V.S.GAUDIO
BRIDGET T. “La seduzione degli occhi. La più immediata,la più pura. Quella che lascia perdere le parole,solo gli sguardi si impegnano in una specie di duello,di stretta immediata, all’insaputa degli altri e del loro discorso:fascino discreto di un orgasmo immobile e silenzioso.(…)Tattilità degli sguardi in cui si riassume tutta la sostanza virtuale del corpo(del loro desiderio?)in un istante sottile(…)modello perfetto della vertigine della seduzione,e che nessuna voluttà carnale uguaglierà più in seguito”(Jean Baudrillard,Della seduzione ,trad.it. Bologna 1980).
1. Questa giovane donna londinese, studentessa all’Università di Cambridge, che festeggia il compleanno(il diciannovesimo) masturbandosi seduta in tribuna sulla linea d’arrivo della Henley Royal Regatta, è Bridget T. Sta godendo di una palata la cui cadenza è da 46 colpi al minuto,ma 46 colpi tutti a Washington-Stroke, il “colpo di Washington” che è dato da un atleta potente, che non si piega in avanti al momento dell’attacco, né completamente all’indietro alla fine della palata, anche se la spinta delle gambe deve essere molto forte e lo strappo del remo deve accelerare, durante la passata in acqua. In questa istantaneità artificiale in cui la si contempla seduta in tribuna, su questa faccia in cui una tigre bagnata sembra che carezzi il fallo più che morderlo, il poeta ha eiaculato, ed è venuto anche nel suo Thames stretto e in piena di tigre fanciulla, ed ora tiene il remo nella sua gora che lei ricomincia ad ammollare, rigodendo nell’ennesima race, in cui avrà pur vinto un equipaggio, ma è alla prossima gara che lei dedica attenzione e ai cui vigorosi attacchi si affida fremente per rigodere fino alla diciannovesima volta in cui l’instancabile poeta finisce con il levare il remo, per appoggiare il giglione allo scalmo, e accorgersi che non è nella scalmiera che è entrato ma nella carena della giovane tigre sdraiata supina su uno dei prati di Henley oltre il vecchio ponte di pietra grigia che lo potrebbe congiungere con la Hart Street. 2. C’è nel naso di Bridget T. l’anamorfosi del fallo, il farsi bagnare della tigre, basta poggiare sul naso da tigre un oggetto verticale, anche una penna, e vedere a destra il suo occhio che artiglia la libido di chi guarda e a sinistra l’altro occhio(il suo destro) che allarga, mantiene, to keep, il colpo dell’altro occhio, il Washington-Stroke, c’è questo che voga in faccia a Bridget: la tesa conservazione della cadenza di una libido da tigre, da 46 colpi, cioè il bioritmo fisico ripetuto, raddoppiato; se poi spostate la penna sulla pupilla di ogni occhio, ebbene vedrete il rettangolo che si costruisce con ognuno degli angoli della bocca, e in questo rettangolo c’è quel naso, il naso di una tigre che non è mai sazia della passata in acqua, e al lato della riga degli occhi o delle sopracciglia risponde la riga della bocca socchiusa, che sta per prendere, tocca, stroke, carezza,più che una lisciata è una carezza delle labbra, una “labbrata”, ma anche stroke, dà un colpo-morso, una carezza-pennellata, battuta secca del remo: colpo-artigliato; e mentre vedete questo
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il Thames passa, voga in quegli occhi, in quella bocca, sentite il remo che è il suo naso ed è la vostra libido che doppia la cadenza, fa 46 in uno sciabordare continuo di Thames e di stroke, una corsa immobile che stantuffa, to keep stroke, rintocco del tempo che ha la risonanza che ha nel giorno-stroke del bioritmo fisico,quando Bridget, come è accaduto in questa Henley Regatta dell’84, è nello stroke of 12, come se fosse alle 12 o alle 23 in punto in cui è questo che vuole 46 strokes al minuto in una cadenza in cui il punto del Mullar corra sulle acque del Thames come specchio del prato che è esplosione liquida sul suo viso, evidenza folgorante di quello che il vogare in cadenza da Washington-Stroke le sta facendo nel canale più heimlich e più thames del suo essere un oggetto irredento. Il rettangolo della Tigre di Henley ha questi angoli1: 1
L’occhio sinistro col sopracciglio ottunde il quasi angolo retto che l’occhio destro ha con il naso;ottusità della tigre che è tenuta tra le labbra,fremito del desiderio che ti bagna con il Thames dei suoi occhi,l’uno nella larghezza placida di una passata in acqua distesa e l’altro che sembra che sia l’occhio del Washington-Stroke che,durante questa interminabile passata in acqua,attacca dentro,e forte, con la rapida libido della Tigre che porta la cadenza a tutta forza in un serrate implosivo che è come se avesse 46 colpi al minuto ma non dati dal vogatore. E’ trigonometrico il punctum della Tigre, c’è una sorta di triangolo di posizione in cui, tra il seno o il coseno delle sopracciglia o della piega dell’occhio, il lato sinistro del naso e la tangente della bocca, c’è segnato nella sua esattezza trigonometrica l’angolo,il punctum T, questa Tigre del Thames,morbida,della morbidezza di una fanciulla che ha l’acqua del Thames nello sguardo in cui il poeta vogando spruzza la libido-Thames, quella che c’è,tutta verde-acqua sui prati di Henley on Thames. Punctum T che è tutto fotografato,sorpreso,preso nell’istantaneità artificiale di quel momento del 7-7-1984,triangolo di posizione che immobilizza la Tigre-fanciulla e il desiderio-Thames che la bagna; morbidamente teso il punctum T è come se raddoppiasse la felinità domestica che è nella regata, questa voluttà heimlich tra fiume e prato, tra acqua e terra, che si curva come l’acqua e si fa specchio del suo stesso lasciarsi andare. Nel Rettangolo di Bridget si può notare come il naso possa costituire, nel Rapportatore Equino, il Meridiano 0°-180°, ovvero è il centro della graduazione(vedi Figura 1). Il Triangolo di Bridget, questa sorta di “triangolo di posizione”(vedi Figura 2), mostra se la luce stia passando sopra o sotto l’orizzonte, e vi si può rinvenire la metafora geometrica,o astronomica, dell’altezza e dell’azimut, essendo noti gli elementi latitudine(del luogo in cui avviene la Henley Regatta) e declinazione(del Sole o della Luna, o di un altro astro, anche Marte, nel giorno dell’ “impatto fotografico” alla Henley Regatta): l’altezza del Sole, alla latitudine 51°31’ Nord, il 7 luglio 1984 è 15°12’, essendo la declinazione del Sole pari a 23°17’ Nord; la Luna,invece, è alta 120°29’, che è il “mezzopunto” che condensa il Sole e l’Ascendente del poeta(vedi Figura 3).
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l’occhio destro ha la luce del Sole all’ultimo quarto del giugno in cui il visionatore ha visto la tigre; l’occhio sinistro ha l’artiglio, il colpo-washington, della Luna nel segno della Tigre, a 90°; dall’altro lato, c’è l’angolo di Giove che mantiene e allarga la cadenza-stroke; Marte da una parte e la Luna Nera dall’altra fanno sciabordare sul Thames la corsa, la race, che è anche il canale di condotta, la gora,che, in un mulino, è appunto un canale coperto di tigre, di panthera tigris e che è questo naso che prende l’acqua degli occhi e in questa gora che è anche la macchia che resta per il liquido versato passa la traccia della pulsione della Tigre, che è, l’abbiamo già visto, quella del Mullar, questo “ammollamento” continuo, questo vogare a strokes-washington, a 46, lì nella gora, nel fossato, nel canale che serve a scopi diversi, anche a portare l’acqua da un fiume al proprio mulino, che è, allora, per questo, questo Mullar della Tigre che si è immobilizzato in faccia a Bridget T. questa palata che viene fatta nella sua gora, attacco, passata in acqua e levata in cui all’immersione verticale per circa 30 centimetri del primo tempo si sostituisce una immersione orizzontale lungo tutta la gora e poi si prosegue nel secondo tempo della passata con la carezza-stroke fino alla levata del terzo tempo in cui il remo, smettendo di vogare, facendo la palata, faccia colare l’acqua nella gora affinché poi riprendendo il nuovo attacco l’azione di voga connoti integralmente il senso del Mullar2, questo vogare all’Henley Regatta e questo mulinamento della pagaia tra le chiappe della giovane tigre. 3. La foto di quella immediatezza frattale, di cui non c’è né equazione né sommatoria in nessun altro luogo che in quell’Henley Regatta del 1984 del 7 luglio, ha la vertigine del momento perpetuo,in cui Bridget T., nella sua evidenza perfetta perché vista nel
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Per il Mullar, la “pietra da mulino” del godimento, vedi :V.S.Gaudio, Aurélia Myslimane Gurgur, Aurélia Steiner de Durrës, in : V.S.Gaudio, Aurélia Steiner 2, © 2005.
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dettaglio, lungo i suoi frammenti, la linea spezzata del suo essere Tigre del Thames, in questa forma segreta, che in quella luce e con quelle linee del 7 luglio 1984, interrompendo il mondo, o la Henley Regatta, impose la sua istantaneità artificiale, il suo spezzettamento, la sua discontinuità, fece implodere un ingrossamento del senso nell’attimo stesso in cui, colto dalla luce dell’obiettivo, il suo principio di deplezione mostrò l’universo da cui il soggetto si è ritirato. Baudrillard dice che la fotografia rende conto dello stato del mondo in nostra assenza3: questa assenza, piena di assolutezza anonima, colmatura insostenibile di un paradigma sentimentale, è in questa foto che dopo 20 anni, in cui il punto del Mullar si fece per Bridget virtù orale con quella tenerezza con cui teneva la libido del poeta tra le labbra, sottile acqua Thames che scorreva sul prato così lieve, dopo aver vogato per 2112 metri nel suo tenero e stretto fiume o aver immerso il remo, o averlo tenuto orizzontale nella sua gora, come se si andasse di bolina tra le chiappe di quella maiden londinese in modo che l’attacco,dopo la verticalizzazione dell’immersione,venga passato bagnato orizzontalmente; questa inumanità l’obiettivo fotografa, come se, per questo, questo essere-tigre, non si riflettesse, essendo selvaggiamente estranea a se stessa o è questo l’esotismo radicale dell’oggetto, questa curva del tempo, che è nel Thames ma è anche nella parte alta della Temptation, o in quello della Tigresse, o nel Tuesday, che è il giorno in cui l’anamorfosi della longitudine e della latitudine, in anticipo sul mercoledì che dà l’avvio alla Henley Reggata, che fa culminare il punto T, il naso della Tigre, nel visionatore, il poeta che, a tale ora, nel tal posto, sotto quella determinata luce, aveva goduto di Bridget T. alla Henley Regatta. L’inesorabilità di Bridget T. con cui irrompe nella vita del poeta, questa donna, questo volto potrebbe avere un segreto, o non averne per la mappa cognitiva del poeta; essendo la regata della seduzione, il segreto sa che la seduzione non è mai dove l’enunciato cancella l’artificio. Questa faccia è il luogo del desiderio, e della vertigine, dell’eclissi dell’apparizione e della sparizione: il luogo di chi ci sfugge, attraverso cui il poeta sfugge a se stesso. Cfr:Jean Baudrillard,L’esotismo radicale,in:J.B.,La trasparenza del male[1990],trad.it. Sugarco edizioni,Milano 1991: pag. 166. 3
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L’Henley Regatta è dunque il luogo di Bridget T. che sfugge al poeta, attraverso cui il poeta sfugge a se stesso: è là Bridget che è pervenuta all’incanto della Tigre4, grazie alla sua riproduzione fotografica questa sua banale esattezza la rende prossima al nulla dell’oggetto, che si è fatto grazie a un supplemento di artificio che il 7.7.1984, colto di sorpresa e fattosi cogliere perché è questo il suo essere-Tigre, diventare, nel mostrarlo, segreto a se stessa, è ora il marchio del suo segreto: per questo il poeta si è messo ugualmente sulle sue tracce, per cancellarle e farla sparire. 4. Bridget T. alla Henley Regatta in tribuna vuole essere fotografata perché non potendo conseguire il suo senso non vuole riflettersi: è lì che vuole essere colta direttamente, violentata lì per lì, illuminata nel dettaglio, nella sua qualità frattale di Tigre del Thames. Si sente che vuole essere fotografata, vuole divenire immagine per il poeta, non per durare, almeno quando è lì all’Henley Regatta il 7 luglio 1984, al contrario entra nell’obiettivo del fotografo per meglio sparire: gode della propria assenza, quel suo sguardo di fanciulla e di tigre, del Thames e dell’Henley Regatta, della riga e del meridiano, è da lei esorcizzato, da lì lei si è ritirata, come soggetto si è interrotta nella trama stessa dei dettagli che la fanno oggetto, in quelle linee, in quegli angoli, i punti e i triangoli della sua faccia, quella luce, la disseminazione delle “freekles” su una linea, una riga, una rigata del capriccio, ancora tra l’occhio del Thames e l’occhio della Tiger e il naso felino,meridiano della tenerezza stroke sulla bocca scalmiera, tutto in uno stroppo, un anello che assicura l’eretismo perpetuo della libido allo scalmo, il supporto di pelle, che è il suo piccolo viso dell’erezione,
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“Non c’è tempo della seduzione né tempo per la seduzione:essa ha il suo ritmo,senza il quale non ha luogo. Non si distribuisce secondo una strategia strumentale,che procede per fasi intermedie. Opera nello spazio di un istante, con un solo movimento, ed è sempre, per se stessa, la sua propria fine”:Jean Baudrillard,Della seduzione,trad .it, Cappelli,Bologna 1980:pag.112.
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lo scalmo(che è il supporto di ferro che regge il remo) è il suo piccolo viso, in cui i vestiboli tutti, dagli occhi al naso alla bocca, fanno uscire dal rettangolo lo stroppo che aggancia il fallo; in questa sospensione dell’esserci si spezzetta il senso della Henley Regatta e si ingrossa il senso di Bridget T., la sua istantaneità artificiale in questa immagine pura del suo esserci, “quella fotografica è la più pura delle immagini”5 perché nella foto il tempo non è simulato né il movimento, l’intensità proporzionale alla sua discontinuità e alla sua astrazione massimale, denega il reale perché come soggetto Bridget T. non ha peso, né rilievo, né profumo, né continuità, né senso, disincarnandosi ha il fascino che è il suo punctum-Tigre, medium della pura oggettualità, che, al momento culminante nella libido del visionatore, sarà così trasparente da formalizzare una seduzione sottilissima, che indurrà il poeta ad aggiungere di nuovo tutte le dimensioni costituzionali del suo esserci disincantato, a una a una, il rilievo, il movimento, l’emozione, il pathos, il Thames, l’Henley Regatta, il senso, il desiderio per renderla più reale, cioè più simulata. La paglietta,nella vertigine del dettaglio perpetuo, per come fa ombra sullo sguardo-Thames della tigre fanciulla, è the last straw, l’”ultima,l’estrema paglia”, ovvero è il colmo ; come dicono le londinesi, anche le giovani maidens che studiano a Cambridge,”That’s the last straw!”[“questo è il colmo”]: il colmo della riga dello sguardo, che corre sull’orizzontalità liquida della race, e quindi della gara, e della gora, un semplice straw hat che, nella vertigine del dettaglio, è la paglia che colma la misura, la paglia della libido che, laddove si corre sull’acqua, non può che essere goccia ma che qui, per il visionatore, fa traboccare il vaso. La paglietta del Thames, the straw of Thames, è il colmo, the last straw, la goccia che fa traboccare la libido. Un vero colpo da tigre del Tamigi, col Washington-Stroke di Bridget T., che, appunto, con la paglietta che fa T-square[la squadra a T]con il naso, fa “to a T” alla perfezione al tempo in cui lei è turned on[accesa sessualmente], al tempo in cui è twat o è tail per il tool nel time del poeta. 5
Jean Baudrillard,L’esotismo radicale,in.: J.B.,La trasparenza del male,trad.it.cit.:pag.168.
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5. Il senso ottuso nella foto di Bridget T. alla Henley Regatta è teso da una certa inquieta innocenza e da una sospensione del fare, che fanno passare l’emozione, inafferrabile e ostinata, in primo piano tanto che, in questa espressione di una evidenza così folgorante,il désir,che si rappresenta alla Le Brun “par les sourcils pressés et avancés sur les yeux qui seront plus ouverts qu’à l’ordinaire, la prunelle se trouvera située au milieu de l’oeil et pleine de feu, les narines plus serrées du cotés des yeux, la bouche est plus ouverte que dans la precedente action, les coins retirés en arriere, la langue peut paraître sur le bord des levres”6, sia lo specchio del punto della Tigre, per come appaia il passaggio dal linguaggio alla significanza per essere l’atto fondatore del fotografico. Che, come direbbe Barthes, è diverso dalla fotografia:come il filmico non può essere colto nel film “in situazione”,”in movimento”,”al naturale”,ma solamente in quell’artefatto maggiore che è il fotogramma7, cioè il fotografico si offre come il dentro della fotografia, come il “centro di gravità” di Ejzenstein, che è all’interno del frammento, negli elementi inclusi nel fotogramma. Il centro di gravità, o il fotografico, non fa staccare dall’immagine chi guarda: qualcosa che è smussato, ed è di troppo,liscio e inafferrabile, mi prende, come lo stesso désir che il personaggio contiene, inquieto e incerto,sospeso, indifferente alla storia e al senso ovvio, la Regatta, un significante di deplezione che è lì, è il fotografico di Bridget T. che attiva il senso ottuso e che,qui, mantiene il poeta-visionatore in uno stato di eretismo perpetuo: se potesse capire o rendere ovvio questo senso, il suo desiderio giungerebbe “fino a quello spasmo del significato, che, di solito, fa ricadere il soggetto voluttuosamente nella pace delle dominazioni”8. La sospensione dell’esserci in scena di Bridget T. marca il desiderio, il suo, con questo significante di deplezione che costituisce, riempie, il suo punctum T, che è vuoto, fa acqua, come il Thames, e che in questa deplezione fluviale è come i verbi polivalenti di tipo “fare” che, per l’ottativo del tempo, si realizza unicamente come farsi fare. Cosicché il significante di deplezione, o, se vogliamo, il punctum?,non si vuota, non arriva cioè a vuotarsi proprio perché, alla fase di diminuzione, segue, sempre e comunque, una fase di ingrossamento, come è giusto che sia in questo caso, se alla deplezione del fare, che è vuoto come vogare, bisogna contrapporre il significante di ingrossamento, che è pieno come i verbi monosemici o univoci, come, ad esempio, farsi fare o farsi vogare, o, meglio, farsi fare la palata.
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Charles Le Brun,Méthode pour apprendre à dessiner les passions,Amsterdam 1702,ristampa anastatica:Georg Olms Verlag,Hildesheim 1982: cfr. (16) e (36). 7 Roland Barthes,L’ovvio e l’ottuso,trad.it. Einaudi, Torino 1986:pag.59. 8 Roland Barthes,ibidem.
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Il primo piano del personaggio, per farsi seduzione del senso, non può porsi nell’ovvietà della raffigurazione, non può che essere fotografato, perché è questo che vuole, in una strutturazione che sembra che fugga dall’interno di modo che configuri un primo piano i cui falsi limiti moltiplichino il gioco permutativo del significante e che, nel contempo, con questa combinazione, obblighi il poeta a una lettura verticale,che sovverta l’ovvietà, l’ordine, della storia o della scena fotografata: un primo piano inedito, colto tra gli oltre 120 mila corpi della Regatta del sabato, che pone in evidenza il senso ottuso imponendosi come contro-storia, o contro-regata, che è quella del désir. Il godimento che Bridget T. si sta dando, se ha da essere immobilizzato nel suo essere contro-regata, ovvero corsa del désir, nei tre tempi della palata, potrà avere la bouche aussi plus ouverte que dans la precedente action di Le Brun, che, essendo l’amour simple,ha une bouche un peu entr’ouverte et les coins un peu plus élevés, avec le levres humides, parce que cette humidité peut être cause du vapeur qui s’élève du coeur9; così, nella mappa delle regioni del senso ottuso, abbiamo cette bouche aussi plus ouverte che avendo la contiguità della metonimia fa vedere come Bridget si stia sempre più aprendo alle immersioni della vogata. Il fotografico fronteggia l’obiettivo, e in questa resa esotica del biotipo londinese cui lo stesso Hitchcock riconosce una frontalità erotica vertiginosa, contiene la stupefazione, l’oscenità provocante del suo essere Thames, in tale misura che in un semplice primo piano il bagliore dell’istinto, quello “che manca alla razza mondana,scaltra, alla moda, introspettiva, al cospetto di se stessa e dunque senza segreto”10,è di una evidenza così folgorante che la sospensione affettiva del visionatore gli tiene la libido tesa tra il 1° grado(quello del fallo leggermente gonfio,l’eccitazione mondana) e il 4° grado,in cui il poeta ha in mano una pagaia così turgida e potente che sente di doverlo immergere nell’attacco dell’immersione verticale per poi passarlo in acqua e infine levarlo verso il punto T, quell’angolo ottuso della sfacciata abbagliante voglia con cui la tigre ti morde con gli occhi e ti guarda accarezzandoti con la bocca. 6. Sul fondo di una vasca da bagno senz’acqua Bridget T.,con la paglietta in testa, dirige il getto del “Water Pik” sul clitoride nudo. L’acqua pulsante la tiene deliziosamente sulla soglia dell’orgasmo:tra Maidenhead e Henley, è come se il Thames riempisse più volte il “Water Pik” e più volte deliziasse Bridget T. Mentre il poeta ritto ai piedi della vasca, con la verga in mano tutta lucida e vischiosa, sta per dirigere il getto del suo Pik verso la faccia di Bridget T.,per colpire il punto T, tra l’occhio sinistro, il naso e la bocca:il punto di Maidenhead,della capocchia della giovinezza sul Thames.
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Cfr.Charles Le Brun,op.cit.:L’amour simple(14),(15). Jean Baudrillard,L’esotismo radicale,in:J.B.,La trasparenza del male,trad.it.cit.:pag.165.
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Con questa faccia, questa testa e questo cappello, that head and that hat, non puoi che provenire da Maidenhead, da questa capocchia per giovinezza qui a Henley, sul prato per la femmina dell’uccello, per cui è la maidenhood che corre nel tempo della race, giovinezza del tuo sguardo di maidentiger, o giovinezza che cavalca la tigre,that ride the tiger, in questa palata tutta all’attacco e alla passata in acqua, senza un momento di ripresa che con la levata sospenda o faccia attendere il nuovo attacco. C’è “maidenhead” nel tuo occhio di tigre,l’imene, riflettendosi dalla chiusa di Boulter’s Lock superata per immergersi nel Thames con tutta la freschezza di Maidenhead, che hai tutta in faccia,faccia da capocchia della giovinezza che lungo i prati di Henley è bagnata dal Thames. 7. Il water pikar, per il “pikar” della piqûre e del piqueur francese ,il “pikar”come bardella dell’esserci è in Bridget T. il wathamespike11, questo pervenire all’incanto del suo essere oggetto inesorabile che si specchia nell’ajnos, in una profondità altamente artificiale,somatizzata per il bagliore dell’istinto,che,altrove, è il “bagliore didonico” questa pulsione irrefrenabile del “farsi bagnare”12. Il wathames-pike,con cui Bridget T. effettua l’incantesimo di Ajneas,bagliore dell’istinto del farsi bagnare, che è tutto nella macchia, nel bagliore acquatico,che,a ben guardare,è visibilissimo nell’occhio sinistro, da cui la morbida curva del tempo ottunde l’angolo T,tra occhio,naso,linea della gota e riga e coin della bocca. Qui, da Henley on Thames, il wathames-pike di Bridget T.,questo bagliore stupefatto,fa acqua e morde,artiglia inseparabile in se stessa e inaccessibile all’analisi;specchio di se stessa e sempre meno se stessa,sempre più artificiale in questa assolutezza anonima del paradigma sentimentale che viene duplicato continuamente come supplemento di artificio che la fa pervenire così all’incanto della Tigre, la Tigre del Thames: in questa vertigine e in questa eclissi, questa macchia-bagliore del suo occhio che si exinscrive come figura dell’Altro. Qui, da Henley on Thames, il désir ha voglia, curva questo bonheur che, per farvelo vedere, è dalla parte dello sguardo, non dalla parte dell’occhio, è ordinato nelle figure della rappresentazione, ed è vuoto come il significante di deplezione, che Bridget fa scivolare,passare,trasmettere, di scena in scena,se poi non è più lì in tribuna, o sull’argine del Thames, o alla finestra del Little White
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Per il Pikë,l’Heimlich articolato della clandestinità, vedi: V.S.Gaudio, Aurélia Myslimane Gurgur, Aurélia Steiner de Durrës, in : V.S.Gaudio, Aurélia Steiner 2, © 2005. 12 Per il bagliore didonico, questo “bagliore selvaggio stupefatto e impotente” di Dido, e per Ajneas, l’enigma, che si fa analemma per come il suo punto H , il suo Heimlich, fa pulsare l’ aeneus della seduzione, vedi : V.S.Gaudio, Aurélia Didou Rocher,Aurélia Steiner de Tunis, in : V.S.Gaudio, Aurélia Steiner 2, © 2005.
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Hart Hotel, sul fiume, o in treno da London13 che fa vedere com’è avida,begierig, di Lust, come ha voglia,Begierde, il suo désir, o di foto in foto se c’è una sequenza temporale o più scene raccolte dal fotografo14. Perché questa deplezione è specchio del punctum T, che altro non è che il Wathames-pike? Ma per essere sempre eliso, in questa specularità bagnata in cui si mimetizza fino a che compaia il segno distintivo della macchia,che,avendo una funzione “riconosciuta nella sua autonomia e identificata con quella dello sguardo,possiamo cercarne la linea,il filo,la traccia in tutti i piani della costituzione del mondo nel campo scopico”15,si va a collegare con quella del senso ottuso,o,meglio, del punctum,del pike perché segnò la preesistenza al visto di un dato-da-vedere 16come difatti, a ben vedere, è nello sguardo della Tigre che c’è la macchia, un bagliore del Thames,che prefissa la pulsione del farsi bagnare o altrimenti avrebbe potuto essere un oggetto singolare che,trovandosi in scena per caso, si costituisca come un qualcosa che ottunda o sfiori leggermente la linearità della scena, la compattezza della storia, la congruenza semantica del campo visivo. Dispersione, in ogni caso, come traccia del désir che,apparsa per caso nel mimetismo del desiderio, ha qualcosa del fantasma fallico,che,dimensione parziale nel campo dello sguardo,è,però,sempre,un fantasma anamorfico,che,come dice Lacan,non vedremo mai definirsi in una foto,che altro non è che una trappola da sguardo: difatti,la macchia non è che lo sguardo in quanto tale,nella sua funzione pulsatile,fluttuante,bagnata. Il désir,vedete bene dunque,ha con lo sguardo un rapporto complementare con la macchia, perché è “ciò che sfugge sempre alla presa di quella forma di visione che si soddisfa da sé immaginandosi come coscienza”17: si vede vedersi,che,non fatemelo dire,non è dal lato del significante di deplezione,che è à côté come fare,ma da quello del significante di ingrossamento, che è de son côté come farsi fare. Lo sguardo, in questa foto che vedo dopo 20 anni, perché si vede vedersi il godimento, è verso l’obiettivo che si sta ascoltando la musica, perché la jouissance è come ogni figura femminile di Hans Bellmer, in cui l’oggetto a, che è lo sguardo, è il fallo che,lì all’Henley Regatta, la sta riempiendo nella misura in cui il significante di deplezione del suo désir la sta simultaneamente vuotando. L’oggetto a,lo sguardo,è come una delle grandi dimensioni del segno, quella in cui può essere letto in sé come una totalità di significanze,come una essenza,o,meglio, come una assenza,poiché il segno, e perciò lo sguardo,l’oggetto a, designa ciò che non è là.
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O nel camposanto di St Mary the Virgin con la schiena appoggiata ad una lapide, durante l’angelus dl tè(il time out for tea). 14 Cfr.V.S.Gaudio,Il terzo senso fotografico. L’immagine seducente,©2003. 15 Jacques Lacan, Il seminario,Libro XI,I quattro concetti fondamentali della psicanalisi, trad.it. Einaudi,Torino 1979: pag.76. 16 Ibidem. 17 Jacques Lacan, ibidem.
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L’oggetto a,lo sguardo del fallo, è sempre indicato da questa macchia,che fa da freccia,che ritorna verso il soggetto perché è il suo farsi vedere e che, nella foto, per il contrappunto che sta suonando, si converte in farsi sentire,che,come dice Lacan, va sempre verso l’altro: la pulsione scopica commuta il “guardarsi nel suo membro sessuale”, che è sempre estraneo perciò è stupefatto lo sguardo, con l’ascoltare nel proprio sesso il contrappunto che quel membro, dell’estraneo, le sta suonando. Lo sguardo è il tragitto del desiderio che arriva a destinazione, quando dall’iniziale farsi vedere, si arriva a farsi bagnare dopo aver passato per il farsi sentire: che è, in Bridget T.,fatto di macchioline,efelidi della felide del Thames,che tracciano,rigano, il prato sotto l’occhio, impregnazione del suo désir incolmabile, rigatura o tigratura di un tragitto che rendendo inesorabile lo sguardo,sempre più tigrato,selvaggio di una crudeltà libidica assoluta, seduce per l’irredentismo folgorante dell’oggetto ajnico che Bridget T. è. L’artiglio di Tigre è un segno a forma di piccola linea curva tracciata sul petto, che il poeta ha sulla parte sinistra per un taglio che accidentalmente si fece fanciullo: questo graffio segna l’incantesimo del Wathames-pike che il poeta declinerà. Nell’ultima settimana luminosa dell’incantesimo, è l’ombelico la parte del corpo che, secondo il Kama Shastra,va colpito dolcemente con la mano aperta per poi,il giorno dopo,prendere,premere e battere le natiche e al 5° giorno strofinare con il lingam lo yoni di Bridget fino a chiudere il ciclo premendo e dando colpetti al ginocchio,al polpaccio,al piede,all’alluce fino al novilunio di luglio,in cui, al primo giorno,e sarà giornata di regata a Henley, sarà la testa di Bridget accarezzata con la punta delle dita e con la testa del fallo. Che il leone e la tigre svolgano nelle civiltà tropicali ed equatoriali quasi la stessa funzione del lampo,com’è convinzione di Gilbert Durand,è fuor di dubbio, ma come possa una londinese farsi cavalcatura di Durga,terribile,immensa e sfolgorante come il disco di Visnù,è possibile solo dedurlo dal fatto che i simboli teriomorfi appartengano al regime diurno dell’immaginario, quello che ha come schema verbale separare e distinguere e come categoria del gioco la spada,l’arma eroica annessa all’occhio del padre. La Tigre, o la Leonessa,per l’etimologia di leo connessa a slei,«sbranare« che si ritrova nello slizam, “fendere”, del vecchio tedesco,è questo animale terribile appartenente al cronos astrale:l’incanto del Wathames che avviene con Mercurio e Venere all’inizio del Leone,ascendente del Poeta,segno del sole che è,allo stesso tempo,leone e divorato dal Leone:”questo animale divorante il sole,questo sole divorante e tenebroso ci sembra essere parente stretto del Cronos greco,simbolo dell’instabilità del tempo distruttore”18. Questa oscura luce fa pensare al sole nero cinese Ho,che si connette al principio Yin,all’elemento notturno,femminile,umido e paradossalmente lunare:qui,tra la luce diurna della Tigre e l’oscura luce del Thames, il punctum T., colui che fa entrare e uscire,cioè il grande mutamento,il tempo,il tenebroso,che va attraversato con i tre tempi della palata:che,come disse la Ragazza Oscura(Fol.26/10 HNL,cfr.Fang-Pi-Shu)va azionata nella seconda posizione che si chiama il “Passo della Tigre”, in cui Bridget T. è a 18
Gilbert Durand,Le strutture antropologiche dell’immaginario,trad.it. Dedalo,Bari 1972:pag.79.
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quattro mani, col sedere sollevato e la testa con la paglietta chinata;il Poeta si inginocchia dietro di lei e la tiene per la vita;poi,introduce lo Stelo di Giada nel Punto Centrale;è importante che egli,come nell’Attacco,penetri verticalmente per 30 centimetri sino in fondo e che si muova con una rapida successione dei movimenti,alternando 5 colpi superficiali con 8 colpi profondi,doppiando per ottenere la cadenza dei 26 colpi:il giusto ritmo si stabilirà da sé in tanto che la vagina di Bridget T. si contrarrà e si distenderà alternativamente e quando avrà abbondanti secrezioni si aumenterà il numero delle palate per il serrate dei 46 colpi nella passata nell’acqua di T. Dopo ogni gruppo di movimenti inerenti ai due tempi, nel terzo tempo si effettuerà la levata sbattendo ogni volta il remo nella gora per almeno 23 volte. Quindi,la ripresa,essendo la levata in gora il nuovo attacco alla Tigre. Per il maestro Tung-hSüan questa è la posizione della “Tigre Bianca che salta”. 8. Bridget T. è allineata sulla linea di partenza: la distanza di gara che normalmente nel canottaggio dei 2000 metri è coperta in generale,a seconda delle imbarcazioni e delle circostanze, in un tempo che oscilla tra i 6 e gli 8 minuti. E’ questo lo spazio di tempo in cui la libido dell’osservatore compie un grandissimo dispendio di energie per guardare,dandosi godimento,la faccia di Bridget T. con una cadenza dei colpi del désir che fanno della vogata la jouissance per il bonheur. Dall’attacco,alla passata in acqua,alla levata,la ripresa tra la levata e il nuovo attacco e quindi ancora la passata con la cadenza che da 26 colpi si serra fino a 46, cercando di immergersi,passare,levare,facendo spalare il remo nella regione del punctum T.,tra occhio,macchie,linea delle efelidi,naso della tigre,bocca-scalmiera in cui s’appoggia il remo senza alcun fissaggio,fino ai 6 minuti,tempo minimo,in cui con 276 colpi a ritmo serrato se non vertiginoso,quando l’osservatore viene,arriva e spalando-alzando il remo dall’acqua-taglia la linea dell’arrivo, spalando il remo sulla riga di macchioline, i freaks o le frenches, o sulla riga del naso a T della Tigre, o sulla linea che socchiude la bocca di T., o sulla riga fluviale degli occhi spalando la macchia o sulla riga delle sopracciglia appena sotto la riga della paglia. Certe gare a cadenza normale,con un ritmo di vogata a 26 colpi, con una battuta del remo sull’acqua prolungata al massimo della distensione del carrello,che tra la passata in acqua e la ripresa si muove a rilento, si danno un tempo da almeno 8 minuti, in cui bastano 208 colpi per raggiungere il traguardo se non solo 160 se il vogatore rema di punta e il capovoga temporale del désir non dà all’equipaggio nessun ritmo di voga programmato,l’ordine pe rafforzare il passaggio in acqua. Ma, questo è sicuro, una volta sulla linea di partenza a visionare l’acqua, il Thames, di Bridget T. l’azione di voga parte istantaneamente: il remo, anche senza che il manico venga impugnato dal vogatore,attacca e crea la spinta della barca.
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A seconda della rotta del désir in quel momento, si articolano i tempi della palata. Ci sono giornate in cui a furia di WashingtonStroke la passata in acqua è uno sciabordare tigrato del Thames e del Bonheur che sbrana i tempi e il ritmo della vogata,tanto che la rotta non è mantenuta e la spalata è fatta anzitempo. 9. Bridget potrebbe avere anche i nomi sadiani di Juliette,Olympe e Clairwil,quelle alle prese con dieci pescatori di Baïes,sempre che per ognuno se ne definisca una denotazione più inglese,tipo Julie o Juliet,Olympia e Claire,se non proprio Clairwil(= “Clarewill”,per quel modale che postulerebbe il valore diffuso,lo spargimento del “voler essere chiara”,promessa di luce e acqua chiara,fantasma semplice del desiderio o segno dell’inevitabilità di un tratto affettivo),tanto da avere per la nostra figura Julie T.,Olympia T. e Claire o Clairwill T. Dice Barthes, a proposito del godimento da ripartire in una sproporzione numerale così evidente, che con la catalisi si può “catturare il corpo erotico occupando simultaneamente i capoluoghi del piacere(la bocca,il sesso,l’ano);ogni soggetto è ricolmato tre volte(nel duplice senso della parola)e in tal modo ognuno dei nove partner trova il proprio impiego erotico”19. La saturazione di tutta l’estensione del corpo,il principio dell’erotica sadiana,è anche il principio sollecitato dal Wathames-pike di Bridget T.,che come frase è anch’essa da catalizzare riempiendo tutti i luoghi primari del corpo di espansioni,incisi,subordinate,determinanti. Questa saturazione, che può essere operata in fantasia dall’armo di un “otto” o da due “Quattro con timoniere” o da tre “Due con timoniere” e un singolo,da 5 vogatori in “Doppio” o 10 singoli o 4 in “Doppio” e 2 singoli,ecc., è in effetti la vogata che,lo sappiamo,non chiude mai il corpo amoroso né termina la catalisi voluttuosa o esaurisce la combinatoria delle unità:”resta sempre un supplemento di richiesta,di desiderio,che si tenta illusoriamente di estinguere,sia ripetendo o permutando le figure(contabilità dei “colpi”),sia coronando l’operazione combinatoria(…)con un senso estatico di continuità,di copertura,di perfusione”20. La passata della catalisi somatica non arriva mai a saturare la totalità corporale e psichica, la precessione di tutte le determinazioni venute da un altrove, da una estraneità così “wathames”,è possibile exinscriverla non con l’ inondazione sadiana ma con la vogazione della Maiden T.: solo così si ottiene allora una mutazione del corpo, e da questo nuovo corpo,gli altri corpi,Julie,Olympia,Claire,”pesano” e “aderiscono”.
19 20
Roland Barthes,L’inondazione, in :Sade II: vedi: R.B.,Sade,Fourier,Loyola,trad.it.Einadi,Torino 1977:pagg.116-117. Ibidem.
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L’ultimo stato erotico è vogare:nella gora,nelle delizie del conno,in bocca,sugli occhi,nel “territorio” dell’angolo T in faccia,nel seno profondo della lussuria,che è bagnata e ha il fraseggiato dello sperma. Tutta questa combinatoria erotica delle gare, in queste corse multiple e disarticolate della Regatta, è questo che chiama: rafforzare il passaggio in acqua,to intensify the passage-rub in Thames. Bridget T.che,per ognuno dei capoluoghi del piacere,sarà Juliet,Olympia e Clairwill,sarà ricolmata tre volte,perché tre sono i tempi della vogata,si potrà procedere con l’attacco,immergendo il remo nell’acqua di Olympia, si farà il secondo tempo della palata facendo la passata umida tra la …. e poi dando il Washington-stroke in Clairwill o Juliet,e infine levando il remo lo si farà sgocciolare del Thames di Olympia in faccia e in bocca a Juliet,che,oltretutto,per come ti guarda in questa chiarezza di July,la tigre ti accarezza il Bonheur e ti liscia Joy:the tiger stroke Joy e Joy stroke the tiger. I tre tempi della vogata questa chiarezza erotica saturano:il nome proprio della Tigre è moltiplicato,perché non si tratta di cavalcarla la tigre,to ride the tiger,ma di to stroke the tiger,”fare la corsa(dello stantuffo) con la tigre”, ovvero accarezzare,lisciare la tigre,ovvero dare un colpo alla tigre,perché il significante sovrano del nome bagna il tempo,il tale,the thames of sun of July,lo schema verbale è to scull,vogare,che è speculare a to impale,impalare,fare la palata. Ma l’imbarcazione è Bridget T. quella che a Henley on Thames ha la libido in carena,carenata,e te lo fa vedere con gli occhi e la bocca nel rettangolo T. 10. Se il visionatore guarda bene il “farsi vedere” di Bridget T.,osserva che in verità sta per “farsi sentire”,tanto che il visionatore vedrà il suo “farsi sentire”;nel paradigma sentimentale c’è sempre come un doppio che corre lungo la linea dell’ombra,ed è questa affettività profonda che viene ostesa,esibita con assoluta naturalezza: è l’organicità anonima,che,essendo “un gioco di forze oggettive,non un gioco di passioni soggettive”,come dice Ruffini21,non è mai triste,né strano,non ha segni di chiusura o di lentezza. L’amabilità,la sobria cortesia,una dolcezza concentrata,una toccante tenerezza:il paradigma sentimentale proietta una sorta di emotività specializzata, un sentimento di sé che si riflette come un taglio,un graffio,affettivo durevole. L’espressione,l’ostensione è introversa;nell’economia e nel dispositivo della scena,che è pubblica,la posa è contenuta e sobria,leggermente inclinata,un tracciato molto concentrato da sentimentale largo che curva questo sentimento di sé,introverte la sensazione per far sì che il visionatore se ne senta graffiato.
21
Cfr:Franco Ruffini,Teatro e Boxe,il Mulino,Bologna 1994:in particolare il capitolo sesto da pag.89.
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L’assolutezza anonima,come attrazione, ha dunque una base emotiva,nasce dalla combinazione dei fattori Emotività/non-Attività e,costituendosi come “vulnerabilità”,cioè come l’eccitabilità del nervoso ma con in più qualcosa che sembra perturbare e sorprendere costantemente il “sentimento di sé”,sviluppa,all’interno del paradigma, una retorica somatica dell’affettività. Come abbiamo rilevato per Body Page,la bellezza,quando ha il doppio, o un senso ottuso,ha dei valori sentimentali evidenti:dall’aspetto impulsivo a quello violento,dall’eccitabile al selvatico,dal solitario al chiuso,dall’artificioso al meditativo,dall’indeciso all’arbitrario,dal malinconico allo scontento22. Una affettività nascosta che,vista in faccia e per come ti guarda, ti artiglia la libido,la graffia. Tanto che diviene intensità affettiva,che, per i parametri della caratterologia,trattandosi del paradigma sentimentale, ha sempre un significante dovuto al doppio nervoso: il senso ottuso,così, è questo significante che voga tra emotività primaria e sensualità secondaria, cosicché ha qualcosa del “palpito violento ma che carezza”,dell’”ardore morboso ma che liscia”, dell’”emozione incontenibile ma che è tenera”, della “passione tempestosa ma romantica”, della “sensazione volgare ma delicata”. Doppio che ha una scostumata compostezza,una eccitazione profonda,una pensierosa voluttà,una accorta provocazione,una voglia contenuta. Questo vuoto dell’heimlich entra nel quadro-finestra della piramide visiva del visionatore, in questo angolo di 45° che articola spazio psicofisiologico,spazio vissuto e spazio matematico:la sua ragione somatica,e perciò psicofisiologica,vissuta e matematica, è tutta nella faccia di Bridget T. e correla tutta una retorica che il poeta-visionatore reinveste in forma simbolica come objectum con altre figure retoriche. La seduzione del senso ottuso ha sempre una doppia misura:un angolo ottuso,d’altronde, è sempre più grande di uno retto;la seduzione del senso ottuso ha una sorta di doppio fallo:uno,implosivo e puro,dritto;l’altro,esplosivo,graffiante non perpendicolare e visibile. Per questo funziona a sineddoche la seduzione del senso,mentre la seduzione del senso ottuso funziona a metonimia,perché il punctum del personaggio,che è il punctum T., ha sempre un doppio fallo o,meglio,uno ce l’ha o l’ha usato e l’altro lo vuole accanto a quello usato oppure lo userà,in faccia nel rettangolo T. se il naso è verticale e perpendicolare dritto,l’occhio è orizzontale ma di taglio. Così se la seduzione del senso quando si esprime,essendo colta come punctum, è,perciò, nella retorica della sineddoche ed è il naso da Tigre;il desiderio del personaggio,cioè di Bridget T.,che,per questo punctum,tanto desta il senso ottuso,è,perciò,nella retorica della metonimia,che si pone sull’asse della T ed è l’occhio della Tigre o la riga delle sopracciglia o lo spargersi delle freekles,che,per quanto visto come macchia, hanno sempre un rapporto quasi anamorfico con freak,che,come schema verbale,ti fa “andare fuori di testa” ma come sostantivo nello slang ha il paradigma di una libido a potenzialità elevata di serrate,che,essendo la nostra eroina una tigre,non ci si potrà meravigliare nel leggere in questa metonimia la sua potenzialità “ninfomane”. 22
Cfr.V.S.Gaudio,Body Page,© 2002.
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Come in Sade c’è in questo un po’ della pratica della violenza metonimica,che,appunto,doppia il paradigma giustapponendo “per uno stesso sintagma frammenti eterogenei,appartenenti a sfere di linguaggio ordinariamente separate dal tabù socio-morale”23:il sodomizzare la propria istitutrice(esempio di questo procedimento sadiano) è speculare alle freekles disseminate come senso del freak(metonimia fisiognomica di Bridget T.).
Figura retorica Seduzione
Sineddoche Metonimia Seduzione del senso Seduzione del senso ottuso Significante fisiognomico Naso della Tigre Occhio della Tigre Riga sopracciglia Freekles 11. L’angolo esterno tra il sopracciglio sinistro e il coin della palpebra superiore e inferiore è visibile come lo Zahir24:è l’angolo ottuso, come se fosse la carezza estesa della palpebra,questa carne del palpare,che ha la stessa etimologia di palpebra e quindi di pălpere,questa carne che ottunde la lusinga,palpebra del desiderio,che accarezza,studium palpator,battito di carne immobile,palpito,guizzo della libido,”ossimoro” di genere:palpebra-palpamen,dal femminile di “palpebra” all’azione neutra della “carezza”,palpamen se non “palpamentum”,per come figurativizza lusinghe e blandisce,esca della luce,della carne e dell’acqua,di cui è specchio,per la macchia liquida,macula fluente che macula l’iride,arcus maculato o arcus lustralis tigris. Palpebra-palpamen,dunque, come punctum di questa libido tigris,un po’ come la densità di kurden ma piuttosto come il “gonfiore dello stretto arco di carne tra la cresta delle sopracciglia e la palpebra superiore”25,traccia del turgore della libido,il rigonfiamento dell’esotismo di Faunia Farley,il personaggio di Philip Roth de La macchia umana che,come ogni vera donna,in un contesto 23
Roland Barthes,Sade I,in:R.B.,Sade,Fourier,Loyola,trad.it.cit.:pag.22. Cfr.l’”inquietante oscurità nella dura piattezza del suo sguardo” di Faunia Farley,in :Philip Roth,La macchi umana,trad.it.Einaudi Tascabili, Torino 2004:pag.55. Vedi anche la nota 10 in : V.S.Gaudio, Aurélia Steiner de la Piedra,Aurélia Steiner de Buenos Aires,in : V.S.Gaudio,Aurèlia Steiner,La langue toquade, © 2004: “Lo Zahir è come l’Unheimlich,la Tigre, l’apparizione, il simulacro, l’immagine, la densità estetica di Milan Kundera.(…)Lo Zahir è il Mana,”fortissimo”, l’Orenda, “terribile”,”potente”, è Manitu, Mulungu, Ajnos,che è “terribilmente”,”molto”, “assai”, Bonheur, il Vakanda dei Sioux, il grande spirito, il Brahman, l’”indicibile”, il “sorprendente”, das Schaudern, il “brivido di meraviglia” di Goethe, la divinità momentanea di Cassirer”. 25 Philip Roth,ibidem. 24
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delimitato,sente,percepisce la “forza del cazzo”26;non a caso chiamata “faunia” avendo questa “libido tigris”,questo bagliore dell’istinto somatizzato proprio nella regione solare del senso ottuso. Ma se in Faunia il punctum-palpebra va codificato in interazione con le labbra sottili e un naso diritto per darle la potenza insostenibile della libido, in Bridget il punctum-palpebra deve essere visto in relazione alla diagonale che,dall’occhio,dalla macchia dell’occhio e dal turgore delle palpebre,finendo alla piega,al coin destro,della bocca,taglia,segna,bagna il naso,la bouche entrouverte che rende il tratto sottonasale specchio della “tigratura” che lampeggia dall’occhio. La bellezza dei nomi naturali è che hanno sempre un significato segreto che,una volta illuminato anche parzialmente,un bagliore o un battito di ciglia,li innalza alla rettitudine dei soprannomi:se per la “Clairwil” di Sade,Barthes vede “il chiaro volere della libertina più intrattabile” enunciarsi attraverso la vocale più acuta, per Faunia il turgor tigris è segno inequivocabile della sua libido implacabile e indecente,tanto che per Bridget T. il palpebra-palpamentum è il segno sovrano di un ponte che connette tutto il paradigma estremo di questa libido ad elevata effervescenza di testa27,questo arcus lustralis,questo ponte che macula e sprizza,condensazione dell’acqua e dell’occhio,del farsi vedere e del farsi vogare,immobilizzazione della passata in acqua: T. è Thames, T. è Tuesday, T. è ⓣ la parte araba della temptation, e T.è la Tiger, la Temptress,the tempter,la seduttrice,il tentatore,T. è turned on, twisted,twat,tail,tool e Bridget T. è dotata di ponte per Tool,il cazzo, T. è tochis,tokkis,tuchis,tokus,tactus,T. è toolshed, T. è la tenerezza tattile,l’artiglio-carezza del conno-thames,T. è la Tigre del Thames. Bridget T. è,nella rettitudine dei soprannomi e la bellezza dei nomi,il ponte della Tigre del Tamigi, è l’immagine somatica di questa Tigre sul ponte di Henley in quel mezzogiorno del 7 luglio 1984. Inesorabile oggetto,che rende il momento della libido alla vertigine dell’esserci,precessione di quelle determinazioni venute da un altrove, a Henley nell’84 il 7 luglio,indecifrabile e inesorabile,nella sua istantaneità artificiale che detiene in un solo istante tutto ciò che non mi sarà mai dato di sapere,luogo e momento del mio segreto,luogo che mi sfugge attraverso cui io vogando sfuggo a me stesso. Bridget T. è questa Tigre del Tamigi che fa da ponte tra l’artificio della sua apparizione e la mia libido che trascende longitudine e latitudine. Una tigre pathamica più che patagonistica come vorrebbe Baudrillard,la tigre della patafisica on Thames.
26 27
Philip Roth,trad.cit.:pag.34-35. Cfr:Roland Barthes,Il desiderio di testa,in:R.B.,Sade II,trad.it.cit.:pag.157.
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Figura 1.Il Rettangolo di Bridget
Figura 2.Il punctum di
Bridget
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Figura 3.L’Altezza del Sole e l’Altezza della Luna
Figura 4.Il
punctum T
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ottobre 2014
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La photo originale è di Beppe Briguglio © 1984
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