Teatro
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Ispirato al romanzo “Bury the Dead”di Irwin Shaw Regia di Paolo Barillari Coreografie Michela Ciusani
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Il regista Paolo Barillari Nato a Milano, l’8 Agosto 1980, si forma al N.A.M.M., dove studia canto lirico, canto microfonico e presenza scenica. Da sempre divide se stesso e la propria attività artistica in tre grandi filoni. Il canto e la recitazione, l’attività di autore e paroliere, e quella di insegnante. Come autore Paolo si fa conoscere al grande pubblico nel 2003 con l’uscita a sua firma dell’INNO ufficiale dell’ FC. INTERNAZIONALE “PAZZA INTER” che si rivela un incredibile ed inatteso successo, vendendo quasi 40.000 copie e mantenendosi per mesi su buone posizioni di classifica. Successivamente collabora sporadicamente con alcune case discografiche e con alcune compagnie teatrali per le quali compone canzoni e musiche di scena. Nel 2005 mette in scena una versione amatoriale di un musical inedito dal titolo “Diglielo a tutti”. Come attore e cantante Paolo debutta in modo ufficiale sempre nel 2003 con uno spettacolo in tributo a Giorgio Gaber intitolato “la parola al Signor G” che verrà più volte replicato negli anni successivi e lo porterà a cantare le canzoni di Gaber in locations prestigiose come l’arena di Padova, in compagnia di Stefano Paiusco e Giulio D’Agnello, il Gran Teatro di Roma in occasione della puntata speciale del Maurizio
Costanzo Show dedicata a Gaber o il TEATRO DERBY di Milano. Nel 2006 e 2007 Paolo recita nel ruolo di Pietro Bernardone nel Musical “FORZA VENITE GENTE NEW GENERATION”, per la regia di Michele Paulicelli. Nel 2007 inizia una collaborazione fattiva con Daniela Martinelli e Francesco Pigozzo, due giovani e molto promettenti autori teatrali che si dedicano da anni alla diffusione di una più chiara idea di “Integrazione Europea” e di superamento degli schemi nazionali. Da questo sodalizio nasce un primo spettacolo dal titolo “COME VA…IL MONDO?”, che debutta a Ventotene nel Settembre 2007, per poi girare l’Italia per molti anni anche in tempi recenti con un Tour 2013 per le Scuole. Nel 2009, 2010 e 2011 Paolo interpreta BRIT nel Musical WE WILL ROCK YOU scritto dai QUEEN e da BEN ELTON e prodotto da CLAUDIO TROTTA e dalla BARLEYARTS, per la regia di MAURIZIO COLOMBI. Lo show conoscerà un grandissimo successo di critica e girerà l’Italia per due stagioni. Verranno anche realizzati un CD ufficiale in cui Paolo è presente tra gli interpreti e uno speciale sul Musical prodotto da SKY nel 2011. Sempre come protagonista di WE WILL ROCK YOU, Paolo partecipa nel 2011 al Varietà “QUI COMANDO IO” con Alex La Rosa, in onda su RAI
DUE, come ospite d’onore. Nel 2011 e 2012, sempre con la regia di MAURIZIO COLOMBI, Paolo è il “CORSARO NERO” nel Musical “PIRATES” con Luisa Corna. Nel 2010, ancora insieme a Daniela Martinelli e Francesco Pigozzo, Paolo debutta con un nuovo Show dal titolo “EUROPA CHE PASSIONE”, un recital che comprende le più belle canzoni d’amore EUROPEE dal dopoguerra ad oggi. Lo spettacolo ha uno straordinario successo che lo porta a toccare molti importanti teatri italiani e che culmina con una replica allo STORYTELLING CENTRE di EDIMBURGO nel maggio 2011. Le repliche dello spettacolo continuano tuttora ed è in preparazione un tour internazionale per il 2016. Nella stagione 2014/15, è nel cast di “LA DIVINA COMMEDIA: DANTE’S MUSICAL” e “I PROMESSI SPOSI”, sempre alle direzioni di Maurizio Colombi.
Personaggi e interpreti
Paolo Barillari Aedo
Mattia Inverni Richard Webster
Santi Scammacca Walter Morgan
Gio’ Tortorelli Tom Driscoll
Jessica Lorusso Martha Webster
Francesca Brusati Julia Morgan
Costanza Scalia Cathreina Driscoll
Andrea Ghislotti Generale
Michelangelo Nari Capitano
Simone De Rose Direttore
Laura Miriani Redattrice
Carlotta Sibilla Prostituta
Michela Ciusani Coreografa/Ensemble
Roberta Onorato Ensemble
Maria Teresa Notarangelo Ensemble
Fabrizio Citi Ensemble
Comitato Amici di Pavi Il Comitato Amici di Pavi è stato fondato il 16 giugno 2004 con lo scopo di raccogliere fondi per promuovere presso i Giovani la conoscenza e lo studio della musica attraverso l’istituzione di premi musicali e la realizzazione di altre iniziative da elaborare nel tempo grazie al contributo dei soci e di tutti coloro che vogliono prestare la loro opera per sostenerci. Questa idea è nata per ricordare la gioiosa passione per la musica di nostro figlio Francesco Pavia, detto “il Pavi” dagli amici. Il ricordo di una vita vissuta bene, con impegno personale, con attenzione verso gli altri, con una passione speciale per la musica, una passione coltivata con piacere, è un segno importante per chi resta. Il nostro intento è far vivere una rete di collaborazioni e di amicizie al fine di mettere a frutto nel tempo la creatività dei Giovani in vari ambiti ed in particolare in campo musicale. Ringraziamo tutti gli Associati e tutti coloro che ci sostengono con il loro lavoro. Nice e Gianfranco Pavia, i genitori di Francesco.
www.amicidipavi.it amicidipavi@fastwebnet.it
L’ultima poesia di Francesco
Il bocciolo non si è dischiuso c’è solo il vento che sospira presenza dolce di una strana fragranza tocco dorato sui capelli. Si allontana questo calore silenzioso, penetrante e diffuso: tutte le cose passano via veloci non si fermano non guardano indietro colori, armonie, profumi si riversano come cascate senza fine in una gioia straripante che poi s’arrende e muore. Siedo sull’erba e guardo il cielo e sogno lo sgorgare improvviso del tuo sorriso. Il sorriso che trema sulle labbra quando dormi sa qualcuno dov’è nato? Sì, si dice che un giovane pallido raggio di luna crescente abbia sfiorato il contorno di una nuvola triste in dissolvenza, e là sia nato il sorriso, nel sogno di un mattino lavato di rugiada, il sorriso che trema sulle labbra quando dormi. Bello è il tuo cuore lo so ornato di gemme stellate: non sai che il fiore regna tra le spine in tutto il suo splendore? E ancora quando di notte ti piacera finire questo gioco mi scioglierò mi dissolverò nell’oscurità o forse nel sorriso di un bianco mattino nella freschezza di una trasparente purezza.
Primo tempo La vicenda si apre a sipario calato. L’Aedo con una chitarra a tracolla canta la canzone introduttiva dal titolo “Tre personaggi” parlando di eroiche gesta e vicende storicamente ricordate cui non dimostra di prestare troppa fede. Accenna invece nel ritornello ai protagonisti della vicenda che sta per narrare, uomini dall’esistenza insipida e banale che trovarono la gloria nel momento della morte. Il sipario si apre e le luci dell’alba, quasi un un’incredibile accelerazione temporale calano fino a diventare quelle fioche di pochi lampioni. Inizia “La canzone di Webster” in cui l’Aedo racconta la vita di un meccanico americano e di sua moglie, alle prese con i normali problemi di tutti i giorni e con un matrimonio in via di rottura, nel ritornello Webster stesso richiama “... il sabato di sera... ” e la compagnia degli amici come unico sfogo in una vita fatta di tristezze e banalità. Intanto entra in scena Walter Morgan, sciorinando tutta la sua ostentata eleganza, mentre il narratore ne canta le avventure amorose assieme con le sue spasimanti. Da ultimo (“... un giorno di giugno... ad un pic-nic... ”) compare Julia la donna che strega definitivamente il suo cuore. (“La canzone di Morgan”). Dopo l’uscita di scena di Morgan compare Driscoll che nella “Canzone di Driscoll” narra la propria esistenza fatta di viaggi e povertà economica e sentimentale; l’Aedo si chiede l’utilità di una vita di esperienze se ciò che resta nel cuore è solo il lato peggiore. (“... se del mondo respiri il lamento... ”). I tre protagonisti si sistemano sul fondo della scena e nuovamente parlano del proprio presente, del tempo che passa e di un possibile futuro migliore, compianti dall’Aedo che li etichetta come “Poveri diavoli”, ma che anticipa repentini cambiamenti. In quel mentre alla radio si annuncia lo scoppio della guerra e lo speacker parla di “Segnali del tempo “ e di cambiamenti che finalmente possono prendere forma. Tra i protagonisti c’è un misto di rabbia ed euforia: il più cinico è l’Aedo che mette in discussione le parole della radio ed è d’accordo con Driscoll nell’affermare che le guerre portano, da sempre, più danni che benefici. Tuttavia i tre, abili e arruolati vengono spediti al fronte dove insieme con gli altri soldati inneggiano ad “Uncle Sam”. Il giorno dopo i tre muoiono in battaglia; la loro morte è narrata dall’Aedo, anch’egli in veste militare, in un rapporto a sua eccellenza il Generale O’Neal (“Tre uomini uguali”). Ma quella sera, nello sconcerto generale, i tre morti disposti, già stesi al centro della scena, pronti per la sepoltura balzano un piedi e iniziano ad imbastire la propria rivolta, con il netto rifiuto del sonno eterno (“Si alzarono in piedi”). Il Generale invita alla calma e cerca, nella canzone “Il discorso del Generale”,di convincere i tre protagonisti a giacere nelle proprie tombe, ricordando loro la patria, le tradizioni e invitandoli a non costringerlo ad usare contro di loro la violenza. Intanto la notizia trapela e l’Aedo ci porta alla redazione del quotidiano “ Star Evening News “ dove il redattore Todd propone al direttore del giornale di pubblicare lo scandalo. Dal ministero della guerra arriva il veto e il coro “Qui c’è notizia” che fa da ritornello alla canzone assume le caratteristiche di un amara e sarcastica constazione del valore pressochè nullo delle vicende narrate sui giornali. Il povero Todd, cassato nei suoi intenti si ritrova a scrivere un nuovo banalissimo articolo “... su scandali di sesso che tanto la gente è contenta lo stesso...”. Dai tre redivivi si presenta allora il Capitano che, uomo più mite e riflessivo tenta di convincerli con argomenti filosofici: il tentativo fallisce. La realtà, dicono i tre, è fin troppo evidente: “... siamo stati spossessati della terra e della casa...”, e abbiamo affrontato tutte queste sofferenze per un po’ di “Terra nera e insanguinata”. Il Capitano, sconsolato, esce di scena.
Secondo tempo Il secondo tempo si apre allo “ Star Evening News “ durante una “conferenza stampa” in cui, per la prima volta, il Generale risponde alle domande rivoltegli dal redattore Todd e dal direttore del giornale. Tra gli altri sono presenti anche il Ministro della Guerra e l’Aedo. Il Generale getta acqua sul fuoco, sminuendo l’accaduto e garantendo che la situazione è sotto controllo, ma ad un acceso intervento dell’Aedo indignato per il qualunquismo e per la retorica dimostrati segue l’indignazione dei giornalisti cui il Generale pone faticosamente limite. Intanto al campo i tre protagonisti si rivolgono ai soldati ricordando il mito platonico di “Er”, l’unico che prima di loro si rialzò a parlare dopo la morte, ma il loro messaggio è più elevato : l’aldilà è mille volte migliore, ma quì abbiamo ancora una missione da compiere ed un messaggio di pace da lanciare. Il Generale sprona i suoi uomini a non dar loro retta; addirittura arriva una prostituta (“La puttana”) che cerca di convincere i tre a distendersi con argomenti molto diversi. Ma i soldati, indignati da quest’altra squallida provocazione sono ormai convinti, tanto da dichiarare apertamente: per noi “La guerra è finita”, restino gli ufficiali a farsi massacrare! Sulle note della vecchia canzone popolare americana “When Johnny comes marching home” e guidati dall’Aedo i militari si preparano a tornare alle loro case; il Generale decide allora di giocare l’ultima carta e con un abile discorso convince i soldati ad aspettare :l’unico modo per convincere costoro a giacere è far leva sugli affetti familiari e sulle loro donne solo così, dichiara O’Neal “Seppelliremo i morti”. Arrivano dunque le donne e a turno parlano ai loro compagni. Per prima si fa avanti Julia, moglie di morgan che nella canzone “Le tue mani” rimpiange i bei momenti passati e suscita nel marito il rimpianto per le occasioni non sfruttate in vita. E’poi la volta di Catherina, sorella di Driscoll che rivolge al fratello una critica velata, ma che si allontana commossa per il ricordo della sua povera esistenza che è sempre stata “Solo buio”. Con l’intervento di Martha, moglie di Webster, il progetto del generale fallisce definitivamente le sue iniziali parole di disprezzo scompaiono di fronte alla rivelazione da parte del marito di tutto l’amore e la dolcezza che in vita non riusciva a dimostrarle, e che si trasformano in un rabbioso e corale incitamento alla ribellione che sfocia e prorompe nel triplice “Diglielo a tutti” di ribellarsi. A queste parole si alzano dal fondo altre anime di giovani e vecchi indiscriminatamente, morti non solo in guerra, ma anche nella vita di ogni giorno; quattro di loro prendono la parola e attaccano il sistema e la consueta abitudine di considerare la morte tutt’al più come un insieme di poche parole che compongono un articolo di cronaca. “Se Fossimo Parole” esclamano tutte le anime, perchè qualcuno a casa nostra ancora ci pensa e ci ricorda? Il Generale però non si arrende e, perso ogni tipo di dignità umana imbraccia “La mitragliatrice “ e si prepara a sparare contro le anime e contro l’Aedo che, per nulla impressionato, casomai impietosito, lo schernisce quale schiavo di un sistema di cui ormai è diventato un inutile propaggine, ma sua eccellenza è irriducibile e spara. Le anime e l’Aedo avanzano illesi verso di lui fino a travolgere la mitragliatrice che continua a sparare a vuoto. Il sipario si chiude; l’unico a restarvi davanti è il narratore che canta la canzone finale “Sopra le strade”. La guerra è davvero finita, “... la gente qualunque può fare la storia... ” e cambiare le cose in meglio; il sipario si riapre nel finale in cui tutti e in particolare i tre protagonisti elevano assieme il loro “... canto fratello... ”.
Bury the dead Un monito dagli Stati Uniti “Diglielo a Tutti”, il Musical, nasce da un dramma teatrale dal titolo “Bury the Dead”, scritto dall’autore e drammaturgo americano Irvin Shaw nel lontano 1936. Erano gli anni terribili tra le due grandi guerre mondiali, in cui tutto il mondo aveva preso coscienza dell’orrore di un conflitto che coinvolgesse tutto il globo, ma non si sentiva affatto sicuro del fatto che un’esperienza del genere non potesse ripetersi. Di fronte all’avanzare dei totalitarismi ed al progressivo sgretolarsi di una prospettiva di pace duratura, Shaw, raccontava nella sua opera surreale la tragedia di alcuni soldati, morti in un’ipotetica guerra combattuta dall’esercito americano. I malcapitati, all’improvviso si alzano dalle proprie tombe, ma non è una resurrezione vera e propria. È un atto di protesta formale contro la guerra e contro il dolore che la morte causa nelle famiglie, nelle mogli nei figli... insomma in tutta la società. Il successo del dramma fu immediato e conseguentemente quello di Shaw che divenne uno degli scrittori più amati-odiati del panorama letterario americano. Il Maccartismo colpirà duro anche su di lui che anni dopo, sarà costretto a causa delle sue ideologie ad emigrare in Europa e più precisamente tra la Francia e la Svizzera, dove si spegnerà negli anni ottanta al termine di una lunga e brillantissima carriera.
La rappresentazione teatrale italiana Il padre di Paolo Barillari, Maurizio Barillari, aveva fatto parte di una compagnia teatrale che a livello amatoriale aveva rappresentato l’opera in Italia dal 1976 ai primi anni 80. In quell’occasione, la regista Anna De Velo, aveva chiesto a Maurizio di scrivere alcune canzoni che descrivessero i protagonisti della vicenda e che accompagnassero il pubblico attraverso il dipanarsi degli eventi. Ne erano nati sette brani che da sempre Paolo ha imparato a conoscere ed amare, sentendoli e risentendoli tra le mura di casa.
Bury the dead diventa un musical Crescendo, Paolo Barillari aveva cominciato ad interessarsi di musica e a lavorare nel magico mondo del teatro e dello spettacolo. Il testo di Shaw lo colpisce subito per la sua incredibile attualità e per l’importanza sempre maggiore che il suo messaggio globale di pace e di giustizia sociale sta acquistando con l’andare del tempo. Così, quasi per gioco nasce l’idea di “Completare” il lavoro intrapreso dal padre negli anni Settanta ed aggiungere nuove canzoni al copione. Brano dopo brano, le parti recitate sono scomparse e l’opera si è trasformata progressivamente in un Musical, completamente cantato, composto da 25 brani diversi.
diglielo a tutti il
musical
Una Produzione Live Music Association con la collaborazione del Comitato Amici di Pavi e Maurizio Barillari Scritto e diretto da Paolo Barillari - Regista associato Francesco Colosimo Testi e Musiche di Paolo e Maurizio Barillari - Scenografie Massimiliano Merenda con la collaborazione di Pierfrancesco Martinotti - Coreografie Michela Ciusani Costumi Claudia Frigatti - Luci Mario Longo Cast Paolo Barillari, Mattia Inverni, Santi Scammacca, Gio’ Tortorelli, Jessica Lorusso, Francesca Brusati, Costanza Scalia, Andrea Ghislotti, Michelangelo Nari, Simone De Rose, Laura Miriani, Carlotta Sibilla, Michela Ciusani, Roberta Onorato, Maria Teresa Notarangelo, Fabrizio Citi