Mauro Pinelli - Haemodynamics Delfrate

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La fisiologia del Ritorno Venoso Mauro Pinelli


IL RITORNO VENOSO SISTEMICO

Cuore 7%

Vene

Arterie 13%

64%

Micro circolo

7%


FUNZIONI DEL RITORNO VENOSO ASSICURARE UN FLUSSO

cardiopeto unidirezionale con portata e pressione adeguate alle necessità : - Del precarico cardiaco -Del drenaggio tissutale -Della termoregolazione Qualunque sia la postura e l’attività muscolare


Funzione venosa Precarico cardiaco Il sistema venoso -fornisce al cuore un volume di flusso variabile e adeguato alle necessitĂ del pre-carico del ventricolo destro -senza significative variazioni della pressione venosa grazie all’Effetto Reservoir ( la compliance venosa consente una variazione di volume senza significativi cambiamenti di pressione) Il prolungato ortostatismo può sequestrare un gran volume di sangue negli arti inferiori e determinare un transitorio scompenso cardiaco sino alla sincope.


CONTROLLO DEL CALIBRO VENOSO

Compliance: Misurazione delle caratteristiche fisiche della parete vasale in relazione alla sua capacità di immagazzinare un volume di sanque Q in accordo con la PTM La variazione di volume è generalmente una curva sigmoidale. Due differenti valori possono essere misurati ad ogni punto P : 1- compliance statica CS = Q/PTM 2- compliance dinamica CD = dQ/dPTM

Q

DC

SC P

TMP


Funzione venosa Termoregolazione Il sistema venoso concorre all’omeostasi termica variando gli scambi di calore con l’ambiente esterno grazie alla modulazione del flusso ematico superficiale determinata dalle variazioni riflesse delle resistenze microcircolatorie ( effetto radiatore)

Calore: riduzione delle resistenze microcircolatorie; incremento del flusso ematico superficiale e della Pressione Residua : dilatazione venosa +- edema. Freddo : fenomeno inverso


Termoregolazione

•Il flusso ematico cutaneo è controllato dal sistema ortosimpatico •La regolazione del flusso è determinata dal grado di vasocostrizione delle arteriole e delle anastomosi AV attraverso cui il sangue affluisce al plesso venoso cutaneo

•Il grado di vasocostrizione delle arteriole è regolato dall’ortosimpatico in risposta alle variazioni di temperatura interna del corpo e della temperatura ambiente


Termoregolazione

•Durante il surriscaldamento il flusso ematico cutaneo può aumentare sino a 7/8 Lt./ min. alle basse temperature è appena superiore allo 0

•A livello del plesso venoso sottocutaneo il flusso può variare da poco più di 0 sino al 30% della

gittata cardiaca


TERMOREGOLAZIONE

Endogeno CALORE Esogeno (Attività muscolare, ( Calore esterno) Apertura dei microFebbre) Micro-Circulation shunts Perdita di calore per convezione Cute Venule Tessuto Arteriole Micro-Veines suttocut Veine Sus Aponévrotique quiescentes Veine Sus Aponévroti aneo Artère Sus Aponevrosi Aponévrotique sup. Tessuto sub Veine Sous aponevrotico Aponévrotique Artèrie Sotto Aponevrotiche

AUMENTO DELLA PORTATA ARTERIOSA AUMENTO DELLA PORTATA VENOSA

Perforant Perforant ee


Funzione venosa Drenaggio dei tessuti

Il sistema venoso drena i liquidi e i metaboliti svolgendo una funzione cruciale per la loro vitalità -- Rimozione della CO2 -- Rimozione dei prodotti del catabolismo cellulare tissutale -- Rimozione di parte dell’ H2O filtrata nel tessuto

Compromissione del drenaggio: edema, inflammazione, necrosi, infezione


UNITA’ MICROCIRCOLATORIA Pressione arteriosa

P=V8l r (x)

25 mm/Hg ARTERIOLA

LINFATICO

VENULA

9 mm/Hg

Pressione residua Influenzata dalla regolazione intrinseca del circolo secondo GUYTON


Il sistema linfatico funziona come un “meccanismo a straripamento” • Sbilanciamento di forze verso l’esterno del capillare 0,3 mm.Hg. • Eccesso di filtrazione : FILTRAZIONE NETTA • FILTRAZIONE NETTA 2 ml./min. ( esclusi i reni) • E’ la quota che rientra in circolo tramite il sistema linfatico ( 2/ 3 litri / 24 ore)


TALI FUNZIONI SI ESTRINSECANO IN BASE ALLA PRESSIONE TRANSMURALE P.T.M.


ELEMENTI CONDIZIONANTI IL RITORNO VENOSO quindi La

P.T.M


Funzione venosa

Organi necessari per la Funzione venosa

Pompe

Cardiaca Pompa Toraco- Addominale Pompa Valvulo-Muscolare

Condotti

Versante venoso della MicroCircolazione Venule Tronchi venosi Vene cave


LE POMPE GENERANO I GRADIENTI DI ENERGIA -- CARDIACA -- TORACO- ADDOMINALE -- PERIFERICHE osteo-articolari valvulo-muscolari Tissutale

LA CORRETTA FUNZIONE VENOSA E’ ASSICURATA DA : -- LO STATO DELLA PARETE -- RISPOSTA PARIETO – SIMPATICA (Regolazione estrinseca del circolo)

-- LA CORRETTA FUNZIONE VALVOLARE


GRADIENTI DI ENERGIA

GRADIENTE CONTINUO

ATTIVITA’ CARDIACA POMPE CENTRALI

Pompa Toraco/Addominale Pompe Muscolari

GRADIENTE FASICO

Pompe Osteo/Articolari

Pompa Tissutale

POMPE PERIFERICHE


POMPA

CARDIACA

IL CUORE DESTRO ASPIRA IL SANGUE LA PRESSIONE RESIDUA SOSPINGE IL SANGUE VENOSO A BASSA PRESSIONE

IL CUORE SINISTRO POMPA A PRESSIONE ELEVATA IL SANGUE ARTERIOSO…….

R

…..CHE ATTRAVERSA L’UNITA’ MICROCIRCOLATORIA PERDENDO ENERGIA


Pompa cardiaca Fornisce il Gradiente di pressione cardiopeta essenziale per il drenaggio : Il cuore sinistro fornisce l’energia determinante la pressione

residua

La bassa pressione in atrio destro modula il flusso Pressione atrio destro

PR Gradiente con direzione sempre cardiopeta Pressione Residua

Pressione arteriosa Resistanze MC

Resistenze MC Micro-shunts


ATTIVITA’ CARDIACA

GRADIENTE CONTINUO

B - FLOW

FLUSSO CONTINUO

Modulato dalla pompa toraco-addominale


Variazioni di flusso in relazione ai gradienti generati da pompa cardiaca , pressione residua , presenza/assenza di valvole Insufficienza tricuspidale e Polso venoso periferico SISTOLE: onda retrograda in safena incontinente e chiusura valvolare in safena continente DIASTOLE :onda anterograda protosistolica in safena incontinente e telediastolica nella safena continente l

l


Variazioni di flusso in relazione ai gradienti generati da pompa cardiaca , pressione residua , presenza/assenza di valvole ortostatismo

l

l


FLUSSO SAFENICO RITMATO CON ATT. CARDICA (PAZIENTE IN TERAPIA CON AMLODIPINA)


Pompa cardiaca Non può frazionare la colonna di pressione idrostatica ( Gravità) poichè interferisce solo con l’energia propulsiva e non è sufficiente al controllo della PTM durante la deambulazione


LA POMPA TORACO ADDOMINALE


PompaToraco-addominale ( Diaframmatica) :

Alterna Sistole / Diastole Sopra e Sotto Diafammatica durante i movimenti respiratori ( prevalgono i sopra-Diaframmatici) . RA Pressionee

Gradiente Pressione Residua sempre a direzione cardiopeta

Pressione Residua

Resistanze MC

MC resistances


FLUSSO SAFENICO MODULATO DALLA POMPA TORACO-ADDOMINALE

B - FLOW


Pompa Toraco-addominale ( Diaframmatica) :

Alterna Sistole/Diastole Infra and Sopra Diaframmatica durante i movimenti respiratori Ma analogamente alla pompa cardiaca, Non è in grado di frazionare la colonna di pressione idrostatica ( Gravità ) e pertanto non è sufficiente ad assicurare il controllo deambulatorio della PTM


PERCHE’ PER ASSICURARE IL RITORNO VENOSO OCCORRONO POMPE AGGIUNTIVE A QUELLA CARDIACA ?


Sistema Circolatorio è un sistema emodinamico VERTICALIZZATO con CAPACITANZE DIVERSE

δgh

GAP ENERGETICO GRAVITAZIONALE ARTERO-VENOSO

E.P.G.

δgh

E.P.G.

VENE

64%

Arterie 13%


Pompa valvulo-muscolare Riduce gli effetti della gravità sulla pressione distale grazie al frazionamento dinamico della pressione idrostatica

C

Flux

C

Attiva il drenaggio dei tessuti Non è indispensabile in clinostatismo poichè gli effetti della gravità sulla pressione distale sono trascurabili

E’ necessaria in ortostatismo per l’ incapacità delle pompe centrali (cardiaca e toracoaddominale) di compensare l’effetto della gravità sulla pressione distale


La pressione venosa e la pompa valvulo-muscolare


Pompa Valvulo- Muscolare Costituita da :

1- Muscoli Periferici

SiSTOLE

2- Segmenti Venosi compressi dai muscoli che li contengono

3- Valvole Venose aperte/chiuse da Gradienti di Pressione alternati e generati dall’attività muscolare

C

C

Flux


Pompa Valvulo-Muscolare 1- Attivata esclusivamente dall’ attività muscolare 2-Riduce la Pressione Idrostatica mediante il Frazionamento Dinamico della Pressione Idrostatica 3-Previene l’ Eccesso di PR dovuto al decremento delle resistenze MC (esercizio muscolare) drenando l’ eccesso di flusso

4- Non necessaria in posizione declive (sufficienti le pompe Cardiaca e ToracoAddominale )


FRAMMENTAZIONE ORTODINAMICA DELLA COLONNA IDROSTATICA

Peso

h1

h1

h h2

h2

IMMOBILITA’

SISTOLE

DIASTOLE


FUNZIONE VALVOLARE IN SISTOLE -- ORIENTAMENTO DEL DEFLUSSO SISTOLICO -- FRAMMENTAZIONE DELLA COLONNA IDROSTATICA -- PROTEZIONE DEI PASSAGGI DI COMPARTIMENTO .

IN DIASTOLE la CHIUSURA DEI PIANI VALVOLARI, per il flusso retrogrado transvalvolare, condiziona IL FRAZIONAMENTO DINAMICO DELLA COLONNA DI PRESSIONE 1) IL MANTENIMENTO DELLA QUOTA GEOMETRICA DEL VOLUME SPOSTATO DURANTE LA SISTOLE MUSCOLARE Trasformazione di energia motrice in energia potenziale gravitazionale permettendo così IL RITORNO VENOSO AL CUORE 2) La RIDUZIONE DEL CARICO TENSIVO DIASTOLICO SULLE PARETI

3) Il CORRETTO FUNZIONAMENTO DELLE POMPE è sufficiente il funzionamento corretto della sola valvola in uscita dalla pompa. 4) LA RIPRESA RAPIDA DI FLUSSO MESO-TELEDIASTOLICA condizinando così le accellerazioni di flusso diastoliche.


Fenomeno della chiusura valvolare Una rapida inversione del flusso ( gradiente) è necessaria alla realizzazione della chiusura valvolare Inversione del gradiente di Pressione( Rapida) Inversione di Flusso

Velocità centrale più Elevata

Flux

Effetto Bernouilli (Minimo flusso invertito NECESSARIO) Chiusura valvolare


Fenomeno della chiusura valvolare • La chiusura valvolare non si verifica con la semplice cessazione del flusso anterogrado • Necessita di un flusso retrogrado a una velocità minima di 30 cm./ sec • In tali condizioni la chiusura valvolare avviene entro 100 millisecondi • Per tale ragione la compressione manuale e la manovra di Valsalva in posizione declive non sono del tutto attendibili nel valutare il reflusso Van Bemmelen The mechanism of venous valve closure Arch.Surgery, 125:617 1990


JET DIASTOLICO TRANSVALVOLARE


COMPARTIMENTI DELLA RETE VENOSA

R3 – R4

N3

R2

N2

R1

N1

Franceschi 1988

Consensus 2006


DEFLUSSO CUTE

UNIDIREZIONALITA’ R 3 -- R 4 (N3)

R2 (N2) PERFORANTI

SAFENA

COLL

CROSS

R1 (N1)

ORDINE GERARCHICO DEL DEFLUSSO


OGNI COMPARTIMENTO HA LE SUE POMPE ad AZIONE FASICA condizionanti le ACCELLERAZIONI DI FLUSSO

Pompe Muscolari di Gamba e di Coscia N1 Pompa Muscolare del Piede N2

N3

Pompa Muscolare del Piede Pompa Muscolare del Piede Pompa Tissutale

“Plessi venosi”

Pompa Tissutale


OGNI COMPARTIMENTO HA LE SUE POMPE ad AZIONE FASICA condizionanti le ACCELLERAZIONI DI FLUSSO

Pompe Muscolari di Gamba e di Coscia N1 Pompa Muscolare del Piede N2

N3

Pompa Muscolare del Piede Pompa Muscolare del Piede Pompa Tissutale

“Plessi venosi”

Pompa Tissutale


POMPE VALVULO – MUSCOLARI Pompa TORACO-ADDOMINALE

Fase Sistolica P. QUADRICIP.

P. LOGGIA ANT. P. SOLEO-GEM.

P. ALLUCE PER.

P. mm PERITIBIALI.

P. PLANTARE


1° PERFORANTE INTERMETATARSALE

PERFORANTI PLANTARI LATERALI M. FLESSORE BREVE DELL’ALLUCE

V. PLANTARE MEDIALE V. PLANTARE LATERALE


DEFLUSSO SISTOLICO SAFENICO (FLUSSO FASICO)

PERFORANTE DEL PRIMO SPAZIO INTERMETATARSALE

POMPA MUSCOLARE DEL PIEDE


POMPA TISSUTALE

LO SCORRIMENTO DEI TESUTI DURANTE IL MOVIMENTO AUMENTA LA PRESSIONE INTERSTIZIALE , INNESCANDO UN MECCANISMO DI POMPA PER

-- FLUSSO LINFATICO

-- DEFLUSSO FASICO DEI PLASSI VENOSI

Guyton and Hall Textbook of Physiology


IL DEFLUSSO SAFENICO E’ DIASTOLICO ?


MODELLO CLASSICO DEL DRENAGGIO VENOSO IN FASE DIASTOLICA In condizioni fisiologiche la distanza tra le valvole della rete superficiale è maggiore rispetto ai vasi profondi. I segmenti delle colonne idrostatiche inter-valvolari sono più elevati di quelli h2 della rete superficiale pertanto il gradiente è orientato verso il vasi profondi

?

h1


LE VENE MEDIALI DEL SOLEO LA MAGGIOR PARTE DELLE PERFORANTI DI GAMBA NON ORIGINA DAL TRONCO SAFENICO MA DA TRIBUTARIE CONNESSE CON LE VENE MUSCOLARI

By the cortesy of Prof. GILLOT and Dr. UHL


ANGOLAZIONE DELLE COLLATERALI SAFENICHE ( N 3 )


DEFLUSSO SISTOLICO ANTEROGRADO DELLE COLLATERALI (N 3)


ASSENZA DI GRADIENTE DIASTOLICO IN CONDIZIONI FISIOLOGICHE TRA LE VENE TIBIALI E LA SAFENA INTERNA

Peter Neglén, MD, PhD, Seshadri Raju, MD River Oaks Hospital. Jackson, Miss J Vasc Surg 2000;32:894-901.


DEFLUSSO SAFENICO DIASTOLICO FASE MESO – TELEDIASTOLICA

assenza di flusso IN FASE PROTO-DIASTOLICA

Il flusso anterogrado riappare grazie alla pressione venosa residua

B - FLOW FASCIA

FASE PROTODIASTOLICA Non rilevabile flusso


DIASTOLE

h1

Peso

h3

h2

RIENTRO DEL REFLUSSO


ASSE SAFENICO: LA VIA DI DEFLUSSO A BASSA RESISTENZA DELLA RETE VENOSA SUPERFICIALE

PRESSIONE RESIDUA

B - FLOW

FLUSSO CONTINUO


DEFLUSSO SISTOLICO SAFENICO (FLUSSO FASICO)


La VIA PREFERENZIALE DEL DEFLUSSO della rete venosa superficiale è costituita dai SISTEMI SAFENICI in quanto sistemi a BASSA RESISTENZA per l’apertura permanente delle cross LO SVUOTAMENTO DIASTOLICO TRANSCOMPARTIMENTALE pompa V/M mediato è modicamente attivo in condizioni di normalità


GRAZIE PER L’ATTENZIONE


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