magazine Emanuela Arlotta • Francesco Terzulli
Volodeisensi Magazine
12 December 2012
N.39 APRILE 2015 COPIA GRATUITA-www.volodeisensi.it
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Rossella regina
04 Georgios Katsantonis
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Articolo Ville di Fano
Roberto brughitta Director: Emanuela Arlotta Art director & designer: Francesco Terzulli
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04 Intervista
a Rossella regina “Il brano si scaglia contro la faciloneria con cui si trattano e si etichettano le donne, viste solo per il loro involucro esterno”
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a roberto brughitta “Come burattinaio ho potuto lavorare per anni
Intervista ai feedback
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nelle scuole e penso che sia stata proprio quell’esperienza a farmi venire la voglia di raccontare storie. “
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ai feedback “L’umiltà è una buona prerogativa che in parte ci fa riconoscere i limiti e ci dà sete di conoscenza”
18 Il riscatto di alì 20 Presentazioni libri Il riscatto di alì
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Intervista a Rossella Regina presenta “Good Girl” ”Il brano si scaglia contro la faciloneria con cui si trattano e si etichettano le donne, viste solo per il loro involucro esterno” Il magazine Volodeisensi è lieto di ritrovare nelle sue pagine una sua vecchia conoscenza che non manca mai di donare la sua arte. La nostra cara amica Rossella Regina è una calabrese Doc dalle molteplici abilità e dopo il grande successo di Italia’s Got Talent ha festeggiato l’8 marzo di quest’anno con la presentazione del suo nuovo brano dal titolo “Good Girl”.
Rossella è sempre un piacere ospitare la tua poliedricità e la tua energia sul nostro Magazine. Ci piace il tuo non essere mai scontata. La tua creatività questa volta vive in un videoclip uscito nella ricorrenza della Festa della Donna. In una realtà dove è ben lontano il rispetto verso il mondo femminile. C’è un’attinenza tra questa ricorrenza e il tuo brano? Il brano si scaglia contro la faciloneria con cui si trattano e si etichettano le donne, viste solo per il loro involucro esterno…Come se poi fosse tutto rel-
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A cura di Cristina Rotoloni egato a quell’immagine che, nonostante il botox, è destinata comunque a mutare, e deve farlo perché la vita è questo: un percorso fatto di momenti, di tappe, ognuna delle quali piena di pregi e difetti, ma pur sempre scritta sulla pelle, a perenne ricordo di quanto è stato. L’occasione della Festa delle Donne è risultata, dunque, la circostanza ad hoc entro la quale lanciare il brano che, naturalmente, non può esaurire la tematica se non rappresentare un piccolissimo contributo al tema.
Parliamo del titolo del tuo brano. “Good Girl” non è per te un testo nuovo, bensì è parte del tuo passato che è stato rivisitato. Cosa è cambiato da allora ad oggi? Effettivamente il brano era l’ultimo di una serie firmata a quattro mani con Gabriele Malaguti, musicista bolognese-maltese. Lo lanciammo qualche anno fa, senza troppi clamori e senza videoclip. E la cosa morì lì, sebbene covassi già da tempo il desiderio di rinnovarlo, contemporaneizzandolo nell’arrangiamento. Ed è qui che arriva
Marco Cardona, calabrese come me, che in meno di un mese ha reso una ‘oldstyle’ Good Girl in un brano dance che nulla, credo, abbia da invidiare ad altre hit più blasonate ma solo grazie agli Sponsor.
“Brava Ragazza” sembra un manifesto, un invito e nello stesso tempo una provocazione. Da cosa nasce questo brano e perché scegli di cantarlo in Inglese? Diciamo che è tutte e tre queste cose insieme…che vengono cantate in inglese anche per veicolare il concetto fuori dai confini dell’amato Stivale. Un ‘manifesto’ perché, per quanto mi riguarda, l’io femminile non può essere ridotto ad una mera immagine fatta di belletto, qualche orpello e due tacchi vertiginosi. L’immagine deve essere relegata ad una parte del tutto, ma non di certo alla totalità come, invece, la società, quindi gran parte di noi esseri umani, è solita fare.
pone una parte razionale che ci diversifica un tot dalle amate bestiole…
C’è qualcuno a cui ti sei particolarmente legata per questa produzione, qualcuno che vuoi ringraziare per questo nuovo progetto?
Un ‘invito’ perché vivere tutti i rapporti tra gli esseri umani puntando a scoprire cosa si nasconda dietro le loro ‘immagini’, può dare un pizzico di sapore in più ad una realtà sempre più asfittica e scialba, fatta di rapporti fittizi, mediati da un touchscreen e qualche icona Photoshoppata. Infine, una ‘provocazione’ perché oggi, paradossalmente, a fare notizia sono le brave ragazze e non più le bad girls, di cui ormai, è pieno il mondo, dunque, c’è troppa concorrenza…
Trovare Regina in un Castello non sorprende. La Location è spettacolare e sembra realizzare il sogno di molte donne. Di quale castello stiamo parlando e cosa ha dato in più al Videoclip? Una Regina vera, non fa di certo clamore, ma una solo ‘anagrafica’, come me…forse! La location, in questo caso, credo che abbia giocato un buon 50% del prodotto finale. Un posto unico, incantevole del quale, però, non mi è concesso dirvi nulla, come da accordi con i proprietari dello splendido maniero. C’è chi pensa sia un fotomontaggio, una scenografia ad arte…C’è chi è convinto si trovi all’estero, chi in Italia…Posso dire di essere solo contenta che la mia ‘Good Girl’ abbia mosso così tante ipot-
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esi…Segno che un segno, per l’appunto, lo ha lasciato…
Le chiavi fanno da padrone nel tuo video, il loro senso apre nuovi scenari. Vuoi spiegare ai nostri lettori qual è il loro ruolo e quale messaggio mandi all’ascoltatore? Per certi versi, la figura della chiave banalizza anche i contenuti della canzone, ma per veicolare messaggi ‘impegnati’, servono anche immagini semplici, no? Dunque, la chiave è l’oggetto di questa caccia al tesoro dei rapporti umani… Tutti ne hanno una, alcuni più piccola, altri più grande, altri multipla, altri ancora più o meno nascosta… E’ il perenne tendere a questa ricerca che rinvigorisce i rapporti e li fortifica fino a renderli eterni.
La musica mi ha sorpresa. Ambientazione e melodia si contrastano e si amalgamano. Come mai questa scelta? Abbiamo voluto giocare di contrasto per far emergere meglio il brano. In fondo, già il voler puntare a questo risulta una gran bella novità, a vedere i video in circolazione che saranno sicuramente fatti molto meglio, anche perché frutto di investimenti di centinaia di migliaia di euro…Peccato solo che si punti a direzionare l’attenzione sulla solita immagine fatta di sensualità, nudismi, procacità… A riprova del fatto che è vero che l’uomo è un animale dominato ‘anche’ dal suo istinto…ma quell ‘anche’ presup-
Devo tutto alla mia Squadra: il team di Professionisti e aficionados che ha lavorato alacremente insieme a me per la realizzazione di questo successo. Il Dott. Angelo Muratori, che mi ha condotta letteralmente ‘per mano’ alla scoperta di quello che è divenuto il co-protagonista del video, il castello; la Proprietà, che ci ha gentilmente ospitati e che si è prestata a tanto; Lorenzo Dalle Donne, regista, videomaker e anche montatore del clip; Daniele Zucchini, battezzato ‘drone-man’, che si è, per l’appunto, occupato delle riprese aeree; Carlo Tosi e Lily Tschantret, i fotografi di scena che tanto hanno penato perché mi fermassi, ogni tanto, e posassi anche per loro; e Monica Zanelli, la mia make-up artist, che ha saputo escogitare, anche questa volta, dei look che hanno contribuito a rendere il prodotto finale ‘esplosivo’. Sappiamo che sai fare di tutto e tutto bene nel mondo dello spettacolo. C’è un progetto che proprio vorresti realizzare in questo settore? Il progetto più grosso sarebbe quello di poter vivere di questo settore… ma mi rendo conto trattasi di un’opera monumentale! Mi accontenterò, dunque, di dare seguito alle mie prossime produzioni, alcune delle quali già in cantiere, con l’obiettivo di firmare qualche altra comparsata TV nazionale, che non guasta mai…
Cara Rossella ti ringrazio per il tempo che hai dedicato alla nostra rivista e per la tua proverbiale simpatia. Il Magazine sarà sempre felice di raccontare ai suoi lettori il tuo talento.
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Pro-Loco di Ville di Fano – Un paese da riscoprire Intervista a Noris Canofari a cura di Cristina Rotoloni
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ille di Fano è un paese incastonato tra le montagne dell’Abruzzo con meno di 400 anime. Situato a circa 900 mt sul livello del mare fa parte del Comune di Montereale in provincia di L’Aquila. Il paese è diviso in 6 frazioni e come tutti i luoghi montani la sua popolazione si quadruplica nel periodo estivo grazie ai turisti che tonano per le vacanze. Il luogo circondato da castagneti, faggeti e cerreti è conosciuto per la sua produzione di farro. Il santo protettore è San Lorenzo che ancora oggi come in passato, il 10 di agosto di ogni anno, richiama molta gente per festeggiarlo. Linfa vitale del paese è la Pro-Loco che mantiene vive le tradizioni, gli usi e i costumi per far si che i giovani non dimentichino le loro radici. Portavoce di questa terra nella nostra intervista sarà la presidentessa Noris Canofari.
Ciao Noris, vista la nostra ormai datata conoscenza, mi permetto di darti del tuo e ti pongo una domanda doverosa. Quanto è difficile tenere vivo un paese che con gli anni si sta spopolando? Ciao Cristina prima di iniziare ti voglio ringraziare per aver pensato a questa
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breve “intervista” . Cominciamo dal tasto più dolente che è lo spopolamento dei paesi per varie cause. Nel passato era “normale “ andare a lavorare fuori, ma tutto era provvisorio, infatti lasciavano al paese la famiglia. Poi man mano si sono susseguiti vari periodi per arrivare ad oggi a trascorrere nel paese brevi vacanze tra l’8 e il 15 agosto. Naturalmente come tu stessa hai detto vi è una Pro Loco che cerca di tenere unite quelle persone che ancora vi abitano con progetti di vario genere .
Le iniziative da parte della Pro-Loco sono svariate una delle più conosciute è quella dedicata alla Sagra del Farro. Come è nata, quando si svolge e cosa comprende? La sagra del farro è nata venti anni fa e si svolge il 12 e 13 agosto. La festa è tenuta attiva dalla nostra Pro-Loco con la collaborazione di alcuni cittadini pieni di buona volontà e si svolge subito dopo i festeggiamenti del Patrono San Lorenzo. Il pomeriggio è dedicato a momenti culturali, come mostre, presentazioni dei libri, giochi popolari, spettacoli per i ragazzi. La sera vi è la degustazione dei piatti a base di questo cereale con intrattenimento musicale.
Oltre la Sagra molti dei vostri eventi sono dedicati al cibo e ai prodotti tipici di cui è ricca la zona. Ci fai una rapida carrellata dei vostri progetti passati, presenti e futuri? Sono molti i prodotti tipici che possiamo ancora chiamare doni. Cominciamo dalle castagne alle quali dedichiamo una giornata a novembre, al granturco
e quindi polenta alla quale dedichiamo una giornata a gennaio, alle carni alle quali dedichiamo una giornata a febbraio, ai formaggi ai quali dedichiamo una giornata a maggio e tanti altri ancora che inseriamo in progetti “ per non dimenticare “. Come poco fa ho detto molti sono i progetti legati al ricordo di usi e tradizioni delle nostre terre, siamo attivi perché nessuno dimentichi. Siamo un ponte che unisce il bagaglio colturale dei nostri genitori, dei nostri nonni con i giovani che sono la speranza del nostro futuro.
Avete dedicato particolare attenzione ai giovani e alle loro iniziative. Avete per questo motivo organizzato concerti di musica classica, popolare e tradizion-
ale. Ci racconti le persone e i gruppi che avete incontrato in questo bel percorso?
presepe di oggi.
La musica è un momento di aggregazione molto apprezzata dalle persone di tutte le età. Nel tempo abbiamo proposto ai nostri soci concerti di ottoni e musiche del Salento che hanno riscosso un successo inaspettato, ma quello che identifica di più le nostre terre sono le musiche popolari Alcuni bambini sanno suonare l’organetto e ballare il saltarello e spesso organizziamo eventi di intrattenimento per movimentare le serate, unire la gente e permettere a questi ragazzi di esibirsi.
State organizzando un corso per realizzare vestiti d’Epoca. Da cosa nasce questo desiderio e con quale fine?
Un plauso mio particolare va al vostro impegno nel recupero de lavori manuali e delle tradizioni. Mi piacerebbe far conoscere ai nostri lettori i vostri percorsi dedicati al recupero del passato e delle nostre radici. E’ un percorso molto importante la conoscenza della storia delle nostre terre e con essa le usanze e tradizioni. Particolare attenzione dedichiamo ai più giovani, nell’insegnamento di vita quotidiana di un tempo. Abbiamo iniziato con la realizzazione di sapone con grasso di maiale, dei formaggi con caglio naturale, della tosatura di pecore e processo di pulizia lana sino alla realizzazione di un materasso e tanto altro ancora. Cerchiamo di riscoprire attimi di divertimento di un tempo quando il poco era tanto.
Avete partecipato ad una gara di presepi realizzandone uno nella vecchia fucina di un fabbro. Mi aspetto che ci racconti le emozioni, l’impegno, il progetto e le collaborazioni. Nelle rappresentazione della natività abbiamo pensato a un’antica bottega di un fabbro. E’ per noi indescrivibile l’emozione di una vita ormai passata ma mai dimenticata. Aprire le porte di legno di quel luogo è stato come aprire un mondo di ricordi. Quando la fucina era attiva diventava un punto di aggregazione. E’ stato intenso toccare con mano gli strumenti di una volta e trasformarli in strumenti artistici e decorativi per il
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I progetti sono tanti e di vario genere. In questo momento come tu stessa hai detto stiamo realizzando dei vestiti per un corteo storico. E’ un progetto diviso in due fasi, infatti non riuscendolo a terminare prima dell’estate lo sospendiamo e riprendiamo in autunno. L’idea è nata sia dalle difficoltà che abbiamo avuto nel reperire questi abiti, sia dal desiderio di non perdere la magia di queste vesti antiche e abbiamo deciso di ricrearle prendendo a riferimento quelli che abbiamo usato fino ad oggi. Nel 2013 siamo stati chiamati a partecipare al palio degli asini sindaci ad Amatrice. È stato in quell’occasione che per la prima volta abbiamo organizzato un corteo storico. Abbiamo portato con noi lo stendardo del quarto di San Lorenzo ed è stato proprio quello che abbiamo alzato al cielo al momento della vittoria. Pensa abbiamo gareggiato con tantissimi comune di quattro regioni.
Quest’ultima domanda è uno spazio dedicato alle idee, i progetti del passato e del futuro. Cara Noris nel salutarti ti do carta bianca per parlarci di voi e di cosa volete lasciare. Rispondo con gioia alla domanda riguardo a cosa vorrei lasciare: l’entusiasmo di continuare. Abbiamo lavorato tanto per questa piccola realtà, e il lavoro più duro non è stato di certo la realizzazione di un progetto ma il provare a far tornare le genti alla fratellanza di un tempo. E questo è possibile con qualcosa che li leghi. Per elencare tutto ciò che abbiamo fatto, facciamo e vorremmo fare ci vorrebbe un giorno però mi piacerebbe dirvi quando abbiamo gioito insieme per la vincita del palio degli asini tutti in costume storico, quando abbiamo partecipato alle sfilate di carnevale con il carro e costumi realizzati dalle persone del luogo, quando abbiamo realizzato un progetto con le Cattedre di Cultura Popolare di Torino per uno scambio di usi e tradizioni, quando ab-
biamo fatto un corso di teatro con persone del luogo e lo spettacolo donato ai ricoverati della Rsa di Montereale. Quella è stata per me l’esperienza più forte che abbia vissuta all’interno dell’Associazione. Tantissimi sono i piccoli progetti della quotidianità e tanti sono quelli guardando il futuro. Certo è che dovrebbe essere agosto tutto l’anno, infatti a volte mi trovo a dover rallentare il passo per mancanza di numeri in eventi che li richiedono. Spero prima dell’estate di poter terminare la piccola biblioteca per poter dare un altro servizio a questo paese. Naturalmente legata ad essa ci sono eventi culturali che fanno anch’essi parte dei progetti passati e futuri. Nel salutarvi ringrazio il Magazine e tutti i suoi lettori e vi invito a una delle prossime manifestazioni.
“Come burattinaio ho potuto lavorare per anni nelle scuole e penso che sia stata proprio quell’esperienza a farmi venire la voglia di raccon-
Intervista a Roberto Brughitta La donna Farfalla e i suoi percorsi
tare storie. “ A cura della Dott.ssa Agnese Monaco
1) Ciao Roberto parlami di te e della tua storia. Quando hai compreso che eri portato per la scrittura? La mia è la semplice storia di un ragazzino che amava leggere. Divoravo tutto quello che trovavo, perfino i fotoromanzi Lancio che leggeva mia madre. Poi c’era l’edicolante che conoscendo la mia voracità mi passava i fumetti nuovi, previa restituzione intatta e senza orecchie. Qualcuno mi disse successivamente che per esempio, il famoso fumetto Topolino della Disney, veniva controllato grammaticalmente dall’azienda in modo maniacale. In pratica, mentre leggevo studiavo l’italiano, ahahahah. Agli inizi degli anni novanta ebbi la fortuna di entrare nel mondo dei burattini. Come burattinaio ho potuto lavorare per anni nelle scuole e penso che sia stata proprio quell’esperienza a farmi venire la voglia di raccontare storie. Storie che sono saltate fuori tanti anni dopo, quando la mia amica Simonetta, dopo aver letto alcuni miei racconti
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mi spinse a partecipare a un concorso letterario. Partì tutto dai successivi commenti positivi di persone sconosciute. I complimenti di parenti e amici sono spesso di parte, ma arrivandomi da estranei mi convinsero che forse valeva la pena di continuare…ed eccomi qua. 2)Il 20 dicembre si è svolta a Cagliari la presentazione del tuo libro “La donna farfalla”, ci vuoi parlare di questa esperienza? Cosa ha rappresentato per te? Ce ne sono altre in programma? Ho scritto altri libri. Il giocattolaio. una raccolta di racconti con ambientazione natalizia. Baci di laguna, una storia di ambientazione storica medievale. Su Lèpori isposu, un libretto che allerta i bambini sulla pericolosità dell’amianto e Trucioli di cuore, una storia che tratta l’argomento della donazione del midollo osseo, scritto a quattro mani con la presidentessa dell’ADMO Alto Adige Emanuela Imprescia. Posso quindi affermare tranquillamente che ho alle spalle tantissime presentazioni…ma la prima volta di un libro rimane sempre una sensazione unica. La tensione della
prima non è paragonabile a quelle che si faranno successivamente anche perché il pubblico è differente. Alla prima sono presenti le persone a te care, altri scrittori e spesso qualche giornalista e così infatti è stato per La donna Farfalla. Per questo motivo ero abbastanza teso ma grazie alla professionalità dei miei editori Carmen Salis e Roberto Sanna che mi hanno subito fatto sentire a mio agio, è andato tutto bene. Nei giorni e mesi successivi abbiamo fatto tante altre presentazioni in altrettante librerie, biblioteche, Coffe Art e anche in una bellissima sala polivalente. 3) Quale stato d’animo t’ispira maggiormente nella stesura dei tuoi componimenti? Purtroppo i miei racconti partono quasi sempre da dei momenti tristi, poi però durante la storia il tutto si trasforma quasi per magia e alla fine l’happy end è sempre garantito. Ma attenzione, mai banale come spesso accade in certi racconti strappalacrime. Ma anzi, nella maggior parte dei casi nelle ultime pagine si svolgono tantissimi colpi di scena.
Mi piace pensare che gli alberi primitivi non avessero i rami, ma che questi siano spuntati con la comparsa dell’uomo, anzi del primo bambino che gli si sia avvicinato. L’albero non potendo abbracciare il fanciullo, ha fatto in modo che si arrampicasse sopra e fosse lui a farlo. Tenendosi stretto al tronco principale per non cadere di sotto. Il mio desiderio è quello di poter sentire nuovamente le voci dei bambini che giocano per strada.
Per il mio primo libro per esempio, ricordo benissimo l’episodio scatenante. A dire il vero furono parecchi episodi. Lutti in famiglia di persone giovanissime tra le quali la mia cuginetta di pochissimi anni. Come se non bastasse alcuni gatti della piccola colonia del mio giardino si ammalarono di leucemia felina e mi lasciarono. Ecco, la mia voglia di scrivere nacque per dare loro la possibilità di diventare immortali. Ero sicuro, e lo sono ancora, che inserirli in un racconto, descrivere una parte del loro carattere e realizzare i sogni che non hanno potuto mettere in pratica, sarebbe stato un bellissimo modo per averli ancora tra noi, e questa volta per sempre. 4) Cosa significa per te la scrittura? Scrivere vuole dire comunicare qualcosa. Per quanto mi riguarda, vuole soprattutto dire far notare un determinato problema che ci sta sfuggendo di mano. I miei racconti sono spesso dicotomici. Mi piace abbinare l’anziano al fanciullo, la città al paesino di campagna, il commediante da strada allegro e spensierato con il ricco possidente sempre preoccupato per qualcosa. Mi piace scrivere e mi piace invogliare i bambini a farlo. Mi chiamano spesso le scuole primarie per parlare del libretto dell’amianto che ho realizzato in collaborazione con i tecnici della prevenzione dell’UNPISI e ogni volta trovo qualche alunno che mi chiede come fare per scrivere un libro. Sono quei momenti
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che ti fanno capire quanto sia importante la presenza dell’autore sul posto. Solitamente non passa che qualche giorno per essere informato che gli alunni stanno facendo in classe l’analisi del testo e alcuni di loro hanno iniziato a scrivere un racconto per comunicare un problema. Altri invece, entusiasmati dai disegni di Giuseppe Pisano che accompagnano il racconto, si mettono all’opera per disegnare a loro volta i personaggi. Insomma, i bambini di oggi hanno più che in altri tempi bisogno di stimoli ed io sono felice di regalargliene qualcuno. 5) Dove troviamo il tuo libro? e sul web? Concludo con la domanda GRIDO, quella in cui tutto è concesso. Lascia il tuo messaggio. Parlami di ciò che desideri. Per trovare - La donna Farfalla 1 - dal sito www.amicolibro.eu 2 - nelle librerie fisiche su ordinazione (indicare il distributore Libro Co. Italia) 3 - è disponibile l’ebook sui principali store quali Amazon, Kobobooks etc Ci sono tante cose che vorrei urlare, mi limiterò ad un solo strillo. GENITORI!!!! FATE ARRAMPICARE VOSTRI FIGLI SUGLI ALBERI.
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Ho visto scene assurde di bambini che non riuscivano neppure a fare mezzo metro in altezza.
Presentazione Georgios Katsantonis
Georgios Katsantonis, teatrologo greco e ricercatore delle discipline teatrali e letterarie, ha partecipato- di recente- con successo al Convegno Internazionale Eduardo e Il teatro del mondo, curato dal professore Pasquale Sabbatino, che si è svolto nella sede dell’Università di Napoli Federico II per iniziativa del Forum Universale delle Culture, del Master in Drammaturgia e Cinematografia dello stesso Ateneo e dell’ Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli.
ricerche svolte nell’ambito del Master hanno trovato coronamento nella pubblicazione di una monografia dal titolo Le opere di Eduardo De Filippo sul palcoscenico greco (2013), molto apprezzata, come testimoniano le recensioni nell’ambito degli studi teatrali, in quanto integra il segmento costituito dalla proiezione dell’opera del drammaturgo partenopeo in ambito greco. In particolare, il libro è dedicato alle trasposizioni novecentesche delle opere del grande Eduardo nei teatri ellenici e rappresenta un ottimo contributo, sia per la ricerca settoriale, sia per appagare le curiosità dei cultori; le basi bibliografiche di riferimento infatti erano molto gracili prima del lavoro svolto da Katsantonis, che non manca di riportare quanto il teatro di De Filippo sia stato, sì un interprete esterno, ma al tempo stesso un valido alleato dell’ethos greco.
La sua passsione per la critica letteraria l’ha portato a conseguire il master di II livello Letteratura, Scrittura e Critica teatrale presso la Federico II di Napoli. Segnatamente, si è distinto nella redazione di un elaborato finale del taglio decisamente originale e improntato alle più rigorose metodologie scientifiche. Le
Nel maggio 2014 la ‘’Edizioni Accademiche Italiane’’ hanno pubblicato un suo saggio sulla critica teatrale come disciplina scientifica. Con il volume “Critica teatrale: Codici di lettura scenica”, Katsantonis traccia un’analisi attenta degli avvenimenti più significativi dell’ evoluzione della ricezione del fenomeno teatrale nel
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tempo con lo sviluppo della teoria critica, della semiotica, lo strutturalismo praghese e i 13 punti di Kowzan. Lo studioso r iesce a dialogare, sotto forma di intervista, con alcuni tra i critici Italiani più attivi nel panorama contemporaneo italiano: Giulio Baffi (Presidente dell’Associazione Nazionale dei Critici Italiani di Teatro), Mario Bianchi (EOLO rivista online di Teatro Ragazzi), Rossella Menna, Roberto Rinaldi (Rumorscena.com) e Oliviero Ponte Di Pino (fondatore e amministratore di ATEATRO). In questa raccolta di interviste è possible vedere, attraverso diversi punti di vista, come funziona la critica teatrale oggi.
Il critico non ha bisogno di una maschera. Il clown si deve servire di una maschera per far critica. Il lavoro del critico vive oggi una situazione particolarmente capovolta ed assume una prospettiva quasi etica. La messinscena è, sempre, un assemblaggio di sogni e utopie. E queste utopie oniriche e assolutamente visibili in linguaggio scenico vengono raccontate dal critico. Ogni critico teatrale le racconta a modo suo. La critica è un dialogo aperto.
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“L’umiltà è una buona prerogativa che in parte ci fa riconoscere i limiti e ci dà sete di conoscenza”
Intervista ai Feedback La voce del rock puro e incontaminato .
a cura della Dott.ssa Agnese Monaco
Appassionata di rock non potevo farmi mancare nella mia rubrica di interviste in ambito musicale i Feedback, un gruppo musicale, che rispolvera i più grandi successi dagli anni 70 in poi di genere Rock. Quello puro, incontaminato, sano che negli anni ha portato
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alla nascita di tanti sub-generi. Senza dilungarmi troppo inizierei subito col porre qualche domanda a Valter Gottardi che a nome di tutta la band ci parlerà del loro percorso e della loro storia. 1 - Quindi carissimo iniziamo subito col dire raccontaci le vostre origini
come gruppo! Chi siete, da chi è formata la band, che genere suonate. Siamo sette ragazzi (ci piace definirci cosi nonostante l’età varia dai 40 ai 63 anni) che hanno in comune una grande passione per la musica rock, io al basso, Angelo Izzo e Vittorio Brena
alle chitarre, Max Griggi alla batteria, Piero Mascherpa alle tastiere, Ilario Pavan voce principale e Claudio Caio voce corista e percussioni. Il gruppo nasce cinque anni fa quasi per caso, ci troviamo io, il batterista e il cantante di un gruppo con il quale avevo suonato in precedenza, per una strimpellata con un chitarrista, Angelo Izzo, che ci aveva segnalato un amico comune. Per completare la parte ritmica io mi cimento per la prima volta al basso avendo suonato per tutta la vita la chitarra, e subito nasce tra di noi e tra me e il nuovo strumento un feeling speciale, così nascono i Feedback. A quella prima formazione si sono aggiunti e avvicendati alcuni componenti, l’anno scorso ci ha purtroppo lasciati per un arresto cardiaco
il grande amico cantante Angelo Rocchi sulle cui caratteristiche vocali era stato costruito il nostro repertorio.
2 - Ho avuto modo di sentirvi tramite i video dei concerti che sono in rete e sulla vostra pagina. Intanto inizierei
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col dire che le esecuzioni sono a dir poco perfette, nonostante siano live! Di tecnica ce n’è da vendere e credo a mio modesto parere anche di bagaglio artistico/musicale! Come mai avete optato per le cover? Avete in mente di produrre qualcosa di tutto vostro? magari anche in lingua italiana? Il motivo per cui abbiamo optato per le cover è molto semplice, ognuno di noi è impegnato in una propria attività lavorativa che per alcuni prevede turnazioni sull’ intero arco della settimana, questo fa si che il tempo per trovarci tutti assieme è effettivamente limitato. Avendo quindi poco tempo a disposizione risulta molto più produttivo dedicarci alle classiche cover, ognuno si prepara a casa e quando ci si trova due o tre ripetizioni e il brano
è pronto. Per gli inediti è un’altra storia, ci abbiamo anche provato, ma necessitano di molto più tempo per le stesure e gli arrangiamenti, tempo che purtroppo non abbiamo. 3- Mi ha colpito molto di te , quando vi ho contattato, questa parte di un tuo messaggio che ci tengo a citare con le
tue testuali parole : “ Forse definirmi un musicista è un pò esagerato e irrispettoso verso i musicisti veri, io sono semplicemente un principiante autodidatta che si diletta con il proprio gruppo a fare qualche serata, per puro divertimento e per la grande passione per la musica suonata dal vivo, senza basi musicali, dove quello che esce, incertezze e stecche comprese, è ciò che in quel momento ci si sente di trasmettere a chi ci ascolta. “... sinceramente sentendovi tutto si può dire tranne che quello che hai scritto. Ammiro molto la bravura e la qualità specialmente se unite all’umiltà. Oggi come oggi non so se sia più raro il talento o l’umiltà. Per quanto mi riguarda l’umiltà è fondamentale per chi veramente vale. E tu come la pensi in merito? Direi che quello che ho scritto è esattamente quello che penso, il mio mestiere è quello di fare l’amministratore delegato di un’azienda, la musica per me rappresenta una grande passione che coltivo da quando ero bambino, la mia prima “chitarra” me la sono costruita da solo a 12 anni perché non avevo i soldi per comperarmela, un pezzo di legno lavorato a forma di freccia per imitare la chitarra dei Rocks, sei pezzi di filo di ferro per le corde e via, con quel pezzo di legno in mano mi sentivo una vera star… Per me i musicisti veri sono quelli che della musica ne hanno fatto o ne fanno una professione, ore, mesi, anni dedicati allo studio, dalle basi alle tecniche di perfezionamento, insomma sono quegli artisti che grazie al loro estro e alla loro creatività lasciano una traccia indelebile nello scenario musicale, quei brani mitici che gli appassionati come me si dilettano a reinterpretare. Riguardo l’umiltà sono convinto che sia veramente una caratteristica fondamentale per una persona, che contraddistingue chi si pone come veramente è e non come vorrebbe apparire, su di una persona umile puoi sempre contare, non ti deluderà mai. 4- Dove possiamo trovare i vostri EP, dischi, ecc ? Quando e dove le prossime date? Rammentateci i link dove potervi aggiungere per rimanere sempre informati sulle vostre prossime iniziative.
Come dicevo prima noi suoniamo veramente per solo divertimento, ci piace esibirci in pubblico per provare e per dare emozioni, non abbiamo mai registrato un CD. Al momento stiamo reimpostando il repertorio con Ilario, il nuovo cantante, che ha da poco sostituito l’amico Angelo Rocchi che ci ha repentinamente tristemente lasciato. Contiamo di iniziare nuovamente le esibizioni a partire dal mese di aprile, per chi volesse avere qualche informazione sui prossimi spettacoli può accedere alla nostra pagina FB al seguente link : https:// www.facebook.com/pages/Feedback/407675549347383?fref=ts -
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Valter il bassista Da parte mia è difficile poter scegliere un unico mito, ne dovrei scartare ingiustamente alcuni, posso dire che i gruppi che più hanno lasciato il segno nel mio percorso musicale sono i Deep Purple, i Pink Floyd, i Police, i Queen e gli U2. Il chitarrista al quale mi sono particolarmente ispirato è senza dubbio David Gilmour. Riguardo i generi musicali devo dire che a parte la“disco dance” mi piace ascoltare un po tutta la musica, per tutte le derivazioni della musica rock nate nei vari paesi e nei vari momenti ci sono sicuramente dei gruppi rappresentativi che mi piace molto ascoltare cito ad esempio AC DC, Metallica, Guns’n Roses, The Cult, Green Day, Linkin Park….
Ora la parola a Max, il nostro batterista Ho troppi miti, ma per elencare i fondamentali sono stati i Queen nell’infanzia e più tardi, a livello batteristico, Jeff Porcaro e Carter Beauford. Sui generi e lo sviluppo musicale il discorso sarebbe chilometrico. Tutti i generi hanno diritto di esistere (senza i classici non saremmo arrivati al rock) ma la musica deve essere fatta con coscienza, conoscenza e per dire qualcosa, non per accaparrarsi i favori delle masse che cercano qualcuno o qualcosa da seguire. Ed è proprio nelle masse il problema, soprattutto in Italia: i musicisti ci sono, forse non tanti come all’estero, ma ci sono. Da noi c’è una diffusissima sottocultura dell’ascolto e della conoscenza. Il pubblico
non è stimolato e di conseguenza non ascolta altro che il commerciale. Finché non si promuoverà la musica vera, di qualsiasi genere, fatta di strumenti suonati e cantati veramente, di testi con significati e perché no, anche con un po’ di tecnica musicale, rimarremo inchiodati alla produzione di canzonette orecchiabili fatte da persone che cantano sotto la doccia e che DOPO, per giustificare la carriera, si sono messi a studiare qualcosa. Canzoni che fanno volare l’industria discografica ma non consegnano nessun musicista né nessun cantante al ricordo storico. Infatti, salvo le eccezioni che confermano la regola, la maggior parte dei gruppi che suonano dal vivo sfruttano la musica prodotta fino agli anni 90.
Si può comporre con tutta la fantasia di questo mondo ....ma ...certi riff, certi fraseggi musicali, sono quasi passaggi obbligati....... Sto parlando di tutto il genere musicale. Esportare il pop italiano ....secondo me è più facile......la formula....trovo il personaggio , gli creo il brano in base ad una indagine di mercato ben precisa......e lancio pubblicitario a tappeto. .....praticamente una Azienda. Con il brano rock , del gruppo rock italiano che compone con il cuore in cantina, la cosa diventa “economicamente rischiosa”. Io propongo una trasmissione per cercare il famoso fattore X , ai personaggi ( pochi ) che nel nostro paese, decidono se musicalmente sei Si o No.
uale, nonostante questo le eccezioni ci sono. Poi c’è il problema degli spazi dove fare musica dal vivo, secondo me sono troppo pochi e penalizzati da SIAE troppo alta. Il divertimento è uscire dalla sala prove e suonare live
Segue Angelo, anche lui chitarrista
Dopo varie esperienze sono stato contattato da Valter per una prova con i feedback.
Segue Piero, il nostro tastierista I mie miti di sempre sono i Pink Floyd, per me la musica classica del rock. Credo che dopo gli anni 70 ci sia veramente poco da sottolineare, Toto, Dream Theater, e il new Prog. Purtroppo in Italia ma anche all’estero si cerca di fare musica con pochi soldi e di conseguenza ne risente la qualità è l’espressività. Fin quando le tribute band più richieste sono quelle di Vasco e Ligabue di certo non si cresce musicalmente, noi giriamo tutto intorno al rock e ci piace imparare quello che i grandi della musica hanno fatto.... perciò ci divertiamo . Piero Ora la voce a Vittorio, chitarrista La prima chitarra seria lo avuta in regalo a 16 anni. La passione per lo strumento e per il rock è stata alimentata da gente come David Gilmour, Carlos Santana, Eric Clapton...e perché no , anche bravissimi chitarristi italiani doc, vedi ..Battaglia , Varini il sempre grande e purtroppo scomparso Pino Daniele......tutti compresi e nessuno escluso. Il mito comunque al quale ancora oggi mi ispiro , nel modo di suonare , nella tecnica e soprattutto nella ricerca dei suoni è Gilmour. La musica di oggi..........chiunque voglia ottenere il famoso “risultato”, deve passare da uno spunto armonico e melodico , creato dai grandi rocker del passato. Di questo ne sono convinto.
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Per quanto mi riguarda tutto quello che so fare con la chitarra l’ho imparato da solo. Ho studiato i rudimenti musicali quando ero già adulto associando lo studio a qualche lezione di chitarra classica che in qualche modo ha ottimizzato tutto il bagaglio da autodidatta. L’umiltà è una buona prerogativa che in parte ci fa riconoscere i limiti e ci dà sete di conoscenza, curiosità che canalizzata si propone come elemento principale per superare i limiti. Non ho un vero mito. Ci sono stati dei musicisti o dei Gruppi che hanno contaminato positivamente il mio modo di approcciarmi allo strumento e alla ricerca di un suono. Dei generi moderni menzionati dico che qualsiasi genere esso sia arriva se la sua genesi è autentica e non frutto di progetti preconfezionati a tavolino. All’Italia posso dire che la musica è arte e bellezza ,dove ci sono queste componenti c’è anche tanto altro Parola a Claudio voce corista e percussioni Credo che in Italia l’educazione musicale non sia sufficientemente sviluppata nella scuola dell’obbligo ma che sia lasciata all’iniziativa individ-
E per finire la parola a Ilario, la nuova voce del Gruppo La mia esperienza nella musica incomincia a 18 anni come cantante e tastierista. Con tanto rammarico mollo le tastiere buttando la mia passione verso il canto. Frequentando una scuola di canto jazz entro a far parte di una band con influenze rock anni 70 e tanto blues.Scrivendo pezzi di nostra fattura arriviamo a incidere un cd con un nostro brano.
Da circa 2 mesi sono il cantante della band e spero di essere all’altezza delle aspettative. Non vedo l’ora di fare serata live.
Il riscatto di Alì.
A cura di Rosa Mannetta
Avellino è una città tranquilla. Forse troppo tranquilla. I vari sbarchi a Lampedusa di migranti, hanno determinato la dislocazione di questi ultimi, in tutta l’Irpinia. Molti sono ospiti di associazioni e di cooperative sociali che provvedono ai loro bisogni, da Monteforte a Mercogliano, da Forino ad Atripalda, piccoli paesi, vicino al capoluogo irpino. E quando si ha il modo di conoscere questi immigrati, le loro storie colpiscono per i risvolti drammatici e personalizzati di ognuno. Un folto gruppo frequenta il corso di lingua italiana per stranieri del Centro Territoriale Permanente EdA, di Avellino e nella classe multietnica, Alì ha detto che “non è mai andato a scuola”. Alì è un ragazzo di ventidue anni e viene dal Pakistan. E quando gli chiedo: “Come sei venuto in Italia?”. Risponde: “Mi trovavo in Libia e lavoravo come meccanico. Da quando è morto Gheddafi, in Libia è iniziata la guerra tra islamici. Una bomba mi ha distrutto l’officina e ho preso un barcone, con altre persone. In mare, ci ha salvato la Marina Militare italiana. Sono arrivato a Lampedusa e ora mi tro-
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vo ad Avellino. Non sono mai andato a scuola. Voglio imparare a leggere e a scrivere”. Sorprende la volontà di questo ragazzo. Ogni giorno, in classe ha iniziato a scrivere le lettere, a ripetere i suoni e dopo un mese ha iniziato a leggere in modo sicuro. I suoi occhi evidenziano l’ambizione di raggiungere una posizione diversa. Desidera rimanere in Italia. Sa che deve imparare l’italiano per lavorare come meccanico. Il sogno di Alì è quello di rimettere a nuovo un motore. Alì ha compreso che il nostro è un bel Paese. E’ un Paese, dove i sog-
ni risultano difficili. Ma si po’ sperare. Si deve sperare. Bloch scriveva che “si deve credere nella speranza”. Rosa Mannetta
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Presentazione Quando cala il buio a cura di Mariagrazia Talarico
SINOSSI Salem, Oregon settentrionale. Alle inquietanti sparizioni di bambini e adolescenti segue la scoperta di una vera e propria casa degli orrori, all’interno della quale si trovano i corpi delle piccole vittime. Altrove, un uomo si sta preparando a lasciare il suo appartamento. Si fa chiamare Ray Smith. Le sue mani sono sporche di sangue e una donna dai lunghi capelli neri è riversa sul pavimento. Allo specchio, il volto dell’assassino è deturpato: sulla sua pelle, l’uomo reca i segni di qualcosa che accadde quando era soltanto un bambino, e che l’ha cambiato per sempre. Una settimana dopo, cinque ragazzi sono immobili dinanzi al cancello 20
di una scuola abbandonata. Sono cinque, giovani e forti. Ne rimarrà solo uno. A metà strada tra Stephen King e Donato Carrisi, la prosa di Massimiliano Bellezza è un coltello pronto a fendere il sonno dei lettori e a trascinarli con sé in un vortice di puro terrore. Perché Ray Smith non è il nome di un personaggio. Ray Smith è il nome del vostro prossimo incubo. Bianca Cataldi Incipit : ‘Si lava le mani di fretta ma il volto è incredibilmente rilassato, per nulla toccato da ciò che ha appena fatto. Indifferente. Mette un paio di guanti in lattice, ripulisce l’arma, lavandola e asciugandola a fondo. Controlla gli abiti per appurare se è macchiato di sangue. Il suo volto si mostra ora nello specchio. Lo guarda quasi con rimpianto. Inizia a togliere brandelli di posticcia pelle umana, evidenziando così profondi segni che gli deturpano il viso, la conseguenza di un gioco perverso a cui gli imposero di partecipare, era lui infatti l’oggetto di scherno. Da allora odia i suoi coetanei e il rancore crebbe nei confronti dei bambini, degli adolescenti. La sua vita non fu più la stessa, denigrato ed emarginato. “Mi hanno trasformato in un mostro”, rimugina furente.
Osserva ancora le sue deturpazioni per qualche lungo minuto, massaggiandosi le gote lentamente, gli è tuttora incredibile il fatto di non provare alcun dolore a quel tocco.’ ‘ Link Acquisto : In ebook. Amazon: http://www.amazon. it/Quando-cala-buio-Massimiliano-Bellezza-ebo o k /d p / B 0 0 P E 7 2 Q 1 U / ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1420376566&sr=8-1&keywords=Quando+cala+il+buio+-+Massimiliano+Bellezza
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Presentazione Elianda a cura di Mariagrazia Talarico
Sinossi - Elianda Ci sono incontri che, seppur inaspettati, finiscono per mostrare delle vie, attese dall’anima. Lionel è un critico d’Arte internazionale, logorato dalla vita e sfiduciato nell’amore, un uomo che sta semplicemente sopravvivendo alle ormai disattese speranze di potersi sentire ancora innamorato, quando il bivio, imprevedibilmente, gli si presenta davanti: fidarsi di quello sguardo magnetico e avvolgente o continuare per la sua strada, evitando ogni coinvolgimento di sorta. L’immagine di lei comincia a farsi strada dentro lui, impri22
mendosi in ogni emozione, rivelandogli il sapore di un incontro esclusivo, che mai avrebbe potuto intuire altrimenti. L’amore per l’Arte li lega visceralmente, ma lo stesso finirà per condurli in situazioni che riveleranno un passato inimmaginabile, in cui lei è ancora invischiata. Dovranno fuggire da tutto e da tutti, nel tentativo di comprendere un’Arte creata al di là della semplice espressione pittorica. Partiranno da New York per arrivare a Parigi, attraverso l’avvincente intreccio, che li vedrà calati nella necessità di riuscire a risolvere, prima di ogni altro, il misterioso messaggio celato in un quadro. Un percorso che si manifesterà, capitolo dopo capitolo, leggibile su più livelli, in cui ogni superficie nasconde una profondità, conoscibile
solo nel volere lasciarsi coinvolgere, svelandosi al lettore nell’universalità dell’eros, che muove verso l’incontro, a prescindere dalla razionalità. L’ulteriore senso lo si potrà trovare tra le pagine di questo racconto, che mette la femminilità al centro di ogni vicenda, nascosto tra le righe di un noir seducente e misterioso al tempo, nel solo continuo rivelarsi di lei: Elianda.
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Presentazione Odio la Magia a cura di Mariagrazia Talarico
AUTORE Guido De Palma è un ragazzo sulla trentina che attualmente vive a Milano. Ama la buona musica, i bei giochi e il buon cibo. Ha un gatto di nome Gandalf e una Musa, che l’aiutano (o infastidiscono, a seconda dei casi) quando si occupa di ciò che ama più di tutto: scrivere storie Fantasy. RACCONTO- PREQUEL Genere High fantasy / Romance Fantasy / Young Adult Il racconto è reperibile su tutti gli store digitali, anche in edizione inglese (dal titolo Loathing Magic ). TRAMA Elydia è una giovane Maga 24
che crede nella sua libertà e… nei colpi di fulmine. Quattro amori, quattro uomini diversi, quattro prove del cuore. Finché la Magia, che non aveva mai amato, le darà il dono più grande: un figlio, il cui destino è scritto nelle pagine del Tempo. La villa dei Ludansel di Vorenn era l’unico posto in cui Elydia ricordava di essere vissuta. Dall’età di quattro anni, zio Limak l’aveva presa a vivere con sé. Era cioè diventata una sua proprietà, come i vasi di porcellana e le statue di marmo rosa, come la governante, la cuoca e il resto della servitù, di cui a stento aveva imparato i nomi. Conosceva bene invece quello del suo Maestro, Falibor. “Non potevo rifiutare un ordine del re,” si giustificò il Mago davanti a Limak. Lei stava origliando la conversazione con la chiaroudienza. Da piccola non le piaceva la Magia, anzi la odiava. “Il Dono va coltivato,” le aveva sempre detto Falibor, spingendola a provare e riprovare. Aveva avuto una pazienza infinita con lei. E ora se ne voleva andare? No ,no, no, non lo permetterò!
CITAZIONI Elydia aveva immaginato che il libro fosse un gufo e gli aveva fatto battere le ali. La copertina si era chiusa con un sonoro tonfo. Poi il tomo si era sollevato e aveva fluttuato nell’aria, leggiadro come una piuma. * “Vorrei chiederti una cosa,” gli aveva detto Elydia alla fine. Raon era parso preoccupato. Si era umettato le labbra color pesca, incurvandole. Erano come una ‘S’ piegata e allungata; l’avevano colpita subito. “Allora?” aveva insistito Elydia. Il ragazzo alla fine aveva ceduto. “Dite pure! Ma fate presto ché devo tornare nelle cucine!” “Un bacio, vorrei un bacio. Da te!” * La figura di Jonthar troneggiava in mezzo a due uomini insignificanti. Era scuro di capelli e di carnagione. Ma non era l’abbronzatura delle persone che passano tutto il giorno sotto il sole; era proprio la tonalità della pelle. Una barba cortissima scendeva dalle basette fino al pomo d’Adamo, ricoprendo le
guance, il prolabio e il mento, dove era più densa, così addolciva i lineamenti squadrati del suo viso. Era attraente, in un modo diverso da Raon e da Dórel, ma non di meno. * “Quando due incantesimi s’incontrano,” le spiegò Jonthar, “i Maghi vedono l’uno il marchio dell’altro. Basta saperlo leggere.” E le sorrise di nuovo, spazzando via le sue ultime remore. “Insegnami a farlo.” La missione per l’Ordine perse improvvisamente d’importanza. Stava correndo un rischio enorme, eppure si sentiva al sicuro nel suo abbraccio. Glielo insegnò. E le insegnò anche cosa vuol dire essere amati davvero. Elydia si lasciò vincere dall’amore, ancora una volta. Ma c’era qualcosa di diverso in lui. * “Sono qui, cara.” L’inconfondibile fragranza agrumata aveva preceduto la voce di Jonthar. “Lo vedo e lo sento,” rispose lei, mentre gli correva incontro. Quelle furono le ultime parole che scambiarono. Poi, contò solo il linguaggio dei loro corpi. Si amarono, e non esistettero più confini; non c’erano più Draal, Yantar, o Hanorak. Come l’Aria per il Fuoco, lei non poteva vivere senza di lui. E come la luce 25
non può esistere senza l’oscurità, così Elydia incarnava l’ultimo baluardo di speranza nella vita di Jonthar che – dopo il Cataclisma – non era stata più la sua. Infine l’Acqua riempì tutti gli anfratti della Terra. Gli elementi si fusero nella magia d’unione più antica del mondo. La stella entrò nel cerchio, che l’abbracciò e l’accudì. L’avrebbe fatto per nove mesi. La ANKAN Saga è una dilogia di romanzi autoconclusivi, ma temporalmente sequenziali, di prossima pubblicazione (probabilmente nel 2016, anche se l’edizione inglese del primo volume, intitolato verrà pubblicato in maniera indipendente quest’estate). Non è previsto un seguito, ma è in lavorazione uno spin-off con un diverso protagonista, il Dio Wel. La saga è ambientata nel mondo secondario di Varda; non esistono legami con il nostro. Tuttavia, l’ambientazione non è troppo aliena rispetto alla realtà di un giovane lettore. Il mondo, formato da un continente principale e alcune isole, presenta uno sviluppo tecnologico tardo-medievale, cui ha fornito notevole impulso la presenza della magia. La mitologia si ispira in larga parte a quella slava, con alcune aggiunte frutto della fantasia
dell’autore. Particolare cura è stata prestata alla coerenza geopolitica, alle razze (tutte umane) che popolano le varie regioni e alla toponomastica. Sta per essere ultimato un sito web informativo all’indirizzo www.ankan.org, contenente tra l’altro ritratti dei personaggi e una cartina dettagliata del mondo (allegata in fondo, in scala ridotta). Nel frattempo, potete seguire il sito web dell’Autore: www. guidodepalma.com. Ankan, il protagonista indiscusso della Saga, non è un eroe riluttante, anzi non lo si può proprio definire un eroe – è solamente un ragazzo. Estremamente intelligente, proattivo, testardo e anche un po’ egoista, è capace sin da piccolo di prendere decisioni e di affrontarne le conseguenze. Anche se possiede un potere immenso nelle proprie mani, non è infallibile e le difficoltà che dovrà superare cresceranno parallelamente alle sue abilità. Il suo percorso di maturazione sarà lungo e doloroso. Nell’anteprima del romanzo “Il Potere Invisibile” si scopre che quando piccolo Ankan scopre i propri straordinari poteri e tenta di controllarli, fallisce, causando la morte dei suoi genitori. Ignaro che la magia sia proibita nella Repubblica di Draal, viene scoperto e
condotto in esilio… Amazon: http://www.amazon.it/Odio-La-Magia-Guido-Palma-ebook/dp/B00VCHQR5M/ Copertina: http://www.guidodepalma.com/wp-content/uploads/2015/03/cover_ITA_600.jpg Ritratto dell’Autore: http://www.guidodepalma.com/wpcontent/ uploads/2015/02/guido_portrait_400.jpg Sito dell’Autore: www.guidodepalma.com
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Premio Nazionale TERTULIA’S Prima edizione Racconti Inediti 2015 – www.tertulias.it
REGOLAMENTO art. 1 Il “Premio Nazionale Tertulia’s” è un Premio istituito dall’Associazione Culturale Tertulia’s, fondata da Emanuela Arlotta Presidente, Cristina Rotoloni Vicepresidente, Patrizia Palese Responsabile Amministrativo. art. 2 La sezione “Racconti inediti” è aperta a tut27
ti gli autori con testi in lingua italiana a tema libero. I testi dovranno essere tassativamente inediti (fino al giorno della cerimonia di consegna) e non premiati in altri concorsi letterari, pena l’esclusione dal Premio con relativo ritiro dei riconoscimenti eventualmente assegnati entro 10 (dieci) giorni dall’avvenuto conferimento. Ogni autore potrà inviare un opera inedita in lingua italiana non eccedente complessivamente i 6000 caratteri totali (spazi inclusi), scritti con il font Times New Roman, dimensione 12. art. 2 bis Per racconti inediti si fa esplicitamente riferimento a testi che non abbiano partecipato a concorsi e/o ricevuto premi. art. 3
Per partecipare al concorso gli autori dovranno inviare, oltre al racconto, la relativa scheda di adesione compilata e firmata in ogni sua parte insieme al presente bando firmato per accettazione. Copia dell’effettuato pagamento. art. 4 L’iscrizione potrà avvenire solo tramite e-mail all’indirizzo tertuliasracconti@ gmail.com. Il termine per le iscrizioni è fissato al 30 giugno 2015 (salvo proroghe), farà fede la data di invio telematico. I racconti saranno accettati in formato word, mentre tutti gli altri documenti possono essere inviati anche in pdf, jpg, word. Non si accettano cartelle compresse o gigamail. art. 5 Le quote versate a beneficio di questo concorso, saranno adoperate per soli fini culturali, nonché per la promozione delle opere. art. 5 bis Per la sezione di “Racconti inediti” è previsto un contributo da parte d’ogni autore di 15,00 euro ridotto ai 10,00 euro per gli autori associati di Tertulia’s da versare tramite bonifico Causale: Premio Nazionale Tertulia’s Racconti-Inediti. Codice IBAN e’: IT45O0760103200001018917318 Beneficiario : 0050946739 - TERTULIA’S art. 6 Gli esiti saranno pubblicati per ogni riscontro ed evidenza sul sito ufficiale dell’associazione www.tertulias.it e sulla pagina facebook che verrà creata oltre che sulla pagina Facebook ufficiale di Tertulia’s entro la data del 30 settembre 2015 salvo proroghe. I premi aggiudicati dai vincitori saranno personalmente assegnati agli aventi diritto. Data e luogo della premiazione saranno successivamente comunicati. art. 7 La partecipazione al Premio implica la piena ed incondizionata accettazione di questo regolamento e la divulgazione del proprio nome, cognome e premio vinto su qualsiasi pubblicazione e mezzo di comunicazione. Per l’iscrizione non si accettano pseudonimi, nomi di fantasia o diversi dalla reale identità dell’autore, previa invalidazione dell’iscrizione senza restituzione dei lavori inviati e della quota versata. L’organizzazione attraverso la presente adesione acquisisce implicitamente il diritto di pub28
blicare liberamente e gratuitamente tutti i componimenti ritenuti idonei. art. 8 I vincitori potranno ritirare personalmente, su delega, o chiedere la spedizione a proprio carico dei premi aggiudicati benché sia gradita la presenza del vincitore nella data della cerimonia. E’ a carico dei partecipanti l’onere di informarsi circa tutti gli aggiornamenti e/o eventuali variazioni concernenti il Premio, attraverso la periodica consultazione del sito www.tertulias.it. L’organizzazione non potrà dirsi in alcun caso responsabile per una mancata comunicazione. art. 9 Le opere saranno valutate a giudizio insindacabile e inappellabile della Giuria. art. 10 IL PRIMO PREMIO prevede la consegna di una targa di riconoscimento al vincitore, 3 copie dell’antologia del concorso, la copertina del Magazine Volodeisensi con un’intervista e la scheda biografica dell’autore, un Video-racconto dell’opera vincitrice. IL SECONDO PREMIO prevede la consegna di una targa di riconoscimento, 2 copie dell’antologia dell’evento, la scheda biografica dell’autore sul Magazine Volodeisensi. IL TERZO PREMIO prevede la consegna di una targa di riconoscimento, 1 copia dell’antologia dell’evento. I 3 racconti finalisti saranno riportati sul Magazine Volodeisensi. Tutti gli altri partecipanti avranno diritto ad un attestato di partecipazione che sarà inviato tramite e-mail e all’inserimento del racconto nell’antologia del concorso. Il concorso ha il patrocinio del Comune di Tollo (CH).
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LA REDAZIONE
Laura Capone La Laura Capone Editore è una casa editrice che opera online, produce, distribuisce e promuove libri nei vari formati (cartaceo, e-book, audiolibro, ecc.). Nasce nel novembre 2010 e si afferma velocemente per la correttezza e la trasparenza operativa. La LCE si pregia di avere in redazione professionisti di settore per ogni competenza che, in una stretta rete di collaborazioni online, si prefiggono la rivalutazione del talento letterario ed artistico italiano contemporaneo, anche attraverso la promozione e distribuzione elettronica delle nostre opere tradotte. Per citare solo alcuni collaboratori: la dott.ssa Luigia Torrusio appassionata di lettere antiche, traduttrici quali Chiara Rolandelli e Alessandra Baroni, artisti quali Lisa Fusco, Moreno Chiacchiera (attualmente l’illustratore più quotato sia in Italia che all’estero), il Maestro Marco Serpe, il Regista Sebastiano Giuffrida, in un crescendo di professionisti più o meno noti che partecipano con grande competenza, professionalità e soprattutto passione.
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Cristina Rotoloni Nasce a Milano nel 1984, anche se ora è residente in un piccolo ma incantevole paesino in provincia di Vibo Valentia, vale a dire, San Costantino di Briatico, a soli dieci minuti dalla più conosciuta Tropea. Sin da subito in lui si manifesta la passione per la scrittura e per la filosofia e già da piccolo a ben nove anni pensò di scrivere il suo primo eBook che doveva avere il titolo di “La povertà e la felicità della vita”. Si è laureato in Filosofia e Scienze Umane all’Università degli studi della Calabria, e continua a lavorare ai suoi progetti futuri di scrittura. Lavora e studia per scrivere un nuovo eBook che sarà denominato “Ethos”. Sogna di essere conosciuto un giorno come uno dei più importanti filosofi contemporanei, e intanto collabora con riviste culturali e associazioni filosofiche e cura un blog personale, donando il suo sapere al servizio degli altri e sperando che questo sia un utile strumento per la comprensione e il miglioramento di ognuno. Nel frattempo continua a fare ciò che ama di più: studiare i comportamenti dell’uomo tramite la percezione filosofica. Spera un giorno di realizzare il sogno di scrivere l’eBook che pensò quando aveva nove anni.
Emanuela Arlotta Nata a Roma il 20 Settembre 1975. Ho sempre avuto una forte propensione all’introspezione e alla conseguente scrittura di poesie e racconti che indagano in maniera approfondita l’animo umano, quello legato all’Io più profondo. Questa mia voglia di comunicare ha superato i limiti della carta e della distanza con la creazione di questa community letteraria (Volodeisensi.it) che gestisco con passione e amore tutti i giorni e di cui sono felice facciano parte tante persone che credono ancora nei sogni. Anche il Magazine online è una mia idea, realizzata grazie al supporto informatico di alto livello di mio marito Leonzio Nocente, il quale è anche il creatore materiale di Volodeisensi.it e di altri siti molto conosciuti. Lavoro nell’informatica da anni e scrivo da quando sono nata. Ho auto-pubblicato due libri nella collana ‘ilmiolibro’, uno di poesie ‘Volodeisensi’ e uno di racconti ‘La Sfera’, che stanno riscuotendo molto successo e che presto saranno disponibili anche in formato ebook nello store Apple. Ho pubblicato la silloge poetica ‘Dalla parte dell’Anima’ edita da Galassia Arte Editore.
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Leonzio Nocente Nato a Francavilla Fontana il 23 Maggio 1979, Architetto informatico che lavora da 14 anni nel settore IT. Le sue conoscenze vanno dallo sviluppo di portali alle applicazioni in tutti i campi compreso quello mobile. Nella sua carriera ha partecipato alla nascita di grandi portali Nazionali del settore comunicativo e collaborato con grandi multinazionali Italiane e Americane. “Questa mia opera epica che ha visto ben due anni di progettazione e sviluppo è stata la mia più grande soddisfazione, realizzare il sogno sempre vivo di una bambina, mia moglie Emanuela. Volodeisensi.it non è una semplice community ma un vero e proprio portale Letterario dove i sogni diventano realtà. Sono solo l’autore materiale, un penna su un foglio vuoto che viene guidato dalle emozioni di mia moglie che ogni giorno dà la possibilità a tanta gente di esprimersi e soprattutto di essere ascoltata.Con tanta commozione dedico questo nostro lavoro ai nostri figli e a tutta la gente che crede e crederà in Volodeisensi.it”
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Francesco Terzulli
Isabella Verduci
Francesco Terzulli è nato a Guidonia (RM) il 21 gennaio 1988. Si è laureato in illustrazione e animazione allo Ied di Roma. Ha collaborato come stagista presso l’agenzia pubblicitaria 19novanta in veste di designer grafico. Attualmente frequenta un master di specialistica in sviluppo web e collabora come grafico per la rivista Volodeisensi
isabella Verduci è nata a Chiavari (Ge) il 18 febbraio 1970. Diploma di insegnante elementare, ha sempre amato scrivere e ‘fotografare’ la vita con una penna o l’obiettivo. Ha pubblicato una silloge poetica, ‘Petali di parole’ edita da Laura Capone Editore dedicata al figlio Emanuele. E’ un libro accessibile a tutti,anche ai bambini perchè contiene pensieri semplici, ninne nanne; parla delle varie facce dell’amore, della natura, di mare e paesaggi, di dettagli, di passione... Dopo trent’anni di scritti, da qualche tempo si sta dedicando alla stesura di un racconto ironico semi autobiografico e tutti coloro che la conoscono e spronano sperano che questo veda la luce prima di tre decenni!
Alessandro Bagnato Nasce a Milano nel 1984, anche se ora è residente in un piccolo ma incantevole paesino in provincia di Vibo Valentia, vale a dire, San Costantino di Briatico, a soli dieci minuti dalla più conosciuta Tropea. Sin da subito in lui si manifesta la passione per la scrittura e per la filosofia e già da piccolo a ben nove anni pensò di scrivere il suo primo eBook che doveva avere il titolo di “La povertà e la felicità della vita”. Si è laureato in Filosofia e Scienze Umane all’Università degli studi della Calabria, e continua a lavorare ai suoi progetti futuri di scrittura. Lavora e studia per scrivere un nuovo eBook che sarà denominato “Ethos”. Sogna di essere conosciuto un giorno come uno dei più importanti filosofi contemporanei, e intanto collabora con riviste culturali e associazioni filosofiche e cura un blog personale, donando il suo sapere al servizio degli altri e sperando che questo sia un utile strumento per la comprensione e il miglioramento di ognuno. Nel frattempo continua a fare ciò che ama di più: studiare i comportamenti dell’uomo tramite la percezione filosofica. Spera un giorno di realizzare il sogno di scrivere l’eBook che pensò quando aveva nove anni.
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Mariagrazia Talarico Talarico Mariagrazia nata il 14-09-80 a Bellano Lecco, Residente in provincia di Lecco, studi magistrale Bertacchi Lecco. Una silloge edita “Delicata com’ali di farfalla” ed Il Filo classificata terza del concorso internazionale insieme nel mondo 2.
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