Editoriali
Yubz, è una cornetta dorata da attaccare al vosto iPhone. Costa 40 euro. www.yubz.fr
Fisheye di Paul Smith è una macchina fotografica di grande stile e ottima qualità. Costa 150 dollari. Particolarmente adatta a ritratti e inquadrature grandangolari. www.paulsmith.co.uk
Ver 1.5 è una stazione iPod in legno dalla perfetta resa sonora. Costa 219 dollari. www.versaudio.com
Chi lʼha detto che il giradischi è passato di moda? Questo si chiama Diamond e costa 3.900 euro.
Keian Japan, è una cornice elettronica in grando di stampare anche le fotografie che scorrono. Come se non bastasse possiede un lettore mp3 incorporato. La leggendaria Polaroid è morta? Ecco il futuro. Zink è una fotocamera da 5 megapixel prodotta da Tomy che stampa direttamente mini-foto. www.zink.com
"Cassetta" USB. Personalizzabile e ordinabile a 19.99 dollari su www.makeamixa.com
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hi-Fun Funn
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the new sound
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Zerbino double-face “Come in -Go away” di Suck Uk www.suck.uk.com
Vintage Shelve. Libreria intagliata “in negativo” da un unico pezzo di legno. Di JarenGoh Design. www.jarengoh.com
Pouf ispirato a Pac Man, Prodotto da Qayot. www.qayot.it
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Sembra un pezzo di lego ma è un radiatore. Brik di Marco Baxadonne per Scirocco www.scirocco.it
Vogue, divano ibrido di Zanotta.
SofĂ insolitamente angolare. Di Lila Yang.
Rabbit Money Bank. Di Paul Smith. www.paulsmith.co.uk
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PEDRO DE KASTRO Visioni da un futuro oscuro Intervista di Beppe Donati Pedro De Kastro, nato a Lisbona nel 1971, a 19 anni si arruola tra i paracadutisti portoghesi. Tempo dopo ricomincia gli studia artistici da autodidatta e nel 2001 si trasferisce in Brasile. Le sue opere maestose e oscure rivelano un artista moderno capace di utilizzare tecniche che risalgono al 1700 e ad artisti come Giambattista Piranesi per creare ipotetici scenari apocalittici dalla violenta efficacia visuale. Dove e quando hai appreso le tecniche che usi per creare i tuoi disegni? Puoi fornirci qualche dettaglio su queste tecniche e sul processo di lavoro che utilizzi? Sono autodidatta. Disegno da quando avevo tre anni e nel 1981, a dieci anni, i miei genitori mi regalarono un set da disegno con tre penne a china. Da allora amo disegnare con le penne a china e creare tutte quelle insane raffigurazioni dominate dai contrasti bianco/luci - nero/ombre. La mia tecnica di chiaroscuro amplifica le caratteristiche monumentali delle strutture. Uno spazio molto suddiviso, nel quale gli oggetti luminosi sullo sfondo spingono fuori, vero chi osserva, gli oggetti scuri in primo piano. Gli universi fantastici e le realtà alternative come il lontano futuro e il post-Apocalisse mi hanno sempre affascinato più di qualsiasi altra cosa. Ho sempre voluto infilarmi nelle catene del continuum spazio-temporale e vedere l'invecchiamento delle città attraverso i millenni, dritto fino a un lontano futuro post-apocalittico. Lo raggiungo solo grazie alla mia immaginazione e ai miei sogni. E' un compito coinvolgente prendere un paesaggio conosciuto dei giorni nostri e trasformarlo in un altro scenario perso in un futuro oscuro. Non riesco a evitare di osservare un paesaggio o uno scenario che mi circonda, che sia una strada, uno scorcio qualsiasi, una spiaggia, una città, senza immaginare quello stesso stesso scenario dopo una metamorfosi, in un futuro collocato tra migliaia di anni. E' impossibile evitarlo. E' come se una sensazione incontrollabile di prigionia divorerebbe la mia essenza, se guardassi le cose intorno a me solo nel modo in cui sono. Oltre ogni struttura ce n'è un'altra, ancor più fantastica. Ancora più pazzesca. Ogni cosa è un esercizio di pura immaginazione. Al contrario delle visioni immaginarie coscienti, i miei sogni di un futuro devastato non sono volontari. Si restringono per invadere il mio spirito dormiente e portarmi in mondi di pura fantasia. O di incubo. Che è quel che sono, nella maggior parte dei casi. Ma quegli incubi non riescono mai ad anestetiz12
zare il mio procedimento creativo. Al contrario, i sogni infernali mi forniscono immagini e di conseguenza mi ispirano più di ogni altra fonte. E più sono angosciosi gli incubi, maggiore è l'impatto visivo dei disegni risultanti. Nei miei lavori è altrettanto cruciale l'elemento nostalgico. Le mie rovine architettoniche di un'era devastata sono un esempio dell'indissolubile combinazione di desideri spaziali e temporali che scatenano nostalgia. La caratteristica principale della nostalgia è che ha a che fare con l'irreversibilità del tempo: qualcosa nel passato non è più accessibile. Ma il desiderio nostalgico per un passato è sempre anche il desiderio per un altro poto. La nostalgia non è mai estranea, quando parliamo di antichità o di rovine romantiche. Siamo nostalgici delle rovine della modernità perché sembrano conservare ancora una promessa che è svanita dal nostro tempo: la promessa di un futuro diverso. L'erosione e il decadimento naturale delle rovine indicano l'aspetto centrale dell'immaginario sotteso: il ritorno dell'architettura alla Natura. Il livello di dettaglio nei tuoi disegni è impressionante. Quanto tempo ti serve per completare un singolo lavoro? Ti ringrazio. Il problema principale nel creare i miei paesaggi è il fattore tempo. Non ho un metodo o una particolare disciplina. Disegno per alcune ore e poi mi fermo. Le soste possono essere di pochi minuti o posso-
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no durare ore o anche giorni. Non c'è pressione. Devo essere estremamente concentrato quando creo le mie raffigurazioni, e quando comincio a perdere attenzione al disegno mi fermo immediatamente, per preservare la sua qualità. Per me è cruciale. A volte impiego un mese a realizzare un disegno in formato A4 (29 x 21cm), così come posso impiegare tre o quattro mesi per un disegno più grande, come il formato 70 x 100cm. Molte persone pensano che tutto il tempo che impiego per un disegno sia costituito dal procedimento a china, ma quello è solo il 50%. Creare la composizione a matita è l'altra metà. Quali artisti hanno influenzato la tua arte? Piranesi e Bilal. Affermi che i tuoi disegni ritraggono la visione nostalgica di un mondo da incubo, dove tu sei già stato. Pensi che qualche film, romanzo o dipinto ti abbia influenzato durante l'infanzia? Direi Blade Runner e Il pianeta delle Scimmie. Tornando alla domanda precedente, può l'arte cambiare la vita delle persone? L'arte può cambiare le vite di quelli la cui mente è predisposta a ciò. Quanto ti senti brasiliano, dal momento che ci vivi dal 2001? Mi sento cittadino del mondo. Il Brasile è un paese migliore per un artista rispetto al Portogallo? Lasciai l'Europa perché ero stanco del Vecchio Mondo e perché ero stanco di
come andava la mia vita. Nel 2001, dopo un viaggio in Bosnia, ero già dell'idea di lasciare l'Europa per lungo tempo. Avevo bisogno di un cambiamento drastico. Avevo bisogno di rinascere. Ero affascinato dal continente mitico dall'altra parte dell'Atlantico e dell'Equatore. Sono venuto in Brasile per una nuova vita, un nuovo orizzonte e un nuovo sole. Non sapevo nulla sul mercato dell'arte da queste parti. Per me e la mia arte sì, è un paese migliore, ma tutti mi chiedono perché, essendo europeo, ho lasciato l'Europa, dove i principali centri artistici come Parigi, Barcellona, Londra, Berlino, Roma sono così vicini a Lisbona... Pensi che una guerra nucleare sia un pericolo concreto oggigiorno? Sì. Fin da quando ero un bambino sono tormentato da incubi infernali nei quali Lisbona è un mondo di ombre devastato, alla fine dei tempi. Questi incubi marci li ho ancora oggi, con oscure visioni di diverse capitali del mondo. La Guerra Fredda è finita, ma ciò significa che l'incubo nucleare è sparito? La più piccola possibilità che si verifichi un tale cataclisma non scomparirà mai, fintanto che ci sono arsenali nucleari dislocati in silos sotterranei sparsi per tutto questo pianeta blu chiamato Terra. La mia arte contiene un deciso messaggio contro la guerra e contro il nucleare, poiché esploro la fine della civiltà nel modo in cui la conosciamo oggi, dovuta a due cause catastrofiche: il riscaldamento globale e la guerra nucleare. Il mio lavoro non promuove la distruzione e la guerra, ma invece prova a mostrare cosa potrebbe diventare il nostro mondo se i leader mondiali continueranno a prestare attenzione alla paranoia, alla paura e alla stupidità e non smantelleranno, una volta per tutte, tutti gli arsenali nucleari, batteriologici e chimici che infestano il pianeta. La stessa sola esistenza di quegli arsenali è un'infamia e una minaccia per la vita umana. Non è sufficiente dire che la Guerra Fredda è finita. Una singola bomba all'idrogeno tra i milioni di tonnellate che esistono ancora sul pianeta, è sufficiente per lasciare sulle teste di milioni di umani una spada di Damocle. Perché decidesti di arruolarti nei Paracadutisti portoghesi? Nei tuoi lavori c'è un forte messaggio pacifista, ma eri un soldato. In quegli anni folli, il 1990, il 1991, ero completamente perso e costantemente ondivago. Non sapevo cosa fare della mia breve vita. Mi ero laureato, in Lettere e Filosofia, non
in Arte, e non sapevo quale carriera scegliere. Tutto quel che volevo era trovare vie di fuga dalla monotonia della realtà. L'drenalina era una di esse. Viaggiavo spesso in treno ed ero ritornato da un viaggio inter-rail attraverso l'Europa. Mi piaceva l'immagine d'azione delle Force Speciali e i Paracadutisti mi affascinavano. Fu un'esperienza con bei momenti ma ebbi anche seri problemi a seguire gli ordini, la gerarchia militare, la disciplina e tutte quelle cose. Sono necessarie per mantenere l'ordine all'interno del Corpo e in guerra, ma la guerra è troppo stupida e assurda. Tutti perdono. Ci sono sempre morti da entrambe le parti. E creare è più difficile, ma dà anche più soddisfazione, che distruggere. Quali città o edifici reali ti hanno dato ispirazione? C'è qualcosa di "mistico" negli edifici? Lisbona, Parigi, Budapest, Pompei, Auschwitz, Sarajevo, Mostar, Hiroshima, Brasília, Rio de Janeiro, San Paolo e New York. Ogni forma di costruzione umana, epica e tragica, inserita in scenari suggestivi, risulta sempre mistica per me. La tua opera "The bishop and the tower" mi ricorda una graphic novel di Frank Miller, Sin City. Ti piacciono le graphic novel o pensi che non sia una vera forma di espressione artistica? L'arte di Frank Miller è un incredibile riferimento e anche se i bianchi e neri di Sin City sono unici, il suo capolavoro a mio parere è "Il ritorno del Cavaliere Oscuro" (1986). Altre graphic novel mi hanno ispirato molto nella metà degli anni '80, come Watchmen (di Alan Moore) e Hard Boiled (anch'essa scritta da Frank Miller). Sicuramente sono opere d'arte, ma in realtà i fumetti europei hanno avuto maggiore influenza nei miei processi creativi rispetto a quelli americani. www.pedrodekastro.com www.myspace.com/pedrodekastro
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BIENVENIDO A COLORSANDIA Intervista di Pierpaolo Bironi Paolo Remedy è un ex pubblicitario Cileno che ha deciso di fare della fotografia la sua carriera. Così grazie alla sua base lavorativa dopo qualche anno si è messo in proprio sfruttando le sue capacità. Ha creato Colorsandia, un progetto fotografico che lo porta in giro per il mondo e nel quale sfrutta le sue idee. In pochi mesi si è affermato come uno dei fotografi emergenti di maggiore successo nel panorama pubblicitario e non. Wait! lʼha intervistato in un momento particolarmente positivo della sua carriera, lui ha deciso di raccontarsi e di raccontarci come si può passare da pubblicitario e fotografo di successo.
Paolo cominciamo con il conoscerci meglio. Quanti anni hai e dove vivi attualmente? Ho 26 anni e attualmente vivo in Cile, ma a gennaio sbarcherò nel vostro bel Paese, lʼItalia, per lavoro e per cercare nuove affermazioni professionali. Da quanto tempo fotografi e da quanto è la fotografia diventata un lavoro?Non da molto direi. Nel 2006 ero a New York e lì ho comprato la mia macchina fotografica; la mia prima vera macchina fotografica. Da quattro mesi, finalmente, ho cominciato seriamente a lavorare dopo un primo periodo di gavetta. Per chi lavori principalmente? Ho moltissimi clienti nel campo della pubblicità, locali e non. Tra questi lavoro ormai stabilmente per Heineken, LAN Airlines, Transbank, Puma, Lesancy Shampoo, Kia Motors e devo dire veramente molti altri, ma qui non posso elencarli tutti. Parlaci della tua arte: a cosa ti ispiri? Quanto ci metti ad ideare un set e come nasce? Mi ispiro ad ogni cosa mi circondi. Durante i miei viaggi cerco di imprimermi nella mente molti dettagli, cʼè sempre qualcosa di particolare che mi resta scolpito nella mente, poi nel momento della realizzazione di un set li unisco tutti creando la mia immagine. Per realizzare un servizio ci metto un giorno oppure una settimana, dipende da quanto è complesso. Cosa mostrano le tue foto: come arrivi all'idea e cosa vuoi rappresentare? Non ci arrivo. Nel senso che mi butto nella foto, non ho il tempo di pensarla, la realizzo e basta sul momento, sperimento ogni cosa mi venga in mente. Per questo ogni click è nuovo, diverso e inesplorato. Mi piace scoprire una volta che quello a cui sono arrivato è diverso dal precedente. Cosa credi che dovrebbe pensare chi guarda le tue foto? Credo che chi mi guarda debba trovare i dettagli nelle mie foto e attaccarsi a quelli per capire cosa amare della mia arte. A quel punto può decidere
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se e quanto gli possa piacere. In ogni scatto noto una grossa ricerca dei particolari, soprattutto a livello cromatico e di trucco, alcune immagini sembrano addirittura posterizzate, come le realizzi, usi Photoshop? Quando ho cominciato photoshop era molto importante perché non sempre riuscivo ad arrivare a quello che la mia testa desiderava. Ero un pubblicitario non un fotografo. Ora dopo la mia fondamentale gavetta, è solo il tocco finale del mio scatto, direi lʼun per cento del risultato. Preferisci la pellicola o la fotografia digitale, tu quale usi? Per lavoro uso il digitale. Che macchina fotografica usi? Uso una Nikon d200 principalmente, ma per la pubblicità uso la Canon 5D. Parlaci del tuo progetto come nasce, con chi collabori, dove vuoi arrivare, in poche parole che cosa è Colorsandia? Cinque mesi fa lavoravo ancora come pubblicitario in unʼagenzia chiamata Ogilvy. Però mi sentivo chiuso, volevo indipendenza, non intendo solo quella economica che hai lavorando in proprio, intendo proprio la libertà creativa, potermi esprimere come meglio credo senza sottostare a regole di altri. A quel punto ho cominciato a cercare persone che potessero aiutarmi con il trucco, i set, la moda, le posizioni e tutto quello che serve ad una produzione indipendente. Alla fine non ho dovuto cercare molto, la mia fidanzata Maria Mori, anchʼessa pubblicitaria, mi ha proposto di occuparsi del make up e della produzione. A quel punto eravamo pronti a spiccare il volo. Poco tempo fa abbiamo definitivamente abbandonato le nostre vite di pubblicitari. Colorsandia, che tradotto significa color cocomero, è nata quindi in quel momento di 5 mesi fa dove ci siamo detti: cambiamo. A quel punto abbiamo cominciato a scattare, truccare modelle, creare set e mandare i nostri lavori a miriadi di agenzie. Siamo piaciuti ed hanno cominciato a pivere richieste di lavoro. Siamo in due io e Maria, non so come tutto questo è cominciato e nemmeno dove vogliamo e possiamo arrivare, io faccio solo foto e Maria moda, tutto qua. Cosa consigli a chi vuole affacciarsi alla fotografia, cosa deve fare che passi deve muovere? Il consiglio numero uno è comprarsi una fotocamera vali-
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da e cominciare a scattare a più non posso. Poi come seconda cosa bisogna fare foto che non fanno gli altri, essere creativi, originali, controversi, ma diversi. Lavori all'estero? Sì,per questo devo ringraziare internet che offre molte possibilità di far conoscere il nostro lavoro. Hai in programma delle mostre? Se sì dove e quando? Per ora non ho nulla in programma, non ho il tempo di pensarci, sono troppo impegnato col lavoro. Ma penso che in Italia a gennaio potrò organizzare qualcosa, anche se credo sarà allestita in Cile. Qual'è la fotografia che preferisci tra tutte quelle che hai scattato? Sempre lʼultima, ma dopo due ore credo che la migliore sia sempre quella successiva.Qual'è invece quella che non hai scattato ma che vorresti scattare? Non immagini quante idee ho.
Sei mai stato in italia? Si per un percorso di studio. A chi ti ispiri nel tuo lavoro? Mi ispiro a qualsiasi cosa e a tutti i grandi. Mi ispiro a Vogue o alla signora del supermarket, mi ispiro a chi si occupa della fotografia di un film che particolarmente mi impressiona, mi ispiro a me, a te, anche questa intervista mi dà spunti. Ora Paolo Remedy è in Ecuador per un set, a gennaio sarà in Italia. Lo aspettiamo.
YOU CAN('T) CHANGE ANYTHING Di Annalisa Varesi 'You Can't Change Anything' è il “manifesto” di Adam Ellison, giovane grafico, illustratore e designer britannico. Il suo messaggio semplice e incisivo è unʼincitazione alla riflessione, allʼazione, al cambiamento. Come egli stesso ci dice: “Ho prodotto e distribuito a Brighton 200 di questi poster per incoraggiare la
gente a fare un cambiamento, ed a portarlo positivamente nel mondo. Questo progetto riflette il mio interesse principale: utilizzare il design per indurre le persone a muoversi, porsi delle domande, interagire socialmente l'una con l'altra". www.adamellison.co.uk
MERÇE VIVO Intervista di Beppe Donati Nel numero 23 di Wait abbiamo recensito un album di rara bellezza, “Imbarcoimmediatoin7minuti”. Gli autori sono torinesi, sono quattro e hanno (come molte band attive in questi anni) un nome curioso. Abbiamo intervistato il cantante, e autore dei testi, Lukasz Mrozinski.
Comincio con una domanda banale. Cosa significa il nome "Merçe Vivo"? Merçe Vivo è l'identità del nostro progetto. Non ha un collegamento diretto ma è ispirato dal titolo di un opera di Anton Cechov "Merce viva". Chi sono i componenti della band e da quanto suonate insieme? Dal 2006, anno di nascita del progetto Merçe Vivo, sono cambiati diversi elementi nella formazione. Originariamente il progetto nasce con Lukasz Mrozinski ed Eros Giuggia e allo stato attuale comprende Fabio Prettico e Giovanni Soldato. Com'è nata l'idea di una band dal sound così ibrido? I componenti della band hanno un background simile? Non è mai nata un idea di suono. E' una ricerca di stimoli per assimilazione. Abbiamo tutti un background molto vario che spazia dalla musica classica al jazz, dal pop al rock, dal blues al noise. I titoli dei brani sono tutti brevi. Questa concisione è dovuta a
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una scelta stilistica o non vi piace arrovellarvi troppo nello scegliere un titolo? E'una scelta stilistica. Trattare il testo ermeticamente per lasciare spazio alla libera interpretazione. La critica si è molto divisa nel recensire il vostro disco e ho notato giudizi entusiastici cosÏ come, all'opposto, accuse di pretenziosità . Inevitabile per un progetto ambizioso? E' inevitabile per tutti ricevere pareri di tutti i tipi, il nostro progetto non pretende ne di essere ambizioso ne di piacere a tutti. Cerchiamo di unire con eleganza sfere delle nostre esperienze, una palestra di vita accompagnata da un sottofondo per noi molto piacevole. Luka, tra i vari cantanti a cui sei stato paragonato c'è qualcuno che ti piace particolarmente o a cui ritieni davvero di assomigliare in qualche modo? Ringrazio per gli accostamenti a numerosi cantanti che stimo e apprezzo artisticamente ma personalmente ritengo di non avere doti canore particolarmente significative. Cerco di descrivere attraverso il suono le immagini di cui parlo nei miei testi, nasce tutto nella pancia. Amo la poetica del sensibilismo e l'eleganza della metrica di molti. Non ho punti fermi, amo farmi influenzare da tutto quello che mi circonda. I tuoi tre dischi preferiti? Non ho dischi preferiti ne amo molti, ogni disco accompagna a modo suo i momenti della mia vita. In questo periodo riscopro Lennon, ammiro Tricarico e mi godo i Cold War Kids... Dove vi vedete tra cinque anni da oggi? Immersi nei nostri amori e nelle nostre passioni. www.myspace.com/mercevivo
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PERTEGÒ Intervista di Beppe Donati Il post-rock del loro EP di esordio, “Hjarta”, suona molto personale e maturo. Potrebbero arrivare dallʼIslanda e invece vengono da Piacenza. Comincio con una domanda banale. Cosa significa il nome "Pertegò"? Suona italiano, ma anche ineffabile. In effetti è un nome che incuriosisce molto, ma la risposta è in realtà molto semplice. Pertegò è il termine dialettale con cui gli abitanti del paese di Ciregna di Ferriere chiamano un altipiano che si trova alle pendici del monte Aserei, nell'entroterra della nostra città. E' il posto dove andiamo per "staccare" dalle tribolazioni della città e del lavoro, un luogo semplice ed immerso nella natura, come magari ce ne sono tanti altri, ma questo per noi, come scriviamo anche nel booklet del nostro EP, è il nostro piccolo pezzo di Islanda. Come nasce il progetto "Pertegò"? E' la vostra prima band? Tutti noi siamo sulle "scene" da anni ormai, chi più chi meno ed abbiamo acquisito una discreta esperienza con quello che è il panorama musicale con il quale ci troviamo a confrontarci. Il progetto Pertegò è invece qualcosa di relativamente molto giovane, dato che abbiamo appena festeggiato il primo anno di età: tuttavia, proprio in virtù dell'esperienza maturata precedentemente e grazie alla fiducia e all'impegno della nostra etichetta, Collapsed Records, stiamo riuscendo a "bruciare" un pò di tappe ed il nome comincia a "girare", ottenendo peraltro ottimi riscontri. Ascoltando i brani e visitando il vostro Myspace, nel quale si trovano foto e filmati che come dichiarate fanno parte di un progetto che è più ampio rispetto alla dimensione solamente musicale, vengono in mente i Sigur Rós e altre band che cercano di ricreare atmosfere e trasmettere appunto stati d'animo. I vostri riferimenti musicali sono in Islanda? Quanto c'è di italiano e locale e quanto invece di internazionale nel vostro stile? Siamo una band radicata al territorio ed è da questo che nasce la nostra ispirazione: sicuramente è questa la grande analogia tra noi e band 34
come Sigur Rós o Mogwai, tanto per citare un altro "mostro sacro". Tuttavia è proprio questa grande analogia che genera le grandi differenze che ci sono tra le band "post rock": insomma, ascoltando i Sigur Rós ti immagini "interminati spazi e sovrumani silenzi", non di certo un distinto signore islandese che sbraita nella sua utilitaria perché è imbottigliato nel traffico; beh, alcuni di noi per venire alle prove devono attraversarsi tutta Piacenza, che in quanto a traffico è una delle peggiori realtà d'Italia e quindi capita che non proprio tutti i nostri pezzi vengano fuori sognanti e malinconici in stile Sigur Rós. E' un ragionamento un po' contorto, ma speriamo di aver reso l'idea e, soprattutto, di aver risposto in modo soddisfacente alla domanda. Vi definite (ironicamente?) simili "al rumore del fango sotto le ruote". Avete una predilezione per le gite in fuoristrada? Ebbene sì, ci hai scoperto! Il nonno di Emanuele ha una vecchia Jeep Willys con la quale ci divertiamo a gironzolare sulle "nostre" montagne ed è stato proprio a bordo di questa che, per la prima volta, abbiamo raggiunto tutti assieme il Pertegò. Data la sua importanza nella nostra storia, la copertina del nostro primissimo demo era proprio un particolare "molto photoshoppato" della jeep, Inoltre è sempre un fuoristrada, questa volta un po' più moderno, il mezzo che ci ha accompagnato lungo il nostro tour estivo attraverso gli sconfinati spazi islandesi. Dove vuole arrivare Pertegò? Ti rispondo con un banalissimo "non saremo noi a deciderlo", tuttavia non vogliamo certo nasconderci e questo è un progetto in cui stiamo davvero mettendo anima, cuore, ma soprattutto tanto lavoro umile e serio, perché pensiamo che meriti davvero di arrivare in alto, anche se è molto difficile trovare una corretta definizione di "alto". www.myspace.com/pertego
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DISCHI CHE (FORSE..) FARANNO STORIA
Le classifiche di fine anno, con MGMT e affini, le lasciamo ad altri. Vi propongo invece una selezione di album al femminile non molto conosciuti, un po' di quote rosa (o meglio, di note rosa) anche in musica. Se si parla di femminilità, e di voci irresistibili, penso subito al Brasile. Alle nuove principesse, cantanti come Marisa Monte (nota in Europa soprattutto per aver partecipato a "Tribalistas") e VANESSA DA MATA. Di quest'ultima abbiamo già parlato per il suo "Sim" (2007),arrivato ora in Italia con il singolo "Boa sorte" in coppia con Ben Harper. Di MARISA MONTE apprezzabili i gemelli "Infinito particular" e "Universo ao meu redor", ma l'opera più famosa resta "Verde, anil, amarelo, azul, cor-de-rosa e carvão". Perfezionista e colta, Marisa è già nella storia della musica brasiliana. "Garota moderna" di ROSALIA DE SOUZA è invece un album atipico, è musica scritta in Italia (dal compositore Nicola Conte) con accenti bossa-nova e jazz, magistralmente intepretata da questa versatile artista brasiliana. “Garota diferente” reinterpreta gli stessi brani in chiave più elettronica. Cantanti
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anglofone di talento e di buon successo non sono mancate negli ultimi anni (e citarle tutte è impossibile), a partire da FEIST con il suo splendido "Let it die" fino a CAT POWER, della quale andando controcorrente consigliamo "The Greatest", venato di atmosfere blues-soul ed estremamente raffinato. REGINA SPEKTOR, russa di nascita e newyorkese di adozione, è ormai (anche) una reginetta del pop e con l'ultimo benché non recente album "Begin to hope" ha portato il suo stile pianistico su MTV, con risultati di qualità ma adatti a tutti. Per chi amava la corista di Damien Rice, LISA HANNIGAN, ricordiamo il suo album solista "Sea Sew". Profuma di Irlanda e di onde che si infrangono sulle rocce. Sul versante black,
magnifici i due lavori solisti di MARTINA TOPLEY-BIRD, "Quixotic" e "The Blue God". Anche la Francia non manca di ottime voci, e anzi negli ultimi anni esporta quasi esclusivamente musica al femminile. Dalla figlia d'arte CHARLOTTE GAINSBOURG, con il suo "5:55" dalle atmosfere internazionali, passando per "Végétal" di EMILIE SIMON, fusione di elettronica e melodia, fino alla deliziosa CORALIE CLÉMENT, classe 1982 e sorella di Benjamin Biolay. Il suo pop raffinato è all'altezza della sua avvenenza. Continuando il giro del mondo, da non dimenticare FRIDA HYVÖNEN, pianista finlandese, autrice del recente "Silence is wild" e dell'ottimo "Until death comes" di due anni fa. Canzoni teatralmente appassionate, che raccontano tormenti emotivi con grande classe. In Italia? Un album passato quasi inosservato, per i soliti tristi motivi, è "Funambola" della talentuosissima PATRIZIA LAQUIDARA. Una cantante che iniziò a Sanremo giovani, ma già con un interessante background di ispirazione brasiliana, e che continua a proporre musica di grande qualità. Da citare "Sonic Diary", debutto (quasi completamente in inglese) di COSTANZA (Francavilla), "musa" del grande Tricky, capace di incidere un ottimo album incline al trip-hop. Lo spazio è tiranno, ne riparleremo. BEPPE DONATI
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RECENSIONI - TALENTI EMERGENTI LEITMOTIV “Lʼaudace bianco sporca il resto” 2008 La Fabbrica www.leitmotivonline.net Vediamo se ci azzecco: questo disco appartiene al genere dei musicisti cantori, teatranti, carnascialeschi portabandiera dellʼorgoglio autoctono folkloristico, venato di poesia, vera o presunta, sulla scia di Capossela Vinicio. Se piace il genere, è il vostro disco. Qualche goccia di blu(es), un pizzico di impegno politico/sociale, una bella voce e italiano, dialetto, francese e poi lʼinglese, cori e tappeti sonori alle spalle e alle orecchie, chitarre e tastiere a gogo. Di certo i Leitmotiv sono pronti e adatti per palcoscenici principali; nulla da eccepire sulla produzione, nulla sul suono e sulle capacità tecniche, la musica è originale, con echi non inediti, Noir Desir, alternative grattugiate chitarre, ma anche pianofortini ai confini di tartarici deserti. Sedici brani, che gli artisti non si risparmiano, a rappresentare un viaggio esotico il cui termine sedimenta affascinanti ricordi. Audibili a josa… uno stabile ottetto di elettroni nella nube esterna circola. E bello il libretto di accompagno. ENRICO MAURO ROMINA DANIELE “Aisthànomai” 2008 www.rominadaniele.com È sempre un azzardo ascoltare prima e parlare poi di un disco di Romina Daniele; il rischio è banalizzare un lavoro complesso e articolato che rappresenta una parte importante, per non dire fondamentale, della vita di una persona, anzi di unʼartista come immagino piaccia alla stessa sentirsi definita. Sempre che le piaccia sentirsi definita. Questo dramma della coscienza è veramente drammatico, nei suoni, nellʼinterpretazione, nei significati che gli vengono attribuiti, nella copertina. È come scendere nellʼAde, alla ricerca della propria amata e poi girarsi poco prima dellʼultimo passo. Come calarsi nellʼantro della Sibilla Cumana, per indovinare un futuro che sarà e sempre è, mutevole. Non è un disco pop, dubito a tratti che sia anche un disco ascoltabile; è un prodotto professionale, dedicato ai professionisti della musica, della comunicazione, della filosofia, del dramma. Peso come un doppio UNI e/o leggero come unʼanima in fuga. Senza voto. Ora mi vado ad ascoltare lʼultimo disco dello Zecchino dʼoro. ENRICO MAURO QUINTACLASSE “Mi rimane un sogno” 2008 www.myspace.com/quintaclasserock È francamente imbarazzante lʼascolto di questo disco. A conti fatti lʼunico aspetto positivo notato è che, almeno, la consecutio temporum è corretta… per il resto, sembra proprio il lavoro di un gruppo di ragazzi di terza o quarta liceo, alle prime esperienze musicali. La musica è banale, già sentita e risentita nel corso degli anni, pur se il picco negativo lo si tocca con i testi: del tutto insufficienti, piatti e banali, manca del tutto unʼaccurata opera di revisione ed editing. Hanno ragione a cantare che “avere ventanni non è mica facile”, tuttavia è dʼobbligo, anche a ventanni (se non soprattutto!), dare il massimo di se stessi sfruttando tutte le occasioni oggi disponibili. E lavorando duro. La frase “quello che mi muovi dentro tu nessuno lo riesce nemmeno a toccare” a cosa si riferisce? A una longa manus che si infila in oscuri pertugi per muovere qualcosa che altri nemmeno toccano? A fondo direi, si infila a fondo, come a fondo tende ad andare il disco. Rivedibili. ENRICO MAURO
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LELIO PADOVANI “Chasing The Muse” 2007 www.leliopadovani.com Un disco difficile di cui parlare questo di Lelio Padovani: è infatti solo musica strumentale, otto pezzi alla ricerca della musa ispiratrice in punta di chitarra. Che dire… è un genere a sé, destinato a un pubblico di nicchia, composto soprattutto da appassionati suonatori di chitarra. Non sono in grado di apprezzare le scelte tecniche, lo ammetto fin da subito, non so se Lelio sarà il prossimo Satriani o Malmsteen… di primo acchito la memoria mi catapulta direttamente a Oldfield, con un tasso di talento decisamente inferiore, tuttavia, per quanto riguarda la composizione… Campane tubolari in sedicesimo e una sensazione di già sentito che corre lungo tutto il disco. Alla fine dellʼascolto quello che provo una sottile noia nonostante ci siano pezzi apprezzabili, ma a livello di emozione mi pare un poʼ arido; che sia un problema di tecnica? Non sono sicuro che la musa tanto cercata alla fine sia stata effettivamente trovata. Audibile per amanti del genere, sei. ENRICO MAURO
CASADOR "The Puritans" 2008 Homesleep www.myspace.com/songsofcasador Un concept album (anzi, un concept EP). Eccolo qua! So che molti non li sopportano, ma io vado pazzo per i concept. Prendiamo per esempio "Deloused in the comatorium" dei Mars Volta. Sarebbe comunque bello, ma è magnifico perché è un concept. C'è attenzione, studio. Liriche non casuali. Come in questo EP Alessandro Raina debutta col suo nuovo progetto solista in inglese e vuole raccontarci la storia di Damocle, personaggio della storia siracusana, continuamente citato nella celebre espressione "spada di Damocle". L'attenzione a un personaggio vissuto in epoche remote diventa elemento allegorico per parlare dell'assunzione di responsabilità, del trovarsi al bivio nell'abbandono della giovinezza, della difficoltà e ineluttabilità di scelte e assunzioni di responsabilità. C'è malinconia, coinvolgenti melodie, sensibilità musicale internazionale, qualcosa di indefinibilmente britannico. La stoffa di Raina emerge in ogni suo progetto, e anche qui davvero un otto non è esagerato. BEPPE DONATI
KLARE “Le colline dei colori” 2008 www.myspace.com/theklareit Rock in italiano, bella confezione, 5 brani per un EP ispirato benché non particolarmente originale, indubbiamente legato com'è a un certo filone di rock italico anni 90 (Marlene Kuntz e primi Afterhours su tutti). Si comincia con ritmi sostenuti nel primo brano "L'abito del monaco", e le chitarre ruggiscono anche nel successivo "L'attesa nostalgia". L'approccio al quarto brano, "Amore esondato" è di diffidenza per un titolo discutibile, ma all'ascolto siamo in presenza di un pezzo davvero bello, molto soft, dal testo significativo così come lo è quello del successivo "La Luna, l'Aurora e lo Straniero". La ricchezza lessicale e certe intonazioni del cantato richiamano decisamente i già citati Marlene Kuntz e lo stile ricercato di Cristiano Godano (solo lui canterebbe "e il pelo fragrante fungeva da radar d'amore / ma la vista lampante di candide perle dal manto fluente.."). Il risultato però è tutt'altro che fastidioso, per certi aspetti si può dire che sono gli attuali Marlene a essere parodia di sè stessi più di quanto siano derivativi questi Klare. In sintesi disco apprezzabile per gli amanti del genere, e un sette e mezzo ai testi. BEPPE DONATI
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RECENSIONI - new & cult IL SESSO DELLE CILIEGIE di Jeanette Winterson (Mondadori) Difficile scrivere di questo libro. Onirico e surreale, sospeso fra storia e fiaba, incollocabile sia dal punto di vista temporale che geografico. Sembra poter prendere il volo a ogni pagina, salvo ricadere appena dopo per eccesso di autostima. Ogni paragrafo è una storia a se, ed in alcuni passi è davvero difficile seguire un filo logico. Ma la bellezza di questo libro sta proprio in questo, nellʼassenza voluta di ogni schema narrativo che potesse mettere un freno allʼimmaginazione, dei protagonisti, ma anche del lettore. E la Winterson si rivela una vera “pittrice con le parole”, capace di regalare immagini di rara intensità e bellezza. ANNALISA VARESI
cult
DAISY MILLER di Henry James (BUR) Daisy Miller è una furba civetta o semplicemente una ragazza per bene, il cui unico peccato è lʼingenua giovinezza e la ceca fede nella bontà altrui?Questo è lʼinterrogativo che Henry James pone ai lettori. La sua risposta lʼha già data. Daisy è una donna pura. La perversione risiede nellʼocchio che la spia: quello di Winterbourne, moralista e bigotto, giudice divorato dal desiderio, frenato dal terrore di una società in cui ogni comportamento è vagliato e giudicato dallʼocchio invisibile di un perbenismo più forte di tutto, anche dei sentimenti. Eʼ di lui che parla questa storia, della lenta distruzione che la sua mente fa della bellezza e della purezza di una creatura e di un sentimento innocenti. Un romanzo sulla forza e la superficilità dei pregiudizi. Attuale, dopo più di centʼ anni. Da riscoprire. ANNALISA VARESI
cult
CHERUDEK di Valerio Evangelisti (Oscar Mondadori) Scrittore italiano tra i più noti all'estero, Evangelisti deve gran parte della sua fama ai romanzi della saga di Nicolas Eymerich, alter ego di un inquisitore realmente esistito nel 1300. L' Eymerich letterario combatte i demoni e le eresie della sua epoca con feroce cinismo, in storie dalle divagazioni fantascientifiche e fitte di complicate sottotrame che hanno luogo su diversi piani temporali. Cherudek è forse il più complesso, e il più riuscito, romanzo della serie. Un viaggio negli abissi dell'animo e della psiche del protagonista, una storia di eventi terrificanti trasposti in una dimensione onirica indeterminata e opprimente. Un innesto complicato di meccanismi narrativi perfetti, persino sbalorditivi. Un grande punto interrogativo sulla realtà e sulla coscienza, una riflessione che vuole toccare temi di grande portata. Non solo un romanzo di genere quindi, ma un vero capolavoro. Insieme alle sue opere più nettamente storiche e politiche ("Noi saremo tutto", "Il collare di fuoco", ecc.), Cherudek consacra Valerio Evangelisti come uno dei principali autori italiani viventi. BEPPE DONATI
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THE HAMMER OF GOD - THE ART OF MALLEUS ROCK ART LAB (Supernaturalcat) Collettivo artistico attivo da diversi anni, Malleus (con l'accento sulla A) è nato a Tortona, in provincia di Alessandria, dall'unione delle creatività di Lu, Urlo e Poia. Li abbiamo intervistati sul numero 14 di Wait, nel 2006, ottenendo l'onore di una copertina personalizzata realizzata da loro stessi. In questo volume è raccolta la produzione posteristica che li ha resi celebri in Italia, in tutta Europa ma anche negli Stati Uniti (dove sono stati inseriti nell'importante raccolta The Art of Modern Rock). Le loro opere vibrano di colori vividi, e ritraggono molto spesso figure femminili, carnali e maleficamente affascinanti. Sfogliando questo libro si scoprono diversi "periodi" nella produzione dei Malleus e si rischia, come successo a me, di desiderare ardentemente di avere tante loro opere appese ai muri di casa. Numerosissimi i musicisti che hanno commissionato poster per le proprie esibizioni, tra di essi Antony & the Johnsons, Mars Volta, Queens of the Stone Age, Wolfmother e band italiane come Verdena e Afterhours. Il loro sito web è www.malleusdelic.com , la loro attività non si limita alla creazione di soli poster, ma abbraccia la realizzazione di copertine di libri (per esempio “La luce di Orione” di Valerio Evangelisti) e altre opere grafiche. I poster peraltro vengono stampati direttamente dai Malleus con la tecnica della serigrafia, in edizioni a tiratura limitata. Per questo, a casa mia, per ora ne ho uno solo. E sfoglio continuamente, avidamente, questo libro. BEPPE DONATI
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BRIDGET JONES...MI PERSEGUITA Intervista a Federica Bosco di Annalisa Varesi Appassionata di yoga e convinta sostenitrice dellʼalimentazione vegan a cui sottopone parenti e amici, ultimamente sta anche imparando a fare il pane («Con i tempi che corrono è bene avere un mestiere in mano!»). Eʼ Federica Bosco, scrittrice e sceneggiatrice che troviamo in libreria con la sua ultima fatica, edita da Newton Compton, “Lʼamore mi perseguita”, terzo capitolo delle avventure agrodolci di Monica, lʼeroina atipica che le ha dato la notorietà con il romanzo “Mi piaci da morire”. Le aspettative delle numerosissime fans non rimarranno certo deluse. Scrittrice per caso o per scelta? Né per caso né per scelta. Alla pubblicazione di un libro concorrono diverse cause, non puoi “scegliere” di diventare scrittore perché lo scelgono gli altri. Senzʼaltro ci vuole anche la fortuna di arrivare al momento giusto. Esiste una “Monica” nella vita reale? Monica è stata una grande parte emotiva di me specialmente con il primo romanzo“mi piaci da morire” e poi “lʼamore non fa per me” non era quello che lei faceva, ma quello che provava ad essere vicino a quello che sentivo io. Con il tempo lei ha fatto altre scelte, ma non è detto che un giorno io non la raggiunga! Sulla homepage del tuo sito web campeggia la scritta “Non sono la Bridget Jones italiana”. Ti da così fastidio il paragone? Credo che toglierò quella scritta perché da quando lʼho messa me lʼhanno chiesto tutti! Come ho sempre detto, chi ha letto i miei libri non ha mai trovato nessun legame con Bridget Jones se non lʼuso dellʼironia. Monica è un personaggio che lotta per crescere e trovare il suo posto nel mondo a colpi di errori e delusioni, ma che si rialza sempre e non molla mai. Allʼinizio mi ha fatto piacere, dopo è diventata solo unʼetichetta scomoda che spesso mi danneggia. Comunque continuo a sperare un giorno di avere il conto in banca della Fielding!
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CʼERA UNA VOLTA. Intervista a 247 Showroom. Inventano scarpe, cercano nuovi oggetti di culto, lanciano brand. di Marco Bianchi Da circa un anno è nato un nuovo showroom. Uno dei fondatori di chiama Mauro Simionato. Lo conobbi due anni fa, quando Mauro mi chiamò per presentarmi le Kawasaki, una sneaker che Mauro aveva ʻscopertoʼ durante il suo periodo di lavoro in Danimarca. Le Kawasaki hanno avuto un successo clamoroso, ma oggi Mauro ha ceduto ad altri la distribuzione di questo brand, per gettarsi in una nuova impresa. Che passa dalla creazione di uno showroom di ʻricercaʼ al lancio di una nuova scarpa, Volta Footwear. Ci siamo recati nella loro tana e abbiamo fatto quattro chiacchiere con i fondatori del progetto. Cʼerano tutti tranne, appunto, Mauro che era rimasto chiuso in casa per concentrarsi su un progetto per Tretorn. Come è nata l'idea di fare una scapra, una scarpa tutta vostra? Ci mancava un prodotto del genere in showroom. Ma non dimentichiamo che Mauro è quello che aveva creato 'il mostro' : questo enorne successo che rappresenta la scarpa Kawasaki. Oggi Mauro non ha più niente a che fare con questo brand. Era rimasta nell'aria l'attrazione verso una nuova sfida di questo genere. C'era la voglia, la forte voglia, di lanciare una calzatura che lasciasse il segno. Però non potevamo replicare una Kawasaki tale-e-quale. Bisognava fare qualcosa di altro, qualcosa oltre. Tutto si basava sull'idea, l'intuizione, che la sneaker è morta. O quantomeno in crisi. Volevamo quindi creare una scarpa che andasse oltre la sneaker, ma allo stesso tempo non fosse così lontana da essa. La gente ha una forte voglia di passare a qualcosa di diverso, ma allo stesso tempo è molto difficile mettersi ai piedi uno stivale come un Red Wing, pesante e con una suola estremamente rigida. Il pubblico ha voglia di q u e s t o
genere di scarpe, a volte le compra, ma poi fatica a portarle. Per questo abbiamo pensato a una suola in gomma e non in cuoio, a una scarpa leggera, che indossata potesse dare la stessa sensazione di una sneaker, ma allo stesso tempo le caratteristiche di qualità e design che sia allontanano dalla classica scarpa da ginnastica. Un altro punto importante del progetto Volta è: siamo partiti dalla fine. Ossia: siamo partiti scegliendo il prezzo finale. Un prezzo che rappresentava un'esigenza: doveva essere più basso di quello di una scarpa classica in pelle, e più alto di una semplice 'Superga' o Converse. Il prezzo che abbiamo pensato era attorno ai 110-120 euro. Con tanti sforzi ce l'abbiamo fatta. E 'un prodotto made in Italy? No, le Volta sono prodotte in Romania. Questo aiuta senz'altro a mantenere un prezzo più contenuto, perchè il costo della mano d'opera da quelle parti costa meno. Ma sono fatte da un'azienda con proprietà e know-how italiano. E quindi, al di là della location della fabbrica c'è molta Italia nel risultato finale. Da cosa si parte, per concepire una sneaker da zero, quando la tabula è ancora rasa? Voi come vi siete mossi? Giacomo: Io e Mauro abbiamo fatto un gioco. Abbiamo scritto su un foglio i nomi di una serie di scarpe a cui avremmo dovuto ispirarci, e poi ce lo siamo scambiato. Bene, i nomi che avevamo scritto erano gli stessi per entrambi. Accidenti, un buon inizio. Ma ci potete dire quali sono queste scarpe a cui vi siete ispirati? Sbaglio, o in quella sorta di imbottitura in nylon sul tallone rivedo un modello delle vecchie Tretorn? No. In realtà l'ispirazione arriva da un mix di scarpe che per noi hanno certe caratteristiche: fondamentalmente due grandi categorie: i 'desert boot' e le 'deck shoes', ossia le 'scarpe da barca' pertanto ci siamo ispirati alle Clark's per la forma, ma anche le Timberland, le Red Wing e nella trapuntatura, appunto, a certi modelli di Vans. Perchè questo nome? Cercavamo un nome italiano. Basta con questi ridicoli inglesismi, no? Cercavamo qualcosa che fosse facile da ricordare e che fosse facilmente pronunciabile in tutto il mondo. Un nome che fosse già per se un classico. 45
Forse perché rimanda immediatamente al grande Alessandro Volta. L'idea è venuta a E' in effetti il nome è proprio un 'istant classic'., come dice il vostro slogan. Sì, lo slogan è espressione diretta della nostra filosofia. Sfornare una scarpa nuova e fresca ma che fosse immediatamente riconosciuta subito come 'un classico', o quantomeno qualcosa che potesse potenzialmente diventare tale. Qualcosa che contenesse allo stesso tempo degli elementi classici, ma anche un immediato senso di freschezza, di innovazione. Chi sono i fondatori di 247? Mauro Simionato, che si occupa di marketing e di strategia, Giacomo Piazza, showroom manager e responsabile produzione di Volta e Tommaso Bosco e Matteo Mendiola, che sono i co-fondato di Soda Studio. Raccontateci, come è nato lo showroom 247 ? 247 non è un showroom, ma un progetto più ampio. Noi amiamo dire che si fonda su 4 cardini: lo Showroom 247, Soda Studio, che è studio di comunicazione grafica, design, video e immagine coordinata. Poi ci sono Volta Footwear e Case History: un servizio di consulenze integrato sul prodotto/retail e su strategia di marketing. Avete in rappresentanza alcuni dei marchi più cool all'estero. Penso A Surface to air, che arriva dalla francia. Sono tutti brand fighissimi ma che nel loro paese sono strettamente legati a dei fenomeni e dei collettivi che culturalmente sono molto forti nel loro paese. Sono percepiti molto cool. Eʼ difficile 'trapiantare in Italia' prodotti del genere che sono magari visti dal pubblico medio italiano come, semplicemente e puramente, dei prodotti, senza percepire tutta quella cultura, e quel bagaglio di emozioni che si portano dietro 'i collettivi artistici' che hanno contribuito a creare e lanciare questi brand? Beh, senz'altro. Però vediamo che nonostante tutto, in Italia molti negozi si stanno aprendo a queste realtà internazionali, molti utenti sono sempre più attenti a un certo tipo di cultura. E in ogni caso vediamo che i prodotti hanno avuto un buon riscontro. Quindi la ricetta pian piano da i suoi frutti. Qual'è il prodotto che vi ha dato la maggiore soddisfazione, in termini commerciali e in termini, emotivi? 46
Joe's Jeans, senz'altro, a livello commerciale è stato un grosso successo. Un denim di lusso, fatto vermente bene, che veste bene. E Folk. Ecco raccontatemi di Folk. Ne sento sempre più parlare ultimamente. Folk, ha avuto dei risultati di sell-in e di sell-out nei negozi veramente sorprendenti. Sicuramente, Folk, ha avuto dalla sua il fatto che il check, la camicia a scacchi, è tornata di moda. Ma tutta la linea risponde alle esigenze di una clientela che vuole vestirsi in maniera meno street e più classica. Insomma le camicie di tuo nonno e di tuo padre ma riviste nei tagli in modo da essere estremamente attuali. E sul fronte della consulenza su quali progetti state lavorando? Svilupperemo un progetto per Victoria Shoes, le famose scarpe in tela. Poi stiamo ragionando coi ragazzi di Super Sunglasses per una strategia. Lavoreremo per pensare un prodotto che possa andare oltre lʼhype dei Wayfarer, ma che possa 'traghettarli' verso una identity di brand slegata da questa semplice forma. Infine abbiamo in cantiere un grossissimo progetto: stiamo studiando un piano a 360 gradi per Tretorn: il nostro showroom, infatti, ospiterà tutta la collezione e sarà un punto di riferimento in Europa. Ho visto che tenete anche la scarpe di Gienchi. Sì, per Gienchi abbiamo studiato una strategia, e un riposizionamento. Stiamo parlando di scarpe customizzate interamente a mano, dove manualità e lavoro creativo-artistico hanno una forte presenza, per un prodotto realizzato in pochi pezzi. Il posizionamento è stato pensato per negozi di fascia molto alta, pensiamo a quelli più esclusivi americani o giapponesi, dove il cliente non ha problemi a spendere 300 euro per una scarpa in edizione limitata, customizzata a mano da un artista italiano. 47
PRPS. Agli antipodi di Cheap Monday cʼè il premium-premium jeans di Marco Bianchi Le vendite in giro non sembra che vadano molto bene: la crisi e il prezzo elevato non li stanno aiutando affatto. Chi ora spende molto (e sono sempre meno) tende a rifugiarsi nei rassicuranti soliti-noti brand. D'altra parte stiamo parlando di jeans che stanno nella fascia tra i 250-350 euro. Eppure molti shop di avanguardia li hanno proposti in Italia come all'estero. Sono stato recentemente a Londra e Harvey Nichols si può proprio dire che aveva puntato su di loro: l'intero comparto contemporary è letteralmente tappezzato di jeans Prps. In Italia sicuramente non aiuta neanche il fatto che la vestibilità di questo jeans normalmente sia molto abbondante, e non per altro la moda è esplosa un paio di anni or sono tra i vip americani, notoriamente dotati di quadricipiti da culturisti. E comunque sia gli addetti al settore e gli amanti del denim (compreso il sottoscritto) continuano a considerarli tra i jeans numero uno al mondo. Perchè? Cos'hanno di eccezionale? Proverò a spiegarmi. E' la stessa differenza che c'è tra comprare un poster di cattiva qualità di Pollock (un jeans qualunque)...e un quadro originale di Pollock...(un PRPS)....passi la mano sul poster e non senti niente...passi la mano sulla tela originale... (se potessi...ma anche solo lo avvicini con lo sguardo al museo)...e vedi le centinaia di passate furiose, i sedimenti, il dolore, il sangue, il sudore....sulla tela, crostificati. Ecco, tieni tra le mani un PRPS e senti un denim che è un altra
cosa... quasi un altro materiale... Chi ha inventato questo jeans si chiama Donwan Harrell di Akademiks, già noto per essere uno dei top designer di Nike. Il cotone viene dall'Africa, precisamente dallo Zimbabwe: perchè è il migliore al mondo ed è l'unico ad assorbire il blu indigo in quella maniera, ma il jeans è fatto in Giappone, perchè è solo là che il jeans viene fatto ancora sui vecchi telai della Levis...La caratteristica dei PRPS sono gli incredibili lavaggi, che non sono i lavaggi grossolani che hanno i soliti jeans di turno o certe abrasioncine ridicole....sono dei lavaggi allucinanti che implicano un lavoro immane, accurato e sapiente. Un lavoro in definitiva davvero artigianale... Altri dettagli? La chiusura a 5 bottoni, ognuno di colore diverso (l'ultimo è sempre di un tipico viola), la tasca sul retro ripiegata in maniera inconfondibile, le tasche foderate con tessuti camouflage o viola. Leggevo su un paio di numeri fa di WAD (un numero interamente dedicato al denim) dove intervistavano Karl Heinz Muller, colui che ha inventato il Bread & Butter... e considerato uno dei più grandi esperti di jeans al mondo.... Gli si chiedeva di stilare la sua top 10 dei più migliori jeans di sempre. E lui inserisce PRPS... sostenendo che molti jeans si fregiano del titolo di Premium.... e PRPS a questo punto dovrebbe essere un Premium-premium jeans.
Bomber in pelle e maglia by All Saints
Felpa-giacca reversibile by Madson Discount
A sinistra guanti trapuntati in pelle by Lauren Urstadt. Sopra maglione e tracolla maglia by Surface To Air
Maglioni e cuffia Henrik Vibskov
T-shirt Addict
Sopra, nuovi orologi Nixon
Sopra, e a destra felpa e t-shirt Bulk
Felpe girocollo Revolver disegnate da So me
T-shirt Madson Discount
A destra, ciondoli in plastica, glitter e argento by Steven Shine
Dall始alto scarpe by B-Store, Georgina Goodman, Maison Martin Margiela
Doposci in pelliccia ecologica di Juicy Couture
Sopra, si chiama Threesome la nuova collezione di borse tricolor di George Gina & Lucy, a destra, Liquid Leggings di Kitson.
T-shirt postelection day di Junk Food.
Cappotto in cachemire di Cycle Orologi in silicone e tourmaline Plastichic
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Sneakers D.A.T.E. un brand tutto italiano da tenere d始occhio.
Nike Blazer vintage style.
Nuova collaborazione tra Best One e Swear.
Nike Vandal Metal Pack special editon.
Sneakers Puma First Round Sketch, con effetto ʻdisegnatoʼ
Forse non brilla per originalità, pescando a piene mani dalla linea Desert Boot di Clarks, ma sicuramente è uno dei brand più caldi del momento Opening Ceremony. Prende nome dallʼomonimo store di New York.
Le collaborazioni sono ormai una prerogativa fondamentale per i brand giapponesi. A sinistra Mastermind X Converse, sopra, Mastermind X Visvim.
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BRAND REVIEWS - NEW, HOT & FRESH COMMON PROJECTS. Una sneaker pensata dal visionario Peter Poopat, fatta interamente in Italia per un ritorno al pi첫 totale minimalismo. Materiali premium, tomaia rigorosamente monocromatica. Pulizia nelle forme e un numero di serie sovraimpresso sul lato, 'pedigree' di riconoscimento solo per gli amatori. www.commonprojects.com MARCO BIANCHI FRYE. Un brand americano che si appresta ad apparecchiare nelle nostre vetrine una collezione fantastica. Nato come brand specializzato nella lavorazione di scarpe in pelle e in particolare negli stivali 'cowboy', disegnati e fatti evolvere verso forme sempre pi첫 classiche, sempre pi첫 fini. Cura nei dettagli, lavorazione artigianale ne fanno un prossimo musthave. www.frye.com MARCO BIANCHI ALL SAINTS. Uno dei brand pi첫 caldi a Londra, sta facendo furore con i suoi negozi dall'aria diroccata e vintage, dove trovano la loro miglior collocazione giacche in pelle dall'aspetto slavato e vissuto, e maglie e maglioni dai monocolori nelle varianti del grigio, nero, in tutti i toni e mezzi toni. Tagli insoliti, zip in posizioni sorprendenti, un total-look per vere rockstar, ma che apparentemente, sta piacendo anche ai comuni mortali che ogni giorno si vogliono sentire un po' rocchettari. www.allsaints.co.uk MARCO BIANCHI
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WA I T ! F O R C O N C E R T BOLOGNA
CALEXICO 23/01 ESTRAGON PAOLO BENVEGNÙ 08/02 ARTERÌA MOGWAI 09/02 ESTRAGON
FIRENZE
THE GUTTER TWINS 28/01 AUDITORIUM FLOG NEGRITA 13/02 TEATRO SASCHALL OASIS 24/02 MANDELA FORUM
GENOVA
LINEA 77 31/01 MEP CLUB (SESTRI LEVANTE) MORKOBOT + VANESSA VAN BASTEN 07/02 CHECKMATE ROCK CLUB
MILANO
PINO SCOTTO 31/12 ALL BLACKS PUB (BOVISIO MASCIAGO) GIANCARLO ONORATO 14/01 DYNAMO LOMBROSO 22/01 CIRCOLO MAGNOLIA (SEGRATE) THE GUTTER TWINS 26/01 LA SALUMERIA DELLA MUSICA MINISTRI 05/02 CIRCOLO MAGNOLIA (SEGRATE) KAISER CHIEFS 05/02 ALCATRAZ MOGWAI 05/02 ROLLING STONE
NAPOLI
I PENNELLI DI VERMEER 26/12 JAH BLESS (TORRE DEL GRECO) CASADOR 05/02 MAMAMU
PAVIA
MORKOBOT + VANESSA VAN BASTEN 22/12 THUNDER ROAD (CODEVILLA) GARBO 06/02 THUNDER ROAD (CODEVILLA)
PIACENZA
DIAFRAMMA 10/01 FOR SALE MEG 13/02 FILLMORE CLUB (CORTEMAGGIORE)
ROMA
BLOODY BEETROOTS + CROOKERS + DJ TIGA + MORE... 31/12 FIERA PAOLO BENVEGNÙ 17/01 CIRCOLO DEGLI ARTISTI SANTO NIENTE 22/01 TRAFFIC THE GUTTER TWINS 27/01 AUDITORIUM EMILIANA TORRINI 14/02 AUDITORIUM
TORINO
MARRACASH 27/12 HIROSHIMA MON AMOUR SUBSONICA + MOTEL CONNECTION + DJ MAURO PICOTTO 31/12 OVAL OLYMPIC ARENA LENTO + MORKOBOT 10/01 UNITED CLUB MERÇE VIVO 24/01 ARTINTOWN NEGRITA 12/02 MAZDA PALACE
ART & EXIBITIONS MILANO - Triennale Bovisa GUIDO CREPAX. VALENTINA LA FORMA DEL TEMPO 21 settembre 2008 – 1 febbraio 2009 Triennale Bovisa presenta una mostra dedicata al lavoro del fumettista Guido Crepax e a Valentina, il suo personaggio più celebre, creato nel 1965. In perfetto equilibrio tra una donna reale e un simbolo di trasgressione, la fotografa milanese Valentina Rosselli è, infatti, il personaggio femminile più famoso nella storia del fumetto. La mostra è articolata in sezioni tematiche (stanze), in cui le tavole originali dei fumetti si alternano a elaborazioni, interpretazioni multimediali e fotografie. MILANO - Triennale Design Museum 100 OGGETTI DEL DESIGN ITALIANO 16 novembre 2008 - 28 febbraio 2009 La mostra presenta alcuni degli esemplari più significativi e rappresentativi della storia del design italiano dal dopoguerra a oggi, come Joe Colombo e Gaetano Pesce, con l’intento di testimoniare la qualità di un lavoro di ricerca, di progettazione e di sperimentazione che è vanto dei designer e delle aziende italiane. L’esposizione si ferma a Milano dopo un percorso che dal 1999 è diventata itinerante con oltre 20 tappe in Europa, Sud America, Australia, Cina, Corea e India. ALBA - Museo Correr IL CIOCCOLATO. Dai Maya al XX Secolo 1 novembre 2008-1 marzo 2009 Poco meno di 140 opere create tra la metà degli anni cinquanta e gli anni ottanta per un grande, coloratissimo omaggio ad Andy Warhol (Pittsburgh 1928 - New York 1987), per rivivere l’atmosfera della Factory, la “fabbrica d’arte” da lui fondata. Dal barattolo della Campbell’s Soup (1969), al volto di Marilyn Monroe (1967), passando per Mick Jagger (1975), e i famosissimi “Flowers” (1970), la mostra ripercorre l’intera vita dell’artista, completando l’ ampia panoramica sul lavoro di Warhol con fotografie e filmati. ww.magnanirocca.it GENOVA - Palazzo Ducale, Appartamento del Doge 22 ottobre 2008 - 15 febbraio 2008 Palazzo Ducale e Genova presentano un’importante retrospettiva dell’attività artistica di Lucio Fontana, incentrata sul tema del colore e della luce, strumenti con cui l’artista ha da sempre espresso la proprio poetica spaziale. La mostra propone circa 200 opere, alcune delle più significative, scelte appunto attraverso tre criteri, la luce, il colore, gli ambienti, e allestite secondo le differenti varianti monocrome. 59 www.palazzoducale.genova.it
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GENOVA BOX 86, Piazza Della Vittoria, 86/R. 16100 Genova KISS POLLY, Strad.ne S. Agostino 26r 16123 Genova MVP, via S. Donato 21/R 16123 Genova STUDIO 3, Via San Martino 12 Int. 5, 16131 Genova IVREA TRIO, p.zza S. Marta 4, 10015 Ivrea (To)
JESOLO HOT STUFF, via Bafile, 30016 Lido di Jesolo (VE) LECCE MARTINA STEFANO RAPPRESENTANZE, c/o Duplex - Contrada Improvvisata, 73046 Matino (LE) LECCO THREESIXTY, via del Pozzo 6, 23900 Lecco LUCCA GIGOLÒ, Via Calderia 10, 55100 Lucca MANTOVA CHECK POINT, via Virgiliana 16, 46100 Mantova SPORTIME, via Orefici 29/31, 46100 Mantova SPORTIME, via Bracci 53, 46100 Mantova MILANO AMI BAR, via P. e A. Pirelli 14, Milano Bicocca la Piazza, Milano CIRCOLO MAGNOLIA, via Circonvallazione Idroscalo, 41 - 20090 Segrate (MI) CLACSON, via Muratori 34, Milano EASTPAK STORE, c.so di Porta Ticinese 46, 20122 Milano FALCONIERI, via Uberti 6, 20134 Milano FRIP, C.so di Porta Ticinese 16, 20100 Milano FUORI DAL COMUNE, via C. Goldoni 64, 20100 Milano GOA CORPORATION, via A.Sciesa 22, 20135 Milano IEFFE RAPPRESENTANZE, v.le Umbria 27, 20135 Milano J.A.T., Via Morimondo 21, 20143 Milano JUMP, via Sciesa 2/a 20100 Milano JUMP, via Pacini 13, 20100 Milano MELODY MAKER, via Tortona 5, 20144 Milano MULINO DOKS DORA, Toffetti 9 20139 Milano
NANAʼS, via Tortona 12, 20100 Milano NIPIROOM MILANO, via Muratori 38, 20135 Milano NOLITA LOFT, v.le Crispi, Via Varese 7, 20100 Milano OLIMPIA D., via Carlo D'Adda, Milano PINK, Via Paullo 16, 20135 Milano PURPLE, Corso di Porta Ticinese 22, 20122 Milano SKIPINTRO, via Via Donatello 2/m 20100 Milano SOTAVENTO, v.le Lecchi 7/9, 20135 Milano SPAZIO, Alzaia Naviglio Grande 14, 20141 Milano STUDIO MILANO, Via G. Bugatti 12, 20144 Milano WAIMEA SEASTORE, via Edmondo De Amicis 4 - angolo colonne di San Lorenzo 20123 Milano MONZA PESSINA ACTIVE, via Italia 3 Monza NAPOLI FONOTECA, via Morghen, 31 c/f, 80127 Napoli JUNIOR, Galleria Vanvitelli - Vomero, Napoli JUNIOR, Riviera di Chiaia 261, Napoli PALERMO GALLERIA 091, via E. fermi 38/40, 90145, Palermo PARMA BRANDO, Strada Repubblica 19, 43100 Parma JUST RANGE, via Monte Penna 9, 43100 Parma PAVIA CREMERIA TICINO, p.zzale Ponte Ticino, 27100 Pavia DALÌ, V.le Venezia 48 , 27100 Pavia MINERVA BAR & LOUNGE, p.zza Mierva, 27100 Pavia REWIND RECORDS, via Menocchio, 27100 Pavia
SAFARAʼ, via Strada Nuova, 27100 Pavia SUPER*FLY DELUXE, Via Parodi 3, 27100 Pavia UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA : Biblioteche, Bar Cravino, Bar Centrale PIACENZA MAX FASHION, P.zza Duomo 12-13, 29100 Piacenza UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE PISA GIGOLÒ, C.so Italia 51, 56125 Pisa ROYALE STORE, p.zza San Paolo all'Orto 2, 56125 Pisa PORDENONE SETTIMO CIELO, P.zza del Popolo 15/D, 33077 Sacile (PN) REGGIO CALABRIA PLEASURE, via Appolo 5/b 89125 Reggio Calabria THE CHILI PEPPER LAB, via Carlo Rosselli 14/16, 89125 Reggio Calabria REGGIO EMILIA WEST L.T.D., via Toschi 13/D, 42100 Reggio Emilia RICCIONE BLOCK 60, viale Milano 60, Riccione ROMA 40 GRADI, Via Virgilio 1/0, 00100 Roma BE COOL, via Rubens 22, 00100 Roma BE COOL, via Del Leone 10/11, 00100 Roma DUNE BUGGY STEET STORE, p.zzale Don Luigi Sturzo 8, 00144 Roma EUR MONDOPOP, via dei Greci 30, 00187 Roma SOUL FOOD, via S.Giovanni in Laterano 192/194, 00184 Roma (RM) SUPER, via Leonina 42, 00184 Roma ROVERETO KOSMOS, Borgo S. Caterina 25, 38068
Rovereto (TN)
VARESE THE BENCH, Via Matteotti 3, 21052 Busto Arsizio (VA)
ROVIGO EDWARD, Via Trento 9, 45100 Rovigo SANREMO NOMURI, Via Palazzo 30, 18038 San Remo (IM) VICTORY MORGANA BAY, C.so Trento e Trieste 16, 18038 San Remo (IM) SEREGNO PURE, C.so del Popolo 50/56 20038 Seregno (MI) SONDRIO THE PRESIDENT, via Trieste 58, 23100 Sondrio THE PRESIDENT, via Stelvio 19- 23017 Morbegno (SO) TARANTO NEW ENERGIE UOMO, Via Marconi 75 74023 Grottaglie (TA) NEW ENERGIE DONNA, Via Marconi 77 74023 Grottaglie (TA) TORINO PINK NOISE, via Somalia 6, 10127 Torino SPAZIO 211, via Cigna 211, 10154 Torino STICKY FINGERS , via delle Orfane 24 D, 10100 TRIO, via Po 3, 10100 Torino TRIO, via Bonelli 11, 10100 Torino YOU YOU SHOP, p.zza vittorio Veneto 12/F, 10123 Torino TRENTO KOSMOS DELUXE, Vicolo del Vo' 38100 Trento
68,
TREVIGLIO PLANET, via Roma 6, 24047 Treviglio TREVISO SETTIMO CIELO, via Rosselli 23/d, 31015 Conegliano (TV)
VERONA HOT STUFF COOL PEOPLE C/0 LOVE THERAPY by FIORUCCI, Via Mazzini 6, 37100 Verona MR. GULLIVER, Via San Vitale 37/e, 37129 Verona VIGEVANO NIPI LAND, via Cairoli 42, 27029 Vigevano (PV) MORGAN, via Carrobio 17, 27029 Vigevano (PV)
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