Emanuela Arlotta
Volodeisensi Magazine
12 December 2012
N.42 Novembre 2015 COPIA GRATUITA-www.volodeisensi.it
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Intervista esclusiva a Marcello Cirillo 1
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INTERVISTA A
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MARCELLO CIRILLO
INTERVISTA A MARTA LOCK
INTERVISTA A
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PAOLO GATTI INTERVISTA A SYLVIA KANT Director: Emanuela Arlotta Art director & designer Emanuela Arlotta
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04 INTERVISTA MARCELLO CIRILLO "La musica aiuta a stare meglio con se stessi, ci fa riflettere, magari ti isola rapendo la tua attenzione, ma in quella solitudine, se si è bene attenti, ci si ritrova faccia a faccia con la propria coscienza, e allora si possono trovare molte soluzioni. ”.
12 INTERVISTA A MARTA LOCK Il titolo è evocativo del luogo che vedrà la guarigione interiore di Isabel, un sogno che diventa realtà sia perché il Messico è un paese in cui ha
INTERVISTA A LUKA J MASTER
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sempre desiderato andare, sia perché il suo lungo viaggio è una speranza
16 INTERVISTA A PAOLO GATTI “Ho diretto, ma per me il regista deve essere un ottimo organizzatore di attori che abbiano un indiscusso talento e si sentano coinvolti nel progetto…diciamo che sono un regista atipico. “
18 INTERVISTA A SYLVIA KANT “Ogni persona legge i personaggi alla luce delle proprie esperienze e della propria sensibilità”
20 INTERVISTA A LUKA J INTERVISTA A MONICA MONTALBANO
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MASTER “La musica per me è vita, senza musica che vita sarebbe?“
22 INTERVISTA A MONICA MONTALBANO
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“La musica aiuta a stare meglio con se stessi, ci fa riflettere, magari ti isola rapendo la tua attenzione, ma in quella solitudine, se si è bene attenti, ci si ritrova faccia a faccia con la propria coscienza, e allora si possono
Intervista a Marcello Cirillo do dall’Express e mi dirigo verso il bar dove dovrò aspettare Marcello Cirillo. Mi rassegno a un’attesa che penso ben oltre le 16, e ordino una spremuta. Tolgo dalla borsa i fogli dove ho appuntato le domande e aspetto. Squilla il cellulare: mi informa che sta cercando un parcheggio. È in anticipo di quasi 10 minuti! È una bella giornata, ma quando l’ho di fronte gli chiedo se per lui è meglio andare dentro invece di stare all’aperto. Si siede, sorride e poi mi fa “Godiamoci questo sole che dicono quelli che ci capiscono che fra poco pioverà e farà freddo”. E allora si comincia, il tempo per lui di ordinare un succo di frutta e di mettersi comodo. Sei un musicista, quindi ti chiedo: che genere di musica vorresti scrivere?
Pomeriggio di fine ottobre a Roma. Una temperatura che ti fa sbuffare per il caldo, ma che ti impedisce di togliere la mantella da sopra le spalle. Per paura di arrivare in ritardo, come sempre, sono a Piazza Mazzini 20 minuti prima dell’orario pattuito. Scen-
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a cura di Patrizia Palese
trovare molte soluzioni. ”
Più che altro sono un interprete, sono anni che eseguo i grandi successi italiani, ma anche quelli internazionali. Diciamo che essendo troppo critico con me stesso, boccio quasi tutta la mia produzione, ma puoi essere certa che quando riuscirò a riconoscere in una mia musica quell’estro che caratterizza un vero successo, ti informerò immediatamente.
Ti piace leggere? Qual è l’ultimo libro che hai letto? Mi succede, anche a distanza di anni, di riprendere in mano un libro già letto, di sfogliarlo e vedere se quello che leggo, magari a balzi, mi dà le stesse sensazioni della prima volta. Ultimamente ho riletto UTO di Andrea di Carlo, e ho trovato nel protagonista, delle caratteristiche che la prima volta non avevo notato. Hai 20 parole a disposizione per definire chiaramente la tua passione per la musica E’ vita e pane quotidiano…hai visto quante parole ti ho fatto risparmiare ?Ride molto soddisfatto di sé Oltre a essere un musicista, il tuo nome è legato allo spettacolo musicale DON BOSCO. In questa nuova edizione la regia è la tua; quanto è cambiato rispetto alla prima edizione? Abbiamo reso lo spettacolo più moderno portando sul palco anche dodici bambini che rappresentano l’essenza stessa della filosofia di vita di Don Bosco, l’essenza stessa di quell’uomo, perché egli non era solo un sacerdote,
ma un riferimento familiare per molti bambini, lui sapeva come parlare loro e per questo ho creduto fosse giusto che i bambini ci dovessero essere. Inoltre il nuovo allestimento è più moderno, più lirico, si è arricchito di proiezioni sullo schermo e vive di salti temporali. In pratica si apre con una casa famiglia e racconta con un salto di 200 anni la vita di Don Bosco per chiudersi ai giorni nostri. Un lavoro artistico senza dubbio, ma questo musical che racconta la storia di un uomo coraggioso, non è stata per me una forzatura. Don Bosco amava dire che UN ORATORIO SENZA MUSICA È UN CORPO SENZA ANIMA. Parla di questo suo lavoro con calma, con orgoglio ed è bello sapere che non si fanno lavori solo per mestiere, ma anche perché ci si crede Credo di non sbagliare se immagino che per te la musica non sia solo lavoro, ma anche divertimento. Quale tipo di musica ti piace ascoltare solo per il piacere di farlo? Ascolto tutto, a patto che mi provochi un’emozione; posso passare dalla musica popolare di Mimmo Cavallaro, con il quale ho fatto anche un CD, a Bregovic, e magari concludere con I Rumoristi di Berlino E un tuo parere sui concorsi musicali come X-Factor, The Voice? Secondo te sono utili? Decisamente sono dei trampolini di lan-
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cio per coloro che si vogliono mettere alla prova davanti a un pubblico vasto e su un palcoscenico imponente, con una Giuria importante, ma se non si hanno le idee chiare tutto può essere devastante. Io appartengo alla vecchia scuola, preferisco la gavetta, il club, smontare e rimontare gli strumenti da solo, avere un percorso a gradi che ti fa vivere passo per passo la costruzione del tuo successo Ricordi ancora la prima volta che ti sei esibito? Avevo 7 anni e già suonavo per gli amici la piccola fisarmonica, regalo di mio padre, ma su un vero palcoscenico, se così si può dire, fu a12 anni in una chiesa per cantare la rivoluzionaria messa beat! Oddio, la messa beat!La ricordo anch’io!Mamma mia quanto tempo fa… E la tua vita nel quotidiano, lontano dal palcoscenico, dalla televisione? E’ una vita normale, una vita con le mie figlie Maria Elisa e Maria Sofia e con mia moglie Antonella. Non amo molto la vita notturna, forse perché per anni era un lavoro per me quando suonavo nei locali. Alcuni mi definiscono un orso, ma la realtà è molto più semplice: amo la mia famiglia e la mia casa Hai avuto un maestro, una scuola o il tuo istinto ti ha portato verso la musica? Sicuramente
l’istinto di poter vivere
solo per la musica e la consapevolezza di non volere e sapere far altro. E’ per questo allora che hai fondato una scuola LA BOTTEGA DEL SUONO? Desideravi dare un’opportunità a tutti? E’ questo il motivo? Penso che attraverso l’amore per la musica e studiandola seriamente, si può ottenere qualche buon risultato. Fare musica è un lavoro non un gioco a tempo perso, ci vuole sacrificio, applicazione, coerenza. Tutto questo è fondamentale. Ma ci voleva un luogo di aggregazione, una specie di oratorio laico per i ragazzi, e io l’ho creato. E non fa una piega questo ragionamento! Altro che chimere televisive: chi vuole dei risultati deve lavorare e duramente! E’ un lavoro, giusto. Ma non sono sempre rose e fiori. Quali sono le difficoltà maggiori che incontri nelle tue scelte di vita professionali? E’ una sola: i ladri di sogni, di progetti…e ancora ne incontro diversi. Credi nell’uomo? Nella sua coscienza? Credi che la musica possa aiutare a capire, a capirci? La musica aiuta a stare meglio con se stessi, ci fa riflettere, magari ti isola rapendo la tua attenzione, ma in quella solitudine, se si è bene attenti, ci si ritrova faccia a faccia con la propria coscienza, e allora si possono trovare molte soluzioni.
tante, giusto?
serlo? Hai un sogno che prima o poi vorrai realizzare? Dunque, un sogno che sia veramente un sogno? Sì, ce l’ho: realizzare un disco importante con una grande orchestra diretta dal maestro Demo Morselli e fare il giro del mondo con la nostra musica…è abbastanza sogno? E ride divertito…per me è una cosa quasi normale, ma sorrido anch’io…forse non sono abbastanza musicista per capire cosa c’è di strano… Come Marzullo fatti una domanda e datti una risposta. Filo di Scozia o microfibra morbida? Il dilemma del calzino perfetto. Lui è serio, ma io scoppio a ridere…stupenda risposta! Rifacciamo il gioco delle 20 parole, e non si fanno sconti, le devi usare tutte. Convincici che la musica è necessaria. Allora cari amici e care amiche che mi state leggendo la musica è necessaria quando ti colpisce non provi dolore! 20 esatte esatte. Quando hai concluso le prime rappresentazioni della nuova edizione del DON BOSCO, cosa ti è rimasto? Gli applausi o l’atmosfera che si crea con il cast? Come ti ho già detto quest’uomo, questo educatore, questo santo, mi affascina anche fuori dello spettacolo. Ha reso migliore la vita di molti, è amato in tutto il mondo, sono trascorsi due secoli e non si finisce mai di scoprirlo. La sua crescita interiore è nata dall’esempio di sua madre, mamma Margherita (Daniela Danesi che la interpreta nel musical), dal suo sacrificio. Per te sono più importanti gli elogi o le critiche? I primi ti riempiono il cuore, le critiche innescano in te un meccanismo di dolore misto a rabbia che ti porta a lavorare di più e inevitabilmente a perfezionarti. Sono d’accordo con lui, e come non es-
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Ma ci sarà stato un episodio divertente nell’ultima tourné del DON BOSCO, o no? Recitavo con le stampelle a causa di un incidente avuto, improvvisamente si rompe il mio microfono. Un tecnico si infila sotto l’abito talare in un momento di buio sul palcoscenico, ma quando hanno riacceso le luci lui ancora stava lì sotto; sembrava una scena hard! La tua voce è un dono, indubbiamente. A chi pensi di dover dire grazie? E’ un dono di Dio, ovvio, e mi auguro sempre che lo sia anche per chi mi ascolta. Quali sono le tue regole di vita? Il rispetto per me stesso, per il mio prossimo, per la mia famiglia. E se non fossi diventato un musicista cosa avresti potuto essere? Mia madre mi voleva laureato, Medicina, Architettura, Legge. Ho provato a farla contenta, ma grazie a Dio è andata diversamente. Qual è lo strumento musicale per eccellenza? Assolutamente il pianoforte. Noi due abbiamo un legame indissolubile; è stato e sarà sempre il mio migliore amico. Hai una tua raccolta di canzoni incise ultimamente? No, mi sono dedicato ad altro Quindi oggi puoi affermare di aver fatto quello che per te era più impor-
Mi sento realizzato: volevo una famiglia unita e l’ho ottenuta ed è stato un risultato voluto da me e da mia moglie; volevo affermarmi nel campo musicale e ci sono riuscito. Sì, ho quello che volevo. Siamo arrivati alla fine. Più che una domanda giochiamo al se fosse: hai la lampada di Aladino e puoi esprimere 3 desideri. Quali sono? Primo desiderio: Vorrei che magicamente le mie figlie Maria Elisa e Maria Sofia non si facessero più tatuaggi Ride di cuore Secondo desiderio: Vorrei possedere un Harley Terzo desiderio: Vorrei riuscire a decidere facilmente il calzino giusto per il completo giusto E stavolta a ridere siamo tutti e due. * Le giornate si sono accorciate, e la luce del giorno è diventata rossastra. Ci salutiamo. È stata una bella giornata,una simpatica intervista. Mi avvio alla fermata del 31…e adesso speriamo di non dover aspettare una vita per tornare a casa.
Piccole fiabe per grandi sognatori è la somma di sei brevi fiabe, raccolte in un unico, imperdibile, volume. L’autrice, Emanuela Arlotta, con il suo stile dalla tenera limpidezza è in grado di catturare il cuore di grandi e piccini sin dalla prima pagina. Regala ai suoi lettori più grandi l’emozione di sentirsi ancora una volta bambini e ai più piccoli, avventure, magia, emozioni, sogni ma, soprattutto, importanti insegnamenti di vita. LINK PER L'ACQUISTO 7
“Il titolo è evocativo del luogo che vedrà la guarigione interiore di Isabel, un sogno che diventa realtà sia perché il Messico è un paese in cui ha sempre desiderato andare, sia perché il suo lungo
Intervista a Marta Lock
dipinto di copertina è davvero molto bello ed è un’opera della pittrice Amalia Di Sante. L’ho scelta perché rispecchia perfettamente il senso di solitudine che Isabel, la protagonista, deve necessariamente affrontare per ritrovare se stessa, per risanare e guarire dalla profonda ferita che porta con sé; al tempo stesso il fatto che sia di spalle all’osservatore esprime il voler lasciare indietro e costruire un nuovo futuro, nel caso specifico sottolineato dallo sguardo verso il mare sullo sfondo e l’orizzonte. Anche i toni tenui mi hanno conquistata proprio per l’esigenza di morbidezza e di scusare se stessa, prima che gli altri, per poter voltare pagina e andare avanti. Come mai scegli come titolo: “La sabbia del Messico”?
Ciao Marta, è un piacere per me ospitarti nuovamente sul nostro Magazine. Il tuo ultimo romanzo ha una bella copertina che so essere stata dipinta da un’artista, sono curiosa di saperne di più. Ciao Cristina, è sempre un piacere ritrovarti. Hai perfettamente ragione, il
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a cura di Cristina Rotoloni
viaggio è una speranza ”
Il titolo è evocativo del luogo che vedrà la guarigione interiore di Isabel, un sogno che diventa realtà sia perché il Messico è un paese in cui ha sempre desiderato andare, sia perché il suo lungo viaggio è una speranza di dimenticare o, per meglio dire, superare un trauma che le ha lacerato l’anima. I paesaggi che si presentano davanti ai suoi occhi l’aiutano a riflettere, a fare quel percorso introspettivo fondamentale senza il quale non è possibile raggiungere la consapevolezza… e forse perché la sabbia, tanto aerea e impalpabile, rappresenta una
speranza, un suggerimento per la protagonista che, così come il vento può sollevarla e portarla via lontana, altrettanto sarà possibile che avvenga con un ricordo tanto doloroso quanto quello che lei porta dentro di sé. Tutti gli uomini dei tuoi libri sono degli eterni Peter Pan. E’ questa la tua visione del sesso maschile? Questa è una bella domanda anche se non sono d’accordo nel dire che tutti gli uomini dei miei romanzi sono così: il nonno Bruno di “Ritrovarsi a Parigi” è stato una solida colonna nella vita di Lizzy ma anche in quella di tutta la famiglia, Joshua di “Quell’anno a Cuba” è a sua volta una figura seriosa, responsabile, paziente, Victor di “Miami Diaries” uomo di grande spessore e maturità sia pratica che emotiva. Forse tu intendi quelli di cui si innamorano, in alcune fasi, le protagoniste e in questo ti dò ragione. Però devi darmi atto che anche le donne sono eterne Peter Pan o, perlomeno, lo sono all’inizio, prima che il percorso del romanzo le porti al cambiamento, alla modifica, alla consapevolezza e a un livello di autocoscienza e maturità superiori. Questo succede indifferentemente sia agli uomini che alle donne, non si nasce già adulti, bisogna compiere quel cammino che, attraverso
lo sbaglio, l’introspezione, la riflessione conduca a una crescita, indipendentemente dall’età. Credo che siano le esperienze a determinare la formazione di ogni individuo, non l’età anagrafica e, a ben guardare, nel momento in cui le mie protagoniste scelgono quella tipologia di uomo, che non è affatto detto che a seguito degli eventi a sua volta non cresca, si trovano anche loro in una fase più immatura, meno consapevole, poi nel corso della storia, si modificano. Ho avuto la sensazione che Isabel fosse simile al tuo modo di essere. Parlaci di questo personaggio che è anche la protagonista della storia. Isabel è una donna tormentata perché ha uno strappo profondo nell’anima inferto in una fase in cui era troppo presa da altro per fare attenzione e cogliere segnali importanti, ecco il perché del suo dolore: sa di aver avuto i mezzi per capire ma, ottusamente, non lo ha fatto, li ha ignorati, non ha voluto guardarli con attenzione. E questo in fondo è ciò che spesso accade nella realtà, ci si rifiuta di ascoltare quella voce interiore che indica qualcosa che gli occhi si rifiutano di vedere. Arrivata in Messico da un lato sa di avere un disperato bisogno di ricominciare a vivere e liberarsi dal senso di colpa, dalla frustrazione, dalla rabbia, dall’altro però non riesce a dare fiducia alle persone proprio per non rivivere ciò che, pur essendo nel passato, fa ancora prepotentemente parte del suo presente. E’ una donna forte che la vita ha piegato nel modo più bieco, dunque ha perso fiducia nella propria forza sentendosi debole ma il paese che ha scelto per superare il trauma la porterà lentamente a riscoprire la capacità di essere lei la padrona assoluta della propria vita, in un modo più intenso di prima. Lupe è la figura che più mi ha colpita. Oltre le righe del romanzo leggo dell’affetto per questa donna, madre e moglie. Racconta ai nostri lettori chi è, come è nata e cosa rappresenta per te. Credo che Lupe incarni la figura della mamma-mamma, il riferimento emotivo di cui ha bisogno ognuno di noi, la chioccia accanto alla quale ci accoccoliamo quando il mondo esterno sembra troppo brutto, l’amorevole sostegno di
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cui Isabel ha bisogno quando si sente persa, indifesa, spaventata, una donna che la accoglie come una figlia, con quella capacità tutta latina di allargare le braccia anche a chi non si conosce bene. Una mamma capace anche di andare contro il figlio, nel momento in cui si rende conto di un comportamento sbagliato, una consigliera preziosa capace di portare alla luce le ombre dell’uomo che ha faticosamente conquistato il cuore della protagonista per costruire con lei un rapporto da cui improvvisamente sembra volersi sottrarre. Non è mai critica Lupe, solo obiettiva, consapevole dei pregi e difetti di Ramon, e si fa complice di Isabel avvisan-
dola di ciò a cui potrebbe andare incontro perché sa di non aver cresciuto un figlio perfetto, intoccabile e integerrimo, bensì un individuo con molte sfaccettature, così come lo è ognuno di noi, e con tante lacune ancora da colmare. Perciò, con la stessa serenità e il calore con cui si lascia conquistare da quella spagnola che si è improvvisamente trovata in casa, altrettanto la mette in guardia da ciò che può o non può aspettarsi dall’uomo con cui sta per costruire un futuro. Ogni tuo libro è un viaggio in qualche bel posto del mondo, in questo caso siamo in Messico. Ami viaggiare, sono luoghi che hai visitato o queste ambi-
entazioni sono frutto di una buona ricer- chirurgo plastico infedele, il giocatore di ca? golf, la cronista di Radio Saudade, l’editrice di una rivista femminile, il cronista Beh, il Messico, e nello specifico la zona senza scrupoli, l’insegnante di capoeira dello Yucatan in cui si svolgono le vicende e via dicendo, un turbinio di vite le cui del romanzo, è uno di quei paesi in cui ho vicende si sviluppano in continui colpi vissuto per un lungo periodo e che mi ha di scena che tirano il lettore dentro il rocompletamente rubato il cuore. Viaggiare manzo come se fosse un giallo, pur non è stata una parte importantissima del mio essendolo sebbene in questa ultima opcammino di conoscenza di me stessa, vivera qualche vicenda un po’ più misteriosa ere in un paese con usi e costumi complee losca è presente. E neanche a Rio sono tamente diversi, rapportarsi con persone ancora mai stata. con un modo di parlare, di esprimere le sensazioni e le emozioni e per cui i gesti hanno significati sconosciuti alla nostra cultura, è un’esperienza magnifica, inten- Per acquistare il libro di Marta Lock potete sa, mi ha permesso di mettermi in discus- visitate il link
titolo del libro sembra suggerire una storia dura, una storia moderna, attuale. In parte è vero, ma in questo libro si parla di vita, di tante vite, di animali che proteggono, di uomini che muoiono, che amano, che non vogliono ammettere di essersi sbagliati perché la gente “vuole un colpevole” e non importa se poi non lo è, di donne che amano chi non potrà mai amarle, di ragazze che fuggono dall’amore per troppo dolore sopportato… una tavolozza di vite che si accavallano e si sovrappongono senza mai distruggere o appannare le altre vite.
E poi quel tatuaggio sul collo, un segno che nasconde o rivela chi è Alex. sione, scoprire altri lati di me che forse http://www.herkules-store.it/dettagli.as Il non avrei mai scoperto se non fossi andata oltre i confini del conosciuto, confrontarmi con difficoltà nelle quali non avrei mai potuto trovarmi e così scoprire la mia forza. I luoghi descritti ne “La sabbia del Messico” sono quelli che i miei occhi hanno realmente avuto davanti, come anche gli odori, i colori, l’intensità delle emozioni nel guardare paesaggi belli da mozzare il fiato; la stessa cosa è avvenuta per “Notte Tunisina”, “Quell’anno a Cuba” e “Ritrovarsi a Parigi” mentre, per esempio, a Miami, città protagonista di “Miami Diaries”, non sono mai stata. In quel caso ho fatto molta ricerca, eppure molte persone mi hanno detto che hanno avuto l’impressione di essere lì… Negli ultimi cinque anni il tuo estro ti ha portato alla creazione e pubblicazione di molti libri, mi viene spontaneo chiederti: ne hai già in serbo un altro e se sì, di cosa parla? Mi conosci proprio bene ormai!! Effettivamente ho già pronti altri due romanzi che porteranno i lettori in altri due paesi meravigliosi: “Dimenticando Santorini” e “Gente di Rio”. Il primo è la storia romantica di un amore che inizia da adolescenti che poi, a seguito di una forzata separazione, va avanti per tutta la vita dei protagonisti, che non riescono a stare insieme ma neanche a dimenticarsi. Nel mezzo tanta vita vera, figli, rapporti conflittuali con genitori e sorelle, rinuncia ai sogni che però poi inevitabilmente riaffiorano, la scelta di un rapporto senza amore per non tradire l’ideale dell’altro amore a cui hanno dovuto rinunciare. “Gente di Rio” invece è un intreccio incredibile tra le vite di dodici personaggi principali, qualcuno della favela di Rocinha e altri di Leblon e Ipanema, i quartieri più ricchi, le cui vite si incontrano, si incrociano, si fondono alla maniera delle telenovelas di una volta. Dunque c’è la cantante di bossa nova, il
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LETTI PER VOI a cura di Patrizia Palese
“tatuaggio” di Cristina Rotoloni
ti gli elementi per rendere una storia avvincente: suspense, amore, odio, paura, mistero, ambiguità. Ogni personaggio ritaglia la sua personalità con un coltello affilato dal panorama generale e ne viene fuori una persona con tutti i suoi limiti e difetti. E così si procede nella lettura attendendo la risoluzione, cercando in ogni gesto la rivelazione della storia, scoprendo invece, come accade anche nella vita reale, di rivivere ciò che si pensava lontano da sé, come l’estraniarsi di Maliba ogni volta che Alex tenta di avvicinarsi a lei… un fuggire da ciò che lei stessa non riesce a dimenticare. E la storia prende il via in una atmosfera che profuma di irreale: una casa in campagna che conosce solo Maliba, i suoi libri d’arte, il silenzio del bosco, il rapimento e l’ombra di un serial killer che sembra essere dovunque. Fra i due, Maliba e Alex inizia una guerra fatta di paure, di dubbi, ma anche di tanto inspiegabile e sempre non accettato amore da nessuna delle due parti, anche se per motivi diversi. In questo libro sono uniti fra di loro tut-
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Un libro che parla di violenza senza violentare nessuno, perché per far male a volte può bastare solo il ricordo della violenza subita o taciuta…e quel tipo di ricordo ha un odore che sa di marcio, un odore che ti chiude la gola…ecco questo, in ultima analisi ti rimane dopo aver letto questo libro, un odore. Quando uno scrittore riesce a trasmettere un odore vuol dire che ciò che ha scritto vale la pena di leggerlo.
CRISTINA ROTOLONI Nasce a Roma il 20 luglio 1977. Vive parte della sua vita tra L’Aquila, Ville di Fano e Capitignano. Si diploma come Maestro D’Arte e consegue la Maturità Artistica all’Istituto Statale d’Arte. Si laurea con il massimo dei voti in Scenografia all’Accademia di Belle Arti di L’Aquila. Ha esposto due mostre pittoriche: una a Ville di Fano e l’altra a Montereale (AQ). Ha collaborato per l’organizzazione e la scenografia di alcuni spettacoli teatrali con l’Accademia di Belle Arti e l’Istituto Gramma di L’Aquila. Ha progettato e realizzato, in collaborazione con Annalisa di Filippo, dei cappelli per la “Perdonanza Celestiniana”. Ha collabora con l’associazione onlus “Il Camaleonte” per dei corsi di “Arte, immagine e modellismo”. Dipinge quadri ad olio e pittura su vari materiali. Dopo il terremoto di L’Aquila 2009 si trasferisce in provincia di Chieti dove scrive e illustra le sue favole dal titolo “Stellino” e “Tom”. Si dedica anche alle illustrazioni delle favole di altri autori come “Matilde” di Antonio Sparatore. Scrive articoli per il Magazine online “Volodeisensi°” di Emanuela Arlotta. Idea e cura la pagina su facebook “Un Racconto a più Mani”. Intervista, recensisce e presenta i libri degli autori emergenti per i quali ha ideato e realizzato la Video Rubrica “Oggi parliamo di…” E’ nel 2013 tra i finalisti del concorso “Montesilvano Scrive - Una storia di Natale”. Pubblica, come libro d’esordio, la raccolta di racconti “Frammenti di Vita” nel 2012. Nel 2014 pubblica il suo primo romanzo dal titolo: “Tatuaggio”.
“Il fiume di eraclito” di Adriana Pedicini
che afferma che non ci si possa bagnare due volte nello stesso fiume, in quanto tutto scorre. Sembrerebbe allora che nulla vale, in quanto tutto andrà via da noi, mentre invece quello che si deve intendere è esattamente l’opposto: nulla, nel bene e nel male, sarà possibile riviverlo, quindi nel momento che esso si manifesta, lo si deve vivere nel pieno della nostra coscienza. Attendere quindi la morte sopportando la vita? No, vivere sapendo di dover morire, ma vivere con consapevolezza dell’attimo fuggevole.
Nel leggere le liriche di IL FIUME DI ERACLITO, si tocca con mano prima ancora che con gli occhi e la mente, il fronteggiare il mistero della Natura che avvolge l’autrice. Si intravede il suo commuoversi, nel senso etimologico più profondo, così come prima di lei la corrente del Romanticismo aveva già evidenziato. Il Fato qui diventa il Burattinaio che, muovendo i fili della vita, conduce tutti là dove ognuno è destinato, chi più in fretta, chi più adagio. Quello che si legge è quasi una rassegnata rabbia nel non poter cambiare di un solo passo quel cammino, ma l’armonia dei versi stessi mitiga questa visione e tutto sfuma in malinconia di un sogno sognato. Ogni lirica evidenzia questa tematica, come risalta quella della solitudine nella vita, nella morte, nelle scelte. Non ci sono risposte, e forse non dovrebbero esserci nemmeno domande, perché nel gioco della vita ogni passo diventa un piombare nel mistero che solo raramente può dare serenità. E allora si spiega anche il titolo di questa raccolta, spolverando i ricordi scolastici, e facendo balenare nella mente quella frase del filosofo chiamato in causa dall’autrice,
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Di Adriana si può dire che questo procedere lo ha conosciuto sia direttamente, attraverso le fasi della sua vita, sia indirettamente nell’essere presente fra i suoi alunni nel lungo periodo di insegnamento. Non è neofita nell’esporre le sue creazioni e precedenti lavori le hanno fruttato riconoscimenti importanti. Ed ecco che il suo procedere nella vita e nella lirica fa risaltare i punti fermi: l’amore che fugge insieme al tempo, la vita che si abbrevia, la morte sempre presente. Quale unico conforto è la fede in quella religione che trasforma la paura, il dolore in un momento privato da vivere lontano dagli occhi della gente, quasi fosse un dono prezioso. E leggendo si scopre che riecheggiano gli autori classici della nostra letteratura, in particolar modo Leopardi. Ma non è una sconfitta dell’uomo nei confronti della Natura quella che cantano le poesie di questa raccolta, non lo è mai, come non lo fu per il Leopardi che seppe vivere la sua vita appieno, gustandone ogni sapore, dal più dolce al più aspro.
ADRIANA PEDICINI Adriana Pedicini vive a Benevento. Già docente di lettere classiche nei Licei e referente di teatro classico, scrive da tempo. Ha recentemente pubblicato una silloge di racconti: “I luoghi della memoria” e un volume di poesie“Noemàtia”. Ha conseguito premi con opere edite e inedite in vari concorsi nazionali e internazionali. E’ presente con poesie e racconti su varie Antologie, anche on-line. Collabora a giornali, riviste, blog e siti letterari. La sua poesia trae origine dalla profonda sensibilità con cui avverte la meraviglia e il pathos dell’esistenza, cogliendo le infinite occasioni di commozione e riflessione, di sgomento e di ricerca e interpretandole con un sottile scavo interiore da cui si diparte il flusso della parola perché diventi comunicazione di fratellanza e di Amore. Nel 2013 ha dato alle stampe la raccolta di poesie “Sazia di luce”
VITA DEL TEATRO-VITE NEL TEATRO
“Ho diretto, ma per me il regista deve essere un ottimo organizzatore di attori che abbiano un indiscusso talento e si sentano coinvolti nel progetto…diciamo che sono un regista atipico. “
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Intervista a Paolo Gatti A cura di Patrizia Palese
I Il Teatro Petrolini, diretto da Paolo Gatti, rappresenta una realtà ben definita: in questo luogo, proprio nel cuore di Testaccio, scendendo per una piccola rampa, accedi in un luogo che senti familiare, qualcosa di tempi andati, quando andare a teatro voleva dire andare in un luogo speciale. La “scenografia” ti proietta in un androne con diverse porte, e ti aspetti di veder uscire qualche personaggio di SARTO PER SIGNORA, e poi lui, Paolo ti viene incontro con un sorriso vero e non di circostanza. Ci conosciamo già; in questo teatro a dicembre, dal 15 al 20, andrà in scena il mio lavoro LA NONNA DICEVA SEMPRE, un testo comico, un lavoro che dirigerò, ma lui mi tratta come se ci conoscessimo da molto tempo, come se non fossi una delle tante persone che lavora nel suo teatro, nella sua casa, perché lo si vede da come si muove che questo non è il suo teatro, ma la sua casa. Ci sediamo tranquillamente sul divano e lui mi dice che il divano meriterebbe una onorevole pensione, visto che sono anni che sta sul palcoscenico per i testi più svariati. Perché Paolo considera giusto mettere a disposizione quello che si può, affinché lo spettacolo riesca al meglio…non è cosa di tutti i giorni, concordate? Vorrei iniziare subito con la domanda più ovvia: sei soddisfatto che il teatro sia il tuo unico mestiere? Certo che lo sono; è stata una scelta pensata, voluta, difesa. Sì lo sono. Nel tuo Teatro sono rappresentate opere di vario genere e da molto tempo. Leggi le opere che ti vengono proposte, ti informi? Non sempre. Quando posso sicuramente, ma valuta che molte di loro sono opere prime e nei Teatri Off il senso è proprio quello di sperimentarsi, di mettersi in gioco. Ma tu hai mai scritto un testo teatrale? Ma certo. Diversi testi per l’esattezza Quindi sei anche un autore. Ma sei anche il Direttore Artistico; ti lasci convincere dallo spettatore che è in te o riesci sempre a fare un discorso lontano dalle tue sensazioni? Esistono due modalità diverse: quello dell’artista e quello dell’esercente che deve tenere conto di entrambi…è un mix
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da gestire e io ho imparato a farlo. Ci sono differenze fra le rappresentazioni di una volta e quelle più attuali? Sì, sicuramente, sono tante, non sempre migliori, non sempre peggiori…ma è un discorso lungo e articolato. Se tuo figlio decidesse di voler, per esempio, fare lo skipper o l’astronauta come reagiresti? Non ho mai pensato che il “mestiere” si debba tramandare da padre in figlio. Se quello che mio figlio sceglie di fare lo appassiona, allora va tutto bene…ci vuole la passione, sempre. Ci sono persone che rappresentano un riferimento per te, sia per la tua vita privata che per quella artistica? Sicuramente mia moglie per quanto riguarda la mia vita privata, mentre in quella artistica un solo nome :Fiorenzo Fiorentini. E’ valsa la pena fare la scelta che ha fatto? Non avrei potuto o voluto fare altro, per cui sì, certamente.
simo, dove ho letto tutto, ma proprio tutto di Tiziano Terzani. È un uomo che ho stimato e che continuo a stimare moltissimo perché lo considero un vero giornalista. Che cosa provi ancora oggi quando inizia uno spettacolo a cui tieni? Complessivamente all’inizio timore, a volte anche fastidio, ma subito dopo mi lascio coinvolgere. Hai mai detto: ma chi me lo ha fatto fare? Mai!!! Diciamo che per lo più mi deprime la pochezza delle persone. Che genere di teatro non sopporti? Quello che annoia il pubblico. Che cosa manca oggi nel teatro italiano? Una classe di intellettuali che lo difendano e purtroppo dei veri talenti. Nel tempo libero cosa fai? Ne ho pochissimo…dovrei dire che mi sento anche un po’ colpevole di non lavorare, perché è così che mi sento: non ho bisogno di tempo libero per rilassarmi.
Al tuo attivo hai tanti anni di ricordi del teatro; quali di esso ti è rimasto nel cuore e nella mente? Forse gli anni ’70…sì, quello fu un anno speciale per me. Hai mai diretto uno spettacolo? Ne vuoi parlare? E cosa vorresti dirigere o interpretare? Ho diretto, ma per me il regista deve essere un ottimo organizzatore di attori che abbiano un indiscusso talento e si sentano coinvolti nel progetto… diciamo che sono un regista atipico. Paolo Gatti in sette parole Addirittura sette parole! Per me ne basta una sola: Talento. Un tuo scheletro nell’armadio? Errori che avrei potuto evitare, ma credo che quel tipo di scheletri li abbiamo un po’ tutti. Che libro stai leggendo ora? In questo momento molti “Anna” di Niccolo’ Ammaniti . C’è stato un periodo, bellis-
S Se dovessi scegliere di andare in un altro paese dove vorresti andare? Perché? In effetti ci ho pensato qualche volta; sono nauseato dai personaggi, diciamo, politici e burocrati…sono ottusi e non fanno nulla per questo paese se non continuare ad affondarlo. Diciamo che se mi decidessi, sceglierei sicuramente i paesi asiatici. Le produzioni sono il grande assente nella vita del teatro. Perché secondo te accade questo? Ed esistono ancora le Produzioni Teatrali? Quelle vere non esistono più, ma la cosa più grave è che si perso il concetto del
vero produttore e/o organizzatore. Quelli che possono sono tutti o quasi tutti privi di una grande Cultura e sono sempre invischiati nelle problematiche economiche…quindi lontanissimi dal vero scopo della produzione teatrale. Quando hai cominciato ad occuparti di teatro? Avevo 13 anni A cosa serve il teatro? E a chi serve soprattutto? E’ la salvezza per la nostra mente, diciamo che è una cura preventiva per allontanare il peggio, una buona terapia preventiva. Il teatro dovrebbe entrare nelle scuole come materia didattica? Assolutamente sì! Ma tanto l’unica preoccupazione è definire gli Assessorati per le Politiche Culturali, stabilire a chi darli e poi cosa fare rimane nella nebbia…un concetto che non si concretizza mai. Sono veramente stufo di tanta demagogia. Quanto è rimasto dell’idea del teatro come palestra di vita? Ancora molto…per cui si va avanti. Poche domande, intervallate dal telefono a cui risponde sempre cordialmente, da persone che entrano, lo salutano, da ragazzi che seguono i corsi, da amici, e lui risponde a tutti, saluta e, cosa fantastica, sorride… Gli stringo la mano, sorrido anch’io. Bella persona Paolo Gatti, bel posto il Teatro Petrolini
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Leggiti tra le righe
Mi siedo e aspetto
“Ci sono momenti nella vita in cui è la vita
che la tua anima implume
stessa che ci conduce verso il nostro destino.
attraversi il ponte tra il sembrare e l’essere.
In questi momenti bisogna tendere la mano e
Mi siedo e aspetto
lasciarsi trasportare dallo scorrere del fiume,
con la calma delle donne
senza opporre resistenza. Bisogna abbando-
che l’infiorescenza sbocci
narsi per potersi un giorno ritrovare …. “
e trabocchi di colori. E nell’attesa vivo, nel desiderio di riaverti senza abiti o coperte con cui velarti i desideri. Emanuela Arlotta
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“Ogni persona legge i personaggi alla luce delle proprie esperienze e della propria sensibilità”
Intervista a Sylvia Kant
a cura di Cristina Rotoloni
Ciao Sylvia, dopo il boom del tuo libro, il clamore che ha creato e la gioia di leggerlo sono felice di ospitarti sul nostro Magazine. Inizialmente il titolo del tuo romanzo era “Antony”, nome tratto dal protagonista del libro. Come mai hai scelto di cambiarlo in “Prova ad amarmi”? Il titolo non è stato cambiato da me, ma dalla casa editrice per motivi, presumo, di marketing. Sylvia Kant è un nome d’arte. Perchè utilizzare un nome fittizio come scrittrice? Per problemi di natura lavorativa e familiare, devo mantenere l’anonimato, perciò quando scrivo romanzi erotici utilizzo il nome Sylvia Kant, mentre, quando scrivo altri generi, ne uso un altro. Ci tengo alla mia privacy e non sono mai stata una fan sfegatata di fama e presenzialismo. D’altra parte, come lettrice, quando un libro mi piace, l’ultima cosa che m’interessa è la faccia dell’autore. Dal nulla un’esplosione di consensi e una casa editrice che chiede l’esclusiva del tuo libro. Ieri, oggi e domani, cosa cambia nel tuo modo di vedere il mondo della scrittura?
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I consensi vanno e vengono. Un libro piace, quello che scrivi dopo è un flop gigantesco. Ieri scrivevo per divertirmi e le mie amiche m’incitavano a sbrigarmi perché volevano leggere quello che inventavo, oggi continuo a scrivere per divertirmi, ma con qualche persona in più che mi chiede di sbrigarmi. Però, siccome non credo che con la scrittura mangerò mai e ho un lavoro e una famiglia a cui rendere conto, inoltre sono vecchia e lenta, continuo a fare tutto con i miei tempi e se una frase non mi torna, la riscrivo finché non fila come dico io. E non prevedo cambiamenti per il futuro. Il mondo della scrittura per me si limita al letto dove scrivo, ai cuscini che mi sistemo dietro la testa, agli occhiali che indosso, alla tastiera, allo schermo del pc e alle persone che mi dicono: “Mi hai fatto sognare”.
(o che magari avrebbero desiderato un figlio maschio al posto loro), i sensi di colpa più assurdi e l’accettare compromessi che la maggior parte degli uomini non accetterebbe mai e poi mai. Ma se Angela fosse stata una di quelle eroine “dure e con le palle”, come avrebbero senz’altro preferito alcune lettrici, Antony non l’avrebbe mai neppure degnata di uno sguardo, dato che tutti i giorni lui viene pagato per fare sesso proprio da virago “dure e con le palle”.
E’ sicuramente fondamentale chiederti come hai creato un protagonista intrigante e affascinante come Antony, ma soprattutto quali sono le similitudini di questa figura immaginaria con tuo marito, l’uomo a cui hai dedicato il libro.
Rachel è il frutto di esperienze, professionali e di volontariato, nel campo del disagio psichico e sociale, sia mie che di persone a me molto vicine. Così come le persone reali, non è un personaggio totalmente cattivo, né totalmente buono. E lo stesso dicasi per tutti i personaggi del romanzo che, via via, cedono al proprio “lato oscuro” (o umano?) più o meno platealmente. Certo, questo non è molto rassicurante, ma chi è in cerca di rassicurazioni è bene non apra i miei libri.
Più di trent’anni fa, incontrai un tipo che organizzava i “festini” per i ricchi e che, con la sua fulgida Jaguar, girava le periferie romane in cerca di ragazzi e ragazze avvenenti da arruolare all’uopo. Dopo questo incontro, la sera stessa, scrissi le prime righe di Antony. All’epoca non conoscevo ancora mio marito, perciò non è per qualche tipo di somiglianza che ho dedicato a lui il libro, bensì perché, qualche anno fa, m’impedì di gettare il romanzo nell’immondizia. Però una cosa, in comune con Antony, mio marito ce l’ha: anche lui è vendicativo. Qualcuno ti ha criticata per il personaggio Angela, definendolo troppo ingenuo. Ritieni che queste contestazioni siano corrispondenti a verità e che sminuiscano il tuo lavoro? No, non credo che le critiche sminuiscano il mio lavoro. Tutt’altro. Ogni persona legge i personaggi alla luce delle proprie esperienze e della propria sensibilità. Il personaggio di Angela ha irritato molte persone, perché è l’emblema di tutto quello che le donne, spesso, negano (e odiano) di se stesse: il sentirsi indegne dell’amore altrui, la ricerca di approvazione da parte dell’uomo, il senso d’inadeguatezza derivante da genitori che, a volte, hanno preferito loro i fratelli
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Il disturbo psichico di Rachel, nato dalle brutte esperienze subite, portano quasi il lettore ad avere pena di questa figura. Senza questo personaggio però il racconto non avrebbe avuto quei risvolti che complicano la trama della storia. Chi è questa donna e cosa rappresenta per te?
Dei personaggi secondari verso quale senti di provare un particolare affetto e perché? Duncan, decisamente! Duncan è uno dei personaggi secondari che preferisco, perché, lo ammetto, mi somiglia molto e, nel cassetto delle future storie, c’è un romanzo su di lui. L’ormai diffuso romanzo dal titolo
“Cinquanta sfumature di grigio” è sbarcato al cinema. Speri anche tu di realizzare un film con la tua opera o pensi che la sua proiezione su schermo possa in qualche modo influire in negativo sull’ideale che le tue lettrici si sono costruite intorno al personaggio di Antony? Un film? Scherzi? Già è tanto se questo romanzo è finito nelle librerie di tutta Italia! Non credo che una cosa del genere succederà mai, ma se, in una realtà parallela di un universo parallelo, questo diventasse realtà, non sarei contraria. Nel cinema esistono casi eccellenti di registi che hanno saputo cogliere lo spirito del libro, parlo della serie dedicata al personaggio di Hannibal Lecter, per citarne uno, o di Shining o del Nome della rosa. Onestamente, per me, Christian Grey non avrebbe mai avuto la faccia di Jamie Dornan, ma pare sia piaciuto alla maggior parte delle persone, perciò, perché no? L’ultima domanda è su richiesta delle tue accanite fans. So che stai lavorando al seguito di “Prova ad amarmi”, ma anche che non c’è ancora una data stabilita per la prossima uscita. Pensi lo stesso di poterci anticipare una scadenza e qualcosa della sua trama? La casa editrice vorrebbe pubblicarlo a breve, ma non mi ha ancora fornito una data precisa... E poi, finché il romanzo non fila come dico io, non spedisco niente a nessuno. Per quanto concerne la trama, posso anticipare solo una cosa: preparate il Maalox A tutti voi che non avete ancora avuto modo di leggere questo romanzo, ma soprattutto alle donne dico che non potete perderlo, deve esserci per forza nella vostra libreria.
Concorso Nazionale Poesie e Racconti 2015 - Ass. Cult. Tertulia’s Intervista alla vincitrice della sezione POESIE - Elisabetta Bagli
Elisabetta Bagli, primo posto al concorso nazionale di Poesia indetto dalla nostra associazione Tertulia’s. Quale la reazione e le emozioni provate nello scoprire di aver vinto?
piaciuto molto partecipare e sono felice di averlo fatto!
Ringrazio i giudici per questo prestigioso riconoscimento. Sono davvero felicissima per aver ottenuto questo premio con una poesia che per me voleva dire molto. È stata una gradevole sorpresa e uno stimolo a continuare sulla strada intrapresa. La gioia è stata tanta: ho chiamato subito le persone a me care per poter condividere con loro questo risultato eccezionale! Ripensare a quel momento mi fa commuovere ancora!
Il tema della lirica è sulla violenza di genere e la poesia è stata ispirata all’opera “Ella” dell’artista italo-argentina, ma madrilena di adozione, Natacha Mazzitelli. La sua è una foto molto dura, nella quale si intravede una donna sotto un velo scuro, nell’impossibilità di parlare perché ha lo scotch tutto intorno. Tratta di quelle violenze psicologiche che, spesso, sono le peggiori, perché non si sa davvero come venirne fuori, visto che spesso è proprio la vittima che pensa di meritare tutto quel che avviene. Io ho immaginato la libertà da quel velo e la possibilità della donna di volare, perché mai e poi mai si deve perdere la speranza di potersi liberare da un sopruso, di qualsiasi natura esso sia.
Come mai scegli di partecipare a questo concorso e come hai conosciuto la nostra associazione? Ho scelto di partecipare a questo concorso perché l’ho trovato ben strutturato e serio. Conosco la vostra associazione tramite amici in comune su FB e so che siete delle persone molto impegnate, volte alla diffusione della letteratura in ogni suo aspetto e con ogni mezzo. Mi è
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Racconta ai nostri lettori il sapore della tua opera che ha vinto il concorso.
Parlaci brevemente di te e dei tuoi sogni. Elisabetta è una persona normale come
tantissime altre al mondo: lavora nella Segreteria del Comites al Consolato italiano, lavora come traduttrice freelance ed è una casalinga occupata nelle faccende di casa e con figli e marito da accudire. Nel tempo libero dà sfogo alla sua passione per la scrittura che prima del 2011 era solo ed esclusivamente una passione per la lettura. Dal punto di vista letterario dovevo maturare la sufficiente autonomia per poter lanciarmi in pasto al mondo del lettore essendo consapevole di tutti i rischi che questo comportava. Ora sono arrivata a pubblicare quattro libri, tre in italiano (“Mina, la fatina del lago di cristallo” e “Dietro lo sguardo” per il gruppo editoriale David and Matthaus e l’ultimo nato, “Voce” per la casa editricie EEE – Edizioni Esordienti E-book di Torino, con la quale ho pubblicato la seconda edizione di questa silloge, considerando che era stata da me autopubblicata nel 2011) e uno in spagnolo, “Voz” di recente pubblicazione per la Ediciones Vitruvio di Madrid. “Voz” è la versione spagnola della seconda edizione di “Voce”. Ma non finisce qui, oltre a eventi che stiamo organizzando con il Comites, ho anche in mente di fare una serie di presentazioni di Voce/Voz in Italia e in Spagna e un altro progetto in cantiere di cui però non svelo più di tanto, ma che sono sicura sarà quanto meno innovativo! Insomma, non mi fermo mai! Sono proprio felice, perché mantenersi attivi è un sintomo di vitalità e spero di proseguire in questa direzione per molto tempo ancora! Grazie per l’opportunità che mi avete offerto di far conoscere un po’ di me stessa al pubblico. ¡Muchas gracias!
Intervista alla vincitrice della sezione RACCONTI- Rosella Berni
corso. “Il viaggio” è stato scritto di getto in mezz’ora sull’onda del ricordo, ancora vivo in me, dei vari cani e gatti che, nel corso degli anni hanno accompagnato il mio viaggio, arricchendomi la vita in modo prodigioso. Il protagonista è stato da me umanizzato, perché credo fermamente che gli animali siano equivalenti - se non migliori, in molti casi - di tanti esseri umani, e anche per creare una sorta di colpo di scena finale.
Rosella Berni, primo e terzo posto al concorso nazionale di Racconti indetto dalla nostra associazione Tertulia’s. Quale la reazione e le emozioni provate nello scoprire di aver vinto? Quando ho deciso di partecipare al Concorso, avendo finora scritto cinque romanzi mi sono chiesta se sarei stata in grado di centrare l’obiettivo di scrivere un racconto, dovendo concentrare una storia che avesse un senso e una morale nel numero di cartelle e battute previste dalle regole del Concorso stesso. Ho provato a buttar giù un’idea che mi era venuta e, una volta terminata la stesura, mi sono detta che avrei potuto provare a scrivere un secondo racconto, perché l’esperienza mi era piaciuta. Sinceramente mai e poi mai mi sarei aspettata non soltanto di vincere il Concorso, ma addirittura di “fare cappotto”! Che dire? Ho provato una gioia e una soddisfazione difficili da spiegare, ver-
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amente impagabili! Come essere sulla cima del mondo... Della serie che la felicità sta nelle piccole cose semplici! Come mai scegli di partecipare a questo concorso e come hai conosciuto la nostra associazione? Ho scelto di partecipare perché mi incuriosiva capire se sarei stata capace di affrontare una tecnica narrativa diversa da quella alla quale sono abituata e anche perché amo il genere letterario dei racconti. Tertulia’s l’ho conosciuta grazie all’amica Patrizia Palese, che mi ha proposto di entrare a far parte dell’Associazione prospettandomi tra l’altro la possibilità di presentare le mie opere. Effettivamente il mio primo libro “Ti tengo stretto nella mente e nel cuore” è stato presentato lo scorso anno a Roma proprio da Patrizia. Racconta ai nostri lettori il sapore delle tue opere che hanno vinto il con-
Per comporre “Un sogno”, invece, mi sono servita, rielaborandolo per ovvi motivi, dell’incipit di un romanzo da me iniziato un po’ di tempo fa, che nelle mie intenzioni avrebbe dovuto essere il seguito del mio primo libro di cui ho parlato poco fa. E’ fortemente autobiografico e riproduce, con le doverose modifiche del caso, un’esperienza da me vissuta realmente. Parlaci brevemente di te e dei tuoi sogni. Che dire di me? Ho scoperto tardi, a ben 55 anni, l’universo fantastico della scrittura creativa e non ho alcuna intenzione di smettere. In tre anni e mezzo ho scritto cinque libri, alcuni racconti, vinto questo meraviglioso Concorso e ho tutte le intenzioni di continuare fino alla fine dei miei giorni a scrivere, per me stessa e per chi mi ama. In quanto ai sogni, ne ho tantissimi e sono colorati a tinte sgargianti come quando avevo 20 anni: con uno di questi sogni, sono persino arrivata terza!
“Incipit Mania” a cura di Mariagrazia Talarico
La croce dentro di Donato Di Capua “Il sole quella mattina filtrò attraverso alcune fessure delle persiane, e mentre si innalzava all’orizzonte i suoi raggi si muo- vevano come delle spade di fuoco nella stanza. Ma non lo vidi finché non si poggiò dritto dritto sulle palpe- bre, che ancora cercavo di serrare per rimanere perso nel mio mondo. A un certo punto mi arresi, e mi convinsi che era il momen- to di apprestarmi ad aprire svogliatamente gli occhi per proiet- tarli su una nuova giornata. La lentezza assoluta accompagnava i miei movimenti, lì, nel grande letto matrimoniale di casa mia. Vivevo da solo, ma quella notte era passata con la fanciulla che ora mi ritrovavo accanto. Non ricordavo neppure il suo nome. Dormiva serena, dopo aver assecondato i miei istinti in una notte travolgente e frastornata”
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British Museum A Museum for the World A cura di Emanuela Arlotta
Ero in cerca di novità e curiosità dal mondo della cultura e, navigando in rete, mi sono imbattuta in una di quelle notizie che mi fanno ben sperare sulla diffusione dell’arte e sull’utilizzo dei potenti mezzi che abbiamo oggi a disposizione. Ho sempre creduto in una possibile integrazione tra arte e tecnologia tanto che, inseguendo questo progetto, ho fondato quattro anni fa proprio questa rivista digitale ‘Volodeisensi Magazine’ che tutt’ora porta avanti questo mio ideale. E’ del 12 novembre 2015 la notizia a cura del sito del British Museum che ci rende partecipi di un’idea all’avanguardia che riguarda il museo stesso. A raccontarlo è il direttore Neil MacGregor. Tutti noi conosciamo la potenza e le funzionalità in campo innovativo di Google ma forse non tutti sanno che Google porta avanti dei progetti all’avanguardia anche in campo culturale.
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Il British Museum ha stretto, infatti, degli accordi con il Google Cultural Institute rendendo così possibile un sogno : quello di potersi aggirare per le stanze del museo e di poter osservare migliaia di opere e manufatti esposti all’interno della struttura senza muoversi dalla propria poltrona. Le fotografie dei numerosi pezzi, condivise dal museo, sono state tutte scattate in altissima definizione con la tecnologia Gigapixel messa a disposizione del colosso Google proprio per rendere perfetta l’esperienza utente. E’ anche possibile aggirarsi per i corridoi e le stanze del museo servendosi di Street View, attraverso un Tour Virtuale in HD così realistico da dare l’impressione di essere presenti all’interno della struttura e creando dal nulla un’esperienza che possa essere quanto più possibile vicina a quella reale. Il direttore del museo ci racconta così la sua scelta : «Ora è possibile rendere la nostra collezione accessibile, esplorabile e fruibile non sono a quelli che la visitano fisicamente, ma anche a tutti coloro che lo fanno attraverso un pc o
un dispositivo mobile». Oltre alle possibilità già vastissime di questa offerta che tende a diffondere un enorme patrimonio culturale nel mondo, si ha la possibilità, attraverso l’opzione “Museum of the World”, di visualizzare i manufatti in ordine cronologico così da avere un’idea più chiara e strutturata dei legami tra i luoghi e le varie culture contemporanee e differenti. Non posso che essere soddisfatta di questa scoperta che spero possa essere solo l’inizio di un sodalizio tra arte e tecnologia che, se ben sfruttato, non può che portare vantaggi all’umanità intera. Non mi resta che augurarvi una buona visita !! A presto! Ecco il link per il tour virtuale al British Museum : https://www.google.com/culturalinstitute/collection/the-british-museum?projectId=art-project
E N I L N O CHEF alese
atrizia P P i d a r u c a
CANNELLONI ALL MELANZANE Ingredienti per 4 persone: -Pasta fresca per fare almeno 20 cannelloni -Salsa di pomodoro gr. 400 -2 melanzane -Fontina gr. 100 -Provola gr. 100............................ -Parmigiano grattugiato gr.100 -Mortadella a cubetti gr.100 -Un tuorlo d’uovo -Farina q.b. -Besciamella q.b. -Burro gr. 30 -Olio di semi q.b. -Sale q.b. -Pepe q.b. Lavare e tagliare le melanzane a fettine, metterle sotto sale in uno scolapasta per un paio d’ore; dopodiché passarle nella farina, friggerle nell’olio caldo, sgocciolarle, asciugarle nella carta assorbente e peparle. In un pentolino scaldare la besciamella (anche quella già prontava benissimo) per 5 minuti, unirvi la fontina e la provola a dadini insieme alla metà del parmigiano e al tuorlo d’uovo; amalgamare il tutto e lasciare raffreddare fino a far diventare tutto tiepido. Con la crema ottenuta mettere un cucchiaio in ognuno dei 20 quadrati di pasta fresca e arrotolare subito per formare dei cannelloni. Imburrare una pirofila da forno, versare due cucchiai di salsa di pomodoro, adagiarvi la metà dei cannelloni, le melanzane, la mortadella e il parmigiano rimasto, ripetendo l’operazione ancora una volta e terminare con la salsa di pomodoro e il parmigiano. Cuocere i cannelloni nel forno a 180 gradi per 30 minuti, estrarli dal forno e lasciarli riposare per 5 minuti prima di servire.
ZUPPA AI FUNGHI PORCINI Ingredienti per 4 persone: -Funghi porcini gr.500 -2 carote -Patate gr. 250 -un cipollotto -due spicchi d’aglio -Brodo vegetale 7 dl. -Panna gr. 100 -un ciuffo di prezzemolo -Pane casareccio q.b. -Olio extravergine q.b. -Sale Mondare, lavare e tagliare i funghi e il cipollotto a fettine e le carote e le patate a pezzetti. In una casseruola soffriggere l’aglio, unire il cipollotto e le carote, cuocere per 10 minuti, aggiungere le patate e continuare a cuocere per altri 10 minuti, quindi aggiungere i funghi, salare, pepare, coprire con il brodo bollente e cuocere per ancora 40 minuti a fuoco medio. A cottura ultimata, togliere la casseruola dal fuoco, eliminare l’aglio e tenere da parte alcuni funghi. Frullare il contenuto della casseruola, versare la panna e un cucchiaio di prezzemolo tritato e continuare a frullare fino a ottenere una crema omogenea. Versare la crema in un tegame, scaldarla per qualche minuto, disporla nella zuppiera, unire i funghi tenuto da parte, insaporire con il prezzemolo tritato e servire con fette di pane tostato e strofinato con aglio.
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TORTA DELLE ROSE Ingredienti per quattro persone: -400 gr. di farina -un bicchiere di latte -20 gr. Lievito di birra -120 gr. Zucchero -120 gr. Burro -un uovo intero e 2 tuorli -2 cucchiai di liquore a gusto personale -olio di semi q.b. -sale q.b.
Sciogliere il lievito in acqua tiepida con 2 cucchiai di zucchero, un cucchiaio di farina, il latte e un pizzico di sale, coprire e lasciare lievitare la pastella per alcuni minuti al caldo. Quando la pastella ha raddoppiato il volume, versarla con un cucchiaio di olio di semi nella farina rimasta fino a rendere la pasta elastica; stenderla su un panno, spalmarla all’interno di marmellata o crema o cioccolato a scaglie, aggiungere ancora dello zucchero e il liquore, arrotolare il composto nel panno come uno strudel, facendolo aderire bene;eliminare il panno e tagliare in composto in sei-nove cilindri. Adagiare al centro di una teglia uno dei cilindri e intorno gli altri, modellando con le dita le estremità superiori a mò di bocciolo di rosa, quindi lasciare lievitare ancora fino a quando si sarà ancora raddoppiato il volume. Disporre il tutto in un forno a 180 gradi per 45 minuti. A cottura ultimata spargere sul dolce ancora caldo dello zucchero a pioggia.
CARRE’ DI BOVINO ADULTO AL FORNO Ingredienti per 4 persone: -Carrè di bovino adulto 1,5 kg -Senape q.b. -Due cipolle -Erbe aromatiche q.b. -Spinaci 250 gr. -Burro q.b. -Olio extravergine di oliva q.b. -Sale q.b. -Pepe q.b.-sale q.b.
Pelare e tagliare una cipolla a rondelle. Salare e pepare il carré di bovino, spalmare la senape su tutti i lati, adagiarlo in una teglia con le rondelle di cipolla, insaporirlo con le erbe aromatiche, irrorarlo con un filo d’olio, trasferire in forno il tutto e cuocere a 200 gradi per 35/40 minuti. Lavare gli spinaci, sbollentarli in acqua salata per 5 minuti, sgocciolarli, strizzarli e rosolarli in un tegame con una noce di burro per qualche minuto. A cottura ultimata, estrarre la teglia dal forno, disporre il carré sul piatto da portata e servire accompagnato dagli spinaci con aggiunta di rondelle di cipolla fritta a parte.
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Un Tappeto di nubi di zucchero filato di Emanuela Arlotta Un tappeto di nubi di zucchero filato, bianche e dense dalle sfumature cerulee si distende sospeso nell’aria tiepida rabbuiando i contorni di un giorno comune. Immagino, allora, tra quei filamenti candidi, i passi frettolosi di tanti piedi fini e rosati che si intrecciano in quegli intricati rovi gustosi sciogliendosi, poi, svelti svelti, in quella corsa affannosa condita di chiassose risa. Li scorgo in lontananza, quei rudimenti di vita, che si affacciano ridenti lasciando scoperto solo il viso, che, come una piccola luna, trapassa leggero il tappeto di nubi, intenti a spiare un luogo di cui non c’è ricordo. Non più sangue sulla pelle bruna, bianca, ora si scorgono nuovamente i lineamenti , non più labbra contratte, né pianto, né paura. Un sorriso scoppia come bolla di sapone e ne imbratta le bocche di tante razze senza distinguerne il colore, né la lingua, in una terra senza i confini, che quaggiù, eretti e imponenti scrivono silenziosi le differenze. Immagino che per l’aria risuoni l’eco di un coro e che urla strazianti frapposte al boato della morte imminente si sciolgano come zucchero al calore di un fuoco vitale. Scorrono fiumi, lassù, su letti di seta bianca sui quali neri o bianchi, quei piedi, affondano nell’acqua pura, che è la stessa per tutti. I corpi distesi, esanimi, in posizioni innaturali, sono solo le carcasse lasciate come zavorre dalle anime leggere che di lassù sorridono e si beffano di questa nostra piccolezza, che tirano ai sicari cartocci spumeggianti di zucchero filato nascondendo gli occhi furbi tra le nubi compatte, ridacchiando incoscienti tra le dune che le accolgono. Così immagino, in una mattina come tante, che quel cielo brulichi di gioia e non nasconda, sotto la sua coltre, un immenso silenzio, immagino che non risuoni, lassù, la sirena del terrore ma una melodia che macchi di colore una speranza, quel tenue bagliore di cui i nostri occhi sono ancora in cerca, ciechi e bramosi di pace in questo luogo colmo di assenze.
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“La musica per me è vita, senza musica che
Intervista a Luka J Master A cura della Dott.ssa Agnese Monaco
vita sarebbe?”
Ciao Luka, iniziamo subito col dire chi sei e cosa fai nella vita. Luka J Master, nato nel 1975 a Catania, artisticamente nasce come dj nel 1989 esibendosi nelle dancefloor siciliane,
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ed entrando a far parte di una radio locale. Dal 1995 inizia a esibirsi in alcuni club italiani: Milano, Pisa, Roma, Salerno , e anche una presenza in Tunisia. Nel 2002 insieme a tobix(tobia borrata),suo amico da sempre, diventa un producer e insieme danno vita al primo singolo dal nome “Obsession”. Nell’estate del 2014 produce il singolo “Shake your body” con l’etichetta Music Lovers Lab, entrando in tante compilation ufficiali. A febbraio del 2015 produce il singolo “Let me try” cantato da Silvia Urbani con l’etichetta Keep Records, che vede al timone Tobia Borrata e Dino Brown. Con “Let me try” entra alla posizione n° 50 di Itunes Charts, e in altre classifiche. Nell’estate del 2015 sempre con la Keep Records produce “Aloha”, cantato da Marcela Ocampo(colombiana) e Karlon Urbano(Cuba), arrivando alla posizione n° 98 di Itunes Charts. La canzone sarà trasmessa da molte radio. In tre settimane sono
arrivate 20000 visualizzazioni youtube, tutti i singoli sono stati prodotti insieme a Tobix. Nel 2014 e 2015 ho vinto per due anni consecutivi il Best Sicilian dj organizzato a Catania da Dario Privitera, Rosario di Stefano, e Maurizio Raciti. Il Best Sicilian dj è un premio ambito da tutti i dj e producer siciliani. A chi ti ispiri? Quali sono le caratteristiche del tuo sound? Il mio idolo è da sempre stato Molella di Radio Deejay. Quando veniva come ospite nei locali dove io mi esibivo io lo imitavo in tutto, e lo stimavo e lo stimo molto perché è una persona umile, oltre ad essere un grande dj e produttore. La musica che propongo nei miei live è commerciale-dance e anni ‘90, uso molti mashup e bootleg per distinguermi dagli altri dj, invece la musica che produco varia dalle tendenze del momento, adesso stiamo preparando una chicca per l’inverno 2015, ma non sveliamo niente per scaramanzia! Cosa è per te la musica? E cosa faresti per essa?
La musica per me è vita, senza musica che vita sarebbe? Anche il suono di un campanello è musica ma secondo me la buona musica deve essere valorizzata di più. (specie in Italia).
‘Luka J Master’ e poi se si vuole ascoltare la mia musica e i miei prodotti mi trovate su SoundCloud, Youtube, basta cercare sempre il mio nome o direttamente sul canale Keep Tv.
Qual è la filosofia di vita su cui si basa la tua essenza?
Le mie date per i live sono in aggiornamento, mi muovo maggiormente tra Siracusa e Catania, ci sono delle date molto importanti che stiamo ancora definendo.
I miei principi nella vita sono innanzitutto la mia famiglia, mio figlio e mia moglie, poi il lavoro, gli amici. Ho pochi amici veri, perchè io non mi fido molto della gente, perchè c’è invidia, molta gelosia, e cattiveria. Dove possiamo trovare info su di te online? Prossime serate? Potete trovarmi su tutti i social, Facebook, Twitter, Instagram, basta cercare
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Prima dei saluti vorrei ricordare a tutti gli artisti emergenti di farsi pagare alla fine di ogni performance e di non esibirsi gratuitamente perché questo modo di fare danneggia tutti. Ogni artista deve essere pagato e valorizzato per quello che fa, e poi volevo ricordare che la vera vittoria di un artista èrima-
nere sempre umile. Domanda grido, quella in cui tutto è concesso, lasciate il vostro messaggio -”Oh voi che uscite”. Grazie per questa intervista Volevo ringraziare la Keep Records che crede in me, ringrazio Tobia Borrata e Dino Brown, e tutte le persone che mi sostengono e che mi vogliono bene, e volevo ricordare di acquistare la buona musica Made in Italy. Voglio ringraziare Agnese Monaco che mi ha intervistato.
“L’amore per me è uno dei valori più grandi, amo il mio compagno e con lui vivo la mia passione per questo sport, per il mio lavoro; la famiglia, l’amicizia, l’umiltà ,l’educazione, l’altruismo , la sensibilità , il rispetto , ho tantissimi valori e ci credo con tutta
Intervista a Monica Montalbano
A cura della Dott.ssa Agnese Monaco
me stessa”
Ciao Monica, parlaci di te e di come si svolge la tua giornata. Ciao, lusingata e felice di essere intervistata dalla dott.ssa Monaco Agnese una donna sensibile, umile, una Donna che ammiro e che scrive con l’anima e con il cuore. Mi chiamo Monica Montalbano Personal trainer di origini siciliane ho vissuto in Sicilia ( Montallegro AG) sino a 16 anni,poi il primo approccio con il Nord, Torino per 14 anni, infine ultimo trasferimento Brescia da 2 anni e mezzo ( per amore). Ragazza solare , allegra, dinamica. Amo il mio lavoro, per me una grande passione … da 14 anni nel settore del Fitness /BodyBuilding. Entro in palestra alla tenera età di 12 anni per iniziare un percorso posturale, le mie scapole alate per mio padre erano diventate un problema. Già allora ero rimasta colpita nel vedere tutti quegli attrezzi di cui non conoscevo le funzioni . Un anno dopo mia madre decide invece di iscrivermi a scuola di balli Standard, dopo soli tre mesi mi trovo a gareggiare da Agonista e sul Podio dei regionali Siciliani 2° classificata. COMPETIZIONI DI BELLEZZA E SFILATE.
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Nel 1990 in una competizione mi mettono la fascia di miss Fitness. Tra tante fasce, Miss Sorriso, Miss Gambe, Miss Eleganza, a me danno la fascia di Miss Fitness per il fisico atletico (da qui comincia la mia passione per il Fitness e il desiderio di migliorare). Ma da allora passano 10 anni prima di mettere piede in Palestra, amavo ballare. Perché sono entrata in palestra e ci sono rimasta? Grazie al ballo ( purtroppo spesso accade che si fanno degli sport dove non si mettono in evidenza le problematiche che un adolescente incontra es: appunto le Scapole Alate o meglio Cifosi ). Un giorno come un altro mi metto a ballare davanti lo specchio della scuola e sento un dolore acuto che parte dal gluteo e arriva sino al polpaccio. Questo dolore diventava sempre più forte finche’ si decide di andare in ospedale. DIAGNOSI : Sciatalgia. Inizia il percorso con farmaci Muscoril e Voltaren , il dolore passava e ritornava, questa storia è durata per ben 2 anni. Ero triste e sfiduciata, non ho più ballato. Niente più sport finche’, dopo varie lastre alla schiena e visite ortopediche, un dottore giovanissimo mi invita ad andare in palestra. Il mio problema è portato dalla cifosi quindi via i farmaci e comincio il percorso. Dopo poche settimane il dolore era diminuito e con l’aiuto del fisioterapista e il Personal Trainer dopo due mesi il mio mal di schiena era ormai un ricordo. Più mi allenavo e più volevo allenarmi , mi piaceva sentire e vedere i muscoli che prendevano forma ,così iniziai ad appassionarmi, iniziai a studiare e dopo un anno mi sono ritrovata ad essere istruttore di sala pesi. Per 9 anni mi sono preparata studiando percorsi di allenamento, prendendo vari attestati di primo, secondo, e terzo livello. Poi il grande passo, il mio sogno si realizza: PERSONAL TRAINER. Prendo l’attestato, apro la partita iva e oggi mi ritrovo libera professionista super felice! La mia giornata si svolge in modo semplice e ordinato, mi alzo e il primo pensiero è la mia colazione super sana con albumi ,avena, sciroppo d’acero , spremuta e caffè. Non ho orari fissi con il mio lavoro, quindi diventa complicato spiegarvi la mia giornata se non a grandi linee. Solitamente finisco la colazione e vado in palestra ad allenare le mie dolci clienti. Intorno alle 11.00 allenamento in sala
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pesi per 1h e 30 dedicata a me stessa . 3 volte a settimana inserisco il cardio e addominali, la sera decisamente con il mio Uomo, a volte una passeggiata, altre tante chiacchere, comunque poca televisione, un’ora della mia giornata è comunque sempre dedicata allo studio di nuove tecniche di allenamento per rendere le mie wonder fit sempre più belle. In Italia e all’Estero che onorificenze hai ottenuto nel Bodybuilding? Le mie onorificenze : sono nel settore da 14 anni ma gareggio dal 2012 2012: GRAN PRIX federazione NBBUI ALESSANDRIA 1° CLASSIFICATA CATEGORIA FIGURE 2012:MONDIALI federazione NBBUI 4° CLASSIFICATA CATEGORIA FIGURE 2013 : ITALIANI federazione NBBUI 2° CLASSIFICATA CATEGORIA FIGURE 2013: ITALIANI DI COPPIA CON IL MIO COMPAGNO LORENZO CONTER Federazione NBBUI 3° CLASSIFICATI
2013: MONDIALI CATEGORIA COPPIA CON IL MIO COMPAGNO LORENZO CONTER federazione IBFF 2° CLASSIFICATI SLOVENIA CATEGORIA COPPIE 2014 : GRAN PRIX federazione Nabba WFF LIVORNO 1° CLASSIFICATA CATEGORIA FITNESS 2014: federazione NABBA - WFF 1° CLASSIFICATI CATEGORIA COPPIE 2014: ITALIANI FEDERAZIONE NABBA 1° CLASSIFICATA 2015: GRAN PRIX PISA federazione WABBA 2° CLASSIFICATA CATEGORIA SHAPE 2015: NORD ITALIA ( TRIVENETO ) federazione wabba 2° CLASSIFICATA cat shape 2015: UNIVERSO federazione IBFA 3° CLASSIFICATA Cosa è per te essere una BodyBuilder? Qual è la filosofia che trai da esso? Per me essere una Body Builder vuol dire seguire uno stile di vita. Per alcuni è particolare, per molti un sacrificio,
Oddio mi lusinga la frase ‘grande atleta’, al momento mi accontento di ‘atleta’. A chi vuole raggiungere muscoli , femminilità ed eleganza nel posing, intraprendendo la strada delle gare dico : non scegliete scorciatoie, allenatevi tanto e non abbiate fretta di arrivare sul palco , allenate il vostro corpo e date il massimo, seguite la giusta alimentazione e il vostro allenamento , fatevi seguire da preparatori competenti, professionisti del settore, non affidatevi mai al caso o al primo arrivato , chiedete a chi sa consigliarvi bene. Diffidate .
per altri una noia mortale , per me il benessere di essere atleta . Ho iniziato a gareggiare dopo aver subito un lutto terribile, la morte di mio padre, un uomo meraviglioso. Ho tratto beneficio dal mio sport , sono riuscita a liberarmi dalla rabbia, dall’angoscia, dall’ansia . Ogni volta che tiravo su la ghisa mi sentivo rinascere , sentivo il fuoco dentro che mi dava la forza di andare avanti , quel fuoco che ti illumina e ti dà vita. In che valori credi nella vita e quanti di essi collimano con il tuo sport? I miei valori: l’amore per me è uno dei valori più grandi, amo il mio compagno e con lui vivo la mia passione per questo sport, per il mio lavoro, la famiglia, l’amicizia, l’umiltà ,l’educazione, l’altruismo , la sensibilità , il rispetto , ho tantissimi valori e ci credo con tutta me stessa . Sono cresciuta con due genitori che mi hanno insegnato sin da bambina l’importanza dei valori. I miei valori collimano tutti con il mio sport anche perché in ogni luogo esistono persone con valori e persone che non ne conoscono l’esistenza . Anche in palestra o nel mondo del culturismo si incontrano persone meravigliose e intelligenti e grazie al mio sport ne ho conosciute di molto specia-
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li. Una di queste sei proprio tu carissima Agnese. Quanto influisce il tuo stile di vita e l’agonismo nei rapporti con gli altri? Il mio stile di vita e l’agonismo non mi hanno mai dato difficoltà, nella vita di tutti i giorni ho sempre avuto amici comprensivi , una famiglia speciale. La mia mamma, quando vivevo con i miei genitori, mi ha sempre preparato tutti i cibi senza mai lamentarsi. Anzi era contenta del fatto che avessi deciso di mangiare in modo sano. Le mie clienti sono le prime a comprendere la mia stanchezza nel periodo delle gare e sono sempre super gentilissime, pronte a prepararmi qualcosa di dietetico per darmi una mano. Direi che il mio stile di vita non influisce sulle persone che mi frequentano . Hai un sito o dei link o delle iniziative di cui ci vuoi parlare? Si ho il sito dove potete visualizzare le foto delle mie clienti PRIMA e DOPO, foto delle gare, potete leggere la mia vita: www.montalbanopersonaltreiner. it Potete trovarmi in facebook ‘PT MONICA MONTALBANO’ oppure in facebook -pagina ‘Lorenzo e Monica’ . Femminilità e muscoli, tu sei una grande atleta, che consigli dai alle donne che vorrebbero diventare BodyBuilder? Ed ovviamente cosa pensi in merito ?
E infine, ma non meno importate: ricordate, siete donne quindi salite sul palco in modo elegante e fine, fate dei corsi di posing e non perdete mai la vostra femminilità, siate umili ed accettate qualunque verdetto dettato dai giudici. A volte, quando sul palco ci sono troppi atleti, non è così semplice scegliere e anche se ci fa male qualcuno deve vincere e qualcuno deve perdere ma chi sale su un palco ha già vinto con se stesso a raggiunto l’obiettivo. La domanda GRIDO, quella in cui tutto è concesso, “lasciate il vostro messaggio voi che uscite! “. Questa domanda mi piace un sacco ora posso urlare. Per informazioni sul benessere fisico e mentale in ambiente fitness, per allenamenti personalizzati (anche a distanza ), tonificazione, potenziamento muscolare, dimagrimento , contattatemi , sarò lieta di rispondere il prima possibile alle vostre richieste. Se avete dei dubbi sul vostro allenamento , desiderate dei consigli, sarò lieta di rispondervi. Contattatemi in facebook o direttamente via mail visionando il sito. Un personal trainer può cambiare la vostra vita, affidatevi solo a professionisti e diffidate di chi svolge questa attività casualmente, Un saluto speciale a tutti voi, spero di non essere stata noiosa nelle risposte. Ringrazio ancora la dolcissima Agnese per questa bellissima opportunità . Grazie di cuore buona giornata a tutti, vi aspetto numerosi in facebook e a visualizzare il mio sito tutto e completamente al femminile . Grazie per il tempo concessoci.
Recensione “Il lupo e la luna tra presente e passato” di Marinella Mariani A cura di Rosanna Lanzillotti completo alla perfetta creazione dei protagonisti di un racconto che coinvolge vissuti apparentemente diversi e fondamentalmente uniti da un unico desiderio di rivincita sull’esistenza stessa. Vite contrastanti che si alternano tra loro, così come la vita e la morte, interiore e fisica, dà movimento ad una narrazione velata di misteri pronti per essere scoperti con cautela, ma non solo attraverso la lettura del romanzo, bensì anche attraverso il libero arbitrio dell’immaginazione di coloro che leggono.
Un tuffo tra i segreti sentieri di una profonda amicizia al femminile. Una storia avvincente colma di momenti che, con profonda sensibilità, lasciano il lettore con il fiato sospeso ed impaziente di scorrere le righe di un’opera dal titolo accattivante: “La luna e il lupo tra passato e presente” di Marinella Mariani. La giovane scrittrice italiana sembra condurci per mano in una notte ove la luminosità del suo estro letterario e sintattico genera pensieri e riflessioni proprie di chi con la scrittura e l’esposizione lessicale sa essere come un unico raggio di luna. La metafora ricorrente tra la natura animale, attraverso l’immagine del lupo, e la natura del cielo, rappresentata dalla luna, dona un aspetto
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L’autrice sa come penetrare nella fantasia dei suoi lettori non dimenticando mai la realtà dei fatti narrati. “La luna e il lupo tra passato e presente” di Marinella Mariani sembra assumere l’aspetto di un thriller in piena regola ove la quotidianità e la stessa geografia del territorio laziale, anch’essa descritta con estrema precisione, si materializzano naturalmente tra le righe e le mani di chi gelosamente stringe il libro. Il tutto sembra assumere d’improvviso l’aspetto di scene da un film che riflettono le vite di due donne, Diana e Sara, unite da una profonda amicizia. Un’amicizia che non ha confini come l’orizzonte che si apre ai nostri occhi nel sorgere di un’alba priva di nuvole. Le figure maschili che ruotano intorno a loro sono come satelliti planetari che
si intrecciano mantenendo una propria identità ed un unico aspetto a volte buio e a tratti insolito, ma pur sempre umano. Inspiegabilmente affettuoso e contrariamente violento. Diana ha una storia difficile alle spalle che vuole dimenticare chiudendola in una valigia gettata nel fiume. Come se la corrente di quelle piccole onde potesse chiudere in un involucro i ricordi di un passato ingombrante e colmo di dolore. Il trascorso sembra però ripresentarsi senza bussare alla porta di chi vuole ricominciare. Ogni personaggio ha un suo posto e una sua funzione ben definita. Leggendo la sua opera non vi è alcuna possibilità di annoiarsi, né di scoprire lacune di alcun genere. Marinella Mariani ha saputo porre ogni cosa, ogni personaggio ed ogni sentimento enunciato, al suo giusto posto esprimendo con chiara professionalità e talento letterario la sua spiccata capacità narrativa. Anche la rinuncia di Diana al proprio futuro di madre, ci riconduce ad un grande tema come quello della maternità. Un amore senza confini che sa vedere oltre il proprio orizzonte. Diana preferisce rinunciare al dono più prezioso che la vita potesse darle: suo figlio. Lo affida alla sua migliore amica e al suo compagno, pur di non veder crescere la parte più importante di sé tra le sbarre di un carcere. L’autrice di questo singolare romanzo ha il grande dono di saper affrontare temi molto diversi tra loro e altrettanto difficili senza rattristare la scena. Donandovi sempre una speranza che non riconosce limiti. Marinella Mariani vince ogni possibile ostacolo narrativo, letterario e sintattico descrivendo realtà umane come un cielo azzurro in cui tutto ha vita. Leggere questo romanzo può significare inoltrarsi nello spazio di un universo in cui stelle luminose formano le linee della via lattea tracciando l’inizio di una nuova e affascinante avventura.
LA REDAZIONE
Laura Capone
La Laura Capone Editore è una casa editrice che opera online, produce, distribuisce e promuove libri nei vari formati (cartaceo, e-book, audiolibro, ecc.). Nasce nel novembre 2010 e si afferma velocemente per la correttezza e la trasparenza operativa. La LCE si pregia di avere in redazione professionisti di settore per ogni competenza che, in una stretta rete di collaborazioni online, si prefiggono la rivalutazione del talento letterario ed artistico italiano contemporaneo, anche attraverso la promozione e distribuzione elettronica delle nostre opere tradotte. Per citare solo alcuni collaboratori: la dott.ssa Luigia Torrusio appassionata di lettere antiche, traduttrici quali Chiara Rolandelli e Alessandra Baroni, artisti quali Lisa Fusco, Moreno Chiacchiera (attualmente l’illustratore più quotato sia in Italia che all’estero), il Maestro Marco Serpe, il Regista Sebastiano Giuffrida, in un crescendo di professionisti più o meno noti che partecipano con grande competenza, professionalità e soprattutto passione.
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Cristina Rotoloni nasce a Roma il 20 luglio 1977. Vive parte della sua vita tra L’Aquila, Ville di Fano e Capitignano. Si diploma come Maestro D’Arte e consegue la Maturità Artistica all’Istituto Statale d’Arte. Si laurea con il massimo dei voti in Scenografia all’Accademia di Belle Arti di L’Aquila. Ha esposto due mostre pittoriche: una a Ville di Fano e l’altra a Montereale (AQ). Ha collaborato per l’organizzazione e la scenografia di alcuni spettacoli teatrali con l’Accademia di Belle Arti e l’Istituto Gramma di L’Aquila. Ha progettato e realizzato, in collaborazione con Annalisa di Filippo, dei cappelli per la “Perdonanza Celestiniana”. Ha collabora con l’associazione onlus “Il Camaleonte” per dei corsi di “Arte, immagine e modellismo”. Dipinge quadri ad olio e pittura su vari materiali. Dopo il terremoto di L’Aquila 2009 si trasferisce in provincia di Chieti dove scrive e illustra le sue favole dal titolo “Stellino” e “Tom”. Si dedica anche alle illustrazioni delle favole di altri autori come “Matilde” di Antonio Sparatore. Scrive articoli per il Magazine online “Volodeisensi°” di Emanuela Arlotta. Idea e cura la pagina su facebook “Un Racconto a più Mani”. Intervista, recensisce e presenta i libri degli autori emergenti per i quali ha ideato e realizzato la Video Rubrica “Oggi parliamo di…” E’ nel 2013 tra i finalisti del concorso “Montesilvano Scrive - Una storia di Natale”. Pubblica, come libro d’esordio, la raccolta di racconti “Frammenti di Vita” nel 2012. Nel 2014 pubblica il suo primo romanzo dal titolo: “Tatuaggio”.
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Emanuela Arlotta
Leonzio Nocente
Nata a Roma il 20 Settembre 1975. Ho sempre avuto una forte propensione all’introspezione e alla conseguente scrittura di poesie e racconti che indagano in maniera approfondita l’animo umano, quello legato all’Io più profondo. Questa mia voglia di comunicare ha superato i limiti della carta e della distanza con la creazione di questa community letteraria (Volodeisensi.it) che gestisco con passione e amore tutti i giorni e di cui sono felice facciano parte tante persone che credono ancora nei sogni. Anche il Magazine online è una mia idea, realizzata grazie al supporto informatico di alto livello di mio marito Leonzio Nocente, il quale è anche il creatore materiale di Volodeisensi.it e di altri siti molto conosciuti. Lavoro nell’informatica da anni e scrivo da quando sono nata. Ho auto-pubblicato due libri nella collana ‘ilmiolibro’, uno di poesie ‘Volodeisensi’ e uno di racconti ‘La Sfera’, che stanno riscuotendo molto successo e che presto saranno disponibili anche in formato ebook nello store Apple. Ho pubblicato la silloge poetica ‘Dalla parte dell’Anima’ edita da Galassia Arte Editore.
Nato a Francavilla Fontana il 23 Maggio 1979, Architetto informatico che lavora da 14 anni nel settore IT. Le sue conoscenze vanno dallo sviluppo di portali alle applicazioni in tutti i campi compreso quello mobile. Nella sua carriera ha partecipato alla nascita di grandi portali Nazionali del settore comunicativo e collaborato con grandi multinazionali Italiane e Americane. “Questa mia opera epica che ha visto ben due anni di progettazione e sviluppo è stata la mia più grande soddisfazione, realizzare il sogno sempre vivo di una bambina, mia moglie Emanuela. Volodeisensi.it non è una semplice community ma un vero e proprio portale Letterario dove i sogni diventano realtà. Sono solo l’autore materiale, un penna su un foglio vuoto che viene guidato dalle emozioni di mia moglie che ogni giorno dà la possibilità a tanta gente di esprimersi e soprattutto di essere ascoltata.Con tanta commozione dedico questo nostro lavoro ai nostri figli e a tutta la gente che crede e crederà in Volodeisensi.it”
Patrizia Palese Nata il 28 maggio 1954 a Roma, ricercatrice storica. Presidente dell’Associazione Culturale OMNIAPOLIS dal 2006. Poetessa, romanziera, drammaturga, sceneggiatrice, regista. Libri editi: ‘Come Orfeo’ - Gruppo Edicom, ‘Gli infiniti volti dell’amore’ – Linee Infinite, ‘La trama e l’ordito’ - Liberodiscrivere-Studio64, ‘Vita e Monumenti’ auto-pubblicato. Le opere teatrali rappresentate: -Diritto di Recesso, a Milano nel gennaio del 2008, Roma, Crotone, Bologna nel 2013-2014. –‘Caterina, donna d’amore’, Roma 2012 - Roma 2015. Racconti in Antologie: - “Mondo a rovescio”, “Cattighiusa”, “Pensieri Letali”, vincitore del (III posto) nel concorso nazionale “GOCCE DI SANGUE” (marzo 2014) -Il racconto C’ERA UNA VOLTA vincitore della Seconda Edizione Nazionale Concorso Racconti Inediti “LAURACAPONEEDITORE” – Monologhi e corti teatrali : “…e così sia!” Verona 2012; “Un giorno come un altro” Roma 2014. Membro del Direttivo dell’Associazione Culturale Tertulia’s con il ruolo di Responsabile Amministrativo. Attualmente si occupa di recensioni teatrali, cinematografiche, libri editi oltre a condurre la gestione di rubriche presso il giornale Volodeisensi Magazine e Art Litteram.
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Mariagrazia Talarico Talarico Mariagrazia nata il 14-09-80 a Bellano Lecco, Residente in provincia di Lecco, studi magistrale Bertacchi Lecco. Una silloge edita “Delicata com’ali di farfalla” ed Il Filo classificata terza del concorso internazionale insieme nel mondo 2.
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