magazine Emanuela Arlotta • Francesco Terzulli
Volodeisensi Magazine N.28 Maggio 2014 2014 COPIA GRATUITA-www.volodeisensi.it
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Lucia Simone
Attraverso i miei lavori cerco di cogliere un linguaggio ridotto, in grado di sintetizzare emozioni e condizioni umane comuni... PARTECIPA ANCHE TU! SCOPRI COME, LEGGI ALLINTERNO Iscrivetevi a www.voledeisensi.it
14 Lina Capone Di Mauro
In copertina
04 Lucia simone
22 Rubrica editoriale lce
Intervista a Lucia Simone, artista emergente
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Content
4 L ucia Simone “Definirei il mio lavoro minimale, ma c’è chi, fra i critici d’arte, l’ha definito Astrattismo Lirico.”
12 Arte cultura,
cibo per la mente e per lo spirito‘ I progetti e le proposte dell’associazione culturale Tertulia’s
14 Intervista a
Lina Capone di mauro Le mie Poesie, in verso sciolto, sono spontanee, così come sgorgano dal cuo-
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re, “Naïves”, come io stessa amo definirle
fabrizio de priamo 20 Fabrizio de priamo L’attività istituzionale di Ipermedia con-
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siste nella certificazione di chi si associ con noi (redattori, scrittori, editori, comu-
Poesie di vincenzo cinanni
nicatori e tutti gli operatori della filiera editoriale) per valorizzare i loro profili e la loro attività.
22 Rubrica editoriale lce Come realizzare un progetto editoriale: dall’idea all’opera!
24 Poesie Di Vincenzo Cinanni
26 Un Racconti del mese 29 Verdura in arte di Cristina Rotoloni
Intervista a Lucia Simone a cura di Emanuela Arlotta (Volodeisensi Magazine)
Definirei il mio lavoro minimale, ma c’è chi, fra i critici d’arte, l’ha definito Astrattismo Lirico.
1) Ciao Lucia, benvenuta su Volodeisensi Magazine! La prima domanda che vorrei proporti per questa intervista è molto personale. Vorrei sapere quando e in che modo hai scoperto di avere delle doti artistiche. _Ciao Emanuela, grazie per avermi ospitato nella tua rubrica. Disegno fin da quando ero molto piccola, ho un rapporto con la matita e la penna BIC molto intenso, a volte per scherzare dico che sono nata con la matita in mano. Nonostante ciò non ritengo sia indispensabile notare fin da piccoli di avere un talento per fare arte. L’amore per essa è cresciuto nel tempo insieme a me, una scoperta in divenire, che credo abbia ancora molto da mostrarmi. Di pari passo si è formata la necessità di esprimermi attraverso essa. All’inizio in maniera ingenua, con i disegni da bambina per poi trasformarsi in un vero e
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Tensione di Lucia Simone 70 x 50 cm, Xilografia, stampa tirata dall’autrice, 2012 proprio mezzo di comunicazione. 2) Cosa vuoi o riesci ad esprimere attraverso le tue opere? Attraverso i miei lavori cerco di trasmettere un linguaggio ridotto, in grado di sintetizzare emozioni e condizioni umane comuni. A me non interessa parlare di me, o esprimere le mie emozioni. Voglio riuscire a raggiungere il pensiero di qualcuno che nemmeno conosco e questo posso farlo solo guardando la gente, e il mondo più in generale. Ov-
viamente con i miei occhi. Come diceva Picasso “Per forza nel mio quadro c’è il mio io interiore, perché sono io che lo faccio. Non ho bisogno di tormentarmi per questo. Ci sarà sempre, qualsiasi cosa faccia. Magari ce ne sarà anche troppo... Il problema è il resto!” Essenzialmente lavoro su due fronti, quello legato allo spazio fisico e quello concettuale (il messaggio che intendo comunicare). Entrambi sono connessi l’un l’altro e corrispondono al mio spazio mentale. Il primo è la condizione che ritengo necessaria per creare maggiore
concentrazione nella visione dell’opera. Non è un caso infatti che gli elementi presenti nei dipinti (come nelle incisioni, nei disegni e nella musica) siano molto pochi, e circondati da enormi quantità di bianco. Questo colore per me corrisponde al silenzio, ad un vuoto quieto, un pò come la nebbia o la neve. Un piano così pulito permette di cogliere l’importanza di ogni segno e il suo peso nella composizione. Si viene così a creare un ritmo visivo, quasi fos-
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se una sorta di spartito. Ogni elemento condiziona l’altro, creando un inevitabile meccanismo di causa effetto. Qui subentra il secondo fronte, ossia quello concettuale, infatti gli elementi, i segni, rappresentati corrispondono alla condizione umana. Ognuno di noi, nel bene o nel male, è parte di un tutto e influenza con le sue azioni l’equilibrio dell’altro. Nei miei lavori è facile trovare un invito al silenzio come forma di riflessione.
3) Hai mai esposto i tuoi disegni o i tuoi quadri? Cosa hai provato in quelle occasioni? Si ho esposto più volte i miei lavori, in diverse occasioni, e, ad eccezione di una o due volte in cui non sono rimasta soddisfatta dell’organizzazione, sono sempre stata felicissima di esporre e confrontarmi con altri artisti, con critici d’arte e galleristi. Però, il giorno che più mi ha reso felice è stato quello in
Collegati di Lucia Simone olio su tela, 80 x 80 cm, 2012
cui ho esposto per la prima volta come finalista ad un concorso di arte contemporanea, e ho potuto portare mia madre a vedere la mostra che si è svolta in un museo bellissimo, e renderla così felice. 4) Sei anche musicista e compositrice. Quale delle tue arti esprime meglio il tuo pensiero e il tuo modo di essere? _A seconda di quello che voglio dire scelgo un mezzo piuttosto che un altro, anche se trovo più spontaneo comunicare attraverso le arti visive. Il gesto, la condizione fisica in cui svolgo il lavoro, fa parte del processo creativo. Con la musica, suonando in cuffia, mi estra-
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neo completamente, entro in contatto con una pace che difficilmente trovo con le altre arti. La pittura è una dolce lotta, uno sforzo non solo mentale, ma anche fisico, soprattutto perché la tela la preparo personalmente. Tutto può nascere fin dalla scelta del tessuto che intendo usare per il dipinto. L’incisione, anch’essa è una lotta, ma non è dolce, anzi è intensa, molto più intima rispetto alla pittura, e magari qui mi concedo più libertà. 5) Ho notato che molti dei tuoi dipinti sono in bianco e nero. Come mai questa scelta? Finora la maggior parte dei miei lavori
sono in bianco e nero, soprattutto se prendiamo in considerazione la grafica d’arte. Ciò mi permette di essere più diretta, di creare maggiore concentrazione. I dipinti non sono popolati da molti colori, principalmente uso diversi bianchi, diversi neri e diversi marroni. Questo mi permette di dargli più risalto, di evidenziare le enormi possibilità espressive delle variazioni di un solo colore. Ad esempio, un bianco può essere il bianco di un muro o il bianco ghiaccio della neve. Attraverso un colore così umile, posso condurre il fruitore all’idea di un muro per interni, o all’idea della neve, senza necessariamente rappresentare il tutto attraverso delle forme o situazioni. Anche quando inserisco colori diversi
tendo a calcolare il peso espressivo di ognuno di essi in combinazione all’altro, non a caso faccio spesso uso dei colori complementari.
tarsi nella mischia senza paura.
6) Come definiresti la tua arte pittorica?
Ho da poco terminato delle musiche per uno spettacolo, e ora i miei progetti per il futuro comprendono mostre, gallerie, conoscere altri artisti, e l’intento di tramandare l’incisione a giovanissimi, coetanei, e adulti. Non viene data attenzione a questa forma d’arte, infatti in pochi sanno che quasi tutti gli artisti conosciuti per i loro dipinti hanno anche creato un’infinità di incisioni bellissime.
_Definirei il mio lavorio minimale, ma cʼè chi, fra i critici dʼarte, lʼha definito Astrattismo Lirico. 7) In che modo arriva l’ispirazione per un dipinto o per la composizione di una musica? Grazie per questa domanda. Trovo ispirazione solo se sono in pace con me stessa, perché voglio creare qualcosa che possa trasmettere pace o calma al prossimo. 8) Cosa consiglieresti ai giovani artisti? Anche io sono giovane! Scherzi a parte, ho ancora molta strada da fare per poter dare consigli, ma a un mio amico direi di lavorare duro, di sviluppare un proprio pensiero artistico forte, e quindi di but-
9) Progetti per il futuro?
Biografia Lucia Simone nasce nel 1986 a Perugia, dove avviene la sua prima formazione artistica, sia nel campo delle arti visive che nel campo musicale. Nel 2009 ha composto le musiche originali per il contributo di Fernanda Mon-
Livello in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 2012 ottiene una borsa di collaborazione presso la cattedra di pittura di Gianfranco Notargiacomo. Nel 2013 consegue il Diploma di Secondo Livello in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Durante tutto il percorso accademico ha frequentato il corso di Tecniche dell’Incisione e Tecniche dell’Incisione Xilografiche, tenuto da Aristea Kritsotaki, approfondendo così le tecniche dirette. Premi 2012 - Terzo premio al Premio Lanci, dal 30 settembre al 20 ottobre, Caffè Letterario Giubbe Rosse, Firenze
eta a Walls and Borders con il film cortometraggio Love Conquers Mountains. Nel 2010 consegue il Diploma di Primo
Sezione di Lucia Simone punta secca su rame, stampa in proprio, matrice 21 x 29 cm, supporto 50 x 35 cm, anno 2012
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Legati acrilico su tela, 80 x 80 cm, 2012 - immagine di copertina-
2012 - Terzo premio al Premio Eureka,
gennaio, galleria d’arte Collezione Sa-
dal 15 dicembre al 23 dicembre, Museo
man, Roma 2012 - Primati e
Diocesano e Capitolare,Terni 2012 - Secondo posto al concorso per accademie “L’arte Genera L’arte”, organizzato da Premio Terna e Accademia Nazionale Santa Cecilia, Roma Collettive 2011 - X edizione della Biennale Internazionale per l’Incisione – Premio Acqui, dal 19 giugno al 7 luglio, Acqui Terme (AL) 2012 - Il Gesto e il Segno, dal 21 al 27
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terario Giubbe Rosse, Firenze 2012 - Terzo premio al Premio Eureka,
Trascendenti, a cura di Enzo Elefante,
dal 15 dicembre al 23 dicembre, Museo
maggio, Maddaloni (CE)
Diocesano e Capitolare,
2012 - I Mille Volti di Ulisse, collettiva
Terni
studenti Aristea Kritsotaki, dal 17 al 20 maggio, Teatro Vascello,
2012 - Finalista al Premio Adrenalina, dal 15 novembre al 2 dicembre, Museo
Roma
d’Arte Contemporanea Roma
2012 - Finalista al Premio Combat, dal
(MACRO La Pelanda), Roma
22 al 30 giugno, Museo Civico Giovanni Fattori, Livorno 2012 - Terzo premio al Premio Lanci, dal 30 settembre al 20 ottobre, Caffè Let-
2013 - I Colori dell’Anima, a cura di DanielaAccorsi, collettiva dal 23 febbraio al 14 marzo, presso la galleria d’arte AccorsiArte, Torino
2013 - Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea ArtBrescia, dal 2 marzo al 29 maggio, Museo
AccorsiArte, Torino 2013 - XI edizione della Biennale Internazionale per l’Incisione – Premio Acqui,
Diocesano, Brescia
dal 15 giugno al 7 luglio,
2013 - 22° edizione Premio comune di
Acqui Terme (AL)
Gorlago, concorso nazionale di calcografia, artista segnalata, dal 25 maggio al 2 giugno, Sala Civica comunale, Gorlago (BG)
2013 - Romance, a cura di Tiziana Musi, dal 17 settembre a 5 ottobre 2013, Temple University, Roma 2014 - Dimensioni, a cura di Daniela Ac-
2013 - Finalista al Premio Flyenergia,
corsi, dal 30 novembre 2013 al 15 gen-
concorso e mostra a cura di Gian Ruggero
naio 2014, galleria d’arte
Manzoni, dal 20 maggio al 6 giugno, galleria d’arte Deodato Arte, Milano 2013 - Finalista al concorso d’arte Artefatto - Soft Power, Mostra Internazionale Under 35, dal 24 maggio al 16 giugno, Museo Civico Revoltella, Trieste
AccorsiArte, Torino Bibliografia Catalogo Premio Acqui, X Biennale Internazionale per l’Incisione, Mazzotta, 2011, Milano Catalogo Premio Combat 2012, Sillabe, 2012, Livorno Catalogo Premio Adrenalina 2012, Ponte Sisto, 2012,
2013 - Nuovo Spazio AccorsiArte, a cura di Daniela Accorsi, dal 1 giugno al 22 giugno, galleria d’arte
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Roma Finestra blu olio su tela, 80 x 80 cm, 2013
Catalogo Premio Flyenergia, edizioni Deaodato Arte Milano Gallery, 2013, Milano Catalogo Artefatto 2013 - Soft Power, Mosetti Tecniche e Grafiche snc, 2013, Trieste Catalogo Premio Acqui, XI Biennale Internazionale per l’Incisione, Mazzotta, 2013, Milano VI edizione del Repertorio degli Incisori Italiani Contemporanei, Edit Faenza, 2013, Ravenna Sito internet
www.luciasimone.it
Concatenati puntasecca su rame, stampa in proprio, matrice 40 x 40 cm supporto carta graphia 70 x 50 cm, anno 2013
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Lascia volare l'immaginazione.. PICCOLE FIABE PER GRANDI SOGNATORI di Emanuela Arlotta
http://www.twins-store.it/home/57-emanuela-arlotta-piccole-fiabe-pergrandi-sognatori-9788898410422.htm 11
Arte e Cultura, cibo per la mente e per lo spirito! A cura di Emanuela Arlotta
L’Associazione Culturale Tertulia’s è una nuova realtà nel campo artistico che si sta facendo strada grazie all’entusiasmo delle tre fondatrici Emanuela Arlotta, Emanuela Guttoriello e Patrizia Palese e grazie ai consensi che riceve giornalmente dai nuovi collaboratori e da chi ha deciso di essere parte integrante di questa squadra! Le idee stanno prendendo forma e ci sono tanti progetti che si susseguiranno nel corso dell’anno oltre a quello già avviato e volto alla valorizzazione degli autori attraverso presentazioni, recensioni professionali e canali multimediali di condivisione! Si perché Tertulia’s è una realtà giovane e capace di utilizzare tutti i mezzi digitali che la rete mette a disposizione per poter diffondere il proprio operato e i propri associati regalando vetrine e infinite possibilità! Abbiamo in programma anche dei laboratori creativi e un concorso letterario per gli autori! Ma non finisce qui perché Tertulia’s ha instaurato una collaborazione con due nomi tra i più importanti nel campo del jazz e del classical -pop: ROBERTO FABBRI e FABIO MARIANI e con la scuola di musica Novamusica E Arte per poter dare opportunità e visibilità anche ai musicisti. E ancora stiamo progettando mostre pittoriche e manifestazioni artistiche di varia natura alle quali lavoreremo con grande entusias-
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mo! Ma Tertulia’s non si è fermata a Roma rischiando di lasciare fuori chi vive in altre regioni e per problemi personali non può spostarsi per presentare il suo
libro! Così sta stringendo collaborazioni con alcuni autori che riscuotono la totale stima del direttivo e che si occupano già da tempo anche di recensire e presentare altri scrittori.
Al momento sono nella squadra di Tertulia’s Cristina Rotoloni per l’Abruzzo e Roberto Baldini per l’Emilia-Romagna. Si aggiungeranno a questi due nomi altri collaboratori di nostra fiducia per darvi l’opportunità di poter partecipare attivamente e per creare una forte e solida realtà culturale in Italia che possa ridare dignità e credibilità all’Arte e agli artisti contemporanei. La prima presentazione di Tertulia’s ci sarà il prossimo 6 Giugno e vedrà come protagonista una talentuosa poetessa che viene dalla Sardegna. Katia Debora Melis inaugurerà con il suo libro ‘Passaggi Minimi’ (Editore Thot) una serie di presentazioni dal titolo ‘ Arte e Cultura, cibo per la mente e per lo Spirito’ in collaborazione con Alessia Roselli e Roberto Scanarotti. Saremo ospiti di una meravigliosa villa immersa nel verde, sede dell’azienda Forever Living che fa del benessere fisico il suo scopo primario realizzando prodotti di prima qualità a base di Aloe, pianta dalle rinomate e molteplici qualità. Nutriremo, quindi, la nostra Anima con la profondità degli scritti della nostra autrice Katia Debora
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Melis e il nostro corpo con un bagno di benessere nel ‘regno dell’Aloe’ . L’appuntamento è per il 6 Giugno alle ore 17.30 in via del Casaletto, 305 Roma. Vi aspettiamo numerosi per conoscerci dal vivo e per assaporare un’atmosfera unica e carica di sensazioni ed emozioni che lascerà il segno in ognuno di noi! Emanuela Arlotta (Presidente di Tertulia’s) Contatti : Sito web : www.tertulias.it Info e iscrizioni Roma : netertulias@gmail.com
associazio-
Cristina Rotoloni Abruzzo: teruliasabruzzo@gmail.com Roberto Baldini Emilia-Romagna keith79@hotmail.it
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Intervista di Lina Capone Mauro
Le mie Poesie, in verso sciolto, sono spontanee, così come sgorgano dal cuore, “Naïves”, come io stessa amo definirle
BIOGRAFIA Lina Capone, di origine Irpina, è nata a Sepino (CB) e vive ad Ottaviano (Na). Laureata in Lingue e Letterature Straniere presso Il Magistero Suor Orsola Benincasa di Napoli, è stata docente d’Inglese nella Scuola Media Statale, ricevendo anche una targa di encomio per il suo impegno didattico. Ha fatto parte, come Mezzo Soprano, della Corale Polifonica “Santa Cecilia “ di Nola, Diretta dal Maestro Don Pierino Manfredi. Amante della Musica in genere e della Canzone Napoletana, è, anche, Pittrice autodidatta ed esperta in Decoupage. Scrive Poesie, Racconti, con all’attivo vari Premi e Attestati
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Letterari. Attualmente è Past Presidente e Past Revisore dei Conti Distrettuale Sud/ Ovest, nonché attuale Seg. della Federazione Internazionale BPW Italy F.I.D.A.P.A. Ottaviano (NA). Impegnata nel Sociale, affianca il marito e il figlio nelle attività Lionistiche, in quanto anch’essa Lions, rivestendo il ruolo di Cerimoniere del Club di San Giuseppe Vesuviano. Tuttora è impegnata nell’insegnamento di Discipline Olistiche, infatti , oltre che Terapeuta, è REIKI Master Teacher ed Insegnante di Theta Healing , interessandosi anche di Meditazioni , Angels Therapy, Cristalloterapia e Fiori di Bach. Ha completato i suoi Studi Olistici negli Stati Uniti _Utah_Salt Lake
City e Park City e St. Augustine_Florida_ Il suo sito è < www.linacaponedimauro.com > e cura oltre ai suoi profili anche la pagina Facebook “ Mondo Olistico”. Il mio contatto con l’EDITORE, LAURA CAPONE E’ una storia che ha qualcosa di poetico. Nel 2009, ancora nel pieno di un periodo molto buio della mia vita, alcuni giovani carissimi amici mi aiutarono ad iscrivermi su Facebook. Fu per me una svolta importante, commovente, impensabile e felice. Nel profilo ritrovai così, inaspettatamente sulla mia sinistra le foto di cugini, nipoti, paren-
anche di una Favola Geografica , inserita ne : “Il Sentiero del Narrare” . Ma la cosa che, al di là di tutto, mi ha riempito il cuore di felicità, è aver saputo durante la presentazione delle antologie, che la Redazione ha trovato difficoltà a selezionarle perché tutte belle, tanto da voler in un primo momento fare un libro solo per me ! …Un volo planetario, il mio !!!!!!!!!!!
ti e amici, vicini e lontani….. e la sorpresa e la commozione furono tali che mi ritrovai a piangere di gioia. Tra gli amici di mio fratello, che nel frattempo seguendo il mio esempio aveva creato il suo profilo, mi colpì “una certa” Laura Capone. Chiesi l’amicizia ed ritrovandoci ad avere lo stesso cognome c’impegnammo a voler trovare una parentela: ma le ricerche ed i ricordi di famiglia ci portarono ad essere “Illustri sconosciute”. Il mio ceppo IRPINO ed il suo NAPOLETANO. E andò avanti la nostra amicizia virtuale con qualche mi piace, commenti e condivisioni. Poi un Bel giorno mi ritrovo il link di una Laura Capone Editore…… …... io scrivo poesie e brevi racconti da molto ed in cuor mio avevo sempre desiderato, poter raccogliere i miei scritti in un volume…. Ma era un’impresa molto difficile, si sa perché. Quindi, contatto immediato…… e Laura mi consigliò di mandarle la Silloge. Ma passò molto tempo e mi stavo scoraggiando, oltretutto, pensando che non fossero valide per la Commissione. Poi, all’improvviso mi vedo contattare dalla Redazione proponendomi di partecipare al Concorso del Primo Premio Nazionale di Letteratura Italiana, Laura Capone Editore,oggi alla II Edizione col nome di Premio Nazionale Letteratura Italiana Contemporanea 2014, inviando alcune mie poesie… La felicità presto si tramutò in dramma : …. Quali scegliere, tutte figlie mie…. ! E mi feci aiutare dalla sorte…. sorteggiandole con i bigliettini !!!!!! E così fu, che mi son ritrovata, Felice e ancora un po’ incredula, ad essere tra i vincitori e a vedere inserite, con mio grande orgoglio, molte mie poesie nell’Antologia “ Il Volo del Poetare” , con la premiazione
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Ora però, riavutami dallo Shock, davvero ho proposto alla Redazione di aiutarmi ad avere un Libro tutto mio, che vorrei Intitolare “ BRICIOLE “ , poesia che potrebbe aprire la Silloge stessa, in modo da poter fare una Presentazione in assolo. Faccio parte di due grandi famiglie Internazionali i Lions , che tutti penso conoscano, e la International Federation of Business and Professional Women, BPW Italy FIDAPA ( Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari ), meno conosciuta, tutta al Femminile, ma anch’essa Internazionale ed importante al pari dei Lions. Gli scopi sono gli stessi e sono essenzialmente culturali e filantropici. Quindi Presentando il mio libro potrei devolvere qualcosa, anche, ad un Ente in bisogno. Punti fondamentali che caratterizzano la mia poetica Fin da ragazza , quando facevo parte della redazione del Giornalino d’Istituto, oltre a brevi articoli, mi veniva di scrivere in rima i profili dei Professori. Poi presa dalla routine quotidiana…. mi sposo a 21 anni…!.... non ci penso quasi più….! Vengono i primi grandi dolori, la perdita del mio secondogenito, a pochi giorni dal parto, e la morte, dopo tante sofferenze, di mio padre. Si sa che spesso l’anima traduce in versi, in musica, il dolore che la piega, la spezza e la frantuma,.. la Sbriciola ! Così, scritto anche nel mio DNA, perché in famiglia ci sono altri poeti e scrittori, la vena poetica ritorna. E scrivo, scrivo…. anche in Inglese e tanto anche in Napoletano, che si presta duttilmente e musicalmente ad esprimere appieno i vari stati d’animo. Poi, Un fulmine Possente e Inaspettato squarcia il mio cielo…..Paolo si ammala e dopo sei anni di speranze, e improbe battaglie, ci lascia in un dolore e vuoto incolmabili !!! Mi fermo ancora nel
buio più estremo …….. e do di fondo ai miei percorsi Olistici iniziati per la malattia di Paolo e condivisi anche con lui. Mi pensiono da Docente di Inglese , e vado negli Stati uniti per prendere il Master in Reiki, divento così REIKI MASTER TEACHER, arricchendo il percorso di altri sentieri…come Algels Therapy…. Cristalloterapia, Fiori di Bach ed altro. La mia Fede Francescana di elezione( uno zio Paterno Padre Francescano dei minori Conventuali, col saio nero) si arricchisce, così, di teorie Orientali, anch’esse per l’Amore Universale ed Incondizionato, ed esco in modo decente dal baratro…… illuminando il Buio dell’Anima e Sciogliendo in versi il mio dolore……. Infatti, le mie Poesie, in verso sciolto, sono spontanee, così come sgorgano dal cuore, “Naïves”, come io stessa amo definirle, e, come detto precedentemente, sono in madre Lingua, inVernacolo e in Inglese. Mi piacerebbe intitolare la mia Silloge “ BRICIOLE ” , come una delle mie poesie, perché sono espressione di vari moti dell’anima, legati, soprattutto, come suddetto, ad un mio intimo ed intenso travaglio spirituale, iniziato, diversi anni fa’, che ha frammentato in Briciole Luminose la mia Anima. Due mie poesie sono state, anche, musicate ed una, in particolare, viene presentata, dallo stesso Maestro, come Preghiera.
A cura di Lina Capone Di Mauro
Contatti: Lina Capone Di Mauro T/F 081.827.94.73 // 338.11.20.590 // 388.47.28.413 Email< lidimauro@gmail.com >
Intervista a a Emanuele Fracella a cura di Agnese Monaco
2. Cos’è esattamente il Wing Tsun? Il Wing Tsun è un sistema di kung fu votato al combattimento reale. Nato in Cina trecento anni fa, si racconta ad opera di una donna che ne eliminò tutti quei movimenti ritenuti elastici, ginnici ed artistici creando così una tra le più temute Arti Marziali. 1. Salve Maestro Emanuele Fracella, può raccontarci qualcosa di lei e della sua arte marziale?
3. Ci sono differenti scuole? E che differenza hanno tra loro?
Vivo a Lecce dove insegno la meravigliosa arte del Wing Tsun Kung Fu. Ho interamente dedicato la mia vita allo studio delle Arti Marziali, scoprendo nel tempo che oltre alle tecniche di difesa, il kung fu offre una meravigliosa realtà fondata su principi di filosofia, scienza, principi etici e valori morali che hanno lo scopo di rendere il praticante di Wing Tsun una persona migliore.
Seguo il lignaggio del Gran Maestro Yip Man, leggendaria figura nel panorama del kung fu del secolo scorso (noto tra l’atro per essere stato il maestro del compianto Bruce Lee). Yip Man fu il primo a rendere pubblico l’insegnamento del Wing Tsun.Il suo è un sistema pratico che punta a neutralizzare l’avversario nel più breve tempo possibile. Il sistema , basato su movi-
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menti semplici, non oppone forza ma utilizza la logica del corpo e della mente per neutralizzare l’aggressore. Alla sua morte di Yip MAN i suoi allievi hanno interpretato il Wing Tsun in diversi modi. Io seguo gli insegnamenti del Gran Maestro Leung Ting, ultimo allievo privato di Yip Man. Ho trovato il suo Wing Tsun più logico e pratico, particolarmente fedele ai principi di quest’arte. 4. Come si caratterizzano le tecniche e quali strategie seguono? Il Wing Tsun è un sistema pratico basato su movimenti semplici; che non colleziona tecniche spettacolari e poco adatte alla realtà, né fa uso di forza contro forza di un possibile aggressore più prestante. Il sistema segue i movimenti dell’avversario utilizzando la sensibilità del corpo per adattarsi costantemente, e con movimenti circolari o rettilinei
quanto fulminei, lo neutralizza velocemente. 5. Cosa rappresenta per te il fatto che la nascita del Wing Tsun è derivata da una donna? E per l’antica Cina? Non c’è differenza se un uomo o una donna ha creato qualcosa, l’importante è il valore di quella cosa ed il principio al cui il sistema si ispira Probabilmente solo una donna poteva comprendere la relatività della forza fisica in un reale scontro da strada, ciò ha fatto si che dietro la nascita di questo sistema di kung fu ci fosse la logica e la genialità dei principi taoisti. In Cina il tao ha significato la cultura di quel popolo così tanto da ritrovarlo nella letteratura, nella medicina, nella fisica e in ogni altra scienza o atre. Nel Wing Tsun i principi di Yin e Yang si fondono e confondono, si alternano e si mescolano, spiegando il perché della fisica dietro ad ogni gesto, la logica contro la forza. 6. Qual è stata la fortuna di questa disciplina? Il Wing Tsun è pratico, logico ed efficace. Se insegnato correttamente è un’esperienza unica. Oltre ad essere un sistema di difesa,
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diventa per molti un percorso dove cercare qualcosa di più: “I saggi taoisti crearono le arti marziali per insegnarne il tao alla gente comune”. 7. Dove possiamo trovare palestre specializzate? Ci sono molte federazioni che insegnano Wing Tsun, ognuna con proprie peculiarità, specialità proprio perché condizionate dalla particolare natura del Wing Tsun che può subire interpretazioni più o meno valide. Per quanto mi riguarda ho fondato la I.W.T.K.A. (Italian Wing Tsun Kung Fu Association) con l’intento di preservare gli insegnamenti originali che ci legano alla scuola di Hong Kong. 8. Che strumenti si usano? E’ prevista una forma agonistica con tornei? Nel Wing Tsun tutto è in funzione della difesa, qualunque cosa pur di sopravvivere, la regola agonistica ne rovinerebbe in maniera tragica la sua efficacia. Personalmente temo che premiare chi colpisce un’altra persona non sia un profilo di insegnamento valido moralmente anche se la realtà di strada ci può porre innanzi a scelte estreme. 9. Con quale nome orientale viene in-
dicato il Maestro? Cosa significa? In Cing il Maestro di kung fu era il saggio della comunità, una persona retta, filosofo e medico. Veniva chiamato Sifu (padre maestro) ed aveva la massima considerazione. 10. Perché una qualunque persona dovrebbe interessarsi al Wing Tsun? Nel Wing Tsun vengono studiati movimenti che hanno diversi scopi. E’ nato per la difesa, ma anche per la salute, si hanno ottimi benefici fisici; è estremamente interessante la relazione che si crea tra due praticanti i quali, assecondando i movimenti l’uno dell’altro, imparano ad ascoltare, ad essere disponibili attraverso i movimenti di Ying e Yang. 11. Essendo nato da una donna questo lascia presumere che sia uno “sport” per tutti? Infatti il buon Wing Tsun permette a chiunque, indipendentemente dal sesso o dall’età, di poterlo praticare. Occorre, però, una mente non rigida, disponibilità al cambiamento così da poter usare il proprio corpo in modo differente da come lo si usa e lo si conosce, con strategie e principi, evidentemente, non vicini alla nostra cultura. 12. Aggiungi qualcosa di cui vuoi par
lare ed un aneddoto in merito al Wing Tsun. Si dice del Gran Maestro Yip Man che aveva studiato tutta la vita l’arte della lotta ma che non amava lottare Credo che questo riassuma il più alto livello a cui un praticante di Arti Marziali possa aspirare e che passa tutta la sua vita per perfezionare la tecnica e se stesso, incontrando paure e delusioni, preparandosi al meglio per affrontare uno scontro, ma spera, in cuor suo ,di non dover mai lottare, mai colpire qualcun altro. Yip Man fu celebre per i suoi duelli, sempre vittorioso non fece mai vanto, anzi ne era contrariato. Le Arti Marziali devono evolvere il praticante, non farlo diventare un animale. 13. Qual è la situazione italiana del Wing Tsun ed in che posto lo collochiamo?
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Oggi il Wing Tsun è frammentato in innumerevoli federazioni. Per la sua natura adattabile si offre a possibili modifiche e interpretazioni che hanno fatto si che venissero a crearsi numerose organizzazioni con strategie e tecniche molto diverse tra loro. Io cerco di rimanere il più possibile legato agli insegnamenti del Gran Maestro Leung Ting ritenendo che eventuali cambiamenti spesso sono più il frutto della presunzione piuttosto che vera conoscenza, e comunque, perché ritengo che il Wing Tsun è già perfetto così. La I.W.T.K.A. (Italian Wing Tsun Kung Fu Association) ha questo scopo. 14. Che progetti vedi per il futuro di questo sport? Grazie per il tempo concessomi. Mi auguro che il Wing Tsun abbia un grande successo, convinto che sia
un’arte che può dare tanto alla gente, e visto il successo che stiamo ottenendo non possiamo che credere che sia così. Grazie a te Agnese per la possibilità che mi hai dato nel poter raccontare un po’ della meravigliosa arte del Wing Tsun.
Sito: www.iwtka.it facebook : IWYKA WING TSUN -Escrima.
Le recensioni
L’estetica dell’oltre di Michela Zanarella Recensione a cura di Emanuela Arlotta
L’autrice, con la sua spiccata sensibilità tramuta parole in audaci versi, con accostamenti originali e carichi di significato. La sua Fede in Dio e nella vita si percepisce tra le righe ‘Io vivo/ dove la vita / attira amore in grembo’. La poesia ‘Il senso di una croce’ è dedicata interamente a Cristo e al ‘sacrificio di un uomo / nato, morto e risorto, / consegnato come sale / alle zolle del tempo’. Immancabili le dediche ai poeti Alda Merini e Pierpaolo Pasolini che rappresentano delle autentiche guide spirituali e poetiche per Michela e che accompagnano ogni sua silloge, come fossero camei preziosi tra i suoi pensieri. La feconda unione di Natura e profondità del sentire si riassume in versioni poetiche rarefatte e trascinanti quasi trasparenti come veli sul mondo che rivelano, silenziosi, le orme sul cuore dell’autrice. Nessuna riflessione è lasciata al caso, ma frutto di una continua meditazione, insita nell’essere della poetessa. Un cammino intrapreso dall’autrice che varca la soglia del terrestre per arrivare istintivamente a ciò che non si vede, che è nascosto alla vista ma si sente, si percepisce. Una sorta di visuale parallela che aiuta il lettore a non sentirsi intrappolato nella finitezza e nella ristrettezza della mera realtà tangibile.
I versi di Michela Zanarella gravitano attorno ad argomenti salienti della vita, come l’amore, come il tempo, la Natura e la Fede. Soggiornano tra le acque profonde di un pensiero vissuto e meditato e si snodano tra percorsi interiori mai banali approdando nel verso che ne esalta il valore attraverso la forma. Michela trasmette il senso di un tem-
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po che scorre inesorabile ma che deve lasciare segni sulla pelle dell’anima, nutrendola di luce e di nuova nascita “Non avere della luce / il naturale pulsare / è morire senza fioriture. / Il tempo continua / a muovere barche e tessuti.” E ci invita a non lasciar morire nel tempo il ricordo ‘Non dimentichiamo / le disperate stagioni, / i palazzi crollati, / la nuda eredità al terrore, / il demone della guerra’
Una silloge da assaporare nel silenzio della notte o all’alba con il sole che timido si affaccia dal cielo per rivelarsi ancora una volta. ‘Nell’utero elastiche origini , / il tocco bianco di Dio / e in un lembo nudo / d’acqua / l’esile macchia / del mio esistere./ Forse madre non sai che dal tuo docile grembo / ho appreso come suonano / sembianze di luce’.
L’attività istituzionale di Ipermedia consiste nella certificazione di chi si associ con
Intervista a Fabrizio De Priamo a cura di Mariagrazia Talarico
noi (redattori, scrittori, editori, comunicatori e tutti gli operatori della filiera editoriale) per valorizzare i loro profili e la loro attività.
Intervista a Fabrizio De Priamo, promotore di iniziative culturali e scrittore in prima persona. Cos’è Ipermedia? Ipermedia Club degli Editoriali (CDE) è la prima associazione professionale sorta in Italia per riunire operatori e professionisti dell’editoria e della comunicazione. Quali iniziative proponete? L’attività istituzionale di Ipermedia consiste nella certificazione di chi si associ con noi (redattori, scrittori, editori, comunicatori e tutti gli operatori della filiera editoriale) per valorizzare i loro profili e la loro attività. Poi, attraverso il nostro Centro studi, da me diretto, forniamo ai soci formazione e aggiornamento. Ma abbiamo altre attività: dai
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servizi alle ong e agli editori, all’organizzazione di convegni culturali, all’ attività di ricerca e consulenza di settore. Che tipo di corsi avete attivato?
Sono moltissimi, riguardano tutte le figure della filiera editoriale (redattore, editor, correttore, ufficio stampa, editore, ecc) e alcuni aspetti strategici della Comunicazione. Vorrei sottolineare una novità lanciata in questi giorni: i mini
corsi editoriali, rivolti ai ragazzi tra gli 11 e i 17 anni e a coloro che siano totalmente digiuni di editoria e siano fuori dal normale ciclo formativo. Come trovarvi in internet? Dove si trova la vostra sede? In internet segnalo due nostri siti www. masterineditoria.it e www.clubdeglieditoriali.it , la nostra sede principale è a Roma, in zona centro. Stai curando una collana editoriale: I classici dell’ebrezza per la casa editrice romana Opposto, parlaci di questa iniziativa e delle tua traduzione del libro di De Quincey “ confessioni di un mangiatore di oppio “. Si tratta di un’idea lungamente elaborata e che da circa un anno e mezzo ha visto la luce. Ho pensato di riunire secondo un filo rosso culturale quelli che a mio avviso sono i principali esponenti della “religione dell’ebbrezza”, coloro cioè che hanno tratto la principale fonte di ispirazione dal loro rapporto o dal loro incontro/scontro con le droghe, l’alcool, l’eros e con tutto ciò che altera il normale stato di percettibilità dei sensi. Il primo libro non poteva non essere dedicato a un pioniere del genere come De Quincey e al suo “Confessioni di un mangiatore d’oppio”, che ho tradotto e rieditato in modo originale e particolare per renderlo fruibile al pubblico italiano di oggi. Stai lavorando ad un nuovo libro ? A settembre uscirà il prossimo volume della collana, da me curato, di cui posso anticipare il titolo: “D’Annunzio femminista”. Qui l’ebrezza è quella dell’eros colta nei primi romanzi del D’Annunzio giovane, e declinata in una prospettiva (il “femminismo”) che ai più, in un autore come lui, suonerà perlomeno paradossale. Ma ne riparleremo all’uscita del volume.
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Rubrica editoriale LCE Come realizzare un progetto editoriale: Dall’idea all’opera !
Laura Capone Editore www.lauracaponeeditore.com Spesso ci contattano in redazione chiedendo più o meno la stessa cosa: “Vorrei scrivere un romanzo, ho già ’idea, se lo scrivo, me lo pubblicate?”, la nostra risposta è sempre la stessa: “scriva prima il romanzo, se lo riterremo valido per una pubblicazione la contatteremo”, l’esperienza ci insegna che quasi mai queste persone poi concretizzano l’idea. Alle persone che da tanto carezzano l’idea di scrivere ma non sanno da dove incominciare, rivolgiamo la rubrica editoriale di questo mese, regalando qualche pillola dei nostri corsi di formazione di scrittura creativa.
Il genere letterario Il primo punto è focalizzarsi su quale genere letterario principale scegliere: poesia, racconto o romanzo (lasciar perdere per la prima esperienza i generi “promiscui” i quali, senza un approfondito studio ed una adeguata cura, diventano un’accozzaglia di parole).
La poesia Riferendoci alla poetica contemporanea, esistono attualmente due filoni: la poesia nazional popolare e la poesia di nicchia. La poesia nazional popolare è quella che oggi ha maggior riscontri, generata di getto da un impulso emozionale. La troviamo spesso su “facebook” condivisa e compresa dai più. Ha la forma di frammenti sparsi senza un ordine, infatti i titoli più inflazionati per questo tipo di queste raccolte sono: “Frammenti”, “pensieri sparsi” e similari, perché sono, ognuna, emozioni rivelate in un dato
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momento della propria vita, fermate sulla carta che testimoniano il proprio io. La stessa Laura Capone Editore ne ha pubblicate diverse in quanto facenti parte del nostro patrimonio letterario contemporaneo, es. “Frammenti/Fragments” dell’autore Mattia Retta e “Petali di parole” dell’autrice Isabella Verduci.
Creare la struttura Per quanto istintive, per quanto belle non si può proporre ad un editore di qualità un numero di poesie povero, disordinato e senza cura, non è una lista della spesa ma un’opera letteraria. Bisogna decidere quindi che ordine dare alle poesie, ad esempio: se cronologico o se tematico, se per stile o linguaggio. Bisogna decidere come cadenzare questo ordine in parti, ad esempio dividere la silloge in due parti contenenti l’una le poesie in italiano l’altra in vernacolo, oppure per esempio scegliere quindici poesie divise per 5 tematiche diverse, e così via. O creare una struttura concentrica, che ha un’apertura similare alla chiusura, con un nucleo centrale contenente l’essenza della propria ispirazione o della silloge stessa. La struttura può essere semplice o articolata, ma deve esserci, e un letterato attento saprà riconoscerla. Una prefazione che introduca il lettore nel percorso personale
dell’autore attraverso le sue poesie , o che ne sottolinei le peculiarità, è spesso fondamentale affinché esse vengano apprezzate. Infine l’indice, che sarà poi un riferimento per il lettore; è il riferimento stesso dell’autore per verificare l’ordine dei componimenti. La poesia di nicchia è polisemica, va oltre la semplice lettura emozionale, nasce da una profonda conoscenza della tradizione secolare classica, attraversa uno studio incessante della poesia moderna e continua verso l’evoluzione di un proprio stile che non si discosti da un’idea di perfezione. Attenzione alla prefazione, alle note e alla bibliografia Gli autori polisemici appunto, non concepiscono una poetica che non sia incorporata in una struttura, spesso il gioco della perfezione consiste nel costruire un apparente disordine strutturale di fatto perfetto; oppure, in una già palese perfezione strutturale, la ricerca stilistica è condotta da una piena proprietà linguistica. Malgrado il dissenso di molti, noi della LCE reputiamo che sia fondamentale per questo tipo di silloge, spesso poi multi premiata, una prefazione critica dettagliata e un buon arricchimento bibliografico, che anche se può sembra-
re ridondate per un cultore, o precoce per un autore vivente, è un’ottima guida per chi desidera arricchire il proprio bagaglio culturale e comprendere appieno gli obiettivi dell’autore. Un esempio di silloge poetica di nicchia è “Il soffio delle radici” dell’autrice Carla de Falco (Laura Capone Editore) o anche la poetica dell’autore Umberto Schioppo vincitore con “Anima ridestata” e “Diario di altre terre” del Primo Premio Letteratura Italiana LCE 2013, oggi alla II edizione con il nome rinnovato Premio Letteratura Italiana Contemporanea 2014.
Il racconto Il racconto può essere breve (novella) o molto lungo, tanto da avvicinarsi al germe di un romanzo. Il racconto breve, proprio per questa sua peculiarità, partendo dall’idea e seguendo l’impulso, può essere scritto tutto di getto, anzi ciò l’aiuta a mantenere una compattezza stilistica. Ha un’origine antica che risale alla tradizione orale che necessitava di brevità e di linearità, per soccorrere la memoria. Si presta sia al genere fiabesco che a quello realistico. Può avere un finale chiuso, cioè l’azione del protagonista giunge ad una conclusione; o aperto , cioè lascia il lettore in aspettativa e nella sua interpretazione può dare il “suo finale”. “All’ombra dell’obelisco” di Davide Giordano è uno dei racconti vincitori del Premio Letteratura Italiana LCE e pubblicato nell’antologia “Il sentiero del Narrare” (Laura Capone Editore) ed è un eccellente esempio di racconto breve perfettamente elaborato e lineare in tutte le sue fasi, dalla dettagliata descrizione delle ambientazioni, al fresco innamoramento di due giovani, fino agli inaspettati risvolti di una situazione tanto realistica quanto surreale in cui si ritrova il lettore. Il racconto lungo ha una struttura molto simile a quella del romanzo ma non lo raggiunge per brevità, lo si considera il germe di un romanzo in quanto ne costruisce l’impalcatura ma non lo
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riveste degli approfondimenti. Per utilizzare ancora un esempio della nostra produzione “Prima che cali il silenzio” dell’autrice Laura Scanu, ne è un modello di perfezione, per cui lo utilizzerò facendo una marginale analisi per spiegare come costruire un racconto lungo coinvolgente. Il soggetto del racconto è la pedofilia, chi racconta di questo soggetto, ossia la voce narrante principale, è il pedofilo. Ovviamente il racconto non è autobiografico. Il lettore non è scaraventato nell’azione diretta ma il pedofilo incomincia a parlare di sé, senza rivelarsi mai, scegliendo con cura il momento in cui iniziare a raccontarsi facendo coincidere questo momento con la nascita della persona per lui più amata al mondo. Prosegue la narrazione tra sbalzi temporali, senza rivelare mai del tutto gli avvenimenti e personaggi, creando una continua aspettativa nel lettore. Nella narrazione, la forza della pulsione che spinge il pedofilo viene man mano rappresentata come l’attacco un drago sempre più potente, e ogni volta che il protagonista non riesce a respingerlo, soccombe alla deviazione che lui crede amore, e solo nell’unico attimo in cui ne ha la consapevolezza, uccide il drago. La trama e la struttura e le tre voci narranti sono perfettamente incastonate.
Il Romanzo Il romanzo è il genere letterario più amato per eccellenza per libertà creativa e per questo necessiterebbe di uno spazio tutto per sé nella rubrica. Chi intende sperimentarlo deve individuare il sottogenere più consono alla propria creatività. Ne accenneremo solo alcuni. La biografia, a cui tendono tutti nella convinzione che le proprie gioie e i propri dolori siano di interesse pubblico, è in realtà il meno interessante, a meno che non si sia dei personaggi storici di gran rilievo.
Il picaresco è il più semplice e divertente da realizzare, perché si tratta di una serie di racconti avventurosi ognuno con un inizio ed una fine, collegati tra di loro da un unico protagonista. Il fantasy, oggi all’apice del commerciale, per sviluppare il quale si parte da una favola base facile. Questa si approfondisce attorniandola di personaggi presi da varie mitologie; poi occorre arricchirla geograficamente con paesaggi fantastici, e sviluppare con questi tante mini storie che in qualche modo si intersecano tra loro attorno al perno principale, la conquista di un trono, il ritrovamento di un anello, ecc. Lo psicologico si basa sull’introversione, è un romanzo più complesso di quanto si possa credere, non si sviluppa sull’azione ma sui ragionamenti che il protagonista fa per ogni azione che svolge o che osserva svolgere, e proprio per questo rischia di divenire pesante ad una lettura. Per avere i migliori risultati deve esserci molta auto ironia, e si devono risaltare tutti gli aspetti divertenti di queste osservazioni. Un genere oggi molto di moda è il NOIR che ha bisogno del suo antieroe, crudeltà e spietatezza devono imperversare in un alito per tutta la lettura, dando respiro quando il lettore soddisfatto esce dalla storia per ritornare alla sua tranquilla vita. Il romanzo Surreale, alla Bukowski, è quanto di più drammaticamente realistico e inaspettato possa esserci. Per realizzarlo bisogna estremizzare le situazioni reali senza edulcorarle. La solitudine è più sola, la felicità è più felice. Il linguaggio deve essere quanto più diretto, fedele e colorito possibile. Un esempio incredibile di questo genere letterario è “Yo Yo denti di lupo” di Ermanno Capelli.
Poesie ''ORSA'' Un componimento in versi liberi, a cura di Vincenzo Cinanni.
'' Frequentando i mulini a vento'' by Vincent Cinanni, 2014. Più che mai
SPESSE VOLTE subiamo la pioggia che danza il tip tap, battendo ritmata sul nuovo portone... ... In entrata, sdrucciolando sull'antico balcone di saldo cemento. L'urlo di un artista squassò il silenzio. Siamo consapevolmente passanti dell'attimo, mentre l'improvvisa intemperanza sta divellendo le mura. Di strade... ne scorge il pellegrino in chiaroscuro, battendo i vicoli di contrastanti diatribe. 24 (Vincenzo Cinanni) ,2014!
penso che l'artista debba esser una sorta d'alchimista. Dovrà mischiar, cioè, capacità in scrittura, portando la giusta qualità. Educato porsi verso l'altro, è d'obbligo, per il rispetto delle idee. Compongo verso, forse risulterò un pò antico. Mi Dichiaro buon amico, da questa Grande Pagina che CI accoglie. Principio questo dì, col mio Saluto A VOI, amici artisti, su comuni strade. Di Vincenzo Cinanni, Maggio 2014!
'' L'uomo in anima'' Componimento inedito, a cura del poeta Vincenzo Cinanni. Davanti a lui, quello specchio. Un viso a riflesso, rivolto, vecchio; passato assai spesso attraverso le frontiere della vita. Accanto, lei... anima strana, ombra lucente, che lo accompagnò in anni bui. Due Andanti. Soffusi. In penombra.
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Trasparsi. In vetro.
Di Vincenzo Cinanni, Aprile 2014...
COME UNA BREZZA... LA TUA CAREZZA . DI ROSA D'AGOSTINO Una brezza leggera, un vento caldo mi ha sfiorato l'anima.. un fremito e per un istante ho sentito la tua mano sul mio viso: una carezza sussurrata, un ti voglio bene, Per un attimo solo per un attimo una gioia immensa, la tua mano sul mio viso un ti voglio bene.. e poi.. mi son svegliata.. un sogno.. io la carezza il ti voglio bene non l'ho mai sentito.
Racconto del mese: Il peso di una valigia dietro ad un sorriso a cura di Katia Pellegrinetti Nel sorriderle si morse volutamente il labbro, fino a farsi male, perché sentire dolore in una parte del corpo, almeno per un momento Ci sono valigie leggere e valigie pesanti, cariche di abiti ed altri oggetti inutili in vista di vacanze altrettanto inutili. Ci sono poi valigie pesanti, anche se semivuote, ma il loro peso risulta eccessivo a causa dei ricordi che vi albergano dentro. Queste sono le valigie più difficili da trasportare, si trascinano a fatica, tenute con forza, spesso fatte di materiale fragile, come quelle di un tempo, in cartone ... che se per caso cadevano a terra emettevano un tonfo sordo ... Un po’ come il cuore di Clhoe, così pesante e così fragile, pronto a schiantarsi da un momento all’altro ... ma nessuno se ne sarebbe reso conto: sarebbe stato l’ennesimo tonfo sordo. Nella valigia di Clhoe c’era solo qualche maglietta sbiadita e un paio di jeans sdruciti, non aveva avuto il tempo per prepararla con cura e anche se ce l’avesse avuto non avrebbe avuto abbastanza abiti per riempirla, perché a casa sua funzionava così: pochi abiti, passati di generazione in generazione; non c’erano abbastanza soldi per concedersi dei lussi. Il treno arrivò in orario, ma prima di quanto lei desiderasse, prima di quanto lei fosse pronta. Si era addormentata lungo il viaggio, ma il
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classico e fastidioso rumore di ferraglia l’aveva distolta dai bei sogni, che tali sarebbero rimasti. Sua zia era lì ad attenderla, con lo stesso volto arcigno di un tempo, quello che aveva visto per l’ultima volta dieci anni prima, quando aveva solo 5 anni e non era più stata capace di dimenticarselo, come avrebbe potuto? Quei tratti così duri, spigolosi, quell’incapacità di sorridere. Si, ne era certa: sua zia Margaret non aveva mai sorriso a nessuno. Lo si vedeva chiaramente, aveva la faccia troppo rigida per riuscirci. Inutile lamentarsi o ricambiarle la faccia dura, si mise sul volto la maschera del sorriso, sapendo già che sua zia non avrebbe ricambiato. Doveva fare buon viso a cattivo gioco, a 15 anni aveva già capito che un sorriso, anche se finto, può sempre tornare utile per ingoiare meglio le lacrime. Doveva farlo: sarebbe dovuta rimanere con sua zia almeno per tre anni, cioè fino al compimento del suo diciottesimo anno di età, non aveva scelta: suo padre era morto, divorato da uno di
quei mali che non ti lasciano neppure la possibilità di sperare e sua madre era stata ricoverata in un centro psichiatrico, cosa che aveva fatto ribattezzare Clhoe come “la povera figlia della matta”. Meglio scappare da una città dove tu sei solo la figlia della matta. Avrebbe voluto portare con se la sua sorellina, di solo 3 anni, se ne sarebbe occupata lei, ma zia Margaret era stata chiara: niente marmocchi per casa. E così avrebbe passato la sua infanzia e la sua adolescenza in qualche squallido orfanotrofio. Beh, non che lei se la sarebbe passata meglio, già sapeva che con sua zia sarebbero stati tre anni di silenzio e di capo chino, ma non importava. Nel sorriderle si morse volutamente il labbro, fino a farsi male, perché sentire dolore in una parte del corpo, almeno per un momento attenua il dolore dell’animo. Lasciò che il sapore dolciastro del sangue le invadesse la bocca e sorrise ancora ...
Racconto del mese:
Krisis
di Valentina Rosaroni
Mi venne in mente qualcosa di sciocco come sempre mi accade quando si toccano dolori intoccabili, come mio padre, allora per difesa faccio associazioni strane.. Milano è come un utero che ha appena abortito. E’ gelida, insolente, e vuota d’anima. Ma fa la scelta giusta , per farti arrivare dove desideri. E io l’avevo fatta. La mano era fredda ma stringeva bene la valigia , ripassai mentalmente di aver preso tutto, in fondo altri due giorni e poi avrei fatto un ritorno tempestivo nella vecchia città dove ero nata per dare notizie e inventare un po’ di sane bugie. Mia sorella telefonò tra Porta Romana e viale Monte Nero. Mi piace parlare al telefono sull’autobus perché non sembra scortese quando dici scusa ma sento poco e devo lasciarti. Mi pare che forse l’altro ci resta meno male. “ Non so come è possibile che non sono lì con te … se aspettavi mezz’ora ancora ce l’avrei fatta … e adesso.. dove sei? A letto? “ La pausa mi sembrò interminabile. “ Sono su un autobus … anche perché non c’è assolutamente il tempo” aggiunsi, come se questo giustificasse qualunque azione compiuta nel mondo. “Cosaaaa ..!!!!? Ma … Anja sei impazzita?
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Il medico non te l’ha impedito?” “Sto bene. E non era piacevole rimanerci ancora. Domani ho lo spettacolo e vorrei pensare un po’. Poi ti chiamo e poi giovedì vengo da voi, d’accordo?” “Oddio … è pazzesco,se dovessi sentirti male io.. ti prego di parlarne con Elena, la tua amica. ..promettimi che lo farai.” “ Elena sa poco di tutto questo, e poi si prenderà cura di me, ma direi che è andato tutto bene, non sono una quindicenne … in fondo …” Mia sorella tacque. Era rassegnata. “Devo chiudere.” “ Abbi cura di te Anja. E perdonami io stavo davvero arriv …” “ Non importa, non devi preoccuparti. Ciao.” Ecco, viale Monte nero, il sorriso di Elena alla fermata mi rincuorò.
Scesi e sentii un leggero giramento di testa, istintivamente mi toccai la pancia, poi sorrisi anch’io a Elena, che mi sembrava esageratamente tranquilla, mentre il mondo della mia vita stava crollando così miseramente. “Non ti chiederò niente” mi sussurrò all’orecchio. Accennai una risata ma uscì un colpo di tosse.. “ Ti senti bene..? Ah scusa l’ho appena promesso …” “ Bene, sì.” dissi” Grazie per quello che fai Elena.” “Ospitarti?... Non dirai sul serio? Hai le prove questo pomeriggio?” “ A dire il vero… sì” Scoppiai a ridere, stonando con l’universo intero. “Bene, facciamo in tempo per la mia
passeggiate di ogni genere per dimenticare cose stupide, relazioni infinitamente prolungate, uomini in attesa di chissà che cosa da me, e donne in preda a crisi isteriche: finivo sempre lì. Perfino quando avevo lavorato all’Autogrill , andava che poi rimanevo lì in zona, e la sera poi anche la domenica tornavo in accademia per provare e riprovare qualche pezzo per le lezioni del giorno dopo.
pasta ai gamberetti allora … “ Probabilmente vomitai per strada, così mi disse più tardi Elena,ma io non ricordo nulla. Svenni, e Elena chiamò l’ambulanza, perché il silenzio d’accordo, ma l’idea della pasta ai gamberetti non fa vomitare nessuno, non la sua pasta. Poi, mi ritrovai in questo letto bianco e rosso, che lei aveva preparato. Avevo dormito forse sei ore, così mi parve.
“ Che … non sapevo dove potessi essere … che non ti sento mai … le solite cose … va bene no? “ Mi voltai sul cuscino, lo sguardo verso il muro. Elena accostò la porta. “ Se … hai bisogno chiamami … sono in soggiorno e … le prove, hanno detto che non c’è problema per oggi, ma si chiedevano … “ “ Domani ci sarò.” dissi. Elena uscì.
Elena entrò così piano e discretamente, che sentii che era proprio la scelta giusta, quella di stare un po’ da lei.
Avevo talmente freddo mentre Antonio mi parlava che non riuscivo a capire dove volesse arrivare, e questo succedeva di rado.
“ Hanno telefonato per te …”
“ Sei tra noi Anja?...”
“ In tanti? “
“Eh?... ah sì … si dicevi dello sguardo sul pubblico su Mi ricordo bene anch’io... Sì, ma ho capito eh, certo che ho capito.” Sentii nella mia voce qualcosa di esageratamente polemico, ovvio che lui lo percepiva, infatti per discrezione capì il momento e non disse nulla.
Elena sorrise. “ No solo … beh ha telefonato tua sorella” Cominciai a inquietarmi. “ Sì spero tu non l’abbia fatta preoccupare. “ “ No Anja, ma lei era così agitata. So che ..non ne vuoi parlare ma.. spero tu non abbia fatto cose … folli” “ Chi altro? “ chiesi. “ D’accordo, niente domande. Dunque, ha telefonato tua sorella … e …e …” “ Elena … ho capito. Che cosa le hai detto?” “ A … lei?” “ Naturalmente.”
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Così, come sempre, andai in scena piena di domande. Milano. Ancora una volta mi dimostrava, come aveva fatto negli anni dell’accademia, che se non vuoi ricevere domande personali o se vuoi nasconderti dentro di te, lei sa accoglierti, e magari ci scappa pure lo shopping del sabato pomeriggio. Via Dante, i negozi, l’area pedonale, sullo sfondo il castello sforzesco. Quante volte avevo fatto
Elena non l’aveva presa bene, che fisicamente ero uno straccio ma non avevo voglia di tornare dal medico, che mia sorella telefonava continuamente ma non le fornivo spiegazioni e mi sentiva parlottare fitto fitto , che dopo quel debutto io che di solito mi precipitavo a San Benedetto per riprendere fiato,invece le avevo chiesto di rimanere ancora un po’. E quelle telefonate, che arrivavano continuamente sulla sua linea di casa. “Lo sai che sono felice di averti qui” mi disse apparendo lenta e premurosa sulla soglia della stanza, la sera dopo lo spettacolo . “Ma temo che tu non stia bene. E lo sai com’è fatta Giulia , continua a dire che non le voglio dire la verità. La sapessi, la verità …” Mi fermai in un piccolo bar accanto al Piccolo Teatro, e ammirai l’entrata del castello. Giulia mi apparve un po’ come una maledizione, ma si sa che il personaggio negativo nelle storie in realtà spetta sempre a me. Eppure nascere lo stesso giorno di Mozart dovrebbe portare a ben altro che a giocare il ruolo dell’abbandonatrice di cuori infranti. Ma in fondo anche Mozart era così, un fuggitivo. Alle 18 squillò il telefono. “Sono Giulia”. “Oh my God! “esclamai con il sarcasmo fuori luogo di chi a sedici anni vuole sfottere un po’ la compagna di banco innamorata di lei. “Dov’è mio figlio??” disse tutto d’un fiato. “Sei una vera pazza” mormorai con un filo di voce e riattaccai. Allungai l’euro al cassiere e uscii quasi correndo, cominciai a vedere bianco,
faceva freddo e la gente mi sembrava avere mille occhi puntati su di me. Mi appoggiai a un palo,il tram mi suonò e sfiorò passandomi vicinissimo nella curva. “Si sente bene?” Era alto e magro, l’occhialino da professore e giacche di colori improbabili, verde marcio per esempio era stato una costante. Non potevi non riconoscerlo. “Luciano. “ Ero imbarazzata ma la sua figura com’era stato in passato mi tranquillizzò subito. Luciano aveva insegnato per anni dizione in accademia da noi, poi se n’era andato perché gli stipendi erano diventati ridicoli e da allora non l’avevo più incrociato da nessuna parte. “Luciano,… che piacere …” “Ciao … Anja!, ah, ciao, nemmeno ti riconoscevo, ma stai bene?”
Lui sembrò dispiaciuto, con quella timidezza particolare, come se la colpa di una conversazione troppo breve fosse sempre sua, e mai dell’altro che magari era di fretta o anche solo evitante. No io ero contenta di averlo visto. Avrei voluto dire sì andiamo dai oh ti offro un bel cappuccino con panna mi ricordo quando te li prendevi prima di entrare a fare lezione e qualche volta ti rimaneva un po’ di panna sulla bocca e noi pensavamo uno così è un attore da paura che ci sta a fare qui, eppure tu eri sempre appassionato … Mi girò la testa e mi fermai di nuovo. Il telefono stava squillando all’impazzata. Mi chiesi se il nuovo numero l’avesse alla fine dato Elena a Giulia, o se chissà cosa avesse combinato la pazza per averlo.
“Sì … io…come stai tu invece? Sono passati millenni …”
Quando finalmente arrivai al portone, Giulia era semplicemente lì, avvolta in un cappotto color panna a dir poco stupendo.
“Già, be’ non sapevo vivessi ancora a Milano.”
Istintivamente, feci dietro front e mi infilai in una traversa stretta.
“Sono qui per uno spettacolo,abbiamo debuttato ieri al Franco Parenti.”
“Anja! Fermati, non sono venuta fin qui per rincorrerti, non questa volta! Sei pallida come un cencio!”
“Ah ma allora … grandissima! Vuoi un caffè? Oh ma sei pallida davvero, ti sei stancata troppo?” “Grazie” tagliai corto ” davvero no è che sono vestita poco e qua c’è il gelo … vado allora, mi ha fatto piacere rivederti”.
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Eh certo pensai incattivita, perché lei subito sotto la sciarpa e il berretto notava quanto ero pallida!
tre io rimanevo di spalle. Poi, inevitabilmente, scoppiò a piangere. E fu allora che mi ricordai una frase sentita in ospedale da quell’infermiera carina, Arianna, avevo rimosso un bel po’ di cose negli ultimi quattro giorni. “Ci sarà un momento in cui sentirai crollare dentro qualcosa come il fango che scivola giù, pesante e denso, e non sarà sangue. Ma poi ricomincerai a vivere.” Aveva pronunciato una frase di quella portata e poi mi aveva fatto un’iniezione antidolorifica con la leggerezza dei suoi occhi grigio perla. Incredibile. “Anja … voltati …” Eseguii l’azione meccanicamente. Mi ricordavo i suoi capelli rossi ma non sapevo che il color panna le stesse così bene. Accidenti. “Cosa vuoi da me? “ Le dissi freddandola con lo guardo. Le lacrime le rigavano il volto. “Cosa hai fatto a nostro figlio?” chiese volendo urlare ma non riuscendoci. Un singhiozzo roco le uscì invece in un fiato e il fumo dell’ aria fredda mi sembrò un vento di rabbia.
Mi fermai perché mi sentivo davvero male.
“Ho fatto quello che era giusto” dissi e abbassai lo sguardo, il che non era da me.
“Dimmi che non l’hai fatto!” gridò men-
“Giusto per chi?? Per te?? Per la tua
“Sono stanca, ti spiace se dormo un po’?” Lei si alzò senza dire una parola. Si fermò di spalle:”L’hai perso … Anja?” Io non risposi. Lei involontariamente sbatté la porta nel chiuderla. Giulia. Giulia con le curve , Giulia violoncello. Attrice, bambina, donna. E poi al contrario, in infinite combinazioni di colore ed emozione. La mia Giulia. E il bambino che concepii con Antonio, e che avremmo tenuto lei ed io, com’era nei patti. E poi avrei continuato a lavorare con lui, e poi tutto sarebbe andato bene, senza intoppi, in una splendida famiglia allargata. … balle! carriera? Avere un figlio in Italia è quasi impossibile per due donne! E’ difficile, rumoroso! Non avremmo avuto niente! Neanche sarei stata sua madre, né aiuti da nessuna istituzione! No! Ma avremmo avuto Gabriele o Sara!!!” Mi venne in mente qualcosa di sciocco come sempre mi accade quando si toccano dolori intoccabili, come mio padre, allora per difesa faccio associazioni strane. Pensai che Gabriele e Sara sono due nomi biblici, e che comunque il primo nome a cui avevamo pensato insieme era stato Andrea, unisex. Come in Io amo Andrea, quel film di un po’ di anni fa con Francesca Neri che fa la lesbica. E poi mi venne in mente la pasta ad Artegna piccolo comune in Veneto, dove io e Giulia avevamo condiviso una pastasciutta scotta fatta da sua madre , durante la nostra tournée insieme, mangiando in macchina sempre con tutto sto fumo di freddo che ci usciva dalla bocca e appannava generosamente il vetro, così poi, durante l’amore , nessuno ci avrebbe visto. “Sei venuta a Milano per sapere se l’avevo fatto?” le chiesi con un tono perfido. Lei mi guardò con una smorfia di dolore .”Oh no, sono venuta per vedere lo spettacolo!!”
quanto ne stavano facendo a me:”Ho a-bor-ti-to. Ok Giulia? “. Non credevo potesse fare tanto male. Sentii una fitta al ventre e un bruciore alla vagina che mi resero più certa che tutto era accaduto veramente. Giulia continuava a fissarmi come imbambolata, mi venne voglia di baciarla. Invece dissi: “Ora io vado , e tu non mi segui, d’accordo Giulia?” Naturalmente, lei urlò:”Sei una mmmeeeeeeeeeeeeeeeerdaaaaaaaaaaaa!!!” Le passai accanto dopo che ebbe gridato sfiorandole i fianchi avvolti nella panna … Come quando sognavamo antichi guai se avessimo fatto un bagno di schiuma e un regista pazzo ci avesse filmato. Lei rimase immobile. Io riuscii a scomparire e a dimenticare per dieci o dodici secondi il suo sguardo di fuoco. “Stanca … tranquilla Elena, sono solo stanca.” Le dissi con la mia dolcezza onesta e non mellifluo –femminile di Giulia. Elena versò il tè in una tazza rosa confetto.
Non sopporto le lacrime delle donne, nemmeno le mie, tuttavia sentii lo sgretolamento del fango dentro -come l’aveva chiamato l’infermiera- farsi più terribile.
“Ok, amica mia, ma vorrei sapere cosa succede, anche se con questo infrango il patto.”
Pronunciai le seguenti parole scandendole, perché facessero male a lei tanto
Lei si lasciò sfuggire un ah di sorpresa misto a commozione.
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“Aspettavo un bambino, Elena. Ero incinta di tre mesi …”
Bussavano alla porta.”Anja … posso entrare? Il telefono continua a squillare, prima tua sorella, dice perché tieni sempre spento, poi … Giulia.” Io mi svegliai di soprassalto , urlai, di fastidio: “ Oddio, perché non la smette? “Come se Elena potesse darmi una risposta. “ Dì a mia sorella che parto oggi e arrivo lì stasera e non dare alcuna informazione alla pazza, per favore.” Mi voltai di lato, mi strinsi nel piumino, e piansi ripetendo meccanicamente”per favore, per favore, per favore …”. Non avrebbe mai funzionato. Avrei smesso di occuparmi di me stessa, avrei smesso di recitare. Antonio mi avrebbe allontanato pur essendo il padre di mio figlio, lo conosco bene. Non avrei più lavorato. E avrei odiato Giulia, per sempre. Invece, con il male alla pancia, il bruciore vaginale, il cuore gonfio di rimorso, sentii che il mio amore per Giulia sarebbe stato eterno, anche se non l’avrei più rivista, e anche se lei non l’avrebbe mai saputo. Tuttavia, il giorno dopo telefonai ad Antonio, e gli dissi che lasciavo il teatro, per sempre. E anche se quelle parole altisonanti e barocche suonarono finte e ridicole, lui rimase qualche istante in silenzio e poi mormorò: “Maledizione Anja, non ne fai una giusta …”
Leggiti
tra le righe
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“Verdura in arte” di Cristina Rotoloni
La tavola imbandita con una gamma di colori e fiori colpisce l’attenzione. Durante i matrimoni o le ricorrenze il centro tavola elegante e raffinato si rivela, spesso, non essere una composizione floreale, ma delle verdure scolpite. Gli ortaggi che usiamo in cucina hanno acquistato con pieno diritto il ruolo di oggetto decorativo e vengono esposti durante i buffet. La verdura grazie alla sua malleabilità e ai colori contrastanti, accesi o delicati permette di realizzare
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vere e proprio opere d’arte che, all’occasione, se si ha il coraggio di scomporle, possono anche essere mangiate. La verdura offre molte soluzioni decorative anche quando non sono incise, ma si trasformano in veri e propri capolavori quando vengono modellate dalle mani di esperti intagliatori. Questi artisti, scultori degli ortaggi, trasformano le verdure in cigni, pinguini, rose, coccinelle e in tutto ciò che la fantasia gli permette di creare. Molte persone sono
rimaste affascinate dalla lavorazione della verdura e dagli effetti decorativi ottenuti e si sono dilettate in questo hobby. Le composizioni semplici, senza intagli, si basano sull’abbinamento di colori e forme all’interno di contenitori che possano valorizzarne la composizione. In questi casi l’attenzione va all’integrità visiva del prodotto e dopo averlo lavato e ben asciugato le verdure, esaltandone i colori, si da libero sfoga alla propria immaginazione un-
endo forme e colori in modo da colpire l’occhio e facendo bene attenzione che i prodotti esposti non cadano dal centro tavola. Con poche mosse si ottiene un buon risultato e si può usare per un buffet, per una ricorrenza, per una serata romantica o con gli amici. La lavorazione più elaborata richiede una buona manualità. Bisogna esercitarsi bene prima di procedere. Per i meno esperti consigliano di iniziare con i ravanelli o le zucchine che sono molto versatili e facili da incidere. Le opzioni sono infinite, molte le forme e i giochi di colore che si possono ottenere. I peperoni e i finocchi tagliati a cuore e forati da un lato con l’inserimento di un pezzo di carota posso diventare dei bellissimi Anthurium, o delle Calle. Il porro ci offre varianti di colore dal bianco al verde e al giallo per realizzare fiori come i crisantemi, il cetriolo e la zucchina danno il contrasto tra il bianco ed il verde, la cipolla diventa una Ninfea. I pomodorini danno il loro tocco di colore come il ravanello che si trasforma in rose, coccinelle, topolini. Le carote sono polifunzionali e posso rappresentare di tutto. In quest’arte basta lasciare libero sfogo alla fantasia e provare fino ad ottenere il risultato desiderato. Le verdure possono essere totalmente lavorate o solo incise con
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decorazioni sulla buccia. L’essenziale per una buona lavorazione è avere come strumenti dei coltelli ben affilati a lama dritta o curva e una ciotola d’acqua dove tuffare le verdure per evitare che si scuriscano durante l’incisione. Ci sono molti altri accessori utili per lavorare le verdure, ma non sono essenziali. Con un tocco di colore, eleganza, fantasia e divertimento un centro tavola di verdura intagliata è sicuramente un bel modo di ricevere i propri ospiti e di intrattenerli stuzzicando il loro sguardo ed il loro palato nell’attesa della cena.
Intervista a Emanuela Arlotta Il Magazine Letter-
a cura di Vincenzo Cinanni
ario/Artistico online ‘Volodeisensi Magazine’ è nato oltre due anni fa con lo scopo di divulgare l’Arte con particolare riguardo per gli artisti emergenti o esordienti. ‘
1- Salve Emanuela Arlotta, parlaci della tua nuova avventura, la creazione dell’Associazione culturale Tertulia’s. L’Associazione Culturale Tertulia’s è stata creata da me che rivesto il ruolo di Presidente , dalla Vice Presidente Emanuela Guttoriello e dalla Tesoriera Patrizia Palese. Tutte e tre proveniamo da diverse esperienze in campo artistico e conosciamo bene le difficoltà che si incontrano quotidianamente in questo campo. Prima fra tutte la difficoltà a farsi conoscere, ad avere una buona divulgazione. Per questo abbiamo deciso di mettere insieme le nostre forze e i nostri contatti. Abbiamo pensato di creare una struttura associativa in grado di dare visibilità agli artisti con vetrine, interviste, spazi dedicati, presentazioni ecc. Chi vuole approfondire le finalità dell’associazione Tertulia’s oppure essere costantemente informato sugli
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eventi da noi organizzati può seguire la nostra pagina Facebook : https://www. facebook.com/pages/Tertulias-Associazione-Culturale/294400657383768 oppure il sito ufficiale www.tertulias.it . Per informazioni si può scrivere alla mail : associazionetertulias@gmail.com
anteprima, rubriche di vario genere (editoriali, filosofiche, sulla bellezza ecc.). Seguiteci sulla community letteraria www.volodeisensi.it .
2- L’impegno mensile con il tuo web Magazine, ‘’Volo dei sensi’’, cosa rappresenta nel tuo iter scrittorio?
Questo libro è composto da diversi racconti. Il più lungo e quello che dà il titolo alla raccolta ed è proprio ‘La Sfera’. Gli argomenti trattati sono diversi : si parla di amore, di alcolismo, di pedofilia, di esoterismo. Si viaggia attraverso l’interiorità dei personaggi che si trovano ad affrontare situazioni che li metteranno alla prova. A volte, durante la narrazione, si viaggia sul sottile filo che divide la realtà dal sogno, per arrivare fino all’Io più profondo dei protagonisti. E’ un libro che colpisce, emoziona, a tratti fa piangere, coinvolge ma soprattutto fa riflettere e difficilmente si dimentica. Queste, almeno, sono le impressioni
Il Magazine Letterario/Artistico online ‘Volodeisensi Magazine’ è nato oltre due anni fa con lo scopo di divulgare l’Arte con particolare riguardo per gli artisti emergenti o esordienti. E’ un progetto cresciuto nel tempo, che ha trovato un grande riscontro di pubblico durante il suo cammino. All’interno potete trovare interviste ad artisti di ogni genere, articoli sul mondo dell’Arte, Recensioni, Poesie e Racconti dei nostri Autori, Presentazioni di libri in
3- ‘’LA SFERA’’, il tuo libro. Descrivi gli argomenti trattati.
Emanuela Arlotta, Volodeisensi Magazine che mi sono state riportate attraverso le tante recensioni e dall’esperienza diretta di chi l’ha letto. Attualmente sono felicissima di poter affermare che viene promosso e venduto anche in Germania. 4- Hai scritto delle fiabe. Parlacene. Le fiabe sono il ‘linguaggio universale dei bambini’, sono un connubio di fantasia e realtà, di messaggi codificati attraverso parole comuni e personaggi fantastici capaci di raccontare verità complesse con estrema semplicità. Scrivere il libro ‘Piccole fiabe per grandi sognatori’ edito da Il Villaggio Ribelle
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(divisione della David and Matthaus Edizioni) è stato come fare un volo libero attraverso mondi apparentemente impossibili. All’interno si possono leggere sei fiabe che toccano argomenti importanti tra i quali l’inquinamento, l’amore per gli animali, il rispetto, la diversità, la lealtà, l’amicizia. Il tutto condito da sorrisi e tanta tanta fantasia!
Le recensioni
“Evelina e le fate” di Simona Baldelli Recensione a cura di Rosanna Lanzillotti
“Evelina e le fate” dell´autrice italiana Simona Baldelli sembrerebbe dal titolo una favola per bambini, invece tutto è tranne che una lettura per fanciulli. Evelina è la protagonista di un unico racconto ambientato negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale, tra le meravigliose terre di due regioni che vanno a fondersi tra loro, le Marche e la campagna Romagnola, permettendo da lontano di riconoscere una luce di speranza verso l´infinito del mare. La protagonista del romanzo di Simona Baldelli guarda il mondo con gli occhi dell´innocenza e stenta a riconoscere il
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bene dal male. Può vedere cose e persone che gli altri non vedono e che solo pochi eletti possono riconoscere tra un evento e l´altro del mondo reale. E´ così che la sua stessa esistenza si fonde con quella delle sue fate, la Nera e la Scèpa, pronte a guidarla e proteggerla nella grande avventura di vita che l´attende oltre la quotidianità familiare fatta di dura saggezza e tradizioni contadine che arricchiscono l´intera narrazione. Il suo mondo è fatto di fate e principesse in un´epoca storica in cui il popolo italiano si era diviso tra antichi vincitori, ormai vinti, seppur a stento ancora disumani aguzzini, e i partigiani, uomini e donne pronti a riportare la madre
patria alla quasi ormai dimenticata libertà di pensiero e azione. Non mancano neanche coloro che Dante Alighieri, nella Divina Commedia, avrebbe definito “Gli ignavi”, coloro che inseguono una bandiera senza stemma. Sono loro, gli sfollati, che appaiono tra la neve come macchie di fumo pronti a consolidarsi in corpi umani che a fatica si avvicinano alla dimora della famiglia di Evelina, pronta ad accoglierli, a determinare buona parte degli eventi che caratterizzeranno quasi l´intero racconto. Un racconto arricchito da un linguaggio stilistico letterario definibile né dialettale né come sottolingua. E´semplicemente e ricercatamente diverso, a volte quasi incomprensibile anche per coloro che conoscono molto bene la lingua italiana, ma che dona una nota armoniosa all´intero nucleo narrativo. Questo è un espediente letterario oserei dire raro, se non addirittura unico, nel suo genere. L´uso di frasi non italiane, ma neppure dialettali o straniere fa sì che oltre a sollecitare la curiosità del lettore nel proseguire la lettura, si realizzi una insolita scorrevolezza sintattica. Lo stile letterario di Simona Baldelli si rivela sinteticamente profondo nel suo evolversi narrativo e privo di inutili dettagli decorativi. L´autrice sa rendere ognuno dei suoi personaggi un elemento insostituibile per tutto il racconto. Le fate, la Nera e la Scèpa, che guidano e proteggono Evelina e coloro che la amano, come anche la principessa ebrea, sono le luci di speranza e saggezza che, insieme alla figura del padre, donano una grande nota di umanità durante un´epoca in cui di umano era rimasto ben poco. “Evelina e le fate” di Simona Baldelli è un romanzo che penetra nel sangue, attraverso le vene che pulsano nell´anima di coloro che si addentrano nell´apparente mondo immaginario ed innocente di Evelina.
Presentazione libro...
“ Sedersi sulle pietre“ di Christian Roccati ( tratto dalla IV di copertina )
Sedersi sulle pietre è un volume di racconti che affronta la montagna per ciò che è davvero: una realtà meravigliosa costituita da decine e centinaia di sfaccettature differenti e spesso separate, unite però dal comune denominatore dell’avventura.
Lo stile del libro è grezzo e schietto, quasi colloquiale; l’autore mostra tutte le sue debolezze, e i mille dubbi, con l’ambientazione delle sue prime esperienze.
Esiste un mondo romantico che il tomo dipinge in tutte le peculiarità e non solo una. Non esistono infatti solo alpinismo ed escursionismo, ma anche speleologia, canyoning, corsa, sci, mtb, arrampicata, trekking, riqualificazione dei siti e molteplici iniziative. Il volume parla di tutto ciò e di molto altro ancora e lo fa con un approccio umano, garantendo l’idea che, con la dovuta stima di ciò che è tradizione e innovazione, di sport e di sensazioni, di rispetto dell’ambiente e della sicurezza, sia possibile vivere sogni che nessuno credeva fattibili.
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Sweet Creations di Marta maffei
La Festa della mamma è una ricorrenza importante in questo mese, non poteva quindi mancare la mia card dedicata alla mia mamma! Altre due buste porta soldi, dedicate a due matrimoni....per poter fare il proprio dono, in un giorno speciale, con una ‘confezione’ speciale e personalizzata! Infine in questo numero vorrei donarvi una visione del mio piccolo angolo creativo durante la produzione.... il caos regna sovrano! Ma è da questo caos che nascono le mie ‘Sweet Creations’! Il link per potermi ‘’visitare’’. https://m.facebook.com/martacreations?__ user=1617044305
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INCIPIT MANIA A CURA DI MARIAGRAZIA TALARICO
“Ciascuno è perfetto. 01 L’arte di star bene con se stessi” di Raffaele Morelli. É tutto qui Vi sono autori dimenticati, rimossi, oppure letti soltanto perché suscita clamore quel che superficialmente si dice del loro pensiero, pur restando di fatto autori che nella nostra cultura hanno hanno un ruolo di comparsa. Uno di questi é Alan Watts, a cui si deve la diffusione del pensiero zen nel mondo occidentale.
“Tutto il meglio della vita. Le oltre cento cose per cui vale la pena vivere” di Antonio Zanetti
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Una bella conversazione * Incontrare un vecchio amico * La vittoria della tua squadra * Innamorarsi (L’autore prosegue così in una lista di cose, occasioni e attimi che donano felicità) 40
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“ Piccole fiabe per grandi sognatori “ di Emanuela Arlotta Incipit tratto dal primo racconto: “ Il castello del cane” C’era una volta un bambino molto curioso che amava scoprire di qua è di là per la città i monumenti e i misteri del passato sempre accompagnato dai suoi genitori: il suo nome era Alan.
“ Rumore di anime” di Luca Scarpa
Pioveva, non molto forte, ma pioveva. Il cielo era plumbeo, quasi nero. Il sacerdote recitava la sua predica, il suo ultimo saluto a Jacqueline, quasi come fosse nenia. Monica era lì vicino a Manuel. Piangeva a dirotto. C’erano anche Jessica e Maria, altre due amiche di Jacqueline. Anche loro piangevano più sommamente.
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Le recensioni
“ L´innocenza ricercata“ di Stefano Galazzo Recensione a cura di Rosanna Lanzillotti
“L´innocenza ricercata” dell´autore italiano Stefano Galazzo è un´opera dedicata a chi ama i cantautori. L´autore sceglie uno dei maggiori esponenti di questo secolo in grado di trasformare la poesia in musica : Fabrizio De André.
ben definita e soprattutto fedelmente e rispettosamente critica di un periodo storico in cui i contenuti musicali segnavano un mutamento socio-culturale tra un vasto pubblico di ascoltatori apparentemente distratti.
Stefano Galazzo, grazie al suo stile sintetico, chiaro e scorrevole ci introduce in una meravigliosa avventura alla scoperta di un cantautore che ha segnato la storia di vita di molti giovani tra gli anni settanta e novanta. Attraverso una scrupolosa e appassionata analisi di alcuni dei suoi testi, fa sì che il lettore intraprenda, senza quasi accorgersene, un viaggio senza tempo, nel quale la realtà di una vita di strada si fonde con la certezza della redenzione affidata ad una fede religiosa profonda, ma altrettanto discreta, che accompagnerà la maggior parte dei componimenti del cantautore italiano.
L´autore, nel descrivere il protagonista della sua opera e i suoi testi, non eccede mai in toni di falsa approvazione letteraria. La sua è una analisi diversa da qualsiasi altro fan di Fabrizio De André poiché sembra attraversare uno specchio di vita non a tutti percepibile, se non nell´attimo in cui viene narrata. Così come accade in “L´innocenza ricercata”, un´opera leggera come l´aria delle prime ore del mattino in riva al mare e penetrante come la musica e le parole che si insinuano nel vuoto dell´anima e nello spazio senza peso del nostro essere più intimo.
L´autore di “L´innocenza ricercata” ha avuto il grande pregio di donare luce agli aspetti più profondi e umani del messaggio cantato e musicale di Fabrizio De André. Leggere quest´opera è come ritrovarsi nella leggerezza delle note create dal cantautore che risuonano tra il fruscio di foglie sparse tra una riga e l´altra di uno spartito. Attraverso uno stile sintatticamente attento e ben adattato al tema affrontato, egli permette al protagonista della sua opera di trovare una giusta dimensione letteraria, musicale e storico-sociale che solo uno scrittore in grado di avere un profondo rispetto per la musica e la vita narrata poteva realizzare. Con Stefano Galazzo scopriamo il significato intrinseco dei testi enunciati da Fabrizio De André. La scoperta di una narrazione
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Eventi...
Presentazione ‘La voce delle cose’ di Carla de Falco – Montag Editore Presso la Sala Consiliare “Silvia Ruotolo” di Via Morghen 84 a Napoli, l’Associazione *Culturale Habeas Corpus* presenta il nuovo libro della poetessa napoletana Carla de Falco.
Introduce il Presidente dell’Associazione Umberto Schioppo.
Modera la giornalista e scrittrice Matilde Iaccarino.
Interverrà Salvatore Castiello.
Musiche: Alessandro Vecce.
Voci: Gianni Caputo, Annalisa Illiano, Mariella Palumbo.
Sarà presente l’autrice.
L’iniziativa è inserita nel Maggio dei Libri 2014.
Presso la Sala Consiliare “Silvia Ruotolo” di Via Morghen 84 a Napoli
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Lascia volare l'immaginazione.. PICCOLE FIABE PER GRANDI SOGNATORI di Emanuela Arlotta
http://www.twins-store.it/home/57-emanuela-arlotta-piccole-fiabe-pergrandi-sognatori-9788898410422.htm 44
Eventi...
Presentazione â&#x20AC;&#x2DC;La riva verdeâ&#x20AC;&#x2122; di Adriana Assini
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LA REDAZIONE
Laura Capone Editore La Laura Capone Editore è una casa editrice che opera online, produce, distribuisce e promuove libri nei vari formati (cartaceo, e-book, audiolibro, ecc.). Nasce nel novembre 2010 e si afferma velocemente per la correttezza e la trasparenza operativa. La LCE si pregia di avere in redazione professionisti di settore per ogni competenza che, in una stretta rete di collaborazioni online, si prefiggono la rivalutazione del talento letterario ed artistico italiano contemporaneo, anche attraverso la promozione e distribuzione elettronica delle nostre opere tradotte. Per citare solo alcuni collaboratori: la dott.ssa Luigia Torrusio appassionata di lettere antiche, traduttrici quali Chiara Rolandelli e Alessandra Baroni, artisti quali Lisa Fusco, Moreno Chiacchiera (attualmente l’illustratore più quotato sia in Italia che all’estero), il Maestro Marco Serpe, il Regista Sebastiano Giuffrida, in un crescendo di professionisti più o meno noti che partecipano con grande competenza, professionalità e soprattutto passione.
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Cristina Rotoloni Cristina Rotoloni è nata a Roma il 20 luglio 1977, ma è cresciuta in provincia di L’Aquila. In questa città ha frequentato x\l’Istituto d’Arte e l’Accademia di Belle Arti dove ha conseguito il diploma di Laura in Scenografia con il massimo dei voti. Ha collaborato con l’Istituto Gramma nella realizzazione degli spettacoli teatrali: “Metamorfosi dei Corpi” e “Matilde principessa dispettosa”. Ha collaborato con l’associazione Il Camaleonte con corsi d’Arte e Immagine per i ragazzi dai 4 ai 16 anni. Si è sempre occupata con passione dei bambini per i quali ha scritto e illustrato favole come “Stellino”, “Tom” e “Lìlì”. Ha pubblicato sul sito “ilmiolibro.it” la sua raccolta di racconti intitolata “Frammenti di Vita”, dove oltre al terremoto parla d’esperienze forti che toccano l’esistenza umana. Al momento sta lavorando al suo romanzo in prossima uscita dal titolato “Il Tatuaggio”.
Emanuela Arlotta Nata a Roma il 20 Settembre 1975. Ho sempre avuto una forte propensione all’introspezione e alla conseguente scrittura di poesie e racconti che indagano in maniera approfondita l’animo umano, quello legato all’Io più profondo. Questa mia voglia di comunicare ha superato i limiti della carta e della distanza con la creazione di questa community letteraria (Volodeisensi.it) che gestisco con passione e amore tutti i giorni e di cui sono felice facciano parte tante persone che credono ancora nei sogni. Anche il Magazine online è una mia idea, realizzata grazie al supporto informatico di alto livello di mio marito Leonzio Nocente, il quale è anche il creatore materiale di Volodeisensi.it e di altri siti molto conosciuti. Lavoro nell’informatica da anni e scrivo da quando sono nata. Ho auto-pubblicato due libri nella collana ‘ilmiolibro’, uno di poesie ‘Volodeisensi’ e uno di racconti ‘La Sfera’, che stanno riscuotendo molto successo e che presto saranno disponibili anche in formato ebook nello store Apple. Ho pubblicato la silloge poetica ‘Dalla parte dell’Anima’ edita da Galassia Arte Editore.
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Leonzio Nocente Nato a Francavilla Fontana il 23 Maggio 1979, Architetto informatico che lavora da 14 anni nel settore IT. Le sue conoscenze vanno dallo sviluppo di portali alle applicazioni in tutti i campi compreso quello mobile. Nella sua carriera ha partecipato alla nascita di grandi portali Nazionali del settore comunicativo e collaborato con grandi multinazionali Italiane e Americane. “Questa mia opera epica che ha visto ben due anni di progettazione e sviluppo è stata la mia più grande soddisfazione, realizzare il sogno sempre vivo di una bambina, mia moglie Emanuela. Volodeisensi.it non è una semplice community ma un vero e proprio portale Letterario dove i sogni diventano realtà. Sono solo l’autore materiale, un penna su un foglio vuoto che viene guidato dalle emozioni di mia moglie che ogni giorno dà la possibilità a tanta gente di esprimersi e soprattutto di essere ascoltata.Con tanta commozione dedico questo nostro lavoro ai nostri figli e a tutta la gente che crede e crederà in Volodeisensi.it”
Francesco Terzulli
Isabella Verduci
Francesco Terzulli è nato a Guidonia (RM) il 21 gennaio 1988. Si è laureato in illustrazione e animazione allo Ied di Roma. Ha collaborato come stagista presso l’agenzia pubblicitaria 19novanta in veste di designer grafico. Attualmente frequenta un master di specialistica in sviluppo web e collabora come grafico per la rivista Volodeisensi
isabella Verduci è nata a Chiavari (Ge) il 18 febbraio 1970. Diploma di insegnante elementare, ha sempre amato scrivere e ‘fotografare’ la vita con una penna o l’obiettivo. Ha pubblicato una silloge poetica, ‘Petali di parole’ edita da Laura Capone Editore dedicata al figlio Emanuele. E’ un libro accessibile a tutti,anche ai bambini perchè contiene pensieri semplici, ninne nanne; parla delle varie facce dell’amore, della natura, di mare e paesaggi, di dettagli, di passione... Dopo trent’anni di scritti, da qualche tempo si sta dedicando alla stesura di un racconto ironico semi autobiografico e tutti coloro che la conoscono e spronano sperano che questo veda la luce prima di tre decenni!
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Alessandro Bagnato Nasce a Milano nel 1984, anche se ora è residente in un piccolo ma incantevole paesino in provincia di Vibo Valentia, vale a dire, San Costantino di Briatico, a soli dieci minuti dalla più conosciuta Tropea. Sin da subito in lui si manifesta la passione per la scrittura e per la filosofia e già da piccolo a ben nove anni pensò di scrivere il suo primo eBook che doveva avere il titolo di “La povertà e la felicità della vita”. Si è laureato in Filosofia e Scienze Umane all’Università degli studi della Calabria, e continua a lavorare ai suoi progetti futuri di scrittura. Lavora e studia per scrivere un nuovo eBook che sarà denominato “Ethos”. Sogna di essere conosciuto un giorno come uno dei più importanti filosofi contemporanei, e intanto collabora con riviste culturali e associazioni filosofiche e cura un blog personale, donando il suo sapere al servizio degli altri e sperando che questo sia un utile strumento per la comprensione e il miglioramento di ognuno. Nel frattempo continua a fare ciò che ama di più: studiare i comportamenti dell’uomo tramite la percezione filosofica. Spera un giorno di realizzare il sogno di scrivere l’eBook che pensò quando aveva nove anni.
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Mariagrazia Talarico Talarico Mariagrazia nata il 14-09-80 a Bellano Lecco, Residente in provincia di Lecco, studi magistrale Bertacchi Lecco. Una silloge edita “Delicata com’ali di farfalla” ed Il Filo classificata terza del concorso internazionale insieme nel mondo 2.
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