Yesterday was dramatic, today is ok

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Yesterday was dramatic, today is ok photo: wanda perrone capano


Yesterday was dramatic, today is ok photo: wanda perrone capano


“Maestro, scusi, lei ha sogni nel cassetto?”. Quelo: “No, soltanto calzini”. (Corrado Guzzanti)

This book is dedicated to Fracesca S.: without her, I should be a worst person. Questo libro è dedicato a Francesca S., senza la quale sarei una persona peggiore.


Quando il gioco diviene protagnista, il ritratto non è più un ritratto. Il ritratto diviene un linguaggio… Quand le jeu devient protagniste L’image n’est plus une image… l’image devient un langage… When the game becomes protagonist, the image is not any more an image. The image becomes a language … Virginie Schnyder


Moltitudine, solitudine… termini intercambiabili per il poeta attivo e fecondo. Baudelaire L’indagine creativa di Wanda Perrone Capano coinvolge, intrecciandole, entrambe le dimensioni di interiorità ed esteriorità come espressioni figurate nella fotografia. Lo scatto cristallizza momenti del suo vissuto personale e si carica di contenuti emotivi per trasmetterli a chi osserva, varco verso una dimensione soggettiva che racchiude un intero mondo. L’artista affronta il problema femminile lungo una dimensione soprattutto psicologica, ma inevitabilmente anche sociale. Amplificando frammenti visivi ed emozionali, realizzando ambientazioni puramente cromatiche, ritratti e paesaggi interiori, ci racconta, sussurrando, un percorso interiore fatto di solitudine, di relazioni umane, di esperienze condivisibili che contemplano una storia in divenire, tra superamenti alternati a momenti di stasi. Tre cicli interconnessi, intimamente legati tra loro, si snodano lungo il filo sottile della femminilità che sottende il quotidiano. Il titolo svela esplicitamente la diacronicità del percorso di ricerca: Yesterday was dramatic, today is ok, e insieme ai “sottotitoli” e alle espressioni umane, anche i paesaggi e gli oggetti rappresentati costituiscono elementi narrativi, mentre le immagini più arcane e impenetrabili, vere e proprie cesure visive, sembrano configurarsi nell’insieme come dei bug, interruzioni nel flusso enunciativo, “momento formativo legato alla conoscenza e all’esperienza” (Gianni Romano) che comporta un superamento, una crescita. Ponendosi al limite delle due dimensioni, come oggetto e soggetto dei suoi scatti, Wanda Perrone Capano mette in scena il proprio corpo in rapporto alla fotografia godendo di “un’occasione privilegiata di espansione nell’immaginario, sperimentazione disincantata dell’identità”, come direbbe Marra, nella precisa consapevolezza che “per un essere cosciente, essere significa cambiare, cambiare significa maturarsi, maturarsi significa creare indefinitamente se stessi” (Henri Bergson ).

Dreams are for sleepers Il primo ciclo di immagini dai prevalenti toni freddi, come frammenti di una corporalità infranta, sembra esprimere la necessità di un risveglio attraverso uno scandagliamento onirico che rimanda a una condizione esperienziale conclusa, ma ancora straripante. Nothing is just as before. Luckily Il passaggio successivo sembra affrontare un ri-adattamento dopo il risveglio, la presa di coscienza della propria capacità di reinventarsi. Il ritmo dell’insieme è eterogeneo, frenetico e dilatato, e i movimenti suggeriti dagli scatti paiono ancora incontrollati, istintuali, quasi animali. Gli ambienti contengono tracce, passaggi, accadimenti lontani o appena consegnati al passato. Flatmates L’ultima serie apre alla sfera delle interrelazioni umane, con gli altri, con l’altro sesso, con se stessi. Nel gioco tra le dimensioni di moltitudine/solitudine si attua uno scambio tra individualità rappresentate e osservatori immaginari. In questo passaggio si coglie una maggiore distensione nei piani compositivi e nelle atmosfere più omogenee . Il percorso sembra chiudersi con una maggiore complessità visuale, caratterizzata da profondità e meticolosità compositive, dettate da una ritrovata giocosità, segno di un superamento. La rinnovata centralità del soggetto umano, la sua messa a fuoco, indicano una tregua alle fluttuazioni emotive anche sul piano iconico, mentre la protagonista gioca con l’obiettivo come davanti allo specchio nell’esplorare la propria identità e le infinite proiezioni del proprio ego. Cinzia Curini


Wanda Perrone Capano creative research involves both the inner and the exterior nature as figurative expressions in photography, (intensified by the instrument which becomes the artificial extension of her sensitivity). Each shot fixes moments of her own life and is filled with emotional contents which are transferred to the observer, a passage towards a subjective perspective which includes an entire world. The artist faces the female world according to a mostly psychological perspective, but inevitably social, too. By amplifying visual and emotional fragments, she quietly narrates through purely chromatic settings, portraits and inner worlds, an interior search made of loneliness, human relationships and shared experiences which contemplate a story in progress and where successes alternate with still moments. Three interlaced cycles, closely linked together, are displayed along the subtle thread of womanhood implying daily life. The title clearly reveals the diachronic aspect of the research: Yesterday was dramatic, today is ok and, together with the subtitles and the human expressions, even the landscapes and the represented objects become narrative elements. Instead, the most mysterious and obscure images, real visual caesura, seem to assume the shape of bugs, interruptions in the communicative flow, “a formative moment connected to knowledge and experience” which implies an overcoming moment, a full growth. By placing herself into the dimensions of both roles, as object and subject of each shot, Wanda Perrone Capano displays her own body in relationship to photography, enjoying “a privileged opportunity to spread throughout an imaginary world, a disillusioned testing of identity and (as Marra would clearly say) “ for a human being, to be means to change, to change means to grow up, to grow up means to create oneself indefinitely.

Dreams are for sleepers The first cycle of images whose tones are rather cold and are seen as fragments of a broken corporality, seems to express the need to be re-awakened by a dream-like sounding which reminds us of an experiential condition already accomplished but still overflowing. Nothing is just as before. Luckily The next passage seems to face a sort of re-adjustment after awakening, the awareness of one’s ability to change completely. The whole rhythm is mixed, frantic and expanding and the movements captured by the shots still seem uncontrolled, instinctual, almost animallike. The spaces are full of marks, passages and events of a distant past or ones which have just occurred Flatmates The last series concerns the sphere of human relationships, with other people, the opposite sex and with oneself. The interplay between multitude/loneliness implies an interchange between the represented individualities and imaginary observers. In this passage there is a greater smoothness in the composition of plans and in the most homogeneous atmospheres (while the continuous presence of the subject and other easily recognizable elements suggests the search for a way of constant presentation. The search seems to end with a major visual complexity made of compositional depths and accuracy, a result of a recovered joy, a sign of success (getting over). The renewed position of the human subject and its focusing show a pause in the emotional fluctuations at the iconic level, too; the protagonist plays with the lens (objective) as if she looks at herself in the mirror, exploring her own identity and the endless projections of herself. Cinzia Curini


“There is crack – a crack - in everything, that’s how the light gets in.” Leonard Coen

Una fotografa contempla con sofferente distacco quel che resta di un naufragio emotivo e si ritrova nel conforto muto di spazi e oggetti quotidiani. Lì ricostruisce la sua identità, pezzo per pezzo, chiamando a comporre il puzzle anche le parti di sé più odiose, formali o indifferenti certa, questa volta, che “ci sia una crepa in ogni cosa ma che sia da lì che filtra la luce”.

The photographer contemplates with suffering detachment that which remains of an emotional wreck and is found in the silent comfort of everyday spaces and objects. She reconstructs her identity, little by little, putting the pieces of a puzzle together which also includes those parts of herself which are hateful, formal and indifferent. She is this time certain that ”there is a crack – a crack – in everything, that’s how the light gets in “.

Federica Martino


dreams are for sleepers i sogni sono per chi dorme









nothing is just like before. luckily niente è piÚ come prima. e meno male








FLATMATES coinquiline


with

them






with

you






with

me






Dreams are for sleepers. Do you really trust in dreams? Do you suffer from Stockholm Syndrome? Davvero ti fidi dei sogni? Sei affetto da Sindrome di Stoccolma?

Nothing is just as before. Luckily. Can I tell you Goodnight? Posso darti la buonanotte?


Notes

Flatmates. How many flatmates are there in your mind? Quante coinquiline ci sono nella tua testa?


Thanks to: Maurizio Cavalli, Andrea Beltrame, Federica Martino, Virginie Schnyder, Piera Di Leo, Giorgia Mazzi, M첫m, Bugo, Cinzia Curini. Special thanks to: my parents, Francesca T., Luca R., Federico e Stefania P.C., Monica O., Laura P., Anna D.P., Vincenza Francisco Alessio e Messiaj D.O.N., Silva R., Giovanni A., Domenico R., Ramak F., Guido B., Erminio A., all my students (2008/2009) from I.P.S.I.A Marcora (Inveruno), and all people close to me.


Istituto Italiano di Fotografia, da quattordici anni presente nel panorama della formazione professionale, costituisce un punto di riferimento per i nuovi talenti della fotografia e per professionisti già affermati. I programmi didattici vengono costantemente aggiornati ed affiancati a eventi e collaborazioni con il mondo della produzione. Un obiettivo preciso: insegnare il linguaggio fotografico per formare professionisti in grado di esprimere il proprio stile. Direttore : Maurizio Cavalli Responsabile Art Side : Andrea Beltrame Relazioni esterne : Patrizia Arcadi Grafica : Francesca Todde

Istituto Italiano di Fotografia con la sezione Art Side ha deciso di valorizzare ulteriormente i propri fotografi di maggior talento. Nasce così Project Book, una serie di pubblicazioni che accolgono i progetti più visionari, più coerenti, più originali. Gli autori sono stati invitati a occuparsi di ogni aspetto del libro, dall’editig all’impaginazione. Un nuovo spazio fortemente voluto da chi offre un percorso capace di far emergere lo stile personale. Una vetrina per chi è ancora alla ricerca di occasioni per stupirsi.

BIO Wanda Perrone Capano bla bla bla blablabbla Trani bla blalaba bla bla bbbla April, the 9th 1979 ble blebla ble bla. Bla blaaa degree in Italian Licterature, and blabla blaaabbbla Istituto Italiano di Fotografia in Milan. Bal labla bla bla bleble blibla in Milan again, bla blla, blabla blala, bla fashion photography, but blabla personal works. Bla blalbla self-portraits. www.nophotoplease.it


Finito di stampare Marzo 2009. Tutti i diritti riservati. Printed in Italy, March 2009. All rights reserved. Š Photographs: Wanda Perrone Capano


Via G.Bugatti, 3 - 20144 Milano • www.istitutoitalianodifotografia.it


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