Volodeisensi Magazine Vol.5

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SOMMARIO

Gemito e la scultura a Napoli tra Otto e Novecento………….1 Donne di conoscenza .......................................................... 5 Intervista a Niccolò Pizzorno ............................................... 7 Poesie dei nostri Autori....................................................... 9 Il volto di una donna ......................................................... 11 Lo chiamavano Ragno (Tributo Lucio Dalla) ...................... 14 Recensione “L’ultima Stanza in fondo al corridoio”.......... 17 Recensione “La Sfera” ....................................................... 23 La Redazione ..................................................................... 21

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Gemito e la scultura a Napoli tra Otto e Novecento Lo studio approfondito della scultura dell’Otto-Novecento nel Meridione d’Italia da parte di due dei più autorevoli storici dell’arte del settore, e la mostra di opere che ne attestano l’importanza.

Occorrono studiosi appassionati, determinati nel riproporre “verità storiche ”dimenticate , trascurate da quei dipartimenti chiusi a valutare le qualità della scultura italiana dell‟otto-novecento. A tentare la sortita per mettere ordine nella storia dell‟arte, Diego Esposito e Alfonso Panzetta, irrompono nella sua quiete, per collocarvi in modo autorevole la scultura meridionale partendo da una personalità come Vincenzo Gemito ( Napoli, 1852-1929 ).

gli innumerevoli studi dedicati alla pittura , menzionando il pensiero di Francesco Hayez, che scriveva nel 1867 , in un confronto tra le due arti , che la plastica italiana non aveva “ rivali al mondo “. Ed Esposito rileva che in questo ambito “ Napoli fu centro d‟eccellenza ” e ne traccia “ le tendenze artistiche (…) fra la seconda metà dell‟Ottocento e la prima metà del secolo successivo”. In mostra al Cassero di Montevarchi una quarantina di opere di artisti che hanno operato nel meridione d‟Italia , dagli esiti che danno conferma a quanto hanno dichiarato i due studiosi. Il privilegiare la caratterizzazione dei soggetti è la volontà di diversi autori, come Vincenzo Alfano ( Napli, 18501897c.a.) con i suoi esempi in bronzo “Testa di bambina che ride” del 1887 e il bellissimo pensoso “ Guagliunciello”;

Figura 2 Vincenzo Alfano (1850-1897), Guagliunciello ,bronzo

Figura 1 Vincenzo Gemito (1852-1929), Filosofo, bronzo

Panzetta in catalogo puntualizza la poca disponibilità di diversi storici di valutare con criterio la scultura italiana; e spariglia

Vincenzo Aurisicchio col ridente ritratto di donna “ con le ciliegie fra i capelli “ ; Raffaele Belliazzi ( Napoli, 1835-1917 ) con la terracotta “Due contadinelle” del 1874 , descritte sapientemente nei minimi particolari ; Rocco Milanese ( Melicucca, 1852-Napoli 1931 ) con una “Testa di donna” e la“Popolana seduta” e alcune opere di Giuseppe Renda ( Polistena, 1859Napoli, 1939 ), come “La Luciana o Santa Lucia “, i plasticissimi “ Primo fallo” e “La


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risata “, mentre di questo scultore altre si scostano per le simboliche componenti liberty in “ Alma Venus “, “ Estasi” ed “Ebbrezza”, realizzate con sodezza di forme. Achille d‟Orsi ( Napoli 1845-1929 ) può essere considerato uno dei massimi scultori della caratterizzazione; i suoi bronzi esposti, sebbene modellati, paiono “scolpiti” nella materia.

Giovan Battista Amendola ( Sarno, 1848Napoli, 1887) mentre si rivolge ad una plasticità che coglie il sapore antico della statuaria - “ Veneri” titola le sue nude e vestite donne- realizza “ Il maniscalco “nel 1874, nel quale la modernità della composizione è arricchita da finissimi particolari che esaltano la ferma plasticità del modellato.

Figura 3 Achille d'Orsi ( 1845-1929), Testa di carrettiere, bronzo

La sua“ Testa di carrettiere” e lo studio per il famoso “ Proximus tuus”, della Galleria Nazionale d‟Arte moderna di Roma, perdono l‟aspetto del ritratto in quanto tale, per farsi “opera”eccelsa e totale .

Figura 4 Giuseppe Renda (1859-1939), Primo fallo, bronzo

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Figura 5 Giovan Battista Amendola (1848-1887), Il maniscalco,1874, bronzo

Ed ecco Vincenzo Gemito, con dodici opere che si rivolgono a volte alla classicità più pura, rifacendosi in modo aulico alla scultura greca nello stupendo “ Filosofo”, così come in” Medusa “, “ Alessandro Magno” e “ Carlo V “ , anche se corrazzato nelle vestigia del suo tempo; ma è nel famoso “ Acquaiolo “ che mette a segno quella sua particolare vena compositiva, popolare, che prende esempio dai modelli pompeiani . Quasi dei


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Figura 7 Filippo Cifariello ( 1864-1936), Ballerina, bronzo

Figura 6 Vincenzo Gemito (1852-1929), Acquaiolo, bronzo

simil-fauni da lui rintracciati tra gli scugnizzi napoletani , assunti a moderne ornamentali divinità da collocare in peristili e fontane inesistenti. E su questo percorso, oltre all‟ “”Acquaiolo “, è l‟incantevole bustino del suo “ Pescatore “; questi moduli espressivi si estendono così ad altri scultori, come Gesualdo Gatti (Napoli, 1856-?) ne “Il gatto e il topo”, Giovanni De Martino ( Salerno,1872Napoli, 1962 ) ne “La risata” e anche in Giuseppe Renda nel bronzo “Prima ebbrezza “. Sul finire del secolo e l‟inizio del xx°, altre espressività, altri modi si insediano

nella plastica partenopea, ne sono esempio Filippo Cifariello ( Molfetta, 1864-Napoli, 1936 ) con la sua modernissima “ Ballerina”, Saverio Gatto ( Reggio Calabria, 1864.1959 ) con la bella “Testa di bambino”, Francesco Parente (Napoli,18851969) con la terracotta dipinta “ La pensierosa”, Giuseppe Pellegrini ( Molfetta,1886-Ruvo,1961 ) con la terracotta policrona “Lavoro e famiglia” del 1946 e col bronzo del 1947 “ Nudo femminile”, Giovanni Tizzano ( Napoli,1889-1975) che rincorre Wildt con la “ Ragazza con carrè”ed Ennio Tomai (L‟Aquila,1893-Napoli, 1969 ), che stilizza plasticamente i suoi selvatici pennuti .

Figura 8 Giovanni Tizzano (1889-1975), Ragazza con carrè, bronzo

La parabola si frammenta , così, con esiti invidiabili, nelle diverse sintesi plastiche del Novecento, come dimostrano le opere esposte. Questo studio sulla scultura meridionale è stato condotto con grande serietà da Diego Esposito e Alfonso Panzetta , che invita a perorare un‟‟“approfondita ricognizione scientifica e filologica delle numerose personalità che contribuiscono a delineare le caratteristiche della cultura  Pagina 3


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artistica delle differenti aree geografiche nazionali” . Giorgio Nenci

Dal 10 marzo al 27 maggio 2012 Gemito e la scultura a Napoli tra Ottocento e Novecentoaa a cura di Diego Esposito per Il Cassero per la scultura italiana Spazio Espositivo Ernesto Galeffi Via A.Burzagli, 43 52025 Montevarchi (Arezzo) Catalogo Edizioni Fioranna a cura di Diego Esposito e Allfonso Panzetta Orari: giovedi e venerdi 10-13/ 15-18 Sabato e domenica 10-13/ 15-19bBiglietto: intero 7.00 euro / ridotto ,5,005 euro info@ilcasseroperlascultura.it tel 055 9108274

Volodeisensi un libro che sta andando a ruba già presente su Amazon Store e presto anche su Apple Store, rappresenta la traduzione in parole di un percorso interiore molto profondo ed intenso intrapreso dall’autrice già diversi anni fa. La forza di questi componimenti risiede nel proiettare al lettore delle immagini che lo travolgono e trasportano in un mondo immaginifico ed emozionante. La descrizione di una sensazione, la fotografia di un momento, è ciò che viene trasmesso attraverso questi versi all’interno dei quali si può scorgere l’anima dell’autrice. Richiedi una copia inviando una mail a infoline@volodeisensi.it

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Donne di conoscenza Orgogliosamente Abruzzesi….

Complice la rete, coadiuvata dalla bellezza delle parole, l‟Abruzzo, tre delle sue donne appassionate di scrittura, è entrato in comunicazione empatica, in una mattina d‟inizio marzo, ritrovatesi nello speciale salotto di Radio G, a parlare di un progetto che è diventato tangibile realtà grazie a Rupe Mutevole, da sempre nostra Amica. Federica Ferretti, alias Il Cigno Rosso, nonché direttore abruzzese della Rupe Mutevole Edizioni, ha raccolto le esigenze delle giovani poetesse, Patrizia di Donato, Azzurra Marcozzi, dj d‟eccezione, e per rafforzare questa solidarietà di intenti e di emozioni, ha accolto l‟idea di un‟ Antologia a tre voci femminili ed appunto orgogliosamente Abruzzesi. Essere amici dell‟Abruzzo è per Rupe Mutevole un enorme impegno di amicizia e solidarietà, riconoscendo che la grandezza di un

Popolo si misura dalla sua capacità di tutelare il proprio Passato: perciò vogliamo ripercorrere insieme agli autori abruzzesi, la via dei ricordi, dedicata appunto alla nostra letteratura, in cui il vernacolo diventa un elemento distintivo per ricostruire finalmente l‟identità linguistica di tutti noi, in Abruzzo e nel Mondo. Radici, è perciò dedicata a coloro che credono ancora tanto nella bellezza della lingua italiana quanto nella spontaneità dei dialetti, nell‟attualità della Tradizione, che rivive con forza ed inusuale energia quando meno ce lo aspettavamo. Questa meravigliosa idea, verrà quindi a breve presentata in un Prestigioso Premio Letterario, Il festival della scrittura di Giulianova, alla presenza di personaggi del calibro di Stefano Benni, e delle più importanti televisioni regionali, nonché di Raitre. Ed una chicca per gli appassionati della suddetta collana. “Radici” della Rupe Mutevole, si presenta come un progetto ambizioso, che mira a fare della nostra letteratura locale(vernacolo e lingua), un fiore all‟occhiello per una Casa Editrice da sempre attenta alla promozione di una letteratura di confine in cui ospitare tutte quelle voci che cantano fuori dal coro, testimoni di bellezza, profondità, visioni magiche eppure nell‟aria.

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Dal suo battesimo avvenuto solo nello scorso autunno, annovera già autori di tutto rilievo, dall‟eclettico Pietro Assetta alle favolose Marcella Di Girolamo e Fiorella Pecorale, nonché Fabio Sorrentino, in prossima uscita con il suo “I Sogni dei ciechi”, e, incredibile a dirsi, si sta aprendo all‟Italia, con l‟arrivo dell‟autrice marchigiana Valentina Trenta, la quale si cimenta in un'opera che ci rimarrà impressa nel cuore, dal momento in cui la sua scelta di dedicarsi al tema della musica popolare è nata dalla voglia di dare il giusto valore alla voce del popolo. Ma restate con noi per sapere come andrà a finire l‟ennesima avventura di Rupe che crede nelle Donne di Conoscenza.. orgogliosamente Abruzzesi. (Federica Ferretti)

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Intervista a Niccolò Pizzorno Pittore espressionista grafico, creatore, tra le altre cose, della copertina del libro di racconti ‘La Sfera’ di Emanuela Arlotta.

3) Ci sono artisti ai quali ti sei ispirato o ti ispiri per realizzare i tuoi lavori? Più che ispirarmi cerco di decifrare le chiavi di lettura che gli artisti danno alle immagini elaborandoli con la mia sintassi creativa. Tutto ciò che è immagine mi interessa, quindi le buone idee si trovano ovunque basta saperle cercare, sono partito da Pinter poi non sto a elencarli tutti diventerei noioso. 4) Hai un luogo particolare in cui nasce l’ispirazione e realizzi i tuoi disegni? Nella mia mente e nel mio studio e la mia mente è il mio studio. 5) Qual è stato il tuo percorso formativo per arrivare a ciò che sei oggi?

1. Chi è Niccolò Pizzorno? Niccolò Pizzorno è espressionista grafico.

un

pittore

Ho fatto un percorso di studi classico , liceo artistico, Accademia di belle arti, scuola del fumetto , ma soprattutto interessarsi di molte cose e leggere moto.

2) Quando è iniziata la tua passione per il disegno? Da molto piccolo, ho sempre disegnato, ricordo sempre con piacere quando notai per la prima volta su una bancarella una copertina di Ferenc Pinter fu amore a prima vista, la sua sintesi espressionista mi ha sempre affascinato.  Pagina 7


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6) Cosa pensi del panorama artistico dell’Italia di oggi?

resto sono sempre disponibile nuove idee e nuovi incarichi!

Penso che ci sono più possibilità di farsi conoscere soprattutto attraverso la rete la quale ti permette di entrare in contatto più velocemente e con più persone che possono investire su di te al contrario è difficilissimo avere quotazioni alte e continuità.

(Emanuela Arlotta)

Seguici anche su Clicca quì 7) Che suggerimenti puoi dare a chi vuole intraprendere il tuo lavoro?

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Di informarsi molto e di non mollare 8) A quali progetti stai lavorando attualmente? A molti progetti tra cui una Graphic Novel con Marilù Oliva la nota autrice bolognese, e una linea di pannelli da arredamento illuminati con i led per il

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Poesie dei nostri Autori

Maschere ubriache

Nuovo giorno

La rosa dell‟amore. Corri nella notte assieme a donne consacrate alla follia; i loro veli da sposa sporchi, laceri, il miele che ricopriva la carne spazzato via da api inferocite. Guardi un sogno irreale diventare realtà, sorridi ad angeli privi di ali, corpi fatti a pezzi distesi sopra pietre acuminate. Ritorni a casa, esci da un girone infernale calpestando maschere ubriache, lontano da inutili finzioni.

Rileggo le poche parole, contorte, scritte con fatica, la lingua blocca il mio respiro, mi chiude la gola, getto lontano la penna; corro in strada, mi trascino in mezzo alla folla; vedo un albero cadermi addosso, le stelle bruciarlo; la nebbia avanzare, coprire con arroganza una tomba vuota in mezzo a un prato. Sento un lupo urlare alla luna suoni nel vento. Inizia un nuovo giorno, ho chiuso gli occhi, nella mia mente c‟è una luce, sei tu che sorridi, mi prendi per mano, mi porti tra le nuvole, non mi lasci più.

(Francesco Danieletto)

(Francesco Danieletto)

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Cos'è l'amore?? Spesso ci domandiamo cos'è l'amore.. L'amore è percezione dei sensi,cuore e anima,passione e affetto; a volte un semplice difetto,una debolezza che porta scontri,insicurezze e difficili chiarezze. Quando abbiamo un cuore pieno di sentimento ci buttiamo in un mondo di notevole magia,fantasia; quando affluiamo in abbandoni, distacchi, indifferenze allora scendiamo in dolore,fragilità e solitudine. Scaviamo nella nostra anima!! esaminiamo questo concetto!! ha bisogno di essere capito, di essere percepito,capito nel migliore dei modi,alimentato dai veri sentimenti che spesso mancano; ma se c'è una persona veramente nella mia vita che sei tu, questo muro negativo del sentimento si può superare, abbattere, perchè tu hai riacceso quella piccola parte abbattuta della mia anima,che prima era in piedi perchè triste,sola, non compresa... Era un mondo insignificante senza te,ero come rinchiusa in una clessidra e terminato il tempo era come terminata la mia voglia di vivere allorchè avevo perso le speranze di avere al mio fianco una persona speciale,insostituibile .. tu!! (Jessica Baldassarre)

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Qualcosa di me Guardandoti mi sono chiesta se qualcosa di me ti è rimasto nello sguardo. Qualcosa dei nostri giorni uniti e divisi da ruoli che imponevano altri. Perché io vivo ancora in quei giorni, e come succede a un orologio rotto ho deciso di fermarli. Non morirai. E ogni volta che avrò (se l'avrò), il privilegio d'incontrarti di nuovo cercherò in un libro dimenticato le risposte che nessuno sa darmi. (Laura Belinzoni)


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Il volto di una donna Racconto del mese a cura di Cristina Rotoloni

che l‟additavano perché per lei erano solo l‟invidia di chi non sapeva tenersi i coniugi legati al proprio talamo nuziale. L‟invidia di chi non aveva abbastanza argomenti, tediandoli in casa, mentre lei eri il loro opposto:…sesso e divertimento senza compromessi. Lo affermava certa che altro non voleva e con la stessa certezza sapeva che mentiva, ma non era importante perché si sentiva protetta dal quel rossetto acceso e da quel trucco pesante sugli occhi. Era certa…in quella bambola fittizia…di essere bella e ricercata perché preziosa e unica...incapace, com‟era, di accettare l‟età che avanza e un uomo che non l‟amava. Orgogliosa come nessuna sfidava chiunque la contestava, convinta che loro

In quel vestito troppo stretto e troppo corto per la sua mezza età…si muoveva tra la gente con i capelli tinti e brillanti, con il volto volgarmente truccato parlando a voce alta affinché tutti potessero sentirla. Si sentiva forte e orgogliosa per tutti gli sguardi lascivi che i vari mariti le lanciavano conversando a turno con lei. Rideva e rispondeva a testa alta e fiera, certa di poterli dominare con la sessualità che traspariva dal suo corpo, in una lotta continua contro l‟altro sesso che tanto voleva vincere dominandolo…per non sentirti per una volta dominata. Non le importava degli sguardi malevoli delle mogli, né dei pareri offensivi della gente

strisciavano ai suoi piedi e mai l‟opposto. Chi lei voleva poteva avere, nessuno sarebbe sfuggito alle sue spire da Medusa! Chi sa se si era mai offerta un‟altra opportunità…quella d‟essere amata per ciò che era…e chi sa se mai qualcuno di loro gliel‟aveva concessa? Ogni volta si risvegliava nuda in un letto sconosciuto da sola, senza i suoi abiti “sporchi” addosso e senza la maschera che era il suo scudo all‟indifferenza dell‟altro sesso che l‟usava per poi gettarla via…spesso per raggiungere la moglie a casa. Ogni volta si era detta che non aveva provato alcun effetto per la loro assenza e che non aveva creduto alle loro menzogne per avere un po‟ di sesso, ma in realtà ogni  Pagina 11


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volta s‟illudeva che era per sempre e che era quello giusto, per questo mandava giù il

Donna…ma col potere e il dominio che apparteneva solo all‟altro sesso. Il rossetto

liquido amaro della consapevolezza…lo mandava giù cosciente d‟averla cercata quella situazione…di non essersi ritratta a quel supplizio. Tutte le volte si alzava delusa e sempre più orgogliosa come difesa alla cocente scoperta di essere stata un loro oggetto. Indossava nuovamente le sue vesti e davanti allo specchio tremante riponeva il trucco al suo posto…su quegli occhi che non avevano più lacrime e che non volevano più piangere da anni…su quella bocca che cominciava ad essere sempre più curva e triste, non solo segnata dall‟età che passava.

le faceva da specchio ed il trucco pronunciato confondeva la sua età, si faceva vanto della sua indipendenza a la usava per attrarre l‟altro sesso. Si insinuava nei loro discorsi provocandoli e colpendo la loro virilità per indurli a dimostrare le proprie capacità. Ne bastava uno che cadeva nella trappola…perché lei spalancando gli enormi occhi…accavallava le gambe eliminando ogni possibile velo d‟immaginazione e si preparava al nuovo incontro sotto le coperte.

Lei era una Donna… prima vittima degli uomini e poi… di se stessa. Non soddisfatta una volta chiusa la porta alle spalle iniziava nuovamente la sua caccia…non si era ferita abbastanza…non si erano lenite le sue pene. Non aveva più ritegno né rispetto di se stessa e non vedendolo alzava altera la testa per annientare chi la contestava con amore o con disprezzo…non faceva differenza! Era sempre più fiera di se stessa per esser sulla bocca di tutti e non le importava della diatriba che la riguardava…le importava che di lei si parlava. Allontanava quelli che non capivano che per lei era una missione, voleva un uomo da possedere e voleva farlo da  Pagina 12

Solo il rumore della porta di casa che si chiudeva sul suo silenzio le faceva sentire quanto fosse vuota la sua esistenza. Al suo rientro sfilava le scarpe dalle gambe gonfie e doloranti per poi gettarsi sul divano dove imbracciava il libro che conteneva un romanzo, con il quale continuava a sognare l‟ardente passione di un uomo che viveva solo per lei e succube della sua persona. Gettava via il libro in un moto di stizza perché sul suo corpo sentiva ancora l‟odore sconosciuto dell‟uomo con cui aveva giaciuto e che l‟aveva nuovamente usata…poiché mentre lei cercava di soddisfare il suo bisogno di rivalsa…lui l‟aveva trattata al pari di una prostituta senza però averla pagata. Si schifava di se stessa e spengeva le luci per non vedersi…ma il buio non celava l‟odore né la sensazione di quegli abiti troppo stretti.


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Riempiva allora la vasca d‟acqua così calda da creare una coltre di vapore ed un mare di schiuma…affinché il profumo del sapone confondesse l‟odore acre di quel sesso senza amore e sprofondava in quel liquido chiudendo gli occhi e la bocca per lavar via di dosso quel ripugnante senso che aveva di se stessa. Per un attimo provava silenzio…per un attimo il mondo si ovattava e sembrava diverso…non doveva più essere una “vecchia” bambola camuffata per essere accettata dall‟altro sesso. Non doveva più fingere per essere amata da se stessa…e se solo l‟aria non avesse avuto il bisogno di tornare nei polmoni…si sarebbe fermata a quel minuto di tregua e di pace che solo lì provava perché fuori dall‟acqua sbarrando i suoi occhi…guardava la porta e si sentiva nuovamente orgogliosa di se stessa, non aveva fallito aveva soltanto gestito un altro uomo in una notte di sesso di cui non le importava nulla…si era presa solo quello che le serviva…era lei che l‟aveva usato!

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Un‟altra bugia per sopravvivere al male che da sola si faceva negandosi un po‟ di rispetto….perché domani sapeva…che oltre quella porta…l‟attendeva la sua maschera volgare e quel vestito troppo corto e troppo stretto per la sua età….al quale però non sapeva dire di No! (Cristina Rotoloni)

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Lo chiamavano Ragno Dedica al grande Lucio Dalla.

Non posso definirmi una fans di Lucio Dalla, mi piacciono alcune delle sue canzoni e so che era un grande della musica Italiana (questo è indiscutibile), ma non sono una persona che lo seguiva, eppure mi trovo davanti ad un foglio bianco a scrivere di lui. Credo che il motivo sia da ricercare in quello che accade spesso, quando qualcuno scompare, ci si ferma a riflettere e ci si accorge del valore delle cose, quando ormai non ci sono più. Io ho scoperto alla sua morte non il cantante, ma l‟uomo che Lucio era. Conoscevo la sua eccentricità ed il suo essere eclettico e non mi sorprende sentir parlare dei suoi vocalizzi, delle sue canzoni,  Pagina 14

né delle sue infinite passioni e curiosità, mi sorprende lo sguardo della gente e le loro parole. Dalla non era un adone, il signore non gli aveva fatto dono di bellezza ed altezza, se mai il contrario, infatti spesso anche lui scherzava sulla sua statura, aveva però a detta della gente, il meraviglioso dono dell‟anima. Aveva carisma ed era ricco di qualcosa di così bello che si può trovare solo dentro le persone: era umano. Dalla non aveva smesso di essere uno della gente comune che faceva le cose con passione e le condivideva con gli altri. Probabilmente è proprio questo quel che ha attratto la mia attenzione. Spesso alla scomparsa di qualcuno si usano belle parole di circostanza, ma in questo caso ho ascoltato solo parole sentite, ogni singolo commento espresso sviscerava un‟unione ed una partecipazione verso di lui che solo un grande uomo può avere. Di fatti, dai racconti sull‟artista e dalla sua vita, emerge un‟elevata forza d‟animo legata al suo essere scanzonato che parla al mondo con la sua poesia e la sua arte, senza credersi un padreterno e senza montarsi la testa. Era l‟uomo di tutti i giorni che faceva


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grandi cose con i suoi talenti senza farsene vanto. Dalla, chiamato affettuosamente

bambino e alla sua capacità di meravigliarsi che l‟aveva reso un uomo “comune” che

Ragno, si mostra come una persona alla mano, quello delle quattro chiacchiere al tavolo di un bar o delle serate passate con gli amici a progettare e creare nella piena

faceva abilmente musica e trasformava ciò che incontrava in arte.

libertà dei propri sogni senza ipocrisia. Di lui, mi ha sorpreso il Lucio credente, il bambino, l‟ironico e allegro genio conoscitore dell‟arte e scopritore di talenti. L‟uomo buono di cui tutti parlano e che resterà nel cuore oltre le sue meravigliose canzoni. Sono dell‟idea che la grandezza di una persona si vede per come ne parla la gente. Alcune Star, come purtroppo spesso si vede, si perdono dietro il loro successo. Più diventano grandi e più diventano piccoli e fragili. La loro fiamma si trasforma in una scintilla che scema in un dolore interiore difficile da gestire. Lucio, invece, ha mantenuto vivo il suo fuoco.

“Comune”, come la stessa gente che parla di lui definendolo una personalità dalla grande anima che aveva ancora l‟umiltà e rispetto di salutarti per strada con una stretta di mano. Per questo mi ha piacevolmente sorpresa l‟uomo Dalla, scoprendo così che il mese scorso non solo abbiamo perso un grande della musica italiana, ma anche una persona che ha saputo amare la sua vita e la gente che la riempiva. E‟ per questo che riporto le parole usate da Padre Bernardo Boschi, al suo funerale più adatte a rappresentarlo: << (………..) Hai amato tutti e Bologna è qui tutta per te…..(…)… Bologna ha perso un

Anche lui aveva una sua solitudine e una

figlio vero, che di lei aveva l'aspetto schivo e l'ironia, la profondità e, per certi versi, anche quella specie di aura clownesca che caratterizzava la tua creatività...(…)…Il segreto di Lucio era l'intensità che gli veniva da un incredibile colloquio con Dio.

sua malinconia, a detta di chi lo conosceva, ma rimaneva sempre legato al suo “Io”

Con la musica e le parole scolpiva, attingendo dalla profondità,..(…) Da qui  Pagina 15


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portava la serenità, la leggerezza che nasce dal profondo». Non credo ci sia altro da aggiungere se non permettermi da perfetta estranea il mio ultimo saluto a Lucio Dalla: ciao Ragno!

(Cristina Rotoloni)

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Recensione a ‘L’ultima stanza in fondo al corridoio’ di Alessandra Brisotto A cura di Rosanna Lanzillotti

A volte, viaggiando in metropolitana o in tram per raggiungere il nostro posto di lavoro, può capitare di riflettere sul libro scelto semplicemente per avere un po´ di compagnia durante i lunghi tratti stradali o le lunghe percorrenze temporali. Improvvisamente poi, mentre la lettura assorbe i nostri pensieri fermata dopo fermata, ci si accorge che tra le righe di quelle pagine c´è molto di più di un insieme sparso di parole destinato a completare un

viaggio di trenta minuti da casa al posto di lavoro. Ci rendiamo conto che avremmo voluto immergerci in quella lettura magari seduti in un posto sicuro e comodo dove poter raccogliere i nostri pensieri per renderli in qualche modo discretamente complici con quanto quelle pagine rimandano alla nostra mente, alle nostre emozioni. Se ad esempio scegliessimo il romanzo “L`ultima stanza in fondo al corridoio“ di Alessandra Brisotto, ci ritroveremmo a leggere le parole che compongono o meglio ricostruiscono, la storia di una vita. Suggestivamente la nostra e quella della protagonista del romanzo: Bianca. Una donna alla ricerca disperata di ricostruire se stessa attraverso la via del perdono che, per arrivare a questa meta, decide di percorrere un cammino che incoraggerà anche il lettore a ritrovare quei lati oscuri della propria esistenza, capaci di perdonare chi gli ha lacerato l‟anima e la vita. Perché ognuno di noi nasconde, o potrebbe nascondere nel suo intimo, profonde sofferenze a volte mai riconosciute o mai accettate. Leggere questo romanzo è percorrere una strada ben delineata già dalle prime righe della sua narrazione: “A te“ Un percorso tracciato con cura e profonda attenzione a non abbandonare mai nel divenire degli eventi la via dell´amore che conduce al perdono. Per fare tutto ciò è però necessario non aver paura di riconoscere e analizzare ogni aspetto negativo o meno della propria storia. Una  Pagina 17


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delle particolarità di questo romanzo consiste nella capacità della sua narratrice, Alessandra Brisotto, di renderci silenziosi e attenti spettatori degli eventi narrati e, allo stesso tempo, co-protagonisti della storia di Bianca. E´un cammino il suo, il nostro, attraverso i ricordi di una bimba non voluta perché frutto di un evento casuale e mai accettato, divenuto beffa nell‟esser nata femmina. E´proprio questa dura realtà e la sua presa di coscienza che nel prosieguo del racconto di cose positive e negative, la aiuteranno a scoprirsi una donna completa. Una donna che nonostante sia stata posta dinanzi a dure prove, non ha mai smesso di riconoscere la netta differenza tra luce e buio, bene e male. C´è sempre un raggio di luce che illumina il suo cammino indicando con impetuosa chiarezza la via da percorrere. I sentimenti che, attraverso espressioni brevi e chiare sanno riempire con dolce fermezza l´animo di chi narra e di chi legge, sono lo strumento che permette alla protagonista di divenire una donna in grado di rimettere insieme i pezzi della sua anima lacerata, della sua vita proiettata verso la luce della speranza e dell´amore. Una luminosità che saprà indicare alla protagonista, e al lettore attento, quali sono i pezzi del puzzle della propria esistenza da unire o separare anche quando sembrerà di vivere in una notte senza stelle, completamente dispersi nel buio profondo dell‟universo umano. È la raffinatezza e la sensibilità della terminologia espressa dalla scrittrice Alessandra Brisotto, il suo stile poetico e al contempo realmente forte che donano, alla protagonista femminile del romanzo, la

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capacità di interpretare un ruolo mai eccessivamente delicato e femminile e mai esageratamente duro e maschile, ma di essere semplicemente il cuore di un embrione in evoluzione, disposto a diventare la parte femminile del suo universo. Un altro aspetto degno di nota in questo romanzo è la fluidità narrativa nell´alternanza descrittiva del tempo e del luogo nel quale lo spazio temporale trova la sua esatta dimensione. Il passato e il presente si mescolano quasi a diventare un tutt`uno con la realtà che lentamente si distacca dalla protagonista e da coloro che l´accompagnano nel suo cammino nel tentativo riuscito di ritrovare una nuova area di vita nella quale realizzare se stessa. Pensieri che si alternano, riferimenti linguistici controversi, ma mai ossessivi, parole che si dibattono tra loro al fine di riconoscere la giusta direzione per raggiungere la meta principale di questa storia: il perdono e con esso l´amore. L`esistere per ciò che si è e non per ciò che gli altri vogliono tu sia. Il bisogno assoluto di essere, seppur distante da luoghi, cose e persone dai quali avrebbe desiderato essere amata: Vive da sola Bianca Se n´è andata Vive da sola, nel suo millimetrico castello, a Colonia Finalmente sola Le sue espressioni arrivano dritte al cuore, dando spazio a tutta l`intensità dei pensieri nei quali riconoscere con profonda lucidità la presenza e l´assenza di noi stessi:


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tutto Bianca

scompare sono

– io

resta Bianca

l´amore sei

tu

Consigliato a tutti coloro che intendono affrontare il presente e il futuro a volto scoperto!

Rosanna Lanzillotti

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Recensione a ‘La Sfera’ di Emanuela Arlotta

può descrivere e sentire fino in fondo: l‟amore materno

A cura di Rosanna Lanzillotti

Nel primo racconto, “La sfera” che dà il titolo all´intera opera, la protagonista di nome Luna si trova ad intraprendere un viaggio fantastico attraverso una sfera guidata da un bambino che ha il difficile compito di condurla attraverso esperienze piacevoli o meno, ma sempre con una maturità ben più ampia di quella di un adulto.

Raramente mi è capitato di vedere così ben descritto questo sentimento connaturato in ogni essere femminile e così spontaneamente espresso come di contro accade tra le pagine di questo romanzo.

Sarà questo utilizzo metaforico del viaggio a descrivere in un unico ritratto le vite di una donna e di un uomo costantemente in faticosa risalita contro le loro paure dalle quali uscire solo e unicamente insieme.

Qualche tempo fa mi è accaduto di leggere quanto un libro sia il riflesso sincero e vero di chi lo ha scritto e di rendermi conto di quanto ciò fosse veritiero. Leggendo “La sfera” di Emanuela Arlotta mi sono accorta che è proprio così! Questo romanzo, al quale si accompagnano diversi altri brevi racconti, rivela fin da subito la profonda sensibilità con la quale l‟autrice ha saputo dipingere quell‟aspetto umano che solo ed unicamente una donna

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Degna di nota è la capacità di Emanuela Arlotta di descrivere il sentimento della paura nei confronti delle proprie verità in modo sempre equilibrato conducendo il lettore in un percorso di scoperta pagina dopo pagina fino ad un inatteso finale a sorpresa del primo racconto attraverso l‟intuizione narrativa di un nome scritto sulla mano della protagonista. La sensibile e raffinata trasfigurazione dei timori inconsci risulta in questo libro sapientemente modulata e ammorbidita dal senso di protezione messo a difesa di noi come figli di genitori altrettanto bisognosi di averne, in un gioco di scambievole


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alternanza tra oggetto e soggetto della narrazione. Una delle attrazioni di questa opera è la capacità della scrittrice di creare attraverso uno stile lineare un chiaro scambio di ruoli. Lì dove ci si aspetta che sia la madre, o il padre, a proteggere il bambino ecco che l`utilizzo sagace del pensiero parallelo trova spazio lí dove il nostro mai sarà il sempre dell‟altro e la fine soltanto un nuovo inizio. La sorpresa, il senso di equilibrio, l´elemento fondamentale che unisce un essere ad un altro, l´amore, il non aver paura di scoprire la verità e l´avventura, sono le linee conduttrici dell´intera opera. L‟autrice coniuga in questo romanzo valori d‟altri tempi e moderne frustrazioni in un connubio complice tra essere e divenire, come un sorriso tra amanti, consapevoli di esserlo prima ancora di esserlo diventati. Vorrei concludere sottolineando l´interessante espressione stilistica di Emanuela Arlotta, a volte poetica, che come un fiume in piena si dirama riga dopo riga per infrangersi in onde di emozioni nel cuore del lettore.

Consigliato a chi ha voglia di viaggiare nei sentimenti piú reconditi dell´essere, ma accuratamente descritti in queste pagine come nelle infinite pagine della vita di ognuno di noi.

(Rosanna Lanzillotti)

Una raccolta di racconti molto richiesto, che hanno in comune la capacità di coinvolgere ed emozionare il lettore fino quasi a commuoverlo senza mai lasciarlo indifferente. La Sfera, la storia portante, narra di Luna, una donna con una vita 'normale', alle prese con il presunto tradimento del suo uomo, che si trova a vivere un'avventura surreale, in equilibrio tra sogno e realtà, che la conduce alla scoperta di una verità che lei non conosce e non può nemmeno immaginare. Richiedi una copia inviando una mail a infoline@volodeisensi.it

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La Redazione Giorgio Nenci

Giorgio Nenci è nato a Ferrara ed è figlio dello scultore Enzo Nenci (Mirandola di Modena,1903-Virgilio di Mantova, 1972 e ha sposato un‟artista molto apprezzata. Si è interessato sempre d‟arte; ha collaborato alle riviste Arteletta, Terzoocchio e ad altre, e ha curato per un biennio la pagina dell‟arte del quotidiano la Voce di Mantova. Abita a Bagnolo San Vito, in provincia di Mantova.

Federica Ferretti

Federica Ferretti, nasce a Teramo, 35 anni fa, orgogliosamente abruzzese: ama la contaminazione tra i linguaggi grafico pittorico e musicale, per scoprire le mille sfaccettature della vita. Laureata in Discipline Musicali nel novembre 2009, con voto 106/110, con la tesi in Tecniche della Comunicazione, dal titolo: “La sfida musicale nel contesto pubblicitario, metafora di un‟era” , e in Scienze Politiche, nel luglio 2006, con voto 110 su 110 e lode, in Analisi del Linguaggio Politico, sull‟argomento: “La metafora  Pagina 22

politica del linguaggio musicale nella produzione cinematografica dal 1950 ad oggi”. Pittrice, senza titolo ma di talento, scrive il romanzo epistolare "Il canto del cigno rosso" , Rupe Mutevole Edizioni, presentato al Salone Internazionale del Libro di Torino nel maggio 2011, con grande successo di critica e pubblico. Disponibile nelle migliori librerie nazionali ed on-line. Il Libro viene quindi presentato in regione, presso la Biblioteca M.Delfico, relatore la D.ssa Fiammetta Ricci; nell‟ambito del progetto Zoom Art della Provincia di Teramo presso l‟Agenzia Giovani, relatore d‟eccezione al fianco della D.ssa Gabriella Serafini, il M° Sandro Melarangelo, che lo terrà a battesimo anche nella trasmissione di Teleponte, Teramo Nostra. Il mensile Prima Pagina le ha dedicato la rubrica “Le luci della ribalta” del mese di febbraio 2012, l‟hanno quindi intervistata di recente a RadioG. Promotore di Nuovi Talenti Letterari nella veste di Direttore Responsabile di Echi da Internet, per cui ottiene una segnalazione sul prestigioso settimanale “Donna Moderna” nell‟aprile 2011; Radici, la letteratura Abruzzese ma non solo, di cui è tra l‟altro l‟ideatrice. Fairie, il mondo dell'Incanto, per la medesima Rupe Mutevole. In prossima uscita con un‟Antologia a 3 voci, femminili ed abruzzesi, nella collana Radici, sempre per la Rupe Mutevole Edizioni, con la scrittrice Patrizia Di Donato e la giovane giornalista Azzurra Marcozzi. Attualmente, è impegnata nella collaborazione con il regista Rocco Cosentino, per la stesura di


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un soggetto cinematografico da ambientare in Abruzzo ed in Veneto.

Emanuela Arlotta Direttrice Volodeisensi

Cristina Rotoloni

Cristina Rotoloni è nata a Roma il 20 luglio 1977, ma è cresciuta in provincia di L‟Aquila. In questa città ha frequentato l‟Istituto d‟Arte e l‟Accademia di Belle Arti dove ha conseguito il diploma di Laura in Scenografia con il massimo dei voti. Ha collaborato con l‟Istituto Gramma nella realizzazione degli spettacoli teatrali: “Metamorfosi dei Corpi” e “Matilde principessa dispettosa”. Ha collaborato con l‟associazione Il Camaleonte con corsi d‟Arte e Immagine per i ragazzi dai 4 ai 16 anni. Si è sempre occupata con passione dei bambini per i quali ha scritto e illustrato favole come “Stellino”, “Tom” e “Lìlì”. Ha pubblicato sul sito “ilmiolibro.it” la sua raccolta di racconti intitolata “Frammenti di Vita”, dove oltre al terremoto parla d‟esperienze forti che toccano l‟esistenza umana. Al momento sta lavorando al suo romanzo in prossima uscita dal titolato “Il Tatuaggio”.

Nata a Roma il 20 Settembre 1975. Ho sempre avuto una forte propensione all‟introspezione e alla conseguente scrittura di poesie e racconti che indagano in maniera approfondita l‟animo umano, quello legato all‟Io più profondo. Questa mia voglia di comunicare ha superato i limiti della carta e della distanza con la creazione di questa community letteraria (Volodeisensi.it) che gestisco con passione e amore tutti i giorni e di cui sono felice facciano parte tante persone che credono ancora nei sogni. Anche il Magazine online è una mia idea, realizzata grazie al supporto informatico di alto livello di mio marito Leonzio Nocente, il quale è anche il creatore materiale di Volodeisensi.it e di altri siti molto conosciuti. Lavoro nell‟informatica da anni e scrivo da quando sono nata. Ho autopubblicato due libri nella collana „ilmiolibro‟, uno di poesie „Volodeisensi‟ e uno di racconti „La Sfera‟, che stanno riscuotendo molto successo e che presto saranno disponibili anche in formato ebook nello store Apple.

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Leonzio Nocente Autore e Referente Tecnico Volodeisensi

Nato a Francavilla Fontana il 23 Maggio 1979, Architetto informatico che lavora da 14 anni nel settore IT. Le sue conoscenze vanno dallo sviluppo di portali alle applicazioni in tutti i campi compreso quello mobile. Nella sua carriera ha partecipato alla nascita di grandi portali Nazionali del settore comunicativo e collaborato con grandi multinazionali Italiane e Americane. “Questa mia opera epica che ha visto ben due anni di progettazione e sviluppo è stata la mia più grande soddisfazione, realizzare il sogno sempre vivo di una bambina, mia moglie Emanuela. Volodeisensi.it non è una semplice community ma un vero e proprio portale Letterario dove i sogni diventano realtà. Sono solo l’autore materiale, un penna su un foglio vuoto che viene guidato dalle emozioni di mia moglie che ogni giorno dà la possibilità a tanta gente di esprimersi e soprattutto di essere ascoltata. Con tanta commozione dedico questo nostro lavoro ai nostri figli e a tutta la gente che crede e crederà in Volodeisensi.it”

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