Escursionismo in montagna

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M. Volken | A. Rossel | R. Sägesser

W. Stucki | A. Mathyer

Formazione

Escursionismo in montagna Pianificazione

| Tecnica |

Sicurezza

Escursionismo in montagna

Impressum

Tutte le informazioni contenute in questo libro sono state elaborate dagli autori al meglio delle loro conoscenze e convinzioni e sono state accuratamente controllate da loro e dall’editore. Tuttavia, non è possibile escludere errori nel contenuto. Pertanto tutte le informazioni sono fornite senza garanzia. Né gli autori né l’editore si assumono la responsabilità di eventuali errori.

Tutti i diritti sono riservati, compreso il diritto di stampa di estratti e di riproduzione elettronica.

© 2024 Weber Verlag AG, CH-3645 Thun/Gwatt

1. Edizione 2024

Foto di copertina: Marco Volken

Foto e illustrazioni: v. crediti immagini

Concetto e testi: Marco Volken, Anita Rossel, Rolf Sägesser, Werner Stucki, Andreas Mathyer

Traduzione: TicinoSentieri

Weber Verlag AG

Gestione editoriale: Andreas Mathyer

Concetto grafico: Shana Hirschi

Layout: Aline Veugel

Weber Verlag è sostenuto dall’Ufficio federale della cultura con un contributo strutturale per gli anni 2021-2025.

ISBN 978-3-85902-501-1

www.weberverlag.ch

M. Volken | A. Rossel | R. Sägesser W. Stucki | A. Mathyer

Escursionismo in montagna

Pianificazione | Tecnica | Sicurezza

Formazione

1. Edizione

IN CAMMINO

Prefazione

L’escursionismo è l’attività sportiva più popolare e ciò non è cosí sorprendente. Lo studio «Sport Svizzera 2020» ha rilevato che circa il 57% della popolazione svizzera pratica l’escursionismo, per una media di 15 giorni all’anno. E la tendenza è in aumento. Ciò che più stupisce è che l’escursionismo è lo sport numero uno in tutte le fasce d’età e resta lo sport della vita per eccellenza. Un altro dato che emerge dallo studio è sorprendente: sempre più persone considerano l’escursionismo come uno sport.

Non c’è quindi da stupirsi se gli scaffali delle librerie si stanno piegando sotto il peso delle guide escursionistiche. Su Internet si possono inoltre trovare innumerevoli altre proposte di escursioni, per ogni regione e per ogni esigenza. Le risposte alla domanda sul «dove» sono più che sufficienti. Ma che dire del «come»? Di solito lo si cerca invano sugli scaffali. Sembra che le istruzioni per fare escursionismo non siano necessarie: «si può fare e basta». Eppure un approccio coscienzioso all’argomento sarebbe del tutto appropriato. In particolare si pratica l’escursionismo con il desiderio di avventurarsi in escursioni sempre più lunghe o più difficili.

Le cifre parlano chiaro: secondo l’Ufficio svizzero per la prevenzione degli infortuni, ogni anno in Svizzera oltre 30 000 persone subiscono incidenti durante le escursioni, di cui circa 50 hanno esito mortale.

Nasce un libro

Negli ultimi anni è cresciuta, soprattutto tra le organizzazioni che si occupano di formazione escursionistica, l’esigenza di un manuale completo. Così, nell’autunno del 2020, un gruppo di esperti si è riunito e ha iniziato i lavori. Tra i partecipanti il Soccorso Alpino Svizzero, Anniviers Formation, l’Ufficio svizzero per la prevenzione degli infortuni, gli Amici della Natura, Pro Senectute, il Club Alpino Svizzero, l’Associazione svizzera delle guide alpine e Sentieri Svizzeri.

Per il lavoro vero e proprio di stesura è stato formato un gruppo di lavoro di cinque persone, le stesse che firmano questa prefazione. Si è dovuto inventare un libro completamente nuovo. Ci siamo suddivisi alcuni capitoli, mentre per altri abbiamo lavorato in team di due o tre persone per trovare i contenuti e la giusta formulazione.

Le discussioni erano spesso incentrate sulla corretta dimensione e sul livello dei singoli capitoli, sulle priorità, ma anche sui dettagli.

Siamo stati assistiti da un comitato di esperti delle organizzazioni sopra citate, che hanno accompagnato l’intero processo, dall’indice dei contenuti ai dettagli dei singoli capitoli. A loro dobbiamo innumerevoli preziosi suggerimenti e correzioni. Abbiamo ricevuto anche il supporto specialistico dell’Ufficio federale dello sport e di professionisti nei settori dell’ambiente, della meteorologia, della legge, delle attrezzature, della nutrizione e della medicina. Il risultato di questo lavoro di squadra è ora disponibile, condensato tra due copertine.

Obiettivi e contenuti

Un manuale per l’autoapprendimento, una base per la formazione, una guida per la pianificazione, un’opera di riferimento: questo libro vuole essere tutte queste cose. L’attenzione si concentra su conoscenze concrete e pratiche che dovrebbero permettere di essere il più sicuri possibile quando si è in gita. L’obiettivo è naturalmente quello di ridurre il rischio di incidenti, ma non solo: chi si sente più sicuro può anche godersi l’escursione in modo più rilassato. Per noi era anche importante non annunciare nuovi standard o norme e non puntare il dito. Abbiamo dovuto mettere un punto esclamativo qua e là, ma «giusto» appare molte più volte nel testo rispetto a «sbagliato».

Escursionismo in montagna – il titolo copre un largo spettro. Ci siamo concentrati su escursioni di livello da T3 a T5 secondo la scala escursionistica CAS; i contenuti sono dunque orientati a tali difficoltà.

Quando si passa alla realizzazione pratica, però, non dobbiamo dimenticare che ogni gita ha le sue caratteristiche. L’orientamento ci darà filo da torcere? Passaggi rocciosi insidiosi? Ci saranno punti esposti? Torrenti da attraversare? La meteo? O piuttosto le dimensioni del gruppo? Qui entra in gioco l’esperienza che possiamo acquisire solo sul campo. Riconoscere come pianificare, quale equipaggiamento e quali precauzioni sono necessari per una determinata escursione è una delle sfide più grandi negli sport di montagna. La parola chiave è «responsabilità» personale. E, in caso di dubbio, una dose di prudenza supplementare.

Marco Volken, Anita Rossel, Rolf Sägesser, Werner Stucki e Andreas Mathyer vi augurano una buona lettura e tante escursioni entusiasmanti e spensierate.

TicinoSentieri si impegna da 30 anni nello sviluppo e nella promozione dei sentieri escursionistici del Cantone Ticino, una rete di oltre 4 000 km con ogni livello di difficoltà. Per il giubileo abbiamo pensato di fare cosa gradita agli escursionisti di lingua italiana, traducendo dal tedesco quest’opera. Un vademecum completo e fondamentale per escursioni sicure nel nostro territorio e oltre.

Stéphane Grounauer, presidente di TicinoSentieri

Ringraziamenti

Le seguenti organizzazioni hanno sostenuto il progetto con un contributo finanziario e con le loro conoscenze specialistiche:

L’UPI, l’Ufficio per la prevenzione degli incidenti, è impegnato per la sicurezza delle persone. In qualità di centro di competenza, fa ricerca e fornisce consulenza affinché in Svizzera si verifichino meno incidenti gravi: sulle strade, a casa, nel tempo libero e durante lo sport. L’UPI ha ricevuto un mandato pubblico per questi compiti già dal 1938.

L’Associazione Sentieri Svizzeri si impegna a garantire percorsi escursionistici attraenti, sicuri e segnalati in modo uniforme. Il suo compito comprende la pianificazione e la garanzia di qualità delle infrastrutture dei sentieri escursionistici per conto dell’Ufficio federale delle strade USTRA.

L’Associazione TicinoSentieri si impegna nella salvaguardia, coordinazione e sviluppo della rete escursionistica ufficiale e propone escursioni accompagnate. Riunisce i partner istituzionali attivi nella cura dei sentieri e le persone che hanno a cuore la loro protezione.

Amici della Natura promuove un turismo dolce senza interessi commerciali e si impegna per la comunità e la protezione della natura.

L’organizzazione offre un’ampia gamma di attività all’aperto dove l’esperienza condivisa della natura costituisce una priorità.

L’Associazione svizzera delle guide di montagna ASGM rappresenta gli interessi delle guide alpine, guide escursionistiche, istruttori di arrampicata e specialisti di lavori in sospensione e organizza la loro formazione di base e avanzata.

Le seguenti organizzazioni hanno sostenuto il progetto del libro con le loro conoscenze specialistiche:

Il Soccorso Alpino Svizzero SAS è un’organizzazione autonoma di utilità pubblica finanziata dalla Rega e dal Club Alpino Svizzero. Oltre 3 000 soccorritrici e soccorritori volontari sono organizzati nelle 84 stazioni di soccorso.

Il programma Sport per adulti Svizzera o esa è un programma lanciato dalla Confederazione per promuovere lo sport popolare e del tempo libero. Con le organizzazioni partner è responsabile degli standard di qualità nella formazione delle monitrici e dei monitori.

Comitato consultivo

Il comitato consultivo con i rappresentanti delle organizzazioni specializzate ha consigliato il team di autori e li ha supportati con molti contributi: Monique Walter (UPI, Ufficio per la prevenzione degli infortuni), Sarina Buser e Harry Sonderegger (Ufficio federale dello sport UFSPO), Markus Ruff (Sentieri Svizzeri), Pierre Mathey (Associazione svizzera delle guide alpine), Theo Maurer (Soccorso alpino svizzero SAS), Marco Bomio (guida alpina).

Per il loro contributo, desideriamo inoltre ringraziare:

„ Dr. Rahel Müller, avvocato presso brumann müller recht, www.alpinrecht-schweiz.ch

„ Dr. med. Urs Hefti, specialista in Ortopedia/Traumatologia, chirurgo e medico dello sport, capomedico alla Swiss Sportclinic di Berna

„ Urs Hirsiger, BSc, dietista SVDE con studio medico proprio

„ Martin Künzle, collaboratore specializzato in sport di montagna e ambiente presso il CAS

„ Tim Marklowski, guida alpina con brevetto federale (autore del capitolo 9.7)

Un ringraziamento particolare per la loro collaborazione va a: Anita Brechbühl, Flavia Bürgi, Paul Campiche, Pietro Cattaneo, Olivia Grimm, Giovanni Kappenberger, Pascale Haegeler, Bruno Hasler, Alessandra Manni e Mauro Lüthy, Ueli Mosimann, Michael Roschi, Sarah Umbricht.

CONOSCENZE DI BASE

1. Montagna –natura e habitat

Le montagne sono un elemento imprescindibile dell’andare in montagna. Ognuno le percepisce in modo diverso a seconda delle proprie inclinazioni: come splendidi scenari, come paesaggio ricreativo divenuto caro, come natura diversificata, come stimolante terreno per lo sport, come posto pericoloso o come ambiente familiare. Le montagne sono però anche habitat importanti e fragili per l’essere umano, per gli animali e per le piante. Va da sè che quando si pratica qualsiasi sport di montagna occorre rispettare la natura e i suoi abitanti.

1.1 Paesaggi della Svizzera

Con una quota media leggermente maggiore a 1 300 metri la Svizzera è, dopo Andorra, il paese più «alto» d’Europa. Le caratteristiche fondamentali dell‘attuale rilievo svizzero sono riconducibili a processi su larga scala iniziati circa 100 milioni di anni fa. La collisione tra la placca eurasiatica e quella africana è stata la forza trainante e ha spinto la roccia esistente verso l‘alto, ma non in modo uniforme e non ovunque. L‘erosione ha quindi intaccato le montagne e i fiumi hanno trasportato il materiale eroso nelle pianure. In termini molto semplificati è così che si è formata la variegata topografia delle Alpi e delle Prealpi, del Giura e dell‘Altopiano centrale.

Parte della sup. CH 60 %

Gamma di altitudine 193-4634 m ca. 350-1406 m ca. 300-1679 m

Cima più elevata Dufourspitz Napf Mont Tendre

Roccia principale Calcare, gneis, granito

Molasse (tra l’altro Nagelfluh, arenaria) Calcare

Alpi
Altopiano Giura
GiuraAltopiano Alpi

Geologicamente, le Alpi sono una delle catene montuose più complesse del mondo. Sono costituite in profondità da elementi strutturali principali („coltri“) che sono stati impilati e ripiegati più volte. Questo spiega anche la grande varietà di rocce che oggi si possono ammirare in superficie. Le Alpi hanno anche un‘escursione altimetrica molto più ampia rispetto ad esempio al Giura. Troviamo inoltre valli strette, gole profonde, alte montagne, ghiacciai, imponenti pareti di roccia e ghiaccio e pendii di valanghe, ma anche molti pascoli, foreste non sfruttate e profondi laghi alpini. Circa il 36% dell‘area è costituito da terreni improduttivi (cioè corsi d‘acqua, vegetazione improduttiva, fasce detritiche, rocce, neve e ghiacciai).

L‘Altopiano è un lungo bacino delimitato a N dal Giura e a S dalle Alpi. È stato riempito, durante la formazione delle Alpi, con il materiale eroso trasportato e depositato dai fiumi. Questo bacino detritico è stato poi rimodellato da altri fiumi e ghiacciai dell‘era glaciale così come lo conosciamo oggi. È più collinare che pianeggiante. Il fatto che ben il 10% dell‘area sia considerata improduttiva è dovuto principalmente ai laghi.

Il Giura è costituito in buona parte da rocce sedimentarie che si sono depositate oltre 100 milioni di anni fa. Come catena montuosa, tuttavia, è molto più giovane: l‘attuale massiccio si è formato per piegamento e sovrascorrimento durante l‘ultima fase della formazione delle Alpi e ha un‘età compresa tra 2 e 10 milioni di anni. Il Giura segue più o meno i confini occidentali e nord-occidentali della Svizzera come un arco allungato e si apre in catene montuose parallele. La base è costituita da calcare, spesso affiorante sotto forma di creste chiare e pareti rocciose di piccole e medie dimensioni. Nel mezzo si trovano altopiani e dolci vallate. Le aree improduttive costituiscono solo l‘1% del Giura.

Se si suddividono le principali regioni in base alla loro altimetria, la rispettiva superficie è la seguente:

Pianura, Altopiano

Collina

Altopiano

Alpi

Montagna (fino al limite bosco)

Alta montagna

Fonte: Landschaftstypologie Schweiz, ARE / BAFU / BFS, 2011 (semplificato).

Giura

FORME DEL PAESAGGIO

L‘aspetto di un paesaggio non è determinato solo dalla sua struttura geologica. Molti processi geomorfologici continuano ad agire sulla superficie, modificando gradualmente il rilievo (e livellando passo dopo passo le montagne). Molti di questi processi sono riconoscibili a occhio nudo dalle forme del paesaggio:

Forza Esempi tipici di forme del paesaggio

Acqua corrente

Forza di gravità

Ghiacciai

Gelo

Erosione chimica

Qualche esempio ?

Valli a V, banchi di sabbia, delta dei fiumi, pianure alluvionali

Zone franose

Valli a U, morene, massi erratici, molti laghi

Falde detritiche

Paesaggi carsici, grotte, doline

Una valle a U (valle glaciale) si riconosce dal fondovalle piatto e dai fianchi ripidi, spesso rocciosi. Qui ha operato un enorme ghiacciaio che ha inciso la valle nella roccia. Le valli laterali sono spesso valli sospese: non confluiscono direttamente nella valle principale, ma terminano più in alto con un brusco e ripido gradino (e spesso con una cascata) perché i piccoli ghiacciai laterali non sono stati in grado di scavare il loro passaggio così in profondità.

Val Bavona presso Foroglio (TI)

La valle a V (valle fluviale) si è invece formata grazie alla forza erosiva di un fiume che scava sempre più in profondità nel terreno. Questo tipo di valle si manifesta soprattutto quando la pendenza è sufficientemente elevata da generare forti correnti fluviali e potenti inondazioni. Per questo motivo le valli fluviali strette sono tipiche delle regioni alpine e prealpine.

Una gola è un caso particolare di valle a V. Anche in questo caso l‘acqua si fa strada sempre più in profondità nella roccia, ma lascia le pareti laterali quasi verticali (il che presuppone una roccia stabile). Se non vengono equipaggiate a fini turistici con infrastrutture artificiali, le gole sono tra i luoghi più impervi delle Alpi e spesso possono essere percorse solo con le tecniche di torrentismo (canyoning).

Valle di Vergeletto (TI)
Taminaschlucht (SG)

Il fatto che i solchi debbano la loro formazione all‘acqua è solitamente riconoscibile in modo molto chiaro. La pioggia e l‘acqua di fusione formano piccoli rivoli, a volte persino ruscelli, che incidono sempre più profondamente la roccia morbida. I solchi diventano canali di drenaggio mentre le creste sono risparmiate dall‘erosione e restano a disposizione della vegetazione come luoghi relativamente stabili.

Le pianure alluvionali sono paesaggi particolarmente dinamici. Le si incontrano dove un torrente o un fiume, di solito dopo un tratto più ripido, raggiunge un terreno pianeggiante, ad esempio un altopiano in montagna. La velocità del flusso diminuisce notevolmente e l‘acqua può depositare il materiale che trasporta, come la farina di roccia. Questo contribuisce a livellare ulteriormente la superficie. Diverse pianure alluvionali sono state incluse nell‘Inventario federale delle pianure alluvionali di importanza nazionale.

Mont Gond (VS)
Bächlital (BE)

I banchi di ghiaia sono tipici dei fiumi e dei corsi d‘acqua più grandi che dispongono di spazio sufficiente e della forza necessaria per trasportare i detriti. Le fluttuazioni del livello dell‘acqua e le inondazioni regolari rimodellano costantemente il paesaggio e talvolta possono deviare il corso del fiume. Sulle sponde e su singole aree ghiaiose si può insediare una vegetazione alluvionale specializzata.

Quando un torrente o un fiume sfocia in un lago con sponde poco ripide e porta con sé molti sedimenti, questi si depositano continuamente e formano un delta, cioè una sorta di ventaglio che si espande e cresce nel lago: si verifica così un progressivo guadagno di terreno. Spesso il corso d‘acqua si divide in più rami.

Maggia presso Giumaglio (TI)
Lago di Oeschinen (BE)

A differenza di un piccolo crollo di roccia, una valanga di roccia interessa un‘intera parte della montagna. Come un‘onda che sconvolge il paesaggio in pochi secondi, permette di percepire le forze della natura in modo più diretto rispetto a qualsiasi altro processo geomorfologico. Valanghe di roccia recenti si sono verificate, ad esempio, a Randa (1991), sullo Zuetribistock (1996), sui Dents du Midi, sui Dents Blanches e sull‘Eiger (tutti nel 2006) e sul Pizzo Cengalo (2011 e 2017).

I campi di blocchi sono accumuli pianeggianti di pietre grossolane e incastrate (di dimensioni comprese tra 20 cm e diversi metri). Di solito si formano a seguito della frantumazione per gelo di rocce dure. L‘acqua defluisce rapidamente attraverso le fessure, il che limita fortemente la formazione di humus e la colonizzazione da parte della vegetazione. Tuttavia, a seconda del tipo di roccia, i campi di blocchi possono fornire un buon habitat ai licheni.

Val Bondasca (GR)
Sustenpass (UR/BE)

Le falde detritiche si trovano alla base di pareti e versanti rocciosi. Il materiale che precipita dalle rocce sottoforma di piccole frane e di cadute di sassi si accumula in depositi più o meno regolari formati da sassi spigolosi. Il tipico pendio detritico ha una pendenza tra 30 °C e 40 °C, non è consolidato ed è particolarmente faticoso da percorrere in assenza di un sentiero. La vegetazione può insediarsi solo con grande difficoltà, ed è per questo che bisogna averne cura evitando di abbandonare i sentieri.

Corn da Tinizong (GR)

Con le loro forme morbide, le rocce levigate dai ghiacciai (montonate) spiccano tra le montagne, altrimenti piuttosto spigolose. Si tratta di rocce che nel corso del tempo sono state smussate, a volte addirittura lucidate, dal ghiacciaio che vi è passato sopra o che le ha lambite. L‘effetto di levigatura è causato principalmente dalla sabbia e dai detriti di roccia trascinati dal ghiaccio.

Märjela presso il ghiacciaio dell‘Aletsch (VS)

Le morene sono ciò che rimane quando un ghiacciaio si ritira. Con il loro movimento e la loro forza erosiva, i ghiacciai spingono i detriti davanti a sé e li scaricano ai loro lati ammassandoli in cumuli allentati. Le morene laterali del Vadret da Tschierva mostrano l’estensione del ghiacciaio alla fine della Piccola Era Glaciale, intorno al 1850. Di norma la vegetazione colonizza dapprima il lato esterno della morena.

I margini proglaciali sono aree da cui i ghiacciai si sono ritirati dopo il loro ultimo massimo glaciale (Piccola Era Glaciale intorno al 1850). I torrenti glaciali, con portate d‘acqua variabili, assicurano un elevato grado di dinamismo e gli habitat, inizialmente privi di vegetazione, vengono gradualmente colonizzati da piante pioniere specializzate. Dove la dinamica diminuisce si forma l‘humus su cui prosperano altre specie. Nelle aree pianeggianti poco scavate si formano spesso pianure alluvionali alpine.

Vadret da Tschierva (GR)
Grand Désert sopra Nendaz (VS)

I massi erratici spiccano nel paesaggio perché chiaramente non si accordano con la geologia locale. Si tratta di massi rocciosi che hanno percorso un lungo viaggio sui ghiacciai dell‘era glaciale, spesso fino all‘Altopiano centrale, e vi sono rimasti. Come questo masso, che proviene dalle Alpi glaronesi e ha viaggiato sul dorso del ghiacciaio della Linth fino alle porte dell‘attuale Zurigo. Nel Giura e nell‘Altopiano centrale, i massi erratici sono isole di roccia silicea priva di calcare su cui possono crescere muschi, felci e licheni che altrimenti si trovano solo nelle Alpi.

I ghiacciai rocciosi sono costituiti da una miscela di ghiaccio e detriti allentati. I ghiacciai rocciosi attivi fluiscono per centimetri o metri all‘anno e di solito hanno un fronte ripido e una superficie ondulata. I ghiacciai rocciosi inattivi sono quelli che non scorrono più ma contengono ancora ghiaccio mentre invece sono considerati fossili quelli di cui rimane solo lo scheletro detritico privo di ghiaccio.

Val da l’Aqua sopra Zernez (GR)
Alexanderstein presso Küsnacht (ZH)

L‘acqua piovana, piuttosto acida, attacca chimicamente il calcare e la dolomia e dissolve parzialmente la roccia. In questo modo, nel corso dei secoli si formano nella roccia scanalature, canali e buchi attraverso i quali l‘acqua può farsi strada negli strati più profondi. Il risultato di questa erosione è chiamato carsismo e le forme superficiali sono note come campi solcati.

Miroir d’Argentine (VD)

L‘acqua di superficie che scompare nei paesaggi carsici può anche penetrare molto profondamente nella roccia e formare grandi canali di drenaggio sotterranei. Ciò dà origine a numerose grotte carsiche, in particolare nel Giura e nelle Prealpi settentrionali, alcune delle quali formano sistemi di grotte lunghi chilometri, profondi e molto ramificati. Se una grotta prossima alla superficie crolla, può formare un piccolo cratere chiamato dolina.

Cave Noire, Aiguilles de Baulmes (VD)

IL CLIMA STA CAMBIANDO

La Terra si sta riscaldando in modo importante e sempre più rapido da diverse generazioni. Questo fenomeno è dovuto principalmente alle attività umane, come l‘utilizzo di combustibili fossili, la deforestazione su larga scala, l‘agricoltura e l‘allevamento intensivo.

Nelle Alpi il cambiamento climatico appare più evidente nel ritiro dei ghiacciai. Tutti si sono ridotti notevolmente negli ultimi decenni, perdendo più della metà del loro volume solo dal 1930. Modelli matematici ipotizzano che la stragrande maggioranza dei ghiacciai delle Alpi scomparirà completamente entro il 2 100, con la probabilità che dei ghiacciai più grandi rimangano solo piccoli resti

Ghiacciaio dell‘Aletsch 1848

Ghiacciaio dell‘Aletsch 2022

Quando i ghiacciai si ritirano, lasciano dietro di sé nuovi paesaggi che devono ancora trovare il loro equilibrio: margini proglaciali, morene, ma anche numerosi pendii instabili che non sono più sostenuti dalla pressione del ghiaccio, il che può farli scivolare comportando un aumento del rischio di caduta massi o di crolli rocciosi. Ciò crea nuovi pericoli per la popolazione locale, per importanti infrastrutture e per il turismo alpino, compresi i sentieri escursionistici.

Alcuni rifugi che un tempo si trovavano direttamente vicini al ghiacciaio possono ora essere raggiunti solo tramite scale artificiali o lungo nuovi ed elaborati sentieri. Lo scioglimento del ghiaccio e delle superfici nevate rende inoltre difficile l‘approvvigionamento idrico di molti rifugi, soprattutto in tarda estate e in autunno.

I cambiamenti climatici in atto e previsti hanno anche effetti meno palesi sui nostri paesaggi montani:

„ Il permafrost si scongela. Il permafrost è un terreno permanentemente ghiacciato (anche roccia, detrito o morena), si trova alle quote più elevate della Svizzera (a partire da circa 2500 metri sui versanti nord) e si stima che copra circa il 5% della superficie del Paese. Quando il permafrost fonde i fianchi delle montagne perdono il loro collante interno e diventano instabili provocando cadute di massi e di rocce, frane, colate detritiche di versante e, a volte, valanghe di roccia. I percorsi escursionistici devono essere messi in sicurezza artificialmente, spostati o chiusi completamente.

„ I ghiacciai che si ritirano lasciano dietro di sé un terreno con margini proglaciali, conche e laghi. Si tratta di «nuovi» paesaggi primari con grande dinamismo e un elevato valore estetico che sono anche l‘habitat per specie rare. Tuttavia potrebbero subire pressioni antropiche in quanto alcuni di essi sono adatti alla produzione o allo stoccaggio di energia. I nuovi laghi rappresentano anche una potenziale fonte di pericolo: se i pendii circostanti, instabili, dovessero cedere, potrebbero scatenare inondazioni.

„ Con il ritiro dei ghiacciai compaiono alcuni pendii ripidi che, a seconda del terreno, possono aumentare il pericolo di valanghe. Se le valanghe diventano più frequenti o più grandi, ciò si ripercuote anche sulle infrastrutture presenti nelle Alpi e sui numerosi rifugi di montagna.

„ Il bilancio idrico sta cambiando. Piove di più alle basse e medie altitudini, ma nevica meno. Aumentano le precipitazioni intense e con esse il rischio di gravi inondazioni e colate detritiche. Le precipitazioni tendono a spostarsi verso l‘inverno e la primavera, ma a temperature più elevate. Durante i mesi estivi, sempre più caldi, il clima diventa più secco e l‘acqua scarseggia. Una volta scomparsi i ghiacciai verrà a mancare anche il deflusso estivo di parecchi fiumi alpini.

„ La linea della neve si sta alzando ed è soprattutto alle medie quote che il manto nevoso invernale si assottiglia e diviene più raro.

„ Il limite del bosco e gli ambienti delle diverse associazioni vegetali stanno aumentando di quota. Alcune foreste sono sotto pressione, poiché molte specie arboree soffrono per il caldo e la crescente siccità. Il rischio di incendi boschivi è in aumento.

1.2 Flora e fauna

Esplorare tutte le zone climatiche d‘Europa a piedi in un solo giorno: com‘è possibile? Molto semplice: con un‘escursione ad esempio, dai vigneti del Vallese attraverso la foresta di montagna, fino ai prati e ai pascoli alpini e infine alle brulle cime delle alte montagne. Si attraversano quasi le stesse zone di vegetazione di un viaggio di 3000 chilometri dal Mediterraneo alle Svalbard. Poiché il clima dipende fortemente dall‘altitudine e determina la vegetazione, in montagna si trovano zone di vegetazione, le cosiddette fasce altitudinali, che sono molto simili alle zone climatiche dell‘Europa.

p. es. Balmhorn

p. es. Faulhorn

p. es. Allalinhorn

p. es. Pizzo di Claro

p. es. Chasseral

Altopiano esterne interne

collinare Alpi nord

Alpi centrali, Valli secche alpine interne

interne esterne Alpi sud

La zona di vegetazione più bassa, la zona collinare, comprende l‘Altopiano centrale, i fondovalle del Giura e delle grandi valli alpine, nonché le basse e medie altitudini del versante meridionale delle Alpi. Naturalmente, questo livello sarebbe in gran parte coperto da foreste di latifoglie con faggi e querce. Oggi, invece, è intensamente occupato da insediamenti umani così come da terreni utilizzati per l‘agricoltura e per l‘economia lattiera.

Giura
montano
collinare
montano
continentale montano

I livelli di altitudine più elevati sono i più interessanti per le escursioni in montagna. Vediamo ora di approfondire questi livelli e di familiarizzare con alcune specie vegetali e animali particolarmente interessanti.

In Svizzera si tratta spesso di un mosaico di terreni coltivati (industria lattiera) e foreste di faggi e abeti.

Steppa rocciosa delle valli secche alpine interne. I fianchi rocciosi e asciutti delle valli alpine interne del Vallese e dei Grigioni presentano una vegetazione molto particolare che ricorda le steppe dell‘Europa centrale e orientale. L‘acclività e le condizioni estreme del sito conferiscono a queste steppe rocciose un carattere singolare.

Gallo cedrone. Il gallo cedrone maggiore è fortemente minacciato. Solo la valorizzazione mirata del suo habitat ha permesso alle popolazioni rimanenti di assestarsi. Il gallo cedrone è sensibile al disturbo e richiede un habitat molto particolare. Preferisce foreste rade e ben strutturate nella zona montana e subalpina. Popolazione in Svizzera (20132016): da 380 a 480 galli.

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