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MARCO FANTONI

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SCENARI

SCENARI

UN RICORDO DI MARCO FANTONI

SI È SPENTO UNO DEI PROTAGONISTI DEL NOSTRO SETTORE.

Marco Fantoni nasce da Giovanni Fantoni e Maddalena Pittini il 22 agosto 1930, rappresentanti di Famiglie che sin da allora intrecciano i loro destini familiari ed industriali. Marco nasce dopo la prematura scomparsa per difterite del secondogenito Carlo e sin dalla tenera età elabora, attorno al tavolo da disegno del Padre, la sua passione per il disegno e per il “bello e ben fatto’’. Ammira il Padre e le sue intuizioni imprenditoriali, la ricerca del disegno e della tecnologia quali strumenti per perseguire “l’eccellenza del fare’’. Allo stesso tempo questo trasferimento di conoscenze alimenta in lui la riconoscenza per il coinvolgimento familiare nella attività di Famiglia e nella trasmissione intergenerazionale del sapere che lui stesso interpreterà con i suoi figli ancora in giovane età attraverso il coinvolgimento lavorativo e societario. Per suo Padre nutre una tale venerazione che spesso ripeteva: “darei tutto quello che ho per condividere con lui un giorno e spiegargli le cose che abbiamo fatto”. Vive la giovinezza con il Fratello Piero e con tutti i cugini Pittini confrontandosi ben presto con le ristrettezze economiche del periodo tra le due guerre. Il suo primordiale istinto per il disegno lo orienta negli studi, frequentando il Liceo Artistico di quella Venezia che già suo padre aveva conosciuto in un suo lungo soggiorno lavorativo. Venezia rimarrà per lui, per sempre, un luogo di grande attrazione legato anche alla frequentazione del suo Amico Luciano Gemin. La prematura scomparsa di entrambi i genitori lo obbliga ad interrompere gli studi e ad immergersi nella responsabilità della conduzione aziendale. Supera le inevitabili difficoltà iniziali e incontra il vento della ripresa economica post-bellica cogliendo le opportunità offertegli con l’accesso all’Agip, con le realizzazioni del villaggio di Borca di Cadore e dei Motel Agip che gli consentono un contatto diretto con Enrico Mattei e con l’Arch. Edoardo Gellner. Sposa Alessandra De Antoni nel 1954 che sarà non solo la sua preziosa compagna di vita, ma consigliera e perno fondante della solidità familiare ed aziendale. Sono gli anni in cui affida all’ Arch. Carlo Lucci la progettazione della nuova fabbrica di Gemona che ben presto diventa sottodimensionata rispetto all’ impetuoso sviluppo dell’attività. Fonda nel 1961 la ZIRO Zona industriale di Rivoli di Osoppo assieme ai colleghi Pittini, Donde’, Cosani, De Simon, sostenuti dall’Avv. Giovanni De Carli e, attribuendo la progettazione della stessa a Gino Valle, realizza un’importante testimonianza di come l’Architettura possa e debba essere parte della qualificazione non solo del prodotto ma anche delle strutture aziendali e dei posti di lavoro. In quegli stessi anni le pulsazioni aziendali lo stimolano a conoscere le realtà produttive americane da cui trae insegnamenti ed elementi di confronto attraverso numerosi viaggi ispiratori che nel tempo offrono lo spunto alla introduzione in Italia della produzione di mobili Early American prima e dell’MDF più tardi. Fonda la Plaxil assieme al fratello Piero Fantoni, al Dott. Federico Aita e a Giacomo Candido, avvicinandosi alla produzione del pannello truciolare ed alla introduzione di tutte le tecnologie di lavorazione del pannello che rivoluzionano le logiche di costruzione del mobile e che

rappresenteranno la base tecnica su cui fonderà le relazioni con tutti i designer con cui si confronterà nel prosieguo della ricerca dei nuovi prodotti. Costruisce ad Osoppo il nuovo mobilificio e, parallelamente, la collaborazione con gli architetti Gino Valle ed Herbert Ohl genera la rinomata collezione di Mobili Multipli, sviluppata per la Rinascente e per Zanussi, ora conservata al Moma di New York che, con il peculiare dettaglio dei bordi a 45 gradi rappresenterà l’elemento distintivo della produzione Fantoni nel mondo. Il terremoto del 76’ con la distruzione totale del sito produttivo di Osoppo rivela la massima forza di reazione alle avversità naturali di Marco Fantoni che interpreta la disgrazia come opportunità: quella di “rifare meglio di prima quanto perduto”. La sua forza di volontà nel ripartire al più presto con la produzione, le sue iniziative a soccorso della popolazione lo proiet-

MARCO FANTONI

Marco Fantoni was born to Giovanni Fantoni and Maddalena Pittini on August 22, 1930, representatives of Families that have been intertwining their family and industrial destinies ever since. Marco was born after the untimely death of his second son Carlo due to diphtheria and from an early age he developed his passion for drawing and for "beautiful and well done" around the drawing board of his father. He admires the Father and his entrepreneurial intuitions, the research of design and technology as tools to pursue "the excellence of doing". At the same time this transfer of knowledge nourishes in him the gratitude for the family involvement in the Family activity and in the intergenerational transmission of the knowledge that he himself will interpret with his children at a young age through work and corporate involvement. He has such veneration for his father that he often repeated: “I would give everything I have to share with him one day and explain to him the things we have done”. He lived his youth with his brother Piero and with all the Pittini cousins, quickly confronting the economic hardship of the period between the two wars. His primordial instinct for drawing guides him in his studies, attending the Art School of that Venice that his father had already met during a long working stay. Venice will remain for him, forever, a place of great attraction also linked to the frequentation of his friend Luciano Gemin. The premature death of both parents forces him to interrupt his studies and immerse himself in the responsibility of running the business. He overcomes the inevitable initial difficulties and meets the wind of the post-war economic recovery by seizing the opportunities offered him by accessing Agip, with the achievements of the village of Borca di Cadore and the Agip Motels that allow him direct contact with Enrico Mattei and with Arch. Edoardo Gellner. He married Alessandra De Antoni in 1954 who will not only be his precious life partner, but also the councilor and founding pivot of family and business solidity. These were the years in which he entrusted the design of the new factory in Gemona to Arch. Carlo Lucci, which soon became underpowered compared to the impetuous development of the business. He founded the ZIRO Industrial Zone of Rivoli di Osoppo in 1961 together with his colleagues Pittini, Donde ', Cosani, De Simon, supported by Avv. Giovanni De Carli and, attributing the design of the same to Gino Valle, creates an important testimony of how architecture can and should be part of the qualification not only of the product but also of company structures and workplaces. In those same years, the company's pulsations stimulated him to get to know the American production realities from which he draws lessons and elements of comparison through numerous inspirational journeys that over time offer the cue for the introduction in Italy of Early American furniture production first and of MDF later. . He founded Plaxil together with his brother Piero Fantoni, Dr. Federico Aita and Giacomo Candido, approaching the production of chipboard panels and the introduction of all panel processing technologies that revolutionize the logic of furniture construction and which will represent the technical basis on which will establish relationships with all the designers with whom he will discuss in the continuation of the search for new products. He builds the new furniture factory in Osoppo and, at the same time, the collaboration with the architects Gino Valle and Herbert Ohl generates the renowned collection of Multiple Furniture, developed for Rinascente and Zanussi, now preserved at Moma in New York which, with the peculiar detail of edges at 45 degrees

MARCO FANTONI

tano ad essere riconosciuto come uno dei principali Protagonisti della Ricostruzione del Friuli rappresentando nei fatti uno degli esempi concreti del motto: “prima le fabbriche, poi le case, poi le Chiese…” Il terremoto è per lui l’occasione per iniziare il costruttivo e ininterrotto rapporto professionale con il dott. Enzo Cainero che diventa per lui imprescindibile interlocutore, confidente ed ispiratore di molte scelte aziendali. È il periodo dell’ingresso in Azienda di Giovanni prima e Paolo dopo, la cui partecipazione all’ azionariato della Azienda era stata realizzata progressivamente nei tempi sin dalla loro gioventù con piena fiducia nel loro coinvolgimento, perseguendo la aspirazione che gli era stata negata della condivisione dell’operatività in affiancamento a suo Padre scomparso quando lui aveva solo 18 anni. Lo sviluppo delle attività negli anni 80 preconfigura nel Gruppo la visione e l’importanza dell’integrazione verticale quale vantaggio competitivo e fattore di fertilizzazione delle competenze aziendali. Marco Fantoni si alterna tra la sua indole alla architettura e quella alla tecnologia e si diletta a seguire Gino Valle nella realizzazione dei nuovi fabbricati che rappresenteranno delle vere icone della Architettura industriale nel Friuli-Venezia Giulia. Rimangono, questi, come veri biglietti da visita del DNA aziendale, luoghi di condivisione culturale e identitari del territorio. Sono gli anni dello sviluppo delle Centrali idroelettriche prima e di cogenerazione dopo, dell’impegno nella Novolegno, nella Carnica Lavori riconvertita in Lacon per la produzione di carte melaminiche e cpl, della acquisizione delle strutture produttive di Manzano e di Attimis. Marco Fantoni esprime il convincimento che l’attività industriale è portatrice di ricchezza per tutto il territorio ma soprattutto di valori etici e culturali che arricchiscono ‘’tutta la società civile’’. Nel post- terremoto la ricostruzione di casa con l’Arch. Luciano Gemin e più tardi la ristrutturazione di Palazzo Zorzi a Venezia offrono di lui la lettura di una felice coesistenza di due visioni della Architettura, quella razionalista sviluppata con Valle e quella più Scarpiana e decorativa applicata con Gemin dimostrando in ciò la sua polivalenza e pluralità culturale. Al grande impegno personale rivolto allo sviluppo delle attività, corrisponde un grande rigore, imposto in primis a sé stesso, che gli consente di richiedere massima disponibilità e massimo impegno a tutti i collaboratori. Non amava le dispersioni e certamente, la sua determinazione si esprimeva con il suo sguardo prima ancora che con le parole di cui era parco. Dovevano per lui parlare i fatti e non le parole, al punto di essere esitante alle esposizioni mediatiche, alle interviste e ancor più alla vita mondana. La sua dedizione e rigorosità nel lavoro espressa nella ricerca del dettaglio era diventata una regola aziendale, ancor più uno stile aziendale che aveva animato un vero spirito di appartenenza ai colori dell’Azienda. La ricerca della bellezza era da lui intesa non come mera bellezza estetica ma più ancora come ricerca dell’impegno alla perfezione quale indice dell’impegno profuso nelle cose che rappresentava la vera bellezza interiore dell’anima e del proprio impegno nella società. Gli anni 2000 lo vedono perseguire le nuove iniziative nella internazionalizzazione con l’acquisizione della Lesonit prima e della Spik dopo, sempre intese come unità funzionali al rafforzamento della Casa Madre del Gruppo. Nella sua visione imprenditoriale ha sempre considerato l’importanza delle Associazioni e della Rappresentanza delle Categorie imprenditoriali in cui si impegna assumendo la Vice Presidenza in Confindustria a Udine e importanti ruoli di rappresentanza in Federlegno e nel Comitato organizzatore del Salone del Mobile di Milano. Consigliere della Banca Popolare di Gemona prima, della Banca Antoniana poi, del Mediocredito FVG, riceve dal Presidente Pertini la Onorificenza di Cavaliere del Lavoro nel 1984 e ADI Associazione del Design Italiano gli conferisce il Premio COMPASSO D’ ORO alla Carriera nel 1998. Nel gennaio 2002 l’Università di Udine gli attribuisce la Laurea ad Honoris Causa in Ingegneria Gestionale mentre il Presidente Napolitano conferisce all’ azienda il Premio nazionale per l’innovazione nel 2009. Gli ultimi anni hanno visto Marco Fantoni molto ritirato dall’attività e continuativamente assistito nelle sue cure da Alessandra che è scomparsa il 7 febbraio 2021, che certamente lo ha atteso e alla quale oggi si è ricongiunto per proseguire il progetto di vita esemplare che assieme si erano dati e che hanno perseguito con determinazione e impegno rimanendo per tutti noi come splendido esempio di unione familiare.

will represent the distinctive element of Fantoni production in the world. The 76 'earthquake with the total destruction of the Osoppo production site reveals the maximum reaction force to natural adversity by Marco Fantoni who interprets the misfortune as an opportunity: that of "remaking what was lost better than before". His willpower in restarting production as soon as possible, his initiatives to help the population project him to be recognized as one of the main protagonists of the Reconstruction of Friuli, representing in fact one of the concrete examples of the motto: "first the factories, then the houses, then the churches ... " The earthquake is an opportunity for him to begin the constructive and uninterrupted professional relationship with Dr. Enzo Cainero who becomes for him an essential interlocutor, confidant and inspirer of many company choices. It is the period of entry into the Company of Giovanni first and Paolo later, whose shareholding in the Company had been achieved progressively over time since their youth with full confidence in their involvement, pursuing the aspiration that had been denied him to share. of working alongside his father who passed away when he was only 18 years old. The development of activities in the 1980s preconfigures the Group's vision and importance of vertical integration as a competitive advantage and a fertilization factor for corporate skills. Marco Fantoni alternates between his nature of architecture and that of technology and is delighted to follow Gino Valle in the construction of the new buildings that will represent true icons of industrial architecture in Friuli-Venezia Giulia. These remain as true business cards of the corporate DNA, places of cultural sharing and identity of the territory. These are the years of the development of hydroelectric power plants first and of cogeneration later, of the commitment in Novolegno, in the Carnica Lavori converted into Lacon for the production of melamine and cpl papers, of the acquisition of the production facilities in Manzano and Attimis. Marco Fantoni expresses the conviction that industrial activity is the bearer of wealth for the whole territory but above all of ethical and cultural values that enrich 'the whole of civil society'. In the post-earthquake the reconstruction of the house with Arch. Luciano Gemin and later the renovation of Palazzo Zorzi in Venice offer him the reading of a happy coexistence of two visions of Architecture, the rationalist one developed with Valle and the more Scarpian and decorative one applied with Gemin, demonstrating in this his polyvalence and cultural plurality . The great personal commitment addressed to the development of the activities corresponds to a great rigor, imposed primarily on himself, which allows him to request maximum availability and maximum commitment from all collaborators. He did not like dispersions and certainly, his determination was expressed with his gaze even before the words he was afraid of. Facts and not words had to speak for him, to the point of being hesitant to media exposures, interviews and even more so to worldly life. His dedication and rigor in the work expressed in the search for detail had become a corporate rule, even more a corporate style that had animated a true spirit of belonging to the Company's colors. The search for beauty was understood by him not as mere aesthetic beauty but even more as a search for a commitment to perfection as an index of the commitment to things that represented the true inner beauty of the soul and of one's commitment to society. The 2000s saw him pursue new initiatives in internationalization with the acquisition of Lesonit first and of Spik later, always intended as functional units for strengthening the Group's parent company. In his entrepreneurial vision he has always considered the importance of the Associations and Representation of the entrepreneurial categories in which he engages by assuming the Vice Presidency in Confindustria in Udine and important representative roles in Federlegno and in the Organizing Committee of the Milan Furniture Fair. Director of Banca Popolare di Gemona first, then of Banca Antoniana, of Mediocredito FVG, he received the honor of Cavaliere del Lavoro from President Pertini in 1984 and ADI the Italian Design Association awarded him the COMPASSO D'ORO Career Award in 1998. In January 2002 the University of Udine awarded him the Honorary Degree in Management Engineering while the President Napolitano awarded the company the National Award for innovation in 2009. The last few years have seen Marco Fantoni very withdrawn from the activity and continuously assisted in his care by Alessandra who passed away on 7 February 2021, who certainly awaited him and to whom he has rejoined today to continue the project of exemplary life that together they were given and pursued with determination and commitment, remaining for all of us as a splendid example of family union.

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