Volodeisensi Magazine Vol.33

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Volodeisensi Magazine N.33 Novembre 2014 COPIA GRATUITA-www.volodeisensi.it

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MATTEO VICINO E

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06 michi peperno- intervista

Matteo vicino e young europe

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Director: Emanuela Arlotta Art director & designer: Francesco Terzulli


4 Matteo Vicini

Content

“Chi guarda YOUNG EUROPE si innamora di una storia e di un film splendido, molto diverso e decisamente migliore narrativamente e visivamente da ciò che propone il cinema italiano attuale.

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6 Micky Piperno Mi sono trovato davanti ad una musica geniale scritta da una persona gentile che attraverso la sua musica ha saputo celebrare come nessuno la donna”

8 Diana Iaconetti Vittorio Tatti

vita del teatro, vite nel teatro 10 i crash 17 “L’hard glam anni 80 è il genere che abbiamo sempre ascoltato, vissuto ed a cui ci siamo ispirati .”

12 Laura Caputo “Questo racconto è dedicato alle vittime innocen-

16 metamorfosi

i Crash 17

ti della camorra. Avrei desiderato riportarne qui l’elenco, ma ho dovuto rassegnarmi: quello che è disponibile, benché lunghissimo, non è né sarà mai completo.”

16 presentazione libro

metamorfosi “Metamorfosi nasce dal mio rifacimento ad Ovidio. Nelle Metamorfosi vengono cantate in quindici libri più di duecentocinquanta miti rielaborati.

18 Presentazione Libro

Quel che resta di noi Ci sono amori non vissuti perché impraticabili, nati in periodi sbagliati, vinti da distanze troppo grandi, da situazioni economiche incerte, dai dubbi e


“Chi guarda YOUNG EUROPE si innamora di una storia e di un film splendido, molto diverso e decis-

MATTEO VICINO E LA “YOUNG EUROPE” a cura di Emanuela Guttoriello

amente migliore narrativamente e visivamente da ciò che propone il cinema italiano attuale.

Non si può restare impassibili davanti ad un film come YOUNG EUROPE. L’intreccio raffinato e sapiente delle storie, fino all’epilogo da lacrime vere, difficile che non turbi. Matteo Vicino è un giovane e molto promettente regista italiano (Young Europe, OUTING - Fidanzati per sbaglio, e molto altro), versatile preparato e molto severo. Mi piace, personalmente, il suo modo di lavorare serio e professionale, nonché il suo agire “senza peli sulla lingua”. Lo lascio parlare e mi lascia ovviamente contenta delle risposte.

D1) Matteo, la passione per il tuo lavoro cammina a braccetto con la tua grande professionalità. Sono molte le domande che nascono guardando il tuo capolavoro, YOUNG EUROPE. Come è nato questo progetto?

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R1) Merito della Polizia Stradale Italiana: Roberto Sgalla ed Elisabetta Mancini, Prefetto e Vicequestore, vedevano morti sulle strade ogni giorno, e assistevano impotenti ad una strage. Furono loro a pensare di coniugare arte e prevenzione. Chi guarda YOUNG EUROPE si innamora di una storia e di un film splendido, molto diverso e decisamente migliore narrativamente e visivamente da ciò che propone il cinema italiano attuale. YOUNG EUROPE è stato presentato in 150 cinema italiani in una grande operazione di Polizia, ed è sicuramente un vanto dell’Italia. Il film è visibile gratuitamente su youtube e quasi 700mila persone lo hanno già visto. Questo nonostante la televisione

pubblica ancora non lo abbia ospitato in prime time. E pensare che con una sola visione salveremmo decine di migliaia di vite umane. D2) Il film ha avuto molte “problematiche tecniche “, se vogliamo definirle così. Anche per te gli ostacoli sono uno stimolo per la creatività già al top di suo? R2) Fare un film con 300mila euro non è un’impresa semplice, in quattro paesi europei. Ce l’abbiamo fatta e YOUNG EUROPE è uno dei migliori film italiani degli ultimi dieci anni, tutto grazie alla passione di chi ha lavorato con noi. Ho scritto, diretto e montato il film quasi da solo, insieme ad una troupe di gio-


vanissimi. Ancora non crediamo a ciò che abbiamo fatto . D3) “OUTING . Fidanzati per sbaglio” nasconde miriadi di messaggi più o meno subliminali, sottili e palesi, e scorre ironicamente dall’inizio alla fine, lasciando i liberi e veri pensatori soddisfatti del tuo lavoro. R3) volevo un film che non fosse il solito cinepanettone. Nonostante il volere dei miei produttori ho provato a fare un prodotto più intelligente, non dimenticando però di fare ridere. L’esperimento è riuscito .OUTING è stato un film del tutto diverso da ciò che si aspettavano i miei committenti, e questo è stato un bene perché siamo riusciti a commutare la classica commedia italiana con un film di denuncia. D4) Altre collaborazioni future? Ti ho visto all’opera sul set della Sony, recentemente… cosa puoi dire in anteprima? R4) Con SONY CLASSICA si è aperto un bel percorso. Il video di Roberto Fabbri ha un sapore decisamente cinematografico , e la direzione presa da Sony è sicuramente valida. Sto preparando il mio nuovo film, VANITY, realizzato con un produttore particolare : Stefano Pucci, Amministratore Delegato del Gruppo Condiriso.

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Foto di copertina


L’EMISSARIO DI SUONI NEWS

MICKI PIPERNO, “NON SOLO FINGERSTYLE” Mi sono trovato davanti ad una

a cura di Emanuela Guttoriello

musica geniale scritta da una persona gentile che attraverso la sua musica ha saputo celebrare come nessuno la donna”

Micki Piperno è notoriamente uno dei massimi esponenti del fingerpicking italiano e non solo. Docente e concertista, autore, tra l’altro, del Manuale di Chitarra Moderna e di altri importanti trattati di teoria. Ma anche autore di colonne sonore di films ( vedi CONFUSI E FELICI con Claudio Bisio) e di un progetto forte ed importante che ho molto apprezzato: “QUADRI DI CARMEN –OMAGGIO A BIZET”, con sue rielaborazioni e composizioni originali. Si sente dalla prima nota lo stile inconfondibile di Micki, come il suo tocco. Quindi lo interrogo sul suo mastodontico lavoro.

D1) Micki, il tuo omaggio a Bizet incuriosisce moltissimo, visto che esula dai tuoi soliti “schemi” musicali. R1) Ho cominciato a scrivere questo lavoro incuriosito dalla richiesta di una

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mia amica coreografa di balletto contemporaneo: la grande Milena Zullo con la quale ho già collaborato l’anno scorso scrivendo un brano per lo spettacolo The Quartet , dopodiché mi ha commissionato una rivisitazione in chiave contemporanea di Carmen e ho accettato di buon grado la sfida. Inizialmente davanti ad un capolavoro del genere e ad un compositore cosi importante ho avuto voglia solo di ascoltarlo per ore in silenzio per capire intimamente ed emotivamente se questa meravigliosa opera potesse suscitate e scatenare in me il desiderio di provare a scrivere qualcosa che non fosse solo un arrangiamento. Grazie a questo lavoro di studio a trecentosessanta gradi ho capito

molto dell’energia di Bizet del quale ho compreso tanto sia dal punto di vista estetico formale che immaginativo. Mi sono trovato davanti ad una musica geniale scritta da una persona gentile che attraverso la sua musica ha saputo celebrare come nessuno la donna e ad anticipare temi nuovi per l’opera comic (se pensiamo al finale tragico rappresentato da una donna uccisa per gelosia da un uomo che non accetta il suo desiderio di innovazione e libertà). E’ stupefacente come Carmen sia e racconti una storia quasi di cronaca nera attuale.

D2) Raccontaci le tue personali sensazioni ed esperienze con la Carmen.


R2) Ho studiato attentamente la partitura, l’armonia e visto i due film bellissimi sull’opera: Carmen del 2003 e Carmen Story di Carlos Saur con interprete Paco de Lucia, e ho scoperto come George Bizet abbia pensato e sviluppato il suo lavoro ispirando la musica al libretto originale di Prosper Merimee. Tra l’altro in pochi sanno che l’autore non era mai stato in Spagna, e tutta la ricerca dei luoghi e delle danze e dei temi popolari presenti nelle composizioni di Carmen sono stati frutto di studio a distanza, e questo mi ha molto colpito e dato spunto su come lavorare. Poi come diceva Forrest Gump a un certo punto ho cominciato a correre ...., si ho corso tanto e con le cuffie ascoltando e riascoltando Carmen come dicevo e assorbendo tutta quella meraviglia per poi restituire musica. Spero che almeno ne sia valsa la pena.

D3) Tu sei un ricercatore di melodie che restano e non si dimenticano. Considerazioni tue sull’opera di Bizet.

R3) Penso che la melodia che non si dimentica sia il frammento d’amore della musica, quella cellula magica che racconta la storia dei tempi e delle per-

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sone ma anche dei luoghi più lontani senza il bisogno di conoscerli. Il potere della musica intesa come linguaggio del profondo racconta proprio questo, purché la si ascolti con viva attenzione, e questo non è sempre facile nel mondo rumoroso in cui viviamo. Bizet in questo è un maestro e di quelli veri, perché in tempi non sospetti, e in una forma musicale colta ed erudita riesce sempre a essere diretto e semplice, io credo fermamente che da lui in poi passando per Puccini e arrivando ai Beatles la storia della musica abbia ricevuto in dono l’inizio di un modo di comunicare diverso, diretto più vicino all’anima dell’uomo moderno. In fondo la musica per il cinema che tanto piace oggi ha preso tantissimo da questi grandi compositori.

Grazie a Micki Piperno e grazie alle sue ricerche più che apprezzabili. Ti auguriamo il successo che meriti, in tutti i settori della musica e non solo. Andate a vedere CONFUSI E FELICI per ascoltare le musiche di Micki e la voce black di Fulvio Tomaino, e per ulteriori info www.mickipiperno.it


Intervista a Diana Iaconetti VITA DEL TEATRO, VITE NEL TEATRO a cura di Patrizia Palese

VITA DEL TEATRO, VITE NEL TEATRO

Perché quel titolo? Perché il Teatro vive di vita propria, ma sono tanti coloro che non riuscirebbero a vivere lontano da lui Intervistare un attore, anzi, un’attrice, dona a chi decide di farlo, un’aurea che può illuminarlo o accecarlo. Non esagero dicendo questo, perché un attore, ma in questo caso un’attrice, è prima di tutto UNO, NESSUNO E CENTOMILA con la consapevolezza di chi sa, che scegliendo questo “mestiere”, la parte di sé più profonda non dovrà mai completamente apparire, proprio perché sia possibile impossessarsi di quel personaggio; un discorso del genere potrebbe apparire ai più un attentato all’equilibrio psichico…ma per me che vivo da sempre in questa atmosfera, non mi fa tentennare nemmeno un po’, anzi, mi avvicino a questi signori e signore, sapendo che riceverò da loro un emozione in più…e si sa, le emozioni fanno vivere meglio e più a lungo. Per iniziare questo, spero lungo, dialogo, ho voluto chiedere a un’attrice che conosco sia dal punto di vista professionale che umano, di rispondere ad alcune mie domande: Diana Iaconetti. Vederla muovere sul palcoscenico da sola con monologhi che hanno tutte le caratteristiche del dialogo, lascia in chi la ascolta, un retrogusto di pensiero, di domanda, di riflessione, esattamente ciò che Diana, da diversi anni, si è ripromessa di fare. Una ragazza calabrese, che dalla sua Cosenza è voluta arrivare fino a Roma, “ per nutrire i suoi sogni” come diceva suo padre a chi gli chiedeva perché se ne fosse andata così lontano da casa.

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Ma ora la parola la si deve cedere a lei, che ha voluto rispondere alle mie domande con una cura quasi maniacale, perché quello che si leggerà, faccia vedere quel po’ di sé che da sempre l’accompagna. Ascoltiamola nelle sue considerazioni, più che risposte: 1) Quando e in che modo è nata la tua passione per il Teatro? Dopo la laurea in Dams mi si è presentata l’occasione di lavorare all’Università; pensavo che quella fosse la mia strada, ma mi sbagliavo. Compresi subito di stare in una “gabbia” che avrebbe fermato i miei sogni. Fu in quel momento che sentii il bisogno di cominciare un nuovo viaggio. E’ stato e continua a essere un percorso difficile, ma lo rifarei perché mi ha condotta all’interno di me stessa, alla ricerca della mia mappa interiore. Iniziai con Elio Pandolfi ai tempi della sua Accademia a Roma; fu un provino particolare di cui venni a conoscenza solo la sera prima! Ovviamente non avevo nulla di teatrale pronto e così portai un brano tratto da un film di Verdone; ci provai, nella peggiore delle ipotesi, avrei stretto la mano a un grande! Lui volle sentirmi ugualmente e poi, con assoluta sorpresa, mi selezionò. 2) Quali sono le difficoltà maggiori che incontri nel voler continuare a fare questo mestiere? Le difficoltà sono tante, in primis direi i soldi; è difficile trovare chi investe sui miei progetti, ma la maggiore difficoltà credo sia lo scontro con una società che tende all’omologazione per evitare di

accogliere persone libere di pensare e di fare le proprie scelte. Trovo che il Teatro sia straordinario per smuovere dal pensiero dominante che ci vuole solo schiavi ubbidienti, invece di pensatori liberi. Adesso ti rivolgo una domanda molto difficile: 3) Credi che sia utile partecipare a dei laboratori o invece è meglio la gavetta sul palcoscenico? Ho fatto diversi laboratori, ma ne porto pochissimi nel cuore; alcuni mi hanno insegnato tanto… altri sono stati solo una perdita di tempo, denaro ed energia. Roma è una città che offre fin troppe possibilità in questo senso e quindi è difficile trovare sempre dei professionisti. Penso sia utile partecipare a dei laboratori, ma la gavetta sul palcoscenico con le proprie scelte, mettendo in scena le nostre idee con i propri soldi e quando è possibile, scrivendosi anche il testo, credo sia il dono più bello che un attore possa fare a se stesso. 4) Ti è mai capitato di avere il classico momento in cui hai pensato “Questa è l’ultima volta che salgo su un palcoscenico?” No e spero succederà il più lontano possibile. Se dovessi anche solo pensare questa frase, è certo che il giorno dopo farei altro. Quando chiudo la porta a un amore è per sempre. Spesso però mi rendo conto di quanto sia difficile remare controcorrente e questo avviene quando “chi dovrebbe” e “potrebbe” sostenere il tuo progetto sfodera il suo


cinismo e la sua indifferenza limitando tutto a un interesse economico. Ciò è avvenuto con lo spettacolo “Solamente L’anima” in cui affronto il tema del carcere e della SLA. Un teatro della capitale lo ha rifiutato perché contiene una denuncia contro le Istituzioni che riducono la difesa della vita, della sua dignità a terreno di propaganda politica e non a un luogo in cui la persona è titolare di diritti dovuti, come quello della Salute. Ora diventiamo quasi algidi e, fuori dai denti, dimmi: 5) Per te recitare è un’esigenza, uno sfogo, o una passione? Un’esigenza che è diventata una passione. Recitare è un modo straordinario di reinventarmi e alimentare quel fuoco che risveglia la mia energia. Il Teatro mi permette di essere vera, portando in scena tematiche attuali scomode, ma fondamentali per sensibilizzare al meglio e in cui dar voce a un’ideale di giustizia che spesso nel nostro paese rimane solo un’ideale, per questo sono attratta e ho scelto quasi esclusivamente il Teatro Civile. Ovviamente sono consapevole che il prezzo che pago per questa scelta è il pregiudizio della gente, alcuni si allontanano perché non offro sorrisi, ma voglio svincolarmi dal conformismo del mondo che mi circonda. Sono felice che il pubblico che mi segue da anni mi sprona per continuare su questa direzione. L’augurio che mi faccio è quello di arrivare con i miei progetti a un numero sempre più grande di persone e di non stravolgere in nessun modo la mia creatività e la mia passione. 6) Diana Iaconetti in sette parole Testarda, passionale, imprevedibile, sensibile, romantica, schietta, determinata.

7) Quello che da sempre è stato un dilemma, ovvero: essere il personaggio o rimanere sempre se stessi. Tu come lo hai risolto? Mi spiego meglio: Credi nell’unione personaggio-attore, o riesci sempre a distinguere i ruoli?

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Il Teatro costruisce un ponte tra me e il personaggio, mi mette in contatto con lui e soprattutto in ascolto. Attraverso il respiro dei personaggi spesso riesco a controllare anche la mia voce e le mie emozioni; è strano, ma attraverso di loro il mio corpo diventa trasparente e riesco a vedere meglio dentro di me. Ciò ha permesso nell’ultimo spettacolo di far riaffiorare anche una tenerezza che non è propriamente mia. Mi si “accusa” spesso che entro fin troppo nel personaggio da non volerne uscire. E’ vero, lo ammetto. Ponendomi nei suoi panni, il personaggio lo “vivo” e mi immedesimo a tal punto da provare sulla mia pelle tutto ciò che sente e il fuoco dell’ingiustizia che lo ha investito. La mia forza è proprio l’empatia che si crea tra me e il personaggio. 8) Come vivi i momenti grigi della tua professione? Quanto tieni dentro di te e quanto condividi con chi ti è accanto? Mi sforzo di viverli il più serenamente possibile, consapevole che ogni scelta racchiude delle conseguenze, ma non è semplice! Non so mentire e non riesco a tenermi nulla dentro, chi mi sta accanto vive con me i miei momenti “no” insieme a quelli belli. Facciamo un gioco; puoi vedere il futuro, quindi rispondi: 9) Credi che possa esserci un svolta nel nostro paese per la Cultura? Voglio illudermi di sì. Trovo che la Cultura sia il mezzo per prendere meglio coscienza di noi stessi ed essere più padroni delle nostre vite. E’ vero, il periodo non è facile, ma penso e - voglio credere - che possiamo ancora sperare in una ripresa mirando sulla Cultura. 10) Credi nella coscienza dell’individuo? Pensi che il Teatro possa aiutare a capire? Ci credo eccome e penso che l’Arte contribuisca molto. Oggi essere positivi è difficilissimo, viviamo tempi realmente duri e oscuri in cui si rivolge lo sguardo prevalentemente alla leggerezza. Il

Teatro può essere “sovrano indiscusso” per aiutare a capire meglio dove stiamo andando, ma soprattutto sfiorare corde della coscienza, profonde e inesplorate. Il Cinema e la Televisione di qualità possono apportare un valido contributo, ma nulla in confronto al Teatro dove è possibile ascoltare il respiro della gente, “obbligarla” a pensare e a rispecchiarsi in ciò che vede e sente, guardarla dritta negli occhi per arrivare nell’intimo della coscienza, ma ciò diviene quasi un “impegno” a cui tanti si sottraggono volentieri. Una bella chiacchierata e da parte di tutta la redazione di Magazine il nostro “Merda”…ma concedimi un’ultima domanda: 11) Il desiderio più assurdo della tua vita Avere una bacchetta magica per riabbracciare mio padre.


Intervista a I Crash

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A cura della Dott.ssa Agnese Monaco

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“L’hard glam anni

80 è il genere che abbiamo sempre ascoltato, vissuto ed a cui ci siamo ispirati .”

Con me i 17crash, Band livornese Hard Rock Glam ,che mi accingo ad intervistare. 1- Iniziamo a parlare di voi,i 17 crash, perchè questo nome? e da chi è formata la band? Il nome CASH17 , lo abbiamo preso da una canzone della band losangeliana L.A. Guns. Una delle nostre piu’ grandi influenze musicali. La band è formata da Phil Hill - batteria , Kiko zozzo e Steve poison chitarre, Ros crash voce e Gabriel phoenix basso. 2- Perché il Rock? O meglio perché avvicinarsi maggiormente all’hard rock glam?

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L’hard glam anni 80 è il genere che abbiamo sempre ascoltato, vissuto ed a cui ci siamo ispirati . La scena della west coast americana anni 80 per noi è il massimo. 3- Avete da poco vinto il Livorno Music Award, cosa vi ha lasciato questa fantastica esperienza? Che chicca avete da raccontarci durante il dietro le quin-

te? La vittoria ai Livorno Music awards 2014 (sotto la voce best demo web) ci ha confermati una delle più grandi e fresche formazioni hard rock della Toscana . La gente ci apprezza molto ultimamente, si gode i nostri live, ascolta le nostre canzoni , le canta e capisce il duro lavoro che c’ è dietro il nostro


progetto. Dietro le quinte? Beh diciamo che non ci si annoia, la mattina che ci si penta o no, ammettiamo comunque che ci siamo divertiti. Un motivo in più per seguirci, siamo 5 caratteri molto diversi . I live sia prima che dopo sono intensi e bagnati. Ci amalgamiamo bene ed essendo toscani beh la baldoria è sempre la nostra aureola. 4-Vantate di molte collaborazioni tra cui Adam Bomb e Faster Pussycat, com’é stato lavorare con loro? Aprire ad artisti di quel calibro ti fa crescere in una maniera indescrivibile. Sono importantissime per una band emergente come la nostra. Esperienze così ti danno il metro di confronto con realtà diverse, più navigate e nel bene o nel male impari sempre qualcosa.

lavoro in studio pronto ed in vendita ovunque. Posso dirvi solo con grande soddisfazione che sta venendo benissimo, una vera bomba. sarà un grande disco, dateci solo un’ altro po’ di tempo e vedrete. 8- Avete mai provato a cantare una canzone in italiano mantenendo il vostro inconfondibile stile? Italiano ? Mmh, no grazie. 9- Tra venti anni come vi vedete? Tra vent’ anni ? Spero su grandi palchi di fronte a migliaia di persone che cantano ogni singola parola dei nostri testi.

5- Dopo il grandioso successo ottenuto con il We Rock Fest a Catania, che progetti ha la vostra band?

10- Avete avuto numerosi cambi di componenti, questo provoca rallentamenti sul proprio operato. Ora che la band è completa e coesa ci aspetteremo una rinascita epocale?

A Catania al we rock fest è stato un grande successo, gente in delirio, splendida organizzazione, location con casa sul mare di letojianni. 3 giorni fantastici con due date. Davvero grande situazione.

I cambi di line up sono la peggior cosa che ti possa accadere. E’ un maledetto baratro freddo da dove devi uscire il prima possibile. Finalmente dopo gran-

6- Dove possiamo trovarvi nella rete? Prossimi concerti? Nella rete ci trovate su soudncloud reverbnation, facebook e youtube basta cercare ovviamente 17Crash. Prossimi concerti beh si comincia Sabato 4 Ottobre con Roma, poi a seguire Genova, Pisa, Varese, , Milano, Verona etc. . Live ne facciamo davvero tanti. 7- Quando uscirà il nuovo album? Stiamo lavorando sodo sul disco nonostante i tanti live. Non ci fermiamo mai. Comunque diciamo che nei primi mesi del prossimo anno avremo il nostro primo

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di sforzi e notti insonne ci siamo riusciti ed ora non ci ferma più nessuno! 11- Il panorama Livornese apprezza notevolmente il vostro genere , nonostante in Italia risulti di “nicchia”, cosa dovrebbe cambiare nel nostro paese, per riscoprire davvero l’essenza del rock? Il panorama livornese, diciamo che gradisce, anche se non ne va matto ,ma qualcosa stiamo cambiando piano piano, anche se la lotta è davvero dura.. Ma si sa è così da sempre. Non voglio assolutamente attaccare il solito “Sermone” sulla situazione musicale italiana, anche perchè altrimenti non la finiremmo più. Posso dire però che i problemi ci sono (oltre alla mentalità e le possibilità di sviluppo dell’ underground nel nostro paese,) a causa delle grosse carenze a livello di strutture e di voglia di investire sulle band di musica originale. Ciao a tutti e grazie per l ‘intervista ad Agnese Monaco. Seguiteci nei nostri live vi aspettiamo tanto veniamo ovunque. Per tutte le info venite qui www.facebook.com/17crash -http://www.youtube.com/ watch?v=S5uGwYneT7M .


Intervista a “Questo racconto è dedicato alle

Laura Caputo A cura di Cristina Rotoloni

vittime innocenti della camorra. Avrei desiderato riportarne qui l’elenco, ma ho dovuto rassegnarmi: quello che è disponibile, benché lunghissimo, non è né sarà mai completo.”

Io comincerei la nostra intervista dall’inizio del tuo libo. Cito testualmente: “Questo racconto è dedicato alle vittime innocenti della camorra. Avrei desiderato riportarne qui l’elenco, ma ho dovuto rassegnarmi: quello che è disponibile, benché lunghissimo, non è né sarà mai completo.” Partendo da questo raccontaci la tua opera. Nessuno conoscerà mai davvero l’elenco completo dei morti di camorra, basti pensare alla Terra dei Fuochi. Fino a pochi giorni fa, qualcuno si è permesso di dire che i tumori, che uccidono anche i bambini e i neonati, sono generati “dal cattivo stile di vita”. Non sono dunque morti per la collusione di industriali disonesti e camorristi pronti ad assecondarli? La scelta di questa dedica però nacque dall’aver letto, nel medesimo quotidiano, l’intervista di un magistrato che si vantava di aver sconfitto la camorra e, nella pagina accanto, la morte di una ragazza che innocentemente passava e che era stata coinvolta in una sparatoria

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fra clan che tentavano di controllare la medesima zona. Allora ho deciso che avrei raccontato ciò che ho visto, andando per la prima volta in un paese dove il tabaccaio vendeva solo sigarette di contrabbando e anche il maresciallo dei Carabinieri ci faceva i suoi acquisti. Si parla e si scrive con troppa leggerezza e troppi trionfalismi: voleva essere una specie di monito a non dimenticare che cos’è la camorra e come funziona. La camorra non si limita a sparare, anzi - quando non lo fa - è proprio allora che è più forte. Infatti, nel paese del boss, regnava la calma assoluta, quella stessa che c’è nell’occhio del ciclone, proprio perché nessuno osava opporsi. Il tuo libro si chiama “Il castello di San Michele”, come mai ha scelto questo titolo? Il castello è il simbolo della potenza del boss. Suo padre vi ha lavorato da mezzadro, lui stesso ci è nato. Lo acquistò, ne restaurò una parte e gli venne sequestrato appena perse consenso e potere. La leggenda dice che abbia

trecentosessantacinque stanze, una per ogni giorno dell’anno: non è vero, ma è enorme e domina il paese. Ora è stato quasi completamente restaurato e adibito a scopi pubblici. Ambivo presentarci il mio libro, ma mi è stato impossibile: non ho trovato riscontro. San Michele invece, come racconto, è il patrono del luogo. E poi rappresenta in senso lato le Forze dell’Ordine: due castelli-poteri che si contrappongono. Quasi sempre. Sempre, mi auguro. Tornando al testo, verso la fine della storia, scrivi: “ Talvolta la menzogna chiarisce più di mille verità”. Una frase importante che riassume il tuo libro e la triste realtà. Senza svelare troppo, ci parli della sua attinenza e del valore che ha nella tua opera? Sì, è normale. Quando si racconta una menzogna è per celare una verità scomoda, che risulta svelata sia dalla necessità di mascherarla che dal tipo di maschera che le si fa indossare. Nessuno mi ha detto la verità sul boss, proprio nessuno. La moglie, che lo cono-


camorra. E’ come se avesse una doppia personalità: da una parte c’è la Maria immatura e adolescenziale che non conosce il rapporto intimo e la convivenza con l’uomo, dall’altra l’autorevole e fredda rappresentante della sua autorità.

sce esclusivamente dalle lettere e dai colloqui settimanali, ne ha una visione soggettiva e imprecisa. Altrettanto imprecisa è la conoscenza degli altri famigliari. Ciascuno sa ciò che lui ha voluto mostrare di sé. Nella migliore delle ipotesi, ciascuno ha dunque raccontato la sua verità, secondo la sua angolazione visuale: questo mi ha permesso di vedere alcune situazioni a trecentosessanta gradi e quindi di conoscerle quasi totalmente. Ho voluto trasmettere questa conoscenza, qualcuno ha apprezzato, altri hanno criticato. E’ una vecchia storia: pochi ritengono che raccontare la camorra da dentro sia di qualche utilità. La maggioranza preferisce dedicarsi ad altro. Invece, se davvero vuoi combattere qualcosa, lo devi conoscere perfettamente, ma questa è un’altra storia. Per ciò che mi riguarda, il lavoro di un cronista è questo: trasportarti sul posto, dentro alla situazione, condividendo la conoscenza. Poi, ciascuno ne tira le sue deduzioni, naturalmente. Maria è colei che ci accoglie a Settimiano. Un personaggio dal ruolo importante. Chi è e cosa rappresenta? Maria è la moglie del boss, ma solo a parole, perché fra di loro non c’è mai stato alcun contatto fisico. Ha, di lui, un innamoramento tanto romantico che, se per un miracolo lui dovesse bussare alla porta di casa per assumere il ruolo di marito che gli spetta, lei scapperebbe a gambe levate. C’è poi anche il ruolo di portavoce del boss, che le compete appieno in quanto è l’unica che lo incontra. Portavoce e portaordini, naturalmente. Rappresentante dell’autorità che da lui le deriva e che la trasforma in Capo Supremo delle altre donne di

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Una raffica di parole e monologhi ci raccontano Napoli. Quanta fatica ha richiesto un libro così? Poca. Di solito funziona così: ogni scritto matura dentro di me per un tempo. Che, per un articolo, può essere di pochi minuti. Per un libro di alcuni anni. Quando mi siedo al pc, scrivo di getto, come se fossi abitata, la storia preme e deve uscire precisamente in quel momento, non prima e non dopo. Ho scelto di utilizzare il dialogo-monologo perché mi è sembrato che fosse la forma che meglio rende la personalità degli interlocutori. Già, per mia abitudine professionale, ho sempre detestato fare interviste in cui l’intervistato è incalzato e maltrattato, immediatamente messo sulla difensiva. Preferisco incoraggiare e sostenere chi decide di parlare di sé. Lasciare spazio, quanto più ampio possibile, farmi dimenticare, affinché uno possa narrarsi a se stesso, nel modo e con le parole che gli sono congeniali. Anche nella scelta del lessico si manifesta la personalità, per cui diventa più facile, guardando e ascoltando, cogliere l’essenza dell’interlocutore. Parliamo un po’ di te. Chi è Laura Caputo e perché sceglie di trattare un argomento così scottante che normalmente vive di omertà? Sono una vecchia giornalista, ormai in pensione da qualche anno. Ho vissuto in Francia gran parte della mia vita professionale, essenzialmente lavorando alla cronaca giudiziaria. Quando, per motivi personali, ho deciso di rimpatriare, il mio editore mi ha chiesto di scrivere di camorra. Ho af-

frontato l’argomento nell’unico modo che conosco: la full immersion, con tutte le difficoltà e i rischi che questo comporta. D’altra parte rifiuto di scrivere di ciò che non conosco a fondo e solo per sentito dire, è una scelta di rispetto per me stessa e per il lettore. Quanto c’è di Laura nella giornalista? La giornalista sono io, questo libro è proprio nato così, quasi come un’autobiografia. Non mi è bastato condividere i risultati di una ricerca, ho voluto anche trasmettere lo spaesamento, la difficoltà, la solitudine che mi hanno preso quando ho dovuto confrontarmi con una realtà fino a quel giorno totalmente sconosciuta. So che a volte la narrazione può apparire soffocante, senza separazione in capitoli, praticamente senza respiro. Così è stata la mia vita allora: senza un attimo di pausa, una verità incomprensibile come una cappa di piombo mi è caduta addosso: dovevo fuggire - e sarebbe stato troppo comodo - o restare e capire. Sono restata e spero sia servito a qualcosa: se almeno una persona, fra coloro che mi leggono, sentirà che è anche suo dovere combattere al quotidiano, facendo muro contro questa realtà, il mio racconto sarà servito a qualcosa, in particolare ora che la camorra è dappertutto, nelle ricche regioni del nord che, fino a poco fa, hanno tentato di ignorare il problema. Hai qualche nuovo lavoro in cantiere? Quali i tuoi progetti futuri? Ho da poco pubblicato ai tipi APM il sequel de Il Castello di San Michele: s’intitola Il silenzio dell’Arcangelo e ne sto scrivendo un terzo, ancora in embrione, perché la storia non finisce mai. O forse sì? Giovanni Falcone diceva che la mafia è un fenomeno umano e, come tale, può essere vinta. Giusto. Ma quando?


Intervista

ALLO SCRITTORE VITTORIO TATTI - ED IL SUO NUOVO LIBRO “BIANCO O NERO”. A cura della Dottoressa Agnese Monaco

1) Sei giovane ma allo stesso tempo molto talentuoso, raccontaci un po’ di te, degli eventi passati in ambito letterario, quelli presenti e futuri.

Come già sapete mi chiamo Vittorio Tatti. Sono nato a Genova, il 19 Ottobre del 1975. Ho vissuto lì fino a quattro anni fa, poi mi sono trasferito in una casa di campagna, a pochi chilometri da Acqui terme. Al contrario della maggior parte degli aspiranti scrittori, non ho un background letterario giovanile. Sul serio: da bambino/ragazzino non scrivevo e non ho mai pensato che un giorno avrei preso questa strada. Ho sempre avuto molta fantasia e creatività ma non l’ho mai tradotta in parole scritte. Iniziai a scrivere racconti brevi due anni fa, su un blog che non è più aperto. Sentii il bisogno di esprimere la mia immaginazione, in qualche modo. Presi coraggio ed iniziai a scrivere un romanzo. Poi, accorgendomi che andava migliorato, lo misi in pausa. Adesso ho un nuovo blog, sul quale pubblico racconti brevi e poesie. Adesso la scrittura, per me, è diventata quasi una necessità come respirare.

2) Dove possiamo trovare le tue pubblicazioni? Dove possiamo leggere di te sul web? Che contatti vuoi fornire ai nostri amici lettori?

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La mia prima pubblicazione ufficiale sarà un’antologia di racconti brevi (autopubblicata) che dovrebbe uscire tra qualche giorno nei vari store online e si chiamerà “Bianco e Nero”. Il titolo fa riferimento alla mia personalità che è

ben definita ma anche molto variabile. Tra un paio di mesi porterò a termine anche il romanzo, dal titolo “Dreamstone”. Per essere sempre aggiornati potete


seguirmi qui:

scrivo sotto ispirazione del mio stato d’animo, che muta di continuo.

- http://vittoriot75ge.wordpress. com (blog)

6)Quali sono i tuoi prossimi progetti? Grazie mille per il tempo concessomi per questa intervista.

- https://www.facebook.com/vittorio. tatti (profilo facebook)

3)Preferisci scrive a penna o al pc? Sembra una domanda banale, ma spesso l’esser legati alla tradizione della penna risulta più frequente di quanto si pensi!

Dopo che avrò pubblicato l’antologia di racconti brevi toccherà al romanzo. Nel frattempo continuerò a scrivere racconti brevi e poesie (che pubblicherò anch’esse in antologia). Vorrei cimentarmi nella stesura di una sceneggiatura teatrale, ma se ne parlerà l’anno prossimo. Grazie a te, è stato un piacere.

Sono una persona tecnologica, anche se amo la vita rurale. Faccio quasi tutto con il pc, compreso scrivere. Lo trovo più comodo, ordinato e veloce. Non ho una bella calligrafia e, inoltre, la mia mente viaggia più veloce delle mani. Di conseguenza il computer diventa uno strumento indispensabile per immortalare i miei pensieri. 4) Che genere ami leggere? e cosa non leggeresti mai? Che libro consiglieresti?

Il mio genere preferito è l’horror. I primi romanzi letti portavano la firma di Edgar Allan Poe e Stephen King. Adoro anche i testi scientifici (su tutti, i libri di Stephen Hawking) e i legal-thriller. Un libro che consiglio a tutti è “La Biblioteca dei morti”, di Glenn Cooper.

5) In quale momento della giornata prediligi scrivere? Scrivi di getto o le tue sono frutto di pensamenti e ripensamenti delle tue manifestazioni artistiche?

Scrivo quando ne ho voglia o quando sono ispirato. Non penso mai quando mi esprimo, anche se c’è da fare una distinzione. Per quanto riguarda i racconti, tranne quando sono autobiografici, utilizzo la mia creatività. La fantasia si serve delle mie mani per esprimersi e nemmeno io so quale sarà il risultato finale. Con le poesie, invece,

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Ordine e Caos vittoriot75ge.wordpress.com


Presentazione libro “Metamorfosi” di Agnese Monaco – LibrItalia - 2014

Obiettivi: “Metamorfosi nasce dal mio rifacimento ad Ovidio. Nelle Metamorfosi vengono cantate in quindici libri più di duecentocinquanta miti rielaborati. Ogni episodio ha come origine una delle cinque forze motrici del Mondo Antico, ossia l’Amore, l’invidia, l’ira, la paura e la sete di conoscenza. Nella mia versione invece attraverso ossimori, aforismi, haiku, poesie e brevi pensieri racconterò l’origine dell’ego e le sue evoluzioni. Narrerò le mutazioni su un doppio livello, il primo derivante dall’età anagrafica, mentre il secondo ottenuto da influssi che circondano il quotidiano di ogni essere. A contorno di questi due, arriva in soccorso la molteplicità dei generi letterari usati che sottolinea ulteriormente l’evoluzione e la metamorfosi stessa. Di fondo le forze motrici del mondo antico non verranno intaccate, ma saranno enucleate anche in questa versione a base di tutti i testi inclusi.”

Analizzare ed evolvere l’arte nelle sue più ampie sfumature. Utilizzare la parola come strumento di uguaglianza. Ritrovare la purezza dei sentimenti, ormai celata dalla frenetica corsa nel quotidiano. Narrare l’origine dell’ego e le sue evoluzioni, sul piano delle mutazioni, in un doppio livello, il primo derivante dall’età anagrafica, mentre il secondo ottenuto da influssi che circondano il quotidiano di ogni essere. Osannare i veri valori della vita per la riscoperta degli stessi.

Dedica : A mio Padre, il mio unico eroe ed a tutti coloro che, nonostante tutto, hanno ancora la forza di sorridere.

Prezzo: Agnese Monaco

Metamorfosi è una raccolta di poesie, haiku, ossimori, paradossi ed aforismi. Con prefazioni di Norman Zoia, Michele La Porta, Alessandro D’Agostini, Sileno Lavorini, Stefano Piccirillo e Marlene De Pigalle.

12 Euro - http://www.libritalia.net/contenuti/agnese-monaco – Disponibile la prenotazione via mail : agnese.emme@hotmail.it . http://www.libritalia.net/shop/libri/ metamorfosi; Costo Basso, ricco di testi di qualità, senza pagine bianche. Agnese Monaco

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Presentazione di “Quel che resta di noi” a cura di Daisy Raisi.

cono e radici così profonde da impedire persino al più spietato degli uragani di portarli via. Salve! Dopo l’intervista della gentile e professionale Emanuela Arlotta, realizzata sulla mia silloge “Le orme leggere del cuore”, su Volodeisensi Magazine“ (N.26, Marzo 2014), sono di ritorno su queste pagine per presentare “Quel che resta di noi”, sequel del racconto “Caterina”, contenuto nella suddetta silloge, edita da youcanprint, nel febbraio 2014 e bestseller su Amazon per una settimana circa, nel suo periodo di promozione. “Quel che resta di noi”, che è stato inserito nella lista dei titoli più scaricati all’inizio della campagna abbonamenti Kindle Unlimited lanciata da Amazon, si è anche posizionato al secondo posto su amazon.com e fra il terzo e il settimo su amazon.it, raggiungendo quasi 450 downloads, nei suoi cinque giorni di promozione gratuita: dal 30 ottobre al 3 novembre. “Quel che resta di noi” ha un sottotitolo ”Caterina non abita più qui” che, in realtà, era il suo titolo iniziale e dispone di due audioletture realizzate dall’audiobooker Silvio Lorentini. In questo libro, ritroviamo i due protagonisti del racconto “Caterina”, di nuovo alle prese con i loro progetti, le loro iniziative artistiche e il ricordo di un amore mai veramente concretizzatosi perché come si legge nel libro:”C’è un posto incantato nel quale gli amori non vissuti si incontrano, elevandosi nel firmamento di un tempo senza tempo, ignari dello spazio e digiuni di realtà: loro vivono lì e hanno ali che quelli terreni non conos-

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Ci sono amori non vissuti perché impraticabili, nati in periodi sbagliati, vinti da distanze troppo grandi, da situazioni economiche incerte, dai dubbi e dalle paure dei fallimenti sperimentati in passato che hanno marchiato a fuoco la pelle e il cuore. Sono gli amori che non muoiono...”

Breve sinossi: Un’aspirante scrittrice e il frontman di una pop band di successo. Due vite e due personalità estremamente diverse, almeno all’apparenza. Cosa accomuna il trasgressivo e tenebroso Samuel alla dolce e sognante Caterina? Perché il loro incontro avvenuto quasi un decennio prima non è stato dimenticato da nessuno dei due? Per svelarcelo l’autrice percorre a ritroso la vita dei due protagonisti, rivelandoci che… Fra Inghilterra e Italia, progetti artistici e personali e flashback, speranze per il futuro e scomodi retaggi del passato, le vite di Samuel e Caterina si snodano fino al colpo di scena finale…

“Quel che resta di noi” è reperibile su Amazon anche in versione ebook (2,68€):

http://www.amazon.it/Quel-che-resta-noi-nellanima-ebook/dp/B00O6G0 7 M U /re f = s r _ 1 _ 1 ? s = d i g i t a l - t e x t&ie=UTF8&qid=1415641814&sr=1-1&keywords=quel+che+resta+di+noi

Congedandomi da voi, con la preghiera di lasciare un breve commento su Amazon, a lettura ultimata, nel caso in cui ovviamente scegliate di leggerlo, (i feedback dei lettori per noi che coltiviamo la passione per la scrittura sono fondamentali), vi lascio in compagnia di un audioestratto di “Quel che resta di noi”. Buon ascolto e buona lettura! https://www.youtube.com/watch?v=_ sTk7ijU23c


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IBFA WORLD 2014 – La magia di un sogno tramutato in realtà A cura della Dott.ssa Agnese Monaco

Il 25 Ottobre 2014 si è svolto l’IBFA World Championship, ossia il Campionato Mondiale di Body Building, che come location ha scelto il Pala Cavicchi di Roma. La cornice della Capitale, risulta sempre molto suggestiva per questo grande evento. Ogni anno atleti di tutto il mondo si incontrano e si scontrano sul palco a suon di pose libere e di pose imposte. Le routine, ossia le coreografie che sceglie ogni atleta, individualmente, accompagnate da musiche di suo gradimento, risultano sempre più avvincenti e suggestive. Tutto è contornato da colori, monili luccicanti per le donne, cos-

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tumi di gara sempre più preziosi, sorrisi e soprattutto muscoli. Questa giornata all’insegna dei muscoli é anche caratterizzata dalla professionalità della giuria capitanata dal Prof. Biagio Filizola, organizzatore dell’evento, grandissimo e famosissimo Body Builder italiano. Il Prof. Biagio Filizola è una persona davvero fantastica, è riuscito con impegno e dedizione a trasformare il Body Building italiano, da assente ad una realtà sempre in via di sviluppo. Il numero degli atleti iscritti alla competizione sono sempre più numerosi. La federazione IBFA sta finalmente allargando sempre più i suoi confini con consensi e gare anche in Spagna, Isole Canarie, Grecia, Polonia,

Croazia, America, ecc. Per questa diciassettesima edizione molti sono stati gli atleti del Regno Unito. Il programma ha avuto inizio alle 9.00 del mattino con il peso degli atleti, per stabilirne la categoria. Dalle 10.20 ha avuto inizio la prima sfida, gli over 70. Ebbene sì, per quanto se ne dica, in realtà il culturismo rende giovani. In gara vi erano over 70 , over 65 , over 60 . Sinceramente devo ammettere che questi atleti erano davvero formidabili. Dei fisici davvero belli, definiti e soprattutto sani. Due pause tra le varie gare sempre più avvincenti, proseguendo con le categorie H/P , Fashion, Fitness, Coppie, Under 20 e Under 23, Ms Body Building, Piccole Tag-


la e la loro concezione PURA del Body Building. I premi sono bellissimi, creati e confezionati dalle sapienti mani del Prof. Filizola esempio di uomo completo ed eccelso per mente, spirito e corpo! Un sentito grazie alla famiglia Filizola per il loro essenziale contributo al culturismo Italiano e Mondiale. Immensa è la mia stima per voi. Il prossimo attesissimo appuntamento sarà il 6 Dicembre a Sapri, splendida cornice marittima, con il IBFA - CSEN CHRISTMAS Grand Prix 2014. Mancare sarebbe un peccato!

lie, Miss Shape, Medie e Alte Taglie, fino alla chiusura ed alla premiazione degli Assoluti alle 22.30. Grazie alla cortesia della famiglia Filizola ho avuto l’opportunità di vedere il “dietro le quinte”, gli atleti allenarsi prima di andare sul palco. La tensione del pre-gara e la gioia del post-gara, per alcuni, per altri la soddisfazione di aver gareggiato con grandissimi atleti di livelli stellari. Tra i grandissimi spiccano Gianfranco Abazia, Veronica Volpato, Antonella Lizza, Flex Marcel, Mary Westwood, Aureliano Ammassari, Jaime Vergara Hernandez, Ruben Martin Santana, Marco Falcioni, Andrea Amici, Fabrice Birchler, Sulter Ama, ecc... I nomi sono davvero troppi da citare. Ogni atleta aveva delle particolarità ed un livello muscolare egregio. Dura è stata la scelta della impeccabile giuria. Fondamentale la presenza di Temugin , Samantha e Jessica Filizola , che insieme al Prof. Biagio Filizola , negli anni hanno reso grande questo evento in tutto il mondo. Per chi non ha mai visto da vicino una gara di culturismo consiglio vivamente di vedere una delle formidabili gare organizzate dalla IBFA. Di società di Body Building ce ne sono tantissime, ma io sento di potervi dire che se volete davvero vedere delle gare oneste, pulite, organizzate egregiamente, dove potervi divertire , sicuramente della IBFA possiamo parlare. Mi sento di dire ciò perché sono tanti anni che conosco l’impeccabile organizzazione IBFA, la famiglia Filizo-

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LA REDAZIONE

Laura Capone Editore La Laura Capone Editore è una casa editrice che opera online, produce, distribuisce e promuove libri nei vari formati (cartaceo, e-book, audiolibro, ecc.). Nasce nel novembre 2010 e si afferma velocemente per la correttezza e la trasparenza operativa. La LCE si pregia di avere in redazione professionisti di settore per ogni competenza che, in una stretta rete di collaborazioni online, si prefiggono la rivalutazione del talento letterario ed artistico italiano contemporaneo, anche attraverso la promozione e distribuzione elettronica delle nostre opere tradotte. Per citare solo alcuni collaboratori: la dott.ssa Luigia Torrusio appassionata di lettere antiche, traduttrici quali Chiara Rolandelli e Alessandra Baroni, artisti quali Lisa Fusco, Moreno Chiacchiera (attualmente l’illustratore più quotato sia in Italia che all’estero), il Maestro Marco Serpe, il Regista Sebastiano Giuffrida, in un crescendo di professionisti più o meno noti che partecipano con grande competenza, professionalità e soprattutto passione.

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Cristina Rotoloni Cristina Rotoloni è nata a Roma il 20 luglio 1977, ma è cresciuta in provincia di L’Aquila. In questa città ha frequentato x\l’Istituto d’Arte e l’Accademia di Belle Arti dove ha conseguito il diploma di Laura in Scenografia con il massimo dei voti. Ha collaborato con l’Istituto Gramma nella realizzazione degli spettacoli teatrali: “Metamorfosi dei Corpi” e “Matilde principessa dispettosa”. Ha collaborato con l’associazione Il Camaleonte con corsi d’Arte e Immagine per i ragazzi dai 4 ai 16 anni. Si è sempre occupata con passione dei bambini per i quali ha scritto e illustrato favole come “Stellino”, “Tom” e “Lìlì”. Ha pubblicato sul sito “ilmiolibro.it” la sua raccolta di racconti intitolata “Frammenti di Vita”, dove oltre al terremoto parla d’esperienze forti che toccano l’esistenza umana. Al momento sta lavorando al suo romanzo in prossima uscita dal titolato “Il Tatuaggio”.


Emanuela Arlotta Nata a Roma il 20 Settembre 1975. Ho sempre avuto una forte propensione all’introspezione e alla conseguente scrittura di poesie e racconti che indagano in maniera approfondita l’animo umano, quello legato all’Io più profondo. Questa mia voglia di comunicare ha superato i limiti della carta e della distanza con la creazione di questa community letteraria (Volodeisensi.it) che gestisco con passione e amore tutti i giorni e di cui sono felice facciano parte tante persone che credono ancora nei sogni. Anche il Magazine online è una mia idea, realizzata grazie al supporto informatico di alto livello di mio marito Leonzio Nocente, il quale è anche il creatore materiale di Volodeisensi.it e di altri siti molto conosciuti. Lavoro nell’informatica da anni e scrivo da quando sono nata. Ho auto-pubblicato due libri nella collana ‘ilmiolibro’, uno di poesie ‘Volodeisensi’ e uno di racconti ‘La Sfera’, che stanno riscuotendo molto successo e che presto saranno disponibili anche in formato ebook nello store Apple. Ho pubblicato la silloge poetica ‘Dalla parte dell’Anima’ edita da Galassia Arte Editore.

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Leonzio Nocente Nato a Francavilla Fontana il 23 Maggio 1979, Architetto informatico che lavora da 14 anni nel settore IT. Le sue conoscenze vanno dallo sviluppo di portali alle applicazioni in tutti i campi compreso quello mobile. Nella sua carriera ha partecipato alla nascita di grandi portali Nazionali del settore comunicativo e collaborato con grandi multinazionali Italiane e Americane. “Questa mia opera epica che ha visto ben due anni di progettazione e sviluppo è stata la mia più grande soddisfazione, realizzare il sogno sempre vivo di una bambina, mia moglie Emanuela. Volodeisensi.it non è una semplice community ma un vero e proprio portale Letterario dove i sogni diventano realtà. Sono solo l’autore materiale, un penna su un foglio vuoto che viene guidato dalle emozioni di mia moglie che ogni giorno dà la possibilità a tanta gente di esprimersi e soprattutto di essere ascoltata.Con tanta commozione dedico questo nostro lavoro ai nostri figli e a tutta la gente che crede e crederà in Volodeisensi.it”


Francesco Terzulli

Isabella Verduci

Francesco Terzulli è nato a Guidonia (RM) il 21 gennaio 1988. Si è laureato in illustrazione e animazione allo Ied di Roma. Ha collaborato come stagista presso l’agenzia pubblicitaria 19novanta in veste di designer grafico. Attualmente frequenta un master di specialistica in sviluppo web e collabora come grafico per la rivista Volodeisensi

isabella Verduci è nata a Chiavari (Ge) il 18 febbraio 1970. Diploma di insegnante elementare, ha sempre amato scrivere e ‘fotografare’ la vita con una penna o l’obiettivo. Ha pubblicato una silloge poetica, ‘Petali di parole’ edita da Laura Capone Editore dedicata al figlio Emanuele. E’ un libro accessibile a tutti,anche ai bambini perchè contiene pensieri semplici, ninne nanne; parla delle varie facce dell’amore, della natura, di mare e paesaggi, di dettagli, di passione... Dopo trent’anni di scritti, da qualche tempo si sta dedicando alla stesura di un racconto ironico semi autobiografico e tutti coloro che la conoscono e spronano sperano che questo veda la luce prima di tre decenni!

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Alessandro Bagnato Nasce a Milano nel 1984, anche se ora è residente in un piccolo ma incantevole paesino in provincia di Vibo Valentia, vale a dire, San Costantino di Briatico, a soli dieci minuti dalla più conosciuta Tropea. Sin da subito in lui si manifesta la passione per la scrittura e per la filosofia e già da piccolo a ben nove anni pensò di scrivere il suo primo eBook che doveva avere il titolo di “La povertà e la felicità della vita”. Si è laureato in Filosofia e Scienze Umane all’Università degli studi della Calabria, e continua a lavorare ai suoi progetti futuri di scrittura. Lavora e studia per scrivere un nuovo eBook che sarà denominato “Ethos”. Sogna di essere conosciuto un giorno come uno dei più importanti filosofi contemporanei, e intanto collabora con riviste culturali e associazioni filosofiche e cura un blog personale, donando il suo sapere al servizio degli altri e sperando che questo sia un utile strumento per la comprensione e il miglioramento di ognuno. Nel frattempo continua a fare ciò che ama di più: studiare i comportamenti dell’uomo tramite la percezione filosofica. Spera un giorno di realizzare il sogno di scrivere l’eBook che pensò quando aveva nove anni.

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Mariagrazia Talarico Talarico Mariagrazia nata il 14-09-80 a Bellano Lecco, Residente in provincia di Lecco, studi magistrale Bertacchi Lecco. Una silloge edita “Delicata com’ali di farfalla” ed Il Filo classificata terza del concorso internazionale insieme nel mondo 2.


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