Voce estate 2018

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Anno VII n. 37 / Estate 2018

della comunità Parrocchia Santa Lucia - Gioia del Colle - BA Bollettino parrocchiale a diffusione interna

L' Angolo di Don Giuseppe

Centenari & centenari

Anche la fede va in ferie? Le cose che sto per dire sono trite e ritrite ma, come dicevano gli antichi, le cose ripetute aiutano a ricordare. Quest'anno l'estate si è presentata con anticipo. Il caldo ha spinto molta gente ad andare al mare o in luoghi più freschi. L'esodo estivo è già cominciato e con esso la "fuga" dalla chiesa, dalla messa e da altro. Non voglio essere pedante e tanto meno ho intenzione di muovere rimproveri. Mi spinge invece il sogno che un cristiano non dovrebbe tralasciare mai quei segni, che sono espressione di fede vissuta. Di Dio abbiamo così tanto bisogno che non possiamo permetterci di mandarlo in ferie. E invece scattano dei meccanismi che si intrecciano, senza distinguere il necessario dal dilettevole. Provate a chiedere alle mamme perché i loro figli non vengono in chiesa, in questo periodo, vi rispondono: "Sa, è vacanza, i figli sono a casa, devono pure rilassarsi e divertirsi, no? La domenica andiamo al mare". A me, però, resta fisso nella memoria e nella vita quella confessione dei 49 martiri di Abitina, nell'attuale Tunisia: " Senza la domenica non possiamo vivere". Non riesco a pensare a un cristiano, che almeno la domenica non avverta il bisogno di incontrare il suo Signore, ascoltare la sua voce, mangiarlo nell'eucaristia. Se manca questo, la domenica è vuota, il divertimento è stanchezza, il riposo è ozio. Insomma, per intenderci: finita la scuola, deve finire "per forza" anche la partecipazione alla messa e la frequentazione alla vita parrocchiale, deve cessare la preghiera e anche la lettura delle buone riviste o libri. O Dio, c'è sempre il gruppo dei fedelissimi a sostenere la situazione, ma c'è anche da dire che qualcosa nell'educazione religiosa non funziona, se queste sono le conclusioni, che si tirano all'arrivo dell'estate, e potremmo anche dire all'arrivo delle vacanze natalizie e pasquali, non facciamoci tante illusioni. E' vero che molti vanno a trascorrere le vacanze in altre località e chi vuole può andare a messa dove si trova. Ma, provatevi a chiedere ai ragazzi, ma anche agli adulti, se sono andati a messa, quando si trovavano fuori in vacanza. Sentirete le risposte: " Non avevamo tempo, eravamo in un villaggio, la chiesa era lontana da dove stavamo...". C'è da chiedersi quanto valga allora tutto lo sforzo che mettiamo nel catechismo dei bambini e dei ragazzi (che prendono poi esempio dai loro genitori) se, appena arriva l'estate, si molla tutto, aspettando l'inizio del catechismo a settembre-ottobre, con la ripresa dell'anno scolastico. Il problema è che neanche durante l'anno le cose vadano meglio. Cosa fare? Capisco che i fedeli abbiano il diritto di andare in ferie, ma non “in ferie da Dio”! La fede non può permettersi le ferie! Al contrario il riposo estivo deve rinvigorirla!

La nostra comunità ricorda con gioia due avvenimenti, che riguardano non solo la parrocchia di Santa Lucia, ma l’intera collettività di Gioia del Colle. Infatti in parte sui resti della vecchia Cappella di Santa Lucia dei Greci e in parte su un suolo donato dal signor Paolo Miraglino, che donò anche l’immagine della Santa, come ricorda l’epigrafe presente sul portale della Chiesa, nel 1918 fu completata la costruzione dell’attuale Chiesa, eseguita su progetto dell’architetto Cristoforo Pinto. Mentre quest’anno ricorre il centenario della fondazione della Chiesa di Santa Lucia, il prossimo anno cadrà il primo centenario dell’elevazione a parrocchia della nostra Chiesa, decisione presa da S.E. Mons. Giulio Vaccaro, Arcivescovo di Bari, il 16 dicembre 1919.

Francesco Giannini Don Mimì

Miei cari, è vero che Lui dice”Lasciate che i bambini vengano a me”...ma voi però portateceli i bambini in chiesa e, se potete, teneteli anche buoni!

.. s...ps. p . . . s p ... Ps...ps .

ps...

Nelle pagine interne in seconda:

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Testimonianze e testimoni “In tenda”: tanta allegria e tante chiacchiere...

-in terza: Chiesa in uscita o uscita dalla chiesa? Catechismo d’estate? Sì grazie! Letto per voi/ Un’eredità che viene dal futuroI

-in quarta: Ascolta e senti Papa Francesco firma una sentenza... Voce… della comunità via Buonarroti 29 - 70023 Gioia del Colle Redazione: don Giuseppe Di Corrado, Vito Buttiglione, Francesco Giannini, Vito Sportelli, Vito Giannelli, Rocco Barbalinardo, Giovanni Capotorto, Marina Capodiferro, Marida Donvito, Maria Violetta Surico Vieni a trovarci e a leggerci on line su http://parrocchiasantaluciagioiadelcolle.blogspot.com Pagina 1 e su http://www.upgo.org/upgov1/


Testimonianze e testimoni Le miniparabole del seme di senape e della crescita spontanea e misteriosa del chicco di grano, che la liturgia ci ha proposto qualche giorno fa, insieme a esperienze lette e vissute di persona mi inducono a pensare a quanto sia necessaria per il mondo, in cui viviamo, la testimonianza cristiana, con le opere certo, ma anche con le parole. Senza supporre di poter cambiare il mondo con la bacchetta magica, perché ciò dipende solo dallo Spirito Santo, ma con la consapevolezza che, se nessuno semina, non sarà mai possibile una messe. Oggi, la nostra società senza più valori fondanti, tende ad adagiarsi su un insieme di aspirazioni, che tutt'al più credo possibile soltanto chiamare sentimenti. È giusto che la Chiesa si mostri (e sia) aperta verso tutti, perché ogni persona è portatrice di una sua storia, sofferenza, affettività, cultura etc. personali, che

nessuno può né giudicare né sindacare in alcun modo, ma non credo sia giusto che rinunci alla sua specificità. Spesso, noi crediamo che, facendo un'elemosina o partecipando a una

questo che Gesù si aspetta da noi? I nostri valori, intendo di noi Cristiani, vengono davvero salvaguardati e, magari, diffusi, comportandoci soltanto come una qualunque associazione laica, che si occupa di beneficenza? Voglio dire: basta accettare e avvicinare poveri di ogni genere, "sporcarsi le mani" con le loro miserie, se non diamo la possibilità di ricevere Colui nel nome del Quale facciamo questo o, almeno, se non ci diamo la possibilità di poter continuare ad abbeverarci insieme a quella Fonte che ha dissetato il nostro mondo per più di duemila anni, senza provare a farlo insieme? Voglio fare una domanda, come si dice oggi, provocatoria: quale senso possiamo dare, ai nostri giorni, alla missione? È possibile parlare di missione colletta per…, siamo a posto servendoci come mezzo soltancome Cristiani. Ma è davvero to della carità? questo che la gente vuole da noi? E, soprattutto, è davvero Rocco Barbalinardo

"In tenda": tanta allegria e tante chiacchiere...ma senza dialogo! L’idea della tenda itinerante è stata senza dubbio un’ottima iniziativa, carica di promesse.: “occupare” uno spazio come la piazza, solitamente luogo di inutili andirivieni e dargli un “colore” cattolico è stata una cosa lodevole. Ma...oltre ad essere in un certo senso un “oratorio in movimento”, la tenda non avrebbe dovuto essere il luogo privilegiato del “confronto di opinioni, pensieri, sogni, speranze”? Sono stato spettatore interessato, ma, a parte un aborto di flash mob, che faceva intravedere un tentativo di incontro con il modo di esprimersi dei giovani, non ho visto niente! I dibattiti erano “perfettamente orchestrati” e quinPag.2

di sterili: potrei dire, orecchiando un vecchio slogan “il confronto se non è amaro che confronto è”? Lungi da me la voglia di essere inutilmente iconoclasta, ma il tempo degli incontri edulcorati è ormai scaduto! Essere “Chiesa in uscita” non può significare “cantarsela e suonarsela” da soli e parlarsi addosso! Non fu Lui a dire che “era venuto a portare la spada”? E cos’altro poteva significare un’espressione così forte sulla bocca del Cristo se non il fatto che il confronto con la realtà del mondo deve essere prima duro e senza sconti, per poi diventare evangelico e quindi dispo-

sto alla comprensione e all’accoglienza? Ho usato una parola di moda (accoglienza) proprio per indicare che soprattutto l’incontro con i giovani d’oggi richiede verità e conoscenza dei loro problemi reali, dei loro “codici di vita” , per poterli realmente incontrare e affascinare con una “parola” difficile come quella del Vangelo!

Vito Buttiglione


Chiesa in uscita o uscita dalla chiesa? Qualche anno fa durante gli incontri diocesani, spesso come laici venivamo invitati a non rinchiuderci nelle sacrestie, ad offrire la nostra testimonianza cristiana nel mondo. Una richiesta ribadita oggi anche da papa Francesco nei suoi frequenti appelli ad essere «chiesa in uscita». Molti prendono l'espressione alla lettera, uscendo dalla chiesa per non farvi più ritorno o tornarvi solo in circostanze eccezionali (matrimoni, funerali, etc.)ma evidentemente interpretano male! Il primo esodo avviene di solito in occasione della Cresima o della prima Comunione, viste da molti ragazzi/e (e spesso anche dai loro genitori o catechisti) come un punto di arrivo del proprio percorso cristiano e non come un punto di partenza, una tappa di un cammino che dura tutta la vita. Una volta ricevuto il sacramento e finita la festa, sembra che non ci siano più ragioni per frequentare la chiesa. Alcuni migrano da una parrocchia all'altra, per non sottostare alle regole (secondo loro) imposte dai parroci, come se ogni parrocchia fosse un territorio indipendente autonomo e non una piccola porzione della diocesi, della chiesa universale, dove dovrebbero valere per tutti gli stessi insegnamenti, gli stessi precetti, le stesse regole. Siamo chiamati a vivere la chiesa diocesana e universale, ma dovremmo anche essere legati alla nostra parrocchia, al territorio che ci ha visti nascere e diventare cristiani. Essere fedeli alla nostra parrocchia e disposti a collaborare con chi la presiede, anche quando non siamo totalmente d'accordo con le sue scelte e abbiamo pareri ed esigenze diverse. In vista dell'estate è frequente l'abbandono del catechismo o della partecipazione alla liturgia, tutti ci sentiamo quasi «autorizzati» a prendere un momento di pausa, come se il nostro essere cristiani fosse legato al periodo climatico. Per fortuna in questo caso in genere si tratta di un fenomeno transitorio che dura solo l'arco di un'estate, poi, se Dio vuole, torniamo tutti docilmente all'ovile. Gianni Capotorto

Cronache catechistiche

Catechismo d 'estate? Sì grazie! L’idea potrebbe sembrare frutto di un “colpo di sole”, ma non è poi così fuori luogo: basterebbe inventarsi una catechesi più fresca e frizzante, una catechesi d’estate! Naturalmente dovrebbe combinare insieme formazione e gioco: una via di mezzo tra oratorio e crescita religiosa. Il nostro Patrono San Filippo Neri lo aveva capito e si era inventato appunto l’oratorio. D’altra parte la parola oratorio etimologicamente significa preghiera e si prega e si serve il Signore anche giocando! Non sarebbe un’iniziativa “a classi chiuse”: i catechisti-animatori gestirebbero i gruppi ad apertura variabile e si potrebbe anche pensare ad una tenda/gazebo da situare in piazza, ripetendo in qualche modo ciò che di buono ha fatto vedere la recente iniziativa “in tenda”. C’è un dato che dovrebbe farci riflettere: le vacanze universali non esistono. Sono tantissime le famiglie, che trascorrono le ferie a casa e di riflesso sono tanti i bambini, che d’estate sono praticamente “abbandonati alla noia”, quando invece si potrebbe (e si dovrebbe!) inventarsi qualcosa, per rendere interessante e fruttuoso, anche in termini di crescita religiosa, il periodo feriale. Insomma “la catechesi d’estate”! La domanda è un’altra: siamo disponibili noi per questa sfida o in realtà la vacanza delle famiglie è un alibi, per coltivare il nostro ozio, mentre i nostri ragazzi accoglierebbero con entusiasmo la proposta di potersi incontrare anche d’estate? Per non parlare della possibilità di “ripopolare” le nostre messe domenicali, che ormai sembrano un ritrovo di “adulti stagionati” questi sì preda della noia di un’ estate di solitudine… E allora lanciamo il “catechismo d’estate”? Sì grazie!

Catechista Quidam

Letto per voi/Un' 'eredità che viene dal futuro: Don Tonino Bello/Sergio Paronetto Edizioni La Meridiana Un titolo paradossale, per un libro dedicato a don Tonino Bello e a tutti i testimoni della pace che lo hanno preceduto e hanno aperto la strada anche per noi.La sua è una eredità plurale e interconnessa con l'ampia famiglia di testimoni e profeti di pace: Mazzolari, Del Vasto, Capitini, La Pira, Giovanni XXIII, Milani, Luther King, Romero, Garcia Villas, Turoldo, Balducci, Mayr, Langer, Giovanni Paolo II, Bettazzi e papa Francesco. Secondo Sergio Paronetto don Tonino è per tutti noi un seme, un segno, un sogno. Seme che ci precede come moderno padre della Chiesa. Segno che ci accompagna e ci indica il cammino verso il disarmo, la giustizia, la cura del creato, la pace. Sogno che ci sollecita a camminare, che è davanti a noi e ci viene incontro dal futuro con i piedi scalzi per progettare e osare insieme.

Lector in fabula Il libro è disponibile presso la Libreria Pag.3


Ascolta e senti

OMAGGIO POETICO PERSONALE AL GRUPPO CARITAS E AI SUOI SOSTENITORI

Che cos'è tutta questa fretta?

Altro è il cuore, altro l'amore!

Dove corri? Dove vai? Fermati un po' e ascolta. Ascolta e senti.

«E ascolto con l'orecchie… E sento col cuore d'uomini senza identità, persi nel nulla, in attesa, fra balli e canti, di chi glien dia…

«Ascoltare? Sentire?

una purché sia…

Ma non è la stessa cosa? Alla radio son le stesse canzonette, … un po' gradevoli… un po'… beh, credo possa capire la rima…»

E noi, camminando fra ladri e briganti, noi che appena s'arriva a fine mese… noi viaggianti su auto in cui… trova posto un letto anche…»

No, no… Voglio dire ascolta la gente… ascolta con le orecchie, senti col cuore… ascolta la povertà… senti l'amore…

Le lacrime dei poveri son le stesse… … il Ciel sente uguali tutte… … non una si perderà… … se in un sol vaso le coglierai.

«Mi viene da ridere… O da piangere? … uomini in barche sbalzate su rive sconosciute… da uomini avari di carne e d'oro maledetto sulle loro Ferrari e Porsche e Maserati… Dove sta il cuore? Dove l'amore?» No, questo non ci appartiene. Non è costume nostro moneta

Ascolta e senti… Apri quel pugno e fiori usciranno. Apri il labbro a ridente abbraccio… … e anche il tuo cuore pace troverà. Buone vacanze a tutti.! E insieme – sempre – ai nostri fratelli nel bisogno.

di fraterno sangue bagnato.

Rocco Barbalinardo

L' ANGOLO DEL D. V.

Papa Francesco firma una sentenza di processus brevior Si è già avuto modo di accennare che una delle novità della riforma del processo matrimoniale canonico è il processus brevior regolamentato dagli art. 14 – 20 delle Regole procedurali e cann. 1683-1687. Ebbene, si è avuta notizia nei giorni scorsi che un processo breve si è celebrato alla Rota Romana e la sentenza è stata sottoscritta da Papa Francesco il 13 luglio 2017, ma se ne è data notizia solo ora. Si tratta di una causa proveniente dalla Arcidiocesi di Bogotà, ma il matrimonio era stato celebrato in Roma molti anni fa. Le parti hanno addotto come motivo di nullità l’esclusione della indissolubilità. Il decano della Rota Romana, mons. Vito Pinto, avendo considerato la presenza di tutti i requisiti richiesti per legge ovvero l’evidenza della nullità del matrimonio, la brevità della vita matrimoniale (in questo caso, tre – quattro mesi circa), la condivisione della iniziativa giudiziaria da ambo le parti, la presenza delle prove richiesta dalla giurisprudenza rotale, ha chiesto specifica udienza al Santo Padre, che ha sottoscritto la sentenza. Il testo della stessa sarà presto inserito in una monografia ad opera del Decano. Il testo della sentenza è facilmente rinvenibile in internet nel sito della Università Pontificia della Santa Croce, Facoltà di Diritto Canonico, servizio biblioteca canonica. Buone vacanze a tutti!

Vito Giannelli Visita il blog parrocchiale on line su

http://parrocchiasantaluciagioiadelcolle.blogspot.com

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