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Arte, letteratura, musica e scienza

ANNO IV N. 6 2010 copia gratuita

PERIODICO SEMESTRALE DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE “L’ARTE IN ARTE” URBINO

Raffaello e Urbino. La formazione giovanile e i rapporti con la città natale

Storia Lisippo di Silvia Cecchi e Alberto Berardi pag. 3

di Bonita Cleri La mostra londinese del 2004 dedicata a Raffaello ha evidenziato la formazione urbinate: come è noto la biografia vasariana voleva che il padre pittore lo avesse indirizzato alla bottega di Pietro Perugino consapevole della propria inadeguatezza. Per quanto nel tempo la critica si sia resa conto della non attendibilità di tale episodio, cancellava completamente l'impronta del padre nella formazione del giovane Raffaello, che troviamo documentato a Città di Castello ad appena diciassette anni: siglava insieme con Evangelista da Piandimeleto, valido collaboratore e uomo di fiducia nella bottega del padre morto oramai da qualche anno, l'impegno per la realizzazione di una pala d'altare per la quale riscuotevano il saldo il settembre successivo. A Città di Castello Raffaello realizzava altre opere: lo stendardo per l'oratorio della Trinità, la Crocifissione Gavari-Mond e lo Sposalizio della Vergine, terminato per l'estate del 1504, prima del trasferimento a Firenze. A questo arco di tempo ha fatto riferimento la mostra tenutasi in Urbino che ha ottenuto un notevole successo di pubblico e che ha sollecitato la critica a riflettere sulla formazione del famosissimo artista. La cornice del Palazzo federiciano è stata quanto mai funzionale alla rivisitazione di un Raffaello in parte derivato dalla cultura urbinate, anche se l'allestimento ha saputo quasi schermare gli ambienti rinascimentali per dare piena fruibilità alle opere esposte, il cui percorso ha rappresentato una sorta di amarcord del ragazzino che fino ad undici anni aveva seguito l'attività del padre Giovanni

Santi, pittore, scenografo, poeta. La mostra inoltre ha rappresentato l'occasione per alcune opere di tornare a respirare l'atmosfera del luogo per il quale furono realizzate: le Muse (di Giovanni Santi e di Timoteo Viti), collocate in origine nel tempietto omonimo ed ora alla fiorentina Galleria Corsini, fresche di restauro hanno permesso di recuperare parte della cultura del Santi che aveva mosso i primi passi all'interno dell'emporio paterno, Sante da Colbordolo che effettuava a sua volta piccoli lavori artigianali. Il padre di Raffaello aveva percepito la grande operazione culturale di Federico Raffaello Sanzio, Autoritratto da Montefeltro e di Battista Sforza ed aveva avvertito la necessità documentarsi presso altre realtà culturali per colmare il vuoto formativo (in quegli anni la bottega stanziale presente in Urbino era quella di fra' Carnevale ed è probabile che per lui abbia rappresentato un punto di riferimento). Inoltre le Muse evidenziano l'attenzione di Giovanni Santi per la cultura fiamminga, che aveva trovato porte aperte in Urbino agli inizi degli anni settanta con la realizzazione della nota Comunione degli apostoli, ma l'interesse nella corte era ancora precedente stando a quanto scrive Bartolomeo Facio alla metà del secolo che descrisse un Bagno muliebre di Van Eyck nella collezione di Ottaviano degli Ubaldini, fratello di Federico. E' presente uno spaccato della città sia attraverso diverse opere del Santi che con dipinti di artisti che avranno rapporti con il giovane Raffaello: lo stendardo di Santo Spirito di Luca Signorelli è dirimente nella comprensio-

Arte La “voce” e il silenzio figurato di Umberto Franci di Floriano De Santi pag 6

Kéramos 2009 La ceramica delle associazioni della Provincia di Pesaro e Urbino di Emanuela Mencarelli pag. 8

Artisti e attività dell’Associazione L’Arte in Arte pag. 9

Letteratura Il laboratorio critico di Gualtiero De Santi di Maria Lenti pag. 13

Disavventure di un aspirante scrittore di Alberto Calavalle pag. 14

Musica De Divina Proportione. Dalla produzione musicale all'evento teatrale di David Monacchi e Simone Sorini pag. 16

Cinema L'Italia di Pier Paolo Pasolini di Andrea Carnevali pag. 18


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