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INCONTRI
L'INSTALLAZIONE, DALLA FORESTA AL DESIGN, È ESPLICATIVA DI UN'IDEA PRECISA: PROMUOVERE LE SPECIE LEGNOSE PIÙ DIFFUSE E COMMERCIALI IN SOSTITUZIONE DI QUELLE SOTTO STRESS, VALORIZZANDONE LE SPECIFICITÀ E LA BELLEZZA. I 22 PROGETTI SELEZIONATI, REALIZZATI E IN MOSTRA ALLA TRIENNALE DURANTE LA 60° MILANO DESIGN WEEK SONO REALIZZATI CON UNA O PIÙ SPECIE DI LEGNO DI LATIFOGLIA AMERICANA A SCELTA FRA L’ACERO, IL CILIEGIO E LA QUERCIA ROSSA; SPECIE APPOSITAMENTE SELEZIONATE DA AMERICAN HARDWOOD EXPORT COUNCIL (AHEC). LA MOSTRA FOREST TALES CHE NE È DERIVATA, CURATA E PROGETTATA DA STUDIO SWINE, NON È SOLO UNA VETRINA DI CREATIVITÀ, MA UN MANIFESTO CONTRO LO SPRECO NEL DESIGN COME DIMOSTRANO I PEZZI PRESENTATI CHE SONO CARBON-NEUTRAL O CARBON-NEGATIVE PER PORRE FINE ALL'ATTUALE CULTURA USA E GETTA.
DALLA FORESTA AL DESIGN
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Abbiamo visitato, in Triennale, nei giorni vibranti della Milano Design Week, la mostra Forest Tales. Curata e progettata da Studio Swine, l’esposizione raccoglie 22 pezzi appositamente selezionati tra gli ultimi progetti di American Hardwood Export Council (AHEC) in una spettacolare rassegna sia della qualità del design internazionale sia della bellezza e versatilità del legno di latifoglia americana come materiale di design. «Forest Tales – ha dichiarato David Venables, direttore di AHEC Europa – unisce alla celebrazione del design degli ultimi progetti di AHEC, l’amore per il legno e un richiamo all’equilibrio. Equilibrio nel modo in cui utilizziamo i materiali naturali con particolare riguardo per quelli rinnovabili, come il legno. Lo stesso equilibrio su cui i designer, così come l’intero settore, sono chiamati a riflettere per fronteggiare la più grande questione sociale ed economica del nostro tempo: il cambiamento
climatico e la necessità di porre fine all'attuale cultura usa e getta. Il Covid ha dimostrato che il mondo è in grado di reagire rapidamente di fronte a una grande crisi globale, speriamo che questa esperienza ci permetta di realizzare altrettanto rapidamente i cambiamenti necessari nel nostro modo di consumare, costruire e vivere». In occasione della nostra visita in Triennale, abbiamo chiesto a David Venables qual è la base del progetto “A seat at the table”. «Quello che ha ispirato questo progetto è stato soprattutto lo scopo di dare spazio ai giovani designer con 200 progetti tra cui sono stati selezionati quattro tavoli realizzati poi da Riva 1920. I tre legni selezionati – Quercia rossa americana, Ciliegio e Acero – rappresentano il 90% della foresta di latifoglie americane ed è fondamentale che siano valorizzati, questa è la mission di AHEC da sempre! In Europa siamo concentrati su determinate varietà di legno che sono poco disponibili oppure che sono soggette a costi e tempi di trasporto pesanti a causa della situazione geopolitica. In un’ottica di sostenibilità non dobbiamo dimenticare che è importante utilizzare tutto quello che la foresta fornisce e indubbiamente bisogna capire meglio le caratteristiche del legno a disposizione».
Una panoramica di Forest Tales.
Sonia Maritan con Mike Snow, memoria storica del settore ed executive director di AHEC. “La piccola proprietà forestale americana, un modello virtuoso di prelievo forestale”.
David Venables con Sonia Maritan: “Una linea diretta tra foresta e design”.
Sonia Maritan chiede di approfondire capacità e gestione delle risorse delle foreste. «Negli Stati Uniti abbiamo foreste che sono le più produttive del mondo sia in termini di volumi sia in termini di potenzialità di utilizzo – risponde David Venables –, ma gli utilizzatori devono impegnarsi a cambiare la loro mentalità. Anche gli alberi hanno una vita, piuttosto che lasciare gli alberi in terra a restituire all’atmofera l’anidride carbonica sottratta durante il loro ciclo di vita, dobbiamo fissarla nell’ambito di un circolo economico ed ecologico virtuoso. Utilizzare il legno è oltretutto un incentivo per continuare a gestire in modo economico le
foreste in concorrenza con piantagioni come il riso o la soia che, gestite in modo intensivo, distruggono il terreno». Il messaggio è quello di educare all’idea di coltivare la foresta e di costruire in modo salubre. In mostra dal 3 al 12 giugno, presso la Triennale di Milano, Forest Tales ha rappresentato il culmine del lavoro creativo di AHEC negli ultimi due anni. Studio Swine ha curato l’allestimento di pezzi provenienti da quattro progetti il cui filo conduttore è la materia – ogni pezzo è realizzato con una (o più) delle tre varietà di legno di latifoglia americana sottoutilizzata: l’Acero, il Ciliegio e la Quercia rossa.
Sonia Maritan e Pietro Ferrari con Maurizio Riva di Riva 1920.
Maurizio Riva: “Usare il legno con rispetto, parsimonia e intelligenza”. I PROGETTI
Più in dettaglio, Connected ha invitato nove designer internazionali di fama mondiale a creare tavoli e sedie in risposta alla condizione di isolamento imposta dalla pandemia; mentre Discovered: Designers for Tomorrow ha fornito una piattaforma di visibilità a venti talenti emergenti del design internazionale; Slow Design for Fast Change ha riunito nove giovani designer dei paesi DACH (area linguistica tedesca) per creare mobili e oggetti all'insegna di sostenibilità, longevità e artigianalità; A Seat at the Table è una nuova collaborazione con il produttore di mobili di design in legno massello Riva 1920 che ha portato alla selezione di quattro designer italiani emergenti e dei loro progetti di design innovativo e sostenibile per quattro tavoli in legno massello. Per Forest Tales, Studio Swine ha curato una selezione di pezzi che ha sospeso intorno e su una “montagna” labirintica di casse di legno: un progetto espositivo monumentale e coinvolgente che induceva i visitatori a entrare, esplorare e scoprire una nuova prospettiva sul design. «Siamo felici che AHEC ci abbia invitati a fare una proposta. È un grande onore essere invitati a progettare uno spazio espositivo ed è solo la seconda volta che lo facciamo. L'opportunità, a essere onesti, era abbastanza sco-
raggiante: creare qualcosa in una sede con il portato storico della Triennale, per giunta durante la 60° edizione del Salone del Mobile, all'ombra incombente di grandi allestimenti come quelli di Castiglioni, Ray e Charles Eames, OMA ecc. Era fondamentale fare qualcosa di audace e d'impatto che rendesse giustizia agli straordinari lavori di tutti i designer noti ed emergenti in mostra, e allo stesso tempo non creasse sprechi». Ha dichiarato il portavoce di Studio Swine. La rassegna è stato un vero e proprio who's who del design contemporaneo. I progetti in mostra comprendevano sia lavori di designer affermati sia di designer emergenti, tra cui il tavolo biofilico Stem in Acero di Heatherwick Studio, il tributo di Studio Swine in Quercia rossa curvata a vapore al design della dinastia Ming, gli ingegnosi sistemi di scaffalatura espandibili senza colla di Taiho Shin, gli sgabelli impilabili tipicamente nordici di Maria Bruun e la sedia in tre legni di Simon Gehring che fonde processi di progettazione computazionale e scarti di legno con effetti unici (Ndr, vedi addendum con lista completa dei pezzi). “Imballaggio Intelligente”, il concept di Studio Swine per l'installazione si ispira ai fotogrammi di apertura di Quarto Potere (Citizen Kane), in cui gli effetti personali di Kane sono visibili tra una moltitudine di casse di legno da imballare. I visitatori si sono trovati di fronte a un'interessante topografia di casse di legno da imballaggio –le stesse usate per il trasporto dei mobili – con i vari pezzi esposti sopra, sotto e accanto a esse, su diversi livelli. Intessuti nell’installazione una serie di schermi con video che raccontavano la storia dei vari pezzi, i contesti in cui sono nati e i legni con cui sono stati realizzati. Le superfici delle casse fungevano da tele su cui erano riprodotte immagini del paesaggio della foresta da cui provengono i legni di latifoglia. Riprendendo l'idea della prospettiva anamorfica, per cui un'immagine diventa chiara solo se osservata da un punto di vista specifico (notoriamente esemplificata dal teschio nel dipinto The Ambassadors di Hans Holbein), ogni cassa è stata dipinta per raffigurare un singolo elemento di una scena più grande, così che, se osservate da una certa angolazione, le immagini sulle casse si uniscono a formare un quadro completo. La prospettiva dello spettatore rispetto alla mostra cambia quindi a seconda di dove si trova: da un an-
FROM FOREST TO DESIGN
Curated and designed by Studio Swine, Forest Tales put together 22 specially selected designs from the American Hardwood Export Council’s (AHEC) recent projects, in a truly spectacular showcase of both global design talent and the beauty and versatility of American hardwood as a design material. Showing at Triennale Milano from 3 to 12 June, Forest Tales was the culmination of AHEC’s creative work over the past two years. Studio Swine curated pieces from four projects, which despite the diversity of their output, are united through material – each piece is made from one (or more) of three underused American hardwood varieties: maple, cherry and red oak. The projects - Connected which challenged nine worldrenowned international designers to create tables and seating responding to the isolation imposed by the pandemic; Discovered: Designers for Tomorrow, which gave a platform to 20 emerging design talents from around the world; Slow Design for Fast Change which brought together nine young designers from the DACH countries to create furniture and objects characterised by sustainability, longevity and craftsmanship; A Seat at the Table, a new collaboration with Italian furniture maker Riva 1920 that sees four emerging Italian designers selected to create innovative, sustainable designs for solidwood tables. For Forest Tales, Studio Swine takes a selection of pieces from each project, and incorporates them into a labyrinthine ‘mountain’ of wooden crates – a monumental and immersive exhibition design that invites visitors to enter, explore and discover a fresh perspective on furniture.
golo, vedrà l'immagine completa della foresta; da un altro, l'immagine si frammenterà e i mobili diventeranno il fulcro. Con il proposito di raccontare storie diverse man mano che si interagisce con lo spazio.
ALTO PROFILO, BASSO IMPATTO
La questione di un cambiamento di prospettiva è stata parte integrante sia della forma sia del contenuto dell'installazione. Forest Tales non è solo una vetrina di creatività, ma un manifesto contro lo spreco nel design, un appello per una scelta più ponderata dei materiali e una sfida allo status quo. Tutti i pezzi presentati sono carbon-neutral o carbon-negative. AHEC ha a disposizione i dati completi del Life Cycle Assessment (LCA) di ciascuno di essi, così che la loro impronta ambientale sia chiaramente visibile. Consapevoli del fatto che molte mostre generano notevoli quantità di rifiuti, AHEC e Studio Swine erano determinati a far sì che Forest Tales fosse il più possibile efficiente dal punto di vista dei materiali e quanto più vicina a zero emissioni di carbonio e che il suo messaggio di sostenibilità raggiungesse il maggior numero possibile di decision maker del settore. Ciò implicava un’installazione di dimensioni importanti. L'uso delle casse ha permesso a Studio Swine e AHEC di ottenere la massima attenzione con il minimo impatto. Le casse sono multiuso, utilizzate per esporre, spedire e riporre in magazzino i pezzi in mostra: non esiste quindi nessun set da disinstallare una volta che la manifestazione è conclusa –semplicemente gli elementi tornano alla loro funzione originale. Con questo obiettivo, tutti i sistemi di stampa così come gli inchiostri utilizzati per creare le opere d'arte sulle casse da SPIN, studio grafico londinese, sono stati scelti in modo da preservare la funzione primaria di stoccaggio e trasporto delle casse.
Sonia Maritan sullo sfondo della "foresta" creata dipingendo piccole porzioni di essa su ogni cassa, così che, se osservate da una certa angolazione, le immagini sulle casse si uniscono a formare un quadro completo.
LA QUESTIONE DEL LEGNO
Attraverso Forest Tales, AHEC puntava a fornire una piattaforma globale a designer, mobili e progetti che non sono ancora stati visti su larga scala a causa della pandemia, ma anche a mostrare lo straordinario potenziale come materiale di design sostenibile, di una selezione di legni di latifoglia americani sottoutilizzati. Ciò si rivela particolarmente importante in un momento in cui le scorte di legni di latifoglia europei maggiormente utilizzati sono state esaurite a causa dell’eccessivo utilizzo e le linee di approvvigionamento sono gravemente impattate dall'attuale situazione geopolitica. La pandemia ha reso ancora più urgente affrontare la sfida ambientale, e oggi architetti e designer sono più inclini a esplorare per i loro progetti una più ampia varietà di legni, così come i consumatori sono sempre più attenti all'impatto di ciò che consumano e di cui si circondano. L'Acero, il Ciliegio e la Quercia rossa sono tutti legni versatili che crescono a una velocità superiore a quella con cui vengono raccolti. Forti, pratici, tattili, belli e in grado di rinnovarsi rapidamente, sono tuttavia significativamente sottoutilizzati dall'industria del design – in alcuni casi perché hanno perso popolarità a causa di un cambiamento dei trend, in altri semplicemente per poca dimestichezza. In occasione di questa mostra, AHEC ha cercato di lanciare un messaggio al settore per incoraggiarlo a puntare a una selezione di tre legni di la-
tifoglia americana come perfetta combinazione di estetica, durata e praticità – materiali ideali per le attuali e future generazioni di designer e innovatori che vogliono creare mobili belli e duraturi carbon-neutral o carbon-negative. Il legno americano ha una storia lunga che si lega alla crescita stessa del Paese, osserva Sonia Maritan rivolgendosi a Mike Snow con il quale si crea lo scambio che segue. «A partire dallo stanziamento degli Inglesi nel Settecento, il legno è stato utilizzato per la realizzazione delle case e degli arredi, per la costruzione delle navi e per mille diverse necessità. È stato il vettore della corsa verso l’Ovest fino alla West Coast. Lo sfruttamento intensivo aveva portato cinquant’anni or sono alla quasi totale estinzione delle grandi foreste americane dell’Est. Oggi disponiamo del doppio della superficie forestale che in passato, grazie a politiche oculate di intervento. La proprietà forestale diffusa in mani private, fino a quattro milioni di proprietari forestali, per i quali la conservazione e la corretta gestione della foresta è fonte di guadagno e di prosperità rappresenta la miglior garanzia di prosperità». Chiediamo se questo avvenga in un quadro normativo. «Negli Stati Uniti sono vigenti leggi e regolamenti di grande precisione che creano una cornice entro la quale si svolge l’attività dei proprietari forestali. Queste leggi proteggono le singole varietà di legno ma anche le specie animali – risponde Mike Snow – rendendo gli Stati Uniti il primo Paese ad avere un atto normativo a tutela delle specie animali in pericolo. Non dobbiamo pensare che il fatto che le risorse forestali siano in mani private significhi che c’è l’arbitrio, c’è invece una grande attenzione da parte dei pubblici poteri che concedono il permesso di prelievo forestale sulla base di specifiche normative». «Forest Tales riflette su come un utilizzo di una più ampia gamma di legni sostenibili in linea con ciò che cresce nella foresta, renda l'uso della risorsa e il modo in cui consumiamo più ponderato e responsabile – conclude David Venables – per la prima volta, l'intero ecosistema, compresi designer, aziende e consumatori, sembra allineato nel voler fare la cosa giusta di fronte all'imperativo ambientale».
Sonia Maritan, nella foresta della sostenibilità.
Un momento della premiazione.
LE VARIETÀ
Queste le varietà protagoniste dell’esposizione svoltasi in Triennale: Quercia rossa americana (specie Quercus, principalmente Quercus rubra). Calda, granulosa, resistente e flessibile con un'altezza che può raggiungere i 21 m, un diametro del tronco di 1 m, la Quercia rossa è la specie più abbondante nelle foreste di latifoglia americane. Chiamata così per il colore delle sue foglie in autunno, questo classico legno di Quercia ha un alburno marrone chiaro e un durame caratterizzato da toni caldi rossorosa. La Quercia rossa è forte, a venatura diritta, con una texture inconfondibile. La sua porosità la rende un legno eccellente per la curvatura e la colorazione.
Acero americano (Acer saccharum, Acer nigrum, Acer rubrum). Leggero, fine, robusto e luminoso. Cugino stretto dell'Acero europeo e del Sicomoro, l'Acero americano può raggiungere altezze di 23-27 m, con un diametro del tronco di 75 cm. In questo progetto sono state utilizzate due sottospecie botaniche, l'Acero duro e quello tenero, che condividono caratteristiche simili e sono entrambi relativamente abbondanti. L'Acero duro è una specie che preferisce il clima freddo degli stati settentrionali, mentre l'Acero tenero cresce più ampiamente nelle foreste miste di legno di latifoglia degli Stati Uniti orientali. Sia l'Acero duro che quello tenero producono sciroppo. Ciliegio americano (Prunus serotina). Ricco, liscio, dal colore vibrante e flessibile è un albero di medie dimensioni, che raggiunge un'altezza di circa 20 m. Il Ciliegio ha una rotazione relativamente breve dato che impiega a maturare meno tempo rispetto ad altri legni di latifoglia. L'alburno ridotto è di un colore rosato chiaro, mentre il durame varia dal rosso intenso al marrone rossastro, e si scurisce con l'esposizione alla luce. Il Ciliegio americano ha avuto un lungo periodo di popolarità nel design e dopo un periodo di minor popolarità, sembra essere tornato alla ribalta. Terminiamo la nostra visita in Triennale parlando di questo straordinario materiale naturale con Maurizio Riva, titolare di Riva 1920 che ha realizzato quattro tavoli fra i progetti selezionati da AHEC. Gli chiediamo come sia nata la sua collaborazione con AHEC. «Noi usiamo grandi quantitativi di Noce americano ed è la terza volta che collaboriamo con AHEC – risponde Maurizio Riva –: a Colonia abbiamo presentato dei lavori fatti con il Rovere rosso americano e con il coinvolgimento di Renzo Piano alla mostra dei settant’anni in Triennale abbiamo realizzato un tavolo enorme che oggi si trova nel suo studio a Genova. In questa sede presentiamo quattro tavoli di tre essenze diverse: Quercia rossa, Ciliegio americano e Acero americano. Cerchiamo di cambiare un po’ il pensiero della produzione, altrimenti più andiamo avanti nel tempo più ci facciamo male. Questo progetto vuole stimolare i produttori di arredo a usare altri legni rispetto alle specie d’uso comune». Parliamo del gap tra il progetto e la produzione. «In questa sede i designer sono stati obbligati a utilizzare un certo spessore e questo ci ha aiutato a lavorare su determinate varietà: il legno massello si muove ed è importante sapere che se mandiamo una tavola di Quercia a Reikiavik questo legno non sopporta la temperatura, i tavoli si fendono, il Noce invece non si muove. Per fare mobili in massello, occorre una grande competenza, basti sapere che i legni censiti sono 63mila. Questo rende difficile lavorare il mobile in legno massello, i costi sono alti, la gestione del prodotto non viene riconosciuta come si riconosce l’assistenza per un elettrodomestico». Come vi siete presentati al 60° Salone del Mobile? «Come di regola, io penso che lo stand dev’essere povero ma il prodotto dev’essere ricco. Questo non significa usarne a dismisura. Il legno dev’essere usato con logica e parsimonia, perché è un materiale prezioso e sotto pressione. Deve esserci rispetto per il modo, il quantitativo, il momento del prelievo e la natura stessa del legno: questo è il primo criterio per chi utilizza questa materia prima viva».
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1. Morso by Alessandro Gazzardi,
American cherry, credit Petr Krejčí; 2. AHEC SLOW, Anna Koppmann
The (un)ordinary chair, Final Design, credit AHEC Ingmar Kurth; 3. AHEC SLOW, Clemence Buytaert, Rocking Chair Sketch; 4. Libra by Federico Degioanni,
American red oak, credit Petr Krejčí; 5. Thomas Heatherwick Stem, Credit David Cleveland; 6. Alter Ego by Ilenia Viscardi,
American maple, credit Petr Krejčí 7. Ini Archibong Kadamba Gate, Credit David Cleveland. 2.
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08. Reframe by Ivana Taylor, Cherry, credit Tim Robinson; 09. Jaime Hayon Mesamachine, credit David Cleveland; 10. Concur by Mac Collins, Cherry, credit Jason Yates; 11. Maria Bruun Nordic Pioneer, Credit David Cleveland; 12. Arco, Maria Jeglinska credit David Cleveland; 13. Navalia by Mattero Benedetti, American red oak, credit Petr Krejčí; 14. AHEC SLOW Maximilian Rohregger, Propellers Final Design, credit AHEC Ingmar Kurth; 15. Thought Bubble by Nong Chotipatoomwan, Red oak, credit Winston Chuang; 16. Migo 01 by Pascal Hien, Red oak, credit Jason Yates.
17. AHEC SLOW, Simon Gehring, Leftover Synthesis, Final Design, credit AHEC Ingmar Kurth; 18. Kumsuka by Siyanda Mazibuko, Red oak, credit Jason Yates; 20. Ikare by Taiho Shin, Hard maple, credit Tim Robinson; 17.
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21. 19. Studio Swine; 21. Roof Stool by Trang Nguyen, Cherry, red oak & hard maple, credit Winston Chuang; 22. Winding Stream by Doris Yunhan Wang. 22.