Importanti sculture,rari dipinti di maestri primitivi,mobili e oggetti

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Presidente

Giorgio Corbelli

Consiglieri

Remo Grassi Carlo Pelizzari Giovanni Tampalini Alberto Rittatore Vonwiller

Finarte Casa d’Aste S.p.A. Sede Legale: Piazzetta Maurilio Bossi, 4 - 20121 Milano tel +39 02 863561 - fax +39 02 867318 Capitale Sociale 120.000 i.v. Codice Fiscale e Partita IVA 06896840151 Rea Venezia n. 1124708

SEDI MILANO Piazzetta Bossi, 4 20121 Milano tel +39 02 863561 fax +39 02 867318 Responsabile Giuseppe De Vito

VENEZIA Palazzo Correr Cannaregio, 2217 30121 Venezia tel +39 041 721811 fax +39 041 5240544 Responsabile Antonio Esposito

SERVIZI PER QUESTA VENDITA ABBONAMENTO AI CATALOGHI Gianluca Nardin g.nardin@finarte.it

CONDITION REPORT Alberto Vianello a.vianello@finarte.it

RITIRI Massimiliano Romani m.romani@finarte.it

COMMISSIONI D’ACQUISTO Gianluca Nardin g.nardin@finarte.it

AMMINISTRAZIONE Giuseppe Esposito g.esposito@finarte.it

ESPORTAZIONI Giuseppe Esposito g.esposito@finarte.it


IMPORTANTI SCULTURE DAL MEDIOEVO AL RINASCIMENTO RARI DIPINTI DI MAESTRI PRIMITIVI MOBILI E OGGETTI D’ARTE GIÀ COLLEZIONE MARIO E BEPPE BELLINI ASTA 1495

FIRENZE

ESPOSIZIONE da giovedì 5 a lunedì 9 maggio 2011

La Limonaia Piazza del Carmine, 2/r cel +39 335 7247167 tel +39 041 721811 fax +39 041 5240544

ORARIO 10.00 - 13.00 / 15.00 - 19.00

SEDUTA D’ASTA martedì 10 maggio 2011 ore 16.30 dal lotto n. 1 al n. 167


DIPARTIMENTI MOBILI, ARREDI ANTICHI, MAIOLICHE E PORCELLANE

DIPINTI E DISEGNI ANTICHI

ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

MILANO Vittorio Preda Tommaso Strinati Luca Bortolotti

MILANO Alessandro Rosa (Capo Dipartimento) Valentina Toscani Anna Paola de’ Besi

VENEZIA Antonio Esposito Bianca Cominotto

VENEZIA Pierluigi Fantelli (Capo Dipartimento)

VENEZIA Alberto Vianello

ARGENTI, GIOIELLI E OROLOGI

DIPINTI DEL XIX SECOLO

MILANO Cesare Pellizzari (Capo Dipartimento) Tina Sardano (Gioielli) Anna Clerici (Responsabile Argenti)

MILANO Pasquale Inzitari (Capo Dipartimento) Michele Bruno Desirée Tommaselli

MILANO - VENEZIA Maurizio Cera (Capo Dipartimento) Emilie Volka

I NOSTRI ESPERTI SONO A DISPOSIZIONE PER VALUTARE SINGOLE OPERE O INTERE COLLEZIONI DA INSERIRE NELLE PROSSIME ASTE Per informazioni in merito scrivere a: MILANO VENEZIA

Emilie Volka Antonio Esposito

Piazzetta Bossi, 4 - 20121 Milano Cannaregio, 2217 - 30121 Venezia

tel 02 863561 tel 041 721811

e.volka@finarte.it a.esposito@finarte.it


CONDIZIONI DI VENDITA 1. 2.

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Le vendite si effettuano al maggior offerente e si intendono immediatamente regolate per cassa. Precederà l’asta un’esposizione delle opere, durante la quale il Direttore della vendita o i suoi incaricati saranno a disposizione per ogni chiarimento; l’esposizione ha lo scopo di far bene esaminare lo stato di conservazione e la qualità degli oggetti e chiarire eventuali errori ed inesattezze in cui si fosse incorsi nella compilazione del catalogo la cui contestazione dovrà essere formulata, a pena di decadenza, nei confronti di Finarte Casa d’Aste S.p.A. prima dell’aggiudicazione. Il Direttore della vendita può accettare commissioni d’acquisto, a prezzi determinati, su preciso mandato. L’offerta effettuata in sala prevale sempre sulla commissione d’acquisto. La partecipazione all’asta è subordinata alla preventiva registrazione (vedi “informazioni per gli acquirenti”). Gli oggetti saranno aggiudicati esclusivamente dal Direttore della vendita e l’acquirente è tenuto ad effettuarne il pagamento. Durante l’asta il Direttore della vendita ha la facoltà di abbinare o separare i lotti ed eventualmente variare l’ordine di vendita, L’acquirente è tenuto a pagare in ogni caso, per ogni singolo lotto, oltre al prezzo di aggiudicazione, la commissione d’acquisto pari al 24% fino a € 100.000, e al 18,5% sul prezzo di aggiudicazione eccedente tale importo, comprensivo dell’IVA prevista dalla normativa vigente Gli oggetti venduti devono essere ritirati dall’acquirente a sua cura e rischio previo pagamento da effettuarsi secondo le predette modalità. Scaduto il termine previsto Finarte Casa d’Aste S.p.A. addebiterà tutti i diritti di custodia e il rimborso delle spese di assicurazione maturati fino al momento del ritiro. Finarte Casa d’Aste S.p.A. agisce in qualità di mandatario, ai sensi dell’art. 1704 Cod. Civ., dei proprietari delle opere poste in vendita; pertanto non acquista diritti né assume obblighi in proprio. Ogni responsabilità ex artt. 1476 ss. Cod. Civ. continua a gravare in capo ai proprietari delle opere. Le opere presenti nel catalogo hanno singole schede che ne descrivono l’autenticità e l’attribuzione, e costituiscono espressione di un’opinione critica. Le opere infatti possono essere sempre esaminate dal pubblico durante l’esposizione che precede l’asta. Per i dipinti antichi e del XIX secolo, si certifica l’epoca in cui l’autore attribuito è vissuto e la scuola cui esso appartiene. I dipinti presentati nei cataloghi di arte moderna e contemporanea sono, solitamente, accompagnati da certificati di autenticità, indicati nelle relative schede. Nessun altro diverso certificato, perizia o opinione, richiesti o presentati a vendita avvenuta, potrà essere fatto valere quale motivo di contestazione a Finarte dell’autenticità di tali opere. Gli eventuali reclami potranno essere presi in considerazione solo se comunicati per iscritto alla Finarte Casa d’Aste S.p.A. entro 8 (otto) giorni dalla data del ritiro del bene acquistato. La fondatezza di un reclamo, tempestivamente proposto, sarà valutata in sede scientifica ed in contraddittorio fra un consulente nominato dalla Casa d’Aste e un esperto di pari qualifica indicato dall’acquirente. Un reclamo riconosciuto fondato comporta il semplice rimborso della somma effettivamente pagata, a fronte della restituzione dell’opera. Le opere già dichiarate di importante interesse ai sensi dell’art. 6 D.L. 29/10/99 n. 490 sono indicate come tali nel catalogo o segnalate durante la vendita. Su tali opere lo Stato può esercitare il diritto di prelazione al prezzo di aggiudicazione; la vendita, pertanto, avrà efficacia solo dopo che sia trascorso il termine di legge per l’esercizio del diritto di prelazione. Nel caso in cui il diritto di prelazione venga, in effetti, esercitato, l’aggiudicatario avrà il diritto al rimborso delle somme eventualmente già pagate. Tutte le opere databili ad oltre cinquanta anni sono soggette nelle norme di tutela e, in particolare, non possono essere trasportate fuori dal territorio italiano senza avere ottenuto il certificato di libera circolazione da parte della competente Autorità. Il costo del rilascio dei necessari attestati di libera circolazione e/o licenza di esportazione è a carico dell’acquirente. Il ritardo nel rilascio di una qualsiasi licenza non costituisce una causa di risoluzione o di annullamento della vendita, né giustificato il ritardato pagamento da parte dell’acquirente. Il presente regolamento viene accettato tacitamente da quanti concorrono alla presente vendita all’asta. Le presenti condizioni di vendita ed il contratto sono disciplinati dalla legge italiana. Per tutte le contestazioni in merito alle presenti condizioni di vendita e al contratto è stabilita la competenza esclusiva del Foro di Milano. L’acquirente dichiara di prestare il proprio consenso espresso ai sensi dell’art. 23 D.Lgs. 30.06.2003 n. 196 alla trasmissione dei propri dati personali dichiarando di aver ricevuto le informazioni di cui all’art. 13 D.Lgs. 30.06.2003 n. 196.

CONDITIONS OF SALE Please note that the English version of this document is for information purposes only. Should any discrepancies arise between the Italian and English texts, the former shall prevail. 1. 2.

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Sales are carried out to the highest bidder and payment is due immediately. A pre-auction viewing will take place before any auction; during this time the Director of the sale or the Director’s representative will be available for any clarifications; the purpose of the pre-auction viewing is to allow for a close examination of the condition and quality of the works, as well as to rectify any errors or inaccuracies that may have occurred during the compilation of the catalogue. Objections made to such regards are not admitted after the sale. To avoid exclusion, any objection to such regard must be raised against Finarte Casa d’Aste S.p.A. before the knocking down of the item of interest. The Director of the sale is entitled to accept bids on behalf of clients on commission at determined prices and upon a precise mandate. A bid made in the salesroom will always prevail over a commissioned bid. Prospective buyers must be registered in order to participate in the auction (see “information for buyers”). Lots will be exclusively knocked down by the Director of the sale, and the buyer is required to make payment. During the auction, the Director of the sale is entitled to join or separate any lots and change the sale order. In all events, a buyer’s premium of 24% (including VAT) shall be added on a per lot basis to offers up to and including Euro 100,000.00 plus a premium of 18.5 % on any amount above Euro 100,000.00 (for the same lot). Purchased lots are to be collected at the buyer’s own risk and care upon payment made as outlined above. Upon expiration of the deadline, Finarte Casa d’Aste S.p.A. will charge the buyer for storage and insurance costs incurred up to the moment of collection. In accordance with art. 1704 of the Italian Civil Code, Finarte Casa d’Aste S.p.A. acts as an agent for the owners of the works for sale. Therefore Finarte does not acquire any rights, nor does the auction house directly take on any obligations. All the responsibilities pursuant to articles 1476 ff. of the Italian Civil Code continue to rest on the shoulders of those who own the works. The works presented in this catalogue have individual descriptions of authenticity and attribution which constitute the expression of a critical opinion. Any work can always be examined by the public during the pre-auction viewing. For Old Master and 19th century paintings, the period and school in which the attributed artist lived and worked is guaranteed. Modern and Contemporary paintings presented in the catalogue are usually accompanied by certificates of authenticity which are indicated in the appropriate catalogue entries. No other certificate, appraisal or opinion requested or presented after the sale will be considered valid grounds for objections made to Finarte regarding the authenticity of any works. Any complaints will be taken into consideration only if presented in writing to Finarte Casa d’Aste S.p.A. within 8 (eight) days after the date of collection of the purchased work. The legitimacy of a complaint that is duly communicated will be evaluated on the basis of a scientific examination and cross-examination between a consultant appointed by Finarte Casa d’Aste S.p.A. and an equally qualified expert nominated by the buyer. A complaint that is deemed legitimate will lead to a single refund of the amount paid upon the return of the work. The works that have already been declared of significant interest as per art. 6 of the Legislative Decree n. 490 of 29/10/1999 are indicated as such in the catalogue and pointed out during the sale. For such works, the Government may exercise the right of pre-emption at the hammer price; in these instances, the sale will be effective only after the legal period for exercising the right of pre-emption has elapsed. If the right of pre-emption is indeed exercised, the highest bidder will be entitled to a refund of any amounts paid. Any works datable to over fifty years ago are subject to protective regulations and, in particular, cannot be transported outside the Italian territory without a certificate of free circulation issued by the appropriate Authorities. It is the purchaser’s responsibility to obtain any export licences or certificates as well as any other required documentation. Upon request, Finarte Casa d’Aste S.p.A., is willing to assist the purchaser in attempting to obtain the appropriate licenses and/or certificates. All charges for the above documentation shall be borne by the purchaser. The delay in obtaining licenses or the denial of licenses shall in no way justify the rescission or the cancellation of any sale, nor shall it justify the delay in making full payment by the purchaser for the related lot. All participants in the sale tacitly accept the present regulation. The present terms of sale and the contract are regulated by Italian law. All complaints regarding the present terms of sale and the contract are under the exclusive jurisdiction of the Milan Court of Law. The purchaser hereby confirms having received information on art. 13 of Italian Legislative Decree 30.06.2003 n.196 on Data Protection and hereby consents to the processing, disclosure and transfer of sensitive information for the provision of auction and other related services, as required by law.


INFORMAZIONI PER GLI ACQUIRENTI REGISTRAZIONE E PALETTE PER LE OFFERTE L’acquirente, compilando e firmando il modulo di registrazione e di attribuzione di una paletta numerata, accetta le “Condizioni di Vendita” stampate in questo catalogo. Al fine di migliorare le procedure d’asta è richiesto a tutti i potenziali acquirenti di munirsi di una paletta per le offerte prima che inizi la vendita. È possibile pre-registrarsi durante l’esposizione. Nel caso l’acquirente agisca come rappresentante di una terza persona, si richiede una delega scritta a cui dovrà essere unita fotocopia di un documento di identità del delegante. Tutti i potenziali acquirenti sono pregati di portare con sé un valido documento d’identità ai fini di consentire la registrazione. Le palette numerate possono essere utilizzate per indicare le offerte al banditore durante l’asta. Tutti i lotti venduti saranno fatturati al nome e all’indirizzo rilasciato al momento dell’assegnazione delle palette d’offerta numerate. Al termine dell’asta l’acquirente è tenuto a restituire la paletta al banco registrazioni. Ogni cliente è responsabile dell’uso del numero di paletta a lui attribuito. La paletta non è cedibile. PREZZI DI STIMA, PREZZI BASE D’ASTA, PREZZI DI RISERVA E PREZZI DI AGGIUDICAZIONE In tutti i nostri cataloghi, sotto le schede dell’opera presentata, è riportato il prezzo di stima, ovvero la valutazione che i nostri esperti assegnano ad ogni lotto. Tale cifra è espressa in Euro. In alcuni lotti di particolare pregio e importanza appare la dicitura “a richiesta”: gli eventuali acquirenti potranno contattare i nostri esperti per ottenere informazioni specifiche sull’oggetto ed indicazioni di stima. Le diciture “offerta libera” o “M.O.” indicano che la base d’asta è libera. Per prezzo base d’asta si intende la cifra di partenza della gara, che coincide generalmente con la metà del prezzo minimo di stima. Il prezzo di riserva è un dato confidenziale ed è riferibile al prezzo minimo concordato dalla Casa d’Aste con il venditore al di sotto del quale il lotto non potrà essere venduto. È facoltà del battitore variare la base d’asta, correggendo in questo modo l’eventuale imprecisione nella stesura delle valutazioni. Il prezzo di aggiudicazione è il prezzo al quale il lotto viene aggiudicato e sul quale saranno applicate le commissioni d’acquisto. PER LA LETTURA DEL CATALOGO Dove non specificato altrimenti, le misure vanno intese in quest’ordine: altezza, larghezza e profondità. Per i mobili, le dimensioni indicano l’ingombro massimo dell’oggetto. La data tra parentesi è solo indicativa dell’epoca di esecuzione del dipinto, quella senza parentesi risulta invece dal recto o dal verso del dipinto o da una dichiarazione scritta, comunque di mano dell’autore, come specificato nella scheda descrittiva dell’opera. Sotto la voce “Provenienza” sono elencati i timbri e le etichette delle Gallerie e delle Collezioni applicati sul retro, nel caso dei dipinti, oppure le appartenenze in collezioni nel caso di arredi. L’abbreviazione “(s.c.)” indica le opere prive di cornice. Per i gioielli, la caratura delle pietre indicata in catalogo, essendo stata eseguita la perizia su pietre montate, è suscettibile di piccole variazioni. ACQUISTI SU COMMISSIONI Finarte Casa d’Aste S.p.A. può accettare “commissioni di acquisto” delle opere in asta a prezzi determinati su preciso mandato. I lotti saranno sempre acquistati al prezzo più conveniente consentito da altre offerte sugli stessi lotti e dalle riserve degli stessi. In caso di offerte identiche, sarà data la precedenza a quella ricevuta per prima. Si prega di indicare sempre il limite massimo. Non si accettano ordini di acquisto con offerta illimitata. Gli ordini, se dettati telefonicamente, sono accettati solo a rischio del mittente e devono essere confermati per lettera, fax o telegramma prima dell’asta. Le offerte devono pervenire almeno 8 ore prima dell’inizio dell’asta. Non si riterranno valide comunicazioni esclusivamente verbali, incomplete o tardive. PARTECIPAZIONE ALL’ASTA TELEFONICAMENTE Se l’acquirente non può partecipare all’asta di persona, può comunque partecipare telefonicamente, Finarte Casa d’Aste S.p.A. potrà effettuare collegamenti telefonici, nei limiti della disponibilità di linee, per lotti con valore di stima superiore a € 500. Al fine di assicurare il collegamento telefonico, si invita a prendere accordi con il nostro personale (ufficio clienti) almeno 8 ore prima dell’asta e a compilare il modulo predisposto per gli acquisti su commissione da inviare per fax con i documenti richiesti in allegato (vedere “acquisti su commissione”). L’acquirente è invitato a comunicare il suo “limite massimo” di offerta, in modo tale che qualora sia impossibile raggiungerlo telefonicamente, possa comunque partecipare all’asta. La sopradescritta modalità di partecipazione resta comunque a rischio dell’offerente, date le possibili problematiche tecniche ad essa connesse. MODALITÀ DI PAGAMENTO Il pagamento dei lotti dovrà essere effettuato immediatamente dopo l'asta e comunque non oltre sette giorni lavorativi dalla data della stessa, rispettando le modalità previste nelle condizioni di vendita riportate nel catalogo ed in conformità alla normativa antiriciclaggio vigente (D.Lgs.del 21.11.2007 n. 231). Le seguenti forme di pagamento potranno facilitare l’immediato ritiro di quanto acquistato: 1. Contanti fino a € 5.000. 2. Assegno circolare, soggetto a preventiva verifica con l’Istituto di emissione. 3. Assegno bancario di conto corrente, previo accordo con la direzione amministrativa. 4. Bonifico bancario. Non è possibile consegnare le merci contro pagamento a mezzo bancario o assegno circolare a meno che ciò non sia stato specificatamente concordato prima dell’asta. Le condizioni di vendita impongono agli acquirenti il pagamento immediato dei beni acquistati. Finarte può, talora, consentire a sua discrezione pagamenti dilazionati, ove richiesti e concordati preventivamente almeno 10 giorni prima dell’inizio della vendita. INFORMAZIONI UTILI PER VENDERE TRAMITE FINARTE Chiunque desideri far valutare o includere nelle vendite dipinti, sculture, disegni sia antichi che moderni, monete, libri e manoscritti, porcellane, argenti, gioielli e orologi, mobili antichi, tappeti o altri oggetti d’antiquariato e da collezione, può mettersi in contatto con i nostri uffici di Milano, Roma e Venezia, o con i nostri associati che faranno da tramite con gli esperi Finarte. L’équipe di critici ed esperti di cui si avvale la nostra Società è a disposizione per studiare, valutare e valorizzare opere d’arte e ogni bene avente valore collezionistico o storico. Qualora sia concordato un prezzo di riserva sul bene e definite le modalità d’asta, sarà richiesta la compilazione di un mandato a vendere alla Finarte Casa d’Aste S.p.A. In caso di vendita è attribuita a Finarte una commissione del 15% più IVA, calcolata sul prezzo di aggiudicazione dei lotti venduti. Le spese di trasporto, assicurazione e fotografie, dovranno comunque essere pagate dal venditore, qualunque sia l’esito dell’asta. Il pagamento di quanto aggiudicato all’asta, al netto dei diritti e delle spese, sarà inviato al mandante dopo 45 giorni lavorativi dalla data della vendita, a condizione che l’acquirente abbia onorato l’obbligazione assunta al momento dell’aggiudicazione, e che non vi siano stati reclami o contestazioni inerenti i beni aggiudicati. Finarte Casa d’Aste S.p.A. metterà a disposizione del mandante le opere invendute nei 40 giorni successivi all’asta, il quale provvederà al ritiro delle stesse a propria cura e spese, salvo che non si concordi una riduzione dei prezzi di riserva concedendo il tempo necessario all’effettuazione di ulteriori tentativi di vendita da espletarsi anche per trattativa privata.


INFORMATION FOR BUYERS REGISTRATION AND BIDDING PADDLES In order to improve auction procedures, all potential buyers are requested to obtain a bidding paddle prior to the start of the auction. It is possible to pre-register during the pre-auction viewing. Following the filling out and signing of the registration form and after a numbered paddle has been assigned, the buyer accepts the “Conditions of Sale” provided herein. If a buyer is acting as a representative for a third party, written authorization is required; copy of some form of identification for the third party is required as well. All potential buyers are requested to bring identification with them to allow for registration. The assigned numbered paddles can be used to indicate bids to the auctioneer during the auction. All lots sold will be invoiced to the name and address provided upon registration when receiving the numbered bidding paddle. At the end of the auction, buyers are kindly requested to return their paddles to the registration counter. Each client is liable for the use of the paddle number assigned to him/her; paddles are not transferable. ESTIMATES, STARTING PRICES, RESERVE PRICES AND HAMMER PRICES In all our catalogues, estimates, namely the value assigned by our experts to each lot, are indicated in each catalogue entry. This amount is expressed in Euros. The specification “a richiesta” (upon request) appears next to certain lots that are particularly precious and important. Prospective buyers may contact our experts for specific information regarding those specific lots and for an indication of the related estimates. If the specification “offerta libera” (free bid) appears, the starting price in the auction is open. The starting price is the price at which bidding starts; this is generally equal to half of the lower estimate. The reserve price is a confidential amount and refers to the minimum price agreed upon between the Auction House and the seller below which the lot cannot be sold. The auctioneer may vary the starting price, thereby correcting any inaccuracies in the assigned estimates. The hammer price is the price at which any lot is sold and on which premiums are calculated. READING THE CATALOGUE Unless otherwise specified, measurements are provided in this order: height, width and depth. For furniture, the measurements indicate the maximum space occupied by the object. Dates in parentheses are merely indicative of the period of the painting; those without parentheses are taken instead from the back or front of the painting or from a written statement by the artist, as specified in the catalogue entry of the work. The heading “Provenienza” (provenance) is followed by a listing of the stamps and labels of the galleries and collections that are indicated on the back of the paintings. The abbreviation “(s.c.)” stands for unframed works. For the weight in carats of all jewels stones, minor variations may occur, as appraisals are carried out on mounted stones. ABSENTEE BIDS Finarte Casa d’Aste S.p.A. may accept “absentee bids” for the works to be auctioned at determined prices and upon a specific mandate. All lots will always be purchased at the lowest price allowed for by other bids on the same lots and by the reserve prices. If identical bids are received, the first bid received by Finarte shall take precedence. A maximum limit must be indicated, as absentee bids with unlimited bidding will not be accepted. Bidding over the telephone is at the caller’s risk, and must be confirmed by letter, fax or telegram prior to the auction. Bidding offers must be sent at least 8 hours before the auction. Oral, incomplete or late communications will not be considered valid. PARTICIPATING IN THE AUCTION BY TELEPHONE Buyers unable to participate in the auction in person may participate by telephone. Finarte Casa d’Aste S.p.A. offers the possibility to place bids by telephone, as warranted by line availability, for lots with an estimate greater than € 500. In order to ensure the telephone connection, we ask that you make arrangements with our staff (client office) at least 8 hours prior to the auction, and that you fill out the appropriate form for absentee bidding, to be sent by fax along with copies of the required documents (see “absentee bidding”). Buyers are requested to give a “maximum bid limit”, in order to ensure participation in the sale, should they not be reachable by telephone. The abovementioned method of participation remains at the bidder’s risk, given the possible technical problems related to it. METHODS OF PAYMENT Payment for purchased lots will have to be made right after the auction and no later than seven working days past the date of the sale; it will be effected in accordance with the methods outlined in the catalogue and in compliance with legislative decree n. 231 dated 21.11.2007 against money-laundering. The following forms of payment may speed up the collection of purchased items: 1. Cash up to € 5.000. 2. Bank draft, subject to prior verification with the issuing institution. 3. Personal cheque, subject to agreement with the administrative office. 4. Money transfer. It is not possible to collect purchased items upon payment with a bank draft or personal cheque, unless this has been specifically agreed upon prior to the auction. According to our conditions of sale, buyers are required to make immediate payments for purchased items. Finarte may occasionally allow, at its own discretion, deferred payment when requested and agreed upon at least 10 days prior to the start of the sale. USEFUL INFORMATION FOR SELLING THROUGH FINARTE Should you wish to have your Old Master and modern paintings, sculptures or drawings, coins, books and manuscripts, porcelain, silver, jewellery and watches, antique furniture, carpets or other antiques or collectibles evaluated or included in our auctions, you may contact our offices in Milan, Rome and Venice, or one of our associates who act as intermediaries with Finarte experts. Finarte’s team of critics and experts is available for the study, appraisal and evaluation of works of art and other objects of collectible or historical value, and we would be pleased to provide you with any further details you may require. Once a reserve price is agreed upon for an item and the auction procedures have been defined, a sale mandate for Finarte Casa d’Aste S.p.A. will have to be drawn. In the case of a successful sale, Finarte will receive a commission; said commission is normally equal to 15% +VAT of the hammer price of sold items. The seller, regardless of the outcome of the sale, will be liable to pay for transportation, insurance and marketing costs. The payment of the hammer price with the deducted sale commission and expenses of sold lots will be sent 45 working days after the date of the sale, provided that the buyer has honoured the due payment and that there has not been any subsequent complaints or protests with respect to the sold items. Finarte will return any unsold items to the seller during the 40-day period following the auction. Seller will duly collect unsold items at their own expenses and care, unless a reduced reserve price is agreed upon with the aim of making further sale attempts, even through private negotiations.



La famiglia Bellini sin dal 1756 si è adoperata per creare nel mondo un rapporto economico-culturale con i grandi collezionisti e le nuove collezioni. Ogni membro di questa famiglia ha dato tutto se stesso nel creare immagini che fossero d’aiuto all’antiquario e al collezionista: non mi sto a dilungare su cosa noi abbiamo fatto nel mondo dell’arte, basti pensare alla Biennale di Strozzi, alle grandi mostre a Montecarlo, mostre in Cina, Giappone, Taiwan, Korea, Usa, tutto questo cercando di essere sempre pronti e presenti sull’economia culturale. Con grande fatica ed impegno per ultimo io ho creato un Museo Privato, che rappresenta il lavoro, lo studio e le compere di tutta la storia che ci rappresenta. Il mondo dell’arte conosce il nome Bellini da sempre, nome anche conosciuto in economia perché abbiamo sempre cercato di creare nuovi antiquari e di dare nuovo incremento alle grandi collezioni e alle nuove collezioni di tutto il mondo. Tutto questo è puro sogno, amore per l’arte e per la città che ci rappresenta, passione per l’arte. Ogni 10-15 anni, per consuetudine, abbiamo messo in vendita parte della collezione per incrementare e migliorare lo stato di visibilità di tutto il nostro patrimonio artistico. Ho scelto delle opere di grande rilievo storico e molto importanti per quest’asta fatta con un amico, Giorgio Corbelli, e la sua Finarte. Per cui niente leviamo dal Museo Privato, il quale rimane perfettamente in ordine, ma sono andato a cercare nelle varie nostre collezioni private, che sono di grande importanza e di grande numero. Nella speranza di fare cosa gradita al nostro meraviglioso mondo della cultura e dell’economia, le opere che vanno in asta sono tra le più importanti della collezione privata di mio padre: anch’egli ogni 10-12 anni ha sempre fatto una vendita di grandi opere per il gusto e il piacere dei collezionisti e dei musei di tutto il mondo. Il nostro Museo Privato non viene minimamente toccato e rimane lì, spero per molti anni ancora, pronto a ricevere amici ed interessati ad opere d’arte di tutto il mondo. Grazie

Prof. Luigi Bellini


Beppe e Mario Bellini


I FRATELLI BELLINI, INVENTORI DI UN NUOVO MODO DI FARE ANTIQUARIATO Un ricordo dei fondatori della Biennale fiorentina e dell’Associazione Antiquari Italiani di Giovanni Conti in “La Gazzetta Antiquaria”, n. 55, I/2009

Ho conosciuto i fratelli Bellini poco dopo la morte del loro padre, Luigi Bellini, il famoso antiquario fiorentino che aveva inventato la Mostra d’Antiquariato e il Comitato per la Ricostruzione del Ponte a Santa Trinita. Giuseppe, “Beppe”, e Mario Bellini erano, ormai, i responsabili della notissima Galleria Bellini sul lungarno del ponte alla Carraia che, nell’eclettico palazzetto ristrutturato dal Coppedé, aveva solo l’entrata. Le tantissime sale di esposizione, nei due attigui palazzi storici, erano tappezzate di stoffa e sapientemente illuminate di luce artificiale. Dipinti, sculture, mobili e arazzi ne rivestivano le pareti; maioliche, bronzi, e oggetti di grande valore artistico ne costituivano la suppellettile. L’impatto, fortemente suggestivo, dava veramente l’impressione del Museo, di uno spazio magico ma non impossibile, riservato ma anche accessibile in dovute condizioni. Giuseppe e Mario sembravano – a me loro “segretario” novizio e quindi “direttore della Galleria” – come due semi in uno stesso nòcciolo, due semi uguali e diversi che spesso si urtavano a vicenda anche se nessuno dei due poteva vivere senza l’altro. Il nòcciolo che li teneva uniti era – sempre nella mia opinione – la loro vecchia madre, Niny, che abitava un moderno appartamento nel vicino palazzone condominiale costruito dal suo adorato “Gigi”… Accanto al mio ufficio, c’era la “Direzione”, la loro grande stanza rivestita di una boiserie che conteneva i libri e le pubblicazioni più prestigiose. Qui venivano ricevuti amici e clienti, personaggi del mondo dell’arte, dello spettacolo o dell’industria affascinati dalla possibilità di vedere ma, soprattutto, di poter acquistare qualche pezzo di quelle collezioni. Qualche nome? Se non ho avuto occasione di vedere Goering o di conoscere De Chirico, ho però accompagnato in Galleria il famoso collezionista americano John Paul Getty e Rose Kennedy, la mamma del Presidente degli Stati Uniti, il re Gustavo di Svezia e il Principe di Giordania, diversi Ministri e Senatori della Repubblica e tanti attori e registi del cinema e del teatro. Dei grandi critici e storici dell’arte che, quasi ogni giorno, avevano appuntamento, ricordo benissimo il vecchio Richard Hoffner col suo cane lupo, Mario Salmi, che vedevo imponente e cordialissimo, il brillante Giuseppe Fiocco che, una volta, chiedendogli se voleva vedere ancora qualcosa mi rispose con un verso latino: “iam satis prata biberunt”. Con Roberto Longhi riuscivo ad avere anche qualche parere confidenziale sui Bellini che chiedevano attribuzioni di pitture, mentre con Berenson il rapporto si manteneva sempre molto formale e riservato. Di Carlo Ludovico Ragghianti conservo ancora alcune lettere che mi scriveva per indirizzare il mio studio o le mie ricerche sulla storia dell’arte. Piero Bargellini, amico familiare dei Bellini e presentatore ufficiale del catalogo delle Biennali, scrisse anche la brillantissima presentazione del mio primo libro sulle Maioliche del Rinascimento che firmai con Mario Bellini. Questo il variegato mondo in cui prendeva consistenza biennale la Mostra Mercato Internazione dell’Antiquariato, il contesto che vorrei definire “familiare” in cui nasceva questo evento di risonanza mondiale, la prima e unica manifestazione che il misterioso e fascinoso mondo dell’antiquariato offriva al grosso pubblico negli stands espositivi del fiorentinissimo Palazzo Strozzi… Ma L’aspetto per me più singolare dei fratelli Bellini restava legato al loro modo di fare, al loro modo di vivere nel “bel mondo” e partecipare alla società dei vip. Il loro fair play e la loro naturale disinvoltura creava in me una grande ammirazione. Abituato a tanti commenti, a tante allusioni, ma tante malignità che in quello, come in ogni 10 MAGGIO 2011

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Mario e Beppe Bellini con il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi alla Biennale di Firenze del 1967

altro ambiente, si fanno, ho sempre apprezzato la grande discrezione e la signorilità del loro comportamento: mai – in tanti anni – ho inteso una cattiveria nei confronti di chicchessia, mai una sfumatura malevola o invidiosa, mai un atteggiamento astioso per altrui successi o iniziative come mai ho notato un rimpianto per qualcosa non fatto, per una vendita sbagliata o per un acquisto improprio. Mostravano sempre di essere giustamente convinti di quello che facevano. E, se non soddisfatti, certamente appagati da quello che avevano: pensavo alla medaglia della regina Cristina con il Globo Terrestre – Il Gran Mondo? – e l’intrigante impresa “Né mi basta, né mi bisogna”…

Mario e Beppe Bellini con il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi e Jacques Kugel alla Biennale di Firenze del 1967


Mario e Beppe Bellini con il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga

Le feste nella villa di Marignolle avevano qualcosa di fatato. Il fasto di quelle stanze e le suggestive illuminazioni del giardino lasciavano sempre la sensazione di aver vissuto in un altro mondo o, comunque, in un altro tempo. L’abbondante piacevolezza di cibi e bevande, l’accompagnamento di musiche e la spensieratezza del tempo facilitavano incontri e conversazioni, rapporti e amicizie che continuavano e si mantenevano anche oltre quelle occasioni.

Giusto Utens, Marignolle (Firenze, Museo di Firenze com’era)

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IMPORTANTI SCULTURE DAL MEDIOEVO AL RINASCIMENTO RARI DIPINTI DI MAESTRI PRIMITIVI MOBILI E OGGETTI D’ARTE GIÀ COLLEZIONE MARIO E BEPPE BELLINI

UNICA SESSIONE martedì 10 maggio 2011 ore 16.30 Lotti 1 - 167

Si ringraziano Alfredo Bellandi e Giancarlo Gentilini per gli orientamenti attributivi e le informazioni storico artistiche relative ai lotti: 36, 53, 62, 86, 110, 122, 134, 138, 142, 143


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GIÀ COLLEZIONE MARIO E BEPPE BELLINI


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SCALDINO

TURIBOLO

ELEGANTE CENTROTAVOLA

in argento con presa in legno: corpo ovale poggiante su quattro piedi a zampa ferina, attacchi del manico a forma di serpenti incrociati, poggianti su testa di medusa a rilievo; coperchio incernierato e centrato da monogramma BCR. Roma, prima metà del XIX secolo, cm. 24,5x27x18

in argento riccamente sbalzato a cartigli e motivi vegetali sull’intera superficie. Iscritto sulla base S.Mar.a della Libera. XVII secolo, h. cm. 26 (punzoni alla base dell’orafo FC)

in argento: la base ovale, poggiante su quattro piedini a riccio, è decorata da un doppio bordo con foglie lanceolate e ovoli e arricchita da quattro teste a rilievo; quattro tartarughe sostengono dei bracci a voluta che, all’estremità, tramite delfini reggono una vaschetta ovale; al centro della base poggia un modellino di fontana affiancato da due leoni rampanti, mentre nella fascia esterna trovano posto i contenitori per due bocce in vetro e per altri due contenitori (mancanti). Firenze, seconda metà del XVIII secolo, cm. 33,5x47,5x42

€ 2.500-3.500

€ 5.000-6.000

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TURIBOLO

CARTAGLORIA

in argento riccamente a beccellature e motivi vegetali sull’intera superficie. Iscritto sulla base A. D.ne di D. Rachela Magaldi. XVII secolo, h. cm. 28 (riparazione alla base)

in lamina di rame argentato montato con specchio; corpo decorato a motivi fogliacei, cimasa centrata da cartiglio con stemma, piedi a voluta. Italia centrale, XVIII secolo, cm. 64x80

€ 2.500-3.500

€ 6.000-8.000

€ 1.000-1.500 10 MAGGIO 2011

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SCULTURA

SCULTURA

SCULTURA

BASSORILIEVO

in terracotta raffigurante la Vergine annunciata, su base circolare; rivestita di ampie veste riccamente panneggiate, tiene la mano destra sul petto e quella sinistra appoggiata su un libro aperto sopra un leggio. Ambito bolognese, fine del XVII - inizi del XVIII secolo, cm. 36x18x17

in avorio raffigurante Maddalena genuflessa. La figura probabilmente faceva parte di un compianto. Fine del XVI secolo, h. cm. 16 (mancanze)

in avorio raffigurante Madonna col Bambino; la Vergine, a capo scoperto e vestita di un’elegante tunica parzialmente coperta da un manto panneggiato, tiene nella mano destra una melagrana e con quella sinistra sorregge il Bimbo, completamente nudo. Francia, inizi del XV secolo, cm. 14,2x5,5x3,4 (mancante del braccio destro)

in terracotta di forma rettangolare raffigurante Maria Maddalena penitente secondo una tradizionale iconografia: indossa un semplice mantello, coperta da lunghi capelli, reca una croce ed il teschio e si trova all’ingresso di una caverna, in base alla leggenda secondo cui, in età matura, si sarebbe ritirata a vivere in solitudine in una grotta presso Sainte-Baume in Francia; entro cornice lignea. Emilia, XVII secolo, cm. 30x25 (il bassorilievo)

€ 8.000-10.000

€ 3.000-4.000

€ 10.000-12.000

€ 4.000-5.000 10 MAGGIO 2011

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CORNICE a tempietto in legno dorato e dipinto ad imitare il marmo; base centrata da riserva ovale, pilastri lineari, cappello a timpano spezzato decorato a baccellature. Italia centrale, XVI secolo, cm. 70,5x52, cm. 39x29 (la luce) € 3.000-4.000

11 CORNICE in legno intagliato e dorato di modello architettonico ad imitare un importante portale. Toscana, XVI secolo, cm. 42x32, cm. 26x17,8 (la luce) € 3.000-3.500

12 CORNICE rettangolare in legno intagliato e dorato: modanatura decorata da motivo a foglie lanceolate, superficie scolpita a nastro ritorto. XVII secolo, (triangoli interni aggiunti in epoca successiva), cm. 41,5x36, cm. 27x5x21,5 la luce € 2.500-3.500 20

GIÀ COLLEZIONE MARIO E BEPPE BELLINI


13 STIPO MONETIERE in noce e radica di noce di struttura rettangolare. Il fronte, suddiviso in tre sezioni, presenta sei cassetti ed un’antina finemente intagliata su ciascuna delle due sezioni laterali, centrate da un’elegante nicchia architettonica, anch’essa contenente cinque cassetti di diverse dimensioni e forme, arricchita da due figure di paggi scolpite a rilievo. Toscana, fine del XVI secolo, cm. 43x85,5x32 (restauri) € 8.000-10.000 13

14 LETTO lastronato e filettato in noce. Testiera arcuata superiormente, riccamente ornata e centrata da monogramma MS, caratterizzata da un due profondi cassetti su ciascun lato, sormontati da un vano centrale apribile. Pediera e sponde bordate da cornice geometrica e gambe troncopiramidali, anch’esse decorate. Lucca, fine del XVIII - inizi del XIX secolo, cm. 141x230x120 (modifiche) € 10.000-15.000

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GRANDE MANO

GRANDE GIARA

TESTA

in bronzo proveniente da una scultura di Divinità orientale. Birmania, XVII secolo, cm. 59x26x20

in terracotta invetriata nella tonalità del giallo ocra e decorata da dragoni a rilievo; collo everso circondato da otto piccole prese a ponticello. Vietnam, XVII secolo, h. cm. 82, d. cm. 46

di Buddha in pietra. Tailandia, XV secolo, cm. 35x22x17

€ 3.000-4.000

€ 5.000-6.000

€ 3.000-4.000

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GRANDE GIARA

SCETTRO

TESTA

in terracotta invetriata nella tonalità del giallo ocra e decorata a motivi vegetali incisi; collo everso circondato da otto piccole prese a ponticello. Vietnam, XVII secolo, h. cm. 80, d. cm. 46

in pietra verde sagomato sul retro e interamente scolpito sul fronte a figure ed ideogrammi. Cina, XIX secolo, cm. 33,5x8x4

di Buddha in pietra. Tailandia, XV secolo, cm. 47x28x30

€ 3.000-4.000

€ 6.000-8.000

€ 1.000-1.500

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21 SCULTURA in legno policromo con tracce di doratura raffigurante divinità orientale; montata su base lignea. Birmania, XVII secolo, cm. 41x9,5x8,5 (esclusa la base) € 4.000-5.000

22 SCULTURA in legno dipinto in policromia raffigurante Divinità femminile su base intagliata a motivi fogliacei; elegantemente vestita, è rappresentata con la mano destra protesa in avanti. Birmania, XVII secolo, cm. 58x17x15 € 3.000-4.000

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23 GIARA in terracotta invetriata nella tonalità del giallo ocra e decorata da dragoni a rilievo; collo everso circondato da otto piccole prese a ponticello. Vietnam, XVII secolo, h. cm. 60, d. cm. 33 € 3.000-4.000

24 GRANDE VASO in terracotta parzialmente invetriata nella tonalità del marrone; collo circondato da quattro piccole prese a ponticello (una mancante). Vietnam, XVII secolo, h. cm. 58, d. cm. 48 24 23

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€ 3.000-4.000


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TESTA

FRAMMENTO

di Buddha in pietra. Tailandia, XV secolo, cm. 24x18x16

di scultura in bronzo raffigurante mano destra probabilmente appartenuta a statua di divinità. Thailandia, XVI secolo, cm. 30x22x7

€ 4.000-5.000

€ 6.000-8.000

26 TESTA di un Re della Dinastia Thai in pietra. Cambogia, XIV-XV secolo, cm. 28x18x19 € 3.000-5.000

29 PICCOLA TESTA di Buddha in pietra. Tailandia, XVI secolo, cm. 8x6x6,2 € 3.000-4.000

27 TESTA 26

di Buddha in bronzo a patina verde. Tailandia, XVI secolo, cm. 22x13x14

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€ 6.000-8.000

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30 STEMMA nobiliare in pietra sormontato da testa di putto alato: lo scudo, diviso in due da un banda orizzontale, presenta nella parte alta un profilo maschile, mentre in quella bassa un albero. Toscana, inizi del XVI secolo, cm. 68x42x14 € 10.000-12.000

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31 STEMMA nobiliare in pietra con cimasa a doppio cartiglio. Lo scudo, centrato da leone rampante su bande diagonali, è contornato da rilievi a motivi vegetali. XVI secolo, cm. 72x49x16 € 6.000-8.000

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32 ACQUASANTIERA da centro in breccia a fondo nero. La vasca, ovale e fortemente modanata lungo il profili superiore, è sorretta da un bel balaustro a sezione quadrangolare. Toscana, fine del XVI secolo, cm. 102x82x62 â‚Ź 15.000-20.000

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33 CASSONE ad urna in legno dipinto. Fronte bombato e decorato con un motivo geometrico a bande rosse su fondo scuro, intervallato da fronde con cartigli sui quali vi è l’iscrizione: Si te fata vocant. Al centro campeggia lo stemma dei Marchesi Niccolini. Il tema delle fronde e dei cartigli, disposti però diversamente, ritorna anche sui fianchi della cassa. Siena, XV secolo, cm. 47x150x48. Bibliografia di confronto Paul Schubring, Cassoni, Leipzig, 1923, t. IV, n. 28; Mario Tinti, Il mobilio fiorentino, Milano-Roma, 1929, tav. LXXXIX € 25.000-30.000

Palazzo Davanzati a Firenze, camera da letto al secondo piano (esemplare analogo)

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GHIRLANDA

FONTE BATTESIMALE

di fiori e frutta di ambito robbiano in pietra serena. Centrato da stemma contornato da nastri e iscritto À LA PECHÊ, questo tondo proprio per la ricchezza e la qualità della bordura naturalistica richiama in maniera inequivocabile le ghirlande in terracotta invetriata uscite dalla Bottega dei Della Robbia. Firenze, XVI secolo, d. cm. 80

in pietra serena completo di copertura; la vasca, di forma ovale, è sorretta da un sostegno a balaustro poggiante su base triangolare incisa, mentre la copertura, interamente in noce e di forma vagamente piramidale, presenta sul fronte una coppia di doppi sportelli sovrapposti. Toscana, fine del XVI secolo, cm. 110x68x66 (la vasca); cm. 84x68x52 (la copertura)

€ 30.000-40.000

€ 12.000-16.000

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36 DOMENICO ROSSELLI Pistoia 1439 - Fossombrone 1497/98

San Giovanni battista benedicente 1460/1480 ca. statua in pietra cm. 86x30x18 € 20.000-30.000

La scarna, ascetica immagine dell’eremita Giovanni, dal volto acceso nella predicazione profetica, è caratterizzata da modi asciutti, profili taglienti, non privi di una sofisticata grazia infantile, che consentono una fondata attribuzione a Domenico Rosselli, tra i più significativi scultori toscani del secondo Quattrocento. Formatosi collaborando con Desiderio da Settignano al Monumento Marsuppini in Santa Croce a Firenze, e maestro autonomo nel 1464, al Rosselli spetta la diffusione dei modi fiorentini nelle Marche, dal 1473 fulcro della sua attività, dove fu a lungo impegnato nell’arredo lapideo del palazzo ducale di Urbino (Camino della Sala degli Angeli), a Pesaro e Fossombrone. L’immagine permette riscontri puntuali con la lunetta raffigurante Dio Padre benedicente e cherubini del Tabernacolo del Sacro Chiodo nella cattedrale di Colle di Val d’Elsa (1465), simile nella lavorazione grafica delle superfici, di matrice desideriesca, e nei tratti fisionomici, quali il volto allungato, il taglio sottile degli occhi e la bocca dischiusa, ricorrenti in altre opere dell’artista databili intorno al 1470, come la Natività oggi al Victoria and Albert Museum di Londra. Per questa statua, forse collocata in origine in prossimità di un fonte battesimale (come suggeriscono i danni subiti e il conseguente rifacimento della base con entrambi i piedi e della mano destra), l’uso di una pietra morbida e chiara potrebbe tuttavia far ipotizzare una datazione durante il soggiorno marchigiano, nei primi anni settanta, come indica il confronto con le figure geometrizzate ed essenziali nell’ancona del duomo di Fossombrone (1480) e con la Madonna col Bambino della collezione Berenson a Settignano. Bibliografia di riferimento C. De Fabriczy, Uno scultore dimenticato del Quattrocento, in “Archivio Storico Italiano”, XXIII, 1899, pp. 1-60; U. Middeldorf, Some new Works by Domenico Rosselli, in “The Burlington Magazine”, LXII, 1933, pp. 165-172; P. Zampetti, La scultura nelle Marche, Firenze 1994; L. Pisani, Domenico Rosselli a Firenze e nelle Marche, in “Prospettiva”, 102, 2001, pp. 49-66

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37 COPPIA DI VASI biansati in metallo argentato su base quadrata, montati a lampada; corpo interamente lavorato a motivi vegetali, baccelli e ovoli, arricchito da due sottili prese laterali. Completi di bei paralumi con inserto in pergamena miniata. Fine del XVII / inizi del XVIII secolo, cm. 42x29x18 (i vasi) € 4.000-6.000

38 BOTTEGA DEI GAGINI

Cristo cade sotto il peso della croce bassorilievo ovale in legno intagliato e parzialmente dorato. Palermo, fine del XV secolo, cm. 56x43,5 € 6.000-8.000

39 BOTTEGA DEI GAGINI

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Cristo flagellato alla colonna bassorilievo ovale in legno intagliato e parzialmente dorato. Palermo, fine del XV secolo, cm. 57x42,5 € 6.000-8.000

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40 COPPIA DI STENDARDI damascati decorati al centro da grande stemma e agli angoli da quattro fregi ricamati in filo d’argento. Toscana, XVII secolo, cm. 263x190 (controfondati in velluto rosso) Lo stemma raffigurato è quello dell’ordine domenicano: i colori bianco e nero del fondo simboleggiano i colori dell’abito religioso domenicano, come il cane con la torcia accesa in bocca e la stella (di otto raggi) più in alto, anch’essi tradizionali simboli di San Domenico. Il cane dal mantello bianco e nero con la torcia in bocca rimanda ad una visione avuta dalla beata Giovanna Aza, madre di san Domenico: aveva visto sé stessa dare alla luce un piccolo cane che, con una torcia in bocca, incendiava tutta la terra; la stella ricorda quella vista dalla nutrice sulla fronte del neonato Domenico al momento del battesimo. Fra il cane e la stella vi è una corona infilzata da un ramo di giglio e da un ramo di palma, dove il giglio rappresenta la verginità e la palma il martirio, probabilmente a significare che la verginità e la disponibilità al martirio hanno come giusto premio la corona. € 10.000-15.000

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41 BOTTEGA DI GIOVANNI FRANCESCO SUSINI

Putto seduto bronzo a patina scura. Firenze, fine del XVII secolo, cm. 40x18x24 Il putto, di grandi dimensionii, è raffigurato seduto e con il piede sinistro leggermente alzato, il braccio destro piegato verso il volto con l‘indice proteso, il braccio sinistro a scendere lungo il fianco € 14.000-18.000

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42 ALESSANDRO VITTORIA Trento 1525 - Venezia 1608

Bacco bronzo a patina scura su base in marmo, cm. 30x13x10 (esclusa la base) Bibliografia di confronto Leo Planiscig, Venezianische Bildhauer der Renaissance, Anton Schroll & Co., Vienna 1921, p. 477, fig. 501 â‚Ź 14.000-18.000

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43 ANDREA BRIOSCO detto IL RICCIO Padova 1470 - 1532

Tartaruga bronzo a patina scura, cm. 3,5x8x6 € 3.000-4.000 43

44 CANDELIERE in bronzo a patina scura; corpo caratterizzato da diversi ordini di nervature, base poggiante su tre piedi scolpiti e raffigurare leoni accovacciati. Area fiamminga, fine del XV - inizi del XVI secolo, h. cm. 38 Bibliografia di riferimento John Pope-Hennessy, Renaissance bronzes from the Samuel H.Kress Collection, Phaidon Press, Londra 1965, p. 152, n. 557, figg. 585-586 € 12.000-15.000

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45 CENTROTAVOLA O MOSCHERA in bronzo; pareti ornate da foglie singole alternate a cespi; presa modellata ad amorino alato e tre piedi a figure virili genuflesse; base trilobata in legno con piedi bronzei a zampa ferina di epoca posteriore. Padova, XVII secolo, h. cm. 44 â‚Ź 16.000-20.000

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MORTAIO

MORTAIO

in bronzo a patina scura, corpo scandito da più ordini decorativi e centrato da fascia incisa a raffigurare stemma tra draghi alati e altri tipici motivi rinascimentali. Toscana, XVI secolo, h. cm. 12,5, d. cm. 16,4

in bronzo a patina scura, corpo decorato da due fasce scolpite a motivi vegetali. Iscritto al centro FRANCO TORTELLI F. Toscana, XVII secolo, h. cm. 14,8, d. cm. 18

€ 7.000-9.000

€ 5.000-7.000

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48 MORTAIO con pestello in bronzo a patina scura con una presa a ponticello completa di anello in ferro battuto; corpo decorato da costolature verticali. Italia settentrionale, XV secolo, h. cm. 11, d. cm. 13 € 4.000-6.000

49 MORTAIO in bronzo a patina scura con pestello, corpo liscio decorato da quattro leoni rampanti a rilievo. XVII secolo, h. cm. 9,5, d. cm. 12,2 € 2.000-3.000

50 COPPIA DI TORCIERE in ferro battuto e marmo; corpo costituito da asta in ferro di sezione ottagonale interrotta al centro da un elemento decorativo, base in marmo verde a sezione esagonale. Toscana, fine del XIV - inizi del XV secolo, cm. 81x13,5x15 € 8.000-10.000

51 TORCIERA in ferro battuto e pietra; asta lineare interrotta da nodo e culminante nel portacandela a forma di vaso decorato da volute stilizzate; base in pietra scolpita ad imitare una pigna. Toscana, fine del XIV - inizi del XV secolo, h. cm. 121 € 15.000-20.000 51

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52 GRANDE TORCIERA in noce finemente intagliato e scolpito nello stile di Baccio d’Agnolo (Firenze 1462-1543). La base, a sezione triangolare e poggiante su piedi a voluta, è centrata da stemmi entro cartiglio, sormontati da teste di putti tra teste caprine; le teste di putti si ripetono anche nell’elemento centrale della torciera, decorato da festoni di frutta, foglie d’acanto e altri motivi vegetali, mentre un festone di frutta decora l’elemento terminale, riccamente intagliato a motivi di ovoli, dentelli e piuma di pavone. Toscana, inizi del XVI secolo, cm. 175x51x51 € 60.000-80.000


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Il Putto reggifestone venne rintracciato dalla Ciardi Duprè, la quale, riferendolo al Rustici, ne ipotizzava una plausibile provenienza, quale elemento per arricchire il fastigio, dall’imponente tavola col Noli me tangere, modellata dallo scultore per la chiesa di San Luca, e invetriata, come ricorda il Vasari, da Giovanni della Robbia (Giorgio Vasari, Le Vite..., Edizioni Sansoni, Firenze 1878-85, VI, p. 606). Tale opera, oggi al Bargello, eseguita intorno al 1520, rappresenta uno dei più straordinari invetriati mai realizzati; è una scultura tecnicamente eseguita alla maniera dei Della Robbia e dove alcuni dettagli, come la figurina sullo sfondo che spinge un cavallo, e la modellazione incisa, trovano riscontro nella produzione robbiana d’inizio secolo, tra Giovanni e Luca “il giovane”. Ma è soprattutto un’opera carica dei personalissimi convincimenti manieristici del Rustici, riscontrabili nella ricercatezza delle pose e dei gesti delle figure. Rustici è tra i capofila, col Bandinelli, del nuovo interesse per Donatello e del quale troviamo testimonianza anche nella bottega robbiana con Girolamo della Robbia. Il bassorilievo marmoreo con il San Giorgio e il drago al Museo di Budapest (1520/30) attesta quanto il Rustici fosse impegnato in una moderna rilettura dello stiacciato donatelliano. Anche nel Noli me tangere le figure sembrano dilatarsi sulla superficie cercando nitidi profili sul piano di fondo. E la posa articolata del Putto reggifestone che allude a quella dei putti sulla cimasa dell’Annunciazione Cavalcanti in Santa Croce, il suo modellato non aggettante ma giocato con passaggi sintetici e tutto in profondità illusionistica, proprio come nello stiacciato donatelliano, la cavità oculare nella quale spicca l’occhio segnato con una pennellata di nero, e la lavorazione a stecca dei capelli, sono tutti elementi che richiamano la lezione di Donatello. Nel Noli me tangere Rustici modella un’opera trasferendovi i princìpi dello stiacciato da lui usati nella scultura in marmo. Diversi, rispetto a tali opere, sono però i risultati espressivi conferiti all’immagine dall’astratta invetriatura, e dai pezzi che s’incastrano come in un sofisticato “puzzle”, formando così un’opera certo non meno ricercata rispetto a quelle in marmo, ma forse più sconcertante perché eseguita con una tecnica tradizionale, quale poteva apparire, sulla fine del secondo decennio del Cinquecento, l’uso della terracotta invetriata. Alfredo Bellandi

Bibliografia specifica M.G. Ciardi Duprè, Giovan Francesco Rustici, in “Paragone”, 157, 1963, pp. 43-44; G. Gentilini, I Della Robbia e l’arte nuova della scultura invetriata, Firenze, 1992, pp. 376-377 (n. VII.5); A. Bellandi, in I Della Robbia. La scultura invetriata nel Rinascimento, cat. della mostra a cura di G. Gentilini, Firenze, 1998, p. 456; P. Sénéchal, Giovan Francesco Rustici. 1475-1554, Parigi 2007, p. 204, n. S.21c; T. Mozzati, Giovanfrancesco Rustici, Firenze 2008, p. 104; T. Mozzati, in I grandi bronzi del Battistero. Giovanfrancesco Rustici e Leonardo, cat. della mostra a cura di T. Mozzati, B. Paolozzi Strozzi, P. Sénéchal, Firenze 2010, pp. 324-326 Giovan Francesco Rustici, Noli me tangere Firenze, Museo del Bargello


53 GIOVAN FRANCESCO RUSTICI Firenze 1474 - Tours 1554

Putto reggifestone 1520 ca. bassorilievo scontornato in terracotta invetriata, cm. 57x28 STIMA A RICHIESTA

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54 CORNICE ovale alla Sansovino in legno intagliato e dipinto, e dorato; bordo scolpito a belle volute e centrato superiormente ed inferiormente da due teste di putto alato. Montata a specchio. Firenze, XVI secolo, cm. 33x24 € 5.000-7.000

55 CASSINA PORTASTENDARDO in legno e pastiglia dorata: corpo interamente decorato da incisioni a motivo vegetale e bordi evidenziati da modanature e dentelli; sul coperchio maniglia in ferro battuto. Francia, inizi del XVI secolo, cm. 20x58x18 € 7.000-10.000 54

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56 COPPIA DI CANDELIERI in legno dorato e riccamente intagliato. Base triangolare poggiante su zampe ferine decorata da stemmi entro cartigli e festoni vegetali; fusto interamente decorato a motivi vegetali, completato da piattello con bordo decorato a ovoli. Firenze, XVI secolo, h. cm. 93 Provenienza Firenze, Collezione Carlo De Carlo â‚Ź 10.000-14.000

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57 GRANDE MORTAIO con pestello in bronzo, firmato PETRVS/ECAVAD/VERONENSIS e datato MDCCXCVII; corpo decorato da diverse sequenze di foglie ed impreziosito da due cartigli, uno con stelo di rose e quello opposto con la sigla AM; iscrizione ANGELO MERLUGO SPECIAL - ALLE DUE ROSE lungo il bordo superiore; due prese laterali a pigna. Verona, fine del XVIII secolo, h. cm. 38, d. cm. 42 Bibliografia di confronto Bells & Mortars. Catalogue of Italian Bronzes in the Victoria and Albert Museum, Londra 2001, pp. 192-193 € 30.000-35.000

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MORTAIO

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a boccia in bronzo a patina scura con pestello; corpo decorato da due prese a ponticello complete di anello e da sei costolature a rilievo. Italia settentrionale, fine XV secolo, cm. 9,2x13x11,5

con pestello in bronzo a patina scura, corpo decorato da quattro medaglioni intervallati da altrettante prese stilizzate. Italia settentrionale, XV secolo, h. cm. 9, d. cm. 11

con pestello in bronzo, corpo decorato da sei costolature a guisa di erme intervallate da teste leonine e cespi di frutta. Toscana, XVI secolo, h. cm. 11, d. cm. 15,6

€ 5.000-7.000

€ 4.000-5.000

con pestello in bronzo a patina scura, due prese a guisa di teste d’aquila; corpo inciso sui due fronti a raffigurare sirena entro riserva rettangolare. Iscritto e datato ALLE SERENE MDCCXX, cm. 12x20x13

€ 6.000-8.000

€ 5.000-7.000

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62 GIOVAN PIETRO E GIOVANNI AMBROGIO DE DONATI doc. in Lombardia 1478 - 1528 e 1484 - 1514

Santo vescovo benedicente statua ad altorilievo in legno dipinto e dorato, inizio del XVI secolo, cm. 165x71x30 Opera in temporanea importazione. € 40.000-60.000

La recente riscoperta critica della scultura lignea lombarda del Rinascimento ci consente oggi di restituire una più pertinente paternità a questa monumentale, fulgida immagine di Santo vescovo benedicente, forse in origine al centro di un’ancona, già riferita ad un anonimo scultore toscano del Quattrocento. Caratterizzata da un robusto panneggio cartaceo dalle pieghe scheggiate, in linea con la cultura figurativa dell’Amadeo, l’opera presenta, nella concezione sintetica e squadrata, le peculiarità stilistiche che distinguono, nel vasto e vario panorama dell’arte del legno in Lombardia, l’intensa produzione dei fratelli De Donati, protagonisti della scultura e dell’intaglio di età sforzesca, come attestano le monumentali ancone, vivacemente policrome, con animate formelle narrative (San Bartolomeo a Caspano di Civo presso Sondrio), i numerosi altaroli per la devozione privata raffiguranti La Natività, i patetici Compianti (Varallo Sesia, Pinacoteca) e le Pietà (Orselina presso Locarno, Madonna del Sasso). In tutti questi lavori, infatti, è agevole ritrovare le soluzioni formali che qualificano il nostro Vescovo benedicente, ossia i capelli schematizzati e corposi dal regolare andamento simmetrico, le teste tondeggianti, spesso atteggiate nella stessa espressione accigliata, il corpo statico ed essenziale, le pieghe angolose, siglate da una geometrizzazione amadeesca. Fra gli innumerevoli confronti possibili, particolarmente stringente appare quello con la Resurrezione di Lazzaro dell’ancona di Caspano, del 1508, per le simili figure solenni e immobili, che induce ad una datazione sui primi anni del Cinquecento. Bibliografia di riferimento P. Venturoli, in Zenale e Leonardo, cat. della mostra, Milano 1982, pp. 105-112; R. Casciaro, Scultura lignea lombarda del Rinascimento, Milano 2000, pp. 110-131, pp. 290-320, 365-367; R. Casciaro, in Maestri della scultura in legno nel ducato degli Sforza, cat. della mostra a cura di G. Romano e C. Salsi, Milano 2005, pp. 124-141

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63 AGOSTINO CIAMPELLI Firenze 1565 - Roma 1630

Scena biblica olio su tavola, cm. 26x25 (cm. 33,5x32,5 compresa la cornice) L’attribuzione spetta al prof. Piero Torriti, il quale in una comunicazione scritta del 22 settembre 2000 così commenta: “Il dipinto presenta spiccati caratteri stilistici fiorentini del Cinquecento. Il disegno e la stessa qualità pittorica... fanno pensare, come suo esecutore, ad un artista sulla scia dei più grandi pittori a cavallo fra XVI e XVII secolo, accostandosi in particolar maniera allo stile di Agostino Ciampelli, collaboratore di Santi di Tito” € 20.000-25.000

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GIÀ COLLEZIONE MARIO E BEPPE BELLINI


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64 ORAZIO FIDANI Firenze 1606 - 1656

Ritratto di cane con collare recante stemma della famiglia Salviati olio su tavola, cm. 99x131 (cornice in legno intagliato e dorato) Provenienza Firenze, Villa Medicea di Marignolle â‚Ź 35.000-50.000

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SCULTURA

SCULTURA

in legno intagliato e dipinto raffigurante Virtù: raffigurata in posizione eretta, mentre il braccio destro scende lungo il fianco, quello sinistro, privo della mano, probabilmente reggeva un elemento simbolico. Venezia, inizi del XVI secolo, cm. 158x52x40

in legno policromo raffigurante Santo, in posizione eretta con la mano destra piegata nell’atto di reggere probabilmente un bastone, il corpo è rivestito di una lunga tunica marrone cinta in vita e panneggiata e di un mantello rosso. Manca del braccio sinistro. Italia meridionale, fine del XVI secolo, cm. 119x39x28

€ 30.000-40.000

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GIÀ COLLEZIONE MARIO E BEPPE BELLINI

€ 15.000-20.000

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67 SCULTURA lignea policroma raffigurante testa virile dal volto scavato con barba. Siena, XV secolo, cm. 22x17x16 € 4.000-5.000

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68 COPPIA DI SCULTURE in legno dipinto e parzialmente dorato raffiguranti Angeli; coperti da una lunga tunica rossa decorata da motivi fogliati resi in oro, con i sandali ai piedi e lunghi capelli biondi, le due figure sono presentate con le mani incrociate sul petto e lo sguardo levato verso il cielo. Italia settentrionale, inzi del XVI secolo, cm. 34,5x13x10 e cm. 34x12,5x10,5 € 14.000-18.000

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69 PLASTIFICATORE UMBRO DEL XVI SECOLO

Natività altorilievo in stucco policromo, cm. 44x35,5 (cornice in legno dorato) € 8.000-10.000

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BOTTEGA DI NICCOLO’ ROCCATAGLIATA

SCUOLA VENETA DELLA FINE DEL XVI SECOLO

Cupido

bronzo a patina bruna. Venezia, inizi del XVII secolo, cm. 18x11x7 Bibliografia di confronto Leo Planiscig, Venezianische Bildhauer der Renaissance, Anton Schroll & Co., Vienna 1921, p. 608, fig. 675 € 5.000-6.000

Calamaio con coperchio bronzo a patina scura, cm. 16x10x10 Il contenitore circolare è decorato da tre teste di putti alati tra festoni e sorretto da tre zampe raffiguranti cavalli; sul coperchio invece un putto alato con della frutta nella mano destra è seduto su un tronco d’albero. (Coperchio forse non pertinente) € 10.000-15.000

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72 SCUOLA VENETA DELLA FINE DEL XVI SECOLO

Calamaio con coperchio bronzo a patina scura, cm. 16,8x9x9 Il contenitore a vaso baccellato è decorato da tre teste tra festoni vegetali e sorretto da tre teste equine; il coperchio è sormontato da un putto con le mani levate € 10.000-15.000 71

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73 SCULTORE FIORENTINO DELLA FINE DEL XVI SECOLO

Cavallo rampante bronzo a patina scura su base in marmo nero, cm. 14,5x18,5x5,2 (esclusa la base) € 6.000-8.000

74 SCUOLA PADOVANA DEL XVI SECOLO

Calamaio bronzo a patina scura su base in legno, cm. 9x22x9,5 (esclusa la base) In questo bel calamaio il contenitore porta inchiostro è sorretto ai lati da due putti seduti, uno dei quali nella mano sinistra tiene un altro contenitore cilindrico più piccolo, forse atto a tenere la piuma d’oca € 6.000-9.000 73

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75 GIOVAN FRANCESCO SUSINI Firenze, 1585 - 1653

Busto di senatore romano bronzo a patina scura montato su base in marmo circolare, cm. 15x11x9,5 (esclusa la base) € 12.000-15.000

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76 SCUOLA VENETA DELLA FINE DEL XVI SECOLO

Busto femminile bronzo a patina bruna montato a sigillo, cm. 10,8x6x5 € 4.000-5.000

77 SCUOLA VENETA DELLA FINE DEL XVI SECOLO

Busto di matrona bronzo a patina scura su base circolare in legno, cm. 13x8x5,8 (esclusa la base) € 3.000-4.000

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78 SCUOLA VENETA DELLA FINE DEL XVII SECOLO

Atlante bronzo a patina scura su base in marmo verde, cm. 21x16x11 (esclusa la base) Opera in temporanea importazione â‚Ź 20.000-30.000

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SGABELLO

GRANDE SEGGIOLONE

GRANDE INGINOCCHIATOIO

ad asso di coppe in noce: alto schienale riccamente intagliato a volute e baccelli e centrato da medaglione entro cartiglio; sostegno frontale anch’esso riccamente intagliato e centrato da cartiglio con stemma raffigurante serpente avvolto intorno ad una verga. Toscana, XVI secolo, cm. 100x32x42 (restauri al sostegno posteriore)

in noce; braccioli lineari, cartella inferiore intagliata, schienale e sedile rivestiti di un bel velluto verde riccamente lavorato. Toscana, inizi del XVII secolo, cm. 105x77x66

in noce con fronte scandito da pannelli modanati e da due antine; piano superiore apribile, come quello di appoggio inferiore. Toscana, probabilmente XVII secolo, cm. 96x160x67

€ 6.000-8.000

€ 7.000-10.000

€ 5.000-7.000

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CREDENZINO

SGABELLO

GRUPPO PLASTICO

a pilastro in noce: fronte scantonato scandito da un’anta ed un cassetto su alta base a parallelepipedo. Toscana, XVI secolo, cm. 92x54x33

in noce con sostegni sagomate nelle caratteristica forma ad asso di coppe. Toscana, XVI secolo, cm. 52x40x29

in legno policromo e dorato raffigurante Pietà, secondo la tradizione medioevale con il corpo di Cristo steso sulle ginocchia di Maria. Spagna, XVI secolo, cm. 80x113x40

€ 6.000-8.000

€ 2.000-3.000

€ 20.000-25.000

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85 GRANDE CREDENZA in noce di linea mossa, fronte scandito da quattro ante più due sagomate sui lati, separate da lesene scanalate. Zoccolo di linea spezzata scolpito a più modanature. Toscana, fine del XVI secolo, cm. 107x416x73 Provenienza Firenze, Villa Medicea di Marignolle € 120.000-180.000 Villa di Marignolle, salone a piano terra (anni ‘60)

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Questo suntuoso rilievo appare oggi particolarmente significativo nel contesto della recente riscoperta critica della scultura in cartapesta del Rinascimento, che trova proprio in Jacopo Sansovino il suo maggiore interprete nella stagione manierista. La complessità dell’articolata composizione, le forme dinamiche del Battista, enfatizzate dai capelli mossi dal vento, che sfugge dalle braccia della madre per raggiungere il cuginetto oltrepassando Maria, la monumentalità e la postura in torsione d’impronta michelangiolesca della Vergine, la tipologia del Bambin Gesù legata a modelli della tradizione quattrocentesca fiorentina, la preziosità degli arredi, sono aspetti che possono dar credito all’attribuzione tradizionale del rilievo al Sansovino, e farci ipotizzare che l’opera sia nata nata nella bottega o quantomeno nella cerchia del celebre scultore, attivo a Venezia dal 1527 improntando il gusto locale e indirizzando una folta schiera di collaboratori e seguaci. Bibliografia di riferimento B. Boucher, The sculpture of Jacopo Sansovino, London 1991; Jacopo Sansovino. La Madonna in cartapesta del Bargello. Esemplari a confronto, a cura di M.G. Vaccari, Roma 2006; La scultura in cartapesta. Sansovino, Bernini e i Maestri leccesi tra tecnica e artificio, a cura di R. Casciaro (Milano - Lecce), Milano 2010


86 CERCHIA DI JACOPO SANSOVINO Firenze 1486 - Venezia 1570

Madonna col Bambino, San Giovannino, Sant’Elisabetta e San Giuseppe metà del secolo XVI bassorilievo in cartapesta dorata e dipinta cm. 55x44 € 30.000-35.000

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87 MORTAIO circolare in porfido con gola rientrante tutt’intorno alla circonferenza d’apertura. XVI/XVII secolo, h. cm. 12, d. cm. 17 € 5.000-6.000

88 SEI SGABELLI in noce ad asso di coppe; alto schienale sagomato e gambe unite da traversa tornita o intagliata. Toscana, XVI secolo, h. cm. 102 87

€ 20.000-30.000

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89 POLTRONA SAVONAROLA in noce; piedi a ciabatta, cartella dello schienale sagomata, braccioli di linea mossa arricchiti da due rosoni intagliati nel lato interno. Firenze, XVI secolo, cm. 99x65x60 € 10.000-15.000

90 TAVOLO circolare in noce; piano percorso la filettatura lungo la circonferenza e sorretto da cinque pilastri lisci; crociera di riunione anch’essa circolare e piedi modanati. Emilia, XVII secolo, h. cm. 81, d. cm. 130 89

€ 12.000-15.000

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L’arazzo, in eccellenti condizioni di conservazione, presenta una sorta di palco teatrale, al cui centro un padiglione circolare sormontato da una cupola pergolata e affiancato da piante di vite ospita una statua dorata del dio Bacco; la scena comprende anche un suonatore di flauto e una donna china che si appoggia a un vaso. Lo sfondo è di colore ocra (o “tabacco di Spagna”). La bordura simula una cornice intagliata e dorata, con placche ovali alternate a stretti tralci vegetali stilizzati. E’ uno dei sei soggetti (gli altri sono: Musicisti e ballerine, il Cammello, l’Elefante, l’Offerta a Pan, i Suonatori) che compongono la serie delle Grottesche di Berain: disegnata dal pittore-decoratore francese Jean-Baptiste Monnoyer per la manifattura reale di Beauvais, al tempo in cui essa era diretta da Philippe Béhagle (1641-1705). Ispirata dal teatro e dalle scene della commedia italiana, la serie, a carattere puramente decorativo, fu prodotta e replicata a Beauvais molte volte, dal 1688 in poi, fino al 1732. Fu uno dei grandi successi della manifattura - sono documentati circa centocinquanta arazzi di questo ciclo prodotti, rifiniti ora con bordure a grottesche e con figure cinesi, ora con motivi ornamentali detti “a bastoni spezzati”, ora con cornici dorate come nel nostro pezzo -, e contribuì a fare di Beauvais una fucina del fragile e disimpegnato gusto rococò. Tra gli acquirenti delle Grottesche di Berain vi furono Luigi XIV (che nel 1696 espose una serie nel padiglione di Marly) e Luigi XV (nel 1731), le corti di Germania e di Svezia. Sopravvivono vari esemplari dell’Offerta a Bacco, generalmente di formato verticale e nei quali è illustrato soltanto il padiglione circolare, senza gli ammassi di piante di vite sui lati. Uno degli arazzi è incluso in una serie di cinque Grottesche di Berain a New York, Metropolitan Museum of Art (schedate da E.A. Standen, European Post-Medieval Tapestries and Related Hangings in the Metropolitan Museum of Art, New York 1985, pp. 441-458, n. 64); altri sono nel J. Paul Getty Museum a Los Angeles (C. Bremer-David, French Tapestries in the J. Paul Getty Museum, Los Angeles 1997, pp. 72-79, n. 8), al Louvre e nel Musée des Arts Décoratifs a Parigi, nel Mobilier National, nel Castello di Bruchsal a Karlsruhe, nel Castello di Feillet (Normandia), nel Castello di Námest (Boemia). Gli esemplari passati sul mercato sono elencati da Standen, op. cit., pp. 450, 453. Il pezzo qui proposto corrisponde in tutto e per tutto (compresa la bordura) a un’Offerta a Bacco, inclusa in una serie completa delle Grottesche di Berain, che si conserva presso il Palazzo Arcivescovile di Aix-en-Provence, che misura cm 260 x 267: cfr. H. Algoud, Les tapisseries du Musée de l’ancien Archevêché a Aix-en-Provence, Marseille 1931, fig. a p. 20; M. Provence, J. Boyer, Le Musée des tapisseries a Aix-en-Provence. Catalogne, Aix-en-Provence 1947, pp. 27-30.


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91 MANIFATTURA REALE DI BEAUVAIS fine del XVII secolo inizio del XVIII secolo

L’Offerta a Bacco da una serie delle cosiddette Grottesche di Berain. Beauvais, Manifattura reale, tra il 1688 e il 1732; da un cartone di Jean-Baptiste Monnoyer (1636-1699), dipinto entro il 1688. Arazzo, trama di lana e seta, cm. 260x270 € 25.000-30.000

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92 DUE SEDIE a birilli in noce; schienale a giorno decorato da diversi elementi torniti su due ordini, seduta in paglia, gambe anteriori anch’esse tornite unite da traverse. Siena, XVI secolo, h. cm. 108 e cm. 102 € 4.000-6.000

93 COPPIA DI SCULTURE in legno dipinto raffiguranti due busti di santo. Vestiti con un mantello elegantemente decorato sopra la tunica, uno di essi tiene un libro nella mano sinistra. Italia centrale, inizio del XVII secolo, cm. 54x42x21 e cm. 51x43x24 € 12.000-16.000 92

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94 LETTO in legno dipinto a fondo verde e dorato; ai quattro angoli si alzano colonne con intagli in oro a motivi vegetali e sormontate da terminali a vaso baccellato; testiera a giorno di forma architettonica, pediera centrata da fregio con tre teste di putti tra due grandi volute. Toscana, XVI secolo, cm. 175x230x227 (il letto è stato allargato in epoca posteriore) Provenienza Firenze, Villa Medicea di Marignolle â‚Ź 35.000-50.000 Villa di Marignolle, una delle camere da letto (Anni ‘60)

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95 PITTORE VENETO-LOMBARDO DELLA FINE DEL XV SECOLO

San Simonino da Trento tempera su tela, cm. 70x64 € 8.000-10.000

96 SCULTURA in legno policromo raffigurante Santo Vescovo. Fine del XV secolo inizio del XVI secolo, cm. 38x19x13 € 12.000-15.000

97 PLASTIFICATORE UMBRO DEL XVI SECOLO

Madonna con bambino altorilievo in stucco policromo, cm. 52x37 (restauri) Entro cornice in legno intagliato e parzialmente dorato € 5.000-7.000

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98 BELLA COPPIA DI ANGELI REGGICERO in legno laccato e dorato, su base ottagonale. Vestiti di una tunica rossa con particolari in oro riccamente panneggiata sul fronte e sul retro e rimborsata in vita, entrambi reggono con le due mani un candeliere, anch’esso in legno intagliato a motivi naturalistici e baccellature e dorato; completa il vestiario una lunga sottoveste azzurra. Siena, fine del XV secolo,

cm. 91x28x27 â‚Ź 16.000-22.000

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VASO BIANSATO

GRANDE ORCIO

con coperchio in terracotta invetriata a fondo arancione; su un verso stemma con leone rampante e iscrizione Stemma Scappini, sull’altro verso stemma centrato tra due capre e iscrizione Stemma della società mutua istruzione e beneficenza di Capraia. Datato Anno 1882 su entrambe le anse. Toscana, fine del XIX secolo, cm. 78x66x52

biansato in terracotta invetriata a fondo verde; corpo decorato da fiore stilizzato a rilevo e fascia con decoro geometrico. Toscana, XVII secolo, h. cm. 90, d. cm. 65 Provenienza Villa Medicea di Marignolle € 15.000-20.000

€ 4.000-6.000

101 GRANDE ORCIO biansato in terracotta invetriata a fondo giallo-verde; doppio foro di scarico sul fronte, in basso e al centro. Toscana, XVII secolo, h. cm. 85, d. cm. 64 (restauri) € 10.000-15.000 99

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102 IMPORTANTE COPPIA DI VERSATOI biansati in maiolica; corpo interamente decorato a motivi vegetali nel tono del blu e centrato sul fronte da grande cartiglio non iscritto dipinto dei toni del giallo e del verde, vaso e collo decorati da motivo a baccello; belle prese in a guisa di animali in verde. Montelupo, XVI secolo, cm. 37x39x29 (uno presenta felure e restauro al bordo) Probabilmente provenienti dalla Farmacia di Santa Maria Novella in Firenze â‚Ź 18.000-25.000

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103 PORTA in noce scolpito ad unico battente; al centro sta una figura maschile entro nicchia ad arco, soprastante ad amorino alato, da cui escono foglie che si alzano e si allungano simmetricamente; altre due sezioni rettangolari, occupate da volute fogliacee legate da un nastrino; cornici modanate. Veneto, XVI secolo, cm. 211x86 € 20.000-25.000

104 SOFFIETTO in noce scolpito; le due tavolette piatte e sagomate presentano intagli ornamentali una a mascherone da cui escono motivi naturalistici, quella opposta, più ricca, a cartiglio con aquila, altri due mascheroni e due cariatidi femminee lungo le volute arricciate e simmetriche sui profili; larga striscia in cuoio con borchie e cannula in bronzo emergente da testa zoomorfa; due prese superiori a cespo vegetale. Toscana, XVI secolo, cm. 76x34 € 14.000-18.000

105 TAVOLINO circolare basso in legno con base di forma triangolare costituita da colonnine tornite riunite tra loro da traverse lineari. Toscana, XVII secolo, h. cm. 57, d. cm. 71 (restauri) € 2.000-3.000 103

106 BACILE in rame: corpo decorato a baccellature, alto bordo everso lavorato a ovoli. Toscana, XVII secolo, h. cm. 25, d. cm. 36,5 € 2.000-3.000 104

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107 INGINOCCHIATOIO in legno di noce con montanti ad asse di coppe. Toscana, fine del XVI secolo, cm. 80x76x60 € 2.000-3.000

108 COPPIA DI MENSOLE circolare basso in legno con base di forma triangolare costituita da colonnine tornite riunite tra loro da traverse lineari. Toscana, XVII secolo, h. cm. 57, d. cm. 71 € 5.000-7.000

109 COFANETTO in legno scolpito; corpo rettangolare ed intagliato a listelli orizzontali con più sequenze ornamentali quali foglie, fuselli, baccellature ed una treccia interrotta da rosoni; coperchio gradinato con sezione centrale centrata da uno stemma nobiliare entro cartiglio e più fasce sottostanti percorse da foglie ed incavi; piedi decorati da altri motivi vegetali ed uniti da alette sagomate. Toscana, XVI secolo, cm. 30x39.5x33 € 20.000-25.000 109

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110 GIOVANNI DELLA ROBBIA Firenze 1469 - 1529/30

Madonna col Bambino entro cornice di cherubini e ghirlanda appesa ad una mensola primo quarto del XVI secolo medaglione in terracotta invetriata, figure bianche con incorniciatura policroma cm. 40x34 Opera in temporanea importazione. € 50.000-70.000

Questo piccolo, elegante medaglione invetriato, destinato alla devozione domestica, appartiene ad una tipologia della quale si conosce un secondo esemplare conservato presso il Museo Bardini di Firenze, con figure policrome e mensola in forma di cherubino. Si tratta di due lavori certamente riferibili a Giovanni della Robbia, il più prolifico tra i figli di Andrea cui si deve un radicale rinnovamento della tradizione robbiana, ben riconoscibile per la tavolozza sgargiante, l’esuberanza decorativa e l’attenzione alle più illustri esperienze della tradizione figurativa fiorentina. L’immagine mariana reinterpreta infatti un nobile modello marmoreo del secondo Quattrocento fiorentino prossimo ai modi di Desiderio da Settignano (Madonna col Bambino del Monumento Marsuppini in Santa Croce a Firenze), riferibile forse ad Antonio Rossellino (Madonna col Bambino proveniente dalla Tomba di Francesco Sacrati, Ferrara, San Domenico). In quest’opera si apprezza in particolare la sapida inclinazione miniaturistica di Giovanni, riscontrabile sia nelle predelle delle monumentali pale d’altare che in alcuni rilievi e statuette di piccole dimensione destinate all’arredo delle abitazioni private. Bibliografia di riferimento A. Marquand, Giovanni della Robbia, New York 1920; B. Santi, in Il museo Bardini. Le sculture, a cura di E. Neri Lusanna, Firenze 1986, p. 289, n. 302; G. Gentilini, I Della Robbia. La scultura invetriata nel Rinascimento, Firenze 1998, pp. 279-328; F. Negri Arnoldi, Antonio Rossellino e Desiderio da Settignano. Sulla paternità di alcune celebri ‘Madonne’ fiorentine del Quattrocento, in “Confronto. Studi e ricerche di storia dell’arte europea”, 2, 2003, pp. 58-64; I Della Robbia. Il dialogo tra le arti nel Rinascimento, cat. della mostra a cura di G. Gentilini (Arezzo), Milano 2009, pp. 359-362


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111 ARAZZO raffigurante scena storica, forse Incontro di Alessandro Magno con Re Creso di Lidia, da una serie di Storie di Alessandro Magno. Larga bordura decorata a motivo vegetale e figure. Bruxelles, 1580-1600 circa, cm. 340x300 â‚Ź 30.000-35.000 10 MAGGIO 2011

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112 SCULTORE FIORENTINO DEL XVI SECOLO

San Giovanni terracotta, cm. 44x16x12 € 12.000-15.000

113 SCULTURA lignea policroma e dorata, raffigurante busto femminile; volto dagli occhi rivolti verso il basso ed incorniciato da capelli mossi trattenuti da un nastrino e lunghi fino alle spalle; veste a drappeggi arcuati. Italia centrale, XVI secolo, cm. 40x45x17 € 9.000-12.000

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SCULTURA

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in avorio raffigurante Madonna col Bambino; la Vergine, resa con lunghi capelli sciolti coperti da un manto che scende lungo tutto il corpo, tiene in braccio il Bimbo, anch’egli completamente vestito. Sulla scultura sono visibili delle tracce di cromia rossa. Francia, inizi del XV secolo, cm. 22x7x5,5

in avorio raffigurante bimbo stante su base circolare in legno tornito; raffigurato con entrambe le mani piegate verso l’alto, il bimbo si presenta completamente nudo. Italia settentrionale, fine del XV secolo, cm. 18x6,5x6,5 (compresa la base)

€ 14.000-18.000

€ 8.000-12.000

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Guidoccio Cozzarelli si formò nella bottega di Matteo di Giovanni verso il 1470, riprendendone da vicino gli stilemi linearistici, ma declinandoli con un patetismo più languido e addolcito, che lo avvicinarono in seguito a Pietro di Francesco Orioli. Questi due pannelli rappresentano bene la prima maturità del pittore, fra ottavo e nono decennio, non lontano dalla bella pala del Battesimo di Cristo per Niccolò Orlandini, dipinta prima del 1483 per San Bernardino a Sinalunga, capolavoro del pittore. La luminosità del volto di San Bernardino, dalla pelle tesa e dalle ciglia sfilate, si compara con la pienezza plastica e la chiarità dei carnati nei volti degli angeli della pala del Battesimo. Lo struggimento malinconico del Sant’Antonio da Padova, dai grandi occhi acquosi e dalle labbra appena schiuse, si paragona bene al volto di Cristo nella stessa pala. Guidoccio Cozzarelli è più noto per i numerosi altaroli di devozione, che non per le più rare pale d’altare. L’adozione del fondo blu, in luogo dell’oro, come nella piccola pala dello Szepmüveszeti Muzeum di Budapest (inv.43) con la Madonna col Bambino fra Santa Margherita e Santa Caterina, firmata e datata 1486, si accorda con la soluzione pienamente rinascimentale dell’arco a pieno centro dell’incorniciatura e con l’à plomb delle figure. San Bernardino si volge lateralmente e presenta la tavoletta col monogramma di Cristo, dall’elaborata confezione orafa. Sant’Antonio da Padova stinge con la mano destra il cuore dell’avaro (così anche in una tavoletta dello stesso Cozzarelli, con la Madonna col Bambino fra vari santi, già a Siena in collezione Palmieri Nuti, o in un pannello di pilastrino della collezione Kress al Museum of Art di Columbia, South Carol.), con la sinistra un libro, mentre flette la gamba corrispondente, con atteggiata nonchalance. Il pavimento è di colore alternato, come poteva accadere in due laterali contigui di polittico. Entrambi i santi sembrano rivolgersi alla loro sinistra, verso una composizione centrale. E’ probabile allora che questi due pannelli costituissero una coppia sul lato sinistro di una maggiore composizione, probabilmente mariana, forse un’Assunta, in una struttura grandiosa che si può immaginare con l’aiuto della pala dell’Assunta dipinta da Matteo di Giovanni per i serviti di Sansepolcro, che presentava sui fianchi due coppie di santi entro archi a pieno centro, inscritti in una centina maggiore con l’Annunciazione.

116 GIUDOCCIO COZZARELLI Siena 1450 – 1516/1517

Sant’Antonio da Padova tempera e oro su tavola, cm. 183x50,5 Opera in temporanea importazione. STIMA A RICHIESTA

117 GUIDOCCIO COZZARELLI Siena 1450 - 1516/1517

San Bernardino tempera e oro su tavola, cm. 183x50,5 Opera in temporanea importazione. STIMA A RICHIESTA


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118 COLONNA a balaustro in pietra serena su base quadrata sormontata da coppa baccellata con ricca composizione di frutta. Toscana, XVI secolo, cm. 105x58x57 Provenienza Firenze, Villa Medicea di Marignolle € 10.000-12.000

119 CAPITELLO ottagonale in pietra scolpita, ciascun lato presenta un’infiorescenza stilizzata. Francia, XIII secolo, cm. 26x34x34 € 3.000-4.000 118

120 PROTOME in marmo scolpito a forma di leone. Umbria, XIII secolo, cm. 32x56x18 € 6.000-8.000

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121 SCULTURA in marmo a rappresentare una figura romana caratterizzata da corona di alloro e da veste ampiamente panneggiata dalle pieghe riprese piĂš volte. XVI secolo, ripresa da un modello classico, cm. 100x38x32 â‚Ź 20.000-25.000

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Già riferito ad un anonimo scultore fiorentino, per i tratti realistici in linea con la vena ritrattistica della scultura fiorentina di metà Quattrocento, le vive, delicate sembianze di questo elegante giovinetto sono rese con segni incisivi e marcati, specialmente nel taglio degli occhi, del naso e della bocca, con un sorriso accennato e come trattenuto: peculiarità che consentono un riferimento allo scultore fiorentino Gregorio di Lorenzo, già noto col nome convenzionale di Maestro delle Madonne di Marmo coniato dal Bode nel 1886 per riunire un gruppo di rilievi mariani riferiti a Mino da Fiesole e Antonio Rossellino. Il profilo, che poteva far parte di un monumento simile al sepolcro di Neri Capponi di Bernardo Rossellino in Santo Spirito (1458), costituisce una rara ed inedita testimonianza dell’attività ritrattistica di questo scultore, formatosi intorno al 1455 nella bottega di Desiderio da Settignano e ben presto impegnato dalla committenza medicea, come attestano alcune opere giovanili (Lavabo, Badia Fiesolana, 1461-1462), prima della sua intensa attività ad Urbino, Napoli, Ferrara, presso la corte ungherese di Mattia Corvino (1475-1490) e a Forlì. Sul piano stilistico, il profilo presenta il taglio degli occhi e le pieghe affilate come nei suoi rilievi mariani (Madonna col Bambino, 1470 ca., Firenze, Museo Nazionale del Bargello). Il contorno netto, che stacca dal fondo, l’insistenza grafica della conduzione, i capelli resi con segni abbreviati e fiammeggianti, suggeriscono un accostamento con i profili ‘all’antica’ degli imperatori romani: un genere legato agli esordi desiderieschi, apprezzato nell’entourage mediceo e che ebbe ampia diffusione nelle corti italiane proprio grazie a Gregorio, specialista in questa produzione, come attestano le serie di Cesari eseguite per Napoli e Ferrara (1472). Frutto probabile di una prestigiosa commissione, nel fanciullo potremmo riconoscere il ritratto di un rampollo della nobiltà o dell’agiata e colta borghesia fiorentina - le sue sembianze verrebbe da ricercarle nei personaggi effigiati nel Corteo dei magi di Benozzo Gozzoli nella cappella di palazzo Medici (1458) - sensibile a trasmettere la propria immagine attraverso il genere del ritratto ‘all’antica’ in profilo d’impronta numismatica, come indicano altri lavori di Gregorio, quali il Profilo femminile con stemma Del Nero, in collezione privata, scolpito come un grande cammeo, e alcuni busti di fanciulli (Londra, Victoria and Albert Museum). Alfredo Bellandi Bibliografia di riferimento U. Middeldorf, An Ecce Homo by the Master of the Marble Madonnas, in Album Amicorum J. G. von Gelder, The Hougue 1973, pp. 234-236; F. Caglioti, Fifteenth-Century Reliefs of Ancient Emperors and Empresses in Florence: Production and Collecting Sculpture, in Collecting Sculpture in Early Modern Europe (2003), a cura di N. Penny e E.D. Schmidt, New Haven 2008, pp. 67-109; L. Pisani, Per il Maestro delle Madonne di Marmo: una rilettura ed una proposta di identificazione, in “Prospettiva”, 106-107, 2002 (2003), pp. 144-165; G. Gentilini, Desiderio in bottega. Maestri e allievi, opere e committenti nelle attestazioni documentarie e nelle fonti, in Desiderio da Settignano. La scoperta della grazia nella scultura del Rinascimento, cat. della mostra a cura di M. Bormand, B. Paolozzi Strozzi, N. Penny (Parigi, Firenze, Washington), Milano 2007, pp. 25- 47; F. Caglioti, Gregorio di Lorenzo of Florence, sculptor to King Matthias Corvinus, in Matthias Corvinus, the King. Tradition and Renewal in the Hungarian Royal Court 1458-1490, cat. della mostra a cura di P. Farbaky, E. Spekner, K. Szende, A. Végh, Budapest 2008, pp. 128-137; A. Bellandi, Gregorio di Lorenzo. Il maestro delle Madonne di marmo, Lugano 2010


122 GREGORIO DI LORENZO Firenze 1436 ca. - 1504 ca.

Profilo di giovinetto 1460/1470 ca. medaglione in marmo d. cm. 34,5 ca. STIMA A RICHIESTA

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123 SCULTURA in marmo raffigurante leone, ritratto seduto sulle zampe posteriori, è caratterizzato da una folta criniera che scende lungo il corpo. Firenze, seconda metà del XV secolo, cm. 73x23x46 Provenienza Firenze, Villa Medicea di Marignolle € 30.000-40.000

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124 ARAZZO a verdure raffigurante alberi e vegetazione; bordo decorato a candelabre e motivi vegetali. Francia, XVII secolo, cm. 272x128 € 12.000-18.000

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125 COPPIA DI TORCIERE in ottone; base triangolare decorata da medaglioni entro cartiglio su piedi a riccio, terminale superiore a forma di vaso bacellato completato da ghiera traforata. Toscana, inizi del XVIII secolo, h cm. 138 € 10.000-15.000

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126 SCULTURA in metallo argentato raffigurante Donna portavaso su base circolare in marmo giallo con applicazioni n bronzo dorato. Raffigurata stante e completamente nuda, la donna protende verso l’alto il braccio destro, dove probabilmente reggeva un contenitore o una lampada. Toscana, inizi del XIX secolo, cm. 53x20x13 (compresa la base) € 10.000-15.000

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127 BROCCA PER BANCHETTI in peltro, corpo liscio decorato al centro da anelli in rilievo. Coperchio sormontato da leone rampante atto a reggere cartiglio iscritto a.d. 74 e inciso con i simboli della corporazione dei calzolai; nella parte inferiore rubinetto di bella fattura, piedi decorati da teste di cherubini alati. Sassonia, XVIII secolo, h. cm. 59 € 14.000-18.000

128 BROCCA PER BANCHETTI in peltro, corpo liscio decorato da anelli a rilievo e da stemma raffigurante aquila bicipite coronata. Coperchio sormontato da presa a guisa di leone rampante, rubinetto nella parte inferiore, piedi decorati da teste di cherubini alati. Sassonia, iscritto e datato 1723, h. cm. 60 (punzoni sul rubinetto)

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€ 14.000-18.000 10 MAGGIO 2011

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129 PORTA BUSTO in marmo bianco; corpo svasato su base rettangolare, il fronte è arricchito da un ricco festone di foglie e frutta sormontato dal mascherone, piano superiore rettangolare non pertinente. Toscana, XVI secolo, cm. 109x44x26 € 4.000-6.000

130 PORTA BUSTO in marmo grigio venato su base quadrangolare con corpo decorato da modanature. Toscana, XVII secolo, cm. 120x36x29 € 4.000-6.000

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131 COPPIA DI PERETTONI in pietra, corpo decorato da baccellature e da più modanature. Toscana, XVII secolo, h. cm. 98, d. cm. 48 (difetti)

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Provenienza Firenze, Villa Medicea di Marignolle € 20.000-30.000

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132 FRAMMENTO di leone monopode in marmo di forma sagomata con testa leonina realisticamente resa. Ambito romano, I/II secolo d.C. cm. 35x11x12 € 15.000-20.000

133 COPPIA DI TORCIERE in ferro battuto e bronzo; base a tre piedi a doppia voluta, stelo lineare interrotto al centro da fuso in bronzo dorato, piattello circolare anch’esso in bronzo dorato. Venezia, XVIII secolo, h. cm. 148 € 10.000-15.000

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134 GIOVANNI DELLA ROBBIA Firenze 1469 - 1529/30

Ciborio architettonico con angeli adoranti 1520/1525 ca. bassorilievo rettangolare in terracotta invetriata policroma cm. 54x32x10 Opera in temporanea importazione. € 70.000-100.000

Il rilievo, identico ad un’opera di collezione privata già pubblicata con un riferimento a Giovanni della Robbia, costituisce la parte centrale di un tabernacolo eucaristico, forse in origine completato da altri elementi architettonici invetriati (lesene, lunetta, mensola), riconducibile ad una tipologia ispirata da illustri modelli marmorei del secondo Quattrocento fiorentino (Bernardo Rossellino, Desiderio da Settignano, Benedetto da Maiano) ricorrente nella produzione della bottega di Giovanni della Robbia, sovente replicata mediante l’uso di calchi. L’architettura prospettica assai ornata che inquadra lo sportello, tipica dell’esuberante gusto decorativo di Giovanni, ricorre, ad esempio, nei ciborietti di San Leonino a Panzano e di San Lorenzo a Fontisterni (Pelago), oltrechè in quello della Sala Borgia in Vaticano che reca la data 1515, ma la maggiore ampiezza e stasi delle figure suggerisce una datazione più avanzata. Comune ai lavori citati e ad altri ciborietti di Giovanni è anche la minuta decorazione pittorica del tendaggio, che ripropone un modulo tessile ispirato dai tappeti islamici già adottato da Andrea della Robbia in molti pavimenti invetriati e nel rivestimento parietale della Cappella del latte di Maria nella collegiata di Montevarchi. Bibliografia di riferimento A. Marquand, Giovanni della Robbia, New York 1920; G. Gentilini, in Sculture robbiane a Figline, cat. della mostra a cura di G. Gentilini (Figline Valdarno), Firenze 1990, pp. 36-37, n. 7; G. Gentilini, I Della Robbia. La scultura invetriata nel Rinascimento, Firenze 1998, pp. 279-328


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135 SCULTURA in marmo raffigurante Gesù e San Giovanni fanciulli: rappresentati stanti ed entrambi coperti unicamente da un drappo cinto intorno ai fianchi, tra i due si inserisce un agnello. Toscana, XVII secolo, cm. 100x82x38 Provenienza Firenze, Villa Medicea di Marignolle € 18.000-24.000

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GRANDE VASO

GRANDE VASO

da decorazione in terracotta con coperchio: corpo cilindrico sormontato da coperchio fortemente sagomato e sporgente rispetto alla parte sottostante. Toscana, XVI secolo, h. cm. 168, d. cm. 88

da decorazione in terracotta con coperchio: corpo cilindrico sormontato da coperchio fortemente sagomato e sporgente rispetto alla parte sottostante. Toscana, XVI secolo, h. cm. 188, d. cm. 92

Provenienza Firenze, Villa Medicea di Marignolle

Provenienza Firenze, Villa Medicea di Marignolle

â‚Ź 15.000-20.000

â‚Ź 15.000-20.000

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Questa vigorosa, aulica Madonna assisa, avvolta in un complicato piegar di panni, raffigurata mentre regge un florido Bambin Gesù che con posa solenne stende una mano sul globo e l’altra al petto, reca un’attribuzione tradizionale a Jacopo della Quercia, indotta forse dalle forme piene del fanciullo e da certe cadenze dell’esuberante panneggio. D’altra parte rivelano una datazione più avanzata, alle soglie del Cinquecento, la maggiore sintesi formale, l’espressione assorta e dignitosa, il composto andamento delle vesti, che indugia in pieghe fitte ad avvolgere il corpo quasi come un esercizio d’emulazione da un modello antico: peculiarità stilistiche che consentono un riferimento ad uno scultore attivo tra Lombardia e Veneto, prossimo a Gian Cristoforo Romano. Giunto alla Certosa di Pavia per scolpire la Tomba di Gian Galeazzo Visconti (1494-97) - dove spicca una solenne Madonna col Bambino confrontabile con l’opera in esame sia nei tratti pieni del volto che nel fitto, affilato panneggio -, Gian Cristoforo Romano introdusse in Lombardia forme di spiccata aderenza all’arte classica romana, che lo scultore, figlio di Isaia da Pisa, attivo in precedenza a Roma con Andrea Bregno, artista lombardo esponente di un misurato classicismo, doveva ben conoscere e attestare con una produzione che incontrò il gusto di Isabella d’Este, la quale nel 1497 lo chiamò alla corte di Mantova anche come consigliere per gli acquisti di “cose antique”. Bibliografia di riferimento C. De Benedictis, Per Gian Cristoforo Romano, in “Antichità Viva”, XXIV, 1985, pp. 135-137; G. Agosti, Bambaia, Milano 1990; M. Ceriana, Ganti, Giovanni Cristoforo, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma 1999, p. 204


138 SCULTORE LOMBARDO-VENETO PROSSIMO A GIOVANNI CRISTOFORO GANTI DETTO GIAN CRISTOFORO ROMANO 1465 ca. - Loreto 1512

Madonna col Bambino primo quarto del secolo XVI statua in marmo cm 125x68x60 Provenienza Firenze, Villa Medicea di Marignolle. STIMA A RICHIESTA

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CAPITELLO

COPPIA DI FREGI

in marmo. Corpo scolpito a scanalature verticali e decorato sui quattro lati da altrettanti stemmi nobiliari diversi tra loro. Toscana, XV secolo, cm. 39x49x48

decorativi in marmo di forma quadrangolare, decorati sul fronte da mascherone a rilievo tra due ricchi girali vegetali. Firenze, inizi del XVI secolo, cm. 25x57x21 (difetti)

€ 10.000-12.000

€ 3.000-4.000

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141 CAPITELLO rettangolare in marmo scolpito; corpo caratterizzato da quattro protomi leonine e decorato sui due lati lunghi da stemmi nobiliari; abaco percorso da modanature. Francia, XIII secolo, cm. 35x47x28 â‚Ź 6.000-8.000

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La sinuosa eleganza di questi due angeli ricciuti, che coniuga la grazia della grande tradizione senese con il gusto sofisticato ed eccentrico del manierismo internazionale, dichiarato nelle proporzioni allungate e nella postura in “contrapposto’ delle figure, trova puntuale riscontro nella coppia di Angeli reggicandelabro in bronzo sull’altar maggiore della chiesa dell’ospedale di Santa Maria della Scala a Siena, eseguiti nel 1585 da Accursio Baldi, scultore formatosi a Firenze, forse nella cerchia del Giambologna, attivo a Siena e a Fermo, dove realizzò la statua bronzea di Sisto V (158890). Non è da escludere che le statuette siano state scolpite dallo stesso artista oppure eseguite in base ad un suo modello da un intagliatore attivo a Siena, dove sullo scorcio del Cinquecento l’arte del legno era ancora particolarmente vivace - ricordiamo a questo proposito l’attività di Niccolò di Smeraldo Salvi - e praticata con esiti affini anche dal fiorentino Domenico Cafaggi (Firenze 1530 - Siena 1608), cui sono stati riferiti tre Angiolini danzanti oggi nella Fondazione Monte dei Paschi di Siena, caratterizzati da corpi snelli atteggiati in una simile gestualità aperta. All’autore di questa coppia angelica sembrano riconducibili anche due angeli lignei di maggiori dimensioni (Bologna, collezione Fornaro Gaggioli), qualificati anch’essi da una capigliatura assai vaporosa e ricciuta e da panneggi fluenti, gonfi dal vento, pubblicati da Ciampolini con un’attribuzione a Domenico Cavedon (Siena 1545 ca. - documentato fino al 1620), responsabile degli Angeli in legno dorato della collegiata di Santa Maria in Provenzano e della chiesa di San Niccolò in Sasso. Bibliografia di riferimento D. Bruschettini, in L’arte a Siena sotto i Medici 1555-1609, cat. della mostra, Siena 1980, pp. 264-267; M. Ciampolini, in Sculptores. Opere scelte della collezione Fornaro Gaggioli. Secoli XIV-XVII, cat. della mostra, Bologna 2005, pp. 42-45, n. 8; G. Gentilini, Fondazione Monte dei Paschi. Raccolta d’arte senese. 1, Siena 2006, pp. 54-57.


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142 INTAGLIATORE SENESE PROSSIMO AD ACCURSIO BALDI Monte San Savino, doc. a Firenze, Fermo e Siena dal 1579 al 1590

Coppia di angeli fine del secolo XVI due statuette in legno dipinto e dorato cm 56x29x15 (ciascuna) â‚Ź 30.000-40.000

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Quest’animata, affabile composizione, racchiusa da un tendaggio a padiglione, è già stata ricondotta dal Pope-Hennessy ad una tipologia nota alla critica attraverso un esemplare in stucco conservato al Victoria and Albert Museum di Londra, con la medesima immagine inserita all’interno di un’elaborata cornice architettonica: rilievo riferito da tempo al Maestro della Cappella Pellegrini (Bode 1887; Venturi 1908), ossia Michele da Firenze (Pope-Hennessy 1964), ma eluso negli studi più recenti sull’artista (un‘ulteriore replica in stucco si trovava nel 1858 nella celebre collezione GigliCampana). Formatosi nella bottega del Ghiberti, del quale accentua i modi tardo gotici con esuberanti cadenze decorative, e specializzatosi ben presto nella scultura in terracotta, Michele di Niccolò Dini, attivo ad Arezzo (Sepolcro Rosselli in San Francesco), Ferrara, Verona (Cappella Pellegrini in Sant’Anastasia), Modena (Altare delle statuine nel Duomo), Reggio Emilia, Pesaro, fu il più prolifico, versatile plasticatore della prima metà del Quattrocento, responsabile della diffusione di quest’arte nell’area veneto emiliana La modellazione qui più morbida e tondeggiante rispetto ai dinoccolati stilemi ghibertiani di Michele, e l’aggraziato naturalismo delle figure, con esiti prossimi ai lavori giovanili di Luca della Robbia e di Filippo Lippi, in specie nelle figure angeliche, sembrano tuttavia rivelare un diverso, più aggiornato plasticatore: lo stesso che realizzò una simile anconetta in terracotta conservata anch’essa al Victoria and Albert Museum come opera del medesimo artista. Questi stessi aspetti suggeriscono altresì un accostamento ad alcune terrecotte riferite a Niccolò Baroncelli, scultore fiorentino attestato a Padova e Ferrara dal 1434 al 1453 con incarichi prestigiosi, come i monumenti a Niccolò III e a Borso d’Este, in particolare alla Madonna col Bambino e angeli musicanti all’interno di un analogo padiglione (San Simeon, California, Hearst Castle), tanto da ipotizzare che possa trattarsi di una precoce testimonianza della sua attività fiorentina prima del trasferimento in Veneto. E’ inoltre da osservare la puntuale ripresa di questa composizione in una tavoletta del Maestro di Pratovecchio, databile intorno al 1440/1445 (New York, Pierpont Morgan Library), che bene ne attesta la fortuna iconografica e la diffusione. Bibliografia specifica J. Pope-Hennessy, Catalogue of Italian sculpture in the Victoria and Albert Museum, London 1964, p. 69. Bibliografia di riferimento G. Gentilini, in Da Biduino ad Algardi. Pittura e scultura a confronto, cat. della mostra a cura di G. Romano, Torino 1990, pp. 24-37; A. Galli, Michele da Firenze: i problemi dell’attività giovanile, in “Prospettiva”, 1992, 68, pp. 13-29; K. Cristiansen, in Fra Carnevale. Un artista rinascimentale da Filippo Lippi a Piero della Francesca, cat. della mostra a cura di M. Ceriana, K. Cristiansen , E. Daffra, A. De Marchi, Milano 2004, pp. 170-171, n. 13; A. Bellandi, P. Di Natale, in V. Sgarbi, Domenico di Paris e la scultura ferrarese del Quattrocento, Milano 2006, pp. 28-29.


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143 PLASTICATORE FIORENTINO PROSSIMO A MICHELE DA FIRENZE notizie dal 1403 al 1453

Madonna col Bambino benedicente tra quattro angeli adoranti, 1430 ca. altorilievo in stucco dipinto cm. 55x45x9 â‚Ź 20.000-25.000 10 MAGGIO 2011

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144 ALESSANDRO VITTORIA Trento 1525 - Venezia 1608

Minerva bronzo a patina scura; base in marmo bianco con applicazioni in pietre dure, cm. 27x12x9,5 (esclusa la base) Bibliografia di confronto Leo Planiscig, Venezianische Bildhauer der Renaissance, Anton Schroll & Co., Vienna 1921, pp. 488-489, figg. 518, 519 € 12.000-16.000

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145 ANDREA BRIOSCO detto IL RICCIO Padova 1470 - 1532

Satiro porta inchiostro bronzo a patina scura su base circolare in marmo, h. cm. 22,5 (esclusa la base) Bell’esemplare questo del Riccio, finemente cesellato a tutto tondo a rendere nei minimi dettagli realistica la figura del Satiro, qui presentato nella funzione di calamaio, come testimoniato dal vaso, anch’esso realisticamente reso, che regge sopra la testa. Bibliografia di confronto Leo Planiscig, Andrea Riccio, Anton Schroll & Co., Vienna, 1927, pp. 338-342, figg. 399 e ss. € 20.000-30.000 10 MAGGIO 2011

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146 AMBITO DI ANDREA BRIOSCO detto IL RICCIO E DI TIZIANO ASPETTI XVI-XVII secolo

Coppia di alari bronzo a patina scura, compositi cm. 36x17x17 Le basi trilobate, chiaramente ascrivibili alla bottega padovana del Riccio, poggiano su zampe foggiate a testa di satiro, unite tra loro da festoni di foglie sormontati al centro da valva di conchiglia; la fascia centrale, anch’essa evidenziata agli angoli da tre figure di satiro a tutto tondo, è centrata da sui tre lati da altrettanti mascheroni entro riserve rettangolari, mentre sulla pedana triangolare poggia un ulteriore base, sorretta da tresostegni scolpiti a protome caprina su zampa ferina. Sovrastano le basi due figure allegoriche femminili raffiguarte stanti, i corpi avvolti in ampie vesti svolazzanti e i volti incorniciati dai capelli raccolti sulla nuca. Provenienza Firenze, Collezione Carlo De Carlo â‚Ź 20.000-25.000 10 MAGGIO 2011

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147 ANDREA BUONAIUTI Firenze, doc. dal 1346 - 1379

Madonna col Bambino in trono fra San Giovanni Battista, Santa Lucia, Santa Caterina martire, Sant’Antonio abate (a sinistra) e San Bartolomeo, San Pietro, Santa Dorotea e Sant’Agostino; Natività di Cristo e arcangelo Gabriele annunciante (anta di sinistra); Crocefissione e Vergine annunciata (anta di destra) trittico, tempera e oro su tavola, cm. 66x67, superficie dipinta centrale cm. 58x33, ante cm. 58x16,5 Opera notificata dallo Stato. STIMA A RICHIESTA

Questo trittico venne esposto nel 1950, fuori catalogo, alla mostra sui dipinti primitivi italiani, organizzata da Robert Oertel a Stuttgart, come opera della cerchia di Andrea Orcagna. Negli stessi termini venne presentato in una mostra a Colonia nel 1953 e commentato nella recensione da Klara Steinweg. Il riconoscimento ad Andrea Bonaiuti spetta a Roberto Longhi, in uno studio privato. Come tale l’opera venne poi considerata da Miklòs Boskovits nel 1975, proponendo una data fra 1365 e 1370. La base non è pertinente e i pannelli sono rimontati in una cornice non originale. La composizione spaziata e le proporzioni insieme minute e slanciate delle figure sono tipiche di Andrea Bonaiuti, che qui mostra la propria vicinanza al linguaggio di Jacopo di Cione, ma una vocazione al contempo più goticheggiante e più monumentale. La collocazione della Natività e della Crocefissione negli sportelli laterali sviluppa un motivo già sperimentato per tali altaroli di devozione personale da Bernardo Daddi e Taddeo Gaddi e comune ad altri pittori della cerchia orcagnesca. Per assecondare il formato verticale la figura di San Giuseppe è posta in primo piano, ad un livello inferiore. L’ampiezza del paesaggio roccioso e delle architetture è arricchita da una descrizione più analitica, che si sofferma sulle eleganti bifore gotiche dell’edificio rosa, sulla fonte in primo piano o sui due pastori che escono da una spaccatura della roccia. Al gusto più descrittivo si unisce la delicatezza goticheggiante nella varia gestualità dei santi, nella posa del Bambino che si appoggia col gomito sul petto della Madre e il cui corpo è raccolto in un drappo prezioso. Anche nella Natività il Bambino è avvolto in un drappo dorato damascato sovrabbondante. Tipiche del Bonaiuti sono le proporzioni particolarmente slanciate del corpo di Cristo sulla Croce. Il garbo pieno di contegno nell’interpretazione del tema patetico e la delicatezza dei gesti costituiscono una rivisitazione esplicita della tradizione di Bernardo Daddi, mediata anche dal Maestro di San Lucchese. Emblematico della più spiccata vocazione gotica è il bel ricasco del mantello rosso dal braccio destro della Maddalena, stretta alla Croce, un dettaglio che non si troverebbe così accentuato in Bernardo Daddi. Nel pannello centrale le figure tendono a stagliarsi in maniera bidimensionale contro una ricca stoffa continua, che dalla pedana risale a costituire un simbolico postergale, teso lungo il bordo punzonato. La composizione di questo scomparto può essere comparata con quella di un altro centro di trittico di devozione nel Museo di Copenhagen (inv. 3479). Le due scene laterali della Natività e della Crocefissione si confrontano strettamente con le ante nel Museum of Fine Arts di Houston. La presenza di Sant’Agostino, vestito con l’abito monastico nero degli eremitani, orienta la committenza nell’ambito dell’ordine degli agostiniani. Provenienza Stuttgart, coll. Ackermann; Firenze, Luigi Bellini Bibliografia Frühe italienische Kunst des 13.-15. Jahrhunderts. Wallraf-Richartz-Museum, Köln, Köln 1953, p.17, cat.25; K.Steinweg, Frühe italienische Malerei im Wallraf-Richartz-Museum in Köln-Deutz, in “Kunstchronik”, VI, 1953, p.326; M.Boskovits, Pittura fiorentina alla vigilia del Rinascimento. 1370 - 1400, Firenze 1975, p.278; J.Tripps, A critical and historical corpus of Florentine painting. Sect.IV, Vol.7/1, Andrea Bonaiuti, Florence 1996, pp.42-43 e 172-175, tav. XXI

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GIÀ COLLEZIONE MARIO E BEPPE BELLINI


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Quando fu esitato presso le Parke-Bernet Galleries a New York (1958), il dipinto era accompagnato da una comunicazione del prof. Federico Zeri, datata New York, 15 novembre 1957, che descrive il tondo come una tipica opera tarda di Piero di Cosimo. L’attribuzione è condivisa dalla prof. Mina Gregori e da Everett Fahy (comunicazioni scritte). Il dipinto, originariamente eseguito su tavola e trasportato su tela in epoca imprecisata, è stato ricondotto su tavola intorno all’anno 2000 da Stefano Scarpelli, che ha provveduto alla sua pulitura, liberandolo da ridipinture, vernici ingiallite e sollevamenti del colore. In tal modo è stata resa possibile una più esatta comprensione dell’opera, che, come è stato osservato dagli studiosi, va collocata nell’ultima fase del maestro, probabilmente poco dopo il 1515, come appare dal confronto con la Liberazione di Andromeda degli Uffizi e con il Mito di Prometeo della Alte Pinakothek di Monaco di Baviera e del Musée des Beaux - Arts di Strasburgo. La composizione - come ha evidenziato Lisa Venturini - è nettamente suddivisa in due registri, con l’intento di evidenziare lo iato tra la Terra e l’Eden, rappresentato nella parte alta come una montagna dalla cima piatta, magicamente sospesa sopra rocce azzurrine parzialmente avvolte da nubi vaporose e ricoperta da file regolari di alberi, quasi che la definizione prospettica della natura stia ad indicare la perfezione e la bellezza divina del luogo. All’interno di questo scenario si scandiscono le vicende dei Progenitori, tra le quali la posizione dominante sembra essere assunta dalla Cacciata dal Paradiso Terrestre, evento che incombe come un monito sopra le teste di Adamo ed Eva rappresentati nella zona sottostante, lui intento a vangare il duro suolo, lei impegnata ad allattare al seno il figlio compiendo il suo destino di madre. Provenienza Conte A. Golenitschev - Kotusov, San Pietroburgo; Hugo Peris, New York; Julius Weitzner, New York; Collezione Diorio, New York; vendita Parke-Bernet Galleries, New York, 10 dicembre 1958, n. 10; Collezione M. Goldblatt; vendita Sotheby’s, New York, 6 giugno 1985, n. 38. Bibliografia M. Bacci, Piero di Cosimo, Milano 1966, p. 124; L. Venturini, Studio del tondo di Piero di Cosimo “I Progenitori”, Forlì 1997.


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148 PIERO DI COSIMO Firenze 1461/1462 ca. - 1522

I Progenitori: Adamo in atto di vangare ed Eva che allatta Caino; nel fondo, da sinistra: la creazione di Adamo, la creazione di Eva, la cacciata dal Paradiso terrestre, la tentazione del serpente, il peccato olio su tavola, tondo, d. cm. 71 (importante cornice in legno intagliato e dorato) Opera in temporanea importazione. STIMA A RICHIESTA 10 MAGGIO 2011

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SCULTURA

SCULTURA

FRAMMENTO DI MOSAICO

FRAMMENTO DI MOSAICO

in legno policromo raffigurante San Giovanni Battista: vestito solo di un serto di foglie, barba e capelli lunghissimi, tiene nella mano destra un cilicio. Base circolare dipinta ad imitare il marmo. Italia centrale, inizi del XVII secolo, cm. 49x16x16

in legno dorato raffigurante giovane pastore su base quadrata, ritratto stante con un agnello sulle spalle e la mano sinistra protesa in avanti. Venezia, fine del XVII secolo, cm. 36x15x13

a tessere policrome a comporre gli arti inferiori di una figura con mantello rosso rubino, lancia e calzari; bordura a nastro intrecciato. Periodo neoclassico, cm. 30x40

a tessere policrome a comporre una figura con faretra, ritrovabile nell’iconografia di Apollo, Cupido, Diana ed anche Venere; bordura ad arco percorsa da ramages. Periodo neoclassico, cm. 43x30

€ 6.000-8.000

€ 6.000-8.000

Proninienza Collezione Glauco Omodei, Roma € 4.000-5.000

Proninienza Collezione Glauco Omodei, Roma € 4.000-5.000

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GIÀ COLLEZIONE MARIO E BEPPE BELLINI


155 SCULTURA in legno policromo raffigurante Santo con libro a mezzo busto. Italia meridionale, XVI secolo, cm. 80x40x30 € 10.000-15.000

156 SCULTORE FIAMMINGO DEL XV SECOLO

Madonna con bambino alabastro, cm. 60x24x16 (mancante il piede sinistro della Madonna) € 20.000-30.000

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FRAMMENTO DI MOSAICO

FRAMMENTO DI MOSAICO

a tessere policrome a comporre una colomba entro girali floreali e doppia bordura a ramages. Periodo neoclassico, cm. 30x32

a tessere in bianco e nero disposte a disegno geometrico Periodo neoclassico, cm. 62x95

Proninienza Collezione Glauco Omodei, Roma € 4.000-5.000

Proninienza Collezione Glauco Omodei, Roma € 4.000-5.000

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157 SCUOLA BOLOGNESE DEL XVII SECOLO

Paesaggio con viandanti tempera su tela, cm. 147x106 (ovale) € 12.000-18.000

158 TAVOLINO SCRITTOIO in noce a capretta, piano rettangolare sotteso da un largo cassetto arricchito da due maniglie in bronzo. Toscana, XVI-XVII secolo, cm. 73x94x55 (restauri) € 3.000-4.000 157

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GIÀ COLLEZIONE MARIO E BEPPE BELLINI


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COPPIA DI VASI BIANSATI

INSOLITO VERSATOIO

VASO

in maiolica: corpo interamente decorato a motivi vegetali nei toni dell’azzurro e centrato da bel cartiglio; prese costolate con terminali ritorti. Montelupo, XVI secolo, cm. 23x23x20 (uno presenta restauri)

in maiolica a fondo bianco con decori geometrici nella parte centrale del corpo; il collo, caratterizzato da un traforo a griglia tutto intorno, è centrato dal beccuccio realizzato a forma di testa canina circondata da foglie. Castelli, XVII secolo, cm. 34x28x20

in argento: corpo baccellato e decorato a motivi vegetali, poggiante su tra alte zampe ferine decorate all’attaccatura da teste di Bacco. Seconda metà del XIX secolo, h. cm. 28, d. cm. 19

€ 8.000-12.000

€ 2.000-3.000

€ 12.000-18.000

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162 PITTORE DEL XVIII SECOLO

Madonna col Bambino e San Giovannino olio su tela, cm. 75x62 (cornice in legno intagliato, dorato e parzialmente dipinto ad imitare il marmo) € 6.000-8.000

163 SCUOLA FIAMMINGA DEL XVII SECOLO

Ritratto di Laura Frausino Stols olio su tavola, cm. 57x42 (cornice in legno dipinto e dorato) Nome iscritto nella parte superiore del dipinto. € 15.000-20.000

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GIÀ COLLEZIONE MARIO E BEPPE BELLINI

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164 SCUOLA FIAMMINGA DEL XVIII SECOLO

Ritratto di nobildonna olio su tavola, cm. 59x49 (cornice in legno dipinto e dorato) € 15.000-20.000

165 CORNICE alla “Sansovino” in legno intagliato, dipinto e dorato. La struttura rettangolare è sormontata da un timpano architettonico riccamente scolpito a ovoli e dentelli su più ordini e centrato da testa di cherubino alato; il bordo inferiore invece è completato da un fregio centrato da doppia voluta tra fregi fogliacei. Firenze, XVI secolo, cm. 136x124, cm. 74x94 la luce (riadattata in epoca successiva) € 6.000-8.000 165

166 TAVOLINO in noce; piano rettangolare, un cassetto sul fronte, gambe a rocchetto su base a sezione quadrata, riunite da traverse lineari. Bologna, fine del XVI secolo, cm. 60x54x77 € 10.000-14.000

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167 IMPORTANTE COPRITAVOLO interamente eseguito in pizzo ad ago punto Venezia e punto Burano. Venezia, metà del Novecento, cm. 190x450 Il punto Venezia, così chiamato perché ricorda i ponti della città lagunare, comprende sbari a tre fili, sbari a riga ornati o meno da picot, rosette, voveti e panetti; il punto Burano è invece una rete eseguita con filato sottilissimo, che ricorda la rete dei pescatori dell’isola di Burano. € 60.000-80.000

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DIPINTI E SCULTURE DEL XIX SECOLO MARTEDÌ 17 MAGGIO 2011 • MILANO - via dei Bossi Esposizione da martedì 11 a lunedì 16 maggio 2011 10.00 - 13.00 / 14.00 - 19.00

Informazioni MILANO - Via dei Bossi, 2 tel +39 02 863561 fax +39 02 867318

EMILIO LONGONI (Barlassina 1859 - Milano 1932) Il Baitone, del 1911 circa, olio su tela riportata su cartone, cm. 29x39

Cataloghi Gianluca Nardin tel +39 041 721811 g.nardin@finarte.it EMILIO LONGONI (Barlassina 1859 - Milano 1932) Laghetto del Bernina, 1903/1905, olio su tela riportata su cartone, cm. 30x40


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Direttore responsabile: Alberto Vianello

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Periodico quindicinale Finarte Casa d’Aste S.p.A. Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 126 del 23 marzo 1973

impaginazione Alice Pecile Venezia Enea Muraro Venezia

confezione Legatoria Verrati Venezia

finito di stampare il 16 aprile 2011

periodico associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana






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