Volodeisensi Magazine Volume vol.27

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MAGAZINE Emanuela Arlotta • Francesco Terzulli

Volodeisensi Magazine N.27 Aprile 2014 COPIA GRATUITA-www.volodeisensi.it

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Autori emergenti

INTERVISTE • Gianluca Arrighi • Sarah Iles • Elena Furio • Antonio Sparatore • Michela Zanarella Narrativa

I RACCONTI Racconto del mese: Racconto a più Mani V.10° Arte e cultura Le Origini di un sogno Associazione culturale terulia's

LE POESIE di Vincenzo Cinanni

Articoli e molto altro....

Gianluca Arrighi

Per raccontare una storia non è sufficiente narrarla, PARTECIPA ANCHE TU! ma bisogna anche farla propria e immedesimarsi SCOPRI COME, nelle vicende, nelle situazioni, nei personaggi. LEGGI ALLINTERNO


26 RACCONTO A PIÙ MANI VOL.10°

SARAH ILES Autrice di In Punta di piedi

03 GIANLUCA ARRIGHI Intervista a Gianluca Arrighii, autore emergente.

ASPETTANDO IL NATALE E L’EPIFANIA Articolo di Isabella Verducci.

Director: Emanuela Arlotta Art director & designer: Francesco Terzulli

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LE ORIGIN DI UN SOGNO


Content

3G IANLUCA ARRIGHI “Per raccontare una storia non è sufficiente narrarla, ma bisogna anche farla propria e immedesimarsi nelle vicende, nelle situazioni, nei personaggi.”

ELENA FURIO

6 SARAH ILES ‘Scrivere rappresenta il modo attraverso cui riesco a spiegare agli altri ciò che ho dentro, la maniera più naturale che ho per esprimere il mio mondo.’.

10 LE ORIGINI DI UN SOGNO

16 UN DESTINO CIECO Autrice Rossana Ruscio

Associazione Culturale Tertulia’s

16 ELENA FURIO “Un uomo può facilmente entrare nella mia vita, ma può rimanere solo se sa farmi più felice di quanto non sappia fare da sola”

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20 ANTONIO SPARATORE Dicono che i miei gialli richiamino Camill-

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eri e il suo Montalbano. Dissento. Montalbano non c’entra nulla e non voglio che Camilleri s’offenda

24 POESIE Di Vincenzo Cinanni

26 UN RACCONTO

A PIÙ MANI VOLUME 10 29 MICHELA ZANARELLA Ogni venerdì dalle 18 alle 19 conduco Poetry for Sputnyk, un format tutto dedicato alla poesia.


Intervista a Gianluca Arrighi Per raccontare una storia non è

a cura di Emanuela Arlotta (Volodeisensi Magazine)

sufficiente narrarla, ma bisogna anche farla propria e immedesimarsi nelle vicende, nelle situazioni, nei personaggi.”

Abbiamo parlato di te e del tuo ultimo libro in uscita nello scorso numero di Volodeisensi Magazine. Oggi sarà nostro onore ospitarti con un’intervista! La prima domanda che voglio porti è questa : nella veste di scrittore come vivi la nascita di un nuovo romanzo? E’ sempre un grande caos. L’idea in genere arriva all’improvviso, senza avvisaglie, il più delle volte ispirata dalle vicende giudiziarie che vivo ogni giorno nella mia professione. Allora faccio mente locale, provo a far quadrare la storia nella mia testa e…inizio a scrivere. I tuoi libri traggono spunto dalla realtà che vivi quotidianamente nelle aule dei Tribunali che frequenti in veste di avvocato penalista. Cosa ti ha spinto a mettere su carta la tua esperienza sotto forma di romanzo?

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Dunque, dobbiamo fare un passo indietro e ritornare alla fine degli Anni ’90. All’epoca ero un giovane penalista neppure trentenne, squattrinato, ambizioso e pieno di belle speranze. Ma ero anche sommerso da un’infinità di casi giudiziari, devo dire la maggior parte disperati, che tuttavia avevano come protagonisti alcuni dei personaggi più rappresentativi dell’umanità capitolina. Per questa ragione molti dei processi di cui mi occupavo erano seguiti dai media, quasi come dei fenomeni giuridico-cultural-popolari. Fu così che divenni amico di una giornalista, che mi spinse a scrivere romanzi crime, ispirandomi all’esperienza nelle aule di tribunale. L’idea mi piacque. Venni presentato ad un piccolo editore romano e così nel 2009 nacque “Crimina romana” che, al di là di ogni aspettativa, si rivelò un successo straordinario. Il volume, sbaragliando i colossi dell’editoria, rimase per diversi mesi nella top ten dei libri di genere più venduti. Il tuo ultimo libro è ‘L’inganno della memoria’. Ce ne parli. Il nuovo romanzo, come tutto ciò che scrivo, nasce dalla mia esperienza professionale, fatta di indagini, delitti e processi penali. Ne “L’inganno della memoria” ho dato vita al personaggio di Elia Preziosi, uno scostante ed enigmatico pubblico ministero costretto a convivere con un terribile segreto sepolto nel suo passato. Preziosi è un uomo di legge tormentato e dovrà, suo malgrado, superare diverse prove e affrontare

molti demoni. Spesso nelle cronache nere si descrivono i delitti con dovizia di particolari, si racconta l’efferatezza dell’atto. Poche volte si analizzano altrettanto accuratamente le motivazioni, le personalità dei personaggi coinvolti. Nella maggior parte dei casi non emerge il lato umano ma solo il fatto. Nei tuoi libri ti sei soffermato più sui fatti o hai scavato anche nelle menti delle vittime e dei carnefici? E’ importante scavare nelle menti delle vittime, ma soprattutto in quelle dei carnefici. Come dico sempre, bisogna


comprendere i fenomeni criminali, seppur senza alcuna indulgenza. Cosa porta uomini e donne in apparenza “normali” a commettere gravi delitti? Questa è la suggestiva domanda a cui dobbiamo cercare di dare una risposta. C’è mai stato un caso reale che ti abbia colpito così profondamente da farti quasi decidere di abbandonare la tua carriera di avvocato? Per fortuna no. Mi sono occupato di molti processi che riguardavano crimini efferati, episodi tragici e vicende drammatiche, ma in nessuna occasione ho pensato abbandonare la carriera forense. Perché credi che i tuoi libri abbiano un consenso così positivo dal pubblico? Per raccontare una storia non è sufficiente narrarla, ma bisogna anche farla propria e immedesimarsi nelle vicende, nelle situazioni, nei personaggi. Chi scrive romanzi “vive” necessariamente tante vite e ognuna di esse trasmette, prima ancora all’autore che al lettore, una serie infinita di emozioni. Credo sia questo il maggior pregio che mi riconosce il pubblico.

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Tu sei presente sui social network, rispondi alle interviste in rete, scendi senza paura tra le braccia del tuo pubblico. Credi sia importante confrontarti direttamente con i lettori? I social network consentono ai lettori di entrare in contatto diretto con l’autore. Si può interagire con lui, criticare il romanzo, porre delle domande, fare complimenti o manifestare perplessità. Chi scrive deve avere il massimo rispetto verso i lettori: sono loro che comprano i libri e che decretano il successo o meno di un romanzo. Hai più volte dichiarato che scrivere ti aiuta a vivere più serenamente il tuo lavoro. Attraverso la scrittura riesci a tenere a freno la parte emotiva e a gestire con più razionalità i fatti? In che modo lo scrivere riesce ad avere questo effetto positivo? Devo ammettere che scrivere per me ha un effetto terapeutico, mi consente di lavorare meglio e con maggiore serenità. Non bisogna mai dimenticare come anche il migliore degli esseri umani abbia dentro di sé una “parte oscura” e come il male sia un pezzo possibile

della nostra vita. Cerchiamo di tenerlo lontano da noi, ma al tempo stesso ne subiamo il fascino perverso e seduttivo ogni volta che lo vediamo impossessarsi di un nostro simile. In qualche modo è come se, guardando il male, percepissimo una visione astratta di un qualcosa che, in modo latente, è presente nella nostra anima. Certo, non è semplice vivere a stretto contatto con il crimine. L’amore per la professione e la passione per il diritto e la procedura penale spesso non sono sufficienti, soprattutto quando ci si trova di fronte a delitti molto efferati. Ciò che mi spinge a continuare è la voglia di esplorare a fondo la natura dell’animo umano. Non posso non farti la domanda di rito. Hai nel cassetto un altro libro per il futuro? Of course… Felici di averti ospitato, ti ringraziamo per la partecipazione! Emanuela Arlotta.


Intervista a Sarah Iles a cura di Emanuela Arlotta ‘Scrivere rappresenta il modo attraverso cui riesco a spiegare agli altri ciò che ho dentro, la maniera più naturale che ho per esprimere il mio mondo.’

1. Ciao Sara, sono molto felice di ospitarti su Volodeisensi Magazine per un’intervista! Vorrei che ti descrivessi in poche parole, come persona e come artista. Ciao a tutti i lettori di Volodeisensi Magazine e grazie per avermi ospitata. Sarah Iles è una sognatrice indefessa, un’amante della verità, testarda ed emotivamente fragile, qualcuno direbbe lunatica, ma non è così. Ancorata forse a un senso della vita che non esiste più e che cerca di animare nei suoi libri.

2. Cosa rappresenta per te scrivere e che tipo di scrittrice sei? Scrivere rappresenta il modo attraverso cui riesco a spiegare agli altri ciò che ho dentro, la maniera più naturale che ho per esprimere il mio mondo. Non sono

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una scrittrice complicata, mi piace essere chiara, diretta e scrivere qualcosa che possa suscitare in chi legge un pensiero, un sorriso, un sentimento forte, anche disapprovazione e contrasto. 3. Parliamo del tuo ultimo lavoro. Hai pubblicato con ArteMuse, divisione del gruppo Editoriale David and Matthaus, il tuo libro ‘In punta di piedi’. Cosa racconta?

“In punta di piedi” è il mio primo romanzo. Uno young adult fresco che racconta la vita di Anna, la protagonista, una ballerina, adolescente, di danza classica. Siamo molto abituati a leggere YA americani e anglosassoni, io mi sono voluta cimentare in una storia che mi frullava in testa, provate a leggere uno YA italiano. Questo libro, che amo molto, è una chiave per i sentimenti. Anna usa gli strumenti a disposizione di una diciassettenne per vivere, amare, superare


il dolore. Ho voluto inserire due figure maschili in contrasto per amplificare ancora di più il dissidio interiore che si vive in quegli anni, gli anni più freschi e più belli. “In punta di piedi” non è un libro sulla danza, ma fa della danza un mezzo per esprimersi e per amare se stessi. Chi lo ha letto ne è rimasto rapito e si è meravigliato di voler sapere di più sui personaggi, di voler avere più pagine a disposizione. Questo credo sia un complimento bellissimo per uno scrittore. Quando un lettore chiede di più, vuol dire che il libro è arrivato là dove doveva. 4. Quanto c’è di te all’interno del tuo libro? C’è di me in tutte le parole e un pizzico in ogni personaggio. C’è di me nell’amore per la danza e per Shakespeare. Nei sentimenti altalenanti della protagonista e nella sua voglia di vivere. 5. Come definiresti i personaggi del tuo libro? Li definirei fragili, incostanti, veri, caparbi, capaci di cadere e rialzarsi pur di continuare nel gioco della vita. Sono personaggi apparentemente frivoli, con quel gusto per il quotidiano che è tipico degli adolescenti, ma in ognuno di loro ho voluto mettere un lato forte, conscio e un po’ folle. 6. Tu oltre a scrivere ti occupi, nel tuo

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blog sulleparole.it anche di intervistare e recensire altri autori. Che rapporto hai con la lettura? E cosa pensi degli scrittori cosiddetti ‘emergenti’ o ‘esordienti’ ? In questo caso non ho mai capito se prima sia nato il mio amore per la lettura e poi quello per la scrittura o viceversa, solo che andando indietro nel tempo ricordo di aver scritto ovunque di me e di quello che mi accadeva nella vita, dei miei sogni, anche quando non ero una lettrice accanita. Il mio rapporto con la lettura è strano. Sono capace di leggere quattro o cinque libri contemporaneamente e in breve tempo, ma capace di tenermi lontana dalla lettura per giorni perché devo sempre avere un animo compatibile con essa. Il mio blog, sulleparole.it, è nato per gioco, per la possibilità che ho voluto dare a me stessa di fare ciò che amavo. Grazie ad esso ho conosciuto molti “nuovi” scrittori. Le categorie degli scrittori esordienti ed emergenti sono toste, ai tempi in cui tutto è pubblicabile si fa presto a dire “sono uno scrittore”. Ho letto tanti autori emergenti molto bravi e altrettanti esordienti, ma ho anche avuto a che fare con sedicenti poeti e scrittori che non conoscevano le basi della grammatica. Sarà banale, ma penso che bisognerebbe essere più umili e più pronti ai consigli. 7. Quali progetti hai per il futuro? Scriverai ancora? Qualche anticipazione?

Il mio progetto imminente è “Libera me”, il film tratto dalla omonima sceneggiatura da me scritta. Affrontiamo un tema tristemente vero, quello della violenza sulle donne, ma attraverso una chiave nuova, che spero piacerà allo spettatore. Mi sono cimentata in un genere che non mi apparteneva, che ha un processo quasi inverso a quello della stesura di un manoscritto. Quando scrivi una sceneggiatura devi essere in grado di sintetizzare in poche parole tutto quello che, dentro un libro, è naturale descrivere con ampiezza. Questa esperienza si è rivelata totalizzante e fortemente appagante per me. Sono presente alle riprese, pronta a vestire i dialoghi sugli attori, rivedere scene, esprimere il mio punto di vista e mettermi in gioco. Molto di quello che ho appreso lo devo alla sensibilità dei registi che hanno creduto nel “soggetto” che ho proposto, Massimiliano Aiello e Piero De Luca, che ogni giorno dimostrano di amare “Libera me” e il messaggio di forza e fiducia che c’è dentro. Vedere prendere vita i personaggi che erano solo nella propria testa, sentire le proprie parole animarsi, non ha prezzo. Per quanto riguarda la scrittura, certo continuerò finché esisterà carta e inchiostro. Al momento sto editando un libro di prossima uscita dal titolo “E’ da te che verrò”, una storia d’amore complessa che affronta la fragilità dell’amore davanti al silenzio e alla volontà, errata, di salvare gli altri dalle proprie paure. Una bella storia d’amore che vi terrà incollati alle pagine. 8. Ti lascio con l’ultima domanda, e ti ringrazio tantissimo per essere stata con noi! Cosa vede Sarah Iles nel suo futuro? Sarah Iles nel suo futuro vede sempre “libri”, tanti libri da scrivere. Tante storie a cui dare forma. Almeno me lo auguro!!! Grazie a tutti voi, un caro saluto. Sarah Iles


“Ultra“ vendeva noccioline Nascita di un quartiere romano nei racconti degli anziani di Vitinia

Autore Roberto Scanarotti

Da un’esperienza di partecipazione attiva di un gruppo di iscritti al Centro Anziani di Vitinia è nato un libro che raccoglie dieci storie di vita e di territorio. Lo scenario in cui sono ambientati i racconti di “Ultra” vendeva noccioline (sottotitolo: Nascita di un quartiere romano nei racconti degli anziani di Vitinia), è quello dell’antica area agricola del Risaro, che a partire dal 1948 richiama famiglie da ogni regione italiana e si trasforma in una borgata di Roma e poi via via nell’attuale quartiere di Vitinia. Roberto Scanarotti ha immaginato quale ricchezza di vicende ed emozioni, e quante storie fossero qui nascoste. E per scoprirle è andato in cerca dei primi protagonisti della nascita di Vitinia, i “meno giovani” di oggi, ai quali ha chiesto di raccontare e raccontarsi; e di tornare a essere protagonisti condividendo un insolito viaggio nella memoria. Scanarotti si è poi fatto carico di trasformare le dieci storie emerse nel corso degli incontri dell’Officina del Racconto, autentico laboratorio di rivelazione, di scoperta di sé e del proprio mondo, nelle altrettanto brevi novelle che compongono il libro, riuscendo a ottenere l’attenzione e l’apprezzamento persino dalla autorevole Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari (Arezzo). Non a caso, la prefazione del libro è firmata proprio dal fondatore e direttore scientifico di quell’importante centro culturale, il professor Duccio Demetrio, al quale non è sfuggito il valore sociale e culturale delle storie dei “vitiniani” e

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del progetto da cui sono nate.

(AR). Pubblicato in proprio.

Il libro, illustrato con poetica leggerezza da Alessia Roselli, raccoglie le storie di personaggi come Ultra, il venditore di noccioline che dà il titolo all’opera, del bizzarro pittore Giardina, dello studente Ciro, della bellissima Rosa, e di momenti di vita personale vissuti dai “narratori del tempo” dell’Officina del Racconto in una Vitinia che stava ancora nascendo, con poche case, senza luce e strade sterrate.

Roberto Scanarotti, genovese, vive a Vitinia dal 2010. Giornalista pubblicista, ha collaborato a giornali e riviste e ricoperto diversi incarichi nei settori dell’informazione, dell’editoria e della comunicazione del Gruppo Ferrovie dello Stato. Proprio ai treni e alla ferrovia sono dedicate le sue precedenti pubblicazioni Treno e cinema. Percorsi paralleli (Le Mani, 1997), Aghi, Macachi e Marmotte – dizionario semiserio per viaggiare in treno (ecedizioni, 2009) e Destinazione Immaginario – andata e ritorno nell’universo simbolico della ferrovia (ilmiolibro.it, 2012).

«In questi fogli, in queste novelle avvincenti, gustosissime da leggere, commoventi e sempre dignitose – scrive Duccio Demetrio nella prefazione - si intuisce senza grande fatica la sfida che si è voluto intraprendere contro il disamore, il disincanto, l’indifferenza verso tutto ciò e chi abbia accudito, nutrito, rallegrato, incoraggiato le nostre vite. Abbiamo un bisogno estremo di riconquistare il senso della nostra appartenenza materiale e cioè concreta, palpabile, gomito a gomito, ai luoghi, alle persone, alle cose più semplici e comuni delle nostre quotidianità». Il libro può essere richiesto inviando una mail a rscanarotti52@gmail.com. Un’ampia informazione sul libro e sul progetto dell’Officina del Racconto sono su http://vitinia.wordpress.com.

“Ultra” vendeva noccioline -Nascita di un quartiere romano nei racconti degli anziani di Vitinia, di Roberto Scanarotti, illustrazioni di Alessia Roselli, con una prefazione di Duccio Demetrio, fondatore e direttore scientifico della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari

L’Officina del racconto di Vitinia Da febbraio a maggio 2013, presso il Centro sociale Anziani di Vitinia - IX Municipio Eur, si è tenuto il laboratorio di scrittura biografica l’Officina del racconto, primo momento di un programma sperimentale riservato alle persone anziane denominato La creatività non ha età. Ideata e condotta da Roberto Scanarotti, l’Officina è nata con lo scopo di promuovere un’occasione di valorizzazione e di stimolante coinvolgimento degli anziani, attraverso il recupero di storie di vita legate a Vitinia e al suo territorio. L’Officina del racconto ha offerto gratuitamente un percorso di apprendimento, riflessione e di parziale esercitazione nel mondo della scrittura a un


gruppo di iscritti al Centro di Vitinia, con incontri a frequenza settimanale della durata di 90 minuti ciascuno. Nel corso delle riunioni, il coordinatore ha guidato e stimolato i partecipanti nella ricerca, nella ricostruzione – individuale e di gruppo - e nella rielaborazione di storie di vita maturate nell’antico territorio del Risaro, sul quale dagli anni Cinquanta del secolo scorso sorge oggi il quartiere di Vitinia. Le storie selezionate sono state rielaborate in forma narrativa a cura dello stesso coordinatore e quindi raccolte nel libro “Ultra” vendeva noccioline. L’Officina del Racconto è stata riproposta anche quest’anno, ed è tuttora in corso. In programma la produzione di un secondo volume, che sarà pubblicato in autunno.

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Le origini di un sogno… Associazione Culturale Tertulia’s a cura di Patrizia Palese ivare l’Arte senza compromessi, senza ipotetiche promesse di chissà quale radioso avvenire, ma con la possibilità di dare un aiuto vero e se la strada sarà in salita, nessuno degli associati la dovrà fare da solo.

Si potrebbe cominciare così e non sarebbe nemmeno tanto fantastico, perché quel sogno, per una strana circostanza, era lo stesso identico sogno di tre persone che non si rassegnavano all’idea del “...così fan tutti...” e tanto per dimostrare che non c’è nulla di più democratico della fantasia, le tre persone, che erano quanto mai distanti come età, carattere ed esperienze personali, scoprirono di voler realizzare quel sogno. In comune avevano, oltre il sesso, anche l’amore per la scrittura e la voglia di non arrendersi alle leggi di mercato, quelle della domanda e dell’offerta, del “...l’importante è che ci pagano, anche a costo di tradire l’idea...” e così Emanuela, detta Manu, Emanuela detta Ema (semplice stratagemma per non impicciarsi nel dialogo) e Patrizia (detta Patty, perché sarebbe poco carino rispetto alle altre due, non darle un diminutivo, anche se non ce ne sarebbe nessun bisogno) a

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forza di parlare, di pensare, di cercare altre soluzioni, arrivarono a scoprire che era possibile. Quel sogno ebbe un nome preciso TERTULIA, una parola spagnola che tradotta letteralmente significa “riunione periodica di persone interessate al tema dell’Arte e della Scienza, per condividere e promuovere sia idee che opinioni”. Qualcuno potrebbe dire “Avete creato un circolo culturale...ce ne sono molti...parole e chiacchiere intorno a un caffè...” e invece no! Non abbiamo cambiato l’abito a una delle tante abitudini intellettualoidi del nostro paese, dove tutti si sentono marchiati dal sigillo divino e, quindi, emanatori di dogmi da accettare senza discutere. TERTULIA vuole essere il punto di riferimento di chi voglia continuare a colt-

Quanti sono gli scrittori, più o meno esordienti, che hanno accettato di pagare cifre più o meno consistenti per poi ritrovarsi una scatolone di libri da gestire per le presentazioni, per i contatti con librerie o luoghi disposti, sì, ad accettare il povero scrittore e il suo libro, ma a prezzo di quanto in fatica e soldi? Molti...senza contare le difficoltà poi per far recapitare all’amico che abita a Londra il proprio libro: le librerie ufficiali sono sempre restie a dare una mano allo scrittore non più tanto esordiente, ma sicuramente non noto ai più. TERTULIA, oltre a garantire luoghi adatti a presentazioni di libri, darà anche consigli su come muoversi nella palude dell’Editoria e questo solo all’inizio...il nostro progetto vuole abbracciare tutte le Arti...le Muse sono 9, quindi... Leggendo Wikipedia, si può fare propria una definizione della parola Tertulia: Una tertulia di buon livello suole essere uno strumento educativo di prim’ordine: la prima cosa che vi si apprende infatti è tolleranza e senso critico. D’altra parte, una tertulia permette agli interessati a un tema di fare amicizia e di stringere relazioni con quelli del loro settore e di arricchire la loro cultura, e ai neofiti di apprendere dai più esperti e di conoscere informalmente le persone del loro ambiente. Un piccolo aneddoto sull’origine di


questa parola: si dice che la parola Tertulia derivi dal teologo cristiano Tertulliano, ricordato per il suo stile incisivo e senza mezze misure che si può notare nei suoi scritti. Essa ebbe origine fra il XVI e il XVII sec. Quando nella Spagna era evidente il nascere di nuove correnti culturali e rimase attiva fino al XX sec. Una Tertulia di Granada, abitualmente era frequentata da Federico Garcia Lorca. .Per concludere non posso non dare un significato anche al simbolo di TERTULIA, quel cigno di carta che ricorda tanto un origami. Per Manu, Ema e Patty era importante dare un messaggio visivo immediato ai soci e il cigno di carta era il logo giusto: armonioso nelle sue forme così come deve essere l’Arte, fatto di carta, ovvero di un materiale semplice, perchè ogni Arte non necessita di mezzi sfavillanti, ma di amore per quello che si vuole produrre...e tramite questo amore normalmente nascono miracoli. Per noi tre il primo miracolo è già av-

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venuto; siamo diverse, ma vogliamo la stessa cosa: aiutare l’Arte e chi crede in lei.


Presentazione libro...

Maschera “…ci trucchiamo ai confini del cuore…” di Vincenzo Monfregola E’ questo il titolo dell’ultima silloge poetica di Vincenzo Monfregola, pubblicata nella divisione EGO della David and Matthaus Edizioni. Nasce un inno alla vita, un invito a non indossar maschere per non perdersi di vista, un invito ad apprezzare e vivere quanto di più autentico regala l’autenticità stessa. E’ di questo che i versi di Monfregola urlano, tante le riflessioni, tante le considerazioni, altrettante le conclusioni.

La “Sinossi” Porto a voi parole in versi, emozioni in lettere, colori su carta; a voi che respirate di sole, di cielo, di aria quella pura, a voi che amate, piangete, sorridete, vi emozionate.

Porto a voi la mia poesia, possa essere di compagnia, di sfogo, di lettura nel tempo, di conservazione per quelli che verranno, per coloro che non vedono, non sentono, non parlano.

Porto a voi la mia anima senza veli affinché alcuna maschera salga su quel palco che recita la vita.

Rilegatura: BROSSURA Pagine: 128

DETTAGLI PRODOTTO Titolo: Maschera Autore: Vincenzo Monfregola Prezzo: € 13,90

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Editore: Ego di David and Matthaus Edizioni ISBN: 978-88-98410-24-8 Link per acquisto libro: http://www. twins-store.it/home/46-vincenzo-monfregola-maschera-9788898410248.

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Bellezza e Psiche a cura di Virgilio Fonte (Hair Moda) Ogni giorno della nostra vita siamo in competizione, in evoluzione, ci aggiorniamo, conosciamo, abbiamo delle opportunità e sviluppiamo nuovi interessi verso persone e verso cose ,situazioni che fanno viaggiare e muovere la nostra fantasia ,che coinvolgono tutti i nostri sensi e ci provocano reazioni, emozioni. Viviamo giorni di sole, giorni di pioggia, giorni con le nuvole o improvvisi temporali . Tutto nella nostra mente. E questo ci accade continuamente. Noi, con il nostro modo di agire e di presentarci, lasciamo nelle persone che hanno una qualsiasi interazione con noi delle sensazioni. Lasciamo qualcosa di noi nel bene o nel male. Lasciamo un buon ricordo del nostro modo di essere o della nostra immagine. Questo ci dovrebbe spingere a cercare quotidianamente di migliorare la nostra persona tenendo presente che ogni cosa e ogni incontro può arricchirci profondamente. Dovremmo prestare attenzione alla nostra mente e alla nostra immagine. Due aspetti che viaggiano all’unisono. Difficilmente una persona mentalmente curata si lascia andare nel proprio aspetto esteriore e viceversa. Ma cosa fare per curare al meglio la propria immagine? Non serve molto se si pensa che ognuno di noi è speciale e che la bellezza l’ha racchiusa nel suo Io più profondo! Il vero problema è che a volte ci si dimentica di esaltarla o di accarezzarla. Hair Moda ti consiglia: segui sempre gli accorgimenti di chi ne sa di più! Non andare contro la tua Natura e non seguire tendenze moda che non ti apparten-

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gono! La bellezza è equilibrio, non esasperazione. Sobrietà ed Eleganza : parole magiche. Virgilio Fonte responsabile e consulente d’immagine per Hair Moda Pagina Facebook : https://www. facebook.com/pages/hair-moda/125683337458977 Sito web : http://www.hairmoda.it/


Le recensioni

“Il giocoliere di parole” di Alberto Diamanti Recensione a cura di Rosanna Lanzillotti profondo impegno letterario e civico di chi l´ha creata. Nelle fiabe narrate in “Il giocoliere di parole” la fantasia fanciullesca che risiede nello scrittore lascia sempre il giusto spazio a temi di estrema attualità.

Uno scintillio di gocce di rugiada, un tenue soffio di vento che sfiora l´immaginazione riportando alla mente attimi indimenticabili della nostra infanzia. Un´onda discreta che ravviva la riva del mare nei primi giorni d´estate e fa venire voglia di immergersi nell´infinito mondo della fantasia, semplicemente osservando il suo fare ritmico come le rime contenute in una frase. L´impressione di ascoltare il vociare di allegri fanciulli pronti ad iniziare il grande entusiasmante cammino chiamato vita. Tutto ciò raccoglie un breve accenno alle prime sensazioni che dona la lettura dell´opera “Il giocoliere di parole” di

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Alberto Diamanti, autore italiano emergente. Una raccolta di venticinque fiabe in cui l´amore ed il rispetto per l´infanzia esplodono in un insieme di colori vivi come i fiori che sbocciano a primavera, raggi di sole che illuminano il giorno e inconfondibili stelle cadenti che con la loro luce illuminano le notti di chi ha ancora voglia di sognare. Le favole di Alberto Diamanti sono un susseguirsi di emozioni e scoperte di vita non solo per i piccoli ascoltatori, ma anche per quei lettori adulti ed attenti che, tra lo scorrere delle pagine di un libro, non si limitano alla lettura esteriore dell´opera, bensì riescono ad apprezzare un

L´autore, infatti, non si limita a realizzare dei piacevoli momenti di ascolto letterario per bambini sottolineando la gioia di essere fanciulli, ma dona anche un momento di serenità e riflessione a coloro che, ormai non più anagraficamente bimbi, sono in grado di riconoscere il fanciullo che risiede in loro stessi. L´autore cerca soprattutto di concretizzare, attraverso il racconto fantastico, un messaggio educativo volto al miglioramento del nostro mondo iniziando proprio da coloro che rappresentano il nostro futuro. Ad esempio, nelle fiabe “Il rubinetto giudizioso e la bimba sprecona” o in “Il cassonetto rumoroso e i rifiuti litigiosi” ove il mescolare ad esempio il vetro con la carta danno vita ad un fantasioso e rumoroso litigio tra rifiuti di tutti i tipi, scopriamo, non solo l´allegro e sano umorismo italiano, ma anche la capacità di affrontare il tema “ecologia” attraverso l´uso di forme letterariamente fluide e stilisticamente rare da trovare nella letteratura contemporanea degli autori italiani emergenti. Mi riferisco all´uso della rima come forma stilistico-letteraria fondamentale dell´intera opera. Concludo convinta di affermare che “Il giocoliere di parole” di Alberto Diamanti è come un tuffo in un mare di sogni da realizzare. Basta solo leggerli.


Lascia volare l'immaginazione.. PICCOLE FIABE PER GRANDI SOGNATORI di Emanuela Arlotta

http://www.twins-store.it/home/57-emanuela-arlotta-piccole-fiabe-pergrandi-sognatori-9788898410422.htm 15


Intervista a a Elena Furio a cura di Mariagrazia Talarico

“Un uomo può facilmente entrare nella mia vita, ma può rimanere solo se sa farmi più felice di quanto non sappia fare da sola”

C

iao Elena, com’è nata l’idea di scrivere un libro sul tuo matrimonio: “ Un matrimonio non convenzionale ( il nostro ) “ ?

quasi a tu per tu, corredata da foto dei dettagli che sono stati nel percorso di preparazione dell’evento...

E com’è nata l’idea di realizzare un libro confezionato da te? Ciao! Domanda molto pertinente, poichè potrei dire che l’idea si è rivelata, più che essere nata... Praticamente, una volta divenuti consapevoli di aver completamente dimenticato, ebbri di felicità, di condividere con gli ospiti tutti i nostri intenti e l’affetto che avevamo posto nel nostro fare nei loro confronti, abbiamo pensato di scrivere qualche riga di ringraziamento. Nel frattempo altri ci hanno chiesto come fosse stato il nostro matrimonio, e così la cosa si è allargata, rivelandosi una divertente e colorata chiacchierata

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La narrazione contenuta nel Quaderno è lo svilupparsi di un unico filo conduttore: una determinata ricerca di coerenza da applicare in ogni dettaglio... Poiché uno degli obiettivi cui miriamo è anche il rispetto dell’ ambiente, abbiamo ritenuto coerente evitare totalmente l’uso di colle e limitare quello di macchinari. Inoltre, poichè è stato tutto un “fai da te”, questo matrimonio, avrebbe stonato agire in modo diverso...

Quanto è cambiata la tua vita dopo

l’incontro con l’amore?

Ho sempre tenuto a monito questa frase “Un uomo può facilmente entrare nella mia vita, ma può rimanere solo se sa farmi più felice di quanto non sappia fare da sola”. Ho avuto molta costanza, ma alla fine sono stata ampiamente ripagata: Gabriele sa rendermi ancora più felice. E se una cosa è cambiata nella mia Vita, è il numero di sorrisi in più che mi si stampano sul viso: cinque anni di sorrisi!

Tanta creatività e tanta felicità da dove nasce? Credo che entrambe siano profondamente insite nelle nostre vite. Credo


che ciascuno di noi abbia la sua forma di creatività, che secondo me non significa necessariamente manualità o vena artistica: quello che in realtà ci facciamo mancare troppo spesso è il coraggio o l’occasione di esprimerla: vuoi per timore dei giudizi, per scarsa autostima, per sfiducia nelle circostanze... Altrettanto credo valga per quanto riguarda la felicità: siamo talmente convinti che sia qualcosa che non ci meritiamo, qualcosa di irraggiungibile, qualcosa di legato a circostanze lontane per tempo o per luogo, che sprechiamo la vita a guardare oltre, dimenticandoci che la felicità è dentro di noi come qualsiasi altra emozione, che come la “bellezza è negli occhi di chi guarda”, “la felicità è nel cuore di chi la riconosce”...è un po’ come nella favola del Mago di Oz, che ci insegna che ciò cui aneliamo è già parte di noi... La difficoltà è rimanere legati a questa consapevolezza, senza farci fuorviare da eventi passeggeri, ricongiungendoci il prima possibile con la nostra consapevolezza che possiamo sempre scegliere di essere felici e che tutto è mutevole...

importante ne faccia parte.

Hai altri progetti creativi in atto o per ora ti dedichi alla diffusione del tuo libro?

Mio malgrado ora la priorità è la diffusione: un aspetto piuttosto gravoso e frenante rispetto alla mia voglia di scrivere e proseguire con la Collana de I Quaderni di Paflasmòs, libretti a tema che hanno già le loro tracce raggruppate nel fondo del cassetto, ma che compensa con l’occasione di fare esperienze orbitanti molto appaganti: conoscere personcine come Mariagrazia Talarico, trovarsi dall’altra parte di un microfono, cimentarsi con l’uso della rete, inventarsi pubblicitarie, organizzare presentazioni... Insomma, una bella rosa di “annessi”.

So che hai lavorato per anni in radio, questo lavoro di ‘comunicazione’ ti ha dato lo spirito giusto per iniziare a scrivere, oppure hai iniziato a scrivere per una tua esigenza personale?

Parlaci del tuo libro e del messaggio che vorresti dare con il tuo scritto... Ovviamente sappiamo tutti che un autore, per quanto possa parlare per voce di altri, parla di sé: quindi è innegabile che vorrei trasmettere “anche” l’importanza di un ritorno alle origini inteso come radicale rispetto della natura e degli animali, ma la cosa che mi preme ancora di più è trasmettere un concetto di coerenza con il proprio vivere. Per quanto io parli di un matrimonio quasi alla rovescia (quando mai gli sposi hanno servito gli ospiti?), la domanda ricorrente è “perché?”. Davanti ad ogni scelta, per quanto piccola, c’è stata sempre questa domanda: se la risposta era coerente con i miei obiettivi, ne diventava parte, altrimenti veniva esclusa... Quindi lo stesso percorso di coerenza, potrebbe tranquillamente portare a festeggiamenti anche completamente opposti. E ritornando alla felicità di cui abbiamo parlato prima, credo che anche realizzare senza compromessi un momento così

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In realtà scrivere è sempre stata una delle mie passioni: quello che mi mancava, come detto in precedenza, era il coraggio, o l’occasione o l’autostima...

Proprio la radio è stata la mia occasione di mettere “in piazza” i miei scritti, pezzi che raccontavano eventi, iniziative, controversie ambientali... Sempre conditi da opinioni personali. Ma ancora non avevo “visto” la possibilità di scrivere fine a se stessa: appunto per questo dico che il libro si è “rivelato”.

Se tu dovessi dare dei consigli ai lettori sul matrimonio cosa diresti?

Una sola cosa: è il giorno più emozionante e bello della vostra vita. Proteggetelo con tutte le vostre forze affinchè sia anche il più felice...ma “felice” non vuol dire “perfetto” a tutti i costi!

Cosa pensi dell’editoria in Italia? Credo che potrò risponderti quando la incontrerò: per ora la coerenza dell’auto-tutto di questo libro, mi ha portata anche all’autopubblicazione: per questo inizio, sono felice così... Il libro si trova solo attraverso me o online, esiste anche in ebook.


Le recensioni

Piccole fiabe per grandi sognatori di Emanuela Arlotta a cura di Valeria Bellobono C’era una volta, e ancora c’è, una scrittrice di fiabe che amava colorare con una matita intinta nell’arcobaleno, i sogni di grandi e piccini. Io non la conoscevo, non l’avevo mai vista, ma quando la vidi la riconobbi immediatamente. Era proprio come la immaginavo: vestita di rosa, con uno splendido abito pieno di balze che frusciavano al suo passaggio e con lunghi capelli che incorniciavano il suo viso da bambina. Indossava una lunga collana di perle bianche, chiare come il giorno, all’interno delle quali si nascondevano i sogni che avrebbe affidato a chi avesse ascoltato le sue storie. Trascorreva il tempo a viaggiare per il mondo, distribuendo i suoi segreti, nascosti nelle fiabe, e così avrebbe continuato per sempre, fino a che anche l’ultima delle sue perle fosse stata affidata ai sognatori che popolavano la Terra. Sì, perché il nostro pianeta, in quel tempo, si era addormentato profondamente, in preda ad un incantesimo che lo aveva reso stanco, buio e triste come la vetrina vuota di una pasticceria. Gli umani camminavano stanchi, prede dei propri fantasmi, inseguendo le ombre di un lavoro che li voleva schiavi e di un presunto progresso che stava fagocitando l’intero pianeta. Nessuno riusciva a mantenere una posizione eretta, perché i cattivi pensieri e la tristezza si annidavano lungo il collo o sulla schiena, rendendo impossibile il guardare avanti a sé. Le giornate si alternavano stancamente, e la cosa più viva che fosse rimasta sapete cos’era? La televisione. Il telecomando era diventato l’oggetto

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più importante della casa e tutti, pian piano, stavano rimanendo invischiati in una trappola che avrebbe reso il genere umano prigioniero del suo più acerrimo nemico: se stesso. La natura era costantemente violata e non aveva più la forza di difendersi. Le acque erano avvelenate, i prati malati e tutto, dico tutto, era sommerso da uno strato d’incuria dai toni grigi. Grigio perla, grigio fumo, grigio antracite. I colori veri, quelli della natura, così, languivano e faticavano a farsi vedere dagli occhi, nonostante urlassero, si disperassero, battessero i pugni su qualsiasi superficie trovassero. Niente, nessuno li sentiva. E, peggio ancora, nessuno li vedeva… Fu la nostra scrittrice la prima a raccoglierli, e li avvolse intorno al collo, così che si fondessero con il candido pallore delle perle della sua collana. C’era il rosso delle petunie, il giallo delle ali delle farfalle, l’azzurro del cielo, il verde delle foglie, il rosa delle pesche e addirittura il porpora, l’ocra, il magenta, il turchese, lo scarlatto, l’indaco: colori che si credeva fossero ormai estinti da tempi immemori. Fu proprio così che nacquero di nuovo le fiabe e la felicità inondò di nuovo la vita di tutti. I bambini abbandonarono la playstation, gli adulti spensero i televisori, cominciarono a pensare meno al lavoro e trascorsero più tempo ad accarezzare il mondo che li ospitava. I pensieri negativi abbandonarono i loro corpi stanchi e tutti riuscirono di nuovo a guardare avanti a sé. Ricominciarono

a prendersi cura degli alberi, degli animali, dei prati e dei ruscelli e i colori tornarono a trionfare e ad accarezzare le ali delle ghiandaie e le corolle dei narcisi. Tutti insieme festeggiarono con un grandissimo girotondo che abbracciò il pianeta e il grigio non tornò mai più. A parte il grigio tortora e il grigio topo, su richiesta degli interessati. Vi va di sapere quali sono queste magiche fiabe che hanno fatto guarire il mondo? Vi racconterò solo qualcosa, per non rovinarvi la sorpresa, ma sappiate che non sono certamente quelle che eravamo abituati ad ascoltare da bambini, con orchi, streghe cattive e principesse sciocche e sprovvedute, desiderose solo di farsi salvare. Scordatevi mostri antropomorfi, incubi notturni e diavoletti sotto al letto. Perché nelle vere fiabe i lupi non sono cattivi e non mangiano le nonne. I mostri marini non rovesciano le navi e non scatenano tempeste. Le sorelle non fanno da serve a nessuno e le matrigne non uccidono la freschezza delle bambine. Nelle vere fiabe non c’è paura, non c’è rancore, non c’è aggressività. Le fiabe devono farci crescere anche se siamo già grandi, accoglierci, proteggerci, educarci al rispetto della fragilità altrui, insegnarci che le cose possono cambiare e che chiedere “perché?” non è una debolezza. Ma un grande atto di coraggio. Emanuela, tu hai raccontato storie inusuali che tutti dovrebbero leggere, toccando con la levità di un fiore di mandorlo argomenti che oggi con guarda quasi nessuno. Hai giocato con un drago che sputava arcobaleni, hai pulito il pianeta dai rifiuti, hai restituito dignità ad animali meravigliosi che vengono schiacciati senza rispetto. Hai svegliato sogni assopiti, fatto indossare stivali di gomma ad una vera principessa, confuso il tempo per restituirlo, finalmente, ordinato. Hai raccolto il rispetto, ricomponendolo, accarezzandolo, trasformandolo, rendendolo accettabile. L’”io”


viene scardinato e trascinato nella carta, per fargli vivere storie vere e finalmente sane, in cui non c’è soltanto un lieto fine, ma un messaggio che si imprime più forte di qualsiasi schiaffo. Qualche volta può scappare, come è successo a me, una lacrima, segno inconfondibile dell’aver toccato i tasti giusti, ma è soprattutto la fantasia quella che galoppa libera e serena, in questo mondo ideale in cui torniamo tutti piccoli, fragili e autentici. Sani. Abbiamo una missione, è questo il messaggio. Io, te, te, te e anche te. Salvare il mondo e noi stessi. Tutti insieme. Basta chiudere gli occhi e trasformarci in ciò che desideriamo. Poi, riaprirli e continuare ad essere ciò che

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abbiamo visto. In fondo, non vogliamo un po’ tutti restare nella memoria del mondo, nello sciabordio dell’acqua, nella ruvidità della terra e nella freschezza del vento? Se vogliamo, possiamo farlo. Sì, noi possiamo vivere per sempre, come nella favola più bella. Ovviamente felici e contenti.


Intervista a Antonio Sparatore a cura di Cristina Rotoloni Dicono che i miei gialli richiamino Camilleri e il suo Montalbano. Dissento. Montalbano non c’entra nulla e non voglio che Camilleri s’offenda

Ciao Antonio, ho avuto il piacere di conoscerti tramite il sito “Ilmiolibro. it”. Lì ho scoperto che sei uno scrittore molto attivo. Com’è iniziata questa tua passione? Ciao Cristina. Come ho cominciato? Tutta colpa del signor Olivetti. Un amico va dicendo che sono un “homo tecnologicus”. E’ vero. Prima compro l’attrezzo e poi mi viene voglia di usarlo. Vinsi una borsa di studio in prima media e mi regalai una macchina per scrivere. Un’Olivetti lettera 22. Ce l’ho ancora. Cominciai così a fare delle piccole dispense basate sui programmi di divulgazione scientifica di Piero Angela che passavano allora in TV o raccontando delle

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storielle sui miei uccellini. Il cardellino Cip e il pappagallo Ciop. Scrissi anche qualcosa su un poveraccio immaginario che misi a mendicare davanti l’unico supermercato che c’era allora a Siracusa. Ho ritrovato quel racconto di recente. L’ho riscritto e adesso è diventato uno dei miei racconti brevi “UN GIORNO DIVERSO”. Ne ho vendute varie copie su Amazon. Persino in America, in Inghilterra e in Germania. Deve piacere la copertina. Ah! Ci tengo a dirlo. Le copertine dei miei libri sono tutti lavori miei. Opere di pennello giovanili e scatti un po’ più recenti.

Lo Re”. Ci fai un quadro di questo personaggio e delle sue avventure? Lo Re è una persona come tante. Non tira cazzotti né pistolettate e amerebbe il quieto vivere. Con lui protagonista ho scritto, in effetti, quattro gialli: Libro zero, Eris, LoRetrè e Il sogno del Sindaco pubblicato da poco. Dicono che i miei gialli richiamino Camilleri e il suo Montalbano. Dissento. Montalbano non c’entra nulla e non voglio che Camilleri s’offenda. Il protagonista, quest’ingegnere chitarrista di nome Pietro Lo Re, se proprio vogliamo affibbiargli un albero

Tra i tuoi libri abbiamo una trilogia di gialli con protagonista “L’ingegnere

genealogico, caso mai, potrebbe essere me stesso, calato però in un mondo e


in storie di pura fantasia. Chi scrive racconta sempre qualcosa delle proprie esperienze. Non si può scrivere di cose che non si conoscono. Ed io non sfuggo a questa regola. Ho avuto la fortuna di avere la responsabilità di un ufficio che ha realizzato grandi infrastrutture

Palermo al centro di un disastro senza precedenti. Lo Re, l’ingegnere-chitarrista di Libro Zero, e i suoi amici non riescono a capire, ma qualcuno vuole ammazzare anche loro. Un viaggio a Houston chiarirà loro alcune cose, ma non tutto...

nel siracusano e voi sapete benissimo

LORETRE’, dopo “Libro Zero” e “Eris”, questo è il terzo giallo con protagonista

quanto sia scivoloso il mondo dei lavori

Pietro Lo Re. Ancora una volta il profes-

pubblici. Io sono stato ancora una volta

sionista, con i suoi soliti amici, si troverà

fortunato per non avere mai incontrato

costretto a fronteggiare, a rischio anche

farabutti. Lo Re invece ne incontra per-

della propria vita, un sistema di potere

ché mi è piaciuto pensare cosa sarebbe

corrotto che vorrebbe spadroneggiare,

potuto succedere se ne avessi incontrati io e c’ho fantasticato sopra. LIBRO ZERO è un racconto dai risvol-

incontrastato, in questa nostra Sicilia, terra moderna e antica allo stesso tempo. Misteriosi poteri, colletti bianchi e

le sue compagne d’avventura.

Hai un modo tutto tuo di presentare i libri che hai scritto. Una scelta personale che si lega alla tua gioventù e al tuo libro “Una serata con la musica”. Ci parli di cosa racchiude questa tua opera e di come si svolgono le serate tra le tue pagine e la tua chitarra? “UNA SERA CON LA MUSICA” è stato il mio primo libro in assoluto. Il gatto in copertina è uno dei miei attuali sei gatti. Il più attaccato a me. Vuole starmi sempre addosso. Posso dire che i miei libri li scrivo con la sua costante collaborazione. Si chiama Renzino perché l’ho trovato morto di fame e di sete una sera tornando da un concerto di Renzo Arbore. La chitarra dietro di lui è invece la mia Gibson preferita. Il libro è nato per caso. Mi sono messo in pensione due anni fa e dovevo cercare di non

ti imprevedibili. Una storia di oggi, ambientata in una Sicilia moderna e antica nello stesso tempo. Una trama interamente sviluppata, anche con un filo d’ironia, sul ritmo serrato dei dialoghi tra i protagonisti. Tre giovani (un ingegnere-chitarrista, una commessa-architetto-ballerina-proprietaria di negozio e un’insegnante) si trovano al centro di una strana situazione che diventa di giorno in giorno più inquietante e non sanno spiegarsene la ragione. Va letto d’un fiato. Non provate però a sbirciare nelle ultime pagine senza aver letto tutto quello che ci sta prima. ERIS è una storia tra giallo e fantascienza. Una serie di delitti inspiegabili in una

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mafiosi vecchio stile tramano per liberarsi dell’ingombrante ingegnere, ma l’amicizia, quella vera, che nasce quando si é ancora ragazzi, avrà la meglio. IL SOGNO DEL SINDACO è l’ultimo di questa quadrilogia ed è anche l’ultimo mio libro. Lo Re è ormai in pensione. Diventa sindaco per caso e solo perché, come ha scritto il mio caro amico Cesati Cassin nella prefazione al libro stesso, “come gli italiani sognano l’uomo del destino che li salvi dalla bancarotta degli affari di una decrepita politica, così gli abitanti del “misterioso” paesino trovano nel neosindaco il coraggioso nocchiero che li trasporti su una riva più salubre, non popolata da ladri e profittatori”. Anna e Silvia sono come al solito

rincretinire. Allora ho tirato fuori la mia vecchia chitarra, un regalo di mia madre per la promozione al terzo liceo, e mi sono rimesso a suonare. Avevo visto “SARA’ UNA BELLA SOCIETA’ uno spettacolo “parole e musica” condotto da Shell Shapiro, con i testi del rimpianto Edmondo Berselli. Pensavo di fare qualcosa di quel genere con la musica degli anni sessanta. La sceneggiatura per due ore di spettacolo si è però allargata a dismisura ed è diventata un libretto di ricordi e considerazioni di oltre ottanta pagine E’ diretto ai ragazzi del ‘50, una generazione fortunata. Si sono evitati la guerra per poco e si sono goduti il boom degli anni sessanta. Antonio, il protagonista, è uno di questi e con i suoi amici ha fatto un’esperienza entusiasmante. Il libro va letto in una sola sera, sdraiati sul divano di casa o durante un viaggio, ascoltando un po’ della musica di quegli anni. Lo spettacolo musicale l’ho messo in scena più volte. E ogni volta con modifiche necessarie a portare sul palcoscenico sempre uno spettacolo dai contenuti nuovi. Le ultime versioni si basano sui testi di libri più recenti (E’ notte e Crispino). A dicembre ho fatto una serata sempre di reading e musica basata sul Natale. Nulla di professionale, intendiamoci. Se andate su you tube o su facebook e cercate di me, oppure al link che segue troverete qualcosa.


zampe. Una famiglia vede la propria vita a poco a poco modificata da questo rapporto, sempre più coinvolgente. Quattro cani e intere generazioni di gatti sono i protagonisti di questo diario - racconto, arricchito da una documentazione fotografica che scandisce passo passo la narrazione e proietta il lettore nella realtà di quei ricordi. Hai scritto anche alcuni racconti brevi e tra questi ho avuto l’onore e la gioia di illustrare “Matilde”. Di cosa parlano e cosa trasmettono? Sono quattro racconti brevi.

MATILDE è un racconto suggerito da una storia vera. Matilde è una giovane papera che vive in campagna. Suoi amici e compagni di gioco sono un cane e una bambina. E’ felice, ma le regole

http://awalkoflifesr.blogspot.it/

opere. Un esempio è il tuo libro “Una vita cambiata”. Raccontaci la magia di

Non sei solo scrittore, ti sei dilettato anche nella fotografia e addirittura come pescatore. Come mai un ingegnere si diletta in tutt’altro settore e cosa cerca in queste diverse realtà?

questo legame.

Introduco questo libro dicendo:

della vita dei campi sono dure. Matilde dovrà lasciare quel mondo e si troverà ad affrontare le difficoltà del suo inserimento nella nuova realtà di una comunità di papere che cercheranno però di allontanarla. Riuscirà a superare diffidenze e incomprensioni, ma per

“Se decidi di tenere con te un cane, sap-

farlo dovrà mettere a rischio la propria

pi che lo prendi per sempre, finché tu o

stessa vita per aiutare le rivali. Due cani,

Ho fatto l’ingegnere per lavoro. Il tempo

lui avrete vita, e che ti cambierà la tua.

il custode di una fontana monumentale

libero era poco. Per consumarlo degna-

Non pensare al cucciolo in vetrina come

e due ragazzi saranno i suoi più grandi

mente mi è sempre piaciuto avventu-

a un regalo da fare a Natale, perché non

alleati. Una favola per i bambini e una

rarmi in nuove esperienze. Ma sono un

è un peluche e sarà invece un com-

raccomandazione per quegli adulti che

incostante e m’impegno solo fin quando

pagno fedele e carico d’affetto finché

non hanno ancora imparato le buone

ne ho voglia. E la voglia mi passa presto.

sarà in grado di esserlo. Dovrete convi-

regole dell’integrazione tra popolazioni

Il lavoro che ho fatto, l’ho già detto, non

vere, imparare a conoscervi e ciascuno

diverse e continuano a non volere gente

mi lasciava molto tempo libero e quindi,

di voi due farà quello che sarà gradito

nuova intorno a sé. Conto di farne pres-

per quarant’anni, diciamo che ho usato

per l’altro, né più né meno di come tu fai

to un’edizione illustrata. Tu questo lo sai

chitarre, macchine fotografiche, canne

con la persona che ti è più cara.”

bene dal momento che le illustrazioni

da pesca, pennelli e matite, solo saltuariamente. Per quarant’anni, in effetti, ho fatto altro.

Un cane ti starà sempre davanti. Quando lo porti a spasso da cucciolo, quando ti capirà al volo e ti precederà nelle decisioni da adulto, quando diventerà più

Un’altra delle tue grandi passioni sono gli animali. Cani e gatti vivono nella tua famiglia come parte integrante di essa e sono spesso citati nelle tue

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vecchio di te e ti precederà nell’ultima esperienza della vita. Ti darà gioia e ti farà soffrire come ogni altro tuo caro. Il libro è il resoconto di quasi vent’anni vissuti in compagnia di amici a quattro

sono tue.

UNA STRANA STORIA è il secondo dei quattro racconti brevi. E’ una storia d’amore. Quasi una favola. Una giovane coppia vive una vita serena. Sono felici, si vogliono bene, e hanno tutto quello che a quell’età si può desiderare. Hanno una casa, un buon lavoro e tanti amici. L’imprevisto è però


sempre dietro l’angolo. Gli eventi pre-

perché valgano qualcosa, ma solo per-

cipiteranno e la loro vita rischierà di es-

ché non vadano dispersi anche se inu-

sere cambiata per sempre.

tili.

In UN GIORNO DIVERSO, il terzo rac-

L’altro s’intitola CRISPINO. Sono ri-

conto breve, realtà e immaginazione si

cordi alla fine di una vita. Una donna

confondono fino a determinare il desti-

ritorna nella casa dei genitori dopo la

no di un uomo già duramente provato

loro morte e vi trova qualcosa che la ri-

dalla vita.

porterà indietro nel tempo e l’aiuterà a

TERESA è il quarto racconto breve ed

conoscere meglio suo padre.

è ambientato in Ortigia, l’isola centro

Per adesso non ho altri libri in cantiere.

storico di Siracusa, dove sono nato e

Solo un paio d’idee, ma è troppo presto

vivo.

per parlarne.

Poche pagine per raccontare una storia

Per come hai già ricordato suono la chi-

di vicinato, ancora una volta colorata di

tarra e con l’aiuto della moderna elet-

giallo.

tronica provo anche a cantare. Utilizzo

In “Ortigiani brava gente” la tua realtà torna nuovamente viva nelle pagine da te scritte. I personaggi sono spesso riconducibili a figure reali. Cosa desideri comunicare a chi legge?

quindi i miei testi per fare delle serate di reading e musica di cui ho pubblicato alcuni clip su youtube, sulle mie pagine di facebook e sul mio blog “Serendipity 2012”. Mi sto dedicando quindi alla musica

Ortigia è un’isola, centro storico di Sir-

e spero di poter mettere in scena una

acusa. Questo romanzo si sviluppa tra

nuova serata quest’estate.

la sua gente. Provo a giocare tra presente e passato, riportando a vivere in

Febbraio 2014 Antonio Sparatore

una storia di oggi anche figure antiche

Cara Cristina, ti ringrazio per questa tua

che chi ha vissuto lì, cinquant’anni fa,

intervista e ti saluto insieme con i tuoi

potrà riconoscere, pur tra le distorsioni

lettori con l’augurio di risentirci presto.

romanzesche di un racconto di pura fan-

Antonio.

tasia. Un romanzo d’amore, ma anche un giallo e una favola sullo sfondo del magico Natale di Ortigia

Le pubblicazioni di Antonio Sparatore, in cartaceo o e-book, le trovate a questi

Sono certa che stai già lavorando a qualcosa di nuovo. Posso sperare in un’esclusiva in cui ci parli del prossimo lavoro?

link: http://ilmiolibro.kataweb.it/categorie. a s p? a c t = r i ce rc a & ge n e re = t u t t e &searchInput=antonio+sparatore&scelgoricerca=nel_sito

Dopo “Ortigiani brava gente” ho scritto altre cose. “Il sogno del sindaco è una di queste e si accompagna ad altri due volumetti di “considerazioni della notte”.

h t t p : / / w w w. a m a zo n . i t /s /r e f = n b _ sb_noss_1/278-48124829334440?__mk_it_IT=ÅMÅZÕÑ&url=-

Il primo s’intitola È NOTTE. Sono ricor-

search-alias%3Ddigital-text&field-key-

di, piccole storie, alcune considerazioni.

words=antonio+sparatore

Pensieri della notte di un sessantenne in pensione. Sono raccolti in questo volumetto non

Se poi volete saperne di più andate su facebook oppure qui: http://awalkoflifesr.blogspot.it/

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I libri possono essere acquistati inoltre in tutte le librerie della Feltrinelli e nelle migliori librerie di Siracusa (Mascali, Gabò, Diana)


Poesie ''VAL D'ESSENZA'' di Vincenzo Cinanni, Marzo 2014. '' Allo scandire dei primi occhi di luce, un gatto bianco, assonnato e stanco, colse la brina di un giorno da Primavera. Mille ferite, la firma degli umani, carnefici costanti sul suo pelo. PERCEVAL, fiero randagio, ora marca il territorio, determinando l'agio della sua presenza. Vivra'... sempre in VAL D'ESSENZA''. Vincenzo Cinanni, 2014.

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'' IL DIALOGO'' Una poesia... di V.Cinanni. Ti renderò,mio carnefice, tutte le sofferenze patite, per la tua sporca guerra. Hai stuprato intere generazioni, riducendo in sudditanza esseri, inermi. Chiedevano vita, quei popoli! NOI CHE SOFFRIAMO.. ANCORA... DI PAURA. Noi, timorosi ed attoniti, quando vedemmo giovani stelle, imbracciare le armi. TI RENDEREMO, mio caro carnefice, le nostre umide sofferenze, le nostre crepe-cuore contro muri divelti da bombe. CI SVEGLIAMMO... con la luce abbacinante di un cannone. GUERRA è ciò che cercasti, IO ti rendo le mie vittime, come moneta. AL LORO RICORDO! (Vincenzo Cinanni, Aprile 2014).


Leggiti

tra le righe

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Racconto del mese: Un Racconto a più Mani volume 10° A Cura di Cristina Rotoloni Autori: Cristina Rotoloni Antonio Di Blasio Mariagrazia Talarico Mare Rosalba Mandala’ Silvia Perugia Daniela Biolcati

Come era felice Luca! Aveva tanta voglia di cominciare una nuova avventura e Claudia era perfetta per lui.

<<Ho detto di no, adesso basta!>> Luca era stanco dei continui capricci di sua figlia. Sembrava indemoniata, non potevano camminare su strada che subito si aggrappava alla prima vetrina che incontravano. Non potevano entrare in un negozio che voleva comprare tutto ciò che vedeva. La fissava stordito e continuava a ripeterle mentalmente: “Demonio esci da questo corpo!” Non aveva tempo da perdere lui! La sua corsa contro il tempo era partita con venti minuti di ritardo quella mattina e già riusciva a sentire chiaramente la ramanzina del capo. Ansia, ansia, ansia e an-

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cora ansia! Tutti i semafori diventavano rossi alla sua vista e l’orologio correva come mai. Dopo un buon quarto d’ora era giunto al parcheggio della fabbrica. “Ce l’ho fatta!” gridò trionfante. <<Papà ma non andiamo all’asilo?>> E li Luca sentì il mondo crollargli addosso. Luca era rimasto con sua figlia, dopo che Matilde, sua moglie, lo aveva lasciato e con lui aveva abbandonato anche Emilia la loro figlia. Matilde era stata l’amore della sua vita, l’aveva incontrata a vent’anni in discoteca e subito si innamorarono. Dopo cinque anni di fidanzamento si sposarono, nacque Emilia e tutto sembrava andar bene, finché Matilde stanca di quella vita familiare fece la valigia e ritornò a vivere a casa dai suoi genitori. A nulla erano serviti i tentativi di Luca di parlarle, sembrava proprio che sua moglie si fosse dimenticata di lui e della figlia. Emilia aveva quattro anni, ed era una bimba molto dolce, ma dalla scomparsa della madre era diventata in-

sopportabile! Sembrava proprio che volesse ogni cosa, probabilmente perché le mancava l’affetto della sua mamma. Così Luca, era diventato ragazzo padre! Ed era molto stressato! Lavoro, casa, figlia, pulizie, spesa e ansia, dovuta ai rischi di ricevere lettere di contestazioni per i continui ritardi. Quella mattina si dimenticò di dover portare Emilia all’asilo.... quella vocetta lo richiamò al presente; “Dio!” gli vennero in mente quei genitori che dimenticavano i figli in macchina, gli articoli dove si denunciava inorriditi il padre o la madre che distrattamente avevano dimenticato il figlioletto causandone la morte per asfissia....<< Certo tesoro, devo solo portare su questo fascicolo in ufficio, poi ti porto all’asilo, sali con me, così vedi dove lavora il tuo papi, e, mi raccomando, non fare capricci ok?>> Per fortuna la piccola Emilia, non sapeva che suo padre la stava dimenticando su quel sedile, la guardò e si accorse che non-


ostante fosse un diavoletto, lui, senza di lei non avrebbe potuto vivere, quella bambina urlante che a volte avrebbe voluto sculacciare per i suoi capricci, era tutta la sua vita! Tutta la sua ragione di vita e tutta la sua gioia. Fu da quel dolce esserino che Luca trovò la forza per reagire a quell’improvviso dolore e senso di abbandono. Emilia era stata la sua salvezza. Era stata la luce che gli ricordò che quel “buio” non sarebbe durato per sempre. A volte aveva pensato di fare come Matilde. Abbandonare tutto e scaricare tutti gli impegni. Poi però` si vergognava di se stesso e si rimproverava di aver pensato una cosa del genere. Lui non avrebbe mai commesso quel gesto di debolezza. Lui doveva farcela! Doveva farcela per lui e, soprattutto, per sua figlia! Luca tenendo per mano Emilia consegnò il fascicolo di fondamentale importanza alla segretaria del capo; quel giorno avrebbe dovuto portare la figlia ad una visita medica, aveva bisogno di un permesso retribuito, questa fu la scusa più plausibile che gli venne in mente, il capo si affacciò, vedendo la scena dei due s’intenerì, disse: <<Va bene ci vediamo domani per fortuna il fascicolo è arrivato in tempo! La riunione, avrà inizio fra 10 minuti!>> sorrise e lo congedò. Le sue colleghe conobbero Emilia la quale stranamente era tranquilla. continuava a fissare affascinata, Claudia, la nuova collega laureata in psicologia, una bella ragazza dagli occhi profondi, ma freddi

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come era, o voleva dimostrare di essere, lei. La piccola Emilia avvertì quel gelo ed improvvisamente si mise a piangere. Luca corse verso la figlia pensando che si fosse fatta male ma quando vide che non aveva nulla guardò Claudia con aria interrogativa. << Non so cosa le sia successo. Stava tranquilla, poi...non ne ho colpa!>> terminò di dire la ragazza dagli occhi di ghiaccio. Luca sempre più desolato rispose <<non sei tu il problema, Emilia ultimamente non riesco a capirla neppure io che sono suo padre, speriamo passi presto questa fase di pianti improvvisi.>> Claudia per tutta risposta disse: <<Ho un bimbo di 5 anni e ne so qualcosa di pianti e capricci improvvisi>> sorrise e i suo occhi da freddi quali erano, divennero improvvisamente dolci e avvolgenti. <<Non pensavo avessi un figlio!>> Claudia ridivenne gelida: <<perché non sono sposata? Sono una ragazza madre, vivo con miei per poter avere un aiuto, non è facile fare da padre e madre ad un bambino.>> A Luca si aprì un mondo! Finalmente aveva trovato una persona che poteva capirlo veramente e non solo a parole... una persona con cui confidarsi e trovare quell’aiuto morale di cui aveva tanto bisogno. Inoltre il figlio di Claudia poteva diventare un amichetto di Emilia e la cosa era molto interessante. Forse era l’inizio di un nuovo capitolo della sua vita. Quel capitolo che Luca attendeva da tanto, troppo tempo. Claudia volse le spalle a Luca e si diresse verso il suo ufficio seguita

dallo sguardo di Luca. Un silenzio insolito scese fra i presenti, persino Emilia si mise buona buona, a giocherellare con il foglio e la matita che, nel frattempo le aveva dato Pina. Pina era la più anziana fra le impiegate, non per età ma per anni di servizio; a dire il vero, lei era la più giovane ma sembrava la più vecchia. Pina non si truccava, aveva i capelli raccolti e non seguiva la moda, le bastava indossare un paio di pantaloni e un maglioncino e si sentiva a posto. Pina aveva un segreto: amava Luca! Ma come poteva competere con Claudia? Lo sapevano tutti che a lui piaceva Claudia, era evidente da come la guardava. Di questo, segreto amore, ne era a conoscenza solo sua cugina Mafalda. Pina si chiedeva sempre se avesse fatto bene a confidarsi con lei ma ora lo aveva fatto e non poteva tornare indietro anche se Mafalda si era mostrata molto comprensiva per questo suo amore e le diceva spesso che nulla era impossibile, tutto poteva succedere! Sua cugina insisteva perché lei cambiasse il suo modo di vestire; le diceva che doveva togliere gli occhiali e che un paio di lenti a contatto avrebbero messo in risalto i suoi meravigliosi occhi verdi. Mafalda insisteva affinché si tagliasse i capelli invece di portarli sempre legati. Pina le rispondeva che voleva farsi amare per quello che era e non per quello che poteva apparire. << Contenta tu...>> le rispondeva sua cugina per nulla convinta del suo punto di vista. Nel frattempo Pina si accontentava di dormire con una foto di Luca (Rubata dall’album aziendale) sotto il cuscino e sognare, tutta la notte, di fare l’amore con lui. Forse per quello che era successo il giorno prima in ufficio o forse perché aveva visto come Luca guardava Claudia che, quella notte, Pina sognò Luca ma questa volta, invece dei soliti baci, gli diede un sacco di botte; alla ragazza talmente sembrò vero quel sogno che si alzò dal letto sentendosi molto strana e pensierosa. Quella mattina, Luca si svegliò dolorante “ Sarà colpa dell’umidità!” si disse. per fortuna Emilia aveva dormito tutta la notte e stava facendo colazione senza fare capricci. Luca pensò a Claudia e a quanto le piaceva. Gli piaceva tutto di lei: il suo profumo (che avvertiva quando gli passava accanto), il suo camminare ele


gante e poi tutto il resto. Tutto, tutto, dai capelli ai piedi! Decise che quel giorno le avrebbe parlato. D’altronde cosa stava aspettando?! Sapeva benissimo che anche Claudia provava qualcosa per lui. Aveva visto i suoi occhi illuminarsi quella mattina e aveva subito capito... Come era felice Luca! Aveva tanta voglia di cominciare una nuova avventura e Claudia era perfetta per lui. Sentiva un fremito interiore ogni volta che la vedeva e non poteva farsi sfuggire questa grande opportunità. Era giunta l’ora di ricominciare e di farlo con una donna che lo amasse e che creasse con lui la magica atmosfera familiare che tanto rimpiangeva. Qualche giorno più tardi la notizia principale era il fidanzamento ufficiale tra Luca e Claudia. In ufficio fu grande festa. Tutti festeggiarono e, seppur possa sembrar strano, anche Pina. Lei ebbe l’intelligenza di capire che non poteva ostacolare il loro amore e che per il bene di Luca doveva farsi da parte. Tutto volse per il meglio e, anche questa volta, l’amore, quello vero, vinse su tutto e portò serenità dove c’era l’ansia e l’insicurezza di non potercela fare. Pina si rassegnò, non era tipo da ostacolare nessuno!, ma decise di rinnovarsi accetto il consiglio di Mafalda si fece fare un taglio alla moda, ma molto femminile, l’ottico le fece provare le lenti a contatto e scoprì di essere carina, si stupì, si piaceva! acquistò un abito lungo che le

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risaltava il fisico e quella sera uscì per andare a divertirsi. Un ragazzo continuava a fissarla ....le chiese di ballare, il suo corpo rispondeva alla seduzione.... si sentì viva. e Luca per lei divenne già passato, ora sapeva di doversi vivere il presente con questo uomo che la faceva sentire incredibilmente donna .Sua cugina aveva maledettamente ragione! l’avrebbe chiamata e glielo avrebbe detto; sorrise fra se, pensando al: “te lo dicevo io !” se solo mi avessi ascoltata prima! Luca non si accorse nemmeno del cambiamento di Pina tanto era preso da Claudia. A dire il vero, in ufficio nessuno se ne accorse.

l’ora com’è tardi devo andare in ufficio , quando arrivò gli sembrò di essere osservata ...chissà perché ...ciao Pina hai fatto qualcosa ti trovo ...diversa gli disse Claudia anche Luca la guardò e il suo sguardo gli sembrò diverso dal solito. Vide i suoi occhi felici ma sopratutto sereni. Era davvero cambiata e Luca era felice per lei. Si salutarono e risero fino alle lacrime... Forse il preludio di una grande amicizia.

“ Sono trasparente, sono proprio io che non valgo nulla! si disse, avvilita, Pina. Franco, un giovane praticante in legge, le si avvicino e le disse: <<Pina sei carina così anche se ti preferivo prima. Mi vuoi aiutare con la fotocopiatrice? lo sai che mi ci impiccio

Mare Rosalba Mandala’

sempre!>> . Pina si accorse che la guardava con dolcezza e scoprì qualcosa in lui, nei suoi confronti che, accecata da Luca, non aveva mai visto. Franco aveva tre anni meno di Pina , questo alla ragazza non sembrò un problema e, volentieri, acconsentì ad aiutarlo accompagnando un sì con un grande sorriso. Il mattino dopo quando si svegliò si sentiva leggera la serata era andata bene e si era divertita e si sentiva bene , guardò

Cristina Rotoloni Antonio Di Blasio Mariagrazia Talarico

Silvia Perugia Daniela Biolcati


Intervista a Michela Zanarella a cura di Vincenzo Cinanni

Ogni venerdì dalle 18 alle 19 conduco Poetry for Sputnyk, un format tutto dedicato alla poesia.

Hai conseguito il primo premio del concorso letterario nazionale “Illusioni poetiche”, con premiazione a Fiuggi. Quali sono le sensazioni di questo nuovo successo personale?

E’ stato un riconoscimento inaspettato, quando ho ricevuto la comunicazione dagli organizzatori del premio sono rimasta sopresa. E’ sempre piacevole ricevere un premio e l’emozione è grande ogni volta che accade. Ringrazio ancora la giuria.

Il tuo programma su Radio Sputnyk Network si occupa di poesia contemporanea. Reputi importante il ruolo dei poeti, nel contesto della nostra società?

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Ogni venerdì dalle 18 alle 19 conduco Poetry for Sputnyk, un format tutto dedicato alla poesia. La trasmissione nasce per dare voce ai poeti contemporanei, per far conoscere i giovani autori della poesia di oggi. Penso che il ruolo dei poeti sia fondamentale nella nostra società, i poeti hanno molto da dire e bisognerebbe ascoltarli più spesso. Per partecipare alla rubrica basta inviare una poesia e la biografia a radiosputnyk@gmail.com.

Parlaci del tuo ultimo libro. Qual è l’argomento principale?

che stimo ed ammiro, come Alda Merini ed Antonia Pozzi. Non mancano gli omaggi a Monteverde che sottende Pier Paolo Pasolini e ad un’amica. Il filo che lega le poesie tra loro è l’amore per la vita, la ricerca costante di un equilibrio ed un bisogno concreto di luce.

Progetti per il futuro?

Ci sono tante iniziative in programma, che spaziano dalla poesia alla musica, dal teatro al cinema. Ho un romanzo chiuso da anni nel cassetto che spero di pubblicare, una nuova raccolta di rac-

Il mio ultimo libro “Le identità del cielo” edito da Lepisma Edizioni, collana diretta da Dante Maffia, è l’ottava pubblicazione e raccoglie 40 poesie. Come in ogni raccolta ci sono dediche ad alcuni poeti

conti e una silloge poetica. Vi invito a seguirmi nel blog www.michelazanarella.it.


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Sweet Creations di Marta maffei

Ciao a tutti! Oggi vorrei presentarvi un piccolo progettino che sta avendo molto successo tra le mie ordinazioni che ricevo giornalmente! Una “card porta-soldi”! Per un matrimonio, un battesimo, un compleanno.... quelle occasioni in cui si donano dei soldi, per non farlo in un’anonima busta, ma in una busta decorata e personalizzata per l’occasione! Questi sono solo alcuni esempi, spero che l’idea vi sia piaciuta!

Mando a tutti un grande saluto lasciandovi con i link per potermi ‘’visitare’’. http://sweet-creations-marta.blogspot.it/?m=1 https://m.facebook.com/martacreations?__ user=161704430 Alla prossima! Marta.

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Le recensioni

Il cavaliere Piccolo … e il suo cavallo bislacco” di Emanuela Guttoriello Recensione a cura di Rosanna Lanzillotti

colui che lo governa dal nome Malvagio. Nelle battaglie di questi cavalieri non vi è mai l´oscurità che introduce la sera, bensì una luce costante che invita alla vittoria di ogni personaggio fiabesco. Il drago infatti, sembra essere vinto, mentre in realtà viene solo aiutato a fare un bel sonno nel quale divenire un drago amico, il cui fuoco non può più rappresentare un pericolo. Nelle battaglie dei nostri cavalieri non ci sono né vinti né vincitori e nonostante questo insolito evolversi fiabesco, lo scorrere degli eventi narrati, sia in lingua italiana e sia in lingua inglese, stimola ancora di più la curiosità e l´attenzione non solo del piccolo lettore, ma anche dell´adulto disposto a perdersi in qualche pagina di sana fantasia. L`autrice dimostra in “IL cavaliere Piccolo …e il suo cavallo bislacco”, l´ammirevole capacità di saper unire la sua maturità adulta all´innocenza del racconto dedicato all´infanzia, oltre che di saper ben scrutare nella fantasia dei piccoli ascoltatori e dei lettori adulti. Per tutti un´occasione per tuffarsi in un tempo e in un racconto di storie trascorse e mai dimenticate.

Storie di bizzarri cavalieri e insoliti cavalli, draghi dal fuoco non troppo nemico e avversari non più minacciosi, avventure di tempi antichi che si susseguono con toni letterari fluidi e stilisticamente accurati, sono le caratteristiche principali che contraddistinguono l´opera dal titolo “Il cavaliere Piccolo … e il suo cavallo bislacco” di Emanuela Guttoriello, autrice italiana emergente.

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E´ questa una fiaba in cui valori quasi dimenticati, come il senso dell´onore, la difesa dei più deboli, la dimostrazione che anche ciò che appare negativo e malvagio può divenire qualcosa di buono, accompagnano il cammino dei suoi personaggi. La storia di vita del protagonista del racconto, il cavaliere Piccolo, si unisce allegramente a quella di un gruppo di cavalieri pronti a vincere il drago dal fuoco sempre vivo e


Presentazione libro...

“ Lacrime nella pioggia “ di Christian Roccati ( tratto dalla IV di copertina ) «Pensavo che alla gente si facesse credere che per arrivare alla felicità fosse necessario comprare ogni cosa, mentre la Montagna, al contrario, regalasse ad ognuno questa possibilità senza chiedere nulla in cambio. Beh… ci credo ancora».

«Anche quando si scala, si deve tendere ad eliminare il rumore. Si rimuove ogni movimento superfluo, ogni disequilibrio. Si segue il ritmo e la cadenza della linea guida della roccia. In libera, se si vuole scalare, non si può che assecondare un pentagramma di pietra disegnato da Dio. Ascendere in armonia vuol dire suonare una musica non percettibile ad orecchio, grazie al proprio corpo. Arrampicare su linee perfette è come suonare la canzone di Madre Terra con l’unico strumento di cui Ella ci ha fatto dono. Gea traduce nelle pareti e nelle vette la sua aria primordiale. Gli apritori delle vie sono gli artisti che ritraggono le copie di copie di antiche sinfonie. Per scalare con la propria anima, occorre soltanto eliminare il rumore, e suonare l’antico cantico, ritornando all’origine».

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Presentazione libro...

Quattordici, on the road verso i Campi Flegrei Matilde Iaccarino La narrazione è donna. Da sempre. E nella periferia flegrea c’è una donna che narra, narra come se facesse ricerca e fa ricerca con molta poesia. Si chiama Matilde Iaccarino, quella donna, e Quattordici (Valtrend editore) è la sua ultima fatica. Si tratta di una raccolta di short stories, accompagnate da fotografie realizzate a cura dell’associazione Snap!. Matilde racconta, con l’urgenza del cronista, tante storie della sua gente e della sua terra. In filigrana narra anche di sé, certo, ma annegando il sé nell’altro, continuamente. È, la sua, una scrittura di contaminazione che, attraverso il racconto breve, a volte brevissimo, fonde noir, giallo, realismo e racconto d’analisi. Principale protagonista appare la strada, che fa quasi da leit motiv a tutte le quattordici storie narrate con sicura competenza e non solo di parola, ma anche – come detto - d’immagine. La strada che osserva omertosa l’omicidio di un’insegnante, gli incontri segreti di una donna con sé stessa, lo sfratto di una vedova a Bacoli o lo scivolare incerto degli autobus carichi di immigrati. Un libro bello, che si legge d’un fiato.

Carla de Falco

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II^ EDIZIONE PREMIO LETTERARIO NAZIONALE “Gocce d’inchiostro” Scadenza: 30 giugno 2014 :Il concorso si articola in

raccolta di racconti (da un minimo di 1 ad un massimo di 3, con un numero di pagine a racconto, da un minimo di 5 ad un massimo di 15 cartelle – max 40 righe a cartella Times New Romans 12, ;)interlinea 1,5 ;)raccolta di poesie (da un minimo di 5 a un massimo di 15 componimenti .).romanzi (rosa, giallo, storico, horror, fantascienza, noir, di genere, etc .B: Poesia in dialetto, a tema libero .”C: Poesia in metrica, a tema libero, in memoria di “Nicola Rizzi .D1: Libro edito di Poesia. D2: E-book di Poesia E1: Racconto, a tema libero. E2: “Anche la canzone è poesia”: componimento (racconto, saggio, .memoria, monografia) elaborato sulla traccia di una canzone nota e/o con riferimenti ad essa

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Modalità di partecipazione Gli autori dovranno inviare i manoscritti INEDITI in unica copia (o in file) – allegando, oltre a una breve sinossi dell’opera, anche un curriculum con i propri dati personali (indirizzo, telefono, e-mail :e codice fiscale) – entro il termine del 31 giugno 2014al seguente indirizzo VIOLA EDITRICE – Via Pagoda Bianca, 58 – 00144 Per la partecipazione al Concorso Letterario, si richiede una quota pari a 10 euro (dieci euro) per spese di organizzazione e di segreteria, da versare su c/corrente postale IBAN :IT08G0760103200001011427844 intestato a VIOLA EDITRICE, indicando come causale .”II^ Edizione Premio Letterario Nazionale “Gocce d’inchiostro .Il pagamento di una quota dà diritto a partecipare a tutte le Sezioni Per ulteriori dettagli sul concorso, scarica il bando da www.violaeditrice.it

REGOLAMENTO Il concorso si articola in:  raccolta di racconti (da un minimo di 1 a un massimo di 3, con un numero di pagine a racconto, da un minimo di 5 a un massimo di 15 cartelle – max 40 righe a cartella Times New Romans 12, interlinea 1,5);    raccolta di poesie (da un minimo di 5 a un massimo di 15 componimenti);     romanzi (rosa, giallo, storico, horror, fantascienza, noir, di genere, etc.).  I testi che non soddisfano le condizioni di cui sopra saranno scartati senza darne segnalazione agli autori e i testi con numerosi errori di battitura e refusi saranno chiaramente penalizzati in fase di valutazione. Attenzione: una volta inviato il racconto non sarà possibile sostituirlo successivamente con una versione differente dello stesso o con un’altra opera. La giuria del Premio, composta dalla redazione della Casa Editrice, da Serena Aronica, esperta

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in letteratura italiana (e letteratura Horror), dalla Prof.ssa Laura Moschini, docente di Letteratura italiana all’Università degli studi Roma Tre e presieduta dalla Prof.ssa Anna Maria Bruno, selezionerà per ognuna delle tre Sezioni una rosa di 10 finalisti che sarà comunicata agli interessati via e-mail e pubblicata sul sito della casa editrice (www.violaeditrice.it). I vincitori saranno designati nel corso della serata di premiazione, che si terrà presumibilmente a Settembre a Roma (luogo, data e ora di svolgimento verranno comunicati sul sito). Il Premio per l’opera vincitrice di ogni Sezione consiste nella pubblicazione (a titolo completamente gratuito) da parte della Casa Editrice, previo regolare contratto di edizione. Il 2° e il 3° classificati, beneficeranno di un BONUS rispettivamente del 50% e del 25%, qualora decidessero di pubblicare con VIOLA EDITRICE, quale parziale contributo alle spese editoriali relative alla prima edizione. I vincitori avranno comunque in omaggio alcune copie della loro opera pubblicata. I finalisti che non dovessero presenziare alla serata di premiazione, in caso di vittoria, perderanno il titolo di vincitore. La giuria si riserva la facoltà di pubblicare nelle collane della Casa Editrice, previo regolare contratto di edizione, ulteriori opere, oltre a quelle vincitrici, ritenute meritevoli di considerazione, e, per quanto attiene le Sezioni di “Poesia” e “Racconti”, di raccogliere i migliori testi in un’Antologia del Premio. Modalità di partecipazione: Gli autori dovranno inviare i manoscritti in unica copia – allegando, oltre a una breve sinossi dell’opera, anche un curriculum con i propri dati personali (indirizzo, telefono, e-mail e codice fiscale) – entro il termine del 31 giugno 2014 al seguente indirizzo: VIOLA EDITRICE – Via Pagoda Bianca, 58 – 00144 ROMA Per la partecipazione al Concorso Letterario, si richiede una quota pari a 10 euro (dieci euro) per spese di organizzazione e di segreteria, da versare su c/corrente postale IBAN IT08G0760103200001011427844 intestato a VIOLA EDITRICE, indicando come causale “II^ Edizione Premio Letterario Nazionale Gocce d’inchiostro”. Il pagamento di una quota dà diritto a partecipare a tutte le Sezioni. La ricevuta del bollettino attestante il versamento postale dovrà essere acclusa al plico contenente il manoscritto. I manoscritti inviati non saranno restituiti. La partecipazione al Premio comporta automaticamente l’accettazione integrale del presente Regolamento. Con l’invio dei manoscritti s’intende accordato il consenso al trattamento dei dati personali da parte dei partecipanti al Premio. Obblighi dell'autore: Partecipando al concorso, l'autore dichiara implicitamente di accettare ogni norma citata nel presente bando. In particolare, dichiara implicitamente che l'opera è originale e frutto del proprio ingegno. In un eventuale caso di plagio, l'autore sarà l'unico responsabile di ogni violazione del diritto d'autore (punita con sanzioni civili e penali secondo gli artt.156 e ss., e artt.171 e ss. L.633/1941), liberando VIOLA EDITRICE da ogni tipo di coinvolgimento ipotizzabile negli atti perseguibili secondo i termini di legge. Roma 02.04.2014

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Presentazione libro...

Il segreto del torrione Alessandro Da Soller

Alessandro Da Soller ci fa conoscere il suo libro: “ Il segreto del torrione “. Massimo Pocuzzi, capo della Procura di Roma, si tuffa in un’indagine imprevedibile. Il capitano dei carabinieri Fulvia Nello e l’ex Col Moschin Marco Deni trovano uno scheletro umano in una chiesa mitraica sotto la basilica di Santa Maria in Trastevere. In un crescendo di retroscena e passaggi al fulmicotone, CIA, KGB, Servizi segreti e Vaticano ci trasportano in un giallo fantapolitico. I retroscena del rapimento di Aldo Moro fanno breccia nell’ipotesi di un complotto ordito da chissà quale potente macchina politica. Un magistrato a briglia sciolta indaga nei meandri complessi di una burocrazia legata a doppio nodo ai servizi segreti, riuscendo ad entrare l’ dove nessuno ha mai messo il naso, ovvero inconfessabili segreti della millenaria capitale… Alessandro da Soller è interessato alla vita, ha studiato ragioneria, ottica, scienze politiche e geografia rendendosi conto in età matura che quello che lo interessava di più era invece la storia contemporanea. Allievo di Gian Franco Lami, ha approfondito negli anni i trattati sulla storia della scuola di Francoforte ma anche gli scritti di Voegelin, per passare poi allo studio dell’ideologia che permise la nascita delle varie formazioni terroristiche italiane degli anni settanta, e del complottismo internazionale. Appassionato di musica studia quotidianamente uno strumento musicale più per una crescita interiore che altro. Allievo di Roberto Ottini, ma anche di

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‘ Il segreto del torrione’ di Alessandro Da Soller

Stefano Cogolo e Roberto Quattrini, ha seguito il corso di studi del biennio del conservatorio, rendendosi conto con piacere, che il blues è più divertente della classica.


INCIPIT MANIA A CURA DI MARIAGRAZIA TALARICO

01 INCIPIT DEL PROLOGO DI “ UN BEL SOGNO D’AMORE “ DEL CELEBRE ANDREA VITALI. CASA EDITRICE GARZANTI.

La notizia iniziò a circolare nel febbraio del 1973. Presso il cinema Casa del Popolo sarebbe stato proiettato il film Ultimo tango a Parigi. Bastò la chiacchierata per provocare fantasie squinternate da una parte all’altra dei due schieramenti, pro e contro, in cui il paese di divise. Da una parte, parole come burro e culo corsero sottovoce sulla bocca di tanti, accompagnati da ineffabili sorrisi e ammiccamenti. Ci sono segnali che dobbiamo imparare a individuare, e uomini da cui dobbiamo fuggire, smettendo di nasconderci dietro a falsi alibi e iniziando a credere davvero di meritare la felicità.

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INCIPIT DI : “ CIAO AMORE MIO “ DI ELISA NIZZOLI. CASA EDITRICE BOOK SPRINT.

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Quella sera, mentre stava uscendo per andare alla riunione del’ Avis, mi salutó diversamente. Entrò in bagno, avevo appena terminato una bella e rilassante doccia, mi stavo stirando i capelli e mi baciò sulla bocca. Stava scendendo dalle scale, ma qualcosa lo fece tornare indietro, indietro ancora da me è, rimanendo sulla porta del bagno, mi disse per l’ultima volta: << Ciao amore >>

INCIPIT DEL PRIMO RACCONTO “ DIVENTANDO MONTAGNA “ TRATTO DAL LIBRO DI CHRISTIAN ROCCATI: “ LACRIME NELLA PIOGGIA” CASA EDITRICE ROCCATI EDITORE. Chiudo gli occhi ed inspiro questa fresca aria estiva. Li riapro e vedo i miei amici che si stanno preparando, appena appena scesi dalla macchina. Quest’oggi é il 31 luglio, E’ il compleanno di una persona speciale, il mio amico Dino, siam venuti qui al colle Casotto, nelle Alpi Liguri, per salire sul monte Atoroto, a 2144 metri, per foggiarlo. 40

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Eventi...

Presentazione ‘La voce delle cose’ di Carla de Falco – Montag Editore Presentazione di una silloge in minuscolo: *la voce delle cose*, Montag, 2013

Venerdì 23 maggio, alle 17.30, presso la Biblioteca comunale *Benedetto Croce* di Via F. de Mura n. 2/bis - Vomero- a Napoli, l’Associazione Culturale *Habeas Corpus* presenterà il nuovo libro della poetessa Carla de Falco.

Introdurrà il Presidente dell’Associazione Umberto Schioppo. Modererà la giornalista e scrittrice Matilde Iaccarino.

Sarà presente l’autrice.

Sono previsti ospiti, musicisti e attori.

Venerdì 23 maggio, alle 17.30, presso la Biblioteca comunale *Benedetto

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Una Vita a Colori Autrice: Mara Boselli

Nativi Digitali Edizioni S.n.c. Titolo: “Una Vita a Colori” Autrice: Mara Boselli Editore: Nativi Digitali Edizioni Sito web editore: www.natividigitaliedizioni.it Email editore: marco@natividigitaliedizioni.it

Mara Boselli

Data di uscita: 19 febbraio 2014 Genere: Romance, Contemporaneo Collana: GTI (Giovani Talenti Italiani) Prezzo: 2.99€ Formato: ebook (epub, mobi, pdf) Lunghezza: 420.000 battute circa

Sinossi Alice, insegnante di greco e mamma single, conduce un’esistenza frenetica e incolore come tanti altri a Milano. Presa dalla noia, o forse dalla speranza inconscia di poter cambiare di colpo la propria vita, una sera accede per la prima volta ad una chat. Ed è in questo spazio virtuale che si incontrano per la prima volta Alicetta32 e Color_Painted, il nickname di Fabio, misterioso e garbato giornalista con il quale Alice intraprende quella che in pochi giorni diventa una “relazione virtuale”. “Una Vita a Colori” ci descrive le indaffarate giornate di Alice, tra la scuola, la figlia Chiara e la famiglia, e soprattutto le sue nottate davanti a un monitor a chattare con Fabio. Finché qualcosa non

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sconvolgerà per sempre la routine quotidiana... Di libri sugli incontri via chat ne sono stati scritti tanti, soprattutto di gusto morboso o che nascondono una demonizzazione della tecnologia. In “Una Vita a Colori” la chat è un non-luogo, un ambiente neutro dove due persone che vivono una vita piatta, dai toni sbiaditi, possono confrontarsi per scoprire che i colori alla vita non li possiamo mettere da soli, serve la persona adatta per cogliere le giuste sfumature, insieme. Sarà Fabio, il misterioso individuo dietro a “Color_Painted”, la persona adatta per Alice?

Biografia dell’autrice Mara nasce e vive a Milano, fino a quando, subito dopo l’università (prima Giurisprudenza, poi Lettere) si trasferisce in un paesino della Bassa Reggiana per seguire l’amore. Già rassegnata ad una vita di cappelletti e “afa che strozza la gola alle rane”, trova invece lavoro come collaboratrice presso una testata locale, dove si occupa di cronaca sulle pagine della provincia.

Una vita a colori è il suo primo romanzo; tutto è in bilico fra reale e virtuale, fra autobiografia e invenzione. In esso potrete leggere delle sue passioni: di letteratura e di musica, ma anche, sullo sfondo, della sua Milano. Link sul sito di Nativi Digitali Edizioni: http://www.natividigitaliedizioni.it/prodotto/una-vita-a-colori /


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LA REDAZIONE

Laura Capone Editore La Laura Capone Editore è una casa editrice che opera online, produce, distribuisce e promuove libri nei vari formati (cartaceo, e-book, audiolibro, ecc.). Nasce nel novembre 2010 e si afferma velocemente per la correttezza e la trasparenza operativa. La LCE si pregia di avere in redazione professionisti di settore per ogni competenza che, in una stretta rete di collaborazioni online, si prefiggono la rivalutazione del talento letterario ed artistico italiano contemporaneo, anche attraverso la promozione e distribuzione elettronica delle nostre opere tradotte. Per citare solo alcuni collaboratori: la dott.ssa Luigia Torrusio appassionata di lettere antiche, traduttrici quali Chiara Rolandelli e Alessandra Baroni, artisti quali Lisa Fusco, Moreno Chiacchiera (attualmente l’illustratore più quotato sia in Italia che all’estero), il Maestro Marco Serpe, il Regista Sebastiano Giuffrida, in un crescendo di professionisti più o meno noti che partecipano con grande competenza, professionalità e soprattutto passione.

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Cristina Rotoloni Cristina Rotoloni è nata a Roma il 20 luglio 1977, ma è cresciuta in provincia di L’Aquila. In questa città ha frequentato x\l’Istituto d’Arte e l’Accademia di Belle Arti dove ha conseguito il diploma di Laura in Scenografia con il massimo dei voti. Ha collaborato con l’Istituto Gramma nella realizzazione degli spettacoli teatrali: “Metamorfosi dei Corpi” e “Matilde principessa dispettosa”. Ha collaborato con l’associazione Il Camaleonte con corsi d’Arte e Immagine per i ragazzi dai 4 ai 16 anni. Si è sempre occupata con passione dei bambini per i quali ha scritto e illustrato favole come “Stellino”, “Tom” e “Lìlì”. Ha pubblicato sul sito “ilmiolibro.it” la sua raccolta di racconti intitolata “Frammenti di Vita”, dove oltre al terremoto parla d’esperienze forti che toccano l’esistenza umana. Al momento sta lavorando al suo romanzo in prossima uscita dal titolato “Il Tatuaggio”.


Emanuela Arlotta Nata a Roma il 20 Settembre 1975. Ho sempre avuto una forte propensione all’introspezione e alla conseguente scrittura di poesie e racconti che indagano in maniera approfondita l’animo umano, quello legato all’Io più profondo. Questa mia voglia di comunicare ha superato i limiti della carta e della distanza con la creazione di questa community letteraria (Volodeisensi.it) che gestisco con passione e amore tutti i giorni e di cui sono felice facciano parte tante persone che credono ancora nei sogni. Anche il Magazine online è una mia idea, realizzata grazie al supporto informatico di alto livello di mio marito Leonzio Nocente, il quale è anche il creatore materiale di Volodeisensi.it e di altri siti molto conosciuti. Lavoro nell’informatica da anni e scrivo da quando sono nata. Ho auto-pubblicato due libri nella collana ‘ilmiolibro’, uno di poesie ‘Volodeisensi’ e uno di racconti ‘La Sfera’, che stanno riscuotendo molto successo e che presto saranno disponibili anche in formato ebook nello store Apple. Ho pubblicato la silloge poetica ‘Dalla parte dell’Anima’ edita da Galassia Arte Editore.

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Leonzio Nocente Nato a Francavilla Fontana il 23 Maggio 1979, Architetto informatico che lavora da 14 anni nel settore IT. Le sue conoscenze vanno dallo sviluppo di portali alle applicazioni in tutti i campi compreso quello mobile. Nella sua carriera ha partecipato alla nascita di grandi portali Nazionali del settore comunicativo e collaborato con grandi multinazionali Italiane e Americane. “Questa mia opera epica che ha visto ben due anni di progettazione e sviluppo è stata la mia più grande soddisfazione, realizzare il sogno sempre vivo di una bambina, mia moglie Emanuela. Volodeisensi.it non è una semplice community ma un vero e proprio portale Letterario dove i sogni diventano realtà. Sono solo l’autore materiale, un penna su un foglio vuoto che viene guidato dalle emozioni di mia moglie che ogni giorno dà la possibilità a tanta gente di esprimersi e soprattutto di essere ascoltata.Con tanta commozione dedico questo nostro lavoro ai nostri figli e a tutta la gente che crede e crederà in Volodeisensi.it”


Francesco Terzulli

Isabella Verduci

Francesco Terzulli è nato a Guidonia (RM) il 21 gennaio 1988. Si è laureato in illustrazione e animazione allo Ied di Roma. Ha collaborato come stagista presso l’agenzia pubblicitaria 19novanta in veste di designer grafico. Attualmente frequenta un master di specialistica in sviluppo web e collabora come grafico per la rivista Volodeisensi

isabella Verduci è nata a Chiavari (Ge) il 18 febbraio 1970. Diploma di insegnante elementare, ha sempre amato scrivere e ‘fotografare’ la vita con una penna o l’obiettivo. Ha pubblicato una silloge poetica, ‘Petali di parole’ edita da Laura Capone Editore dedicata al figlio Emanuele. E’ un libro accessibile a tutti,anche ai bambini perchè contiene pensieri semplici, ninne nanne; parla delle varie facce dell’amore, della natura, di mare e paesaggi, di dettagli, di passione... Dopo trent’anni di scritti, da qualche tempo si sta dedicando alla stesura di un racconto ironico semi autobiografico e tutti coloro che la conoscono e spronano sperano che questo veda la luce prima di tre decenni!

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Alessandro Bagnato Nasce a Milano nel 1984, anche se ora è residente in un piccolo ma incantevole paesino in provincia di Vibo Valentia, vale a dire, San Costantino di Briatico, a soli dieci minuti dalla più conosciuta Tropea. Sin da subito in lui si manifesta la passione per la scrittura e per la filosofia e già da piccolo a ben nove anni pensò di scrivere il suo primo eBook che doveva avere il titolo di “La povertà e la felicità della vita”. Si è laureato in Filosofia e Scienze Umane all’Università degli studi della Calabria, e continua a lavorare ai suoi progetti futuri di scrittura. Lavora e studia per scrivere un nuovo eBook che sarà denominato “Ethos”. Sogna di essere conosciuto un giorno come uno dei più importanti filosofi contemporanei, e intanto collabora con riviste culturali e associazioni filosofiche e cura un blog personale, donando il suo sapere al servizio degli altri e sperando che questo sia un utile strumento per la comprensione e il miglioramento di ognuno. Nel frattempo continua a fare ciò che ama di più: studiare i comportamenti dell’uomo tramite la percezione filosofica. Spera un giorno di realizzare il sogno di scrivere l’eBook che pensò quando aveva nove anni.

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Mariagrazia Talarico Talarico Mariagrazia nata il 14-09-80 a Bellano Lecco, Residente in provincia di Lecco, studi magistrale Bertacchi Lecco. Una silloge edita “Delicata com’ali di farfalla” ed Il Filo classificata terza del concorso internazionale insieme nel mondo 2.


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