Volodeisensi Magazine Vol.16

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SOMMARIO “La passione di Cristo” a Tollo (CH)…………..………………………1 Coworking ........................................................................... 5 Intervista a Marco Nuzzo .................................................... 7 Poesie dei nostri autori ..................................................... 11 Racconto : ‘Skippy Sky’. .................................................... 13 Matrimonio e Arte ............................................................ 20 Intervista a Massimiliano Capati ....................................... 21 Intervista a Monica Tandardini ........................................ 25 Recensione ‘Benzina’ di Lucio Freni .................................. 27 La parola del mese : ‘Gioia’ ............................................... 29 Presentazione ‘Il soffio delle radici’ .................................. 31 I Ragunanza di Poesia ....................................................... 32 La Redazione… .................................................................. 34

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“la passione di cristo” a tollo (CH)

incorniciando tutto lo scenario ed accompagnano i visitatori sulle gradinate dove potersi accomodare per vedere lo spettacolo. L’intera rappresentazione è stata ideata, curata e seguita da Massimiliano Di Ubaldo. Tutto l’evento prende spunto, come lui stesso ha

A cura di Cristina Rotoloni.

A Tollo (CH), il 24 Marzo 2013, in un auditorium gremito di gente si è svolta la terza edizione della Passione di Cristo. L’evento sponsorizzato da vari enti e negozi locali è stato programmato dalla

parrocchia SS. Assunta e curato dal Gruppo Passione. Giunti all’anfiteatro comunale G. Falcone si rimane da subito colpiti dalla scenografia curata nei particolari sin dall’ingresso. Entrati all’interno del parco si è accolti da ceri posti su candelabri di ferro battuto che anticipano l’atmosfera del periodo storico che si sta per rivivere. Le luci, con la loro fiamma arancione, riempiono di calore la notte fredda di una sera di marzo  Pagina 1

dichiarato, dai Vangeli, ma si lascia volutamente ispirare dai film “Gesù di Nazareth” di Zeffirelli e “La Passione di Cristo” di Mel Gibson, utilizzando di quest’ultimo anche le musiche. Durante la rappresentazione nulla è lasciato al caso. Vi è attenzione per il particolare e una meticolosa ricerca sui riferimenti storici ed artistici legati alla Passione di Cristo. Nella prima scena la gigantografia dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, “Il Cenacolo”

dipinto sulla parete del refettorio della Chiesa Santa Maria delle Grazie a Milano, fa da padrona alla rappresentazione ed accompagna il primo atto dalla lavanda dei piedi alla benedizione del pane e del vino.


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L’impostazione scenografica, la regia, è così ben studiata che durante la recitazione, gli attori assumono volutamente le stesse pose delle immagini raffigurate nel dipinto per coinvolgere lo spettatore e trasportarlo all’interno del capolavoro dell’artista Da Vinci. Nella seconda scena che narra l’arresto di Gesù, gli attori si muovono davanti allo sfondo di un campo d’ulivi con le immagini realizzate prospetticamente a grandezza reale. Quest’anno, nella terza scena che rappresenta il processo di Gesù nel palazzo di Pilato, è subentrato un nuovo personaggio: Claudia Procura, moglie di Pilato. La donna ha il compito di far

Questo che è di per se un momento toccante e forte per la scena drammatica che si sta rappresentando, viene ancor più accentuato per il fatto che, come ci sottolinea lo stesso regista, le Croci utilizzate sono ad altezza reale e

richiedono un vero e proprio sforzo fisico da parte dei figuranti che sollevano Gesù da terra, aumentando così la sensazione di sofferenza del momento narrato. L’accuratezza di questi elementi influisce profondamente sulla rappresentazione e sul coinvolgimento del pubblico. Infatti, a

riflettere il marito sulla scelta che sta per compiere, ma la sua voce cadrà nell’oblio soffocata dal volere del popolo. L’atto si compie con la presa di coscienza di Giuda e con la sua morte. Nella Quarta scena è raccontata la Flagellazione di Gesù e la salita al Golgota, ponendo particolare attenzione ai momenti in cui il Cristo incontra sua Madre, l’uomo di Cirene e la Veronica. Alcune delle riflessioni usate in questi frangenti, ci dichiara Di Ubaldo, sono state prese dalla Via Crucis romana. L’ultimo atto riporta la Crocifissione.  Pagina 2

differenza di altre manifestazioni, va fatto notare che in questa Passione tutti gli attori che hanno una battuta da pronunciare sono microfonati, così da permettere al pubblico


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di non perdere nessun fondamentale dello spettacolo.

momento

Si nota l’utilizzo di un mixer con un impianto luci e suoni che permette di rendere più professionale tutto l’evento. Personalmente voglio fare un plauso particolare alle donne che fanno parte del Gruppo della Passione perché stanno realizzando i vestiti storici per gli interpreti. Difatti, quest’anno, gli abiti della folla e degli apostoli sono stati realizzati artigianalmente dalle loro abili mani. Il programma è quello di cucire tutti i costumi per le prossime rappresentazioni. Gli attori della Passione di Cristo sono cittadini di Tollo, gente comune e volenterosa che da tre anni si cimenta in questa bella esperienza acquistando, spettacolo dopo spettacolo, una maggior consapevolezza interpretativa. Proprio per questa forte adesione in molti sarebbero da citare ma, visto il numero folto di tecnici, partecipanti e comparse, non sarebbe giusto escludere qualcuno dall’elenco, mi limito quindi a

complimentarmi con tutti loro per l’impegno e la passione. Non posso mancare, però, di indicare almeno il narratore Antonio Brunetti, la voce storica di questo paese e collaboratore nella correzione del testo della Passione di Cristo rappresentata. Dal mio punto di vista le iniziative popolar,i con l’intervento attivo della cittadinanza, sono realtà da appoggiare e sostenere, ancor di più se danno risultati come nella rappresentazione della Passione di Cristo a Tollo, dove dilettanti s’improvvisano abilmente registi, sceneggiatori, scenografi, tecnici e attori. A tutti voi, l'augurio di poter continuare su questo cammino ottenendo riconoscimenti per il vostro impegno. Cristina Rotoloni

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Coworking Intervista a cura di Emanuela Arlotta.

1) Come è nata l’idea di creare degli spazi di coworking? L’idea nasce dalla necessità di avere un luogo per lavorare e dei colleghi di lavoro con un alto profilo professionale, all’origine solo per migliorare la propria visibilità davanti un committente sempre più esigente, poi la connessione tra individui diventa un vero motore produttivo in grado di moltiplicare e distribuire equamente le proprie energie 2) Qual è la filosofia che accomuna i lavoratori che generalmente occupano i vostri spazi? Esiste veramente una sorta di collaborazione?

Mi sono trovata, un giorno, durante un incontro culturale, in questo luogo che non conoscevo e di cui non avevo mai sentito parlare. Così, incuriosita, ho deciso di intervistare il proprietario del locale Co-working SPQwoRk (www.spqwork.com) , Tommaso che nell’intervista ci spiega come funziona questo luogo e qual è il concetto stesso di Coworking!

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C’è chi si avvicina al coworking per uscire dall’isolazionismo che provoca il telelavoro, e c’è chi invece cerca nel coworking una soluzione vantaggiosa per portare avanti il proprio lavoro. Chi decide di lavorare in un coworking lo fa con una certa predisposizione mentale e fisica alla collaborazione ed alla condivisione per cui è inevitabile avviare collaborazioni e sviluppare sinergie lavorative in breve tempo. 3) Come si differenzia il vostro ambiente lavorativo rispetto ad uno tradizionale? SPQwoRk è un Coworking Community, diamo molta importanza alle persone che lavorano in questo ambiente soprattutto al fine di creare


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una comunità che vada al di fuori degli schemi lavorativi, in maniera informale trasmettiamo la nostra presenza costantemente con piccoli gesti quotidiani, l’ambiente ideale è a metà tra l’efficienza dei servizi offerti da un ufficio tradizionale e l’accoglienza tipica di una casa Italiana.

richiamato da qualcosa di particolarmente inerente alla propria sfera culturale. Eventi legati all’arte, alla tecnologia ed alla cultura intellettuale in genere. 5) Quali sono le tipologie di lavoratori che si rivolgono in maggioranza a voi per avere uno spazio in cui lavorare? Inizialmente il progetto prediligeva professionisti operanti nel settore della creatività legata all’immagine : designer, video maker, 3D artist e qualche programmatore. Oggi SPQwoRk è un pozzo di professioni, dove si incontrano Artisti con Commercialisti, programmatori e designer, agenti immobiliari e commercianti. Un villaggio globale delle professioni. 6) Come viene strutturato, solitamente, un ambiente dedicato al coworking? Quali sono gli spazi comuni e quali sono i servizi che vengono rivolti ai lavoratori?

4) So che organizzate anche degli eventi, all’interno dei vostri spazi. Che tipo di eventi prediligete? Gli eventi che promuoviamo sono di tipo: informativo, formativo e performativo. Non abbiamo preferenze, l’importante è creare un’ esperienza che soddisfi sempre le aspettative di chi accorre all’evento stesso perché

Nell’ultimo anno sono nati diversi studi sugli ambienti di lavoro del genere coworking, su come vanno strutturati e come vanno arredati, sono nati corsi universitari su Coworking Design, in Germania, Stati Uniti ed Inghilterra. La nostra disposizione si è delineata man mano con il tempo, io sono del parere che “dal fronte con le esigenze si evince sempre un’ adeguamento efficace”. Il nostro arredamento è completamente recuperato, non ci sono mobili

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comprati ex novo, tutta opera di un attento riciclo creativo, sempre una mia opinione è …non comprare mai qualcosa di nuovo, cercare sempre prima nel mercato dell’usato. Per quanto concerne i servizi, offriamo un servizio reception, sala riunioni, domiciliazione postale con targa all’ingresso, stampante fax, fotocopiatrice , telefonate su fisso etc etc

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7) In Italia siamo davvero pronti per lavorare in un ambiente così innovativo e dinamico ? Assolutamente si! Pronti per lavorarci e pronti per creare uno stile tutto nostro su questo genere di lavoro! Emanuela Arlotta.

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Per maggiori info invia una mail a infoline@volodeisensi.it


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Intervista al poeta e scrittore marco nuzzo A cura di Agnese Monaco

1. Cos'è essenziale per te? Continuare a respirare finché Tempo lo permetta, citando un “passo” dei Lake of tears. È un connubio di cose, un tentativo in crescendo di mancare il bersaglio, di costeggiarlo (Erri De Luca docet). Respirare è essenziale, maggiormente lo è vivere e la differenza la fa l’esperienza. L’esperienza è saper discernere il futile dal

necessario e, talvolta, far diventare necessario il futile. Tutta l’esperienza diviene quindi necessaria per procedere verso un prossimo passo. 2. Perché la tua poesia dovrebbe colmare le lacune sentimentali dei singoli individui? Non si tratta di colmare lacune, ma di crearne altre. L’esperienza porta l’uomo a porsi ulteriori domande, nuove risposte portano a nuove domande, siano esse riferite a Pathos, Ethos o Logos. Platone, attraverso i Dialoghi e poi Freud, attraverso quella ch’egli definisce “visione topica”, ci presentavano un modello tripartito della personalità umana, suddiviso in Es, ego e super ego. Il Super ego è il supervisore della nostra esperienza totale raccolta sino ad un determinato momento, dunque, quella già esperita, è quel pensiero che ci sovrasta e ci sorveglia dall’alto come un genitore e che, proprio come un genitore. L’es è l’inferno che ci portiamo dentro, è quel calderone dentro il quale aleggiano i nostri abissi, gli impulsi più atavici, mentre l’ego, è quella parte che ci guida attraverso le scelte reali, frapponendosi tra i due elementi anzidetti. Il tutto diventa infine una commistione dell’esperienza che, si badi, non ha nulla a che vedere con la realtà assoluta, per cui, se mi domandi il perché la mia poesia dovrebbe colmare delle lacune, io ti rispondo affidandomi all’esperienza socratica o di Lao Tse, del “so di non sapere”. Di Maestri di vita ce ne sono stati e ce ne sono tanti, il più delle volte – e mi perdonino gli Eroi della Storia e i vari miti messianici – personalità dominate dall’ego e totalmente prive di  Pagina 7


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umiltà, inneggianti ad una certa sicumera, ostentatori di indubbie verità. Il mio è solo un gioco di specchi, puoi vedere la mia verità riflessa da diversi angoli, ma, se da me t’aspetti una verità, una lacuna da colmare, troverai solo un’altra crepa sul buio.

valutazione della sua funzionalità. Non dev’essere per forza bello da vedere, deve funzionare. Il valore della mia poetica funziona? Per me sì.

3. Cosa c'è e cosa è importante e fondante come valore nella tua poetica? Come in ogni forma d’arte e di letteratura o presunta tale, irrispettosa o che si rispetti, di fondante c’è solo la ricerca del proprio sé, il volersi strappare di dosso le maschere pirandelliane e riscoprire l’essenza stessa dell’Io. Come ti dicevo prima, io non ho alcuna verità e la mia ricerca potrebbe essere del tutto errata ai fini di una verità assoluta e primordiale, seguo tuttavia un mio cammino, cercando di setacciare e prendere solo ciò che mi serve in quel preciso momento per compiere il prossimo passo, in un continuo rimando di senso precedentemente tracciato da altri, variandone il significato nel suo luogo originario, permettendo altresì al significante la variabilità della sua accezione, in un continuum infinito di possibilità di discorso, è trandiscorsività. La mia poesia è utopia ed eterotopia insieme, due concetti opposti e che cerco di fondare assieme, quando scrivo, creando un amalgama corposo di sensi. Quel che s’impara nelle arti marziali è che: “se funziona, allora va bene”. Applicando ciò ad ogni nostro percorso, capiamo bene che il miglior modo per fondare una verità su un modello ben definito, è attraverso la  Pagina 8

4. Parlaci della tua ultima copubblicazione Un viaggio a quattro mani nato e cresciuto nella rete, grazie alla collaborazione per vari blog e siti assieme a Gioia Lomasti, mia co-autrice, per l’appunto. Anime – questo il titolo dell’opera – è una ricerca negli spazi del dentro, una visione su ampia scala di quella che per noi – e sottolineo “per noi” – è stata l’eversione lungo tutto un coacervo di maschere da distruggere, una ricerca quasi spasmodica per ritrovare il filo di Arianna lungo dedali fatti d’usi e abusi. È una conquista e vuol restarla. Divisa in due parti, la prima, Viaggio al Silenzio – di Gioia Lomasti, vuol essere un omaggio al grande De Andrè, alla sua visione del mondo, sempre in direzione ostinata e contraria. Alterismi – di Marco Nuzzo, è una visione personale e molto personalizzata del mio mondo interiore, una visione fatta – lo dicevo prima – di giochi di specchi.


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Tante fette di me che però non mi ricompongono, ma che m’astraggono e ognuno vi legge ciò che vuole. Molteplici coloro che hanno voluto collaborare al nostro libro, da Stephen Alcorn, professore universitario a Cambridge e che ci ha fornito alcune sue preziosissime linoleografie, all’amico Norman Zoia, artista poliedrico e paroliere di Pino Scotto e dello storico gruppo Heavy Metal Vanadium. Tra l’altro Norman, proprio in questi giorni, ha fatto uscire il suo libriccino, un omaggio alla poesia, Passi perversi. Senza dimenticare, tra l’altro, la preziosa collaborazione di Marcello Lombardo, di Alessia Cutrufo e di Francesco Arena. Senza di loro, l’opera non sarebbe stata ciò che è. Un’opera, Anime, che vuol rendere omaggio ai grandi, passando dai conterranei Carmelo Bene e Claudia Ruggeri, sino a Michail Bulgakov e il già citato De Andrè, finanche alla corrente orfica di Dino Campana, a Montale e a tanti altri. 5. Qual è la tua evoluzione e il tuo percorso formativo? Non ho avuto un percorso di studi classici, non ho una laurea in Lettere, né corsi postumi di scrittura creativa o altro, sono un perito ragioniere, come Montale; ho intrapreso la carriera militare dopo un breve excursus universitario. Ho però sempre amato l’arte nelle sue molteplici sfaccettature e, nel corso della mia vita, mi sono avvicinato a vari generi artistici, inventandoli o re-inventandoli. Parlare di “formazione” nel mio caso non è esatto, io parlerei di “informazione” e di “trasformazione”. Tutto nasce da quel che

riesci a carpire, per poi trovare un metodo dal quale poter elicitare quelle informazioni, purificandoti come in un rituale ascetico, catartico, sublime.

6. Cosa pensi di me e dei miei scritti? Ho potuto seguire il tuo percorso attraverso video-interviste, recensioni, poesie e pubblicazioni di varia natura e la mia opinione non può che essere di apprezzamento in toto per una persona eclettica quale tu sei. Sapersi destreggiare fra teatro, musica e letteratura anche d’oltreconfine italico, ricevendo premi all’estero, non è certo da tutti, come non è da tutti saper scrivere con ideogrammi giapponesi. Entrando nel particolare, i tuoi scritti, ritengo siano espressione di un’arte in continuo mutamento, non ti soffermi su uno stile ma hai necessità di cambiare, di affinarti, disponendoti e confrontandoti su vari piani. Questo è bello, sta a dimostrare ciò che io affermavo sopra, il volersi scoprire per ciò che effettivamente si è, levandosi la maschera e cercando di  Pagina 9


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modellarsi in un lavorio di smussamenti continuo, arrovellandosi lungo quegli angoli bui del Sé. Occorre perseveranza, occorre stare sulla sottile linea tra genio e follia, occorre sporcarsi di fango e gemere e stremare sopra ogni parola e su tutte le significazioni che ad essa conducono. Sei fatta d’arte, ed io alzo il calice e brindo a chi l’arte ce l’ha marchiata a fuoco sopra ogni globulo, brindo a chi muore d’arte e a ogni artista che move il Sole e l’altre stelle. Prosit! Link e collaborazioni: www.marconuzzo.com www.sognihorror.com www.progettoalmax.it www.vetrinadelleemozioni.com www.vetrinadelleemozioni.blogspot.com Link alla mia ultima silloge, “Anime”: http://ww4.photocity.it/Vetrina/DettaglioO pera.aspx?versione=19709&formato=8949 Agnese Monaco

Una raccolta di racconti molto richiesto, che hanno in comune la capacità di coinvolgere ed emozionare il lettore fino quasi a commuoverlo senza mai lasciarlo indifferente. La Sfera, la storia portante, narra di Luna, una donna con una vita 'normale', alle prese con il presunto tradimento del suo uomo, che si trova a vivere un'avventura surreale, in equilibrio tra sogno e realtà, che la conduce alla scoperta di una verità che lei non conosce e non può nemmeno immaginare. Richiedi una copia inviando una mail a infoline@volodeisensi.it

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Poesie dei nostri Autori

A ngelica

e griderò al mondo la mia gioia di esistere Allontanerò l'inerzia la noia e l'indifferenza per aprire il mio cuore a un mondo nuovo.

Volge a lei lo sguardo, a quella sua lenta e armonica andatura Guarda la sua Lei che tra petali di rose aleggia all'alba Dove le aurore nascono e cedono i loro arcobaleni al cielo Danzando corrono su nuvole bianche dove il vento le cullerà Non andar via dolce angelo, fa che i miei occhi possano vedere ancora le tue albe Che lo sciame del vento possa ancora cullarti fra le mie braccia.

Maria Rosa Barletta

Maria Rosa Barletta

Maria Rosa Barletta

U n m ondo nuovo

Il passero

Farò della mia vita una vera opera d'arte

Così il passero solitario nella notte si accinge al suo riposo e riflette la sua Luna

costellata da tanta amicizia e amore L'invidia e la cattiveria altrui non mi toccheranno Ricoprirò le mie vie di petali di rose

Com e un fium e Come un fiume in piena così và la vita mia Scorre come acqua dirompente e maestosa Candide sono sempre le sue acque che non diventano mai torbide Fluttuante e cristallina scorre la vita mia e ringrazio Colui che me l'ha donata.

Aspetta il suo domani fatto di luce e di speranza Solo il bagliore della Luna gli fanno compagnia e s'illumina il suo cielo. Maria Rosa Barletta

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Per m ille giorni L’arte del non ritorno ti si addice Per mille giorni

come l’orgoglio ferito

Ho vissuto di te

di un declivio urgente

riposando tra le pieghe del cuore

compagno del tuo nuovo destino

accarezzata dal tuo velluto nero che credevo

Ora che non ci sei sciolgo l’abbraccio

volevo

allento la morsa al cuore esausto

e sapevo Amore slego le catene Ho indossato abiti di speranza

e libero l’amore dal ricordo di te.

specchiandomi sul tuo volto e ti ho amato senza riserve

Eppure credimi se pur il nulla che circonda mutua

Testardo tu

e il vento gira altrove,

forte l’orgoglio

le pagine ingiallite

del maschio virile

racconteranno ancora per mille e mille giorni

Le banali risposte le ho lasciate agli altri

la storia

a quelli che non volevano capire che non sapevano ascoltare

e quel che resta Amore

Ora

quel che resta di noi

ascoltami tu.

vivrà presente nel tempo

Affamata di sguardi

per sempre.

e mai sazia di te appoggiata al tuo petto e china su di te priva di pensieri e l’anima vuota. Persa dentro di te Amore vivevo l’attesa perenne spinta dal tuo moto, da quel battere e levare fino al punto limite oltre il quale non mi era possibile andare.

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Eleonora Siniscalchi


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Skippy sky Racconto del mese a cura di Eleonora Siniscalchi

Questa storia l'ho scritta tanti anni fa per il mio bambino che aveva undici anni, la stessa età di Billy. Alcuni tratti del carattere coincidono, come anche i giochi e la stessa descrizione degli oggetti a corredo della sua stanzetta di allora. Ho voluto tracciare un ricordo legato alla sua infanzia, anche se su base fantastica, affinché potesse restare nel tempo. Questa fiaba in realtà vuol essere un insegnamento a perseguire il bene. Il mio cucciolo oggi è diventato un uomo e spero che un giorno lui stesso possa narrare la fiaba di Skippy ai suoi bambini.

Primo capitolo C'era una volta un bambino solitario... Era una sera e, come sempre, la luce brillava dalla finestra di Billy, piccolo ragazzo solitario. Rosso di capelli e con tante lentiggini a coprire il viso, era chino col solito ciuffo spiovente sulla fronte, a disegnare sulla scrivania. La condizione di figlio unico spesso lo faceva sentire a disagio, avrebbe desiderato molto un fratello con cui parlare, giocare, confidarsi; ma non ne aveva e il suo carattere, chiuso e introverso, gli impediva di farsi accettare dai suoi coetanei. Mentre gli altri giocavano e scherzavano, Billy se ne stava in disparte ad osservare, limitandosi a sorridere di tanto in tanto dinanzi alle bravate di Alex e Tommy. Tante volte i due compagni avevano tentato di coinvolgerlo nei giochi, ma Billy non riusciva a divertirsi e spesso finiva col ritrovarsi solo, nella sua stanza, alle prese col computer; alternava così momenti di gioco ad altri di grafica. Tracciava curve e linee che venivano impresse sul video e poi con la stampante riproduceva le figure. Fu così che una sera, per gioco, disegnò il ritratto fantastico di... un fratello mai nato. Ben presto sullo scrittoio si erano accumulati tanti fogli su cui erano stampati volti sorridenti, tristi, annoiati. Un fratello diverso da tutti gli altri? Perché no! Certo non era facile inventarselo lì su due piedi. Provò e riprovò, dieci, venti, trenta volte! Intanto si chiedeva:

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“ Billy, cosa e dici di un fratello venuto dallo spazio?” E dai a disegnarlo con gli occhi rossi e le orecchie a punta, ma... nessuna figura lo lasciava soddisfatto. “ E’ difficile disegnare il volto di chi non si conosce, ogni ritratto non sarà mai uguale all’originale, finché io non lo vedrò veramente!” Passavano i giorni e Billy diventava sempre più taciturno. Spesso inforcava la sua mountain-byke e percorreva stradine di campagna; poi, quando si stancava di pedalare, si sdraiava tra l’erba e con il capo rivolto verso il cielo fantasticava.

crederci veramente. “Se lui esiste, da qualche parte dell’universo, dovrà per forza ricevere il mio messaggio”, andava ripetendo dentro di sé, e... Accadde una notte, mentre la casa era avvolta nel silenzio. Billy dormiva nella sua stanza perfettamente riordinata coi giochi sul ripiano della libreria e l’esercito di soldatini di piombo squadrati in riga sopra il davanzale della finestra, mentre Micia ronfava sul tappeto ai piedi del suo letto. Una luce verde, all’improvviso, invase la stanza buia. Cita, la scimmietta di peluche, sbarrò gli occhi e così fecero anche George, il giovane gorilla e Napoleone giocoliere. Improvvisamente, avanzarono anche i soldatini, che presero a marciare tutti insieme, puntando i fucili contro l’oggetto misterioso.

“Chissà, forse esiste veramente un fratello nello spazio, sarebbe meraviglioso avere un compagno di giochi così. Potremmo fare grandi cose insieme, ad esempio potrei presentarlo ai miei amici ed essere finalmente importante anch’io!”

Fu così che da quel giorno Billy iniziò a  Pagina 14

A quel punto, Micia schizzò come una palla, nascondendosi tra le pieghe della tenda. La luce era ormai diventata talmente accecante che anche Billy si destò. Grande fu il suo stupore quando si accorse di avere di fronte una capsula di vetro, simile a una grande bolla di sapone. La luce verde irradiava tutta la superficie del mezzo, nel cui interno si intravedeva una sagoma indistinta. Billy, per nulla intimorito, sentiva crescere in sé una viva eccitazione. Tuttavia, restava immobile aspettando che accadesse qualcosa. Di lì a poco, infatti, il forte chiarore si attenuò consentendogli di


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vedere perfettamente la figura che gli stava dinanzi. La grande bolla oscillò dolcemente e il portellone si aprì con un leggero sibilo. La strana figura chiusa all’interno si mosse e, appena poggiato il piede per terra, cominciò a correre velocemente da una parte all’altra della stanza urtando contro mobili e pareti.

Billy con gli occhi sbarrati dallo stupore e la bocca aperta guardava “l’essere”, volgendo il capo ora a destra or a sinistra, cercando di fissare la sua figura. Quando finalmente decise di fermarsi Billy, balbettando un po’ scese dal letto e, con i piedi scalzi, lentamente, si avvicinò. Lo osservava timidamente scrollando il capo ancora incredulo e, allungando un braccio per toccarlo, si decise a parlare: “Benvenuto a casa mia! Ti aspettavo... da tanto tempo e ancora non posso credere... che tu abbia ricevuto il mio messaggio telepatico. Avrei molte domande da porti, ...intanto dimmi, come ti chiami...? E soprattutto, da dove vieni?”

Dopo un attimo d’incertezza “l’essere” cominciò a parlare: “Z-z-z-z-ZZZZz-z-z-zZZZZZz-z-z-z-z-ZZZZZZz-z-z-z-z-z-zZZZz-z-z...pt...prcr...” Billy, grattandosi il capo, pensava perplesso: “Non riesce a sintonizzarsi, vuole parlare

proprio con me, ma io non comprendo la sua lingua!” Intanto “l’esserino” continuava ad emettere suoni indecifrabili e... ancora: " ...pott - pott - prrr – prrr...”. Ad un tratto smise di pronunciare quei versi disarticolati, estrasse una scatola metallica con tanti pulsanti, ne schiacciò uno e, come per magia, il suo linguaggio divenne chiaro...

SECONDO CAPITOLO Un alieno per fratello

Billy, prima di rispondere, lo guardò attentamente, la sua figura era goffa e tarchiata. Il collo era esile e flessibile e riusciva a ridurlo o allungarlo a dismisura, come pure gli arti superiori e inferiori che l’extraterrestre ritraeva e allungava continuamente. Il suo capo, a forma di pera, a prima vista, sembrava sprovvisto di occhi, che in realtà si trovavano alla sommità di due antenne sottili che gli pendevano ai lati. Il naso somigliava ad una calamita a ferro di cavallo e le orecchie erano allungate e appuntite. Ma la peculiarità eclatante di Skippi consisteva nel suo modo di muoversi, anzi di sfrecciare velocemente. I suoi piedi, infatti, erano  Pagina 15


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dotati di tante piccole rotelline, di pattini insomma, che gli permettevano di spostarsi senza alcuna fatica.

“Dici sul serio?” rispose Billy felice e continuò: “Davvero mi porteresti con te a visitare lo spazio?” “Perché no?!” “Ma impiegheremo attraversarlo!”

un’eternità

per

“Come sei diverso...da noi terrestri!” gli fece notare Billy, “eppure ora che ti guardo sento di volerti bene...ti desideravo come fratello esattamente così come sei, unico e speciale! Adesso, vorrei che mi parlassi un po’ di te... e anche del tuo mondo”.

“Ma cosa dici? Le nostre nostre astronavi sono più veloci del tempo e della luce, dai, preparati che stiamo per partire”.

Skippi, controllandosi perché raramente riusciva a stare fermo, bloccò i pattini, ritirò il lungo collo e, incrociando le gambe snodate, si sedette a terra di fronte a Billy, pronto per cominciare a narrare la sua storia:

“ OK, prendilo pure....forza...si parte, l’astronave ci aspetta!”

“Provengo da un piccolissimo pianeta molto lontano e diverso dalla Terra, si trova oltre il tuo sistema solare, oltre la Galassia. Per venire fin quaggiù ho chiesto un permesso speciale al CPT. Per parlare del mio pianeta impiegherei troppo tempo ed io non posso stare molto con te; se vuoi, però, posso farti conoscere il mio mondo e farti fare, per una volta, un viaggio

“Allora”, aggiunse Billy “ possiamo portare con noi anche George Curiosus, sai è il giovane gorilla curioso di peluche da cui non mi sono mai separato...”

Skippi Sky risalì svelto nella navicella spaziale che lo aveva condotto sulla Terra, seguito da Billy,il quale trascinando George

straordinario tra le galassie”. per una zampa, si voltò un’ultima volta a rimirare la sua stanzetta,  Pagina 16


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prima di salire a bordo. Dopo qualche secondo, il sibilo dei motori divenne assordante, l’astronave cominciò a girare su se stessa, proprio come una trottola, fino ad essere inghiottita... nel nulla! Billy era esterrefatto, non credeva più ai suoi occhi: “ Forse sto solo sognando!” e per sincerarsene si pizzicò sul braccio. Non era un sogno, la piccola astronave stava viaggiando veloce nello spazio buio e silenzioso.

od oblò che limitassero lo sguardo. Il suo campo di osservazione gli consentiva di spaziare con gli occhi e, da qualsiasi parte si volgesse, vedeva le stelle. Quelle che dalla terra assomigliavano a tremule fiammelle, viste dallo spazio sembravano vari palloni luminosi, sospesi per magia nel vuoto. La piccola astronave sfrecciava a velocità supersonica zigzagando da un mondo all’altro come se stesse partecipando ad uno slalom tra le stelle! Billy si divertiva moltissimo e ogni tanto gli scappava un gridolino compiaciuto. “ Attento”- notò ad un tratto – “uno stormo di uccelli ci viene addosso!”

Billy, subito si sentì leggero come una piuma e prese a sollevarsi lentamente: dondolava, volteggiava, si capovolgeva, cercando invano di tenere i piedi a terra.

“ Uccelli? Cosa sono... gli... uccelli? Ah... ti riferisci a quella massa infuocata che sta per investirci?”. Gli fece notare Skippi, che immediatamente aggiunse:

“ Ehi, Skippi...che cosa mi sta succedendo? Chiese preoccupato.

“ Si tratta di una pioggia di meteoriti, staccatesi da qualche stella; ma niente paura, aziono subito il disintegratore meteoritico che le frantumerà rendendole innocue”.

“ Nulla di grave, è l’effetto della mancanza d’aria, si chiama assenza di gravità ed è tipica dello spazio, ma è un problema facilmente risolvibile, tieni, allacciati il regolatore di peso di gravità e tutto sarà risolto.” Billy, impacciato nei movimenti, lentamente afferrò la specie di cintura che Skippi gli porgeva e la serrò n vita. Immediatamente i suoi piedi tornarono per terra e fu solo allora che si mise ad osservare con attenzione il nuovo paesaggio che lo “circondava”. L’astronave, infatti, era tutta trasparente e non vi era quindi, finestrino

Billy, ormai rilassato, si sistemò sul seggiolino e si preparò all’atterraggio. L’astronave, dopo una brusca virata, cominciò a planare lentamente e dalla notte emerse il chiarore ed infine il COLORE. Sì proprio così, il cielo si tingeva di verde! Un paesaggio davvero insolito, statico e irreale si parava dinanzi agli occhi di Billy: l’orizzonte era tutto colorato di  Pagina 17


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verde, nessuna traccia di nuvole, niente uccelli, niente vento né pioggia né caldo né freddo, soltanto un unico colore: il VERDE.

“Billy, siamo entrati nel sistema interplanetario di IRIDE e siamo atterrando su VERDANIA, il mio pianeta!”

La base missilistica appariva deserta e i due non trovarono nessuno ad attenderli. Billy se ne chiedeva il motivo e Skippi, leggendogli il pensiero, rispose che a quell’ora tutti i suoi fratellini dormivano, proprio come sulla Terra; ma non esisteva notte buia lì su VERDANIA. Tra notte e giorno non vi era nessuna differenza, dacché il tempo era sempre uguale. “ Vieni, approfittiamo di queste ore di quiete, potrai conoscere la nostra città senza che nessuno ci disturbi.” Detto ciò, Skippi pigiò un piccolo acceleratore disposto sotto le sue rotelline e partì a gran velocità scomparendo all’orizzonte; non senza lasciare Billy nel più profondo sconcerto, ma di lì a poco fu di ritorno. “ Perché non mi hai seguito?”

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“E’ semplice, perché io sono un comune bambino e, come tutti i terrestri, non posseggo pattini a rotelle superveloci, ma soltanto due piedi che mi consentono di camminare... o tutt’al più di correre...ma non come te!” “Oh...mi dispiace... - rispose Skippi - a questo non avevo pensato! In effetti ci sono grossi vantaggi a spostarsi con le rotelle; qui abbiamo risolto il problema dell’inquinament nessuno circola con le automobili, ognuno ha il mezzo di trasporto strettamente personale, perché le rotelle ci consentono di sfrecciare a velocità supersoniche.” “ Allora io cosa posso fare?” piagnucolò il piccolo terrestre e già si dipingeva sul suo volto una punta di delusione. “Non preoccuparti, provvederò subito. Guarda, ho sempre con me delle rotelline di scorta, ora...le applicherò sotto i tuoi piedi, così potrai sfrecciare come me.”


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Billy, dopo che l’operazione fu eseguita con precisione, mosse i primi passi: dapprima un po’ incerto e non senza un paio di capitomboli, poi prese a scorrazzare a destra e a sinistra con grande agilità e, voltandosi verso l’amico, gli disse felice: “Come so andare! Guarda...è facilissimo..., vedi?”

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“ Via allora, si parteeee...Seguimiiiiii!” gli urlò dietro Skippy e, superandolo con fulminea abilità, partì seguito dal bambino, alla volta della città di

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Kimeròs... (….CONTINUA NUMERO….) Eleonora Siniscalchi

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Matrimonio e arte A cura di Cristina Rotoloni

Oggi stavo pensando al nostro Magazine che si occupa d’arte a 360° e mentalmente cercavo di associare questa qualità alle esperienze della nostra vita. In quello che facciamo quanti tipi d’arte c’è? Mi chiedevo cosa ne contiene così tanta nel nostro privato. Riflettendo, dopo varie supposizioni, ho dedotto che esiste una realtà della vita che comprende tale concetto. Sto parlando del Matrimonio. Facendo un’analisi ho notato che vi troviamo l’arte grafica nelle partecipazioni e nel tableau, l’oreficeria per gli anelli e il designer per le bomboniere e l’arredo della casa. Non mancano gli stilisti per gli abiti degli sposi e degli invitati con relativa attenzione agli accessori, ma ci sono anche gli estetisti ed i parrucchieri con la realizzazione di particolari acconciature. Non è scartata l’architettura riscontrabile nei comuni o  Pagina 20

parchi se si decide per un rito civile o l’arte sacra se si opta per la Chiesa. Non si dimenticano i fotografi e i loro album trasformati grazie alle nuove tecniche grafiche e i video elaborati per l’occasione, ma citiamo anche i fiorai con i loro addobbi, i cuochi con i loro particolari menù, i cake designer per le torte ed ultimamente i Wedding Palanner che stanno spopolando nella realizzazione di matrimoni da favola. In fine, ma non per ultimo l’arte più grande è l’unione di due persone. L’Amore, è l’immagine più bella che tramite la fantasia e la capacità di rinnovarsi si mantiene viva…anche se non è sempre facile…. Un sentimento che dà frutto alla creazione artistica più grande: i figli. Il matrimonio crea il suo capolavoro con la formazione di una famiglia. Voi cosa ne pensate? Alla fine di tutto questo riassunto, secondo voi il matrimonio è arte a 360°?! Cristina Rotoloni


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sua conclusione provvisoria nel libro Cantimori,

Intervista a massimiliano capati

Contini, Garin. Crisi di una cultura idealistica, uscito nella collana di monografie dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici (il Mulino 1997). Ha poi pubblicato i seguenti libri:

Intervista a cura di Emanuela Arlotta

Il maestro abnorme. Benedetto Croce e l’Italia del Novecento, Pagliai Polistampa 2000; Finimondo. Una lettura del novecento italiano, Editori Riuniti 2000; Storia letteraria del ‘900 italiano, Marsilio 2002; Un paese stanco. Sulla crisi, i vizi e il carattere degli italiani, Avagliano 2006; Leonardo

da

Vinci.

Una

biografia

pittorica,

Mandragora 2009; Lettere dalla casbah, Edizioni Calliope 2011. Numerosi suoi articoli e saggi sono apparsi su riviste come Paragone Letteratura, Il Giornale critico della filosofia italiana, La Cultura, Nuovi Argomenti. Ha curato inoltre la raccolta di scritti di Cesare Brandi, Il patrimonio insidiato. Scritti sulla tutela del paesaggio e dell’arte, Editori Riuniti 2001, Massimiliano Capati si è laureato in Storia moderna nel 1993 presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università “La Sapienza” di Roma, discutendo una tesi intitolata Il barocco dei moderni. L'anno successivo (1993/1994) ha vinto un concorso per l'assegnazione di 12 borse di studio bandito dall'Istituto Italiano per gli Studi Storici di Napoli, ottenendo un rinnovo della borsa per l'anno 1994/1995.

Durante

questo

periodo

inizia

a

lavorare a un progetto di ricerca incentrato sulla

e (con Grazia Maria De Maria) il Taccuino di pasticceria di Bartolomeo D’Agostino, Edizioni Calliope 2011.

Intervista all’autore : 1) Massimiliano Capati, oltre ad essere uno scrittore, è il titolare della società cooperativa Calliope Editrice, nata nel 2011. Nello Statuto si legge : “nell’esercizio dell’attività editoriale e di quella

"crisi" del neoidealismo filosofico, che ha avuto la  Pagina 21


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tipografica, si presterà il massimo rispetto per la natura e per tutte le risorse naturali”. Come nasce l’idea di fondare questa casa editrice e quali sono le finalità che si vogliono raggiungere? La carta derivata dall’abbattimento di alberi finirà prima o poi per “disseccare” il pianeta. Noi abbiamo pubblicato i nostri libri su carta mista certificata, ma non basta. Promoviamo il ritorno alla carta di canapa. 2) Che tipo di pubblicazioni prendete in considerazione all’interno della Calliope Editrice? Che tipo di pubblicazioni prendete in considerazione all’interno della Calliope Editrice? Abbiamo pubblicato 4 libri molto diversi l’uno dall’altro; ognuno di essi però contiene una critica (più o meno accentuata) della società, della cultura e della produzione attuale. Intendiamo continuare su questa linea editoriale, pur variando i temi e i generi. 3) Parliamo di Massimiliano scrittore. Hai all’attivo diverse pubblicazioni tra cui, per Calliope Edizioni, il libro ‘Lettere dalla Casbah’. Ce ne vuoi parlare? Lettere dalla casbah raccoglie scritti da me pubblicati nel sito ovunque.info tra settembre 2006 e marzo 2010, più due importanti appendici del 2011. È nel complesso un viaggio antropologico nella società contemporanea. Vi si trova, tra l’altro, la descrizione della  Pagina 22

crisi economica, prima che questa si rivelasse. 4) Massimiliano, tu hai una laurea in Storia Moderna mentre le tue pubblicazioni parlano in maniera molto approfondita di economia e di crisi economica. Come mai hai deciso, ad un certo punto della tua vita, di studiare e trattare questo tipo di argomentazioni? La storia economica ha sempre fatto parte della mia formazione. Non così l’economia politica, che accettavo dogmaticamente in alcune formulazioni liberal-socialiste. Tra 2003 e 2004 mi sono però reso conto che nessuna delle spiegazioni offerte da giornali e libri accademici mi aiutava a comprendere la società e l’economia contemporanea. Anche le vecchie analisi dei Salvemini, dei Gobetti e dei Rosselli erano ormai inadeguate. Ho deciso così di affrontare la lettura dei classici dell’economia politica e della critica dell’economia politica. Ho cominciato con la letteratura “welfarista” (Keynes, Myrdal, Galbraith, Robinson ecc.), utopista (Fourier) e anarchica (Kropotkin) per poi affrontare in modo sistematico Marx, che in ogni caso non ho mai ritenuto morto, come per trent’anni hanno ripetuto in coro giornalisti e professori. Le analisi, le interpretazioni, l’intelligenza di quegli autori mi hanno permesso di comprendere il mondo attuale e, al contempo, la vacuità degli economisti main stream, ormai nulla più che trombetti (direbbe Leonardo) al servizio dei ceti dominanti. 5) Tu hai dichiarato, in un’intervista, che la responsabilità della crisi


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economica tutt’ora in atto in Italia è delle banche. Credi siano state messe in atto tutta una serie di manovre volontarie e mirate al fine di portare il Paese a questo stato di cose, oppure credi che ci siano stati degli ‘errori’ di valutazione? Le banche hanno innescato la crisi e tuttora credono di poterla far pagare ai lavoratori e ai cittadini disagiati, ma in realtà non sono le sole responsabili della depressione. Una analoga attenzione andrebbe riservata, per esempio, al business crescente delle armi o al mercato dei farmaci e della cocaina. In generale, la genesi della crisi va riconosciuta nell’organizzazione produttiva e distributiva del mondo contemporaneo, assassina e psicotica come gli individui che comandano l’economia e la politica. La mia Ultima lettera dalla casbah, scritta nel maggio 2011 (Lettere dalla casbah, pp. 311-322, pubblicata anche nel sito edizionicalliope.it) è divisa in capitoletti i cui soli titoli descrivono in parte la situazione attuale: Un mondo malato, Fascismo pubblicitario, Banca come mafia, La fine dell’economia politica, ecc. Nessuno però si è soffermato a leggerli. 6) Hai una tua idea di quando e come si potrebbe, in qualche modo, uscire da questa crisi? Sì. Sto scrivendo alcuni saggi monografici di carattere prevalentemente storico che dovrebbero riuscire a spiegare la struttura dell’economia dominante, il vario intrecciarsi dei fattori di crisi e le possibili “vie di fuga”. Qui mi limito a ricordare che l’unico paese uscito in modo pulito (senza guerre, aggressioni,

industrializzazione violenta ecc.) dalla depressione degli anni Trenta (a cui il nostro tempo sembra voler assomigliare) fu la Svezia. Il centro di quella strategia economica erano gli assegni di disoccupazione. 7) Come scrittore ed editore, ci dai un tuo parere sullo stato dell’editoria in Italia? Anche in questo settore la crisi si fa sentire? La grossa editoria italiana è una specie di mafia: questo si sa. Quello che non sapevo prima di aprire Calliope è che la corruzione si estende a tutti i livelli. Al di là della retorica italiota sulla piccola e media imprenditoria, la realtà è che il piccolo editore viene maltrattato “sin dal principio del suo manifestarsi”. Non viene aiutato da contributi statali; viene salassato dal tipografo (che al grosso editore fa pagare i libri meno della metà); è spregiato dalla cosiddetta “grande distribuzione” (che sa vendere solo romanzetti e libri scritti da pagliacci famosi); è sbeffeggiato perfino dai burocrati dei codici Isbn, che fanno sparire dal web i libri scomodi al potere. E così via. Ricordo a tal proposito che nel 2000 proposi alla redazione di una vecchia rivista letteraria di dedicare un numero alla grossa editoria, alle sue scelte bislacche e alla sua acquiescenza al potere mediatico e finanziario. L’idea non fu accettata e poco dopo la rivista non mi chiamò più a collaborare. Quelli che rifiutarono la proposta oggi lavorano tutti nella grossa editoria e nei mass media. Una specie di mafia, appunto.

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8) Cosa consigli a chi si avvicina al mondo della scrittura oggi? Non leggere quello che è stato pubblicato in Italia tra 1985 e 2010. In quel periodo si trova qualcosa di buono solo nell’underground e in alcuni sparuti outsiders. In generale, gli scriventi e i giornalisti italiani che hanno avuto successo nell’ultimo trentennio sono addirittura più ignoranti dei politici che negli stessi anni ci hanno governato (e ancora ci governano). Chi si è formato su quella pseudoletteratura non sarà mai uno scrittore. Emanuela Arlotta

Volodeisensi un libro che sta andando a ruba già presente su Amazon Store e presto anche su Apple Store, rappresenta la traduzione in parole di un percorso interiore molto profondo ed intenso intrapreso dall’autrice già diversi anni fa. La forza di questi componimenti risiede nel proiettare al lettore delle immagini che lo travolgono e trasportano in un mondo immaginifico ed emozionante. La descrizione di una sensazione, la fotografia di un momento, è ciò che viene trasmesso attraverso questi versi all’interno dei quali si può scorgere l’anima dell’autrice. Richiedi una copia inviando una mail a infoline@volodeisensi.it

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Intervista a monica tandardini Intervista a cura di Mariagrazia Talarico

1) Quando e in che modo è nata la tua passione per la scrittura? Ho iniziato a leggere romanzi a tredici anni, la passione per la scrittura è arrivata qualche anno dopo anche se credo sia stata la mia fantasia a spingermi a scrivere. 2) Ci sono degli autori che ti ispirano o ti hanno ispirato, o che hanno in qualche modo influenzato il tuo stile di scrittura? Mi piacciono le autrici contemporanee italiane, mi ispiro a loro. 3) Dove scrivi solitamente? Hai un luogo preferito, in cui senti che le idee fluiscono più facilmente, in

cui la tua concentrazione migliora, dando spazio alla fantasia? Solitamente scrivo a casa. 4) Adotti dei rituali particolari prima di iniziare a scrivere? Scrivo a mano e con la penna nera. 5) Sei perfezionista, leggi e correggi i tuoi scritti mille volte prima di esserne pienamente soddisfatta/o? Sì, molte volte. 6) Che genere di libri scrivi? Narrativa di “sentimento”. 7) Come definiresti il tuo stile di scrittura: moderno, classico, hai un tuo stile personale? Non saprei, soprattutto semplice e ironico. 8) Vorresti che la scrittura diventasse il tuo unico mestiere (se non lo è già)? Sì, lo voglio!! 9) Quali sono le difficoltà maggiori che incontri nell’intraprendere questo mestiere (se non lo è già)? Pubblicare. 10)Ha mai partecipato a dei corsi di scrittura creativa? Ti piacerebbe farlo? Più o meno. 11)Ti è mai capitato di avere il classico momento in cui non riuscivi a riempire il foglio bianco? No mai 12)Hai mai partecipato a concorsi letterari? Pensi che possano essere utili per farti conoscere? Sì ho partecipato, servono più che altro ad avere fiducia in se stessi. 13)Cosa pensi dell’editoria italiana? Interessante.  Pagina 25


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20)Quale consiglio ti senti di dare ai tuoi colleghi scrittori? Di leggere molto e di scrivere ogni giorno. Mariagrazia Talarico

14)Cosa pensi dell’autopubblicazione? E’ praticamente l’unico modo per un esordiente di farsi conoscere. 15)Qual è l’ultimo libro che hai scritto e di cosa parla? E’ un romanzo, parla di un sogno nel cassetto. 16)Leggi molto? Anche libri di autori emergenti? Abbastanza. Mi piace leggere autori emergenti. 17)Per te scrivere è un’esigenza, uno sfogo, o una passione? Una passione. 18)Cosa utilizzi per scrivere i libri? La tastiera del computer, la penna, la macchina da scrivere? Prima scrivo a mano poi copio sul computer. 19)Come ti definiresti? Apprendista scrittrice.

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Recensione ‘benzina’ di lucio freni A cura di Emanuela Arlotta

stesso ed un dialogo improntato sul valore della poesia; è un libro che tratta temi sociali relativi al nostro tempo ed alla nostra quotidianità; è un libro ‘on the road’, nel quale la vicenda si snoda nel tempo di un viaggio; è un libro che accompagna il lettore attraverso una serie di riflessioni profonde innescate tramite i pensieri del protagonista. La storia è ambientata nella società contemporanea. Nasce, infatti, ai tempi di facebook che, come ogni altro mezzo di comunicazione, può essere utilizzato per scopi lodevoli oppure malevoli. Ruggero è assetato di vendetta, deve portare a termine il suo piano e per farlo intraprende un viaggio sulla sua amata moto, fuori dalle porte della sua città, Roma. Durante il viaggio, che sembra quasi un percorso del destino, però, qualcosa cambia, accade qualcosa di imprevisto. Come spesso succede anche nella vita, niente è destinato a svolgersi così come lo avevamo progettato.

L’autore di ‘Benzina’, Lucio Freni, ha definito questo libro un ‘thriller psicologico’. Io credo che questa definizione sia molto riduttiva rispetto a ciò che rappresenta realmente questo scritto. L’impressione è che questo testo assomigli ad un diamante che, a seconda della facciata che si sta guardando, ritorna una luce diversa. Possiede, infatti, diversi piani di lettura : è sicuramente un libro pieno di suspance, capace di lasciare con il fiato sospeso fino al termine ; è un libro poetico, non a caso all’interno troviamo dei versi dell’autore

Ed ecco affacciarsi sulla sua strada, tra l’odore di benzina ed il rumore assordante di una Harley Davidson, una donna sbucata dal nulla, vestita di un’anima profonda e generosa, dalla forte e decisa personalità. Ruggero non ammette distrazioni, ma forse, la sua corazza, in qualche modo, viene intaccata da quel soffio di vita che anche nei deserti più lontani e difficili da abitare, riesce a fare breccia e a farsi riconoscere.

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La struttura del romanzo e la scrittura coinvolgente dell’autore vi lasceranno senza fiato dall’inizio alla fine.

Verrete risucchiati nella storia fin dalle prime righe, sarete sommersi da un linguaggio moderno e penetrante seppur poetico e ricco di suggestioni, vi troverete ad amare Ruggero per la sua spiccata umanità, celata dietro la scorza da duro dalla quale difficilmente si mostra e rimarrete in attesa di conoscere la verità sulla sua vendetta fino alle ultime pagine nelle quali emergerà il cuore stesso del libro e la sua ragione d’essere. Link per l’acquisto : Amazon Google Play

Emanuela Arlotta

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La parola del mese : gioia

e malattie, il protagonista ritrovare la forza di riscattarsi. lezione di coraggio da attraverso le righe di questo

riuscirà a Una grande apprendere capolavoro.

A cura di Mariagrazia Talarico

Vi presento la parola del mese: GIOIA stato d'animo di intensa allegria e contentezza. La parola Gioia ripercorre il passato e il presente, ecco alcuni esempi: Inno alla Gioia: è l'ultima sinfonia composta da Beethoven, quando il musicista era completamente sordo. Fu completata nel 1824, Beethoven ha messo in musica l'Inno alla gioia, scritto da Friedrich Schiller nel 1785. L'inno alla gioia esprime gli ideali di libertà, pace e solidarietà perseguiti dall'Europa. Nel 1985 è stato adottato dai capi di Stato e di governo dei come inno ufficiale dell'Unione europea. La Città della gioia romanzo di Dominique Lapierre del 1985 (titolo francese La Cité de la joie) . Calcutta è assediata da miseria

Il titolo di un dipinto di Matisse: La Gioia di vivere, il pittore armonizza e semplifica la forma e fonde uomo e natura. I colori sono innaturali, come ad esempio l'albero rosa dello stesso colore della pelle delle persone, per la prima volta Matisse propone la sua intenzione di deformare le linee del corpo umano. I Modà classificati al terzo posto al concorso canoro di San Remo ( 2013 ) scelgono come titolo del loro album Gioia, in omaggio alla figlia del cantante Francesco con l'omonimo nome. Ritornello: Eppure gioia, se penso che son vivo, anche in mezzo al casino. Eppure gioia, se penso che da ieri, io sono ancora in piedi. Il nome proprio: Gioia: viene molto usato dagli Israeliti, dal latino Gaudia e significa

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'piena di grazia e di bontà'. L'onomastico può essere festeggiato il 1° novembre.

L'uomo si sente libero di dar esecuzione a certi suoi progetti e lasciarne altri in disparte; prova la gioia di essere padrone, anziché schiavo, del mondo e di se stesso; ma la gioia è temperata dal senso di responsabilità; sa che deve render conto dei suoi atti: ha acquistato la conoscenza del bene e del male. (Theodosius Dobzhansky) La gioia è una forma d'amore. (Benedetto XVI)

GIO deriva dal pianeta Giove, gioviale, gioventù, giovinezza dell'anima sangue IA due vocali che esprimono senso di affermazione nell'ora e qui, apertura di campo. Questa parola dovrebbe essere usata nel quotidiano per apportare una cadenza gioviale alla vita intesa come realtà libera da qualsiasi condizionamento esterno. Occorre lavorare sull'esperienza positiva della vita solo allora ci si accorgerà di esistere, altrimenti si continuerà a riproporre le stesse cose, le stesse abitudini senza mai migliorare! Alcune Citazioni: Portare la gioia, esprimere la gioia è importante per l'anima che si sente finalmente considerata all'interno del corpo. Il frutto visibile di una fede viva è la gioia. Anche umanamente, quando c'è il massimo di amore c'è felicità e humor. (Mario Canciani)

La gioia cristiana suppone un uomo capace di gioie naturali. (Paolo VI) Le piccole gioie, non quelle grandi, ci servono da sollievo e da conforto quotidiano. (Hermann Hesse) La gioia verace per farsi palese d'un labbro loquace bisogno non ha. (Pietro Metastasio) Alcuni Proverbi : - La gioia è il desiderio dei giovani come dei vecchi; anche la pianta anela - La gioia per gli onori è come un fiore, che oggi fiorisce e domani muore. - La gioia porta la bandiera; e l'afflizione la croce. Non siate mai uomini e donne tristi: un cristiano non può mai esserlo! (dall’Angelus della domenica delle palme 24 marzo 2013 Mariagrazia Talarico

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Presentazione : il soffio delle radici di carla de falco

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Ragunanza di poesia : comunicato stampa Sulle orme di Christina di Svezia, I Ragunanza di POESIA

Domenica 28 aprile 2013 nel più grande parco pubblico della Capitale d’Italia, Villa Doria Pamphilj, a Roma, si ripristinano le “ragunanze”, i raduni degli artisti, così come S.A.R. Christina di Svezia aveva ideato per la sua Arcadia. Quest’anno 2013 ci sarà, nell’esedra del Teatro all’aperto, nelle vicinanze della cappella Pamphilj, dalle ore 11,00 fino alle ore 16,00 circa, la I ragunanza di  Pagina 32

POESIA che si inaugura con l’appuntamento di domenica 28 aprile 2013. Il prestigioso evento ideato da Giuseppe Lorin, ha lo scopo di presentare le originali e fervide creazioni poetiche, di chi si è accinto alla composizione della propria poesia nel ricordo dei dettami dell’Arcadia, consapevole del valore della natura, con l’intenzione di preservarla dagli avvenimenti attuali che coinvolgono, modificano, inquinano, distruggono i quattro elementi della nostra madre Terra. I poeti del III millennio cantano il loro pensiero introdotti dal suono del corno, accompagnati dalle note del flauto traverso di Giacomo Zara, da performance mimiche del fauno, Francesco Ippolito, con maschera ed antica siringa di Pan, melodie barocche cantate dalla soprano Erika Kamese, danze primordiali a cura di Vanessa Bonafede e Silvia Capponi con le giocolerie del fuoco, dell’aria, dell’acqua, della terra a ritmo del timpano. Ospiti dell'evento Pino Censi, Chiara Pavoni e Giulio Eccher. Le poesie, scelte dal gruppo Liber@rte, composto da Elisabetta Bagli, Michela Zanarella, Andrea Leonelli, Monica Pasero, Gino Centofante e Oliviero Angelo Fuina, saranno racchiuse nel prestigioso scrignoantologia edito da ArteMuse Editrice. Di seguito tutti i poeti selezionati per l'antologia: Alessandro Bellomarini, Alessandro Moschini, Alessio Miglietta, Andrea Lucani, Andrea Mariotti, Anna Cibotti, Annamaria Pecoraro, Annarita Mastrangelo, Barbara Bracci, Bartolo Montanari, Carla De Angelis, Carmine Valendino, Ciro Pinto, Denis Cornacchia, Donatella Giancaspero, Emanuela Arlotta, Emanuele Marcuccio, Emanuele Tanzilli, Francesca Corsanici, Francesca Di Meco, Franco Argenti, Gabriele Fabiani, Gianni Di Giorgio, Giovanna Iorio, Giovanni


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Monopoli, Giuseppe Vetromile, Irene Sparagna, Loredana Savelli, Lorenzo Spurio, Lucia Picotti, Marco Mazzanti, Maria D'Ippolito, Maria Rotolo, Mario De Rosa, Maurizio Donte, Nadezhda Slavova, Nadia Milone, Nicolò Luccardi, Osvaldo Crotti, Paolo Carlucci, Paolo Lorussi, Patrizia Portoghese, Riccardo Lamperti, Roberta Borgianni, Roberta Marzi, Roberto Travaglini, Rosellina Brun, Sebastiano Impalà, Silvia De Angelis, Silvio Parrello, Stefano Massetani, Tiziana Massetani, Tiziana Mignosa, Valerio D'Amato, Veruska Vertuani. Nella raccolta tra i poeti ospiti: Anna Laura Cittadino, Tomaso Binga, Cinzia Marulli, Carmen Tomasi e Maddalena Corigliano. L’appuntamento sarà presso l’antica vaccheria dei Pamphilj con ingresso in Via Vitellia, 102 – Roma – Domenica 28 aprile 2013 alle ore 11,00 per incamminarci in gruppo verso l’esedra del giardino del Teatro, luogo dell’evento di Poesia. All’evento hanno dato il loro patrocinio il Comune di Roma Capitale XVI Municipio, l’Ambasciata di Svezia, Coltivo Cultura, Ass. Bel Respiro. L’evento sarà ripreso dalla troupe del TG3 Regione Lazio

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La Redazione Cristina Rotoloni

Cristina Rotoloni è nata a Roma il 20 luglio 1977, ma è cresciuta in provincia di L’Aquila. In questa città ha frequentato x\l’Istituto d’Arte e l’Accademia di Belle Arti dove ha conseguito il diploma di Laura in Scenografia con il massimo dei voti. Ha collaborato con l’Istituto Gramma nella realizzazione degli spettacoli teatrali: “Metamorfosi dei Corpi” e “Matilde principessa dispettosa”. Ha collaborato con l’associazione Il Camaleonte con corsi d’Arte e Immagine per i ragazzi dai 4 ai 16 anni. Si è sempre occupata con passione dei bambini per i quali ha scritto e illustrato favole come “Stellino”, “Tom” e “Lìlì”. Ha pubblicato sul sito “ilmiolibro.it” la sua raccolta di racconti intitolata “Frammenti di Vita”, dove oltre al terremoto parla d’esperienze forti che toccano l’esistenza umana. Al momento sta lavorando al suo romanzo in prossima uscita dal titolato “Il Tatuaggio”.

Francesco Danieletto

Francesco Danieletto, 63 anni, nato a Dolo, (Ve), dove la sua famiglia risiede da diverse generazioni, si è avvicinato alla scrittura, incoraggiato soprattutto  Pagina 34

dalle figlie. Personaggio anticonformista e ribelle, sta attraversando un delicato periodo di sofferenza fisica, dal quale sta uscendo con grande coraggio e volontà. Ha al suo attivo due pubblicazioni: “Strani fiori”, raccolta di poesie - “Luigia e altre storie”, sei racconti, ambedue pubblicate autonomamente. Nella sua biografia, si descrive così: “*Di me hanno detto che sono un inguaribile pessimista, quindi vorrei provare a sfatare questa affermazione.* *Scrivere non è facile, raccontare storie, racconti, più o meno immaginari, significa dare libero sfogo alla fantasia, cercando nello stesso tempo di rendere credibile ciò che si è fissato sulla carta, se poi ci si addentra nel campo della poesia, si trasmette uno stato d’animo a volte felice, a volte triste; a detta degli amici più stretti, che, a volte leggono quanto scrivo, è proprio *con questa* che do il meglio di me stesso. Non sono uno scrittore che si siede a tavolino e riempie, per forza, pagine su pagine di parole spesso inutili; scrivo quando ne sento il bisogno, posso farlo per una settimana intera oppure starmene anche un paio di mesi pensando a tutt’altro. Insomma, non ho il rubinetto con il quale accendo e spengo la mia vena poetica. Di me hanno detto che sono un inguaribile pessimista, mi ritengo, invece, una persona che è abituata a guardare in faccia la realtà, qualunque essa sia; essere consapevoli che esistono situazioni difficili, vuole dire accettare, purtroppo, che la vita non è un tappeto di fiori, sul quale poter camminare a piedi scalzi; anzi una volta messi dei robusti paletti per risolvere i problemi, si possono apprezzarne tutte le cose belle, anche le più piccole sfumature che la stessa ci riserva.”


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Ha partecipato e vinto, nella sezione poesia, al primo premio letterario: “Dwelling book and love writing” edito a Bari dall’omonima rivista, nell’agosto 2011. Sue poesie e racconti sono presenti in “Gocce di emozioni” Antologia Rivierasca, Edizioni Laboratorio D.S. Dolo – (Venezia) 2009 e 2011. Ha partecipato al V° Premio nazionale di poesia e prosa: AlberoAndronico, Roma 2011, classificandosi 6° nella sez. B, poesie, con una silloge intitolata: “La follia dell’uomo”.

Laura Capone Editore (LCE)

La Laura Capone Editore è una casa editrice che opera online, produce, distribuisce e promuove libri nei vari formati (cartaceo, e-book, audiolibro, ecc.). Nasce nel novembre 2010 e si afferma velocemente per la correttezza e la trasparenza operativa. La LCE si pregia di avere in redazione professionisti di settore per ogni competenza che, in una stretta rete di collaborazioni online, si prefiggono la rivalutazione del talento letterario ed artistico italiano contemporaneo, anche attraverso la promozione e distribuzione elettronica delle nostre opere tradotte. Per citare solo alcuni collaboratori: la dott.ssa Luigia Torrusio appassionata di lettere antiche, traduttrici quali Chiara Rolandelli e Alessandra Baroni, artisti quali Lisa Fusco, Moreno Chiacchiera

(attualmente l’illustratore più quotato sia in Italia che all’estero), il Maestro Marco Serpe, il Regista Sebastiano Giuffrida, in un crescendo di professionisti più o meno noti che partecipano con grande competenza, professionalità e soprattutto passione.

Mariagrazia Talarico

Talarico Mariagrazia nata il 14-09-80 a Bellano Lecco, Residente in provincia di Lecco, studi magistrale Bertacchi Lecco. Una silloge edita “Delicata com'ali di farfalla” ed Il Filo classificata terza del concorso internazionale insieme nel mondo 2.

Emanuela Arlotta Direttrice Volodeisensi

Nata a Roma il 20 Settembre 1975. Ho sempre avuto una forte propensione all’introspezione e alla conseguente scrittura di poesie e racconti che indagano in maniera approfondita l’animo umano, quello legato all’Io più profondo. Questa mia voglia di comunicare ha superato i limiti della carta e della distanza con la creazione di questa community letteraria (Volodeisensi.it) che gestisco con passione e amore tutti i giorni  Pagina 35


 Magazine Volodeisensi

e di cui sono felice facciano parte tante persone che credono ancora nei sogni. Anche il Magazine online è una mia idea, realizzata grazie al supporto informatico di alto livello di mio marito Leonzio Nocente, il quale è anche il creatore materiale di Volodeisensi.it e di altri siti molto conosciuti. Lavoro nell’informatica da anni e scrivo da quando sono nata. Ho autopubblicato due libri nella collana ‘ilmiolibro’, uno di poesie ‘Volodeisensi’ e uno di racconti ‘La Sfera’, che stanno riscuotendo molto successo e che presto saranno disponibili anche in formato ebook nello store Apple.

Leonzio Nocente Autore e Referente Tecnico Volodeisensi

Nato a Francavilla Fontana il 23 Maggio 1979, Architetto informatico che lavora da 14 anni nel settore IT. Le sue conoscenze vanno dallo sviluppo di portali alle applicazioni in tutti i campi compreso quello mobile dove ha avuto molti riconoscimenti. Nella sua carriera ha partecipato alla nascita di grandi portali Nazionali del settore comunicativo e collaborato con grandi multinazionali Italiane e Americane. “Questa mia opera epica che ha visto ben due anni di progettazione e sviluppo è stata la mia più grande soddisfazione, realizzare il sogno sempre vivo di una bambina, mia moglie Emanuela. Volodeisensi.it non è una semplice community ma un vero e proprio portale Letterario dove i  Pagina 36

sogni diventano realtà. Sono solo l’autore materiale, una penna su un foglio vuoto che viene guidato dalle emozioni di mia moglie che ogni giorno dà la possibilità a tanta gente di esprimersi e soprattutto di essere ascoltata. Con tanta commozione dedico questo nostro lavoro ai nostri figli e a tutta la gente che crede e crederà in Volodeisensi.it”

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