascorso nove anni del suo ministero, conservando grande affetto e amicizia con i fedeli del posto. La mattina è proseguita con il ritorno a Pompei per la visita agli scavi archeologici. Prima del ritorno a Taranto, ultima sosta a Materdomini (Avellino) con visita al santuario dedicato a San Gerardo Maiella, discepolo di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori e della famiglia dei redentoristi e protettore delle mamme e dei bambini.

GINO BLANDAMURA

VOCAZIONE AL CARMELO

Per il tuo orientamento vocazionale nella famiglia carmelitana i frati, le monache e le suore ti offrono la possibilità di vivere periodi di riflessione e itinerari di ricerca. Puoi rivolgerti al responsabile: per i frati a Bari per le monache a Ostuni. LUGLIO / SETTEMBRE 2012

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POMERIGGIO MARIANO OFFERTO DAL TOC DI PALMI In linea con il progetto formativo 20112012, il Terz’Ordine carmelitano di Palmi, sabato 19 maggio, ha voluto offrire a tutta la famiglia del santuario, e a quanti hanno voluto unirsi, un incontro formativo mariano dal titolo: “Armonia e dinamismo nell’immagine evangelica di Maria”. La conferenza è stata tenuta da p. Cosimo Pagliara O.Carm., doI pellegrini davanti al convento della “beata Elena Aiello” cente presso la Facoltà Teologica dell’Italia MeDopo le risonanze da parte dei presenridionale di Napoli e la Facoltà Teologica ti, la giornata si è conclusa con la Celedel Teresianum di Roma, nonché priore della comunità carmelitana di Caivano brazione Eucaristica e i ringraziamenti di p. Carmelo Silvaggio, animatore spiritua(Napoli). A partire dal passo biblico dell’annun- le del nostro Terz’Ordine e priore della cociazione, il relatore ha voluto sottolineare munità carmelitana. Il nostro ringraziamento alla presidenil cammino spirituale della Vergine, la te del TOC locale, Cettina Repaci e al suo sua peregrinatio fidei (Cf. LG 58) nell’aConsiglio per l’impegno profuso nell’offridempimento della volontà amorosa di re questo momento così importante di Dio, che si sintetizza nel dialogo con lui instaurato: «Come avverrà questo, poiché crescita e formazione biblico-mariana. MARISA FOTIA MARTINO non conosco uomo?» (Lc 1,34).

UNA PROCESSIONE E UN PELLEGRINAGGIO PER LA FAMIGLIA CARMELITANA DEL SANTUARIO DEL CARMINE DI PALMI 31 MAGGIO E 2 GIUGNO 2012

A conclusione del mese dedicato alla Vergine Maria, il 31 maggio, in coincidenza con la celebrazione della Visitazione di Maria, abbiamo portato in processione la copia dell’icona della Vergine Bruna, venerata nella Basilica del Carmine Maggiore di Napoli. La processione, accompagnata da canti e dalla preghiera delle 7 allegrezze di Maria, ha ripercorso i vicoletti di un quartiere nel quale mai nessun’altra processione era mai passata. Gli 26

abitanti del rione Macello-Pignarelle hanno accolto l’immagine della Madonna con commoventi segni d’amore: coperte ai balconi, candele accese ai davanzali e petali di rose sparsi al passaggio della sacra immagine. Al termine della processione, durata più di un’ora, tornati davanti al santuario, alla presenza del sindaco, dott. Giovanni Barone, e di alcuni rappresentanti il Consiglio Comunale, è stata inaugurata VITA CARMELITANA - ANNO 74, N. 3


la facciata appena restaurata. Dopo lunghi mesi di intenso lavoro, il risultato è splendido. Altra intensa giornata è stata sabato 2 giugno. Con alcuni rappresentanti della famiglia carmelitana del nostro santuario (frati, Terz’Ordine, Congrega ed altri fedeli) ci siamo recati in pellegrinaggio a Cosenza e a Paola. Nella città cosentina abbiamo visitato la cripta dove sono i resti della beata Elena Aiello, la prima donna calabrese salita agli onori degli altari. Lì ci ha accolti una suora della Minime della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo, Congregazione fondata dalla beata, che ci ha parlato della vita, dell’insegnamento e delle sofferenze della fondatrice. Ripartiti alla volta di Paola, abbiamo visitato i luoghi dove san Francesco ha vissuto alcuni anni della sua giovinezza, facendo penitenza e cercando Dio nella preghiera. Si tratta di piccole grotte buie e suggestive,

che talvolta ci hanno ispirato un senso di oppressione. È, tuttavia, un percorso che, se compiuto con fede, suscita nello spirito intense emozioni. Risaliti dalle grotte, il nuovo santuario ci ha colpito per la sua luce che piove dalle vetrate istoriate, per l’eleganza dei mosaici, il reliquiario e il tabernacolo. Durante tutto il percorso, lo scroscio dell’acqua di un allegro torrente, che costeggia il santuario, ha fatto da colonna sonora al nostro cammino. Nel pomeriggio, infine, ci siamo radunati nel Romitorio (una suggestiva grotta in penombra nel ventre della terra, ove il santo si riuniva con i primi compagni), per celebrare la S. Messa, presieduta da padre Carmelo. In serata siamo tornati a casa tra canti e preghiere, ringraziando Dio e la Madonna per la giornata stupenda, vissuta in comunione con i fratelli. LILIANA CUTRUPI

UNA GIORNATA ALL’OASI DEI TRULLI

Domenica 3 giugno, il T.O.C. di Martina Franca con l’Azione Cattolica della parrocchia del Carmine, ha organizzato una giornata di ritiro all’Oasi dei Trulli. Circa settanta i partecipanti, tra i quali anche un buon numero di giovani di AC, tutti entusiasti per questa nuova esperienza di condivisione. Sono intervenuti il presidente Nino Ruggieri e il responsabile dell’ACR Martino Palmieri. Dopo una buona colazione (il rito dell’accoglienza è importante per i terziari), abbiamo recitato le lodi tutti insieme; quindi, a seguito del saluto iniziale del nostro parroco don Michele Castellana e della presidente Rosaria Lenoci, che ha anche accennato alla storia dell’Oasi dei Trulli, ci siamo suddivisi in 4 gruppi per ascoltare, in 4 punti diversi, le relazioni preparate da 4 terziarie e altrettanti componenti di AC. Le relazioni delle nostre terziarie hanno sviluppato i seguenti temi: consapevolezza della chiamata e spiritualità carmelitana; voti e carisma; lo scapolare e il privilegio LUGLIO / SETTEMBRE 2012

sabatino; la consacrazione a Maria di Giovanni Paolo II. Quanto mai piacevole la visita del nostro padre Provinciale Enrico Ronzini che si è intrattenuto con noi per un po’ di tempo. Riuscito l’intento di questa giornata, quella di promuovere una maggiore comunione tra i due gruppi della nostra parrocchia, reale il reciproco arricchimento nella condivisione di identità e carisma. Fra i relatori c’è chi si è cimentato per la prima volta in tale servizio, scoprendo come non sia necessario essere grandi oratori per accendere l’attenzione e il cuore del prossimo. La giornata è terminata con la santa Messa celebrata da don Michele nel gazebo dell’Oasi, e il dono da parte del Terz’Ordine di un cartoncino con l’immagine della Madonna con l’angelo e la poesia di don Tonino Bello “Compagni di volo”, quale ricordo dell’esperienza vissuta. VITTORIA ROMANAZZO

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CRONACA DI UN CONVEGNO CARMELITANO Dal 29 giugno al 1 luglio si è svolto a ria nella Chiesa”, tenuta dal Provinciale san Giovanni Rotondo il decimo conve- p. Enrico Ronzini. Già prima, nell’incontro a mezzogiorgno residenziale del Terz’Ordine Carmeno con le presidenti e le maestre di forlitano della Provincia Napoletana. Il tempo è trascorso veloce e, senza mazione, Marisa aveva evidenziato la che ce ne rendessimo conto, ci siamo ri- necessità di incrementare il numero detrovati per il decimo anno tutti insieme, gli incontri mensili nei vari Terz’Ordini, con i capelli più bianchi e le ossa più dedicando almeno un giorno al mese dolenti, ma con nel cuore lo stesso en- alla formazione, aperta a tutti i terziari, tusiasmo della prima volta, la stessa anche e soprattutto a quelli che pensano di essere già “forgioia di poter condimati”. Il manuale di videre dei momenti formazione, in dotadi fraternità, conquizione a tutte le prestati dall’amore per sidenti, è uno strula vergine Maria, mento importante sempre desiderosi di di crescita e di arcantare le sue lodi. ricchimento del noConsiderevole, costro essere carmelime sempre, il numetani, che deve essero dei partecipanti: i re usato con regolaTerz’Ordini della ProCelebrazione all'abbazia di Pulsano rità. vincia Napoletana riLa presidente provinciale ha altresì spondono molto positivamente a questo importante momento di aggregazione ribadito l’importanza del lavoro delle che consente, tra l’altro, di rivedere, al- presidenti all’interno dei vari Terz’Orla luce delle relazioni conclusive sul te- dini, che deve essere svolto con spirito ma proposto dal Consiglio provinciale, di servizio rivolto all’intera comunità, tutto il lavoro svolto nel corso dell’anno. senza sopraffazioni o prepotenze. Gli stessi concetti sono stati ripresi Le fraternità calabresi sono giunte a San Giovanni Rotondo con un giorno di da padre Enrico, che ha puntualizzato anticipo rispetto alle altre: la distanza ancora l’importanza del manuale di fornotevole dal luogo del convegno le ob- mazione, frutto di «un lavoro di ricerca, bliga a partire un giorno prima. Ma di conoscenza e di approfondimento questa volta hanno approfittato del dell’identità del laico carmelitano alla tempo a disposizione per fare una sosta luce dei documenti della Chiesa e nella città di Taranto e visitare la chie- dell’Ordine». Si è poi soffermato a parlasa del Carmine e quella del Crocefisso, re dei rapporti con le altre realtà relidi cui è parroco padre Antonio Calvieri giose e laicali presenti nel territorio in che, con grande generosità, le ha ospi- cui si opera, evidenziando la piena autate e “sfamate” nei locali del convento. tonomia dei Terz’Ordini anche nei conUna bellissima giornata, nonostante il fronti degli assistenti spirituali, da cui a volte si diventa dipendenti. Ha ribadito soffocante abbraccio di “Caronte”. l’assoluta autonomia nel programmare Un grazie di cuore a p. Antonio. Il convegno si è aperto ufficialmente e nell’operare, fermo restando il massivenerdì 29 con i saluti di rito e la rela- mo rispetto e la massima collaboraziozione introduttiva della presidente pro- ne con le parrocchie che ospitano i vari vinciale Marisa Fotia a cui è seguita la Terz’Ordini. Peccato che per il poco tempo a disrelazione sul tema “La devozione a Ma28

VITA CARMELITANA - ANNO 74, N. 3


posizione non si sia potuto dare spazio a interventi e dibattiti. Sollecitiamo una maggiore attenzione a questi incontri nel prossimo convegno. Non ci soffermiamo sui contenuti delle relazioni perché esse verrano integralmente pubblicate. Un momento importante è stato vissuto dai convegnisti nel santuario di S. Maria delle Grazie, partecipando ad una suggestiva liturgia dell’accoglienza presieduta dal rettore del santuario, il padre cappuccino Luciano Lotta, e conclusasi con la benedizione speciale con le reliquie di san Pio. Ad essa è seguita la Celebrazione Eucaristica presieduta dal padre Provinciale. La prima serata si è conclusa sui bordi della piscina dell’albergo, nella speranza, in verità vana, di ricevere un po’ di sollievo dalla calura africana di Caronte. La partecipazione ai lavori del convegno di S.E. mons. Lucio Renna, vescovo di San Severo, ha dato alla seconda giornata un tocco particolare. La sua relazione, “Maria in un mondo che cambia resta per noi specchio dell’Eterno”, ha entusiasmato i convegnisti per la profondità dei contenuti, la delicatezza dei temi trattati, la liricità del linguaggio. Con la sua grandissima abilità oratoria, sostenuto da un immenso amore per la Vergine Maria, S.E. padre Lucio ci ha condotto per mano sulla via verso Maria, facendoci gustare i momenti più suggestivi della sua vita, dall’annunciazione, alla visita alla cugina Elisabetta, alle nozze di Cana e, via via, fino alla morte di Gesù. Dalle sue parole, ricche di poesia, di emozione, di amore infinito, è emersa la figura della Vergine in tutta la sua bellezza e grandezza, serva del Signore, donna e Madre, di Dio e degli uomini; ai piedi della croce, ella ci ha accolti nel suo cuore, anche se siamo stati la causa della morte del suo figlio Gesù. Tanti sono stati i momenti di commozione, nei quali l’assemblea è stata coinvolta! LUGLIO / SETTEMBRE 2012

Arrivederci al prossimo Convegno

La giornata è proseguita con il raduno nella chiesa di san Pio e la Celebrazione Eucaristica presieduta da S. E. mons. Lucio Renna. Che dire poi della “sorpresa mariana” prevista per la serata di sabato! Che Sua Eccellenza fosse un poeta, lo si sapeva e lo avevamo un po’ tutti conosciuto. Ma chi poteva immaginare in lui un musicista eccezionale dalla voce altrettanto eccezionale? Accompagnato alla tastiera dal bravissimo maestro Felice Ialisco, monsignor Renna ha deliziato l’assemblea con dolcissime e belle canzoni dedicate al Signore e alla Vergine Maria, coinvolgendo nel canto le due suorine filippine, Rosenda e Rosalenda, che lo accompagnano nei suoi spostamenti, dotate di tanta grazia e belle voci ben intonate. Una serata veramente indimenticabile. L’abbazia di Pulsano, raggiunta la domenica mattina per la Celebrazione Eucaristica, meritava di essere visitata con più attenzione. Ma il tempo, si sa, è tiranno; e non è solo un modo di dire! Speriamo in un prossimo viaggio! Grazie, comunque, al Consiglio provinciale e alla sua presidente per l’impegno profuso nell’organizzazione del convegno. CETTINA REPACI

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CRONACA DI UNA DEVOZIONE MARIANA: LA FESTA DEL CARMINE 2012 A PALMI

Come consueto, in occasione della solennità della B. V. M. del monte Carmelo, la città di Palmi accorre numerosa al santuario del Carmine. Quest’anno le celebrazioni sono coincise con l’85° anniversario del ritorno dei frati carmelitani a Palmi, dopo un’assenza di ben 275 anni, su iniziativa della Nobile congrega del Carmine che, nel 1905, ne fece richiesta al vescovo di Mileto. Il venerdì 6 luglio iniziava la novena con la tradizionale calata della statua del miracolo a margine della santa Messa, mentre le successive celebrazioni vespertine, sono state presiedute da giovani sacerdoti che, nelle loro omelie, hanno reso omaggio alla Madonna, rammentandone ai fedeli l’importantissimo ruolo per la vita e la salvezza dei cristiani. Nel triduo della solennità, invece, la Celebrazione Eucaristica è stata presieduta da padre Remigio Romano, rettore del santuario di san Domenico di Soriano Calabro (VV), che ha focalizzato la predicazione sui tre monti che caratte-

rizzano la spiritualità cristiana e carmelitana: il Carmelo, il Sinai (o Horeb) e il Tabor. Sono stati organizzati anche eventi serali di preghiera con il rosario biblico e l’adorazione eucaristica silenziosa (conclusasi con la preghiera di compieta). A questi intensi momenti se ne sono alternati altri di fraternità, con canti e condivisioni agapiche nel giardino ristrutturato del convento, e di cultura, con un concerto di musica sacra offerto dal coro polifonico “Musica Nova” di Nicotera (VV). Lunedì 16 luglio la Messa, per la prima volta, è stata celebrata nel suggestivo scenario del sacrato del santuario, avente come sfondo, la facciata appena restaurata e il paesaggio circostante, costituito dal monte Sant’Elia e il belvedere panoramico del mare, Eolie e Sicilia annesse. Successivamente è iniziata la processione, che ha visto la tappa più commovente nel cimitero della città dove si è avuto un intenso momento di preghiera per i defunti. Anche quest’anno, quindi, la comunità di Palmi ha onorato la Madonna nella sua solennità del 16 luglio che, ogni volta, emoziona e ricolma nello spirito sempre di più i fedeli che vedono in Maria una madre protettrice, la via che conduce a nostro Signore. GIUSEPPE RANIERI

Palmi 16 luglio 2012.

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VITA CARMELITANA - ANNO 74, N. 3


LA FESTA DEL CARMINE 2012 A TORRE SANTA SUSANNA “Alla scuola della Vergine santissima del Carmelo per vivere l’ossequio di Gesù nel dono dello Spirito”, questo il titolo scelto per novena dalla comunità di Maria Immacolata di Torre S. Susanna. L’impegnativo tema, un vero programma di vita, è stato sviluppato nei nove giorni con meditazioni omiletiche proposte da illustri relatori: don Pietro De Nunzio, don Angelo Galeone, don Antonio De Stradis, don Giovanni Appolinare, don Giuseppe Tuarino, don Cosimo Soliberto, padre Provinciale Enrico Ronzini e dulcis in fundo, mons. Lucio Renna, vescovo di San Severo. La novena è stata cadenzata dalla preghiera del santo Rosario, che ha preceduto la liturgia eucaristica, e da momenti di fraternità serali con importanti ospiti: il famoso tenore Simone Ciccarese, l’emergente gruppo barese The Fifth Avenue e la Banda “Città di Erchie” del Maestro Giuseppe Carrozzo. Particolarmente intensa è stata la giornata di domenica 15 luglio in compagnia di mons. Lucio Renna che ha presieduto la liturgia solenne. Sua ecellenza, che per noi resterà sempre semplicemente padre Lucio – come ha sottolineato il Provinciale introducendo la Messa – è apparso profondamente commosso nel rivedere i luoghi nei quali ha trascorso in gioventù i giorni di formazione carmelitana nell’ex studentato del santuario. «Sono assalito - ha detto – dalla dolce malattia dello spirito: la nostalgia dei bei vecchi tempi». Ha ricordato i tanti incontri con le terziarie e con i numerosi giovani che popolavano la comunità. Alcuni nomi di carissime persone, ormai scomparse, affiorano alla mente. Come «l’amico Giuseppe Specolizzi, conosciuto nel paese come Peppo LUGLIO / SETTEMBRE 2012

Ti-lu-scippa. Così scherzosamente lo chiamavano per via di alcuni simpatici furtarelli che gli si attribuivano. Un uomo buono, che si è dedicato alla custodia del santuario e della bellissima statua della Madonna, generosamente donata al tempio proprio in quegli anni». Padre Lucio ha parlato di Maria come del più grande dono che Dio ha fatto all’umanità. La conclusione della sua ampia e appassionata meditazione sulla Vergine è stata l’ideale consegna di due documenti magisteriali scritti da due papi profondi devoti di Maria, la Marialis Cultus di Paolo VI e la Redemptoris Mater di Giovanni Paolo II. Entrambe di Maria raccontano il suo cammino di fede, condotto con coraggio fin sotto la Croce del Figlio. Lo Stabat Mater, non fu per Maria un doloroso accasciarsi in basso, come spesso lo si raffigura, ma uno stare ritto in piedi, pronti e protesi verso il Figlio. Maria si elevava per stare con il suo viso più il più vicino possibile al Figlio. Dopo l’omelia è stata scoperta la statua di santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, sapientemente restaurata e riportata all’antico splendore del 1926. Padre Lucio ha ancora ricordato come Teresa sia stata tutta di Maria, da quando la Vergine con il suo sorriso la guarì, fino alle sue ultime parole sul letto di morte, condensate nella poesiatestamento “Perché ti amo, o Maria”. In serata la musica dei The Fifth Avene della cantante Melissa Celi e il Koupalon Trio ha chiuso una fantastica giornata preludio alla solenne festa del giorno successivo. SALVATORE SCHIRONE

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Le Comunità Carmelitane della Provincia Napoletana BARI – 70125 Curia Provinciale Corso Benedetto Croce, 180 tel/fax 080.5562741 vitacarmelitana@gmail.com

BARI – 70125 Parrocchia S. Maria delle Vittorie C.so B. Croce, 180 Conv. 080.5424484 - Parr. 080.5425149 smariavittorie@email.it

CAIVANO (NA) – 80023 Santuario S. Maria di Campiglione Via Campiglione, 58 - tel/fax 081.8354124 santuariocampiglione@libero.it CAPACCIO (SA) – 84047 Santuario Madonna del Granato Eremo Carmelitano – tel. 0828.723611 www.madonnadelgranato.it

SUORE FOGGIA – 71122 Discepole di S. Teresa del Bambin Gesú Scuola S. Maria del Carmine Via G.L. Radice, 5 – tel. 0881.636175

MONACHE

OSTUNI (BR) – 72017 Monastero S. Maria Maddalena di Firenze Contrada Campanile - tel/fax 0831.301293 www.carmelitaneostuni.it

FOGGIA – 71122 Parrocchia Maria SS. del Carmine Viale Primo Maggio, 37 tel/fax 0881.635444 parrocchiacarminefg@alice.it

MESAGNE (BR) – 72023 Basilica Santuario Vergine SS. del Carmelo P.le S. Michele Arcangelo, 3 Conv. 0831.776785 – Parr. 0831.771081 www.basilicacarminemesagne.it PALMI (RC) – 89015 Santuario S. Maria del Carmine Piazza del Carmine – tel/fax 0966.45851 www.carmelitanipalmi.it

TARANTO – 74123 Parrocchia SS. Crocifisso Via G. De Cesare, 37 - tel/fax 099.4521685 www.sscrocifisso.ilbello.com TORRE S. SUSANNA (BR) – 72028 Convento Maria Immacolata Piazza Convento, 3 - tel. 0831.746026 http://carmelotorre.beepworld.it/

sito della Provincia Napoletana: www.vitacarmelitana.org siti dell’Ordine Carmelitano: www.ocarm.org

Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BA

FRATI CARMELITANI


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