ALLA SCOPERTA DEL PIÙ BEL PAESE DEL MONDO
MENSILE NUMERO 387 LUGLIO 2018
IL MARE
Sardegna
COSTA SUD Spiagge e lagune del Sarrabus
ARCHEOLOGIA • PALERMO
IL MUSEO SALINAS LA DIMORA • LIGURIA
VILLA FARAGGIANA IL BORGO • LAZIO
SPERLONGA
PAESAGGIO • VENETO
LA CICLABILE DEL SILE MONTAGNA • PIEMONTE
LA VAL VOGNA
il weekend
SALUZZO
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Dalla capitale del Marchesato fino ai piedi del Monviso per il festival delle valli occitane
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Poste Italiane Spa - Sped. In A.P. - D.L. 353/2003 art. 1, comma 1, LO/MI - Austria € 9,90 - Belgio € 8,20 - Francia € 8,00 - Germania € 8,50 - Gran Bretagna Igs 7,90 - Lussemburgo € 8,20 - Portogallo (Cont.) € 6,90 - Svizzera chf 12,50 - Canton Ticino chf 11,00 - Principato di Monaco € 8,00 - Spagna € 7,00
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EDITORIALE GIORGIO MONDADORI
VAL VOGNA (Vercelli)
ELEGANTE E SELVAGGIA Da Riva Valdobbia all’Ospizio Sottile, questa “laterale” della Valsesia racconta le memorie dei Walser e affascina con la bellezza dei suoi villaggi. Fino alla scoperta dei solitari e imponenti paesaggi d’alta quota TESTI Pietro Cozzi
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FOTOGRAFIE Gisella Motta
In questa foto: scorcio del lago Bianco (2.332 metri), meta di una classica escursione dal rifugio Carestia. Nella pagina precedente: le antiche case in stile walser di Peccia, con i caratteristici loggiati in legno per l’essiccazione del fieno.
In questa foto: l’aspro paesaggio d’alta quota che circonda il lago della Balma (2.302 metri), a valle del colle di Valdobbia. Sotto: mucche al pascolo all’alpe Larecchio, vasta conca glaciale a 1.900 metri di quota. A destra, dall’alto: produzione del formaggio d’alpeggio a Larecchio; il ponte vicino a Peccia costruito dai soldati napoleonici che attraversarono la valle nel 1800.
A
prono le loro case e te le illustrano stanza per stanza, raccontando per filo e per segno i dettagli architettonici originari, i lavori di ristrutturazione, i materiali utilizzati. Ai proprietari delle dimore tradizionali della val Vogna brillano gli occhi per l’orgoglio nel mostrare ai visitatori questi gioielli architettonici in pietra e legno, ricchi di eleganti effetti in chiaroscuro, le cui origini spesso risalgono al ’600 o addirittura alla fine del ’500. Le chiamano “case walser”, ma sono figlie del riuscito connubio fra la cultura locale e le tradizioni del popolo di lingua tedesca che all’inizio del XIII secolo si insediò dal Vallese nel versante sud delle Alpi. 60 Bell’Italia
In val Vogna i Walser arrivarono dalla valdostana Gressoney, valicando il colle di Valdobbia: il primo documento che ne attesta la presenza è del 1325. Qui trasformarono i boschi in pascoli, dissodarono ripidi terreni sui versanti e costruirono acquedotti, dimostrando ai feudatari dell’epoca che si poteva vivere dignitosamente e in autonomia alle più alte quote. L’eredità di queste genti laboriose risplende ancora oggi nelle piccole frazioni che caratterizzano la valle, tornate a vivere grazie alle ristrutturazioni degli ultimi decenni. Non un singolo alpeggio o insediamento, ma molto di più: una sequenza di villaggi che è un caso raro nel mondo walser tra Valle d’Aosta, Valsesia e val d’Ossola.
In questa foto: scorcio dell’alta val Vogna, dominata dal Corno Rosso o punta Carestia (2.979 metri). Sotto: casa con tetto a padiglione nella parte bassa di Peccia. A destra, dall’alto: il villaggio di Oro, uno dei primi abitati che si incontrano sull’Alta Via dei Walser; il respiro della natura all’alpe Larecchio, pianoro erboso solcato da un limpido torrente.
È così che la val Vogna ha trafitto molti cuori. C’è chi l’ha conosciuta un po’ per caso negli anni Settanta e non l’ha abbandonata più, trasformandola in un accogliente rifugio dalle fatiche cittadine. Da Milano in un paio d’ore d’auto si raggiunge Riva Valdobbia, la località da dove parte questo lungo solco vallivo in direzione sud-ovest, sulla destra orografica del Sesia: nella diramazione che porta al passo Maccagno si toccano i 13 chilometri di estensione. Ma per accarezzare le bellezza dei villaggi vognaioli basta percorrere l’Alta Via dei Walser, un sentiero che si aggira intorno ai 1.500 metri di quota. Più che un tempo di percorrenza vero c’è un tempo consigliato: almeno un paio d’ore per goder62 Bell’Italia
selo davvero, senza difficoltà, fatta eccezione forse per il guado di qualche torrentello. L’auto si lascia a Ca’ di Janzo, dove alle spalle del Relais Regina comincia la nostra Alta Via. Selveglio, la prima frazione dopo un secco strappo in salita, ci mostra la classica struttura dei villaggi. Le case si raccolgono intorno alle strutture comuni: il forno per il pane, la fontana e una cappella, che in certi casi è sostituita da un oratorio, dove si amministrano i sacramenti. A Oro se ne ammira un bell’esempio, dedicato a San Lorenzo (1706) e restaurato di fresco. L’acquasantiera con i due angioletti e la trabeazione lignea dipinta testimoniano una delicata attenzione ai dettagli.
L’Ospizio Sottile sul colle di Valdobbia (2.480 metri), in splendida posizione isolata sul valico che collega la val Vogna con Gressoney-SaintJean e la Valle d’Aosta. L’ospizio fu eretto nel 1823 per assistere i valsesiani che emigravano in Francia.
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Dopo Ca’ Vescovo si cammina tra prati e boschi radi di latifoglie (noccioli, aceri, frassini, betulle) che regalano affascinanti giochi di luce; sullo sfondo si staglia la punta Carestia (2.979 metri), compagna fedele di tutta l’escursione. A Rabernardo, una casa del 1640 è stata adibita a Museo Etnografico. Dall’esterno si leggono facilmente i caposaldi dell’architettura walser. A un piano terra in pietra, riservato alla stalla e al soggiorno, succedono due piani a pareti di tronchi di larice incastrati, “rivestiti” dei caratteristici loggiati per l’essiccazione del foraggio: una necessità per un valle ancora oggi ostinatamente piovosa. Al terzo piano, coperto da un tetto di piode, c’è spazio per il fienile e il deposito di prodotti alimentari (spicher). Da qui lo sguardo sale fino alla trave di colmo, dove per tradizione si incideva la data di costruzione. Giunti all’alpe Selletto, ecco svelarsi una perfetta scenografia da idillio alpino: una baita, un albero isolato, le mucche che si mettono in posa e un poggio che guarda un vasto panorama. Verso il fondovalle spicca la cima Carnera (2.741 metri), mentre sul versante opposto al nostro, boscoso e solitario, svetta il monte Palancà (2.685 metri), anticipato dalla pittoresca cima delle Croci (2.500 metri); resta nascosto, alle nostre spalle, il Corno Bianco (3.320 metri), “tetto” della val Vogna. Tra Cambiaveto e le due Piane (di Sopra e di Sotto) si supera l’impetuoso torrente del vallone del Forno. Nei villaggi l’atmosfera è di serena laboriosità, soprattutto nell’“accudire” i tanti piccoli orti che danno ortaggi e patate di una certa fama. La meta finale è Peccia, da cui in meno di un’ora si fa ritorno a Ca’ di Janzo lungo la sterrata di fondovalle. Abitata fin
dal ’300, è formata da un piccolo “quartiere” di case preziose, sopravvissute al fuoco e alle valanghe. L’Oratorio di San Grato, vescovo di Aosta nel V secolo, conferma i legami storici con la Vallée. Più avanti, tra i larici, il ponte costruito dai soldati napoleonici nel 1800 segna la biforcazione tra la via del passo del Maccagno e quella del colle di Valdobbia. IN CAMMINO TRA LAGHETTI GLACIALI E ASPRI VALLONI Se l’Alta Via dei Walser può essere un primo approccio con la val Vogna, altri itinerari attendono di essere scoperti, e tutti promettono scarso affollamento e natura selvaggia. La cima Mutta (2.135 metri), raggiungibile in due ore da Selveglio, ha fama di miglior punto panoramico, con vista sulla “gemella” val d’Otro, Alagna e il Monte Rosa all’orizzonte. Più impegnativa, la salita al lago Nero (2.672 metri) dal rifugio Valle Vogna, toccando il rifugio Carestia e il lago Bianco, per più di 4 ore di marcia. Nel curriculum di ogni valligiano d’adozione non può però mancare l’escursione all’Ospizio Nicolao Sottile (2.480 metri), voluto nel 1823 da un canonico valsesiano come punto d’appoggio per i viandanti. Da Peccia ci vogliono due ore e mezza di buon passo, e c’è anche una variante che tocca il lago della Balma. La camminata offre il bucolico scorcio dell’alpe Larecchio (1.900 metri), romantica conca verde solcata da un limpido torrente, ma anche il paesaggio dirupato del vallone di Valdobbia, carico di suggestioni. alla pagina seguente Bell’Italia 65
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quando VAL VOGNA (Vercelli)
Alla scoperta del mondo walser
Parrocchiale di Riva Valdobbia
Musei, itinerari etnografici e sapori tradizionali del popolo alpino che nel Medioevo colonizzò queste valli. E grandi trekking dove sostare in rifugi e ospizi storici di Pietro Cozzi Fotografie Gisella Motta delle pantofole; aperto nei weekend di luglio e agosto, ore 1115; ingresso 3 € con visita guidata. Per approfondire questi temi non può mancare una sosta ad Alagna Valsesia e al Museo Walser (località Pedemonte, 347/137.74.04), affacciato su una deliziosa piazzetta. La casa che lo ospita è del 1628, coperta da Riva Valdobbia, località di accesso alla val Vogna, un tetto in piode, con si raggiunge con l’autostrada A26, uscita Romagnano il piano terra in pietra Sesia; da qui si segue la provinciale 299 della Valsesia e i piani superiori in fino a Riva. Entrati in val Vogna si lascia l’auto a Ca’ di Janzo, punto di partenza dell’Alta Via dei Walser. In treno: larice e abete; aperto lunedì-venerdì 15-18, stazione di Varallo Sesia, poi bus 50 dell’Atap (www. sabato e domenica atapspa.it) fino a Riva Valdobbia. In aereo: aeroporto di Torino-Caselle, a 150 km. In camper: Campeggio Alagna, anche 10-12; ingresso 3 €. A ovest di Alagna Riva Valdobbia, località Miniere 3, 0163/92.29.47 si apre la val d’Otro, “gemella” della val Da Riva Valdobbia al Monte Rosa Vogna: un sentiero di di San Cristoforo. Nell’alta Valsesia, 400 m di dislivello porta Nel cuore della valle, il territorio dei comuni dal centro del paese il percorso dell’Alta di Riva Valdobbia al rifugio Zar Senni Via dei Walser tocca e Alagna Valsesia era (1.664 metri). A nord, anche la frazione di anticamente indicato le testate della Valsesia, Rabernardo, dove con il toponimo di della val Sermenza e una casa del 1640 è “Pietre Gemelle”. Riva, della val Mastallone stata adibita a Museo punto di accesso alla sono protette dal Etnografico Walser val Vogna, merita una Parco Naturale Alta (328/929.29.03). visita per la chiesa Valsesia (www.aree L’esposizione, su quattro protettevallesesia.it), dell’Assunta e di piani, documenta la San Michele (piazza che si estende fino ai Graulo 1, 0163/910.27), vita delle genti walser 4.559 metri della punta fino all’Ottocento. ricostruita tra il Gnifetti. Il Centro Agli ambienti per la 1725 e il 1730: sulla Visite dell’Alpe Fum vita di tutti i giorni facciata conserva un Bitz (0163/546.80) (la stalla, la cucina, le grandioso affresco del illustra la fauna del camere), si affiancano Giudizio Universale parco, con particolare i laboratori di tessitura, (1596-97), opera di attenzione a stambecchi falegnameria e quello Melchiorre d’Enrico, e camosci; solo visite per la fabbricazione affiancato dalla figura su prenotazione. 65 Bell’Italia
EVENTI E APPUNTAMENTI
Feste del pane, musica e traversate di confine ll modo migliore per approfondire la storia e le tradizioni del popolo walser e di questo settore dell’alta Valsesia è partecipare alle iniziative estive dell’Associazione Culturale Walser Riva Valdobbia-Valle Vogna (328/929.29.03; www.vallevogna.eu). L’8 luglio nella frazione di Sant’Antonio si celebra la Festa del Pane con l’accensione dell’antico forno. Ogni villaggio ne aveva uno e serviva a tutte le necessità della comunità. Il mese successivo (5 agosto) la festa si replica intorno al forno di Ca’ di Janzo. In programma anche diversi trekking, tra cui spicca quello di due giorni (20-21 luglio) tra la val Vogna, la valle di Gressoney e la val d’Ayas, dal titolo “Un filo per tre valli”. Il pernottamento è all’Ospizio Sottile, sul colle di Valdobbia. Ma ci sono anche uscite più brevi, di un giorno, come quella sull’Alta Via dei Walser (11 agosto), il Dog Trekking (18 agosto) e le passeggiate tra le frazioni della val Vogna (16 settembre) o sulla direttrice Verdobbia-colle di Valdobbia-Ca’ di Janzo (15 settembre). In quest’ultima occasione si presenta anche la nuova Guida ad una escursione etnografica in val Vogna. Da non perdere poi, a Peccia, la musica del Quatrad Duo (28 luglio).
Museo Etnografico Walser
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dove
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quando VAL VOGNA (Vercelli) TRA RIFUGI E ALTE VIE
Un piccolo paradiso per grandi camminatori
Rifugio Valle Vogna
Gli alberghi Mirtillo Rosso Family Hotel ★★★★ (Riva Valdobbia, strada della Barriera 8, 0163/918.10). Dedicato alle famiglie e al Natale, propone un nutrito programma di attività per i più piccoli. Il ristorante Biancospino e la spa sono aperti anche a chi non soggiorna in albergo. Doppia con colazione da 185 €.
B&B Tre Alberi Liberi
(Riva Valdobbia, via Nicolao Sottile 7, 349/ 517.63.88). Nel cuore del borgo, 5 camere con nomi di alberi (Pruno, Larice, Salice, Ciliegio e Nocciolo) nella vecchia casa di famiglia. Doppia con colazione da 105 €. Relais Regina (Riva Valdobbia, località Ca’ di Janzo 1, 0163/ 910.75). Tre chalet di
montagna ben restaurati nel luogo dove dormì, nel 1898, la regina Margherita di Savoia. Per gli ospiti e i clienti esterni anche una raffinata spa. Doppia con colazione da 100 €.
Baita Prato della Croce
(Riva Valdobbia, località Peccia, 347/245.82.19). Molto vicina al torrente Vogna, una baita del Seicento offre camere e un appartamento da cinque posti letto nel vecchio fienile. Doppia con colazione da 100 €.
I ristoranti Dir Und Don (Alagna Valsesia, piazza Regina Margherita 1, 0163/92.26.42). Rustico ed elegante, si caratterizza per i caldi interni in legno e pietra e la vineria Bacher, con oltre 500 etichette.
Alpe Larecchio
La proposta è giornaliera e alterna ricette creative con piatti tradizionali come il rösti, a base di uova, patate, speck e cipolle. Conto sui 35 €.
Osteria di Boccorio
(Riva Valdobbia, località Boccorio 25, 0163/910.66). Due piccole sale in un edificio in pietra e legno, ma nella bella stagione si mangia sotto il tendone esterno. Nel menu trote del vicino fiume, risotti con erbe di montagna, gnocchi di patate viola, ravioli di ricotta e erbe e costolette d’agnello. Conto sui 30 €.
Agriturismo Alpe Larecchio (località
Alpe Larecchio, 349/ 061.88.21). Nella verde piana dell’alpeggio, solcata da un torrente, si gustano polenta e selvaggina, l’ottima toma locale e torte fatte in casa. Aperto fino a metà settembre. Conto sui 20 € e mezza pensione da 40 €.
Da sempre importante via di transito per chi emigrava in cerca di lavoro in Francia e Svizzera, la val Vogna è oggi attraversata da diversi grandi itinerari trekking. La GtaGrande Traversata delle Alpi, che si sviluppa per circa 1.000 chilometri tra il Tanaro e l’Ossola, percorre la valle nella tappa che collega il rifugio Rivetti, nel Biellese, alla frazione di Sant’Antonio, valicando il passo del Maccagno (2.495 metri). Il Rifugio Valle Vogna (Riva Valdobbia, località Sant’Antonio 1, 0163/919.18), nella ex scuola elementare, è posto-tappa e offre un apprezzato menu dove spiccano le carni in umido e le patate maserai (la zuppa della val Vogna); mezza pensione da 37 € e conto da 15-20 €. Il Grande Sentiero Walser, che si compone di sei tappe da 5-8 ore di cammino ciascuna, tocca invece l’Ospizio Nicolao Sottile (Riva Valdobbia, località Colle Valdobbia, 339/565.52.77), sul colle Valdobbia (2.480 metri), tra la val Vogna e la Valle d’Aosta. L’ospizio fu eretto nel 1823 dal canonico Nicolao Sottile come ricovero per i viandanti che percorrevano la storica Via Regia, tra il Ducato di Milano, la Svizzera e la Francia. Ancora visibile la cappella; mezza pensione da 55 €. Un altro importante punto d’appoggio, soprattutto per le escursioni tra la val Vogna e il vallone del Forno, è il Rifugio Abate Carestia (Riva Valdobbia, località Alpe Pile, 348/141.54.90), sulla via normale per il Corno Bianco. Sorge a 2.201 metri di quota ed è dedicato al grande alpinista-botanico Antonio Carestia (1825-1908), originario di Riva Valdobbia; mezza pensione da 55 €.
Birrificio Z’am Steg
Baita Prato della Croce
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(Riva Valdobbia, località Miniere, 346/494.73.72). Giovane e sempre più frequentato, offre tredici tipologie di birre alla spina e in bottiglia: spiccano quelle alle ortiche e ai mirtilli. Da provare con hamburger e taglieri di prodotti locali. Conto 10 €.
Rifugio Abate Carestia
info Ufficio Turistico di Alagna Valsesia, piazza Antonio Grober 1, 0163/92.29.88; www.alagna.it; www.invalsesia.it Bell’Italia 67