SOMMARIO Intervista agli autori Gabriella e Roberto Venturati .......... 3 Intervista all’autrice Adriana Pedicini ................................ 8 Intervista all’autore Alessandro Cadelano ........................ 11 Intervista all’autrice Anna Fabrello .................................. 14 Intervista all’autrice Antonella Ronzulli ............................ 18 Intervista all’autrice Carla Cucca ....................................... 21 Intervista all’autrice Carla De Bernardi ............................. 25 Intervista all’autrice Cassandra Nudo ............................... 28 Intervista all’autrice Celeste Fortunato ............................ 31 Intervista all’autrice Katia Belloni ..................................... 35
Intervista agli autori Gabriella e Roberto Venturati 1) Quando e in che modo è nata la tua passione per la scrittura? Difficile identificare un quando. Se per scrittura si intende anche il tenere un diario personale, bé allora fin dall’infanzia. Ho come l’impressione che si scriva per un ricordo acustico, inconsciamente si è alla ricerca di quelle magiche parole che ci venivano lette da bambini e che con dolcezza ci introducevano a quel mondo sognante fatto di fate e orchi, di principesse e cavalieri. E siccome non si riesce a ritrovare quella magia si scrive e si continua a scrive in una ricerca destinata , per fortuna, a fallire.
2) Ci sono degli autori che ti ispirano o ti hanno ispirato, o che hanno in qualche modo influenzato il tuo stile di scrittura? Tantissimi. Da bambina se leggevo un giallo per ragazzi, subito scrivevo anch’io un giallo, se leggevo una storia di fantascienza, ecco a cimentarmi in un racconto uguale. Nelle letture più adulte, Virginia Woolf, Georges Simenon, sono solo due fra i nomi che potrei citare. E poi Cesare Pavese, con il suo “valere alla penna” che mi ha folgorata nell’adolescenza. 3) Dove scrivi solitamente? Hai un luogo preferito, in cui senti che le idee fluiscono più facilmente, in cui la tua concentrazione migliora, dando spazio alla fantasia? Tendo ad evitare la scrivania. Il mio lavoro è fatto anche di scrittura e la scrivania mi dà l’idea di essere ancora in ufficio. Scrivo ovunque e utilizzo in prevalenza il portatile perché lo associo con la libertà di non avere un luogo deputato alla scrittura e soprattutto di poter scrivere all'aria aperta. Del resto nella mente il flusso è ininterrotto, mi capita spesso di addormentarmi con in testa una particolare scena o personaggio della storia che sto scrivendo. Poi al risveglio li trovo sempre diversi da come li avevo lasciati la sera prima. Per andare al lavoro uso la metropolitana, quaranta muniti di viaggio all’andata e altrettanti al ritorno. E’ un tempo ideale per fare il lavoro di revisione, netbook sulle ginocchia e via. 4) Adotti dei rituali particolari prima di iniziare a scrivere? No nessuno. Almeno non in modo consapevole. 5) Sei perfezionista, leggi e correggi i tuoi scritti mille volte prima di esserne pienamente soddisfatta/o? Dopo la prima scrittura faccio una revisione. Nella prima stesura c’è una tale urgenza nello scrivere la storia e il flusso di pensieri è così intenso che spesso lascio per strada qualche parola o qualche buona regola grammaticale. E’ come se i personaggi e la storia stessa premessero per vivere nella pagina ed è un momento in cui non si può andare tanto per il sottile. Occorre scrivere e scrivere senza guardare in faccia a nessuno. Ecco perché la prima sgrossatura la faccio personalmente, ci sono certi strafalcioni e frasi lasciate a metà che quasi mi vergogno a far leggere quel testo a qualcun altro. Dopo questa prima sgrossata passo il testo a Roberto, mio marito, il mio severo editor che ogni tanto si lamenta perché dice che non accetto le sue
correzioni. Il fatto è che quando riprendo il testo corretto da lui, invece di apportare le giuste correzioni che indica mi viene più naturale riscrivere la parte corretta. Così diventa un altro testo e sembra che io non abbia accolto i suoi appunti. Invece si sono semplicemente trasformati in qualcosa di nuovo. In ogni caso spesso è frustante, dopo tutto il lavoro di revisione che si è fatto, trovare delle piccole sbavature una volta che si è stampato il libro. Cose di cui il lettore non si accorge, ma che a noi balzano subito agli occhi. 6) Che genere di libri scrivi? Ho alcuni romanzi nel cassetto e un personaggio per una serie di gialli di cui ho scritto il primo libro. Ma il libro uscito dal cassetto è il diario di viaggio del nostro giro in Alaska, al quale seguirà la parte relativa ai grandi parchi del Canada e Vancouver Island. Arrivare a scrivere un libro su uno dei nostri viaggi è stato un passaggio naturale dal lavoro che da anni portiamo avanti sul nostro blog ScriCal. Il passaggio successivo sarà il coniugare la nostra passione per il thriller con quella per i viaggi con “Svalbvard, il cerotto di Dio” che descriverà la nostra settimana di trekking alle isole Svalbard inserita però in un contesto di romanzo giallo. 7) Come definiresti il tuo stile di scrittura: moderno, classico, hai un tuo stile personale? Mi riesce difficile definire il mio stile. Sono in continua battaglia con una tendenza a rendere le descrizioni barocche, mentre il mio intento è raggiungere la semplicità nella scrittura. 8) Vorresti che la scrittura diventasse il tuo unico mestiere (se non lo è già)? Quanto meno quello prevalente. Uno scrittore non può scrivere conoscere, deve incontrare. Per dire, il viaggio in metropolitana fonte inesauribile di volti, di tic, di personaggi che vanno al immaginazione. Non è che uno scrittore debba passare la vita neppure rinchiudersi nel sicuro bozzolo del suo studio a scrivere.
e basta, deve vivere, deve per andare al lavoro è una di là di qualsiasi fervida in metro, ovviamente, ma
9) Quali sono le difficoltà maggiori che incontri nell’intraprendere questo mestiere (se non lo è già)? E’ noto che emergere come scrittori è un’impresa quasi da super eroi. Ci si trova presi tra due fuochi: i piccoli editori ti chiedono di investire su te stesso acquistando copie del tuo libro da vendere agli amici. L’auto-pubblicazione ti preclude la distribuzione nelle librerie e di conseguenza la possibilità di promuoverti con serate e presentazioni. Siamo reduci da una presentazione di Viaggio in Alaska organizzata dalla Biblioteca della cittadina in cui viviamo. Una bella serata a cui hanno partecipato poco più di una trentina di persone. L’interesse anche per autori nuovi c’è, ci vuole solo un po’ più di spazi disponibili dove poter farsi conoscere. 10) Ha mai partecipato a dei corsi di scrittura creativa? Ti piacerebbe farlo? Non vi ho mai partecipato. Come molti, ho letto diversi libri sull’argomento della scrittura. L’ultimo è forse quello che mi è piaciuto di più perché analizza lo stile di diversi autori, si intitola “Scrivere come i grandi” di William Cane.
11) Ti è mai capitato di avere il classico momento in cui non riuscivi a riempire il foglio bianco? No in verità. Mi capita invece di non riuscire a cogliere un pensiero, di avere la percezione di quanto vorrei dire ma di non riuscire a trovare le parole. Allora intanto comincio a scrivere, non importa se quanto scrivo è lontano mille miglia da quello che ho in testa, non importa se dovrò buttare via tutto. Lo so, lo avverto, ma proseguo comunque. E’ come mollare gli ormeggi senza aver impostato la bussola, man mano che si navigava si capisce un pezzetto in più, un pensiero inizia a schiarirsi e in genere basta una correzione di rotta perché tutto inizi a fluire. 12) Hai mai partecipato a concorsi letterari? Pensi che possano essere utili per farti conoscere? E’ difficile orientarsi nella quantità di concorsi. Ho provato anche ad analizzare quelli elencati nei siti dedicati ma poi alla fine mi sembra un lavoro enorme e un po’ fine a sé stesso. Quando leggi come preparare una sinossi per un editore la prima cosa che ti dicono è: non mettere che hai partecipato o ti sei piazzato x o y a questo o quel concorso; all’editore non interessa nulla. Ma devo ammettere che non ho approfondito molto la questione. 13) Cosa pensi dell’editoria italiana? Che ci vorrebbero più lettori. Penso che la vita per un piccolo editore non sia facile, ma alle volte li vedo ingessati nei meccanismi tradizionali. Credo che invece dovrebbero aprirsi di più verso un mondo editoriale che sta cambiando. E’ vero che l’auto-pubblicazione produce tanti mostri, ma dà una chance anche a coloro che invece hanno qualcosa da dire senza dover collezionare rifiuti ed elemosinare una lettura da parte di un editore. Se fossi un editore terrei d’occhio i nuovi autori che si auto-pubblicano. 14) Cosa pensi dell’auto-pubblicazione? Per l’uscita del nostro libro abbiamo scelto l’auto-pubblicazione. Secondo noi è un modo di misurarsi con il potenziale lettore senza filtri. C’è il tuo libro, la tua storia, la tua scrittura e il lettore. Un po’ come è successo per la musica dove tanti gruppi si auto-promuovono senza passare per le case discografiche. Il potenziale acquirente ha la possibilità di verificare con l’anteprima delle pagine se acquistare o meno il tuo libro. La possibilità di leggere alcune pagine in anteprima manca invece ai siti tipo IBS. Per questo non acquisto mai online. Solo perché un autore è affermato non è detto che io debba comprare a scatola chiusa; in libreria non lo faccio mai, sfoglio le pagine, leggo qua e là, lascio che il libro mi chiami e se non lo fa lo rimetto sullo scaffale. Il guaio con l’auto-pubblicazione è che si è al di fuori del canale di distribuzione delle librerie ed è tagliare via una bella fetta di possibile auto-promozione. In ogni caso è una grande soddisfazione quando vedi che persone sconosciute acquistano il tuo libro. Un conto è se lo acquista un amico, un altro è se a farlo è qualcuno che ti ha scelto solo basandosi sulle parole che hai scritto. 15) Qual è l’ultimo libro che hai scritto e di cosa parla? E’ Viaggio in Alaska, il diario di viaggio del nostro giro della Kenai Peninsula. Abbiamo scelto la formula del diario nello stile più classico del genere. L’idea ci è venuta perché si associa l’Alaska a viaggiatori estremi, zaino in spalla e imprese mirabolanti. Noi invece abbiamo fatto un viaggio del tutto normale, ci siamo spostati in auto, abbiamo sempre avuto un letto e una
doccia caldi a fine giornata. L’avventura l’abbiamo vissuta viaggiando in questi incredibili scenari, l’abbiamo vissuta davanti alle enormi pareti dei ghiacciai a strapiombo sull’oceano e negli incontri con le persone che lì vivono con ritmi e una concezione del rispetto della natura totalmente differenti dai nostri. Per questo motivo abbiamo sottotitolato il libro “L’avventura nella normalità”. 16) Leggi molto? Anche libri di autori emergenti? Il primo accordo che abbiamo preso Roberto ed io quando abbiamo iniziato a vivere insieme è che nessuno di noi due avrebbe traslocato la propria libreria. Impossibile far stare tutti i nostri libri nell’appartamento attuale. Solo che adesso, al prossimo trasloco, avremo il problema di come gestire i libri che abbiamo accumulato in questi anni e che si vanno ad aggiungere alle nostre due librerie originarie. Siamo lettori appassionati, ma non siamo ancora passati agli ebook perché non condividiamo la politica attuale. Un libro non può costare 18 euro in versione cartacea e 15 nella versione ebook. Inoltre, oggi scegliere un ebook reader spesso significa legarsi al formato letto da quel reader e, se non legge i PDF, al relativo negozio online. E’ come dire che il tipografo mi dice in quale libreria andare a comprare. Gli ebook invece sono un ottimo veicolo per i lettori emergenti di cui abbiamo letto qualche libro in questo formato. 17) Per te scrivere è un’esigenza, uno sfogo, o una passione? Finché non ho un’idea su cui scrivere una passione. Ma quando questa fa capolino nella mente e inizia a essere onnipresente nelle mie giornate con la storia e i personaggi che, con un pensiero quasi laterale, cominciano a delinearsi mentre faccio “altro”, allora si trasforma un’esigenza. 18) Cosa utilizzi per scrivere i libri? La tastiera del computer, la penna, la macchina da scrivere? I miei Mac senza dubbio. La maggior parte della mia vita si è svolta utilizzando prodotti informatici e quindi è lo strumento naturale per ogni mia attività. Per il mio lavoro mi occupo di comunicazione, grafica, impaginazione elettronica e di sviluppo della comunicazione on line, pagine web e quant'altro quindi “smanetto” dalla mattina alla sera. 19) Come ti definiresti? Si può con una parola esprimere la semplice complessità del proprio essere? Qualsiasi definizione sarebbe data solo per escludere tutte le altre. Ed è ovvio, che con questa risposta paradossale, sto solo evitando la domanda. 20) Quale consiglio ti senti di dare ai tuoi colleghi scrittori? Di essere i giudici più severi dei propri scritti, di lavorare tenacemente di revisione in revisione per estrarre il meglio di quanto si può dare. Se nella prima stesura c’è solo da scrivere e scrivere, poi il lavoro è di tagliare e sfrondare per raggiungere la vera essenza del proprio lavoro. E quando finalmente si scrive la parola “fine”, ed uno scrittore sa sempre quando giunge quel momento, bisogna smettere i panni del creativo e indossare quelli del metalmeccanico per iniziare a lavorare alla promozione del proprio libro. Un consiglio particolare agli autori che si auto-producono: attenzione massima alla correzione ortografica.
Purtroppo si vedono in giro ancora troppi scritti con banali errori di ortografia che possono essere sistemati con una semplice correzione automatica.
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Intervista all’autrice Adriana Pedicini 1) Quando e in che modo è nata la tua passione per la scrittura? Mi è sempre piaciuto molto scrivere, fin da piccola, in questo sollecitata dai professori delle scuole medie che già allora ci abituavano a distinguere tra cronaca , diario, tema di fantasia ecc. Ma ritengo che l’altro elemento sia una sensibilità particolare e un grande spirito di osservazione che trovano nella scrittura un luogo ideale di analisi e di rappresentazione. 2) Ci sono degli autori che ti ispirano o ti hanno ispirato, o che hanno in qualche modo influenzato il tuo stile di scrittura? Credo di appartenere all’ epoca in cui severamente si pretendeva la correttezza linguistica ed espressiva, scritta e orale. Però vorrei sottolineare la forte incidenza formativa degli studi classici, modelli universalmente validi di creatività e di stile attraverso la loro evoluzione. 3) Dove scrivi solitamente? Hai un luogo preferito, in cui senti che le idee fluiscono più facilmente, in cui la tua concentrazione migliora, dando spazio alla fantasia? Mi sono creata una nicchia, dove ho i miei due pc, libri e tutto il resto delle scartoffie. Questo è il luogo in cui rielaboro o metto penna su carta, come si diceva una volta, ma la fase “poietica” può essere ovunque, quando intelligenza e sentimento vengono “scossi”. 4) Adotti dei rituali particolari prima di iniziare a scrivere? No, assolutamente. Qualche volta stacco il telefono. 5) Sei perfezionista, leggi e correggi i tuoi scritti mille volte prima di esserne pienamente soddisfatta/o? In genere no, forse dovrei farlo, ma sono pigra in questo e credo che talvolta un po’ di spontaneità vada a vantaggio della verità della scrittura. 6) Che genere di libri scrivi? Fino ad ora ho scritto racconti, alcuni molto tempo fa, per un desiderio di sottrarre alla devastazione del tempo ciò che suscitava in me ricordi più o meno belli, quali attraverso il velo suggestivo della memoria andavano componendosi alla mia coscienza. Ho scritto anche delle poesie che attendono di vedere la luce. 7) Come definiresti il tuo stile di scrittura: moderno, classico, hai un tuo stile personale? Credo che il mio stile sia personale, frutto di una “educazione linguistica” e nello stesso tempo dotato di vita propria in quanto la scelta del vocabolo attiene al gusto personale, la scelta della struttura di una frase, di un periodo rispecchia il proprio modus cogitandi e l’armonia interna dello scritto deriva da tutto questo. Detto questo non credo appartenga a un sorpassato modo di
esprimersi né alla spesso insipida o peggio volgare maniera di essere moderni a tutti i costi. Qualcuno lo ha definito troppo letterario. Non so se sia un complimento o no. 8) Vorresti che la scrittura diventasse il tuo unico mestiere (se non lo è già)? No, mestiere?! Ma scrivere per me è un’arte, se vogliamo artigianato, ma , almeno nel mio caso, prescinde dalle logiche del mestiere materialmente proficuo. 9) Quali sono le difficoltà maggiori che incontri nell’intraprendere questo mestiere (se non lo è già)? Chiarito che per me non è un mestiere, ne consegue che per me vada bene anche se leggono i miei libri solo i miei famigliari, ma mi piacerebbe che gli editori fossero più attenti nel selezionare gli autori da pubblicare e quelli che pubblicano senza alcun contributo nel loro stesso interesse facessero un po’ di pubblicità ai loro autori. Dico una cosa scontata, lo so; e so che per essi è un mestiere fare gli editori, dunque l’attività commerciale deve produrre incassi. 10) Ha mai partecipato a dei corsi di scrittura creativa? Ti piacerebbe farlo? No, alla prima domanda, no alla seconda. 11) Ti è mai capitato di avere il classico momento in cui non riuscivi a riempire il foglio bianco? No , magari il contrario: non avevo tempo per fermare sul foglio quello che avevo in mente. 12) Hai mai partecipato a concorsi letterari? Pensi che possano essere utili per farti conoscere? Poche volte e rigorosamente a quelli che non chiedono contributi o tasse di lettura. Forse è un modo per farsi conoscere ma ormai sono talmente tanti che è come pretendere di essere visibili in una città affollata. 13) Cosa pensi dell’editoria italiana? Già detto. 14) Cosa pensi dell’auto-pubblicazione? Anch’io sono ricorsa a questa soluzione per vedere le mie “carte” sotto forma di libro. 15) Qual è l’ultimo libro che hai scritto e di cosa parla? L’ultimo che ho scritto è il libro do poesie, non ancora pubblicato. L’ultimo pubblicato è una silloge di racconti che in parte evocano atmosfere pregresse di vita il cui racconto è a metà strada tra la memoria la fantasia l’immaginazione, altri più attuali trasformano in parole emozioni e stati d’animo suscitati da eventi della realtà in cui viviamo.
16) Leggi molto? Anche libri di autori emergenti? Sì, ovviamente leggo e ho letto molto: la maggior parte delle letterature latina, greca e italiana innanzitutto. Ma mi piace leggere anche gli Autori emergenti di cui alcuni molto bravi, ma non necessariamente leggo gli autori più gettonati. 17) Per te scrivere è un’esigenza, uno sfogo, o una passione? Diciamo sfogo, no. Un’esigenza e una passione sì! 18) Cosa utilizzi per scrivere i libri? La tastiera del computer, la penna, la macchina da scrivere? La tastiera del computer o,raramente carta e penna. 19) Come ti definiresti? Una mamma e una nonna felice di raccontare favole ai nipotini per i quali sta scrivendo qualcosa da leggere quando saranno grandi. 20) Quale consiglio ti senti di dare ai tuoi colleghi scrittori? No saprei dare consigli…forse uno solo: di essere veri, sempre, non nel senso di raccontare la realtà, ma veri nel pensiero, nella descrizione di ciò che veramente sentono, altrimenti i loro scritti saranno esercitazioni cerebrali senza anima.
Intervista all’autore Alessandro Cadelano
1) Quando e in che modo è nata la tua passione per la scrittura? Inizia scrivendo un fantasy il giorno che mia moglie mi disse di essere in attesa. Ultimai il libro il 17 Giugno 2010.. giorno della scomparsa del bambino (il giorno prima di nascere). 2) Ci sono degli autori che ti ispirano o ti hanno ispirato, o che hanno in qualche modo influenzato il tuo stile di scrittura? No, ma sul fantasy mi ispiro a film “Il signore degli anelli”. 3) Dove scrivi solitamente? Hai un luogo preferito, in cui senti che le idee fluiscono più facilmente, in cui la tua concentrazione migliora, dando spazio alla fantasia? Principalmente casa e treno. 4) Adotti dei rituali particolari prima di iniziare a scrivere? No. Almeno non ancora.. 5) Sei perfezionista, leggi e correggi i tuoi scritti mille volte prima di esserne pienamente soddisfatta/o? Cerco di fare il meglio.. anche se so che un editing perfetto è miglia lontano dalle mie capacità 6) Che genere di libri scrivi? Fantasy – Romanzo
7) Come definiresti il tuo stile di scrittura: moderno, classico, hai un tuo stile personale? Moderno… scrivo un Italiano PARLATO 8) Vorresti che la scrittura diventasse il tuo unico mestiere (se non lo è già)? Per ora mi sta bene come Hobby. 9) Quali sono le difficoltà maggiori che incontri nell’intraprendere questo mestiere (se non lo è già)? Ora nessuna, mi sto assai divertendo anzi. 10) Hai mai partecipato a dei corsi di scrittura creativa? Ti piacerebbe farlo? Non ho mai partecipato … ma credo che con il prossimo libro che è uscito a natale 2011 forse ci farò un pensierino 11) Ti è mai capitato di avere il classico momento in cui non riuscivi a riempire il foglio bianco? NO, per fortuna no.. la fantasia non mi manca. 12) Hai mai partecipato a concorsi letterari? Pensi che possano essere utili per farti conoscere? Mai partecipato ma credo siano utili. È una buona vetrina in caso di vittoria. 13) Cosa pensi dell’editoria italiana? Squali. 14) Cosa pensi dell’auto-pubblicazione? La definisco la classica gavetta… almeno che tu non sia.. UMBERTO ECO. 15) Qual è l’ultimo libro che hai scritto e di cosa parla? Un romanzo di un Angelo che vive all’interno di un ospedale, analizzando la vita da un punto di vista ultraterreno. 16) Leggi molto? Anche libri di autori emergenti? Mai letto un libro in tutta la mia vita… strano… lo so ma è così!.
17) Per te scrivere è un’esigenza, uno sfogo, o una passione? Passione 18) Cosa utilizzi per scrivere i libri? La tastiera del computer, la penna, la macchina da scrivere? Computer. 19) Come ti definiresti? Un padre che scrive per far ricordare suo figlio. 20) Quale consiglio ti senti di dare ai tuoi colleghi scrittori? Divertitevi.
Intervista all’autrice Anna Fabrello
1) Quando e in che modo è nata la tua passione per la scrittura? Io scrivo da quando posso ricordare. E’ stata la mia insegnante delle elementari a spingermi verso questa forma di comunicazione, per combattere la mia forte timidezza. Da allora non ho mai smesso, riportando su carta quelle emozioni forti e decise che a volte parlando, non è facile esprimere. 2) Ci sono degli autori che ti ispirano o ti hanno ispirato, o che hanno in qualche modo influenzato il tuo stile di scrittura? Io leggo molto e di tutto, soprattutto fantasy e thriller. Sicuramente ho preso spunti un po’ da tutti gli autori che ho letto, soprattutto da T. Brooks. Aggiungo però che alcuni di coloro che hanno letto la mia opera mi hanno accumunato allo stile di Ray Bradbury e la cosa posso dire mi ha fatto molto piacere. 3) Dove scrivi solitamente? Hai un luogo preferito, in cui senti che le idee fluiscono più facilmente, in cui la tua concentrazione migliora, dando spazio alla fantasia? In effetti scrivo un po’ dove capita: a letto, alla scrivania, in cucina. A volte in completo silenzio, altre con una musica in sottofondo, solitamente sonorità classiche o celtiche. Trovo che mi aiutino a perdere contatto con la realtà immergendomi nella storia che scrivo, permettendomi di viverla. 4) Adotti dei rituali particolari prima di iniziare a scrivere? No, nessun rituale. Scrivo appena ne sento il bisogno o sento nascere la “storia” in me. 5) Sei perfezionista, leggi e correggi i tuoi scritti mille volte prima di esserne pienamente soddisfatta/o? No. A dire il vero non amo rileggere troppe volte quello che scrivo. Solitamente scrivo di getto e poi mi limito a fare una correzione ortografica. Mi capita poche volte di dover riscrivere, ma ammetto di
avere un carissimo amico che per primo legge e commenta i miei scritti, diciamo che lo ha adottato come editor personale. 6) Che genere di libri scrivi? Ho scritto un unico libro, che ha avuto la fortuna di essere pubblicato, ed è una raccolta di racconti brevi che affrontano la tematica dell’Amore nelle sue varie sfaccettature. 7) Come definiresti il tuo stile di scrittura: moderno, classico, hai un tuo stile personale? Direi che è più moderno che classico. Utilizzo molte metafore e scrivo con molte allegorie. Ho uno stile altamente descrittivo, che si concentra sui dettagli, a volte a scapito del quadro più generale. Mi piace che sia il lettore a creare il contesto e immaginarlo e io lo spingo solamente a far attenzione a quei particolari che credo possano essere rilevanti per quel che voglio dire. 8) Vorresti che la scrittura diventasse il tuo unico mestiere (se non lo è già)? Diciamo che mi piacerebbe assumesse un ruolo importante, riconosciuto (dato che per me è già importante), ma non rinuncerei a mantenere anche il mio attuale impegno che mi occupa molto e mi piace tantissimo. Vorrei che le due cose assumessero la stessa rilevanza, ecco. 9) Quali sono le difficoltà maggiori che incontri nell’intraprendere questo mestiere (se non lo è già)? Diciamo che per adesso sono all’esordio in questo mondo e ancora non so che tipo di riscontro avrò. Questo è il mio primo libro e la mia prima esperienza. Sono in un momento di “sospensione” in attesa di capire che cosa accadrà… se qualcosa accadrà. 10) Ha mai partecipato a dei corsi di scrittura creativa? Ti piacerebbe farlo? No, non ho mai partecipato ma mi piacerebbe. Vorrei solo trovare qualcosa di veramente valido. Mi sono informata e c’è spesso il rischio di seguire corsi che poi si rivelano inutili o superficiali. 11) Ti è mai capitato di avere il classico momento in cui non riuscivi a riempire il foglio bianco? Bhe, credo sia capitato a tutti. Diciamo però che non avendo mai avuto “necessità” di scrivere su ordinazione e quindi scrivendo per il mio semplice piacere e desiderio, i blocchi non esistono praticamente. Io scrivo perché sento l’impulso. Se non ho l’impulso non scrivo. Se sento l’impulso è automatico che non ho difficoltà a scrivere. Almeno questo è quanto accade a me. 12) Hai mai partecipato a concorsi letterari? Pensi che possano essere utili per farti conoscere? Si, ho partecipato a diverse edizioni di un concorso della Valle d’Aosta, ricevendo anche gratificazioni piacevoli. A seguito di questi concorsi non ho mai avuto reazioni particolari, nel senso che non mi
hanno certo portato maggiore notorietà né mi hanno fatto conoscere, ma sono state belle soddisfazioni personali. 13) Cosa pensi dell’editoria italiana? Diciamo che mi sto affacciando solamente ora in questo settore e le mie esperienze sono ancora molto limitate per farmi un’idea precisa di questo mondo. Ci sono molte realtà e sicuramente molti aspetti da considerare di cui ancora non so nulla. L’idea che mi sono comunque fatta è che è molto difficile riuscire a farsi notare davvero e a ottenere riconoscimenti di un certo valore. 14) Cosa pensi dell’auto-pubblicazione? Credo sia una lama a doppio taglio. E’ di certo una ottima possibilità di vedere pubblicata un’opera per l’autore che cerca questo tipo di soddisfazione, ma d’altro canto credo che faccia sì che sul mercato si ritrovino poi anche tante opera di scarso o di nessun valore. 15) Qual è l’ultimo libro che hai scritto e di cosa parla? L’ultimo e unico libro che ho scritto è una raccolta di racconti brevi che trattano dell’Amore nelle sue varie forme: da quello passionale, a quello struggente, a quello corrisposto, a quello mancato. Sono novelle che restituiscono alla quotidianità e alle piccole cose la gioia di semplici, genuini gesti. 16) Leggi molto? Anche libri di autori emergenti? Si, leggo moltissimo e mi incuriosisce molto leggere anche opere di autori poco noti e che si affacciano al loro esordio. 17) Per te scrivere è un’esigenza, uno sfogo, o una passione? Scrivere per me è tutte e tre le cose e direi anche liberazione. Mi aiuta ad affrontare certi momenti e a rielaborare emozioni e sentimenti. Costituisce quasi una catarsi. 18) Cosa utilizzi per scrivere i libri? La tastiera del computer, la penna, la macchina da scrivere? Io in passato ho sempre scritto a penna, una penna stilografica per essere precisi, ma da qualche anno scrivo al computer, davanti alla mia tastiera scura. Se sono fuori casa, però, mi è capitato di scrivere anche sui fogliettini al bar o sui fogli di notes, distesa sulla spiaggia sotto il sole caldo. 19) Come ti definiresti? Domanda difficile… io sono una donna che utilizza la scrittura per trasmettere emozioni. Prima era solo una cosa privata, personale, ora con la prima pubblicazione, mi piace pensare che possa essere in grado, con i miei racconti, di regalare attimi di distacco sereno da una realtà spesso caotica e frenetica. Un nido dove con poche parole e frasi si riesce a dar vita a un mondo diverso dove riscoprire il valore della vita.
20) Quale consiglio ti senti di dare ai tuoi colleghi scrittori? Scrivete, scrivete, scrivete. Accettate cio’ che gli altri vi dicono senza drammi e con una certa dose di criticità (non tutti hanno sempre ragione) e seguite sempre quello che è il vostro sogno. NON SMETTETE MAI DI SOGNARE!.
Intervista all’autrice Antonella Ronzulli
1) Quando e in che modo è nata la tua passione per la scrittura? Ho iniziato solo pochi anni fa, prima solo con pensieri sparsi, poi sono nate le prime poesie. Scrivere è stata la mia medicina in un terribile momento della mia vita, una cura che si è trasformata in intensa passione: la poesia mi ha cercata, è stato un incontro che mi ha cambiata. 2) Ci sono degli autori che ti ispirano o ti hanno ispirato, o che hanno in qualche modo influenzato il tuo stile di scrittura? Amo leggere ed ascoltare Alda Merini, rivedo in lei tratti del mio carattere, decisa, diretta, incurante dei giudizi, concentrata sulle sue idee. 3) Dove scrivi solitamente? Hai un luogo preferito, in cui senti che le idee fluiscono più facilmente, in cui la tua concentrazione migliora, dando spazio alla fantasia? A casa ascoltando musica è il posto che preferisco, ma scrivo ovunque, dipende dagli attimi, dalle sensazioni, da ciò che cattura la mia attenzione. 4) Adotti dei rituali particolari prima di iniziare a scrivere? Solo prendere la penna e imprimere i miei pensieri sulla carta. 5) Sei perfezionista, leggi e correggi i tuoi scritti mille volte prima di esserne pienamente soddisfatta/o? Sono soddisfatta solo quando rileggendo provo la stessa emozione che ha scaturito il bisogno di scriverne. 6) Che genere di libri scrivi? Al momento solo poesia, non conosco il mio domani.
7) Come definiresti il tuo stile di scrittura: moderno, classico, hai un tuo stile personale? Istintivo, “fotografo” i miei pensieri, li tramuto in parole vive. La sintesi è una qualità che prediligo, cerco di esprimermi con poche parole, a volte anche forti. 8) Vorresti che la scrittura diventasse il tuo unico mestiere (se non lo è già)? No il mio lavoro è un altro e mi piace, ma se la passione si trasformasse un giorno in un mestiere sarebbe un sogno. 9) Quali sono le difficoltà maggiori che incontri nell’intraprendere questo mestiere (se non lo è già)? In tutto ci vuole passione e volontà. 10) Ha mai partecipato a dei corsi di scrittura creativa? Ti piacerebbe farlo? Non ho ancora partecipato, ma sono aperta alle novità. 11) Ti è mai capitato di avere il classico momento in cui non riuscivi a riempire il foglio bianco? Mi capita di passare giorni senza scrivere e non mi preoccupo, perché difficilmente decido di prendere carta e penna senza già avere un’idea precisa nella testa. 12) Hai mai partecipato a concorsi letterari? Pensi che possano essere utili per farti conoscere? Si partecipo volentieri anche con buoni risultati, ma lo vedo come stimolo al migliorarmi, un momento di confronto con gli altri, una crescita personale. 13) Cosa pensi dell’editoria italiana? Un oceano di possibilità e di proposte da vagliare con attenzione: troppi editori, promesse a volte non mantenute, sogni difficili da realizzare. Siamo tanti a scrivere e la poesia non è di facile impatto sul pubblico. Sicuramente bisogna essere bravi, ma ci vuole una buona dose di fortuna per emergere in questa realtà in cui pochissime case fanno promozione agli autori successivamente alla stampa dei libri. 14) Cosa pensi dell’auto-pubblicazione? La ritengo un’ulteriore possibilità per gli autori, una libera scelta. 15) Qual è l’ultimo libro che hai scritto e di cosa parla? Il mio libro “AliVive” edito da Rupe Mutevole è per me un figlio, una vittoria, un regalo del destino. Molto nel libro è autobiografico, o comunque fa parte della mia realtà: leggendolo incontri dolore, rabbia, gioia, pudore, moralità, principi e valori importanti per me. Giorni, mesi trascorsi scrivendo e
combattendo la mia guerra personale, poi finalmente ho ritrovato la speranza e ho ricominciato a rincorrere i miei sogni, volando con il pensiero. Ecco le mie ali, vive, loro mi hanno riportato alla vita. 16) Leggi molto? Anche libri di autori emergenti? Sicuramente ci sono scrittori-poeti che preferisco leggere, li ritengo maestri, posso citare Hemingway, Merini, Neruda, ma leggo soprattutto i libri dei miei amici autori. 17) Per te scrivere è un’esigenza, uno sfogo, o una passione? Passione, cibo per l’anima, non riesco più a farne a meno. 18) Cosa utilizzi per scrivere i libri? La tastiera del computer, la penna, la macchina da scrivere? Inizialmente la penna e quando il testo è pronto passo al computer, un amico indispensabile. 19) Come ti definiresti? Una donna, semplicemente una donna così amo definirmi. 20) Quale consiglio ti senti di dare ai tuoi colleghi scrittori? L’unico consiglio che mi permetto di dare è non abbandonare mai i propri sogni e vivere con emozione ogni attimo della propria vita.
Intervista all’autrice Carla Cucca
1) Quando e in che modo è nata la tua passione per la scrittura? La mia passione per la scrittura nasce fin da quando mi hanno insegnato a scrivere…ero una bambina ma scrivevo sempre. Biglietti, temi, lettere agli amici… Fino ad oggi, quando concilio la mia passione per la scrittura con il creare delle storie che possano accontentare me e spero allietare per qualche ora lo spirito di chi ha il piacere di leggere i miei scritti. 2) Ci sono degli autori che ti ispirano o ti hanno ispirato, o che hanno in qualche modo influenzato il tuo stile di scrittura? Non ho un autore in particolare che ha ispirato il mio stile. Di sicuro da ognuno ho estrapolato la cultura, i termini, i messaggi che volevano trasmettere, conservandoli nella mia mente e facendo miei quelli propri del mio modo d’essere. Di recente però ho letto tutti i romanzi di Sophie Kinsella –in particolare la saga di “I love shopping”- e li ho trovati talmente coinvolgenti e divertenti che mi sono resa conto subito di aver assorbito una buona parte dell’influsso ironico dell’autrice. Così, rileggendo il mio romanzo, a volte, mi sembra di rivedere qualche avventura di Becky Bloomwood! Non c’è stato però un processo di copia e incolla o una volontà di replica, al contrario…tutte le avventure che accadono nel mio manoscritto potrebbero benissimo essere successe proprio a me. 3) Dove scrivi solitamente? Hai un luogo preferito, in cui senti che le idee fluiscono più facilmente, in cui la tua concentrazione migliora, dando spazio alla fantasia? Di solito scrivo sul mio divano, dopo la cena, con le immagini della tv che scorrono mute, e la mia mente vaga. Il mio romanzo però ha avuto inizio una sera d’inverno, seduta sul pavimento a fianco al letto, guardando il cielo dalla finestra. Ho descritto quella esatta situazione, e tutto ciò che i miei occhi potevano vedere da quella posizione. Così è nato I MEZZI VOLTI. 4) Adotti dei rituali particolari prima di iniziare a scrivere? No, nessun rituale particolare. Semplicemente accendo la televisione e imposto il tasto “mute”. Solo così riesco a concentrarmi.
5) Sei perfezionista, leggi e correggi i tuoi scritti mille volte prima di esserne pienamente soddisfatta/o?. Assolutamente si. Sono un’impulsiva perfezionista nella vita. Ossimoro per spiegare che scrivo di getto, partorisco tante pagine scrivendo ininterrottamente per ore, poi impiego la maggior parte del tempo a rielaborare ogni frase ed a correggere ogni minima imperfezione per far si che, per le mie possibilità, sia tutto perfetto. 6) Che genere di libri scrivi? Adoro scrivere il genere narrativa, per ora ho pubblicato il mio primo romanzo, ma la mia voglia di scrivere libri è solo inziata. 7) Come definiresti il tuo stile di scrittura: moderno, classico, hai un tuo stile personale? Penso di avere uno stile tutto mio, che definisco “casual”, ovvero non troppo elegante (né dotto né saccente) e non troppo easy (né banale né sgrammaticato). Mi piace shakerare la cultura e la musicalità della lingua italiana -osservandone tutte le sue regole- con la modernità dei termini, le situazioni e gli atteggiamenti dei giorni nostri. Amo il multiculturalismo, le diversità e tutto ciò che può arricchire il nostro essere, e cerco di riportare tutto sulla carta. 8) Vorresti che la scrittura diventasse il tuo unico mestiere (se non lo è già)? No, scrivere non è il mio unico mestiere ma vorrei che rimanesse per sempre un’imprescindibile passione. 9) Quali sono le difficoltà maggiori che incontri nell’intraprendere questo mestiere (se non lo è già)? Non incontro nessuna difficoltà perché non sono mossa dalla volontà di fare della scrittura il mio mestiere. Se così fosse penso che gli ostacoli sarebbero all’ordine del giorno… 10) Ha mai partecipato a dei corsi di scrittura creativa? Ti piacerebbe farlo? No, non ho mai partecipato ma non disdegno, un giorno, di farlo. Sono aperta a qualsiasi esperienza che possa accrescere la mia persona e in questo caso la mia passione. 11) Ti è mai capitato di avere il classico momento in cui non riuscivi a riempire il foglio bianco? Si, mi è capitato. In quei momenti la cosa migliore è alzare il volume della televisione e spegnere il computer. Il tutto è solo rimandato. 12) Hai mai partecipato a concorsi letterari? Pensi che possano essere utili per farti conoscere? Finora non ho mai partecipato a concorsi a causa dello scarso interesse verso la divulgazione e pubblicazione del mio libro. La mia piccola soddisfazione, ma per ora la più cara, è quella di averlo scritto per me. Come ho accennato, questo non è il mio mestiere. Ma qualora decidessi di allargare i miei orizzonti lo farò senza alcun dubbio.
13) Cosa pensi dell’editoria italiana? Penso ci siano dei colossi al confronto dei quali è molto difficile se non impossibile farsi notare, specialmente per uno scrittore esordiente…ma con i quali ognuno sogna di lavorare, per l’ottima visibilità che propongono. Però penso al contempo che ci siano tante Case Editrici che faticano duramente per fare un buon lavoro di editoria, per ottenere seriamente dei buoni risultati, con i loro scarsi fondi ma dotati di un’ottima volontà. Capisco che molte di esse richiedano un contributo iniziale di pubblicazione (proprio a causa delle enormi difficoltà economiche che sono costrette ad affrontare) ma non approvo assolutamente chi auto-mantiene la propria Casa Editrice solo a spese dell’autore, approfittando del fatto che un “padre”, per il proprio “figlio”, pagherebbe qualsiasi cifra. 14) Cosa pensi dell’auto-pubblicazione? Il mio romanzo è auto-pubblicato, per cui posso solo essere favorevole. Penso sia una buona opportunità per chi, come me, non fa lo scrittore ma “scrive” ed ha piacere di vedere la sua opera pubblicata, anche solo per possederne una copia personale sulla propria libreria; come anche per chi vuole emergere, non curandosi dei rifiuti delle grosse case editrici…che, non dimentichiamoci, nella storia hanno fatto degli errori di disconoscimento clamorosi. 15) Qual è l’ultimo libro che hai scritto e di cosa parla? Il mio primo e finora unico romanzo parla di un’amicizia che lega tre ragazze. È un rapporto vero, semplice e sincero. Attorno alle loro vicissitudini si costruisce la loro vita, nel corso della narrazione da bambine diventano donne, fino ad arrivare al totale ed inatteso sconvolgimento delle loro vite. 16) Leggi molto? Anche libri di autori emergenti? Leggo tantissimo. Ho sempre letto sia i grandi classici che libri di moderni autori affermati ma ultimamente mi sto dedicando alla lettura di autori emergenti come me, scoprendo un universo molto eterogeneo e promettente. La creatività è assoluta e spesso risultano molto più interessanti anche rispetto a note opere edite. 17) Per te scrivere è un’esigenza, uno sfogo, o una passione? Per me scrivere è prima di tutto una passione; non scrivo per mestiere. Diventa subito dopo un’esigenza. Come dico spesso, io scrivo per salvare dalla mia logorrea chi mi circonda. Altrimenti risulterei insopportabile. …O forse lo sono già…la parola a chi mi circonda! È altresì uno sfogo! Come detto sopra: scrivo per ore… Per me scrivere è come suonare uno strumento. Mi rilassa a tal punto che mi ritrovo ad aver passato intere ore ed aver scritto intere pagine senza neanche accorgermene. 18) Cosa utilizzi per scrivere i libri? La tastiera del computer, la penna, la macchina da scrivere? Da piccola la mia arma era la penna. Consumavo interi quaderni ed intere penne per scrivere…poi il progresso ha fatto si che ora utilizzi la tastiera del computer portatile. La praticità è necessaria ma tuttora, quando voglio comunicare ad una persona cara un sentimento per me importante, scrivo a
mano. Non importa la lunghezza, possono essere pagine su pagine…ma l’immediatezza e la sincerità della penna sono uniche. 19) Come ti definiresti? Poliedrica. 20) Quale consiglio ti senti di dare ai tuoi colleghi scrittori? Aver scritto un romanzo ed averlo auto-pubblicato non fa di me una scrittrice. Il giudizio positivo o negativo sulle mie potenzialità possono esporlo solo le persone che lo hanno letto. Sento di dare solo un consiglio a tutte quelle persone che hanno dei manoscritti chiusi in un cassetto o in un file, che avrebbero il desiderio di mettersi a nudo e pubblicarli ma alle quali manca quell’input per partire… Anche una singola frase, se scritta con passione, dedizione e impegno vale la pena di essere pubblicata. Se anche solo l’autore stesso gode della felicità di quella pubblicazione, allora niente è stato vano.
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Intervista all’autrice Carla De Bernardi 1) Quando e in che modo è nata la tua passione per la scrittura? Per caso come a volte accade. Ero in viaggio a piedi verso Santiago e ho cominciato a scrivere alla sera a fine tappa…così, da un momento all’altro, non l’avevo mai fatto né ci avevo mai pensato prima…le parole sgorgavano dalla penna come acqua da una fontanella, con facilità, senza sforzo, con un piacere nuovo e immenso.
2) Ci sono degli autori che ti ispirano o ti hanno ispirato, o che hanno in qualche modo influenzato il tuo stile di scrittura? Ho amato tantissimo i grandi romanzi francesi, Flaubert, Stendhal, Balzac…e amo i contemporanei americani, Roth, De Lillo, Doctorow, Irving…e naturalmente il GRANDE ERNEST!!! Adoro le poesie di Emily Dickinson (ogni capitolo del mio ultimo libro ne riporta una) e quelle di Kavafis, di Rilke e di Auden e di molti altri. Non so scrivere in poesia ma leggerla mi incanta. 3) Dove scrivi solitamente? Hai un luogo preferito, in cui senti che le idee fluiscono più facilmente, in cui la tua concentrazione migliora, dando spazio alla fantasia? Scrivo ogni giorno alla scrivania della mia casa-studio ma porto sempre con me un quaderno per non lasciar scappare i pensieri e le parole che nascono a volte senza intenzione. Allora, se posso, mi fermo in un bar, ordino un thè, a volte un bicchiere di vino se è l’ora o, come l’altro giorno, mi siedo sui gradini della metropolitana. E scrivo sempre quando viaggio in treno…grande luogo di ispirazione e fantasie… 4) Adotti dei rituali particolari prima di iniziare a scrivere? Se sono a casa mi preparo un caffè, leggo la posta e rispondo, poi spengo il cellulare e attacco…. 5) Sei perfezionista, leggi e correggi i tuoi scritti mille volte prima di esserne pienamente soddisfatta/o? Scrivo con facilità…ma poi leggo e rileggo, correggo e rileggo, elimino (grande piacere) e ricomincio… 6) Che genere di libri scrivi? Diari per lo più, che poi diventano resoconti di viaggio o romanzi… 7) Come definiresti il tuo stile di scrittura: moderno, classico, hai un tuo stile personale? Non saprei come definirmi (non ne ho la capacità) ma si, credo alla fine di aver trovato un mio stile.
8) Vorresti che la scrittura diventasse il tuo unico mestiere (se non lo è già)? Si lo vorrei con tutte le mie forze ma non è così…vedremo in futuro. 9) Quali sono le difficoltà maggiori che incontri nell’intraprendere questo mestiere (se non lo è già)? Creo che le difficoltà maggiori siano quelle legate alla promozione dei propri libri….pochi editori lo fanno e solo i grossi, e in libreria è così difficile essere visibili! Ci sono talmente tanti libri da comprare prima dei miei!!!!! 10) Ha mai partecipato a dei corsi di scrittura creativa? Ti piacerebbe farlo? Non non l’ho mai fatto e si, mi piacerebbe. 11) Ti è mai capitato di avere il classico momento in cui non riuscivi a riempire il foglio bianco? In verità no. Quando mi siedo a scrivere è perché ne sento il desiderio. Altrimenti faccio qualcos’altro…cerco di non incastrarmi da sola nel vuoto della pagina… 12) Hai mai partecipato a concorsi letterari? Pensi che possano essere utili per farti conoscere? Si penso che siano utili ma finora ho partecipato a un solo concorso e non so ancora con che risultato. 13) Cosa pensi dell’editoria italiana? Ah, che domanda!!! Mi sembra che sia ostaggio dei grandi gruppi che oltre a essere editori sono anche venditori e che stanno applicano regole da GDO (grande distribuzione organizzata). Inoltre puntano molto più sulla cosiddetta “varia”- Benedetta Parodi, Litizzetto, Ibrahim, personaggi mediatici i ogni genere…, che sulla letteratura, a meno che si tratti di traduzioni di best seller internazionali …mah…non sono del mestiere, non vorrei dire delle sciocchezze. 14) Cosa pensi dell’auto-pubblicazione? A me non interessa farlo, credo che se non trovi nessuno che voglia puntare su di te e pubblicarti, allora meglio lasciar perdere. ma tutto è possibile e legittimo… 15) Qual è l’ultimo libro che hai scritto e di cosa parla? Si chiama “Qualche lontano amore” ed è un romanzo di formazione al contrario…, dove a compiere il percorso di maturazione non è una fanciulla, ma una donna con un’esperienza di vita già consolidata. 16) Leggi molto? Anche libri di autori emergenti? Si leggo moltissimo…..di tutto, senza esclusioni. Ma naturalmente ho i miei autori preferiti…
17) Per te scrivere è un’esigenza, uno sfogo, o una passione? Un passione, senza dubbio. 18) Cosa utilizzi per scrivere i libri? La tastiera del computer, la penna, la macchina da scrivere? A casa il computer, in strada, nei bar, in viaggio (come ho già detto viaggio a piedi…) sui treni, su quaderni. Se non ho carta sottomano sui tovaglioli, sui giornali, sugli scontrini, sui foglietti che ho in borsa… 19) Come ti definiresti? Una scrittrice che non aveva deciso di esserlo. 20) Quale consiglio ti senti di dare ai tuoi colleghi scrittori? Il primo è leggere, leggere, leggere…il secondo è eliminare, eliminare, eliminare…
Intervista all’autrice Cassandra Nudo 1) Quando e in che modo è nata la tua passione per la scrittura? Senza dubbio posso tranquillamente affermare che la mia passione per la scrittura ha avuto inizio appena ho imparato a scrivere, ricordo che già alle scuole elementari partecipai ad alcuni concorsi letterari, scrivendo piccole storielle e poesie. 2) Ci sono degli autori che ti ispirano o ti hanno ispirato, o che hanno in qualche modo influenzato il tuo stile di scrittura? Sono da sempre appassionata di gialli e thriller, se esiste una scrittrice che mi ha ispirato è senza dubbio la grande Agatha Christie, di cui ho letto tutti i libri e che mi lascia senza fiato ancora adesso quando rileggo i suoi romanzi. 3) Dove scrivi solitamente? Hai un luogo preferito, in cui senti che le idee fluiscono più facilmente, in cui la tua concentrazione migliora, dando spazio alla fantasia? No, ammetto che non esiste nessun luogo particolare che ispira la mia fantasia, l’unica cosa fondamentale per me è riuscire a mettere subito nero su bianco le idee che affiorano, per cui spesso mi capita di scrivere anche in luoghi affollati ed impensabili. 4) Adotti dei rituali particolari prima di iniziare a scrivere? Essendo molto impulsiva, cioè non pianifico quasi mai quando iniziare a scrivere, non ho nemmeno rituali da seguire prima di iniziare a lavorare. 5) Sei perfezionista, leggi e correggi i tuoi scritti mille volte prima di esserne pienamente soddisfatta/o? Leggo e rileggo i miei scritti, ma un numero molto limitato di volte, anche perché più li rileggo più vorrei cambiarli, per cui rischierei di non arrivare mai alla fine. Ovviamente, presto molto attenzione ad eventuali errori grammaticali o di battitura, ma per quanto riguarda i contenuti, quasi sempre trovo soddisfacente la prima stesura. 6) Che genere di libri scrivi? Mi piace scrivere libri gialli, anche se è difficilissimo trovare la giusta ispirazione per non cadere in una storia banale e prevedibile. 7) Come definiresti il tuo stile di scrittura: moderno, classico, hai un tuo stile personale? Credo di avere uno stile personale, molto semplice, alla portata di tutti. Preferisco utilizzare un linguaggio scorrevole ed accattivante per evitare che il lettore si stanchi dopo poche pagine.
8) Vorresti che la scrittura diventasse il tuo unico mestiere (se non lo è già)? Al momento direi di no, la scrittura è uno dei miei hobby preferiti e resterà tale per un bel po’ di tempo. Magari quando andrò in pensione mi dedicherò totalmente alla scrittura. 9) Quali sono le difficoltà maggiori che incontri nell’intraprendere questo mestiere (se non lo è già)? Più che difficoltà, parlerei di stile di vita incompatibile con i miei attuali interessi. Per scrivere è necessario restare in un posto tranquillo la maggior parte del tempo, al momento invece preferisco vivere una vita più attiva e a contatto con altre persone. 10) Ha mai partecipato a dei corsi di scrittura creativa? Ti piacerebbe farlo? Non mi è mai capitata l’occasione giusta ma mi piacerebbe provarci, almeno una volta. 11) Ti è mai capitato di avere il classico momento in cui non riuscivi a riempire il foglio bianco? Non mi è mai capitato semplicemente perché inizio a scrivere solo quando ho già in mente buona parte dello sviluppo della storia, fin quando non ho tutto ben chiaro nemmeno mi siedo davanti al computer. Di conseguenza, però, a volte passo diversi mesi senza scrivere un bel nulla…. 12) Hai mai partecipato a concorsi letterari? Pensi che possano essere utili per farti conoscere? Ho partecipato una sola volta e mi piacerebbe continuare a farlo ma l’innumerevole quantità di concorsi attualmente esistenti crea confusione, non so quali sono quelli più seri e quelli effettivamente utili a farsi conoscere. Mi piacerebbe che si facesse un po’ più di chiarezza tra i vari concorsi esistenti in modo da poter scegliere con coscienza a quali partecipare. 13) Cosa pensi dell’editoria italiana? Credo che la diffusione a livelli vertiginosi del digitale la stia condizionando più di quanto di possa pensare. Gli e-book sicuramente sono di aiuto per cercare di restare a galla ma il proliferare delle piccole case editrici contribuisce a creare ulteriore confusione. 14) Cosa pensi dell’auto-pubblicazione? Personalmente inizialmente non ero molto d’accordo, ma di recente sto cambiando idea, soprattutto perché risulta sempre più difficile trovare una casa editrice che pubblichi senza richiedere un contributo economico all’autore. Di conseguenza, allora, diventa più verosimile che ogni autore punti su se stesso, alla fine se lo scritto è valido emergerà anche senza una casa editrice alle spalle. 15) Qual è l’ultimo libro che hai scritto e di cosa parla? Si intitola “Un’estate perfetta” ed è la storia di Giulia, una ragazzina vivace e sveglia che si ritrova
all’improvviso a dover fronteggiare la morte della nonna autoritaria e poco amata dalla sua famiglia. La morte così inaspettata della nonna la porta a credere che si tratti di assassinio e non di morte naturale come tutti credono, iniziando da sola contro tutti una serie di indagini che la porteranno vicinissima alla verità. 16) Leggi molto? Anche libri di autori emergenti? Si leggo tanto anche se ultimamente, per mancanza di tempo, ho dovuto un po’ ridurre la quantità di libri letti. Sono molto abitudinaria quindi di solito mi affido ad autori che conosco già ma all’occasione non disdegno gli autori emergenti. 17) Per te scrivere è un’esigenza, uno sfogo, o una passione? A seconda del mio stato d’animo, a volte è uno sfogo, un modo per non pensare alla realtà ed immergermi nella mia fantasia, ma in ogni caso resta sempre anche una passione. 18) Cosa utilizzi per scrivere i libri? La tastiera del computer, la penna, la macchina da scrivere? Esclusivamente la tastiera del computer. 19) Come ti definiresti? Un ingegnere con la passione della scrittura che spesso sente l’esigenza di mettere da parte calcoli e tecnologie per volare con la fantasia. 20) Quale consiglio ti senti di dare ai tuoi colleghi scrittori? Non credo di avere la giusta esperienza e maturità per poter dispensare consigli, l’unica cosa che per me è sempre stata molto importante è cercare di non avere fretta quando scrivo, forzare i tempi non poterà mai a buoni risultati.
Intervista all’autrice Celeste Fortunato
1) Quando e in che modo è nata la tua passione per la scrittura? La mia passione per la Scrittura è preceduta da quella per la Lettura di cui sono riconoscente alle mie tre Insegnanti di Italiano delle Scuole Elementari, Medie Inferiori e Superiori, le Professoresse De Rosa, Simonetti Sferra e Agnoletti che mi hanno iniziato a questo piacere. Fin dalla tenera età ho coltivato il piacere di esprimermi attraverso l’invenzione di storie e personaggi, fondamentalmente frutto della mia fervida immaginazione e fantasia che traduco non solo nel campo letterario ma anche nell’artigianato. 2) Ci sono degli autori che ti ispirano o ti hanno ispirato, o che hanno in qualche modo influenzato il tuo stile di scrittura? Il mio stile di scrittura è del tutto libero e scevro da ogni ispirazione che non sia del tutto personale, proprio perché dettata dalla mia fantasia e spiccata personalità. Ad ogni modo, ammiro molto quegli Autori ironici la cui qualità ritengo essere più una dote che una caratteristica, penso alla scrittrice Federica Bosco. Preferisco, inoltre, dedicarmi alla lettura di quei testi che possano aiutarmi nella mia crescita attraverso un lavoro di introspezione e ricerca interiore, come ad esempio “Vivere, Amare, Capirsi” di Leo Buscaglia; “Messaggio per un’Aquila che si crede un Pollo” e “Il Canto dell’Usignolo” di Anthony De Mello; i classici come “Il Giardino del Profeta” di Gibran ed i noti Pablo Coelho e Neruda; i testi filosofici o pedagogici di Husserl, Edith Stein, Rogers, Stainer, Jausz Korczack, Seneca, Nietzsche, ognuno dei quali esprime un pensiero specifico che assemblo, poi, in una mia personale visione della Vita e dello Spirito. Sono attratta, anche, dai temi sociali come ad esempio “Il Fabbricante di Sogni” di Andrew Crofts e dalle storie realmente vissute di cui il più recente che ho letto è “La grande rapina al treno” di Michael Crichton. Ultimamente, invece, sto dedicandomi alla lettura di testi che trattano il tema degli Angeli. 3) Dove scrivi solitamente? Hai un luogo preferito, in cui senti che le idee fluiscono più facilmente, in cui la tua concentrazione migliora, dando spazio alla fantasia? Scrivere è un momento di intimità con me stessa per cui ho bisogno di raccogliermi nel silenzio e nella solitudine del mio studio ma se ne ho la possibilità mi giova di gran lunga recarmi al Parco Cittadino o
in riva al mare, dove il contatto con la Natura si concilia con i tumulti del mio cuore e del mio Spirito. 4) Adotti dei rituali particolari prima di iniziare a scrivere? Solitamente no, scrivo quando ne ho l’ispirazione e se non ho la possibilità di potermi dedicare, perché magari impegnata, prendo un appunto su apposito quaderno che poi sviluppo quando trovo il tempo. 5) Sei perfezionista, leggi e correggi i tuoi scritti mille volte prima di esserne pienamente soddisfatta/o? Oh, si!! Non sono mai contenta, d’altronde sono perfezionista in tutto! Tengo molto al parere delle persone a me care e in cui confido nella sincera opinione, così mi sottopongo a loro giudizio per coglierne pareri e consigli al fine di migliorarmi. Da soli è difficile perseguire l’obiettività, l’Altro è l’unico che può aiutarci a crescere. 6) Che genere di libri scrivi? Mi affascina il tema della Spiritualità e della ricerca interiore alla scoperta di se stessi e della propria crescita personale. Sto lavorando alla stesura di un nuovo romanzo dove la protagonista cerca le risposte alle sue domande esistenziali grazie all’incontro con il suo Angelo che potrà aiutarla a conoscere e scoprire se stessa. 7) Come definiresti il tuo stile di scrittura: moderno, classico, hai un tuo stile personale? Come dicevo, il mio stile è del tutto personale, potrei permettermi di definirlo romantico dal momento che il mio romanzo si svolge durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, per cui il linguaggio è adattato al tempo in questione. 8) Vorresti che la scrittura diventasse il tuo unico mestiere (se non lo è già)? Si, desidererei lo desidererei tanto, così come l’Arte in genere. Ma la scrittura, in particolar modo, mi offre la possibilità di poter esprimere i miei pensieri e le mie credenze come se fossi dietro le quinte e non apparissi in prima persona, solo il Lettore attento e sensibile può leggere dietro le righe e scoprire, chissà, mondi nuovi. 9) Quali sono le difficoltà maggiori che incontri nell’intraprendere questo mestiere (se non lo è già)? Credo che la difficoltà maggiore risieda nella poca riconoscibilità dell’espressione artistica e culturale in genere. Nella nostra epoca un Artista ha serie difficoltà nel potersi esprimere e la Cultura ha pochi veicoli di trasmissione, correndo il rischio di essere mercificata più che sentita. Tuttavia e a dispetto di tutto, ci sono tanti Scrittori ed Artisti che perseverano nel coltivare la loro passione con serietà e professionalità, questo è ciò che conta e deve contare sempre e in ogni attività che si intraprende: serietà e studio.
10) Ha mai partecipato a dei corsi di scrittura creativa? Ti piacerebbe farlo? Proprio di recente sono venuta a conoscenza di un corso di Scrittura Creativa promosso da un’Associazione Culturale di Taranto e che non vedo l’ora di iniziare per approfondire e migliorare la mia passione per la Scrittura. Di tanti sono venuta, invece, a conoscenza su Internet ma preferisco sempre avere un contatto diretto con le Persone e non limitarmi a interfacciare virtualmente. 11) Ti è mai capitato di avere il classico momento in cui non riuscivi a riempire il foglio bianco? No, ma semplicemente perché scrivo quando sono colta dall’ispirazione. Spesso, poi, mi capita di fantasticare prima di prendere sonno così il giorno dopo sono solo impaziente di mettere nero su bianco quanto ho immaginato. 12) Hai mai partecipato a concorsi letterari? Pensi che possano essere utili per farti conoscere? Mi diventa difficile potervi partecipare perché il più delle volte viene richiesto di rispettare certe condizioni, ad esempio numero di caratteri, spazi e cartelle. Il mio romanzo non riesce mai a rientrare nei canoni richiesti o, per lo meno, quelli di cui fino ad ora sono venuta a conoscenza. Quando scrivo lo faccio liberamente, senza pormi dei limiti. 13) Cosa pensi dell’editoria italiana? E’ un mondo che sto scoprendo giorno dopo giorno che, da un lato, mi affascina ma, dall’altro, mi spaventa per la sua vastità. 14) Cosa pensi dell’auto-pubblicazione? E’ la prima strada che ho intrapreso per rendere pubblica la mia opera. E’ possibile, infatti, leggere le prime pagine del mio romanzo sul sito ilmiolibro.it digitando il titolo “Un Angelo nato due volte” nel motore di ricerca. 15) Qual è l’ultimo libro che hai scritto e di cosa parla? Ho redatto un romanzo il cui tema verte sulla Reincarnazione ma la narrazione abbraccia anche altri temi importanti come il rispetto per la Vita, per se stessi, per gli Altri, per la Natura e per tutto il Creato, la determinazione nel non cedere alle difficoltà ma coltivare sempre la speranza e la fiducia che le circostanze possano cambiare e condurre anche ad esiti inaspettati, il conforto nella Preghiera e laddove non si abbia Fede (il che è del tutto rispettabile) esercitare il rispetto per il Prossimo ma, anche, l’importanza dell’Arte quale nutrimento dello Spirito e canale di espressione libera e conciliante con se stessi e con ciò che ci circonda. Inoltre, la narrazione ha luogo nella mia città, Taranto, alla quale ho voluto rendere omaggio, così bella e amabile ma, anche e purtroppo, così poco rispettata e non riconosciuta nelle sue reali potenzialità e risorse.
16) Leggi molto? Anche libri di autori emergenti? Si, tanto. Attraverso il sito ilmiolibro.it ho potuto affacciarmi agli Autori Emergenti, in fondo lo sono anch’io! Leggere è per me un altro piacere oltre alla scrittura, è come un mondo dal quale mi sento così coinvolta da estraniarmi da tutto ciò che mi circonda, ed in ciò trovo sollievo e rigenerazione. 17) Per te scrivere è un’esigenza, uno sfogo, o una passione? Tutte e tre le cose!!! E’ un’esigenza perché è il canale attraverso cui posso esprimere i miei pensieri più profondi. E’ uno sfogo perché mi permette di sentirmi libera di fantasticare ed immaginare. E’ una passione perché creo e dò vita a qualcosa che prima non c’era e questo mi gratifica. 18) Cosa utilizzi per scrivere i libri? La tastiera del computer, la penna, la macchina da scrivere? Rigorosamente la matita.. 19) Come ti definiresti? Mi imbarazza rispondere a questa domanda, potrei dire qualsiasi cosa di me. Ma è possibile conoscermi davvero attraverso le righe della mia opera, in cui racconto molto di me, dei miei pensieri e delle mie credenze. E’ la relazione ciò che per me conta e spero di crearla con il Lettore e lasciargli parte di me. 20) Quale consiglio ti senti di dare ai tuoi colleghi scrittori? Di essere se stessi e di ascoltare la propria voce interiore.
Intervista all’autrice Katia Belloni 1) Quando e in che modo è nata la tua passione per la scrittura? La passione per la scrittura, l’ho avuta quando è morto mio padre; allora avevo circa 20 anni. Ho cominciato a scrivere alcune poesie d’amore, e le facevo leggere alla nonna paterna. Mi diceva che avevo talento per scrivere, così cominciai a scrivere all’infinito. 2) Ci sono degli autori che ti ispirano o ti hanno ispirato, o che hanno in qualche modo influenzato il tuo stile di scrittura? Si, ci sono autori e scrittori; autori: Neruda, Gibran; leggendo le loro opere mi hanno aiutata molto nella mia fantasia. Scrittori: Battaglia, Sparks; quando leggo i loro libri mi ispirano a scrivere racconti e articoli personali. 3) Dove scrivi solitamente? Hai un luogo preferito, in cui senti che le idee fluiscono più facilmente, in cui la tua concentrazione migliora, dando spazio alla fantasia? Quando sono da sola nel mio studio a casa, ascoltando la musica, e leggendo un libro, ecco che la mia “lampadina” si accende e la penna comincia a scrivere. 4) Adotti dei rituali particolari prima di iniziare a scrivere? No, non adotto nessun rituale. 5) Sei perfezionista, leggi e correggi i tuoi scritti mille volte prima di esserne pienamente soddisfatta/o? Si, sono molto perfezionista; se non viene come dico io, mi arrabbio moltissimo! Rimango lì anche fino a notte se è necessario. 6) Che genere di libri scrivi? Bè, diciamo che ho cominciato adesso: ho concluso un libro di poesie d’amore si intitola “il canto dell’anima”, speriamo che vada in porto! 7) Come definiresti il tuo stile di scrittura: moderno, classico, hai un tuo stile personale? Di solito il mio stile di scrittura è personale; infatti le poesie parlano dell’amore; secondo me è molto importante perché senza “Amore” non c’è vita! 8) Vorresti che la scrittura diventasse il tuo unico mestiere (se non lo è già)? La scrittura è importante nella mia vita, ma ho molto altro; giardinaggio, uncinetto, leggere, passeggiate in mezzo alla natura, casalinga, accudire i miei animali!
9) Quali sono le difficoltà maggiori che incontri nell’intraprendere questo mestiere (se non lo è già)? Le difficoltà sono tante. Prima di tutto bisogna avere una base per costruire questo; ispirazione, fantasia, leggere moltissimo. Fare dei concorsi, inviare alle case editrici ed autori il tuo materiale, usare molto internet,contattare persone giuste per aiutarti in questo mestiere. 10) Ha mai partecipato a dei corsi di scrittura creativa? Ti piacerebbe farlo? No, come ho detto anch’io sono alle prime armi, ma lo farò perché può aiutare tantissimo. 11) Ti è mai capitato di avere il classico momento in cui non riuscivi a riempire il foglio bianco? Si, tantissime volte mi è capitato; sono rimasta ferma a scrivere poesie per un anno, perché l’ispirazione non c’era. 12) Hai mai partecipato a concorsi letterari? Pensi che possano essere utili per farti conoscere? Si, ho partecipato moltissimi concorsi; quando ho vinto il mio primo concorso con Aletti Editore ero così felice, che ho pianto. È molto importante fare concorsi, perché hai la possibilità di far conoscere il talento che abbiamo dentro noi stessi. 13) Cosa pensi dell’editoria italiana? Sono molto contenta dell’editoria italiana; mi aiuta tantissimo. 14) Cosa pensi dell’auto-pubblicazione? Dell’auto-pubblicazione, penso che sia importante, altrimenti come fai a farti conoscere, e scambiare anche idee, ecc. 15) Qual è l’ultimo libro che hai scritto e di cosa parla? Come ho già detto il mio primo libro è ancora in mano all’editore; spero che arrivi una buona notizia! Per quanto riguarda il contenuto, sono poesie d’amore. 16) Leggi molto? Anche libri di autori emergenti? Si, mi piace leggere, la volte leggo un libro in un solo giorno. Sono sempre in libreria!!!!!! 17) Per te scrivere è un’esigenza, uno sfogo, o una passione? Scrivere, è una passione; mi ricordo quando ero alle medie, scrivevo lettere d’amore per le mie amiche; mi dicevano che ero molto romantica…… 18) Cosa utilizzi per scrivere i libri? La tastiera del computer, la penna, la macchina da scrivere? Il mio libro l’ho scritto con il computer! 19) Come ti definiresti? Sono autrice di poesia, faccio interviste personali e collaboro con riviste letterarie!
20) Quale consiglio ti senti di dare ai tuoi colleghi scrittori? L’unico consiglio: leggere di tutto, e fare tantissimi concorsi!
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