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In questo editoriale vogliamo dire grazie. Grazie a tutti quelli che ci hanno sostenuto in questo nostri ultimi, importanti, passi. E' vero, di strada ne abbiamo fatti tanta, in questi anni. Uno metro dopo l'alto. Ricordarla tutta sarebbe noiosissimo e forse ci vorrebbe più di un numero intero. L'ultimo passo, o gli ultimi due, ci hanno portato a farne uno abbastanza lungo. Siamo stati lì, sull'uscio, a dondolarci un po' alle correnti. Indecisi se farlo o meno. A cullarci nell'indecisione. La paura è sempre di farlo più lungo della gamba. Poi un bel respiro ed eccoci qui. Da una parte il restyling sul web e la creazione di una piattaforma multi-canale (moda-musica-arte e design- green projects), dall'altra la trasformazione radicale del magazine cartaceo. Da un giornaletto, (poco più di un opuscolo) a una rivista vera e propria. I contenuti non sono mai mancanti, è vero, ma ora gli abbiamo dato una dignità diversa, con una nuova veste e progetto grafico. Non neghiamo che la questione centrale è sempre stata legata ai costi. Puoi fare anche un giornale con la copertina d'oro. Ma riuscirai a coprirne il prezzo di stampa? Grazie dunque a tutti quelli che ci hanno spinto a fare questo salto. Ci sentiamo già ripagati: dalla soddisfazione degli inserzionisti storici e di quelli che, trascinati dalla nostra voglia, hanno deciso di unirsi al nostro cammino. Ma, in fin dei conti,quello che per ora ci ha ripagato più di ogni sforzo, è vedere il nostro prodotto assumere una veste veramente consona al lavoro che facciamo ogni giorno. E' questa la piccola lezione che abbiamo imparato e il passa parola che vogliamo tramandare oggi. In tempi di crisi, la qualità paga. Pensiamo che non sia nel nostro dna di italiani la corsa al ribasso, la gara all'osso. Se il passo non è veramente più lungo della gamba, abbiamo scoperto che c'è gente pronta a leggere e capire i vostri sforzi e a premiarvi. Mettetevi in gioco se potete. E' di questi tempi che tirare indietro la mano è peggio che mai. E' il momento di fare uscire tutta la qualità di cui siete capaci, tutto il meglio di voi. Provateci e, soprattutto, non dimenticate di trovare il modo migliore di comunicarlo agli altri. Marco Bianchi
WAIT! Trimestrale illustrato a distribuzione gratuita Direttore Responsabile: Maurizio Scorbati Direttore Editoriale: Marco Bianchi, marco@bella.li Caporedattore: Annalisa Varesi, annalisa.varesi@gmail.com Redazione: Pierpaolo Bironi, Iucu, Manuela Pizzichi, Marco Goi, Enrico Mauro, Giovanni Fossati, Luca Ceccarelli Marketing: Pierpaolo Bironi, pier.bironi@hotmail.it LA COPERTINA E’ REALIZZATA DA MAX PAPESCHI Aut. del Tribunale di Pavia n° 593 del 22/04/03 Editore: Wait Media srl - Pavia - 0382.538814. P.IVA 02418380180 Stampa: Pinelli Printing srl-Via Fermi 8-20096 Seggiano di Pioltello (MI) Nessuna parte di questo periodico può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dei proprietari. La direzione non si assume alcuna responsabilità per marchi, foto e slogan usati dagli inserzionisti, ne per cambiamenti di date, luoghi e orari degli eventi segnalati. Wait! è un marchio registrato
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The App World Di Pierpaolo Bironi
SCANNER PRO - APPLE STORE, $5.99 Scanner Pro è un’app lavorativa di tutto rispetto. Costa 5,99 dollari e permette di fare la scansione di documenti multi pagina, biglietti da visita, scritte su lavagne, note, ricette e altro. Arrivata al primo posto come app lavorativa negli USA, in Italia, in Australia e in molti altri paesi, Scanner Pro è semplicissima da usare e permette l’implementazione con Google Docs, il che la rende ancor più utile e professionale. In qualsiasi momento potrete scansionare e conservare i dati più importanti senza aver bisogno di correre in ufficio. Ovviamente i documenti verranno salvati in PDF, ma la cosa geniale è che per limitarne le dimensioni è possibile convertire la scansione in bianco e nero.
AUGMENTED GEO TRAVEL - APPLE STORE €1.59 L’applicazione perfetta per chi viaggia e ama viaggiare. Il costo è di 1,59 euro. Grazie alla “realtà aumentata” Augmented Geo Travel permette di visitare virtualmente le più note città turistiche del mondo: itinerari, punti di interesse, musei, ecc, nessuna città avrà più segreti. Il programma ha anche diverse funzionalità offline come guide ai negozi, ristoranti, alberghi. La cosa davvero interessante è che si possono impostare i propri itinerari e programmi di viaggio tranquillamente da casa e poi richiamarli una volta a destinazione senza il bisogno di una connessione internet. Addio vecchie guide cartacee! Da avere assolutamente. SKYFIRE BROWSER - APPLE STORE €2.39 Finalmente Flash. Ecco un browser per Iphone studiato per una navigazione completa anche di pagine web create in Flash. Il costo è 2,39 euro. Sono oltre 200.000 i siti supportati e la lista è in continua espansione. Skyfire vi permette anche grazie ad una particolare tecnologia utilizzata per lo streaming di risparmiare banda e quindi di risparmiare dati in download. Questo vi consentirà di non eccedere dal vostro piano tariffario. Come browser vi permette di aprire più schede contemporaneamente e vi dà tutte le funzionalità di base di tutti gli altri browser per Iphone in commercio.
WORMS - APPLE STORE €2.99 Se non sapete che fare e volete impegnare il tempo, una app adatta a questo scopo a soli 2.99 euro è Worms. Questo gioco è in tutto e per tutto identico a quello famosissimo per pc. In pratica dovrete assumere il controllo di una squadra di vermetti dai nomi più incredibili e personalizzabili e sconfiggere gli avversari a suon di colpi proibiti con le armi più impensate. La cosa divertente è che lo scenario di gioco è in continua evoluzione anche perché potrete distruggere anche quello. I vostri lanci di granata o di missili inoltre saranno influenzati dal vento che in quel momento è attivo nella schermata di gioco. Nella nuova versione giocabile anche via Bluetooth.
WORDPRESS - APPLE STORE FREE Un’applicazione davvero interessante per chi è un patito di blogging. Wordpress è una delle piattaforme più comuni per la creazione e l’amministrazione di blog amatoriali e professionali. Con Wordpress per Iphone potrete gestire il vostro blog, moderarne i commenti, fare nuovi post, potrete aggiungere video e immagini, insomma potrete gestire il vostro blog anche in viaggio ovunque vi troviate. L’unica regola è possedere un Iphone, avere una connessione internet e avere installata questa App davvero utile. E gratuita.
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PANDORA - ANDROID FREE Pandora è una App gratuita scaricabile per Android. Potrete ascoltare musica in streaming da ogni radio del pianeta direttamente dal vostro Smartphone. L’applicazione visualizzerà il brano che state ascoltando, il titolo dell’autore e l’album. Potrete creare inoltre le playlist delle vostre radio preferite e ascoltarle con un semplice tocco di dito. Decisamente una delle migliori applicazioni del genere per Android. Il fatto che sia gratis è un incentivo in più che vi deve assolutamente convincere a scaricarla.
KINDLE BOOKS - ANDROID $9.99 Questa App a 5 stelle vi permetterà di leggere ogni Ebook distribuito su Amazon. Ottimizzata per Android l’App e vi darà accesso a una libreria di circa 900000 titoli. Potrete leggere anche quasi tutti i giornali più importanti del globo. A soli 9.99 dollari potrete poi scaricare la collezione Bst Sellers New York Times. Eccezionale e semplicissima da usare. Vi basterà semplicemente scaricare il vostro Ebook e aprire Kindle. Il gioco è fatto. Ovunque vi troviate avrete la possibilità di leggere il vostro libro preferito senza avere bisogno di portarlo con voi. In vacanza potrete addirittura portarvi un’intera libreria!
SOUND HOUND - ANDROID Anche Android ha il suo Shazam. Si chiama Sound Hound ed è gratuito. Questo programmino vi permetterà di riconoscere la musica e vi fornirà i dati della canzone che state ascoltando ma del quale non sapete assolutamente nulla. Autore, titolo dell’album e nome della traccia. A diffrenza di programmi concorrenti non avrete limitazioni nei tag. Potrete riconoscere ogni canzone voi ascoltiate e tenere il tag in memoria. Il database è veramente sterminato e difficilmente fallisce un riconoscimento. Ovviamente vi servirà una connessione per poterlo utilizzare. Il tag avviene anche in modo abbastanza veloce. E’ stata App of the Year nel 2010.
DROPBOX - ANDROID FREE Se avete molti file da gestire in vostro aiuto arriverà Dropbox. App gratuita per Android. Questo programma vi permetterà di catalogare e gestire ogni tipo di file funzionando sia online che offline. Potrete inoltre salvare una copia di tutto sul vostro pc. Potrete ascoltare musica, leggere dati e molto altro ancora. Una delle migliori App di gestione fornita da Android. Per chi lavora e gestisce molti file è indispensabile. Per gli altri lo potrebbe diventare. Avere tutto ordinato all’interno del vostro sistema non ha prezzo, Dropbox è gratis! .
WAPEDIA - ANDROID FREE Siete amanti di Wikipedia? Non potete fare a meno di ricercare notizie su fatti persone o cose non appena avete una connessione tra le mani? Questa Android App gratuita vi permetterà di poter visualizzare tutti i contenuti della originale Wikipedia in qualsiasi momento. Dovrete avere una connessione internet, avviare il programma e il gioco è fatto. Il caricamento degli articoli è veloce e ottimizzato per poter essere visto su qualsiasi smartphone. Le foto verranno automaticamente ridimensionate, le sezioni degli articoli saranno a scorrimento. La visualizzazione è velocissima e i tempi di caricamento sono irrisori anche per reti 2G. Applicazione davvero notevole e utile.
GOOGLE EARTH - ANDROID FREE Il mondo tutto nel vostro Smartphone. Il noto programma di Google ottimizzato per Android è gratuito e vi permetterà in presenza di una connessione internet di fare un giretto per il mondo in 3D. Ogni mappa e luogo è a portata di tocco. Itinerari, panorami, centri di città trafficatissime tutto è visualizzabile. Inserite un luogo da ricercare e Google Earth lo troverà e ve lo porterà direttamente in soggiorno. Ogni curiosità visiva potrà essere soddisfatta. Le mappe sono aggiornate periodicamente, i sogni che farete guardando certi posti non hanno prezzo.
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Electrolux Design Lab
Electrolux Design Lab, dal 2003 ad oggi, si è imposto come un appuntamento irrinunciabile per tutti gli amanti della tecnologia e del design: una vetrina per i giovani talenti di tutto il mondo e un’occasione di dare una sbirciata a quello che ci aspetta, con un occhio privilegiato per la tecnologia green. Perchè il futuro è verde... Di Annalisa Varesi
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“HYDROSPHERE” BY KLEBER PUCHASKI, JORGE SANTOS
“LE PETIT PRINCE” BY MARTIN MIKLICA, VUT BRNO
“Hydrosphere” è un sistema per la crescita delle piante basato sulla tecnologia idroponica (direttamente nell'acqua arricchita di minerali, senza terra). La forma sferica trasparente permette al consumatore di coltivare piante, erbe e ortaggi direttamente nella propria cucina.I quarantadue centimetri di diametro garantiscono lo spazio necessario a crearsi un vero piccolo orto in casa. Hydrosphere è inoltre un pezzo tecnologico che si “autosostiene”: l’energia è garantita da un pannello solare che alimenta la lampadina e la pompa aria/acqua. La lampada centrale imposta automaticamente la temperatura giusta e i livelli di luce necessari per una cresciata rigogliosa.
Ricordate Eve, il robot “fidanzata” di Wall-E, nell’omonimo famoso movie Disney-Pixar? La sua missione era quella di cercare piante in vita e una volta trovate proteggerle. “Le Petit Prince” ha una missione simile, tranne che ha già una pianta dentro di se e la sua missione è tenerla in vita. E’ una piccola serra robotica pensata per facilitare la colonizzazione vegetale di Marte in vista di una futura colonizzazione. Il robot si prende cura di una pianta posta all’interno di una campana di vetro ossigenata e puo spostarsi alla ricerca di un luogo con condizioni climatiche adatte alla crescita. Una volta trovato Le Petit Prince mette in contatto la pianta con il suolo e le fonti nutritive. Ma non solo, il robot è programmato per inviare ad altri robot le informazioni raccolte mediante un collegamento wireless, consentendo così di condividere conoscenze e garantendo una rete di monitoraggio costante per tutte le piante.
“BIO ROBOT REFRIGERATOR” BY YURIY DMITRIEV -
“WATER CATCHER” BY PENGHAO SHAN
Quattro volte più piccolo di un frigorifero convenzionale, il Bio Robot progettato dal russo Yuriy Dmitriev raffredda gli alimenti con una tecnologia nuova e del tutto inaspettata: un gel biopolimerico luminescente. I tradizionali scaffali sono sostituiti da uno strato di gel non appiccicoso e inodore nel quale gli alimenti sono letteralmente sospesi. Disegnato senza porte e senza motore (non ne ha bisogno) il 90% dell’ apparecchio è esclusivamente dedicato alla sua funzione. Allo stesso tempo, tutti i prodotti alimentari e le bevande sono facilmente disponibili, gli odori sono contenuti e gli elementi vengono tenuti individualmente alla loro temperatura ottimale di raffreddamento. Il frigorifero è adattabile, può essere appeso in verticale, orizzontalmente, e persino sul soffitto. Direttamente dal futuro.
“Water Catcher” è un sistema di sfere che, volando, raccolgono la pioggia e la portano ad un impianto di purificazione. Come piccole api le palline volano, immagazzinano acqua e, una volta piene, rientrano al vassoio base che purifica l’acqua rendendola potabile. Dopo la purificazione le palline portano da bere direttamente alla tavola. Un sistema avvenieristico per far fronte alle carenze idriche fornendo, al contempo, i supplementi salutari necessari a chi ne ha bisogno. In che modo? Grazie ad un lettore di impronte/scanner. La raccolta e la purificazione della pioggia riduce gli sprechi e la necessità di costruire impianti di purificazione delle acque su scala industriale.
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& Design
HOME & DESIGN_
Flower Boom
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Mid Summer Lamp di Tord Boontje www.tordboontje.com
Fruttiera La Rosa. www.alessi.com
Kartell Bloom Lamp by Ferruccio Laviani. www.kartell.it
Missoni Fabric Mademoiselle Chairs www.kartell.it
FUWL's Button pouf for Mitab www.mitab.se
Bloom Chair di Kenneth Cobonpue. www.kennethcobonpue.com
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Missoni Flowers Rug www.missoni.it
Trevor Jackson Skull Teapot in Flowers far4.net
Bouquet Armchair by Tokujin Yoshioka for Moroso www.moroso.it
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Continuano le iniziative benefiche per il Giappone. Questa di Lomography merita sicuramente una segnalazione. Parliamo di tre modelli speciali ispirati nei colori e nelle finiture al sol levante: sono la Diana Mini JIYU (Libertà, nella foto, la Diana F+ KIRAMEKI (Splendore) e la Fisheye 2 SHIA- WASE (Felicità). Il ricavato (una parte) delle vendite sullo shop online Lomography verrà devoluto a Red Cross International per il Giappone. www.lomography.com
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artist
L’ARTISTA IN COPERTINA:
Max Papeschi di Annalisa Varesi Pensate che non si possa fare? Pensate sia sconveniente? O sbagliato? Max Papeschi non la pensa come voi. Irriverente e sconveniente, il suo occhio acuto e sarcastico non risparmia nessuno. Personaggi, simboli e icone del nostro tempo diventano la “cartina tornasole” delle menzogne e dell’ipocrisia della società contemporanea.
“Roba forte che può creare dipendenza ma anche sollevare proteste. Ma l’arte è l’arte e va giudicata secondo tempi e modi che non sempre coincidono con il gusto o il comune sentire. Vedere per credere” LA REPUBBLICA Di cattivo gusto? Oppure un vero, assoluto genio? A voi la scelta. Noi ne siamo stati letteralmente conquistati ed intervistarlo è stato un onore.
Chi è Max Papeschi? Il giorno che lo capirò smetterò di fare arte. Massificazione e globalizzazione. Simboli e icone che ritornano nella tua arte privati del proprio contesto, stravolti e mutati nel significato. Uno shock visivo e non solo… Eʼ quella lʼintenzione? Molte delle mie opere si possono descrivere come delle vere e proprie campagne pubblicitarie, provenienti da una realtà parallela tutto sommato possibile, se non probabile. Sono pensate come delle insegne propagandistiche alle quali mancano solo claim, body-copy e pay-off per essere complete; quello che vendono e promuovono sono i valori su cui si fonda la nostra società al netto di ipocrisie e menzogne. Molte delle icone che compaiono come soggetti delle tue composizioni rimandano allʼinfanzia, al mondo Disney ma non solo. Non si salva proprio nessuno? Fin da bambino ho avuto una certa diffidenza nei confronti di questi personaggi, Topolino e suoi amichetti mi
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“...la deperibilità del corpo è un concetto totalmente negato a Topolinia: ve la immaginate Nonna Papera con un cancro al retto?”
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hanno sempre dato una sensazione di disagio. Trovo meno ipocrisie nello scintoismo nazionalista, guerrafondaio e xenofobo dei robot giapponesi: i nemici sono assolutamente mortali, mentre la deperibilità del corpo è un concetto totalmente negato a Topolinia: ve la immaginate Nonna Papera con un cancro al retto? Come ri realizza il tuo processo creativo? Dallʼidea allʼopera appesa al muro cosa cʼè in mezzo? Per quanto mi riguarda la fase di documentazione prende una parte importantissima del mio tempo, mi riferisco un poʼ a tutto, dal leggere libri e giornali al guardare film e documentari. La realizzazione dellʼopera in senso stretto è solo una fase successiva del mio lavoro, e probailmente non la più interessante. Cʼè un personaggio che vorresti in particolare come protagonista delle tue composizioni? Tutti quelli che mi interessavano li ho già più o meno rappresentati, ora credo sia venuto il momento di prendere una certa distanza dalle icone pop e passare ad altro. Ed uno che ti farebbe pensare: “Forse questa volta è meglio di no…” Ho sempre lavorato su tutti i personaggi che trovavo interessanti senza alcuna autocensuara, ci sono invece personaggi di cui non mi occupo perché non credo siano degni di attenzione, tutto qui. Quando non fa lʼartista Max Papeschi è… Secondo me uno non fa lʼartista, uno o è “artista” oppure non lo è. Con questo non voglio dire che io lo sia, però non credo che si possa fare lʼartista un tot di ore al giorno e poi essere altro. E se non fosse un artista sarebbe… Difficile a dirsi, quello che però posso dire è che in definitiva sono sempre stato impegnato in attività che mi permettessero di comunicare la mia personale visione delle cose, e questa resterà la mia occupazione anche in futuro. Se poi sarà nel mondo dellʼarte, del cinema, del teatro della scrittura o se utilizzerò qualche veicolo nuovo, in questo momento non posso saperlo. Dove potremo ammirare dal vivo il tuo lavoro prossimamente? In questa seconda parte dellʼanno sono previste personali a Monza, Milano, Parigi e Catania. Inoltre continuerò con collettive in giro per il mondo da New York a Bombay e probabilmente inizierò un progetto cinematografico a Berlino insieme a Thomas Dellert Dellacroix. Poi allʼinizio del 2012, presenterò per la prima volta in Italia una nuova serie di lavori totalmente inediti e molto diversi dalle cose che si sono viste finora, ma è presto per parlarne.
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Sara Costantini di Pierpaolo Bironi Sara Costantini è una costumista genovese di grande talento. Dopo il Liceo ha deciso di trasferirsi a Milano per provare a realizzare i suoi sogni. Laureata presso l’Accademia di Brera con 110 e lode nella sezione scenografia e costume comincia a farsi notare nel mondo dell’arte, del teatro e non solo. Abbiamo deciso di raccontarvi il mondo di Sara attraverso un viaggio nell’arte della creazione, della creatività. Ciao Sara, spiegaci in cosa consiste il tuo lavoro? Dipende dall’ambito. Cinema, televisione, pubblicità, eventi, teatro, ogni circuito lavorativo richiede come costumista un interpretazione lavorativa differente. In generale una costume designer, studia, progetta, disegna e segue la realizzazione dei costumi di scena che andranno a vestire i personaggi di una storia cercando di creare uno stile e la personalità del personaggio in se. Questo però vale per il teatro, per gli eventi, per il cinema, dove puoi far emergere la tua creatività e ciò che hai in testa. Nella pubblicità invece, spesso il lavoro di costumista si riduce ad una ricerca di materiale, ad una grande abilità organizzativa e a una gestione politica del gusto e dello stile cercando di sposare le richieste del regista, del cliente e dell'agenzia che ti propongono lo spot pubblicitario in questione quindi non si parla molto di creatività Parlaci delle tue esperienze lavorative, so che nonostante tu sia giovanissima sono già eccezionali. Nella mia carriera lavorativa credo per il momento di aver realizzato costumi per più di 100 spot pubblicitari, seguo dal 2007 la compagnia di Athletic dance theatre "kataklò" per i quali ho realizzato diversi costumi di scena, l'ultimo è il progetto teatrale "Love Machines" del quale sono molto orgogliosa. Ho realizzato molti videoclip con i più importanti cantanti della scena musicale italiana, come Tiziano Ferro, Gianna Nannini, Elisa, Piero Pelù, Subsonica, Malika Ayane, Arisa e altri. Spesso mi occupo dello studio e della realizzazione di costumi per eventi e da due anni a questa parte realizzo costumi per delle ballerine internazionali nell'ambito burlesque. Cerco sempre di affrontare progetti che mi diano la possibilità di usare materiali nuovi e forme innovative. Cominciamo a parlare di dettagli tecnici. Come realizzi i tuoi lavori?
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Intanto vorrei precisare che, personalmente non sono una costumista realizzatrice ma una costumista progettista. Dove sta la differenza? Ovviamente nel lato pratico. Potrei tranquillamente realizzare i costumi che disegno, perchè la conoscenza sartoriale è d'obbligo se devi progettare dei costumi, ma il problema fondamentale è la reale mancanza di tempo. Spesso mi trovo a dover sviluppare tre o quattro progetti contemporaneamente. Quindi affido la realizzazione dei costumi a sarti, sarte o sartorie teatrali veramente competenti che hanno all'interno del loro circuito un staff di professionisti pronti a seguire dal principio alla fine la nascita di un costume. Dove prendi ispirazione e che materiali usi principalmente? Tutto ciò che ti circonda può essere fonte d'ispirazione. Tutto è collegato al tuo stato d'animo e da ciò che attira la tua attenzione, ma anche a quelle che possono essere le tue passioni. Per quanto riguarda i materiali ogni costume richiede qualcosa di preciso e differente. Non c’è un materiale che preferisco si deve usare quello che serve per far si che si ottenga un ottimo risultato. Come nasce il progetto di un costume e quanto ci vuole per realizzarlo? Il progetto per un costume incomincia parlando molto con chi lo commissiona, può essere un regista teatrale, di video clip, di pubblicità, una ballerina o una cantante questo è indifferente. Personalmente, devo capire cosa questa persona ha in testa, cosa vuole trasmettere con questo costume ed in che modo. A questo punto richiedo delle immagini di riferimento che per loro sono visivamente importanti e se si tratta di qualcosa collegato alla musica è fondamentale per me ascoltare la melodia, il testo in questione per entrare completamente nel "mood del progetto" e capire i tempi e le sensazioni. Non riuscirei mai a progettare un costume senza aver ascoltato il brano su quale dovranno essere eseguiti i movimenti, ed inoltre osservare le immagini proposte dalle artiste/artisti mi servono per capire in che mondo devo iniziare a muovere i primi passi di una ricerca (storica, stilistica e di materiali). Si incomincia con il disegnare il progetto ed in parallelo si parte con una ricerca di materiale sia fotografico che di tessuti, accessori, pietre decorazioni etc etc Per i tempi dipende da quanto è complicato un costume: ci sono costumi che si riescono a realizzare in una settimana o in un paio di giorni, altri in un mese. Hai qualche aneddoto particolare, qualcosa che senti e che vuoi raccontarci? Non saprei,forse questo si dovrebbe chiedere a chi lavora con me. Ogni volta che mi presento dalla sartoria "Fiore” per proporre nuovi costumi la responsabile della sartoria sgrana gli occhi e attende terrorizzata quello che potrebbe uscire dalla mia cartellina. Diciamo che sono famosa per proporre lavori molto complicati e difficili, ma alla fine adorano realizzarli perchè sono delle sfide artistiche e
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“L'arte è la capacità di trasmettere emozioni attraverso l’espressione artistica che più senti vicina a te. Nel mio caso sono i costumi.”
il risultato è spesso tanta soddisfazione da parte di entrambi. Cosa vuol dire fare il tuo lavoro in Italia? Lavorare in un paese poco meritocratico e che aspetta che tu abbia più di 40 anni e le rughe in viso per poter dire: "lei si che ha esperienza ed è competente". Se invece vai all'estero e dici che sei italiana, soprattutto nel mio campo, sei vista sicuramente per quello che vali, che hai fatto e sai fare. Comunque in Italia si lavora abbastanza bene, ma perennemente con poco budget.
Quando hai davvero cominciato a dire: sono una costumista? Di certo non dopo che mi sono laureata. Non sapevo neanche da che parte cominciare. Probabilmente quando ho visto per la prima volta in scena i costumi da me progettati, non saprei dire in che momento e con quali costumi ma sicuramente quando qualcuno ha iniziato a fidarsi di me a livello lavorativo e creativo credo, affidandomi progetti. Cosa consigli a chi vuole intraprendere la tua carriera? Conoscenza della storia del costume, passione, creatività ed umiltà. Non bisogna mai smettere di aver voglia di imparare. All’inizio bisogna cercare di seguire qualcuno che possa trasmettere sia dal lato umano che da quello lavorativo tanta passione e professionalità e se si può, fare un periodo all'estero per vedere cosa c'è fuori dalla nostra penisola. Cosa intendi tu per arte? Come vedi l’arte? Sotto che aspetto e che prospettiva? L'arte per me è il risultato estetico e visivo di ciò che ognuno ha in testa. L'esperienza visiva crea arte, lo studio crea arte. L'arte è la capacità di trasmettere emozioni attraverso l’espressione artistica che più senti vicina a te. Nel mio caso sono i costumi. A chi ti sei ispirata come artista o costumista, sempre che tu abbia avuto una musa diciamo? Non ho nessuna musa. Ho solo tanta ammirazione per nomi come Milena Canonero, Gabriella Pescucci, Eiko Ishioka. Tutte costumiste del nostro secolo, ancora in vita, che hanno collaborato con dei geni del cinema realizzando film storici come Arancia meccanica di Kubrick, c'era una volta in America di Sergio Leone, Dracula di Coppola. Adoro i costumi di Miss Stinguett artista francese dei primi del 900 e mi ispiro alla loro grandiosità per le forme fuori dal comune e i costumi di Oskar Schlemmer esponente del movimento bauhaus ( 1922) e il suo Triadic Ballet. Potrei elencarti moltissimi spunti ed ispirazioni ma si dovrebbe riscrivere una nuova intervista www.saracostantini.com
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emergenti
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Demetra Dossi di Annalisa Varesi C’è chi li denigra, chi li legge per noia, chi li odia, chi li imita e chi ne fa una vera religione: parlo di fashion blog. Tanti (forse troppi) e quasi tutti uguali direte? Vi dico di no. Ce ne sono alcuni come quello di Demetra Dossi (www.pigchic.com) che portano avanti con ironia e gusto la propria originalità. E non solo. Da blogger a scrittrice per Rizzoli, il
passo, seppur faticoso, è stato breve. Il primo romanzo di Demetra Dossi si intitola come il suo blog, “Pigchic”, e della moda e della blogosfera parla parecchio. Con l’occhio critico di una ragazza come tante, alle prese con l’università, un fidanzato da gestire, un gatto sovrappeso, una “ex” superperfetta, e tanti, bellissimi sogni. Ironico, cinico e soprattutto “vero”, ho amato questo romanzo dalla prima all’ultima pagina e la decisione di intervistare la sua giovane autrice è venuta da se. Ma visto che di blog (e di internet) parliamo, perchè non fare due chiacchiere in chat? A n n a l i s a V : Vado a braccio perchè non mi sono preparata, ma siccome il libro l'ho letto sul serio non sarà difficile. Cominciamo?
Demetra D: Sono pronta Annalisa V: Ok, domanda che ti avranno gia fatto tutti... Tu nasci come fashion blogger, giusto? Come mai l'idea di cimentarti nella scrittura di un romanzo? Demetra D: Nel febbraio del 2009 una giornalista del Corriere della Sera ha scritto un articolo sul mondo dei fashion blog citando fra gli esempi Pigchic. Un editore della Rizzoli ha letto l'articolo, ha visitato il mio blog e, divertito dal mio modo di scrivere, ha deciso di lanciarmi l'idea: "Hai mai pensato di scrivere un libro?". E così è nato tutto. Annalisa V: Quindi non era "nei programmi"? Nel senso, è capitato per caso? Demetra D: No, assolutamente... E’ stata una botta di fortuna. Prima di ricevere la proposta l'idea di scrivere un libro mi era più volte balenata nella testa ma fino ad allora era sempre e solo rimasta un'idea. Annalisa V: E com'è stato scrivere il libro? Raccontaci un aneddoto, un episodio curioso legato alla sua stesura. z E' stata dura perché non avevo la più pallida idea di come si scrivesse un libro. Inizialmente ho avuto non poche difficoltà ma alla fine sono riuscita a cavarmela. E per questo devo dire grazie al team della Rizzoli che ha saputo consigliarmi e indirizzarmi verso la strada giusta. Per quanto riguarda gli aneddoti ne ho molti ma uno in particolare mi fa sorridere: dopo aver finito di scrivere il libro, durante la fase finale di rilettura del romanzo, mi sono accorta che ogni volta che parlavo di cibo nei piatti che descrivevo c'erano sempre le zucchine. Zucchine d'appertutto! Annalisa V: Vorra dire che ti piacciono un sacco le zucchine. Demetra D: Neanche tanto, è questa la cosa buffa.
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Illustrazioni di Valentina Panebianco
Annalisa V: Chi legge il libro, e conosce (anche vagamente) il tuo blog non puo non notare che le similitudini fra te e Dafne, fra la tua e la sua vita sono parecchie. Confessa, tu sei Dafne! Demetra D: Una delle domande più frequenti che mi vengono poste è: "Ma il libro è la tua autobiografia?". La risposta è no. Se dicessi che Pigchic racconta la mia vita questo vorrebbe dire che ogni episodio descritto è accaduto veramente, ma non è così. Paolo, Ludmilla, Gevou e tanti altri personaggi ed eventi sono frutto della mia fantasia. Non nego però di essermi ispirata a quello che mi è realmente successo. Quando descrivevo Dafne e i suoi pasticci immaginavo me. Annalisa V: La blogosfera è uno dei protagonisti, forse non dichiarati, del romanzo. Nel bene e nel male. Che rapporto hai con i/le tue colleghe, e con il mondo dei blog in generale? Demetra D: Grazie al blog ho avuto modo di allacciare amicizie, conoscere e confrontarmi con tantissime persone. In questi due anni di blogging sono cambiata, sono molto più espansiva e aperta. Devo molto al web. Annalisa V: E’ quindi un rapporto positivo? Demetra D: Decisamente. Annalisa V: Tornando al romanzo mi hanno molto colpita gli aforismi di Ludmilla, a introduzione di ogni capitolo. Sono tutti di tasca tua? Qual'è il tuo
preferito? Demetra D: Sì, l'idea di aggiungerli è arrivata dopo qualche mese. Mi piacciono tutte ma la mia preferita è la prima che compare nel romanzo: "La moda è nata per soddisfare un bisogno: essere se stessi. Se andassimo in giro nudi saremmo tutti uguali". Annalisa V: Il finale decisamente aperto mi fa pensare che sentiremo ancora parlare di Dafne... mi sbaglio? Demetra D: Mi piacerebbe scrivere un seguito ma il finale non è stato scritto per anticipare in qualche modo un “Pigchic 2 il ritorno”. Volevo che le persone, terminato il libro, continuassero a pensare a Dafne, a immaginarla combinare qualche nuovo pasticcio. A giudicare dalla domanda credo di esserci riuscita. Annalisa V: Parlando di te. Il sogno di Dafne (lavorare per una prestigiosa rivista di moda) è anche il tuo? Demetra D: Sì, assolutamente. Mi piacerebbe continuare a scrivere sul web e iniziare anche a farmi le ossa nel mondo della carta stampata. Annalisa V: Ultima domanda (la facciamo a tutti). Se ti diciamo "Wait!" cosa ci rispondi? Demetra D: Read Wait and have faith. www.pigchic.com
WAIT! COMICS:
“Attack no.1” ATTACK NO.1 - VOL.1 (di 7) di Chikako Urano EDIZIONI J POP Scritto e disegnato da Chikako Urano, “Attack no.1” vide il suo esordio sulle pagine della rivista Margaret della Shueisha nel gennaio 1968, scatenando una vera e propria “febbre da pallavolo” in tutto il paese! Precursore di quei manga sportivi che avrebbero poi avuto un enorme successo in futuro, nonché storico shojo ricco di quei valori che hanno caratterizzato un’epoca di impegno e sacrficio, Attack no.1 racconta la storia di Kozue Ayuhara, una studentessa di seconda media che si è appena trasferita all’Istituto Fujimi. Distratta e svogliata, passa le sue giornate insieme a un gruppo di teppistelle, ma agli esami ottiene sempre il massimo dei voti. Un giorno Kozue si scontra con il club di pallavolo della scuola e decide di sfidare le ragazze formando con le sue amiche una squadra in grado di batterle. E’ l’inizio di una passione che la porterà lontano. Questa storia vi ricorda qualcosa? No? E se sostituiamo il nome Kozue con “Mimì”? Sì, il cartone “Mimì e le ragazze della pallavolo”, trasmesso in Italia dal 1981, è tratto da questo imperdibile Manga, che viene pubblicato ora per la primavolta in italiano dalla J Pop. Un vero cult in Giappone. Per quelli della mia generazione un pezzo di infanzia mai dimenticato, per i più giovani un‘occasione imperdibile di conoscere un manga che ha davvero fatto storia.
ART_Iucu
Art Club
IUCU ART CLUB:
Art Video
di Iucu
OSVALDO CAVANDOLI la linea 2 -MEDIALIA/WARNER HOME VIDEO- 1977/1980
Questa raccolta di episodi è solo il secondo di una raccolta di DVD dedicati all'opera di Osvaldo Cavandoli, il mitico inventore di MR LINEA e altri memorabili scatch, che da CAROSELLO in poi hanno fatto divertire intere generazioni. La sfida di Osvaldo è stata risolvere la mimica e la fisicità di un personaggio "costruito con una linea", surreale e decisamente "sopra le righe", col quale comunicare in un linguaggio astratto, ma soprattutto dettato da gesti comuni. Gli scatch avvengono sempre per via di alcuni "dispetti" che Osvaldo, con il suo pennarello, compie ai danni dell'inconsapevole MR LINEA.
LUCIO FONTANA Uomo del mondo -METAMORPHOSI- 2008
Un'avvincente documentario sul massimo esponente dello spazialismo; un uomo elegante dentro e fuori, concettualmente controcorrente per indole ma puntualmente contemporaneo ieri e ora. Parlano le persone che hanno lavorato accanto a lui e personaggi della portata del grande Pierre Restany...parlano le immagini e le foto in bianco e nero e le sue opere che vanno ben oltre il noto "taglio" svelando una produzione ben più ampia che comprende sculture, installazioni e opere di architettura ancor oggi presenti in Italia e altrove. Un approfondimento doveroso per tutti gli appassionati di arte contemporanea, perchè capiscano l'origine plastica e concettuale di molti artisti di oggi. Irripetibile atmosfera di quegli anni.
MARIO SCHIFANO TUTTO -TAODUE FILM/FELTRINELLI REAL CINEMA- 2001 - (DVD+LIBRO)
Un documentario insolito, innanzitutto perchè gran parte dei filmati sono dell'atista, nel senso che è proprio lui a filmare, non solo se stesso o le sue opere ma soprattutto cose, spazi, monitor, e gli stessi interlocutori, ma tutto questo ha ovviamenete un senso, in quanto l'opera di Schifano è "puramente mediatica". Egli ha passato metà della sua vita ad osservare "il tutto" e l'altra metà a "vomitare forme e colori" (foto ritoccate, dipinti, tele mediatiche...) sempre con estremo virtuosismo informale. Surreale e a tratti "scordinato" nella narrazione, questo video rappresenta al meglio l'apparente confusione mentale dello Schifano uomo e artista.
UBERTO BONETTI una videobiografia -DUCAMEDIA PRODUCTIONS- 2011
Uberto Bonetti è stato un artista poliedrico, un creativo, un pubblicitario ed un grande caricaturista, a parer mio ingiustamente non considerato quanto i suoi esimi colleghi futuristi. Bonetti esercita le sue doti artistiche in ambito fascista e aderisce al manifesto futurista relativo all'aeropittura. Molto noto nella sua Viareggio, dove ritrae attori, artisti e personaggi in memorabili e oggi ricercatissime caricature. Nel 1931 diventa celebre la creazione del BURLAMACCO, personaggio emblema del carnevale di Viareggio, presente anche nel museo del costume di Roma. Una delle mani più brillanti del panorama artistico e pubblicitario del '900.
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ART_Iucu
Art Club
Warhol vs Schifano di Iucu Esperienze e luoghi geograficamente e culturalmente diversi per questi due "giganti". Solo nella narrazione di quel periodo postbellico, di consumo e "consumismo" proprio della corrente POP, converge concettualmente l'opera di Andy Warhol(New York) e di Mario Schifano(Roma). Comune la voglia di sottolineare quel "sovraccarico promozionale" loro così nuovo e contemporaneo nel fiorire degli anni'60. Ecco che WARHOL, personaggio dal fascino alieno e dall'aspetto gelido ed indifeso, copia, moltiplica "tutto" ciò che già è decontestulizzando il messaggio e la sua immagine "dal market alla galleria". Nella sua Coca Cola troviamo tutta la carica del messaggio originale e oltre. Serialità, plasticità e saturazione dei colori: tutti gli ingredienti consueti di questo artista sono presenti. L'opera d'arte diventa sublimazione del messaggio e viceversa, pur mantenendo il rigore originale.
Nel lavoro di SCHIFANO troviamo una spersonalizzazione, una visione "post pubblicitaria" in cui l'icona è come stanca e corrosa. E’ un momento di riflessione assoluta. L'artista si concentra su un dettaglio, sottolineandone la riconoscibilità iconografica, nonostante il parziale utilizzo dell'immagine classica del marchio. Fissa il ricordo indelebile della "Coca Cola" ma ne ipoverisce la stabilità emotiva, attraverso interventi pittorici istintivi e "incuranti colature", per suscitare un sentimento di nostalgica tenerezza, propria del personaggio Schifano.
ANDY WARHOL “Five Coke Battles” 1962
MARIO SCHIFANO “Propaganda” 1962
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WAIT!MUSIC _
What’s New
LADY GAGA “BORN THIS WAY” Lady Gaga è nata così, prendere o lasciare: eccessiva, trasgressiva, diciamo pure anche trash. E se è bello che ci siano in giro cantanti come Adele che senza bisogno di polemiche o look provocatori vendono milioni di dischi in tutto il mondo solo con il potere della loro musica e di una voce incredibile, è bello che ci siano anche artisti che puntano pure su altri aspetti. D’altra parte lo faceva David Bowie e prima di lui Beatles o Elvis. Prima che qualcuno inorridisca a paragoni del genere, diciamo che il valore della musica della nostra Germanotta preferita non è a quei livelli. Non ancora, e molti di voi sussureranno o anzi grideranno ad alta voce che non li raggiungerà mai. Probabile, ma nel frattempo ha tirato un secondo disco altamente godurioso: un disco electro-pop da party, con poche concessioni a rallentamenti e un sacco di gioiosi inni alla notte e alla diversità. Siamo dalle parti di una grandiosa festa gay (in tutti i sensi possibili della parola), con bombe dancefloor come “Judas”, la controversa “Government hooker” sul tema sesso & potere (che quel “I love you Papito” faccia riferimento a Berlusconi? Naaah!) o la berlinese “Scheibe”. Manca l’effetto sopresa di “Po-popoker face”, ma la Madonna 2.0 ci regala delle belle scosse con almeno 5 o 6 pezzi galattici, sebbene poi nella seconda parte dell’album esageri e metta troppa carne al fuoco, e non tutta ben cotta. Ma Gaga è così: prendere o lasciare.
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di Marco Goi
ARCTIC MONKEYS “SUCK IT AND SEE” Che le scimmiette artiche fossero a loro agio soprattutto nelle atmosfere retrò già lo sapevamo, ma con il loro nuovo quarto album ne troviamo un’ulteriore conferma. L’apertura di “She’s thunderstorms” è magnifica, proprio perché propone una melodia vintage d’altri tempi unita a chitarre e un battito rock potenti che ricordano gli splendidi Ash degli anni ’90. La vera natura dei Monkeys in fondo è quella di autori di raffinate canzoni d’altri tempi, mentre i numeri più rock appaiono meno ispirati: “Brick by brick” ad esempio è un pezzo di rock’n’roll “ignorante” dove si fa sentire forte l’influenza di Josh Homme dei Queens of the Stone Age, produttore del loro precedente lavoro, di cui questo è una ideale continuazione senza troppi strappi o rivoluzioni. Il singolo “Don’t sit down ‘cause I’ve moved your chair” si segnala quindi più che altro per il titolo ironico che non come canzone in sé, un numero stoner rock non memorabile; forse i Monkeys dovrebbero giocare meno a fare in Queens of the Stone Age e anziché andare indietro all’Età della Pietra dovrebbero guardare agli anni ’60, quello cui Alex Turner e soci riesce meglio fare. È infatti quando i ritmi rallentano che le scimmie mostrano i numeri più brillanti, come nel pezzo che dà titolo all’album, nella serenata “Reckless serenade” e nel waltz di “Piledriver waltz”, quest’ultima proposta già da Alex Turner in versione solista per la colonna sonora dell’indie movie britannico Submarine. Perché Turner ormai è meglio da solista e con la band parallela Last Shadow Puppets: quelli sembrano essere diventati i suoi progetti numeri 1, con gli Arctic Monkeys diventati un contorno. Divertenti e piacevoli, sì, però pur sempre un contorno.
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BON IVER “BON IVER”
KATY B “ON A MISSION”
Amanti del folk? No? È un genere cui bisogna approcciarsi con il giusto tatto: se ascoltato nei momenti giusti può infatti regalare ottime sensazioni, altrimenti rischia di annoiare terribilmente. Con Bon Iver comunque non c’è questo rischio, certo non con questo nuovo secondo album che va oltre le convenzioni del genere e ci regala una meraviglia da amare e venerare incondizionatamente, qualunque siano i vostri ascolti prediletti. Se non conoscete la prima meraviglia autografata Justin Vernon alias Bon Iver “For Emma, forever ago”, uscito nel 2007, bisogna innanzitutto premettere che il giovane americano ha una voce molto particolare, fantastica a mio giudizio, fastidiosa magari per qualcun altro. Passato questo test vocale, se vi piace bene se non vi piace è un peccato per voi, il disco va in direzioni molto fantasiose e varie, cosa che non tutti i cantautori classici sanno fare. Forse perché Bon Iver non è un cantautore classico, bensì l’evoluzione della specie. L’apertura di “Perth” lambisce i territori del rock, mentre il falsetto di “Minnesota, WI” vola dritto in Paradiso. Tutto il lavoro comunque è pervaso da alcuni elementi aggiunti alla solita costruzione voce e chitarra che rendono il tutto più interessante e sfaccettato. Comunque il buon Bon Iver non abbandona nemmeno la tipica ballata voce/chitarra/e pochi altri fronzoli, e quando lo fa è quasi magia Johnny. Anzi è proprio magia: sentire “Holocene” per credere, mentre il finale di “Beth rest” sembra addirittura una ballatona uscita dagli anni ’80. Nel complesso un disco articolato che definire folk sarebbe limitativo, per un esperimento sonoro vicino a quanto fatto da un altro “intimista” come Sufjan Stevens con l’ultimo “The Age of Adz”. Tentativi simili, ma il risultato finale regala una vittoria schiacciante a Bon Iver.
Mentre in Italia siamo costretti a vedere le classifiche musicali dominate dai soliti noti (sì, intendo Vasco Rossi: ma chi compra ancora i suoi dischi?), in Inghilterra soffia tutto un altro vento e il genere più cool degli ultimi tempi è il dubstep. Come suona il dubstep? In pratica è un mix di drum’n’bass, garage, trip-hop, grime e altri suoni oltre la soglia del figo made in UK. Detto in parole un po’ più semplici, ma non troppo: un suono che coniuga la battuta lenta dell’hip-hop e i bassi del dub con suoni di varia natura dance-elettronica. In parole ancora più semplici: dovete sentirlo per capire. Nomi di riferimento della scena sono Burial, Skream, i Magnetic Man, James Blake e ora le regina, la “Queen B” della scena è lei, Katy B. “On a Mission” è il suo album d’esordio, una bomba che ci presenta in chiave pop le ultime tendenze del suono dubstep, una missione avvincente dentro cui avventurarsi tra trip sonori da club e melodie accattivanti. Katy B ormai è una fuoriclasse che gioca in serie A, a partire dai singoli “Katy on a mission” e “Broken Record”, mentre l’iniziale “Power on me” è da non credere per quanto è favolosa e ci scaraventa subito giù in un club underground della periferia londinese. Ne volete ancora? Sììì? Nooo? E io tanto ve ne do lo stesso: “Why you always here” è una cosa che si incolla in testa per sempre e sempre e sempre fino a che le bimbe di Shining non ti appaiono davanti; “Witches Brew” è il trip definitivo, una roba che sembra uscita dai Crystal Castles meno psycho e più accessibili; “Movement” riassunta in due parole: yes weekend. “Go Away” è il sogno, l’incanto, l’estasi totale. E una “Easy please me” da che pianeta è arrivata? Riassumendo: enorme Katy ai vocals e devastanti le produzioni dei pezzi grossi del dubstep (Benga, Magnetic Man, Geeneus, Zinc). 2011: Odissea nel dubstep, bitches.
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“SELTON” SELTON
“PALA” FRIENDLY FIRES
Quattro musicisti poco più che ventenni che dopo aver girato mezza europa hanno trovato in Milano una nuova patria musicale. I brani, interamente cantati in italiano, sono freschi, originali e di grande armonia sonora. Da non sottovalutare. G.F.
In uscita il secondo e attesissimo album della band indie più discussa del Regno Unito. Il titolo, Pala, si rifà all’isola buddhista dell’ultimo romanzo del visionario Aldous Huxley. Una miscela di elektro e funk che si sposta in atmosfere rock 80’s. Nulla di nuovo, ma sicuramente efficace. G.F.
“SMALL CRAFT ON A MILK SEA” BRIAN ENO
“FOCUS ON INFINITY” MASSIMILIANO PAGLIARA
Uscito il nuovo progetto musicale di Brian Eno, vero e unico grande mostro della musica moderna, nonchè produttore dei più grandi. Pioniere di tanti generi musicali, combina magicamente elettronica a suoni "nature addicted". The MAN. G.F.
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PILLS
Scoperta straordinaria. Questo giovane e italianissimo artista regala delle atmosfere 80’s che richiamano la rinomata italo disco che ha trionfato in tutto il mondo… Gabriel Ananda nelle sue corde, Gaznevada del 2011. G.F.
“SHOWROOM OF COMPASSION” CAKE
“MOSAIK” SIRIUSMO
Una band difficile da etichettare ma con caratteristiche di successo: prima fra tutte la voce frusciante del leader JohnMcCrea, tra il parlato e il cantato, sincopata da un basso sempre in grado di lasciare un’ impronta forte e originale. Da scoltare. G.F.
Direttamente dalla variopinta scena elettronica berlinese, Moritz Friedrich, in arte Siruismo, regala atmosfere minimal azzeccatissime per il titolo , un vero e proprio mosaico di stati d'animo che ricordano le allucinanti sonorità dei Cabaret Voltaire. Scoperto da Boys-Noize, quindi una garanzia! G.F.
“TOMBOY” PANDA BEAR
“ANGELS” THE STROKES
Se siete pronti ad ascoltare un qualcosa che richiami i primi Floyd periodo Barrett questo disco fa al caso vostro. Stratificazioni di voci che rievocano atmosfere lisergiche e un uso sapiente di campionamenti e synth creano canzoni dal clima rarefatto e dilatato. Non per tutti. G.F.
Il bassista l’ha giudicato un ritorno alle origini. Difatti ricorda molto le sonorità di “Is this it” e “Room on fire”. Si sono forse accorti che pestando maggiormente con le chitarre hanno solo perso pubblico o è una questione di etica melodica..? Involuzione forzata. G.F.
JOY DIVISION “UNKNOWN PLEASURES”/“CLOSER” Ci sono dei dischi che suonano talmente attuali che quando guardi la loro data d’uscita fai due calcoli e ti rendi conto che di tempo ne è passato parecchio e sembra davvero incredibile. E ti rendi ad esempio conto allora, per quanto assurdo possa sembrare, che sono già passati più di trent’anni dalla scomparsa di Ian Curtis, indimenticato e indimenticabile leader dei Joy Division morto suicida. Eppure a sentire la sua voce e la musica della sua band viene difficile trovare qualcosa oggi che suoni più attuale, potere probabilmente di un suono che era troppo avanti per la propria epoca. Tanto per fare un po’ di storia spiccia della band: i Joy Division si sono formati nei pressi di Manchester, prendendo il loro nome da quella particolare divisione dei campi di concentramento nazisti in cui le donne venivano costrette a prostituirsi per il piacere dei nazisti. Come possiamo anche vedere nell’appassionante ricostruzione di quel frizzante periodo che è il film 24 Hour Party People di Michael Winterbottom, i Joy Division incisero per la Factory Records, sotto l’ala benevola di Tony Wilson, guru della scena musicale di Manchester a cavallo tra la fine degli anni ’70 e i primi ’90. Per andare a scavare maggiormente in profondità nella vita di Ian Curtis vi consigliamo invece Control, pellicola del 2007 girata con impeccabile stile b/n da Anton Corbijn; uno sguardo dentro la relazione tormentata con la moglie Debbie, da cui Ian ebbe anche una figlia, e nella malattia di cui soffriva, una grave forma di epilessia fotosensibile che lo portò alla depressione e al suicidio il 18 maggio 1980 all’età di appena 23 anni. Ma nonostante la morte in giovanissima età, Curtis ha comunque fatto in tempo a lasciare un segno indelebile nella storia della musica. Nel 1979 è infatti uscito il primo album della band Unknown Pleasures, un tipo di piacere davvero sconosciuto al resto del sound del periodo, grazie anche alla coraggiosa produzione di Martin Hannett, un genio pazzo che ad esempio ha fatto registrare il suono della batteria all’aperto sul tetto di un palazzo. La musica del gruppo raggiunge però il vertice assoluto con il successivo Closer, tra suoni geometrici ma non freddi e tra atmosfere dark ma non depresse, anzi quasi ballabili, o almeno ballabili con il passo epilettico di Ian. Anche se la vera perla, nonché il pezzo più noto della band, verrà pubblicato solo come singolo postumo: esatto, naturalmente “Love will tear us apart”, un pezzo immortale nonché una delle canzoni simbolo degli anni Ottanta tutti. E se i tre superstiti Bernard Sumner, Peter Hook e Stephen Morris formeranno poi gli ottimi New Order, i Joy Division con appena un paio di album hanno influenzato un sacco di band di oggi (Interpol, Editors, Horrors e White Lies giusto per citare i “malati” più evidenti di questa influenza). Eppure la loro musica suona ancora in qualche modo sfuggente, con quella voce potente e oscura di Ian Curtis che ci accompagnerà per sempre, o almeno finché l’amore non ci separerà.
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The Cult
di Marco Goi
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FASHION_The
Interview
Dead Meat di Marco Bianchi Abbiamo voluto intervistare Dead Meat. Semplicemente uno dei marchi emergenti più interessanti del panorama italiano. Dead Meat è molto più di un marchio di abbigliamento. Per Dead Meat la moda è solo un mezzo per raccontare quello che hanno dentro. Spesso indecrifrabili, incoprensibili, ma così magnetici e belli. Abbiamo parlato con Giovanni Battista De Pol, mente creativa del gruppo. La chiacchierata è stata lunghissima... Presto l’intervista completa su www.waitfashion.com Premessa. Giovanni, io non capisco niente di Filosofia... Quindi è un intervista impari. Mi metto dalla parte del volgo ignorante... Perché? Io leggo con grande interesse, le cose che scrivete, anche su facebook. Ma capisco meno dell'1 %. Questo in ogni caso mi magnetizza. E mi fa immaginare un spessore che c'è dietro al brand... E' un mio errore allora. Tu dovresti essere quello che si dice un interlocutore privilegiato, un addetto al settore e una persona che condivide molti dei miei interessi. A me piace scrivere e quando scrivi è fondamentale tanto essere letti, quanto, ovviamente, essere capiti. Se tu mi domandassi “Qual'è la cosa più importante che possiedi, quella cosa di cui non ti priveresti mai?” la risposta sarebbe senza dubbi la scrittura. Ho sempre pensato che è una di quelle poche cose che nessuno può toglierti. Così, succede che a scrivere molto si specula molto sui dettagli delle cose. Passi un casino di tempo a scomporre, a sezionare ogni cosa (a volte in modo decisamente inutile) e finisci per fare della filosofia. Non è un fatto di cultura o erudizione, è più che altro una forma mentis. Condividere pensieri è un modo di esistere. Benissimo. In parte hai risposto a una domanda. Che è mia ma anche del pubblico che si pone di fronte al vostro lavoro. Diciamo che di fronte a voi posso sentirmi o meglio ci sentiamo io e il pubblico, più ignoranti. Come di fronte a Battiato. Non capsici se sei tu che non ci arrivi o se non c'è niente da capire. Se ti sta prendendo per il culo o no, però, in qualche maniera, ne rimani affascinato. Poi la bellezza stempera tutto e
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quindi ami quello che ascolti o nel vostro caso quello che create. Probabilmente c'è una certa dose di immaturità espressiva che rende il tutto enigmatico. Diciamo che non c'è nemmeno la possibilità di dire cose esatte. Si tratta sempre della mia opinione sulle cose e le gag sono un modo per non prendersi troppo sul serio. Sai, l'ironia non è mai sprezzante, almeno nel mio caso, è più che altro “dolorante”. E' l'espressione di una certa confusione nel gestire tutto, anche quelle cose che appaiono semplici per gli altri. E alla fine, come dici tu, quello che rimane è la presunta "bellezza": la retorica prima del contenuto. La forma. Una bella ragazza ti si avvicina e ti dice una cosa che non ha alcun senso, tanto su un piano contenutistico che su un piano prettamente sintattico: tu ti domandi e ridomandi cosa avrà voluto dire, speri che abbia voluto dirti qualcosa. Cosa diavolo voleva dirti? Se era il vicino di casa, quello che ha il booster con la marmitta rovesciata, il casco appollaiato sul lobo occipitale per non infrangere i microcornini di gel che gli suddividono la capigliatura in 33 perfette cuspidi (immagine squisitamente '90), beh, liquidavi il tutto con un: “E' un idiota”. Esatto, quello che vorrei capire, che ci chiediamo in molti, se tutto quello che leggiamo su face book e che leggiamo sui vostri comunicati stampa ecc. è qualcosa di vero e sincero o se è un teatrino allestito per creare magnetismo e appeal. Siamo al punto in cui la ragazza sul pianerottolo ti domanda “Ma è una cosa seria o vuoi solo scoparmi?” Più o meno. Mi piace questo paragone. Sai, la risposta è scontata. Non ti direi mai “E' una cosa per vendere”, anche se fosse così. Ti chiedo però di riflettere su una cosa: vedi e leggi spesso quello che facciamo, dunque comprenderai quanto tempo dedichiamo a questi mezzi di comunicazione (web, facebook, blog etc.). Insomma, sarebbe davvero crudele-sadico e al tempo stesso masochista impostare la propria vita su una bugia; vorrebbe dire che tutto quello che studio quotidianamente e che trasformo in quello che leggi non mi appassiona, ma è più che altro un mezzo per vendere vestiti. C'è gente che lo fa. Non posso biasimarla del tutto. Io sì. Produce mediocrità. E poi si vede l'inganno. Se non sei un rocker, non fingere di essere quello che non sei. Se non sei un punk, non atteggiarti. Viviamo -sono d'accordo con te- in un'epoca schizofrenica in cui il revival è una necessità, e aderire superficialmente e supinamente a un gruppo è un modo per ridurre le infinite possibilità che ti si stagliano in ogni direzione. Un modo per trovare un'identità. Sono un ragazzo di 26 anni, benestante, che ha studia da quando è piccolo in modo disordinato quello che gli capita. Quello che faccio è una necessità viscerale. Un modo per vivere. Non voglio renderla melodrammatica, ma ti giurerei
che è un modo per soprav-vivere. Benissimo. Mi hai convinto. Mi sembri molto sincero. Ti devo fare una domanda di rito. Forse noiosa ma necessaria per i nostri lettori che non conoscono il brand. Dead Meat. Perchè? Che significa? Questo è complicato e risponde in parte alla domanda di prima. Ho sempre raccontato che DEAD MEAT è la semplificazione del titolo, dato da J.Kerouac a una raccolta di pensieri, aforismi, illuminazioni, storie metaforiche e deliri dell’amico William Burrough pubblicate con il titolo NAKED LUNCH; il pasto nudo è l'istante raggelato in cui prendi coscienza di quello che sta conficcato sulla forchetta. L'apparenza svelata. L'automatismo portato ad un piano razionale. DEAD MEAT è ciò che è confitto sulla posata. La cosa se ne sta lì, morta, immobile. E tu non te ne eri mai accorto. E la cosa morta torna a vivere nel momento stesso in cui la degni di attenzione. Ma è anche una filastrocca, questa è una versione più vera e meno intellettuale della precedente, che recita “Dead Meat of posoned kids, take inside breath, don't fall asleep”. Ha un suono decisamente meno beat e più emo, ma se la studi un secondo dice la stessa identica cosa. Poi c'è la locuzione idiomatica americana “You're Dead Meat”. E' la linea difensiva della squadra di football a dirla, nei bagni, al povero nerd che ha fatto una qualche cazzata. Unisci le cose e hai il significato del marchio. Comprenderai anche un aspetto fondamentale del marchio. Siamo liquidi, una generazione privata della possibilità di aderire a un'ideologia e lasciamo - come ogni creativo all'interlocutore la possibilità di interpretare quello che scriviamo. L'importante è che ci sia uno stimolo di riflessione. E' l'apatia la peggiore nemica dell'essere umano.
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Parliamo del prodotto. Come nasce una vostra collezione? Partite da un'idea? Delle sensazioni? Dei pensieri da comunicare? O è più un lavoro concreto, come dire, 'materico', sul prodotto? Non so se mi spiego... Vedi, il prodotto è un mezzo. Ti racconto un aneddoto brevissimo. Vado a Firenze per incontrare il direttore di Pitti, un signore non tanto alto, con dei modi di fare molto educati, ovviamente vestito in modo ricercato ed eccentrico, in quel modo tipico di noi addetti al settore. Sono negli uffici di Pitti Uomo. Mi sento a disagio e mi siedo. Penso a quello che devo dire. In fondo io ci capisco molto poco di moda e di dinamiche del mondo della moda. Parliamo del futuro del marchio. Io un'altra fiera nella mia cella dell'alveare non la faccio. (PRECEDENTE MEDITATIVO: durante la scorsa edizione di Pitti Uomo avevo esposto una crocifissione di Berlusconi ispirata al Cristo Nudo di Michelangelo. Avevo pensato che fosse divertente raccontare l'Italia pronta a mettere al rogo il proprio padre spirituale -lo stesso che ha creato generazioni di spettatori attraverso Mediaset, importando un modello americano, incarnando le ambizioni di potere da cattivo di Indiana Jones, il responsabile della centralità dell'immagine nella nostra società. Tempo un'ora e l'opera era stata
fatta togliere. Qualche stand più in là un Gesù Cristo crocifisso con indosso un completo pubblicizzava un marchio x. ) Spiego a entrambi (direttore e assistente) che in realtà quello che faccio -vendere vestiti- è un mezzo per pagare i progetti di comunicazione che Dead Meat fa. Una specie di inversione del processo secondo cui la comunicazione della storia del marchio è lo strumento principale per vendere il PRODOTTO. L'assistente esplode in un riso soffocato. Imperturbabile il direttore mi lascia sproloquiare. Mi chiede a che formula avevo in mente. Io gli dico che dipende dallo spazio che Pitti è disposto a concederci. Dead Meat usa il ricavato della vendita delle proprie collezioni per poter continuare la propria narrazione. Un grande racconto, un mondo popolato di creature e pensieri, con delle regole e un pantheon di divinità (letterarie, filosofiche, astratte etc.); il mio modello è l'universo di Lucas: Star Wars. Sai, come dici tu, quello che scrivo appare molto enigmatico perché è la punta dell'iceberg. Si tratta di frammenti del racconto. L'abbigliamento, così come le immagini delle grafiche, avendo anche una funzione superficialmente estetica sono autonomi e servono per portare i clienti a conoscenza di questo mondo. Spesso penso che qui e ora, in Italia, fare vestiti è il modo molto più pop per comunicare con le persone. Questo è fantastico. Quasi uno scoop. Dove avreste voluto stare se non nell'alveare che anche io personalmente odio? Ti immaginavi un'altra collocazione? Non sono nemmeno arrivato a immaginarlo. Ho detto, con una certa dose di presunzione, “Noi sappiamo fare qualcosa che altri non sanno fare. Ci date uno spazio per poter mettere in scena uno spettacolo?” Che fossero marionette o attori teatrali non importa. Sostentate Dead Meat e faremo di tutto per portare a Pitti qualcosa di cui parlare. La risposta era contenuta nel riso inghiottito dell'assistente. E quindi vi hanno depennato? Oppure… Ci hanno riproposto l'alveare. Ci siamo reciprocamente depennati. Quindi a Pitti immagino non vi vedremo più.. Non so. Se Pitti non riterrà nostra proposta interessante di certo no. Una casa di produzione fa un film solo se gli conviene. Che sia in termini di incasso o di prestigio, beh, sta alla casa di produzione decidere. Credo dovrebbe funzionare così. Noi non abbiamo un cacchio di soldi e un sacco di idee. Molta gente oggi è in questa situazione. Ricchi di idee e zero soldi. Il meglio della creatività italiana è in questa situazione. Vero. Io so solo che noi abbiamo dimostrato di avere davvero delle idee e che ci sono molte persone a cui le nostre idee sembrano interessare. Come pensi si potrebbe uscire da questo impasse? Io sono di Modena, una cittadina di provincia, a
piace e DM fa è venduto in tutto il mondo. Facebook ha più di 5000 fan e decine di migliaia di lettori. C'è la lotta (e l'autocritica) per arrivare da qualche parte... Se la moda è solo un mezzo per comunicare è possibile che sposerete altri mezzi in futuro? Il cinema… La letteratura... Volete e pensate di poter arrivare in alto? Intendo dire: diventare un nome che lasci il segno a livello planetario. Che faccia grossi fatturati. Che sia fonte di ispirazione e lasci un solco nel costume e nella cultura? Amo il cinema underground. Amo la cultura underground, ma il bello delle cose POP è che sono, per l'appunto, popolari. Che arrivano a un numero enorme di persone. Vuol dire parlare una lingua e farsi capire da tutti. Non siete Pop. Potreste diventarlo? Voglio dire: Tarantino è riuscito a creare uno stile, a raccontare la società. Tarantino è pop? Ovviamente sì e certamente no. Oppure i Simpsons di Groening, che probabilmente sono l'esempio più grandioso di questo.
circa 180km da Milano. E in giro a dire il vero non vedo tutta questa creatività. Vedo tanto qualunquismo, tanta voglia di apparire ma davvero poco da dire. Gli artisti che hanno qualcosa da dire alla fine dei conti ce la fanno. Io la penso così. Vuoi usare un muro come fa Blu o vuoi usare il web, un territorio gratuito e semi-libero, per esprimerti? Bene. Fallo. Se hai voglia di parlare alle persone e dai loro qualcosa che le emozioni, che le faccia riflettere, ti ripagheranno. Se Dead Meat è dove si trova, fa cose interessanti ma è ancora una realtà di nicchia è solo perché non siamo stati abbastanza bravi. Cioè, lo siamo stati ma fino a un certo punto. Non siete stati bravi - hai detto? Sì. Cosa posso dirti? Ognuno ha dei modelli a cui ispirarsi, è inevitabile. Io posso raccontarti che Orson Welles a 26 anni stava girando 4° Potere; Johnny Depp era al suo 4° film. Rimbaud aveva già scritto le sue poesie migliori. David Foster Wallace aveva appena pubblicato il suo primo romanzo. Voglio dire: sono fiero di quello che è stato fatto ma non mi ritengo soddisfatto. La gente conosce un 3% di quello che è Dead Meat. Poi c'è del buono. 8 persone riescono vivere facendo quello che gli
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E’ possibile essere Pop senza vendersi il culo e sputtanarsi...? Sì, certo. Tarantino è pop. Ha imposto se stesso, la sua retorica era così efficace da diventare pop. Insomma non diresti che Tarantino ha venduto il culo. Ci sono 2 modi per raggiungere un grande pubblico: fare qualcosa di...“qualunquista”, superficiale, ingannevole, che fa leva su qualcosa di facile a livello emozionale, che magari sfrutta i lati più mediocri delle persone, oppure puoi provare a raccontare il tuo punto di vista, mostrare quello che ti appassiona, aggiungere del tuo, creare una storia piena di riferimenti, offrire alle persone spunti per approfondire vari argomenti. Che si tratti del cinema di Werner Herzog o della poesia di Sylvia Plath, che sia l'interpretazione di un editoriale di Fede o un video demenziale su You Tube, l'importante è spingere il tuo interlocutore ad una crescita. Sei hai una retorica appassionante, allora è fatta: la gente decide che vale la pena di spendere il proprio tempo per te. Ce la farete voi? Ci state provando? O ci proverete? Studio 10 ore al giorno quella cosa di cui faccio parte che risponde al nome di società. Non so bene se e cosa ho capito, so che studiarla mi piace, lo sento necessario e lo faccio a mio modo. Cerco in tutti i modi di capire come funziona per poterLe dare qualcosa. Per poter essere utile. Perché il lavoro dell'artista è quello di intercettare idee nell'aria, renderle belle e far sì che la gente ci rifletta su. A quel punto, qualcuno dirà a sua volta la sua, e le cose cambieranno di nuovo. E' un lavoro magnifico e subdolo al tempo stesso. www.deadmeat.it
Continua su www.waitfashion.com
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Interview
Stylein di Marco Bianchi
L’ondata della scandinavia colpisce ancora l’Italia. Questa volta parliamo di un brand tutto femminile che si chiama Stylein. La fondatrice del brand è Elin Nyström di origini svedesi trapiantata a New York. Un riuscito mix fra il gusto minimale scandinavo e il glamour elegante tipicamentente newyorkese. Tagli perfetti e giochi di drappeggi creano top e vestiti di grandissimo charme. Ci eravamo presi l’impegno di intervistare Elin sul nostro blog Waitfashion ed ecco, dunque, la nostra chiacchierata. Come ti ritrovi nel mondo della moda. Qual'è la tua storia e il tuo background? Dopo aver concluso la mia carriera da ginnasta, che mi ha portato a vincere quindici campionati nazionali, mi sono trasferita a New York, sono stata accettata al FIT (Fashion Institute of Tecnology) ed ho infine creato Stylein nel 2011. Quando hai capito che stava diventando qualcosa di importante? Dopo il mio primo fashion show a New York. Il buyer di Barney’s, che era presente, mi chiese un incontro per il giorno successivo. Rimasi letteralmente di stucco. A qui tempi la collezione era fatta interamente a mano e non ero pronta per un passo simile… Qual'è il primo negozio importante dove hai fatto il tuo ingresso? Tutti i miei clienti sono importanti in egual misura. Tuttavia ricordo la grande felicità e soddisfazione quando sono entrata nella catena giapponese AND A, che conta 13 negozi. Come potresti definire il tuo stile in poche parole? Femminile, bello e pulito ma anche forte, punk e rock. Lavori prevalentemente con monocolori. Ritengo sia ancora più diffiicile creare qualcosa di unico e con un taglio moderno ed elegante in questa maniera. Ho ragione? Sono assolutamente d'accordo! E 'una sfida convertire la semplicità in qualcosa di interessante. Ma quando ci riesci, diventa magia. Ci sarà un'evoluzione del tuo stile a livello cromatico e di fantasie, o vuoi rimanere molto coerente alla linea che stai seguendo? Continuiamo a sviluppare la nostra creatività ogni stagione, e non vediamo l'ora di intraprendere nuove sfide, nuovi colori e modelli, ma sempre rimanedo coerenti al nostro stile. Sei Svedese, ma lavori anche New York. Cosa ami e cosa non sopporti dei 2 posti, e quale influenza invece hanno apportato entrambi al tuo stile? Credo di avere dentro di me la semplicità svedese,
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“Credo di avere dentro di me la semplicità svedese, il bello e il pulito sono espressione tipica della cultura nord europea e della Svezia. E’ un riflesso della nostra natura, e inevitabilmente si traduce in una creatività del tutto particolare.” il bello e il pulito è espressione tipica della cultura nord europea e della Svezia. E’ un riflesso della nostra natura, e inevitabilmente si traduce in una creatività del tutto particolare. New York ha tutto e molto di più. Non riesco a distinguere un tipico stile newyorkese, ma sono onorata e grata di potervi lavorare con Stylin. Forse è proprio il contrasto fra la pulizia svedese e il caos newyorkese a colpire? Amo l'energia a New York, tutto è aperto 24 ore al giorno, e puoi incontrare tutto il mondo ad ogni angolo.Trovo frustrante che ci sia sempre qualcosa da fare, qualcosa da vedere, mentre amo la natura svedese, la calma. Non troppa però. Stai entrando sul mercato italiano. Conosci l'italia? E cosa ti aspetti da questo paese? Sono estremamente felice e onorata di poter entrare sul mercato italiano. L'Italia a livello globale è sempre stata in prima linea quando si tratta di moda. Ci sono dei negozi bellissimi e brand favolosi e di ispirazione. E’ un privilegio essere parte di tutto questo. Sono stata spesso in l'Italia e i miei luoghi favoriti sono Milano e la costa della Liguria. Milano per il cibo e vino (amo "la tradizione apertivo"). La costa della Liguria, perché è incredibilmente bella. Ci sono stata la scorsa settimana con il mio ragazzo ed è stato così romantico. Con quale stilista ti piacerebbe collaborare? Ammiro molto Rick Owens, e se devo dire un nome è sicuramente il suo. www.stylein.com
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Shop
WAIT!SHOPS INTERVISTA AI MIGLIORI FASHION STORES ITALIANI:
Banana Moon
di Marco Bianchi Wait! Magazine è distribuito in oltre 200 tra i migliori fashion store italiani. Era giunto il momento di intervistarli anche qui sul nostro magazine! Wait! vuole così ringraziare la partership con questi shop, che ci ospitano con tanto affetto dando loro visibilità, creando partecipazione e allo stesso tempo ascoltando il loro interessantissimo, fondamentale, parere sui brand più caldi e le ultime tendenze. Questo numero è la volta di Banana Moon, a Bari. Nome del negozio? Banana Moon Come mai questo nome? L'ispirazione del nome del negozio è nata da un viaggio a Londra da cui è stato preso spunto anche per la totale piastrellatura con le mattonelle bianche 10x10 cm che tuttora resistono, e si rifà al periodo pop che spopolava in quegli anni. Quando è nato lo store? Immagino nel 1978... Esatto, nel 1978. Dove si trova? Corso Cavour 45, Bari. Chi è (o chi sono) i titolari dello store? Carofiglio Raffaele. Descrivete il vostro gruppo in 3 parole? Modestia, grinta, successo. Se non gestiste un negozio di abbigliamento cosa fareste nella vita? Gireremmo il mondo. Avete una filosofia particolare?
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Si.. Intuire il trend del momento viaggiando per le fiere, sfogliando le riviste del settore, osservando i giovani e il loro modo di pensare e vivere e sondando i social network. Che marchi tenete? In questo momento i più forti che ci stanno danno grandi soddisfazioni sono: Adidas Original, Nike 6.0, Wesc, Tokidoki, Freitag e Eastpak.
“Il consumatore è sempre più esigente ed attento ai brand, quindi riteniamo sia strategico trasformare lo store in un punto di aggregazione per i giovani.”
Qual’è stato il brand di maggior successo della scorsa stagione? Adidas Original. E quello rivelazione? Tokidoki. Quale invece potrebbe essere il prodotto o il
brand MUST HAVE della prossimamente stagione? Punterei ancora su Adidas Original. Quale prodotto, al di là del volume di vendite, ti ha dato maggior soddisfazione vendere ed orgoglio a proporre? Sarò ripetitivo, ma Adidas Original. Quale brand vorreste inserire prossimamente…? Abbiamo vari progetti e ci muoviamo a seconda di come vanno le tendenze tra i giovani. Sicuramente l'abbigliamento streetwear è in forte espansione. Quali caratteristiche deve avere un marchio per poter entrare nella vostra brand list? Deve essere propositivo e creativo e deve avere una grande comunicazione nei mass media. 3 canzoni (nome canzone e autore) che amate mettere come sottofondo musicale nel vostro store. Insomma, qualcosa che si addice al vostro spirito. Notorius B.I.G (Juicy), Tu Pac (Changes), Fibra (Rap futuristico). Come si è evoluto il negozio da quando avete aperto? Come pensate si evolverà nei prossimi anni? Sin dagli anni ‘80 Banana Moon è stato un punto di ritrovo dei giovani skaters e riders di bmx. In questo periodo di grande fermento secondo noi lo streetwear darà dei grossi risultati visto che è impostato a 360 gradi dai social network e dai media. Il consumatore è sempre più esigente ed attento ai brand, quindi riteniamo sia strategico trasformare lo store in un punto di aggregazione per i giovani. Se un giorno apriste un negozio fuori dall’Italia dove vi piacerebbe andare? A Londra o in Danimarca. Fateci i nomi e la descrizione di 2 vostri clienti leggendari. Poi salutateli. Il nostro negozio ha un riciclo di clienti così vasto che non abbiamo un vero e proprio abituer. Li salutiamo e ringraziamo tutti! www.carofigliogroup.com
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On
FOCUS ON
Man
Trench, pantaloni, camicia e cardigan Andy Richardson
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Rivieras special edition in collaborazione con Surface To Air
Cardigan in felpa con alamari Miito Milano
Sperry Top-sider by Band of Outsiders
Band of Outsiders x Leroy Grannis polo
Kris Van Assche x Eastpack bag
Dries Van Noten Craine shirt
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Parka in felpa con imbottitura staccabile in pellicciotto sintetico Byg Bang
Swatch “Eyescape� special collection by Rankin
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Castaner canvas desert boots
New colored Iron Samurai watches
Raw Power Kurt black t-shirt
Chronicles of Never sunglasses
Bolongaro Trevor Who dirty union jacket
T-shirt Byg Bang
Giuliano Fujiwara desert boots
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On
T-shirt Monoty Clothes Nixon Time Teller special Ed. Beastie Boys
Alexandre Herchcovitch x New Era cap
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Felpa con cruciverba “scrivibile” Coolcha
E’ tradizione dei surfisti Hawaiiani tagliare la maglia in tre punti, come se fosse stata azzannata da uno squalo, per esorcizzare l’attacco dei feroci predatori del mare. Malph ha realizzato per questa collezione una tshirt davvero speciale. Un materassino stampato, ma con una valvola vera… una pinna che emerge dall’acqua…. E sul retro del collo, i 3 tagli.
FASHION MAN_Focus
On
Adidas Originals ObyO by Jeremy Scott
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T-shirt Das Monk
T-shirt Il Deboscio
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T-shirt Boom Bap
T-shirt Eleven Paris
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Review
Brand Reviews di Marco Bianchi
Sandqvist
Playhat Un nuovo brand di scarpe, tutto italiano. Scarpe in pelle, morbidissime con lavaggi e tinture con un effetto used semplicemente stupendo. Ve le segnaliamo… potrebbero presto diventare un nome molto conosciuto. Il designer si chiama Matteo Marziali e il prodotto è iteramente Made In Italy. La nuova collezione è ispirata ai colori della natura e utilizza materiali naturali come canvas, lino e la paglia che in alcuni modelli è presente sul fondo della scarpa assieme alla gomma. A me piacciono da morire. Viste, toccate e consigliate. www.playhat.it
Nato a Stoccolma nel 2004, Sandqvist è un brand di borse e accessorio che combiano stile e semplicità. Il loro pezzi tipici uniscono canvas e pelle. Il pezzo iconico è il loro zaino Stig che vedete in foto. www.sandqvist.net Info italia: info@fnvitaly.com
Basicon Suit E' il marchio scandinavo sulla bocca di tutti. Nato nel 2004 in Danimarca è in costante espansione su tutti i mercati europei. Difficle trovare un singolo capo che vi sconvolgerà: è l'intera linea che mostra una combinazione micidiale di fit, ottima qualità per creare un look classico a cui è dato un tocco moderno e contemporaneo. Il prezzo è assolutamente competitivo. Ancora una volta i paesi del Nord fanno scuola di stile (e di business). www.suit.dk Info italia: info@fnvitaly.com
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E' il nuovo marchio che può diventare sinonimo di chino. Interamente made in Italy. 2 fit: slim e regular. Uomo e donna. Ampia varietà di colore e un dettaglio killer: la cinta in corda stile 'frate. www.basicon.it
You Footwear E' il frutto delle menti di 2 creativi: Max Bosio, un visual designer italiano e Alon Simian, un fashion designer di origini israeliane.,Ecco un nuovo brand che presenta un ibrido tra sneaker e scarpa classica. Già Volta ha indicato la via. Queste sono rivolte al mercato alto e luxury. Pellami italiani, realizzazione impeccabile. Monocolore e bicolor. Una caratterista suola nel materiale tipico delle Clarks. Un dettaglio riconoscibile: la lunetta cucita sul retro del tacco, spesso in contrasto. www.youfootwear.com
Rivieras Leisure Shoes I francesi di Riveras Leisure Shoes, sono scatenati. Società fondata nel 2008 da Dan Amzallag e Fabrizio Corveddu, sono scarpe che riportano in grande tendenza un look old-fashioned… quello delle scarpe di moda in Spagna in Costa Blanca, negli anni successivi alla seconda Guerra Mondiale. Una scarpa presentata al Pitti in tantissimi varianti di colore e fantasie. Mantenendo la suola in gomma, Rivieras offre variazioni di materiali sulla tomaia, andando dal mash di cotone alla paglia. Potrebbe essere uno dei grossi must have della prossima stagione, c’è odore di fenomeno. Il prezzo di uscita, attorno ai 55 euro, aiuterà di sicuro la diffusione. www.rivieras-shoes.com
Civic Duty Le peculiarità delle Civic Duty è il materiale di cui sono fatte il Tyvek, un tessuto brevettato da DUPont, già utilizzato per le buste delle spedizioni, ad esempio di Fed Ex, E’ una specie di tessuto simil-cartaceo, ma idrorepellente e molto resistente.E’ un materiale totalmente ‘green’ e riciclabile. Ora ci han fatto le scarpe. Sono in tanti colori, alte e basse. E quell’aspetto stropicciato è irresistibile. Saranno distribuite da ArtCrafts International (distributori in Italia di bran quali le Crocs…), quindi ci aspettiamo che saranno proposte con una certa visibilità. Il prezzo poi, sarà interessante..attorno ai 7080 euro circa. www.civicdutyshoes.com
Silent People Realizzate con materiali vintage, ma di grande interesse: giubbotti di Burberry, Moncler, Barbour, oppure giacche in pelle della polizia tedesca degli anni ’70, tende da campo della Seconda Guerra Mondiale. Quello che viene alla luce è una borsa artigianale che profuma di mito e di storia. Rigorosamente unisex. Borse che assumono forme ricche di fascino e dal design originale. Silent People è un brand tutto italiano, creato da Franco Braguglia e Filippo Biancoli, il quale ricerca la “materia prima” per queste creazioni. www.silentpeople.it
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Plastique Gioiellini in plastica acrilica. Se ne sono visti tanti ultimamente. Ma non avevamo ancora visto anelli e collane con i profili delle città e dei monumenti più famosi. Si chiamano Plastique. Deliziosi. www.facebook.com/plastiqueshop
Artisanal Ansatz Artisanal Ansatz è una piccola scuola di designer, principalmente influenzata da surrealismo, arte povera e creatività belga. Hanno creato questa piccola linea-capolavoro di tshirt. Su un foglio di quaderno a quadretti, gli studenti della scuola disegnano con penna a sfera caricature di personaggi culto come Andy Warhol, Woody Allen ,Snoop Dogg, Notorius, Big Quentin Tarantino e David Bowie. Escono a 55 euro.www.artisanalansatz.com
Peter Non Peter Non. Peter dal greco ‘pietra’. ‘Non’ perchè si tratta di una non-scarpa. Una scarpa che trascende la funzione. Che non è fatta per fare questo o quello. Non mi stupirei nemmeno che inizialmente quel “Non” sia preso in prestito proprio dalla Val Di Non, visto che queste scarpe italianissime sono realizzate, così recita il sito, ai piedi delle Dolomiti. Una scarpa originale, artigianale. Con un sapore shabby chic. Mi ricordano un po’ per lo spirito Birkenstock , un po’ Anniel ma in fondo hanno una loro personalità unica e spiccatissima. E’ per questi valori il successo potrebbe essere dietro l’angolo. Sono disponibili in versione alta, e anche in sabot. www.peternon.com
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Boom Bap Nome. Boom Bap. Sottotitolo: French Kick Ass brand. Insomma un marchio francese che spacca il culo. Sul genere c’è già un altro francese, Eleven Paris che si è fatto conoscere in tutta Europa. Boom Bap, gioca anch’esso sui divi, ma si focalizza ancor più su personaggi degli anni ‘80 e le icone della Tv. Alcune grafiche sono disegni a mano dal sapore esoterico. Gusto festaiolo, irriverente, anticonformista. Foto che sanno di leggenda sparate su t-shirt e mischiate con sapiente gusto grafico… Ecco i personaggi della Love Boat, MrT o Pharell abbracciato al pupazzone blu. Le t-shirt sono soffici come burro e ben curate. Il prezzo al pubblico è sui 30 -35 e con queste premesse in Italia, fa il botto, anzi il boom (bap). Info per l’italia: www.profilexpo.com www.boombapwear.com
FASHION WOMAN
FOCUS ON
Woman Marsell open toe shoes
Henrik Vibskov Oscar scarf
Camilla Skovgaard open toe shoe boots
Kurt Geigel golden sandal
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Malph tank dress
Iris Van Herpen x United Nude
FASHION WOMAN
Wildfox Couture Bodysuit (80’purple.com)
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FASHION WOMAN
MISS VAN & ANAOANA Miss Van ha iniziato a dipingere per le strade di Tolosa all’inizio degli anni ’90 conquistandosi un posto nella la scena globale della street art. Anaoana è una fashion designer residente a Barcellona, che ha lanciato nel 2001 il proprio brand. I due talenti si sono uniti per il progetto limited edition Miss Van & Anaoana in una riuscitissima commistione fra arte e fashion. www.missvan-anaoana.com
FASHION WOMAN
Adidas Originals ObyO by Jeremy Scott
Cambridge Satchel Company bags
Illesteva Frieda sunglasses
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FASHION WOMAN
FOCUS ON
Woman WE ARE HANDSOME Scenari onirici, mutiati dal mondo delle favole. Irreali. Lupi, cavalli neri e lucenti, mongolfiere, campi di grano e paesaggi montani, cieli viola. Un immaginario inusuale per il tradizionale beachwear, volto a soddisfare una clientela di nicchia.Immagini che diventano arte da indossare. Nello specifico si tratta di stampe fotografiche riprodotte con colori accesi, quasi sovraesposti, su costumi, che siano interi o bikini ma anche su capi coordinati come pantaloni, mini-abiti e body. wearehandsome.com
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FASHION WOMAN_Sneakers Donna
FOCUS ON
Sneakers Woman
Adidas M Attitude Logo
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Reebok Freestyle Hi Classic vintage Collection
Atmos x Reebok Top Down
Nike Apricot Air Pack
Nike x Liberty of London Moc Sandals
FASHION_T-shirts
FOCUS ON
T-shirt
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PEP MARCHEGIANI Pep Marchegiani è il nome della griffe, nata dal sodalizo con Restore Project, lanciata nella stagione estiva 2011 è presente in 170 tra le migliori boutique d’Italia, il debutto con la linea uomo ha provocato un vero shock nel mercato nazionale. Ironia, polemica e trasgressione nelle vetrine e nelle gallerie d'arte luogo deputato dalla quale nasce. Pep Marchegiani è infatti un artista tra i massimi esponenti della corrente NeoPop. Le sue opere e le mostre personali stanno facendo parlare l'ambiente artistico. Quasi 30mila sono le visite giornaliere nel suo sito e della sua pagina ufficiale su face book. www.facebook.com/pepmarchegiani www.pepmarchegiani.it
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FASHION_Sneakers
FOCUS ON
Sneakers cult Nike x Liberty of London
Adidas Hardland
Nike Air Dunk - Hyperfuse Pack
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Nike Air Force One - Hyperfuse Pack
Gienchi Studded Sneakers
Forfex x Sanrio‘50 anniversary
Android Homme x Big Boi
Adidas Originals ObyO by Jeremy Scott Panda Bear sneakers
Supra Flag Pack
Vans Vaul Espadrillas
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FASHION_Sneakers
FOCUS ON
Sneakers Premium VANS + HERMES Vi piacerebbe una collaborazione tra Hermès e Vans? Sono sicuro che facendo questa domanda ai rispettivi clienti della maison francese e del produttore di sneakers la risposta sarebbe “no”, visto che sono teoricamente agli antipodi. Grazie ad una precisa richiesta di Robert Verdi oggi questo insolito binomio diventa realtà. Lo style expert americano ha chiesto a Vans di produrre le sue famose slip-on usando i foulard in seta Hermes della sua collezione personale, ed ecco i risultato: veramente una bomba, “quando gli opposti si attraggono”. Sfortunatamente faranno bella mostra solo nella sua collezione privata, per ora… L.C.
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ART_Exhibitions
ART_
Exhibitions
di Manuela Pizzichi
“STREET PARADE” 7/31 LUGLIO 2011 MONDO POP GALLERY ROMA
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Per dirla tutta, subito e alla Magritte: “Questa non è una mostra”. Insomma, non semplicemente. Le punte di diamante nazionali e internazionali della popular art nelle sue forme più varie, dalla Lowbrow alla Urban, riunite nel cuore di Roma e fin qui poco di strano. Se non fosse che in questo caso, accanto ai loro migliori lavori, c’è spazio anche per un nuovo concetto espositivo e di opera in generale: quotazioni di vendita rivedute diventano accessibili e una galleria senza l’ombra di facoltose mummie attempate in visita accoglie un pubblico di possibili clienti e appassionati squattrinati, come un concept store del prodotto artistico low-cost a 360 gradi, dai toys al dipinto, dalla stampa alla t-shirt. Senza dubbio, c’è da apprezzare e approfittarne. Parliamoci chiaro ora, l’arte non è per tutti: basta darsi un occhio intorno e farsene una ragione, Questa volta però, la scelta è un privilegio tutto di testa e non di portafoglio.
“BOB E NICO” 5 MAGGIO / 6 AGOSTO 2011 PALAZZO PEPOLI BOLOGNA Lui: regista, sceneggiatore e premio Oscar. Comicità, cultura e talento ai livelli più alti e un’eterna faccia da bischero, da cascarci a prima vista. Così com’è successo a Lei: occhi dolci e voce anche di più, interprete delicata e intensa di quasi tutti capolavori del marito. La loro è un’avventura nata trent’anni fa: un’unione magica che esiste, resiste ed emoziona per quello che oggi rappresenta e nel tempo è stata in grado di creare. La storia di Nicoletta Braschi e Roberto Benigni prende forma tra le mura di uno dei palazzi storici di Bologna, allestito a museo per l’occasione: documenti inediti e grandi classici, spezzoni di film e locandine, costumi e scenografie ricostruite ci accompagnano in un percorso a sezioni, dagli esordi di entrambi ai grandi successi in coppia, sempre per mano e ognuno fedele alla propria strada. Stili e personalità diverse, quasi agli antipodi, forti una dell’altra e imprescindibili nella vita e nel lavoro, che insieme fanno sorridere e sognare come quelle favole glassate che non stufano mai.
“LIVE!” 21 MAGGIO / 7 AGOSTO 2011 CENTRO PER L'ARTE CONTEMPORANEA LUIGI PECCI, PRATO Dalla psichedelia scenografica on stage dei Pink Floyd ai Beatles luminosi di Lodola. Da Sid Vicious sotto teca nell'opera dello scultore inglese Gavin Turk all'ironia blasfema di La-Chapelle e i suoi pseudoscatti al re del pop ormai defunto, Dalla banana in copertina dei Velvet Underground con firma e benedizione di Andy Warhol ai disegni di Keith Haring cresciuto sulla pista del Paradise Garage, primo storico dance gay-club multiculturale newyorkese che aprì le porte alla Street art e a nuove epoche creative e sociali. Arte e musica a spasso insieme, sempre e comunque, dai goduti tempi di Woodstock ai giorni nostri un pò più vuoti e amari: mamme e figlie della storia e del cambiamento, interpreti perfette dell'evoluzione degli ultimi 40 anni. Una lunga storia d'amore di musica e immagini che questa mostra ripercorre tra dipinti, video, sculture, installazioni, dischi, foto e non solo. In collaborazione con Ceres e Fender: birra e chitarre, non fa una piega.
“TRACEY EMIN: LOVE IS WHAT YOU WHANT” 18 MAGGIO / 29 AGOSTO HAYWARD GALLERY, LONDRA Primo solo-show dell’esponente femminile più autentica e audace della banda degli Young British Artists, questa retrospettiva profonda celebra la carriera della Emin, segno dopo segno, come lei sa lasciare. Donna, amante e artista in discussione personale costante che ha fatto della violenza subita da ragazza la sua forza umana e artistica: inesauribile carica di rabbia sincera e di quel coraggio di esserci e farsi sentire, sempre per ciò che si è e mai per quello che ognuno preferirebbe far credere. Oggetti, scatti, insegne, schizzi e composizioni sono tracce sparse di un’intera esistenza in pezzi da ricomporre attraverso la storia che l’arte racconta. Il velo della retorica disfatto come il letto sporco di una della sue istallazioni più celebri e significative: intimità, orgoglio, sesso, vita e ancora vita, urlata nel silenzio di un’opera alla fine di una notte da (non)dimenticare, senza rimorsi sprecati e finti pudori.
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BASSANO DEL GRAPPA CLACSON Via Jacopo da Ponte 10/12, 36061 Bassano del Grappa (VI) EIGHTBALL Via Schiavonetti 22, 36061 Bassano del Grappa (VI) BERGAMO BAZAAR WEAR Via S. Alessandro 23/b, 24122 Bergamo CLUB 88 Via Papa Giovanni XXIII 88, 24122 Bergamo SPIN-OFF Via S. Alessandro 52, 24122 BG TALENT SCOUT Via Moroni Giovanni Battista 14, 24122 Bergamo BIELLA SUPERSTAR Via Italia 82, 13886 Biella (BI) BOLOGNA ONO ARTE CONTEMPORANEA Via Santa Margherita 10, 40123 Bologna ARTSINERGY Via S. Giorgio 3, 40100 Bologna 7MQ Via Bertiera 12/a, 40126 Bologna ELZAPOPPIN Via San Felice 36/A, 40122 Bologna FABRICA FEATURES Via Rizzoli 8, 40125 Bologna PEACOCK STORE Via delle Casse 4, 40100 Bologna PROTEC Via Portanova 2, 40123 Bologna SCOUT Via Righi 10, 40126 Bologna DANGER SAS Via Viviani 17, 40062 Molinella (BO) JADER JEANS Via G. Vittorio 2/a int 1, 40056 Crespellano (BO) BOLZANO A STORE Via Bottai 4, 39100 Bolzano BRESCIA BAZAAR WEAR C.so Martiri della Libertà N.21/a, 25122 Brescia BELOTTI CALZATURE Via Tien An Men 15, Roncadelle (BS) FIREHEADS P.zza Duomo, 25125 Brescia CORONABLU Via Vergnano 55, 25125 Brescia FORBICE P.zza Vittorio Emanuele 48 25034 Orzinuovi (BS) GUALTIERO JEANS Via Francesca Nord 1, 25030 Roccafranca (BS) HANGARD Via XXVI Aprile n. 55, 25032 Chiari (BS) MAYBE Via Roma 23, 25039 Travagliato (BS) REDRUM LUXURY CLOTHES SHOP C.so Cavour 2/C, 25121 Brescia CA.ST. DISTRIBUTION SRL Via Palestro, 46 25034 Orzinuovi (BS)
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COMO FABIO PELOIA CONCEPT 1, Via Rusconi 14, 22100 Como POPCORKN SHOP & STYLING Via XX Settembre 8, 22100 Como CREMONA CLEOFE Via Trento e Trieste, 69, 26100 Cremona CHECK POINT Via Petofi 4, 26041 Casalmaggiore (CR) GENKY SKATESHOP P.zza Garibaldi 4, 26041 Casalmaggiore (CR) CUNEO BEAT JEANS & STYLE Via Piandellavalle 2, 12084 Mondovì (CU) EMPOLI NAIVE Via Giuseppe del Papa 57, 50053 Empoli (FI) FERRARA ABB.AVORIO ANSALONI Via Bersaglieri del Po' 37, 44100 Ferrara UFFA SNC Via Puccini 8/a, 44021 Codigoro (FE) CALIFORNIA Via Provenzali 3, 44042 Cento (FE) VANGUARD Via Bersaglieri del Po, 31/c, 44100 Ferrara MARCO MOREO INDUSTRIE Via Giordano Bruno 109, 63017 Porto san Giorgio (FE) FIRENZE GERARD LOFT Via dei Pecori 36/R, Firenze FLOW STORE Via Vecchietti 20/26, 50100 Firenze GOLD Via Verdi 19/R 50100 Firenze GOLD Via Gioberti 54/R 50100 Firenze SOCIETÈ ANONYME Via G.B. Niccolini 3/F 50121 Firenze FOGGIA MANHATTAN FASHION STORE C.so Garibaldi 23, 71100 Foggia FORLI'/CESENA GLITTER Via Biondini 19, 47121 Forlì ZOLI SRL Via Campo dei Fiori 2, 47100 Forlì BLACK SHEEP C.so Mazzini 10, 47023 Cesena (FC) POSTA SRL Via Garibaldi 1, 47037 Savignano sul Rubicone (FC) PIPPO OLIMPICO Viale Roma 28, 47016 Predappio (FC) SCOUT Via Battisti 22, 47023 Cesena (FC) CORNER22 Piazza Almerici 22, 47521 Cesena (FC) GALLARATE KITCH P.zza Libertà - Galleria La Crocetta, 21013 Gallarate (VA) MARCO MOREO INDUSTRIE Via Damiano Chiesa 1, 21013 GALLARATE (VA) GENOVA BOX 86 Piazza Della Vittoria, 86/R. 16100 Genova
STUDIO 3 Via San Martino 12 Int. 5, 16131 Genova KISS POLLY Strad.ne S. Agostino 26R 16123 Genova IVREA TRIO P.zza S. Marta 4, 10015 Ivrea (To) JESOLO HOTSTUFF Via Bafile, 30016 Lido di Jesolo (VE) LATINA FRANKIE QUAKE Centro Comerciale Morbella, 04100 Latina LECCE MARTINA STEFANO RAPRESENTANZE C/o Duplex - Contrada Improvvisata, 73046 Matino (LE) THREESIXTY Via del Pozzo 6, 23900 Lecco SCOUT Piazza Mario Cermenati 23900 Lecco LEGNANO VINICIO DONNA Piazza Monumento 3, 20025 Legnano (MI) VINICIO UOMO Corso Italia 22, 20025 Legnano (MI) LIVORNO STRAUS Via dei Mulini 12, 57125 Livorno STRAUS Via Roma 1/F, 57125 Livorno LUCCA GIGOLO’ Via Calderia 10, 55100 Lucca FIACCHINI Via Carducci 8/A 55042 Forte dei Marmi (LU) MACERATA MARCO MOREO INDUSTRIE Via Ascoli 10/12, 62010 Montecosaro (MC) MANTOVA CHECK POINT Via Virgiliana 16, 46100 Mantova CHECK POINT Via Mantova 48, 46041 Asola(MN) SPORTIME Via Orefici 29/31, 46100 Mantova SPORTIME Via Bracci 53, 46100 Mantova BIG ONE SHOP Via Grossi 11, Viadana (MN) MESSINA CHIRICO BOUTIQUE SRL Via Dei Mille 68-70, 98122 Messina
ETTORE TARONI SHOWROOM Via Enrico Fermi 1/C, 41057 San Vito, Modena AMARANTO C.so Adriano 13 A, 41100 Modena EXTREME Via Sassi 1, 41100 Modena PUNTO SPORT Via Giardini 338/340, 41041 Casinalbo (MO) TRAPPER DI FLORI Via Libertà 34, 41029 Sestola (MO) YANKEE DI CATTANI Corso A.Pio 36, 41012 Carpi (MO) ALESSANDRO G Via N.sauro 34 41013 Manzolino (MO) OFICINA P.zza G.Garibaldi 84, 41049 Sassuolo (MO) MONZA E BRIANZA PESSINA ACTIVE Via Italia 3 Monza CARNELLI Via Italia 36, Monza SHAPE SRL Via degli Scotti 4, 20040 Busnago (MB) DAYBREAK Viale Ugo Foscolo 7/9, 20052 Monza BALTIMORA FASHION STUDIO Via Aliprandi 19, 20052 Monza NAPOLI JUNIOR Galleria Vanvitelli - Vomero, Napoli JUNIOR Riviera di Chiaia 261, Napoli FONOTECA Via Morghen, 31 c/f, 80127 Napoli FASHION VICTIM ® STORE Via solimena 87 a 80128 Napoli OLBIA CRACKERS SNC Via Sassari 4, 07026 Olbia (OT) PADOVA MAGLIFICIO CIEFFE SRL Pass. Del Bottesin 15, 35028 Piove di Sacco (PD) PARMA BRANDO Strada Repubblica 19, 43100 Parma JUST RANGE Via Monte Penna 9, 43100 Parma SURFIN IN PARADISE Via Emilio Lepido 31/A, 3100 Parma VERDI PROMESSE Viale Pertini 5, 43044 Collecchio (PR) IMPRONTA SRL Borgo S.Biagio 4/b, 43100 Parma GALLERIA 70 SNC Piazza Ghiaia 25, 43100 Parma US 107 STREET Via N.Sauro 5/a, 43100 Parma GIAMMARIA MONTACCHINI Via Cavour 10/b, 43100 Parma BEFORE! APPAREL STREET CONCEPT STORE Borgo Giacomo Tommasini 14/C, 43121 Parma IMPRONTE P.zza manara 2, 43043 Borgo Val di Taro (PR)
MILANO ANTONIA BOUTIQUE Via Ponte Vetero 1 ang. Via Cusani, 20121 Milano ANTONIA MAN Via Ponte Vetero 9 ang. Via Sacchi, 20121 Milano 247 SHOWROOM Via Pestalozzi 4, Area San Cristoforo, 20143 Milano AMI BAR Via P. e A. Pirelli 14, Bicocca la Piazza, Milano ATOM PLASTIC MILANO Via Volta 6, 20121 Milano BLUE DISTRIBUTION Via Dionigi Bussola 9, 20143 Milano CIRCOLO MAGNOLIA Via Circonvallazione Idroscalo, 41 20090 Segrate (MI) EASTPAK STORE C.so di Porta Ticinese 46, 20122 Milano FALCONIERI Via Uberti 6, 20134 Milano FRAV Corso di Porta Ticinese, 83 ang. Via Vetere, 20123 Mi GOA CORPORATION Via A.Sciesa 22,20135 Milano HOOP SHOP Via Dante 18, 20017 Rho (MI) IEFFE RAPPRESENTANZE Via Morimondo 16 (Ex Richard Ginori) 20143 Milano J.A.T. Via Morimondo 21, 20143 Milano JUMP Via Sciesa 2/a 20100 Milano JUMP Via Pacini 13, 20100 Milano MASCHERONI Via Prealpi 28, 20034 Giussano (MI) MELODY MAKER Via Tortona 5, 20144 Milano MULINO DOKS DORA Toffetti 9 20139 Milano NOLITA LOFT V.le Crispi, Via Varese 7, 20100 Milano OLIMPIA D. via Carlo D'Adda, Milano PINK Via Sannio 20, 20135 Milano SAPI C.so Plebisciti 12, 20129 Milano SIZE Via Muratori 38, 20135 Milano SKIPINTRO Via Donatello 2/m 20100, Milano SOTAVENTO V.le Lecchi 7/9, 20135 Milano SPAZIO Alzaia Naviglio Grande 14, Milano SPECIAL C.so di Porta Ticinese 80, 20123 Milano STUDIO MILANO Via G. Bugatti 12, Milano OFFICINE TESSILI Showroom, Centro Le Pagode s.s. 11 padana superiore n° 30, 20063 Cernusco Sul Naviglio (MI)
PAVIA GLAMOUR CAFE’ C.so Cavour 20 (presso Centro Poli), 27100 Pavia MINERVA BAR & LOUNGE P.zza Mierva, 27100 Pavia SAFARA’ Via Strada Nuova, 27100 Pavia SUPER*FLY DELUXE Via Parodi 3, 27100 Pavia UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA Biblioteche, Bar Cravino, Bar Centrale
MODENA
REGGIO CALABRIA
PERUGIA BUSINESS BRAND Via XX Settembre 33, Foligno (PG) PIACENZA BACICCIA Via Dionigi Carli 7, 29100 Piacenza MAX FASHION P.zza Duomo 12-13, 29100 Piacenza SPEED SNC Corso Matteotti 46/c, 29015 Castel S.Giovanni (PC) TAMY E CO. Viale 20 settembre 136, 29100 Piacenza GOLDEN SPORT C.so Vittorio Emanuele 120, 29100 Piacenza L'ALTRO SPORT Via Felice Frasi 25/c, 29100 Piacenza WHITE Via Mazzini 5, Castel San Giovanni (PC) PISA GIGOLÒ C.so Italia 51, 56125 Pisa ROYALE STORE P.zza San Paolo all'Orto 2, 56125 Pisa BEAT Corso Matteotti n. 139 – Pontedera (PI) PORDENONE SETTIMO CIELO P.zza del Popolo 15/D, 33077 Sacile (PN) PORTOGRUARO SBORC STREETWEAR Via Martiri Della Libertà 115 30026 Portogruaro (VE) RAVENNA SPACE BOUTIQUE Viale Matteotti G. 26/A, 48015 Milano Marittima (RA) MADE & USED Viale Gramsci 43, 48015 Milano Marittima (RA) CODICE 7D Via Pistocchi 7/d, 48018 Faenza (RA)
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TREVISO PROSPECTING by Slash, Piazza della Dogana 10 31100 Treviso TV SETTIMO CIELO Via Rosselli 23/d, 31015 Conegliano (TV) VENEZIA BRICK LANE man street style, Via Cairoli 106, 30031 DOLO (VE) DAVIDE SPORT di Davide Liva, P.zza Marconi 27, 30038 Spinea (VE) VERONA DOUBLE FIVE SRL Via Adua 16, 37121 Verona MR GULLIVER Via San Vitale 37/E, 37129 Verona FASHION NO VICTIM Viale Del Lavoro 22/D, 37036 San Martino Buon Albergo (VR) BLUE DISTRIBUTION SRL Via Pietro Vassanelli 52, Bussolengo VIGEVANO RUMBLE FISH Via Buozzi 12, 27029 Vigevano (PV) HOSTARIA DEL MERCATO VECCHIO Via C. Battisti 9, 27029 Vigevano (PV) CUBE P.zza Sant’Ambrogio 2, 27029 Vigevano (PV) KIBO Via Rocca Vecchia 1/C, 27029 Vigevano GLAMOURCENTER Via Mondetti, 11/A 27029 Vigevano CENTRO POLISPORTIVO SANTA MARIA Via S. Maria 80, 27029 Vigevano