SOMMARIO
Intervista all’autrice Deborah Fasola ................................. 3 Intervista all’autore Giancarlo Petrella .............................. 7 Intervista all’autore Luca Strano ....................................... 10 Intervista all’autrice Mariel Sandrolini ............................. 12 Intervista all’autrice Michela Zanarella ............................. 15 Intervista all’autrice Miriam Peluso .................................. 18 Intervista all’autrice Paola Concilio ................................... 22 Intervista all’autrice Patrizia Palese .................................. 25 Intervista all’autore Roberto Nigro .................................. 30 Intervista all’autore Stefano Pietri .................................... 33
Intervista all’autrice Deborah Fasola
1) Quando e in che modo è nata la tua passione per la scrittura? Buongiorno e grazie per questo spazio. La mia passione per la scrittura è nata piuttosto presto ed è stata la diretta conseguenza a quella per la lettura. Da piccola poi, amavo inventare storie e raccontarle ai miei amichetti e familiari. All’epoca delle superiore scrissi due romani in forma diario, battuti poi a macchina – quanto amavo usarla! – e rilegati in tipografia, e ben tre romanzi fantasy buttati di getto su un numero infinito di quadernoni, che conservo ancora. Così mi sono avvicinata al mondo della scrittura, una passione che è cresciuta a dismisura, sino a diventare compulsiva nel vero senso della parola, da qui a due annetti. All’oggi non scrivo per svago o passione, ma scrivo per respirare, è un bisogno che mi prende al centro di stomaco e mente, a cui devo ubbidire. 2) Ci sono degli autori che ti ispirano o ti hanno ispirato, o che hanno in qualche modo influenzato il tuo stile di scrittura? Terry Brooks in giovinezza, ma all’oggi leggo di tutto e m’ispiro pochissimo. Adoro Zafon e Eco, alcune autrici del panorama americano contemporaneo, ma leggo praticamente di tutto. 3) Dove scrivi solitamente? Hai un luogo preferito, in cui senti che le idee fluiscono più facilmente, in cui la tua concentrazione migliora, dando spazio alla fantasia? In genere scrivo la notte. Essendo una giovane mamma e lavorando per la maggior parte del giorno – sono un editor – mi è difficile impegnare il mio tempo durante le ore di sole; così di notte, nel silenzio e nella pace, sottraendo molte ore al sonno, mi siedo sul mio divano e produco, viaggio nei miei mondi e lì mi ci perdo. 4) Adotti dei rituali particolari prima di iniziare a scrivere? Nessuno direi, scrivo sulla spinta dell’ispirazione, sono anche una scrittrice un po’ atipica perché , in genere, non faccio schemi o schede prima o durante la stesura, vado a ruota libera spinta dalla fantasia e appunto dall’ispirazione e poi sistemo il tutto solo nelle successive stesure. Il mio solo rituale, quindi, può essere considerata la notte. Mi ispira maggiormente, mi perdo placida nella sua quiete. 5) Sei perfezionista, leggi e correggi i tuoi scritti mille volte prima di esserne pienamente soddisfatta?
Penso che lo siano un po’ tutti gli scrittori. In genere come dicevo, scrivo di getto, lascio “riposare” il lavoro qualche mese, staccandone completamente la mente, per poi tornarci su e lavorarci ancora. 6) Che genere di libri scrivi? Inizialmente ho scritto solo fantasy, nel sottogenere dell’urban fantasy. Ma dopo un paio d’anni di questi scritti su un unico genere, ho poi virato appena e quindi ampliato il mio orizzonte. Attualmente provo a cimentarmi su un po’ di tutto, faccio molte prove, che poi magari disfo per trovare quella che mi è più congeniale. Attualmente ho scritto due science fantasy e due fantasy classici, o meglio, sono in stesura. Ho provato inoltre a buttar giù anche qualche idea di horror e vedremo cosa ne uscirà. Diciamo che la mia prerogativa è la fantasia, quindi prediligo sempre le sfumature fantastiche, se mentre scrivo non riesco a “sognare” e andare laddove nella vita non potrei mai, mi annoio. Preferisco quindi narrare di storie in qualche modo surreali e fantastiche, che mi portino dentro un sogno. 7) Come definiresti il tuo stile di scrittura: moderno, classico, hai un tuo stile personale? Moderno e personale, non scrivo aulico e preferisco tentare di toccare le corde del cuore. Molta introspezione e molti viaggi fantastici con uno stile che ritengo pulito e scorrevole, o almeno lo spero. 8) Vorresti che la scrittura diventasse il tuo unico mestiere (se non lo è già)? Mi piacerebbe, come credo un po’ a tutti gli scrittori che abbiano questa immensa passione, perché la scrittura è di petto e di cuore; però essendo anche molto razionale e realista, so che non potrei mai vivere di sola scrittura. Per questo lavoro anche nel panorama editoriale, essendo un editor di una casa editrice, in qualche modo quindi, sono calata al 100% in questo mondo che tanto amo. 9) Quali sono le difficoltà maggiori che incontri nell’intraprendere questo mestiere (se non lo è già)? In Italia non è possibile a mio avviso farlo come mestiere, si può coltivare come passione, anzi se la si ha, si deve cercare di farlo. 10) Ha mai partecipato a dei corsi di scrittura creativa? Ti piacerebbe farlo? Ne ho seguiti un paio e devo dire che sono decisamente utili. La scrittura creativa è stata una rivoluzione e come tale lo consiglio a chi entra in questo fantastico mondo. 11) Ti è mai capitato di avere il classico momento in cui non riuscivi a riempire il foglio bianco? Capita spesso ed è sempre un dramma; come dicevo scrivere mi è indispensabile, lo paragono spesso all’atto di respirare, per quanto assurdo possa sembrare. Per questo la “crisi del foglio bianco” la temo moltissimo e puntualmente giunge, per fortuna però, si tratta sempre di un problema passeggero e che il più delle volte si risolve da sé. 12) Hai mai partecipato a concorsi letterari? Pensi che possano essere utili per farti conoscere? Ho partecipato a molti concorsi letterari, credo sia un buon allenamento per uno scrittore e che diano anche belle soddisfazioni. Lo faccio da molto poco ma credo che non smetterò; attualmente sono stata anche selezionata, in seguito a concorsi, per qualche antologia e il nome che gira comunque, è secondo me un modo per farsi conoscere, senza dubbio. Inoltre amo seguirli i concorsi, con la nostra casa editrice, la MonteCovello, ne indiciamo moltissimi e noto con piacere che gli Italiani amano quanto me questo modo per allenarsi e
farsi strada, piano piano. Quindi si ai concorsi letterari, si per far girare il proprio nome, per soddisfarsi e per allenarsi. 13) Cosa pensi dell’editoria italiana? Penso che come ogni altra cosa in Italia, risenta del panorama in cui è inserita. Ma che sia speranzosa e che tenti di sopravvivere e anzi, fare sempre di più. Ne ho quindi molta speranza a mia volta. 14) Cosa pensi dell’auto-pubblicazione? Non la disdegno. Io stessa ho alcuni testi minori, ai quali però sono molto affezionata per diversi motivi, che penso mi auto pubblicherò. Non la userei mai come unico mezzo per far girare “la mia voce”, ma soltanto perché amo l’editoria tradizionale, il nome dell’editore sotto al mio, le librerie. Credo sia però un altro buon modo per realizzarsi, anche se non sarebbe mai l’unico che userei. 15) Qual è l’ultimo libro che hai scritto e di cosa parla? Ne scrivo parecchi, come dicevo la mia “malattia” è la scrittura compulsiva. Il libro che attualmente ho in corso di stesura è un fantascientifico, che parla dell’amore negato, inserito in una società futura senza scrupoli. Invece LUNA CREMISI, il mio libro di esordio, edito da Arduino Sacco Editore e uscito da ormai quasi due mesi, è una storia urban fantasy, la prima che anni fa scrissi. Parla di amore, di destino e di attesa e di come ciò che lega due anime non possa mai perdersi ne finire, se li lega davvero e nel profondo. 16) Leggi molto? Anche libri di autori emergenti? Leggo moltissimo, soprattutto per lavoro, per cui gli scrittori emergenti sono il mio pane quotidiano. E li acquisto anche, ultimamente se devo affrontare una spesa in libreria virtuale o fisica che sia, prediligo gli autori emergenti ai noti, perché so quanto è difficile vendere e farsi conoscere, e amo dare una mano, seppur minima, ai miei colleghi italiani. 17) Per te scrivere è un’esigenza, uno sfogo, o una passione? Tutte queste cose messe insieme, come ho più volte detto, mi è necessario. Senza scrivere di storie, di gente, di emozioni e sentimenti, non sarei più io, mi sentirei vuota. 18) Cosa utilizzi per scrivere i libri? La tastiera del computer, la penna, la macchina da scrivere? Rigorosamente il computer, la mia scrittura è ormai pessima e trovo che mettere subito tutto “al pc” sia anche molto veloce. La macchina da scrivere era un sogno, ma all’oggi non rappresenta più una comodità. La penna invece, come dicevo, mi è decisamente ostile e mi stanco anche molto presto, cosa che al pc non avviene. 19) Come ti definiresti? Un autrice atipica. Io scrivo principalmente per me stessa, scrivo di ciò che mi piace, ciò che amerei leggere. Scrivo le storie su misura per me, in un certo senso. Mi definirei una narratrice, scrittrice è comunque una parola troppo grossa. Io narro le storie, gli amori, narro altrui vite fantastiche, che in un certo senso, vorrei vivere io stessa da sempre. 20) Quale consiglio ti senti di dare ai tuoi colleghi scrittori? Di non arrendersi mai, di scrivere per se stessi e non per il pubblico, perché ci porterebbe a misurare il nostro metodo con quello che si confà agli spettatori, e ne perderemmo di vista il senso. Di non scoraggiarsi per i rifiuti o le critiche, ciò che conta è andare avanti nella passione
e crescere, maturare come scrittori. Di continuare a scrivere, se è quello che si vuole e si sente dentro, sempre. Ti ringrazio di cuore per quest’intervista, e complimenti per il sito bellissimo!
Intervista all’autore Giancarlo Petrella
1) Quando e in che modo è nata la tua passione per la scrittura? Non ricordo un periodo della mia vita che non mi sia dedicato, in qualche modo, alla lettura; la scrittura è venuta da sé: ho sempre sentito l’esigenza di dire qualcosa che fosse almeno un po’ all’altezza delle mie letture. 2) Ci sono degli autori che ti ispirano o ti hanno ispirato, o che hanno in qualche modo influenzato il tuo stile di scrittura? Ovviamente sì; all’inizio furono Dante e Leopardi, poi Foscolo ed i poeti simbolisti francesi (Verlaine, Mallarmé, Rimbaud), Pindaro, Alfieri, infine Lautréamont, che per me rimane il Maestro per eccellenza. Oltre a questo ha giovato alla cultura, scrittura e studi soprattutto la mia conoscenza della filosofia (Spinoza, Nietzsche, Hegel, Wittgenstein), delle scienze (Einestein), della storia, della geografia e dell’astronomia. 3) Dove scrivi solitamente? Hai un luogo preferito, in cui senti che le idee fluiscono più facilmente, in cui la tua concentrazione migliora, dando spazio alla fantasia? Il problema non è «dove», ma quando: scrivo quando ho dei pensieri, «ovunque» io sia. Anche quando sono in macchina ho sempre con me a portata di mano una piccola agendina per appuntare i vari pensieri che sorgono; ultimamente si è reso disponibile, oltre a questo, uno smartphone, grazie al quale appunto anche vocalmente quanto vi è da dirsi. Scrivo tendenzialmente al computer, potrei dire che esso è il mio mondo; ho i miei testi, posso apportare agilmente modifiche e mandare giù più celermente quello che penso. Vi è più versatilità nelle correzioni, nella lettura, nel trovare termini usati in precedenza, nel constatare la ripetitività delle parole; questo è un modo di fare, particolarmente personale. Chissà prima dell’avvento del computer e delle telecomunicazione in genere, quanto ancor più si sarebbe potuto scrivere e magari leggere! (Ve lo immaginate un Dante alla ricerca di un termine usato nei 50 canti precedenti, che avrebbe dovuto rileggersi tutto, o quasi, per trovare la nozione utile, usata in precedenza?) 4) Adotti dei rituali particolari prima di iniziare a scrivere? No, semplicemente «mi lascio andare». Ascolto un po’ di musica, seguo un ritmo e mi lascio «trasportare dalle melodie» o dalle voci che vi sono. Guardo e riguardo attentamente dei video tratti da telefilm, storie d’amore, di vita, di avventura che hanno segnato i tempi in cui cercavo un diversivo alla quotidianità, momenti salienti che mi lasciavano col fiato sospeso, che mi ripromettevano di andare avanti o di riavvolgere semplicemente la pellicola. 5) Sei perfezionista, leggi e correggi i tuoi scritti mille volte prima di esserne pienamente soddisfatto? Non si può fare altrimenti: non credo nelle poesie né d’occasione, né immediate. Il limare è quello che mi richiede più tempo: una poesia può «venirmi» anche di getto, ma è il leggerla ad alta voce, valutandone i suoni, le eventuali rime, il conteggio delle sillabe, i toni in genere, che a me richiede più tempo. Anche dopo anni ho ripescato poesie, pensieri «vecchi», per quanto il termine ‘vecchio’ possa essere attribuito a pensieri filosoficamente fondati, e li ho modificati, riadattandoli al gusto poetico che vi era in me in quel dato lasso di tempo. 6) Che genere di libri scrivi? Libri che nessuno leggerà… o meglio che richiedono lettori di un certo livello. Poesie, sonetti, versi sciolti e incatenati, turbini di pensieri, spirali di emozioni, prosa libera e concatenata ad
un’idea fondante. Ecco perché, per leggere il tutto, si necessita di un’adeguata predisposizione culturale e/o “psicologica”. 7) Come definiresti il tuo stile di scrittura: moderno, classico, hai un tuo stile personale? Neoclassico immaginifico: eleganza marmorea, immagini vorticose. 8) Vorresti che la scrittura diventasse il tuo unico mestiere (se non lo è già)? Assolutamente no; scrivo perché è la mia vita, non per «campare». Per me la poesia ha un valore superiore a qualsiasi cosa. Però, se ad ogni uomo gli si attribuisse il connotato di mestiere, il mio sarebbe quello di pensatore onnivoro. 9) Quali sono le difficoltà maggiori che incontri nell’intraprendere questo mestiere (se non lo è già)? Trovare lettori adatti, pensatori degni di un certo stile, aventi conoscenze che vanno al di là del semplice ‘sapere scolasticamente appreso’, che abbiano una propensione e una sensibilità adeguati alla materia. 10) Ha mai partecipato a dei corsi di scrittura creativa? Ti piacerebbe farlo? No; credo ormai di aver raggiunto il mio stile, né credo a tali corsi: la poesia è un’arte solitaria, non una tecnica insegnabile. Se la poesia fosse insegnata in tal modo, credo che perderebbe di valore, o di senso (vedasi le banalità pubblicate su ogni qualsivoglia forum o social network mentalmente intrapreso). Da piccoli, alle elementari, medie e così via, invogliano tanto i ragazzi a scrivere poesie; non credo che tutti debbano sentirsi per forza portati per farlo, come non a tutti vien la voglia di diventare meccanico, professore, tecnico, filosofo, linguista, scrittore ecc., benché a tutti possano essere concesse le stesse opportunità di valutare i propri interessi in base a quanto vi è di più disponibile e invogliante al mondo. Quindi, considero l’arte della Poesia, della Scrittura in genere, un qualcosa di strettamente ‘personale’ e riservato. 11) Ti è mai capitato di avere il classico momento in cui non riuscivi a riempire il foglio bianco? No, se non ho nulla da scrivere, non scrivo. Se ne ho voglia, come ho già detto sopra, non mi mancano i vari mezzi a disposizione; l’ispirazione, insomma, vi è sempre. 12) Hai mai partecipato a concorsi letterari? Pensi che possano essere utili per farti conoscere? Non vi ho partecipato, se non una volta, quando ero piccolo; ma credo che serva solo a far guadagnare gli organizzatori dei concorsi e a promuovere la mediocrità in Italia. Talvolta sono in bilico al pensiero di volermi farmi conoscere, di auto-promuovermi, di divenire un Qualcuno; in un baleno poi penso che vorrei essere questo Qualcuno solo per pochi, per chi mi sapesse veramente apprezzare, per chi riconoscesse i miei meriti; questo mi basta. 13) Cosa pensi dell’editoria italiana? Che si pubblica «monnezza» che vende molto, e lavori ben fatti, che sono e restano sconosciuti. Con la moneta tutto è pubblicabile, ma nulla rilevabile. 14) Cosa pensi dell’auto-pubblicazione? È il crudele destino di chi non avrà un pubblico esteso, o perché è geniale, oppure perché è talmente mediocre da non fare breccia sulle masse, da non porsi. 15) Qual è l’ultimo libro che hai scritto e di cosa parla? La Morte del Tempo. Quanto mi è concesso? È un poema filosofico-speculativo poetico, scritto in versi arcaici ed in una prosa poetica innovativa. 16) Leggi molto? Anche libri di autori emergenti?
Leggo quello che vale la pena di leggere. Ultimamente ho letto il lavoro di una poetessa sconosciuta, ‘rinvenuta’ grazie alle mie curiosità e agli studi che ho compiuto su Pound, ed ho trovato le sue opere entusiasmanti. 17) Per te scrivere è un’esigenza, uno sfogo, o una passione? È la mia vita; è ciò che dà valore alla mia esistenza. 18) Cosa utilizzi per scrivere i libri? La tastiera del computer, la penna, la macchina da scrivere? Quello che ho a portata di mano. 19) Come ti definiresti? Un poeta di altri tempi. 20) Quale consiglio ti senti di dare ai tuoi colleghi scrittori? Di leggere tanto i filosofi.
Intervista all’autore Luca Strano
1) Quando e in che modo è nata la tua passione per la scrittura? La mia passione per la scrittura c'e' sempre stata. Scrittura intesa come lettore ma, se devo parlare come scrittore, da circa 3 anni. 2) Ci sono degli autori che ti ispirano o ti hanno ispirato, o che hanno in qualche modo influenzato il tuo stile di scrittura? Ho deciso di cominciare a scrivere sul serio dopo aver letto un paio di libri di Fabio Volo. Mi piacerebbe poter e saper scrivere usando lo stile di Zafon. 3) Dove scrivi solitamente? Hai un luogo preferito, in cui senti che le idee fluiscono più facilmente, in cui la tua concentrazione migliora, dando spazio alla fantasia? Scrivo dove capita. L'importante è avere un qualcosa dove fermare i miei pensieri. Può essere un foglio di carta, come un computer, come è capitato su un fazzoletto. 4) Adotti dei rituali particolari prima di iniziare a scrivere? No. Anche se preferisco silenzio intorno. 5) Sei perfezionista, leggi e correggi i tuoi scritti mille volte prima di esserne pienamente soddisfatto? Lo sono ma alla fine mi rendo conto che la perfezione non esiste. Comunque leggo e rileggo fino alla nausea. 6) Che genere di libri scrivi? Fino ad ora ho scritto un vero e proprio libro che sono riuscito a far editare. Un romanzo. 7) Come definiresti il tuo stile di scrittura: moderno, classico, hai un tuo stile personale? Moderno, semplice e diretto. E' questo quello che mi dice chi ha legge i miei scritti. 8) Vorresti che la scrittura diventasse il tuo unico mestiere (se non lo è già)? Sto scoprendo che mi piacerebbe ma, probabilmente, rimarrà per sempre un piacevole hobby. 9) Quali sono le difficoltà maggiori che incontri nell’intraprendere questo mestiere (se non lo è già)? La grammatica. Una bestia nera. 10) Ha mai partecipato a dei corsi di scrittura creativa? Ti piacerebbe farlo? No,mai fatto. Non escludo di farlo un giorno.
11) Ti è mai capitato di avere il classico momento in cui non riuscivi a riempire il foglio bianco? Il blocco dello scrittore. Certo. Ma quando mi passa recupero al meglio. 12) Hai mai partecipato a concorsi letterari? Pensi che possano essere utili per farti conoscere? Si, ho partecipato a qualche concorso. Sicuramente è un ottimo strumento per farsi conoscere. 13) Cosa pensi dell’editoria italiana? Penso che sta attraversando un periodo non bello da un lato ma bellissimo da un altro. L'avvento di internet , la divulgazione libera di libri da un lato porta ad una minore vendita del cartaceo ma sta fornendo a molti giovani e meno giovani autori di farsi conoscere e confrontarsi con altre persone. 14) Cosa pensi dell’auto-pubblicazione? E' una bella cosa. Se è gratis ancora meglio. 15) Qual è l’ultimo libro che hai scritto e di cosa parla? Il libro è un romanzo. "Il fotografo dei sogni" edito dalla book sprint edizioni. Il libro cerca di trasmettere il pensiero che dovrebbe essere la guida delle nostre vite: seguire i sogni, anche quando sembra che la vita si metta contro di te. Un viaggio fisico e mentale attraverso incontri, amicizie e passioni visto con gli occhi di un giovane dei nostri tempi nel viaggio della vita alla riscoperta dei suoi sogni 16) Leggi molto? Anche libri di autori emergenti? Vorrei farlo ma non riesco. Oltre al mio principale lavoro gestisco un mio blog personale con particolare attenzione alla scrittura e collaboro con un giornale on line per cui devo ben conciliare il tutto. Comunque quando riesco leggo e apprezzo molto gli esordienti. A volte in loro si trova quella passione nel trasmettere che non trovi nei scrittori consumati. 17) Per te scrivere è un’esigenza, uno sfogo, o una passione? Tutte e tre le cose. Dipende dal momento. 18) Cosa utilizzi per scrivere i libri? La tastiera del computer, la penna, la macchina da scrivere? Maggiormente la tastiera del computer. Ma anche la penna non è da meno. 19) Come ti definiresti? Dire scrittore è forse osare oltre i miei limiti per cui mi definisco apprendista scrittore. Mi sono avvicinato al mondo della scrittura da un poco di tempo e sto provando questa avventura. Non sono nè un giornalista e nè un guru del settore ma credo che se qualcosa succede o qualcosa ci passa per la testa perchè non vale la pena di raccontarla? 20) Quale consiglio ti senti di dare ai tuoi colleghi scrittori? Di non sentirsi già famosi o arrivati dopo aver scritto un libro. L'inchiostro nel calamaio è ancora molto.
Intervista all’autrice Mariel Sandrolini
1) Quando e in che modo è nata la tua passione per la scrittura? Da bambina, in collegio, erano tante lunghe le giornate. Allora fantasticavo e mi immaginavo storie. Poi la sera a letto, come una moviola ad occhi chiusi le rivedevo. Quando inventavo mentalmente delle cose che mi piacevano, allora le mettevo su un foglio. E’ così che in prima media ho vinto un premio nazionale su un tema…. 2) Ci sono degli autori che ti ispirano o ti hanno ispirato, o che hanno in qualche modo influenzato il tuo stile di scrittura? No, anche se ho delle preferenze. Dipende da cosa sanno trasmettermi. 3) Dove scrivi solitamente? Hai un luogo preferito, in cui senti che le idee fluiscono più facilmente, in cui la tua concentrazione migliora, dando spazio alla fantasia? Ho due metodi di scrittura. Per le poesie, ogni momento è buono; con me ho sempre un notes, e quando il mio sguardo cattura un qualcosa che mi ispira versi.. o sentimenti..li annoto per non dimenticarli. Per i romanzi, scrivo direttamente al computer nel mio studio, la sera tardi e la notte, quando tutto è silenzio.. la mia mente si risveglia, come uscisse dal letargo della giornata, le dita sui tasti scorrono veloci, e la fantasia è ricca di idee. 4) Adotti dei rituali particolari prima di iniziare a scrivere? ….la musica classica di sottofondo, si accorda con il ticchettio della tastiera. 5) Sei perfezionista, leggi e correggi i tuoi scritti mille volte prima di esserne pienamente soddisfatta? Ho si…..di giorno leggo, correggo, taglio, aggiungo, partendo sempre dalla prima pagina, trovo sempre qualcosa da rimodellare. Prima delle fasi finali, non so quantificare quando volte l’ho letto…ma tante. Mi è anche successo di aver spedito il file e ripensare a qualche riga, che avrei potuto cambiare. 6) Che genere di libri scrivi? Poesie, romanzi narrativa, thriller 7) Come definiresti il tuo stile di scrittura: moderno, classico, hai un tuo stile personale? Uno stile personale, poiché penso che ognuno abbia una sua modalità espressiva.
8) Vorresti che la scrittura diventasse il tuo unico mestiere (se non lo è già)? Io sono pensionata, e dedico gran parte del mio tempo libero a scrivere. Cosa che ho sempre desiderato fare. Sono al sesto libro, ho intenzione di continuare. 9) Quali sono le difficoltà maggiori che incontri nell’intraprendere questo mestiere (se non lo è già)? Tante..in primis la visibilità, non sempre le case editrici ti supportano. Le biblioteche non mettono in scaffale libri di autori emergenti, promettono mari….ma sono solo rigagnoli. 10) Ha mai partecipato a dei corsi di scrittura creativa? Ti piacerebbe farlo? Non ho mai partecipato, e non sono intenzionata a parteciparvi. Ai giovani autori, sarà sicuramente utile. 11) Ti è mai capitato di avere il classico momento in cui non riuscivi a riempire il foglio bianco? No mai….qualcosa da scrivere c’è sempre, basta pensare agli eventi del quotidiano, e guardarsi attorno. 12) Hai mai partecipato a concorsi letterari? Pensi che possano essere utili per farti conoscere? No, ho chiesto tante volte alle mie case editrici, che mi sarebbe piaciuto parteciparvi, anche per toccare con mano quella realtà ch non conosco. Mi hanno sempre detto che sono specchio per le allodole. 13) Cosa pensi dell’editoria italiana? Che è una vera giungla, le grandi case editrice sono solo aziende, che devono fare un alto fatturato, anche a discapito del contenuto. L’importante è vendere, e prediligono i nomi che fanno cassetta. 14) Cosa pensi dell’auto-pubblicazione? Perché no…so che anche grandi scrittori hanno cominciato così, poi anche in questo campo ci sono gli avvoltoi. 15) Qual è l’ultimo libro che hai scritto e di cosa parla? E’ un thriller. Un noto cardiochirurgo americano ritorna in Italia, a Torino, città che la visto studente e dove si è laureato in medicina. Improvvisamente la sua quotidianità viene sconvolta da sogni e visioni premonitori di afferrati delitti. Una sensitiva di New York, esasperato, a cui si rivolge, le dice di ritornarea Torino perché lì c’è la chiave del mistero. Tra occulto e suspense iniziano una serie di delitti, tutto sembra convergere verso di lui………………a chi è che lascia la sua firma? 16) Leggi molto? Anche libri di autori emergenti? Si moltissimo, leggo di tutto, e tanti libri di emergenti. 17) Per te scrivere è un’esigenza, uno sfogo, o una passione? Scrivere è un supporto alla mia vita, linfa per la mia mente, quella sensazione che senti, quando sei sola con i tuoi pensieri e li vedi trasformarsi in parole, è indescrivibile. Dirvi ogni attimo..quando seguo con gli occhi la riga che si riempie di frasi armoniose….e’ vita! 18) Cosa utilizzi per scrivere i libri? La tastiera del computer, la penna, la macchina da scrivere La tastiera del computer per i romanzi, la penna per le poesie. 19) Come ti definiresti? Colei che trasmette emozioni…
20) Quale consiglio ti senti di dare ai tuoi colleghi scrittori? Di non arrendersi, di credere nei sogni, perchĂŠ prima o poi si avverano!
Intervista all’autrice Michela Zanarella 1)Quando e in che modo è nata la tua passione per la scrittura? Ho iniziato a scrivere i primi versi, dopo un grave incidente stradale che mi ha completamente stravolto la vita. Ho provato a partecipare ad alcuni concorsi letterari quasi per gioco e da lì è iniziato il mio percorso nel mondo della scrittura Le prime poesie sono nate nel 2004 per ricominciare a sorridere alla vita, per assaporare ogni istante dell'esistenza. Ho pubblicato quattro raccolte di poesia ed una raccolta di racconti,"Credo" ed. MeEdusa nel 2006, "Risvegli" ed. Nuovi Poeti nel 2008, "Vita, infinito, paradisi" nel 2009, "Convivendo con le nuvole" ed. GDS, "Sensualità- poesie d'amore d'amare", Sangel Edizioni nel 2011. Ho deciso di scrivere in versi, perché la Poesia ha scelto me e da quel momento non ho mai abbandonato questa passione. Con la poesia spero di comunicare la bellezza della vita e le emozioni che ogni istante essa ci offre. Mi auguro di riuscire a trasmettere quei valori a volte dimenticati o poco considerati nel repentino vortice dell'esistenza. 2)Ci sono degli autori che ti ispirano o ti hanno ispirato, o che hanno in qualche modo influenzato il tuo stile di scrittura? Leggo tanta poesia, tra i miei preferiti Verlaine, Quasimodo, Pier Paolo Pasolini, Alda Merini, Umberto Saba. 3)Dove scrivi solitamente? Hai un luogo preferito, in cui senti che le idee fluiscono più facilmente, in cui la tua concentrazione migliora, dando spazio alla fantasia? Scrivo ovunque anche in luoghi impensabili, preferisco comunque ambienti isolati e silenziosi, ho una stanza tutta mia, dove mi dedico esclusivamente alla scrittura. 4)Adotti dei rituali particolari prima di iniziare a scrivere? Non ho dei rituali particolari, cerco solo di seguire l' istinto del momento e lascio che sia la poesia a guidarmi. 5)Sei perfezionista, leggi e correggi i tuoi scritti mille volte prima di esserne pienamente soddisfatta? La poesia va sempre curata, quindi la rileggo anche più volte. Quando si scrive la fretta non deve esistere. 6)Che genere di libri scrivi? Scrivo libri di poesia, racconti, ultimamente mi sto mettendo alla prova con la stesura di un romanzo. 7)Come definiresti il tuo stile di scrittura: moderno, classico, hai un tuo stile personale?
Credo che il mio stile non si possa definire classico, ma nemmeno moderno, è molto personale. 8)Vorresti che la scrittura diventasse il tuo unico mestiere (se non lo è già)? Fortunatamente vivo di scrittura, mi occupo di uffici stampa ed eventi. 9)Quali sono le difficoltà maggiori che incontri nell’intraprendere questo mestiere (se non lo è già)? Questo lavoro richiede molto impegno ed un costante aggiornamento della propria formazione culturale. Come ogni lavoro che si rispetti è necessario essere determinati e costantemente preparati. 10)Ha mai partecipato a dei corsi di scrittura creativa? Ti piacerebbe farlo? Si, ho partecipato a dei corsi di scrittura creativa e devo dire che li ritengo utili per affrontare e conoscere le proprie capacità scrittorie. 11)Ti è mai capitato di avere il classico momento in cui non riuscivi a riempire il foglio bianco? Si, ammetto che mi è capitato più di una volta, ma ho capito che la scrittura non deve essere un obbligo ed una forzatura, deve essere spontanea il più possibile. Quando capita il vuoto, vuol dire che non è il momento adatto alla creatività, quindi meglio lasciar perdere e aspettare l'ispirazione. 12)Hai mai partecipato a concorsi letterari? Pensi che possano essere utili per farti conoscere? Ho partecipato a molti concorsi letterari. Credo sia utile mettersi in gioco ed è un modo anche per capire come può venire giudicata la propria scrittura. 13)Cosa pensi dell’editoria italiana? L'editoria italiana ha i suoi lati positivi e negativi, dipende a chi ti affidi quando pubblichi un libro, bisogna sempre fare molta attenzione, il mercato editoriale è molto ampio ed è difficile dare un giudizio. Non si può generalizzare. 14)Cosa pensi dell’auto-pubblicazione? L' auto-pubblicazione non la considero una scelta errata, chi desidera prodursi da solo di sicuro ha i suoi motivi, ho sempre scelto comunque di affidarmi ad un editore per la pubblicazione. 15)Qual è l’ultimo libro che hai scritto e di cosa parla? Nell'ultimo lavoro letterario ho scelto un tema che molti poeti noti e meno noti hanno affrontato, l'amore. Sembra facile scrivere d'amore, ma non lo è. Svelare i segreti del cuore, mettersi a nudo intimamente è stata un'esperienza abbastanza complessa per me, che fondamentalmente sono timida. Ho voluto dedicare la raccolta "Sensualità" in primis al mio compagno, e poi a tutte le persone fanno della loro esistenza un dono speciale. L' amore nel mio libro non è inteso solamente come sentimento amoroso, ma ha un valore universale e si espande ad ogni forma di emozione che può dare una serenità ed una stabilità per anima e corpo. 16)Leggi molto? Anche libri di autori emergenti? Leggo molto, anche autori esordienti. Recensisco libri di ogni genere ed ogni settimana leggo in media qualche libro. 17)Per te scrivere è un’esigenza, uno sfogo, o una passione? Per me scrivere è un'esigenza, uno sfogo e una passione, non riuscirei a vivere senza la scrittura, è il mio mondo. 18)Cosa utilizzi per scrivere i libri? La tastiera del computer, la penna, la macchina da scrivere? Scrivo attraverso la tastiera del computer, ma quando capita anche la penna. 19)Come ti definiresti? Mi definirei un'eterna sognatrice, una donna completa grazie anche alla poesia.
20)Quale consiglio ti senti di dare ai tuoi colleghi scrittori? Coltivate i vostri sogni, ma fate attenzione ai tanti ostacoli di questo mondo, ci sono molti inganni, non cedete alle illusioni. Lasciatevi trasportare dalla bellezza della poesia senza porre limiti alla creativitĂ , sarĂ il vostro istinto a guidarvi, siate solo molto prudenti.
Intervista all’autrice Miriam Peluso
1) Quando e in che modo è nata la tua passione per la scrittura? La mia passione per la scrittura nasce dal profondo. Ho collaborato con un'amica alla stesura di un libro, un paio di anni fa, inizialmente lei mi aveva chiesto di dare uno sguardo al suo libro già iniziato e di scrivere qualche scena, ma credo che poi strada facendo si sia innamorata di quello che scrivevo e quindi mi ha chiesto di collaborare completamente al progetto. Beh a questa persona devo molto, perché ha acceso in me la “lucina della passione” per la scrittura, che mi ha portato in un mondo alternativo, dal quale non vorrei mai andare via. La scrittura è il prosieguo di quella passione innata che avevo dentro da tempo e che aspettava il momento adatto per sbocciare. 2) Ci sono degli autori che ti ispirano o ti hanno ispirato, o che hanno in qualche modo influenzato il tuo stile di scrittura? Io adoro leggere, è uno dei miei hobby preferiti. Indubbiamente ci sono autori che amo in modo particolare ed è normale che si prenda un po' spunto dal loro modo di suscitare emozione nella scrittura, ma in genere cerco di essere il più distaccata possibile da un'ipotetica ispirazione letteraria, cerco sempre di esprimere “Miriam” quello che lei sente e che prova. Adoro “Isabel Allende”, mia mamma aveva tutti i suoi libri ed è con lei che per la prima volta mi sono avvicinata alla lettura, leggo quasi di tutto, adoro i classici italiani ed inglesi. Recentemente ho letto il libro di Ala Al-Aswani, “Palazzo Yacoubian” e posso dire di esserne rimasta incantata. 3) Dove scrivi solitamente? Hai un luogo preferito, in cui senti che le idee fluiscono più facilmente, in cui la tua concentrazione migliora, dando spazio alla fantasia? Sono una persona tradizionalista, scrivo alla scrivania e sul computer: il mio notebook piccolo e utile, che è diventato il mio compagno di viaggio. 4) Adotti dei rituali particolari prima di iniziare a scrivere? Certo, chi non ne ha! Metto su un bel po' di musica che so mi ispira, sono una fan sfegatata dei Backstreet Boys e trovo nelle loro canzoni, sempre la melodia adatta ad accompagnarmi nella scrittura e prima di iniziare a digitare “faccio schioccare le dita”, molti dicono che sia poco salutare, ma io non riesco a farne a meno.
5) Sei perfezionista, leggi e correggi i tuoi scritti mille volte prima di esserne pienamente soddisfatta? Sono una perfezionista cronica e una persona molto pignola. Leggo e rileggo finchè non sento che quello che ho scritto, suscita un'emozione anche a me, cambio continuamente parola, cerco mille e più sinonimi finchè non sono soddisfatta. 6) Che genere di libri scrivi? Al momento romantici, ma non i soliti romanzi d'amore sdolcinati, lascio sempre quel tocco di suspance. Probabilmente in futuro scriverò anche qualcosa di genere poliziesco o stile CSI, dato che adoro tutto quello che ha a che fare con questo genere. 7) Come definiresti il tuo stile di scrittura: moderno, classico, hai un tuo stile personale? Il mio è uno stile fresco e diretto, non credo che molti scrittori lo usino. Utilizzo molti discorsi diretti, i miei personaggi parlano molto, più che interiormente, amano esteriorizzare quello che pensano e credo che questo sia una carta vincente, poiché si arriva prima al dunque e al cuore delle persone. 8) Vorresti che la scrittura diventasse il tuo unico mestiere (se non lo è già)? Lo vorrei tanto, sarebbe un sogno, poter vivere di quello che scrivo, poter riuscire un giorno a diventare qualcuno o a lavorare per una casa editrice. Significherebbe dare spazio a quello che fino ad ora ho sperato. 9) Quali sono le difficoltà maggiori che incontri nell’intraprendere questo mestiere (se non lo è già)? Beh io sono una scrittrice emergente e come tale per nulla conosciuta, credo che questa sia la difficoltà maggiore, far capire alle persone che anche chi non ha un nome famoso, può scrivere qualcosa di buono, che può farsi valere. Inoltre è molto difficile trovare chi apprezza il tuo lavoro, pochi sono disposti ad aprirti la porta e a farti pubblicare senza un compenso, come fa la mia casa editrice. 10) Ha mai partecipato a dei corsi di scrittura creativa? Ti piacerebbe farlo? No, mai. Credo che siano molto interessanti, al momento per motivi di tempo non sono riuscita a frequentarne uno, ma non escludo che ciò possa accadere in seguito. 11) Ti è mai capitato di avere il classico momento in cui non riuscivi a riempire il foglio bianco? Tantissime volte. C'erano giorni in cui avevo mille idee e giorni in cui rimanevo seduta alla scrivania guardando quel foglio bianco. Non so come sono riuscita a superarli, credo sia più una questione di sensazione e di predisposizione alla cosa, ti sblocchi senza sapere perché e come. 12) Hai mai partecipato a concorsi letterari? Pensi che possano essere utili per farti conoscere? Con il mio libro attuale no. Con quello al quale ho collaborato, si. Abbiamo mandato il libro al Premio Cimitile, non l'abbiamo vinto però. Comunque credo che se un concorso è fatto bene è una chance in più per farsi sicuramente strada in questo mondo, ma anche quelli sono molto selettivi e non sempre vince chi merita. 13) Cosa pensi dell’editoria italiana?
No comment. No, scherzo, non bisogna fare di “tutta l'erba un fascio”, ma è pur vero che l'editoria italiana, quella grande intendo, quella di nomi famosi, non si basa sui piccoli scrittori, come me. Se non hai un nome che “risuona” o che abbia a che fare con il mondo della spettacolo è tempo perso. Poi ci sono i piccoli editori che ti chiedono di pubblicare a tue spese, anche in quel caso chi non può permetterselo è tagliato fuori e poi ci sono coloro che lo fanno per passione e se sei fortunato hai la tua possibilità. Non è facile e non è per niente incoraggiante il mondo dell'editoria italiana. 14) Cosa pensi dell’auto-pubblicazione? Non è il mio caso e non ci ho quasi mai pensato. Credo che sia più gratificante inviare il manoscritto ad un editore, piuttosto che pubblicarlo da sé. 15) Qual è l’ultimo libro che hai scritto e di cosa parla? Il mio ultimo libro che è anche il mio romanzo d'esordio, si intitola Rivincita d'amore, è edito con Arduino Sacco Editore. È una storia d'amore, ma non troppo, ambientata a Manhattan, in cui quattro personaggi, due uomini e due donne, con un “contorno misto” di amici, si trovano a dover fare i conti con se stessi e con quello che provano. L'amore è il motore del libro, affiancato da tutti gli altri sentimenti e ogni singolo protagonista sarà chiamato a leggersi dentro e a cercare una via d'uscita. 16) Leggi molto? Anche libri di autori emergenti? Si, adoro leggere, posso dire che è la mia passione numero uno. Leggo anche libri di autori emergenti, cerco nel mio piccolo di sostenerli, perché ne faccio parte. 17) Per te scrivere è un’esigenza, uno sfogo, o una passione? Sarei portata a dire passione, ma credo sia un po' tutte e tre le cose. È esigenza perché se non scrivo non mi sento completa. È uno sfogo perché nei momenti “no” scrivendo mi allontano dai problemi e questo mi fa stare bene. Ed è senz'altro una passione, perché mi viene da dentro e mi porta lontano, quindi non potrei desiderare cosa migliore, che sentirmi realizzata e appagata attraverso la scrittura. 18) Cosa utilizzi per scrivere i libri? La tastiera del computer, la penna, la macchina da scrivere? Tastiera del pc, è raro che scrivo con la penna. La macchina da scrivere non ce l'ho. Credo però che scriva con il computer perché oggi c'è questo, ciò non toglie che se avessi iniziato prima mi sarei servita di ben altri elementi. 19) Come ti definiresti? Questa è una domanda davvero difficile, non è facile definirsi da soli, siamo soliti ascoltare quello che gli altri hanno da dire su di noi. Io credo di essere una donna simpatica, una bella persona, amante della vita e delle tradizioni. Innamorata di mio marito e della mia famiglia. Tengo alle amicizie, quelle vere che durano nel tempo o che nonostante la lontananza “valgono”. Mi piace tutto quello che ha a che fare con il mondo delle lingue, poiché sono laureata in questo. Adoro i bambini. Sono una sognatrice e non mi pento, credo che allontanarsi dalla realtà quotidiana spesso sia il modo migliore per vivere. 20) Quale consiglio ti senti di dare ai tuoi colleghi scrittori? Scrivete sempre col cuore, perché lo sentite, non abbiate paura dei giudizi, né di quelli positivi né di quelli negativi. Non sentitevi mai superiori agli altri e se potete consigliate i vostri colleghi mettendovi allo stesso livello. Amate ciò che fate, non scrivete solo perché dovete, ma fatelo perché volete.
Intervista all’autrice Paola Concilio
1) 1Quando e in che modo è nata la tua passione per la scrittura? Ho iniziato a scrivere all’età di dieci anni. Da quando ho imparato a leggere ero un cosiddetto “topo di biblioteca” e infatti ero l’unica bambina iscritta alla biblioteca. Ho sempre desiderato scrivere, ma non sapevo cosa, non sapevo come. A scuola, alle elementari, ci facevano studiare solo poesie in rima, che non amavo molto, ma un giorno, in quinta elementare, la maestra ci fece studiare una poesia di Carducci, “Pianto Antico” , che adesso è la mia preferita poiché grazie a quella poesia ho avuto l’ispirazione. Appena la lessi il cuore non smetteva di battere, era come impazzito e desideravo scrivere così, proprio come lui. 2) Ci sono degli autori che ti ispirano o ti hanno ispirato, o che hanno in qualche modo influenzato il tuo stile di scrittura? Si, come già detto devo la mia prima ispirazione a Giosuè Carducci. Molti poeti mi hanno senz’altro influenzata, tra cui la mitica Alda Merini, condivido i suoi pensieri e ammiro il suo talento. Alcuni affermano che abbiamo una personalità simile, io sinceramente non so se è vero o meno, spero solo che oltre alla personalità un giorno potrei essere brava come a lei. 3) Dove scrivi solitamente? Hai un luogo preferito, in cui senti che le idee fluiscono più facilmente, in cui la tua concentrazione migliora, dando spazio alla fantasia? Io non ho un luogo preferito. Delle volte scrivo sul pullman, con il cellulare in mano; oppure prima di addormentarmi o anche mentre sto a scuola… insomma, non ho né un luogo né un momento preciso. 4) Adotti dei rituali particolari prima di iniziare a scrivere? Non adotto nessun rituale. Spesso mi chiedono come faccio a scrivere e dopo la risposta molti rimangono increduli: io scrivo per ispirazione e non c’è un momento preciso. Quando scrivo non me ne accorgo neanche, è come se faccia tutto la mano lasciando scrivere il mio inconscio. Non so che mi succede quando scrivo, io scrivo una poesia in massimo 5 minuti, per esagerare, ma sono inconsapevole quando scrivo perché lascio libero il mio inconscio. 5) Sei perfezionista, leggi e correggi i tuoi scritti mille volte prima di esserne pienamente soddisfatta? Per quanto riguarda le poesie no, sono tutt’altro che perfezionista. Come detto prima, quando scrivo lascio libero il mio inconscio e rileggo la poesia dopo un paio di ore dalla composizione e non correggo mai, perché penso che cercherei di limitare il mio inconscio. Da un po’ mi dedico anche al giornalismo e lì sono molto pignola, così come quando scrivo racconti (ahimè, ne ho scritti solo due purtroppo! Sono talmente pignola per i racconti che li correggo, li cancello, li riscrivo e li ricancello!). 6) Che genere di libri scrivi? Fino ad ora ho scritto solo un libro, una raccolta di poesie e brevi articoli. 7) Come definiresti il tuo stile di scrittura: moderno, classico, hai un tuo stile personale? Non mi sono mai posta il problema del mio stile di scrittura, ma penso sia molto semplice e comprensibile a tutti. 8) Vorresti che la scrittura diventasse il tuo unico mestiere (se non lo è già)? Si! Mi piacerebbe tanto! 9) Quali sono le difficoltà maggiori che incontri nell’intraprendere questo mestiere (se non lo è già)?
Sono ancora piccola, ho soli 17 anni e non so che difficoltà incontrerò, anche se penso di avere già un’idea. Per mia fortuna non sono la classica raccomandata, ma preferisco rimboccarmi le mani e “farmi le ossa”, anche se sono consapevole che in questo Paese vanno avanti i raccomandati, io cercherò di andare oltre a loro e di far capire a tutti che è il talento che conta. 10) Ha mai partecipato a dei corsi di scrittura creativa? Ti piacerebbe farlo? Non ho mai partecipato a dei corsi di scrittura creativa, anche se mi piacerebbe farlo, anche per potermi confrontare. 11) Ti è mai capitato di avere il classico momento in cui non riuscivi a riempire il foglio bianco? Purtroppo si, quei momenti penso che li abbiamo tutti, il cosiddetto “blocco dello scrittore”. 12) Hai mai partecipato a concorsi letterari? Pensi che possano essere utili per farti conoscere? Si, partecipo spesso a concorsi letterari e per mia fortuna mi è andata sempre bene. Sono molto utili per farsi conoscere, ma oltre agli apprezzamenti c’è sempre chi critica, soprattutto c’è chi pensa che sei raccomandato, ma assicuro che non tutti sono raccomandati! 13) Cosa pensi dell’editoria italiana? Penso che abbiamo troppe case editrici in Italia, meglio poche e buone che tante e disoneste. 14) Cosa pensi dell’auto-pubblicazione? Penso che chi non vuole aver niente a che fare con le case editrici (e capisco) facciano bene ad auto-pubblicarsi, ma io sono dell’idea che esistono poche, pochissime case editrici serie e tocca a noi trovarle e proporci. 15) Qual è l’ultimo libro che hai scritto e di cosa parla? Ho scritto solo un libro, e come ho detto prima è una raccolta di poesie e brevi articoli. 16) Leggi molto? Anche libri di autori emergenti? Si leggo molto, sia autori affermati che emergenti, anche se cerco di prediligere gli emergenti perché so che vuol dire essere un autore emergente e so come ci si sente. 17) Per te scrivere è un’esigenza, uno sfogo, o una passione? E’ sia un’esigenza, uno sfogo che una passione. Per me scrivere è tutto! 18) Cosa utilizzi per scrivere i libri? La tastiera del computer, la penna, la macchina da scrivere? Scrivo dove capita: sul computer, sul cellulare, sul quaderno… e poi unisco il tutto. 19) Come ti definiresti? Mi definisco una ragazza semplice, un po’ pazza ma che è cresciuta troppo in fretta per delle esperienze negative vissute. Sono una ragazza che si affeziona molto alle persone e che cerca di dare sempre il meglio di se stessa e che si fa in mille per gli altri. 20) Quale consiglio ti senti di dare ai tuoi colleghi scrittori? Di non arrendersi, tutto è possibile. Io non pensavo di poter realizzare il mio sogno, quello di pubblicare un libro, a soli 17 anni, e invece è successo. Non bisogna smettere di credere nei sogni, se si smette è perché non si credeva in loro fino in fondo. Bisogna trovare il coraggio di andare avanti e di non arrendersi alle prime difficoltà, perché quelle ci saranno sempre, ma se ci credi, se lo vuoi… ce la farai!
Intervista all’autrice Patrizia Palese
1) Quando e in che modo è nata la tua passione per la scrittura? Dare delle date è per me un po’ difficile…diciamo che ho iniziato da quando ho cominciato a capire che scrivendo mi potevo dare un alternativa di vita…forse intorno ai 12 anni, anche se, a detta di mia madre, parlavo spesso con un cosiddetto amico immaginario, su quello che avrei voluto che accadesse già intorno ai 9 anni…probabilmente facevo le prove generali di quello che poi, qualche anno dopo, avrei messo su carta. Per quanto riguarda il come, posso solo dire che è iniziato come per molti della mia generazione: scrivendo un diario che veniva regolarmente nascosto nei punti più assurdi della casa e che, altrettanto regolarmente, veniva letto da mia madre. Quando scoprii questo, decisi che avrei scritto quello che prima tenevo nascosto, alla luce del sole…ma si era arrivati ad anni 14… 2) Ci sono degli autori che ti ispirano o ti hanno ispirato, o che hanno in qualche modo influenzato il tuo stile di scrittura? Sicuramente nella prima infanzia Pirandello, Deledda, Leopardi, insomma tutti gli autori e poeti italiani…subito dopo i grandi autori d’oltre oceano, americani in prima linea, ma intorno ai primi anni della contestazione, per un strano percorso ritornai ai giganti della letteratura mondiale, fino a Omero addirittura. In vetta a tutti senza dubbio Eduardo per il teatro, Moravia per la letteratura e Leopardi per la poesia. Ma la mia fame in fatto di lettura non si è mai placata, e a tutt’oggi non indietreggio di fronte a nulla e nessuno….sono riuscita persino a leggere dei noir molto, ma molto forti, nonostante mi spaventi solo nominare il genere… 3) Dove scrivi solitamente? Hai un luogo preferito, in cui senti che le idee fluiscono più facilmente, in cui la tua concentrazione migliora, dando spazio alla fantasia? Generalmente ho il mio angolo, ma può capitare che mi venga un idea per andare avanti su un brano e allora va bene tutto…fino a poco tempo fa andavo in giro con un registratore e quando arrivava l’illuminazione accendevo e parlavo…solo che questo a volte accadeva in luoghi non proprio deserti…una volta ero in attesa per pagare un bollettino alle Poste e, zac!! Ecco l’idea…accendo il registratore e comincio “Creare l’occasione del ritrovamento del corpo in modo accidentale…magari facendo cadere una penna che rotoli fino alla porta semichiusa, ma
verificare prima se è stato già usato come espediente..” mi guardai intorno e mi resi conto che c’erano due tizi che mi guardavano…adesso quando registro prima mi guardo intorno… 4) Adotti dei rituali particolari prima di iniziare a scrivere? Sempre! Sono superstiziosa in modo patologico! Per prima cosa non accavallo le gambe fino alla conclusione delle prime 7 pagine, altrimenti sono certa che non si concluderà in modo positivo; poi a metà del lavoro(o di quello che penso sia meta del lavoro) non scrivo per 7 giorni(7 è il mio numero); infine faccio leggere il risultato sempre alla stessa persona e sempre il primo giorno di luna nuova… 5) Sei perfezionista, leggi e correggi i tuoi scritti mille volte prima di esserne pienamente soddisfatta? Sono una scassa sfere come poche: leggo, correggo, cambio, taglio, aggiungo, ricomincio da capo, sono una maniaca della punteggiatura…e anche quando ho concluso(o almeno credo), è sufficiente che una persona mi faccia una critica, magari costruttiva, e riprendo tutto in mano…l’esempio classico è COME ORFEO, il mio primo romanzo pubblicato nel 2005, che oggi sto riscrivendo solo perché una mia amica, dopo averlo letto, mi ha detto “Peccato che non hai sviluppato delle chicche stupende che meritavano un pochino più di luce…” 6) Che genere di libri scrivi? Non scelgo mai il genere, ma la storia, anche se a volte parto con l’idea di scrivere qualcosa di positivo e durante il cammino i personaggi tirano fuori il loro carattere e mi tocca cambiare prospettiva(in questo sono molto pirandelliana); diciamo che sono molto curiosa e attenta a quello che mi accade intorno o che mi colpisce durante le mie ricerche storiche(e in questo sono moltissimo eduardiana) 7) Come definiresti il tuo stile di scrittura: moderno, classico, hai un tuo stile personale? Il mio più alto traguardo sarebbe quello di creare un mio stile: lo stile patriziesco; non sono mai stata molto umile in questo, lo ammetto, sogno in grande.Per ora posso definire che il mio modo di scrivere è molto pittorico, come disse un mio amico molto tempo fa leggendo un mio racconto “Tu con le parole non descrivi: dipingi…” è l’arte della pittura può essere classica, moderna, innovativa ma se è arte vera è comunque stupenda. 8) Vorresti che la scrittura diventasse il tuo unico mestiere (se non lo è già)? Per la scrittura sono andata in pensione qualche anno prima perdendo anche delle possibilità economiche certe…non saprei pensare a giorni uno dietro l’altro senza scrittura…lo è sempre stato e desidero che lo sia fino all’ultimo giorno della mia vita…è la mia vita, molto di più di una professione nella mia vita. 9) Quali sono le difficoltà maggiori che incontri nell’intraprendere questo mestiere (se non lo è già)? Quelle economiche senza dubbio; se vuoi fare veramente lo scrittore non puoi farlo solo nel fine settimana…o almeno io non saprei farlo; ma nel frattempo lo stare davanti a una tastiera
cercando di dare un filo logico a ciò che scrivi ti impedisce di trovare il tempo e il modo di relazionarti con il mondo esterno in maniera produttiva: e allora vengono fuori tutti i problemi di questo mondo, in primis quelli con amici, parenti e conoscenti. Inoltre a tutto questo si aggiunge in modo pesantissimo il gravissimo problema della diffusione del tuo lavoro: sempre per i motivi sopracitati, non sei in grado di raggiungere i media che potrebbero crearti dei trampolini di lancio e anche la figura dell’agente letterario, che solo teoricamente esiste, diventa una chimera. Coloro che potrebbero promuovere il tuo lavoro, non sono contattabili in quanto loro stessi si rifiutano di verificare il mercato con nuovi nomi di autori. Per non parlare della varie case editrici, le quali, nella maggioranza, si limitano a spillare un bel mucchio di quattrini all’autore, dandogli in cambio un quantitativo di copie del suo libro e lasciandolo al suo destino…e questo vale per ogni forma di scrittura: poesia, drammaturgia, filmografia, soggetti televisivi, commedie musicali, fumetti… 10) Ha mai partecipato a dei corsi di scrittura creativa? Ti piacerebbe farlo? Più che partecipare, ho tenuto un corso di scrittura creativa qualche anno fa con un discreto successo, e ho intenzione di riproporlo il prossimo anno a partire da Febbraio. L’unico problema, anche qui, è che chi si iscrive parte dal concetto che dopo poche lezioni si possa concorrere al Nobel per la letteratura…scrivere è l’arte più faticosa e ingrata che esiste…come recita una famosa vignetta di Snoopy 11) Ti è mai capitato di avere il classico momento in cui non riuscivi a riempire il foglio bianco? Sarò breve: MAI!....e se dovesse accadere comincerei ad avere delle fondatissime certezze che la mia vita si sta per concludere. 12) Hai mai partecipato a concorsi letterari? Pensi che possano essere utili per farti conoscere? Ho partecipato a pochi concorsi letterari e sempre a concorsi che richiedevano somme minime; sono diffidente verso coloro che chiedono contributi e che in cambio danno solo come unica certezza che sarà informato solo dell’avvenuta qualificazione!!! Penso che se il concorso si basa su patrocini seri si può avere anche una visibilità maggiore, ma sono pochi, molto pochi, coloro che offrono tali garanzie…avevo in mente di creare qualcosa di diverso un paio d’anni fa ma, come sempre, quando ho iniziato a portare avanti in modo concreto i miei progetti, le persone proposte si sono educatamente allontanate…questo è uno dei motivi per cui a volte ho voglia di continuare a svolgere la mia professione all’estero. 13) Cosa pensi dell’editoria italiana? Ho già risposto a questa domanda poco sopra, ma dato che è sempre meglio ripetere, affermo che oggi l’Editoria Italiana sta commettendo lo stesso errore di coloro che per anni hanno disboscato montagne e incanalato fiumi: alla fine la Natura ripaga con la stessa moneta più gli interessi; oggi si continua a proporre i soliti nomi con i soliti temi e il risultato è che il pubblico legge sempre si meno, va al cinema sempre di meno, va a teatro quasi mai e lentamente, ma inesorabilmente, del famoso genio italico rimarrà solo il ricordo in patria, mentre tutti coloro che potranno se ne andranno in Spagna, Inghilterra, Francia e America…dopo la fuga dei cervelli ci sarà quella delle penne…
14) Cosa pensi dell’auto-pubblicazione? Ne ho sentito parlare, ma onestamente non posso dire molto perché potrei dire delle ovvietà( Giammai! Piuttosto il silenzio!). Certamente se questo dovesse diventare un fenomeno di costume diffuso, sarebbe una sconfitta evidentissima per tutte le case editrici, nessuna esclusa! Del resto quando comincia a decadere la fiducia in istituzioni più o meno pubbliche, è normale che il soggetto sceglie prima di tutto se stesso… 15) Qual è l’ultimo libro che hai scritto e di cosa parla? Il mio ultimo libro è GLI INFINITI VOLTI DELL’AMORE, scritto insieme a Claudio Barbero; sono 23 racconti che ci siamo suddivisi per raccontare, secondo il nostro modo di vedere e con il nostro stile, l’Universo Amore, senza tralasciare nemmeno quegli aspetti, ops, volevo dire volti, che potrebbero sembrare molto distanti dall’immagine classica del sentimento Amore….ma per saperne di più, lo si deve leggere. 16) Leggi molto? Anche libri di autori emergenti? Leggo tutto, sono malata…terribilmente e stupendamente malata di lettura….e poi non si può essere un buon scrittore se non si è un ottimo lettore 17) Per te scrivere è un’esigenza, uno sfogo, o una passione? Nell’ordine: Passione, Esigenza, Sfogo, ma aggiungo anche Dipendenza 18) Cosa utilizzi per scrivere i libri? La tastiera del computer, la penna, la macchina da scrivere? Oggi la tastiera senza dubbio, ma ogni tanto anche la vecchia e cara penna e agenda….la macchina da scrivere la usavo quando ero adolescente, ma fa troppo rumore e per me scrivere è quasi musica…ma adesso qualcuno potrebbe dirmi che la macchina da scrivere è stata la fedele compagna di tanti illustri scrittori…però io continuo a definirla troppo rumorosa…e nessuno me ne voglia 19) Come ti definiresti? Oddio che domanda!! Dunque, sicuramente una persona scomoda: non mi piacciono quelli che fanno finta di essere stupidi per imbrogliarti e poi dirti”Ma davvero ci sei rimasta male?” …con loro sono estremamente diretta e forse anche un pochino cattiva; sono permalosa, questo si che è un problema, lo riconosco, ma lo dico subito così chi mi frequenta è avvisato; ammetto lo sbaglio al massimo due volte, poi cancello la persona e non ci sono santi in cielo o demoni all’inferno che mi fanno tornare sulle mie decisioni; sono troppo romantica e idealista e questo in genere mi crea un sacco di problemi personali, ma con l’età ho imparato a esternare di meno questo lato del mio carattere; adoro i bambini al punto che userei il conflitto fisico se dovessi difenderne uno: sono l’unica nostra salvezza futura; infine sono una gatto-dipendente…li adoro tutti e se potessi mi riempirei la casa di mici….per il resto si dovrà rischiare di conoscermi e frequentarmi…oppure leggere ciò che scrivo. 20) Quale consiglio ti senti di dare ai tuoi colleghi scrittori?
Consigli mai! Sono una vecchia sessantottina che ha il culto del libero arbitrio! Diciamo che posso solo dire ai miei colleghi scrittori: “Siamo dei privilegiati! Viviamo fra gli uomini ma frequentiamo gli Dei‌.non conviene cambiareâ€?
Intervista all’autore Roberto Nigro
1) Quando e in che modo è nata la tua passione per la scrittura? Dunque: a cinque anni ero già in prima elementare perché sapevo già leggere e naturalmente scrivere. Non sto dicendo di essere stato un bambino prodigio: anzi, il mio percorso scolastico, ad eccezione dell’università, è stato duro e frastagliato. Ma intanto a scuola brillavo con i compiti di italiano che ‘passavo’ di tanto in tanto ai miei compagni, soprattutto quelli più bravi in matematica, ai quali chiedevo un equo scambio!... 2) Ci sono degli autori che ti ispirano o ti hanno ispirato, o che hanno in qualche modo influenzato il tuo stile di scrittura? Negli anni ’70 e ’80 ho fatto vere e proprie ‘sbornie’ di letture. Ho letto veramente di tutto: dalla narrativa classica italiana e straniera a testi di saggistica, filosofia e psicologia, senza ignorare la poesia. Per cui non credo di avere avuto autori specifici che mi hanno direttamente influenzato e quindi il mio stile di scrittura può essere solo il compendio di tutto ciò che ho assimilato e che la mia interiorità ha elaborato. 3) Dove scrivi solitamente? Hai un luogo preferito, in cui senti che le idee fluiscono più facilmente, in cui la tua concentrazione migliora, dando spazio alla fantasia? No, non ho un luogo preferito. Ho scritto un po’ dappertutto, anche per strada sulla carta che avvolgeva un pezzo di pane… Sono uno di quelli che ha, anche nei momenti più impensati,l’attimo da cogliere. Insomma la lampadina si può accendere quando meno te lo aspetti… 4) Adotti dei rituali particolari prima di iniziare a scrivere? No, direi di no. Mi perdo solo un po’, per cui posso continuare a scrivere anche in situazioni e contesti non del tutto tranquilli. A volte anche caotici… Recentemente è capitato che ero talmente preso che ho continuato a scrivere anche durante un trasloco, mentre qualcun altro incartava oggetti e riempiva scatoli! E penso di aver scritto anche una bella cosa!... 5) Sei perfezionista, leggi e correggi i tuoi scritti mille volte prima di esserne pienamente soddisfatto? Si, abbastanza. Ma senza raggiungere livelli maniacali. Anzi al contrario sono molto istintivo. 6) Che genere di libri scrivi? Beh, svario e ho svariato dalle poesie (qualcuna anche musicata), ai testi teatrali e alla pura narrativa 7) Come definiresti il tuo stile di scrittura: moderno, classico, hai un tuo stile personale? Ho uno stile senz’altro moderno, ma sicuramente molto personale. Lo pensa anche chi mi ha letto, per cui… 8) Vorresti che la scrittura diventasse il tuo unico mestiere (se non lo è già)? Si, attualmente la scrittura per me è un mestiere. Faccio anche l’attore professionista e in pratica: non mi faccio mancare niente! 9) Quali sono le difficoltà maggiori che incontri nell’intraprendere questo mestiere (se non lo è già)? Come ho appena affermato faccio mestieri tutt’altro che semplici e non affatto resi tali da una accettazione sociale che potrebbe in alcuni casi aiutare a procedere per la strada che si è intrapresa.
Per cui il farsi strada andando un po’ controcorrente rispetto ai pilastri di una struttura sociale che per difesa non ammette in molti casi ‘progetti alternativi’, diventa estremamente difficoltoso e penoso. Anche perché i pochi spazi lasciati liberi per l’espressione dell’arte nell’accezione più vasta del termine, vengono facilmente monopolizzati proprio dal sistema che decide arbitrariamente a quale ‘artista’ affidare un ruolo produttivo socialmente riconosciuto. 10) Ha mai partecipato a dei corsi di scrittura creativa? Ti piacerebbe farlo? No, non vi ho mai partecipato, ma sarebbe interessante farlo. 11) Ti è mai capitato di avere il classico momento in cui non riuscivi a riempire il foglio bianco? Sicuramente è capitato e continuerà a capitare. Basta continuare a guardarsi dentro e si ricomincia, anche se quel ‘momento ‘ a volte può durare mesi e anche anni… 12) Hai mai partecipato a concorsi letterari? Pensi che possano essere utili per farti conoscere? Si, vi ho partecipato, poche volte. Non sono molto convinto che possano essere veramente utili. Ma è solo un mio parere personale. 13) Cosa pensi dell’editoria italiana? Beh, è un settore che gestisce la nostra economia alla pari di tanti altri e quindi ha le sue regole, le sue strategie e le sue porte aperte (poche per pochi) e le sue porte chiuse (tante per tanti). Ma il Mercato è Mercato e se si vuole contribuire a rendere solida la Società in cui viviamo e a farne parte con le ‘giuste’ modalità, dobbiamo convenire che così va la vita! 14) Cosa pensi dell’auto-pubblicazione? Perché no? È un percorso faticoso, doloroso, penoso, ma che può dare anche soddisfazioni. Piccole e a volte inaspettatamente grandi. 15) Qual è l’ultimo libro che hai scritto e di cosa parla? L’ultimo mio libro pubblicato nel 2010 è “Il mago della pioggia”, che sta andando abbastanza bene anche come gradimento per chi lo ha letto in quanto è molto fruibile e di facile lettura. È presente la recensione anche su’ Volo dei Sensi’ che è stata visitata ad oggi da circa 450 persone, se non sbaglio. E la cosa mi fa molto piacere. “Il mago della pioggia” è un romanzo, pura narrativa, con un protagonista che fa ‘banalmente’ il commissario di polizia (!), ma al quale, prendendo spunto da questo suo mestiere così inflazionato da un punto di vista letterario e ancor più cinematografico, faccio intraprendere un consistente e variegato viaggio interiore e introspettivo, che porta alla ricerca di un ‘sé’, a volte così distante e a volte così vicino e presente alla nostra evanescente esistenza. Ogni seppur piccola esperienza è un tassello in più per riconoscersi e riconoscere la propria unicità e irripetibilità. Credo che sia importante farlo; come credo sia altrettanto importante vivere la vita con la maggiore consapevolezza possibile. Bella o meno bella che possa essere. L’ultimo libro che invece ho scritto, sta per essere pubblicato e uscirà per dicembre 2011. Il titolo è “Figlia del vento”, stesso protagonista, altra storia, altre scoperte, altri viaggi… Non dico di più. Leggeteli ! 16) Leggi molto? Anche libri di autori emergenti? È un periodo della mia vita caratterizzato più dalla scrittura che dalla lettura, ma non disdegno leggere autori emergenti. Anzi lo trovo perfino più interessante. 17) Per te scrivere è un’esigenza, uno sfogo, o una passione?
Tutte e tre insieme! Non necessariamente nell’ordine di cui sopra che può variare a seconda i momenti ‘storici’ che si attraversano, ma sono tre elementi che possono coesistere tranquillamente. 18) Cosa utilizzi per scrivere i libri? La tastiera del computer, la penna, la macchina da scrivere? Ho iniziato con l’amata penna che uso ancora qualche volta… Poi ho usato la ‘romanticissima’ macchina da scrivere, ormai abbandonata al suo destino… E ora uso prevalentemente la fredda ma efficientissima tastiera del computer! Ce ne è voluto per convincermi però, eh! 19) Come ti definiresti? Uno un po’ fuori dal gioco che continua a giocare. Ogni tanto si stanca di farlo perché spesso si ritrova a farlo da solo e senza veri obiettivi; ma se smette è veramente finita. E allora continua a giocare! 20) Quale consiglio ti senti di dare ai tuoi colleghi scrittori? Non credo di essere la persona più adatta per dare consigli, però invito i miei colleghi scrittori a continuare. Continuare ad esprimersi, il più serenamente possibile, senza falsarsi, con dignità, e a non mollare. Mai!
Intervista all’autore Stefano Pietri
1) Quando e in che modo è nata la tua passione per la scrittura? Il mio rapporto con la scrittura nasce al primo anno delle scuole superiori. La notizia dl rapimento di Aldo Moro e l’uccisione della sua scorta mi toccarono a tal punto che scrissi sul diario una sorta di articolo, cercando di mettere le mie considerazioni in un modo simile a quello usato sui quotidiani, come se fossi un giornalista, mestiere che avrei sempre desiderato fare. Successivamente approfittai dei compiti in classe d’Italiano ”a tema libero” per inventare storie, più o meno divertenti. Poi cominciai a scrivere i testi per le canzoni del gruppo musicale che avevo messo in piedi e successivamente per me stesso. Da lì nacque la passione per la poesia (alcune poesie sono state scelte in più concorsi ed usciranno a breve in alcune antologie di Aletti editore), che tutt’ora continua. Da qualche anno sono ritornato anche alla “prosa” con alcuni racconti, anche questi di prossima pubblicazione, e diari di viaggio, uno dei quali, “Un Tombolino in America”, ha anche vinto un premio in un concorso di www.7Mates.com. Nel 2007 è uscito “Uozzamericanboys”, breve romanzo dedicato ad Alberto Sordi, attore per il quale ho sempre avuto un’ammirazione da fan e che mi ha ispirato la storia di un gruppo di ragazzi che passano il loro tempo libero tra avventure e “bischerate” alla “Amici miei”. Nel frattempo ho curato per diversi anni la rubrica di satira “Hot dogs – la voce del bastardino” sul sito www.bau.it e nel 2008 ho preso il patentino di giornalista pubblicista, con relativa iscrizione all’Albo. A marzo di quest’anno è uscito il mio secondo romanzo “Non credevo di trovarti su facebook”, che sta riscuotendo un discreto successo (è già in ristampa), pur non essendo io un autore conosciuto e non avendo a mio sostegno alcun tipo di pubblicità. 2) Ci sono degli autori che ti ispirano o ti hanno ispirato, o che hanno in qualche modo influenzato il tuo stile di scrittura? Sicuramente ci sono autori che mi “stimolano”, che hanno, nel linguaggio, nella passione o nell’immediatezza della loro scrittura la caratteristica che più mi colpisce. E sono tra loro molto differenti. Infatti, per quanto riguarda gli autori italiani, adoro come scrive Margaret Mazzantini, mi rapisce Andrea De Carlo con la descrizione dei suoi personaggi talvolta odiosi, ma mi attrae e colpisce anche l’originalità di Niccolò Ammaniti o l’immediatezza di Luca Bianchini e Fabio Volo. Poi ce ne sono altri, ma lista sarebbe troppo lunga… 3) Dove scrivi solitamente? Hai un luogo preferito, in cui senti che le idee fluiscono più facilmente, in cui la tua concentrazione migliora, dando spazio alla fantasia?
Nello studio, alla scrivania. Da qualche anno utilizzo, ahimè, il pc. Si perde sicuramente qualcosa in termini di atmosfera, di “contatto” con la carta e quindi col romanzo stesso, però si guadagna in tempo e fatica. Fino a qualche anno fa mi accomodavo nella poltrona più sgangherata che avevo a casa e, col sottofondo della musica giusta, scrivevo, scrivevo e scrivevo… 4) Adotti dei rituali particolari prima di iniziare a scrivere? No, l’unica cosa che cerco sempre è, come dicevo prima, un sottofondo musicale appropriato. 5) Sei perfezionista, leggi e correggi i tuoi scritti mille volte prima di esserne pienamente soddisfatto? No, non sono affatto un perfezionista, sono talmente pigro che mi basta poco per essere soddisfatto... Però sulla correttezza grammaticale non transigo.
6) Che genere di libri scrivi? Solitamente racconto di sentimenti o di storie originali, cercando a volte di sdrammatizzare con l’arma dell’ironia. 7) Come definiresti il tuo stile di scrittura: moderno, classico, hai un tuo stile personale? Mah, non saprei definirmi da solo. Chi ha letto i miei libri li ha trovati in genere scritti bene, scorrevoli. Credo di essere abbastanza diretto, non cerco un linguaggio troppo elevato o ricercato, ma, nello stesso tempo, cerco di non essere banale e popolare. 8) Vorresti che la scrittura diventasse il tuo unico mestiere (se non lo è già)? Io credo che le passioni siano tali proprio perché sono hobbies e non lavori. Facendo qualcosa che ti piace, che ti appassiona tutto il giorno tutti i giorni, credo che la magia si perderebbe. Certo che se dovessi proprio scegliere tra fare lo scrittore e il giornalista piuttosto che l’impiegato… 9) Quali sono le difficoltà maggiori che incontri nell’intraprendere questo mestiere (se non lo è già)? Innanzitutto il tempo a disposizione e la mancanza di risorse… mentali. Dopo una giornata di lavoro e di traffico in città, oltre ad altre attività che si aggiungono durante il giorno, a volte si ha bisogno di staccare, di far viaggiare il cervello con pochi…cilindri… magari andando in palestra o a fare una nuotata in piscina. Quindi ci sono circostanze in cui mettere nero su bianco un’idea, cercare di svilupparla adeguatamente non è propriamente una passeggiata… 10) Ha mai partecipato a dei corsi di scrittura creativa? Ti piacerebbe farlo? Non vi ho mai partecipato, ma in futuro chissà… Credo siano molto utili, non si finisce mai di imparare. 11) Ti è mai capitato di avere il classico momento in cui non riuscivi a riempire il foglio bianco? Certo. Succede ed è più frequente di quanto si possa pensare. Io non so come facciano quegli scrittori che pubblicano un libro all’anno, magari un “mattone” di 800 pagine, come Follett, King, Crichton, ecc.
12) Hai mai partecipato a concorsi letterari? Pensi che possano essere utili per farti conoscere? Sì, ho partecipato e continuo a parteciparvi. Proprio per Aletti, l’editore del mio nuovo romanzo, stanno uscendo in questi ultimi mesi dell’anno alcune raccolte di poesie, nelle quali sono presenti alcune mie composizioni, scelte appunto in alcuni concorsi. Possono essere utili per farsi conoscere e rappresentano un modo per misurarsi anche con gli altri scrittori. 13) Cosa pensi dell’editoria italiana? E’ un discorso complesso. Di certo le grandi case editrici non lasciano molto spazio ai piccoli editori. Certo però che quando questi ti chiedono un contributo per pubblicare ti senti cadere le braccia… Oltretutto non fanno quasi mai promozione e supporto all’autore, che deve sobbarcarsi anche l’onere di autopromuoversi. 14) Cosa pensi dell’auto-pubblicazione? E’ appunto una delle possibilità. Però bisogna fare attenzione a rispettare certe regole, altrimenti si può andare incontro a grosse delusioni. 15) Qual è l’ultimo libro che hai scritto e di cosa parla? “Non credevo di trovarti su facebook” è la storia di un quarantenne che attraverso il social network ritrova una giovane donna che, all’epoca in cui erano bambini, era stata la “sua prima fidanzatina”. Le “chiede l’amicizia” ed inizia lo scambio di messaggi che porterà i due a rivedersi dopo tanti anni. Il racconto si sviluppa sul rapporto che, quasi inaspettatamente, nasce davvero e si sviluppa in un’altalena di emozioni, sensi di colpa e mistero. Il recupero di un frammento importante del passato, ricollocato nel presente, porta il protagonista a vivere un’ambivalenza di azioni e sentimenti in bilico tra la sua personalità effettiva e quella che egli ritiene più utile mettere in campo per precedere le attese di lei. E’ un romanzo a cui tengo molto. L’ho scritto di getto, con passione e coinvolgimento. E i ritorni che sto avendo dai lettori sono veramente gratificanti. 16) Leggi molto? Anche libri di autori emergenti? Sì, leggo molto. Dovunque e appena posso, cerco di ritagliarmi uno spazio per leggere. Secondo me è il modo migliore per imparare a scrivere, oltre che a parlare meglio. Ogni scrittore ha un suo modo di scrivere, di rappresentare la realtà, i sogni e la personalità dei protagonisti. Ognuno ha uno stile che non è da copiare, ma, leggendolo e rileggendolo, ci porta un arricchimento, a volte quasi senza rendersene conto. E credo sia giusto leggere di tutto, autori diversi, generi diversi, anche autori emergenti, esordienti. Ne ho conosciuti molti negli ultimi mesi ed alcuni credo che abbiano veramente della stoffa. E poi gli va data anche un po’ di fiducia, altrimenti potremo leggere sempre e solo quello che ci offre il mercato, che, purtroppo, in alcuni casi è pilotato. 17) Per te scrivere è un’esigenza, uno sfogo, o una passione? Sicuramente una passione, ma anche uno sfogo, soprattutto con la poesia. Con i versi divento sicuramente più… serio, profondo. Scrivo poesie quando il mio animo è venato di malinconia o di tristezza, di avvilimento o frustrazione. Ma non sono componimenti pessimisti, ci tengo a specificarlo. Si tratta di descrizioni di stati d’animo o situazioni che per me hanno o hanno avuto un significato molto importante.
18) Cosa utilizzi per scrivere i libri? La tastiera del computer, la penna, la macchina da scrivere? Come dicevo poco fa, uso il computer. Però gli appunti, le idee che scaturiscono all’improvviso e quasi sempre nei luoghi più scomodi, le “scarabocchio” su agendine o sui pezzi di carta che trovo a portata di mano… Stavo pensando ultimamente di acquistare uno di quei mini registratori portatili… come si vede in alcuni film… Credo siano molto comodi. 19) Come ti definiresti? E’ difficile definirsi da soli… ci provo: credo di essere soprattutto una persona seria (qui magari i miei amici si faranno una risata!...), riflessiva. Difficile che agisca con impulso. Ho grandi capacità di sopportazione, cerco spesso di trovare giustificazioni ai comportamenti non propriamente lineari delle persone che frequento e quindi sono portato a tollerare. Però, siccome accumulo, a volte “sbotto” e magari esagero nella reazione. Mi piace ascoltare le persone, almeno quelle che hanno qualcosa da dire, intendo qualcosa di importante, senza dare giudizi, cercando di capire a volte quando si tratta di un bisogno di sfogarsi oppure quando è una richiesta di aiuto. Penso di essere abbastanza equilibrato, misurato, forse troppo. A volte mi è stato rimproverato che non mi butto facilmente nelle situazioni, che non oso… Forse qui c’è da migliorare… 20) Quale consiglio ti senti di dare ai tuoi colleghi scrittori? Di credere in se stessi, innanzitutto. Se si è convinti di aver scritto qualcosa di valore bisogna andare avanti e tentarle tutte, soprattutto i concorsi, ce ne sono tanti (senza però intestardirsi troppo, sopravvalutandosi). Se invece si è caratterialmente insicuri e quindi si dubita anche di ciò che si scrive, secondo me è necessario far leggere i propri scritti a qualcuno di cui si ha fiducia e poi sottoporli a qualcuno che è del campo. A volte ci sono dei talenti che restano sconosciuti per semplice timidezza ed insicurezza.
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