Voce quaresima 2015

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Anno V n. 23 / Quaresima 2015

della comunità Parrocchia Santa Lucia - Gioia del Colle - BA Bollettino parrocchiale a diffusione interna

L' Angolo di Don Giuseppe

Il nostro cammino Quaresimale

UN MODO DIVERSO DI VIVERE Nella ciclicità dell’anno liturgico, con il Mercoledì delle Ceneri la liturgia ci fa intraprendere il cammino Quaresimale. La Quaresima, iniziando col rito dell’imposizione delle Ceneri, segno di grande valore penitenziale, ci mostra l’indole pasquale del cammino di questi quaranta giorni: le Ceneri, ricavate dai rami di ulivo e di palma, benedetti nella domenica delle Palme, sono simbolo di Cristo; esse sono per noi augurio e auspicio di una vita nuova che ci verrà donata nella misura in cui riconosceremo sinceramente il nostro bisogno di Lui. La celebrazione annuale di questo mistero vuole aiutarci a orientare sempre più la nostra vita in una “direzione Pasquale”: direzione di vita, di verità, di pienezza di senso, di gioia di vivere ed anche di giustizia e di amore. Passo dopo passo, in questo cammino, faremo esperienza che ciò che il Signore ci promette non è in funzione di una vita “diversa”, ma in funzione di un modo “diverso” di vivere la nostra stessa esistenza, nella certezza di ciò che crediamo: Cristo è morto ed è risorto ed anche noi, se vogliamo vivere da veri credenti, dobbiamo dunque entrare nella stessa logica. La Quaresima ci allena così a ‘morire per vivere’, a ‘perdere per vincere’; questo aspetto non deve spaventarci: la Quaresima non è uno spauracchio da evitare, ma è la strada che ci aiuta a intravedere il fine del nostro percorso penitenziale, un fine che raggiungeremo se sapremo alleggerirci degli inutili fardelli che appesantiscono la nostra ricerca di Dio. Questi ‘pesi’ hanno dei nomi precisi: sono progetti coltivati senza la luce che viene da Dio, sono azioni che non alimentano il desiderio della vita né in noi né per gli altri, sono modi di intendere le relazioni senza gratuità e vero amore. Ogni anno, però ci viene data la possibilità di entrare in un ‘tempo favorevole” un” tempo di grazia” nel quale il peccato e la menzogna sono resi inefficaci dal potente antidoto dell’amore di un Dio che si rivela nella debolezza e nella miseria dell’uomo; entriamo dunque nel deserto Quaresimale, deserto di cose e parole inutili, di sovrastrutture che rendono difficoltoso il cammino esistenziale, riconoscendo la nostra povertà di fronte al mistero risanante dell’amore di Dio. Quest’amore ci aiuta a capire che la vita cristiana non è un insieme di opere buone gradite a Dio, che ci rendono creditori nei suoi confronti e nei confronti dei fratelli, ma è invece la ricerca continua del baricentro della nostra vita che possiamo trovare solo in Dio. Siano questi giorni un momento di riflessione, di revisione della nostra vita, per ritornare a Dio più liberi dai pesi che le preoccupazioni del mondo mettono nel nostro cuore e più capaci di alzare gli occhi verso il cielo per sentirci più in comunione col Padre celeste, seguendo il maestro divino che è Cristo. Gli strumenti di questa verifica e di questo dono da parte del Signore sono sempre gli stessi, ma ogni anno diventano sempre più efficaci perché sempre diversi siamo noi: -il digiuno: perché rinunciando a qualche cosa per il nostro corpo possiamo accogliere nella libertà e nell’amore la Grazia di Dio ed essere più attenti alle necessità dei più bisognosi. -la preghiera: perché nell’umiltà possiamo essere più disponibili ad accogliere il Signore nel nostro cuore. -l’elemosina: perché possiamo vincere l’egoismo con la generosità. L’attaccamento al denaro è il segno più evidente del nostro attaccamento, a volte morboso, alle cose di questo mondo ed anche ai nostri vizi. Preghiera, elemosina e digiuno daranno frutti autentici solo se scaturiranno dal profondo del nostro ‘essere’ più che dal nostro “apparire”. (continua in seconda pagina)

-Mercoledì 18 febbraio: imposizione delle Ceneri -Tutti i Venerdì di Quaresima: Via Crucis (ore 17.30) -1/2/3 Marzo Quarantore: - Domenica 1 Esposizione (dopo la Messa delle 11.00) Pomeriggio : Adorazione guidata - Martedì 2 Messa conclusiva Concelebrata

Miei cari, la Messa è finita… continuate a chiacchierare in pace!

Don Mimì

... ...bla. a l b . . . la bla...b

Nelle pagine interne in seconda:

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Insieme Costruttori di Pace La carità secondo Papa Francesco

-in terza: Voce...della Parrocchia: 10 anni insieme Catechista e...mamma! A tutto carnevale

-in quarta: “Con tutto il cuore”. A scuola di carità Inaugurazione dell’anno giudiziario rotale Voce… della comunità via Buonarroti 29 - 70023 Gioia del Colle Redazione: don Giuseppe Di Corrado, Vito Buttiglione, Francesco Giannini, Vito Sportelli, Vito Giannelli, Rocco Barbalinardo, Giovanni Capotorto Vieni a trovarci e a leggerci on line su http://parrocchiasantaluciagioiadelcolle.blogspot.com e su http://www.upgo.org/upgov1/ Pagina 1


Insieme Costruttori di Pace Lo scorso sabato 31 gennaio si è svolta la Marcia della Pace, a cui hanno partecipato tutti i ragazzi delle cinque comunità parrocchiali della nostra cittadina. L’evento è stato voluto ed organizzato dall’Azione Cattolica Interparrocchiale. Un momento di festa e di gioia, ma anche di grazia al quale noi comunità parrocchiale di Santa Lucia abbiamo partecipato assieme ai ragazzi del catechismo con i catechisti e alcuni genitori. Il maltempo non ha permesso una vera e propria marcia, in quanto siamo stati costretti a vivere quel pomeriggio all’interno del chiostro comunale. All’inizio vi è stata una riflessione sul tema della pace nelle scuole, nelle famiglie, nella città, anche aiutati dalla testimonianza del sindaco dei ragazzi Mattia Posa, alunno di terza media e nostro parrocchiano. Poi vi sono stati canti e balli, che hanno allietato il pomeriggio, conclusosi con un momento di preghiera. Inculcare nei ragazzi (e soprattutto nei più piccoli) l’impegno per la pace è faticoso ma indispensabile. In un mondo lacerato da lotte e discordie, come ascoltiamo nella liturgia, vi è la necessità tra i cristiani di diventare costruttori di fraternità e di pace. La pace che non è solo assenza di guerre, cosa purtroppo non esistente in questo nostro mondo! Basta vedere i tg o leggere i gior-

nali per accorgerci di come la violenza e la guerra ancora macchiano di sangue il nostro pianeta. Ma la pace è anzitutto uno stile di vita, un andare contro ogni espressione di violenza, di indifferenza, di odio, di rancore. E’ la capacità di incarnare nella vita di ogni giorno quella bellissima beatitudine annunciata da Gesù nel discorso della montagna: “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio”. Documento magisteriale, che nel XX secolo in modo mirabile ha parlato di pace e che porto nel cuore come pietra miliare anche per la mia fede è l’Enciclica “Pacem in Terris” del Santo Papa Giovanni XXIII, scritta negli anni 60 in un momento delicatissimo per la storia dell’umanità, caratterizzato dall’avanzare della Guerra Fredda tra Stati Uniti e Russia, che proprio il papa con il suo duro intervento riuscì a fermare. “Non bisogna rispondere alla guerra con la guerra”, affermò più volte. La pace è un impegno di tutti, non solo dei capi di governo, ma di ogni singolo cittadino, dal più piccolo al più grande. Ciascuno deve avere a cuore

la pace nel mondo, nella propria nazione, nella propria città, nella propria famiglia, sul posto di lavoro e soprattutto la pace nel proprio cuore. Perché, come dice Gesù, “è ciò che esce dal cuore dell’uomo che rende l’uomo impuro”. “E’ questa (ndr. la ricerca della pace) un’impresa tanto nobile ed alta che le forze umane, anche se animate da lodevole buona volontà, non possono da sole portare ad effetto. Affinché l’umana società sia uno specchio il più fedele possibile del Regno di Dio, è necessario l’aiuto dall’alto. Allontani Dio dal cuore degli uomini ciò che la può mettere in pericolo e li trasformi in testimoni di verità, di giustizia, di amore fraterno.” (Giovanni XXIII, Lettera Enciclica “Pacem in Terris”)

Don Alessandro

La carità secondo Papa Francesco

(continua “L’angolo di Don Giuseppe” dalla prima pagina) Potremmo essere quasi istintivamente tentati di pensare a cosa possiamo fare di diverso, di nuovo, per vivere bene questo tempo quaresimale, quali buoni propositi, quali “fioretti” (come si diceva un tempo). In questo pensiero può nascondersi la tentazione di trasformare questo tempo “sacro” di Dio in tempo “nostro”: tempo del nostro impegno, della nostra solidarietà, dei nostri fioretti e della nostra generosità, dimenticando così che esso è innanzitutto tempo di Dio, tempo del Suo primato nella nostra vita di peccatori. Solo volgendoci a Lui, e riconoscendo la nostra strutturale povertà, potremo fare esperienza concreta del Suo intervento salvifico. Per attuare tutto ciò, la Parola di Dio contiene un’avvertenza importante: facciamo tutto per trovare grazia agli occhi di Dio e non compiacimento agli occhi degli uomini, solo chi agisce nel segreto ottiene la ricompensa del Padre. Il cammino quaresimale non è fine a se stesso, ma ci orienta a fare una rinnovata esperienza della vita nuova nella celebrazione della Pasqua del Signore. Pag.2

Il nostro Arcivescovo ha indicato per questo anno liturgico il tema della Carità. Quest’anno ricorre il 5° centenario della nascita del nostro Patrono, S. Filippo, il santo della gioia e della carità. Papa Francesco ha preso a modello S. Francesco, assumendone il nome, e S. Filippo, secondo Apostolo di Roma, per esortare la Chiesa alla preghiera, alla povertà e alla carità, opere e virtù che i due Santi hanno praticato. E più volte papa Francesco ci fa capire cos’è la carità per un cristiano; lo ha fatto da sacerdote, da Vescovo e continua a farlo da successore di Pietro. Proprio nel giorno della festa del Poverello di Assisi ha voluto pubblicare il messaggio per la Quaresima 2015, in cui sottolinea che la testimonianza della fede si rende efficace nella carità. E invita a pregare, specialmente il 13 e 14 marzo per l’iniziativa “ 24 ore per il Signore “ e ad aiutare il prossimo con gesti di carità. Per lui la carità non è solo tendere la mano al povero, dargli una moneta o un piatto caldo per garantirgli la sopravvivenza, ma è anche “ lavargli i piedi “ mettersi al suo servizio e restituirgli la dignità di uomo e di fratello in Cristo. Infatti dal 16 febbraio i clochard, grazie all’intervento di Papa Francesco, potranno usufruire delle docce e dei bagni che lui ha autorizzato ad adibire per loro sotto il colonnato di piazza S. Pietro. Questo gesto di carità è stato seguito da alcuni volontari, che potranno utilizzare una postazione di barbiere, nei pressi delle docce, messe a disposizione dei poveri. Che questa Quaresima, sull’esempio di papa Francesco, sia piena di atti di carità materiale e spirituale verso i nostri fratelli Francesco Giannini bisognosi.


Cronache "catechistiche"

Voce...della Parrocchia: 10 anni insieme Il 27 marzo 2015 il nostro bollettino parrocchiale compie 10 anni, un traguardo importante, pur con tanti alti e bassi. Il progetto nacque su iniziativa di don Giuseppe Di Corrado e di alcuni soci dell'Azione Cattolica che decisero di proseguire e rilanciare l'esperienza del precedente foglio parrocchiale chiamato "Comunicare". Mi venne affidato il compito di realizzare il logo della "testata" e la nuova veste grafica, una struttura a libretto formato A5 discreta e funzionale, che ha caratterizzato i primi quattro numeri. Era l’anno del Congresso Eucaristico di Bari, dell'elezione di papa Benedetto XVI e della nascita del Consiglio Pastorale Parrocchiale, novità e "tormentone" di quel periodo, cui dedicammo vari articoli. C'è stato poi un periodo di stanchezza e perdita di entusiasmo, in cui la redazione si è un po' dispersa e il bollettino è stato momentaneamente "accantonato", senza mai venire definitivamente soppresso. Nel 2009, su sollecitazione di don Giuseppe e con il prezioso aiuto di Angelina Passiatore, ripresi in mano il progetto in occasione della visita pastorale di mons. Francesco Cacucci, rendendo il bollettino disponibile anche online sul nascente sito interparrocchiale UPGO (l'archivio completo su http:// www.upgo.org/upgov1/content/view/515/94/ ). Un periodo caratterizzato dalla mia presenza altalenante, che ha costretto Angelina a sostituirmi spesso anche nel lavoro di impaginazione, e da una scarsa attenzione da parte della comunità parrocchiale, tanto da farci spesso dubitare dell'effettivo gradimento e dell'opportunità di proseguire. Nel 2011 il nuovo Consiglio Pastorale finalmente si accorge della nostra presenza, forse troppo discreta, all'interno della parrocchia e si aprono nuove collaborazioni. L'avventura continua, con l'impaginazione ora affidata a Vito Buttiglione, che coordina una redazione più ampia, cercando di coinvolgere i vari settori della comunità parrocchiale Le parole e l'affetto di chi ci segue assiduamente ci spingono a proseguire, anche quando ci sembra di non avere più niente da dire oppure si ha l'impressione di ripetere sempre le stesse cose. Ringrazio tutti i lettori, don Giuseppe per la fiducia, Angelina, Vito, don Alessandro e tutti coloro che in questi anni hanno collaborato con noi, lasciando una loro impronta sul nostro bollettino. Gianni Capotorto

Catechista e...mamma! Carissimi genitori… Ecco come la maggior parte delle volte si inizia a scrivere in questo spazio dove in qualità di rappresentante dei catechisti mi rivolgo alle famiglie, richiamandole instancabilmente al loro insostituibile ruolo di primi educatori alla fede. Ma la risposta alla nostra richiesta di aiuto e di collaborazione è sempre la medesima: “andiamo sempre di corsa…non abbiamo tempo…” L’11 novembre scorso il Signore mi ha donato la gioia più grande: mio figlio Gabriele Teodoro. Oggi quindi scrivo non solo come catechista ma anche come mamma. Un nuovo magnifico ruolo, che in effetti stravolge i tempi: è vero gli impegni si moltiplicano in modo esponenziale, le priorità cambiano sensibilmente con l’aumento improvviso ed elevato di compiti e responsabilità. Ma l’esperienza della maternità è tra quelle che maggiormente ci avvicina a Dio, un’esperienza di amore insaziabile, di quasi creazione che fa sentire l’ebbrezza di aiutare Dio a continuare il mondo. Lo dicono anche i Vescovi nel Concilio Vaticano II: “nel compito di trasmettere la vita umana e di educarla, che deve essere considerato come la loro prima missione, i coniugi sanno di essere cooperatori dell’amore di Dio creatore e come suoi interpreti. (Gaudium et spes). Proprio per questo, fra i mille nuovi impegni, il Signore deve mantenere il suo posto nella vita di una famiglia e di certo un posto di primo piano! Per questo a tutti quelli che con stupore mi chiedono una spiegazione sul mio subitaneo ritorno a fare catechismo (dopo una breve assenza durante la quale la cara Marida Donvito ha egregiamente continuato da sola il cammino) replico:- Alla chiamata del Signore non si risponde “ad intermittenza”!

Marina Capodiferro

A tutto carnevale Non c’è cosa più bella che vedere un bambino felice. Ed ecco che il Carnevale è uno dei momenti più gioiosi per i più piccoli. Sorridenti nei loro vestitini colorati e fantasiosi: principesse, cavalieri, pagliacci, pirati, indiani, spagnole, ballerine e tante altre mascherine tra coriandoli, stelle filanti, biscotti, ciambelle, patatine e infinite leccornie hanno invaso i locali parrocchiali di via Leonardo da Vinci per un pomeriggio di “catechismo” particolare. In un clima di festa, grazie all’esilarante presenza dell’animazione (tra balli, musiche e lustrini) i piccoli della nostra comunità hanno trascorso l’ultimo sabato carnevalesco in allegria. Grazie all’impegno corale dei catechisti, che hanno dato la propria disponibilità per essere presenti, e di numerosi genitori, i bambini, divertiti e spensierati, hanno giocato per l’intero pomeriggio. Una festa che conferma il successo di iniziative come questa e che ogni anno non può mancare. Eppure quest’anno la festa è stata organizzata in pochi giorni, ma i volti e i sorrisi dei piccoli protagonisti l’hanno resa a regola d’arte.

Marida Donvito Pag.3


"Con tutto il cuore" A scuola di carità

Il Gruppo Caritas della nostra Parrocchia è in questo periodo impegnato in un “percorso di formazione” per operatori. Le prime due tappe ci hanno fatto conoscere il senso del nostro stare insieme nella Parrocchia nel segno dell’accoglienza. Desideriamo, dunque, far partecipi di questo l’intera comunità, perché, come Chiesa, tutti noi siamo in cammino verso il Regno di Dio e tutti abbiamo un compito: portare agli altri il vangelo, cioè la buona notizia incarnata nella Storia. Privilegiando, però, come Dio stesso, i poveri. Come, infatti, scriveva il Papa Benedetto XVI nell’enciclica “Deus Caritas est” (al n°. 25),

«La Carità non è per la Chiesa una specie di attività di assistenza sociale che si potrebbe anche lasciare ad altri, ma appartiene alla sua natura, è espressione irrinunciabile della sua stessa essenza». La Chiesa, nel suo interno, pur fra i mutamenti e le infedeltà dei suoi figli, in mezzo ai progetti e ai sogni, di cui è intessuta la Storia umana, continua ad essere guidata dalle parole e dai gesti di Gesù, a conservare la ricchezza di questa preziosa memoria. Anzi, di più: la Chiesa continua nel tempo quella storia d’amore inaugurata da Gesù durante la Sua vita terrena. Quella storia familiare di Dio, il rapporto fra il Padre e il Figlio, diventa nella Chiesa una possibilità nuova di vivere la propria vita personale e sociale in modo più fraterno. Sappiamo bene, è un concetto ripreso più volte, che il luogo, luogo familiare, dove questa memoria è narrata, accolta, celebrata e condivisa – in una parola, mantenuta viva – è la Parrocchia. È questo il luogo proprio di cui la Chiesa “si serve” per tradurre, portare tra le case e strutturare la storia d’amore di Dio con gli uomini. La parrocchia, ogni parrocchia, deve, quindi, aiutare chiunque ad essa si rivolga a sentirsi come in casa propria, facendosi porta aperta e luogo di accoglienza e ascolto senza pre-

giudizi. Dall’idea che la gente si fa della parrocchia dipende, in buona parte, il rapporto con la Chiesa universale. È il modo per fare un concetto positivo o negativo di Chiesa. Per un organismo ecclesiale la carità è, in parole povere, vita intima, dimensione strutturante prima ancora che opere praticate e realizzazioni da mostrare. Noi, tuttavia, crediamo che la parrocchia per essere tale abbia bisogno anche di stimoli e di proposte. Oltre l’invito, sempre valido, a darci una mano nella messa in opera concreta dell’evento-carità, ci piace accogliere una proposta concreta di fraternità all’interno della comunità lanciata a livello diocesano: l’idea di estendere il momento liturgico della Preghiera dei fedeli all’interno della S. Messa agli eventuali bisogni e alle esigenze di ciascuno dei singoli parrocchiani, i quali, in modo palese o anonimo, potranno chiedere all’intera comunità di pregare per qualunque esigenza sia a cuore di ciascuno. È un momento di condivisione, nella preghiera, dei bisogni e delle attese dei fratelli nel momento più alto del nostro essere cristiani, cioè quando, nella Fede, vediamo il Signore farsi pane spezzato per noi, e per ciascuno di noi. Rocco Barbalinardo per il Gruppo Caritas

L' ANGOLO DEL D. V.

Inaugurazione dell’ anno giudiziario alla Rota Romana – 2015 Venerdì 23 gennaio nella Sala Clementina, nel palazzo apostolico, alla presenza dei giudici rotali, degli avvocati e degli addetti alla Cancelleria, Papa Francesco ha tenuto il discorso inaugurale concentrandosi su tre argomenti. Il primo di carattere pastorale riguardante certa mentalità corrente che può influenzare il consenso matrimoniale richiamando un predente discorso di Paolo VI (Allocuzione del 31 gennaio 1974: AAS 66 [1974], p. 87) ricordando che ” In effetti, l’abbandono di una prospettiva di fede sfocia inesorabilmente in una falsa conoscenza del matrimonio, che non rimane priva di conseguenze nella maturazione della volontà nuziale”. Il secondo aspetto è stato più tecnico ed ha riguardato uno specifico capo di nullità che, stante le premesse precedenti andrebbe maggiormente valorizzato: “Per questo il giudice, nel ponderare la validità del consenso espresso, deve tener conto del contesto di valori e di fede – o della loro carenza o assenza – in cui l’intenzione matrimoniale si è formata. Infatti, la non conoscenza dei contenuti della fede potrebbe portare a quello che il Codice chiama errore determinante la volontà (cfr can. 1099). Questa eventualità non va più ritenuta eccezionale come in passato, data appunto la frequente prevalenza del pensiero mondano sul magistero della Chiesa. Tale errore non minaccia solo la stabilità del matrimonio, la sua esclusività e fecondità, ma anche l’ordinazione del matrimonio al bene dell’altro, l’amore coniugale come «principio vitale» del consenso, la reciproca donazione per costituire il consorzio di tutta la vita. «Il matrimonio tende ad essere visto come una mera forma di gratificazione affettiva che può costituirsi in qualsiasi modo e modificarsi secondo la sensibilità di ognuno» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 66), spingendo i nubenti alla riserva mentale circa la stessa permanenza dell’unione, o la sua esclusività, che verrebbero meno qualora la persona amata non realizzasse più le proprie aspettative di benessere affettivo”. Si tratta di indicazioni pratiche per i tribunali inferiori che certamente faranno tesoro. Il Pontefice però è andato oltre e si è anche soffermato su un aspetto che ha molto colpito i media e cioè le spese processuali delle cause matrimoniali. Anche questa volta però il Pontefice ha fatto riferimento già alla prassi vigente, incoraggiando a proseguire in questo senso: “Torna utile ricordare quanto prescrive l’Istruzione Dignitas connubii al n. 113, coerentemente con il can. 1490 del Codice di Diritto Canonico, circa la necessaria presenza presso ogni Tribunale ecclesiastico di persone competenti a prestare sollecito consiglio sulla possibilità di introdurre una causa di nullità matrimoniale; mentre altresì viene richiesta la presenza di patroni stabili, retribuiti dallo stesso tribunale, che esercitino l’ufficio di avvocati. Nell’auspicare che in ogni Tribunale siano presenti queste figure, per favorire un reale accesso di tutti i fedeli alla giustizia della Chiesa, mi piace sottolineare che un rilevante numero di cause presso la Rota Romana sono di gratuito patrocinio a favore di parti che, per le disagiate condizioni economiche in cui versano, non sono in grado di procurarsi un avvocato. E questo è un punto che voglio sottolineare: i Sacramenti sono gratuiti. I Sacramenti ci danno la grazia. E un processo matrimoniale tocca il Sacramento del matrimonio. Quanto vorrei che tutti i processi fossero gratuiti!” Come si può notare il pontefice ha toccato diversi argomenti che sono di estrema attualità. Si è notato lo sforzo da parte del Pontefice di stare sul concreto, quasi che volesse far comprendere agli ascoltatori che egli era ben al corrente di ciò che succedeva nei tribunali e che volesse far sentire la sua vicinanza a tutti gli Vito Giannelli operatori.

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