Voce - Pasqua 2019

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Anno VII n. 40/ Pasqua 2019

della comunità Parrocchia Santa Lucia - Gioia del Colle - BA Bollettino parrocchiale a diffusione interna

Il cammino verso la Pasqua

L' Angolo di Don Giuseppe

Pasqua: vita nuova La festa delle feste dell’anno liturgico, la santa Pasqua, è preceduta da un lungo periodo di preparazione chiamato Quaresima e culmina nel Triduo Pasquale. In questi giorni la Chiesa celebra i misteri centrali della salvezza: Istituzione dell’Eucaristia e del Sacerdozio, il Giovedì Santo, la Passione del Signore, il Venerdì Santo e la grande Veglia Pasquale, la sera del Sabato Santo che annuncia la Risurrezione. Il misticismo che vive la Chiesa in questi giorni riempie l’anima di chi crede e tiene cuore e vita protesi verso il Signore che vince la morte e dona la vita. I grandi geni della musica sacra hanno lasciato mottetti insuperabili che esprimono anche emotivamente la profondità del mistero: Palestrina, Perosi, De Victoria, Monteverdi. Ma non sono mancati anche i grandi compositori di musica profana che sono stati conquistati dal fascino del misticismo della Settimana Santa: Richard Wagner con” l’Incantesimo del Venerdì Santo”, Francis Poulenc ed altri. Per non parlare poi del canto gregoriano. Forse fanno parte di tempi passati, ma la cultura vera non passa mai, è sempre al passo con i tempi, perché è frutto della sensibilità e della genialità dell’animo umano che non è legato a mode e stagioni. Solo la tecnica si aggiorna in continuazione, mentre il vero, il bello il buono costituiscono il desiderio profondo dell’ uomo e della donna di ogni tempo. Se volessimo passare in rassegna inoltre la letteratura, la pittura, la scultura troveremmo un campo sconfinato di pregevolissime opere: A. Manzoni con gli “ Inni sacri”, Tommaseo, con una raccolta di meditazioni sulla Pasqua dal titolo “Cristo e le cose”, Fogazzaro; e, tra gli autori cristiani, le poesie di p. Davide Maria Turoldo. Nella pittura si può spaziare da Leonardo Da Vinci “L’ultima Cena”, a Caravaggio “ la Flagellazione, la Deposizione e L’incredulità”, a Giotto “La Crocifissione e il Compianto” al Masaccio “La Trinità”, al Mantegna “Il Cristo morto” e nella scultura, uno per tutti, Michelangelo con la “Pietà”. A questi possiamo aggiungere un’opera moderna, “La Risurrezione” del Fazzini, che fa da sfondo all’aula Paolo Vl, dove il Papa incontra i tanti fedeli che provengono da tutto il mondo per ascoltarlo. E infine l’opera delle opere: la Sacra Sindone, custodita e venerata nel duomo di Torino, non opera dell’uomo ma dono di Cristo all’uomo di tutti i tempi. Perché mi sono soffermato su quest’aspetto “ culturale” del mistero pasquale? Di certo non per fare sfoggio di sapere, ma per aiutare a capire come il Mistero della Passione, Morte e Risurrezione di Cristo faccia parte della cultura di ieri e oggi, al di là della fede che ognuno professa o vuol professare e di come il Mistero di Cristo Morto e Risorto sia radicato nella storia della nostra civiltà e, ci auguriamo, nella vita di chi crede. Perché il cristiano parla di risurrezione? Appunto perché la sua vita ha come fondamento di fede la risurrezione in Cristo. Se non crediamo alla risurrezione la nostra fede è senza fondamento e la nostra speranza è vana, direbbe san Paolo. In Cristo siamo risorti anche noi, la vita nuova è cominciata in noi, perché Cristo è Signore dei vivi e dei morti. Se viviamo coscientemente e fedelmente il mistero pasquale vuol dire che abbiamo compreso la sua perenne attualità e la forza nuova che trasforma la nostra vita: “ Se uno è in Cristo, è una creatura nuova” (Gv 3,7). L’evento che celebriamo è allora nella storia e nell’eternità, perciò domina il tempo. Questo “memoriale” ci rende contemporanei all’evento commemorato. La Risurrezione, come fatto storico, avvenuto duemila anni fa, è di una attualità continua, al punto da coinvolgerci nel dono di vita nuova. Ripetere che “Cristo è risorto” vuol dire essere vivi nella sua stessa vita. Sant’ Isacco il Siro dice che “l’unico peccato è l’insensibilità a Cristo risorto”. Pertanto, al vero credente viene richiesto di aderire con fede alla Risurrezione di Cristo, ben consapevole che in Essa c’è la sua stessa risurrezione. Perché “Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato” e vive per sempre!

Venerdì 12 Aprile: -Memoria della B.V. Maria Addolorata ore 18.00/ Santa Messa nella Chiesa di San Francesco ore 19.00/ Processione dell’Addolorata

Domenica delle Palme: -Benedizione delle Palme ore 10.15 sul sagrato della chiesa a seguire Santa Messa in Parrocchia

Giovedì Santo: ore 10.00/ Messa Crismale in Cattedrale a Bari ore 18.00/ Messa in Coena Domini Ore 22.30/ Adorazione Eucaristica Comunitaria

Venerdì Santo: ore 9.00/ Ufficio delle Letture e Lodi Ore 16.30/ Celebrazione della Passione del Signore

Sabato Santo: ore 9.00/ Ufficio delle Letture e Lodi dalle 17.00 alle 19.00/ Confessioni ore 21.30/ Veglia Pasquale

Domenica di Pasqua: -Sante Messe/8.30 (in S. Francesco) ore 9.00/10.30 (Battesimi)/19.00

Don Mimì

Miei cari, voi siete la mia Passione ma, anche se dopo viene la Resurrezione... non potremmo saltare il primo step?

.. s...ps. p . . . s p ... Ps...ps .

ps...

Nelle pagine interne in seconda:

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Diario della Via Crucis Interparrocchiale Dalla Diocesi/Annunci di vita piena

in terza: Andate in pace! La carità non avrà mai fine Letto per voi/ Sacramenti e inculturazioni

-in quarta: Caritas: non solo carità Una particolare fattispecie ... Voce… della comunità via Buonarroti 29 - 70023 Gioia del Colle Redazione: don Giuseppe Di Corrado, Vito Buttiglione, Francesco Giannini, Vito Sportelli, Vito Giannelli, Rocco Barbalinardo, Giovanni Capotorto, Marina Capodiferro, Marida Donvito , Chiara Loliva Vieni a trovarci e a leggerci on line su http://parrocchiasantaluciagioiadelcolle.blogspot.com Pagina 1 e su http://www.upgo.org/upgov1/


Inviata da... Diario della Via Crucis interparrocchiale

È nato con grande entusiasmo il desiderio di “fare Chiesa” all’interno del Gruppo Pastorale Giovanile con Gioia. E quale occasione migliore durante il periodo di Quaresima se non quella di incontrarsi tutti insieme sotto la Croce del Signore? È germogliata da questo sentimento comune l’organizzazione della Via Crucis interparrocchiale animata, celebrata lo scorso 5 aprile, che ha visto come protagonisti bambini, giovani e adulti di tutte le Parrocchie del territorio gioiese. L’obiettivo era chiaro sin dall’inizio: creare un momento di preghiera adatto a tutte le fasce di età, che potesse intrecciare con amore tutte e cinque le Comunità Parrocchiali. Seppur con situazioni climatiche avverse, l’intento è sta-

to felicemente raggiunto: raccolti nell’intimità dell’accogliente Chiesa del Crocifisso, i ragazzi si sono riuniti per realizzare scene animate della Via Crucis, piacevolmente accompagnate da canti intonati da un giovane coro strumentale interparrochiale (e anche questa è stata una fantastica novità!). I cartelloni, realizzati dai bambini del catechismo, annunciavano l’inizio di ogni nuova stazione, i cui passi evangelici rievocativi sono stati letti in diverse lingue straniere:

inglese, francese e spagnolo. Il motivo di tale scelta da parte dell’equipe della Pastorale giovanile con Gioia era quello di lanciare in un momento storico drammatico un segnale di accoglienza nei confronti delle comunità cristiane straniere, soprattutto nigeriane e camerunesi. L’uso dello spagnolo invece suggeriva un forte segno di integrazione nel tessuto clericale gioiese dei nuovi membri peruviani della Chiesa del Sacro Cuore. L’emozione dei ragazzi era palpabile,

i loro sorrisi imbarazzati hanno rotto ogni barriera con i fedeli raccolti in preghiera. I vestiti di scena, le luci e gli alberi di ulivo realizzati dai giovani, sono serviti per traslare metaforicamente la cittadinanza in tutto il percorso della Passione di Cristo, dal Getsemani sino al Golgota. Le preghiere conclusive sono state recitate dalle voci dei più piccoli, simbolo della Chiesa tanto desiderata dal Signore. Aggiungo che il Gruppo Pastorale Giovanile con Gioia ha in programma di proseguire nelle sue iniziative e di non esaurire i il suo ruolo con questa iniziativa, ma di andare avanti su questa strada con passione e fede. Già per il mese di maggio è in programma un nuovo evento di evangelizzazione per le strade di gioia. Tale processo, che timidamente si è messo in cammino alla luce della Parola del Signore, vuole volgere il suo sguardo all’interparrocchialità come modalità di “fare Chiesa”, per “catturare” l’attenzione dei giovani, i veri emarginati nel tessuto sociale attuale.

Violetta Surico

Dalla Diocesi/Annunci di vita piena Dopo l’evento “La settimana della Tenda” svoltosi lo scorso anno, la diocesi di Bari ha organizzato “Annunci di Vita Piena – Quelli della Via”, proposta pastorale per il tempo di Pasqua che si terrà dall’11 al 18 maggio 2019. Il giorno 27 marzo si è tenuto il Consiglio Pastorale Vicariale dell’ottava Vicaria, che comprende i Comuni di Casamassima, Cassano delle Murge, Gioia del Colle e Sammichele di Bari, presso la parrocchia Immacolata di Gioia per fare il punto sul cammino intrapreso e sulle iniziative poste in essere nella varie parrocchie della Vicaria. Queste sono le indicazioni suggerite dalla nostra Diocesi, alla luce del Documento finale del Sinodo. Si tratta di intitolare vie, di chiamarle, nominarle, e di far correre, lungo queste strade individuate nei diversi territori della nostra diocesi, la gioia del Vangelo che raggiunge tutti e rinnova i dinamismi esistenziali delle generazioni in contesto. Annunci di vita piena è il tentativo della nostra Chiesa locale di lavorare insieme “passando da un lavoro per uffici a un lavoro per progetti” dalle singole parrocchie al vicariato, zona pastorale, paese. Annunci di vita piena è un’esperienza da realizzare mettendo insieme le diverse generazioni, in modo particolare favorendo e accompagnando il protagonismo giovanile e la testimonianza di adulti nella fede. Si propone di attivare e consolidare processi, buone prassi ordinati alla promozione della vita in tutti gli ambiti e a tutti i livelli, nella collaborazione con le agenzie educative presenti sul territorio. I giovani ci chiedono di non essere lasciati soli ad affrontare le sfide del mondo sociale per trovare attraverso la forma del dialogo nuove vie di partecipazione. La strada scelta di giorno in giorno sarà il luogo di incontri e manifestazioni: giochi di squadra, oratorio di strada, percorsi artistici, mostre fotografiche, mercatini, cenacoli della parola, tavole conviviali, flash mob, maratona lenta, percorsi con la fiamma (dello Spirito), festival di musica, esibizioni di danza, spazio di co-working in cui le imprese del territorio si incontrano e decidono percorsi condivisi. Particolare attenzione si dedichi ai luoghi della povertà e della sofferenza, agli anziani soli. Si potranno allestire delle edicole con immagini e brani scelti, i balconi della strada scelta potranno essere addobbati con fiori. Si potrebbe decidere di organizzare gruppi di persone che si occupino durante la settimana della pulizia e risistemazione di alcuni luoghi in disuso o peggio oggetto di atti vandalici. Si penserà ad artisti di strada, bande/band che animeranno le strade. Dovrà essere un’esplosione di vita. Dibattiti a tema, incontri, potranno essere svolti in luoghi adatti, nelle vicinanze della strada scelta. Così come nella chiesa più vicina si curi l’adorazione o tempi di riflessione durante l’arco della giornata. Sarà bello vedere le strade senza auto parcheggiate, pronte ad aiutare la gente a incontrarsi. Sarà altresì necessario progettare la settimana in sinergia con le istituzioni civili e le diverse associazioni e enti che animano la vita del proprio territorio.Le idee segnalate, le prassi sperimentate, diventeranno processi che la comunità avrà la responsabilità di promuovere in futuro. In ogni Comune si stanno svolgendo incontri interparrocchiali per coordinare le diverse attività. La giornata conclusiva, o festa finale diocesana, sarà tenuta il 15 giugno 2019. Pag.2


Andate in pace! Vi siete mai chiesti perché al termine della messa il celebrante congeda l'assemblea dicendo «Andate in pace» e non «Andiamo in pace»? Mi ha fatto riflettere su questo tema l'intervento di un anziano signore, che, al termine della presentazione del libro di don Alfonso Giorgio «Sacramenti e inculturazione» avvenuta il 20 marzo, ha chiesto a Mons. Claudio Magnago, vescovo di Castellaneta e presidente del CAL (Centro di Azione Liturgica) se non sarebbe meglio dire «Andiamo in pace», includendo anche il sacerdote. Dire «Andate» in effetti sembra indicare un distacco del sacerdote dal resto dell'assemblea, come se anch'egli non facesse del popolo di Dio. Mons. Magnago ha voluto subito dirimere ogni dubbio, ricordando che in quel momento il celebrante incarna Cristo, «interpreta» il Signore, celebra in suo nome. E congeda l'assemblea, invitandola ad «andare in pace». Altrimenti dovremmo anche chiederci in base a quale autorità il sacerdote ci benedice, essendo parte del popolo di Dio. Il ministro consacrato ha il privilegio e la responsabilità di parlare a nome di Dio e benedire i fedeli nel suo nome. Il messale prevede a seconda delle circostanze e dei tempi liturgici l'uso di varie formule alternative di congedo. Oltre al classico «La messa è finita: andate in pace» sono previste le varianti «La gioia del Signore sia la nostra forza. Andate in pace», «Glorificate il Signore con la vostra vita. Andate in pace» e «Nel nome del Signore, andate in pace». A Pasqua si usa solitamente «La messa è finita: andate in pace, alleluia alleluia» oppure «Andate e portate a tutti la gioia del Signore risorto. Alleluia, alleluia», che diventa nelle domeniche successive del tempo di Pasqua «Portate a tutti la gioia del Signore risorto. Andate in pace». La risposta dell'assemblea è sempre «Rendiamo grazie a Dio» (cui viene aggiunto «Alleluia alleluia» nel giorno di Pasqua), un modo per ringraziare il Signore per il dono della vita e del suo amore.

Gianni Capotorto

A tutti i nostri parrocchiani e ai nostri fedeli lettori gli auguri di una felice Pasqua nel Signore!

La carità non avrà mai fine Si è svolta lo scorso 2 marzo, per il quinto anno consecutivo, l’iniziativa a sostegno della nostra Caritas parrocchiale: la Giornata della Raccolta Alimentare contro la Fame in Italia. Il Banco delle Opere di Carità, che ne è promotore a livello nazionale, come sempre ci ha consentito di destinare l’intero quantitativo di alimenti raccolti (ben 32 quintali) agli assistiti della nostra Caritas. Si è trasformata in un’autentica festa che, partendo dalla nostra comunità, ha coinvolto tutta la cittadinanza. Ben sette i supermercati aderenti (i due Despar, i due Simply, Eurospin, Coop, Penny Market). Tra i volontari anche amici provenienti da altre comunità parrocchiali e dalle associazioni La Casa del Sorriso, Ohel, L’Altra Meta, Gioia Soccorso. L’entusiasmo dei ragazzi, guidati dalle catechiste Violetta, Giovanna e Marina, ha intenerito il cuore dei clienti, così la risposta non si è fatta desiderare. Per questo vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questa bella avventura: il referente della Caritas, Pino Curci, inoltre gli operatori impegnati nel trasporto, smistamento, catalogazione dei prodotti raccolti. Uno speciale ringraziamento va poi al nostro parroco, don Giuseppe, non solo per aver appoggiato l’iniziativa, ma anche per aver dato per primo l’esempio donando la spesa in uno dei supermercati coinvolti. Confidiamo, per il prossimo anno, in una maggiore partecipazione da parte dei membri della nostra comunità. Tale esperienza infatti arricchisce chi riceve, ma anche chi dona un paio d’ore del proprio tempo. Ne sono testimonianza, ogni anno, i commenti gioiosi dei volontari, uno per tutti: Una giornata trascorsa tra sorrisi, luce e pioggia. Una giornata all’insegna dell’amicizia, della fratellanza, della condivisione e dell’incontro con persone ... speciali che hanno donato generosamente, persone che ci confortano e ci fanno sperare in un mondo migliore, lontano anni luce da quello che le cronache giornalistiche e le TV ci propinano quotidianamente ad ogni piè sospinto. Per i più deboli e per coloro che sono la parte buona della società, come coloro che in questa giornata abbiamo incontrato, abbiamo una ragione e uno stimolo maggiore per proseguire sulla strada imboccata. Grazie di cuore ai miei compagni di viaggio con cui ho condiviso alcune ore del mio tempo libero e a tutti coloro che hanno reso questa giornata luminosa (nonostante la pioggia e la grandine), proficua e indimenticabile.

Chiara Loliva

Letto per voi/Sacramenti e inculturazioni: Per un cammino di fede in una Chiesa "in uscita"/Alfonso Giorgio/Libreria Editrice Vaticana Un libro che riflette sulla necessità di adattare la liturgia alle diverse culture con cui entra in contatto, con rispetto e responsabilità, senza mai perdere di vista i valori fondamentali, i gesti che non possono essere modificati. Una novità editoriale del sacerdote gioiese don Alfonso Giorgio, parroco a «Sant'Antonio da Padova» di Carbonara e assistente ecclesiastico nazionale del «Movimento Apostolico Ciechi». pensata inizialmente per gli studenti di teologia, ma comprensibile a tutti, grazie alle numerose note esplicative dedicate ai termini più difficili.

Lector in fabula Il libro è disponibile presso la Libreria Pag.3


Caritas: non solo carità

Al giorno d’oggi il sostantivo “carità” fa pensare a qualcosa del tipo dell’elemosina. In realtà, l’elemosina è solamente uno dei modi della “carità”, si può dire quello più “terra terra”, ma la vera carità oltrepassa questo comportamento. Il cristiano, infatti, non può accontentarsi di vivere “terra terra”, ma, come hanno insegnato gli ultimi papi e come continua a fare l’attuale, deve perseguire la forma più alta di vita. La carità quindi non può configurarsi solamente come l’elemosina, data più o meno generosamente, facendo semplicemente cadere “il soldino” (o magari anche una somma più alta) nella mano del povero. La carità è qualcosa di più. La carità è «guardare negli occhi» (Papa Francesco) il povero, è incontrarlo e considerarlo qual è: un fratello nel bisogno. La carità non può pertanto fermarsi a dare solo ciò che serve per sostenere il bisogno mate-

riale del cibo e non considerare eventuali altri bisogni, come un consiglio, una spalla su cui piangere e una carezza o un abbraccio per consolare… un aiuto qualunque, come nella ricerca di un lavoro o nel riuscire a districarsi nel sistema sanitario e nel sociale, cose che, nel nostro piccolo, all’interno del Centro facciamo e, qualche volta, con successo. Ed è stato molto bello vedere che questa vicinanza, direi meglio questo abbraccio, ha portato anche dei frutti, aprendo quelle persone a loro volta a un tipo di approccio diverso nei confronti degli altri, sia assistiti sia operatori, diventando, a loro volta, mani tese all’aiuto (sia pure nel piccolo del sistemare i pacchi degli aiuti o nel fare un po’ di compagnia con la loro presenza). Il fine però ovviamente, non può essere la sola gratificazione personale, ma il renderci prossimo per il nostro prossimo, prendendo a esempio il Signore Gesù, che nel deserto si è fatto carico di sfamare, con la moltiplicazione dei pani e dei pesci, le persone che lo ascoltavano. Gesù che accoglie quindi. Ma anche Gesù che viene accolto. L’abbiamo detto tante volte in questa pagina. Il cristiano deve vedere nel povero Gesù stesso («Chiunque avrà fatto qualcosa a uno solo dei miei fratelli più piccoli l’avrà fatto a me»). E in questi nostri tempi così bui è quanto mai opportuno ribadirlo. La Caritas è una mano tesa verso i fratelli più bisognosi e, mentre si fa carico di guardare in faccia ogni

persona per non togliergli la sua dignità di uomo, tuttavia non tratta nessuno con maggior favore rispetto a qualcun altro. E qui, crediamo, dobbiamo sottolineare questo, perché l’istituzione, di cui facciamo parte, è spesso accusata di favorire alcuni a discapito di altri (a voler essere ancora più espliciti, favorire i fratelli immigrati a fronte dei compaesani). Non è assolutamente così. Come diceva il Don Camillo televisivo, tutti i poveri sono uguali e ciò che viene raccolto, in termini di aiuti alimentari, viene distribuito senza parzialità, tenendo presente solamente il numero dei componenti il nucleo famigliare. Ci piace, come gruppo, anche invitare chi vuol venire a trovarci in Via Jacopo Sannazzaro il martedì e il giovedì pomeriggio, per rendersi conto di persona di quello che facciamo: chissà, sfateremmo un’autentica fake news e, magari, qualcuno si sentirebbe chiamato a condividere il nostro percorso! I bisogni che aumentano, sia per gli stessi gioiesi e, magari, i nostri stessi parrocchiani – fratelli davvero della porta accanto –, sia per le persone migranti, infatti creano necessità anche a noi, che abbiamo bisogno di forze fresche, magari di giovani che, con la loro vitalità e inventiva, indichino percorsi nuovi e differenti modi, per essere vicino ai fratelli meno fortunati. Rocco Barbalinardo Per il Gruppo Caritas

L' ANGOLO DEL D. V.

Una particolare fattispecie di Diritto Penale Canonico Cari amici negli ultimi mesi, mi sono occupato oltre che del diritto matrimoniale canonico, anche del diritto penale canonico ed è in itinere, in collaborazione con altri un volume inerente gli sviluppi del diritto penale canonico. In modo particolare mi sono occupato delle facoltà speciali della Congregazione per il clero. Con la circolare del 18 aprile 2009 inviata a tutti i vescovi la Congregazione per il Clero comunicò di aver ricevuto dal Sommo Pontefice in data 30 gennaio 2018 alcune facoltà speciali (cfr. Congregazione per il Clero, Circolare del 18 aprile 2009, Ius Canonicum, vol. 50 (2010), pp. 559-669). Le facoltà erano le seguenti: «Facoltà speciale di trattare e presentare al Santo Padre, per l’approvazione in forma specifica e decisione, i casi di dimissione dallo stato clericale “in poenam”, con relativa dispensa dagli obblighi decorrenti dall’ordinazione, compreso il celibato, di chierici che abbiano attentato al matrimonio anche solo civilmente e che ammoniti non si ravvedano e continuino nella vita irregolare e scandalosa (cfr. can. 1394, §1); e di chierici colpevoli di gravi peccati esterni contro il 6° Comandamento (cfr. can.1395, §§1-2) ». Seconda Facoltà speciale : «Facoltà speciale di intervenire ai sensi del can. 1399 cic, o agendo direttamente nei casi o confermando le decisioni degli Ordinari, qualora i competenti Ordinari lo chiedessero, per la speciale gravità della violazione delle leggi, e per la necessità e l’urgenza di evitare un oggettivo scandalo, unitamente alla deroga ai prescritti dei canoni 1317, 1319, 1342, § 2, e 1349 cic, rispetto all’applicazione di pene perpetue, da applicare ai diaconi per cause gravi e ai presbiteri per cause gravissime, sempre portando i relativi casi direttamente al Sommo Pontefice per l’approvazione in forma specifica e decisione». «Richiesta di un rescritto con cui si dichiara la perdita dello stato clericale, con relativa dispensa dagli obblighi sacerdotali, compreso il celibato, del chierico che ha abbandonato volontariamente ed illecitamente il ministero per un periodo superiore ai 5 anni consecutivi». (cfr. Congregazione per il Clero, Circolare del 18 aprile 2009, Ius Canonicum . vol. L (2010) pp. 664-665). Con la circolare del 17 marzo 2010 la Congregazione per il Clero trasmetteva le linee procedurali unitamente all’elenco dei documenti necessari al completamento dell’istruttoria nella fase locale(cfr. Congregazione per il Clero, Circolare del 17 marzo 2010, in Ius Ecclesiae, vol. XXIII, pp. 229-251). In modo particolare la Congregazione metteva in evidenza: “Dall’istruttoria compiuta nella fase locale del procedimento dovrà infatti risultare: I.- La comprovata impossibilità oggettiva o soggettiva che il chierico interessato richieda la dispensa dagli obblighi dello stato clericale: II. – La documentata sintesi dell’esito di tutti i tentativi pastorali e dei provvedimenti canonici adottati dall’Ordinario per dissuadere il reo e farlo recedere dalla contumacia; III.- L’esposizione delle gravi difficoltà che si oppongono nel caso concreto alla celebrazione di un processo penale giudiziale canonico (can. 1342§ 2, 1425, ù 1, 2à CIC)” cfr. Congregazione per il Clero, Circolare del 17 marzo 2010, in Ius Ecclesiae, vol. XXIII, p. 229). Nei prossimi numeri analizzeremo queste fattispecie. Buona Pasqua! Vito Giannelli

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