Vini Estremi - Proposta Vini

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Questo marchio intende valorizzare vini provenienti da vigneti situati in zone particolarmente disagiate dal punto di vista climatico, morfologico, di altitudine e latitudine e/o con caratteristiche di vinificazione difficili. Dall’Alto Adige a Pantelleria i Vini Estremi sono prodotti con tenacia e racchiudono emozioni che esprimono l’indissolubile legame col paesaggio da cui provengono.


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Vini bianchi

Vini rosati

Vini rossi


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I Vini Estremi sono vini eroici, figli della fatica, del sudore, della laboriosità dell’uomo; sono prodotti in zone spesso sconosciute, geograficamente impervie, con uve talvolta coltivate in minuscoli fazzoletti di terra strappati alla montagna, alle rocce, al mare. Dal Trentino-Alto Adige alla Sardegna, dalla Valle d’Aosta all’isola di Pantelleria, dalla Valtellina alla Costiera Amalfitana, dalla Riviera di Ponente alla Costa Viola, dalle Cinque Terre alle pendici dell’Etna, l’antica Enotria vanta una miriade di vitigni che sono sopravvissuti alle guerre, alle pestilenze, al flagello della fillossera. Vitigni che, grazie alla tenacia e alla passione di alcuni piccoligrandi vignaioli, sono stati strappati all’oblio e che ancor oggi sono in grado di regalarci dei vini straordinari. Vini carichi di storia e di suggestioni, vini rari (a volte la produzione è di poche migliaia di bottiglie) e preziosi che si fanno apprezzare da quanti amano i vini autentici, in contrapposizione ai vini-fotocopia che oggi imperversano in ogni angolo del pianeta. Gianpaolo Girardi


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VINO ESTREMO, QUESTO SCONOSCIUTO Quanti conoscono o hanno assaggiato un vino prodotto da uve coltivate in zone cosiddette estreme o eroiche? Quanti immaginano le difficoltà che si possono incontrare a fare i vignaioli in queste aree spesso scoscese, aride, arse dal sole, difficilmente agevoli, spazzate dal vento. O in vigne poste a oltre 1200 metri, dove la terra è strappata metro dopo metro da terrazzamenti quasi vertiginosi? Sono vini prodotti dal rapporto magico tra la natura e l’uomo che con amore e passione lavora in condizioni dure dove, oltre alla fatica umana, è già valoroso fare impresa e ancor di più farla con le mani dentro una terra inospitale, improbabile, estremamente ruvida. Sono vini quasi clandestini, poco socievoli ma di forte carattere, come i territori impervi dove si producono.


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Alcuni sono famosi ma sempre appannaggio di pochi per i bassi volumi di produzione e per il loro alto valore: sono vini rari e preziosi. Raccontano storie, tante e affascinanti, trasmettono l’unicità e la bellezza dei territori, siano essi di mare o di montagna, e li valorizzano, narrano di suggestioni ed echi del più ampio e meraviglioso vigneto Italia. Sono vini da approcciare e degustare con rispetto, rimandano a emozioni e sapori d’altri tempi e trasmettono la sapienza e l’esperienza di questi eroici vignaioli. Sono vini da proporre non a sola esclusiva di pochi intenditori ma da promuovere e raccontare a chiunque ami e rispetti il vino e l’umanità che spesso è dietro l’etichetta. Alvaro De Anna - Direttore editoriale “Papageno”


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VALDIGNE - Valle d’Aosta «Più su, al cospetto del ghiacciaio del Monte Bianco, la vite e l’uomo si cimentano nella loro più eroica manifestazione, attraverso una coltura che rivela arditismo alpino. A 1200 metri il vitigno Blanc de Morgex caratterizza il paesaggio. Qui, a Morgex e a La Salle, Mario Soldati terminò l’ultima sua escursione vitivinicola descritta nel libro “Vino al vino” ascoltando le dichiarazioni del parroco di Morgex, l’Abbé Bougeat. Ascoltiamolo anche noi: “Noi qui ci ostiniamo a fare questo vino, lottiamo tutti gli anni contro due geli. Si vendemmia a volte dopo la prima neve. E, a volte, nevica o addirittura gela quando già le prime gemme sono spuntate...”».

RICCARDO DI CORATO, Viaggio fra i vini della Valle d’Aosta, Eda, 1974, pp. 296-297


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Segnaliamo

BLANC DE MORGEx ET DE LA SALLE da uve Prié Blanc su piede franco

Ici l’essentiel est visible pour les yeux. Qui l’essenziale è visibile agli occhi. MAuRO JACCOD

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ExTREME - Metodo Classico da uve Prié Blanc su piede franco

altitudine: tra 1000 e 1260 m slm

www.caveduvinblanc.com


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CINQUE TERRE - Liguria «L’ampia curva di Sestri oltre s’allarga. Di qui vigneti sotto il biondo sole, da Bacco prediletti, alti contemplano Monterosso e Corniglia»… FRANCESCO PETRARCA, Africa (1338/45)

Nella seconda novella della decima giornata del Decamerone, si racconta come Ghino di Tacco abbia curato l’abate di Clignì con «due fette di pane arrostito e un gran bicchiere di vernaccia da Corniglia…». GIOVANNI BOCCACCIO, Decameron (1349/51)


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Gesti quotidiani e antichi, che qui si ripetono ogni giorno, con sempre nuova energia, nella convinzione di offrire uno fra i più alti esempi di ciò che è bello e buono in natura. GIACOMO CAPPELLINI

Segnaliamo

CINQUETERRE da uve Bosco, Vermentino, Albarola

www.forlinicappellini.it


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DOLCEACQUA - Liguria «… Le terrazze della collina, anzi delle colline, non finivano mai di salire, ora più ampie ora più strette, a volte distese a golfo, a volte acuminate. È un’ascesa fatta di ulivi e vigne, mescolata a un cielo che è già di Provenza». FRANCESCO BIAMONTI, Scritti e parlati - Dolceacqua (Im), Einaudi, Torino, 2008, p. 155


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Qui allevare la vigna è un gesto d’amore, puro e irrazionale. FABIO CORRADI

Segnaliamo

ROSSESE DI DOLCEACQUA da uve dell’omonimo vitigno

www.maixei.it


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VALTELLINA - Lombardia «Voltolina, com’è detto, valle circundata d’alti e terribili monti, fa vini potenti assai». LEONARDO DA VINCI, Codice Atlantico 214 r.e., Biblioteca Ambrosiana, Milano

«… bevei di un vino detto delle uve sgonfiate (appassite), credo fermamente ch’egli sia il miglior, che al mondo si beva». ORTENSIO LANDO, Commentario de le più notabili e mostruose cose d’Italia (Venezia 1550), Pendragon, Bologna, 1994


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Mio nonno Alberto, in tutta la sua vita, ha sempre lavorato la vigna. Ancor oggi, con i suoi 80 anni, trascorre molte ore lavorando in un vigneto a Murenken, in un luogo storico per la nostra famiglia. Egli custodisce e pratica con orgoglio le tecniche colturali dei suoi avi ed è una persona così autenticamente legata alle tradizioni che, se vi capitasse di passare dalle sue parti, vi offrirebbe ancora il vino dal “ciapel” (ciotola in legno), come si fa da secoli dalle nostre parti. MATTIA OPIATTI

altitudine: 870 m slm

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TELL VIGNA MURENKEN da uve Pignola (in prevalenza), Rossola e Chiavennasca


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VELTURNO - Alto Adige FELDTHURNS - Südtirol «Ai primi chiarori del giorno scorsi le prime colline coperte di vigneti. La vite qui è coltivata in lunghe e basse pergole, dalle quali pendono abbondanti e graziosi gli azzurri grappoli di uva». JOhANN WOLFGANG GOEThE, Viaggio in Italia, 1786


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Segnaliamo

Durch unsere biologische Arbeit spiegeln sich Landschaft, Boden und das Klima in den handwerklich hergestellten Weinen wieder. In Synergie vereinen sich Kunst und Natur in ganzheitlicher Lebensweise.

MÜLLER THURGAU da uve dell’omonimo vitigno

EDITh uND NORBERT Da oltre 10 anni ci dedichiamo esclusivamente all’agricoltura biologica, eseguita manualmente. Grazie a questo territorio, suolo e clima trovano la massima espressione nei prodotti. Così, per noi, lavorare la terra diventa arte di vita. EDITh E NORBERT

altitudine: 900 m slm

www.radoar.com


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VALLE DEI LAGHI - Trentino «… un banchetto molto più fastoso e ricco di portate di vini venne predisposto il 12 settembre 1536, per l’arrivo a Trento di re Ferdinando… venivano serviti, di norma, vini dolci, tra i quali primeggiavano il Moscato, il Bianco di Calavino… l’insuperabile Vino Santo, prodotto sui colli di Santa Massenza». PINCIO GIANO PIRRO, Annali, ovvero croniche di Trento, 1648

«… dal famosissimo banchetto del 25 luglio 1546 offerto dal Cardinale di Trento… vini squisitissimi, bianchi, rossi e rosati dei colli di Trento e vini dolci di Santa Massenza». MIChELANGELO MARIANI, Trento con il Sacro Concilio et altri Notabili, 1673


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Anche dopo trent’anni il Vino Santo Trentino è ancora potente e fresco: è affascinante e ripaga tempo e lavoro. ALESSANDRO E FRANCESCO POLI

Segnaliamo

VINO SANTO TRENTINO da uve Nosiola

www.s.massenza.net


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COSTA D’AMALFI - Campania «Furore, il paese che non c’è, il paese non paese, si offre a piccole dosi, si lascia scoprire con civettuola ritrosia. Battine paziente le mille scalinate, in una vertigine di panorami, ammirerai vigne e giardini, terrazzi e pergolati che dirupano a mare. E muri. Muri a secco, muri dipinti. Muri istoriati. Muri parlanti, muri d’autore…». RAFFAELE FERRAIOLI, 1990


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Le vigne a Furore vivono sdraiate sulle rocce a picco sul mare. La vite, magica espressione di questo luogo di incomparabile bellezza, è il dono di questa terra estrema all’amorevole impegno degli uomini che la custodiscono.

Segnaliamo

FIORDUVA da uve Fenile, Ripoli, Ginestra

MARISA CuOMO E ANDREA

Costa d’Amalfi

FIORDUVA

MARISA CUOMO

www.marisacuomo.com


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COSTA VIOLA - Calabria «Forma un grato spettacolo in questa riviera come è coltivata. Gli scoscesi pendii de’ monti sono coltivati colla maggiore industria possibile a vigne. Si formano de’ muri a secco l’uno sopra l’altro a forma di scalini, e nell’intervallo che passa dall’uno all’altro si piantano le viti. uno di questi muri che rovina si trascina seco tutti gli altri. Si raccolgono in questo litorale ottimi vini». GIuSEPPE MARIA GALANTI, Descrizione geografica e politica delle Sicilie (1792)

«Arrivammo subito a Scilla di classica memoria, a cinque miglia da Bagnara […]. Lo spettacolo era troppo pittoresco per non tentare la mia matita, mentre si preparava il “breakfast”. I nostri appetiti erano stati sufficientemente svegliati dalla cavalcata per abbandonarsi al piacere di questo pasto che consisteva in maccheroni, fette di pesce spada fritto, servite con olio ed aceto, insalata, giuncata, arance e mandorle: il tutto innaffiato con un fiasco di quel vino scuro calabrese, la forza ed il profumo del quale gradatamente aumentano a mano a mano che ci si sposta verso Sud». ARThuR JOhN STRuTT, A pedestrian tour in Calabria and Sicily (1838)


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Le gerle piene piegano le schiene all’afa e alla fatica e tra cespugli cola sole col sale; il sorso alla sorgente placa affanno. D’azzurro oro lucciole riflesse guizzano senza tregua e nella forra riecheggia cantilena d’antica storia tra sorriso e pianto. Qui tutto è viola pescespada e mosto vino sudore e sangue e chi tra quei filari scala mille scalini da mille anni a bocca amara resta.

Segnaliamo

ARMACÌA da uve Prunesta, Gaglioppo, Malvasia Nera, Nerello Calabrese

GAETANO PREVITERA (da “Musa in Vacanza”, 2001)

www.armacia.com


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BAIE DEL SULCIS - Sardegna «I terreni sabbiosi prossimi al paese sono adattissimi alle viti, epperò i filari non solo vedonsi rigogliosi di pampini…».

«… Non ci credevo, ma poi sono venuto lì, e li ho visti, sulla sabbia, con l’azzurro del mare sullo sfondo. […] Incredibili queste viti di Carignano…».

Dal Dizionario Storico Statistico Commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, Angius - Casalis, 1840

Da Lettera del Dr. Giacomo Tachis a Antonello Pilloni, settembre 1981


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La brezza marina dona l’anima e il cuore al Carignano. Sabbia e sole lo rivestono di forza e colore. RAFFAELE CANI

Segnaliamo

CARIGNANO DEL SULCIS da uve dell’omonimo vitigno su piede franco

www.cantinadisantadi.it


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ALTO ETNA - Sicilia «… ma il tutto viene non seminato, non piantato o arato; l’orzo, il frumento e la gioconda vite, che si carica di grosse uve, a cui Giove con pioggia tempestiva educa e cresce».

«Ci sono allori, qui (Sicilia), cipressi snelli, l’edera oscura, l’uva dal dolce frutto e l’acqua fresca, divina ambrosia che il boscoso Etna fa scorrere per me dalla sua neve candida».

OMERO, Odissea, canto IX - vv. 108-111, traduzione di Ippolito Pindemonte (1822)

TEOCRITO DI SIRACuSA, Idillio Il Ciclope - vv. 45-48, III secolo a.C.

episodio del ciclope Polifemo che viveva alle pendici dell’Etna


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La neve bianca copre la nera lava e il vitale terreno. SALVO FOTI

Segnaliamo

VINUDILICE da uve Alicante, Grecanico, Minnella e altre varietà bianche tradizionali su piede franco

Il Vinudilice è vino fermo o spumante a seconda dell’annata.

altitudine: 1300 m slm

www.ivigneri.it


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PANTELLERIA - Sicilia «Vino di colore e odor di rosa, mescolato all’acqua ti mostra stelle fra raggi di sole. Con esso cacciai le cure dell’animo, con una bevuta il cui ardore serpeggia sottile, quasi inavvertibile. L’argentea mia mano, stringendo il bicchiere, ne ritrae le cinque dita dorate». Da una poesia di IBN hAMDIS, poeta arabo-siciliano del XII secolo


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Il nome della mia isola deriva dall’arabo “Bint Ar-Riàh” e significa “figlia del vento”. Il vento che viene da lontano allarga le vele e gli orizzonti mentali. SALVATORE FERRANDES

Segnaliamo

PASSITO DI PANTELLERIA da uve Zibibbo (Moscato di Alessandria)

www.ferrandes.com


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Attendiamo segnalazioni di altri vini prodotti con uve coltivate in luoghi estremi


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