"Il Parco della Memoria"

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Un progetto per non dimenticare.

associazione culturale

ILARIA RAMBALDI ONLUS

ILARIA RAMBALDI associazione culturale ONLUS



Associazione “ILARIA RAMBALDI” ONLUS

La nostra associazione è nata dopo il terremoto del 6 aprile 2009, che tra gli studenti universitari dell’Aquila ha portato via anche ILARIA RAMBALDI brillante studentessa universitaria laureanda in Ingegneria edile-architettura. Gli scopi della nostra associazione sono incentivare e diffondere la cultura e lo sviluppo del rispetto del territorio e dell’edificazione nel rispetto dello stesso; lo studio e la progettazione di sistemi antisismici, con lo scopo di prevenire la rovina di edifici in caso di terremoti ed altri eventi calamitosi. Organizzerà, inoltre, convegni e conferenze sul tema e istituirà premi di laurea per studenti dell’Università Abruzzese, aventi come

zione culturale

RAMBALDI ONLUS

oggetto della tesi temi sul “BEN COSTRUIRE La nostra associazione, infine, si è fatta promotrice per la realizzazione di un parco alla memoria in L’Aquila, a ricordo delle vittime del terremoto ed a monito per le generazioni future. Per portare avanti il nostro programma abbiamo bisogno del sostegno di tutti e pertanto Vi chiediamo di destinare il 5 per mille della vostra dichiarazione dei redditi alla nostra associazione che ha il seguente: codice fiscale 90028020692 mariagraziapiccinini@virgilio.it

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10 PROGETTI PER L’AQUILA Uscire dalla lunga empasse seguita alla fase immediatamente successiva al terremoto e preparare la ricostruzione della città in maniera ordinata: sono queste le parole d’ordine del libro bianco. Il progetto mira ad abbandonare, come spiega da Pierluigi Properzi vicepresidente Inu «l’intervento straordinario assunto come modalità di governo». Infatti, nel testo si sottolinea come uno dei problemi maggiori che attanaglia L’Aquila, a più di un anno dal sisma, sia proprio l’insediamento straordinario rappresentato dal “progetto case”. Il parco della memoria è uno degli undici progetti proposti nel Libro Bianco.


il progetto

Il progetto del “Luogo della Memoria” dell’Aquila nasce dalla riflessione sul rapporto fra uomo e ambiente per creare un angolo verde laddove la natura ha dato un forte monito all’eccessiva azione dell’uomo. L’obiettivo è di fare architettura senza edilizia, cercando un equilibrio con la natura senza sovrastarla, trovando soluzioni in cui il lavoro del progettista si accordi con l’espressività propria dell’ambiente. Questi nostri intenti scaturiscono non solo dal ricordo di chi è scomparso nel crollo del condominio di Via Campo di Fossa 6B, ma soprattutto dalla volontà di non consentire all’uomo – che ha dimo-


strato di non avere memoria della ciclicità storica di certi fenomeni geologici – di tornare ad edificare lì dove si sono rinvenute cave e grotte di grande profondità e la natura del terreno è ancora in fase di accertamento. Siamo particolarmente determinati in questa realizzazione, perchè tra le vittime ricordiamo anche due nostri cari amici: Ilaria Rambaldi e Paolo Verzilli. Entrambi studenti di Ingegneria Edile-Architettura come noi. Con loro abbiamo condiviso un lungo tratto del nostro percorso di formazione umana, sociale e scolastica. Il progetto condensa in sé i concetti di memoria, speranza e natura.


La localizzazione

il progetto

Scopo del progetto è mantenere viva la memoria di ciò che abbiamo perduto, aiutare chi è rimasto a ricordare e soprattutto riportare la vita in questo luogo, far tornare qui i bambini a sorridere e a giocare spensierati. Tutto questo avverrà in una cornice naturale.



Le Parti

il progetto


Gli elementi che costituiscono il parco saranno cinque: memoria, in corrispondenza del palazzo crollato; amicizia, con l’albero posto all’interno dell’abbraccio definito dalle due rampe: vita, con colori vivaci ed aree dedicate al gioco dei bambini; ricordo, 308 arbusti per le vittime del terremoto; natura, dalle ampie aree destinate a verde a ricordare il passato del luogo.


la stanza della memoria Il punto focale: un edificio a cielo aperto che racchiude il sentimento di assenza che si rinnova nel quotidiano ricordo di chi non c’è più, attraverso quattro setti che si ergono a ricalcare il perimetro di ciò che fu. Segni architettonici semplici e chiari, per questo pregni di significato: all’interno di questo ambiente la copertura mancante e la quota di calpestio posta a livello delle fondazioni preesistenti enfatizzano il vuoto lasciato dal crollo dell’edificio. L’osservatore che entra nella stanza si trova di fronte ad uno spazio e ad un tempo che vivono in un loro piano dimensionale. Egli riconosce se stesso nell’immagine riflessa dalla parete lucida posta ad ovest, riportante i nomi delle vittime del palazzo, ma, allo stesso tempo, percepisce il senso di distanza tra mondo fisico e metafisico, il cui confine è segnato dal canale di luce che vi si scava innanzi e che permette di poter solo sfiorare la matericità del setto. Allo stesso tempo, però, coglie la memoria cruenta del terremoto, attraverso il corrugarsi e il piegarsi della parete sud, in acciaio corten, che sembra restare perennemente in balìa delle forze della natura.


Via XX settembre / via Campo di Fossa / Stanza della Memoria Sono cinque rampe di scale che scendono per dieci metri – immettendo nella Stanza della Memoria – e lo fanno appoggiandosi al naturale andamento del terreno, divenendo un segno evidente perchè unico antropizzato nella natura circostante. Scendere per questi gradini vuol dire calarsi pian piano nella memoria di quel che avvenuto, accompagnati ancora una volta da quel canale di luce che poi si riverserĂ nella Stanza.

percorso primo


percorso secondo Stanza della Memoria/Viale Crispi Dalla memoria consapevole della stanza si diparte il percorso che sale alla speranza, rappresentata da una zona gioco per bambini posta più in alto. In quest’area, dedicata alla vita, la mano dell’uomo è più evidente, ma sempre nel pieno rispetto della natura del luogo. Una pavimentazione multicolore riveste l’angolo del lotto opposto a quello della Stanza della Memoria - la vita ad est la morte ad ovest - e, data la differenza di quota, è visibile dalle aperture poste sulla parete est di questa.


percorso terzo Via Sant’Agostino L’ultimo percorso è quello più propriamente dedicato alla natura. In questa passeggiata nel verde l’osservatore potrà essere chiamato ripetutamente alla riflessione e alla sosta, ritrovandosi dapprima nello spazio della vita, e successivamente in quello della memoria attraverso l’ultima delle rampe. Ancora una volta si ricostruisce un percorso di consapevolezza.

Mentre il tempo scorre continuo, forse ci terrà sempre troppo distanti da coloro che abbiamo amato e dagli insegnamenti che la loro memoria può darci. Ma se il tempo e lo spazio appartenessero, anche solo per un istante, ad un universo mentale e spirituale, saremo vicini ad essi come non mai...


il giardino dell’amicizia Due rampe si curvano a formare un’abbraccio, come quello con cui i nostri due cari se ne sono andati, e conducono ad un giardino sopraelevato al cui centro campeggia l’albero dell’amicizia, che richiama le parole di Luca Santarelli, amico del cuore di Ilaria:

“...l’albero dell’amicizia è ricoperto di foglie che stagione dopo stagione cadono, si rinnovano per poi magari cadere di nuovo... su quest’albero soffia il vento della vita, cade il doloroso silenzio della neve, piovono le lacrime di mille sogni perduti e irrompe lo scroscia del tuono che come mille taglienti vetri rotti instillano nella nostra esistenza angoscia e smarrimento... eppure alcune foglie resistono sempre, nulla le fa cadere e continuano a rimanere lì per sempre.



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